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Politiche di Prevenzione e Recupero di Rifiuti: opinioni e proposte per garantirne l’operatività Quale ruolo riveste il legislatore/regolamentatore nell'incentivare le azioni di recupero e prevenzione? dott. Mario Santi – rifiutologo gestore della Finestra sulla prevenzione dei rifiuti http://www.rifiutilab.it/contenuti.asp?key=archivio&p=600 Tel 0415245314 Cell 3473361004 Email [email protected] Skype rifiutologo

Politiche di Prevenzione e Recupero di Rifiuti: opinioni e ...newweb.riminifiera.it/upload_ist/AllegatiProgrammaEventi/Santi_5... · Ma crisi di disponibilità di risorse materiche

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Politiche di Prevenzione e Recupero di Rifiuti: opinioni e proposte per garantirne l’operativitàQuale ruolo riveste il legislatore/regolamentatore nell'incentivare le

azioni di recupero e prevenzione?

dott. Mario Santi – rifiutologo gestore della Finestra sulla prevenzione dei rifiutihttp://www.rifiutilab.it/contenuti.asp?key=archivio&p=600

Tel 0415245314

Cell 3473361004

Email [email protected]

Skype rifiutologo

Quale ruolo riveste il legislatore/regolamentatore nell'incentivare le

azioni di recupero e prevenzione?

(1)Ruolo di integrazione nella pianificazione settore

(2)Ruolo di programmazione

(3)Ruolo di reperimento risorse

Ruolo di integrazione nella pianificazione settore

● Programma nazionale prevenzione rifiuti PRPR

● Programma regionale prevenzione rifiuti PRPR

● Programma comunale(d'Ambito) prevenzione rifiuti PC(A)PR

azioni di prevenzione per flusso o contesto (es. PNPR e alcune PRPR), o per fase del ciclo di vita (es. PRPR Emilia Romagna)

azioni da integrare nella pianificazione settore (da numeri prevenzione nascono numeri raccolta a trattamento) e azioni comuni (es. tariffa ed altra ecofiscalità su beni e rifiuti, pianificazione riutilizzo, compostaggio domestico e di zona)

Cabine di Regia per gestione programmi prevenzione e consulte stakeoldere per condividere Programmi e attuare e monitorare azioni

Ruolo di programmazione

● Cabine di Regia per gestione programmi prevenzioneCon Decisori programmazione rifiuti, pianificatori programmi economici e territoriali, stakeholders

● Consulte stakeholders per condividere Programmi e attuare e monitorare azioni

Gruppi GDO, Associazioni categoria produzione distribuzione, consumatori, operatori riuso e riutilizzo, istituzioni

La gestione del PNPR

PNPR debba essere attuato:

● da una parte con Programmi dei settore, anche in qualche misura centralizzati (es. Pinpas, ma in generale si potrebbe tentare altri programmi che si possono impostare a livello centralizzato – es con i Gruppi della GDO)

● dall'altra di programmi territoriali (dai regionale a quelli comunali e d'ambito – valutando in breve come si costruisce e gestisce un Programma Territoriale di Prevenzione)

● Come sopperire ai “buchi” (es, Compostaggio domestico, mancanza Decreti attuativi – es. riutilizzo, tariffa, ...)

Ruolo di reperimento risorse

● Intese volontarie per coinvolgimento privati in progettazione, realizzazione e gestione azioni (compreso monitoraggio)

● Strumenti eco fiscali che portano risorse alla prevenzione:

a) eco tassa

b) tariffazione impianti smaltimento

c) tariffa driver prevenzione (v. slides Ravenna 2014)

Tariffa puntuale ed aumento RD, riduzione RU e RUR e di contenimento dei costi

Tariffa e prevenzione dei rifiuti1. la tariffa puntuale leva economcica delle prevenzione

2. le risorse: inserire i Costi di Prevenzione Rifiuti nel Piano economico e Finanziario

La tariffa incontra la prevenzione dei rifiuti in due modi

PremessaL'utilizzo dell'indicatore relativo (riduzione di rifiuti per unita di Pil) misura dissociazione della

crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti.Ma crisi di disponibilità di risorse materiche ed energetiche come l'attuale impone di puntare alla

riduzione assoluta dei rifiuti, in quanto sequestratori di risorse, al di là crescita economica. La stabilizzazione può e deve introdurre reale diminuzione della produzione assoluta di rifiuti v. 7° Programma comunitario di Azione Ambientale, approvato a fine 2013.

