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Piano di Sicurezza e di Coordinamento (PSC) (Titolo IV, art. 100 del D.lgs. 81/08 e s.m.i.) Appalto per lavori di adeguamento delle pavimentazioni stradali presenti nelle strutture aziendali Committente: AMA S.p.A. - Roma Coordinatore per la progettazione: Ing. Francesco S. Paoletti

Piano di Sicurezza e di Coordinamento (PSC) · 4.2 Rischi trasmessi dall’esterno al cantiere Le norme di prevenzione sono complesse perché devono integrare aspetti di sicurezza

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Piano di Sicurezza e di Coordinamento (PSC) (Titolo IV, art. 100 del D.lgs. 81/08 e s.m.i.)

Appalto per lavori di adeguamento delle pavimentazioni stradali presenti nelle strutture aziendali

Committente: AMA S.p.A. - Roma

Coordinatore per la progettazione: Ing. Francesco S. Paoletti

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INDICE

CAPITOLO 1 PREMESSA

1.1 Informazioni preliminari.

1.2 Elaborati progettuali di riferimento.

1.3 Riferimenti normativi fondamentali.

CAPITOLO 2 DATI GENERALI

CAPITOLO 3 DESCRIZIONE DELL’OPERA

CAPITOLO 4 RISCHI AMBIENTALI

4.1 Rischi trasmessi dal cantiere all’ambiente esterno.

4.2 Rischi trasmessi dall’ambiente esterno al cantiere.

4.3 Rischi da interferenza

4.4 Rischi per i lavoratori che operano in cantiere.

4.5 Rischi per le persone esterne al cantiere.

4.6 Planimetrie;

CAPITOLO 5 ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE

5.1 Considerazioni generali

5.2 Recinzione

5.3 Accessi

5.4 Viabilità interna

5.5 Servizi igienico assistenziali

5.6 Impianti

5.7 Organizzazione mezzi antincendio e pronto soccorso

5.8 Macchinari previsti in cantiere

5.9 Operazioni di carico e scarico

5.10 Depositi

5.11 Segnaletica di sicurezza

CAPITOLO 6 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEI L AVORI

6.1 Elenco e codifica delle fasi Lavorative

6.2 Schede delle fasi Lavorative

CAPITOLO 7 ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE

7.1 Elenco e delle mansioni

7.2 Schede delle mansioni

CAPITOLO 8 ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNE SSI CON

LE ATTIVITA’ DI CANTIERE

8.1 Individuazione dei fattori di rischio

8.2 Principali misure tecniche di prevenzione

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CAPITOLO 1 PREMESSA

1.1 Informazioni preliminari

Il presente Piano di Sicurezza e Coordinamento (che per brevità in seguito chiameremo semplicemente PSC) è stato redatto in applicazione del Titolo IV art. 100 del D.Lgs. 81/08, in riferimento ai “Lavori di adeguamento delle pavimentazioni stradali presenti nelle strutture aziendali” Il presente Piano è stato redatto dall’Ing. Francesco Saverio Paoletti, Coordinatore della Sicurezza in fase di Progettazione.

1.2 Elaborati progettuali di riferimento

Il piano fa riferimento agli elaborati di progetto di seguito elencati: • Relazione Tecnica• Capitolato Generale d’Appalto• Capitolato Speciale d’Appalto• Elenco Prezzi Unitari• Computo Metrico Estimativo• Elaborati grafici

1.3 Riferimenti normativi fondamentali

D.Lgs. 03.08.2009 n°106. “Disposizioni integrative e correttive al Testo di attuazione del D.Lgs. n°81/2008”;

D.Lgs. 09.04.2008 n° 81 ”Attuazione dell’art.1 della Legge del 3 Agosto 2007. n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro”;

D.Lgs. 14.08.1996 n°494 “Attuazione della Direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza da attuare nei cantieri temporanei e mobili”;

D.Lgs. 14.08.1996 n°493 “Attuazione della Direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro”;

D.P.R. 24.07.1996 n°459 “Regolamento per l‘immissione e l’utilizzo di macchine e componenti di sicurezza sul territorio dell’Unione Europea”;

D.Lgs. 19.12.1994 n°758 “Modifiche alla disciplina sanzionatoria in materia di lavoro;

D.Lgs. 19.09.1994 n°626 “Attuazione della direttiva 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, s.m.i.;

D.Lgs. 04.12.1992 n°475 “Attuazione delle direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21/12/1989, in materia di riavvicinamento della legislazione degli stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale;

D.Lgs. 15.08.1991 n°277 “Attuazione delle direttive n° 80/1107/CEE, n° 82/605/CEE, n° 83/477/CEE, n° 86/188/CEE e n° 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizioni ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro a norma dell’ art. 7 delle legge 30 luglio 1990 n° 212”;

D.P.R. 19.03.1956 n°303 “Norme generali per l’igiene del lavoro”;

D.P.R. 07.01.1956 n°164 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni”;

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D.P.R. 27.04.1955 n°547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”;

Nella redazione del documento si fa inoltre riferimento alle normative antincendio, di protezione acustica, alle norme CEI ed UNI per quanto ed in quanto applicabili, anche se qui non espressamente menzionate.

CAPITOLO 2 DATI GENERALI

Committente

AMA S.p.A.

Via Calderon de la Barca, 87

00142 ROMA

Oggetto dell’Appalto “Lavori di manutenzione straordinaria delle

pavimentazioni stradali presenti nelle strutture”

Durata presunta dei Lavori 730 gg. naturali e continuativi

Entità del Cantiere ( totale uomini/giorno)

Importo dei lavori 4.672.446,00 €

Importo per oneri della sicurezza 222.497,43 €

PROGETTAZIONE

Progettista Arch. Roberto PaneiCoordinatore per la sicurezza in fase di

Progetto (CSP)

Ing. Francesco Saverio Paoletti

ESECUZIONE

Responsabile dei lavori (RUP) Ing . Dario Bonanni

Direttore dei lavori (DL) Coordinatore della sicurezza in fase di

Esecuzione (CSE)

-

Impresa Affidataria

Datore di lavoro

Direttore Tecnico

Preposto

Responsabile del Servizio di Prevenzione e

Protezione (RSPP)

Rappresentante della sicurezza per i lavoratori

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(RLS)

Responsabile alla gestione delle emergenze

Medico competente

Impresa Subappaltatrice

Opera Subappaltata

Direttore Tecnico / Preposto

Responsabile del servizio di Prevenzione e

Protezione (RSPP)

Responsabile per la sicurezza dei Lavoratori

(RSP)

Impresa Subappaltatrice

Opera Subappaltata

Direttore Tecnico / Preposto

Responsabile del servizio di Prevenzione e

Protezione (RSPP)

Responsabile per la sicurezza dei Lavoratori

(RSP)

Impresa Subappaltatrice

Opera Subappaltata

Direttore Tecnico / Preposto

Responsabile del servizio di Prevenzione e

Protezione (RSPP)

Responsabile per la sicurezza dei Lavoratori

(RSP)

Impresa Subappaltatrice

Opera Subappaltata

Direttore Tecnico / Preposto

Responsabile del servizio di Prevenzione e

Protezione (RSPP)

Responsabile per la sicurezza dei Lavoratori

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(RSP)

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

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Lavoratore Autonomo

Opera Subappaltata

CAPITOLO 3 DESCRIZIONE DELL’OPERA

Gli interventi da effettuare consistono essenzialmente in: 1) Demolizioni e rimozioni;2) Scavi e trasporti;3) Pavimentazioni bituminose;4) Lavori stradali e infrastrutture.

Le principali operazioni di cantiere sono: - Scavi a mano o con mezzi meccanici; - Movimentazione a mano o con mezzi meccanici di elementi da costruzione,

apparecchiature, attrezzature etc. ; - Demolizioni e rimozioni; - Utilizzo di attrezzature ed apparecchiature di cantiere; - Trasporti alle PPDD; - Posa di pavimentazioni bituminose; - Lavorazione del piano stradale e realizzazione di infrastrutture; - Lavorazione su elementi in legno quali tagli chiodatura etc - Taglio, piegature, saldature e filettatura di elementi in ferro pieno, tubolare etc.

Trattasi dell’insieme di opere da realizzarsi per adeguare le pavimentazioni esterne degli stabilimenti aziendali AMA S.p.A. Le opere da realizzare nell’area degli Stabilimenti, prevedono il ripristino delle condizioni di sicurezza dei percorsi stradali facenti parte della viabilità interna degli stessi stabilimenti. Con riferimento alle tavole allegate, dove si indicano puntualmente le parti dove si agirà, si realizzerà la seguente tipologia di intervento: Tipologia di intervento “A” : prevederà la realizzazione di una sovrastruttura in conglomerato bituminoso nelle aree di traffico e di sosta dei mezzi aziendali. Le lavorazioni consisteranno nello scavo della superficie per circa 50cm. Il rinterro con misto granulare stabilizzato per lo stesso spessore. Lo strato di base in conglomerato bituminoso di circa 15 cm. , lo strato di collegamento (Binder) dello spessore di 7 cm.; strato di usura di spessore 3 cm. La realizzazione di nuova pavimentazione stradale con ristabilimento pendenze necessarie allo scolo delle acque. I lavori di sistemazione dei piazzali e delle strade saranno completati dalla realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale secondo le normative vigenti. Per la segnaletica orizzontale, ove necessario, saranno previsti circa 10 km. di strisce posizionate secondo le normative. I lavori di scavo e fresatura saranno realizzati con idonei macchinari ad eccezione dei tratti interessati dal passaggio di servizi e sottoservizi dove si opererà a mano. Inoltre , nel corso delle lavorazioni, se necessario, saranno realizzati o ripristinati tratti di fognature e ricollocati a giusta quota chiusini e griglie.

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CAPITOLO 4 RISCHI AMBIENTALI

4.1 Rischi trasmessi dal cantiere all’ambiente esterno.

Il rischio da considerare inevitabilmente, è l’Investimento e Collisione con gli automezzi di cantiere. La movimentazione degli stessi aumenta il rischio di questo accadimento in aree già congestionate dalla’attività dei mezzi AMA S.p.A. Rischi dovuti al Rumore prodotto dai macchinari all’opera nelle fasi lavorative necessarie. La demolizione del manto stradale produce Sollevamento di Polveri Residuali. 4.2 Rischi trasmessi dall’esterno al cantiere

Le norme di prevenzione sono complesse perché devono integrare aspetti di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro, contenuti nel D.lgs 81/08 con le norme previste dal Codice della strada. Ogni stabilimento presenta sottostrutture come impianti fognari canalizzazioni impiantistiche passanti a livello strada e sotto lo stesso piano stradale. E’ necessario quindi visualizzare la situazione attuale nelle aree dove si interverrà, al fine di ridurre i rischi derivati. 4.3 Rischi derivanti dalla interferenza con le attività svolte negli Stabilimenti Un fattore di rilevante importanza è l’impossibilità di fermare le attività all’interno degli Stabilimenti durante il periodo dei cantieri. Si opererà in presenza del personale al lavoro e soprattutto delle operazioni svolte dai mezzi all'interno dello Stabilimento:

• movimentazione dei materiali • carico e scarico, trasbordi;

