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Scuola Primaria Statale “Don Milani” Classe V A (Anno Scolastico 2014/2015) Percorsi" LINGUISTICO – ESPRESSIVI e di RIFLESSIONE LINGUISTICA Percorso n.5 IL TESTO INFORMATIVO

Percorsi LINGUISTICO – ESPRESSIVI e di RIFLESSIONE ... · della “donna cannone” appunto (artista circense paffuta lanciata da un cannone per il divertimento del pubblico), che

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Scuola Primaria Statale “Don Milani”

Classe V A(Anno Scolastico 2014/2015)

Percorsi"LINGUISTICO – ESPRESSIVI

e diRIFLESSIONE LINGUISTICA

Percorso n.5

IL TESTO INFORMATIVO

Di nuovo qui...(e già sappiamo perché).

“IL CIRCO”

Osservando l'immagine...-conversiamo insieme su ciò che evoca in noi e su cosa ci porta a pensare ...

-Componiamo ora individualmente un testo nel quale potremo riportare:-se ci piace il circo e perché,-quali sono i personaggi e le attrazioni che preferiamo,-se ci piacerebbe vivere in un circo e perché,-cosa vorremmo fare se vi lavorassimo, -se abbiamo assistito a qualche spettacolo, -se abbiamo visto film o letto libri che parlano del circo.….........

-Illustriamo.

Leggiamo le nostre composizioni...

Considerazione

Attraverso questo testo, ognuno di noi ha esposto “informazioni”, generali e particolari, sull'argomento che stiamo affrontando e su alcuni fatti.Abbiamo elaborato un “TESTO INFORMATIVO” (detto anche “ESPOSITIVO”).

Ricordiamo allora così, per attività specifiche che svolgeremo in seguito, le principali “caratteristiche” di questa “tipologia testuale”.

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Riprendiamo “il contenuto” della canzone “La donna cannone” di Francesco De Gregori.

“LA DONNA CANNONE”(di Francesco De Gregori)

Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno,

giuro che lo farò.E oltre l'azzurro della tenda

nell'azzurro io volerò.Quando la donna cannone

d'oro e d'argento diventerà,senza passare per la stazione

l'ultimo treno prenderà.E in faccia ai maligni e ai superbi

il mio nome scintillerà.Dalle porte della notteil giorno si bloccherà,

un applauso del pubblico pagantelo sottolineerà

e dalla bocca del cannoneuna canzone suonerà.E con le mani, amore,per le mani ti prenderò

e senza dire parolenel mio cuore ti porterò

e non avrò paura se non saròbella come dici tu,

ma voleremo in cielo in carne ed ossa,

non torneremo più.E senza fame e senza sete

e senza ali e senza rete, voleremo via. ...

E' lo stesso cantautore a raccontare che nella composizione del brano è stato ispirato dalla notizia reale dell'entrata in crisi di un circo, rimasto senza uno dei numeri di maggior successo, quello della “donna cannone” appunto (artista circense paffuta lanciata da un cannone per il divertimento del pubblico), che lo aveva abbandonato per seguire l'uomo di cui si era innamorata.

Nel testo, l'autore riesce a trasmettere in modo evidente come la donna sia stanca di essere trattata da “fenomeno da baraccone” e abbia intenzione di lasciare quelle persone che la sfruttano nella sue diversità per denaro. La donna cerca quindi una vita normale, fatta d'amore e di tenerezza, dove poter esprimere la sua “leggerezza d'animo”. Per ricercare questa dimensione, va incontro alla morte credendo di poter volare leggera nel suo fantastico sogno

d'amore insieme al nano di cui è innamorata e che nasconderà nel cannone...

Considerazione“La donna cannone” è una figura estrema che rappresenta tutti i “diversi”, esclusi perché non rientrano nei canoni estetici socialmente accettati o per altri aspetti della vita.La canzone nasce dalla constatazione che “tutte le persone hanno un cuore e necessità di dare e ricevere amore”. Esprime tuttavia anche che “l'amore va oltre i pregiudizi”: con la forza di questo grande sentimento si può arrivare dove si vuole, senza più aver paura della cattiveria di chi ti giudica conoscendo solo una parte di te...

