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A A l l e e s s s s @ @ n n d d r r i i a a I I . . P P . . A A . . S S . . V V . . I I . . Numero 3 - Anno VII - Giugno 2010 Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL P P e e r r i i o o d d i i c c o o d d i i n n f f o o r r m m a a z z i i o o n n e e d d e e l l l l a a p p r r o o f f e e s s s s i i o o n n e e i i n n f f e e r r m m i i e e r r i i s s t t i i c c a a

Periodico d’informazione della professione infermieristicafiles.spazioweb.it/aruba42529/file/giu10.pdf · Risposta a Quesiti: come “lettera al…”oppure ” l’infermiere

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Numero 3 - Anno VII - Giugno 2010Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

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Aless@ndriaIPASVI è il NOSTRO periodico, il periodico di informazionedegli iscritti al collegio della provincia di Alessandria, ci aspettiamoquindi un grosso contributo da tutti Voi che quotidianamente viveteesperienze di lavoro interessantissime, scrivetele ed inviatele alla re-dazione, saranno pubblicate sui prossimi numeri; condividere espe-rienze è un grosso arricchimento professionale per tutti noi!!!

Il comitato di redazione

Direttore ResponsabileAntonio Agosti

RedazioneNadia CermelliFranco Piccio

Progetto Grafico e StampaLitocoop Srl

Via Calcinara 13 - Tel. 0131 861586Tortona (AL)

DirittiTutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione,anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore.

CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 7 GIUGNO 2010

Aless@ndria I.P.A.S.V.I.Periodico d’informazione della professione infermieristica

Autorizzazione del Tribunale n. 561 del 19/3/2004 • Numero 3 - Anno VII - GIUGNO 2010Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

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RELAZIONE DEL PRESIDENTE SULL’ATTIVITA’SVOLTA NELL’ANNO 2009 ELINEE PROGRAMMATICHE 2010

ANALISI CRITICA ED INTERPRETAZIONEDI UNA FONTE STORICA INERENTELA STORIA DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA

BILANCIO CONSUNTIVO 2009

9PROGETTO PER LA RILEVAZIONE DEGLIEVENTI AVVERSI NEL BLOCCO OPERATORIODELL’OSPEDALE SAN GIACOMO DI NOVI L IGURE

19I CENACOLI DELLA CULTURA PROFESSIONALEINFERMIERISTICA

20MANI AL SERVIZIOSTRUMENTO DI CURA E CONTATTO

23TRAPIANTI E DONAZIONE D’ORGANI:UNA SFIDA CULTURALE

19CORSI IN PROGRAMMAZIONE NEL II SEMESTRE

22LE ULCERE VASCOLARI DEGLI ARTI INFERIORI

NORME EDITORIALILa redazione di Aless@ndriaIPASVi ricorda a tutti i colleghi infermie-ri, vigilatrici di infanzia e assistenti sanitari, che è possibile offrire ilproprio contributo alla redazione del periodico Aless@ndriaIPASVI;è un periodico di aggiornamento professionale, informazione infermie-ristica e giuridico-legislativa, pertanto gli articoli che si intendono pub-blicare dovranno rispondere ai seguenti criteri:Articolo a carattere scientifico: dovrà essere fornito integralmente, conabstract e bibliografiaArticolo Informativo: di carattere professionale, aggiornamento(es. commento a eventi formativi, normativa ECM ect.), giuridico-legisla-tivo.Risposta a Quesiti: come “lettera al…” oppure ” l’infermiere …. ri-sponde”; risposte a quesiti posti dai lettori di Aless@ndriaIPASVI dove,diverse figure come: il presidente, l’avvocato, il commercialista, infer-mieri esperti in particolari tematiche, i membri del consiglio per quantodi loro competenza (università, dirigenza infermieristica, libera profes-sione, normativa extracomunitari, ricerca infermieristica ecc), rispondo-no ai colleghi.All’interno della rivista potranno essere inseriti , a seconda della dispo-nibilità, brevi racconti, aneddoti, poesie, vignette inerenti la professione.Sarà inoltre possibile inserire comunicazioni ( sia da singoli iscritti, cheda associazioni, enti etc.) relative a eventi formativi, ( congressi, conve-gni, eventi ECM specifici a tematiche di natura professionale).Gli articoli dovranno pervenire alla redazione di Alessa@ndriaIPASVI insupporto informatizzato (C.D., floppy) al seguente indirizzo:Collegio Provinciale IPASVI,Via Buonarroti n. 1215100 Alessandria oppure attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] articoli saranno visionati e valutati dal direttore responsabile e dalgruppo di redazione, sottoposti al presidente del collegio e, dopo esse-re stati validati saranno pubblicati sul primo numero disponibile.

Sede del Collegio IPASVI,Via Buonarroti, 12 - ALESSANDRIATel. 0131 218113 - Fax 0131 240208E-mail: [email protected] - Sito: www.ipasvialessandria.it

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approvata dal Consiglio Direttivo indata 14.01.2010

Care colleghe, cari colleghi, desidero porgervi il benvenuto a que-sto importante appuntamento assem-bleare e ringraziare quanti ci hannosostenuto e sostengono l’impegno delconsiglio direttivo nella realizzazionedelle iniziative a sostegno della pro-fessione.Riteniamo che alla base di questa fi-ducia ci sia il rapporto diretto con gliiscritti e il riconoscimento degli sforzifatti da questo direttivo nel perseguiregli obiettivi del piano programmatico enel dare una maggiore evidenza e ri-conoscimento alla professione di In-fermiere, Assistente Sanitario e Infer-miere Pediatrico.L’assemblea rappresenta lo spazioistituzionale in cui confrontare le que-stioni rilevanti e le prospettive da met-tere in campo per l’anno 2010.Le attività realizzate nel 2009 hannocoinvolto: il Consiglio Direttivo, gli iscrit-ti, il personale amministrativo, i consu-lenti, alcune associazioni di volontaria-to ed i cittadini.Questo è motivo di grande soddisfa-zione, perché riteniamo che i miglioririsultati si raggiungano grazie al con-tributo e alla partecipazione attiva ditutti.Il lavoro svolto nel 2009 ha consentitodi concretizzare diverse iniziative in-quadrabili in tre grosse macro-aree:� politico-istituzionale� formazione e ricerca� servizi

L’AREA POLITICO-ISTITUZIONALEI rapporti istituzionaliSono stati effettuati incontri con i refe-renti politici locali in particolare:incontro con la senatrice Boldi (relatri-ce della L.43/06) discutendo su - problematiche significative per la

professione;- contingente dei posti disponibili neicorsi di laurea in Infermieristica;- corpo docente in Infermieristica eScienze Infermieristiche didattico an-che per la seconda sede universitariadi S.I. a Tortona (numero dei docenti,Coordinatore CdL e dei tutors pedago-gici);- direzione infermieristica;- libera professione;- proposta di legge sull’ordinistica.

In occasione del convegno organizza-to dal Collegio il 21 maggio 2009 daltitolo: “Il profilo di responsabilità del-l’infermiere e del personale di suppor-to” si è colta l’opportunità sia di incon-trare i vertici aziendali dell’ASL AL edell’ASO oltrechè con i rappresentantidel comune di Alessandria, il coman-dante dei N.A.S. di Alessandria, i fun-zionari regionali sia della formazioneche per l’accreditamento delle struttu-re residenziale e semiresidenziali. Altro momento importante è rappre-sentato dall’associazione “Alessandria2018” dove il collegio rappresenta laprofessione nell’ambito di tavoli tecniciin cui si discute del sistema sanitario esociale della città di Alessandria edella Provincia. Al cui tavolo siedono ivertici dell’ASO, dell’ASL AL, dei ServiziSocio-Assistenziali e dell’Ordine deiMedici.

I rapporti con l’Università e la forma-zioneNella rete di collaborazione con le isti-tuzioni accademiche (ai sensi del De-creto MIUR n. 270 del 22/10/20049), ilCollegio, ha fornito le proprie osserva-zioni alla Consulta delle professioni edassociazioni tenutosi a Vercelli con l’U-niversità del Piemonte orientale, evi-denziando la necessità di utilizzaremetodologie didattiche attive (P.B.L.)nell’ambito del Corso di Laurea in In-

fermieristica della Facoltà di Medicinae Chirurgia dell’Università degli Studidi Novara. Per quanto attiene la provincia di Ales-sandria in considerazione che questasi colloca in un contesto confinantecon la Liguria (Genova e Savona), l’E-milia (Piacenza e Parma), la Lombar-dia (Pavia e Milano) e in Piemonte visono i poli di Torino ed Asti, si è se-gnalato che, sulla base di questo qua-dro geografico, occorrerebbe valoriz-zare le peculiarità ambientali, orien-tando a sviluppare alcuni settori versol’eccellenza, diventando polo di attra-zione per un ambito molto più vastodegli ambiti provinciale e/o regionalema guardando verso l’ extraregionale.Riteniamo altrettanto importante inter-facciarsi e dialogare con la RegionePiemonte sia per quanto attiene i pro-tocolli d’intesa ma anche con l’asses-sorato all’Università allo scopo di co-noscere canali a cui attingere a fondiche potrebbero essere spesi per l’uni-versità ed anche per le Scienze Infer-mieristiche (S.I.).Sempre con l’Università e specificata-mente per le S.I, riteniamo importantel’aspetto della programmazione sulnumero di professionisti da formarenel tempo, specie per quanto attiene ilfabbisogno del nostro territorio e dellestrutture presenti, sia pubbliche cheprivate. Tali osservazioni rispondono all’evolu-zione dei bisogni prioritari di salutedella popolazione e tengono in consi-derazione l’andamento demograficoed epidemiologico nonché il contestosocio-culturale di riferimento.A garanzia del conseguimento del ti-tolo abilitante alla professione, si con-solida il nostro impegno nelle Com-missioni di Esami finali del corso diLaurea in Infermieristica. Sono state realizzate sedute (pressol’Università degli Studi di Novara), che

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Relazione del Presidentesull’attività svolta nell’anno 2009 e linee

programmatiche per l’anno 2010

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hanno visto la partecipazione della Vi-cepresidente quale rappresentante al-le sessioni d’esame.Si è infine data continuità alla rappre-sentanza del Collegio all’interno dellacommissione regionale ECM del siste-ma piemontese, con una partecipa-zione della Vicepresidente per com-plessive tre sedute.Prosegue la collaborazione con l’Uni-versità degli Studi di Novara per larealizzazione dei Master infermieristi-ci, fra cui in particolare il Master inCoordinamento.Un altro aspetto particolarmente signi-ficativo è l’accertamento della cono-scenza della lingua italiana per infer-mieri stranieri comunitari ed extraco-munitari.Anche in questo il collegio ha realizza-to 17 sessioni che hanno esaminato107 colleghi, di cui 102 hanno conse-guito l’idoneità, di questi 66 sono co-munitari e 36 extracomunitari.Il Collegio ha costantemente vigilatosullo svolgimento della formazione delpersonale di supporto (O.S.S.) attraver-so la partecipazione alle commissioniper l’esame finale e il conseguimentodell’attestato, a cui si è partecipato per17 sedute d’esame, attraverso specificicommissari designati dal Collegio.I rapporti con i mediaNell’ambito delle iniziative volte a pro-muovere l’immagine dell’infermiere, inoccasione della giornata internaziona-le dell’infermiere, il 12 maggio 2009 èstato realizzato un incontro aperto alleprofessioni sanitarie avendo quale re-latore l’europarlamentare Prof. Mussae l’architetto Milanese, presidenteonorario della Consulta Unitaria delleProfessioni della provincia di Alessan-dria. Le numerose tematiche affrontate, ca-ratterizzate dalla grande rilevanza perla professione (si pensi alla program-mazione formativa universitaria, alleiniziative a sostegno delle iscrizioni alCorso di Laurea in Infermieristica e alconfronto con la rappresentanza deicittadini) sono state riprese e diffusedagli organi di stampa.La rete di contatti con i media (stampa,radio, ecc) certamente devono trovareun potenziamento, allo scopo di di-scutere e diffondere al pubblico le te-matiche concernenti la professione.

