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Dalla valutazione della formazione alla stima degli esiti dell’attività formativa Un approfondimento sul training transfer nello sviluppo professionale degli insegnanti Dove va la pedagogia? V EDIZIONE SUMMER SCHOOL TRENTO 2010 Francesco Pisanu IPRASE Trentino [email protected]

Pisanu francesco template summer 2010 [modalità compatibilità]

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Dalla valutazione della formazione alla stima degli esiti dell’attività formativa

Un approfondimento sul training transfer nello sviluppo professionale degli insegnanti

Dove va la pedagogia?V EDIZIONE SUMMER

SCHOOLTRENTO 2010

Francesco Pisanu

IPRASE Trentino

[email protected]

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Introduzione

• I primi due livelli del classico modello di Kirkpatrick (1975), cioè la valutazione delle reazioni dei partecipanti in termini di gradimento e soddisfazione, e gli apprendimenti conseguiti, sono ancora privilegiati nella maggior parte dei disegni valutativi

• Allo stesso tempo le analisi più approfondite, relative al cambiamento nel comportamento lavorativo e del livello organizzativo, continuano a rimanere episodiche e non sistematiche

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Il modello di Kirkpatrick

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Cause della mancata applicazione e possibili alternative• Difficoltà nella definizione dei costrutti di

riferimento (comportamento sul lavoro, risultati organizzativi, …)

• Relativa mancanza di strumenti di rilevazione adeguati

• Negli ultimi vent’anni si è consolidata una tradizione di ricerca che ha focalizzato la propria attenzione sullo studio del “traning transfer”

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Motivazione

• La finalità principale della presente proposta è legata ad un approfondimento di alcuni fattori del processo formativo che, sottovalutati fino ad oggi, influenzano comunque la performance individuale e organizzativa

• In questa prospettiva, il training transfer può essere definito come “la misura in cui un soggetto che ha seguito un’attività formativa, applica effettivamente le nuove conoscenze, abilità e competenze nel

proprio lavoro” (Tannenbaum, Yukl, 1992, p. 420)

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Il transfer … questo sconosciuto

• Per realizzarsi pienamente, i comportamenti appresi devono essere contestualizzati nel luogo di lavoro e protratti, in una sorta di processo di consolidamento, nel procedere dell’attività lavorativa successiva ai percorsi di formazione

• Gli elementi che caratterizzano il transfer possono essere ricondotti a tre categorie principali (Kirwan, Birchall, 2006):

▫ a) le caratteristiche del soggetto in formazione

▫ b) le caratteristiche del percorso formativo

▫ c) alcune variabili di contesto riferite all’ambiente di lavoro

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Modello del transfer della formazione

proposto da Baldwin e Ford (1988)

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Modello di transfer della formazione proposto

da Holton et al. (2000)

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Dichiarazione del problema

• Quali sono gli elementi (a livello individuale, organizzativo e del processo formativo) che caratterizzano il training transfer di insegnanti impegnati in attività di sviluppo professionale?

• Ci sono delle variazioni nel livello di transfer percepito dagli insegnanti durante un intero anno scolastico, in conseguenza dell’applicazione degli apprendimenti sul lavoro?

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In sintesi: è possibile parlare di training transfer in un contesto

organizzativo come quello scolastico?

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Metodo

• Contesto di ricerca: progetto di ricerca area educativa dell’IPRASE Trentino dal titolo “Personalizzare l’apprendimento nel contesto classe”

• Il progetto, nella struttura di una ricerca-intervento, ha l’obiettivo di socializzare un gruppo di insegnanti (N = 20) di tre istituti comprensivi della Provincia Autonoma di Trento a strategie innovative di personalizzazione della didattica

• Le attività didattiche sperimentate in aula hanno coinvolto 14 classi per un totale di oltre 200 studenti, con cicli ripetuti di seminari, progettazione assistita e

sperimentazione in classe

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• Le misure del training transfer sono state effettuate dopo il primo ciclo (nei primi tre mesi dell’anno scolastico) e dopo il secondo ciclo (all’inizio del secondo quadrimestre)

• Gli strumenti di rilevazione utilizzati sono due: ▫ a) la versione tradotta e adattata al contesto scolastico del Learning Transfer System Inventory (LTSI) sviluppata da Holton e collaboratori (2000), somministrata via web

▫ b) una check-list a supporto delle osservazioni in classe di circa 30 variabili comportamentali (docente e studente) quantitative e qualitative, basata sui lavori di Marzano e colleghi (2003) sul classroom management (da considerare come eventuali variabili dipendenti, comportamentali, del ruolo mediatore del transfer rispetto agli stimoli formativi proposti)

Metodo

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• I fattori considerati nella versione scuola del LTSI sono complessivamente 10, per un totale di 44 item misurati su una scala likert a cinque punti (completamente in disaccordo vs completamente d’accordo)

1. Percezione di prontezza del soggetto prima dell’attività formativa

2. Motivazione al transfer3. Le capacità personali per il transfer4. Il supporto tra pari5. Il supporto dei supervisori6. La validità di contenuto percepita7. Il transfer design

8. Le aspettative nell’impegno alla performance nel transfer 9. La resistenza o l’apertura al cambiamento10. L’autoefficacia nella performance

MetodoS

PE

CIF

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GE

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• Esempi di variabili presenti nella check-listosservativa sono: numero di interventi direcupero regolativo, numero di componenti deigruppi cooperativi, numero di interventi deiragazzi sollecitati, tempi di insegnamento atutta la classe, ecc.

