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Regione CalabriaGiunta Regionale
Percorso formativo per il personale proveniente dalle
province
III Modulo – Il sistema di valutazione della performance
organizzativa e individuale
Aspetti metodologici, organizzativi ed operativi
Catanzaro 25-27 Gennaio 2016
Angelo Maria Savazzi – componente Organismo Indipendente di Valutazione
25/01/2016
Argomenti
1. Sistema integrato di performance
2. Performance organizzativa
2. Piano della performance
3. Relazione sulla performance
3. Performance individuale
2. Assegnazione obiettivi
3. Valutazione
4. Riesame
4. Criticità
5. Aspetti sanzionatori e rilevanza dei comportamenti ai fini della
valutazione individuale
6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
2 25/01/2016
UNA PREMESSA
3
Non sarà l’introduzione di innovazioni tecniche a determinare il
miglioramento: esse servono ma non sono decisive
Il Ciclo di gestione della performance e della trasparenza, la prevenzione
della corruzione servono se sono in grado di promuovere conoscenze
e comportamenti professionali, organizzativi e individuali
consapevoli e responsabili
25/01/2016
IL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE: UN ADEMPIMENTO
O UNA NECESSITÀ?
4
1. Sistema integrato di performance
A chi e per cosa serve il ciclo della performance?
Agli organi di indirizzo politico per orientare le politiche
Ai dirigenti per orientare la gestione in modo efficiente ed efficace
Ai cittadini e ai portatori di interesse: per aver contezza dei risultati e delle
criticità (controllo democratico del cittadino sull’amministrazione).
25/01/2016
SISTEMA INTEGRATO
5
1. Sistema integrato di performance
25/01/2016
il controllo strategico, che consiste nel monitoraggio e nella valutazione dello stato di
attuazione e dei risultati conseguiti dalle politiche regionali d’intervento a supporto dei
processi di pianificazione strategica e di indirizzo politico in attuazione del programma di
governo regionale
il controllo di gestione, finalizzato a supportare il management nel perseguimento
dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità dell’azione amministrativa della Regione ed
a ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi correttivi, il rapporto tra costi e
risultati
la valutazione dei dirigenti e del personale
Il sistema degli incentivi
il sistema della trasparenza
SISTEMA INTEGRATO
6
1. Sistema integrato di performance
25/01/2016
CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE
7
1. Sistema integrato di performance
25/01/2016
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE
8
1. Sistema integrato di performance
25/01/2016
I LIVELLI DI PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
9 25/01/2016
Performance di Ente --- Performance di Unità organizzativa --- Performance individuale
• Coerenza tra i diversi livelli di misurazione della performance
• La performance (negativa o positiva) di Ente influenza la performance individuale
• La performance (negativa o positiva) dell’Unità organizzativa di appartenenza influenzala performance individuale
1. Sistema integrato di performance
PER UNA CORRETTA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA
10
1. Sistema integrato di performance
25/01/2016
L’art. 5, comma 2, lettera c) del d. lgs. 150/2009
precisa che gli obiettivi devono essere:
“.... tali da determinare un significativo miglioramento della qualità dei
servizi erogati e degli interventi ...”;
Gli obiettivi dunque devono essere:
Specifici: dovrà essere chiaro cosa, dove, quando e come la situazione verrà
cambiata
Misurabili: dovrà essere possibile quantificare gli oggetti e i benefici
Accessibili: dovrà essere possibile raggiungere gli obiettivi
Realistici: dovrà essere possibile ottenere il livello di cambiamento riflesso
dall'obiettivo;
Legati al tempo: determinando il periodo di tempo in cui ogni obiettivo verrà
raggiunto;
PER UNA CORRETTA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA
11
1. Sistema integrato di performance
25/01/2016
Il ruolo del dirigente e il potere valutativo
Quanto tempo viene dedicato dal dirigente:
alla definizione degli obiettivi di performance organizzativa e degli obiettivi
individuali dei collaboratori?
al monitoraggio infrannuale e alla rimodulazione degli obiettivi?
alla valutazione annuale?
Il miglior assetto normativo e metodologico non può sostituirsi al tempo
dedicato all’assegnazione degli obiettivi, al monitoraggio e alla valutazione. Il
dirigente che non fa questo non orienta l’azione dei collaboratori e,
quindi, non fa appieno il dirigente.
MISURAZIONE E VALUTAZIONE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
La misurazione della performance organizzativa è il processo
che ha per esito l’identificazione e la quantificazione dei risultati che
sono prodotti in un determinato periodo. Lo strumento di
riferimento per la misurazione della performance organizzativa è
rappresentato dagli indicatori.
La valutazione della performance organizzativa è il processo
mediante il quale le informazioni relative ai risultati raggiunti
vengono interpretate alla luce degli obiettivi che l’Amministrazione
aveva il compito di raggiungere e degli eventi oggettivi, imprevedibili
e incontrollabili che ne hanno favorito e penalizzato il
raggiungimento
PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
La performance è il contributo (risultato) che un soggetto
(sistema, organizzazione, unità organizzativa, team, singolo) apporta
attraverso la propria azione al raggiungimento delle finalità e degli
obiettivi ed, in ultima istanza, alla soddisfazione dei bisogni per i
quali l’organizzazione è stata costituita.
PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
14
2. Performance organizzativa
25/01/2016
un indicatore sintetico del grado di attuazione degli obiettivi operativiassegnati all’unità organizzativa di riferimento
vengono individuati per ogni settore gli obiettivi operativi rilevanti ai fini dellaperformance organizzativa con relativi indicatori
gli obiettivi operativi di ciascun settore concorrono a determinare laperformance organizzativa del settore
gli obiettivi strategici, misurati attraverso gli indicatori di impatto, concorronoa determinare la performance e di ente
gli obiettivi strategici, misurati attraverso gli obiettivi operativi, concorrono adeterminare la performance di dipartimento
LA PERFORMANCE DI ENTE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
La performance generale di Ente rappresenta, in assenza diulteriori indicazioni, il grado di attuazione di tutti gli obiettivistrategici
Il Piano della performance può prevedere che sia misurataattraverso specifici indicatori di impatto in grado di
rappresentare la reputazione dell’Ente verso l’esterno
e/o l’efficacia delle politiche pubbliche
LA PERFORMANCE DI ENTE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
LA PERFORMANCE DI DIPARTIMENTO – FINO AL 2015
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
LA PERFORMANCE DI DIPARTIMENTO – DAL 2015
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
LA PERFORMANCE DI SETTORE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
DAL PROGRAMMA DI GOVERNO AL PIANO DELLA PERFORMANCE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
PO FESR 2007-2013
PO FSE 2007-2013
POR 2000-2006
(risorse liberate)
Piano d’azione
Obiettivi di servizio
PSR 2007-2013
IIP 2000-2006 (FAS)
PAR FAS 2007-2013
PROGRAMMA
DI GOVERNO
Obiettivi
strategici
Obiettivi
operativi
Obiettivi
individuali
Elaborazione
Piano dellaPerformance
DOS 2014-2020
PROCESSO DI ELABORAZIONE DEL PIANO
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
PROCESSO DI ELABORAZIONE DELLA RELAZIONE SULLA
PERFORMANCE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE – SISTEMA DI
PESATURA - FINO AL 2015
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
RAPPRESENTAZIONE DELLA PERFORMANCE – SISTEMA DI
PESATURA - DAL 2016
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
ENTE Dipartimento
Cosa è un Obiettivo operativo?
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
• obiettivo di performance organizzativa attribuito ad un settore
• con riferimento agli obiettivi strategici dell’Ente
• per un periodo temporale di un anno
• misurato attraverso indicatori di risultato (valore iniziale, target, fonterilevazione) e attraverso azioni
• scelti attraverso un’analisi del contesto e dei compiti istituzionali affidati alsettore
• l’analisi di contesto definisce in modo chiaro quale sia la situazione di partenza
il raggiungimento ha effetti positivi sulla valutazione individuale di tutto ilpersonale assegnato al settore
OBIETTIVI OPERATIVI: SISTEMA DI MISURA PER RISULTATI
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
Sistema di misura per Risultati - Indicatori
Peso complessivo min 70%
• Titolo: una breve descrizione che sia rappresentativa dell’indicatore• Descrizione: indicazione del numeratore e denominatore, o numero assoluto a seconda
delle caratteristiche dell’indicatore considerato
• Unità di misura
• Peso
• Valore iniziale: è un valore che influenza la scala di variazione delle percentuale diraggiungimento dell’Obiettivo Operativo e la sua mancata indicazione si giustifica inpresenza di indicatori per i quali non è rinvenibile una precedente misurazione o nellaipotesi di fenomeni nuovi
• Fonte: deve essere indicata in modo descrittivo
• Target: vengono indicati, con valori progressivi, per ciascun trimestre dell’anno diriferimento. Il valore previsionale si riferisce a quanto si prevede di misurare alla data finaledel periodo di riferimento
• Ambito di misurazione
OBIETTIVI OPERATIVI: SISTEMA DI MISURA PER AZIONI
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
Sistema di misura per Azioni
Peso max 30%
• Il completamento di un’attività si esprime attraverso risultati tangibili nell’ambitodi un cronoprogramma.
• L’attività è significativa in quanto si conclude con una manifestazione effettiva diun’azione ed è chiaramente riferibile alla responsabilità di uno degli individuicoinvolti nell’obiettivo o di un gruppo di individui.
• Le attività sono indicatori on-off e, pertanto, lo stato di avanzamento vienemisurato, trimestralmente, come segue:
o 0 (zero) se l’attività non viene espletata. Tale valore deve essere utilizzatoanche qualora l’attività sia parzialmente espletata;
o 100 (cento) se l’attività è stata espletata e presenta, quindi, le caratteristicheindicate ai punti precedenti.
