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febbraio 2010 - n. 2 ANNO 84 • n° 972 • € 3,00 • Poste Italiane s.p.a. • sped. in a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB VERONA www.bandapm.it www.bandapm.it il piccolo missionario o n i l picco l o miss i o

PM di febbraio 2010

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Il nuovo numero del mensile per ragazzi che ti fa scoprire il mondo!

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febbraio 2010 - n. 2

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www.bandapm.itwww.bandapm.ittutto NUOVO

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Kataboomcose dell’altro mondo

Febbraio 2010Febbraio

D ati – non favole – alla mano.A livello mondiale, soprattutto nel piane-ta dei poveri, muoiono di fame, ogni giorno,

30mila bambini.Al contrario, nel pianeta dei ricchi e delle “società soddisfatte”, crescono a dismisura le malattie legate all’obesità e al sovrappeso. Ancora una volta, il tri-ste primato dei bambini “cicciotti” spetta all’Italia dove, sempre secondo dati offerti dal Governo, 1 minore su 3 rischia gravi danni alla salute a causa dei molti chili di trop-po. Risultato: il 23,6% dei bambini italiani supera il peso standard corrispondente alla loro età, e il 12,3% è – purtrop-po – classifi cato come obeso.Su questa situazione poco “salutare” grande infl uenza ha, ancora una volta, la televisione. Soprat-tutto quella italiana, che tra i suoi tanti difetti ha anche quello di incidere pesantemente sulle abitudi-ni alimentari dei bambini. Detto in parole semplici, un bambino italiano che guarda la tv per 3 ore al giorno, nell’arco di un anno viene “bombardato” da più di 33mila messaggi alimentari, in media 1 ogni 5 minuti, contro 1 ogni 10 minuti della media degli altri Paesi d’Europa.Naturalmente gli spot tv non invitano i piccoli a consumare frutta o verdura. Al contrario, sono stu-diati e mirati per favorire il consumo di merendine, fast food, dolci e bevande che soddisfano i gusti dei bambini ma creano in loro pericolose abitudini alimentari. Ingannati da sapori e gusti accat-tivanti, i piccoli consumatori televisivi cresceranno a forza di “cibo da mar-

keting” dove la qualità va spesso a farsi frigge-re, a scapito del “gusto di moda” che inganna i piccoli e le loro famiglie. Perché, diciamola tutta, è più facile rifi lare a fi gli e nipoti meren-dine e bollicine, riempiendoli di cibo “mordi e fuggi”, che preparare per loro o assieme a loro cose buone e sane da mangiare e da gusta-re in compagnia. Dietro un bimbo obeso c’è quasi sempre una famiglia disattenta e mala-ta di consumo.

Kataboomcose dell’altro mondo

Spot e ciccia

ati – non favole – alla mano.A livello mondiale, soprattutto nel piane-ta dei poveri, muoiono di fame, ogni giorno,

30mila bambini.Al contrario, nel pianeta dei ricchi e delle “societàsoddisfatte”, crescono a dismisura le malattie legate all’obesità e al sovrappeso. Ancora una volta, il tri-ste primato dei bambini “cicciotti” spetta all’Italia dove,sempre secondo dati offerti dal Governo, 1 minore su 3 rischia gravi danni alla salute a causa dei molti chili di trop-po. Risultato: il 23,6% dei bambini italiani supera il peso standard corrispondente alla loro età, e il 12,3% è – purtrop-po – classifi cato come obeso.

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Diceildire

S an Valentino riempie della sua presenza di amore questo mese di febbraio. Ma non è solo la

festa degli innamorati, ma anche di quanti si amano e sono amici. Anche tu troverai certamente il modo più sim-patico per esprimere il tuo affetto agli amici e alle amiche. Ma che cos’è l’amicizia? Se ti chiedes-sero di defi nirla, potresti trovarti in im-barazzo. Eppure vorresti un amico sem-pre al tuo fi anco. Perché l’amicizia ti fa

sentire vivo ed importante, risvegliando sentimenti ed emozioni. Amicizia è sco-

prire che qualcuno crede in te, si fi da di te e ti capisce. È crescere insieme ed è assolu-

