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1 Presenza ENGIM 2 l 2013 ENGIM - Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo ENGIM P P RESENZA FORMAZIONE PROFESSIONALE ” ORIENTAMENTO ” COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 2 2013

Presenza 2 - 2013

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Editoriale, Eventi, Notizie dal mondo ENGIM

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1Presenza ENGIM 2 l 2013

rubr i ca

ENGIM - Ente Nazionale Giuseppini del MurialdoENGIMPPrEsENza

FORMAZIONE PROFESSIONALE ” ORIENTAMENTO ” COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

22013

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PPrEsENza 22013

Direttore Responsabile: Antonio Teodoro LucenteRedazione: Liliana Giglio, Giovanna Marini

Progetto grafico: Massimiliano CafarottiStampa: Scuola Tipografica S. Pio X

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o Editoriale

Rubriche

Eventi & Notizie

Ascoltiamo la voce dei “Giovani” di p. Antonio T. Lucente _________________________________ 1

I NOSTRI NUMERI _______________________________________ 5

DAI NOSTRI CENTRITestimonianze ___________________________________________ 6

VIVI QUEST’ANNO UN NATALE EQUO E SOLIDALE di Massimo Angeli ____________________________________ 30

FORMARSI PER PROGETTARE di Emma, Marianna e Martina _________________________ 32

GARANZIA GIOVANI E LA QUESTIONE DELLA RETE DEI SERVIZI

di Viviana Ruggeri ____________________________________ 34

TRADIZIONE E SUSSIDIARIETà: ELEMENTI CRITICI E SPUNTI DI RIFLESSIONE SULLE DUE ANIME DELL’IFP di Emmanuele Crispolti ________________________________ 37

DOVE IN ITALIA _________________________________________ 42

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ed i to r ia le

don ANTONIO TEODORO LUCENTEPresidente Nazionale ENGIM

Ascoltiamo la voce dei “giovani”

“Cambiano le forme storiche in cui si esprime il lavoro umano, ma non devono cambiare le sue esigenze permanenti, che si riassumono nel rispetto dei diritti inalienabili dell’uomo che lavora. Di fronte al rischio di vedere negati questi diritti, devono essere immaginate e costruite nuove forme di solidarietà, tenendo conto dell’interdipendenza che lega tra loro gli uomini del lavoro. Quanto più profondi sono i cambiamenti, tanto più deciso deve essere l’impegno dell’intelligenza e della volontà per tutelare la dignità del lavoro, rafforzando, ai diversi livelli, le istituzioni interessate. Questa prospettiva consente di orientare al meglio le attuali trasformazioni nella direzione, tanto necessaria, della complementarità tra la dimensione economica locale e quella globale; tra economia « vecchia » e « nuova »; tra l’innovazione tecnologica e l’esigenza di salvaguardare il lavoro umano; tra la crescita economica e la compatibilità ambientale dello sviluppo.”(Dal capitolo sesto del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa).

L’ENGIM,Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo, porta avanti la missione e il cuore del proprio santo Fondatore, Leonardo Murialdo: sostenere la crescita e la promozione dei Giovani, delle loro capacità anche attraverso la Formazione Professionale e perciò il Lavoro. “Illuminante è per tutti il richiamo alla dimensione soggettiva del lavoro, alla quale la dottrina sociale della Chiesa insegna a dare la dovuta priorità, perché il lavoro umano « proviene immediatamente da persone create ad immagine di Dio e chiamate

a prolungare, le une con e per le altre, l’opera della creazione sottomettendo la terra (Dal capitolo sesto del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa).Siamo, allora, religiosi e laici impegnati a vigilare quotidianamente gli spazi frequentati dai Giovani e dalle Persone, i nostri CFP, affinchè possano ancora essere luoghi di tutela e di diritto e di esercizio di cittadinanza attiva.Nonostante la fatica!

Nonostante la fatica e i problemi che la Formazione Professionale sta vivendo, in modo particolare in questi ultimi anni di crisi devastante: posti di lavoro in difficoltà, cassa integrazione, nuovi scenari politico istituzionali, nonostante, ancora oggi, si tenti di togliere alla F.P. riconoscimenti di esperienze formative ed educative.

Ci consolano, e non è poco, gli oltre 17.000 giovani che sono nella FP convenzionata:

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ed i to r ia le

quella formazione che è tradizionalmente degli enti religiosi.

La richiesta che perviene ai nostri CFP per accogliere giovani nella FP è in crescita progressiva: sono giovani desiderosi di spendersi nel mondo del lavoro, che hanno il desiderio di riscattarsi e riscattare il loro progetto di vita volendo “ri-conquistarsi” anche da un percorso accidendato in altri contestati educativi. I giovani sono la nostra Forza! Da loro riceviamo costantemente segnali positivi: giovani che proseguono gli studi, giovani che si inseriscono nel mondo del lavoro, giovani che, anche se in minima parte, fanno impresa. Senza voler togliere nulla e a nessuno, possiamo dire che ENGIM, come tanti altri Enti di Formazione, si è costantemente impegnata a dare risposte ai Giovani e al mondo del lavoro, con competenza e successo, attraverso metodologie che sono tipiche della Formazione Professionale: lo stile dell’accoglienza, del metodo laboratoriale, l’orientamento, l’accompagnamento, l’inserimento lavorativo, l’analisi dei fabbisogni, la progettazione.

Abbiamo la consapevolezza del nostro impegno, ma abbiamo ancora molto da migliorare e dare più forza alla nostra missione. Infatti non dimentichiamo che il nostro Paese è fortemente tratteggiato da ragazzi che non studiano, non si formano e non lavorano: sono attualmente due milioni Il 56,5 % sono ragazze, il 43% sono ragazzi, l’età media dei ragazzi da dai 15 ai 29 anni. Stiamo parlando di persone che sono nel pieno delle loro forze fisiche, hanno le idee migliori perché sono giovani e quindi capacità di innovazione, sono quelli potenzialmente più produttivi.

Ma dobbiamo essere aiutati. è necessaria un’attenzione specifica al settore della Formazione Professionale che condivide, con tutti quei soggetti che a vario titolo

sono legati alla produzione di conoscenza (scuola, università, ricerca), un momento storico di profonda debolezza caratterizzato da una precarietà che investe: mission, vision, impianti regolamentari ed infine l’occupazione dei lavoratori che vi operano. Ma nonostante i mutamenti normativi da un lato e l’avanzare della crisi dall’altro i campi di agire della formazione sono stati ampliati in modo esponenziale, al punto che le si riconosce: una funzione strategica nel contribuire a ridurre il rilevante problema della dispersione scolastica, un ruolo chiave negli strumenti di politica attiva del lavoro, un ruolo chiave nell’agevolare il match domanda e offerta di lavoro, un ruolo chiave nel consolidamento del modello lifelong learning rilancio dell’istituto dell’apprendistato, un ruolo propulsivo nei processi di adattabilità dei lavoratori a fronte dei cambiamenti dei modelli produttivi.

La Formazione Professionale è un dispositivo che può aiutare la crescita delle persone e della società.