L’AREA DELLA FORMAZIONEE RICERCASul versante della formazione e ricercasi è dato seguito alle diverse istanzeproposte ed in particolare sono statirealizzati 11 corsi, che hanno ottenuto114 crediti ed hanno visto la parteci-pazione di circa 345 colleghi.I crediti complessivamente assegnatinel corso del 2009 sono stati 3303.Le iniziative effettuate hanno riguarda-to:- la responsabilità professionale- il codice deontologico- la gestione del miglioramento dellaqualità- alla scoperta della personalità creati-va e vitale scoprire il bambino in noi eil suo respiro di vita (in collaborazionecon il Collegio delle Ostetriche)- la gestione del rapporto infermierioperatori di supporto;- la libera professione- la formazione e la preparazione del-l’infermiere straniero

Un altro aspetto che ci ha impegnatoe ci vede orgogliosi dei risultati rag-giunti, che verranno presentati il 5marzo all’Ambra è la realizzazione epubblicazione del rapporto di ricercainfermieristica nella provincia di Ales-sandria “Luce sulle lanterne”.Il lavoro fatto vuole essere un contribu-to agli iscritti, al mondo della salute ein particolare alla cittadinanza affinchépossa conoscerci meglio. Ci si è prefissati di produrre una sortadi “libro bianco” che aiuti a capirequali aspetti caratterizzano la nostraprofessione e quali sono gli elementisignificativi da considerare per orien-tarne la formazione, l’aggiornamento,l’organizzazione e la programmazio-ne del fabbisogno. Conoscere le con-dizioni lavorative di una figura profes-sionale ritenuta scarsa e preziosa peril Servizio Sanitario e fosse utile a farconoscere appieno il ruolo, le poten-zialità, le competenze e l’umanità diquesto professionista.I risultati dello studio, forniscono unospaccato sulle caratteristiche pre-gnanti dell’infermiere del territorioalessandrino, un’analisi puntuale edescrittiva della nostra professione.

L’AREA DEI SERVIZIPer favorire l’integrazione progressiva

ed efficace nel contesto professionale.dei colleghi provenienti da altri paesieuropei ed extraeuropei, si è provve-duto a revisionare la brochure di pre-parazione all’esame, incluso il nuovocodice deontologico, uno strumentoaggiornato e immediato, con l’obietti-vo di migliorare il livello delle cono-scenze necessarie per sostenere gliesami di accertamento della linguaitaliana. Nell’anno 2009 il Consiglio Direttivo hadeliberato complessivamente 153nuove iscrizioni:- 35 di colleghi non comunitari- 61 di colleghi comunitari- 57 di colleghi italiani.Sono stati inoltre effettuati 12 trasferi-menti in entrata e 18 in uscita da altriCollegi.Sono state deliberate 82 cancellazioni,di cui 7 per dimissioni, 5 per decesso e52 per morosità.Al 31 dicembre 2009 il nostro Colle-gio ha 3273 iscritti (Italiani 2581;Comunitari 403; non comunitari289).

Le consulenze e internetNell’ambito del servizio offerto agliiscritti, particolare attenzione merital’attività di consulenza, che ha richiestoun notevole impegno da parte di tutti iconsiglieri e dei consulenti al fine disoddisfare le sempre più crescenti ecomplesse richieste degli iscritti.I quesiti relativi al 2009 sono stati circa113 di cui:n. 21 di carattere contrattuale;n. 31 di carattere fiscale/libera profes-sione;n. 6 di carattere legale;n. 55 di carattere professionale;per un totale di pareri espressi, aiquali vanno ad aggiungersi circa 70pareri telefonici e/o attraverso il con-tatto mailing list.Inoltre, i consiglieri si sono impegnatinel proprio ambito lavorativo a fornirerisposte, chiarimenti e suggerimenti aogni collega che ne abbia fatto richie-sta.

Il sito rappresenta un moderno siste-ma di comunicazione con tutti gliiscritti, attraverso il siti sono stai fornitipareri informazioni e notizie in temporeale.La consultazione e gli iscritti alla mai-

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ling list (attualmente sono registrati273 colleghi) sono in costante aumen-

to e nel corso del 2009 hanno avutoun andamento incrementale con circa

13.725 pagine visitate nel corso del2009.

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Andamento visite sito www.ipasvialessandria.it

Gli incontriNel corso del 2009 sono state effet-tuate 15 sedute di Consiglio Direttivocon un impegno medio orario di cir-ca 3,30 ore a seduta e sono statipredisposti n. 3 Atti Deliberativi.L’attività di segreteria ha comportatola protocollazione di 2120 documenti

di cui:1115 in entrata330 in uscita675 certificati iscrizioneLa sede del nostro Collegio ha ospi-tato inoltre i seguenti incontri:- Gruppo Dirigenti SITRO e Coordina-tori Corsi di Laurea;

- Coordinatori Corsi di Laurea;- gruppi di lavoro (Libera professio-ne-formazione-….).La sede inoltre è stata messa a di-sposizione dei colleghi che ne han-no fatto richiesta per incontri di pro-grammazione e discussione.

Linee programmatiche per il 2010

Consapevoli che la condivisione deivalori professionali rappresenta sem-pre e ovunque la risposta vincente, i ri-sultati raggiunti nel corso di questo ul-timo anno ci spingono a definire unaserie di linee programmatiche caratte-rizzate da un elevato interesse da par-te della professione.L’anno 2010 ci vedrà pertanto tutti im-pegnati e partecipi nel rafforzare unprincipio basilare e condiviso: l’affermazione del valore professio-nale al l ’ interno della comunitàscientifica.Ciò significherà dedicare massima at-tenzione allo sviluppo professionale (intermini di formazione e aggiornamen-to) nonché alla tutela del ruolo che l’in-fermiere riveste nella società, affinchépossa operare con sempre maggioriautonomia e responsabilità. Sonoquesti i due capisaldi imprescindibilidella professione, a cui vanno ad ag-giungersi chiarezza, comprensione,

dialogo, efficacia, competenza, pro-fessionalità e comunicazione. Si trattadei pilastri su cui si basa il nostro ope-rato quotidiano, dei valori in cui cre-diamo fermamente.Ma non solo: un impegno già assuntocon la nuova legislatura è quello di in-traprendere un’azione politica per de-clinare i contenuti della Legge 43/06. Nel corso dell’anno 2010 sarà nostroimpegno sviluppare il percorso già in-trapreso lo scorso anno al fine di ga-rantire a tutti i nostri iscritti e a tutti co-loro che fruiscono dei servizi del Colle-gio una risposta efficace ed efficiente.Infine, l’aumento del numero degliiscritti, l’incremento dell’attività lavora-tiva e l’implementazione del protocolloinformatico e del sistema di contabilitàrichiederanno un sempre maggioreimpegno sia del personale ammini-strativo sia da parte di tutti i consiglierie degli organi istituzionali.L’articolazione delle attività nel corso

del 2010, sarà sviluppata attraverso lastrutturazione di specifiche commis-sioni, con l’assegnazione della re-sponsabilità ad un consigliere che siimpegnerà nei confronti degli iscritti araggiungere gli obiettivi indicati.

COMMISSIONICommissione Ricerca ReferenteAlessandro CataldoAl fine di promuovere la ricerca nel-l’ambito infermieristico, la Commissio-ne si attiverà con lo scopo di promuo-vere la ricerca infermieristica nella no-stra provincia.Dovranno inoltre essere attivati specifi-ci programmi di formazione sulla ri-cerca aventi la finalità di rinforzare tragli iscritti l’utilizzo di conoscenze evi-dence based nursing.Infine, dovrà sviluppare l’obiettivo dipromuovere progetti di ricerca, in col-laborazione con le istituzioni e le so-cietà scientifiche, relativi agli aspetti

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clinico-assistenziali e organizzativi del-l’assistenza infermieristica.La commissione dovrà sviluppareazioni di implementazione e diffusionedei risultati della rapporto ricerca suiquesiti assistenziali di rilevanza socia-le e scientifica dal titolo: “luce sulle lan-terne”.Per definire il profilo dell’infermiere diricerca clinica si convocheranno inoltrealcuni focus group con i colleghi cheoperano nei diversi settori della ricercaclinica.Commissione Pediatria ReferenteMariangela BellinasoPer favorire l’integrazione e il ricono-scimento dello specifico ruolo assi-stenziale pediatrico verranno proposticorsi specifici, in particolare sarà svi-luppato:- allattamento materno (secondo le li-nee guida dell’OMS-Unicef)- sviluppo e diffusione del rooming-in.- predisposizione di una specifica se-zione sul sito www.ipasvialessandria.itAttivazione di almeno 2 focus groupcon i colleghi aventi l’obiettivo di af-frontare e discutere le tematiche dimaggiore interesse per l’assistenza in-fermieristica in età pediatrica.Commissione Promozione ImmagineReferente Carla RepettoContinua l’impegno nel richiedere unmaggior coinvolgimento dei massmedia nel promuovere lo sviluppo e ilriconoscimento del ruolo sociale del-l’infermiere. Per dare maggiore visibi-lità alle iniziative e favorire la parteci-pazione alla vita del Collegio, ci si atti-verà per individuare un supporto conun esperto del settore.Inoltre sarà valutata la possibilità direalizzare incontri formativi di educa-zione alla salute attraverso la collabo-razione con organismi regionali qualila rete HPH, Doors.Commissione Libera Professione Re-ferente Roberto TerranovaPer dare un maggiore impulso alla li-bera professione verrà attivato un“punto di ascolto” a disposizione degliiscritti 1 volta al mese, con indicazionedell’apertura e dell’orario sul sito,presso la sede del collegio (impegnoassunto in occasione del convegnorealizzato nel mese di ottobre).Raccolta bisogni formativi dei liberiprofessionisti e come annunciato nelcorso dell’evento formativo si valuterà

la richiesta di realizzare un corso diaggiornamento avanzato in merito al-l’esercizio libero professionale. La commissione dovrà:- sviluppare uno studio e monitorag-gio delle modalità di esercizio della li-bera professione- elaborare e applicare un piano di tu-tela della dignità professionale e dellasalute dei cittadini- sostenere iniziative finalizzate all’a-bolizione del vincolo dell’incompatibi-lità per l’esercizio libero professionaleper i pubblici dipendenti.Realizzare almeno 3 confronti con icolleghi, attraverso specifici FocusGroup su tematiche fiscali, previden-ziali, assicurative, con il supporto del-l’ENPAPI e altri colleghi esperti liberiprofessionisti.

Commissione Università ReferenteTosca VendraminProseguire la collaborazione con l’Uni-versità svolgendo almeno 5 incontricon gli organi accademici sull’applica-zione della normativa e l’attivazionedegli insegnamenti (MED. 45).Sviluppare uno studio e monitoraggiodelle modalità applicative delle disci-pline infermieristiche programmi e ri-sultati raggiunti.Elaborazione di un documento (rap-porto) dell’andamento delle iscrizioni,laurea di base e magistrale nella Pro-vincia di Alessandria.Predisposizione di un bando per bor-sa di studio e tesi di laurea.

