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Pio XII
Eugenio Pacelli
Nasce a Roma il 2 marzo 1876 in una famiglia
dell’aristocrazia capitolina fedele al pontefice.
Compie gli studi teologici alla Gregoriana,
come allievo del Collegio Capranica,
laureandosi poi in diritto civile e canonico nel
1902.
Entra subito nella Curia romana come
assistente del cardinale Pietro Gasparri, poi
segretario di Stato. Si specializza in diritto
concordatario fino a diventare sottosegretario
alla Congregazione per gli Affari Ecclesiastici
Straordinari, partecipando ai lavori per la
stesura del Codice di Diritto Canonico (1917).
Ordinato vescovo, nel 1917 è trasferito come
nunzio prima a Monaco, poi a Berlino.
1899: viene ordinato prete
1901: laurea in Teologia
1902: laurea in Diritto
1905: collaboratore del card.
Gasparri in Segreteria di Stato
1911: sottosegretario della
Congregazione degli Affari
Ecclesiastici Straordinari
1914: segretario della stessa
Congregazione
1917: nominato Nunzio a
Monaco e consacrato vescovo
1920: Nunzio a Berlino
1918: alla fine della Prima guerra mondiale,
Sostiene la nascita della Repubblica di Weimar
Critica le eccessive sanzioni stabilite a Versailles
nei confronti della Germania sconfitta: a suo
giudizio, fomentano il bolscevismo e rafforzano
i partiti nazionalisti
1929: elevato alla porpora cardinalizia da Pio XI
1930: succede al card. Gasparri come Segretario
di Stato
Accentra su di sé un immenso lavoro,
avvalendosi di collaboratori come Ottaviani,
Tardini e Montini
1933: sollecitato anche dai vescovi tedeschi,
stipula un concordato con il Reich tedesco
Già all’indomani della firma del concordato, la
Santa Sede entra in conflitto con la Germania di
Hitler (appena salito al potere
I rapporti diventano sempre più tesi, fino a
esplodere con l’enciclica di Pio XI Mit Brennender
Sorge (1937), alla quale Pacelli contribuisce molto
Pacelli tesse una vasta rete diplomatica tesa a far
uscire la Santa Sede dall’isolamento: tra il 1934 e il
1935 compie un lungo viaggio in America Latina
(Buenos Aires, Montevideo, Rio de Janeiro). Nel
1936 visita gli USA e a New York incontra
Roosevelt, appena rieletto.
Nel 1935 e nel 1937 si reca in Francia
1939: il 2 marzo viene eletto papa dopo un
brevissimo conclave, preferito all’altro candidato,
Dalla Costa, vescovo di Firenze
Pio XII e la faticosa ricerca della pace
“Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”
Decisione di tenere un “basso profilo”
per non acuire ulteriormente la
situazione e pregiudicare la situazione
della Chiesa nei vari paesi belligeranti
Assiduo incoraggiamento a opere e
organismi assistenziali in favore di
popolazioni civili, internati, prigionieri e
profughi
Fermezza nella difesa di Roma, anche di
fronte alle minacce tedesche
Offerta di un magistero con riferimenti
ideali validi anche per i non cattolici
I radiomessaggi natalizi
1939: le condizioni per ristabilire una
“pace giusta”
1940 e 1941: condizioni etiche e
giuridiche di un nuovo ordine
internazionale
1942-1944: l’ordine interno delle
nazioni, il ruolo della Chiesa e dei
credenti nella costruzione della
società
Temi di fondo: difesa della persona,
della famiglia; diritti dei lavoratori;
concezione cristiana dello Stato; il
valore della democrazia
Anticomunismo di Pio XIIFin dagli anni della nunziatura a Monaco e Berlino, Pacelli ritiene che l’ideologia
comunista sia una grave minaccia per la
civiltà cristiana
Nel 1947-1949 sale la tensione con i Paesi
guidati da regimi comunisti per la
persecuzione del primate ungherese
Mindszenty, dell’arcivescovo di Praga Beran,
la prigionia di molti vescovi in Romania,
Iugoslavia (Spepinac), Albania,
Cecoslovacchia e Lituania.
Crisi con la Repubblica Popolare Cinese di
Mao, con espulsione del Nunzio e dei
missionari stranieri.
1949: decreto di scomunica per chi professa
e propaganda la dottrina marxista; esclusione
dai sacramenti di chi è iscritto ai partiti
comunisti o li appoggia.
Pio XII
e la politica italiana
La linea intransigente di Pio XII, benché moderata
da alcuni suoi più stretti collaboratori come
Montini, produce una crescente influenza dei
settori più conservatori della Curia e ai gruppi più
integralisti del mondo cattolico.
Si aprono tensioni crescenti nelle fila
dell’associazionismo confessionale; con
incomprensioni tra il papa e alcuni leaders politici
di indiscussa fede cattolica, come De Gasperi.
Nel campo dell’apostolato laicale, espresso
soprattutto dall’Azione Cattolica, il papa è prodigo
di incoraggiamenti e di direttive, ma badando
sempre a rimarcare che si tratta di un’azione
subordinata alla gerarchia o al più di una “speciale
e diretta collaborazione con l’apostolato
gerarchico della Chiesa”, come recitano gli Statuti
del 1946 dell’Azione Cattolica italiana.