I cantieri che verranno realizzati saranno a contatto con le attività che negli Stabilimenti vengono svolte giornalmente, quindi le interferenze tra il/i cantiere/i. e le suddette attività che dovranno essere sottoposte a Coordinamento. Fattore molto importante sarà la modifica delle abitudini procedurali presenti all'interno degli Stabilimenti. Per ogni singolo intervento, per ogni area, sarà obbligo fare una analisi con i Referenti in loco sulle priorità e le sottomissioni alle attività citate al fine di raggiungere una pianificazione (Piano di intervento) concordato tra le parti. In alcuni casi sarà necessario modificare i percorsi dei mezzi e del personale, per la presenza del cantiere stesso. Non derogabile sarà la necessità di evitare il sovrapporsi dei percorsi dei mezzi di cantiere con quelli del personale e dei mezzi AMA, si dovrà quindi segregare le aree di cantiere con recinzioni idonee al fine di creare percorsi separati. Dove non sia possibile per esigenze di servizio escludere il passaggio si opterà per una soluzione di variazione oraria delle lavorazioni per il raggiungimento del minor rischio possibile, altresì lavori mirati in determinati orari e di durata limitata. Fondamentale sarà il posizionamento corretto della segnaletica di avvertimento, prescrizione e indicazioni di divieto per le persone e mezzi. Tale segnaletica dovrà essere chiara leggibile e non contraddittoria, al fine di evitare rischi derivati dalla presenza dei cantieri stessi. I responsabili degli Stabilimenti, dovranno preventivamente comunicare segnalare con chiarezza agli operatori, l'installazione e le modifiche delle normali procedure derivanti dalla presenza del cantiere. Esisteranno quindi due tipi di cantieri quelli con delimitazioni temporanee giornaliere e quelli di più lunga permanenza. Nei primi è fondamentale, che al momento della chiusura giornaliera del cantiere siano perfettamente individuabili e visibili gli eventuali ostacoli residui, con le dovute segnalazioni di ingombro e di delimitazione (sia con segnali luminosi per la visibilità notturna che “riconoscibili” secondo le norme ). Per i secondi (cantieri con recinzioni permanenti),

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obbligo sarà lo studio di eventuali percorsi alternativi adeguatamente segnalati, senza dimenticare l’uso anche notturno delle strade di attraversamento degli stabilimenti, quindi fondamentale la visibilità delle stesse segnalazioni approntate. 4.4 Rischi per i lavoratori che operano in cantiere

Nelle opere da realizzare si riscontrano le seguenti principali forme di rischio per i lavoratori: - le cadute nel piano; - investimento degli addetti ai lavori ed utenti strada; - urti, colpi causati da mezzi in opera nel cantiere; - caduta, colpi o urti da parte di materiale movimentato dai mezzi meccanici; - proiezione di schegge e faville incandescenti; - esposizione al rumore; - esposizione alle vibrazioni; - elettrofolgorazione; - la presenza di acqua; - movimentazione manuale dei carichi, - inalazione di polveri, gas, vapori etc; - scoppi, incendi; - inadeguatezza della segnaletica o della mancata osservanza alla stessa; - esposizione alle radiazioni solari, Il presente piano tratterà più avanti ed in forma dettagliata il rapporto fra operazioni, rischi e provvedimenti, in forma schematica e con apposite schede. 4.5 Rischi per le persone esterne al cantiere

- Investimento / collisione con automezzi di cantiere (incidente stradale);

- Esposizione al rumore;

4.6 Planimetrie

Vedi gli elaborati allegati ( Allegato )

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CAPITOLO 5 ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE

5.1. Considerazioni generali

Le aree di cantiere sono le strade di comunicazione all'interno degli Stabilimenti dove la continua movimentazione dei Mezzi e la tipologia delle attività svolte, sottopone le suddette pavimentazioni ad una usura superiore alla normale riscontrata sulle superfici similari. Aggravante al deperimento è la tipologia stessa del materiale movimentato: i rifiuti che incrementano il deterioramento delle pavimentazioni. L'aree di intervento sono le strade di disimpegno all'interno degli Stabilimenti AMA S.p.A. che presentano la necessità di operazione di ripristino, al fine di ricreare le condizioni di sicurezza, per le attività in essi svolte dagli addetti e dai mezzi.Si è sintetizzata la casistica degli interventi a due opere principali, che prevedono, una la fresatura della pavimentazione e la demolizione del sottofondo trasporto alla discarica dei residui quindi il rifacimento dell'asfalto , la seconda soltanto la sostituzione della pavimentazione (conglomerato bituminoso e tappetino di usura) 5.2. Recinzione

La delimitazione del cantiere dipenderà dalla Tipologia dello stesso se Temporaneo o Fisso.

Secondo quanto richiesto dal D.M. del 10/07/2002 e al regolamento di attuazione del nuovo Codice della Strada, tale valutazione dovrà riguardare, in relazione alla tipologia del cantiere, almeno i seguenti aspetti: se il cantiere da aprire sarà del tipo temporaneo, si apre all'inizio dei lavori con posa di delimitazioni del tipo delineatori flessibili, segnali di prescrizione, indicazione e pericolo. Alla chiusura verrà smantellato, lasciando, se le circostanze lo richiedano, mezzi parcheggiati regolarmente segnalati) la delimitazione del cantiere, sarà del tipo a mezzo di pannelli grigliati su supporti in cls. comprensivi di telo antipolvere e segnalatori di presenza notturna. Se del tipo fisso sarà opportuno delimitare in maniera da impedire l’accesso e introspezione ai non addetti ai lavori (grigliati su supporti, pannellature in legno etc.) tenendo sempre conto delle necessarie modifiche dei percorsi eventuali.

5.3. Accessi

Essendo area ad uso privato dopo l’accesso alle aree degli Stabilimenti l’accesso alle aree di

cantiere sarà sempre in funzione della tipologia del cantiere. Dove esisterà un elemento apribile

(Fissi) dove basterà eeffettuare la manovra di segnalazione tempestiva di accostamento per

accedere all’area. Obbligatoriamente ci saranno indicazioni di preavviso (cartelli, segnalatori)

5.4. Viabilità

Particolare importanza verrà posta alla realizzazione delle indicazioni della mobilità all’interno dell’area di cantiere e soprattutto della circolazione dei mezzi nel contesto dove si andrà ad operare. Ogni intervento andrà considerato come una fase di lavoro ove si dovrà tener presente la normale mobilità nelle aree dello Stabilimento e all’interno del cantiere stesso ove opereranno

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uomini e mezzi. Dovrà essere approntata una adeguata Segnaletica Temporanea a protezione delle aree di cantiere interessate dove si individueranno i percorsi alternativi necessari le eventuale deviazioni o divieti di transito (si fa riferimento alle ‘Linee guida INAIL per i cantiere stradali). Ricordare che la zona superiore degli eventuali cavi e/o aperture nel terreno, delle vie di transito sia delimitata al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori sia in fase di lavoro che durante le fasi inattive. I cavi elettrici impiegati per derivazioni provvisori o per l ‘alimentazione di apparecchi e macchine portatili devono essere rivestiti o incanalati in modo da resistere anche all‘usura meccanica. Tali conduttori non devono intralciare i passaggi. Ovviamente non debbono essere lasciati lungo le vie di transito sia interne che esterne, materiali ed attrezzature che possano costituire causa di incidente se non adeguatamente segnalati.

5.5. Servizi igienico assistenziali

Gli Appaltatori dovranno mettere a disposizione dei lavoratori adeguati locali per spogliatoio, refezione e servizi igienici qualora non fosse possibile o concesso dovrà proporre una soluzione alternativa (concertare di utilizzare a tale scopo dei locali o servizi disponibili nelle vicinanze) . Il locale spogliatoio è dimensionato per mq 1 per lavoratore, la mensa per 0.8 mq per lavoratore. I servizi igienici prevedono: - 1 vaso alla turca per ogni 10 lavoratori (con un minimo di due); - 1 doccia per ogni 10 lavoratori; - 1 lavabo ogni 5 lavoratori. Al fine di minimizzare i costi si suggerisce di predisporre locali comuni fra i vari appaltatori. Tutti i locali dovranno essere adeguatamente aerati, riscaldati e forniti di acqua calda ove necessaria (docce e lavabi). Una possibilità potrebbe essere il posizionamento di corpi prefabbricati ( monoblocchi, bagni chimici) in un area da concertare con i responsabili di stabilimento. Una alternativa è l’identificazione di alcun locali che possano essere di supporto alle maestranze, (sempre da concertare con i Responsabili degli stabilimenti) dati in concessione d’uso per il periodo di permanenza del cantiere, a parità di condizioni igieniche.

5.6. Impianti

Impianto elettrico di cantiere:

(Si vedano anche le norme CEI, con particolare riferimento alla 64-8/1984) L'impianto elettrico di cantiere dovrà essere realizzato del tipo centralizzato con diramazioni

radiali alle singole utenze di cantiere e ad altri quadretti di centralizzazione parziali distribuiti nell'area del cantiere stesso. In tal modo si riesce a localizzare e i pericoli in corrispondenza di zone ove le condizioni ambientali e di manovrabilità possono essere rese agevoli e si riesce altresì a rendere maggiormente flessibile il funzionamento dei vari settori del cantiere procedendo a realizzare sezionamenti parziali a tutto vantaggio della sicurezza. Il quadro centralizzato ed i quadretti di centralizzazione devono avere le seguenti caratteristiche strutturali e funzionali: - essere in esecuzione metallica ad armadio completamente chiuso con chiave o interruttore generale dotato di dispositivo di blocco elettrico in modo da evitare l'apertura da parte di persone non qualificate che non devono accedere alle parti interne in tensione; - avere un elevato grado di protezione IPXX per la protezione contro la penetrazione di solidi IP 4 X e contro la penetrazione di liquidi IP X 4 e deve essere protetto contro gli urti; (vedi figure allegate) - deve essere dotato di interruttore generale onnipolare magnetotermico differenziale per l’interruzione delle fasi e del neutro (specialmente quando quest'ultimo non è efficacemente "a terra");

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- deve essere dotato di una serie di prese a spina ciascuna protetta da proprio interruttore interbloccato e di interruttori automatici posti a protezione degli eventuali sottoquadretti; - deve essere dotato di morsetto per il collegamento all'impianto di messa a terra. La distribuzione dei conduttori ovvero dei cavi elettrici deve seguire particolari condizioni di installazione in rapporto alle specifiche condizioni ambientali e strutturali del cantiere, in particolare: - non devono essere di tipo volante per evitare pericoli di tranciamento; - devono avere sezione e lunghezza adeguata in rapporto alle correnti da trasmettere alle utenze, in rapporto alle possibili correnti di sovraccarico e di corto circuito, in rapporto ai dispositivo di protezione installati (interruttori automatici) ed in rapporto alle cadute di tensione sibili; - devono essere dotati di isolamento tra le fasi e verso terra lungo tutto il loro percorso in rapporto alle condizioni ambientali; - devono essere protetti contro il danneggiamento con opportune coperture metalliche quando transitano in posizioni di passaggio di mezzi pesanti; - devono essere di tipo autoestinguente alla fiamma in caso di incendio. (Per le caratteristiche costruttive dei cavi vedi le relative norme CEI che definiscono anche il campo delle tensioni di utilizzo e le prove da eseguirsi da parte dei fabbricanti per l'applicazione del Marchio IMQ dell'Istituto Marchio italiano di Qualità e marchio CE). Dispositivi di protezione (automatici magnetotermici differenziali) e loro funzione.