La nostra forza sono i giovani e la straordinaria intuizione di San Leonardo Murialdo che ha contribuito a dare vita alla “Formazione Professionale”

Noi di ENGIM troviamo quotidianamente la forza, il coraggio per contribuire al “Buono, Bello, Grande dei giovani e della società” guardando costantemente alla Vita di san Leonardo Murialdo, ci ritroviamo nei suoi Principi, Valori non negoziabili, nel porre attenzione, come lui ci raccomanda, al saper leggere e fare nostri i “segni dei tempi” e nella “dolce certezza dell’amore misericordioso di Dio per ciascuno di noi”

Adesso, allora, sfogliamo le pagine di “Presenza ENGIM” e ascoltiamo la voce dei giovani.

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i nos t r i numer i

PIEMONTEn. corsi 568n. allievi 5.782ore/allievo 1.514.970

LOMBARDIAn. corsi 27n. allievi 478ore/allievo 147.495

EMILIA ROMAGNAn. corsi 32n. allievi 498ore/allievo 265.184

SICILIAn. corsi 44n. allievi 813ore/allievo 609.639

LAZIOn. corsi 84n. allievi 1.363ore/allievo 560.755

VENETOn. corsi 198n. allievi 4.147ore/allievo 2.099.051

In ITALIAn. corsi 953n. allievi 13.081ore/allievo 5.197.144

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da i nos t r i cen t r i

TESTIMONIANZE

ENGIM Nichelino, 2° B

Sono arrivato all’ENGIM tramite dei miei amici che me ne hanno parlato,ovviamente alcuni bene e altri male, ma questo mi sembra ovvio per qualsiasi scuola così. Io arrivo un IPSIA di Torino in Via Artom. Se devo dirla tutta era davvero una scuola orrenda sia dal punto di vista dei professori che dal punto di vista dei compagni. I professori se chiedevi di rispiegare perché non avevi capito, sembrava che mi dovessero fare un favore mentre invece sarebbe un dovere dell’insegnante !!Invece parlando dei compagni appena li conosci, sono tutti belli e simpatici, poi appena passa un po’ di tempo sono subito pronti a fregarti in qualsiasi modo per qualsiasi cosa, dopo un po’ questa situazione diventa invivibile.Qui all’ENGIM devo dire che sono rimasto stupito, atteggiamenti totalmente diversi dalla scuola precendente, i professori sempre disponibili e ottimi nelle spiegazioni anche quando non capisci sono subito pronti a rispiegartelo fino a quando non ti è entrato in testa !! Con i compagni altrettanto bene anche perchè alcuni li conoscevo già e so che la fiducia e il rispetto non potrà mai mancare fra di noi, e nemmeno verso i professori. Siccome la scuola che facevo prima era più o meno simile come mestiere facendo il meccanico d’auto, la scelta di venire qui a fare altre cose mi entusiasmava di più, anche per il fatto che in quella scuola si sarebbero dovuti fare 5 anni, invece in questa mi tocca farne solo 2 e la cosa mi incoraggia molto. Se non ci fossero i centri di formazione data la mia esperienza scolastica precedente diciamo che sarei rovinato, siccome nelle altre scuole che ho frequentato c’era molto studio, ogni giorno c’erano capitoli e capitoli da studiare e non faceva per me. Ho anche scelto questa scuola perchè ci sono molte più ore pratiche che ore di teoria infatti i miei voti sono abbastanza alti.L’obbiettivo futuro sarebbe ovviamente di trovare un lavoro che mi permetta non di fare una vita di lusso con macchinoni, ville enormi e quant’altro, ma semplicemente da potermi mantenere una famiglia tutta per me.

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ENGIM Nichelino, 2° B

Il percorso dell’ENGIM mi è stato consigliato dai miei cugini che,precedentemente l’avevano frequentato.Ma io non potevo basarmi soltanto su quello che loro mi dicevano,quindi decisi di informarmi su tutto quello che riguardava questa scuola.Mi informai sui corsi che si potevano frequentare quali l’elettrico e il meccanico;cercai di leggere i cataloghi con i vari orari le varie attività e gli obbiettivi da raggiungere, decisi quindi di scegliere il percorso meccanico dal momento che,mio padre pratica questo mestiere,e quindi se caso mai avessi dovuto avere problemi avrei potuto essere aiutato.Prima di arrivare in questo istituto frequentavo la scuola media e dopo di essa sono andato a fare degli studi in Francia a (Chambéry) in un istituto politecnico,per poter acquisire una nuova lingua che mi potesse servire in futuro dal momento che al giorno d’oggi con il lavoro non si sa mai dove si può andare a finire.Diciamo che bisogna quindi essere sempre pronti ad ogni evenienza.ma io non l’ho fatto solo per questo motivo ma anche perché,sinceramente, a me piace saper parlare,scrivere,leggere e comprendere altre lingue o culture.Questo è molto importante perché si impara a vivere con gli altri capirsi,e sicuramente si avranno molti problemi in meno nella vita.Finito questo anno scolastico,che mi è piaciuto molto dal momento che mi ha permesso di vivere nuove esperienze in uno stato estero e di avere nuove amicizie,ho concluso di aver migliorato di gran lunga la mia conoscenza nella lingua francese.Finito questo percorso sono tornato in Italia dove sinceramente all’inizio non sapevo in quale istituto inserirmi,pensai bene quindi, a quello che dovevo fare.Feci il punto della situazione e data la mia situazione famigliare e le mie potenzialità decisi che dovevo inserirmi il più in fretta possibile nel mondo del lavoro,ed è cosi che parlandone, l’ENGIM mi è stato consigliato da amici e famigliari.Sinceramente mi trovo molto bene in questa scuola anche se molte persone ne parlano male,io penso che bisogna viverla una scuola per poterla giudicare.Tanti pensano che l’ENGIM è la scuola dei fannulloni e dei delinquenti ma non è cosi, in questa scuola facciamo tante ore di pratica che ci permettono di avere una piccola visione di ciò che sarà il nostro futuro lavoro.Magari un po’ duro ma utile per noi e per gli altri.Certo non dico che questa scuola è rose e fiori ci mancherebbe,ma credo che d’altronde di problemi ce ne siano un po’ ovunque.Ho scelto l’ENGIM per la priorità di avere una professione,non perché la scuola è vicina come molti ragazzi ingenui pensano, perché non vogliono andare in una scuola un pochino più distante,vanno in quella che hanno dietro casa ma intanto non fanno ciò che a loro piace e continuano perpetuamente a essere bocciati.Come vi ho già spiegato è stata una scelta mia frequentare questa scuola, non sono stato costretto dai miei genitori.Secondo la mia esperienza,se non ci fossero i centri di formazione,molti ragazzi che purtroppo non sono al livello di licei scientifici classici o linguistici sarebbero talenti sprecati.Perché io sono dell’idea che ognuno sia bravo a fare qualcosa.Poi proviamo a immaginare un mondo pieno di politici avvocati ecc…ma se non ci fossero gli operai e i commercianti?Diciamo che ci sarebbero un po’ di problemi nell’economia ma anche nella vita normale.per esempio gli agricoltori nel loro piccolo hanno un’utilità gigantesca nella nostra società.In poche parole ognuno deve fare ciò che vuole fare per raggiungere i propri obbiettivi, quelli della sua vita.I miei obbiettivi futuri sono di conquistare la qualifica da operatore meccanico per poter lavorare,grazie anche alle mie lingue,anche all’estero e quindi avere più possibilità di vita e lavoro.

