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Novembre 2017 N° 69 Eccoci, Mamma! Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1, LO/CO N. 64 - Maggio 2015 Carissimi, mi siete mancati!!! Non siamo riusciti infatti, per le grandi difficoltà economiche, a raggiungervi prima, attraverso il nostro giornalino “Eccoci, Mamma!” Credetemi, anche questo è un mezzo per sentirci uniti, per essere famiglia, “la Famiglia di Maria”. Ci sono momenti di difficoltà che ci fanno prendere coscienza del cammino fatto insieme, del grande valore di ciò che ci ha aiutato a legarci nella famiglia di Radio Mater... il conoscere meglio noi stessi, i nostri limiti... per ritrovare la fiducia di aprirci agli altri, per sentire il bisogno di condividere, di dialogare, lasciando intrecciare le nostre storie, per divenire così più solidali, per offrire le nostre fatiche a Dio e, nella preghiera, aprirci alla Sua infinita Misericordia. Questo è il tesoro più grande che la Mamma ci supplica di accogliere: il dono della fede che ci illumina e ci fa fare esperienza della paternità di Dio. Per questo ci chiama alla preghiera, per confidare in Lui, per accogliere la grazia di amare con tutto il cuore, per distinguere - grazie allo Spirito Santo - la verità dall’errore, per progredire sempre più nell’amore di Cristo, per essere Chiesa. “Fratelli e sorelle, lasciatevi avvolgere dalla gloria di Dio” (Mons. Mario Delpini)

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D ... · convivere fraterno renda intensa la gioia, coraggioso il cammino, ... Con l’aiuto di Gesù, di Maria, dei Santi,

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Novembre2017

N° 69

Eccoci, Mamma!

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 1, LO/CO N. 64 - Maggio 2015

Carissimi, mi siete mancati!!!Non siamo riusciti infatti, per

le grandi difficoltà economiche, a raggiungervi prima, attraverso il nostro giornalino “Eccoci, Mamma!”

Credetemi, anche questo è un mezzo per sentirci uniti, per essere famiglia, “la Famiglia di Maria”.

Ci sono momenti di difficoltà che ci fanno prendere coscienza del cammino fatto insieme, del

grande valore di ciò che ci ha aiutato a legarci nella famiglia di Radio Mater... il conoscere meglio noi stessi, i nostri limiti... per ritrovare la fiducia di aprirci agli altri, per sentire il bisogno di condividere, di dialogare, lasciando intrecciare le nostre storie, per divenire così più solidali, per offrire le nostre fatiche a Dio e, nella preghiera, aprirci alla Sua infinita Misericordia.

Questo è il tesoro più grande che la Mamma ci supplica di accogliere: il dono della fede che ci illumina e ci fa fare esperienza della paternità di Dio.

Per questo ci chiama alla preghiera, per confidare in Lui, per accogliere la grazia di amare con tutto il cuore, per distinguere - grazie allo Spirito Santo - la verità dall’errore, per progredire sempre più nell’amore di Cristo, per essere Chiesa.

“Fratelli e sorelle, lasciatevi avvolgere dalla gloria di Dio”

(Mons. Mario Delpini)

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E come Chiesa, miei cari, lasciatemi condividere la gioia profonda che abbiamo vissuto per la visita inaspettata, umile, paterna del nostro Arcivescovo, Mons. Mario Delpini.

Proprio così: che sorpresa! che dono!

Eravamo nella Cappellina di Maria.... stava terminando la Santa Messa quando ....vedo entrare il nostro Arcivescovo.......sento il cuore scoppiare di gioia, i battiti divengono incontrollabili, lo sguardo si volge su tutti i fedeli presenti e leggo anche il loro stupore, la loro meraviglia,.. le mie braccia si spalancano, i miei occhi si riempiono di lacrime di gioia e balbettando grido:

“Eccellenza, che sorpresa!” Lui, nella Sua mitezza ed

umiltà, accostandosi all’altare, (che ha benedetto il 21 giugno 2015) saluta tutti e avvolge ciascuno nella profondità della Sua paternità, del Suo sorriso e della Sua dolcezza.

Spontaneamente, nell’ascolto e obbedienza del mistero di salvezza di Dio, poso il mio capo, la mia vita, la mia riconoscente figliolanza sulla Sua spalla, sul Suo cuore.

È vero, non vi sono parole che possono descrivere questi istanti immersi nell’eternità, non vi è gioia più grande che “lasciarci

avvolgere dalla gloria di Dio”, come dice mons. Delpini.

Sì, come Chiesa e nella Chiesa, miei cari, questo l’ho vissuto con tutti e ciascuno di voi.

E’ meraviglioso condividere il pane della tenerezza, la fatica e la gioia della missione, del sacrificio, del ringraziamento e, insieme, abbandonarci nelle mani del Padre.

In questo abbraccio, con tutti i meravigliosi Conduttori, chiamati dalla Mamma a testimoniare e servire la Parola, affidiamo al Cuore Immacolato di Maria il nostro Arcivescovo e tutti i Sacerdoti, il cammino di Radio Mater e della Comunità di Maria.

Supplichiamo la Divina Provvidenza affinché questo cammino possa sempre essere sostenuto e la Mamma possa continuare, anche attraverso la missione di Radio Mater, a raggiungere i nostri cuori, per confortarci, per riportarci alla gioia dell’ascolto della Parola di Dio, all’incontro con Gesù e per aprirci alla grazia dello Spirito Santo.

Coraggio, miei cari, la misericordia di Dio è più forte dei nostri peccati! Immergiamoci nella carità di Dio!

E... come implora il nostro Arcivescovo, ricordiamo sempre che: “Dio ama ciascuno e rende ciascuno capace di amare come Gesù”.

E ancora: “Vi prego, lasciatevi avvolgere dalla gloria di Dio, lasciatevi amare, lasciatevi trasfigurare dalla gloria di Dio, per diventare capaci di amare!”

Carissimi, nell’amore della Mamma, sento anch’io un forte legame con ciascuno di voi, vi ricordo ogni giorno nella preghiera, vi sono vicino nelle vostre sofferenze e chiedo che questa unità sia suggellata dalla Grazia.

Vi ringrazio per i sacrifici che fate per far vivere Radio Mater e vi supplico di non smettere mai di offrire, se possibile, ogni mese ciò che potete, sicuri che la Mamma vi ricompenserà!

E come famiglia e come Chiesa, eleviamo la preghiera che il nostro Arcivescovo ha sentito

nel Suo cuore e ha donato a noi perché ci diventi vita!

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno: ispira la nostra Chiesa perché, insieme con il suo Vescovo attenda, invochi, prepari la venuta del tuo Regno.

Concedi alla nostra Chiesa di essere libera, lieta, unita, per non ripiegarsi sulle sue paure e sulle sue povertà, e ardere per il desiderio di condividere la gioia del Vangelo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia fatta la tua volontà: manifesta anche nella vita e nelle parole della nostra Chiesa e del suo Vescovo il tuo desiderio che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome: l’amore che unisce i tuoi discepoli,

la sapienza e la fortezza dello Spirito, l’audacia nel costruire un convivere fraterno renda intensa la gioia, coraggioso il cammino, limpida la testimonianza per annunciare che la terra è piena della tua gloria.