1. è l'elemento economico che favorisce la riduzione dei rifiuti tariffa puntuale in regime parametrico: riduzioni per premiare utenze che

praticano prevenzione e riduzione rifiuti e non solo a RD (es. comp. dom.; premiare azioni GDO e altri contro spreco alimentare; ...)

2. consente di trovare le risorse per la prevenzione devono venire della Tariffa rifiuti Costi per la Prevenzione dei Rifiuti vanno inseriti nel Piano

economico e Finanziario

1. Tariffa come driver riduzione rifiutiIl Caso Contarina spa

Bacini TV2 e TV3) 49 Comuni - 471.000 ab- 216.000 utenze dati forniti da Paolo Contò

MODELLO CONTARINA raccolta porta a porta / tariffa puntuale / comunicazione territoriale / controlli / sistema informativo

Il Caso Contarina spaBacini TV2 e TV3) 49 Comuni - 471.000 ab- 216.000 utenze dati forniti da Paolo Contò

Il Caso Contarina spaBacini TV2 e TV3) 49 Comuni - 471.000 ab- 216.000 utenze dati forniti da Paolo Contò

Il Caso Contarina spaBacini TV2 e TV3) 49 Comuni - 471.000 ab- 216.000 utenze dati forniti da Paolo Contò

RISULTATI QUALITATIVIRiduzione del rifiuto umido nel secco non riciclabile

dati forniti da Paolo Contò

39,02% 13,45% 9,19% 4,20%

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%

45,00%

50,00%

MEDIA PRIULA anno 2000 MEDIA PRIULA anno 2002 MEDIA PRIULA anno 2003 PRIULA anno 2007

% UMIDO NEL SECCO NON RICICLABILE

RISULTATI QUANTITATIVIRIFIUTO ORGANICO INTERCETTATO dati forniti da Paolo Contò

Kg/ab * anno %R i f i u t o u m i d o d a r a c c o l t a d i f f e r e n z i a t a 6 4 , 7 4 3 , 8 0 %

R i f i u t o v e g e t a l e d a r a c c o l t a d i f f e r e n z i a t a 5 3 , 8 3 6 , 5 0 %

T o t a l e d i r i f i u t o o r g a n i c o d a r a c c o l t a d i f f e r e n z i a t a 1 1 8 , 5 8 0 , 3 0 %

T o t a l e d i r i f i u t o o r g a n i c o d a c o m p o s t a g g i o d o m e s t i c o

( d a t o c a l c o l a t o c o n m e t o d o u f f i c i a l e A R P A V )

2 6 , 5 5 1 8 , 0 0 %

T o t a l e r i f i u t o o r g a n i c o i n t e r c e t t a t o 1 4 5 , 0 3 9 8 , 3 0 %

R i f i u t o o r g a n i c o n e l s e c c o n o n r i c i c l a b i l e 2 , 4 6 1 , 7 0 %

T o t a l e r i f i u t o o r g a n i c o 1 4 7 , 4 8 1 0 0 , 0 0 %

DescrizioneIntercettato

Il Caso Contarina spaBacini TV2 e TV3) 49 Comuni - 471.000 ab- 216.000 utenze dati forniti da Paolo Contò

Il Caso Contarina spaBacini TV2 e TV3) 49 Comuni - 471.000 ab- 216.000 utenze dati forniti da Paolo Contò

2. come trovare le risorse i Costi di prevenzione dei rifiuti (CPR) nel

Piano economico e Finanziario della Tariffa

v. ipotesi in: Mario Santi Gestione dei rifiuti: la prevenzione alla base del piano finanziario – Ambiente&Sicurezza 21/22 del 26 novembre 2013

Se la prevenzione è parte integrante (e punto di partenza) della gestione dei rifiuti, è necessario inserire i suoi costi (parte non a carico di soggetti economici con intese volontarie) nel PeF

Nell'allegato al Regolamento (il nuovo Dpr 158/99) che definirà i costi da coprire con tariffa (TARI TARIP) nei costi di gestione (CG) vanno inseriti i CPR (costi prevenzione rifiuti) che andranno a coprire la definizione dei Programmi Comunali di Prevenzione dei Rifiuti e le azioni che ne derivano.