OBIETTIVI OPERATIVI: IL PROCESSO DI DEFINIZIONE
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
FASI Attori
Proposte Obiettivi Operativi e relativo
sistema di misura
Controller dipartimentali, Dirigenti di
Dipartimento
Verifica tecnico- metodologicaController centrali, Controllo di Gestione,
Dirigente Controllo di gestione
Revisione proposteController dipartimentali, Dirigenti di
Dipartimento
Consolidamento Obiettivi OperativiController centrali Controllo di Gestione,
Dirigente Controllo di gestione
OBIETTIVI OPERATIVI: STATO DEGLI OBIETTIVI
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
CONTROLLO DI GESTIONE: REPORT DI MONITORAGGIO
30
2. Performance organizzativa
25/01/2016
Report di Monitoraggio Controllo di Gestione
Per Obiettivo Operativo
Per Dipartimento Complessivi
Grado di realizzazione
Azioni
Grado di realizzazione
Risultati
Grado di realizzazione
Obiettivo Operativo
Grado di realizzazione
Obiettivi Operativi
Riepilogo Obiettivi per
Settore
Grado di Realizzazione obiettivi per dipartimenti
Contributo del dipartimento al raggiungimento degli Obiettivi
Strategici
LE SCHEDE – ALCUNI ESEMPI DI OBIETTIVI STRATEGICI
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2. Performance organizzativa
25/01/2016
Titolo 1.1 – Migliorare la rendicontazione esterna
Descrizione Migliorare il sistema di rendicontazione esterna, dell’Ente regione e degli enti strumentali, attraverso la
promozione e l’utilizzo anche di forme specializzate ed innovative di comunicazione verso i diversi portatori di
interesse privilegiando il rapporto con i cittadini e sviluppando indagini per captare il grado di soddisfazione
dei destinatari degli interventi e iniziative per favorire risposte alle domande provenienti dall'esterno
Riferimenti al
programma di
governo
1. Il coraggio delle riforme: a) la Regione deve fissare obiettivi di qualità sulle prestazioni di servizi pubblici,
svolgendo le attività di controllo
2. Cambiare la regione: a) bilancio sociale
3. I diritti: a) per le politiche di genere (bilancio di genere)
Possibili
misuratori di
impatto
Tasso di coinvolgimento dei cittadini sui social network (Fonte: Derev)
Tasso di partecipazione alle indagini sul grado di soddisfazione dei portatori di interessi
Grado di soddisfazione dei cittadini
Tempi di risposta alle richieste di accesso civico
Leve gestionali a) Bilancio sociale, di genere e generazionale b) Giornata della performance e della trasparenza c) Rapporto
semestrale sul grado di soddisfazione dei destinatari degli interventi (enti locali, cittadini, imprese....) d)
Rielaborazione dei principali documenti di rendicontazione in base ai potenziali destinatari e) Rispetto dei
tempi procedimentali f) Rispetto dei tempi medi di pagamento g) Accesso civico h) Carta dei servizi
Dipartimenti ed
enti strumentali
Tutti i dipartimenti per la parte di competenza. In particolare Segretariato generale, Presidenza, Bilancio,
Programmazione nazionale e comunitaria, Sviluppo economico, Agricoltura, Organizzazione, Risorse umane e
Controlli.
Tutti gli enti strumentali.
LE SCHEDE – ALCUNI ESEMPI DI OBIETTIVI STRATEGICI
32 25/01/2016
Titolo 1.2 – Migliorare l’efficienza amministrativaDescrizione Migliorare e favorire l'efficienza amministrativa attraverso azioni in grado di incentivare la collaborazione
interna tra i vari dipartimenti, di misurare analiticamente i costi, di favorire concretamente l'integrazione dei
sistemi informativi, anche in ottica della trasparenza, dell'integrità e della prevenzione della corruzione, in
grado di trasformare il rispetto della tempistica dei vari procedimenti in una condizione di normale
funzionamento delle strutture amministrative e rendere una attività ordinaria le indagini sul benessere
organizzativo, sul grado di condivisione del sistema di misurazione e sul superiore gerarchico.
Riferimenti al
programma di
governo
1. Il coraggio delle riforme: a) Semplificare la burocrazia, ridurre i costi, e responsabilizzare gli enti vicini
ai cittadini b) razionalizzare le competenze e i servizi in capo agli enti sub-regionali.
2. Cambiare la regione: a) profonda revisione del corpo burocratico della regione radicale
riorganizzazione della struttura regionale, per una amministrazione responsabile e orientata al
risultato.
3. Disegnare il futuro: a) re-ingegnerizzazione dei processi b) riorganizzazione dei flussi all'interno della
macchina regionale, del circuito di scambio informativo, attraverso un protocollo strutturato di
comunicazione tra gli uffici.
Possibili misuratori
di impatto
Grado di benessere organizzativo
Tasso dei procedimenti conclusi nei termini
Comuni con servizi pienamente interattivi (Fonte ISTAT - POR 2014-2020).
Leve gestionali a) contabilità analitica b) gruppi di lavoro interdipartimentali c) obiettivi di gruppo d) integrazione tra i
sistemi informativi, statistici ed amministrativi e) integrazione portale della trasparenza con i sistemi
informativi interni al fine di eliminare le ridondanze f) riunioni pre-giunta g) Avvocatura: previsione
degli “avvocati dipartimentali” h) obiettivi operativi misurati attraverso indicatori di bilancio e
indicatori provenienti dalla contabilità analitica i) rispetto dei tempi di approvazione del piano della
performance, monitoraggio semestrale degli obiettivi, approvazione tempestiva della relazione sulla
performance e della delibera di indirizzo 2017-2019 l) ricorso al cloudcomputing
Dipartimenti ed
enti strumentali
Tutti i dipartimenti per la parte di competenza. In particolare Segretariato generale, Presidenza Bilancio,
Programmazione nazionale e comunitaria, Sviluppo economico, Agricoltura, Organizzazione, Risorse umane
e Controlli, Società dell'informazione, Segretariato generale.
Tutti gli enti strumentali.
2. Performance organizzativa
LE SCHEDE – ALCUNI ESEMPI DI OBIETTIVI STRATEGICI
33 25/01/2016
Titolo 1.4 – Migliorare la capacità attuativa della programmazione comunitaria
Descrizione Migliorare la capacità attuativa della programmazione comunitaria anche attraverso il rafforzamento
amministrativo e la piena attuazione di quanto previsto dal piano di rafforzamento amministrativo
Riferimenti al
programma di
governo
Il coraggio delle riforme: a) Piano di sviluppo e consolidamento dell'organizzazione della Regione b)
Radicale riorganizzazione della struttura regionale, per un'amministrazione responsabile e orientata al
risultato
Possibili misuratori
di impatto
Riduzione del 50% dei tempi medi relativi agli step attuativi rispetto a quelli registrati nella
programmazione 2007-2013.