Mons. Mario Delpini Arcivescovo di Milano

Vi abbraccio, miei cari, in Gesù e Maria e Vi benedico con tutto il cuore.

don Mario

Pietà Rondanini

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Mons. Mario Delpini ha scelto la via della concretezza e della gioia per il suo ingresso a Milano, celebratosi domenica 24 settembre in una cattedrale gremita. Tutto ha avuto inizio nella basilica di S. Eustorgio: qui, la prima rifles-sione dell’Arcivescovo è stata una fotografia di Milano. Il ritmo lavorativo sempre più forzato e caotico, le domande di senso che non trovano risposta, le nuove dipendenze che corrodono la vita di tante persone, ma: «Noi che ascol-tiamo la parola di Gesù sappiamo che c’è una voce che chiama e fa della vita una vocazione e una missione, e ci mettiamo in cammino per essere un popolo che cerca pace e verità, e ci mettiamo a cantare perché accogliamo con stupore e gratitudine la speranza che questi giorni siano solo un inizio di quella comunione perfetta e felice che chiamiamo vita eterna», ha spiegato l’Arcivescovo incontrando i cate-cumeni a S. Eustorgio e, salutando i giovani dell’oratorio, ha aggiunto: «Dio benedice il vostro impegno, siate sempre gente che ha il coraggio di guardare al mondo con speranza».

Era già possibile capire che il sentirsi “inade-guato”, così si era definito Mons. Delpini, non era altro che un gesto di umiltà, obbedienza, ascolto. Le parole del nuovo arcivescovo infatti lasciavano intravedere un grande progetto per la diocesi più grande del mondo.

La cerimonia per l’ingresso ufficiale del nuovo Arcivescovo è proseguita poi in duomo: pre-senti oltre 6000 fedeli e 1000 sacerdoti. Qui è avvenuto l’abbraccio con il cardinale Angelo Scola: «Non ti dirò, come i nostri predecessori, che questo pastorale ti sarà pesante, perché la tua lunga esperienza ti consente di saperlo già. Voglio invece formularti un augurio, in unione con tutti i vescovi delle Chiese di Lombardia di cui sei Metropolita. Con l’aiuto di Gesù, di Maria, dei Santi, dei fedeli e di tutti gli uomini di buona volontà, il tuo cammino sotto lo sguardo

di Colui la cui «gloria riempie la terra» – così il tuo motto – sia spedito e carico di frutti. Quella di oggi è per te una nascita».

Speranza, sogno, emozione. Il campo seman-tico della lunga omelia in cattedrale è questo, e rende le parole di Mons. Delpini un discorso programmatico. Nell’omelia è possibile intrave-dere la strada che Mons. Delpini vuole tracciare per la Milano dei prossimi anni. Sorprendente il saluto alle autorità, nominate solo dopo i fedeli, i religiosi, i rappresentanti di altre religioni e i non credenti: «Anche a loro voglio rivolgermi allo stesso modo: fratelli, sorelle! Non intendo mancare di rispetto, ma mi preme dichiarare un’alleanza, un sentirci dalla stessa parte nel desiderio di servire la nostra gente e di essere attenti anzitutto a coloro che per malattia, anzia-nità, condizioni economiche, nazionalità, errori compiuti sono più tribolati in mezzo a noi».

I giornalisti sono tanti, troppi: la postazione davanti all’altare non contiene tutti. Così ci si ritrova seduti per terra, con le gambe incrociate, a prendere appunti aspettando la chiamata della regia di Radio Mater. L’altare è coperto dall’im-mensa colonna. Il nostro sguardo è rivolto verso

“La gloria di Dio è l’amore che si manifesta”

Mons. Mario Delpini nuovo Arcivescovo di Milano. Giacomo ci racconta l’ingresso ufficiale

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l’alto. E l’invito dell’Arcivescovo arriva presto: «Solo vorrei invitarvi ad alzare lo sguardo, ad accogliere l’invito di uno dei sette angeli… “Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’A-gnello” (Ap 21,9)». Lo sguardo è chiamato oltre le brutture quotidiane, perché l’uomo è invitato a qualcosa di più grande, perché l’uomo vale più dei suoi errori e delle sue debolezze. E così ha continuato l’Arcivescovo: «Forse c’è chi pensa: è impossibile, io sono cattivo, io ho fatto del male, io non riesco, io non voglio rinunciare ai miei vizi, io merito solo castighi e condanne. Ma io ti dico che Dio continua ad amarti e ad avvolgere la tua vita della sua gloria, del suo amore misericordioso. Forse c’è chi pensa: è impossibile, io mi sono ribellato a Dio, io sono arrabbiato con Dio, io ho insultato Dio, io mi sono dimenticato di Dio. Ma io ti dico che Dio non è arrabbiato con te».

Nella maestosità del Duomo è risuonato poi il motto episcopale di Mons. Delpini: “Plena est terra gloria eius”. Ma cosa significa? «Significa manifestazione dell’amore, tenacia dell’amore,

ostinazione dell’amore di Dio che nel suo Figlio Gesù rivela fin dove giunge la sua intenzione di rendere ogni uomo e ogni donna partecipe della sua vita e della sua gioia. Ecco che cos’è la gloria di Dio: è l’amore che si manifesta. Perciò io sono venuto ad annunciare che la terra è piena della gloria di Dio. Non c’è nessun luogo della terra, non c’è nessun tempo della storia, non c’è nessuna casa e nessuna strada dove non ci sia l’amore di Dio. La gloria di Dio riempie la terra perché ogni essere vivente è amato da Dio». E questo amore trasforma: «La gloria di Dio conduce là dove nessuno avrebbe potuto pensare di arrivare, là dove nessuna audacia di pensiero umano ha potuto spingere lo sguardo. Infatti la gloria di Dio è l’amore che rende addirittura capaci di amare!».

Giacomo Bertoni

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Il l card. Dionigi Tettamanzi ci ha lasciato. Il decesso è avve-nuto il 5 agosto scorso attorno alle 10.30 presso Villa Sacro Cuore di Triuggio dove si era ritirato quando aveva lasciato la guida pastorale dell’arcidiocesi ambrosiana il 28 giugno 2011.

Il card. Tettamanzi era nato a Renate (provincia di Monza e Brianza) il 14 marzo 1934. Entrato a 11 anni in Seminario nell’arcidiocesi di Milano, venne ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, il 28 giugno 1957.

Venne nominato rettore del Pontificio Seminario Lombardo a Roma nel 1987 e collaborò anche con la Conferenza episcopale ita-liana, di cui fu segretario generale dal 1991 al 1995. Ha guidato le arcidiocesi di Ancona-Osimo (1989-1991), Genova (1995-2002) e Milano (2002-2011). A consacrarlo vescovo nel Duomo di Milano fu l’allora arcivescovo, cardinale Carlo Maria Martini, il 23 settembre 1989. Venne creato cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 21 febbraio 1998. Il 28 giugno 2011 papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia al governo pastorale

dell’arcidiocesi per raggiungi-mento dei limiti di età. La sua ultima apparizione pubblica è avvenuta lo scorso 25 marzo in Duomo a Milano durante la visita di papa Francesco.