Commissione Residenzialità strutturee accreditamento Referente CinziaPoggioContinua l’impegno nel coinvolgimen-to delle strutture residenziali e semire-sidenziali dove operano professionistiinfermieri sia per quanto attiene l’ac-creditamento delle strutture sanitarieterritoriali che per quanto attiene gliaspetti della formazione degli opera-tori, attraverso la partecipazione algruppo costituito presso l’Aress, cheha lo scopo di elaborare linee guida epercorsi di formazione e aggiorna-mento per gli operatori del settore,proponendo sperimentazioni, orienta-te al percorso di accreditamento deiprocessi di lavoro.Si è inoltre valutata la possibilità direalizzare incontri formativi per gli

operatori del settore, orientati a soddi-sfare i bisogni formativi specifici, oltrea favorire la possibilità di soddisfarel’acquisizione dei crediti ECM, specieper questi operatori a cui non tutte lestrutture offrono tale opportunità, an-che di crescita personale oltrechè pro-fessionale.

Commissione per i Cittadini StranieriReferente Paolo MoscatielloIn collaborazione con la Commissionelibera professione e con altre associa-zioni operanti sul territorio, prevederedi rafforzare la lotta contro l’abusivi-smo e lo sfruttamento della manodo-pera, attraverso lo sviluppo e applica-zione di un piano di azioni-interventoda effettuare.Realizzazione di un evento formativodedicato alla promozione della me-diazione culturale tra colleghi italiani estranieri.Predisposizione di una specifica sezio-ne dedicata ai colleghi stranieri in cuisaranno esplicitate tutte le procedureper il riconoscimento dei titoli, la nor-mativa specifica per l’esercizio profes-sionale in Italia, la programmazionedei corsi di preparazione agli esamiper l’esercizio della professione in Ita-lia sul sito www.ipasvialessandria.itAttivare lo sportello di ascolto e di con-sulenza per i colleghi stranieri circa leproblematiche professionali e di inte-grazione nei diversi contesti lavorativi,a disposizione degli iscritti 1 volta almese.Commissione Area Critica ReferenteDaniela Pastorino Per dare un maggiore impulso allesingole specialità occorrerà sviluppareun piano di raccolta bisogni formatividei professionisti operanti nel settoredell’area critica e dell’emergenza.La commissione dovrà:- sviluppare uno studio e monitorag-gio sulle opportunità e criticità nell’am-bito del soccorso extraospedaliero.- elaborare e applicare un piano disviluppo e riconoscimento della pro-fessionalità specifica- sostenere iniziative di collaborazionecon AREU (Agenzia Regionale Emer-genze Urgenze);Attivazione di almeno 2 focus groupcon i colleghi aventi l’obiettivo di af-frontare e discutere le tematiche dimaggiore interesse per l’assistenza in-

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fermieristica in area critica.Commissione Internet ReferenteMarcello Del PapaIl sito, ormai consolidato punto di rife-rimento provinciale, vedrà un poten-ziamento dello spazio dedicato ai linke la possibilità di visualizzare le tema-tiche specifiche di ogni commissionedi lavoro.Per avvicinare ulteriormente gli iscritti èin programma la realizzazione di unsondaggio di customer satisfactionvolto a misurare l’indice di gradimentodei servizi offerti e individuare le possi-bili aree di miglioramento.Commissione Rivista Referenti: Na-dia Cermelli – Sara BidoneLa rivista, organo di stampa del colle-gio IPASVI di Alessandria.Predisporre una rete di referenti per laraccolta e diffusione delle esperienzesu tutto il territorio provinciale.Anche quest’anno il comitato di reda-zione proseguirà nella pubblicazionedella rivista con articoli a carattereprettamente scientifico, dedicandouno spazio per accogliere le proposteeditoriali dei colleghi e rendendo in talmodo la rivista uno strumento di divul-gazione delle prove di efficacia in am-bito professionale.Commissione Aggiornamento e Bi-blioteca Referente Alessandro Ca-taldoPer dare ulteriore impulso occorreràsviluppare un piano di raccolta biso-gni formativi dei professionisti nei di-versi settori anche con la collaborazio-ne dei referenti le altre commissioni.La commissione dovrà:- elaborare il piano dei corsi;- svolgere almeno 5 eventi formativiaccreditati ECM- sviluppare il documento di accredita-mento dei provider- sviluppare reportistica delle attivitàeffettuate- predisporre ed effettuare il piano ac-quisti riviste libri (entro i limiti di bilan-cio).La Commissione dovrà supportare larealizzazione di eventi formativi resi-denziali e convegni.Commissione Area dirigenziale Re-ferente Salvatore BellinceriLa Commissione si pone l’obiettivo diconsolidare la direzione infermieristicasollecitando l’espletamento delle proce-dure concorsuali e promuovendo l’indivi-

duazione di due livelli dirigenziali (strut-tura semplice, struttura complessa).Vuole inoltre favorire il dialogo orga-nizzativo/gestionale tra le risorse pro-fessionali afferenti all’area sanitaria ela dirigenza SITRA.A tal fine promuoverà:- indagine tra gli iscritti al Collegio sul-le opinioni e finalità del SITRA- organizzazione di un evento dibatti-to/confronto tra la dirigenza SITRA e glioperatori dell’area sanitaria.Infine, darà continuità alle azioni intra-prese, svolgendo almeno 5 incontricon gli organi preposti, finalizzate allapossibilità per le strutture sanitarie se-di di corso di Laurea in Infermieristicadi attribuire la posizione dirigenziale alCoordinatore Didattico di Sezione.Ufficio Stampa Referente LorellaGambariniUna delle novità proposte per que-st’anno è rappresentata dall’istituzionedi un Ufficio Stampa all’interno del Col-legio, prevista peraltro dall’art. 9 dellelegge 150/2000 (riferita alle ammini-strazioni pubbliche).L’Ufficio Stampa permetterà di poten-ziare la promozione dell’immagine so-ciale dell’infermiere attraverso la co-municazione istituzionale con la reteesterna e una collaborazione / rela-zione con i media e la rete dei giorna-listi. In altri termini, consentirà di comuni-care e fare comunicare il Collegio,ampliando la già esistente attività didiffusione di Comunicati Stampa e sti-molando i media a una maggiore ri-cettività e disponibilità alla diffusionedi notizie inerenti la professione infer-mieristica.Le funzioni peculiari dell’Ufficio Stampasaranno in prima istanza focalizzatesulla tenuta di un archivio, la gestionedei contatti, la realizzazione della Ras-segna Stampa, il monitoraggio dellapubblicazione dei Comunicati Stampae il coordinamento delle attività delleCommissioni, al fine di darne la dovu-ta visibilità.Riflessioni conclusiveResponsabilità, competenze, conti-nuità e innovazioneQuattro sono le parole chiave che cor-rispondono ai grandi obiettivi che ilCollegio desidera perseguire nel pros-simo futuro.La continuità è il primo, il presupposto.

La professione infermieristica ha infat-ti assistito a importanti e repentinicambiamenti oggi percepibili nellaquotidianità di tutti noi.Questi cambiamenti richiedono un co-stante consolidamento, un aggiusta-mento di rotta, un’ulteriore attuazione,che diverranno il filo rosso in grado diunire passato e futuro aprendo nuoviscenari. Per dare continuità occorre at-tivarsi per dare un ancor più significa-tivo valore ai traguardi raggiunti. Manon solo: la continuità sta anche nelnostro impegno, che dovrà essere co-stante ed invariato nel tempo.La responsabilità, poi, rientra nel no-stro mandato di professionisti dellasalute. Siamo responsabili dell’assi-stenza, ci facciamo carico delle perso-ne e dei loro bisogni di salute. La re-sponsabilità è quindi parte del DNA diun infermiere e diventa la chiave d’ac-cesso per la vera valorizzazione delnostro nuovo ruolo professionale.Le competenze, garantite da una for-mazione a livello universitario e poten-ziate dall’aggiornamento costante,rappresentano ciò che ci distingue erende unica la nostra professione. Ènostro obiettivo attivarci affinché ven-gano condivise e si arricchiscano, apartire dalla ricerca per arrivare alconfronto internazionale. Nella consa-pevolezza delle nostre competenze,possiamo continuare a crescere comeprofessionisti e come persone, rispon-dendo in modo sempre più appro-priato alle mutate esigenze del pano-rama in cui operiamo.Infine, non ultimo l’innovazione. Lanostra è una professione in costantemutamento, sempre attenta ai cam-biamenti. Innovarsi significa crescere,evolvere, ma anche mettersi in discus-sione. È questo il passo più importanteper una presa di coscienza che si tra-sformi in soluzioni concrete, in gradodi incidere proficuamente sulle sceltepolitiche e strategiche, nonché sulla vi-ta di tutti i cittadini.Queste parole chiave sono risorse,ma anche sfide che la professione èchiamata ad affrontare. Sono i nostriobiettivi, ma anche i valori in cui cre-diamo e che ci guideranno nel corsodel nostro mandato durante questo2010.

Il PresidenteDott. Salvatore Bellinceri

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Costi Ricavi

Organi statutari 53.624,06 Quote iscritti anno 161.535,00Costi del personale 37.319,53 Nuove iscrizioni 9.370,00Spese per beni e servizi 40.070,96 Quote arretrate 24.899,00Prestazioni istituzionali 39.509,90Federazione Nazionale Collegi 30.779,67 Ricavi diversi 20.735,00Imprevisti (Abruzzo) 1.000,00Oneri finanziari 1.004,56Varie 1.604,32

Totale costi 2009 204.913,00 Totale ricavi 216.539,00Avanzo di gestione 2009 11.626,00

IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA

Bilancio Consuntivo 2009

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Iniziative di studio più recenti - comel’indagine svolta dallo stesso Consor-zio universitario specializzato nella for-mazione sui rischi (CINEAS) nel maggio2008 e il Forum di Arezzo sul risk ma-nagement in sanità svoltosi a novem-bre 2008 - hanno confermato, purtrop-po, come in Italia la gestione del ri-schio sia disomogenea e frammenta-ria: anche all’interno di una stessa re-gione il modo di gestire il rischio e l’er-

rore è diverso da un’azienda all’altra.L’unico dato positivo è costituito da unacrescente presa di coscienza dellagravità del problema.Gli eventi avversi, dunque, hanno unpeso notevole sull’attività e funzionalitàdell’azienda sanitaria, ma si riflettonosull’intera collettività, oltre che su colo-ro che ne subiscono le conseguenzedannose, soprattutto a causa del loroforte impatto umano, sociale ed eco-

nomico.Da tutto ciò si evince che, se l’errore èatteso, il modello di gestione deve ne-cessariamente essere indirizzato sulsistema e sull’ambiente in cui il profes-sionista sanitario opera, cercando diprogettare e realizzare sistemi cherendano difficile la possibilità di sba-gliare.L’esigenza di accrescere l’efficacia del-le attività mirate alla prevenzione e alla

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Nel quadro del più ampio tema dellagestione del rischio clinico, l’attenzio-ne è rivolta in questo lavoro alla pre-venzione dell’errore e, più in genera-le, degli eventi avversi nell’ambito diun blocco operatorio. Gli AA. presen-tano l’esperienza compiuta nel conte-sto aziendale di un ospedale pie-montese in cui è stato sperimentato eimplementato un progetto finalizzato,attraverso l’uso di check list, ad indivi-duare le criticità organizzative nell’at-tività anestesiologica e chirurgica che,talvolta, impediscono addirittura lacorretta identificazione del paziente edel sito chirurgico sul quale deve es-sere eseguito l’intervento.Le strutture del Servizio sanitario sonoimpegnate a perseguire - attraversoun grande processo di trasformazio-ne in atto ormai da oltre un decennio,

sia pure con risultati spesso deludentiin diverse aree del territorio nazionale- la qualità, l’efficienza e l’economicitàdelle gestioni, sulla base dell’impiegopiù razionale delle risorse disponibili,della programmazione degli inter-venti, dell’agire responsabile deglioperatori sempre orientato all’interes-se del cittadino-utente e al reciprocorapporto di fiducia.Tuttavia, l’insieme delle politiche e deiprovvedimenti che accompagnanoquesto processo rischiano di nonraggiungere tali obiettivi se le misureadottate non soddisfano l’esigenza ela stessa ragion d’essere del sistemadi tutela della salute: quella di garan-tire la sicurezza delle cure e dell’atti-vità dei professionisti sanitari.Va notato, invero, come negli ultimianni sia notevolmente cresciuta an-

che in Italia l’attenzione intorno aquesta tematica, con studi e ricercheche danno la misura della portata edella gravità del problema, pur nellaconsapevolezza che anche in sanità ilverificarsi di errori e di conseguentidanni sono eventi possibili, compo-nenti ineliminabili del sistema, ancor-ché in gran parte controllabili.L’esperienza e le cronache quotidianeci dicono, comunque, che molto restaancora da fare, se è vero, comeemerge da un’indagine compiuta inambito assicurativo nel 2004, cheogni anno almeno 320.000 personeandrebbero incontro ad un dannoascrivibile a un errore medico, e che ilnumero di morti oscil lerebbe tra14.000 e 50.000, provocando unesborso complessivo per risarcimentipari a 413 milioni di euro (tabella 1).

