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Università Roma Tre Attività Formative Aggiuntive per il Sostegno CdL in SFP secondo semestre 2009-2010 Pedagogia Speciale II prof. fabio bocci F. BOCCI, LEZIONI PEDAGOGIA SPECIALE II A.A. 09-10– ATTIVITÀ FORMATIVE PER IL SOSTEGNO- CDL SFP ROMA TRE- ad uso didattico interno

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Università Roma Tre

Attività Formative Aggiuntive per il Sostegno

CdL in SFPsecondo semestre 2009-2010

Pedagogia Speciale II

prof. fabio bocci

F. BOCCI, LEZIONI PEDAGOGIA SPECIALE II A.A. 09-10– ATTIVITÀ FORMATIVE PER IL SOSTEGNO- CDL SFP ROMA TRE- ad uso didattico interno

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La pedagogia speciale e il lungo

processo dell’integrazione: uno sguardo

diacronico

� Antichità

� 1500 (educazione dei sordi)

1700 (educazione dei ciechi)� 1700 (educazione dei ciechi)

� 1800 (educazione dei disabili mentali)

� 1900 (sindromi, deficit motori, disturbi dell’apprendimento)

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Antica Roma (T. Zappaterra, Braille e gli altri, 2003)

� Hebes: ottuso

� Stupidus: sciocco

� Stultus: pazzo

� Deminutus: inferiore

� Anche “imbecille” deriverebbe da in- e baculus, � Anche “imbecille” deriverebbe da in- e baculus, cioè “senza bastone”, “senza appoggio”

� Aggettivi come inutile, inefficace, stupido, ottuso, vuoto, oscuro (Sordi)

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� Infanticidio o Abbandono (Roma, Rupe Tarpea, Sparta Monte Taigeto)

� Diritti� la società ateniese riconosce ai sordi la capacità giuridica,

ma non la pienezza dei diritti civili, � la società romana - che identifica il sordo e il muto con il furiosus, cioè il pazzo- lo assimila all'infante.

� nella Torah è prevista la tutela dei non udenti in quanto considerati alla stregua dei minorenni e dei ritardati, ossia considerati alla stregua dei minorenni e dei ritardati, ossia privi di un completo sviluppo cognitivo e incapaci di assumersi responsabilità rispetto al denaro, alla proprietà o alla possibilità di rendere testimonianza

� Incapacità (si sostiene l'esistenza di un rapporto di causa-effetto tra la capacità di udire e la fede, poiché la buona novella é annunciata tramite l'utilizzo della parola).

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Vangeli (A. Goussot, La difficile storia degli handicappati, 2000)

� Le credenze popolari ritenevano l’ handicap frutto di un peccato (senza redenzione o recupero)

� Gesù, considera la condizione del paralitico, del sordo, del cieco, non come una colpa (propria o sordo, del cieco, non come una colpa (propria o della famiglia) da espiare ma come:� Una manifestazione del disegno divino;

� I miracoli raccontati nei vangeli rappresentano un incontro con la sofferenza: é il dono di sé che instaura una relazione d’aiuto.

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EDUCAZIONE DEI SORDI

� Girolamo Cardano (1501-1576), intuisce la possibilità di istruire i sordomuti sostituendo la scrittura alla parola, così da consentire al minorato di intendere leggendo e di parlare scrivendo.

� Pedro Ponce (1520-1584). A lui si attribuisce il primo caso documentato di educazione di sordi. Il suo metodo si fonda sull'apprendimento della scrittura, considerata disegno dei suoni alfabetici, e sulla produzione della parola in seguito all'imitazione dei movimenti delle labbra

� Giovanni Bulwer, si deve alla sua opera del 1648 il Filocofo� Giovanni Bulwer, si deve alla sua opera del 1648 il Filocofosull'educazione dei sordomuti la precisazione dei principi della lettura labiale (movimento della bocca e forma delle lettere scritte).

