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Pa r o l eV i s i v eP a r o l e V i s i v eParole
Visive
cura di Laura Turco Liveri
Giuliano MammoliRita Mele
Teresa PollidoriLuciano Puzzo
Alba SavoiIlia Tufano
Pa r o l eV i s i v eP a r o l e V i s i v eParole
Visive
Studio Arte Fuori CentroRoma 17 novembre - 4 dicembre 2015
Movimento ApertoNapoli 15 - 30 gennaio 2016
Quadrifoglio - Arte ContemporaneaSiracusa 1 - 15 ottobre 2016
Paroleletterenumerilettereparolesegninumeritracciatiparolele ttereparoleletterenumeriframmentiparoleparoleparoleparole
Parole visiveLaura Turco Liveri
Parole, lettere, numeri, o qualsivoglia oggetto,
simbolo, immagine, frammento, texture, pezzi di
manifesti strappati o ingranaggi abbandonati, specchi
e quant’altro, si trasfigurano, nell’immaginario di un
artista, in linee, forme, colori, ombre, luci, andamenti e
ritmi visivi, formando, come in un processo alchemico,
nuovi oggetti e nuovi significati.
Quasi un fautore per eccellenza del “riciclo” metaforico
e non, materiale o digitale, l’artista, interprete del
mondo nonché delle proprie, personali urgenze
emotive, comunicative, linguistiche e formali, scavalca
la realtà e i suoi oggetti, rimodellandola strutturalmente
dal profondo in una nuova realtà, visiva e artistica,
infondendo altra vita a significanti impoveriti o desueti,
e definendo progressivamente un linguaggio unico
e originale.
In tal senso, l’esposizione Parole visive è emblematica
e, soprattutto, ricca di risultati, frutto di indagini
approfondite e prolungate in anni di ricerca accurata,
calata profondamente nel contemporaneo.
La ragguardevole varietà di tecniche e di procedimenti
utilizzati nelle opere installative dei sei artisti in
mostra, infatti, non dovrebbe essere letta ancora
nella vecchia veste di “parole, lettere e numeri”, bensì
come riformulazione della realtà in cui siamo nati e
ci siamo mentalmente formati, nel rovesciamento
della prospettiva di visione e nella conseguente
evidenziazione di particolari finora ignorati o
sottovalutati, consentendoci un’altra, inedita e
sconcertante, interpretazione del “nostro” mondo.
Ecco perché, ad esempio, Teresa Pollidori parte
dall’emotività delle immagini prese dalle fotografie dei
barconi pieni di migranti e, attraverso innumerevoli
interventi in cui il segno digitale tesse immagini e
sfumature pittoriche – sia pure nel distacco emotivo
dato dalla tecnica computerizzata – arriva a un risultato
visivo complesso: la parola funziona come forma,
motivazione e intento finale dell’opera, il cui impatto
permane nella mente dello spettatore, inducendone
una personale riflessione e una susseguente opinione su
temi gravi della nostra contemporaneità.
Temi cui siamo assuefatti a causa dell’enormità del
numero di immagini proposte, divenendo indifferenti,
pur commuovendoci per un momento, alla nostra stessa
capacità umana di reagire.
Reazione che invece suggerisce Luciano Puzzo,il quale
frena l’animazione delle sue Afonie (la sua sommessa
protesta dei segni) dietro la scura griglia di giganteschi
“No” che, pur composti dalla consueta accelerazione
ritmica, segnica e tonale, si stagliano decisi nel “dissenso
urlato” e biunivoco che rovescia la negazione letterale
in messaggio positivo: “On”, speranza di accendere
l’attenzione di chi guarda, in tal modo segnalando
l’urgenza di contrastare energicamente, ognuno a
suo modo, la diffusa tendenza ad allontanarsi dalle
problematiche del contemporaneo.
Nel gioco degli opposti abilmente praticato da
Alba Savoi, invece, la sottrazione di materialità nella
ricreazione della tridimensionalità virtuale
e nell’impaginazione concentrica, che mostra con
maggiore definizione la zona centrale della texture,
evidenzia proprio il processo formativo, archetipico,
dell’immagine o di un concetto.
È un’operazione sul linguaggio, inteso, simbolicamente,
nel confronto tra scrittura inintelligibile e scrittura
conosciuta, come fu per la decrittazione della Stele di
Rosetta, qui proposta accanto all’elaborazione della
pioggia di numeri del codice del noto film Matrix (1999).