Tab. 1 - Principali indicatori sugli errori medici o gli incidenti Ssn in un anno

Fonte: Indagine CINEAS-Politecnico di Milano, da Relazione Ania 2004)

Pazienti coinvolti in errori o scarsa organizzazione 320.000––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Totale cause pendenti per errori medici 12.000––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Richieste totali di risarcimento 2,5 miliardi di €––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Costo complessivo premi RC strutture sanitarie 175 milioni di €––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Esborso complessivo risarcimenti RC strutture sanitarie 413 milioni di €

Progetto per la rilevazione degli eventiavversi nel blocco operatorio

dell’Ospedale San Giacomo di Novi Ligure

Silvia LacquaCPSI coordinatore blocco operatorioospedale San Giacomo Novi Ligure

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riduzione degli eventi avversi prevedi-bili e prevenibili, recuperando, di con-seguenza, la fiducia dei pazienti, hafavorito lo sviluppo di una metodologiadi tipo sistemico per l’analisi degli inci-denti, nota con il nome di clinical riskmanagement, che identifica, valuta egestisce gli episodi e le azioni che pos-sono colpire la capacità delle organiz-zazioni sanitarie di raggiungere i pro-pri obiettivi, coinvolgendo, nella pro-mozione della sicurezza del paziente,a vario titolo e con diversa responsabi-lità, tutti i soggetti del “sistema salute”ai diversi livelli istituzionali.

La gestione del rischio clinico in Pie-monte

Tra le regioni, la Lombardia è sicura-mente all’avanguardia su questo ar-gomento, in quanto con l’innovativoapproccio delineato con la circolare“46/San”, emanata nel dicembre 2004(Indirizzi sulla gestione del rischio sani-tario), suggerisce l’introduzione della fi-gura del risk manager nelle aziendesanitarie e la costituzione di un gruppodi coordinamento per l’attività di ge-stione del rischio.Nella Regione Piemonte, un gruppotecnico sul risk management è statoistituto nel gennaio 2007, presso l’As-sessorato alla salute con l’obiettivo dirafforzare e uniformare le procedure digestione del rischio clinico nelle diver-se realtà aziendali.Nella delibera della Giunta regionale èprevista l’istituzione, in ciascuna azien-da, di un’unità di gestione del rischioclinico composta dalla direzione sani-taria e dagli operatori di tutte le struttu-re coinvolte.Tale unità operativa deve collaborarecon i gruppi di controllo delle infezioniospedaliere e della salute professiona-le. Tra i primi risultati prodotti dal prov-vedimento, vi è appunto la costituzionein tutte le aziende sanitarie - usl eospedaliere - di una struttura perma-nente dedicata al miglioramento dellasicurezza.La strategia antirischio della Giuntaprevede, inoltre, l’adozione di linee diindirizzo per la diffusione di comporta-menti corretti in sei aree a rischio: infe-zioni ospedaliere, ritenzione di mate-riale nel sito chirurgico, identificazionedel paziente, conservazione e distribu-

zione delle soluzioni contenenti clorurodi potassio, vigilanza sui dispositivimedici e gestione dei reclami.Infine, è stato avviato nel 2008 un pro-gramma di formazione destinato a 130operatori sanitari, i quali hanno, a lorovolta, il compito di organizzare, nellerispettive aziende, corsi di base forma-tivi e informativi sulla tematica del riskmanagement.In ciascuna azienda sanitaria piemon-tese è istituita, pertanto, un’unità ge-stione del rischio clinico, che opera sul-la base di nuove linee guida regionalifinalizzate a prevenire gli eventi avversie incidenti in corsia e in sala operato-ria.L’unità di gestione ha carattere multidi-sciplinare e multiprofessionale, ha co-me compito principale la diffusionedelle normative e dei protocolli. Ovvia-mente, le attività a maggior rischio so-no quella dell’anestesia e quella del-l’intervento chirurgico vero e proprio.Tuttavia, l’insieme degli atti compiuti insala operatoria è reso particolarmentecritico dalla complessità delle proce-dure da attuare, dal crescente numerodi pazienti in età sempre più avanzatae in condizioni generali critiche chevengono sottoposti ad anestesia gra-zie al progressivo ampliamento dellepossibilità di intervento chirurgico neiloro confronti, dalle conseguenze deglierrori, i quali, specie nei casi più gravio complessi possono causare al pa-ziente problemi di varia natura e gra-vità, se non, addirittura, in casi estremi,disabilità permanente, stato vegetativopersistente, morte. Per non dire dell’e-norme impatto emotivo che tali conse-guenze determinano sugli stessi pa-zienti, sui famigliari e sull’opinionepubblica.La ragione di ciò risiede nel fatto che ilcontesto in cui l’atto operatorio si com-pie è dinamico e complesso, vi sonograndi difficoltà nella comunicazione,gli operatori devono adeguare la deci-sionalità al veloce cambiamento situa-zionale. Elevati momenti di stress inol-tre, sono intervallati a lunghi momentidi attività di routine.L’anestesia rappresenta certamente,rispetto ad altre specialità mediche, ladisciplina nella quale possono verifi-carsi con maggior facilità eventi avver-si. Questo perché il contesto in cui sicompie l’atto anestesiologico è com-

plesso e dinamico, la situazione clinicadel paziente è suscettibile di continuemodifiche e l’ambiente di lavoro è mol-to tecnologizzato. Non per nulla, glianestesisti sono sempre e personal-mente implicati nella valutazione del ri-schio e nella sua riduzione.Il rapporto che si instaura tra anestesi-sta e paziente è molto particolare,quasi di confidenza, visto che per tuttala durata dell’intervento sarà lui a ge-stirne le funzioni vitali, a cominciare daquello della coscienza.Varie sono le componenti del rischio inanestesia: l’operato dell’anestesistastesso, i rischi legati al funzionamentodelle apparecchiature e la sommini-strazione dei farmaci. Il controllo di tuttiquesti fattori, attraverso la stretta colla-borazione dell’anestesista con l’infer-miere addetto all’anestesia, determinail buon esito dell’intervento dal punto divista anestesiologico e del benesseregenerale del paziente.La valutazione deve essere rivolta allenumerose variabili che caratterizzanoil sistema. Il controllo dei parametri vi-tali avviene costantemente per tutta ladurata dell’intervento. Anche al termi-ne dell’intervento il paziente viene con-trollato in maniera costante nella glo-balità delle sue funzioni dall’équipe dianestesia, nella zona risveglio, situataall’interno del blocco operatorio, perpoi continuare nei reparti di degenzain collaborazione con le altre figureprofessionali.Una causa fondamentale di incidenteanestesiologico è rappresentata dal-l’errore umano, dovuto a fattori nonsolo personali, ma anche riferibili alcontesto, spesso difficile, in cui si ope-ra.La valutazione del rischio anestesiolo-gico in termini statistici viene elaboratain base a indagini di mortalità e morbi-lità, ma essendo un fenomeno moltoraro è da considerarsi un “evento sen-tinella”: è difficile infatti trovare un’im-plicazione diretta dell’anestesia comecausa di morte. Certo è che grazie al-l’introduzione di nuovi farmaci e delmonitoraggio continuo, all’utilizzo dinuove apparecchiature e alla forma-zione continua, questo rischio è note-volmente diminuito.Attualmente, le strategie di gestionedel rischio clinico in anestesia si riferi-scono a tutto il processo di assistenza,

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imputando gli incidenti gravi come unarisultante di errori dovuti all’interazionedi più fattori, come la situazione di ba-se del paziente, l’organizzazione dellastruttura operatoria, il corretto funzio-namento delle attrezzature, nonchél’equilibrio della stessa équipe opera-toria.In campo anestesiologico un ruolo diparticolare importanza, al fine di evita-re di incorrere in eventuali rischi, è as-solto da modalità e strumenti operativi,come:a) il consenso del paziente in fase divalutazione pre-operatoria;b) il monitoraggio continuo e il soste-gno delle funzioni vitali del paziente;c) i protocolli specifici, secondo lineeguida con valenza mondiale;d) la formazione continua degli opera-tori.Il rischio in anestesia si previene, an-che, attraverso la composizione diun’équipe operatoria affiatata e unasuddivisione di compiti tra i suoi com-ponenti, il tutto finalizzato al consegui-mento dell’obiettivo comune della sicu-rezza e amalgamato da una serenacomunicazione.Come giustamente notato in letteratu-ra, la possibilità di prevenire l’eventoavverso o contenerne le conseguenzerichiede anche la capacità di fare teso-ro dell’insegnamento che proviene dainostri stessi errori e da quelli degli altri;anche nella valutazione delle presta-zioni anestesiologiche, quindi, l’inci-dent reporting e l’audit clinico costitui-scono strumenti validi per l’identifica-zione delle criticità e delle cause che ledeterminano, nonché per individuarele relative soluzioni correttive atte a mi-gliorare la qualità della prestazione.In chirurgia, gli eventi avversi sono le-gati alla tecnica operatoria, all’espe-rienza del chirurgo e, com’è ovvio an-che alle condizioni del paziente e allecircostanze dell’intervento, che concor-rono ad aumentare il manifestarsi deimedesimi.È evidente, infatti, che l’evento avversopuò verificarsi con maggiore frequen-za se il paziente soffre di particolaripatologie, come l’obesità o se l’inter-vento ha luogo in regime di urgenza oquando vi sia stato il cambio della no-ta operatoria.Va riconosciuto, tuttavia, che il mag-gior numero di azioni legali nei con-

fronti dei chirurghi riguarda interventisu pazienti sbagliati o su sito sbaglia-to.Da qui la necessità di seguire proce-dure standardizzate, che regolamenti-no l’attività di tutto il personale, e assi-curino, attraverso l’utilizzo di appositecheck list, l’identificazione corretta delpaziente e del sito chirurgico, il giustoposizionamento sul tavolo operatorio,la rimozione di garze, strumenti e altrioggetti estranei dal corpo del paziente,la prevenzione delle infezioni, degli in-cidenti da trasfusione o da errata ge-stione dei farmaci.Grande importanza rivestono ai finidella sicurezza, la capacità di comuni-cazione interpersonale dei componentidel team operatorio. In base agli studidella Joint Commission on Accredita-tion of Healthcare Organization, il 24%degli eventi avversi o quasi eventi èdovuto a problemi di comunicazione.La causa di una cattiva comunicazioneva ricercata in vari fattori, quali, adesempio, un ambiente conflittuale e di-sorganizzato o con personale numeri-camente insufficiente.Studi compiuti negli Stati Uniti hannodimostrato, in particolare, che una do-tazione inadeguata di infermieri ha im-plicazioni importanti per la sicurezzadel paziente e per la qualità dell’assi-stenza, mentre ad un numero più ele-vato e alla loro anzianità di servizio so-no associati risultati migliori sui pa-zienti chirurgici.Si deve concludere in proposito che lestrategie da adottare per elevare i li-velli di sicurezza in sala operatoriapassano attraverso la formazione el’aggiornamento continuo del perso-nale, la riduzione della distrazione (al-tra causa importante di errore), il mi-glioramento della comunicazione fragli operatori.Va tenuto presente che le strategieoperative variano in base alle strutturee ai contesti, ma la comunicazione fraoperatori di una sala operatoria è fon-damentale per ridurre il rischio di errorie creare il clima di collaborazione chesolo può dare i migliori risultati clinici.L’obiettivo da perseguire è quello digarantire l’integrazione e la collabora-zione all’interno dell’équipe chirurgica,quale presupposto per evitare danni elesioni prevenibili, al duplice scopo, dauna parte, di migliorare la qualità del

