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BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 1 . Scuola Edi.S.I. per Consulenti di formazione in Scienze umane nella Vita consacrata e Comunità educative ecclesiali e Modulo per la Vita monastico-contemplativa. Pedagogia interculturale Integrazione come passaggio dall'esclusione / emarginazione alla comunione Corso per il 3° ciclo Genova - Sestri Levante 30 luglio 2012 p. Gianfranco Berbenni (Roma) www.vivendi-ratio.it [email protected] 001. Abstract/Sommario Questo primo corso, introduttivo, intende descrivere indicatori e parametri, metodi e percorsi per una Pedagogia interculturale applicata al mondo comunitario della Vita consacrata e della Vita educativa ecclesiale. Da orizzonti ed eventi che si stanno delineando in seguito al fenomeno globale di una multiforme migrazione, derivano le sfide ad una Vita consacrata che - nel confronto interculturale - deve consolidare i propri valori fondamentali e, al tempo stesso, è portata ad una revisione degli itinerari formativi.

Pedagogia interculturale - vivendi-ratio.it EDISI 2011 pedag intercult... · MODERATO Paolo e ROVETTO Francesco, Psicologo: verso la professione. Dall'esame di Stato al mondo del

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BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 1

.

Scuola Edi.S.I. per Consulenti di formazione in Scienze umane

nella Vita consacrata

e Comunit educative ecclesiali

e Modulo per la Vita monastico-contemplativa.

Pedagogia interculturale Integrazione come passaggio

dall'esclusione / emarginazione alla comunione

Corso per il 3 ciclo

Genova - Sestri Levante 30 luglio 2012

p. Gianfranco Berbenni (Roma)

www.vivendi-ratio.it

[email protected]

001.

Abstract/Sommario

Questo primo corso, introduttivo,

intende descrivere indicatori e parametri,

metodi e percorsi per una Pedagogia interculturale

applicata

al mondo comunitario della Vita consacrata e

della Vita educativa ecclesiale.

Da orizzonti ed eventi che si stanno delineando

in seguito al fenomeno globale di una multiforme migrazione,

derivano le sfide ad una Vita consacrata che - nel confronto interculturale -

deve consolidare i propri valori fondamentali

e, al tempo stesso, portata ad una revisione degli itinerari formativi.

http://www.vivendi-ratio.it/mailto:[email protected]

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 2

In questo impatto siamo tutti coinvolti,

grazie ad un serrato profondo ineludibile confronto

con le differenze etno-culturali.1

002.

Lo stile del testo non ancora definitivo:

dallo schema 2010 si sta passando

ad un percorso argomentativo, pur sempre sintetico.

Con la prossima edizione si giunger poi ad una redazione definitiva,

con un stile espositivo tradizionale.

1 Uno slogan di sintesi, ispirato al testamento di uno dei monaci trappisti di Tibhirine [+ 26 maggio 1996] - e che sottende un mo-

dello cristologico per l'antropologia - esprime in modo efficace l'impegno: "giocare con le differenze e con l'unit, per una co-

munione distinta [e non separata], unita [e non confusa]". Frre Christian infatti scriveva: ecco che (ucciso) potr, se piace a

Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell'Islam come lui li vede, totalmente il-

luminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sar sempre lo sta-

bilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 3

003.

Indice sommario. E' sempre molto utile una previa collocazione strutturata dei dati, metodi, contenuti, con par-

ticolare rilievo per i momenti e gli stili didattici.

Si articola tutto il materiale in Unit didattiche (UD) brevemente commentate, in 26 Lezioni

(Lez.) e in alcuni Laboratori di ricerca.

Pedagogia interculturale. Edisi 2011.

Unit Didattica (UD) 1. Introduzione e metodi Parte dedicata alle questioni di base, con evidenza ai problemi di metodo.

Lez. 1. Il Corso

Lez. 2. Metodo, finalit, obiettivi

Lez. 3. Strumenti, verifiche.

UD 2. Pedagogia, ambiti e scienza Definizione e fondamento scientifico della Pedagogia interculturale, vista con specifico rilievo ai

temi formativi della vita consacrata, della vita laicale comunitaria e della vita presbiterale.

Lez. 1. Panorama attuale. Pedagogia critica.

Lez. 2. Pedagogia cristiana e istituto EDISI.

Lez. 3. Modularit e tassonomie web.

UD 3. Migrazioni e multietnicit. Dati e interpretazioni. Ampia area di lavoro orientato a costituire parametri e contenuti etno-culturali per la nostra Pe-

dagogia. Le modulazioni (7-10)prendono in considerazione aree culturali di grande impatto per le

Chiese che vivono in Italia e in Europa.

Lez. 1. Migrazioni nel paleolitico.

Lez. 2. Neolitico ed epoca classica.

Lez. 3. Dal XV secolo ad oggi.

Lez. 4. Identit etno-culturali. Mappatura linguistica

Lez. 5. Dinamiche grandi etnie.

Lez. 6. Dinamiche piccole etnie.

Lez. 7. Modulazioni. Mondo africano. Civilt bantu.

Lez. 8. Asia. Cina e India.

Lez. 9. Mondo arabo e civilt islamica.

Lez. 10. Societ e chiesa in America Latina (aree Messicana, Centrale e Meridionale).

UD 4. Processo pedagogico interculturale Elementi necessari per un adeguato processo pedagogico - in comunit laicali, religiose, presbite-

rali - che accolga e accompagni persone che appartengono a culture molto differenti tra loro.

Lez. 1. Individuo e comunit.

Lez. 2. Gestualit ed affettivit.

Lez. 3. Gestione e propriet (oblativit: obbedienza, povert).

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 4

UD 5. Intervento psicopedagogico interculturale Finalmente si giunge a offrire indicazioni e strumenti formativi per facilitare e sostenere i vari in-

terventi formativi interculturali, nelle varie et della vita e di fronte alle molteplici varianti delle

nostre appartenenze ecclesiali.

Lez. 1. Discernimento di base.

Lez. 2. Formazione vocazionale.

Lez. 3. Formazione iniziale.

Lez. 4. Formazione permanente.

Laboratorio. Area di grande rilievo per l'apprendimento di nozioni e per l'acquisizione di competenze formative

interculturali adattate alla Vita comunitaria, laicale, religiosa, presbiterale.

-->

Conclusioni. Prospettive di ricerca e di condivisione delle esperienze formative interculturali, in primo luogo

su piattaforma web.

Lez. 1. Risultati e prospettive.

Lez. 2. Condivisione ricerche.

Lez. 3. Continuit.

Allegati Contributi significativi per il tema pedagogico interculturale.

1. Discorso di Giovanni Paolo II alle Nazioni Unite, E' un onore per me, tenuto a New York

il 5 ottobre 1995. L'intervento ebbe una grande eco nella stampa e nelle istituzioni internazionali.

2. Dichiarazione universale UNESCO sulla Diversit culturale, Paris, 2 novembre 2001. Sull'onda emotiva degli eventi tragigic dell'11 settembre 2001, l'Ente che si occupa della cultura, per conto delle

Nazioni Unite, approv questa importante Dichiarazione.

3. Berbenni, Il forestiero nella Bibbia, Cracovia (PL), 9 novembre 2010. Intervento al Convegno internazionale organizzato dall'Ufficio generale OFM Cap JPE (Justice, Peace and Ecology).

4. Mappa dello sviluppo urbano 1800-2050. Fonte Nazioni Unite, UNFPA, 2008. Dato previsionale di ri-ferimento per i fenomeni socio-culturali che stanno per influire radicalmente sulle relazioni tra i popoli e le etnie

del pianeta, con evidenti ricadute su nuovi disagi, bisogni, valori, motivazioni, competenze, supporti e accompa-

gnamenti formativi interculturali. 5. Concordanza biblica: Popoli, nazioni, trib, ....

004.

Alcuni Testi di riferimento Oltre alla presente 'Dispensa', suggeriamo un confronto sistematico con : - ANCORA Alfredo, La consulenza transculturale della famiglia. I confini della cura, Milano,

Franco Angeli Editore, 2002 (prima edizione 2000), 208 pp., 22 euro. Codice ISBN 10:

8846425685. Particolare rilievo al capitolo Processi culturali e alla Scheda

dAccoglienza, da adattare alle prospettive pedagogiche Edisi. I materiali sono basati sulle

migrazioni dall'Est europeo, fenomeno prevalente alla fine degli anni '90 del XX secolo. Processi culturali

(Inculturazione, acculturazione, deculturazione; Identit e io culturale; Multiculturale e

multietnico), pp. 56-73.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 5

Il sistema dei migranti

(Lo straniero fra noi; Derive albanesi; L'osservatorio dei servizi territoriali; Famiglie in mo-

vimento: cultura e psicopatologia)

La cultura dell'incontro

(Il viaggio di e del "ritorno" da culture altre; I costruttori di realt e conoscenze: i traditional

healers, gli sciamani, il dottore delle tarante; Nel mondo della psicosi)

Tra il dire e il fare: le terapie contaminate

(Mircea e i tre fratelli romeni; Sabrel ed il campo nomadi: la Jugoslavia fra noi; La famiglia

tigrina; Kanu e gli spiriti del Congo)

Appendice. La scheda d' accoglienza, pp. 183-187.

- DUSI Paola, Riconoscere l'altro per averne cura. Linee di pedagogia familiare nella socie-

t multiculturale, Brescia, La Scuola, 2007, 288 pp. Euro 25:00. Il libro parte dall'analisi del tema della "cura", concetto riconducibile all'ordine simbolico materno e

pratica diversa a seconda dei contesti umani, per esaminare poi il "desiderio di essere riconosciuto"

come bisogno intrinseco di ogni individuo (principalmente sperimentato all'interno dell'ambito fami-

liare). Lo studio, di conseguenza, stimola il discorso pedagogico e i professionisti dell'educazione a

prestare particolare attenzione alle modalit di cura, un sapere di cui sono portatrici anche le famiglie

straniere, le quali presentano spesso differenti modalit di relazione con l'altro (testo della 'Presenta-

zione' standard del catalogo librario).

005. Segnaliamo altri testi, nel panorama di una sempre pi notevole mole di dati e di pubblica-zioni nel settore dell'intercultura: ANCORA Alfredo, I costruttori di trappole del vento. Formazione, pensiero, cura in psichiatria transcultura-

le, Milano, FrancoAngeli editore (collana Scienza e salute, 28), 2006, 236 pp. Si analizzi il cap. I: La psi-

chiatria transculturale: scienza di confine e di confini (pp. 19-38).