Un gioco che usa anche Giuliano Mammoli, il quale
declina la ripetitività seriale di una peculiare e nostrana
pop art – che caratterizza anche altre sue opere –
spostandola sul piano del pensiero, svuotando del
significato ordinario le lettere alfabetiche rappresentate
nei dodici quadretti, per evidenziarle nello specchio del
ricordo, in un infinito rimando tra l’opera e lo spettatore.
Elemento comune tra i sei artisti, e caratterizzante di
questa mostra, è il riquadro, inteso come delimitazione
dell’emotività o focalizzazione del proprio ambito
di ricerca e di significazione, e al contempo frattura
ricomposta della figurazione d’insieme.
Come in Ilia Tufano, che concerta in figure
geometriche delimitate la corrente ipnotica ed
emozionale delle onde del suo “mare” di parole,
giocando, con la variazione segnica e ton sur ton dei
ritmi visivi, sulla percezione della tridimensionalità di un
soggetto – la scrittura – che tridimensionale,
per assunto, non lo è.
Tra le più poetiche del gruppo, Rita Mele usa il riquadro
come elemento di variazione compositiva dell’insieme,
lasciando all’espressività del tracciato scritturale il
portato di luce e di emozione del segno.
La Mele sbalza qui la prospettiva percettiva e inverte
i significanti, sciorinando sulla superficie una riflessione
continua di scritture indecifrabili e lasciando alle
profondità scorciate dell’immagine del bambino
– dolorosamente raffigurato con la testa all’indietro
senza che si vedano gli occhi – la sensazione di una
tragica, attonita assenza.
Quello che infine colpisce in questi sei artisti è
che hanno vissuto attivamente grandi ere dell’arte
contemporanea – chi gli anni Sessanta o i Settanta –
anni di sperimentazione, di scoperta e di straordinaria
modernità, non solo artistica ma anche sociale,
di cui ancora siamo debitori e inefficienti prosecutori,
e da veri artisti continuano a indagare nel presente
e nel futuro, trovando modalità espressive sempre
attuali, conseguenti alla propria elaborazione
dell’odierna condizione umana, storica e politica.
GiulianoMammoli
“I frammenti di immagini e di signa riproposti sono come tasselli musivi che, invece di assemblarsi in un’unica figura globale, frantumano ulteriormente la percezione dei messaggi scritti e visivi, indagandoli nella loro sostanza di textures, che si prestano per altre letture., per altri sogni. Mentre talvolta è il particolare ad essere amplificato, acquisendo esso un senso macroscopico che va oltre quello solito e che si esalta nella sua rinnovata dimensione, che è essa pure valida in sé, al di là del messaggio consueto”.
Frammentazioni 2014Tecnica mista su telan. 12 pz cm 30x24
RitaMele
Ci sono sorrisi di “non più bambini“ che si spengono per prendere un altro corpo, all’urlo “spara al cuore o ai piedi” e stringono i denti nel buio nero della disperazione
… non più parole 2015Tempera su carta intelatacm120x120x3(7 moduli cm 40x40 e 1 cm 40x80)
TeresaPollidori
Umanità alla deriva.Corpi stanchi, nascosti, stupiti, intorpiditi, svuotati di speranza…L’abbaglio dell’orrore chiude i miei occhi.
Avvenire nebuloso 2015Stampa digitalecm 120x120x3(4 elementi da cm 60x60)
LucianoPuzzo
Rifiuto di ascoltare il nulla. Rifiuto di vedere immagini che non dicono.Chiudo l’indifferenza fuori dalla mia porta.Sento nostalgia di un luogo, di un amico, mi rifugio nel mio io più intimo urlando sommessamente il mio dissenso, senza clamore apparente. La vita che vedo scorrermi intorno è ormai un immenso trompe-l’oeil dipinto con cinica lucidità.Io dico NO. Adesso, in questo preciso istante, un NO deciso, senza incertezze, senza remore né reticenze.
NO/NOW 2015Acrilici e vernici su alfabeto afonostampato su carta fotograficae su carta Conqueror Texture Vergatocm 150x110(6 elementi: 3 da cm 50x70 e 3 da cm 50x40)
AlbaSavoi
Parole visive sono i segni geroglifici della stele di Rosetta e, in tempi contemporanei, lo sono i segni del codice Matrix.Nei due codici, per primo viene l’impatto visivo poi, si cerca di decifrare il linguaggio.Con queste opere ho voluto accentuare l’effetto visivo, con specularità e colori che confondono maggiormente il messaggio per renderlo indecifrabile e misterioso anche per il grafologo.