La funzione specifica dei dispositivo di protezione e' quella di garantire: a - Sicurezza contro l'incendio derivato da cause elettriche (corto circuiti - surriscaldamento dovuto a sovraccarico); b - Sicurezza contro i contatti diretti con le parti in tensione; c - Sicurezza contro i contatti indiretti in caso di guasti verso terra, ovvero dispersioni. a - Pericolo d'incendio I dispositivi di protezione devono. essere realizzati, costruiti e mantenuti in modo da poter garantire la rapida interruzione dell'energia ogni qualvolta si verifichi un guasto tra le fasi ed in modo che l'energia passante attraverso i dispositivo di protezione, durante l'interruzione della massima corrente, non provochi il danneggiamento dei conduttori ad opera della anomala temperatura eventualmente raggiunta. Per ottenere i suddetti risultati occorre che il dispositivo di protezione abbia un adeguato potere d'interruzione (rapportato alla massima corrente di corto circuito nei vari punti dell'impianto) e sia scelto in forma coordinata con le caratteristiche dei cavi protetti. (In termini pratici quanto detto si traduce in scelta di interruttori automatici con poteri d'interruzione compresi tra 4500 e 6000 Amp per piccoli cantieri e compresi tra 10.000 e 20.000 Amp per grandi cantieri avendo inoltre cura di non usare e lunghezza di cavi superiori ai 40, 50 metri di lunghezza e di sezione proporzionale alle correnti da trasmettere). b - Sicurezza contro i contatti diretti I dispositivo di protezione contro i contatti diretti sono rappresentati dagli interruttori differenziali ad alta sensibilità con correnti di scatto pari 30 mA. Tali dispositivo infatti hanno la capacita' di interrompere pressoché istantaneamente il circuito di utilizzazione ogni qualvolta si abbia una corrente di fuga pari alla corrente limite di pericolosità definita in precedenza. c - Sicurezza contro i contatti indiretti Anziché per i contatti indiretti la protezione viene affidata agli interruttori differenziali con soglie di intervento comprese tra 200 e 500 mA sempre pero' in presenza di un adeguato impianto di messa a terra per tutti gli involucri metallici delle apparecchiatura elettriche. (Anche in tal caso i dispositivo di protezione differenziali agiscono pressoché istantaneamente sull’interruzione del circuito che manifesta dispersioni di corrente verso terra). Gli interruttori differenziali, ad alta e bassa sensibilità, devono avere caratteristiche costruttive particolari definite dalle norme CEI.

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I dispositivo di protezione differenziali da installare devono essere scelti in modo da garantire la protezione anche contro i corto circuiti (i dispositivo devono essere dotati di sganciatori di massima corrente assieme al dispositivo differenziale) e contro i sovraccarichi. Apparecchiature mobili e portatili. Le prese a spina volanti devono essere limitate al massimo e devono essere conformi a quanto stabilito dalle Norme CEI specifiche (colore in rapporto alle tensioni - rosso per il 380 Volt e blu per il 220 Volt - caratteristiche costruttive di resistenza al danneggiamento e di intercambiabilità) (vedi figure allegate). Le macchine elettriche possono distinguersi come segue: · macchine mobili (sono considerate quelle per le quali l'uso in funzionamento e' di mobilita',

es. molatrici da pavimento); · macchine portatili (apparecchi che durante il loro uso ordinario devono essere, anche se non

continuativamente, sostenuti dalle persone che li usano); . macchine fisse (tutti gli apparecchi che non rientrano far quelli precedenti). Le macchine mobili e portatili devono essere dotate di isolamento supplementare di sicurezza inteso come doppia guaina isolante tra le parti attive e le parti metalliche esterne.. (rif. DPR 547., art. 315). I dati di tensione di alimentazione delle macchine portatili in rapporto alle condizioni ambientali di lavoro sono: (rif. DPR 547. art. 313) · 220 Volt verso terra per i lavori all'aperto ed in ambienti ordinari, · 50 Volt verso terra per il luoghi bagnati e molto umidi, in presenza di grandi masse

metalliche e in ambienti ristretti; (vedi figure) Gli apparecchi mobili e portatili alimentati a tensione superiore a 25 Volt verso terra devono essere dotati di collegamento a terra. (rif. DPR 547, art. 315) Le norme CEI danno le caratteristiche costruttive degli utensili mobili e portatili in rapporto al loro isolamento: * Apparecchi con isolamento di classe I dotati di solo isolamento funzionale. * Apparecchi con isolamento di classe II dotati di un isolamento speciale rinforzato. * Apparecchi di classe III quelli alimentati con tensione di 25 Volt verso terra. Gli apparecchi di classe II e III non necessitano di collegamento a terra (con DM 26/11/68 in GU n. 307 del 03/12/68 e' stato specificato che gli apparecchi portatili di classe II non devono rispondere all'art. 315 del DPR 547 e cioè non hanno bisogno di collegamento a terra). (Le Norme CEI non stabiliscono i limiti delle tensioni di tensioni degli apparecchi mobili e portatili in rapporto all'ambiente d'uso e pertanto per i cantieri edili deve farsi riferimento alle Norme del DPR 547/55). Si adottano i seguenti criteri per il cantiere in esame: a) Gli apparecchi mobili , se dotati di solo isolamento supplementare , possono essere

alimentati fino a 220 Volt verso terra e devono essere collegati a terra. b) Gli apparecchi mobili , se dotati di isolamento speciale rinforzato , possono essere alimentati

fino a 220 Volt verso terra e non devono essere collegati a terra. c) Gli apparecchi portatili , se dotati di isolamento supplementare , possono essere alimentati

solo a 50 Volt verso terra e devono essere collegati a terra. d) Gli apparecchi portatili, se dotati di isolamento speciale rinforzato , possano essere

alimentati solo a 50 Volt verso terra e non devono essere collegati a terra. e) Gli apparecchi mobili e portatili alimentati a tensione di 25 Volt verso terra possono

essere adoperati senza particolari accorgimenti di isolamento e di messa a terra. (Il riconoscimento degli apparecchi mobili e portatili con isolamento rinforzato e' legato all'esistenza sulla targa: del simbolo del doppio quadrato, del marchio IMQ e del numero del certificato di prova). Le lampade portatili devono essere alimentate a 25 Volt verso terra quando sono usate in luoghi bagnati o molto umidi ed in presenza di masse metalliche.

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(rif. DPR 547, art. 318) I circuiti di alimentazione per 50 o 24 Volt vengono derivati normalmente da un trasformatore con avvolgimenti primario e secondario separati ed isolati tra loro. Impianto di messa a terra La funzione primaria di un impianto di messa a terra e' quella di convogliare verso terra le possibili correnti di dispersione dei macchinari elettrici ed evitare cosi' che la corrente possa interessare il corpo umano. (Le caratteristiche costruttive degli impianti di terra sono riportate nelle norme CEI specifiche, vedi anche CEI 64.8/1984). Impianto e dispositivo di protezione contro le scariche atmosferiche Devono essere protetti dalle scariche atmosferiche: le gru a torre, i ponteggi metallici, i silos metallici in quanto suscettibili di richiamo delle scariche atmosferiche. Ponteggi metallici Per i ponteggi metallici la presenza di giunzioni con morsetti consente di considerare valida la continuità e1ettrica tra i vari elementi per cui, per la protezione contro le scariche atmosferiche, e' sufficiente provvedere al collegamento di alcuni montanti (uno ogni 20 metri di sviluppo perimetrale) a dispersori tradizionali interrati e collegati in parallelo tra loro e con l'impianto di messa terra del cantiere. Necessità e modalità di controlli e di verifiche I controlli che occorrerà eseguire riguarderanno: - esame a vista dei componenti e del loro assiemaggio con controllo dei marchi di conformità e del rispetto delle norme CEI relative all'installazione;

- verifica a vista delle condizioni di posa dei tubi destinati a contenere i conduttori di alimentazione e distribuzione; - misura delle resistenze di isolamento dei circuiti tra le fasi e la fase e terra; - valutazione delle cadute di tensione che non devono mai superare il 4%; - verifica dell’efficienza delle protezioni contro le sovracorrenti (secondo le norme CEI specifiche); - verifica delle protezioni contro i contatti diretti con controllo dell'esistenza del grado di

protezione IPXX per gli involucri e scatole contenenti parti elettriche; (almeno IP44); - verifica delle protezioni contro i contatti indiretti ovvero controllo di efficienza dell'impianto di

terra e di coordinamento con i dispositivo di protezione (interruttori differenziali); - verifica e controllo della corretta esecuzione dell'impianto di protezione contro le cariche

atmosferiche.

5.7. Organizzazione mezzi antincendio e pronto soccorso

L’edificio ed i luoghi di lavoro sono sufficientemente sicuri e non particolarmente soggetti a pericolo d’incendio anche perché il carico d’incendio stesso rimane contenuto nei limiti fisiologici di una normale attività cantieristica. Nei cantiere di tipo stradale l’innesco del eventuale incendio può essere causato dal calore ed elevate temperature prodotte dai materiali utilizzati bitume, catrame etc. Ulteriore causa, la presenza di macchinari mal funzionati che possano produrre un incendio nelle loro parti o meccanismi. Negli ambienti di questo tipo le cause di incendio derivano normalmente da malfunzionamenti dell’impianto elettrico e o da incauto utilizzo di fiamme libere, fiammiferi, sigarette etc. Nella sfortunata ipotesi del verificarsi di un incendio la prima ed importante regola è mantenere la calma. Se il focolaio di incendio appare limitato si deve procedere al suo spegnimento utilizzando gli estintori disponibili, la cui localizzazione è stata resa nota e dei quali è stato esaurientemente spiegato l’uso anche se l’incendio appare spento è bene allertare i responsabili della sede. In caso di incendio di non limitate proporzioni o di fallimento dei tentativi di spegnimento si dovrà dare immediato allarme ai VVF allertando il restante personale.

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Lo schema di chiamata dei VVF è il seguente (tenendo conto che essi intervengono per altri incidenti oltre l’incendio): 1. Descrizione e tipo di incidente; 2. Entità dell’incidente; 3. Luogo dell’incidente ( Via, numero civico; città) 4. Indicare se ci sono feriti. Ricordando sempre l’importanza di mantenere la calma il personale dovrà procedere ad abbandonare il luogo di lavoro e raggiungere un luogo sicuro. Nel caso si sia prodotto fumo è opportuno mettere un fazzoletto di stoffa, possibilmente bagnato, davanti alla bocca ed al naso: E’ opportuno stare bassi con la testa vicino al pavimento, i fumi caldi tendono a salire Necessaria è la dotazione di estintori adeguati allo spegnimento di fiamme, vista la presenza di macchinari e automezzi, ad uso degli addetti formati all’uso degli stessi Istruzioni per l’uso degli estintori. Come dall’illustrazione delle modalità di uso stampigliata sull’estintore seguire la seguente procedura, evitando nella maniera più assoluta di avvicinarsi alla fiamma e prestare la massima attenzione ai possibili ritorni della fiamma stessa : 1. Sfilare la coppiglia di sicurezza; 2. Dirigere il boccaglio verso la fiamma; 3. Premere la maniglia; 4. Evitare assolutamente di inalare il prodotto uscente dalla bombola. Si ricorda che stante le tipologie di lavorazione tutti i lavoratori che operano nel presente cantiere dovranno sottoporsi a vaccinazione antitetanica (richiami se del caso) Pronto Soccorso. Primi soccorsi in caso di infortunio In attesa del medico o del pronto soccorso può essere molto importante anche prevenire eventuali complicazioni, intervenire direttamente sull’infortunato prestando a questi i primi soccorsi. A tal fine saranno presenti in cantiere addetti incaricati e formati per il primo soccorso. Tali interventi vanno effettuati attenendosi a precise regole che si elencano di seguito a seconda del tipo di lesione. Ferite da escoriazioni - pulire accuratamente le ferite con acqua e garza sterili; - disinfettare le ferite con acqua ossigenata; - arrestare l’uscita di sangue comprimendo con un tampone di garza sterile ( non utilizzare il cotone idrofilo in quanto non sterile e di difficile distacco): Se il tampone è trattenuto da una fasciatura, ricordarsi di allentare detta fasciatura dopo qualche minuto; Fratture e lussazioni La frattura si presenta in genere con precisi segnali: - il dolore è molto intenso; - vi è impedimento a compiere i normali movimenti con l’arto fratturato. Quando c’è il sospetto di una frattura è importante cercare di non muovere la parte dolorante anche se a prima vista appare indenne: Fare intervenire subito il medico. Nel caso ciò non fosse possibile occorrerebbe immobilizzare e fasciare la parte fratturata. Ustioni