Incremento del grado di realizzazione dei profili di spesa previsti (superiore al profilo di spesa dell'anno
precedente 60%) (La capacità di spesa si intende al netto dei progetti I Fase, progetti a Cavallo e progetti
Retrospettivi).
Tasso errore riscontrato dai controlli di primo livello inferiore al 3%.
Iniziative di coprogettazione con il partenariato istituzionale e socio-economico per obiettivo tematico
Leve gestionali Riduzione dei tempi relativi alle procedure, di competenza regionale, di selezione e attuazione delle
operazioni, (tempi di pubblicazione dei bandi; tempi relativi ai procedimenti istruttori in fase di
selezione; tempi relativi alla fase di rendicontazione della spesa e relativa liquidazione) garantendo,
allo stesso tempo, la correttezza procedurale delle modalità di realizzazione delle operazioni e la
riduzione al minimo degli errori in fase di attuazione (che determinano conseguenze sia in ordine al
rischio di perdita di risorse sia in relazione ai ritardi attuativi che ne conseguono).
Incremento della capacità media di spesa annuale del Programma
Riduzione delle irregolarità rilevate nell’attuazione degli interventi
Dipartimenti ed
enti strumentali
Presidenza
Programmazione nazionale e comunitaria
Bilancio
Autorità di audit
2. Performance organizzativa
CHECK LIST
34 25/01/2016
La lista di controllo è stata pensata come un documento in grado di:
Verificare le informazioni e di livello di compilazione contenuto nella
scheda acquisita dal Controllo di Gestione
Assicurare un approccio coerente con il processo sotteso alla
redazione del Piano della Performance
Accertare la coerenza con l’obiettivo strategico
Verificare il rispetto del sistema di pesatura (azioni e risultati)
Verificare il rispetto dei requisito dei misuratori
CHECK LIST OBIETTIVI OPERATIVI
2. Performance organizzativa
ESEMPIO DI CALCOLO PERFORMANCE ORGANIZZATIVA DI SETTORE
35 25/01/2016
2. Performance organizzativa
Settore ObiettiviPeso (%)
IndicatoriPeso (%)
T R%
realizzazione
%raggiungimento obiettivo
P.O.
Settore XXXX
obiettivo operativo 1
70
indicatore 1 80 90 85 94,44
95,56
86,39
Indicatore 2 20 100 100 100,00
obiettivo operativo 2
30
indicatore 3 70 40 20 50,00
65,00Indicatore 4 30 100 100 100,00
Settore YYYY
obiettivo operativo 1
50
indicatore 5 60 60 60 100,00
95,00
90,83
Indicatore 6 40 80 70 87,50
obiettivo operativo 2
50
indicatore 7 50 100 80 80,00
86,67Indicatore 8 50 30 28 93,33
PERFORMANCE E SISTEMI PREMIALI
36
3. Performance individuale
25/01/2016
Ambito
(art. 9 d.lgs. 150/2009)
Peso %
Personale dirigente
Personale titolare di
Posizione
organizzativa/Alta
professionalità
Personale
Fascia D
Personale
Fascia C
Personale
Fascia A/B
Performance generale dell’Ente 10 10 10 5 5
Performance organizzativa della
struttura di appartenenza 30 30 20 15 10
Obiettivi individuali 20 20 10 10 -
Competenze e comportamenti
professionali e organizzativi 35 40 60 70 85
Capacità di differenziazione delle
valutazione 5 -- - - -
PERFORMANCE E SISTEMI PREMIALI - DIRIGENTI
37
3. Performance individuale
25/01/2016
PUNTEGGIOValutazione risultati
DA A
0 60 NON CONFORMENESSUNA
RETRIBUZIONE
61 80 PARZIALMENTE CONFORME RETRIBUZIONE 60 %
81 90 CONFORMERETRIBUZIONE 80 %
91 100 PIENAMENTE CONFORMERETRIBUZIONE 100 %
PERFORMANCE E SISTEMI PREMIALI - PERSONALE
38
3. Performance individuale
25/01/2016
Livelli Min-Max Premio
Primo livello premialità (o
dell’eccellenza)
91-100 1,875
Secondo livello premialità (o della
distinzione)
81-90 1,5
Terzo livello premialità (o
dell’adeguatezza)
61-.80 1
Quarto livello premialità (o della
prestazione inadeguata)
0-60 0
ELEMENTI PER IL CALCOLO DEL PREMIO DI PRODUTTIVITÀ
39
3. Performance individuale
25/01/2016
Categoria Terzo livello
61-80
Secondo livello
81-90
Primo livello
91-100
A Premio base Premio base * 1,5 Premio Base * 1,875
B-C-D Premio base * il tasso di
incremento della
retribuzione base
Premio base * 1,5 *
tasso di incremento
della retribuzione base
Premio base * 1,875
* tasso di incremento
della retribuzione
base
Categoria Terzo livello
61-80
Secondo livello
81-90
Primo livello
91-100
A 100 150 187,5
B 100* (17.000/16.000)
Tasso di incremento
retribuzione base = 1,0625
150*1,0625 187,5 * 1,0625
LE SCHEDE
40 25/01/2016
• Scheda obiettivo strategico
• Scheda obiettivo operativo
• Scheda assegnazione obiettivi individuali (dirigenti)
• Scheda assegnazione obiettivi individuali (personale non dirigente)
• Comportamenti professionali (dirigenti)
• Comportamenti professionali (personale non dirigente)
3. Performance individuale
STRUTTURAZIONE DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE INDIVIDUALE
41 25/01/2016
3. Performance individuale
• E’ necessario e utile il colloquio valutativo? Previsto come obbligatorio nelcaso di attivazione della procedura di conciliazione, come eventuale nellageneralità dei casi
• E’ necessaria la relazione del valutando? E’ necessario presentare unarelazione utile ai fini della valutazione individuale. Lo schema della relazioneè parte integrante del regolamento
• Quale è il rapporto tra la Relazione sulla performance e la valutazioneindividuale: è possibile procedere con la valutazione individuale in assenzadella Relazione?