servizio offerto all’assistito e, dall’altra,di ridurre al minimo le perdite finanzia-rie per l’azienda stessa.Nella prospettiva del miglioramentocontinuo della qualità, la prevenzionedell’errore costituisce, in definitiva,un’opportunità per migliorare l’orga-nizzazione nel suo complesso e, attra-verso di essa, la qualità delle presta-zioni.Data la grande varietà di rischi possi-bili, la loro identificazione richiede l’uti-lizzo congiunto di varie tecniche, tra lequali:- la raccolta di dati disponibili nei siste-mi informativi aziendali (URP, strutturedella medicina legale, del rischio infet-tivo, ecc.);- la revisione della documentazioneclinica;- l’analisi dei reclami degli utenti;- l’esame delle segnalazioni volontariedi eventi (e quasi eventi) avversi daparte degli operatori ( incidentreporting);La prima fase del processo di preven-zione e gestione dei rischi è costituitadalla loro identificazione, necessariaper riconoscere situazioni, comporta-menti e procedure che possono porta-re a danni e perdite. A questo scopo, èfondamentale e prioritario poter fruiredi un lessico comune che consenta aisistemi di dialogare e comprendersi.Proprio per tale motivo, il Ministero del-la salute, avvalendosi della collabora-zione di esperti, ha messo a disposi-zione degli operatori sanitari un glos-sario per la sicurezza dei paziente eper la gestione del rischio clinico.

Le raccomandazioni ministeriali perl’attività in sala operatoria

Il Ministero della salute ha diramatonegli scorsi anni una serie di racco-mandazioni per la gestione del rischioclinico in sala operatoria, rivelatosi su-bito strumento di notevole importanza.Le raccomandazioni, basate sull’evi-denza scientifica, definiscono lineeguida di carattere orientativo, allo sco-po di aumentare, negli operatori, laconsapevolezza che alcune procedurediagnostiche e terapeutiche possonocausare danni gravi ai pazienti; sonoquindi utili per elevare i livelli di sicu-rezza senza dover ricorrere a ulterioricompetenze professionali.

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Le raccomandazioni ministeriali, an-corché non vincolanti negli aspetti didettaglio, devono comunque essereadottate e pianificate da tutto il perso-nale in relazione all’attività dell’unitàoperativa.Com’è generalmente noto, nelle nostresale operatorie sono attualmente ap-plicate tre raccomandazioni specifiche(con gli aggiornamenti introdotti dallarevisione del marzo 2008), precisa-mente:- la Raccomandazione n. 3, concer-nente la corretta identificazione dei pa-zienti, del sito chirurgico e della proce-dura. Gli interventi su paziente sbaglia-to, sito sbagliato e procedura sbagliatarappresentano eventi sentinella moltogravi che necessitano di prevenzionemirata. Essa indica un modello opera-tivo, contenente l’indicazione dettaglia-ta delle operazioni che il personale im-pegnato nell’evento chirurgico devonocompiere in ciascuna delle tre fasi incui articola l’intervento: pre-operatoria,intra-operatoria e post-operatoria. Taleraccomandazione, di carattere gene-rale, è rivolta a tutte le unità operativedi chirurgia, compresi gli ambulatori ele unità di radiologia interventistica.Tutte le attività previste nelle varie fasivanno documentate attraverso l’utilizzodelle check list, che diverranno parteintegrante della cartella clinica o delregistro operatorio a seconda dellerealtà in cui vengono applicate;- la Raccomandazione n. 2 finalizzatain modo specifico a prevenire, che altermine dell’intervento, garze, stru-menti o altro materiale siano lasciatiall’interno del sito chirurgico. Si tratta diun accadimento noto alle cronache,che può causare danni gravi ed è an-ch’esso un evento sentinella non tra-scurabile e da evitare. Dati statistici in-dicano che si verifica una volta ogni1.000-3.000 interventi, soprattutto dichirurgia addominale e può essere la-tente anche per parecchio tempo, finoa quando non ne compaiono i sintomi.Vari sono i fattori che contribuiscono aquesto evento: prime fra tutti le situa-zioni di emergenza, i cambiamenti im-provvisi delle procedure e l’obesità delpaziente. In base a questa raccoman-dazione il conteggio di tutti i materialiusati durante l’intervento chirurgico ècompito del personale infermieristico(strumentista e infermiere cd. circolan-

te), ma il chirurgo è tenuto ad accertar-si che tale procedura sia stata effettua-ta e che il conteggio corrisponda. Laprocedura prevede l’utilizzo di una ap-posita scheda che segue il paziente intutto il suo percorso assistenziale;- la Raccomandazione n 9, specifica-mente rivolta alla prevenzione deglieventi avversi conseguenti al malfun-zionamento dei dispositivi medici e de-gli apparecchi elettromedicali. Forniscealle aziende sanitarie elementi fonda-mentali per garantirne una correttamanutenzione e quindi il loro buonfunzionamento. Tale problematica èresponsabile di eventi avversi gravi,soprattutto a causa del considerevolelivello di obsolescenza media che ca-ratterizza tuttora le tecnologie installatenelle strutture sanitarie, pubbliche eprivate, del nostro Paese, come evi-denziato, fin dal 2003, dalla Commis-sione sul rischio clinico del Ministerodella salute nel suo documento “Riskmanagement in sanità”.

Il progetto aziendale per il P.O. diNovi ligure

È da premettere un breve cenno sugliaspetti strutturali e funzionali del bloc-co operatorio di Novi, che risulta com-posto da:- sei sale operatorie, di cui una, dotatadi isola neonatale, rimane a disposi-zione per le urgenze, in particolare peril taglio cesareo;- una zona filtro;- una zona risveglio adibita alla fasepost-operatoria.Gli spazi garantiscono la differenzia-zione dei percorsi sporco/pulito.L’attività si svolge dal lunedì al venerdì,dalle ore 7.00 alle ore 20.00 (orario diinizio della reperibilità notturna).Le sedute operatorie iniziano alle ore8.00 e si protraggono sino alle ore16.00 circa; al pomeriggio vengonogarantite le urgenze e le sedute che siprolungano oltre l’orario di routine.Al mattino, in ogni sala operatoria vie-ne garantita la presenza, accanto aimedici, di un’infermiere strumentista,di un’infermiere di anestesia e di un’in-fermiere (oppure OSS) di sala. Sono al-tresì presenti un’infermiere di aneste-sia che assicura l’assistenza in sala ri-sveglio fino alle ore 15 circa e un’infer-miere strumentista jolly (quando dispo-

nibile) per il controllo del materiale eper le urgenze.Il personale OSS accoglie il pazientenel blocco operatorio e svolge in auto-nomia attività di trasporto dei pazientiall’interno delle sale, collaborando conil personale durante il posizionamentodel paziente sul tavolo operatorio; sioccupa inoltre dell’attività di riordino epulizia delle sale tra un intervento el’altro e a fine seduta.Al pomeriggio prestano servizio:- tre infermieri strumentisti, che garan-tiscono il servizio nelle sedute oltre l’o-rario e nelle urgenze, provvedendo an-che al ripristino del materiale e allapreparazione delle sale per il giornoseguente;- un’infermiere di anestesia, che si oc-cupa del ripristino del materiale dianestesia, visita nei reparti i pazientioperati per la terapia del dolore e glioperandi per l’assistenza pre-operato-ria;- un’OSS che collabora per il riordinogenerale del blocco operatorio.Mediamente vengono programmatecento sedute mensili, per un totale dicirca 500 interventi.Nel quadro delle indicazioni nazionaliper un approccio globale al problemadella sicurezza - integrando, cioè, lagestione del rischio con la salvaguar-dia della salute dei lavoratori negliambienti di lavoro - la Regione Pie-monte, come si è già accennato, haaffidato a un gruppo di professionistiesperti del settore il mandato di elabo-rare un programma, da applicare inciascuna azienda sanitaria, per mette-re in relazione tra loro le diverse com-ponenti del sistema sicurezza azien-dale, le sue risorse, i momenti di con-trollo e quindi per realizzare sinergiecon le politiche del governo clinico econseguentemente limitare anche hiper i pazienti.Secondo il progetto che ne è scaturito,la responsabilità della sicurezza è del-la Direzione generale, la quale rag-gruppa le diverse competenze in ma-teria di rischio clinico in un unico staff; ilruolo fondamentale è rappresentatodal passaggio delle informazioni me-diante sistemi informatici ma soprattut-to attraverso una rete di referen-ti/facilitatori individuati all’interno delleunità operative. Per tutti questi attorisono previsti corsi di formazione e mo-

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menti di attività che aiutano a rinforza-re l’integrazione delle reti e ad orienta-re verso gli obiettivi del “governo clini-co”.Sulla base di questa impostazione, nelblocco operatorio dell’Ospedale S. Gia-como di Novi si è provveduto, anzituttoa definire gli strumenti operativi per lagestione del rischio clinico. A tale sco-po, sono stati analizzati i metodi e glistrumenti atti a preservare la sicurezzadel paziente, ovvero la garanzia per ilpaziente di essere trattato in un am-biente nel quale siano state previste eadottate tutte le misure atte a ridurre alminimo prevedibile i possibili errori de-rivanti dalla pratica clinica.In proposito merita di essere ricordatouno studio - pubblicato, all’inizio del2009, da un’autorevole rivista britanni-ca (il New England Journal of Medicine)- sulla implementazione di una checklist per la sicurezza in sala operatoria esugli effetti che ne sono derivati.Dall’articolo emergeva che l’introduzio-ne della check list aveva conseguitol’obiettivo di migliorare la comunicazio-ne nel team chirurgico e di ridurre lecomplicazioni e le morti associate allachirurgia. Vi si affermava, infatti, che irisultati ottenuti sono stati molto signifi-cativi, in quanto la percentuale dellemorti, pari, in precedenza, all’1,5%, èscesa allo 0,8% nel periodo successivoall’introduzione della check list. A lorovolta, la percentuale delle complicanzepost operatorie è scesa dall’11% al 6%registrato dopo l’utilizzo della checklist.Tali conclusioni hanno confermato l’i-potesi - già avanzata dalle citate rac-comandazioni del nostro Ministerodella salute - secondo cui il ricorso allecheck list è in grado di determinare lariduzione sia del tasso di mortalità, siadelle complicanze dell’intervento chi-rurgico.Sulla scorta di questi elementi, aderen-do pienamente alle anzidette racco-mandazioni, presso il blocco operato-rio dell’Ospedale di Novi Ligure sonostate adottate, nel corso del 2009, lascheda per il conteggio delle garze edello strumentario chirurgico, la sche-da di identificazione del paziente e delsito chirurgico, nonché la scheda di se-gnalazione degli eventi avversi.Peraltro, già nel corso del 2008, nell’in-tento di garantire, insieme all’affiata-