� Corrado Amman, autore dell’opera Surdus loquens (1692) è il precursore del metodo orale su basi scientifiche, avendo compreso come la capacità di parlare dell'uomo, per quanto innata, non possa manifestarsi in assenza di uno stimolo uditivo che le indichi il come

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� Federico Hill (1805-1874), è considerato il riformatore del metodo orale. Il suo metodo d'insegnamento si basa sull'assunto che la lingua orale si associa immediatamente alle idee e ai pensieri senza intermediazioni di gesti o di scrittura. I testi didattici da lui prodotti e i risultati di insegnamento conseguiti hanno avuto un peso determinante nella preferenza del metodo orale a discapito di quello mimico-gestuale.

� Antonio Provolo (1801-1842). Acerrimo avversario del metodo epeano. Il proprio metodo consiste nel far sentire le diverse vibrazioni dei suoni, ponendo le mani del discente sul suo petto o alla gola, oppure utilizzando vari strumenti musicali. Grazie a queste tecniche, i suoi allievi accedono alla parola imparando persino a cantare con voce naturale e gradevole.

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Sostenitori del metodo dei segni

� Wollis e Holder, sono considerati (indipendentemente l'uno dall'altro) i primi fautori del metodo mimico-gestuale. Wollis nel 1653 pubblica nel una grammatica della lingua inglese per sordomutiper sordomuti

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� Charles De l'Epée. Nel 1771 fonda un istituto per sordi (la prima scuola pubblica per sordomuti)

� É l’ideatore del metodo dei segni metodici, o metodo epeano, una metodologia didattica fondata sulla mimica.

� Sostiene che la convenzionalità tra pensiero e parola articolata possa investire anche il rapporto tra il pensiero e qualsiasi codice espressivo, come quello mimico.

� Il suo metodo non serve solo all’insegnamento della lettura ma consente una reale comprensione delle parole. lettura ma consente una reale comprensione delle parole.

� Parte dai gesti spontanei utilizzati dai sordomuti (centrati su oggetti e situazioni concrete) e ne aggiunge altri per designare parole e concetti astratti, flessione nominale, genere, persona e connettivi logici.

� Perfeziona il linguaggio mimico spontaneo mediante una grammatica e una sintassi articolata, affiancando all'uso dei gesti delle mani (dattilologia) quello delle braccia e delle espressioni del volto.

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� Tommaso Silvestri è il fondatore della prima scuola per sordomuti in Italia (a Roma nel 1784). Dopo aver studiato il metodo epeano a Parigi li rende noto il proprio metodo nell’opera Maniera di far parlare e d’istruire speditamente i sordi e i muti di nascita. Si tratta del metodo dei segni, supportato anche dall’articolazione labiale.

� Tommaso Pendola (1800-1883) fonda una scuola per sordomuti a Siena dove insegna per oltre per sordomuti a Siena dove insegna per oltre mezzo secolo, avvalendosi del metodo dei segni secondo le indicazioni della scuola francese. Fondatore nel 1872 de L’educazione dei sordi, la prima rivista italiana di settore e divulgatore scientifico anche per mezzo di Congressi internazionali.

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Il congresso internazionale di Milano

� Il Congresso internazionale per il miglioramento della sorte dei sordomuti tenutosi a Milano nel 1880 sancisce l’adozione del metodo orale considerato a lungo come l’unico strumento per considerato a lungo come l’unico strumento per l’educazione dei sordi.

� Cfr. O. Sacks, Vedere voci, Adelphi, Milano, 1999.

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L’educazione dei ciechi

� Durante l’Illuminismo si afferma un nuovo approccio alla educazione dei ciechi. Diderot, Condillac, Buffon, Berkeley, riflettono sul rapporto cecità-conoscenza e sulle potenzialità intellettuali dei non vedenti. Esempi di eccellenza, quali il matematico Nicholas di eccellenza, quali il matematico Nicholas Saunderson o la pianista viennese Maria Theresia von Paradis, che riescono a primeggiare nei rispettivi campi nonostante il deficit visivo, portano la società a interrogarsi sul tema dell’istruzione dei ciechi.

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� Valentin Haűy (1745-1822) è l’iniziatore della didattica per i ciechi, intuendo gli aspetti vicarianti del tatto rispetto alla vista (uso di cartoncini con lettere in rilievo per l’acquisizione di singole lettere dell’alfabeto e da lì apprendimento delle parole.