Le spoglie del cardinale Tet-tamanzi sono state sepolte in Duomo, sul lato destro della cattedrale, ai piedi dell’altare Virgo Potens dove è presente anche l’urna del beato cardinale Schuster

Grande fu l’affetto del card. Tettamanzi per don Mario e per Radio Mater: nei momenti della prova, il cardinale ha sempre sostenuto e incoraggiato don Mario. Da arcivescovo di Milano ha voluto partecipare alle ultime due feste (2009 e 2010) di Radio Mater svoltesi all’Elmepe di Erba. È ancora viva in tutti noi la sua omelia durante la messa della Festa di Radio Mater del 3 ottobre 2010: “Radio Mater ha come suo primo compito di diffondere in questo mondo la Sapienza di Cristo, la Sapienza che viene dalla fede. Ma Radio Mater ha un’altra missione: è la missione di generare una comunità. Io non so come è

grande la parrocchia di Radio Mater: senz’altro è più grande delle parrocchie più grandi che ci sono nella più grande Dio-cesi del mondo che è la Diocesi Ambrosiana. Io, allora, chiedo a Radio Mater che attraverso la comunicazione della sapienza generi una comunità sapiente che sappia a sua volta vivere la sapienza. La viva attraverso un rapporto con gli altri fatto di semplicità, di accoglienza, di ascolto, di condivisione, di solidarietà, di amore”. Al ter-mine dell’omelia, il cardinale disse: “Continua, don Mario, con la tua Radio Mater e con tutti quelli che collaborano con te a rendere più sapiente il nostro mondo e la nostra comunità cristiana, e a rendere la nostra comunità cristiana più ricca e più gioiosa di amore”.

E poi, come dimenticare quel 25 maggio 2015, giorno dell’i-naugurazione e benedizione del Centro Mariano, sede della Comu-nità di Maria e di Radio Mater! Il card. Tettamanzi ha voluto esserci. E’ giunto ad Albavilla alle ore 15, si è incontrato con don Mario e alle 15,30 ha gui-dato la recita del Santo Rosario

Ecco il suo invito: “Continua, don Mario, con la tua Radio a rendere la nostra comunità

cristiana più ricca e più gioiosa di amore”

Il card. Dionigi Tettamanzi ci ha lasciato. E’ morto il 5 agosto scorso.

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nella Cappellina della Casa di Maria, dove è venerata la statua della Madonna benedetta da tre papi: S. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. In processione, preceduto dalla statua della Madonna di Lourdes, ha percorso il viale del giardino fino alla nuova Cappella.

Qui, dopo aver benedetto la targa comme-morativa collocata all’esterno, ha presieduto la concelebrazione della Santa Messa. Durante l’omelia il cardinale ha detto: “Questo luogo dobbiamo chiamarlo Santuario mariano, non Centro, perché qui noi troviamo, e tanti dopo di noi troveranno, la forza e la grazia per andare da Gesù”. Parole profetiche, che hanno strap-pato un caloroso applauso da parte dei fedeli presenti alla cerimonia.

Poi ha aggiunto: “La predica più bella la stiamo facendo tutti insieme: con l’affetto e la fiducia che riponiamo in Maria. Mi vengono in mente le ultime parole pronunciate dal Signore secondo il Vangelo di San Marco: “Andate e predicate il Vangelo a tutte le creature”. Ebbene, Gesù quando disse queste parole, pensava anche a noi. Il Signore ha progetti grandiosi e chiede a noi di aiutarlo. Possiamo farlo non solo con la preghiera, ma anche con le parole e la testi-monianza di vita… Oggi siamo qui in un centro radiofonico che ha lo scopo di annunciare la

notizia della salvezza al mondo. Fare questo vuol dire condividere la gioia della fede: una gioia che infonde serenità e pace”.

Quel giorno il cardinal Dionigi era felice e anche commosso. Finalmente il sogno del Centro Mariano, ricercato da don Mario per 25 anni, si era realizzato e a coronarlo era stato proprio lui: il nostro card. Dionigi Tettamanzi.

E’ vero: era facile voler bene al cardinale. Lo ha ricordato l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, al termine delle esequie in duomo presiedute dal card. Angelo Scola: «Mi pare che la ragione che ci accomuna tutti in questo tributo di preghiera e di affetto sia questa: è stato facile voler bene al Cardinale. È stato il suo temperamento, il suo modo di fare, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune, la sua capacità di stare con le autorità, ecco, comunque, c’era qualcosa in lui che ha reso facile volergli bene. Se posso permettermi – aveva concluso mons. Delpini -, credo che ci venga ancora un’ultima raccoman-dazione dal cardinale Dionigi e vorrei farmene voce. Forse vuole dirci quest’oggi: «Siete tanti, siete bravi, avete tante qualità, forse non avete tutte le qualità desiderabili, forse nessuno è perfetto. Però, ecco, una raccomandazione vor-rei farvi: cercate di fare in modo che sia facile volervi bene».

Grazie Cardinale!Targa Commerativa della Inaugurazione della Casa di Maria

Il card. Dionigi Tettamanzi scopre la Targa Commemorativa

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Ho scritto e scrivo da tanti anni su quotidiani, periodici, blog, per format radiofonici... eppure quando mi è stato chiesto di scrivere su queste pagine, sono rimasto per molti minuti a osservare il foglio bianco e la tastiera del computer.

La mia esperienza inizia ad Aprile del 2012, forse nella Set-timana Santa. Ho uno spazio di circa un’ora, in cui poter comunicare con gli ascoltatori partendo da un tema. Ma quale argomento scegliere? In Radio c’è una unica linea editoriale: parlare con il cuore al cuore delle persone. E allora ho scelto di cercare di parlare a partire da “qualcosa” di semplice ed essenziale che fa parte della nostra quotidianità. Ed ecco il titolo: Vivere oggi la nostra fede.

Sono convinto che il mezzo radiofonico permetta di fare un vero e proprio viaggio tra pas-sato, presente e futuro, grazie alla immediatezza e alla oriz-zontalità del messaggio, delle parole e della musica. Da qui è partito il mio viaggio. Mese dopo mese, ho cercato di parlare della fede a partire dalla mia stessa esperienza e da quello che ci pro-pone la vita di tutti i giorni. Nelle prime puntate ho preso spunto da testi, autori, meditazioni per poi passare alle testimonianze vere e proprie. Ospiti in studio, al telefono e, altre volte, anche in trasferta. Eh sì, la radio è un viaggio in tutti i sensi.

Mixer, microfoni e computer nello zaino e si parte per raggiun-gere luoghi dove trasmettere in esterna. La fede si può vivere e raccontare anche attraverso un concerto, un incontro missiona-rio, un momento di preghiera, una animazione... E così il pro-gramma ha sempre messo al centro la persona. Uomini e donne (giovani e meno giovani) con le loro gioie e i loro dolori,

le loro esperienze e le condi-visioni. E mi sono reso conto che dall’altra parte della radio, ci sono tante altre persone con quelle stesse problematiche o emozioni. Lo testimoniano le telefonate, i messaggi, gli sms che arrivano in regia. Ed è vero che ci si sente una famiglia, con cui camminare insieme.

La trasmissione va in onda ogni terzo venerdì del mese dalle ore 21.10 alle ore 22.30. Ritengo questa esperienza un vero e proprio dono.