mento dell’équipe chirurgica, un fun-zionamento delle sale operatorieconforme agli standards di efficienza edi efficacia, secondo le procedure pre-scritte correttamente applicate in ognifase dell’intervento chirurgico, è statoelaborato un progetto di riorganizza-zione delle attività di assistenza infer-mieristica.L’obiettivo perseguito è stato quello direndere possibile, all’occorrenza, la ro-tazione del personale addetto (infer-mieri e operatori di supporto) tra le di-verse aree operative e durante le di-verse fasi assistenziali peri-operatoriee, quindi, una sorta di interscambio edi sostituzione nei ruoli da svolgere,così da assicurare in ogni caso lacompleta e corretta applicazione dellemisure di gestione del rischio.Per realizzare questo obiettivo, si è rite-nuto utile che gli operatori impegnatinell’assistenza infermieristica, fermerestando le specifiche funzioni e lemansioni da ciascuno svolte fino aquel momento, acquisissero, recipro-camente, anche abilità e competenzenei settori di attività coperti dai colleghi.Il progetto ha previsto, pertanto, uncomplesso di attività formative articola-to come segue:A) addestramento del personale disupporto, attraverso il quale consentireal medesimo di acquisire competenzespecifiche per le attività di sala opera-toria, quali:- la collaborazione con l’infermierestrumentista per l’allestimento di mate-riali e delle apparecchiature elettrome-dicali utili all’intervento chirurgico, non-ché per l’allestimento dei campi sterili(passaggio materiale sterile);- il posizionamento del paziente sul ta-volo operatorio;- la vestizione dell’équipe chirurgica;- la fornitura del materiale sterile su ri-chiesta della strumentista durante l’in-tervento;- il posizionamento della lampadascialitica;- la predisposizione, la regolazione el’uso corretto di apparecchiature (aspi-ratori, elettrobisturi, strumenti specifici)secondo procedure e protocolli;- il conteggio e il controllo delle garze;- la collaborazione con lo strumentistanell’esecuzione della medicazione;- la collaborazione con l’infermiere dianestesia per il controllo del paziente

in fase di risveglio;- il trasferimento del paziente nella “zo-na risveglio”;- la compilazione della documentazio-ne infermieristica e di tracciabilità delprocesso di sterilizzazione.Queste attività vanno ad integrarequelle generiche, già ora espletate da-gli OSS, quali la sanificazione e il riordi-no delle sale al termine di ogni inter-vento, il trasporto dei pazienti dal pas-samalati alla pre-sala e viceversa, losmaltimento dello strumentario e deirifiuti, la disinfezione dei carrelli e dellasala (secondo procedure/ protocolli);B) addestramento del personale infer-mieristico strumentista e operatore disala, per l’acquisizione di nuove com-petenze in anestesia, quali:- l’assistenza pre-operatoria;- la preparazione e il controllo dei car-relli e delle apparecchiature di aneste-sia;- l’accoglienza del paziente operandoin pre-sala;- la preparazione del paziente all’indu-zione dell’anestesia (generale o perife-rica);- il posizionamento del paziente sul ta-volo operatorio;- l’assistenza durante l’induzione del-l’anestesia;- l’assistenza durante l’intubazione en-dotracheale o con maschera laringea;- il monitoraggio dei parametri vitali edella diuresi durante l’intervento;- il monitoraggio della ventilazionemeccanica;- l’esecuzione delle terapia (antibiotici,ecc.);- la preparazione dei farmaci e deipresidi per l’estubazione;- la valutazione dello stato di coscien-za e dei parametri vitali dopo l’inter-vento;- l’accompagnamento del paziente in“zona risveglio”;- il monitoraggio del paziente in fase dirisveglio, fino al trasferimento in repar-to;- il ripristino e il controllo dei presidi edei farmaci di anestesia;- il controllo e la gestione degli stupe-facenti;- la detersione e il ripristino dei carrellidi anestesia al termine delle sedute;- la compilazione della documentazio-ne infermieristica di anestesia (cartelladi terapia intensiva peri-operatoria e

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terapia antalgica, cartella algologicapost-operatoria).Anche queste attività vanno ad inte-grarsi con quelle di assistenza pre epost-operatoria nei reparti, riguardantil’accoglienza e la preparazione delpaziente prima dell’intervento e il mo-nitoraggio e la terapia del dolore dopol’intervento (comprese nel piano di atti-vità dell’infermiere di anestesia);C) addestramento del personale infer-mieristico esperto in anestesia, perl’acquisizione di abilità e competenzecome operatore di sala, in particolareper:- la preparazione del materiale di salanecessario all’intervento (strumentario,teleria monouso, ecc.);- l’esecuzione, secondo le procedurepreviste, del lavaggio chirurgico dellemani e della vestizione sterile, nonchédella preparazione dei campi sterili;- la collaborazione con il chirurgo du-rante l’intervento, secondo procedura;- il controllo dell’integrità di strumenta-rio, apparecchiature e presidi;- il controllo e il conteggio delle garze,secondo procedura;- la preparazione di materiale per esa-mi diagnostici (istologici e congelatore);- l’esecuzione della medicazione steri-le, secondo procedura;- il controllo e la compilazione delladocumentazione infermieristica e ditracciabilità del processo di sterilizza-zione;D) addestramento di tutto il personaledi assistenza - infermieristico e di sup-porto - allo svolgimento di talune atti-vità comuni che richiedono abilità tec-niche e relazionali, quali:- l’accoglienza del paziente all’ingres-so nel blocco operatorio e il suo ac-compagnamento in uscita verso il re-parto di degenza:- l’utilizzo e il controllo del processo disterilizzazione nei casi di emergen-za/urgenza;- la gestione e il controllo, secondo larispettiva competenza, delle scadenzedella sterilità, dell’approvvigionamentodello strumentario, dei farmaci e deipresidi;- la gestione e il controllo delle appa-recchiature, nonché della documenta-zione di sala.Questo progetto di ulteriore qualifica-zione del personale di assistenza alleattività chirurgiche, comprende anche

lo svolgimento di stages formativi inaula e in sala operatoria.La formazione in aula avviene attraver-so incontri , r ivolt i a gruppi ditre/quattro persone, gestiti da un tutor(coordinatore o infermiere esperto), eimpostati sul modello della discussio-ne aperta, con particolare attenzioneverso gli aspetti pratici dell’attività edell’assistenza. Ai fini didattici, sonoutilizzati il materiale redatto per i corsidi aggiornamento accreditati ECM e leprocedure elaborate per l’accredita-mento dei percorsi assistenziali.La formazione “sul campo”, durante lesedute operatorie, avviene mediantel’affiancamento, da parte di infermieriesperti, del personale in addestramen-to.Per la valutazione delle competenzeacquisite, viene redatta una scheda diautovalutazione del personale, perio-dicamente aggiornata a cura dell’in-fermiere coordinatore.Tutte le figure professionali che lavo-rano all’interno del blocco operato-rio sono a conoscenza delle proce-dure codificate che regolano ognifase del processo operatorio al finedi garantire la sicurezza dell’utente edell’operatore.

Conclusioni

Il rischio in sanità è un problema anti-co e sempre attuale, che riguarda tuttigli operatori, non meno che i cittadiniutenti e che va affrontato con metodi eapprocci nuovi.La prevenzione del rischio e la tuteladella sicurezza nelle organizzazionisanitarie hanno bisogno di una culturaaperta pronta al confronto per impara-re dagli errori. Attraverso l’integrazionetra discipline e professionalità occorretrovare gli strumenti adatti per l’analisi,il trattamento e la prevenzione dell’er-rore.Il rischio clinico deve integrarsi con lasicurezza degli ambienti di lavoro e deilavoratori, tenendo conto anche degliaspetti economici costituiti dal risarci-mento dei danni derivanti all’utentedagli eventi avversi e dalla reputazionenegativa che ne consegue per l’azien-da.Per effetto di questo approccio cultura-le globale, la gestione del rischio clini-co nel sistema sanitario italiano avvie-

ne attraverso la collaborazione di mol-teplici professionalità, individuando unresponsabile o referente che riesce aportare all’interno delle unità operativetale problematica. Vengono coinvoltitutti gli operatori della prima linea me-diante l’identificazione degli eventi av-versi con l’incident reporting, l’organiz-zazione di audit e lo sviluppo di azionidi miglioramento.I rischi possono essere prevenuti, daglioperatori maggiormente a contatto colpaziente, anche con l’adozione e losviluppo delle buone pratiche, le qualiservono per conoscere i livelli di rischiospecifico in quel dato contesto e perpianificare gli interventi efficaci.Va sempre ricordato che il fattoreumano e le sue performance sono alcentro dell’approccio sistemico, dondel’importanza di un gruppo di operatoricoeso che conosce, condivide le pro-blematiche della sicurezza e partecipaattivamente a tutte le attività che sisvolgono all’interno del reparto opera-torio.

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Analisi critica ed interpretazionedi una fonte storica inerente la storia

dell’assistenza infermieristica

Il presente elaborato propone, l’a-nalisi ed interpretazione, di unafonte storica dell’assistenza infer-mieristica, utilizzando un approc-cio metodologico proprio della ri-cerca storica.La fonte, oggetto di studio, è un“Regolamento Sanitario dell’Ospe-dale dei Ss. Antonio e Biagio edOpere Pie annesse di Alessandria”risalente al 1906.Data la lunghezza del regolamen-to sono state prese in analisi solodelle parti di esso, utili ai fini dellostudio. In particolar modo, è statoanalizzato ed interpretato, il “TITO-LO IV. DEL PERSONALE DI SORVE-GLIANZA E SUBALTERNO” para-grafo “CAPO III. Degli Infermieri”.Questa ricerca sarà così esposta:inizialmente si cercherà di delinea-re i collegamenti tra la fonte, ilcontesto storico – culturale di riferi-mento e la storia dell’assistenzainfermieristica; poi verranno de-scritte le caratteristiche fisiche, la ti-pologia ed il contesto di ritrova-mento della fonte e sarà verificatal’autenticità del documento storicoattraverso i meccanismi estrinsecied intrinseci; infine si cercherà diinterpretare la fonte rispondendoalla domanda: “Qual’è il concettodi assistenza / assistenza infer-mieristica?”.L’elaborato si concluderà con l’e-sposizione di alcune considerazio-ni e riflessioni del sottoscritto so-pravvenute durante l’analisi dellafonte.• Nel corso dei primi anni del ‘900,l’Italia vede l’ascesa del socialismoa forza politica nazionale che pog-gia sia sulle idee liberal – demo-cratiche di Giolitti sia sulle ideeriformatrici di Filippo Turati e Clau-dio Treves. Il socialismo deve peròequilibrare una situazione politica

italiana in continuo sviluppo: sonodi questo periodo la nascita deiSindacati (dal 1906 al 1911) e dellaDemocrazia Cristiana (Della Perutaet al, 1997).Con il massiccio ingresso delledonne nelle fabbriche (all’inizio‘900 i lavoratori del settore indu-striale sono per il 48,6% donne) ilcapitalismo italiano sfrutta, in talmodo, la manodopera più debole,meno costosa e meno sindacaliz-zata. Con queste premesse il fem-minismo diventa sempre più attivo(Manzoni, 1996). La coscienza diuna “questione femminile” cioè diuno stato di subalternità della don-na, rispetto all’uomo, non volutodalla natura, ma formatosi nel cor-so della storia, cominciò a nascerefin dalla Rivoluzione francese. Madalla fine dell’800, grazie all’impe-gno dei socialisti, le idee di eman-cipazione cominciarono a pene-trare anche nel mondo delle lavo-ratrici (Della Peruta et al, 1997).• Se fino a questo momento stori-co, gli infermieri, presentano unosviluppo e una cultura pressochéidentici nei vari Paesi, ora si va in-contro ad una progressiva diffe-renziazione (Manzoni, 1996).Dal 1900 in poi, non è possibile,analizzare la situazione italiana senon come a sé stante, data laprofonda spaccatura che viene acrearsi tra la professione infermie-ristica nei Paesi anglosassoni eamericani e nei Paesi mediterra-nei. Mentre nei primi il modello Ni-ghtingale influenza la formazione,l’organizzazione del lavoro e l’i-dentificazione professionale, per-mettendo il rapido raggiungimentodi mete sempre più ambiziose, neisecondi (in particolare l’Italia) la si-tuazione culturale e gli eventi poli-tici (ad esempio il Fascismo) imba-