� 1786 fondazione dell’Istituto nazionale dei ciechi a Parigi.

� Maurice Ballu, é l’ideatore di un sistema di lettura e di scrittura (cubaritmo) che prevede l'accostamento di cubetti di piombo recanti ciascuno una lettera dell'alfabeto in rilievo; mediante la percezione tattile si produce la comprensione mentale, benché questa non avvenga immediatamente.

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� Johann Wilhlem Klein (1765-1848), inventore del metodo di scrittura in rilievo col punteruolo. Tale sistema agisce per mezzo di un evidenziamento del margine delle lettere affinché il cieco possa percepirle col tatto. Klein introduce anche la sostituzione della linea continua delle lettere alfabetiche con una linea tratteggiata, punteggiata con il punteruolo.

Charles Barbier è il primo a tentare un codice con � Charles Barbier è il primo a tentare un codice con i punti in rilievo. Si tratta di un sistema a “12 punti” diversamente disposti dentro un determinato spazio per formare le singole lettere. É una tecnica funzionale benché non tutte le configurazioni siano completamente coperte con la punta del dito (cosa che ne impedisce la lettura con un solo atto motorio).

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� Louis Braille, educatore e musicista cieco, appena 26enne esercita la professione di insegnante in diverse materie nell'istituto per ciechi di Parigi.

� Si interessa ai vari metodi di lettura e di scrittura per ciechi cercando un metodo in grado di consentire ai ciechi di scrivere autonomamente.

� Elabora una riduzione della proposta di Barbier portando da 12 a 6 i punti da disporre in uno spazio percettivamente adeguato al polpastrello: ciò determina un codice linguistico con 64 segni capace di esprimere il sistema alfabetico, il sistema numerico e la segnografia musicale.

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� Grazie a Braille, finalmente, per la lettura di ciascuna lettera è sufficiente un solo atto motorio, cosa che permette a un lettore non vedente una rapidità di lettura pari a un terzo di quella visiva dei normodotati.

� Il metodo Braille, perfettamente aderente alle esigenze della percezione tattile, conosce un immediato e unanime consenso tra i non vedenti immediato e unanime consenso tra i non vedenti e i vedenti. A differenza di quanto accaduto per l’educazione dei sordi con il duraturo dibattito sul metodo (ancora non del tutto sopito), la tecnica ideata da Braille è universalmente adottata in tutte le scuole per ciechi del mondo.

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Augusto Romagnoli (1879-1946)

� educazione dei ciechi:� autoriscatto della persona cieca;

� trasformazione della scuola e della società;

� integrazione dei ciechi come diritto che dovrebbe � integrazione dei ciechi come diritto che dovrebbe avvenire nella scuola di tutti

“L'ideale sarebbe che venissero educati coi loro coetanei vedenti, ma i tempi non sono maturi” (Romagnoli, 1924).

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L’educazione dei disabili mentali

XVII SECOLO INTERESSAMENTO PER I

SAUVAGES

• 1694 IN LITUANIA FANCIULLO DI 10 ANNI CHE VIVEVA TRA GLI ORSI

• 1724 PETER DI HANOVRE

• 1755 MADEMOISELLE BLANC

• 1799-1800 VICTOR DELL’AVEYRON

ATTRAZIONE VS REPULSIONEF. BOCCI, LEZIONI PEDAGOGIA SPECIALE II A.A. 09-10– ATTIVITÀ FORMATIVE PER IL SOSTEGNO- CDL SFP ROMA TRE- ad uso didattico interno

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Dissonanza cognitiva (Festinger, 1973)

� La dissonanza provoca un disagio psicologico, spingendo le persone a cercare di ridurla per ottenere la consonanza. Inoltre, quando vi è dissonanza, gli individui tendono quando vi è dissonanza, gli individui tendono a evitare situazioni e conoscenze che ne elevano il grado d'intensità percepita.

