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POLITICHE ENERGETICHE 200 • DOSSIER • 2014 A partire dal capitolo rinnovabili, il presidente di Assoelettrica Chicco Testa commenta alcuni nodi chiave dell’attuale mercato elettrico italiano e delle politiche energetiche da attuare nel futuro Francesca Druidi Più competizione, meno divieti N ello studio “Chi ha ucciso le rin- novabili?”, il pre- sidente di Assoe- lettrica Chicco Testa (che ha realizzato il testo insieme a Giulio Bettanini e Patrizia Feletig) critica il sistema di sovvenzioni concesse in que- sti anni in Italia al fotovoltai- co, responsabili secondo gli autori di significative stortu- re nel mondo delle rinnovabili e nello scenario energetico nel suo complesso. Perché il sistema di incen- tivazioni ha finito per “ucci- dere” le rinnovabili in Italia? «Premesso che in un libero mercato gli incentivi non do- vrebbero esistere, se non in mi- sura limitata e per dare im- pulso a nuove tecnologie, mentre nel caso del fotovol- taico si tratta di sovvenzioni sproporzionate e che durano per vent’anni, il sistema in- trodotto in Italia nel 2011 ha completamente stravolto il settore elettrico. Bastino due cifre: nel 2013, secondo le sti- me del Gse, l’insieme degli in- Chicco Testa, presidente di Assoelettrica

POLITICHE ENERGETICHE Più competizione, meno divieti · A partire dal capitolo rinnovabili, il presidente di Assoelettrica Chicco Testa commenta alcuni nodi chiave dell’attuale

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POLITICHE ENERGETICHE

200 • DOSSIER • 2014

A partire dal capitolo rinnovabili, il presidente di Assoelettrica Chicco Testa

commenta alcuni nodi chiave dell’attuale mercato elettrico italiano

e delle politiche energetiche da attuare nel futuro

Francesca Druidi

Più competizione, meno divieti

Nello studio “Chiha ucciso le rin-novabili?”, il pre-sidente di Assoe-

lettrica Chicco Testa (che harealizzato il testo insieme aGiulio Bettanini e PatriziaFeletig) critica il sistema disovvenzioni concesse in que-sti anni in Italia al fotovoltai-co, responsabili secondo gliautori di significative stortu-re nel mondo delle rinnovabilie nello scenario energeticonel suo complesso.

Perché il sistema di incen-

tivazioni ha finito per “ucci-dere” le rinnovabili in Italia? «Premesso che in un liberomercato gli incentivi non do-vrebbero esistere, se non in mi-sura limitata e per dare im-pulso a nuove tecnologie,mentre nel caso del fotovol-taico si tratta di sovvenzionisproporzionate e che duranoper vent’anni, il sistema in-trodotto in Italia nel 2011 hacompletamente stravolto ilsettore elettrico. Bastino duecifre: nel 2013, secondo le sti-me del Gse, l’insieme degli in-

Chicco Testa, presidente di Assoelettrica

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Chicco Testa

centivi destinati alle fonti rin-novabili ha raggiunto la cifraenorme di 11,2 miliardi an-nui; di questi, circa 6,7 mi-liardi vanno al solo fotovol-taico. Questo significa che ilfotovoltaico assorbe il 60 percento degli incentivi. Peccatoche, con il sole, si arrivi a fareal massino 22-23 miliardi dichilowattora all’anno, mentretutte le altre fonti rinnovabi-li messe insieme, alcune dellequali, come l’idroelettrico,non ricevono alcun sussidio,valgono più di 90 miliardi dichilowattora».

Questo cosa comporta?«Il conto è semplicissimo: unchilowattora ottenuto con ilsole costa ai consumatori piùdi 30 centesimi di incentivopiù il valore di mercato, altri6-7 centesimi; un chilowatto-ra fatto con le altre fonti rin-novabili costa 5 centesimi sol-tanto, oltre al suo valore dimercato. Questo significa sot-

trarre risorse a tutte le altre fi-liere delle rinnovabili, alcunedelle quali avrebbero inveceinteressanti possibilità di svi-luppo, come l’eolico off-sho-re e le biomasse».

Quali prospettive esistonoallora per il fotovoltaico e perle altre rinnovabili?«La sfida più semplice e piùemozionante: mettersi sulmercato e competere. Oggipiù della metà della bollettache ogni cittadino e ogni im-presa pagano, è costituita daincentivi, oneri fissi e tasse. Ilmercato è stato soffocato duevolte: prima, con gli incenti-vi al fotovoltaico, a causa deiquali la parte contendibiledel mercato elettrico si è ri-dotta della metà, poiché chiproduce con il sole ha priori-tà di dispacciamento, mentreil termoelettrico deve metter-si in coda per vendere la suaenergia alla sera, quando il solese ne va; poi con un si-

Di fronte alle questioni relative al sistema diproduzione e di consumo energetico, si

impone in Italia l’esigenza di costruire un modelloefficiente e sostenibile. A delineare alcunetendenze in atto è Gianni Silvestrini (nella foto),direttore scientifico del Kyoto Club, organizzazionenon-profit che punta a sensibilizzare e informaresu temi come efficienza energetica, rinnovabili,mobilità sostenibile.