Spesso arrivo al momento della diretta radio piuttosto stanco dopo una intensa giornata lavorativa e la fine di una settimana. Ma dopo ogni fine trasmissione - ve lo posso assicurare - mi sento meglio, al pieno di energie, felice. È vero che tutti abbiamo ricevuto un dono. A Radio Mater è più grande quello che si riceve che quello che si offre. C’è una bella Amicizia (con la A maiuscola con tante altre persone. Con l’ingrediente segreto (che poi segreto non è): la semplicità. Senza dimenticare la Preghiera. Tutto questo riesce ad annullare le distanze e Roma e Albavilla diventano un unico luogo.

Da Albavilla a Roma, la Chiesa diventa proprio di tutti.

Un’altra bella esperienza è stato l’incontro con la giorna-lista Stefania Falasca, con cui ogni terzo martedì del mese,

conduco La Chiesa di tutti, un appuntamento per rivivere il magistero di Papa Francesco, i viaggi, le catechesi, gli appun-tamenti e le tante iniziative che spesso la stessa Stefania segue per Avvenire. Devo ringraziare pubblicamente Stefania. Con lei è nata fin da subito una bella amicizia e sintonia già dalle prime dirette.

Il trovarci nello stesso studio di Roma (uno di fronte all’altra) ha aiutato parecchio, ma ci si riesce a capire anche quando lei si trova in un altro posto e siamo costretti a collegarci telefonicamente. Anche qui semplicità ed essenzialità sono di casa. Siamo capaci di raccontare in diretta anche i nostri fuori onda: dalla pausa caffè, all’appuntamento dal parrucchiere, arrivando anche alla lista della spesa. Ma è un pia-cere comunicare Papa Francesco e condividerlo insieme agli ascol-tatori che possono interagire con domande e curiosità sempre attuali.

La Diocesi di Roma a Radio Mater

Un altro amico e vicino di quar-tiere è Don Wladimiro, parroco della Parrocchia Basilica di San Giuseppe al Trionfale. Con lui abbiamo deciso di creare una sede romana di Radio Mater.

Da una delle sale della Parroc-chia (che si trova a pochi passi dal Vaticano), vengono trasmesse alcune trasmissioni.

Stefania Falasca

Francesco Vitale

Vivere oggi la nostra fede. Come la quotidianità può diventare

una trasmissione radio

Francesco Vitale, giornalista e conduttore dalla sede di Roma, racconta il suo viaggio radiofonico a Radio Mater

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Ma soprattutto con don Wla-dimiro stiamo cercando di dare voce anche alla Diocesi di Roma, al Vicariato, con cui sta nascendo una bella collaborazione. Il nostro desiderio è quello di realizzare delle dirette speciali in collegamento con i luoghi simbolo della diocesi, come la Basilica di San Giovanni in Laterano, dove si tengono nel corso dell’anno numerosi convegni e catechesi diocesane per laici, sacerdoti e religiosi.

GrazieFare l’elenco delle persone

che vorrei ringraziare a Radio Mater sarebbe troppo lungo e sono certo di dimenticare più di qualcuno. Ringrazio Dio e la Madonna per questa bella opportunità. Spero di esserne sempre degno, anche per il dono che ricevo ogni volta che sono davanti al microfono o dietro a un mixer. Il mio grazie va a don Mario, un sacerdote e

un Padre che, non con poche difficoltà, sta portando avanti questa missione radiofonica con la Comunità di Maria.

Il mio Grazie va poi all’intera Comunità, ai volontari, ai col-laboratori, in particolare a chi

faccio sudare in Regia durante le dirette o per l’invio di qualche contributo audio. Siete una mia seconda famiglia!

Ma un grazie speciale va a Te che mi stai leggendo in questo momento, a tutti gli ascoltatori, non solo delle mie trasmissioni, ma tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere e che sono pre-senti quotidianamente in cappellina sull’altare. Ascoltano dalle case, dagli ospedali, dalle case di riposo, in automobile, al lavoro. Come mi piace ripetere: li considero parte di un grande abbraccio e presenti accanto a me. Ed è anche a loro che chiedo di essere sempre in comunione di preghiera.

E allora che ne dite? Continu-iamo il nostro viaggio? Pronti per continuare a vivere oggi la nostra fede!

Francesco Vitale

Sono Maurizio e insieme a mia moglie Cinzia sono un volontario di Radio Mater e della Comunità di Maria.

Vorrei raccontarvi come abbiamo conosciuto Don Mario. Io non ascoltavo la Radio, Cinzia sì. Una domenica mattina mi disse: “Quando ascolto la voce di Don Mario mi scalda il cuore. Vuoi andare a sentire la messa che celebra nella cappellina di Maria?”.

La cappellina si trovava ancora ad Arcellasco. Decidemmo di andare a visitarla. Una delle prime persone che ci accolse fu Margherita. C’impressionò molto il suo modo di fare e la sua pacatezza nel parlare. Durante il S. Rosario ci fecero recitare una decina e quella è stata per noi un’emozione immensa: era-vamo davanti agli Occhi di Maria, dolci, amorevoli e ci sembrava di essere avvolti dal suo sguardo.

Durante la S. Messa ci colpì la voce e tutto l’amore con cui Don Mario si rivolgeva a Maria, soprattutto la passione con cui celebrava la S. Messa. Furono ore passate in armonia e serenità, senza distrazioni o guardando l’orologio. Un luogo veramente speciale. Abbiamo incontrato Mario e Dodic, il cane di Don Mario, ma non sapevamo ancora niente di loro. Tornammo a casa felici di aver trascorso una gior-nata veramente speciale.

La nostra vita riprese normal-mente e dopo qualche mese Cinzia sentì in Radio che la Cappellina di Maria, la Comu-nità di Maria e la Radio avevano trovato una nuova casa e che stavano organizzando una pro-cessione per portare la statua di Maria da Arcellasco ad Albavilla. Era un sabato, il 7 settem-bre 2013, e Cinzia mi chiese di accompagnare la Madonna

Basilica di San Giuseppe al Trionfale

Maurizio e Cinzia raccontano come è nato il loro incontro con Radio Mater

“Andare nella cappellina di Radio Mater è un piacere: mi permette di ricaricare

le batterie per ricominciare la settimana”.

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nel viaggio verso la sua nuova casa. Decidemmo quindi di unirci anche noi ai numerosi fedeli che seguivano la processione. La statua della Madonna era stata messa su un furgoncino con tanti fiori e ricordo che ci fu data un’immagine di Maria da mettere sul vetro della mac-china che conserviamo ancora con affetto nella nostra cucina.

La funzione fu molto commo-vente e particolarmente sentita dai fedeli, era in un posto che emanava pace e serenità da ogni angolo e alla fine della cerimonia ci fu una grande festa. Cinzia riconobbe la voce di Dania, sen-tita prima solamente alla radio, e dare un volto a quella voce la rese felice. In seguito mi chiamò, mi presentai anche io e quel giorno avemmo la fortuna di conoscere Don Mario, Giovanna e Mario che facevano parte della comunità di Maria e quando ci salutammo ci invitarono a tor-nare ancora.

Mentre rientravamo a casa, commentando quella giornata così intensa, decidemmo che saremmo tornati ancora a tro-varli. La Madonna aveva posato il suo sguardo su di noi, i suoi occhi si erano incrociati con i nostri e cominciava a lavo-rare nei nostri cuori. Nella mia mente ritornavano le parole di Don Mario e lo sguardo della Madonna che mi guardava e mi attirava a sé.