Metodo

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Risultati

• Per il questionario, una prima analisi della consistenzainterna dello strumento ha dato esiti confortanti (per settefattori su dieci alfa di Crombach ≥ .70)

• Per quanto riguarda i punteggi, i fattori con il punteggiomedio più elevato sono la motivazione al transfer (M = 4.25,DS = .433), il transfer design (M = 4.10, DS = .370) e leaspettative nell’impegno alla performance nel transfer (M =4.03, DS = .434)

• In assoluto, il valore medio più basso è del fattore supportodei supervisori (M = 2.55, DS = .929)

• Per quanto riguarda il mini-trend tra la prima e la secondarilevazione, non compaiono differenze significative tra laprima e la seconda rilevazione, sui 10 fattori considerati(Wilcoxon Signed Rank Test, p > .05)

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Risultati

• Per le osservazioni dei due ricercatori (livello di accordo: k diCohen da .753 a .908; in totale 36 osservazioni, della durata inminuti M = 72.90, DS = 25,16), considerando le variabiliall’interno di un’unica matrice di correlazione è possibilenotare come la durata dell’insegnamento a tutta la classe siacorrelata positivamente con gli interventi di recuperoregolativo (r = . 400, p < .05), e con il numero di interventidei ragazzi sollecitati (r = .447, p < .001). Oppure come lapostura del docente in classe correli negativamente con ilnumero di interventi dei ragazzi sollecitati (r = -.565, p <.001)

• La posizione dei docenti in classe e il numero di interventi diripristino della collaborazione nei piccoli gruppi hanno avutodegli aumenti considerevoli nei tre moduli (valore medio delprimo modulo prossimo a 3, mentre quello del terzo moduloprossimo a 15)

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Conclusioni

• In base ai dati raccolti (pur nell’ambito di uno studio pilotacon un numero minimo di soggetti), è possibile sostenerecome il training transfer rilevato nell’esperienza di sviluppo dipratiche di personalizzazione sia prevalentemente centrato sullivello individuale (motivazione al transfer e aspettativenell’impegno alla performance nel transfer), e sul processoformativo (transfer design), mentre risultano meno presentiaspetti di tipo organizzativo (ad esempio il supporto deisupervisori)

• Non sono state rilevate delle evidenti differenze tra la prima ela seconda misurazione del transfer, anche se in genere ilmini-trend, seppur debole, ha direzione positiva. I fattori intrend negativo, anche se debole, sono: supporto deisupervisori, il transfer design e l’autoefficacia percepita dagliinsegnanti durante la sperimentazione in classe

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Conclusioni

• Gli elementi rilevati attraverso la check-list,come l’aumento di interattività con la classe, dauna parte, e di delega e responsabilizzazione neiconfronti degli studenti, a cui gli insegnanti sonostati esposti durante le attività seminarialiiniziali dall’altra, possono essere ricondotti adun inizio di transfer prossimale, centratoprincipalmente sul cambiamento di precisepratiche lavorative (Holton e Baldwin, 2003).

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Riferimenti bibliografici

• Pisanu, F., Fraccaroli, F. (2007). Il transfer dalla formazione al lavoro: modelli teorici e misurazione. Psicologia dell’Educazione e della Formazione, 9(3), 7-31.

• Holton, E. F., Baldwin, T. T. (2003). Making transfer happen: an action perspective on learning transfer system. In (a cura di) E. F. Holton e T. T. Baldwin, Improving learning transfer in organizations, San Francisco, CA, Jossey-Bass.

• Holton, E. F., Bates, R. A., Ruona, W. E. A. (2000). Development and construct validation of a generalized learning transfer system inventory, Human Resource Development Quarterly, 11 (4), 333–360.

• Kirkpatrick, D L. (1975). Evaluating training programs: a collection of articles from the Journal of the American Society for Training and Development. Madison: Wisconsin.

• Marzano, R., Marzano, J., Pickering, D. (2003). Classroom management that works: Research-based strategies for every teacher. Alexandria, VA: ADCD.

• Tannenbaum, S. I., Yukl, G. (1992). Training and development in work organizations. Annual Review of Psychology, 43, 399–441.

• Lim, D. H., Morris, M. L. (2006). Influence of Trainee Characteristics, Instructional Satisfaction, and Organizational Climate on Perceived Learning and Training Transfer, Human Resource Development Quarterly, 17(1), 85-115.

• Kirwan, C., Birchall, D. (2006). Transfer of learning from management development programmes: testing the Holton model, International Journal of Training and Development, 10(4), 252-268.

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Grazie per l’attenzione!

Francesco Pisanu

IPRASE Trentino

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