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Canevaro (1988) L'incontro con l’altro (la diversità) provocherebbe una

dissonanza rispetto alle proprie cognizioni. E per superare il disagio o la vera e propria sofferenza che l'accompagna,

possono essere messi in atto diverse strategie:

� Può essere negata ogni importanza alla diversità sia banalizzandola sia devalorizzandola con dichiarazioni di incredulità e accuse di mistificazione [...]

Può essere studiata la diversità per comprenderla in � Può essere studiata la diversità per comprenderla in quanto tale, e quindi per migliorare e aumentare le proprie conoscenze. In questo caso vi è un apporto che si vuole unicamente quantitativo, tale da non rimettere in discussione il quadro cognitivo già formato;

� Può essere studiata la diversità per comunicare, e quindi per trasmettere e ricevere; e per comparare, e quindi esaminare le caratteristiche che sono comuni e quelle che distinguono.

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Denis Diderot

(1713-1784)

� Esclusivo interesse all’aspetto cognitivo

Jean Jaques Rousseau

(1712-1778)

� Interesse alla dimensione sociale ma scarsa attenzione alla disabilità in alla disabilità in quanto tale

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(Canevaro, Goudreau, 1988)

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Jean-Marc Gaspard Itard (1774-1838)

� Necessità di una educazione globale, di tutti gli aspetti della persona di Victor

� Rifiuto del pessimismo medico e fondamentale convinzione della perfettibilità di tutti gli esseri umani

� Importanza di sviluppare una relazione intensa e stabile con l’allievo (figura di MdmeGuérin

� Itard agisce sulla base di obiettivi precisi che persegue intenzionalmente

(Canevaro, Goudreau, 1988)F. BOCCI, LEZIONI PEDAGOGIA SPECIALE II A.A. 09-10– ATTIVITÀ FORMATIVE PER IL SOSTEGNO- CDL SFP ROMA TRE- ad uso didattico interno

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� Guidato dallo spirito della loro dottrina … ridussi a cinque scopi principali il

trattamento morale o l’educazione del Selvaggio dell’Aveyron.

� Primo scopo: legarlo alla vita sociale, rendendogliela più dolce di quella che

conduceva allora e più analoga alla vita che aveva appena lasciato.

� Secondo scopo: risvegliare la sensibilità nervosa con gli stimoli più energici e

talvolta con gli affetti più vivi dell’animo.

� Terzo scopo: allargare la sfera delle sue idee creandogli nuove esigenze e

moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri circostanti.

� Quarto scopo: condurlo all’uso della parola determinando l’esercizio

dell’imitazione con la legge imperiosa della necessità.dell’imitazione con la legge imperiosa della necessità.

� Quinto scopo: esercitare per qualche tempo sugli oggetti delle sue necessità

fisiche le operazioni più semplici dello spirito determinando in seguito

l’applicazione agli oggetti di istruzione

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Itard

� imposta un processo che è educativo non tanto per gli effetti – peraltro non soddisfacenti – che sortisce, ma per il quadro teorico che lo sorregge, che è un quadro pedagogico, di teoria dell’educazione.

� “crea” il rapporto educativo, l’oggetto educazione, immaginandolo come un costrutto teorico costituito dall’intreccio sensi-idee-linguaggio (significati). dall’intreccio sensi-idee-linguaggio (significati).

� E per stimolare tale intreccio e produrre significati: � escogita mezzi e strategie d’intervento a livello

sperimentale: giochi, marchingegni i più disparati, controllandone costantemente la funzionalità per i fini da raggiungere.

(Genovesi, 2000)

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(I principi educativi di Edouard Séguin 1812-1880)

� L’idiota (P) è solo (P) senza volontà intellettuale né morale. Fisiologicamente egli “non può”, intellettualmente “non sa”, psichicamente “non vuole”, e “potrebbe” e “saprebbe” se “volesse”, ma soprattutto “non vuole” (1970, p. 139).