Da Rosetta 2010Foto su foto garzata cm 74x74
Da Matrix 2015Foto su foto garzata cm 74x74
IliaTufano
Che cosa è ROSSO? una sensazione, una parola, alcuni suoni, molto sensuali, che muovono labbra e bocca ed un pigmento. Poi alcuni caratteri per scrivere la parola. Anche una storia ovvero una stratificazione di metafore: ROSSO è giovane, gagliardo, impetuoso, è gioia, vita, passione, estate. È anche fuoco, sangue, violenza. È rivolta, è rivoluzione. Rosso è Di VINO.Sono tanti ROSSO, quanti ne possiamo pensare. Il mio lavoro è la possibilità di pensare, a partire dalla traccia della scrittura e del colore.
Rosso / 4 articolazioni 2015Olio su tela sagomatacm 100X100(4 elementi da cm 50x50)Foto Luciano Basagni
Giuliano MammoliÈ nato a Santa Maria Nuova, in provincia di Ancona, dove attualmente vive e lavora. Dopo gli studi artistici, ha svolto attività come restauratore e si è occupato di grafica pubblicitaria. Questi dati costitutivi dell’esperienza culturale hanno inciso profondamente sulla formazione della personale grafia artistica, che si propone fondamentalmente come senso classico della pittura giocata prevalentemente sulle trasparenze e sui ”prelievi“ dal reale dei frammenti di immagini e di scritte, sapientemente elaborati e calati in una dimensione di astrattismo lirico che esalta i valori cromatici fino ad annullare il senso del riferimento stesso. Con opere derivate da questo impianto, ha realizzato numerose mostre personali e collettive che, specialmente in anni recenti, sono diventate cadenzate e continue sia in Italia che all’estero. A partire dalla maturità attuale, oggi il lavoro di Mammoli, si riassume tra “io” e il “mondo”. Un lavoro dedicato alla ricerca dell’”assoluto”. La dimensione d’artista si matura in un rapporto/confronto con la realtà, attraverso un linguaggio artistico immediato, sintetico e di facile lettura. Inevitabili sono i richiami alla “filosofia esistenziale”, che trasferiti su un piano operativo l’opera assume tutto il suo significato [email protected] - www.giulianomammoli.it
Rita MeleNasce ad Asmara (EE) vive e lavora a Frosinone. Dagli anni 80, La sua pittura si orienta verso un linguaggio concettuale, creando una sottile linea di demarcazione tra lo spazio del quotidiano e quello dello spirito. In quest’ultimo periodo è netto il passaggio da una iniziale tavolozza colorata all’assoluto bianco e nero. Spesso lavora per cicli tematici che la coinvolgono nella sperimentazione di materiali diversi. È interessata anche al libro d’artista e alle installazioni.
Ha realizzato numerose personali in Italia e all’Estero. Ha partecipato ad esposizioni di gruppo organizzate da gallerie private e da istituzioni pubbliche. Ha esposto alla Biennale di Venezia; all’11a Biennale Internazionale d’Arte del Cairo (padiglione italiano. I suoi lavori si trovano nel Museo di Arte Contemporanea di HANGZHOU – Cina; ed è presente in INDIA con Le Architetture Del Bianco; con il Libro d’Artista è presente All’istituto Italiano Di Cultura di TEL AVIV – [email protected] - www.artefuoricentro.it
Teresa PollidoriNata a Caserta ha compiuto gli studi artistici a Napoli, attualmente vive e lavora a Roma. La tematica costante della sua ricerca è stata la spazialità architettonica, attraverso un rigore geometrico ed essenziale. Negli anni ’90 approda alla scultura. L’esigenza di relazionarsi con lo spazio la inducono a cimentarsi spesso con esperienze installative. Dal 2005 si dedica alla fotografia e alla pittura digitale, strumenti che le permettono di coniugare tridimensionalità, colore e figurazione. Da sempre ha affiancato alla propria attività quella di organizzatrice di eventi artistici. È stata promotrice per circa 15 anni della “Biennale del Libro d’artista città di Cassino” dal 2000 dirige lo “Studio Arte Fuori Centro” di Roma. [email protected] - www.teresapollidori.it