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Quando l‘ustione appare estesa adoperarsi perché intervenga un medico con la massima sollecitudine: - per le ustioni più leggere il modo più corretto per trattarle è l’applicazione di garza vaselinata sterile tenuta a contatto con una fasciatura leggermente compressiva: non pungere le bolle che si sono formate; - è sconsigliabile l’uso di olio da cucina, talco, farina etc.. Colpo di sole Il colpo di sole si manifesta in chi lavora al sole a capo scoperto e provoca mal di testa anche violento e febbre anche molto alta. Per la cura mettere il paziente in ambienta fresco e ventilato, applicare sul capo compresse fredde o una borsa di ghiaccio. In attesa del medico si può somministrare una dose di coramina in gocce. Se non vi è la possibilità di ricorrere ad un medico si può dare all’infortunato un qualsiasi antinevralgico che agisca contro la febbre. Causticazioni esterne a) causticazioni provocate da alcali (calce viva, soda caustica etc.): - per arrestare l’azione della sostanza corrosiva sulla pelle si adopera una soluzione di tre cucchiaini di aceto in un bicchiere di acqua fatta seguire da abbondante risciacquatura, si applica poi sulla pelle una pomate cicatrizzante piuttosto grassa; - nel caso di calce viva che colpisca gli occhi è eccellente un lavaggio con acqua e zucchero. Si raccomanda con il lavaggio di raggiungere le zone più interne delle palpebre. Far seguire al più presto l’intervento da un medico. b) Acidi . Lavare la parte colpita con una soluzione di acqua e bicarbonato (un cucchiaio di bicarbonato in un bicchiere d’acqua). Questa soluzione può essere utilizzata anche per gli occhi. Folgorazioni In questo caso l’intervento immediato può essere decisivo per la vita dell’individuo. Primo compito del soccorritore è quello di interrompere al più presto il contatto in qualsiasi modo (anche ricorrendo a pali di legno asciutti, corde e cinghie di gomma) ma mai ricorrendo ad oggetti metallici a contatto diretto con l’infortunato: Dopo di che: - mettere il paziente coricato; - se vi è arresto del respiro procedere immediatamente alla respirazione artificiale; - se vi è arresto cardiaco procedere immediatamente al massaggio cardiaco e respirazione artificiale. Trasporto di un infortunato - E’ necessario anzitutto l’infortunato sdraiato e protetto da coperte; - solamente se non si ha la possibilità di far intervenire una autoambulanza il trasporto può essere fatto con una barella di fortuna; - dovendo caricare un infortunato su una automobile attenzione a non fargli assumere posizioni parziali soprattutto alla testa ed al collo; - lo spostamento del ferito deve essere fatto in modo da evitare bruschi piegamenti di un arto o del collo o del tronco. Le sopra suggerite norme di pronto soccorso richiedano la supervisione del Medico Competente del Committente.

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Vaccinazione antitetanica obbligatoria. Si ricorda che stante le tipologie di lavorazione tutti i lavoratori che operano nel presente cantiere dovranno sottoporsi a vaccinazione antitetanica (richiami se del caso) Procedura in caso di infortunio.

In caso di infortunio sul lavoro il Direttore di Cantiere dovrà dare immediata comunicazione telefonica e scritta al Datore di Lavoro precisando il luogo, l’ora, e le cause dell'infortunio, nonché' i nominativi degli eventuali testimoni all'evento. I lavoratori sono tenuti a segnalare subito gli infortuni, comprese le lesioni di piccola entità' (art. 388, DPR 547/55). Il Direttore di Cantiere provvedere' ad emettere in doppia copia la "richiesta di visita medica" (evidenziando il codice fiscale dell'Azienda), disporrà affinché siano immediatamente prestati i soccorsi d'urgenza e, se necessario, accompagnerà l'infortunato all’ambulatorio INAIL o al più' vicino Pronto Soccorso. Qualora l'infortunio determini una inabilita' temporanea al lavoro superiore a giorni tre Il Datore di Lavoro provvederà a trasmettere entro 48 ore dalla data dell’infortunio: - al Commissariato di P.S. o, in mancanza, al Sindaco competente per territorio la denuncia di infortunio sul lavoro debitamente compilata; - alla sede INAIL completa denuncia di infortunio evidenziando il codice fiscale dell'Azienda. Entrambe le denunce dovranno essere corredate di una copia del certificato medico che sara' stato rilasciato dai sanitari dell'Ambulatorio INAIL o del Pronto Soccorso.

In caso di infortunio mortale o previsto tale, la denuncia di infortunio sul lavoro dovra' essere subito trasmessa al competente Commissariato di P.S., in alternativa ai Carabinieri o al Sindaco del Comune nella cui circoscrizione si e' verificato l'infortunio. Il Datore di Lavoro dietro informazione del Direttore di Cantiere da' comunicazione telegrafica alla sede INAIL competente, entro 24 ore, facendo quindi seguire tempestivamente l'invio della denuncia di infortunio. Analoga comunicazione telefonica e/o telegrafica sarà' data dal Direttore del Cantiere alla Direzione Generale. Si dovrà' provvedere alla trascrizione dell'infortunio sul Registro degli Infortuni seguendo attentamente la numerazione progressiva (il numero deve poi essere quello della denuncia INAIL). Il registro infortuni deve essere tenuto a disposizione, dei funzionari degli organismi pubblici di controllo, sul luogo di lavoro (art. 403, DPR 547/55). Al termine dello stato di inabilita' temporanea al lavoro, il Datore di Lavoro dovrà: - ricevere la certificazione medica attestante l'avvenuta guarigione; - rilasciare benestare alla ripresa del lavoro. Il Responsabile di Cantiere annoterà sul Registro degli Infortuni la data di rientro del lavoratore infortunato ed il numero dei giorni di assenza complessivamente effettuati.

5.8. Macchinari previsti in cantiere

L’entrata in vigore del DPR 459/1996, la così detta “Direttiva Macchine”e la sua successivo adeguamento ha notevolmente semplificato la “vita” agli utenti in quanto le macchine marchiate CE e corredate dell’apposita documentazione sono senz’altro sicure senza alcuna responsabilità da parte dell’utente nell’uso purché lo stesso avvenga per lo scopo a cui le macchine sono destinate, non vengono manomesse, il personale idoneamente istruito etc. Per quanto riguarda le Macchine non marcate CE il fornitore deve certificare: a. che le stesse sono a norma; b. che le stesse erano già in commercio prima dell’entrata in vigore della Direttiva Macchine. Prescrizioni minime riguardanti la sicurezza delle macchine. (indicazioni integrative rispetto al DPR 547/55).

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Gli organi di comando devono essere ubicati al di fuori delle zone pericolose e disposti in modo da consentire all'operatore di sorvegliare l'insieme delle zone pericolose. In ciascun posto di lavoro deve essere possibile l'arresto degli elementi mobili di una macchina che interessano la sicurezza di quel posto di lavoro. In funzione dei rischi della macchina e del tempo di arresto normale, le macchine devono essere dotate di un dispositivo di arresto di emergenza. La messa o la rimessa in moto di una macchina non deve essere possibile senza un'azione volontaria su un organo di comando all'uopo previsto, salvo nel caso di funzionamento normale di un automatismo. Le macchine che presentano il rischio di caduta di oggetti, di protezioni o di emanazioni, devono essere munite di dispositivo di captazione evacuazione e schermatura corrispondenti a tali rischi. Le macchine che non hanno stabilita' intrinseca sufficiente devono essere stabilizzate mediante ancoraggio o con altri sistemi. Gli elementi mobili di una macchine devono essere protetti contro il rischio di contatto per i lavoratori. Le zone e i punti di lavoro o di manutenzione della macchina devono essere convenientemente illuminati in funzione dei lavori da effettuare. Le parti della macchina a temperatura elevata o molto bassa devono essere protette contro i rischi di contatti per i lavoratori. I dispositivo di allarme della macchina devono essere facilmente percepiti e capiti senza ambiguità'. Una macchina deve essere utilizzata soltanto per operazioni e in condizioni per le quali e' stata progettata e per le quali e' adatta. Una macchina dev'essere oggetto della manutenzione necessaria dal punto di vista della sicurezza. Le operazioni di manutenzione devono poter essere effettuate fuori delle zone pericolose o quando la macchina non e' in funzione ove ciò' sia tecnicamente possibile. Il libretto di manutenzione dev'essere mantenuto aggiornato. Le macchine devono poter essere isolate dalle fonti di energia. Le macchine devono recare le segnalazioni indispensabili dal punto di vista della sicurezza: Principali attrezzature e macchine da cantiere. - Autocarri con o senza autogru sollevatrice; - Gruppi elettrogeni; - Scarificatrice; - Pale meccaniche o Terne; - Caldaia per bitume; - Rifinitrice; - Compattatori a rullo; - Compattatori a piatto vibrante; - Martello demolitore pneumatico; - Taglia asfalto a disco; - Mini escavatori; - Flessibile; - Quadri elettrici di Cantiere; - Martelli demolitori elettrici; - Saldatrici elettriche ed altre apparecchiature minute; - Utensili a mano ( pale, badili, zappe, picconi, carriole etc.);

In allegato sono indicate le Schede dei Macchinari con le indicazioni dei rischi specifici, modalità d’uso e DPI da adottare.

5.9. Operazioni di carico e scarico Sollevamento e movimentazione dei carichi , con particolare riguardo alla movimentazione manuale.

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Il sollevamento e la movimentazione dei carichi ha da sempre rappresentato una fase di lavoro capace di provocare infortuni e malattie professionali e pertanto richiede un apposito esame. Innanzi tutto va ricordato che la 626/94 limita a 30 kg il peso massimo che un lavoratore (uomo) può essere chiamato a movimentare a mano tenendo presente che a seconda della postura del corpo, i movimenti effettuati (torsioni etc) tale valore deve essere abbassato a limiti che l’esperienza indica fino a 20 kg o meno ( 20 kg massimo per le donne e per i giovani da 15 a 18 anni, 15 kg per le donne fra i 15 ed i 18 anni). In allegato sono riportate alcune illustrazioni utili per una migliore comprensione del problema. Sono fattori di rischio: - il peso e la forza richiesti; - la distanza dal peso; - la frequenza e durata dei movimenti; - l’altezza dal suolo - l’asimmetria dei movimenti; - i fattori individuali Per quanto riguarda la movimentazione meccanica particolare cura viene raccomandata nell’imbracatura e nelle disposizione del carico sui mezzi in modo che lo stesso sia adeguatamente e sicuramente fissato, integrità delle funi, che vanno controllate ogni 3 mesi, dei ganci, che debbono essere del tipo a chiusura. 5.10. Depositi Il deposito ed gli accatastamenti di materiali eventualmente necessari devono essere effettuati tenendo presenti le norme di sicurezza mirate ad evitare crolli e scivolamenti degli stessi. 5.11. Segnaletica di sicurezza I cantieri che verranno realizzati verranno a contatto con le attività che negli stabilimenti vengono svolte giornalmente, quindi con la derivante movimentazione di mezzi e persone che si svolgono durante il loro lavoro. Rimandando ad una analisi puntuale per ogni singolo intervento in ogni singola area, sarà obbligo fare una analisi con i referenti in loco sulle priorità e le sottomissioni delle attività citate. Non derogabile sarà la necessità di evitare il sovrapporsi dei percorsi dei mezzi di cantiere con quelli del personale e dei mezzi AMA, si dovrà quindi segregare le aree di cantiere con recinzioni idonee al fine di creare percorsi separati. Dove non sia possibile per esigenze di servizio escludere il passaggio si opterà per una soluzione di variazione oraria delle lavorazioni per il raggiungimento del minor rischio possibile. Fondamentale sarà il posizionamento della segnaletica di avvertimento e indicazioni di divieto per le persone e mezzi. Esisteranno quindi due tipi di cantieri quelli con delimitazioni temporanee giornaliere e quelli di più lunga permanenza. Nei primi è fondamentale, che al momento della chiusura giornaliera del cantiere siano perfettamente individuabili e visibili gli ostacoli residui, con le dovute segnalazioni di ingombro e di delimitazione (sia con segnali luminosi per la visibilità notturna che riconoscibili e secondo le norme ). Per i secondi (cantieri con recinzioni permanenti), obbligo sarà lo studio di eventuali percorsi alternativi adeguatamente segnalati, senza dimenticare l’uso anche notturno delle strade di attraversamento degli stabilimenti, quindi fondamentale la visibilità delle stesse segnalazioni approntate. Segnaletica di Sicurezza. Fondamentale per la sicurezza è gestione della segnaletica. Per i cantieri stradali esiste le seguenti normative di riferimento:

• Art.21 del nuovo codice della strada (d.lgs. 285 del 30/04/1992); • Dall’Art.30 all’Art. 43 del Regolamento di esecuzione e attuazione del nuovo codice

della strada ( D.P.R. N°4955 del 16/12/1992); • D.m. del 10/07/2002: “Disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici, differenziati

per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo;

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La programmazione del segnalazioni temporanee, esse devono essere efficaci in quanto devono informare , guidare e convincere gli utenti esterni al cantiere siano essi automuniti sia che siano a piedi. Nei contesti ove sarà consentita, per necessità, la conpresenza del cantiere con le normali attività svolte nell’area, risulta obbligatorio l’uso della segnaletica temporanea. La segnaletica temporanea deve:

• Adattarsi alla situazione concreta tenedo conto delle caratteristiche della strada, del traffico svolto delle condizioni metereologi che.