PROGRAMMA EDUCATIVO FINALIZZATO A TRE OBIETTIVI COMMPLEMENTARI. Sviluppare:

POTERESAPERE

VOLERE

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I principi educativi di Séguin I� l’educazione globale dell’idiota deve comprendere lo sviluppo

delle funzioni sensoriali e intellettuali ma deve parimenti mirare a sviluppare la volontà e la socievolezza, quindi tutti gli aspetti della personalità

� Tramite i sensi si aiuta il soggetto a sviluppare un insieme di nozioni sulle cose e sulle persone. Poi per induzione e per deduzione si accede al ragionamento mediante la relazione tra deduzione si accede al ragionamento mediante la relazione tra le nozioni acquisite. Il maestro è un facilitatore di questo processo

� L’educazione del bambino/ragazzo idiota ha senso solo nel concreto. Séguin preferisce la natura alla classe, la natura ai libri, la natura vivente alla natura morta

� L’educazione deve procedere dal conosciuto all’ignoto, dal semplice al complesso

(adatt. da Canevaro, Goudreau, 1988)F. BOCCI, LEZIONI PEDAGOGIA SPECIALE II A.A. 09-10– ATTIVITÀ FORMATIVE PER IL SOSTEGNO- CDL SFP ROMA TRE- ad uso didattico interno

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La lezione dei tre tempi

� Fissazione (Associazione-percezione-nome)

� Riconoscimento (oggetto-associato al nome)

� Evocazione (ricordo del nome corrispondente all’oggetto)all’oggetto)

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I principi educativi di Séguin II

� L’importanza della ripetizione, dell’allenamento sistematico

� L’importanza di ottenere l’interesse del soggetto partendo dalla sua attenzione

� La necessità di consolidare l’apprendimento attraverso la manipolazione concreta della realtà

� La necessità di formare nel soggetto delle nozioni che gli consentano di identificare/individuare le rassomiglianze e le consentano di identificare/individuare le rassomiglianze e le differenze

� L’importanza della coordinazione delle nozioni e dei gesti (lo sviluppo psico-motorio) come base per l’apprendimento di cose via via sempre più astratte e complesse

� L’importanza di lasciare al soggetto la possibilità di lasciare al soggetto l’occasione di giocare con in materiali che propongono problemi educativi, problemi di apprendimento

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(Séguin, L’idiota, 1970, pp. 251-252).

� «e già l'educazione, per cattiva e insufficiente che sia, è stata messa alla portata di creature anormali che per la loro infermità apparivano incapaci di partecipare ai progressi della mente umana. Pereire, l'abate dell'Epée, Haüy han fatto miracoli insuperabili, che debbono essere di esempio; grazie a questi uomini di genio i sordomuti e i ciechi possono oggi godere il vantaggio dell'educazione; e io dico possono oggi godere il vantaggio dell'educazione; e io dico in coscienza che gli idioti non tarderanno a seguirli, se pure di lontano, nella nuova vita dell'uguaglianza dello spirito [...] Io affermo che il numero degli idioti incapaci di profittare del mio metodo è infinitamente piccolo, e che non ne ho trovato più del 2% con i quali i mezzi messi a mia disposizione (sempre insufficienti e incompleti) non abbiano avuto risultati più o meno soddisfacenti»

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� Con Itard e con Séguin, dunque, si va costruendo una prospettiva che rifiuta il pessimismo medico, nella «fondamentale convinzione della perfettibilità degli esseri, di tutti gli esseri: da questo punto di vista l'insuccesso sarà sempre più interpretato come il riflesso della mancanza di abilità del maestro e sempre meno come il risultato di capacità d'apprendimento limitate del bambino» (Canevaro, Goudreau, L’educazione degli handicapatti, 1988, p. 54).

� Si tratta di un lungo processo di costruzione dell’ideale � Si tratta di un lungo processo di costruzione dell’ideale pedagogico della “perfettibilità” di tutti gli esseri umani, se è vero che ancora negli Anni Venti-Trenta negli Istituti Medico Pedagogici «di fronte al deficit biologico l’educazione si arresta impotente e passa la consegna al potere della medicina. É il medico che in questi casi diventa anche educatore» (Cappellari, De Rosa, Il Padiglione Ralli, 2003, pp. 39-40)..