BERNARDI Bernardo, Uomo, cultura, societ. Introduzione agli studi emo-etno-antropologici, Milano, Fran-

co Angeli editore (collana di Antropologia culturale e sociale, 3), 2002, 19a edizione (1972), 414 pp. Si

consultino di cap. 3-4: La dinamica culturale (pp. 80-109), e Il metodo e la ricerca (pp. 110-146)

FAVARO Graziella - LUATTI Lorenzo, L'intercultura dalla A alla Z, Milano, Franco Angeli (La Melagrana,

1115. 1), 2004, 425 pp. Suggerisco di avvicinare la sezione 'Le risorse dell'intercultura', con l'intervento di

L. Luatti, Strumenti, materiali, siti web (pp. 365-377).

MANTEGAZZA Raffaele, Manuale di pedagogia interculturale. Tracce, pratiche e politiche per l'educazione

alla differenza, Milano, Franco Angeli, 2008, 240 pp. Euro 19:50

Per curiosit culturale, la novit del mondo interculturale confermata dalla quasi assenza nei testi classici, anche recenti, come

Dizionario di Scienze dell'Educazione, coordinato dalla Facolt di Scienze dell'Educazione della Universit

Pontificia Salesiana, a cura di Jos Manuel PRELLEZO (dir.), Carlo NANNI, Guglielmo MALIZIA, Leumann-

Torino, Editrici LDC-LAS-SEI, 1997, 177x246 mm, 1255 pp., testo su due colonne, (indici 1197-1255).

MODERATO Paolo e ROVETTO Francesco, Psicologo: verso la professione. Dall'esame di Stato al mondo del

lavoro, McGraw-Hill edizioni (Psicologia), 20063 (novembre), 169x237 mm, 24*+904 pp.

006. Aggiornamento 'in tempo reale', da Agenzie di stampa e quotidiani

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 6

Dal servizio quotidiano che offriamo per il mondo cattolico e francescano, porgiamo un e-sempio di una news recente, collegata al mondo delle multiculture. La notizia riferisce quan-to lo stesso mondo monastico, considerato a livello di formazione universitaria (pontificia), ormai coinvolto nelle dinamiche pedagogico culturali della interculturalit.

Avvenire, www.avvenire.it, 29/31 marzo 2012

DIBATTITO

Civilt oltre lo scontro

Il vocabolo cultura divenuto ai nostri giorni una sorta di parola-chiave che apre le ser-

rature pi diverse. Quando il termine fu coniato, nel Settecento tedesco (Cultur, divenuto

poi Kultur), il concetto sotteso era chiaro e circoscritto: esso abbracciava lorizzonte intel-

lettuale alto, laristocrazia del pensiero, dellarte, dellumanesimo.

Da decenni, invece, questa categoria si democratizzata, ha allargato i suoi confini, ha

assunto caratteri antropologici pi generali, sulla scia della nota definizione creata nel

1982 dallUnesco, tant vero che si adotta ormai laggettivo trasversale per indicare la

molteplicit di ambiti ed esperienze umane che essa attraversa. in questa luce che si

comprendono le riserve avanzate dal sociologo tedesco Niklas Luhmann, convinto che il

termine cultura sia il peggiore concetto mai formulato, e a lui far eco il collega ame-

ricano Clifford Geertz quando affermer che esso destituito di ogni capacit euristica.

Eppure, questa genericit o, se si vuole, generalismo ci riporta alla concezione classica

allorch in vigore erano altri termini sinonimici molto significativi: pensiamo al greco pai-

deia, al latino humanitas, o al nostro civilt (preferito, ad esempio, da Pio XII). in

questa prospettiva pi aperta che la parola cultura stata accolta con convinzione dal

Concilio Vaticano II che, sulla scia del magistero di Paolo VI, la fa risuonare ben 91 volte

nei suoi documenti. Al concetto di cultura che ha sollecitato infinite riflessioni e preci-

sazioni, si deve associare quello di acculturazione o inculturazione, che un saggio

dellAmerican Anthropologist del 1935 cos delineava: Si tratta di tutti quei fenomeni che

hanno luogo quando tra gruppi di individui con culture diverse intercorrono per lungo

tempo dei contatti primari, provocando una trasformazione nei modelli culturali di un

gruppo o di entrambi i gruppi.

Tendenzialmente il termine volse verso unaccezione negativa: la cultura egemone non si

piega a unosmosi, ma cerca di imporre il suo marchio a quella pi debole, creando uno

shock degenerativo e una vera e propria forma di colonialismo. Se si vuole essere meno a-

stratti, si pensi allideologia eurocentrica che ha imposto non solo la sua eredit epistemo-

logica, ma anche il suo modello pratico ed economico al sistema mondo, rivelandosi

spesso in Africa e in Asia come linterfaccia del colonialismo. In questo processo anche il

cristianesimo fu trascinato a diventare una delle componenti acculturanti. Si comprende,

cos, il fenomeno di reazione costituito dai movimenti revivalisti o da forme di etnocen-

trismo, nazionalismo, indigenismo, fenomeno cos vigoroso da aver spinto non pochi os-

servatori a variare la terminologia da globalizzazione in glocalizzazione.

con questo antefatto che si spiega perch la Chiesa contemporanea abbia preferito evita-

re il termine acculturazione sostituendolo con inculturazione per descrivere lopera di

evangelizzazione. Il vocabolo inculturazione si , cos, connotato soprattutto a livello

teologico come segno di compenetrazione tra cristianesimo e culture in un confronto fe-

condo, gloriosamente attestato dallincontro tra la teologia cristiana dei primi secoli e la

poderosa eredit classica greco-romana. Fu proprio in quel Settecento tedesco, nel quale

come si detto sopra si era coniato il termine Cultur/Kultur, che si inizi anche a parlare

di culture al plurale, gettando cos le basi per riconoscere e comprendere quel fenomeno

che ora definito come multiculturalit.

http://www.avvenire.it/

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 7

Ad aprire questa via, che superava il perimetro eurocentrico e intellettualistico e si inoltra-

va verso nuovi e pi vasti orizzonti, era stato Johann Gottfried Herder con le sue Idee sulla

filosofia della storia dellumanit (1784-91), lui che tra laltro si era gi dedicato nel 1782

allo Spirito della poesia ebraica. Lidea, per, balenava ancora nel pensiero di Vico, Mon-

tesquieu e Voltaire che riconoscevano nelle evoluzioni e involuzioni storiche, negli stessi

condizionamenti ambientali, nellincipiente incontro tra i popoli, al seguito delle varie sco-

perte, nelle prime osmosi ideali, sociali ed economiche, lemergere di un pluralismo cultu-

rale.

Certo, questo approccio si innestava allinterno di una dialettica antica, quella che con

qualche semplificazione vedeva incrociarsi etnocentrismo e interculturalit. stata co-

stante, infatti, loscillazione tra questi due estremi e noi ne siamo ancor oggi testimoni.

Letnocentrismo si esaspera in ambiti politici o religiosi di stampo integralistico, aggrappa-

ti fieramente alla convinzione del primato assoluto della propria civilt, in una scala di

gradazioni che giungono fino al deprezzamento di altre culture classificate come primiti-

ve o barbare.

Lapidaria era laffermazione di Tito Livio nelle sue Storie: Guerra esiste e sempre esiste-

r tra i barbari e tutti i greci. Questo atteggiamento riproposto ai nostri giorni sotto la

formula dello scontro di civilt, codificata nellormai famoso saggio del 1996 del polito-

logo Samuel Huntington, scomparso nel 2008, Lo scontro delle civilt e il nuovo ordine

mondiale.

In questo testo erano elencate 8 culture (occidentale, confuciana, giapponese, islamica,

hindu, slavo-ortodossa, latino-americana e africana), enfatizzandone le differenze, cos da

far scattare nellOccidente un segnale dallarme per lautodifesa del proprio tesoro di valo-

ri, assediato da modelli alternativi e dalle sfide delle societ non-occidentali. Significati-

va in questa visione era lintuizione che, sotto la superficie dei fenomeni politici, economi-

ci, militari, si aveva uno zoccolo duro e profondo di matrice culturale e religiosa. Certo ,

per, che, se si adotta il paradigma dello scontro delle civilt, si entra nella spirale di una

guerra infinita, come gi aveva intuito Tito Livio.

Ai nostri giorni tale modello ha fortuna in alcuni ambienti, soprattutto quando si affronta il

rapporto tra Occidente e islam, e pu essere adattato a manifesto teorico per giustificare

operazioni politico-militari di prevenzione, mentre in passato avallava interventi di co-

lonizzazione o colonialismo (gi i Romani erano in questo maestri). La prospettiva pi cor-

retta sia umanisticamente sia teologicamente , invece, quella dellinterculturalit, che un

ben differente approccio alla multiculturalit. Esso si basa sul riconoscimento della di-

versit come una fioritura necessaria e preziosa della radice comune adamica, senza pe-

r perdere la propria specificit.

Si propone, allora, lattenzione, lo studio, il dialogo con civilt prima ignorate o remote,

ma che ora si affacciano prepotentemente su una ribalta culturale finora occupata

dallOccidente (si pensi, oltre allislam, allIndia e alla Cina), un affacciarsi che favorito

non solo dallattuale globalizzazione, ma anche da mezzi di comunicazione capaci di var-

care ogni frontiera (la rete informatica ne il simbolo capitale).

Gianfranco Ravasi

007. Il servizio quotidiano di Rassegna stampa

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 8

Nell'ottica della quotidiana attenzione agli avvenimenti che intessono la vita contemporanea

della Chiesa e del Mondo, da un quinquennio offriamo il servizio quotidiano gratuito di una

consistente e gratuita Rassegna stampa.

Chi desidera riceverla segnali con email a [email protected] il proprio Nome, Cognome,

Indirizzo e-mail. In qualsiasi momento, senza alcun problema, si pu sempre inviare richie-

sta di interrompere l'invio di queste notizie che, per noi della Redazione, restano di grande

interesse, anche spirituale.

mailto:[email protected]

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 9

UD 1. Introduzione e metodi

008.

Dopo tre anni di sperimentazione, il corso di 'Pedagogia interculturale' sta prendendo forma e

sostanza documentale. Allo stato attuale della ricerca si ancora nella fase di stabilizzazione

dei metodi e delle forme di presentazione dei dati. Si prevede per il 2012 una consistente cre-

scita di questo servizio pedagogico, educativo (o formativo).