Nello scenario energetico, quale ruolo leenergie rinnovabili sono destinate ad assumere?«Il nostro Paese ha visto un’accelerazione nellacrescita delle energie verdi, che ha portato a unraddoppio della produzione elettrica negli ultimi 5anni. Nel 2013, un terzo di tutti i consumi elettricisono stati soddisfatti dalle rinnovabili e - dato chepone l’Italia al primo posto nel mondo - ilfotovoltaico ha contribuito al 7 per cento delladomanda. Questa corsa è destinata a proseguirecon un ruolo sempre più limitato degli incentivigrazie alla riduzione dei prezzi delle tecnologie. Unelemento importante verrà nelle prossimesettimane con le decisioni europee sugli obiettivi al2030, che potranno dare certezze e indirizzareinvestimenti e promuovere innovazione».

Quali sfide attendono la green economy in Italia?«Le opzioni green vedranno una costante crescita,malgrado difficoltà momentanee come quellelegate a interventi retroattivi sugli incentivi allerinnovabili. Dall’energia all’agricoltura, dallamobilità alla biochimica, emergono modellivincenti. Pensiamo al successo del car sharing aMilano o alla prima bioraffineria a Porto Torres».

La conferma dell’ecobonus per laristrutturazione degli edifici contribuirà amigliorare il quadro dell’efficienza energetica?«Il settore dell’edilizia vedrà nei prossimi anni unadecisa accelerazione con un raddoppio degliinterventi di riqualificazione energetica, comeprevede la direttiva sull’efficienza energetica in viadi recepimento da parte del nostro Paese. Questorilancio consentirà anche di risollevare il compartodell’edilizia attualmente in forte difficoltà». FD

Energie verdiper il futuro dell’ItaliaVerso quale modello energeticol’Italia si sta muovendo?L’opinione di Gianni Silvestrini,direttore scientifico del Kyoto Club

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stema tariffario pensato mez-zo secolo fa, per cui chi piùconsuma più paga il singolochilowattora, con il risultatoche si disincentiva il ricorsoalle tecnologie più efficienti,come le pompe di calore, i si-stemi domotici, la stessa mo-bilità elettrica».

In che modo si può fron-teggiare la crisi del mercatoelettrico italiano? Come valutal’introduzione del capacitypayment transitorio?«Quella del capacity market,cioè di un sistema di merca-to che retribuisca la capacitàdi fornire servizi di flessibili-tà, è una prospettiva ormaiaperta a livello europeo. InItalia entrerà in vigore nel2017 e le risorse disponibiliper la fase transitoria sonomolto limitate. Il rischio è cheil combinato disposto delcalo della domanda dovutoalla crisi, dall’incremento as-surdo degli incentivi al foto-voltaico e dalle lacunositàdella rete di trasmissione,comporti la chiusura di alcuniimpianti termoelettrici. Ma,attenzione, non di quelli piùvecchi e meno efficienti. Nonè detto. A chiudere potreb-bero anche essere impianti agas moderni ed efficienti, macollocati in zone del paesemeno servibili e coperte dipannelli solari. In questa si-tuazione, ben vangano le rin-novabili a confrontarsi adarmi pari con le altre fonti».

In America grazie alla ri-voluzione dello shale gas, ilprezzo del gas per usi indu-striali è più che dimezzato.Cosa può fare l’Europa pernon restare al palo? Su qua-li elementi dovrebbe basar-si una politica energeticamaggiormente efficiente perl’Italia e l’Ue?«La domanda contiene già larisposta: fare come hanno fat-to in Usa. Ma invece si fa ilcontrario: la Commissione eu-ropea ha messo lo shale gas incastigo, soltanto la Poloniasta facendo qualcosa, mentrela Francia, che sembra di-sporre di buone riserve, ha

messo tutto tra parentesi. Unapolitica energetica più effi-ciente per l’Italia e l’Europa?Basterebbe cominciare a sfrut-tare seriamente le notevoli ri-sorse di fonti fossili di cui di-sponiamo, trovando il percor-so politico e istituzionale capacedi far saltare il gioco dei veti,dei ricatti, del no a tutto: al pe-trolio in Basilicata, al gasdot-to Tap in Puglia, ai rigassifi-catori e ormai anche all’eolico.A furia di dire sempre no l’Ita-lia rischia di sprofondare benpiù giù di quel triste 17esimoposto tra i paesi industrializzatial quale sembra condannataentro il 2030».

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Secondo le stime del Gse,degli 11,2 miliardi annui di incentividestinati alle fonti rinnovabili,circa 6,7 vanno al solo fotovoltaico