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G. Bonetta, Dall’integrazione all’inclusione: il modello

italiano , in “Pedagogia oggi”, 3, 2007)

� “Si può affermare, senza paura di essere smentiti, che la civilizzazione della nostra società è passata attraverso la civilizzazione della diversità. Quest’ultima è stata, prima di della diversità. Quest’ultima è stata, prima di ogni cosa, una civilizzazione educativa” (p. 7).

� Come è avvenuto tutto ciò? Attraverso lo sviluppo del concetto di educabilità

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Educabilità

� L’educabilità consente una visone dell’uomo centrata sulle

potenzialità di sviluppo, di crescita, di emancipazione,

potenzialità che sono insite nella stessa condizione di

umanità.

� L’educabilità è la categoria fondamentale attraverso cui

affermare l’appartenenza al genere umano.

� L’educabilità consente il riconoscimento del senso

profondo dell’umanità presente in ogni uomo e non il

paragone con una normalità sancita attraverso canoni

artificiosi, coerenti con la mentalità e le ideologie

dominanti e in loro funzione riconosciuta come naturale. F. BOCCI, LEZIONI PEDAGOGIA SPECIALE II A.A. 09-10– ATTIVITÀ FORMATIVE PER IL SOSTEGNO- CDL SFP ROMA TRE- ad uso didattico interno

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Alcune tappe dell’educazione dei disabili mentali in

Europa

� 1815, in Danimarca si avviano studi per l’educazione dei deficienti e, successivamente, a partire dal 1865, nascono numerosi istituti specializzati;

� 1835, nascita in Olanda di una istituzione per i deficienti

� nel 1835, in Gran Bretagna si segnala l’iniziativa di Gaskell e Conolly porta nel 1848 alla creazione di un istituto a Colchester; Conolly porta nel 1848 alla creazione di un istituto a Colchester;

� 1887 in Belgio nascono istituzioni sganciate dai manicomi;

� 1874 in Norvegia istituzione di una scuola speciale. Nel 1915 estensione dell’obbligo scolastico ai deficienti.

(Trisciuzzi, Galanti, 2005; Zappaterra, 2003)

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La situazione in Italia tra ‘800 e ‘900� Andrea Verga, alienista milanese a cui si deve l'introduzione nel lessico scientifico italiano del termine Fenastenia, è il primo ad indicare la necessità di separare i folli, dai frenastenici o dagli idioti (Verga, 1877).

� Roberto Adriani, Enrico Morselli e Augusto Tamburini, studiano le degenerazioni umane Tamburini, studiano le degenerazioni umane (Morselli e Tamburrini, 1875), s'interrogano sul rapporto tra educazione e pazzia (Adriani, 1883), e si schierano a favore della costituzione di “istituti speciali o almeno di sezioni separate all'interno dei manicomi in cui poter prendersi cura di quegli individui, idioti, imbecilli o arretrati che Verga aveva appunto chiamato Frenastenici” (Babini, 1996, p. 14; Morselli, 1880; 1892).

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� Giuseppe Sergi, antropologo, condivide con gli psichiatri del tempo la convinzione di svincolare la pedagogia dalla esperienza volgare per farla approdare all'esperienza scientifica (immagina la scuola come un laboratorio di ricerca scientifica ideale (Sergi, 1886).

� Propone l'adozione di una carta biografica di ammissione degli allievi in grado di fornire un “quadro complessivo dell'alunno considerato sia dal punto di vista fisico-antropologico, sia dal punto di vista dell'ereditarietà e della morbilità sua e della famiglia, sia ancora dal punto di vista sociologico. ancora dal punto di vista sociologico.

� Per compilare la carta biografica, il maestro avrebbe dovuto conoscere i rudimenti della antropologia e dell'antropometria, sebbene in modo approssimativo o quanto meno applicativo.

� Sergi si trova in sintonia, e anticipa, il concetto di Pedologiaconiato da Chrisman nel 1892, ossia di una disciplina che abbraccia, coordina e compendia tutte le ricerche di tipo psicologico, fisiologico e antropologico finalizzate alla conoscenza scientifica del bambino.