• Essere coerente, non devono coesistere segnali (sia temporanei che permanenti) in contrasto tra loro. Eventualmente oscurare provvisoriamente o rimuovere i segnali permanenti contrastanti.

• Essere credibile cioè dare informazione reale seguendo l’evoluzione del cantiere. Una volta terminati i lavori la segnaletica va rimossa.

• Essere leggibile sia di giorno che di notte (nella eventualità che i lavori vengano svolti in questa fase del giorno). Essere regolare nella forma, colori, dimensioni e caratteri, inoltre deve essere in numero limitato non possono trovarsi più di due segnali su un supporto.

• Essere in buono stato. A tal fine si allegano i segnali di pericolo più comunemente usati. (allegato cartellonistica.) Per le aree di intervento ove non esiste il rischio di interferenza con la viabilità esistente e con l’ambiente attraversato, con riferimento alle attività presenti (persone e automezzi estranei al cantiere o che transitino nei pressi della suddetta area), valgono le indicazioni della cartellonistica obbligatoria per i cantieri temporanei. E’ cosi ripartita: - INGRESSI IN CANTIERE: - - Divieto di accesso al personale non autorizzato; - QUADRI ELETTRICI: - - Interventi consentiti al solo personale autorizzato; - IN PROSSIMITA’ MACCHINARI IN MOVIMENTO: - - Carichi sospesi; - SUI POSTI DI LAVORO - - Obbligo di usare calzature protettive; - - Obbligo di usare i guanti; - - Obbligo di usare gli occhiali protettivi; - - Obbligo di usare le cuffie; (La cartellonistica è riportata in allegato).

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CAPITOLO 6 PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEI LAVO RI 6.1 Elenco delle fasi lavorative:

Tipologia Intervento “A”:

- ALLESTIMENTO CANTIERE TEMPORANEO - TAGLIO DI ASFALTO DI CARREGGIATS STRADALE - ASPORTAZIONE DI STRATO DI USURA E COLLEGAMENTO CON

SOTTOFONDO - DEMOLIZIONE SOTTOFONDO E MASICCIATA STRADALE - FORMAZIONE DI FONDAZIONE STRADALE - REALIZZAZIONE DI SEGNALETICA ORIZZONTALE - SMOBILIZZO DEL CANTIERE

In allegato sono indicate le Schede delle Fasi di Lavoro con le indicazioni dei rischi specifici,misure preventive da adottare, macchine da utilizzare, lavoratori impegnati e DPI da adottare.

6.2 Schede delle fasi di lavorazione (Vedi allegato Schede fasi Lavorazione)

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CAPITOLO 7 ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE 7.1 Elenco delle mansioni

MANSIONE ESPOSIZIONE MEDIA Carpentiere 85 -:- 90 Manovratore 80 -:- 85 Manovale 85 -:- 90 Elettricista 80 -:- 85 Autista autocarro 80 -:- 85 Conduttore macchine operatrici 85 -:- 90 Asfaltisti 85 -:- 90 Conduttore macchine asfalti 85 -:- 90 Manovratore rullo compressore 85 -:- 95 Manovale asfalti 85 -:- 90 7.2 Schede delle mansioni

Mansione Quantità Dispositivi di protezione individuale

Asfaltisti 2 Dispositivi di protezione contro il rumore. Giubbotti e grembiuli (aggressioni chimiche); Guanti per elettricisti e antitermici; Indumenti di lavoro cosiddetti "di sicurezza": Maschere di protezione alle vie respiratorie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido; Scarpe o soprascarpe con suola anticalore (stivali, caloshe).

Carpentieri 5 Caschi (comprendenti l'apparato auricolare); Indumenti contro il calore; Indumenti contro il freddo; Maschere di protezione alle vie respiratorie; Palline e tappi per le orecchie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido

Conduttori macchine operatrici

4 Copricapo di protezione; Guanti a mezze dita; Indumenti antipolvere; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido

Direttore di cantiere 1 Attrezzature di protezione contro le cadute; Copricapo di protezione; Dispositivi di protezione contro il rumore; Guanti per elettricisti ed antitermici; Maschere di protezione alle vie respiratorie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido

Elettricisti 3 Elmetto con sottogola; Guanti per elettricisti ed antitermici; Scarpe, stivali e soprastivali isolanti

Escavatoristi 2 Copricapo di protezione; Dispositivi di protezione contro il rumore; Guanti a mezze dita; Indumenti antipolvere; Maschere di protezione alle vie respiratorie

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Ferraioli 2 Elmetto con sottogola; Guanti contro le aggressioni meccaniche; Maschere di protezione alle vie respiratorie; Occhiali di protezione; Palline e tappi per le orecchie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido

Lavoratori addetti ai martelli pneumatici

2 Caschi (comprendenti l'apparato auricolare);Dispositivi di protezione contro il rumore; Fasce di protezione dei polsi; Guanti contro le aggressioni meccaniche; Indumenti di lavoro cosiddetti "di sicurezza"; Maschere di protezione alle vie respiratorie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido; Scarpe con protezione della punta del piede; Schermi facciali.

Manovale asfalti 2 Dispositivi di protezione contro il rumore; Giubbotti e grembiuli (aggressioni chimiche); Guanti per elettricisti e antitermici; Indumenti contro le aggressioni chimiche; Maschere di protezione alle vie respiratorie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido;

Manovali 4 Copricapo di protezione; Dispositivi di protezione contro il rumore; Indumenti di lavoro cosiddetti "di sicurezza"; Maschere di protezione alle vie respiratorie; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido

Manovratori rullo compressore

1 Dispositivi di protezione contro il rumore; Guanti a mezze dita; Indumenti di lavoro cosiddetti "di sicurezza"; Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido

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CAPITOLO 8 ANALISI VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSI CON LE ATTIVITÀ DI CANTIERE 8.1 Individuazione dei fattori di rischio Rischi derivante dall’uso di prodotti bituminosi Le schede tecniche di sicurezza dei prodotti bituminosi usati nelle opere oggetto dell’appalto devono essere presenti in cantiere. Durante le opere di asfaltatura, sia nelle fasi di produzione sia durante le lavorazioni di stesa del conglomerato bituminoso. I lavoratori possono venire in contatto con agenti chimici che trasportano e manipolano (asfalto, bitume). o si liberano durante la lavorazione (Idrocarburi Policiclici Aromatici). L’esposizione ad agenti chimici può avvenire anche in occasione delle operazioni di manutenzione di attrezzi e mezzi d’opera, dove vengono in genere utilizzati quantitativi limitati di olii lubrificanti e per comandi oleodinamici (olii idraulici). L’attenzione viene rivolta soprattutto verso gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), che sono presenti nelle materie prime (asfalto, emulsione bituminosa), ma anche nei fumi di scarico diesel provenienti dai mezzi d’opera. Dal punto di vista tossicologico, al di là di effetti irritanti su mucose e congiuntive evidenti per alte esposizioni, di sicuro rilievo è il potenziale cancerogeno per cute e apparato respiratorio riconosciuto ad alcuni IPA. Al proposito occorre sottolineare che l’asfalto (o conglomerato bituminoso) non è classificato pericoloso ai sensi dell’attuale legislazione dell’Unione Europea, che ha riconosciuto la notevole diversità tra bitume e catrame anche in merito al contenuto di sostanze cancerogene (i fumi provenienti da bitume di petrolio contengono circa il 99% di composti alifatici e 1% di composti aromatici, mentre i fumi di catrame, non utilizzato in Itali, contengono circa il 90% di composti aromatici). La problematica infortunistica legata agli agenti chimici si può presentare in tutto il ciclo lavorativo, poiché l’asfalto è commercializzato e steso a temperature comprese tra 140 260 °C: GETTI E SCHIZZI POSSONO PORTARE USTIONI ANCHE GRAVI. Nel caso di formazione di Idrogeno Solforato, evenienza alquanto rara ma possibile, gli effetti sulla salute possono essere molto importanti (da disturbi respiratori fino alla morte). I prodotti usati per la manutenzione non contengono componenti in concentrazioni tali da configurare elementi di particolare pericolo e non portano a danni se utilizzati secondo le indicazioni fornite dal produttore. I risultati di campagne di monitoraggio ambientale e biologico effettuate su asfaltatori (anche in nell’ambito dello studio PPTP-POPA), mostrano che i livelli di esposizione ad IPA non si discostano da quelli riscontrabili per la polazione generale di un area metropolitana. Nelle normali condizioni di lavoro all’aperto, dunque, il rischio per la salute legato all’esposizione ad IPA (fumi di bitume e fumi diesel) nelle opere di asfaltatura risulta essere irrilevante. In presenza di ambienti di lavoro chiusi (gallerie, ecc. ), tuttavia, occorrerà provvedere ad un eventuale utilizzo di opportuni sistemi di estrazione (aspirazione) oppure di diluizione dell’aria (ventilazione forzata). In situazioni di accumulo degli inquinanti nell’aria il personale addetto deve fare uso di mascherine con filtro in carbone attivo. Per prevenire le conseguenze per la salute di getti e schizzi di materiale ad elevate temperature (ustioni), tutti i lavoratori devono essere equipaggiati e fare uso d’abbigliamento e dispositivi da protezione individuale (DPI) idonei: Tute da lavoro complete, oppure pantaloni lunghi con maglietta o camicia a maniche lunghe, calzature antinfortunistiche con suola antiscivolo e anticalore, guanti resistenti alla temperatura d’utilizzo dei prodotti. Nelle operazioni di asfaltatura di marciapiede si deve evitare il completo riempimento delle carriole per il trasporto del colato. Per quanto riguarda gli imbrattamenti conseguenti alla stesa del prime nelle opere di asfaltatura di strade, il rischio può essere praticamente eliminato utilizzando erogatori a spruzzo automatici montati su mezzo d’opera, mentre se l’applicazione avviene manualmente è necessario