tamente gratuita.Il sorriso dell’amico è il più bel dono. Certo,

scopre in te cose meravigliose, ma vede anche il tuo errore e te lo fa notare, trovando il modo di dirti

la verità. Se ti deve fare un’osservazione o anche un rimprovero, lo fa solo davanti a te, mai alle spalle. Così

ti insegna ad amare e che cosa signifi ca voler bene. Vera amicizia è scambiarsi fi ducia, sogni, pensieri, gioie e tristezze. È

aiutarsi a diventare migliori, a vivere con serenità e gioia, senza paure.Ho letto da qualche parte che “gli amici sono angeli che ci sollevano da terra

quando le nostre ali hanno qualche diffi coltà a ricordarsi come volare”. E da sempre mi son lasciato condurre da queste parole di madre Teresa di Calcutta: “Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità”. Con un amico o un’amica puoi essere realmente te stesso, condividere i momenti importanti ma anche le piccole cose che rendono fantastica la vita.Scegliti amiche e amici autentici – sì, perché gli amici si possono scegliere – che cercano sempre ciò che è bello, avventure ed esperienze positive che riempiono il tempo libero di grandi interessi, attività e passioni. Non ti manchi mai l’amico e l’amica del cuore. Buon san Valentino!

p. Elio Boscaini

Febbraio 2010Febbraio

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Vera amicizia

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Voliamo a Vancouver per le Olimpiadi Invernali 2010

La baia di Vancouver, sede delle prossime Olimpiadi Invernali

Giorgio di Centa

Speciale a cura di Chiara Milano

SS pero abbiate preparato pop-corn e patatine, tra pochissimi giorni ini-zieranno le Olimpiadi Invernali a Vancouver, in Canada! Dal 12 al 28 febbraio prossimi, comodamente rilassati sul nostro divano, potremo

seguire i nostri atleti gareggiare con campioni provenienti da tutto il mondo per contendersi il miglior medagliere. Tra i tanti campioni che parteciperanno a questo importante evento sportivo mondiale ce n’è uno che ha già percorso parecchi chilometri sugli sci da fondo; un atleta che, rispetto ai nuovi volti della squadra italiana, ha molta esperienza e molte medaglie alle spalle: Giorgio Di Centa. Il campione friulano è stato scelto dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) per essere “l’alfi ere azzurro”, cioè per rappresentare la sua nazione durante la cerimo-nia di apertura dei Giochi e portare la bandiera tricolore. Giorgio ha regalato a tutti i lettori il racconto delle sue emozioni passate e presenti, dimostrando che l’impegno porta grandi soddisfazioni. Ecco come ha risposto alle nostre brevi domande:Tante le vittorie ottenute, tanta la fatica, il coraggio e la capa-cità di guardare avanti. Chi è oggi Giorgio di Centa?Lo sport è stato per me un grande insegnante nel corso di tutta la mia vita. Ho imparato tantissimo, sin da quando mio padre mi por-tava a camminare in montagna tra i boschi della mia amata Carnia, per aiutarmi a respirare meglio a causa di una seria asma allergica di cui soffro sin dall’età di due anni. In età adolescenziale ho impa-rato dallo sport a fare amicizia, a vivere e condividere le esperien-ze sportive e di vita quotidiana con i miei coetanei. Crescendo,

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Due battute con ENRICO FABRIS (pattinaggio di velocità)Le Olimpiadi invernali sono alle porte: come ti stai preparando fi -sicamente?

È un anno intero che mi sto preparando per questo im-portante appuntamento al quale tengo tantissimo. La preparazione fi sica per me è fondamentale e non bisogna trascurare nessun dettaglio perché qui siamo ai massimi livelli mondiali e basta un niente per rovinare il lavoro di un anno intero. Quest’estate ho macinato chi-lometri su chilometri in bicicletta per il potenziamento muscolare ed ora sono pronto ad affrontare la nuova sta-gione agonistica al meglio.In un’intervista hai detto che le Olimpiadi di Torino ti hanno cambiato la vita. Cosa ti aspetti quindi da quelle di Vancouver? Qual è il tuo obiettivo?Torino 2006 rappresenta l’apice della mia carriera agonisti-ca, tanti sacrifi ci che hanno lasciato posto ad un’immensa gioia. Ripetersi non è mai facile ed a Vancouver arrivo con maggiori responsabilità e pressioni visto che tutti si aspettano tanto da me. Io sono pronto a questa nuova sfi da e darò naturalmente il massimo per portare a casa qualche altra medaglia olimpica.