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“Informiamoci” ora su “aspetti e origini del CIRCO”...Iniziamo proprio con “attrazioni” inserite in questo tipo di spettacolo.

Leggiamo. I fenomeni da baraccone

“L’uomo cannone” e “la donna cannone”, definiti “fenomeni da baraccone”, sono attrazioni che risalgono agli albori della storia del circo. La prima “donna cannone”, lanciata nel 1877 al Royal Aquarium di Londra, era "Zazel", una ragazzina di 14 anni, il cui vero nome era Rossa Matilda Richter. Sparata in cielo da un cannone a molla inventato dal canadese William Leonard Hunt , "Zazel" finì più tardi al Circo Barnum e trovò decine di imitatori tra cui gli italiani trapiantati in America della dinastia Zacchini. Fare “l’uomo cannone” è un mestiere pericoloso: decine di "proiettili umani" sono morti nel lancio che viene adesso effettuato da tubi di aria compressa. E sono rimasti in pochi i veri testimoni dell’antica tradizione circense: tra questi, dopo l’andata in pensione nel 2008 del russo Astronov (vero nome Andrei Anichkin), è rimasto forse solo l’americano David Smith, Jr, figlio d’arte e recordman mondiale. Oltre a questi, erano “fenomeni da baraccone” anche donne barbute, persone altissime o così magre da sembrare veri scheletri viventi, gemelli siamesi, nani,... attrazioni fortunatamente ormai lontane dallo spettacolo del circo.

Osservazioni

Il “testo” letto fornisce:-informazioni su “una forma di arte”.

Propone:-aspetti generali su “i fenomeni da baraccone”,-informazioni specifiche e in ordine cronologico relative a “uomini e donne cannone”.

Utilizza:-un linguaggio preciso,-termini specifici.

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Il “CIRCO”, comunque, così come si presenta ai giorni nostri, con giocolieri, equilibristi, illusionisti e animali ammaestrati, nacque in Inghilterra soltanto alla fine del 1700; le sue radici si debbono ricercare in epoche ben più lontane.

Tuttavia, poche sono le documentazioni storiche pervenute; ciò, secondo alcuni studiosi, è dovuto alla mancanza d’interessamento delle classi colte verso questo mondo e questi artisti, le cui esibizioni furono volentieri considerate delle semplici bravate (azioni rischiose compiute solo per spavalderia, per mostrarsi coraggiosi); per questo, nei loro confronti spesso venivano enunciati giudizi negativi.

Per cogliere le lontane origini di questa “forma d'arte”, bisognerebbe risalire all’antico Egitto, dove in onore del dio Osiride e di altri dei si tenevano festeggiamenti con canti, divertimenti e danze acrobatiche, raffigurati nei dipinti ritrovati a Tebe e a Menfi...

-Leggiamo

FESTE NELL'ANTICO EGITTO

Secondo Erodoto, storico greco antico, gli Egizi furono i primi a celebrare feste nazionali e processioni per accompagnare gli dei o per portare offerte ai templi.I Greci hanno infatti appreso ciò da loro.

ERODOTO

Luogo di nascita e data:

ALICARNASSO – Turchia

490/480 d.C.

Data di morte e luogo:

425 d.C - Atene

(da “STORIE - LE FESTE” secondo libro – 58/63)

“Gli Egizi non celebrano le grandi solennità nazionali una sola volta l’anno, ma le celebrano parecchie volte.In primo luogo, e con straordinario zelo, si radunano nella città di Bubasti (odierna Tell-Basta), in onore di Artemide, l’egizia Bastit.

Per la seconda festa si radunano a Busiride (probabilmente l’odierna Abousir, sulla riva sinistra dell’antico canale Sabennitico), in onore di Iside, la greca Demetra. La terza festa, in onore di Atena, l’egizia Neith, viene celebrata a Sais (attuale Sa-el-Hagar, presso la foce di Rosetta). La quarta, per onorare il Sale, a Eliopoli (attuale al-Ma ariyya). ṭLa quinta a Buto (attuale Tell el-Farain) per onorare Latona.La sesta a Parmei (ignota località, forse identificabile con il nome greco Pelusio, situata nella parte più orientale del Delta del Nilo, 30 km a sud- est della moderna Port Said), per onorare Ares, identificato con Set o con Su-Anuri, figlio di Ra.”