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� Clodomiro Bonfigli, direttore del Manicomio romano e dell’Istituto psichiatrico (prima ancora, del Manicomio di Ferrara) è il promotore del Comitato per la istituzione di una Lega !azionale per la protezione dei fanciulli deficienti (di cui fanno parte anche la giovane dottoressa Maria Montessori e Giuseppe Montesano), la cui nascita viene formalizzata nel gennaio del 1899.

Sante De Sanctis, figura di spicco della concezione � Sante De Sanctis, figura di spicco della concezione medico-psico-pedagogica, tra i suoi molti meriti vi è anche quello di aver contribuito alla fondazione, sempre nel 1898, dell'Associazione romana per gli anormali psichici poveri e degli Asili scuola (esperienza da cui scaturisce il primo consultorio di neuropsichiatria infantile).

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� Giuseppe Montesano, direttore della Scuola Magistrale Ortofrenica a partire dal 1900 (anno della sua fondazione), longevo e significativo punto di riferimento nella formazione degli insegnanti specializzati nella presa in carico dei fanciulli “anormali”.

� Maria Montessori, il cui lavoro di assistente volontaria presso la clinica psichiatrica di Roma (dove lavorava già dal 1893 de Sanctis) è alla base del noto metodo scientifico da lei elaborato e sviluppato nel corso degli scientifico da lei elaborato e sviluppato nel corso degli anni.

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Maria Montessori (1870-1952)

� “Il fatto che la pedagogia dovesse unirsi alla medicina nella terapia era la conquista pratica del pensiero dei tempi e su tale indirizzo si diffondeva la Kinesiterapia. Io però, a differenza dei miei colleghi, ebbi l'intuizione che la questione dei deficienti fosse prevalentemente pedagogica, anziché prevalentemente medica; e mentre molti parlavano nei congressi medici del metodo medico-pedagogico per la cura e congressi medici del metodo medico-pedagogico per la cura e l'educazione dei fanciulli frenastenici, io ne feci argomento di educazione morale al congresso Pedagogico di Torino, nel 1898; e credo di aver toccato una corda molto vibrante poiché l'idea, passata dai medici ai maestri elementari, si diffuse in un baleno come questione viva, interessante la scuola” (Montessori, La scoperta del Bambino, 1950, pp. 22-23; si veda anche in Tornar, Attualità scientifica nella pedagogia di Maria Montessori, 1990, pp. 63-64).

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� Antonio Gonnelli-Cioni, apre e dirige nel 1889 un istituto presso Chiavari che accoglie fanciulli deficienti.

� Luigi Olivero, fonda nel 1887 a Milano l'Ipocofocomio Italiano il quale viene trasferito

Iniziative da parte di insegnanti nell’apertura di istituti per fanciulli deficienti

l'Ipocofocomio Italiano il quale viene trasferito dopo quattro anni a Nervi, assumendo il nome di Paedagogium Italianum. Nell'istituto, che è anche stabilimento climatico e la cui direzione sanitaria è affidata a Enrico Morselli, sono accolti fanciulli deficienti, rachitici, afasici e balbuzienti.

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Montessori

IRREVERSIBILITÀ INCURABILITÀV

S

CURE CARE

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� L’importanza dell’osservazione non solo del bambino ma dell’apprendimento del bambino

� L’importanza dell’ambiente

� Bisogna partire dal bambino, porre l’accento non sulla didattica ma sulla Matetica (il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali)

L’approccio al problema del “disabile” deve essere

Montessori

� L’approccio al problema del “disabile” deve essere multidisciplinare

� L’attenzione agli aspetti cognitivi non significa abbandono degli aspetti emotivi

� Autonomia-autosufficienza, abilità sociali

� Il lavoro sull’individuo va fatto nel sociale

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1899

Nascita del primo Istituto Medico Pedagogico

� Lega Emiliana per la protezione dei fanciulli deficienti

� Grazie all'infaticabile opera di Augusto Tamburrini direttore del manicomio di Reggio Emilia.direttore del manicomio di Reggio Emilia.