Tornammo lì il sabato seguente e al termine della S. Messa parlammo molto con Don Mario, Dania, Giovanna e Mario, avendo anche

modo di conoscere alcuni dei collaboratori della Radio.

Si erano trasferiti ad Albavilla da poco e c’erano ancora tante cose da fare, cosi pensammo di poter dare anche noi una mano entrando a far parte di questo progetto di Maria posto nelle mani di Don Mario e donare a loro un po’ del nostro tempo. Sono passati quattro anni mera-vigliosi: noi diamo una mano a loro nei piccoli lavori da fare e nell’accogliere i pellegrini la domenica e loro ne danno una grandissima a noi.

Per noi è diventata come una famiglia, lì ci sentiamo accolti da

tutti proprio come in una grande famiglia. Ci dà gioia poter dare una mano dove serve, le cose vengono automatiche, sponta-neamente. Andare in cappellina è un piacere, mi permette di ricaricare le batterie per rico-minciare la settimana.

E poi abbiamo cominciato a conoscere anche voi pellegrini che spesso vi recate alla Cappel-lina di Maria con tutte le vostre storie ed è sempre un piacere sentirvi e rivedervi.

Per me Don Mario è come un altro Papà cui voglio tantissimo bene e se capita che per lavoro non posso recarmi da lui e da Maria, sento la loro mancanza. Qui abbiamo la fortuna di aver conosciuto persone straordinarie che collaborano con Don Mario, persone che sono diventate per noi nuovi fratelli e sorelle, con cui preghiamo e ci aiutiamo a vicenda in questo cammino. Elencarli tutti sarebbe lunghis-simo e sicuramente dimenticherei qualcuno, ma vi assicuro che siete tutti nel nostro cuore.

Per tutto questo il ringrazia-mento più grande va alla Madonna sempre presente qui e che con il suo sguardo ci attira a Lei e ci indica la strada da seguire.

Ora vi salutiamo. Ringraziamo Don Mario e la Comunità di Maria per averci accolto tra loro così come siamo, con le nostre debo-lezze, ma soprattutto grazie a te, Cinzia, per avermi portato qui.

Vi aspettiamo la domenica con un sorriso per tutti

Maurizio e Cinzia

Con gioia abbiamo accolto questo invito a raccontare bre-vemente la nostra esperienza in questo progetto di fede e di vita che Radio Mater porta ormai da 23 anni in ogni casa.

Siamo Elisa e Giuseppe entrambi sposati e con figli.

La nostra amicizia nasce dall’appartenenza al movi-mento EQUIPES NOTRE DAME,

il movimento di spiritualità per la coppia nato in Francia attorno al 1938 per iniziativa di alcune coppie di sposi e del sacerdote Henry Caffarel.

L’arrivo a Radio Mater invece avviene in due momenti distinti che di seguito vi raccontiamo

GiuseppeNell’ottobre 2016 accetto quella

che, in un primo momento,

considero come proposta di col-laborazione pratica con la radio.

Arrivo agli studi un sabato mattina sapendo che Mario della regia ed Enrico della redazione mi stavano aspettando. Ci salutiamo stringendoci la mano e scambiandoci un sorriso.

Da questo incontro capisco subito una cosa importante ovvero che nessuno mi stava “aspettando” bensì due amici mi stavano “accogliendo”.

Giuseppe ed Elisa, conduttori di “INSIEME CON VOI”

“Radio Mater ha degli amici all’ascolto”

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Si, il saper accogliere e senza dubbio uno dei tratti distintivi di Don Mario e della Comunità di Maria.

Grazie poi alla pazienza di Davide, Alessandro e Mario, incomincio a prendere confidenza con le appa-recchiature ma soprattutto, e per me è stata una vera scoperta, con la bellezza di pregare insieme a voi via radio.

Arriva così anche la prima tra-smissione, un sabato pomeriggio.

Doveva essere una trasmissione musicale ma subito – e anche in questo caso - l’accoglienza e l’affetto, che questa grande famiglia riesce a trasmettere con una telefonata,

la voglia di condividere, di stare insieme, trasformano quelle due ore in un momento quasi total-mente di ascolto.

Da allora è sempre così, ogni primo sabato del mese, quando, unitamente ad Elisa, iniziamo la nostra trasmissione con uno spunto semplice che poi si va man mano arricchendo attraverso la vostra voglia di comunicare, di esserci.

Tutto ciò fa sì che Radio Mater può ben dire di non avere dei radioascoltatori bensì degli amici all’ascolto.

Gli stessi amici che con i loro sacrifici ed il loro affetto ci sosten-gono giorno per giorno.

Restiamo uniti, sentiamoci cia-scuno parte di questo bel progetto e chiediamo, anzi affidiamoci, a Maria perché ci tenga sempre sotto il suo sguardo amorevole.

ElisaSono arrivata in questa famiglia

di Radio Mater grazie a un invito di Giuseppe. Una sera mi ha chie-sto di intervenire come ospite e dopo quella prima esperienza mi ha proposto di partecipare alla tra-smissione collaborando con lui!!! Ho

accettato con gioia, perché penso che nulla accada per caso e che spesso, dietro ad una semplice pro-posta come quella di entrare a far parte di una famiglia come quella di Radio Mater, ci sia sempre una chiamata a donarsi nella sempli-cità e nella consapevolezza di non essere nessuno... Ma nella gioia di poter amare il prossimo, anche attraverso un semplice scambio telefonico o una canzone scelta con attenzione e con l’intento di portare un po’ di allegria nel cuore di chi ascolta.

Certi che siamo tutti uniti nel cuore di Gesù e di Maria e da loro tanto amati!

Giuseppe ed Elisa

Nella notte tra sabato 9 settem-bre e domenica 10, la Reliquia di Santa Madre Teresa di Calcutta è stata presente nella cappellina della Comunità di Maria e di Radio Mater. Ci è stato concesso un grande dono proprio ad un anno dalla canonizzazione di Madre Teresa, avvenuta il 4 settembre 2016, e nel quarto anniversario della presenza di Radio Mater ad Albavilla (7 settembre 2013).

La Reliquia è stata concessa dal Prevosto di Erba, mons. Angelo Pirovano, che l’ha portata per-sonalmente e consegnata a don Mario. Con il diacono Lucio è stato recitato il Rosario meditato, poi alle 21,30, il decano del Decanato di Erba, don Isidoro Crepaldi, ha presieduto la S. Messa.

Intensa e appassionata è stata la testimonianza del dott. Aldo Lo Curto, il medico missionario di Canzo (Como), che ha vissuto due anni a Calcutta, a fianco di Madre Teresa. Quindi il gruppo di volontari della preghiera notturna ha continuato nella meditazione della spiritualità della “Matita di Dio”, come la santa amava definirsi.

“Sono come una piccola matita, nelle Sue mani, nient’altro.

È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.

La matita deve solo poter essere usata”.

Reliquia di Santa Teresa di Calcutta

Giuseppe in Regia

Giuseppe e Elisa

La Reliquia di Santa Madre Teresa di Calcutta a Radio Mater.