A BUBASTI

BASTIT (o BASTET):dea rappresentata come donna con la testa di gatto o come gatta nera, col potere di stimolare l'amore.

Giorno di festa dedicato alla dea:31 Ottobre

Luogo di celebrazione:Bubasti, attuale Tell-Basta

(Erodoto così racconta II – 60)

“Arrivano in barca, uomini e donne assieme, in gran numero su ogni imbarcazione; mentre camminano, molte donne fanno musica con dei sonagli, degli uomini suonano il flauto, mentre altri cantano e battono le

mani. Quando incontrano una città lungo il fiume, portano la barca a riva ed alcune donne continuano a suonare, come ho detto prima, mentre altre lanciano insulti alle donne del luogo ed iniziano a ballare agitando i loro abiti in tutti i sensi. All’arrivo celebrano la festa con dei sacrifici, e si consuma in questa occasione più vino che in tutto il resto dell’anno”

A BUSIRIDE

La festa in onore di Iside (dea della fertilità e che insegnò alle donne d'Egitto l'agricoltura) è molto diversa: dopo il sacrificio, tutti, uomini donne, molte decine di migliaia a dir di Erodoto (II, 61), si percuotono; è empio rivelare per chi lo fanno, e perciò Erodoto tace su questo punto. Ricorda però che non sono violenti: solo i Cari, popolazione asiatica stanziatasi in Egitto, si sfregiano il volto e per questo sono ritenuti proprio dei forestieri.

A SAIS

Sulla destra del Nilo di Rosetta, a una ottantina di chilometri dal mare, il nome del villaggio di Sa el Haggar ricorda quello di una delle più antiche città d'Egitto, nota con la denominazione greca di Sais. Solo isolati blocchi di pietra rimangono dei monumenti descritti con ammirazione da Erodoto.

La città era sede del santuario della dea Neith,(o Net) l'acqua primordiale, arciera e protettrice dalle frecce dei cattivi geni, una delle due custodi della corona rossa del Basso Egitto. La festa in suo in onore viene descritta da Erodoto nel passo 62 del II libro.“Nella notte del sacrificio, donne e uomini accendono molte lampade a cielo aperto intorno alle loro case. Le lampade non sono che piccoli vasi, piatti, pieni di sale, che rendeva più lenta la combustione e le faceva durare tutta la notte, e di olio; sopra vi galleggiano dei lucignoli.Tutti coloro che non possono recarsi a Sais aspettano questa notte e accendono anch’essi le loro lampade, cosi che splende tutto l’Egitto.”

A ELIOPOLI e A BUTO

Erodoto, nel passo 63, menziona le feste a Eliopoli e a Buto dicendo solamente che in queste città, durante le celebrazioni in onore del Sale e di Latona si compiono soltanto dei sacrifici

A PARMEI

Nel passo 63, Erodoto mostra la festa presso Parmei. Verso il tramonto, un piccolo numero di sacerdoti si raduna attorno alla statua di Ares, dio brutale e selvaggio; i più stanno nel vestibolo del tempio dedicato al dio muniti di mazze di legno, altri invece se ne stanno raccolti di fronte ai sacerdoti (quindi vicino alla statua), e anch’essi con in mano mazze di legno . La statua del dio, che di solito si trova in un piccolo tempietto di legno dorato, viene portata il giorno della festa nell’ altro edificio sacro . Quei pochi sacerdoti rimasti accanto alla statua trascinano il carro a quattro ruote con su il tempietto e la statua che è in esso racchiusa; quelli che però sono collocati nell’atrio non permettono loro di passare . Sicché i fedeli obbligati dai voti si mettono a pestarli .Erodoto assicura che in questa festa ci sono stati sì dei feriti, ma mai morti.Questa festa è diventata una tradizione per questo motivo: in quel santuario abitava la madre di Ares il quale, essendo stato allevato lontano, una volta adulto, desiderava ricongiungersi con la madre . Ma i ministri di lei non lo fecero entrare, non riconoscendolo : egli, raccolti rinforzi, diede una dura lezione ai ministri e penetrò nel tempio . E così hanno instaurato come tradizione questo “scambio” di legnate.