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proteggere il lavoratore con tuta monouso, occhiali con protezione anche laterale, mascherina, guanti, scarpe antinfortunistiche con suola antiscivolo. Per quanto riguarda le intossicazioni da Idrogeno Solforato, possibili nelle fasi di produzione o stoccaggio del bitume caldo, occorre, pur trattandosi di eventi a scarsa probabilità di accadimento, prestare cautela in caso di apertura dei passi d’uomo di serbatoi di bitume, assicurando un’idonea ventilazione o aspirazione. Nelle operazioni di manutenzione il lavoratore addetto deve proteggersi in particolare con guanti e scarpe antinfortunistiche. Rischio derivante dall’uso di prodotti vernicianti per segnaletica stradale Le schede tecniche di sicurezza dei prodotti bituminosi usati nelle opere oggetto dell’appalto devono essere presenti in cantiere. Il danno derivante dal contatto di sostanze chimiche si manifesta sotto forma di ustioni che sono suddivise in ustioni cutanee ed ustioni agli occhi. E’ bene differenziare delle ustioni se il danno è dovuto a sostanze organiche, o ad acidi od a basi in quanto queste ultime sono assai più pericolose. Infatti, mentre gli acidi(le sostanze organiche non provocano lesioni profonde) attraverso la loro azione deproteinizzante provocano la formazione di prodotti insolubili che si oppongono ad una loro penetrazione tessutale, le basi espletando la loro azione penetrando in profondità per cui il primo intervento di pronto soccorso(lavaggio con acqua o soluzioni acide diluite) dovrà essere protratto per tempi più lunghi. Il rischio d’inalazione di sostanze tossiche e/o nocive si verifica quando un qualsiasi incidente sia in grado di provocare elevate concentrazioni ambientali di gas e/o di vapori. Ciò può avvenire, di solito, o per il cattivo funzionamento di una cappa aspirante, o per l’involontario contatto tra sostanze non compatibili, o per la rottura di recipienti contenenti sostanze volatili. Il rischio di ingestione delle sostanze in oggetto, per quanto si manifesti fortuitamente, in realtà è percentualmente più elevato di quanto si possa pensare, quindi, non può essere sottovalutato. La maggior parte degli incidenti si verificano quando in concomitanza con l’uso di sostanze liquide o spray, l’operatore consuma pasti o bevande. La prevenzione per le patologie: 1. cutanee, si baserà principalmente:

1.1. uso costante di guanti adatti o di creme barriere per evitare il contatto con la pelle, con stracci o con indumenti sporchi;

1.2. pulizia personale lavandosi accuratamente le mani utilizzando acqua e sapone oppure le apposite paste lavamani;

1.3. uso di tute monouso; 2. inalatorie si baserà principalmente:

2.1. utilizzo di maschere a semifacciale corredati da filtri con grado di protezione relativamente all’operazione e prodotti chimici utilizzati.

Rischi derivanti dalle lavorazioni ed attrezzature di uso . Si formula una ampia casistica che, pur non esaustiva, è sicuramente ben illustrativa dei rischi derivanti dalle attività svolte, va tenuto conto che si vuole dare al presente documento uno scopo anche formativo ed informativo : - pericolo di caduta nel piano: il lavoratore inciampa e cade o urta e si danneggia un arto incontrando ostacoli non segnalati, non previsti e non prevedibili costituiti da materiali, attrezzature e/o mezzi d’opera lasciati in disordine da altri lavoratori; - caduta di gravi: la movimentazione di materiali può avvenire alla presenza di lavoratori inconsapevoli e non adeguatamente protetti; - movimento di mezzi d’opera: pericolo di investimento di un lavoratore non reso edotto del transito;

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- proiezione di schegge: un lavoratore, non adeguatamente protetto si accosta ad altro che sta compiendo lavorazioni che comportano la proiezione di schegge e/o faville rimanendo danneggiato; - esposizione al rumore: prodotto nelle vicinanze da mezzi d’opera con pericolo di danno per lavoratori di altre aziende non adeguatamente protetti; - elettrofolgorazione: per contatti diretti e/o indiretti con impianti, componenti elettrici etc. che nella circostanza non sia adeguati come ad esempio un attrezzo a tensione non più sufficientemente protetto per la presenza di acqua, un quadro elettrico di cantiere non ancora messo a terra, un allaccio volante non a norma, l’utilizzo di una presa a spina non idonea ; - presenza di acqua: la presenza di acqua può creare pericoli di vario genere oltre a quello menzionato al capoverso precedente, quali ad esempi scivolamenti; - inalazione di polveri, gas, vapori etc. : da parte di lavoratori operanti in zone viciniore e non adeguatamente protetti; - scoppi, incendi: a cui possono essere esposti i lavoratori per azioni inopinate di altri, ad esempio il riscaldamento di un barile che ha contenuto combustibili o seri incidenti a mezzi d’opera o simili; - inadeguata segnaletica oppure la mancata osservanza: potrebbe essere momentaneamente o

erroneamente inadeguata con conseguenti pericoli per i lavoratori. Rischi derivanti dalla concomitanza delle lavorazioni e dall’uso comune di alcune

attrezzature. Molte lavorazioni avverranno in concomitanza, questo, come da esperienza ormai consolidata, fa aumentare la probabilità di infortunio. Sarà compito fondamentale ed primario del Coordinatore per la sicurezza durante l’esecuzione, curare che il coordinamento e la cooperazione fra gli appaltatori/lavoratori autonomi minimizzi tale tipo di rischio. Le attrezzature di uso comune più frequente risultano essere: - I quadri elettrici; - Le seghe; - Flessibile; - Saldatrici; - Utensili a mano quali ( pale, badili, zappe, picconi, carriole etc.); Particolare cura dovrà essere posta nel coordinare il loro utilizzo da parte degli appaltatori e lavoratori autonomi. 8.2 Principali misure tecniche di prevenzione Principali azioni di prevenzione. In un adeguato spirito per la prevenzione e protezione i Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti dovranno adoperarsi ed esercitare la loro vigilanza al fine: - di non far operare i propri lavoratori in situazioni di precarietà; - di far prestare agli stessi attenzione alla circolazione di messi nel cantiere ed alla

movimentazione di carichi; - di far utilizzare gli utensili, i mezzi d’opera e le attrezzature secondo l’uso cui destinati; - di far utilizzare i dispositivi di protezione individuale - di mantenere, il luogo di lavoro, in ordine è sgombero da ostacoli, tranne per le necessità

connesse con l’esecuzione di una determinata lavorazione; - di mantenere sicure le rampe, le vie di circolazione e di accesso; - di far rispettare il divieto di fumo quando necessario; - di non far creare fuochi ; - di porre particolare attenzione agli scavi;

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- di far usare quadri elettrici ed impianti elettrici assolutamente a norma con particolare riguardo ad interruttori differenziali, tipo di spine, messa a terra disposizione aerea dei cavi ed utensileria con appropriati voltaggi;

- di utilizzare adeguata segnaletica; - di interdire ai propri lavoratori, ai sensi di quanto sopra ampiamente illustrato, di accostarsi

senza motivi connessi con la propria attività a zone ove si svolgano lavorazioni che potrebbero comportare pericolo per gli stessi;

- di fornire ai lavoratori adeguati spogliatoi, servizi igienici e locali per la refezione. - di esporre la tessera di riconoscimento fornita dal proprio datore di lavoro; Quanto sopra costituisce una valida ma non esaustiva esemplificazione dei comportamenti in cantiere per addivenire ad una adeguata protezione e prevenzione per i lavoratori, a tali principi dovranno attenersi altresì lavoratori autonomi. Mezzi di Protezione Collettiva. Hanno assoluta priorità su i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) essi consistono essenzialmente in: - Protezione ed adeguata segnalazione delle vie di transito. - Opere provvisionali. - Messa a terra delle masse metalliche e protezione dalle scariche atmosferiche. - Macchine, attrezzature ed apparecchiature adeguatamente protette ed a norma, con

particolare riguardo alla segregazione delle parti inmovimento, alla protezione dalla proiezione di schegge e faville e non ultimo al funzionamento dei segnalatori acustici e visivi.

In allegato sono riportate illustrazioni relative a questi aspetti della sicurezza. Mezzi di Protezione Individuale. Dovranno essere conformi alle disposizioni di cui al Dlg. 4/12/1992 475 nel cantiere oggetto del presente piano saranno utilizzati a seconda delle lavorazioni: - scarpe antinfortunistiche, con puntale e suola protetta; - calzature per lavorazioni stradali (stivali stc.); - caschi; - guanti e grembiali; - abbigliamento ad alta visibilità; - abbigliamento idoneo (tute, grembiali etc.) - otoprotettori (cuffie, otturatori ad archetto, tapp i etc); - occhiali; - maschere facciali;

Più avanti nel presente piano, come già detto sono riportate delle schede che associano alle lavorazioni i rischi e le misure da adottare compresi i DPI da utilizzare nella fase stessa. Si vuole anticipare che vanno indossati: - Le scarpe anti infortunistiche sempre ed adeguate alle lavorazioni ed alle condizioni del

suolo; - Le calzature per lavorazioni stradali adeguate alla temperatura dei materiali utilizzati non

ultimo adatta alla visibilità notturna se necessario; - Il casco in presenza di carichi sospesi, in volumi ristretti o quando si tema l’urto come nelle

vicinanze di macchinari in attività; - I guanti quando si effettuano lavorazioni con pericolo di tagli, abrasioni, punture scottature e

simili; quali saldatura, battitura di chiodi, tagli di pezzi, frullinatura etc; - Abbigliamento ad alta visibilità quando si effettuino lavorazioni in aree di compresenza di

movimentazione mezzi cantiere e nelle vicinanze di viabilità autoveicoli.

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- Gli otoprotettori in presenza di eccessiva rumorosità quando ad esempio si usa il martello pneumatico, il frullino, si è addetti per molte ore ad alcuni macchinari come taglia asfalto a disco, compattatori a piatto vibrante etc..

- Gli occhiali per lavorazioni di saldatura uso di sostanze chimiche ed utilizzo di attrezzature da taglio o perforazione.

- Le maschere quando si tema l’inalazione di polveri, aerosol, fumi etc, ad esempio durante le demolizioni, l’asfaltatura, anche se la produzione di polveri dovrebbe essere ridotta al minimo ad esempio previa bagnatura;

La sorveglianza sanitaria. Le tipologie di lavorazione con particolare riguardo alla esposizione agli agenti fisici e chimici, in base alla legislazione vigente, con particolare riguardo al Dlg 626/94 2 Dlg 277/91, impongono a tutti gli appaltatori di predisporre la sorveglianza sanitaria sui propri dipendenti. Esposizione agli agenti fisici, chimici e biologici, con particolare riguardo al rumore. Negli anni la legislazione sulla protezione dei lavoratori dagli agenti in titolo si è fatta più rigorosa e le sanzioni più severe con particolare riguardo al DLg 277/91. Viste le lavorazioni previste in cantiere il rischio biologico appare veramente sporadico (tetano e simili). Il danno da agenti chimici incontrati in edilizia è legato ai lavori: - di asfaltatura; - di realizzazione di opere in cemento armato, con uso di disarmanti, additivi etc; - opere di verniciatura, con particolare riguardo ai solventi; - i prodotti di combustione e di saldatura; e simili. In questi casi si dovrà fare il massimo sforzo per sostituire i materiali dannosi con quelli non dannosi ed in caso contrario adoperare la maschera, in caso di prodotti di combustione e di saldatura si potrà ricorrere all’aspirazione. Per quanto riguarda il rischio fisico si evidenzia l’inalazione di polveri ed il rumore. Per quanto riguarda le polveri si potrà ricorrere a lavorazioni bagnate ove possibile ad aspirazione, o in caso di non fattibilità di tali provvedimenti alle maschere. Si ricorda l’assoluto divieto di uso di materiali amiantosi e la cautela con cui debbono essere utilizzati quelli fibrosi. In tal senso prima dell’inizio delle opere l’appaltatore dovrà assicurarsi dell’assenza di prodotti amiantosi nella costruzione. In caso di accertata presenza si dovranno adottare tutti i provvedimenti previsti dalle vigenti norme di legge ed il presente piano emendato di conseguenza. Con particolare attenzione vanno affrontati i problemi legati al rumore. Si ricorda che fino a livelli di Lepd (esposizione giornaliera media nelle 8 ore) pari a 80 dB(A) il datore di lavoro non è tenuto ad adottare alcun provvedimento, la fornitura da parte del Datore di Lavoro dei DPI diviene obbligatoria oltre gli 85 dB(A) così come la formazione e informazione del personale e la sorveglianza sanitaria. I lavoratori sono obbligati ad indossare i DPI dopo i 90 dB(A). Oltre i 90 dB(A) la norma si fa più severa con particolare riguardo a casi di rumore con picchi pari a 140 dB(A), per cui si deve ricorrere ove possibile ad adottare tutti i provvedimenti atti ad abbassare tali soglie compresa la modifica del ciclo produttivo, la sostituzione di macchine rumorose con quelle non rumorose etc. In caso di impossibilità deve essere informato l’organo di vigilanza. In un cantiere edile le macchine che fanno superare la soglia di 85 dB(A) sono (elenco non esaustivo): - i frullini; - il martello demolitore;