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ENGIM Nichelino, 3° B

Sono arrivato all’ENGIM dopo aver perso un anno di superiori in una scuola di Moncalieri, non per motivi di capacità didattiche ma per altri motivi.Ad esempio molti alunni non venivano compresi. Altri magari venivano scoraggiati perché non avevano le capacità adatte per affrontale il tipo di istruzione. Tutto ciò non era solo colpa dei professori. Il problema è che in quella scuola ci sono troppi alunni e ovviamente non possono essere seguiti come dovrebbero.La mia motivazione principale per cui mi sono ritirato era che con alcuni professori non mi trovavo bene. Infine a questa motivazione se ne sono aggiunte altre e alla fine ho iniziato ad odiare quella scuola; “piccole cose che nell’insieme diventano grandi!” .L’ENGIM l’ho scoperto tramite amici che lo frequentavano, mi hanno raccontato i vari corsi e sono stato subito attratto dal corso di meccanica. L’ho scelto anche per l’opportunità che viene data di fare due anni in uno, in poche parole è come se non avessi perso il precedente anno scolastico.Per fortuna mi sono trovato molto bene. Diciamo mi hanno accolto bene al mio arrivo, visto che io sono un tipo che non da molta confidenza all’inizio. I docenti hanno conquistato la mia fiducia piano piano senza essere invadenti. Ecco è stata una delle poche ed uniche volte in cui sono stato compreso da persone per me sconosciute. Questo perché soprattutto alcuni docenti hanno la capacità di ascolto. Alcuni “ascoltano” persino il silenzio di alcuni alunni, che “forse” ha un significato maggiore delle parole di altri. Ovviamente non tutti i professori in questa scuola sono così, perché non è da tutti questa capacità, ma ci sanno fare.Non dico sia “la scuola perfetta” perché niente è perfetto, dico solo che è molto meglio di altre scuole.Secondo me le formazioni professionali tipo l’ENGIM sono molto utili perché danno un’opportunità in più a dei ragazzi incompresi, magari “salvandoli” da un pessimo futuro. Insomma alla fine impari una professione che magari un giorno ti sfamerà.Io ad esempio quando “uscirò” da questa scuola penso di fare dei corsi di specializzazione e forse addirittura diplomarmi. Oppure se trovo lavoro andare subito a lavorare.Adesso volevo smentire delle voci sull’ENGIM per una questione personale! Non è assolutamente vero che in questo istituto non si lavora è solo che ci sono alcuni elementi che non hanno voglia di fare niente. Vengono a scuola perché non hanno nient’altro da fare. Solo che agli occhi altrui appaiono solo le cose brutte.

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ENGIM Nichelino Classe 3° B Biennale Meccanico

Sono arrivato all’ENGIM, tramite amici che parlando mi hanno raccontato di cosa si tratta e anche delle materie che vengono insegnate, sapendo che è molto più manuale come lavoro, io ho pensato che mi avrebbe dato più possibilità per il futuro, nel trovare un lavoro.I miei genitori hanno subito chiamato la sede di Nichelino per sapere che corsi ci fossero e per sapere i costi, o eventuali pratiche da svolgere per potersi iscrivere.Subito non ero molto entusiasta perché come si sa i centri professionali non sempre hanno buona reputazione. Di conseguenza dopo aver saputo determinate cose non ero sicuro, ma poi dato che i miei mi avevano ormai iscritto ho deciso di provare e di vedere come si presentava una volta entrato a far parte dell’ENGIM.Io prima di venire mi sono informato anche sul lavoro che viene insegnato e dato che, come professione non è male, visto che i meccanici sono molto richiesti se capaci di utilizzare anche il C.N. ( controllo numerico) o vari altri tipi di lavori sempre tramite meccanica, come programmatore , disegnatore, ecc.. ho subito capito che avrebbe potuto darmi molte più opportunità di iniziare a lavorare in un futuro. Poi mi hanno anche parlato dello stage, cosa molto fondamentale dal mio punto di vista per avere un primo approccio con il mondo del lavoro, orari di lavoro come se fossimo lavoratori normali e non studenti, con un datore di lavoro che ti tratta come un vero dipendente della sua azienda, così si impara il vero mestiere del meccanico, indipendentemente dalla scuola. Dovrebbero fare tutti così.Prima di venire qui nella sede di Nichelino andavo a Torino, ma non si è rivelata la scuola adatta a me dal momento che sono stato bocciato. Qui all’ENGIM una cosa buona che fanno è il fatto, che ti permettono di fare il biennio. In modo da recuperare un anno e permetterti di andare a lavorare in modo più veloce. Parlando ora di docenti, qui sono molto più interessati all’apprendimento dell’allievo e siamo molto più capiti, molte volte si pensa o si dice che qui i docenti non fanno mai nulla. Ma non è affatto così, qui lavoriamo come una scuola normale. E’ ovvio che le materie sono più specifiche sul nostro tipo di lavoro e un’altra cosa bella di questo istituto, è che per esempio i docenti più giovani di meccanica sono ex allievi. Di conseguenza se sono finiti qui ad insegnare un motivo ci sarà!Se non ci fossero centri di questo tipo , molti ragazzi si rifiuterebbero di andare a scuola. Perché essendo molto più manuali , i ragazzi vengono anche attirati da questo. Secondo me senza questi centri si dimezzerebbe il numero di lavoratori in questo caso meccanici elettricisti, perché nelle scuole dove vengono insegnate comunque queste materie, non sempre c’è una quantità di pratica sufficiente per avere la manualità e le malizie necessarie per iniziare a lavorare. Io penso di trovare lavoro molto più velocemente di un ragazzo che esce con diploma da una scuola magari importante, perché qui si impara sul campo di lavoro, NON DIETRO A UN BANCO PER CINQUE ANNI.