LE FASI DELLA VALUTAZIONE INDIVIDUALE
42 25/01/2016
3. Performance individuale
Assegnazione obiettivi : In questa fase al valutato possono essere attribuiti ulterioriobiettivi individuali, ponderati con un opportuno sistema di pesatura. La scheda diassegnazione degli obiettivi è controfirmata per presa visione dal valutato.
Consuntivazione: Questa fase consiste nella raccolta degli elementi per la valutazioneconsuntiva.
Colloquio valutativo : Il valutatore, se lo ritiene necessario, può effettuare uncolloquio nel corso del quale presenta la scheda provvisoria e raccoglie, dandoneconto nella scheda, le eventuali osservazioni
Valutazione finale: stesura finale della scheda di valutazione, la trasmissione alvalutato e al responsabile dell’unità organizzativa preposta alla gestione delle risorseumane. La scheda di valutazione è controfirmata per presa visione dal valutato.
LE FASI DELLA VALUTAZIONE INDIVIDUALE: LA CONSUNTIVAZIONE
43 25/01/2016
3. Performance individuale
Questa fase consiste nella raccolta degli elementi per la valutazioneconsuntiva.
In particolare nella relazione individuale i valutandi forniscono
ogni elemento utile per motivare le ragioni dei risultati ottenuti dallastruttura di appartenenza e ogni elemento utile per la valutazioneindividuale;
ogni elemento utile per la misurazione oggettiva degli obiettiviindividuali e per motivare le ragioni dei risultati ottenuti;
ogni elemento utile per la valutazione degli ulteriori fattori divalutazione e degli elementi di dettaglio in cui si struttura.
IL PROCESSO VALUTATIVO: LA TEMPISTICA
44 25/01/2016
3. Performance individuale
Assegnazione obiettivi : entro il mese di febbraio dell’anno di riferimento.
Consuntivazione: entro 30 giorni dall’approvazione della Relazione sullaperformance.
Colloquio valutativo : Il valutatore, se lo ritiene necessario, può effettuareun colloquio nel corso del quale presenta la scheda provvisoria e raccoglie,dandone conto nella scheda, le eventuali osservazioni
Valutazione finale: entro 60 giorni dall’approvazione della Relazione sullaperformance.
IL PROCESSO VALUTATIVO: IL RIESAME
45 25/01/2016
3. Performance individuale
Richiesta di riesame (valutato)
• entro 10 giorni dalla trasmissione della scheda definitiva di valutazione
• richiesta scritta, motivata e circostanziata
Riesame (valutatore)
• Entro 20 giorni dalla richiesta di riesame
• Colloquio obbligatorio
OBIETTIVI INDIVIDUALI
46 25/01/2016
3. Performance individuale
• Per "obiettivi individuali" si intendono specifici obiettivi individualmenteassegnati e formalmente attribuiti.
• Gli obiettivi devono essere in linea con le caratteristiche previste dall’art. 7del regolamento 1/2014 ed essere corredati da specifici indicatori/target
• Se non presenti il peso della performance organizzativa includerà quello degliobiettivi individuali
• Le regole di dettaglio del sistema di misurazione e le linee guidametodologiche possono stabilire il numero massimo di obiettivi individuali.
COMPETENZE E COMPORTAMENTI PROFESSIONALI E ORGANIZZATIVI
DIRIGENTI
47 25/01/2016
3. Performance individuale
Elementi di dettaglio fino ad un massimo di tre:
• Capacità manageriali
• Valorizzazione risorse umane
• Grado di cooperazione e capacità di Comunicazione interna ed esterna
• Complessità organizzativa e innovazione
• Utilizzo e aggiornamento delle conoscenze tecnico-professionali
• Crescita delle competenze
COMPETENZE E COMPORTAMENTI PROFESSIONALI E ORGANIZZATIVI
PERSONALE
48 25/01/2016
3. Performance individuale
Elementi di dettaglio fino ad un massimo di tre:
• Utilizzo e aggiornamento delle conoscenze tecnico-professionali
• Abilità tecnico-operativa acquisita
• Crescita delle competenze
• Capacità propositiva
• Capacità attuativa
• Grado di autonomia operativa
• Capacità di reporting
• Capacità di lavorare in gruppo
• Flessibilità
• Capacità di relazione
• Adattabilità al contesto lavorativo
SCHEDA DI VALUTAZIONE FINALE
49 25/01/2016
3. Performance individuale
Lo strumento di valutazione è costituito dalla scheda di valutazione.
per ogni fattore di valutazione ed eventuali elementi di dettaglio deve restituire un punteggio in centesimi e la sintetica motivazione di detto punteggio;
la totalizzazione espressa in centesimi della valutazione complessiva;
il posizionamento del risultato totale tra i livelli premiali previsti;
le indicazioni per il miglioramento della prestazione;
le eventuali considerazioni del valutato da raccogliersi al momento della presentazione della scheda;
La data e la firma del valutatore e quella del valutato, quest’ultima per presa visione
MISURAZIONE E VALUTAZIONE
50 25/01/2016
3. Performance individuale
Il valutatore può discostarsi dagli esiti delle misurazioni oggettivedei fattori valutativi, previa adeguata motivazione, quando ilraggiungimento degli obiettivi sia stato condizionato dallapresenza:
a) di variabili esogene oggettive non controllabili dall’Ente;
b) di variabili endogene oggettive non controllabili dall’Ente.