Si tratta di costi da attribuire alla parte fissa delle tariffa (TF) dato che si tratta di componente essenziale dei costi del servizio

Perche i CPR vanno nella quota fissa della tariffa

La tariffa T è composta da due componenti, cui vanno attribuite le voci di costo

Alla quota fissa (TF) vanno attribuiti i costi che assicurano un diritto collettivo - l'esistenza di un servizio di raccolta e trattamento dei rifiuti che assicuri le condizioni per la pulizia del territorio e l'igiene ambientale. E questo è un costo comune che tutti devono pagare, attraverso una quota di tariffa non a caso definita “fissa” (TF).

E' evidente che i servizi (e gli investimenti) legati alla prevenzione dei rifiuti sono interesse generale e di tutti, in quanto diminuiscono l'impatto complessivo ambientale ed economico del sistema di gestione nel suo complesso. Vanno perciò attribuiti alla parte fissa TF e posti in testa ai costi di gestione, sia dell'indifferenziato che del differenziato.

La Parte variabile della tariffa commisurata alla produzione di RU

incentiva la loro riduzione

Alla quota variabile (TV) vanno attribuiti i costi legati ai godimenti individuali dei servizi: la raccolta e il trattamento dei rifiuti che ogni utenza produce.

Questo è un costo da attribuire – scontando eventualmente fasi di attribuzione parametrica fino alla piena maturazione delle rilevazioni puntuali – ad ogni utenza in relazione alla sua produzione particolare, attraverso la quota di tariffa definita “variabile” (TV).

QUI SI SOSTANZIA LA NATURA ECO-FISCALE DELLA TARIFFA RIFIUTI

I Costi di prevenzione dei rifiuti (CPR) nel Piano economico e Finanziario della

TariffaI CPR vanno posti in testa, prima di CGind (costi di gestione dei

rifiuti indifferenziati) e Cgd (costi di gestione dei rifiuti differenziati), proprio perchè si tratta si azioni finalizzate a prevenire il rifiuto, sia indifferenziato che differenziato, ed evitarne quindi formazione e costi relativi

L'algoritmo delle entrate da coprire con Tariffa rifiuti resta STn = (CG + CC)n-1 (1 + IPn - Xn) + CKn Ma cambia la composizione di CGCG = CPR + CGIND + CGD

un'analisi delle caratteristiche concettuali e della natura di costo o ricavo dei contenuti economici della prevenzione è necessaria e opportuna

Strumenti da utilizzare per la gestione sostenbile del capitale naturale

Per i soggetti privati ERP la responsabilità estesa de produttore, con l'area delle intese di carattere volontario

Il gestore pubblico dei rifiuti applica la responsabilità condivisa, con strumenti, di carattere normativo, economico e volontario:

intese volontarie con i soggetti economici per attribuire loro (almeno parzialmente) responsabilità e costi dei rifiuti da essi prodotti (v. ad es. gli accordi su imballaggi e RAEE – Pinpas?)

norme per indirizzare in un'ottica sostenibile le attività (v. ad es. il Piano Nazionale per il GPP).

gestione diretta strumenti economici: rivolti a:→ utenze che usufruiscono dei servizi di gestione rifiuti: la tariffa

che ne paga i costi (Comune e Gestore)→ Comuni che di quella gestione sono responsabili eco tassa su

discariche e possibili sovra ttariffazione dei prezzi di accesso a impianti (Regione e ATO)

Dall'esperienza di alcune situazioni consolidate

una ”fotografia del cambiamento” che accompagna il passaggio a Tariffa puntuale

tre consorzi veneti (PD sud, TV2 e TV3) e uno piemontese (chierese) 84 Comuni e 685.780 abitanti

variabili che potevano scattare una “fotografia del cambiamento” (% RD; kg/ab/a RU e RUR; €/ab/a – o utenza)

incrociate con altre su:

→ “modello di gestione” (evoluzione servizi)

→ “modello tariffario”(come si pagano TF eTV)

Padova sud 32 Comuni (su 51 , il 63%) e 138.717 abitanti (circa il 56% del totale) passaggio nel 2011

TV2 passaggio dal 2002 al 2009 (24 Comuni, 236.305 abitanti)