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ENGIM Nichelino 3° E

Non conoscevo bene l’ENGIM prima di entrarci. Nelle medie, quando dovevo scegliere la mia futura scuola, volevo fare un percorso di studio riguardante l’informatica o almeno qualcosa che ci andasse vicino; ma i miei professori continuavano a dirmi che era troppo difficile per me, d’altronde non andavo molto bene a scuola; poi ho sentito parlare di questa scuola da professori e compagni.I docenti dicevano che era una scuola adatta a me, dove si lavorava tanto sul mestiere, invece fuori si sentivano delle brutte voci su questa scuola: che non si studia, si viene promossi anche se non si fa nulla, che è una scuola dove c’è brutta gente, casinista, che spacciava e altro.Mi sono accorto che non tutto quello che dicono è vero, per esempio non è vero che si studia poco, perché lo studio c’è ma è molto inferiore a quanto lavoro pratico si fa, non è vero che si viene promossi anche se non si lavora, perché basta vedere soltanto il numero delle persone bocciate in questi anni per assenze o altro. Poi il fatto che c’è brutta gente anche questo non è vero, perché c’è gente che è se stessa, forse non tutti hanno voglia di studiare, ma alcuni prendono sotto gamba questo fatto. Per quanto riguarda lo spaccio, la gente prima di criticare quello che c’è qua dentro deve guardare anche quello che c’è negli altri istituti, licei e scuole statali che è ancora peggio.Io infatti, ho scelto il percorso elettrico dato che , come scritto in precedenza, volevo un argomento vicino all’informatica, e non me ne sono pentito per niente, e mai me ne pentirò, anche perché si lavora molto, ti mettono già nei panni di un operaio. Questo è un bene, perché di enti professionali ce ne sono davvero pochi, se non ci fossero questi centri di formazione, tutte le persone che hanno voglia di lavorare o di studiare un mestiere nuovo oppure che ha già un familiare che gli ha dato lo spunto, sarebbero costrette ad andare negli istituti tecnici, questi infatti fanno pratica ma non quanto ne fanno i professionali, non ho niente contri gli istituti, anzi, possono essere collegati anche alla nostra scuola. Uno degli aspetti che cade male a noi alunni è il fatto che in questa scuola si fanno soltanto tre anni, al posto che cinque, e ti da una qualifica professionale, ma possiamo sfruttare la cosa in modo efficace andando a continuare gli studi in un istituto tecnico che ti da l’opportunità di continuare gli altri due (o tre) anni per raggiungere il diploma. Un altro aspetto positivo che ti aiuta anche nel futuro del lavoro, è lo stage che si fa l’ultimo anno.Quindi questa scuola ti mette, nel vero senso della parola, nel mondo del lavoro, in modo tale da aiutarti soprattutto su come devi comportarti con gli altri, rispetto delle persone e oggetti, aiutandoti amplificando le tue conoscenze sul tuo mestiere. La ditta che ti ha preso come suo lavoratore dopo che finisci la scuola, può assumerti come suo operaio, sempre che tu abbia preso la qualifica , anche perché uno fa lo stage per imparare, non deve cominciare già con le paure di non riuscire a lavorare, tanto loro ti aiutano ad imparare, sempre che tu ti sia comportato bene.Ci sono anche testimonianze su ex allievi che dopo qualche anno per prendersi il diploma, dopo un po’ di lavoro come apprendista, si sono aperti in proprio, per conto loro aprendosi una ditta di civile oppure industriale. Quindi penso che le altre persone che criticano questa scuola, devono prima vedere com’è dentro; tra i legami con alunni professori, tra come insistono a farti studiare e lavorare per il mestiere che hai scelto, e per come danno ascolto perchè ti vogliono aiutare, anche nello stage per trovare un mestiere che sia utile.

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ENGIM Nichelino, 3° E

Ciao io sono un alunno dell’ENGIM di Nichelino sono arrivato a conoscenza dell’ENGIM in terza media quando è venuto a fare orientamento il professor Borello. Io ho subito scelto questa scuola perché a me piace fare laboratorio elettrico e pneumatico, ecc. diciamo fare lavori manuali, perché a me non piace tanto studiare e quindi ho preferito frequentare un cento di formazione professionale per prepararmi al mondo del lavoro.In questa scuola mi trovo abbastanza bene, diciamo che in prima l’ho presa un po’ sul ridere ma dal secondo hanno ho capito come funziona, non mi piace certa gente che c’è qua, diciamo che certe persone le considero dei delinquenti, non hanno rispetto delle cose e delle persone, anche io non mi comportavo bene ma poi ho capito che facendo così non si va da nessuna parte, perché a me hanno insegnato a rispettare chi è più grande e rispettare gente che lavora, secondo me è cosi che funziona. Ho scelto questa scuola perché c’è anche lo stage e ti insegna un mestiere perché per come la vedo io il diploma può servire come non servire perché con questa crisi tutti vogliono fare i lavori da intellettuali e invece quelli manuali non vuole farli nessuno, allora io penso che devo sfruttare le altre mie doti.Non tutti siamo uguali in questo mondo e non tutti siamo “da Liceo” e non tutti siamo portati per lo studio, c’è gente che pensa che i centri di formazione professionale siamo dei centri per la gente ignorante che non va bene a scuola, io la penso che se fossimo tutti intellettuali e tutti da liceo sarebbe una brutta società perché chi farebbe il lavori manuali nella società ?! I Centri di Formazione Professionale ti insegnano come si fa i professori ce la mettono tutta per far si che tu ce la faccia ti aiutano ti stanno dietro e ti spiegano le cose 100 volte. C’è anche della gente che si lamenta che deve studiare e giudica me che studio poco, io ho risposto che lui ha scelto la scuola e ha scelto di studiare non l’ho costretto io e lui non sapeva come rispondermi, ognuno ha il suo mestiere c’è chi è più portato per il lavoro manuale per esempio me e chi è più portato per i Licei, Istituti Tecnici ecc. Adesso che partirò per lo stage farò la mia prima esperienza lavorativa e sono contento perché a me piace fare questi lavori mi piacerebbe che dopo aver terminato il percorso di formazione professionale da operatore elettrico fare un corso per imparare a fare un altro mestiere perché a me piacerebbe imparare altri mestieri. Io credo che questi centri ti aiutino anche a crescere mentalmente se ci metti l’anima e ti impegni. Io volevo ringraziare i professori da per avermi fatto capire e migliorare ed usare la testa.

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ENGIM Nichelino

Francesco ex allievo nichelino:il centro professionale è stato consigliato dai miei genitori, e ho scelto il settore elettrico, provenivo dalla scuola media Alessandro Manzoni di Nichelino. Durante i tre anni di qualifica mi sono trovato bene, mi ha dato la possibilità di entrare nel mondo del lavoro. Ritengo che i centri professionali siano molto importanti perché altrimenti non ci sarebbero figure pronte ad entrare nel mondo del lavoro. Il mio desiderio? Oggi da ex-allievo ricercare nei centri di formazione giovani preparati e motivati da inserire nella mia azienda.