ESEMPIO DI CALCOLO PERFORMANCE INDIVIDUALE - DIRIGENTI
51 25/01/2016
3. Performance individuale
SettorePeso (%)
%Punteggio ponderato
Valutazione sintetica
Performance organizzativa di settore 30 86,39 25,92
88,97
Obiettivi individuali 20 70,00 14,00
Performance organizzativa di Ente 10 90,50 9,05
Competenze dimostrate e comportamenti professionali e organizzativi
35 35,00
Capacità di differenziazioni della valutazione dei collaboratori
5 5,00
ASPETTI DA CONSIDERARE
52 25/01/2016
• Rispetto della tempistica prevista dalla normativa vigente per evitare che iritardi possano inficiare la correttezza del ciclo valutativo
• Il coinvolgimento dell’organo di indirizzo politico costituisce unacondizione inderogabile affinchè il vertice dell’albero della performance siaeffettivamente costituito da obiettivi strategici chiari e rappresentatividell’indirizzo politico
• Il collegamento tra gli obiettivi del piano di prevenzione della corruzione, gliobiettivi del programma triennale della trasparenza e l’integrità e gli obiettivi diperformance deve essere presente
• Il piano della performance deve essere fruibile, deve fornire unarappresentazione chiara e immediata degli obiettivi di performance
4. Criticità e azioni di miglioramento
PER UNA CORRETTA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA
53
4. Criticità e azioni di miglioramento
25/01/2016
E’ necessario, altresì, garantire l’integrazione tra
ciclo di programmazione finanziaria
e
ciclo della performance
non basta una semplice trasposizione di contenuti da un
documento all’altro
è necessario un lavoro multidisciplinare e intersettoriale che renda
reciprocamente funzionali i contenuti dei documenti elaborati,
nell’ambito dei rispettivi cicli di pianificazione/programmazione
l’integrazione deve essere di processo di interdipendenza
metodologica, di gruppi di lavoro congiunti, di integrazione dei sistemi
informativi e informatici
PIANO E RELAZIONE
54 25/01/2016
Il Piano della performance e la Relazione presentano le seguenti criticità:
non sono di lettura immediata per gli stakeholder;
non sono pienamente considerati strumenti gestionali;
non sono utilizzati come strumenti operativi di lavoro;
devono essere rafforzati come strumenti di benchmarking
4. Criticità e azioni di miglioramento
CICLO DELLA PERFORMANCE
55 25/01/2016
4. Criticità e azioni di miglioramento
Conseguenze del ritardo nell’adozione
del piano della performance:
• i target associati agli indicatori rischiano di essere l’esito di una
valutazione più vicina alla consuntivazione che snatura la funzione
degli obiettivi;
• le attività di monitoraggio infra-annuali diventano un esercizio
tendenzialmente inidoneo ad indirizzare l’azione gestionale
attraverso opportuni interventi correttivi;
• l’eventuale rimodulazione del piano, connessa ad eventi oggettivi,
imprevedibili e non controllabili, risulta poco significativa.
PER UNA CORRETTA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA
56
4. Criticità e azioni di miglioramento
25/01/2016
•Attivazione di specifiche iniziative per diffondere agli stakeholder interni
ed esterni i contenuti del Piano della performance
• Rielaborazione del piano, da un punto di vista grafico ed espositivo,
nell’ambito di forme di comunicazione specializzate per tipologie di portatori
di interessi (cittadini e associazioni, imprese, enti locali, Corte dei conti)
• Trasparenza del processo di elaborazione del piano anche allo scopo di
individuare le cause dei rallentamenti e dei ritardi nell’approvazione finale
PER UNA CORRETTA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA
57
4. Criticità e azioni di miglioramento
Per una corretta impostazione del sistema è necessario pervenire a:
rafforzare le strutture di supporto;
misurare “l’efficienza nell’impiego delle risorse, con particolare riferimento al
contenimento e alla riduzione ei costi, nonché all’ottimizzazione dei tempi dei
procedimenti amministrativi” (art. 8, comma 1, lettera f d.lgs. 150/2009);
evitare l’uso eccessivo di indicatori binari (del tipo raggiunto/non raggiunto);
evitare l’utilizzo di indicatori con target pari al 100%;
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PER UNA CORRETTA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA
58
4. Criticità e azioni di miglioramento
25/01/2016
Infine la copertura normativa
L’art. 11, comma 9, R.R. 1/2014, stabilisce che in ”caso di incompleta adozione del
Piano della performance è fatto divieto di erogazione della retribuzione di
risultato ai dirigenti che risultano avere concorso alla incompleta adozione
del Piano, per omissione o inerzia nell'adempimento dei propri compiti”.