1° novembre 1950: proclamazione del dogma
dell’Assunzione della Vergine, alla presenza di 662
vescovi e di mezzo milione di fedeli, con la bolla
pontificia Munificentissimus Deus
La definizione del nuovo dogma è l’apice di una linea
mariana che caratterizza l’intero pontificato
pacelliano, sul piano della pietà personale e su quello
pastorale, liturgico e della devozione popolare
31 ottobre 1942: consacrazione solenne dell’umanità
al Cuore Immacolato di Maria
1954: anno mariano, per il centenario del dogma
dell’Immacolata Concezione
La sottolineatura mariana del cattolicesimo, cresciuta
per tutto il XIX secolo, rinfocola malumori delle
Chiese protestanti e critiche in settori non marginali
della teologia cattolica, sensibili alle esigenze del
dialogo ecumenico.
Pio XII
e il culto
mariano
“Divino Afflante Spiritu” (30 settembre 1943)
Scritta avvalendosi della consulenza dei padri gesuiti
Agostino Bea e Sebastian Tromp, questa enciclica sugli studi
biblici conferma la teologia del magistero, insistendo sul
rapporto fra ispirazione e inerranza.
Accoglie definitivamente il metodo critico-filologico,
indirizzando la ricerca esegetica verso la comprensione:
1) del senso letterale del testo, contestualizzato attraverso
l’agiografo e il dato storico-archeologico, come premessa per
dimostrare che la S. Scrittura è esente da errori;
2) del senso spirituale, scindendo l’ispirazione dal significato
metaforico.
Apre alla cultura moderna, sia definendo la critica un dono
di Dio, sia riconoscendo definitivamente lo spessore umano
della S. Scrittura; al tempo stesso tale apertura si muove
lungo lo stretto rapporto esistente fra ispirazione e
inerranza, con una implicita critica alla “nouvelle théologie” e a
un’ermeneutica simbolica che, rompendo il paradigma
scolastico, offre un’interpretazione spirituale meno aderente
al senso storico-letterale.
Chiesa “corpo mistico”
L’armatura concettuale della “teologia del magistero” è quella di
una ecclesiologia che valorizza la visibilità a detrimento del
mistero, il vertice a scapito della base.
Alla definizione, quasi esclusiva da 50 anni, della Chiesa come
società perfetta, in egualitaria e gerarchica, un gran numero di
lavori aggiunge tra le due guerre l’immagine paolina del Corpo
di Cristo, completata dal qualificativo “mistico”, estraneo
all’Apostolo delle genti.
L’enciclica Mystici Corporis (1943) non dà ragione né al «falso
misticismo», che tenta di «sopprimere le frontiere immutabili tra
le creature e il Creatore», né al «preteso razionalismo» o
«naturalismo comune che nella Chiesa di Dio considera solo i
legami puramente giuridici e sociali».
Pio XII cerca di operare una sintesi tra i due approcci,
identificando la Chiesa romana con il Corpo mistico, idea che
viene ribadita nella Humani generis: «Il corpo mistico di Cristo e la
Chiesa cattolica romana sono una sola e medesima cosa». C’è
un’affinità tra il pensiero di Pio XII e quello dei teologi più
prudenti del Corpo mistico, come il gesuita belga Émile Mersch
e soprattutto il suo confratello olandese della Gregoriana,
Sebastian Tromp.
Cerca un equilibrio fra dimensione visibile (istituzione) e
invisibile (la Grazia operante nel mondo). Si tratta di
evitare un duplice rischio: il giuridismo, come artificiale
separazione fra contenuto mistico e struttura sociale;
l’organicismo, nel senso di un vago misticismo che
dissolve il rapporto fra dimensione interiore ed esteriore.
Riordina il movimento cristocentrico e pneumatologico
esploso negli anni Trenta, dilatando lo spazio della
cristianità oltre i confini istituzionali: “l’amore dello Sposo
divino ha tale ampiezza che, senza escludere alcuno, nella
sua Sposa abbraccia tutto il genere umano”, aprendo la
salvezza a tutti i fratelli redenti dall’unico Sangue.
Apre timidamente la teologia cattolica a un
approfondimento dell’inabitazione trinitaria: il magistero
romano la presenta quale «mistero occulto» che non può
mai essere completamente «libero da ogni velame», in
stretto rapporto con l’Eucarestia, come sacramento di
unione al divino.
“Mystici Corporis”
(29 maggio 1943)
“Mediator Dei et hominum” (20 novembre 1947)
Assimila nell’impianto teologico il rinnovamento avviato dal
movimento liturgico in stretto rapporto con il rinnovamento
ecclesiale.
Nella cornice neoscolastica della liturgia come culto pubblico,
attorno alla distinzione fra sacerdozio di Cristo e sacerdozio dei
fedeli, ricentra la partecipazione dei laici attraverso la “Mystici
Corporis”: lungo la distinzione fra “corpo” (Chiesa) e capo
(Cristo) il fedele si unisce a un’azione liturgica che resta
mediata dal sacerdote.
L’attività soprannaturale viene confinata al sacrificio
eucaristico, entro una prospettiva ministeriale e gerarchica à la
partecipazione attiva del laicato coincide con l’offerta assieme e
per mezzo del sacerdote, cioè la preghiera liturgica e l’offerta
del pane e del vino che culminano nella comunione eucaristica:
il popolo non partecipa alla consacrazione (separazione delle
specie) ma al all’oblazione sacrificale.
Rispetto alla Pascendi contro il Modernismo,
il documento di Pio XII non tenta di ridurre
la Nouvelle Théologie a un sistema. Mantiene
invece una struttura descrittiva e si sofferma
soprattutto sulla questione del
soprannaturale e dello spirito creato, e sulla
nozione di verità e di teologia propria della
Nouvelle Théologie. L’impianto dell’Enciclica è
lineare: a una prima parte, dedicata al
contesto culturale e alla situazione ecclesiale,
segue una seconda parte articolata in tre
momenti: la teologia, la filosofia e le scienze
“positive”.
“Humani generis”
(12 agosto 1950)