Inoltre... ad Edfu è stata rinvenuta la stele di un attore che sembrerebbe essere appartenuto ad una compagnia ambulante che girava per l'Egitto recitando le gesta degli dèi e dando vita ad una sorta di “teatro dei Misteri”.

Osservazioni

Il “testo” letto fornisce:-informazioni su un aspetto di “vita sociale dell'antico Egitto”.

Si articola in:-presentazione generale dell'argomento, già detto nel titolo,-esposizione di argomenti particolari,-introduzione di informazioni specifiche.

Utilizza:-fonti,-termini propri dell'argomento,-foto, -una cartina.

-Rileggi il testo, ricava le “informazioni” richieste e completa la tabella.

FESTE NELL'ANTICO EGITTO

Città antica Città attuale Divinità onorata Caratteristiche

Continuando nella storia del “CIRCO”...

… i Cretesi, a questo tipo di rituale egizio, aggiunsero gare sportive sostenute da giovani acrobati che saltavano in groppa ai tori, compiendo spericolate esibizioni.

Invece gli Ateniesi, al termine della vendemmia, si divertivano con giochi di equilibrio su otri di vino unti di olio.

Nella ricerca delle “radici circensi”, non dobbiamo poi dimenticare i Romani che, riprendendo dalla tradizione ellenica, furono grandi amatori di spettacoli. Questi venivano chiamati “ludi circenses” (giochi circensi) e il circo era una grande area all’aperto, di forma ovale, dove il pubblico andava a guardare le corse dei cavalli o delle bighe (carri da guerra romani), la lotta tra gladiatori (schiavi che combattevano nelle arene per fare divertire chi guardava lo spettacolo) e le esibizioni di animali esotici,... attrazioni che riflettevano il gusto violento dell'epoca.Tuttavia lo spettacolo cominciava, oltre che con danze e acrobazie, anche con cavalcate che si concludevano con una dimostrazione di grande addestramento equestre, in cui il cavaliere induceva il cavallo a piegare la testa fino a toccare la polvere, in segno di saluto rivolto al pubblico: esattamente come avviene oggi in molti numeri di cavalli che con tale posizione richiedono l’applauso del pubblico.

Gli spettacoli si tenevano principalmente nel Circo Massimo e nel Colosseo.

-Leggiamo. IL CIRCO MASSIMO

Si tratta del più grande edificio per spettacoli mai costruito, essendo arrivato a misurare 600 metri di lunghezza e 140 metri di larghezza, con una capienza che poteva arrivare fino a 250.000 persone e forse più

LA COSTRUZIONE E LA RISTRUTTURAZIONE DELL'EDIFICIO

Il circo venne fondato, secondo la tradizione, dal re Tarquinio Prisco, nel VI secolo a.C. Per alcuni secoli le strutture rimasero in legno; le prime opere in muratura vennero avviate dopo il II secolo a.C. quando, nel 174, furono costruite delle strutture (carceres) da dove partivano i carri da corsa, sul lato corto occidentale, e furono collocate sulla spina (il muro attorno al quale correvano le quadrighe) le sette uova di pietra che servivano al conteggio dei giri.

L’assetto definitivo del circo lo si ebbe nel 46 a.C., per l’intervento di Cesare, mentre, nel 33 a.C., Agrippa, aggiunse sette delfini di bronzo aventi la stessa funzione delle uova. Augusto fece costruire il cosiddetto "palco imperiale", insieme con un'edicola dedicata al culto delle divinità che presiedevano agli spettacoli, e fece innalzare sulla spina l'obelisco di Ramsete II, alto 23,7 metri, proveniente dalla città egiziana di Heliopolis. (Questo obelisco è oggi visibile a Piazza del Popolo, portato lì e innalzato nel 1589).

Il circo venne restaurato da Caligola dopo un incendio nel 36 d.C. con la ricostruzione in marmo dei carceres e in bronzo dorato delle metae (una specie di coni posti alle estremità della spina), ma successivamente venne completamente distrutto dal grande incendio neroniano del 64 d.C.