L’art. 41 (Responsabilità) recita:
In ogni caso, e fermi restando gli adempimenti informativi espressamente previsti dalla
legge, dai regolamenti, dalla contrattazione collettiva, nazionale, decentrata ed integrativa,
nonché dal presente regolamento, è fatto obbligo ai dirigenti delle strutture in cui
si articolano i dipartimenti di provvedere alla costante, completa, tempestiva
e puntuale collaborazione con l’OIV e le strutture preposte al controllo
strategico e di gestione e alla valutazione del personale, per consentire la piena
applicazione del presente regolamento.
La mancata o intempestiva collaborazione è rilevante ai fini della misurazione
e valutazione della performance individuale ai sensi dell’art. 18, comma 3.
RILEVANZA DI TALUNI COMPORTAMENTI
59
5. Aspetti sanzionatori e rilevanza dei comportamenti ai fini della valutazione individuale
Numerose norme di legge (anche regionali) sanciscono la rilevanza
di taluni comportamenti o adempimenti ai fini della valutazione
individuale ovvero direttamente ai fini dell’erogazione della
retribuzione di risultato.
art. 18, comma 3, del Regolamento 1/2014 (“In sede di valutazione, il
valutatore deve effettuare una ricognizione dei comportamenti che la
normativa nazionale e regionale considera rilevanti ai fini della misurazione
e valutazione della performance individuale”)
art. 41, comma 1, del Regolamento 1/2014 (“è fatto obbligo ai dirigenti
delle strutture in cui si articolano i dipartimenti di provvedere alla costante,
completa, tempestiva e puntuale collaborazione con l’OIV e le strutture
preposte al controllo strategico e di gestione e alla valutazione del
personale”)
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RILEVANZA DI TALUNI COMPORTAMENTI – ALCUNI ESEMPI
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5. Aspetti sanzionatori e rilevanza dei comportamenti ai fini della valutazione individuale
25/01/2016
Legge 241/90, art. 2,
comma 9
La mancata o tardiva emanazione del provvedimento
costituisce elemento di valutazione della
performance individuale
Legge 241/90, art. 14ter,
comma 6 bis
La mancata partecipazione alla conferenza di servizi
ovvero la ritardata o mancata adozione della
determinazione motivata di conclusione del procedimento
sono valutate ai fini … dell’attribuzione della
retribuzione di risultato
d.lgs. 165/2001, art. 36,
comma 5-quater
Al dirigente responsabile di irregolarità nell’utilizzo del
lavoro flessibile non può essere erogata la
retribuzione di risultato
d.l. 82/2005, art. 57,
comma 2
Le pubbliche amministrazioni non possono richiedere
l’uso di moduli e formulari che non siano stati pubblicati;
(…). La mancata pubblicazione è … rilevante ai fini della
misurazione e valutazione della performance
individuale dei dirigenti responsabili
TRASPARENZA
61
5. Aspetti sanzionatori e rilevanza dei comportamenti ai fini della valutazione individuale
Conseguenze – d.lgs. 33/2013
Art. 46: «L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla
normativa vigente … sono comunque valutati ai fini della corresponsione
della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla
performance individuale dei responsabili»
Art. 47: «La mancata o incompleta comunicazione delle informazioni …
concernenti la situazione patrimoniale complessiva del titolare dell'incarico
al momento dell'assunzione in carica, la titolarità di imprese, le
partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei parenti entro il secondo
grado, nonchè tutti i compensi cui da diritto l'assunzione della carica, dà
luogo a una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro»
25/01/2016
TRASPARENZA QUALE STRATEGIA PER LA PREVENZIONE DELLA
CORRUZIONE
62
6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
“Più attentamente saremo osservati, meglio ci comporteremo” (Jeremy Benthan 1748-1832)
“I funzionari pubblici dovrebbero operare sotto gli occhi dei cittadini” (Jean-Jacques Rousseau 1712-1778)
TRASPARENZA QUALE STRATEGIA PER LA PREVENZIONE DELLA
CORRUZIONE
63
6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
Trasparenza e anticorruzione sono
• Un insieme di strumenti procedurali e di pianificazione/programmazione offerti dall’ordinamento giuridico
•Un insieme di adempimenti
• Atteggiamenti di un singolo individuo e di un’organizzazione
• Un insieme di valori
• Rilevanti ai fini della valutazione individuale (artt. 10 e 46 d.lgs. 33/2013)
ASSETTO NORMATIVO
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• d.lgs. 150/2009, “….ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e diefficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”
• legge 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione dellacorruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”
• d.lgs. 33/2013, “Riordino della disciplina riguardanti gli obblighi di pubblicità,trasparenza, diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”
• d. lgs. 39/2013, “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità diincarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllopubblico”
• DPR 62/2013, “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”
ASSETTO NORMATIVO
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• La genesi: organismi internazionali cui l’Italia aderisce
• Articolazione della strategia anticorruzione su due livelli
• Nazionale• Definizione di un sistema normativo completo• Piano nazionale Anticorruzione
• Decentrato• analisi e valutazione rischi specifici• interventi prevenzione• attuazione e applicazione norme e piano nazionale
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: GLI STRUMENTI
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• Piano Nazionale Anticorruzione
• Obiettivi strategici, azioni previste, target attesi• ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione• aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione• creare un contesto sfavorevole
• strategia di prevenzione a livello decentrato (misure obbligatorie)
• monitoraggio e sviluppo della strategia
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: GLI STRUMENTI
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• Adozione Piano triennale di prevenzione della corruzione• Adempimenti trasparenza
• Codici comportamento
• Rotazione personale• Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi• Disciplina incarichi d’ufficio, attività e incarichi extraistituzionali• Inconferibilità e incompatibilità incarichi dirigenziali• Disciplina attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro• Tutela del dipendente che effettua segnalazione