ENGIM Piemonte S.L. Murialdo PINEROLO

Il mio nome è Vanessa. Ho frequentato la scuola media all’Istituto ‘’A. Locatelli’’ di Vigone. Finito il percorso, un po amaro x via sia dei compagni e sia dei professori un po all’antica, prendere la via di studi giusta, che tra l’altro sarà poi il percorso di studi che ti darà una formazione di cui ne farai tesoro per tutta la vita e quindi non è facile decidere la strada da intraprendere, soprattutto all’età di 14 anni. Premesso che, dopo aver concluso la scuola media, l’ente ENGIM era a me sconosciuto. Dopo la lunga consultazione con i diversi licei di Pinerolo tra cui il Porporato e il Buniva, tra la spinta delle amiche e amici e anche un po per l’indecisione delle mie potenzialità ho scelto di frequentare il Buniva, percorso ragioneria. Inizialmente ero convinta e mi interessava, ma il cambio di ambiente medie-superiori è stato talmente radicale che, non riuscendo a stare dietro a interrogazioni e verifiche e per di più, con il modo di fare di alcuni professori, mi sono totalmente demoralizzata a tal punto da andare solo ed esclusivamente per presenza. Sapevo già da marzo che sarei stata bocciata, e cosi è stato. Durante i mesi di indecisione, parlando con amici, sono venuta a conoscenza dell’ENIGIM, che ho scoperto poi essere la risposta ai miei dubbi in quanto la pratica è considerata più importante essendo un istituto professionale. Da subito ho capito che sarebbe stata la scuola adatta a me perchè punta molto su materie pratiche per l’insegnamento di materie direttamente collegate con il mondo del lavoro commerciale come vetrinistica e confezione, sartoria, tecniche di vendita e servizi all’impresa. Diversamente dalle medie e dal primo anno di superiori non andato a buon fine, grazie anche a questo, avevo già un minimo di basi scolastiche, ma l’ambiente che mi circondava era totalmente diverso. Qui mi stupì di me stessa in quanto, avevo un ottimo rendimento scolastico. Questa fu una delle motivazioni personali che mi spinse a puntare, non al 60 burocratico ma al 70/80. Perchè quando sai di poter arrivare a degli obiettivi é gratificante il loro raggiungimento. Il rapporto con compagne di classe e professori è stato completamente differente, sia x quanto riguarda il metodo di insegnamento e sia x quanto riguarda il benessere collettivo all’interno della classe, tutto questo mantenendo un certo comportamento. Fino ad allora non avevo ben chiaro ciò che avrei voluto fare del mio futuro, ma più si andava avanti con il programma e più mi appassionava il settore. Perchè lo studio è anche questo, oltre, ma non meno importante della formazione, la passione per ciò che fai e sarai in futuro. Da li ho realizzato che volevo diventare segretaria, poi contabile ed ora punto a diventare il capo. Ovviamente ho dovuto proseguire gli studi per arrivare a pensare ad un

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possibile obiettivo perchè senza diploma non è possibile. Conclusi i tre anni di formazione, mi sono iscritta all’Istituto Giolitti di Torino dove ho dovuto affrontare un esame per il conseguimento di una qualifica statale (perché la qualifica ENGIM è a livello regionale). Ero tesa all’idea di sostenere un esame in una scuola dove non ero mai andata prima e sopratutto senza la conoscenza dei metodi di valutazione dei professori. Ma grazie all’aiuto della Prof.ssa Bertoncini, che si è resa molto disponibile a concedermi ripetizioni di economia, ho affrontato questa prova con molta serenità. Dopo che mi hanno ammessa alla classe 4, ho frequentato 4 giorni scolastici dopo di che, per motivi personali, mi sono ritirata e successivamente iscritta all’Istituto Silvio Pellico di Saluzzo, dove sto seguendo attualmente l’ultimo anno. Ovviamente i miei compagni erano molto più avanti nel programma, avendo fatto un percorso più rivolto alla realtà aziendale che commerciale, ma con le basi ENIGM posso dire, in conclusione, di essere stata in grado di arrivare alla maturità senza problemi anche se ho dovuto recuperare un po di parti. A parer mio, gli istituti di formazione non sono una scuola per coloro che non hanno voglia di studiare, perché anche li si studia, ma un percorso scolastico per coloro che vogliono formarsi in un settore professionale. È inutile una conoscenza teorica senza la conoscenza pratica perchè la pratica ti fa rendere più conto della realtà lavorativa attuale mentre la sola conoscenza teorica ti fa applicare conoscenze standard senza la possibilità di inventiva, e quindi non può che essere una strada positiva.

Riccardo 2en Pinerolo.

Durante gli orari di orientamento in seconda media dei docenti del San Leonardo Murialdo sono venuti a presentarci la loro scuola e i vari corsi presenti all’istituto,io ero interessato al corso di operatore elettronico e mi sono iscritto.Gli argomenti trattati hanno soddisfatto le mie aspettative e grazie alle attività di pratica svolte in laboratorio si incrementa l’interesse della materia. Oltretutto i momenti dedicati alla riflessione sull’etica hanno rappresentato una nuova esperienza. Inoltre l’istituto offre la possibilità di diverse attività ricreative. In conclusione sono soddisfatto della mia scelta.

Anes 2ea Pinerolo.

L’ENGIM è un ottima scuola per chi vuole imparare un mestiere.La scuola consente di scegliere vari tipi di corsi formativi: mecanica, falegname, commerciale-vendita, elettronico, elettrico. Io ho scelto e frequento la classe degli operatori elettrici. Nella parte teorica studiamo le materie: matematica, scienze italiano, inglese, storico sociale-diritto, informatica, elettrotecnica, disegno elettrico e tecnologia elettrica. Nella parte pratica abbiamo a disposizione i laboratori dove,con l’aiuto dell’insegnante, possiamo imparare a lavorare sui pannelli e mettere in pratica la nostra abilità.Nel cortile della scuola possiamo passare il tempo dell’intervallo giocando a pallavolo,calcio,calciobalilla tra noi compagni. Nella pausa pranzo c’è anche la possibilità di consumare il pasto nel locale adibito alla mensa. Il pasto può’ essere ordinato o portato da casa. Mi sono inserito bene nella scuola,ho un buon rapporto con gli insegnanti e i compagni di classe. Sono contento di avere scelto questa scuola che mi da l’opportunità di imparare il mestiere di elettricista perché mi piace svolgere lavori manuali.

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Danilo Artigianelli 2° triennale

La formazione professionale deve esistere per tutta la vita serve alle persone che vogliono fare quest’esperienza bella invece fonde la formazione professionale vanno tagliati alle auto blu e militari agli aerei alle scuole private sappiate che migliori bar di Torino hanno i ragazzi delle ENGIM Enrico seconda triennale quindicianni la formazione professionale e veramente importante per quei ragazzi che vogliono imparare un mestiere nella nostra classe c’è molta sintonia tra compagni abbiamo instaurato un ottimo rapporto non distruggete quello che abbiamo creato fino ad ora in questa scuola crescere nel mondo del lavoro è come una seconda famiglia quando hai un problema ti aiutano a risolverlo qui ci sono più iscrizioni di quanti ragazzi possono prendere perchè tutti vogliono venire qui e non c’è posto Samantha quindicianni la formazione professionale in tre anni che insegnano mestiere attività trovare lavoro formatori ci segnano materie utili per una scuola fanno più materie teoriche e di base e hanno maggior possibilità di costruirsi una cultura generale ma molti ragazzi sono anche disponibili fuori dal orario delle lezioni a parlare dei nostri problemi personali visto che alcuni arrivano da situazioni difficili familiari o personali e questo influisce molto sulla andamento scolastico sulle motivazioni per raggiungere la qualificaù

Iacob 1° anno operatore riparazione veicoli a motore triennaleENGIM Piemonte Val Chisone

Ho conosciuto questa scuola tramite dei miei amici e anche tramite la scuola media.I miei amici venivano in questa scuola e mi hanno parlato un po’, descrivendomi come era la scuola, mi hanno detto le cose che ci sono e poi ho deciso di visitarla. Mi è piaciuta e mi sono iscritto.Ho scelto questa scuola perché da grande vorrei fare il meccanico e perché mi piacciono le macchine.Di questa scuola mi piacciono tante cose come il laboratorio ma ci sono anche delle cose che non mi piacciono come gli orari e alcuni insegnanti.Gli orari sono lunghissimi e questo non mi piace proprio.In classe mi trovo benissimo e i miei compagni sono bravissimi.Adesso parliamo un po’ degli insegnanti: i professori sono bravi e alcuni bravissimi. Il professore che mi piace di più è il professore di meccanica, ma la più bella cosa degli insegnanti è che non ci danno compiti.In questi tre anni spero di imparare tante cose e di diventare un bravo meccanico.Questi sono gli ultimi anni di scuola della mia vita e alla fine spero di uscire con buoni risultati.In questa scola si studia bene e i professori fanno di tutto per farci entrare in testa le cose.