Segui le OlimpiadiPer tutte le informazioni e i programmi

delle gare consulta il sito uffi ciale

www.vancouver2010.comwww.vancouver2010.com

Enrico Fabris

le responsabilità e le aspettative si sono fatte sempre più impegnative, e ancora una volta lo sport mi ha insegnato quanto impegno e dedizione, quanta caparbietà ci vogliano per raggiungere l’obiettivo di un grande risultato che è bel-lissimo quanto diffi cilissimo da raggiungere, in gara come nella vita. Dopo le vittorie importanti della mia carriera, ho imparato ancora una volta, confrontandomi ogni giorno con le persone che mi trasmettevano le loro testimonianze, le loro impressioni, ma soprattutto le loro emozioni provate in occasione di questi risultati sportivi, e questo che mi ha fatto crescere interiormente. Credo di essere maturato molto in questi anni; sono un marito e un padre felice, ma credo di poter crescere e imparare ancora tanto dal-lo sport e dalle persone che lo seguono e di poter a mia volta dare ancora tanto di quello che provo e sento dentro, tanta energia ed entusiasmo da esprimere sul campo di gara e nella vita di tutti i giorni.

Febbraio 2010Feeebee braio

Due battute con ALESSANDRO PITTIN (combinata nordica)

Combinata nordica: specialità particolare, cosa ti affascina di que-

sto sport?La gara di combinata nordica si disputa in due manche, salto con gli sci

e poi sci di fondo. È uno sport che unisce la spettacolarità alla fatica,

l’adrenalina del salto a tutta velocità allo spirito di sacrifi cio proprio

del fondo. È proprio questo duplice aspetto, questa combinazione

di emozioni e sensazioni, che mi ha fatto innamorare di questa

disciplina.

Avrai una bella responsabilità alle prossime olimpiadi, ci

si aspetta molto da te, visti anche i tuoi recenti risultati.

Come vivi questa tensione?

Sono reduce da due titoli mondiali

Juniores consecutivi che mai nessun

italiano era riuscito a vincere prima di

me; quindi è normale che attorno a me

ci siano tante aspettative. Questa pressio-

ne la sento, ma devo riuscire a trasformar-

la in energia positiva per essere competitivo

anche tra i migliori al mondo della disciplina.

Per me Vancouver rappresenta un banco di prova

importante per la mia consacrazione a livello inter-

nazionale, ma sono tranquillo perché conosco le mie

potenzialità e farò di tutto per dare il massimo, anche se

non sarà sicuramente una passeggiata.

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Alessandro Pettin

Cosa hai detto ai tuoi bimbi per spiegare cosa signifi ca essere il portaban-diera della squadra italiana?Non sono servite molte parole, hanno capito ed elaborato questo gesto così alto e rappresentativo con la semplicità e la praticità tipiche dei bambini: “il papà porterà la bandiera italiana a Vancouver, la porterà lui per tutti gli atleti, pensa che bello!” Come se fosse quasi una cosa “normale”… e Gaia, la mia terza bambina che ha 5 anni, ha aggiunto: “Ma papà, la bandiera poi ce la porti a casa a noi, per metterla sul terrazzo?” Ci siamo fatti una bella risata!Lo sci di fondo in poche parole: come lo descriveresti ai piccoli sciatori che iniziano il loro percorso sportivo?Lo sci di fondo è uno sport che all’inizio potrebbe scoraggiare perché si fa un po’ di fatica e oggi i bambini non sono più abituati a faticare. È un’attività prettamente in-vernale, quindi in condizioni climatiche poco favorevoli; ma dopo poco tempo, per-severando nelle uscite sulla neve e facendosi aiutare da un genitore esperto, o me-glio ancora da un maestro di sci, lo sci di fondo diventa bellissimo, a contatto con la natura, che permette ad ognuno di sfogarsi e giocare, saltare, sprintare, salire sui pendii come dei piccoli ca-mosci, scendere nuovamente lungo le discese come al luna park. Tutto questo divertendosi come dei matti e nello stesso tempo facendo un’attività motoria sana e completa, in compagnia dei propri cari o degli amici. È uno sport che ti fa crescere non solo fi sicamente ma anche interiormente: è il massimo!