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- i gruppi elettrogeni e le macchine da movimento di terra se non adeguatamente silenziate;

- le macchine compattatrici; - i trapani; Si consiglia una visita otorino specialmente per i nuovi assunti ed appropriate valutazioni del rumore durante le attività di cantiere. Ulteriori indicazioni sull’esposizione ad agenti chimici sono date nel successivo paragrafo illustranti particolari rischi. E’ fondamentale evitare la sosta del personale al di sotto del raggio di azione dei carichi in movimento. Esposizione ad agenti chimici Esame dei prodotti di mercato in vista di una oculata scelta. Per ogni gruppo di prodotti viene riferita una breve descrizione delle proprietà e delle caratteristiche tecniche, degli scopi e delle modalità d'uso, nonché considerazioni sui possibili rischi connessi al loro impiego. I prodotti stessi sono stati suddivisi in prodotti ausiliari, ovvero prodotti usati direttamente tal quali, ed in prodotti additivi, ovvero prodotti da addizionare agli impasti cementizi od altri , in quantità variabili, per migliorarne le caratteristiche. A - Prodotti ausiliari 1) Oli disarmanti Trattasi di sostanze di consistenza oleosa con le quali, prima della gettata del calcestruzzo, vengono irrorate o spalmate le pareti delle casseforme in legno e/o in metallo, allo scopo di ricoprirle di un velo aderente, che consenta un facile successivo distacco ed una buona estetica superficiale dei getti, dopo "maturazione della massa", a presa avvenuta. Tali oli disarmanti, largamente utilizzati nei cantieri edili e negli stabilimenti adibiti alla costruzione dei prefabbricati, possono essere suddivisi, sulla base della loro composizione chimica, in quattro tipi. a) Disarmanti a base di oli minerali Costituiti da oli minerali, additivati con antiossidanti organici del tipo ammine alifatiche poliossidrili (trietonolammina) e/o poliammine (tetraetilendiammina). b) Disarmanti oleosi di origine sintetici. Liquidi di consistenza oleosa costituiti da miscele di alcalibenzeni lineari a diverso peso molecolare, ottenuti dalle teste e dalle code di distillazione nel processo di alchilazione del benzolo. Tali prodotti sono utilizzati tal quali (dopo "denaturazione" con grassi animali e/o vegetali), ovvero con soluzioni più o meno concentrate di idrocarburi aromatici, tipo n. decano, undecano, e dodecano. c) Disarmanti emulsionati Sono prodotti costituiti da dispersioni o da emulsioni al 50% circa di oli minerali in soluzioni acquose di saponi sodici. d) Disarmanti a base di "oli esausti" Con tale dicitura sono da intendere tutti gli oli lubrificanti per autotrazione scartati al termine del periodo di impiego. Essi risultano costituiti da miscele di idrocarburi alifatici ed aromatici medio alto bollenti, con presenza di apprezzabili quantità di idrocarburi polinucleati aromatici (PNA), additivi di varia

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natura, nonché da notevoli quantità di residui solidi carboniosi e metallici, probabilmente derivanti dai processi di combustione e di usura dei motori. 2 – Vernici. Le vernici sono suddivisibili in antievaporanti, intumescenti e ricoprenti. a) Vernici antievaporanti. Spruzzate sulle gettate fresche di cemento, hanno lo scopo di evitare l'evaporazione dell'acqua, e quindi la necessita' di continue irrorazioni. Sono per lo più utilizzate nei cantieri di tipo tradizionale, specie nei climi caldi. Dal punto di vista chimico, sono prodotti costituiti da soluzioni di resine sintetiche più o meno plastificate con ammidi e/o ammine alifatiche e disperse in solventi organici (nafta solvente e/o ragia minerale). b) Vernici intumescenti. Classe particolare di vertici che ha lo scopo di proteggere le strutture in legno, muratura e metallo dal calore. Sotto l'azione del calore, infatti, queste vernici rigonfiano, creando sulla struttura uno spesso strato protettivo che ritarda la propagazione del calore stesso, proteggendo cosi' la struttura medesima. Tali vernici possono essere a base acquosa o a base organica. Per quelle acquose le tinte sono costituite da dispersioni acquose di resine idrofile (ad es. acetato di polivinile), con presenza di polialcoli, di agenti espandenti (sali di ammonio), di pigmenti anche a base minerale. Le seconde sono invece dispersioni di resine liofile (ad es. resine poliestere) in solventi organici, tipo nafta solvente, con presenza degli stessi componenti già menzionati per le vernici a base acquosa. c) Vernici ricoprenti (impermeabilizzanti) Trattasi di prodotti, da applicare su superfici e pareti per proteggerle dall'umidità, costituiti da dispersioni e/o emulsioni di bitume (additivo con resine acriliche e/o epossidiche) in miscele di solventi organici a base di idrocarburi alifatici ed aromatici (toluolo e xilolo), di chetoni (acetone, metiletilchetone) e di esteri (acetati). 3 – Guaine bitumate Usati quali ricoprenti ed impermeabilizzanti di tetti e pareti sono costituiti da un supporto di lana di vetro e/o di resina sintetica tipo poliestere, sul quale e' stratificato bitume additivato con resine acriliche e/o epossidiche. Per quanto riguarda la loro utilizzazione, le guaine bitumate vengono posate a caldo sia nei cantieri tradizionali, sia in quelli industrializzati. 4 - Prodotti coibentanti Largamente usati nei cantieri per la coibentazione termica, sono pannelli o materassini costituiti da strati sovrapposti di tessuti in fibra di lana di vetro, montati ed incollati su supporti di resina poliuretanica, poliestere, ecc. Per quanto riguarda poi la coibentazione acustica, sono usati materiali fonoassorbenti e fonoisolanti, come lana di roccia, lana di vetro, legno truciolare, ecc. 5 - Adesivi sintetici I collanti in uso nell'industria dell‘edilizia sono per lo più costituiti da emulsioni o dispersioni acquose di acetato di polivinile, con presenza o meno di una certa percentuale di alcole polivinilico. Essi vengono utilizzati per la preparazione degli intonaci e nell'incollaggio di materiali plastici e di legno.

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6 - Prodotti per trattamenti superficiali Trattasi di una serie di prodotti che, spruzzati o pennellati sulla superficie del calcestruzzo, hanno lo scopo di proteggerlo dagli agenti atmosferici durante la sua maturazione, di renderlo idrorepellente e preservarlo da eventuali aggressivi chimici ed atmosferici . La fase di maturazione del calcestruzzo viene protetta dall’azione degli agenti atmosferici mediante l’applicazione di soluzioni o dispersione di cere e/o resine sintetiche (per lo più acriliche disciolte in solventi organici (nafta, ragia minerale ecc.). Nella protezione dall’umidità sono invece comunemente poste in opera soluzioni o dispersioni di resine siliconiche e/o acriliche. Per la protezione, infine da aggressivi chimici si utilizzano per lo più soluzione di silicati o di fluosilicati. B- Prodotti additivi Come già accennato, per additivi destinati ad impasti cementizi si intendono quelle varie sostanze che vengono aggiunte generalmente in quantità molto piccole (comunque non maggiori del 2%) ai normali costituenti delle paste, delle malte e dei calcestruzzi allo scopo di modificarne alcune proprietà. Tali additivi possono essere classificati come segue. 1 - Additivi fluidificanti e super fluidificanti. Sono quelle sostanze che aumentano la fluidità degli impasti e consentono, per una determinata consistenza degli stessi, una notevole riduzione del quantitativo di acqua d’ impasto. La riduzione dell’acqua d’impasto permette, a parità di consistenza, di aumentare la compattezza e, quindi, l ‘impermeabilità, l ‘aspetto e la lavorabilità. Dal punto di vista chimico, i fluidificanti esaminati risultano costituiti da soluzioni acquose contenenti acidi carbossilici più o meno salficati (ad esempio acido gluconico), lignofosfati, carboidrati, ecc. Per quanto riguarda i superfluidificante, che possono essere aggiunti in quantità maggiori del 2% rispetto alla massa del cemento, essi risultano costituiti da soluzioni acquose, contenenti fra l‘altro prodotti di condensazione ureaformaldeide e/o melammino-formaldeide (queste ultime più diffuse delle prime). L’aggiunta di fluidificanti e superfluidificanti, impiegati sostanzialmente presso stabilimenti di prefabbricazione di manufatti cementizi o pressi grandi cantieri di edilizia industrializzata, viene fatta negli impasti in betoniera mediante dosatori automatici, che a loro volta sono alimentati con prodotti stoccati in fusti o, per lo più, in cisterne da 6-7000 litri. 2 - Additivi aeranti. Sono da riferire a questa classe di additivi quelle sostanze che provocano nelle paste, nelle malte e nei calcestruzzi la formazione di minute bollicine d’aria, uniformemente disperse, allo scopo precipuo di accrescerne la resistenza al gelo e di migliorarne la lavorabilità e la coesione. Tali sostanze, che non hanno effetto sul tempo di presa del cemento ma che riducono la quantità di acqua necessaria all'impasto, risultano costituite da soluzioni acquose alcaline di sali di acidi organici derivati dalla colofonia (abietato di sodio, ecc.), con presenza di tensioattivi ed odorizzanti. 3 - Additivi ritardanti. Trattasi di sostanze che ritardano la velocità iniziale delle reazioni fra il legante e l'acqua, aumentano il tempo necessario alle paste, alle malte ed ai calcestruzzi per passare dallo stato plastico a quello rigido, senza influenzare lo sviluppo delle resistenze meccaniche. Sono sostanze cioè che ritardano il momento della presa, ciò che e' particolarmente importante quando la temperatura ambientale e' elevata, oppure sia necessario prolungare i tempi tra un getto e l'altro. Gli additivi ritardanti risultano costituiti da soluzione acquose di lignosolfati sali di acidi carbossilici, alcoli, sali minerali, tensioattivi, ecc.