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Giulio Cesare Ferrari

(1867 – 1932)Ugo Pizzoli

(1863-1934)Istituisce, primo in Italia, un

laboratorio di psicologia sperimentale sempre

presso l'ospedale psichiatrico di Reggio

Emilia, che diresse fino al 1902

Direttore didattico dal 1900-1902 dell’Istituto Medico

Pedagogico

1902 Direttore dell’Istituto

Medico Pedagogico dal 1902-1903

(trasferimento a Bertalia, frazione di Bologna)

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� Ugo Pizzoli, medico nel Mandamento di Crevalcore (Bologna), è il fondatore:

� del Laboratorio di pedagogia scientifica, in cui da avvio ad alcune iniziative di connessione tra scienza medico-antropologicae pedagogia;

� del Corso di pedagogia sperimentale, la cui prima edizione nell’agosto del 1902 richiama la partecipazione di 102 maestre e maestri provenienti da tutta Italia (a partire dalla seconda edizione vi insegnerà anche Maria Montessori). Rispetto alla Scuola Magistrale Ortofrenica, il corso voluto da Pizzoli si rivolge a tutti Magistrale Ortofrenica, il corso voluto da Pizzoli si rivolge a tutti gli insegnanti e non solo a quelli che si apprestano a istruire i frenastenici.

� L'intento del corso è quello di fornire ai maestri e agli studiosi di pedagogia le tecniche e le nozioni per compiere “sulle basi della Psicologia sperimentale, della Fisiologia del sistema nervoso e dell’Antropologia e col sussidio di apparecchi di misura e di esperimento, l‘analisi razionale della psiche dell’educando, scandagliarne le singole facoltà, determinarne il grado di sviluppo in relazione con le condizioni fisiche a cui sono strettamente legate” (Tamburini, 1902).

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� Giovanni Bollea e Adriano Ossicini, direttori dei primi Centri medico-psico-pedagogici (C.M.P.P.) sorti a Roma nel 1947 dopo il Convegno di Trezzano del 1946 nel quale erano state discusse le linee scientifiche per la loro istituzione.

� Tali centri, avviati dall'ONMI e precursori dei servizi territoriali di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (NPIA), anche in virtù della loro denominazione, rimarcano ancora una volta lo stretto legame tra l'universo clinico e il mondo educativo

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� Nello stesso anno 1947 il Di Tullio fonda l’E.N.P.M.F. (Ente Nazionale per la Protezione Morale del Fanciullo) che ha come scopo lo studio e l’assistenza dei ragazzi disadattati, marginali...

� Nel 1948 si costituisce la S.I.A.M.E. (Società Italiana per l’Assistenza Medico-pedagogica ai minorati fisici e psichici dell’età Evolutiva) che si propone di riunire le forze di tutti coloro cui sta a si propone di riunire le forze di tutti coloro cui sta a cuore l’infanzia bisognosa di cure particolari e di speciali trattamenti pedagogici.

� Nel 1953 sorge l’A.N.E.G.I.D. (Associazione Nazionale Educatori Gioventù Italiana Disadattata) che si interessa in particolare dei disadattamenti sociali e dei problemi di rieducazione.

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� 1954 l’AIAS (Associazione Italiana Assistenza

Spastici)

� 1958 ANFFAS (Associazione Nazionale

Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva

e/o Relazionale)

� 1979 AIPD (Associazione Italiana Persone

Down)Down)

� 1985 ANGSA (Associazione Nazionale

Genitori Soggetti Autistici)

� 1994 FISH (Federazione Italiana per il

Superamento dell'Handicap)

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� 1996 Associazione Centro

Documentazione Handicap di Bologna, 2004, Cooperativa Sociale Accaparlante

Onlus

� 1996 AIRiM Associazione Italiana per il

Ritardo Mentale

1997 A.I.D. (Associazione Italiana � 1997 A.I.D. (Associazione Italiana

Dislessia)

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Protagonisti

� Don Lorenzo Milani (1923-1967)� Adriano Milani Comparetti (P..-1986)� Roberto Zavalloni (1920-2008)� Franco Basaglia (1924-1980)� Sergio Neri (1937-2000)� Marco Lombardo Radice (1949-1989)� Mario Tortello (1949-2001)� Ferdinando Montuschi� Andrea Canevaro� Salvatore (Tillo) Nocera

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