Zoom

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QuaresimaQuaresimaLa veraLa vera

QQ uando sappiamo che un amico viene a trovarci cerchiamo di prepararci al me-glio per accoglierlo nella nostra casa. Si-

stemiamo la camera, aiutiamo mamma e papà a pulire, magari ci mettiamo alla prova dietro ai for-nelli per realizzare un dolce. Ci sono due periodi dell’anno che i cristiani vivo-no con questa trepidazione, due momenti di atte-sa per la venuta del Signore: il Natale e la Pasqua. Queste importanti feste del nostro calendario sono precedute, rispettivamente, da un tempo di silenzio e raccoglimento: Avvento e Quaresima. In questo secondo “tempo forte” che abbiamo davanti a noi prima della Risurrezione di Cristo, sentiamo parlare di preghiera, ma anche di digiuno ed elemosina. Ti domanderai qual è il senso di queste espressio-ni: Gesù mi chiede di fare una dieta per dimagrire? Di donare ai poveri la mancia che mi hanno regalato i nonni?

Con la Pasqua nel cuore

Bambino lavoratore del Benin. La vera Quaresima è mettersi al servizio degli altri

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Una Quaresima secondo i Nuovi Stili di Vita

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Febbraio 2010

PER ESSERE “DI PIU’”

È dal IV secolo che esiste la Quaresima, un periodo di quaranta giorni (“qua-dragesima”, da cui il nome “quaresima”) dedicato alla purifi cazione prima della Pasqua. Ogni anno si ripete questo appuntamento, il prossimo 17 febbraio inizieremo un nuovo percorso, ma è come leggere una fi aba a lieto fi ne, per-ché sappiamo che ci attende la festa della salvezza. Non serve quindi vivere quaranta giorni di tristezza, pensando ai dolci di cui ci dobbiamo privare, alla fatica di tenere spenta la televisione invece che guardare il nostro programma preferito, alla pazienza che dobbiamo tenere stretta per andare incontro a quel compagno di scuola che proprio non ci va giù. È proprio questo il segreto: se ci “dimentichiamo” di noi stessi, delle nostre preoccupazioni e dei nostri egoismi per fare posto agli altri, ecco che troviamo la gioia dell’incontro pasquale con Gesù. Spesso, infatti, abbiamo un gran numero di strati che ci isolano dal resto del mondo e siamo convinti che solo possedendo determinate cose potremo fi nalmente essere felici. È presto svelato l’inganno: più si ha e più si vuole ave-re. La Quaresima ci insegna allora la sobrietà, ci aiuta a distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è, secondo anche quanto spiegava George Baden Powell (il fondatore degli Scouts) ai ragazzi di ieri e di oggi. È il tempo di accorgersi che le nostre scelte e i nostri consumi condizionano gli altri, soprattutto le persone che vivono nei paesi Poveri del Sud del mondo, dove miseria e malattie colpiscono i più deboli perché privati del necessario per vivere. Come affermava papa Paolo VI : “Nessuno ha diritto di riservare a pro-prio uso esclusivo ciò che supera il proprio bisogno, quando gli altri mancano del necessario”. La sobrietà della Quaresima ci porta, quindi, alla solidarietà, un’abitudine e uno stile di vita che dovremmo tenere ogni giorno dell’anno per-ché ci aiuta a riscoprire ciò che conta veramente.

a cura di Chiara Milano

Prodotti del Commercio Equo e Solidale.