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Dal febbraio 2011 Radio Mater ha introdotto nel suo palinsesto la trasmissione I Giovani per i Giovani condotta dalla sottoscritta Anna Becattini e da Massimo Lucchesi. Ogni mese sono stati affrontati temi che riguardano il mondo giovanile. Poi nel 2013 esce un documento program-matico del ministero pietrino: l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium. Ne cogliamo subito il valore anche e soprattutto per i giovani, anche per coloro che sono lontani dalla parola o non la conoscono affatto.

L’Evangelii Gaudium è quindi da considerarsi un ‘testo-evento’, coraggioso e innovativo. Fu pertanto da un incontro confronto con Don Giulio Cirignano (biblista e già docente della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale) che decidemmo di sfogliare questo testo di Papa Francesco. Lo abbiamo fatto pagina per pagina commentandone i punti più significativi e coinvolgendo uomini e donne di fede consacrati e laici.

Le trasmissioni sono andate avanti per quasi un anno e mezzo. Forse è rimasto qualcosa nel cuore della grande famiglia degli ascoltatori di Radio Mater.

All’inizio di questo anno 2017, dopo un accurato lavoro di raccolta e di ricerca Don Giulio Cirignano ha deciso di fare, di tutte le riflessioni, una pubblicazione dal titolo: La bellezza del gaudio evangelico. La bellezza della gioia del Vangelo e quindi della parola che viene messa al centro della nostra vita di fede. Abbiamo incontrato don Giulio Cirignano e con lui abbiamo parlato proprio di questo libro, nato proprio grazie alla rubrica I giovani per i giovani.

Lo Spirito di Dio che sem-pre agisce dal cielo ed entra in questa nostra povera umanità, il 13 marzo 2013

ha rinnovato il mondo con il soffio del suo Amore. Il cardinal Jorge Mario Bergo-glio viene nominato Papa e sceglie il nome di Francesco. Sempre nello stesso anno Papa Francesco firma la sua prima esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Che signi-ficato assume nella Chiesa questo documento?

Il tredici marzo 2013 ero in trepidazione, come tanti, davanti alla TV, in attesa dell’habemus papam. Sono passati quattro anni ma il ricordo è vivissimo. Ciò che mi colpì non fu tanto il cordiale ‘buona sera’. Certo era una maniera inusuale di presen-tarsi da parte di un Papa appena

eletto. Ciò che, invece, generò in me una sensazione di straor-dinarietà, una specie di ventata potente sulla immaginazione fu la richiesta di preghiera rivolta alla gente riunita in piazza S. Pietro, gremitissima, cui fece seguito l’inginocchiarsi in pre-ghiera prima della benedizione “urbi et orbi”. Quel momento di silenzio mi colpì profondamente. Mi resi conto che stava capitando qualcosa di importante tanto che, subito dopo, mi misi a telefonare agli amici più intimi per invitarli a farsi attenti ad un futuro ancora tutto da scrivere ma, in qualche modo, già intuibile.

Qualche mese dopo fece la sua comparsa l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Si capiva subito che non era solo un documento ma qualcosa di più. Molto di più: un vero e proprio evento ecclesiale. Con esso si prendeva congedo da questi ultimi cinquanta anni nei quali molto si è parlato di Concilio ma non altrettanto si è fatto per attuarne le consegne. Ma non tutti compresero.

Impressionante è stato l’at-teggiamento di indifferenza nei confronti del documento di esordio in vasti strati della chiesa italiana. Al punto da costringere il Papa a chiedere, per ben due volte, di prestarvi la dovuta attenzione: in occasione di una assemblea della C.E.I e nel memorabile discorso nel duomo di Firenze durante il convegno ecclesiastico nazionale. Eppure nel numero uno di quel formidabile docu-mento si dice chiaramente che Evangelii Gaudium non è una pia riflessione sulla gioia: “In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani per invitarli ad una nuova tappa evangelizza-trice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”.

Anna Becattini

don Giulio Cirignano

“Bellezza del gaudio evangelico”, è il libro nato dai contributi del biblista e nostro conduttore, don Giulio Cirignano, nell’ambito della rubrica “I giovani per i giovani”, condotta da Anna Becattini. Il libro è stato presentato a Papa Francesco.

“Ho abbracciato il Papa: un abbraccio che condivido con

tutti gli amici di Radio Mater”

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Indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni. Dunque un documento program-matico. Come spiegare l’indifferenza? La risposta è semplice. Il Papa indicava alla Chiesa una vera conversione. Un esodo dalla lunga stagione della Controriforma, un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di parlare, una nuova gerarchia di valori. In poche parole qualcosa di molto difficile. Invitava a guardare avanti per intercettare le richieste della modernità.

Passo dopo passo nell’E.G. con lezioni e approfondimenti anche presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale dove Lei ha insegnato per oltre 40 anni, cresce in lei il desiderio di raccogliere il tutto in un libro. “La bellezza del gaudio evangelico” ed. Mauro Pagliai esce nel 2017 e viene subito apprezzato da persone quali il Presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, Enzo Bianchi, mons. Bruno Forte e tanti altri. Quali sono i punti salienti di questa sua pubblicazione?

Gradualmente, leggendo e rileggendo il testo, facendone oggetto di due corsi alla scuola di teologia nonché di molti interventi nella pratica pastorale, mi è venuta l’idea di farne un commento. L’intenzione era chiara: non tanto raccontare il contenuto ma stuzzicare la curiosità e suscitare la voglia di farne attenta lettura, sia a livello personale che comunitario. Per questa ragione, a cominciare dal titolo, mi è parso importante condividere l’entusiasmo: “Bellezza del gaudio evangelico”. La conversione pastorale una que-stione di bellezza prima che un indilazionabile dovere. Ho voluto premettere al commento alcuni capitoli per farne cogliere l’importanza per la stagione ecclesiale che stiamo attraversando. A questa funzione sono dedicati anche di due capitoli conclusivi, il primo sull’incontro con i fratelli separati a Lund, con i luterani, il secondo sulla vocazione profetica del Popolo di Dio.

Ogni volta che sono invitato a parlare di Evangelii Gaudium non dimentico di suggerire un buon metodo di lettura: con il lapis in mano, via via che si pro-cede, sottolineare le affermazioni che colpiscono per la bellezza, quelle che manifestano coraggio, quelle sembrano aprire alla novità. Bellezza, novità, coraggio.

La prima è diffusa quasi in ogni pagina, per la semplicità con cui il Papa sa esprimersi. Ma non è solo questione di forma. La vera bellezza è quella che sa aprirsi ed accostare alla verità evangelica. Non mancano neppure affermazioni di vera innovazione. Il Papa non esita ad indicare quanto è invecchiato nel nostro modo di vivere la sequela e pertanto da lasciar cadere. Infine, il coraggio è la caratteristica più consolante. Sono proprio le affermazioni corag-giose la causa dell’iniziale indifferenza che abbiamo segnalato. Si riferiscono a molti ambiti della vita ecclesiale. Praticamente il Papa ha già detto quanto serve per ripartire. L’ esodo che sogna e custodisce al fondo del suo animo sarà faticoso e lento. Ma lo Spirito ha mostrato con grande chiarezza che non intende abbandonare il Popolo di Dio.

Sarebbe opportuno corredare queste rapide anno-tazioni con degli esempi. Forse è meglio invitare a farne personale esperienza attraverso una lettura non frettolosa, accompagnata costantemente dalla attenzione a vedere giudicare e agire.