• Formazione
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: CONTENUTI 1/2
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• Individuazione aree a rischio• autorizzazione o concessioni• scelta del contraente• erogazione sovvenzioni, contributi• concorsi e prove selettive
• Determinazione esigenze di intervento per ciascuna delle aree a rischio conl’indicazione delle misure (obbligatorire, ulteriori), del responsabile, dei tempi egli indicatori di misurazione
• Indicazione misure trasversali• trasparenza• informatizzazione processi• accesso telematico a dati, processi e documenti• monitoraggio sul rispetto dei tempi del procedimento
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: CONTENUTI 2/2
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• Collegamento con il Piano della performance
• I diversi metodi
• performance organizzativa
• performance individuale
• Formazione
• Forme di consultazione
• Processo di monitoraggio
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: GESTIONE DEL
RISCHIO
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
1. mappatura dei processi
2. valutazione dei rischi
3. trattamento dei rischi
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: I SOGGETTI
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• Autorità Nazionale Anticorruzione (rafforzata dopo il d.l.90/2014)
• Responsabile prevenzione corruzione• vigilanza sul rispetto del d.lgs. 39/2013• diffusione conoscenza codici comportamento• compiti non delegabili• incarichi e revoca comunicati all’ANAC
• Organo di indirizzo politico-amministrativo• nomina Responsabile prevenzione della corruzione• adotta il piano di prevenzione della corruzione• adotta atti di indirizzo generale per l’attuazione del PIano
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: I SOGGETTI
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• Organismo indipendente di valutazione• Partecipazione al processo di gestione dei rischi• Promuove e attesta l’assolvimento degli obblighi di trasparenza• Parere obbligatorio sul codice dei comportamenti
• Dirigenti• Svolgono attività informativa• Partecipano al processo di gestione dei rischi• Propongono misure di prevenzione• Assicurano l’osservanza del codice di comportamento• Adottano le misure gestionali: provvedimenti disciplinari, rotazione
• Tutti i dipendenti• Partecipa al processo di gestione dei rischi• Osservano le misure previste dal PTPC e rispettano le regole del codice
• Tutti i collaboratori• Osservano le misure previste dal PTPC e rispettano le regole del codice• Segnalazione situazioni di potenziale illecito
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: MISURE OBBLIGATORIE
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
Rotazione degli incarichi
• L’art. 1, comma 10, lett. B) l. 190/2012 stabilisce che il responsabile dellaprevenzione della corruzione procede alla verifica, d’intesa con il dirigentecompetente, dell’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allosvolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che sianocommessi reati di corruzione.
• Nel caso di impossibilità di applicazione della misura della rotazione per ilpersonale dirigenziale a causa di motivati fattori organizzativi, l’amministrazioneapplica la misura al personale non dirigenziale con riguardo innanzitutto airesponsabili del procedimento
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: MISURE OBBLIGATORIE
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
Svolgimento incarichi di ufficio - attività ed incarichi extraistituzionali
• il cumulo in capo ad un medesimo dirigente o funzionario incaricatodall’amministrazione può comportare il rischio di un’eccessiva concentrazione di poterein un unico centro decisionale
• la concentrazione del potere decisionale aumenta il rischio che l’attività amministrativapossa essere indirizzata verso fini privati o impropri
• le amministrazioni debbono adottare dei criteri generali per disciplinari i criteri diconferimento e i criteri di autorizzazione degli incarichi extra-istituzionali
•In sede di autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali secondo quantoprevisto dall’art. 53, comma 7 del d.lgs. 165/2001, devono esser valutati tutti i profili diconflitto di interesse, anche quelli potenziali
• il dipendente è tenuto a comunicare formalmente all’amministrazione anchel’attribuzione di incarichi gratuiti
PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE: MISURE OBBLIGATORIE
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti (d.lgs. 39/2013)
• inconferibilità in relazione all’attività svolta dall’interessato in precedenza;
• incompatibilità specifiche
• inconferibilità di incarichi dirigenziali per i soggetti che siano destinatari disentenze di condanna per delitti contro la p.a.
• svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro
PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITÀ
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• adozione sentite le organizzazione dei consumatori e degli utenti
• definisce misure, modalità e iniziative volti all’attuazione degli obblighi di
pubblicazione previsti dalla normativa vigente
• di norma costituisce una sezione del Piano di prevenzione della corruzione
• obiettivi organizzativi e individuali
• la trasparenza rileva come dimensione principale della determinazione degli
standard di qualità dei servizi pubblici
ACCESSO CIVICO
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• legittimazione soggettiva senza alcuna limitazione
• non è necessaria la motivazione
• gratuita
• richiesta indirizzata al responsabile della trasparenza
• l’amministrazione provvede entro 30 giorni
• ricorso al titolare del potere sostitutivo
• segnalazione dell’inadempimento all’UPD, all’OIV all’organi di vertice
dell’amministrazione
OBBLIGHI DI PUBBLICAZIONE: QUALITÀ DELLE INFORMAZIONI
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6. Trasparenza e prevenzione della corruzione
25/01/2016
• costante aggiornamento
• completezza
• semplicità di consultazione
• comprensibilità
• conformità ai documenti originali in possesso dell’amministrazione
• formato aperto
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Regione CalabriaGiunta Regionale
Percorso formativo per il personale proveniente dalle
province
III Modulo – Il sistema di valutazione della performance
organizzativa e individuale
Aspetti metodologici, organizzativi ed operativi
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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