L'edificio venne in seguito parzialmente ricostruito dallo stesso Nerone e arricchito al centro del lato curvo con un arco in onore di Tito;

nuovamente bruciato sotto Domiziano, venne completamente riedificato da Traiano all'inizio del II secolo d.C.. Ampliato da Caracalla e poi restaurato da Costantino, Costanzo II, nel 357, fece portare l’obelisco di Thutmosis III, il più alto di tutti quelli esistenti (alto ben 32,5 metri), proveniente da Tebe (oggi visibile nella piazza di San Giovanni in Laterano, dove venne portato e rialzato nel 1588 ). Il circo rimase in funzione al tempo di Teodorico (re dei Visigoti, popolo di origine scandinava che aveva conquistato territori dell'Impero Romano giungendo fino Roma) e nel 549 furono svolte le ultime gare per ordine di Totila, re dei Goti (altra popolazione barbara, succeduta nella dominazione di Roma).

Oggi gli unici avanzi visibili del circo sono quelli del lato curvo (posti a una notevole profondità che fa comprendere a quale livello potesse essere il Circo Massimo); sono visibili fornici (archi usati come passaggio o sostegno ), scale per i piani superiori e sostruzioni delle gradinate in laterizi (materiali da costruzione ottenuti dall'impasto di acqua e argilla, tutto databile alla ricostruzione avvenuta sotto Traiano.

-Rileggi il testo e rispondi.

1)Questo testo espone argomenti di carattere:

storico …... geografico …... scientifico …...

2)Il linguaggio utilizzato è:

semplice e colloquiale …... preciso, ricco di termini specifici …...

3)In quale ordine sono organizzate le informazioni?...

4)Le immagini che lo accompagnano:

aiutano a comprendere il testo … hanno solo lo scopo di abbellire le schede …

5)Quale tipologia di testo presenta queste caratteristiche?…

-Riporta in ordine cronologico date di riferimento, se presenti, e re e imperatori romani che si occuparono della costruzione e riedificazione del Circo Massimo. (Organizza in modo chiaro questo schema di sintesi.)….........

------------“Spettacoli circensi” venivano presentati anche per le strade di Roma da girovaghi, i quali, per guadagnarsi di che vivere. si esibivano dinanzi alla plebe (classe sociale composta dalla parte più povera e umile della popolazione): ma,... se da una parte erano graditi alla popolazione, dall’altra spesso erano soggetti al rigore dei governanti e, dopo l’affermazione del Cristianesimo, anche della Chiesa. Il potere politico e il potere ecclesiastico furono “poco disposti a tollerarne gli eccessi”, così che, sia tali spettacoli, sia quelli che si presentavano negli anfiteatri finirono col venire proibiti.

In tempi successivi, prestigiatori, giocolieri, cavallerizzi, seguiti da acrobati, clown,... continuarono a esibirsi, alcuni presso corti, monasteri, palazzi..., altri ancora nelle strade, dando origine alle prime forme di circo, così come oggi inteso...

Nella seconda metà dell'Ottocento il “CIRCO” diventò itinerante: cominciò cioè a spostarsi di luogo in luogo. Accanto alle grandi compagnie ben gestite vi erano piccoli circhi di povera gente, spesso ridotti a pochi carrozzoni, limitate attrazioni,... caratteristiche rimaste anche nella storia attuale di questa forma di spettacolo.

------------“IL CIRCO NEI LIBRI”

Moltissimi sono i romanzi per ragazzi dove “il vero protagonista” non è un personaggio, ma un luogo: “il circo”.

Da sempre affascinante, misterioso, divertente, il circo attira in modo particolare proprio i bambini, tanto che il protagonista del romanzo “Flik o tre mesi in un circo” di J.Otis, (1881) scappa di casa per legarsi a una compagnia circense.

Leggiamolo insieme!!! (pdf)

Per conoscere altri aspetti che caratterizzano questo luogo, ma soprattutto “storie di vita” in essi raccontati, leggiamo i testi disponibili nella nostra biblioteca e in quella comunale...

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Avanti ancora col “TESTO INFORMATIVO...”