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Alice Nigro, Martina Gonzaga, Iasmina Baica, Giada Vianello, Denise Tartaglione 2° anno operatore del benessere-acconciatura triennale

ENGIM Piemonte Valchisone

Siamo venute a conoscenza di questa scuola tramite dei corsi di orientamento e persone che ci venivano già. L’abbiamo scelta perché abbiamo pensato che fosse una scuola che poteva insegnarci un bel mestiere e potesse darci un futuro lavoro.

All’inizio pensavamo che sarebbe stata una scuola facile perché era un corso professionale che durava solo tre anni, ma frequentandola abbiamo capito che non lo è. Per ottenere buoni risultati bisogna impegnarsi.

Ci piace questa scuola perché ci sono molte ore di laboratorio, il metodo di insegnamento dei prof è molto buono, i professori sono sempre disponibili anche per i problemi personali che non c’entrano con la scuola.Da questo percorso scolastico ci aspettiamo di uscire con una buona qualifica e di imparare bene il mestiere sperando di trovare un futuro lavoro.

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Siamo arrivati in ENGIM Cesena consigliati da amici che lo scorso anno hanno terminato l’esperienza da loro giudicata “interessante”.Dopo un anno di superiori vissuto tra bar, bagni, assenze volute ed assenze imposte (sospensioni) eravamo demotivati davanti a qualsiasi proposta.L’ ipotesi di fare altri anni di scuola poteva essere un buon motivo per giustificare una non scelta lavorativa ma, fin dall’ inizio ENGIM ci ha spiazzato.E’ stato strano, trovare qualcuno che al mattino ti dà il buon giorno, ti rivolge la parola chiedendoti se va tutto bene quando, la nostra “voglia di fare” è lontana anni luce.L’ altra situazione da noi vissuta come anomala è stata la condivisione dei problemi del corso, degli investimenti che interessano le attività, la valutazione attenta delle nostre azioni “non sempre corrette” e la certezza “della pena”.Improvvisamente ci siamo sentiti protagonisti in un “qualcosa” che possiamo chiamare percorso formativo.Essere protagonisti per noi che eravamo considerati ragazzi senza storia e senza interessi è importante, ci fa sentire grandi, anzi “più grandi” ed importanti anche se, l’ impianto elettrico non funziona o se l’impianto di refrigerazione “perde” da una brasatura.Non sappiamo che futuro avremo come frigoristi ed impiantisti ma è certo che abbiamo scoperto l’altro aspetto dell’ essere studenti, essere “studenti con la tuta” che possono costruire con le mani ciò che la mente suggerisce..

Gruppo classe 1° frigo ENGIM Emilia Romagna - Sede di Cesena

Che emozione, ad un anno di distanza sono invitato a descrivere la mia esperienza lavorativa dopo la formazione in ENGIM Sono passati tre anni dai miei primi approcci al lavoro con gli stages ed il conseguimento della qualifica, poi, all’ improvviso mi sono trovato catapultato nel lavoro che nella quotidianità mi ha permesso di mettere in pratica quanto appreso e, tutta la mia vita si è trasformata.Quotidianamente, mentre lavoro, mi torna in mente quanto mi veniva detto dagli insegnanti in laboratorio in merito allo stile di lavoro, al pensare prima di parlare, a riflettere sulle cose che sto facendo.Ora, la sera quando vado a dormire non riesco a non pensare al lavoro che devo fare il giorno successivo, quando mi alzo il primo pensiero è legato all’ organizzazione della giornata, improvvisamente mi sento adulto,autonomo e protagonista del mio futuro.Quando mi si chiede cosa mi ha dato la formazione, posso dire che mi ha insegnato a lavorare, ma principalmente, ho imparato a guardare avanti e a pensare.

Cinalli Enrico ex allievo ENGIM Emilia Romagna - Sede di Cesena

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La mia esperienza in ENGIM è iniziata nel 2005 a Valbrembo, in una nuova scuola che era praticamente sopra la mia scuola media.Dopo la presentazione che il direttore Giuseppe Cavallaro ha fatto durante l’orientamento di 3° media sono rimasto incuriosito e così sono andato a parlare nei colloqui obbligatori con il direttore, dove ho scoperto che il direttore sarebbe stato anche un mio professore e la cosa non mi confortava anzi…I primi mesi sembrava una scuola normalissima, a parte qualche disorganizzazione causata dalla nuova sede e in realtà dalla nuova esperienza per tutti perchè quello era il primo anno di ENGIM in generale nella sede e nel personale non solo per noi studenti (che in quell’anno eravamo gli unici avendo la scuola solo una classe). Dopo un confronto con i miei vecchi compagni delle medie ho scoperto che l’ENGIM oltre a darci la possibilità già in 1° di sperimentare praticamente con laboratori quello che teoricamente ci veniva spiegato ci lasciava molta più libertà di collaborazione con i docenti rispetto a tutte le altre scuole; visto che di pomeriggio io e altri miei compagni, durante tutti e 4 gli anni di presenza all’ENGIM, ci fermavamo a scuola in primo luogo per fare i compiti ma poi una volta finiti anche per fare lavori di manovalanza per far si che tutti gli spazi della sede diventassero utilizzabili anche per attività extra-scolastiche. Un’altra cosa che mi rimarrà sempre in mente è il fatto che venivano e vengono date agli studenti possibilità di viaggi studio/premio all’estero, cosa che ormai anche gli studenti universitari si sognano visto l’abolizione degli Erasmus.. Ma tornando al discorso dei viaggi firmati ENGIM io ho avuto due bellissime esperienze relative a questi; la prima successa con il viaggio in Spagna a Siguenza in una casa sempre legata a questo ente nel mondo, insieme a studenti più grandi (sotttolineo il fatto del più grandi visto che io e il mio compagno eravamo dei ragazzini di prima mentre gli altri studenti partivano dalla 3° superiore in poi e questo rappresenta la fiducia che Cavallaro e gli altri professori avevano). In questo viaggio abbiamo visitato un impianto eolico e una ditta di imbottigliamento come visite diciamo relative al nostro ambito di studi, ma oltre a questo ci è stata data la possibilità di visitare altri luoghi più relativi alla cultura generale ma dei quali io ho uno splendido ricordo, e soprattutto di stringere amicizia con persone che poi si sarebbero state lontane da noi ma con le quali ho mantenuto dei rapporti di amicizia che durano ancora oggi.Il secondo viaggio è stato nell’ultimo anno in cui ho frequentato la scuola, la meta stavolta era dalla parte opposta dell’Europa, in Romania.Qui oltre ad ENGIM erano presenti studenti di altre scuole, ma almeno stavolta non eravamo noi i “piccoli” della situazione visto che tutti eravamo di 4° o massimo di 3°. Questo viaggio rispetto all’altro mi ha aperto gli occhi su cose che prima avevo visto soltanto nei telegiornali e sulle quali non mi ero soffermato molto a riflettere visto che nemmeno lontanamente sfioravano la mia realtà quotidiana. In questo momento ho conosciuto Silvia Vescovi che in quell’occasione era la fotografa del viaggio ma poi avrebbe avuto un ruolo diverso per me. L’ultima differenza che ben ricordo rispetto al primo viaggio è il clima che si era creato con i professori che stavolta conoscevo già e con i quali potevo instaurare un rapporto diverso e cercare, per quanto possibile, di raggirarli e di avere almeno l’ultimo anno un minimo di “libertà” in più; con ottimi risultati direi.Poi purtroppo come tutte le belle cose anche la mia permanenza in ENGIM è finita con la qualifica di Tecnico, ma il mio obbiettivo era raggiungere almeno il diploma quindi avevo bisogno di cambiare scuola e qui è rientrato in gioco ENGIM e in particolar modo Cavallaro che è intervenuto facendo si che il mio passaggio in un’altra scuola non fosse traumatico ma fosse una cosa positiva come difatti è stata, visto che oltre a conoscere già alcuni nuovi compagni che avevo incontrato qualche mese prima in Romania conoscevo già anche il metodo di studio e i programmi perchè sono stato sostenuto dai professori che ad oggi ancora ringrazio visto che mi han dato gli strumenti e soprattutto la “spinta” emotiva per affrontare un passaggio in una classe già formata e quindi con ritmi diversi da quelli che conoscevo.