009.

La novit principale di questo 2011 sta nell'apertura [agosto 2011] della Pagina WEB Viven-

di Ratio, intesa come piattaforma di lavoro e di formazione a distanza, con ampio accesso

a documenti e immagini, e conseguente facilitazione nei processi di informazione e nella

specifica acquisizione di competenze in pedagogia interculturale.

010.

Il Corso collegato dunque ad una pi ampia documentazione formativa, strutturata in Corsi

universitari, suddivisi in area metodologica (41 settori) e in area contenutistica (39 settori).

Dalla collocazione in tale contesto diviene sempre pi evidente la futura centralit del tema

interculturale, per la vita della Chiesa e del mondo.

011.

Il metodo di questo incontro/Corso

In sole 5 ore accademiche possiamo raggiungere l'obiettivo didattico di una 'introduzione' al

tema e di una prima iniziazione ai processi pedagogici legati alla dimensione interculturale di

molte nostre Comunit, laicali, religiose (e monastiche) e presbiterali.

012.

Didattica e apprendimento

La migliore configurazione dei percorsi didattici mediante questa Dispensa, aiuta i soggetti

'auditores' nell'ascolto e nel lasciarsi accompagnare in un mondo complesso e innovativo

come quello delle molteplici civilt, culture, popoli, etnie che abitano il nostro vivere quoti-

diano.

013.

Didattica e verifiche

Per ottenere un buon risultato, pur iniziale, nell'accostamento ai temi della Pedagogia inter-

culturale applicata al mondo ecclesiale italiano, si consiglia

- di seguire con attenzione le 5 lezioni introduttive residenziali;

- di scegliere uno dei due libri proposti in Bibliografia (n. 004), Ancora o Dusi, studiandoli

con attenzione;

- optare per un'area culturale (africana, asiatica, amerindiana, ...), correlata o alle proprie ori-

gini etniche o agli incontri con persone di altre etnie che abbiano attirato il nostro interesse

o che abbiano consentito un periodo pi o meno ampio di esperienza 'missionaria', in un

Paese in via di sviluppo o in una Chiesa sorella di un Continente diverso da quello europeo.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 10

La verifica finale o esame, segue le regole dell'Istituto EDISI.

014.

Alcuni strumenti derivati dal Sito Web

Il lavoro successivo a questo Corso introduttivo - dedicato all'approccio alle varie culture che

ormai convivono nelle nostre Comunit italiane - potr fruire di strumenti di analisi efficien-

ti, creati e aggiornati per la piattaforma web cui si fatto cenno al n. 009. Ci riferiamo in par-

ticolare

- al Lessico interattivo (links),

- alla Bibliografia indicizzata, ossia segnalazione libraria con indicazioni puntuali sui conte-

nuti e loro collocazione tipografica (pagina, illustraz., tavole ecc.),

- alle FAQ (Frequently Asked Questions ovvero Domande poste frequentemente).

015.a.

Nota ulteriore sul vissuto del Soggetto proponente (p. Gianfranco Berbenni)

Per una migliore informazione di partenza, sul vissuto di chi guida il Corso e sul suo vissuto

interculturale, propongo in sintesi alcuni punti curricolari personali.

a. Gi nel 1995, ne Il Francescanesimo. Linee per un Programma formativo, con il titolo-

slogan di 'terzo noviziato', proponevo un anno (o periodo adeguato) di permanenza dei

giovani in formazione in un altro Continente (pagine 50-54), in reciprocit di accoglienza

'internazionale'.

b. L'accompagnamento pluriennale nella preparazione e celebrazione di almeno tre Capitoli

generali di Istituti religiosi (SDGE, SCSC, FMGB), ha permesso di percepire l'imminente

irruzione del problema interculturale, sia in Italia che nei cosiddetti Paesi 'di missione'. Si

percepisce che il problema si sta affacciando nella vita concreta degli Istituti. Tuttavia non

si realizzano, almeno ora, passi concreti in una pedagogia della coesistenza tra culture dif-

ferenti, vissute in unit di fede, di carit, nel rispetto delle differenti sensibilit antropolo-

giche e delle differenti modalit di servizio pastorale, sociale, comunitario.

c. A seguito del radicato impegno di studio del dato storico-archeologico 'Sindone di Torino'

(1975-), ho attivato un progetto legato all'applicazione delle alte tecnologie al territorio e

alle culture/etnie che lo abitano. Ci ha portato all'apertura (2004) della Fondazione carita-

tiva (charitable) InGentibus (www.ingentibus.org, con sede in Germania) che, dal nome

stesso, intende servire lo sviluppo integrale della dignit di ciascun popolo o etnia, nella

prospettiva di una migrazione globale sempre pi accentuata. Questo nello stile austero e

povero, tipico della vita francescana.

d. Nel 2005-2008 si partecipato agli inizi di attivit concrete interculturali a livello di terri-

torio con il progetto 'Dedalo', collocato in Sicilia e con un Corso alla Link-Campus di

Roma sulla Citt multietnica. Anche se per vari motivi non hanno avuto sviluppi significa-

tivi, i due impegni hanno meglio fondato materiali e metodi relativi alla conoscenza di Pa-

esi e culture molto differenti dalla nostra, europeo-italiana.

e. La cappellania di un Monastero di clausura romano, interpellato direttamente dal tema del-

la interculturalit per l'immissione - nel 2007 - di un gruppo di monache proveniente da un

Paese dell'America, ha facilitato anche l'esperienza sul campo circa le gioie e le fatiche del

vivere la differenza culturale ad ogni livello della vita, spirituale e sociale, comunitario e

personale.

http://www.ingentibus.org/

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 11

f. Significativa stata anche la partecipazione al convegno internazionale JPE OFM Cap, a

Krakow (Polonia), 8-15 novembre 2010. La mia relazione, sul dato storico-biblico del vi-

vere da straniero nella Terra promessa, riportata come III Appendice, in questa Dispen-

sa. Il contributo andrebbe studiato con attenzione, poich avvicina alla dimensione di pre-

ziosit evangelica nel considerare ogni persona 'forestiera' che chiede lavoro e vita digni-

tosa per s e per la propria famiglia.

g. I lavori per il corso universitario sulla Sindone, Diploma universitario attivato nel 2010,

hanno consolidato i vari interventi per aprire una serie di siti web, gestiti con metodiche

avanzate e su basi hardware e software sufficienti a sostenere la complessit e la quantit

dei dati. Con l'aiuto di Dio si spera di aggregare su queste nuove piattaforme di lavoro, tut-

te le future proposte pedagogiche interculturali.

015.b.

Excursus su due testi biblici neotestamentari

Galati 3, 26-28

[26]

Tutti voi infatti siete figli di Dio [Padre] per la fede in

Cristo Ges,

[27]

poich quanti siete stati battezzati in Cristo [Ges], vi sie-

te rivestiti di Cristo [Ges] [: santificati].

[28]

Non c' pi giudeo n greco ;

non c' pi schiavo n libero;

non c' pi uomo n donna

poich tutti voi siete uno in Cristo Ges.

26

pantes gar uioi theou este dia ts pistes

en christ isou :

27

osoi gar eis christon ebaptisthte christon

enedusasthe:

28

ouk eni ioudaios oude elln

ouk eni doulos oude eleutheros

ouk eni arsen kai thlu

pantes gar umeis eis este en christ isou

Efesini 4, 1b-6

axis peripatsai ts klses

s eklthte

4:2

meta pass tapeinophrosuns

kai a=prauttos tsb=praottos

meta makrothumias

anechomenoi allln en agap

4:3

spoudazontes trein tn enotta tou pneumatos

en t sundesm ts eirns

4:4

en sma kai en pneuma

kaths kai eklthte

digne ambuletis / ambulate vocatione,

qua vocati estis,

2

cum omni humilitate

et mansuetudine,

cum longanimitate,

supportantes invicem in caritate,

3

solliciti servare unitatem spiritus

in vinculo pacis;

4

3 unum corpus et unus Spiritus,

sicut et vocati estis

http://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/ZR.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/3/DQ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/F.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/VJ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/99.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/O5.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/Y.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/V.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2L.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/BQ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/4/EX.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/3.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2/3P.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2/JZ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2L.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2/OY.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6/KR.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/MP.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/82.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/Y.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/X.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/4Q.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/C.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/5/V4.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/7.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/5J.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/H.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/F.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/NL.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/Y.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/Y.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/75.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/3W.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/3K.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/O5.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/4/A3.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/4/1B.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/8/WR.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2/EM.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/18.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/3/NO.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/5/JF.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/C/7K.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/E/HW.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/HU.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2/10.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/17.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/3/SU.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/4/FZ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/A/ZT.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/6M.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/6/L4.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/1/2X.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/19.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/ID.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/6M.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2/EM.HTM

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 12

en mia elpidi ts klses umn

4:5

eis kurios

mia pistis

en baptisma

4:6

eis theos kai patr pantn

o epi pantn kai dia pantn kai en pasin b=min

ts=umin

in una spe vocationis vestrae;

5

2 unus Dominus [Iesus],

una fides,

unum baptisma;

6

1 unus Deus et Pater omnium,

qui super omnes et per omnia et in omnibus [vobis].

UD 2. Pedagogia interculturale, ambiti e scienza

016.

Come ci si pu avvicinare al multiculturalismo

Data l'enorme quantit di elementi a disposizione nel campo podagogico multiculturale, fe-

nomeno che di giorno in giorno lievita sempre pi, richiamo ad alcuni principi di metodo che

possono controllarlo, seppur parzialmente.

a. Con il principio della verificabilit dei dati e delle interpretazioni, ci apriamo volentieri

alla critica delle nostre fonti e dei nostri, accettando e rispettando - sempre e nei limiti del

possibile - sistemi differenti, interpretazioni alternative. Questo rispetto lo desidereremmo

anche dalle eventuali controparti critiche.

b. Con il principio della gerarchia dei dati e delle interpretazioni, cerchiamo di 'dare ordine'

al mondo magmatico della multicultura e dei sistemi socio-filosofici e socio-religiosi ad es-

sa strettamente uniti. E' chiaro che la nostra gerarchizzazione o tassonomia appartiene

all'ottica cattolica e francescana.

017.