Quaresima, tempo per cambiare anche il nostro

modo di “consumare”

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EUROPABebè leggeriI neonati dei Paesi industrializzati sono sempre più sottopeso. Questo dato trova conferma

nel rapporto OCSE 2009 sulla salute nei Paesi occidentali secondo cui è in au-

mento la percentuale dei bebè che al momento della nascita pesano me-no di 2500 grammi. I medici pen-sano che le cause di tale fenome-no siano dovute all’aumento delle gravidanze multiple, all’età sempre più avanzata delle mamme e al fre-quente ricorso al taglio cesareo. So-no “strani” questi bambini: piccoli

piccoli appena nati, grassi grassi da grandi!

GERMANIAEco sì sia!

Un motore di ricerca online, basato su server alimentati da energia rinnovabile. Questo motore di ricerca ecologico, che si chiama http://www.ecosia.org/, de-stina l’80% dei guadagni ricavati dalla pubblicità ad un progetto del WWF per la salvaguardia della foresta amazzo-nica. Secondo calcoli dei fondatori di

Ecosia, se solo l’1% degli utenti di In-ternet utilizzasse questo motore, ci sa-

rebbero i fondi per poter salvare una por-zione di foresta estesa come la Svizzera.

USAAugh, fuori i soldi!Il grande capo dei Piedi Neri Elouise Cobell ha defi nito “un giorno stori-co per gli Stati Uniti” il giorno in cui il Governo americano ha riconosciuto il risarcimento dovuto a 300mila india-ni pellerossa. I popoli nativi americani riceveranno una somma di 3,4 miliardi di dollari come risarcimento per le terre rubate loro dai “visi pallidi” nel lontano 1887. Giustizia è fatta, seppur con un piccolo “ritardo” di oltre un secolo.

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Lilliput GEREc

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Un motore che ricerca

la salvaguardia dell’ambiente:

L’amazzonia ringrazia!

Più di cento anni

per essere risarciti.

e gli interessi?

Coraggio, appena

cresci ti rifai...

PAKISTANMisteri alcolici

La religione e le tradizioni islamiche par-lano chiaro: severamente proibito bere

alcolici. Eppure in un paese musul-mano come il Pakistan, dove il 97% della popolazione non beve alcol, la locale industria di bevande Mur-ree fa affari d’oro con la vendita di birra e whisky. A chi va il merito di tanto successo? Forse ai pochi

stranieri non musulmani che hanno il permesso di comperare 30 botti-

glie di birra e 1,14 litri di whisky al me-se a testa, o ai musulmani poco pii che

bevono nascosti tra le quattro mura di casa? O magari siamo di fronte al miracolo

dell’evaporazione spontanea dello “spirito alcolico”?

VANUATUGnam gnam, sigh, sighUna sperduta isoletta del Pacifi-co, Erromango, è stata teatro di una commovente cerimonia di perdono organizzata dagli abitanti locali. Co-storo, discendenti di una tribù di can-nibali, hanno chiesto scusa al signor Charles Milner-Williams per aver ucci-so e “mangiato”, quasi 170 anni fa, il suo bis bis nonno, il missionario pre-sbiteriano John Williams. Questi, nel 1830, si era avventurato nell’arcipelago per convertire al cristianesimo le po-polazioni locali: le sue buone intenzioni fallirono appena messo piede sull’isola, nell’arco di un’ora soltanto, sotto i colpi e le mandibole degli spaventati isolani.

Febbraio 2010

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potevamo chiedere perdono perché...

... era qualcosa che ci era

“rimasto sullo stomaco”...

produciamo birra e la vendiamo

agli occidentali... proprio come

i produttori di armi

Clap clap musica

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ad altovolumead altovolume

NN on si sa ancora quale sarà lo strumen-to-simbolo della musica del 21° seco-lo, ma la chitarra lo è stata senza dub-

bio per quello appena passato. Prima acustica, compagna dei musicisti solitari perché facile da trasportare, poi elettrifi cata per poter suonare a un volume più alto e insieme ad altri strumenti. Il primo prototipo di chitarra elettrica è del 1931, uno strumento di alluminio simile a una padella con un pick-up elettromagnetico che trasformava le vibrazioni del- le corde in segnali elettrici. Negli