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Ovviamente già in quel periodo passavo di tanto in tanto a vedere come si evolveva la struttura di ENGM che in soli due anni aveva aumentato i corsi di studio e comprato una nuova sede! Dopo il diploma speravo di poter iniziare a lavorare e mettere in pratica le cose imparate in sei anni di scuola, ma il tempo non era dalla mia parte perchè dopo aver finito gli studi l’Italia era nella crisi che tutti noi conosciamo e non c’era posto per ragazzi con titoli di studio ma senza esperienza. Così quasi come scappatoia mi sono iscritto all’università e dopo i primi esami superati si è presentata qualche difficoltà sia sotto il profilo di conoscenze che sotto il profilo economico, ma di nuovo ENGIM mi ha aiutato, perchè avendo aperto un’altra sede, per inciso la 3° aveva bisogno di un segretario e appena mi è stata fatta la richiesta ho accettato visto che a parte il profilo economico mi faceva piacere avere la possibilità di rientrare in un ambiente a me noto ma con una mansione diversa e che avrebbe potuto formarmi sotto un aspetto che almeno personalmente ritengo molto importante, le relazioni interpersonali che si creano in un ambiente come la scuola. Ed è qui che ho ritrovato Silvia stavolta come coordinatrice, che mi sta aiutando con lo svoglimento delle prime mansioni, direi anche con un notevole sforzo vista la mia totale non conoscenza di questo ambito, ma soprattutto col fatto che le abitudini che ho sono più da studente che da segretario/aiutante.Beh detto questo penso che la mia esperienza con ENGIM fino ad ora sia finita, e c’è solo una cosa che posso pensare di dire a tutte le persone che fan parte di questo ente.. GRAZIE sia per il sostegno che mi è stato dato in più e più occasioni, sia per le strigliate meritate e non ma che mi han permesso comunque di crescere ma soprattutto grazie per l’ambiente che ho trovato in questa scuola sia da studente che da dipendete, un ambiente familiare e dove chiunque tu abbia vicino, in qualunque momento se nota che sei in difficoltà non ha nemmeno bisogno di chiederti se ti serve una mano, ma agisce direttamente in tuo aiuto. Forse è proprio questo che da altre parti e per esser più precisi in altre scuole manca..

ex allievo ENGIM Lombardia

DIAMO VOCE A ENGIM

Abbiamo scelto di portare una testimonianza relativa alla nostra scelta formativa. L’ENGIM ci ha permesso di iniziare a pensarci in un mondo che ci appassiona. Abbiamo scelto questo percorso formativo perché in questi tempi, molto difficili, una formazione di tipo professionale è molto importante per il nostro futuro in quanto ci offre l’opportunità di un inserimento pressoché immediato nel mondo del lavoro. Infatti questa, è una scuola che offre molti sbocchi professionali in un campo in espansione. Nell’arco dell’anno formativo, l’Ente offre la possibilità di effettuare sei settimane di stage presso aziende specializzate nel campo floro-vivaistico e nel giardinaggio. Il percorso che abbiamo scelto di frequentare offre due possibilità : è possibile fermarsi al terzo anno conseguendo la qualifica di operatore agricolo, oppure proseguire con gli studi, fino al raggiungimento del diploma da tecnico agricolo con la frequenza del quarto anno. Oltre alle competenze tecnico-professionali, questa scuola ci offre la possibilità di poter “coltivare” la nostra passione personale che è quella di poterci sperimentare in colture e opere di giardinaggio che possiamo realizzare a casa nostra con le competenze acquisite. Oltre a questo, abbiamo scelto questo tipo di formazione perché consideriamo importante il campo dell’agricoltura come elemento essenziale per il sostentamento del paese. Inoltre siamo certi che confidando nel lavoro manuale arriveremo a fine giornata soddisfatti del nostro operato.

Mattia Marchese e Andrea Milani classe 3^ op. agricolo

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Luca 18 anni“Finita la terza media ho scelto di frequentare l’Istituto Alberghiero, non perché mi piacesse, ma perché ho voluto seguire i miei amici, senza pensare che quando avrei terminato gli studi, avrei iniziato un lavoro che richiedeva la presenza durante anche i giorni festivi. Così dopo tre mesi, ho deciso di cambiare e di trasferirmi alla Ragioneria, ma non avendo tanta voglia di studiare ho perso due anni. Successivamente, ho deciso di iniziare un percorso nuovo di formazione in un CFP per cui sono venuto all’ENGIM dove ho trovato il mio percorso scolastico: “Addetto alle vendite”.Ora sono arrivato in terza, a scuola mi trovo discretamente, gli insegnanti seguono un po’ tutti i ragazzi e trovo abbastanza soddisfazione. Trovo che quello che sto studiando mi sarà utile per il futuro.”