Ma c’è ancora un aspetto da segnalare. Dietro bellezza, novità e coraggio si incontra piace-volmente l’amore che papa Francesco mostra costantemente. Guarda negli occhi i suoi ipotetici lettori, si rivolge al loro animo, con l’atteggia-mento del samaritano, preoccupato soprattutto della loro felicità. E’ seminatore di felicità. La Chiesa evangelizzatrice “si prende cura del grano, non perde la pace per la zizzania”.

A 50 anni dalla Sua ordinazione sacerdotale avvenuta nel maggio del 1967, il 26 ottobre lei ha incontrato il Santo Padre Francesco. Da quello che abbiamo letto e da come ci parla della Parola nel libro sopra citato, sembra che la Vostra sia una perfetta intesa sulla mis-sione della Chiesa nel mondo in cui viviamo oggi. Cosa vi siete detti?

Il mio incontro con Papa Francesco a Santa Marta è stato semplice e solenne insieme. Abbiamo concelebrato l’Eucarestia. Avevo dentro di me, nella mente, un grappolo nutrito di persone, soprattutto in difficoltà. Volevo che fossero accanto a me, in quel momento di preghiera così speciale. Il Signore ha certamente visto quella folla nascosta nella mia intenzione. Dopo la celebrazione il Papa ha salutato personalmente quanti erano stati invitati. Quando è giunto il mio turno mi sono presentato a lui con i tre volu-metti che ho scritto in questi primi anni del suo pontificato, compreso il commento ad Evangelii Gaudium. Ma sono stato capace di dirgli soltanto che avevo scritto molto su di lui, ma in quel momento l’unica cosa da dire era una grande grazie. Solo grazie per quanto ci ha donato. Gli ho espresso il desiderio di abbracciarlo, cosa che ha fatto con immediata comprensione. Lo sguardo era luminoso, accompagnato da un largo sorriso. Mi porterò quell’abbraccio con me. Se ora ne parlo è per condividerlo con gli amici e con la famiglia di Radio Mater.

Anna Becattini

Don Giulio incontra papa Francesco

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Da oltre un anno e mezzo, ogni primo sabato del mese il Rosario delle 15,30, che precede la santa Messa vigilare, viene recitato dai bambini. Ma perché un rosario animato da bambini e proprio il primo sabato del mese?

Questo incontro di preghiera ha avuto inizio un anno e mezzo fa, per non dimenticare i richiami alla conversione, alla preghiera, al sacrificio, e alla riparazione che la Madonna, durante le appa-rizioni a Fatima, ha rivolto a tre bambini perché venissero comunicati al mondo intero per la sal-vezza delle anime. Quest’anno abbiamo ricordato il centenario delle apparizioni a Fatima, e quindi ci è sembrato che il primo sabato del mese, dedicato al Cuore immacolato di Maria, fosse il giorno più adatto per offrire preghiere di riparazione per i cuori di Gesù e di Maria, così ancora tanto offesi e oltraggiati dai peccati degli uomini!

Ai tre pastorelli di Fatima la Madre di Gesù e Madre nostra presentandosi come Madonna del rosario, raccomandò con insistenza, più volte nelle apparizioni: “Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la fine della guerra e la pace”.

Questa preghiera che ha accompagnato e sostenuto, per generazioni quotidianamente tante famiglie, attualmente è quasi del tutto dimenticata, non è più la preghiera che riunisce la famiglia, che unisce i genitori, e fortifica i figli che, attraverso lo sguardo e l’amore di Maria, vengono educati alla fede e all’amore di Cristo.

Riprendiamo in mano la corona del Rosario, è Maria che porta le anime a Cristo!

Ad ogni Ave Maria, facciamoci accompagnare dalla Mamma di Gesù e Mamma nostra perché anche noi con Lei possiamo mettere Gesù al centro della nostra vita: gioire della sua venuta, accogliere i suoi inviti alla conversione e ren-dere grazie a Dio per il dono di questo Figlio che con il suo amore e dolore ci ha donato la Gloria della salvezza eterna.

Se qualche parrocchia o gruppo volesse par-tecipare può scrivere a:

[email protected]

Riportiamo qualche breve testimonianza di geni-tori, bambini e catechisti che hanno partecipato alla recita del Rosario del primo sabato del mese.

“Abbiamo recitato il Rosario con gran intensità e con il cuore”

Quando ci hanno interpellato per questa inizia-tiva del “Rosario dei bambini”, eravamo in due periodi dell’anno difficili per reperire i bambini, cioè luglio e gennaio, a ridosso delle vacanze estive e natalizie. Con la collaborazione di altri catechisti si è riusciti ugualmente a coinvolgere una quindicina di bambini, invitando anche i loro genitori e nonni. Ci siamo trovati qualche giorno prima coi bambini e insieme abbiamo colorato i fiori e scritto i loro nomi, che poi sono stati offerti alla Madonna, e abbiamo preparato i canti.

Arrivati a Radio Mater c’era un gran entusia-smo ma anche un po’ di emozione sapendo che le loro voci sarebbero state ascoltate in tutto il mondo. Nonostante l’emozione, la pre-ghiera del santo Rosario è stata recitata con gran intensità e con il cuore. E’ stata molto bella l’accoglienza di Don Mario, di Giovanna e Mario e gli altri volontari che al termine ci hanno offerto un dolce, il tè e bibite.

Questa iniziativa è sicuramente un bel dono alla Vergine Maria.

Liliana della parrocchia di Albese con Cassano.Un momento davvero speciale. L’esperienza a Radio Mater è stata molto

significativa sia per me come catechista che per i bambini.

La recita del Rosario è stato un momento spe-ciale perché ha coinvolto attivamente i ragazzi rendendoli partecipi con la preghiera, il gesto dei fiori e la processione che è stata davvero molto emozionante. E’ stato un modo per avvicinarli alla preghiera in una forma un po’ diversa.

L’accoglienza poi è stata davvero speciale, i bambini hanno parlato alla Radio e hanno potuto visitare anche il giardino. Spero di poter ripetere ancora questa esperienza…

“Riprendiamo in mano la corona del Rosario, è Maria che porta le anime a Cristo!”

Marisa racconta come è nata l’iniziativa del “Santo Rosario dei bambini” ogni primo sabato del mese

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Grazie di cuore per aver condiviso con noi questi momenti preziosi.

Elena della parrocchia di ValbronaCon la preghiera e la speranza attendo

il sorgere del nuovo giorno.Ho accolto con entusiasmo l’invito al Rosario

comunitario dei bambini che radio mater orga-nizza ogni primo sabato del mese. Ho partecipato con i miei due nipotini Gianluca e Alex, vivendo un’esperienza toccante e intensa, che mi ha dato l’opportunità di nuove riflessioni per una crescita spirituale in un periodo di continue difficoltà.

Gli undici anni di sofferenze di Gianluca, (che ancora continuano), hanno consolidato la mia fede, unica forza per superare le dure prove che la vita riserva.

Con la presenza quotidiana di Gesù e di Maria nel cuore, con la preghiera e la speranza posso dire di riuscire ad attendere il sorgere del nuovo giorno.

Chiedo a Dio, che la mia fede non vacilli mai, ma continui ad accompagnarmi in ogni situazione.