vagliano ed incatenano per de-cenni la neonata professione (Pas-sera, 1993).Nel presente elaborato si farà, quidi seguito, la descrizione deglieventi riguardanti la professioneinfermieristica italiana dato che lafonte analizzata è da interpretarenel contesto di tale realtà.Va ricordato che, nonostante i pro-gressi industriali e tecnologici, l’Ita-lia di inizio ‘900 è una nazione po-vera e con un’alta percentuale dipersone analfabete (Calamandrei,1983). L’assistenza negli ospedali èfornita per lo più da persone privedi preparazione e malpagati, op-pure da suore che si occupano perlo più di assistenza religiosa chesanitaria (Passera,1993).Anna Fraentzel Celli, infermiera te-desca trasferitasi in Italia, dirigentedell’Unione femminile, analizza indiverse pubblicazioni la situazionedella professione infermieristica. Aseguito degli sconfortanti risultatidelle indagini effettuate (basso sta-tus sociale e preparazione teoricadelle infermiere, suore nel ruolo di“sorveglianti” più che di caposala)la Celli comincia a tenere, a Romadei corsi sull’assistenza infermieri-stica ai malati nel 1901 (Passera,1993). La Celli afferma che il lavorodi infermiera deve essere tenutosolo da donne, perché di naturasono più caritatevoli, più pazienti,più dolci degli uomini; sono fatteper assistere gli uomini, devonoappartenere al ceto medio – bor-ghese ed essere nubili (Manzoni,1996). Sempre la Celli, a seguito diuna inchiesta del 1908, sostieneche al posto dei sorveglianti uomi-ni ci vogliono delle direttrici e ca-posala laiche e che alle infermiereva garantito il riposo settimanaleed annuale e vanno loro concessi i

Niccolò SimonelliInfermiere del CCM di Milano,Studente Corso di Laurea Magistralein Scienze Infermieristiche edOstetriche, facoltà di Medicinae Chirurgia, Università degli Studidi Milano Bicocca

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benefici previdenziali. Inoltre, l’in-fermiera di origini tedesche, diceche ci vuole una scuola preparato-ria, di almeno sei mesi, per leaspiranti infermiere che devonopossedere la licenza elementareed il certificato di buona condotta(Manzoni, 1996).Nel 1896 viene fondata a Napolida Miss Grace Baxter la scuola perinfermiere dalla “Croce Azzurra”,nelle cliniche di medicina e chirur-gia dell’ospedale Gesù e Maria, laprima aperta in Italia secondo il si-stema Nightingale di formazioneinfermieristica (Manzoni, 1996).Alcuni brani di lettere inviate dallaBaxter in America ci danno un’ideadei suoi obiettivi e delle sue diffi-coltà. Nel Gennaio 1901 ella scrive:“E’ stato deciso che ci sarebbe sta-ta un’ora di lezione al giorno, tenu-ta alle infermiere dai medici: gli ar-gomenti del primo anno… gli ar-gomenti del secondo anno sareb-bero stati … Nel discutere la posi-zione delle mie allieve non ho po-tuto ottenere il licenziamento diuna sola delle attuali infermiere in-servienti…Dopo sei mesi di adde-stramento sono stata in grado dimettere le mie allieve a capo deireparti… Le infermiere prendonola temperatura, polso e respiro,riordinano i pazienti costretti a let-to, lavano e pettinano gli altri, ca-teterizzano e fanno irrigazioni, pre-parano per gli interventi chirurgicie per le emergenze mediche, assi-stono alle operazioni, distribuisco-no i farmaci e praticano le iniezioniipodermiche… I bagni a letto sonoconsentiti in teoria ma appena tol-lerati in pratica… Alla pulizia deireparti provvedono gli inservienti…Le visite mediche sono fatte quan-do noi siamo presenti” (Calaman-drei, 1983).In questi anni nascono molte scuo-le per infermiere in Italia, pratica-mente tutte sono fondate dalle al-lieve della Nightingale (Manzoni,1996).Una commissione di inchiesta,promossa dal Consiglio NazionaleDonne Italiane, nato nel 1908, af-fronta il problema della formazio-ne infermieristica e mentre si trovad’accordo sui programmi vede lo

scontro dei membri sulla sede do-ve la stessa deve situarsi. Il tentati-vo di formare l’infermiere in ambitouniversitario, come già avviene ne-gli Stati Uniti e in Italia per la leva-trice, viene bocciato (Manzoni,1996).Lo statuto della Scuola Convitto diSan Gregorio, in Roma, approvatonel 1910, conferma che il primoscopo di essa è elevare la profes-sione di infermiera, rendendo pos-sibile di dedicarsi ad essa a signo-rine bene educate ed istruite. Infattiricordiamo che una preoccupazio-ne della Nightingale è stata quellaprima di preparare la leadershipdella professione che può essereformata solo da donne colte e del-l’alta borghesia. In Italia, invece,da parte delle prime infermiere lai-che, delle Congregazioni religiosee da parte dei medici (loro stessifautori della formazione infermieri-stica), non c’è mai stata l’intenzio-ne di elevare qualitativamente lostatus sociale infermieristico cu-randone la formazione (Manzoni,1996).• Nel 1906, l’Ospedale di Alessan-dria, era diviso in quattro sezioni:medicina, chirurgia, oculistica eostetricia e ginecologia. Ciascunasezione diretta da un primario conl’aiuto di assistenti. Il ricovero, perle persone riconosciute come “nonpovere”, era a pagamento di tarif-fe corrispondenti all’atto operatorioo alla cura medica. (Maconi,2003). Il personale di sorveglianzae subalterno dell’ospedale era co-stituito dall’ispettore, dalla levatri-ce, dalle caposala, dagli infermieried infermiere. Gli infermieri ed in-fermiere erano nominate diretta-mente dall’amministrazione dell’O-spedale (Maconi, 2003).L’amministrazione dell’Ospedaleera rappresentata dalla Congre-gazione di Carità, istituita in Italianel 1717, i componenti di tale con-gregazione erano eletti, agli inizidel ‘900, dal Consiglio Comunaleche li sceglieva tra i propri membri(Maconi, 2003).Il Comune di Alessandria, in queltempo, vedeva al comando il parti-to socialista. Questo portò, nel1905, ad una laicizzazione degli

enti pubblici compreso l’Ospedale(Maconi, 2003).• Il documento storico, preso instudio, è un libretto, con dimensio-ni di circa 23,5 cm d’altezza e 16cm di larghezza, se esso viene vi-sto nel verso in cui si possa legge-re. L’elemento di costituzione è lacomune carta, di sottile spessoreal tatto. Il colore della prima pagi-na e dell’ultima è il giallino, le altrepagine sono bianco – ingiallite.Il regolamento è composto di 45pagine, contando anche l’ultimapagina che non è scritta. Il coloredei caratteri è il nero e le singolelettere appaiono, in generale, benimpresse su carta con rare sbava-ture di stampa.• La persona che ha scritto i rego-lamenti dei sanitari dell’Ospedaledei Ss. Antonio e Biagio ed OperePie annesse di Alessandria, nonaveva la volontà di tramandarli aiposteri. Il testo posto in analisi, fa-cendo riferimento alla differenzia-zione del materiale storico fattaDroysen (1960), si può denominarecome “avanzo” ovvero ciò che ri-mane di età passate senza l’inten-zione di lasciare un ricordo di sénella storia.Il regolamento sanita-rio analizzato è secondo “Emissio-ne – Dipendenza” è una fonte pri-maria; mentre rispetto alla catego-ria “Forma – Trasmissione” è unafonte scritta.La fonte è conservata presso l’Ar-chivio di Stato di Alessandria situa-to in via Solero 43. Il sottoscritto hapotuto ritrovare e consultare lafonte presso tale istituto.• La fonte è risultata autentica, se-condo l’esame estrinseco (finaliz-zato ad accertare se, un docu-mento storico, nella sua formaesterna, corrisponde o no a quelliche sappiamo essere i metodipropri del periodo) infatti nel testosi rilevano, alcune espressioni del-la lingua italiana che ai giorni no-stri sono cadute in disuso. Adesempio nell’art. 101 viene scritto:“…Terminate le visite dei Sanitaririfanno i letti, nettano i pavimentied i muri…“, oppure all’art. 106:“…e porgendo loro i soccorsi di cuipotessero abbisognare…”. La ma-teria del documento è la carta, che

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è un materiale usato per la scrittu-ra fin dal XII secolo (Kinder, 2003).Inoltre la carta si vede lievementeingiallita su tutti i fogli ed al tatto èsottile: sono entrambi segni di unaetà avanzata del documento. Il te-sto è stato stampato in tipografia(la stampa appare in Italia dal1469). Anche l’esame intrinseco, il qualeanalizza i contenuti del testo, peraccertare che essi non siano incontraddizione con fatti già sicura-mente noti, conferma l’autenticitàdella fonte: a pagina 42 del docu-mento vengono citati, delle parti ditesti normativi dell’epoca, che ri-sultano coerenti a ciò che si evincenella fonte.• In questo paragrafo, s’interpre-terà, il “TITOLO IV. DEL PERSONALEDI SORVEGLIANZA E SUBALTERNO”paragrafo “CAPO III. Degli Infer-mieri”, rispondendo alla doman-da: “Qual’è il concetto di assisten-za / assistenza infermieristica?”. Lefigure che si interpreteranno, ri-spetto alla fonte analizzata, saran-no quelle dell’“Infermiere” e degli“Infermieri” e per raggiungere talescopo si propone una forma sche-matica di esposizione.� Gli “Infermieri” e / o le “Infermie-

re”:• “… sono obbligati di eseguiretutti gli ordini e di adempire tuttequelle incombenze che loro venis-sero date dal Presidente, dagliAmministratori delegati dai sanita-ri, dai Sanitari, dall’Ispettore, dalleCapo-sala, ai quali tutti sono edebbono rigorosamente esseresubordinati.” (art.95)• “… non permetteranno che si di-scorra ad alta voce fra i ricoverati efra questi e persone estranee e vi-gilano affinché nelle ore di ripososi faccia silenzio.” (art.100)• “Terminate le visite dei Sanitari ri-fanno i letti, nettano i pavimenti edi muri dove fossero macchiati, edogni sette giorni ripuliscono i pavi-menti nel modo che sarà indicatodalle Capo-sala e dall’Ispettore, edanche prima se occorre.” (art.101)• “…sono responsabili degli og-getti loro affidati pel servizio dei lo-cali e degli infermi…” (art.102)• “Accorrono immediatamente alla