La multietnia e la comunit

La realt ineludibile della multietnicit del mondo e dello 'status' di interculturalit nelle re-

lazioni socio-culturali del III millennio, propone itinerari nuovi e faticosi e, proprio per que-

sto, colmi di gioiosa soddisfazione sia nel corso del cammino sia nel raggiungimento di tra-

guardi intermedi e finali.

a. Bisogna innanzitutto prendere atto che il nostro 'essere comunit' radicato nel fatto che

esso costituito dal convivere, dal collaborare, dal coesistere di persone uniche. Proprio per

il principio dell'unicit psico-fisica e spirituale-ecclesiale, occorre realisticamente dichiara-

re il carattere di infinitezza e di conseguente 'incomunicabilit' piena delle persone umane

con i propri simili, prossimi e attuali. La difficolt di convivenza dunque un fattore meta-

fisico e perci va studiato e accolto nelle sue dimensioni di preziosit e di fatica, almeno

durante la vita terrena e peregrinante. Si veda in questa direzione, l'opuscolo di Romano

Guardini, Possibilit e limiti della comunione umana (1932).

b. La vita in comune, il nostro 'essere comunit' luogo privilegiato per il processo di matu-

razione umana e cristiana e per tutte le dinamiche psicologiche e sociologiche connesse. In

un linguaggio tecnico si pu affermare: tutti si chiamati a percorrere un preciso cammino

http://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/DN.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/J.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/F.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1/VJ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1J.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/Y.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/11.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/8.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/3F.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/DN.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/DK.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/NU.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/Y.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/16.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/8.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/2H.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/4Z.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/4A.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/4.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/14.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/4A.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1P.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/4A.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/6.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/64.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/R.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/3G.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/B.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/ELL0010/1A.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2/4I.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/8/WQ.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/JN.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/1A.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/C.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/1/4U.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/8/RA.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/1D.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/P.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/67.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2C.HTMhttp://www.intratext.com/IXT/LAT0669/2.HTM

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 13

vitale, partendo da una identit 'data' dagli altri, per giungere ad una identit 'ritrovata' negli

altri, intesi come famiglia, come 'Chiesa'. Siamo dinanzi ad uno specifico 'esodo' personale

verso l'alterit comunitaria, vissuto nella relativit quotidiana dell'Alleanza storica, tutto

proteso verso la beatitudine e la gloria dell'Alleanza eterna.

018.

Segnali di stanchezza di fronte al multiculturalismo

Non siamo ancora nati alla coesistenza interculturale e gi da circa un anno emergono segna-

li di insofferenza nei confronti della sfida multietnica e multiculturale.

Il fatto anche accentuato per la presenza di ideologie opposte e poco disponibili alla reci-

procit di comprensione e tantomeno di collaborazione.

Parliamo delle tendenze ideologizzate e ideologizzanti

- del relativismo assoluto multietnico,

- del libertarismo anarchico,

- dell'ideologia neo-nazista,

- dei fondamentalismi culturali-religiosi rafforzati da percezioni improprie di incomprensio-

ne, come nei recenti fenomeni legati all'islam e all'induismo.

Alcuni recenti eccessi nello scontro sociale derivato, ad esempio, dalla disputa sul Crocifisso

nelle scuole frequentate da islamici (2008), la medesima problematica sorta nel 2009 a segui-

to della contestazione di una famiglia finlandese che si appell alla Corte Europea di giusti-

zia, hanno portato alcune illustre firme del cattolicesimo italiano a dichiarare gi morto il

multiculturalismo. In tal senso si veda l'intervento, nel giugno 2010, del prof. Donati, mem-

bro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

E' facile prevedere l'insorgenza di periodi critici e di periodi favorevoli all'intercultura pro-

prio perch la situazione di fragilit iniziale, favorisce lo scontro o l'incontro tra sistemi favo-

revoli o contrari alla coesistenza pacifica delle culture, delle civilizzazioni, delle religioni.

Pedagogia e Pedagogia interculturale. Delimitazioni e definizioni

019.

Etimologia

Parola greca composita, paidaggha, costituita dal sostantivo pas-paidos, fanciullo, e dal

verbo gghein: condurre, accompagare [per mano, passo passo]. Si riferisce alle prime fasi

della educazione umana, quando, nell'antica Grecia e sue Colonie, il bambino era alfabetiz-

zato e formato alla convivenza sociale della polis / o realt urbana del tempo.

020.

Definizioni di Pedagogia e Pedagosta

La Pedagogia una scienza multidisciplinare operante nell'ambito delle Scienze della for-

mazione e orientata all'accompagnamento di soggetti - persone o istituti -, monitorando e so-

stenendo ogni aspetto dell'esistere, dell'agire e del produrre.

Il Pedagogista in sostanza un esperto di processi educativi, sensibile all'integralit dei pro-

blemi, dei contesti e delle soluzioni.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 14

Propongo anche una definizione descrittiva, di area salesiana (UPS, Roma):

La pedagogia in primo luogo: rivisita e rielabora modelli di intervento gi proposti e/o at-

tuati; esamina e valuta risorse, strumenti e contesti gi disponibili per progettare e attuare

un intervento educativo. Fatto ci, organizza strategicamente le sue conoscenze per individu-

are un possibile percorso educativo da realizzare; elabora un progetto che sta alla base

dell'intervento educativo da attuare (cf M. Pellerey, Educare - Manuale di Pedagogia come

scienza pratico-progettuale - 1999).

021.

Multidisciplinarit a doppio esito

I pedagogisti si avvalgono dei contributi di scienze come l'antropologia, la psicologia, la

sociologia, la filosofia, la spiritualit, e nello specifico orizzonte multiculturale odierno,

della geopolitica e dell'interculturalit.

La struttura multidisciplinare ha il pregio di formare soggetti competenti stabilizzati su una

base multiorientata e, per questa, tendente a maggiore equilibrio nel giudizio e nelle proposte

di itinerari pedagogici. Corre pure il rischio di rimanere in superficie, non avendo il tempo di

approfondire le singole scienze di cui deve usare strumenti e dati. Per evitare questa possibi-

lit negativa, un buon pedagogo dovr moltiplicare per 3 o per 5 la fatica e la seriet della

metodica universitaria, al fine di acquisire le giuste competenze, nella direzione di una vera

scienza 'multidisciplinare'.

022.

I principali modelli della scienza pedagogica

Ad oggi sono sostanzialmente tre i modelli scientifici collegati alla Pedagogia:

- il modello centrato sull' individuo e sulle sue relazioni primarie (vedi Immanuel Kant e J.-

J. Rousseau);

- il modello correlato alla societ e ai suoi influssi su individui e micro-gruppi (famiglia)

(vedi Emil Durkheim);

- il modello, nascente, relazionato all'irruzione del multiculturalismo globalizzato, nella vita

delle persone e negli habitat urbani del XXI secolo.

023.

Le aree di lavoro della Pedagogia come scienza

La Pedagogia Generale fa riferimento a molteplici articolazioni di ricerca e di applicazione

sperimentale:

1. la Storia della pedagogia, analizza la condizione epistemologica della pedagogia stessa e

la incentra nel quadro scietifico generale;

2. la Pedagogia comparativa, o Educazione comparata, si occupa dell'analisi delle pratiche

educative in rapporto ai sistemi educativi e formativi di altre nazioni e culture;

3. la Pedagogia sperimentale, si occupa della ricerca scientifica in pedagogia;

4. la Pedagogia sociale, opera all'interno delle problematiche sociali;

5. la Psicopedagogia, si occupa degli aspetti psicologici riferiti alle problematiche pedagogi-

che;

6. la Pedagogia degli adulti, o Educazione degli adulti, si occupa delle problematiche speci-

fiche degli adulti come la rieducazione e formazione continua;

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_pedagogiahttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pedagogia_comparativa&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/Pedagogia_sperimentalehttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pedagogia_sociale&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/Psicopedagogiahttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pedagogia_degli_adulti&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/Educazione_permanente

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 15

7. la Pedagogia della Famiglia: che si occupa delle problematiche specifiche dell'infanzia e

della famiglia;

8. la Pedagogia dei contesti formali: che opera per la Scuola e i contesti educativi formal-

mente adibiti all'educazione e alla formazione;

9. la Pedagogia del mondo del lavoro, interviene nelle Aziende medie e grandi, per facilita-

re i processi di relazione interna;

10. la Pedagogia speciale, opera sostanzialmente della riabilitazione dei soggetti in svantag-

gio psico-sociale come i portatori di Handicap.

Di recente costituzione o in via di consolidamento sono:

11. la Pedagogia critica, costruita sull'esperienza formativa di Paulo Freire (1921-1997), no-

to per aver elaborato la Pedagogia degli oppressi.2 La Pedagogia critica e la Coscienza cri-

tica formata da competenze acquisite - di pensiero, lettura, scrittura, linguaggio - con le

quali si parte dalla superficie del significato, dalle prime impressioni, dai miti dominanti,

dai pronunciamenti ufficiali, dai clich tradizionali, dalla sapienza popolare, da semplici o-

pinioni, per poi comprendere criticamente il significato profondo, le cause e gli effetti, il

contesto sociale, il processo ideologico, e le conseguenze sulla persona e sulla societ di

ciascun'azione, esperienza, evento, oggetto, processo, organizzazione, lavoro, testo, politi-

ca, mass media, discorso... (Empowering Education, 129).. (Vedi anche Vianello, pp. 23-

24).3

12. La Pedagogia transculturale, intesa come processo pedagogico che accentua e perfe-

ziona la relazione integrale e reciproca tra tutte le culture. E' evidente che, al di l della

formazione di base in un atteggiamento transculturale, poi ci si dovr subito 'specializzare'

nel gestire le relazioni di alcune culture ospitanti con altre culture ospitate. Prevedibilmente

sar attiva a breve.

13. Nella direzione delle opzioni particolari del nostro Istituto Edi.S.I., si prevede il costi-

tuirsi di una Pedagogia della Vita consacrata comunitaria, laicale, religiosa e presbitera-

le, direzione verso la quale si orienta il presente lavoro.

024.

La scienza pedagogica in Italia. Associazioni ed Enti

2 Si veda il profilo di Freire in Dictionary of Cultural Theorists, a cura di Cashmore-Rojek, London, Arnold, 1999, 161-164. 3 Nel suo ultimo libro, Critical Pedagogy (2008, second edition), Joe L. Kincheloe ci aiuta a capire la dinamica centrale della

Pedagogia critica: "Advocates of critical pedagogy are aware that every minute of every hour that teachers teach, they are faced

with complex decisions concerning justice, democracy, and competing ethical claims. While they have to make individual deter-

minations of what to do in these particular circumstances, they must concurrently deal with what John Goodlad (1994) calls the

surrounding institutional morality. A central tenet of critical pedagogy maintains that the classroom, curricular, school structures

teachers enter are not neutral sites waiting to be shaped by educational professionals. While such professionals do possess agency,

this prerogative is not completely free and independent of decisions made previously by people operating with different values

and shaped by the ideologies and cultural assumptions of their historical contexts. These contexts are shaped in the same ways

language and knowledge are constructed, as historical power makes particular practices seem naturalas if they could have been

constructed in no other way" (Chapter 1).