anni ’40 il musicista Les Paul ebbe l’intuizione di uno strumento senza cassa di risonanza, per evitare distor-sioni; la prima Gib-son Les Paul arrivò nel 1952, e la chi-

tarra elettrica diventò il simbolo della rivoluzione iniziata con il rock’n’roll. Schiere di musicisti e ingegneri ne han-no esplorato le possibilità, trovando nuovi modi di suonarla, aggiungen-do leve ed effetti, stravolgendone la forma per personalizzarla. E ancora oggi, dopo la psichedelia, il punk, il grunge, la chitarra elettrica mantiene un’aura capace di dare un’immagi-ne “rock” a chiunque ne tenga una in mano. Il cinema non è stato a guardare: sono di culto Michael J. Fox musi-cista scatenato in Ritorno al futuro, per non parlare della gara di vir-tuosismi tra un giovane chitarrista blues e il guitar hero Steve Vai in Missis-sippi Adventure, o Jack Black insegnan-te di musica nel recente School of Rock. Ed è in arrivo anche in Italia il fi lm-do-cumentario It might get loud (“Ad alto volume”), che ha riunito nientemeno

Jam session: Jack, Jimmy e The Edge

Sito uffi ciale: www.itmightgetloud.comwww.itmightgetloud.com

a cura di Elena Dante

Febbraio 2010Febbraio

Voi che ne dite?SHAKIRA - SHE WOLF

Grazie alla sua forte personalità Shakira non si è mai fatta pro-blemi a cantare quello che vo-leva. Con il nuovo album si lan-cia nel mondo dell’elettropop e dell’R&B, ma al di là della title track la maggioranza dei brani è ferma sugli stereotipi del genere, mentre gli effetti applicati sulla sua particolarissima voce fi ni-scono per renderla una cantante come tante altre.

Non sei d’accordo?Vuoi dire la tua?

Scrivi sul FORUM dedicato suwww.bandapm.itwww.bandapm.it

rabbioso degli anni ’30, nella convinzione che più tecnologia non signifi chi automaticamente più creatività. Una riflessione quasi filosofica sull’essere musicista e autore, con tre vite che si intrecciano e nono-

stante le differenze fi nisco-no per suonare insieme.

Consapevoli di far tutti parte di quella “fami-

glia di cantastorie” che ha trovato la propria voce nel suono di una chi-tarra.

che Jimmy Page, chitarrista degli Yardbirds e dei Led Zeppelin, The Edge della band irlandese U2, e Jack White, leader dei gruppi di rock alternativo White Stri-pes e The Raconteurs. Il regista Davis Guggenheim, premio Oscar per il do-cumentario Una scomoda verità, propone qualcosa di diverso dai rockumentary frenetici in stile MTV: tre musicisti, scelti non in base alla bravura tecnica ma per le loro storie e capacità di portare lo strumen-to verso nuove strade. Tre generazioni diverse, con idee anche opposte: Jimmy Page, ragazzo prodigio che decide di lasciare un lavoro sicuro per suonare la propria musica, arrivando a creare alcuni dei riff più celebri di sempre, da Whole lotta love a Stairway

to heaven e lasciando il segno su tutta la mu-sica dagli anni ’70 in poi; David Evans, detto “The Edge”, che inizia suonan-do una chitarra co-struita da lui stesso e dal punk prende l’energia e l’idea di suonare solo le note essenziali, per resta-re poi affascinato dal mondo degli effetti, diventa-ti il suo marchio di fabbrica; e infi ne Jack White, cresciuto in un quartiere dove regnavano house e techno e diventato fa-moso per uno stile minimalista che si rifà direttamente al blues

La “frying pan”, il primo prototipo di chitarra elettrica

Febbraio 2010

Musica!Aliki

Un libro illustra-to che raccon-ta come è fatta la musica. Che parla di ritmo e di melodia, di compositori e di strumenti, di storia della mu-sica, dalle civil-tà antiche fino ai giorni nostri. Racconta del piacere di ascoltare, di suonare e di danza-re, perché «la musica non solo unisce le perso-ne, ma mette in contatto noi stessi con i nostri sentimenti».