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4 - Additivi acceleranti Rientrano in questo gruppo tutte quelle sostanze che, aumentando la velocità di reazione tra il legante e l'acqua, accelerano lo sviluppo delle resistenze delle paste, delle malte e dei calcestruzzi, senza pregiudicare le resistenze finali degli impasti. Ciò e' utile per contrastare l'effetto delle basse temperature in inverno, per permettere una più veloce rimozione delle casseforme, per accelerare i lavori di ripristino e per ridurre i tempi richiesti per la stagionatura umida. Chimicamente risultano costituiti da soluzioni acquose di basi alcaline (soda, potassa, ammoniaca, carbonati, alluminati, silicati, cloruri, formiato di calcio, solfato di alluminio, ecc.). 5 - Additivi antigelo Sono quelle sostanze che abbassano il punto di congelamento dell’acqua dell'impasto ed accelerano, alle basse temperature, i processi di presa e di indurimento degli impasti cementizi facilitandone l'impiego nei periodi invernali. Per esplicare la loro azione gli additivi antigelo devono essere contemporaneamente acceleranti di presa, plastificanti, riduttori d’acqua ed aeranti. Le soluzioni acquose e le polveri da aggiungere all'acqua di impasto hanno una composizione simile a quella riportata per gli additivi acceleranti, fluidificanti ed aeranti, con l'aggiunta di altre sostanze quali l'urea. 6 - Additivi idrofughi Trattasi in pratica di soluzioni acquose o di polveri, da aggiungere all’acqua di impasto o da spargersi sul cemento nella dose dello 0,5-1,5% rispetto alla massa del cemento, contenente cloruri, stearati e silicati alcalini ed alcalino terrosi, acido stearico, talco, solfato di bario, ecc. 7 - Additivi ad azione mista Si tratta di additivi fluidificanti-aeranti, fluidificanti-rìtardanti e fluidificanti-acceleranti, polivalenti ad azione mista. E' da ricordare che molti componenti hanno diverse funzioni e vengono per tale ragione impiegati per diversi tipi di additivi; ad esempio, i tensioattivi sono usati sia come aeranti sia come ritardanti e riduttori d'acqua. CONSIDERAZIONI Se da una parte l'uso di prodotti ausiliari e di additivi ha conseguito diversi vantaggi nell’ industria edilizia, dall'altra ha creato anche occasioni di rischio per i lavoratori addetti alla loro utilizzazione L'impiego dei prodotti ausiliari risulta maggiormente importante ai fini dell'igiene dell'ambiente edile, rispetto a quello dei prodotti additivi. Gli ausiliari, infatti, non solo vengono usati in maggior quantità, ma, in particolare, vengono impiegati tal quali e pertanto comportano una esposizione diretta da parte del personale che li manipola. L'uso degli additivi, al contrario in considerazione delle piccole quantità in gioco (disperse per di più nella massa cementizia) e della natura delle sostanze impiegate, non sembra comportare un serio rischio di esposizione. Fanno eccezione le vere e proprie operazioni di aggiunte che, tuttavia, essendo eseguite ad umido ed a temperatura ambiente, non creano veri problemi di inquinamento ambientale, ma più verosimilmente esposizioni da contatto. Ciò specie se tali operazioni non vengono effettuate con sistemi automatici. I fenomeni di irritazione cutanea dipendono, infatti, sia dalla alcalinità delle

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soluzioni, sia dalla presenza di resine sintetiche con eventuali tracce di monomeri liberi, sia da altre particolari sostanze, che esaltano le capacita' di per se' irritanti del cemento. Gli oli disarmanti sono quelli che hanno creato il maggior numero di problemi igienici nei cantieri edili, in particolare nei confronti dei carpentieri e dei muratori. L'uso di tali prodotti, siano essi i disarmanti a base di oli minerali siano essi i disarmanti a base di oli sintetici, provoca infatti, per prolungati contatti., irritazioni cutanee di particolare entità, localizzate in tutte le parti del corpo scoperte (mani, braccia e, specialmente in estate, gambe). Nel caso poi che l'applicazione dei disarmanti porti alla formazione di aerosoli dispersi nell'atmosfera l'irritazione interessa anche le mucose oculari e le prime vie aeree. Le irritazioni cutanee possono essere facilmente spiegate se si considera che sia gli oli minerali, sia gli alchibenzeni sono degli ottani solventi dei grassi e pertanto il loro contatto con la cute provoca inevitabilmente una dilipidizzazione, con conseguente perdita delle difese naturali della pelle. Questa diviene cosi' facile preda dei tipici agenti irritanti presenti negli oli disarmanti prodotti amminici, idrocarburi aromatici, impurezze metalliche, ecc. Per la presenza di sostanze particolarmente nocive, un grado elevato di rischio presentano gli oli disarmanti ricavati dai cosiddetti "oli esausti", provenienti dal recupero degli oli lubrificatiti dei motori a combustione intenda. Essi, infatti, presentano nella loro composizione particelle metalliche a base di Fe, Cr e Ni, derivanti dall'usura dei materiali, una discreta quantità di idrocarburi aromatici, ed in particolare idrocarburi polinucleati di cui e' nota cancerogenicità, nonché prodotti di termodegradazione delle resine sintetiche (ad esempio le acriliche) presenti quali additivi nei lubrificatiti. Tali sostanze, oltre che aumentare il potere irritante degli oli, determinano una specifica nocività legata in particolare agli idrocarburi aromatici. Per quanto sopra detto, l'uso degli oli disarmanti in genere, e degli "oli esausti" in particolare, può presentare rischi per la salute dei lavoratori, specie quando nella loro applicazione si ha formazione di aerosoli dispersi nell'atmosfera, con conseguente implicazione dell'apparato respiratorio degli addetti.

L'uso delle vernici antievaporanti, ricoprenti ed intumescenti a base organica comporta esposizione ai vapori di solventi, esposizione che può raggiungere livelli di interesse igienico ambientale, in relazione alla natura degli stessi solventi e degli ambienti più o meno confìnati e/o ventilati. Nell'utilizzazione delle vernici ricoprenti, oltre alla possibile esposizione ai vapori di solventi organici, e' da evidenziare il possibile rischio da contatto con le vernici vere e proprie, che contenendo miscele di bitume e di resine' sintetiche (per lo più di tipo epossidico) possono essere fonte di irritazione e/o sensibilizzazione cutanea. Ove poi le vernici ricoprenti vengano utilizzate nell'impregnazione di tessuti di lana di vetro, operazione in verità poco usuale nei cantieri, oltre ad una maggiore esposizione ai solventi ( a causa della maggiore temperatura di lavoro e dell’agitazione della massa), sono da aggiungere le possibilità di irritazione cutanea proprie delle fibre di vetro.

Il problema del contatto con le fibre di lana di vetro si presenta pure nell'uso dei tappeti di materiale coibentante, impiegati quali rivestimenti di solai, solette, intercapedini dei tetti, controsoffittature, pareti, ecc. La messa in opera di tali materiali provoca, adatti, sia per contatto diretto., sia per spolverio, un inevitabile contatto della pelle delle mani e delle altre parti del corpo non protette con fibre di lana di vetro, causa di irritazioni cutanee molto diffuse tra gli esposti. Da rilevare che le fibre di lana di vetro, utilizzate come coibentante, risultano di diametro tale che i frammenti di esse che diffondono nell'ambiente presentano una morfologia tale da non rivestire rischi di inalazione, ed in definitiva esauriscono il loro effetto in una irritazione cutanea. Ciò non sempre e' vero nel caso dei pannelli fonoassorbenti ove si possono trovare fibre di vetro di più piccole dimensioni.

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Un problema particolare accompagna l'uso dei tappeti bitumati, in quanto la loro messa in opera viene eseguita a caldo, e di conseguenza nasce la possibilità di sviluppo di fumi che potrebbero risultare particolarmente nocivi per il loro contenuto in idrocarburi polinucleati aromatici specie in ambienti confinati nei quali manchi una adeguata ventilazione. Problemi meno importanti e prevalentemente legati a fenomeni di sensibilizzazioni cutanee possono essere correlativi all'uso degli altri ausiliari, quali adesivi e prodotti per trattamenti superficiali; nelle composizioni di tali prodotti, infatti, ad eccezione dei rari casi in cui possono essere presenti solventi organici, non risultano sostanze di particolare rilievo dal punto di vista dell'igiene ambientale. Va infine tenuto presente che, a monte del lavoro in cantiere, l'industria edilizia si avvale di altri settori industriali per la preparazione di alcuni elementi base, quali l'industria dei laterizi e l'industria del cemento. Per quanto riguarda tale ultima industria, essa va intesa non solo a livello cementificio, ma anche di quelle aziende che u o il cemento come materia prima, allo scopo di preparare manufatti utilizzati successivamente nel cantiere edile (tegole, altri elementi in cemento e prefabbricati vari). Anche in questo caso gli aspetti igienici connessi all'uso di sostanze chimiche sono gli stessi di quelli già precedentemente considerati, ivi compresi gli oli disarmanti dei quali si la largo uso. Le cause di esposizione al rischio, sono da ricondurre in modo prevalente al contatto cutaneo, più che a veri e propri problemi di inquinamento dell'ambiente. Infatti, svolgendosi le lavorazioni per lo più all'aperto, il corretto uso dei prodotti contenenti solventi organici non comporta esposizioni ad elevate concentrazioni di vapori. Particolare attenzione e' da riservare a quelle operazioni che conducono alla formazione di aerosoli di oli disarmanti, o di fumi contenenti idrocarburi polinucleati aromatici, derivanti dalla lavorazione a caldo di prodotti bituminosi. CONSIGLI DI PREVENZIONE Per una efficace prevenzione non si può trascurare di prendere in esame ogni possibile modo di rendere automatiche le operazioni che possono esporre a rischi particolari i lavoratori. A titolo di esempio, si citano le operazioni di aggiunta dei prodotti additivi negli impasti cementizi in betoniera, le quali vengono eseguite attraverso dosatori automatici loro volta alimentati con prodotti stoccati in fusti o in cisterne. Ciò permette di evitare durante queste operazioni che vengono ad essere completamente automatiche, qualsiasi contatto dei prodotti con il personale addetto al confezionamento. Quando non sia possibile realizzare l'automatizzazione delle operazioni rischiose, e' da prendere in considerazione l'opportunita' di intervenire sulle modalita' di impiego dei prodotti chimici. Nel caso dei disarmanti, ad esempio, al fine di evitare la formazione di aerosoli, sarebbe opportuno procedere all'applicazione degli oli mediante pennellatura. 3 - Nell'uso dei prodotti ausiliari e dei prodotti additivi, come pure nell'impiego delle sostanze di base (calce e cementi), dovranno essere altresi' adottate tutte quelle precauzioni di carattere generale (da studiare sul posto di volta in volta perche' legate alle condizioni climatiche ed all'ambiente) che possano eliminare, o in qualche modo ridurre, l'esposizione al rischio dei lavoratori. 11. Pur con l'adozione di tutte o parte delle misure di carattere prevenzionale sopra indicate, possono sempre permanere occasioni di esposizione a rischio da contatto e/o da inalazione.In tal caso la prevenzione dovra' essere individuale (guanti, tute, grembiuli, occhiali, ecc.), mezzi che dovranno essere sempre mantenuti efficienti puliti, onde evitare che essi stessi possano essere causa di rischio.

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Importanza fondamentale e' da annettere all'igiene personale, che deve prevedere un accurato lavaggio delle mani alla fine di ogni turno di lavoro, ed in particolare prima dei pasti nonche' prima e dopo il soddisfacimento dei bisogni corporali. Il lavaggio stesso dovra' essere eseguito con acqua calda e sapone non abrasivo, avendo cura di pulire anche le unghie.

Dovrà evitarsi l'uso di strofinare le mani sporche di olio sulla tuta o mediante stracci gia' di per sé polverosi e che vengono poi riutilizzati, in quanto con tali sistemi le mani rimangono praticamente intrise di olio e di polvere, rischiando con ciò piccole abrasioni, che potrebbero favorire lo sviluppo di infezioni, quali follicoliti, acne, ecc. Infatti eventuali abrasioni cutanee, provocate da indumenti imbrattati di olio e polvere, possono determinare dapprima irritazione meccanica, e successivamente irritazione chimica, in forma più drastica, tipica del contatto con oli minerali. A tale meccanismo di contatto, prodotto da tute sporche di olio, possono essere correlati i casi di epiteliomi cutanei localizzati in particolare allo scroto.

Altro aspetto da considerare e' la necessità di evitare la cattiva abitudine, piuttosto diffusa, di pulirsi le mani sporche di olio con solventi quali nafta e ragia minerale, anziché con idoneo sapone. Tale abitudine, oltre a possibili irritazioni immediate, provoca delipidizzazione e secchezza della cute, e facilita abrasioni e microlesioni con tutte le conseguenze illustrate al punto precedente.

Ai fini di una efficace azione profilattica nei confronti delle affezioni cutanee, non e' da trascurare l'importanza che possono rivestire le visite mediche (preventive e periodiche), la segnalazione tempestiva di episodi sospetti (spesso le cause possono essere rimosse con semplici accorgimenti tecnici) ed il trasferimento degli operai in lavori più idonei al loro “status" cutaneo.

Il Coordinatore per la Sicurezza nella Progettazione