Il prof. Kincheloe ha fondato il 'Paulo and Nita Freire International Project for Critical Pedagogy' presso la Facolt di pedagogia

della McGill University. Sotto la sua guida il Freire Project sta creando una comunit globale di ricercatori e di operatori cultura-

li, ispirati alla Critical Pedagogy (http://freire.education.mcgill.ca).

Tra le varie opere, si suggerisce:

- Kincheloe Joe L., Knowledge and Critical Pedagogy: An Introduction (2008). Amsterdam: Springer Publishers.

- Educational Psychology: An Encyclopedia. (2006). 4 vols. Westport, Connecticut: Greenwood Press. (Joe L. Kincheloe con Ra-

ymond Horn).

http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pedagogia_della_Famiglia&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/Pedagogia_specialehttp://en.wikipedia.org/wiki/Joe_L._Kincheloehttp://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Paulo_and_Nita_Freire_International_Project_for_Critical_Pedagogy&action=edit&redlink=1http://freire.education.mcgill.ca/

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 16

Diamo un breve elenco, delle principali aggregazioni di settore: APEI, Associazione Pedagogisti Educatori Italiani http://nuke.apei.it/

ASPEI, Associazione Pedagogica Italiana www.aspei.it

SIPED, Societ Italiana di Pedagogia, www.siped.net

Pedagogia interazionale www.studiodedalo.net

A livello ecclesiastico, ci si riferisca alla scuola pedagogica salesiana: www.unisal.it (Universit Pontificia Salesiana)

025.

Un contributo particolare, storico critico

La mia personale formazione in Storia della Chiesa, garantita dalla scuola romana della Pon-

tificia Universit Gregoriana (con personalit come Kempf, Spidlik, Martina, Rabikauskas,

Martinez-Fazio), mi porta ad entrare ancor meglio nelle dinamiche della pedagogia eccle-

siale e sociale.

In ogni ente e non soltanto nella Chiesa, infatti, sussistono continuamente tensioni vitali ov-

vero dinamiche associative (ecclesiali) interne, come dogma-eresia (identit centrale* e marginale)

comunione-scisma (armonia e conflitto)

ispirazione-istituzione (idealit e adattamento)

fondazione-consolidamento-degrado-riforma (controllo dell'evoluzione vitale)

026.

Interessanti e differenti identit culturali emergono anche da uno studio attento dei confini

giuridico-istituzionali delle Circoscrizioni di Diocesi e di Istituti religiosi. Le appartenenze

etniche soggiacenti ai semplici 'confini storici' sono costantemente confermative di fatti e

tradizioni etnograficamente pi radicate di quanto ci si immagina.

http://nuke.apei.it/http://www.aspei.it/http://www.siped.net/http://www.studiodedalo.net/http://www.unisal.it/

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 17

Facciamo alcuni esempi che possono applicarsi agli insediamenti francescani del XIII secolo

e ancor pi a quelli Cappuccini nel XVII secolo, con il costituirsi del concetto territoriale di

'custodia' all'interno del concetto pi ampio di 'provincia': - le quattro aree della Puglia: dauna, barese, leccese, materana;

- le tre aree della Campania: sannita, napoletana, salernitana;

- le tre aree della Sicilia, siracusana-agrigentina, messinese-catanese, palermitana-trapanese;

- le tre aree del Lazio: etrusco, sabino, laziale;

- le due macro aree della Lombardia: milanese (di ascendenza spagnola), bresciana (ascendenza ve-

neziana), con varie custodie che non qui il luogo di elencare;

- le due aree della Sardegna, cagliaritana (sud) e sassarese (nord);

- le sei aree della Spagna, a tutt'oggi valide in una 'lectio' etnoculturale;

ecc. ecc.

Si legga in questa prospettiva la carta manoscritta dell'Italia dei Frati Cappuccini elaborata da

Silvestro da Panicale nel 1637.

Il multiculturalismo molto pi vicino e familiare di quanto ci si immagini.

UD 3. Migrazioni e multietnicit. Dati e interpretazioni.

027.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 18

Ci affacciamo, ora, nello splendido e dinamico mondo delle molteplici etnie e de numerosi

popoli che abitano la terra.

La complessit degli elementi che mano a mano si presentano ai nostri occhi non ci deve da-

re una sensazione negativa, bens molto positiva. Lo studio scientifico delle 'differenze'

splendida esperienza di rinnovata meraviglia e, per una comunit cristiana, una dinamica di

'escatologia anticipata', un'esperienza che introduce nel fatto che l'eternit beata non sia affat-

to un luogo di noia, ma una continua contemplazione di 'cose nuove', oggetto di ammirazione

e di ringraziamento perch viste nella Luce divina, considerate con il Cuore di Dio, Ges, il

Cristo del Padre onnipotente, nella vitalit amorevole dello Spirito Santo.

028

Aggregazioni umane e territorio

Lo studio del territorio per fini unicamente militari ha generato una scienza applicata deno-

minata 'geopolitica'. Con essa sono state affinate alcune percezioni nella ricerca scientifica

sociale e psicologica, rilevando come e quanto la conformazione fisica del pianeta, da centi-

naia di migliaia di anni ha modellato lo stile di vita delle comunit umane, il loro comporta-

mento, le loro tradizioni economiche, filosofiche, religiose.

La presenza di ostacoli come i monti e i fiumi, la facilitazione dei viaggi evitando zone palu-

dose (pianure piccole o grandi) o i tempi di grande calura o di intense piogge o freddo, hanno

disegnato i confini, gli spostamenti, gli stanziamenti dell'umanit, suddivisa sin dalle origini

in varie trib, etnie, nazioni, popoli e comunit di popoli.

029.

Uno studio etnografico delle migrazioni

Da sempre i viaggi umani sono motivati da due stati di vita: la necessit di trovare migliori

condizioni di sussistenza (emigrazione per lavoro o ricerca di un insediamento migliore) e, in

epoche - rare - di benessere, il gusto di conoscere e visitare luoghi nuovi (turismo culturale

oppure edonistico). La prima motivazione la pi diffusa e pervade il 99% della storia

dell'umanit.

030.

Spostamenti individuali o di gruppo (trib etnie popoli) E' quasi banale rilevare che i viaggi individuali sono estremamente ridotti rispetto a quelli

realizzati in piccolo o medio o grande gruppo. Soltanto le tecnologie attuali facilitano viaggi

di singole persone che decidono di compiere un'esperienza turistica pi o meno valida.

031.

Le migrazioni arcaiche

Non ripeto quanto descritto pur brevemente a Cracovia nel novembre scorso. Cf. sotto, nn.

10-13, pag. ...

032.

Le migrazioni odierne

Per una Pedagogia interculturale importante cogliere le differenze generazionali, in ogni

migrazione di individui e di piccoli o grandi gruppi.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 19

Semplici dinamiche generazionali portano a distinguere nettamente i conflitti sociali o le af-

fermazioni positive nell'arco di tre generazioni:

a. la prima generazione la pi esposta a traumi tanto profondi da rischiare non solo l'emar-

ginazione socio-economica ma anche la patologia di natura psichiatrica. Troppe sono le dif-

ferenze, le iniziali mancanze di appoggio, le variabili dettate dagli incontri finalizzati alla

ricerca di un'abitazione, di un lavoro retribuito.

b. La seconda generazione, vede i propri figli partecipare al normale scolastico, pur dovendo

faticare o soffrire per eventuali ostacoli socio-culturali, correlabili al persistere o meno di

pregiudizi etnici, nelle varie regioni di Italia o di Europa.

c. La terza generazione, ormai capace di integrazione totale con il nuovo territorio e i suoi

abitanti originari, sia come soggetti che creano lavoro (artigianato e piccola industria) e che

usufruiscono di tutti i diritti della doppia cittadinanza, nell'armonia interiore garantita

dall'essere soggetti che contribuiscono allo sviluppo del Paese che li ha accolti, con il con-

sueto apporto tributario, dovere di ogni cittadino che si considera tale in pienezza.

033.

Discernimento intergenerazionale

Le vocazioni e le adesioni al carisma di un Istituto di Vita consacrata o al Servizio ministe-

riale ordinato necessitata nel valutare la profondit delle sofferenze o delle gratificazioni,

tanto differenti nei citati tre tipologie generazionali.

Tale discernimento relativamente facile, in partenza.

Altre successive componenti della personalit dell'immigrato, renderanno pi difficile una

giusta percezione dei fatti e di come essi sono stati rielaborati dai soggetti in crescita e in ri-

cerca vocazionale e carismatica.

034.

Migrazioni obbligate e libere

Un'ltra tipologia alla quale prestare debita attenzione l'emigrazione generata

- dall'obbligo di sopravvivenza, generalmente rappresentato da gruppi di rifugiati politici o di

lavoratori e lavoratrici in cerca di occupazione;

- da scelte libere, dettate da lavoro professionale o da turismo culturale, salutista o edonista.

Il discernimento ecclesiale e spirituale relativamente facile da gestire.

035.

Distribuzione della popolazione mondiale e suoi radicamenti geo-storici

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 20

E' impressionante notare innanzitutto come la maggior parte delle terre emerse abitabili ap-

partenga all'emisfero nord o boreale.

Fatto salvo il fenomeno della 'recente' desertificazione sahariana e della penisola arabica, le

grandi civilt, nate nel cuore dell'Africa dei grandi laghi e vulcani (Rift Valley), le grandi ci-

vilt egizio-mesopotamica, greco-romana, persiana, indiana, cinese, si sono affermate, con la

'rivoluzione agricola' del Neolitico (XI-IV millennio a.C.), nella zona temperata, caratteriz-

zata dall'alternarsi delle quattro stagioni.

La stagione delle piogge e la stagione secca, nell'area equatoriale, presentando oggettive

difficolt agli spostamenti commerciali o bellici, ha determinato una situazione di stasi in

molte popolazioni dell'Africa, dell'Asia indocinese-indonesiana, del Borneo e, nelle Ameri-

che, in alcuni Paesi/'zone' in linea con l'Equatore.