Luciano PuzzoNasce a Siracusa, dove vive fino all’età di 17 anni. Trascorre un anno a Roma poi si trasferisce a Milano. Dopo tre anni torna definitivamente nella capitale, dove vive e lavora tuttora. Per molti anni lavora in pubblicità, firmando la creatività di numerose
campagne per importanti aziende nazionali e internazionali.Dal 1975 all’82 si dedica a tempo pieno alla pittura, partecipando con le sue opere a numerose mostre e rassegne italiane ed estere. Dal 2008 s’impegna intensamente nella scrittura, arrivando a completare sei romanzi e due racconti brevi in cinque anni. Dopo un’assenza durata molti anni, nel 2010 risente forte la necessità, ormai imprescindibile, di “pensare arte” e riprendere le fila di quelle emozioni bruscamente interrotte. Inizia così, una lunga e intensa ricerca fotografica tesa a indagare nell’ambito ecologico, ambientale e dell’etica comportamentale che si materializza nella realizzazione di cinque Operelibro e in una serie di lavori dove unisce immagini fotografiche a testi poetici.Nel 2014 si dedica interamente alla realizzazione di un ciclo di opere ispirato ai migranti del Mediterraneo, coniugando immagini fotografiche e alfabeto afono a interventi pittorici via via sempre più presenti. La sua ricerca artistica attuale lo vede sempre più impegnato ad approfondire e sviluppare il concetto di afonia come metafora ineluttabile della società contemporanea. [email protected] - artist books 3.0
Alba SavoiÈ nata a Roma dove risiede. Proviene per studi e attività lavorativa dall’area visiva. Da un inizio figurativo, alla fine degli anni ’70 sposta la sua attenzione all’arte Astratto-Concreta. Nel 1980 fa parte dell’associazione AM/16 di Roma, interessata a questa tendenza artistica e con essa espone in varie mostre in Italia ed all’estero.Data al 1987, il suo interesse per la fotografia e la fotocopia e crea i suoi xerorilievi e xeroxculture.
Recentemente il suo interesse si è spostato ad elaborazioni di foto.Numerose le esposizioni personali e collettive nazionali ed internazionali. Inserita tra l’altro nei volumi: Anni Venti della Storia dell’Arte Italiana del ‘900 a cura di Giorgio di Genova, ed Bora; The Artist and the Book in Twentieth-Century Italy, a cura di Ralph Jentsch, ed Umberto Alemanni & C; Come leggere il valore, a cura di Guido Montana, ed Riccitelli. Nella pubblicazione, Quasi Pagine – Libri d’Artista, a cura di Mirella Bentivoglio e Paolo Tesi, ed Settegiorni. Nel 2009 viene pubblicata la monografia: Alba Savoi, la maschera e la piega, a cura di Beniamino Vizzini, Edizioni d’Arte Félix Fénéon.Presente nella collezione del Museo di Arte Contemporanea di Trento: Poesia Visiva. Silvana [email protected] - www.albasavoi.it
Ilia TufanoVive e lavora a Napoli, dove cura anche l’attività espositiva di MOVIMENTO APERTO. Nell’ultimo decennio la sua ricerca è approdata, a partire dalle precedenti formulazioni astratte, alla pratica delle intersezioni tra linguaggi verbali e visivi. Le più recenti personali: nel 2012, La parola del mare, a cura di Giorgio Agnisola, Roma, Artefuoricentro, nel 2013, Le parole e la pittura, a cura di Giorgio Agnisola, Napoli, Castel dell’Ovo e nel 2014 al Templum Artis di S. Ambrogio al Garigliano (FR). Nel 2015 ha partecipato a numerose collettive, tra cui: Napoli, PAN, III Biennale del Libro d’Artista; Napoli; Movimento Aperto e poi Rimini, sala Civica del Palazzo del Podestà, In piatto/Nutrimenti ad arte; Napoli, Il Libro Dipinto, mostra itinerante, Biblioteca B. Croce, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Biblioteca Nazionale, Castel Dell’Ovo; Roma, Artefuoricentro, In-Contro; Gaeta (LT) Pinacoteca Comunale, XXVII edizione del Porticato [email protected] - www.artefuoricentro.it
Biografie
Associazione Cuturale Movimento Apertovia Duomo 290/c - Napoli Cell. 333 2229274 - [email protected]
Galleria d’Arte Contemporaneavia SS. Coronati, 13 - Siracusa Tel. 0931 64443 - [email protected]
via Ercole Bombelli, 22 - RomaTel. 06 5578101 - Cell. 328 [email protected] - www.artefuoricentro.it
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