chiamata dei degenti, soddisfanole loro domande, prestando lorocon diligenza ed umanità quegliaiuti di cui sono richiesti. Vannofrequentemente al letto degli ag-gravati ed in specie di coloro chesono incapaci di chiamare. Avvisa-no senza ritardo l’Ispettore ed ilMedico di guardia quando l’infer-mo è preso dai mali repentini o dasubitaneo aggravamento. Succe-dendo la morte di qualche ricove-rato ne danno immediato avvisoall’Ispettore ed alla Capo-sala”.(art.103)• “Accompagnano gli infermi ac-cettati al letto loro assegnato, lisvestono e consegnano i loro abitialla Capo-sala… Richiedono lorose hanno denaro od oggetti di va-lore e li fanno consegnare alla Ca-po-sala…” (art.104)• “Quando un ricoverato lascia loStabilimento ne avvertono subito leCapo-sala… Tutti gli infermieri in-distintamente debbono trovarsinelle rispettive sale alle visite me-diche e chirurgiche del mattino edel pomeriggio.” (art.105)• “Due infermieri e due infermiereper turno nella propria infermeriaveglieranno alzati tutta la notte, vi-gilando ai letti degli ammalati piùgravi, accorrendo a quelli da cuisaranno domandati e porgendoloro i soccorsi di cui potessero ab-bisognare…” (art.106)• “E’ vietato agli infermieri di entra-re nelle sale delle donne ed alleinfermiere in quella degli uomi-ni…” (art.115)In questo elaborato, si è cercato diportare alla luce un frammentodella storia dell’assistenza infer-mieristica.Dall’analisi ed interpretazione fattadel paragrafo “CAPO III. Degli In-fermieri” della fonte storica, presacome oggetto di studio, si puòconcludere che, per essere infer-mieri, si doveva rispettare una for-te gerarchia all’interno dell’ospe-dale ed adempire ad una serie dirigorosi doveri. Questa figura infer-mieristica era così delineata e vo-luta dal contesto culturale italianoe, nello specifico, della città diAlessandria all’epoca dei fatti. Sideve precisare, che, sempre in tali

anni, in Italia, si venivano a forma-re delle Scuole infermieristiche, co-me ad esempio la scuola napole-tana di Miss Grace Baxter, nellequali si proponeva un concetto diassistenza infermieristica diversoda quello analizzato, sia in terminidi pratica, sia di formazione.Per cui, se volessimo “catalogare”,il lavoro fatto dagli infermieri dell’o-spedale di Alessandria, descrittonella fonte, lo chiameremo assi-stenza (assistere che deriva dalverbo latino ad-sistere, e oggi tra-dotto come stare vicino) e non as-sistenza infermieristica (cioè quel“modo unico e specifico di stareaccanto”, che richiede conoscien-ze, metodi e scopi che hanno unSenso per l’uomo) secondo la Bax-ter. Quest’ultimo ragionamentodeve essere considerato in terministorici e non in rapporto alla cultu-ra alessandrina dell’epoca dellafonte storica.

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Il Collegio IPASVI ha organizzato il ciclo di incontri a tema denominati:“i cenacoli della Cultura Professionale Infermieristica”,per proporre nuovi spunti di riflessione e far conoscere qualificate proposte di culturaprofessionale.Sede Collegio IPASVI, via Buonarroti 16, ALNon è richiesta iscrizione. Verrà rilasciato attestato di partecipazione

I.P.A.S.V.I.Federazione Nazionale Collegi Infermieri

Sede di AlessandriaI cenacoli della cultura

professionale infermieristica

Programma

Corsi in programmazione II semestre

data titolo Relatori––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

11 giugno 2010Ore 16-18 L’infermiere di area critica Daniela Pastorino

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18 giugno 2010Ore 14.30-16.30 L’Operatore Socio-Sanitario in Sala Operatoria Dr.ssa Sara Bidone

data titolo––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

settembre Il modello delle competenze applicato in ambito SerT––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

settembre La gestione dei turni––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

ottobre L’ospedale per intensità di cura––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

novembre Il codice deontologico e la responsabilità professionale––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

dicembre Leadership e gestione dei gruppi

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Collegio di AlessandriaIn collaborazione con l’Associazione PASSI DI VITA

Alessandria 10 luglio 2010 (2ª edizione)(orario:9,00-18,30)Sede del corso: Collegio IPASVI - Via Buonarroti 16 - Alessandria

MANI AL SERVIZIOStrumento di Cura e Contatto

PRESENTAZIONELa pelle è il nostro limite corporale ed il contenitore psi-chico della nostra identità. Le mani di ognuno di noi,uniche e speciali in ogni loro peculiarità, sono lo stru-mento con il quale accarezziamo, comunichiamo, en-triamo in contatto e andiamo incontro all’altro e alla vi-ta. Il farne esperienza in consapevolezza permetteche diventino un valido strumento con il quale mettercial Servizio di noi stessi e dell’altro. Toccare con curavuol dire creare una condizione che permetta un rilas-samento piacevole generato da una gestualità sempli-ce, con una alta qualità di contenimento affettivo. Lanostra identità può rivelarsi e rifiorire se i nostri poten-ziali sono toccati, stimolati da mani sapienti, calde, si-cure e amorevoli che sanno rendere la persona ricetti-va alla trasformazione.Toccare con cura e presenza èindispensabile, è l’atteggiamento migliore per rag-giungere una buona sintonia con le esigenze di chi ri-ceve. Attraverso la condivisione, l’ascolto, il gioco, iltocco, la musica e il movimento, durante l’incontroverrà fatta esperienza del contatto inteso come arteconsapevole di accarezzare corpo e cuore della Per-sona attraverso il vincolo affettivo che ci lega gli uniagli altri. Con progressione vivremo sia la fiducia delsapersi abbandonare alla cura dell’altro con gioia esemplicità, sia la pienezza del saper accogliere eprendersi cura, in un armonico equilibrio di dare e ri-cevere.

PROGRAMMA• Integrazione e conoscenza del gruppo• Rapporto con il contatto (dare e ricevere)• Aspetto ludico del contatto• Esperienza del contatto affettivo con le mani attra-

verso la musica e la danza• La fiducia nel contatto• Mani come strumento di cura e servizio (gesti ar-

chetipici)

OBIETTIVI• Fare esperienza delle mani come strumento di Ser-

vizio e di Cura• Prendersi Cura attraverso il contatto• Riscoprire la leggerezza e il piacere del tocco delle

mani• Risvegliare il Tocco amorevole e affettivo• Creare una situazione di rilassamento e fiducia nel

dare e ricevere attraverso il contatto affettivo• Il feed-back con l’altro

9 CREDITI

www.passidivita.it

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DESTINATARI infermiereinfermiere pediatricoassistente sanitario educatore professionaleostetrica/o terapista occupazionale

DOCENTIMarco Lotti Facilitatore di Respiro consapevole Transfor-mational Breath. Insegnante tirocinante di Biodanza. Hafrequentato diversi percorsi del “massaggio sacro” sullabase della tradizione tantrica kashmira. Formato pressola Scuola dell’Opera e Servizio dell’Associazione La Via diCasa, conduce corsi di Pensiero Positivo e Creativo. Tienelaboratori di giochi cooperativi per bambini e adulti. Marzia Righetti Ha frequentato un percorso del “mas-saggio sacro” sulla base della tradizione tantrica kash-mira. Formata presso la Scuola dell’Opera e Servizio del-l’Associazione La Via di Casa ed altri percorsi, conducegruppi di crescita personale e spirituale rivolti sia a bam-bini sia ad adulti utilizzando metodologie differenti, comeil Pensiero Positivo e Creativo, la Ludopedagogia e atti-vità creative che permettono la libera espressione e ma-nifestazione del potenziale creativo che è dentro di noi.

Quota di iscrizione 60 EURO

Da versare secondo le seguenti coordinate bancarieBANCA FIDEURAM C/C 66270231ABI 03296CAB 01601IBAN IT45 J032 9601 6010 0006 6270 231

Intestato a Marzia Righetti indicando la seguente causale:COGNOME+corso8maggio (es. Righetti corso8maggio)La quota in caso di disdetta o mancata partecipazionenon verrà rimborsataLe iscrizioni saranno accettate fino ad esaurimento deiposti disponibili

Responsabile del corso Alessandro dr. Cataldo Consi-gliere Collegio IPASVI Alessandria

Segreteria Organizzativa Marzia Righetti [email protected] - Marco Lotti 3338318790

Per conoscere il programma dei corsi visitate il nostrosito web http://www.ipasvialessandria.it

Restituire la scheda di iscrizione debitamente compi-lata o inviare e-mail indicando le informazioni richie-ste:e-mail [email protected] Righetti - Via Provvidenza 1015033 Casale Monferrato AL - Cell. 3471258172

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SCHEDA DI ISCRIZIONE

Cognome................................................................................................................................................

Nome......................................................................................................................................................

Qualifica .................................................................................................................................................

Ente di appartenenza .............................................................................................................................

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Città ....................................................................................................... Cap ........................................

Telefono............................................................................... Fax ...........................................................

Indirizzo e-mail: ......................................................................................................................................

data ........................................................................................................................................................

firma ......................................................................................................................................................

PrivacyCon l’iscrizione il partecipante autorizza il CollegioIPASVI al trattamento dei propri dati personali (DLG196/2003): Il titolare del trattamento dati è il CollegioIPASVI di Alessandria

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PROGRAMMA:

Ore 08.00/09.00 Saluti e presentazione Dr. Salvatore Bellinceri

Ore 09.00/09.30 Definizione e tipologie di ulcereCPSI Viviana Patrucco

Ore 09.30/10.30 Prevenzione-valutazione-trattamento delle ulcere venose degli arti inferioriDr. Andrea Bellingeri

Ore 10.30/11.00 pausa

Ore 11.00/12.00 Ruolo dell’infermiere nel trattamento delle ulcere venoseDr. Andrea Bellingeri

Ore 12.00/13.00 Valutazione e trattamento del dolore nel paziente portatore di ulcere venose degli arti inferiori

Dr.ssa Elisa Farina

Ore 13.00/14.00 pausa pranzo

Ore 14.00/14.30 VACCPSE Daniela Cavalli

Ore 14.30/15.00 Presentazione di casi cliniciDr. Massimo Guazzotti

Ore 15.00/15.30 Responsabilità professionale e giuridica dell’infermiereDr. Alessandro Cataldo

Ore 15.30/16.00 Registrazione e raccolta datiCPSI Maria Grazia Mezzasalma

Ore 16.00/16.30 Presentazione griglia e schede di valutazioneCPSI Viviana Patrucco

Ore 16.30/17.00 Test ECM (in corso di accreditamento)

Responsabile Corso Dr. Alessandro Cataldo - Tesoriere Collegio IPASVI Alessandria Segreteria Collegio IPASVI – tel. 0131 218113 - fax 0131 240208 – HYPERLINK "http://www.ipasvialessandria.it"www.ipasvialessandria.it – HYPERLINK "mailto:[email protected]" [email protected]

IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA

Le ulcere vascolari degli arti inferioriresponsabilità infermieristica nella prevenzione, trattamento

aspetti etico-deontologiciSabato 6 novembre 2010

SEDE DEL CORSO:Collegio IPASVI - Via Buonarroti, 16 - Alessandria

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1° AnnuncioSede del corso: Acqui Terme

ObiettiviI Codici Deontologici degli operatori sanitari prevedono una specifica funzione di “promozionedella cultura della donazione di organi, tessuti e cellule e fornire l’idonea informazione ai cit-tadini.”Questo compito di natura culturale non è appannaggio esclusivo di un singolo operatore ma com-pete, con pari dignità, a tutti gli operatori sanitari.L’incontro, aperto a tutte le professioni socio-sanitarie, intende fornire, con un linguaggio chiaro, semplice, basato sui dati di fatto, gli strumentifondamentali per assolvere efficacemente questo compito di promozione efficace della cul-tura della donazione.

PROGRAMMA:� prospettive per la medicina dei trapianti � Struttura e funzionamento della rete trapiantologica: il centro regionale trapianti� Protocolli e linee guida� La psicologia dei trapianti� I trapianti:

- rene- fegato / pancreas- cuore- polmoni

� Presentazione di casi� La cultura della donazione

Corso di formazione su:Trapianti e donazione d’organi:

una sfida culturale

Associazione Italiana Donatori OrganiGruppo Comunale Sergio Piccinin Acqui Terme

COLLEGIO DI ALESSANDRIAInfermieri Professionali Assistenti Sanitari Vigilatrici d’Infanzia

crediti richiesti

DESTINATARIOperatori socio-sanitari

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Nell’augurareBuone Vacanze

a tutti gli iscrittisi informa che

il Collegio IPASVIsarà chiuso

per le ferie estivedal 19 luglio 2010al 6 agosto 2010

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