Ci d una ragione convincente al fatto che in questa striscia si sono concentrante le maggio-

ri unit linguistiche del globo, tanto ridotte quanto autonome. Al contrario, delle sette aree

linguistiche maggioritarie, ben sei appartengono alla zona mediterraneo-mesopotamica: in-

glese, francese, spagnolo, portoghese, arabo, russo. La settima quella cinese.

Da notare, infine, nella zona mediterranea - 'occidentale' - come la densit di popolazione

metta in rilievo una serie di insediamenti umani che, sin dall'Impero romano, costituisce una

delle aree di maggior attivit e industrializzazione del globo: si veda, appunto, la direttrice

nord-sud che, partendo dall'Inghilterra, giunge, con la Valle del Reno, sino a Genova.

036.

Etnie e culture condizionate dal fattore abitativo.

I soggetti che anche oggi possono chiedere aiuto e supporto psicologico, psicoterapeutico,

spirituale alla Chiesa cattolica e a varie sue componenti educative come EDISI, appartengo-

no a tre aree antropologiche, condizionate fortemente dal fatto di essere

- culture nomadi o semi-nomadi (Bibbia 1),

- o culture rurali, sedentarie (Bibbia 2),

- o culture-urbane sedentarie (2010, 'Bibbia'-Chiesa).

I soggetti nomadi o seminomadi, provengono in genere da aree desertiche o da savane.

Le etnie rurali invece, derivano dalla bonifica neolitica delle grandi pianure e di importanti

vallate fluviali.

Le aree urbane e metropolitane, infine, grazie alle facilitazioni oggettive nella forma di vive-

re, di lavorare, di commerciare, hanno creato un nuovo tipo antropologico (motropolitano),

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 21

amante dei ritmi, delle opportunit e delle comodit caratteristiche delle megalopoli moder-

ne.

Chiaramente l'origine etnica nelle migrazioni forzate si sovrappone alla suddetta recente

forma abitativa urbana o metropolitana*, accentuando in modo eccessivo i problemi di rela-

zione con gli altri, con se stessi, con Dio, con la Chiesa. Una persona cresciuta in ambiente

semi-nomade o rurale si trover a sopportare specifiche fatiche o ferite interiori, somatizzabi-

li nei vari modi di agire e di comunicare, espressi con gesti o parole o silenzi.

037.

Sul fenomeno delle grandi aree urbane e delle cosiddette megalpoli , si consulti la Tavola in

Appendice 4 pag. ...

Ricordo che nel novembre 2010 si riconosciuto l'avvenuto superamento da parte della po-

polazione che abita le grandi citt e le moderne megalopoli nei confronti della gente che ri-

siede in campagna e che segue lo stile di vita rurale, dedito ad agricoltura, allevamento del

bestiame, artigianato e piccolo o medio commercio.

038.

Culture filosofico-religiose

Le aree planetarie sopra citate (equatore e tropici, zone temperate, poli), vedono pure una lo-

gica distribuzione dei sistemi filosofico-religiosi.

Ovviamente i sistemi arcaici li troviamo nell'area equatoriale e tropicale, con religioni e ritu-

alit animiste. La via di mezzo, cio l'opzione politeista riscontrabile anche nella zona

temperata. Infine, le religioni pi evolute, vale a dire quelle monoteiste, hanno preso forma e

messo radice pi facilmente nella zona temperata.

039.

Parr questione inutile, ma in realt, l'origine animista o politeista o variamente monoteista

ha un alta influenza cui comportamenti e sugli atteggiamenti dei soggetti che si accostano al-

la vita comunitaria cristiana.

Se in Europa il fenomeno sotterraneo, e cio viene represso dai soggetti presenti nei nostri

Paesi industrializzati, nei Paesi di origine sussiste in modo pi forte di quanto ci si immagi-

na, la dipendenza dalle credenze primordiali.

040.

E qui abbiamo un tipo nuovo di discernimento: quello che andrebbe fatto dai 'nostri mis-

sionari', i quali difficilmente si rendono conto di quanto lo stile occidentale di abitare e di as-

sumere cibo, si identifichi troppo con le abitudini euro-americane, creando notevoli problemi

nelle persone autoctone, anche consacrate alla Vita in comune o agli Ordini sacri.

041.

Coscienza delle distorsioni in una mono-cultura occidentale globalizzata

Se una odierna 'comunit missionaria', collocata in un Paese in via di sviluppo - africano o

asiatico che sia - neppure si accorge di erigere mura invisibili con il popolo autoctono co-

struendo case e chiese in stile europeo e mangiando in stile italiano e pensando l'azione pa-

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 22

storale e sociale in modo occidentale, significa che la coscienza della propria e delle altrui

differenze culturali quasi inesistente.

Perch tutto ci accade?

042.

Il primato assunto dalla cultura occidentale, ha le sue radici, paradossali, nella povert estre-

ma dell'Europa nel secolo XV, conseguenza anche della tragedia plurisecolare innescata con

la pandemia del 1348, meglio conosciuta come 'peste nera'. Proprio perch caduti nella mise-

ria, molti europei della Spagna e del Portogallo, seguiti poi da Francia, Inghilterra, si misero

per mare alla ricerca delle ricche 'Indie', gi conosciute come tali dalle fonti classiche. La

scoperta spagnola dell'America e la colonizzazione parziale delle coste di alcuni Paesi afri-

cani e asiatici da parte del Portogallo, spianarono poi la via alle colonizzazioni di Francia e

Inghilterra (sec. XVII-XVIII), sempre differenti nelle modalit di contatto con le popolazioni

indigene.

La Chiesa cattolica ebbe modo, nel complesso quadro degli interessi politico-culturali dei

singoli regni occidentali, di crescere in prudente distanziamento e in una propria visione del-

la 'societ cristiana' che, in modo pi o meno adeguato, emergeva dall'esperienza diretta de-

gli Ordini e delle Compagnie presenti nelle missioni.

043.

Permanevano tuttavia alcuni punti deboli, come l'inavvertita identit 'occidentale' che si so-

vrapponeva a quella cristiana in senso stretto, accompagnata da una sottile presunzione di

priorit a tutti i livelli che, sconfessata nei fatti dalle tragiche 'guerre di religione' tra cristiani

dei secoli XVI e XVII, port ad una istintiva reattivit. In questo i 'Lumi' settecenteschi por-

tarono a maturazione sistemica i motivi di anticattolicit, anticristianit, antireligione che sa-

ranno a fondamento della Rivoluzione francese, prima, e della Rivoluzione sovietica, poi,

con epigoni che gli inizi del III millennio non hanno ancora assorbito e trasformato.

044.

Nel XIX secolo assistiamo alla controreazione liberale e all'esaltazione centralista dello stato

moderno e, da queste sorgenti nasce il modello colonialista e imperialista che, sino al 1950

all'incirca avrebbe voluto dare un volto francese, inglese, tedesco, belga, olandese, italiano a

intere aree del pianeta. La seconda Guerra mondiale e il consolidamento delle Nazioni Unite

hanno poi favorito il processo di indipendenza in decine di zone dell'Asia, dell'Africa e

dell'America Latina.

045.

Ma per vedere l'alba del multiculturalismo, riconoscibile come dimensione della societ, oc-

corre attendere il pontificato di Giovanni Paolo II e l'evento traumatico della distruzione del-

le Twin Towers a New York l'11 settembre 2001.

I Sinodi dei vescovi dedicati ai cinque Continenti, dopo il crollo del 'Muro di Berlino', segno

di un bipolarismo ideologico-culturale pluridecennale, hanno introdotto velocemente nella

Chiesa la coscienza delle specifiche differenze di cultura continentale, anche se a volte non

ancora debitamente supportata da ricerca scientifica e riflessione indirizzata all'adattamento

sociale, regionale e locale.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 23

046.

La Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica, unica nella fede e nella carit, comunionale

nelle differenze culturali Il punto di partenza per una filosofia e teologia etnoculturale, fondamento per la nostra Pe-dagogia interculturale sono le varie Assemblee speciali del Sinodo dei Vescovi e relative E-sortazioni apostoliche post-sinodali o Documenti finali del Santo Padre GIOVANNI PAOLO II e Benedetto XVI o del Sinodo medesimo. Diamo di esse un semplice elenco, rammentando che per Africa ed Europa si sono avute due convocazioni.

- Assemblea speciale Ecclesia IN AFRICA, 1, circa la Chiesa in Africa e la sua missione evange-

lizzatrice verso l'anno 2000 (14 settembre 1995).

Fulcro pedagogico multiculturale: fare memoria della recente evangelizzazione del Continente.

La II Assemblea speciale, sul tema La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giusti-

zia e della pace, stata celebrata nell'ottobre 2009 ed ha avuto come cuore della riflessione il do-

vere della riconciliazione e del perdono dopo le terribili pagine dell'odio interetnico che, in alcune

zone, ha raggiunto livelli da genocidio. Si consulti il Documento finale, del 26 ottobre 2009.

- Assemblea speciale Ecclesia IN AMERICA, sull'incontro con Ges Cristo vivo, via per la con-

versione, la comunione e la solidariet in America (22 gennaio 1999).

Fulcro pedagogico multiculturale: solidariet con il popolo, come Ges, il Messia.

- Assemblea speciale Ecclesia IN ASIA, circa Ges Cristo, il Salvatore e la sua missione di amore

e di servizio in Asia: "... perch abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10) (6 novem-

bre 1999).

Fulcro pedagogico multiculturale: amore e servizio, come il Cristo, sociale in culture spiritual-

mente evolute.

- Assemblea speciale Ecclesia IN OCEANIA, su Ges Cristo e i Popoli dell'Oceania: seguire la

sua Via, proclamare la sua Verit, vivere la sua Vita (22 novembre 2001).

Fulcro pedagogico multiculturale: sequela del Cristo nel solco della tradizione arcaica.

- Assemblea speciale Ecclesia in EUROPA, 2, su Ges Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente

di speranza per l'Europa (28 giugno 2003).

Fulcro pedagogico multiculturale: ripresa di vitalit, ricreare speranza e progetto, in Cristo.

La I Assemblea speciale del 1991, sul tema Siamo testimoni di Cristo che ci ha liberato.

047.