Ringrazio Don Mario per la lodevole iniziativa che coinvolge i bambini, gli unici capaci di una comunicazione spontanea e autentica con il Cielo.

Franca, la nonna di Alex e di GianlucaLa preghiera dei piccoli giunge al cuore

di GesùLa preghiera dei piccoli e degli innocenti giunge

direttamente al cuore di Gesù e di Maria.Si elevi sempre questa lode e come voce di

grazia ci doni la pace che tanto chiediamo.Un papà

Un bel pomeriggio di preghiera! perché non riprovare?

In diretta radio... con Maria! 3, 2, 1... siamo in onda!

Proprio cosi, sabato 11 marzo 2017 il nostro gruppo di catechismo, accompagnato da don Francesco, dai catechisti e da alcuni genitori, ha pregato il S. Rosario in diretta dalla bellissima cappellina di Radio Mater. Un momento di preghiera in un clima di rac-coglimento bello ed intenso!

Insieme abbiamo sgranato la corona benedetta presentando alla Mamma Celeste quanto ave-vamo nel cuore. Con gioia e semplicità le Ave

Maria scorrevano dolci una dopo l’altra, con la netta sensazione che Maria ci stava guardando, ci stava accompagnando, stava pregando con noi!

Abbiamo anche avuto la grazia di ricevere la speciale consacrazione a Maria, per le mani di don Mario, un momento indelebile per cia-scuno di noi. Sappiamo che questa benedizione personale è anche una super carica ad essere sempre più testimoni di Gesù, del suo Amore, a casa, a scuola e con gli amici.

È stato un bel pomeriggio di preghiera! Perché non riprovare?

Un grazie speciale a don Mario e agli operatori di Radio Mater.

I preadolescenti di Brongio con Don Fran-cesco e i catechisti.

Ciao,sono Marco di 9 anni e con mio fratello Luca di

11 anni e mia sorella Gloria di 5 anni abbiamo accolto l’invito della Madonna di Fatima.

Ogni primo sabato del mese ci rechiamo in cappellina di Radio Mater per recitare il Santo Rosario insieme ad altri bambini.

Infatti ogni volta arrivano bambini di parroc-chie diverse accompagnati dai loro genitori, dai catechisti e dal loro sacerdote.

Ogni bambino ha un piccolo ruolo, i più grandi leggono misteri, i più piccoli recitano il padre nostro e le ave Maria. Al termine del Santo Rosario tutti indossiamo le vesti bianche con mantelli azzurri e con le fiaccole accese accom-pagniamo la statua della Madonna portata da un papà in una piccola processione all’interno della cappellina. Successivamente Don Mario consacra ognuno di noi alla Madonna e ci dona il santo Rosario.

Il nostro grande desiderio è che ogni volta partecipino sempre più bambini per pregare così come successe durante le apparizioni di Fatima in cui ogni 13 del mese cresceva il numero di persone presenti per pregare. La Madonna chiede dei piccoli sacrifici anche a noi bambini ma di sicuro saprà come ricompensarci.

Noi offriamo tutto per la pace nel mondo.Marco e Luca

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Buongiorno Padre Mario,scrivo questo messaggio in

memoria della nostra compianta nonna Pia, che un anno fa: il 22 ottobre ci ha lasciato. Come le avevo scritto in una mia lettera inviatavi l’anno scorso, Radio Mater ha rappresentato per mia nonna (che era NON vedente) gli occhi verso il mondo e verso la fede.

Grazie a voi ed alle vostre pre-ghiere, la nostra Pia ha potuto sentire il calore della luce, quando,

purtroppo, i suoi occhi potevano vedere solo il buio.

Così, ora per me e per la mia famiglia, Radio Mater rappre-senta la voce di fede e speranza che attraverso le vostre antenne potranno permetterci di arrivare fino in paradiso, dove si trova lei e suo fratello (lo zio Leo, che l’ha seguita in cielo poche settimane dopo la sua morte).

Attraverso la vostra preghiera nell’etere ci piacerebbe poterle dire che ci manca e che la pensiamo

ogni giorno. Siamo sicuri che que-sto pensiero d’amore le farà molto piacere e potrà sentire la messa trasmessa da Radio Mater che le dedichiamo per ricordarla e per ricordarci tutti i buoni insegna-menti che ha lasciato alle sue figlie, nipoti, pronipoti e a tutte le persone che ha saputo aiutare e perdonare lungo quel cammino tortuoso, chiamato vita, che ha percorso, con tanta fede, sino alla fine dei suoi giorni.

Paola

Carissimi amici di Radio Mater, con grande dolore comunichiamo che il 3 luglio, il nostro amatis-simo Gerardo,(Dado) è volato in cielo e a noi ha lasciato un vuoto incolmabile, perché la sua gioia riempiva la nostra casa.

Per Dado, partecipare alla S.Messa nella Cappellina di Radio

Mater, era una grande festa! Si sentiva accolto... in tutto!

Era speciale il suo partecipare alla Santa Messa: Dado non poteva vedere ma la dolcezza che respirava e che lo perme-ava, riusciva a donarla anche a chi era vicino a lui.

Pensate, si è scelto “la nonna”... una cara signora di nome Giovanna che si sedeva sempre vicino.

Sulla sua spalla appoggiava il capo e “riposava nell’amore e nella beatitudine, tenendo tra le mani il foglio di partecipazione alla Santa Messa e sussurrando ogni tanto: vuoi bene? A fine Messa, Dado batteva sempre le mani e, con tanta gioia, facendo gli auguri a don Mario, gridava: Viva il prete!

Dal cielo Dado pregherà per tutti!mamma Carla e papà Sergio

Dado caro, ci manchi! Aiu-taci sempre ad amare Gesù e la Mamma e, in loro, a volerci tutti bene. Accompagna con la tua preghiera tutte le persone speciali come te, perché sia sempre accolta ed amata la vita!

Aiutaci a portare avanti anche Radio Mater perché la Madonna possa spargere, su tutti e su ciascuno, il Suo amore e la Sua tenerezza.

Ciao, piccolo grande DADO!don Mario

e Comunità di Maria

Eccoci, Mamma! n° 69 Novembre 2017

Comunità di Maria ONLUS • C.F. 93012890138 • Casella Postale n. 84 - 22031 Albavilla (CO)Registro stampa: Tribunale di Como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Comunità di Maria Onlus, Albavilla (Como) • A. 2005Direttore Responsabile: Enrico Viganò.Impaginazione e Grafica: Roberto BonfantiStampa: Ingraf Industria Grafica Srl • Via Monte San Genesio 7 • 20158 Milano (MI)

Il 29 luglio scorso, accompagnate da Fran-cesco e Valeria, sono venuti a Radio Mater le Suore di Santa Maria di Leuca, presenti da 70 anni nella Casa del Sorriso di Chiasso. In questa casa, dal 1947 ad oggi, sono stati cullati ed educati ben 1500 bambini di Chiasso. L’edificio è in via Bertola ed è non solo uno dei 6 nidi d’infanzia storici del Cantone Ticino, ma anche l’unico istituto di proprietà di una fondazione (la Fondazione Parvulo Mater) gestito unicamente da personale religioso.

Ci hanno fatto visita le Suore di Santa Maria di Leuca

Ci Scrivono

Ciao, piccolo grande DADO!

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