TV3 passaggio del 2010 (25 Comuni, 224.048 abitanti)

Chierese passagio tra 2005 e 2006 (tre Comuni, 76.712 abitanti)

Fotografia del cambiamento nei quattro bacini dati relativi

Fotografia del cambiamento nei quattro bacini dati assoluti

Cambiamento indotto dal passaggio a tariffa puntuale - lettura per variabili chiave

Elementi comuni, anche mettendo a confronto situazioni diverse per soggetto gestore e per tempi dei trasformazione

→ accompagnamento del passaggio con una evoluzione e trasformazione delle caratteristiche del servizio di raccolta verso la domiciliarizzazione e rispetto alla quale la presenza di centri di raccolta si rivela un polmone fondamentale per l'aumento quali quantitativo delle intercettazioni;

→ generale contenimento (o mantenimento degli aumenti entro limiti accettabili) dei costi;

→ netto miglioramento delle variabili ”ambientali”: incremento dei livelli di raccolta differenziata Il livello è nei tre bacini,

ormai stabilmente superiore al 70%, e spesso sopra all'80%; diminuzione della produzione di rifiuti e in particolare dei rifiuti residui

non riciclabili. La produzione di RU sta in alcuni casi sotto i 350/ab/a e nel peggiore dei casi arriva a 410 kga/ab/a. Ancora più rilevante è la performance sui RUR, mai molto al di sopra dei 100 e il priù della volte attorno ai 50 kg/ab/a.

Alcuni confronti con i livelli regionali, del Nord Italia e nazionale - bacini veneti e piemontesi

introduzione della tariffa puntuale come elemento di ottimizzazione del sistemaConfronto gestione RU: 4 bacini in Tariffa puntuale “consolidata” / media ragionale /

media del nord Italia / media nazionale

→ Per la Raccolta differenziata I tre consorzi veneti raggiungono un tasso non soltanto quasi

doppio di quello nazionale, ma che si stacca nettamente da quello del Nord Italia ed è significativamente superiore anche a quello di un Veneto che pure è la Regione più virtuosa nel nostro paese;

Anche i Comuni del Consorzio Chierese staccano nettamente la situazione italiana (di poco meno di trenta punti percentuali e abbastanza nettamente sia quelle del nord Italia che quella regionale – anche se in misura leggermente inferiore ai casi veneti).

→ Produzione di RU Evidente è nei casi veneti la minor produzione generale di RU pro

capite, rispetto non solo a quella nazionale e del Nord, ma anche di quella regionale

Una dinamica analoga riguarda i casi piemontesi (rispetto alla media nazionale e del nord; e anche qui si nota una differenza rilevante rispetto alla media regionale)

introduzione della tariffa puntuale come elemento di ottimizzazione del sistema

Confronto gestione RU: 4 bacini in Tariffa puntuale / media ragionale/ /media del nord Italia / media nazionale

→ Produzione di RURè soprattutto la produzione pro-capite dei RUR ad essere ridotta

sostanzialmente dall'applicazione della tariffa puntuale. Ridurre i rifiuti non riutilizzabili o non ricilabili è il principale obiettivi della strategia “rifiuti

zero”. Raggiungere una produzione pro capite “buona” - attorno ai 100 kga/ab/a - che diventa

“ottima” (sui 50 kg/ab/a) laddove applicazione puntuale della tariffa e modello di raccolta domicilare sono più consoldidati, sottolinea il ruolo fondamentale della tariffa puntuale in questa strategia.

Lo si vede con molta evidenza paragonando le situazioni esaminate con le medie relative a livelli territoriali dove l'applicazione dl “modello” raccolte domiciliari + tarffa puntuale è via via meno diffusa (le Regioni – il pur virtuoso Veneto e soprattutto il Piemonte - il dato sull'Italia settentrionale) o quasi assente (il dato sull'intero paese) .

→ CostiI costi pro capite della gestione rifiuti, tratti dai Piani finanziari della tariffa

(pur letti attraverso il dato €/ab/a, l'unico disponibile a tutti i livelli) vede il costo pro capite di gestione del sistema nelle situazioni di applicazione consolidata della tariffa puntuale nettamente inferiore sia a quello medio nazionale, che quelli del Nord Italia e delle due Regioni interessate