Ampi sviluppi sono prevedibili in questo campo multiculturale considerato in tutti i conti-

nenti del globo. Gi alcune sotto-aree continentali sono state al centro di particolare attenzio-

ne sinodale. Ricordiamo le due Assemblee speciali dedicate al Libano - Medio Oriente

(1995, 2010), zona di confine tra civilt e religioni, area di intense fibrillazioni geo-politiche.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 24

Le Identit etno-culturali. Mappatura linguistica

048.

La cultura ufficiale ha diffuso nel mondo alcune tipologie di confini territoriali: le principali

sono collegate alle suddivisioni che identificano gli Stati e le Nazioni. Altra tipologia, di dif-

fusione pi limitata, purtroppo, analizza i 'confini naturali' o idrogeologici, nei quali terra e

mare, fiumi, laghi e catene montuose costituiscono elementi divisori primordiali, soggiacenti

alle scelte politiche frutto di conflitti, di intese, di trattati.

Generalmente e ancor pi ignorata una cartografia dei 'confini linguistici', evidente segnale

di presenza omogenea di un popolo o di una etnia o di una trib.

Per questo motivo invitiamo a introdurre nel proprio orizzonte interculturale il criterio di i-

dentificazione linguistico. Procediamo in tale direzione.

049.

Quanto affermato al n. 035 parlando della distribuzione della popolazione mondiale, lo

fonte: Ethnologue.com

confermiamo ora, descrivendo gli insediamenti linguistici planetari.

La mappa illustra la distribuzione di tutti i ceppi linguistici sul nostro globo. Ad ogni lingua

corrisponde un punto. Riportiamo anche un quadro statistico riassuntivo.

Area lingue vive Numero di soggetti locutori

Num. Percent Num. Percent

Africa 2,092 30.3 675,887,158 11.8

Americas 1,002 14.5 47,559,381 0.8

Asia 2,269 32.8 3,489,897,147 61.0

Europe 239 3.5 1,504,393,183 26.3

Pacific 1,310 19.0 6,124,341 0.1

Totali 6,912 100.0 5,723,861,210 100.0

http://www.ethnologue.com/country_index.asp?place=Africahttp://www.ethnologue.com/country_index.asp?place=Americashttp://www.ethnologue.com/country_index.asp?place=Asiahttp://www.ethnologue.com/country_index.asp?place=Europehttp://www.ethnologue.com/country_index.asp?place=Pacific

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 25

Si nota immediatamente come la fascia equatoriale, principalmente in Africa e Asia, rac-

chiuda il maggior numero di lingue parlate, per i citati motivi di difficolt ambientale posta

agli spostamenti e ai viaggi, individuali e di gruppo/clan.

50.

Una nota tecnica. Ethnologue.com

Opera di partenza indispensabile nel nostro lavoro pedagogico interculturale la base-dati

ETHNOLOGUE, istituzione che censisce le lingue vive sul pianeta, il cui meritevole lavoro

le ha guadagnato lo 'status' di opera standard per le attivit delle Nazioni Unite.

Disponibile in formato cartaceo o elettronico, reca i dati testuali e le relative mappe geogra-

fiche recanti i confini di utilizzo delle 6.900 lingue vive che ancora impreziosiscono il patri-

monio culturale che ci offerto in eredit, da conoscere, utilizzare e conservare per le future

generazioni globalizzate.

Nonostante l'alta qualit del lavoro, bisogna attendere alcuni complementi ai dati e alle map-

pe. Citiamo l'esempio stesso dell'Italia, mancante del dato iconico sulle 33 lingue vive pre-

senti e ben elencate nel data-base.

Di ogni confine linguistico occorre cercare una dinamica storica, socio-economica e a volte

socio-religiosa.

Ricordiamo di fare attenzione alla sovrapposizione tra confini politici attuali e confini lingui-

stici reali: esistono numerosi casi di 'sfondamento' dei ceppi di confine, residui di alternanze

conflittuali che anche oggi possono nascondere, in profondit, tensioni interetniche.

051.

Cosa fare con Google Earth

Altro prezioso strumento di analisi per la comprensione integrale delle dinamiche interetni-

che e intraetniche di determinate aree del pianeta, il programma Google Earth della nota

casa americana di software di servizio.

Con esso si interviene in modo ravvicinato o panoramico, sul territorio, sugli insediamenti

che lo caratterizzano, creando una base reale per la prima comprensione dei soggetti originari

di quelle regioni.

Accade spesso che gli stessi autoctoni non conoscano il valore e la fatica delle differenze

culturali con le etnie vicine e vivano forti pregiudizi che indeboliscono persino i progetti di

Chiesa locale e i progetti di 'plantatio Ordinis'. Si stanno moltiplicando sempre pi casi di o-

stitilit insanabile interetnica, con impossibilit di rispetto e dialogo, di cooperazione e con-

vivenza interculturali. (> i casi di Etiopia, Camerun, Peru...)

052.

Grandi e piccoli gruppi etnici. Differenze relazionali e pedagogiche.

Prima di entrare in diretto contatto con le grandi famiglie linguistiche del pianeta, necessa-

rio anticipare una differenza strutturale tra le dinamiche interne di un grande gruppo etnico e

un piccolo gruppo etnico.

I noti processi psico-sociali dell'autostima, dei sistemi di autodifesa, delle tattiche conflittua-

li, delle priorit dare ai bisogni fondamentali della persona, delle gerarchie di valori, delle

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 26

differenze nelle motivazioni, delle dinamiche di comunicazione (verbale e non verbale, logi-

ca lineare o iconica, discorsiva o glifica) assumono forme differenti nei due scenari.

Ci che pedagogicamente vale per un individuo vissuto in un piccolo clan o trib, non ha i

medesimi significati e influssi trans-razionali in una famiglia facente parte di una grande e

potente etnia-stato.

Anche qui il discernimento pedagogico andr formato adeguatamente.

053. Le grandi 'famiglie linguistiche' Questo tipo di analisi importante per controllare i generi di origini macro-etniche al quale appartengono non soltanto i candidati/le candidate alla nostra vita comunitaria consacrata, religiosa o laicale o presbiterale, ma ancor pi i candidati 'possibili', essenziali tuttavia per gli equilibri vitali sul medio e lungo termine della convivenza cristiana. L'errore di accogliere un'unica serie di vocazioni giovani da una sola trib, va assolutamente contro il comando del Signore Ges che ci invia a predicare a tutti i popoli e a tutte le nazioni. 054. Le 18 grandi famiglie linguistiche, di cui 8 macro.

Zona africana

1 [Famiglia Khoisana, Africa sud, 100mila]

2 Famiglia Niger-Kordofaniana, Africa, 200milioni, bantu

3 Famiglia Nilo Sahariana, 10milioni

4 Famiglia Afro-Asiatica, semitico-araba, 250milioni,

Zona indoeuropea*

5 Famiglia Indo-europea, 1miliardo >

6 Famiglia Caucasica, 5milioni

Zona sino-indo-siberiana

7 Famiglia Indo-dravidiana, 150milioni

8 Famiglia Uralo-Yukaghira, 20milioni

9 Famiglia Altaica 250milioni

10 Famiglia Paleosiberiana, 23mila

11 Famiglia Sino-tibetana, 1miliardo

Zona Austro-asiatica

12 Famiglia Austro-asiatica, 60-, 7-, 50milioni, totale 117milioni

13 Famiglia Austronesiana (dal Madagascar alla Polinesia), 250milioni

Zona australiana

14 Famiglia Australiana, 3milioni, 30mila aborigeni

Zona Americhe

15 Famiglia Aleuta, 85mila

16 Famiglia Na-Dene, 200mila

17 Famiglia Amerindia Nord 20milioni

18 Famiglia Amerindia Sud 9milioni

Medesimo elenco, rimodulato prendendo in considerazione la consistenza quantitativa dell

famiglia: 5 Famiglia Indo-europea, 1miliardo >

11 Famiglia Sino-tibetana, 1miliardo

4 Famiglia Afro-Asiatica, semitico-araba, 250milioni,

9 Famiglia Altaica 250milioni

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 27

13 Famiglia Austronesiana (dal Madagascar alla Polinesia), 250milioni

2 Famiglia Niger-Kordofaniana, Africa, 200milioni, bantu

7 Famiglia Indo-dravidiana, 150milioni

12 Famiglia Austro-asiatica, 60-, 7-, 50milioni, totale 117milioni

17 Famiglia Amerindia Nord 20milioni

8 Famiglia Uralo-Yukaghira, 20milioni

3 Famiglia Nilo Sahariana, 10milioni

18 Famiglia Amerindia Sud 9milioni

6 Famiglia Caucasica, 5milioni

14 Famiglia Australiana, 3milioni, 30mila aborigeni

10 Famiglia Paleosiberiana, 23mila

16 Famiglia Na-Dene, 200mila

1 [Famiglia Khoisana, Africa sud, 100mila]

15 Famiglia Aleuta, 85mila fonte: Wikipedia 2010

055.

Alcune semplici conseguenze pastorali-spirituali: la santa Chiesa 'universale', non sar mai

fedele a questa missione originaria e divina se si dimenticasse ogni giorno dell'area culturale

cinese, al di l dei pregiudizi e degli stereotipi che popolano il nostro immaginario collettivo

italiano e occidentale.

Un altro miliardo di persone/anime sono raggruppate in quattro macro-famiglie: la semitico

araba, l'altaica, l'austronesiana, la bantu o Niger-Kordofaniana. Distribuiamo in queste quat-

tro aree i dati emersi, ad esempio, nel recente Sinodo dei vescovi dedicato alla Parola di Dio.

Ci si prende davvero carico di tradurre nelle grandi lingue delle grandi famiglie linguistiche

l'intero testo della Sacra Scrittura, sia l'Antico che il Nuovo Testamento? A che punto la si-

tuazione?

056.

Il discernimento, poi, dovrebbe procedere sistematicamente, abbinandosi a tutte le 18 grandi

famiglie linguistiche, ricavando le differenze 'antropologiche' e socio-religiose, tanto signifi-

cative per comprendere appieno gli itinerari pedagogici da applicarsi a individui e a gruppi.

Splendido esercizio questo: strutturare almeno 18 tipi di modelli antropologici e sociologici,

individuando attese spirituali e dinamiche di difesa, sempre egocentriche, ma particolari nel

loro esprimersi all'esterno o nel loro essere trattenute all'interno della persona in crescita.

057.

Tecnicamente: occorre individuare uno o pi Centri universitari per ciascuna famiglia lin-

guistica e monitorare, poi, inizianto su web, le ricerche e le tesi di laurea vicine al mondo pe-

dagogico e ai suoi problemi.