Editrice il Castoro Srl, Milano, 2009, pp. 48, € 18,00

Dai 9 anni

Il drago

d’oroGiulio Sperandio

Una storia di avven-tura, mistero e ironia, alla scoperta del vero “tesoro” della vita che non è certo “monetiz-zabile”. Riuscirà il gio-vane Alexandro a risol-vere l’enigma che lo zio Gustaf gli ha rivelato? “Ti aspetta un milione di dollari. Seguiranno istru-zioni. Ma ricorda: il Dra-go d’Oro porta fortuna a chi rispetta i patti”.

Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi), 2009, pp. 222, € 15,00

Dai 10 anni

WinstonLa battaglia di un orso polare contro il riscaldamento globale

Jean Davies Okimoto – Jeremiah Trammel

Winston è il capo di una comunità di orsi polari del Canada, minacciata dal problema dello scio-glimento dei ghiacci. «Presto, bisogna agire su-bito! Dobbiamo sensibilizzare gli umani sui rischi del riscaldamento globale» dice Winston. Ma si dimentica che il primo a cambiare il pro-prio stile di vita sarà proprio lui…

Terre di Mezzo Editore, Milano, 2009, pp. 36, € 7,50

6-9 anni

Case dal

mondoLa multiculturalità raccontata ai ragazzi

Caroline Laffon – Frédéric Malenfer

Un bellissimo libro di foto e illustrazioni sulle abitazioni in cui vivono bambini e bambine di ogni parte del mondo. Un reportage sulle case di “dentro” e di “fuori” e sull’ambiente in cui sono state costruite. E sulle belle persone che le abitano. Casa, dolce casa!

L’Ippocampo Edizioni, Milano, 2009, pp. 76, € 13,00

Per tutti

Febbraio

Clap clap cinema a cura di Luca Peloso

D ato che ormai è divenuto un fenomeno planetario, è il caso che anche noi del PM si spenda qualche parola sulla saga Twilight, adattamento cinema-

tografi co dei romanzi di Stephenie Meyer. È uscita a di-cembre la seconda puntata, The Twilight saga: New Moon, dopo Twilight uscito nel 2008. Presentato come una fi a-ba sull’amore romantico meno “mistery” del primo, New Moon incarna una delle declinazioni più deprimenti dei fi lm contemporanei per ragazzi. Se questo è l’amore ro-mantico, verrebbe da dire, allora stiamo freschi. Dal punto di vista dell’intreccio, è tutto molto variegato: trovano spa-zio licantropi, vampiri, trasformazioni ed evoluzioni di vario

tipo. Sono la fattu-ra e la qualità della scrittura ad esse-re imbarazzanti: le battute sono al limite del ridico-lo, i giovani atto-ri sono ridotti a maschere di ine-spressività (e probabilmente non è colpa loro, ma di chi li ha diretti in quel modo), protagonisti di moine e melen-saggini a non fi nire. Perché si insiste con questo genere di prodotti, che – spiace dirlo – nonostante le differenze del caso non sono molto più saturi di contenuto dei fi lmetti di Moccia? Non si dica che rispecchiano l’universo degli adolescenti, perché non è vero: semmai lo costruiscono, lo plasma-no, o in qualche modo ne intercet-tano alcune inclinazioni, generando comportamenti e propinando insul-saggini a non fi nire. Mette tristezza ascoltare una banalità dietro l’altra in bocca agli innamorati di turno, o vedere ridotte le loro lacerazioni a paturnie da strapazzo condite da sguardi languidi e giustifi cazioni senza capo né coda. E che pena vedere Graham Greene, indimen-ticabile e indimenticato “Uccello scalciante” in Balla coi lupi, im-pegnato in una produzione tanto mediocre. Questo genere di fi lm sono la nuova sottocultura di un analfabetismo delle emozioni, cifra

di narrazioni che tra l’altro neppure divertono ma anzi sono di una noia

mortale. È un cinema che dà poco o niente al cinema perché povero di idee, o forse totalmente sprovvisto.

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