Pure qui: almeno 18 siti web da monitorare in continuo, mettendo in primo piano quelli ai

quali appartiene l'etnia dei candidati e delle candidate alla nostra Forma di vita.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 28

Interculturalit e modulazioni antropologiche ed ecclesiologiche

058.

Entriamo in un settore della nostra Pedagogia interculturale, molto dinamico (moduli, modu-

lazioni) ed estremamente ricco di dati e di stimoli, essenziali per una valutazione e un discer-

nimento che risultino all'altezza della nuova realt interculturale, campo di esercizio privile-

giato per una vera 'cattolicit' / universalit in Cristo Ges.

059.

L'apporto di Erich Przywara (1889-1972)4

Allarghiamo innanzitutto gli orizzonti della normale antropologia filosofica e teologica - di

ascendenza medievale 'scolastica', attraverso l'opera pi rappresentativa del maestro di Hans

Urs von Balthasar, il gesuita Erich Przywara. L'opera porta il titolo di L'Uomo. Antropologia

tipologica (edizione tedesca 1959, prima edizione italiana 1968).5

Fulcri innovativi per la ricerca interculturale sono:

- filosofia del logos, antropofilosofia, cosmofilosofia (63-119),

- filosofia dell'analogia [e della trascendenza] (121-129),

- l'Uomo tra materia e spirito (antropometafisica 1), (137-176),

- l'Uomo tra uomo e donna (antropometafisica 2), (177-233),

- l'Uomo tra cosmo e Dio (antropometafisica 3), (235-515, specialmente 324-398),

- la 'coincidentia oppositorum' (spec. 399-407)

- l'Alleanza (407-516).

060.

1. Modulo dialettico (cristologico)

Dalla 'coincidentia oppositorum' di Przywara6 - e ancor prima di essa-, Romano Guardini,

noto teologo tedesco di chiare origini italiane (veronesi), ci accompagna nella riflessione si-

stematica meglio organizzata relativa agli 'opposti'/gegensaetzen vitali, costitutivi di ogni

'tessuto' vivente, cosmico e spirituale, umano e divino, individuale ed ecclesiale, in unit e

distinzione (evitando confusione e separazione).

L'opera di riferimento GUARDINI Romano, Scritti di Metodologia filosofica 7, edizione a

cura di Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, Introduzione della curatrice, Premessa di Michele Ni-

4 Altro gesuita importante per le nostre ricerche /sar Bernard Lonergan (1904-1984).

5 L'opera non segnalata nelle pagine web italiana, inglese, tedesca di Wikipedia. Solo il sito in lingua francese ne fa debito cenno. 6 Da consultare, in tedesco, Kirche in Gegenstzen [Chiesa negli opposti viventi], 1962.

7 Segnalo le due edizioni precedenti a quella citata:

a. Guardini Romano, Scritti filosofici, 2 volumi, a cura di Guido Sommavilla, sj, Milano, Fabbri Editori (Centro di

Studi filosofici di Gallarate, Filosofi contemporanei), 1964, 358 pp. I Volume: Introduzione (G. Sommavilla, La filosofia di Romano Guardini), pp. 3-132: 1. R.G. pensatore del suo tempo, pp. 3-16. 2. Gli op-

posti, pp. 16-23. 3. Ontologia secondo gli opposti, pp. 23-29. Fenomenologia degli opposti, pp. 29-37. 5. Le leggi degli opposti, pp. 37-49

(distinzione e unit, simultaneit e dinamismo, misura variabile e limiti, ritmo e apertura e composizione). Gnoseologia secondo gli opposti,

49-54. 7. Apertura e superamento del sistema, pp. 55-67. 8. Cosmologia secondo gli opposti, pp. 67-85. 9. Antropologia secondo gli opposti,

pp. 85-94. 10. Teodicea secondo gli opposti, pp. 94-113. 11. Rilievi conclusivi, pp. 113-121. Bibliografia, pp. 123-132.

- L'Opposizione polare. Saggio per una filosofia del concreto vivente, pp. 133-272.

- Natura della Weltanschauung cattolica (1923), pp. 273-292.

- La fede nella riflessione (1928), pp. 293-318.

- Possibilit e limiti della comunione umana (1932), pp. 319-334.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 29

coletti e Silvano Zucal, Brescia, Morcelliana (Opera Omnia di Romano Guardini, 1), 2007

(gennaio), 165x223 mm, 306 pp. Premessa, di Michele Nicoletti e Silvano Zucal, pp. 7-12.

Introduzione, di Hanna-Barbara-Gerl-Falkovitz, pp. 15-40.

1. Opposizione e opposti polari. Abbozzo d'un sistema della storia dei tipi [1914], pp. 43-64.

2. L'opposizione polare. Tentativi per una filosofia del concreto-vivente [1925], pp. 65-241.

Premessa [1925], pp. 67-69. Premessa alla seconda edizione [1955], p. 71. Cap. I: La questione, pp. 73-92. Cap. II: Il si-

stema degli opposti, pp. 93-181 (a. Gli opposti in s, pp. 93-138; b. Il rapposto degli opposti tra loro, pp. 139-149; c. Mi-

sura e ritmo, pp. 149-166; d. Combinazione delle unit opposte, pp. 166-181). Cap. III: Il sistema degli opposti e la vita,

pp. 183-198. Cap. IV. Il problema gnoseologico del concreto, pp. 199-215. Cap. V: L'importanza dell'idea degli opposti,

pp. 217-238. Figure, pp. 239-241.

3. In caso di morte [1964], pp. 243-245.

4. Senso della 'teoria degli opposti' [1964], pp. 247-251.

Note ai testi, pp. 253-262.

Nota del traduttore, Alberto ANELLI, L'enantiologia contesa. Metafisica, dialettica, fenomenologia, pp. 265-280. Indici,

pp. 281-306.

061.

Senza un continuo esercizio culturale-teologico e, dopo, socio-psicologico, di unione degli

'opposti vitali', non si costruisce alcun edificio interculturale stabile ed equilibrato e, tanto

meno, si procede sui sentieri saggi e sapienti della cristologia, fonte di vita, garanzia di dife-

sa e sviluppo e sostegno al vivere in ottica non conflittuale, ma caritativa, oblativa, agpica.

Ricordo che il fenomeno 'oppositivo coincidente' accompagna l'intera storia umana, l'intera

Storia della Salvezza, di biblica memoria. Da quest'ultima area, citiamo due passi tratto dal

Siracide 33, 7-15 e 42, 22-25: 7 Perch un giorno pi importante d'un altro,

se tutta la luce dell'anno viene dal sole?

8 perch sono stati distinti nel pensiero del Signore,

che ha diversificato le stagioni e le feste.

9 Ha esaltato e santificato alcuni,

altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.

10 Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere

e dalla terra fu creato Adamo.

11 Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,

ha diversificato le loro vie.

12 Ha benedetto ed esaltato alcuni,

altri ha santificato e avvicinato a s;

altri ha maledetto e umiliato

e ha rovesciato dalle loro posizioni.

13 Come argilla nelle mani del vasaio

che la modella a suo piacimento,

cos gli uomini nelle mani di colui che li ha creati

e li ricompensa secondo il suo giudizio.

14 Di fronte al male c' il bene,

di fronte alla morte c' la vita;

- L'opera d'arte [1947], pp. 335-354. b. GUARDINI Romano, Lopposizione polare. Saggio per una filosofia del concreto vivente, con una Postfazione a cura di Hanna-

Barbara Gerl, traduzione di G. Colombi sulla III edizione tedesca (Mainz 1985), Brescia, Morcelliana, 1997, 240 pp.

- Testo, pp. 7-212.

- Postfazione. Vita che regge alla tensione. La dottrina di Romano Guardini sull'opposizione polare, di Hanna-

Barbara Gerl, pp. 213-238.

BERBENNI, Pedagogia interculturale, 2011 Pagina 30

cos di fronte all'uomo pio c' il peccatore.

15 Considera perci tutte le opere dell'Altissimo:

a due a due, una di fronte all'altra.

42, [...] 22 Quanto sono amabili tutte le sue opere!

E appena una scintilla se ne pu osservare.

23 Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre

per tutte le necessit, e tutte gli obbediscono.

24 Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all'altra,

egli non ha fatto nulla d'incompleto.

25 L'una conferma i pregi dell'altra:

chi si sazier di contemplare la sua gloria?

062.

2. Modulo trascendente e cosmico

La creazione parte indissolubile del Mistero di Dio in Cristo e nella Chiesa. Superando le

illusioni iper-spiritualiste dello gnosticismo (II-III secolo d.C.), del catarismo (XII-XIII seco-

lo) e di alcuni loro epigoni (secoli XVI-XX), l'universo creato, il pianeta terra 'plasmato' di-

rettamente da Dio, il tempio definitivo della teofania gloriosa in Ges, vero uomo e vero

Dio, realmente nato, realmente morto e sepolto, realmente presente nei Sacramenti, in primo

luogo nel pi centrale di essi, cio la Divina Eucaristia.

Il Concilio Lateranense IV (1215) il culmine della sapienza cattolica che sa unire e distin-

guere - nello stesso tempo - trascendenza e immanenza, eternit e storia, materia e Spirito,

corpo e anima, uomo e donna, 'Giudeo e Greco', schiavo e libero (cf. Galati 3, 24-26), analo-

gia e realt definitiva.

L'ascesi della 'comunione vivente' (costruita in unit e distinzione) fondamento affidabile

sul quale costruire ogni sistema pedagogico multiculturale degno delle sfide del III millen-

nio.

063.

3. Modulo sessuato (creato): uomo e donna

Grazie a Dio, nell'antropometafisica stato inserito il binomio 'uomo-donna', pur ricordando

Galati 3, 26-28 che proclama un superamento di questo stato 'in Cristo'. A ben vedere, si trat-

ta di un superamento della dimensione negativa di tale rapporto. Nell'escatologia eterna ri-

marr il 'corpo glorioso', con i suoi caratteri maschili e femminili, trasfigurati dalla Grazia

Divina, come gi avvenuto per il corpo di Ges e per il corpo della beata Madre sua Maria.

064.

Si aprono in questo modo orizzonti saggi e splendidi

per la maturazione umana,

fedele all'identit metafisica di 'uomo' / 'donno' e di 'donna' (: dal latino dominus / domina,

signora). Un gran numero di problemi, di difficolt, di peccati, di tragedie nasce dall'ass