Lucia 16 anni“Nella scelta della scuola superiore ero molto indecisa, gli insegnanti delle medie mi consigliavano scuole che io ritenevo impossibili, non riuscivo a vedermi al liceo, così mi sono fatta consigliare dai miei genitori. Loro mi hanno proposto il corso di “Addetto alle vendite” perché mi avrebbe preparata al mondo del lavoro. Per questa decisione i miei ex professori restarono delusi perché secondo loro, avrei dovuto puntare più in alto, ma io per vari motivi, alcuni anche legati alle possibilità economiche della mia famiglia, ho deciso di non scegliere altre scuole.Da quando sono entrata in questa scuola, ho visto la disponibilità dei professori ad aiutare i propri allievi nel momento in cui ne hanno bisogno. Anche se non mi sento molto portata per questo indirizzo scolastico, penso che sia una bella esperienza, soprattutto quando è arrivato il momento di affrontare lo stage, una bellissima attività lavorativa. è stato importante trovare un ambiente molto accogliente che mi facesse imparare delle cose utili per il mio futuro e che favorisse il mio inserimento lavorativo.”

Martina 16 anni“A dir la verità, quando sono venuta qui non avevo ancora le idee ben chiare. All’inizio ero indecisa perché dovevo andare al Liceo Artistico a Venezia, solo che presa dal panico, pensando che fosse una scuola troppo difficile per me, ho scelto i Giuseppini nel settore “Addetto alle vendite” perché mi piaceva molto. I miei genitori, in ogni scelta che ho fatto, mi sono sempre stati vicini, qualunque fosse stata la scuola che avessi fatto, loro mi avrebbero appoggiata, mi hanno sempre detto che l’importante era che la scuola mi piacesse e che avessi portato a termine tutti gli anni di studio con il massimo impegno possibile.Ora sono molto contenta di essere venuta in questa scuola. Ho conosciuto persone fantastiche che mi porterò sempre nel cuore, tra cui molti professori che, per la prima volta, mi hanno fatto amare le loro materie. Ho imparato molte cose nuove che non sapevo, utili per il mio futuro e di questo sono molto soddisfatta.”

Alessia 17 anni“Ho fatto la scelta di frequentare il corso di “Addetta alle vendite” perché è una formazione che dà sbocco a più possibilità lavorative. Prima di intraprendere questo corso ero in un Istituto Tecnico con indirizzo Ragioneria ma dopo tre anni ho capito che non era la scuola per me, troppo impegnativa. Avevo scelto quella scuola per seguire delle amiche e ad un certo punto mi sono resa conto dell’errore fatto, ho quindi deciso di intraprendere il corso di formazione ENGIM. I miei genitori all’inizio non erano molto d’accordo ma successivamente, venendo a visitare l’ambiente e l’Istituto si sono convinti.

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Ora in questa scuola mi trovo molto bene, mi sento molto più seguita dagli insegnanti, mi sento soddisfatta di quello che faccio e mi piacciono tutte le attività che ci fanno fare. Ora come ora, trovo che questo corso di studio sia utile per la mia vita futura, nel senso che potrò avere molte possibilità lavorative.”

Antonio 16 anni“Ho scelto questa scuola perché mi piaceva il corso di “Operatore all’autoriparazione”. Sapendo di questo mio interesse e di questa mia passione nel riparare le cose meccaniche, mi sono chiesto dove avrei potuto svolgere questa attività e iniziare il mio percorso scolastico. Mi sono dato da fare e mi sono messo a leggere i volantini iniziando a visitare diverse scuole. Mi sono confrontato con amici e conoscenti ma soprattutto con i miei genitori e, alla fine, ho scelto questa scuola perché mi sembrava la più adatta a me.In questa scuola mi trovo veramente benissimo perché ho conosciuto e fatto amicizia con delle persone stupende, che in qualsiasi momento ti aiutano a superare anche i momenti difficili. Trovo che quello che studio mi serva tantissimo per la mia vita futura, ho apprezzato tanto anche l’esperienza dello stage che mi ha fatto conoscere il mondo del lavoro più da vicino.”

Martino 16 anni“La scelta verso le scuole superiori per me non è stata tanto difficile: mi hanno aiutato i genitori e i professori della scuola media che ci hanno presentato tutti gli indirizzi possibili. Mi è servito molto andare a visitare più Istituti superiori ed avere in questo modo un’idea più completa di cosa si potesse scegliere. Io ho subito pensato all’indirizzo che più mi piaceva e più mi interessava: Meccanico autoriparatore. Ho scelto questo indirizzo senza guardare le difficoltà e senza essere influenzato da amici che magari avevano scelto altre scuole.Adesso qui all’ENGIM sto bene perché ho scoperto un settore così interessante e bello. I professori di questa scuola seguono molto i propri allievi tentando di insegnare loro il più possibile. Non sono pentito della scelta che ho fatto e trovo che quello che studio sarà veramente utile per il mio futuro.”

Angela, 18 anniHo frequentato l’istituto ENGIM per tre anni e devo ammettere che mi sono sempre trovata bene.Professori, studenti , segretarie, preside eravamo e tuttora siamo come una grande famiglia, forse questa è la grande qualità che ci distingue dalle altre scuole, c’è rispetto tra studente e professore ma anche una grande “amicizia “.Nel corso dei tre anni ho appreso conoscenze nel mondo del lavoro tramite gli stage che ho fatto e la teoria che i professori con molta pazienza ci hanno insegnato.C’è una differenza enorme per quanto riguarda il lato pratico tra la scuola e il lavoro, e non parlo solo del chiaccherare con gli amici o dell’essere più “rilassati” in classe ma di differenze più concrete, come la fatica di stare otto ore in piedi, avere un contatto diretto con i clienti mentre a scuola si lavora su delle testine. In un salone hai delle responsabilità ben precise, per conquistare una cliente ci vuole molta fatica ma per perderla basta un attimo, un semplice errore e la cliente la si perde, il sorriso non deve mancare mai e i problemi devono stare fuori dal negozio.Io per esempio il primo stage l’ho fatto tramite la scuola, dove ho maturato la mia esperienza sia nei rapporti umani che nella manualità, l’accogliere una cliente, rispondere al telefono, riconoscere tutti i tipi di capello ecc. cose molto molto importanti in un posto di lavoro. L’anno dopo ho fatto lo stage nello

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ENGIM PROGETTO CRISI

ENGIM PIEMONTE S.L. Murialdo Pinerolo ha partecipato al Progetto Crisi in qualità di partner dell’AT Pinerolo – Orbassano erogando attività di informazione e consulenza orientativa e di formazione professionale dal I quadrimestre 2010 al I quadrimestre 2013. L’esperienza ha permesso ad ENGIM PIEMONTE di vivere in primo piano l’emergenza crisi del nostro territorio svolgendo un ruolo che si è rivelato essere non solo istituzionale, legato al mandato progettuale, ma sociale nei suoi aspetti di supporto alla crisi lavorativa, economica ed inevitabilmente personale degli utenti presi in carico; va, ad esempio, segnalato che per un significativo numero utenti vi è stata una preoccupante incertezza relativa al proseguimento dell’attività lavorativa nell’azienda di appartenenza, che si è riversata nella relazione con gli operatori di ente ed ha richiesto una gestione professionale tout court della situazione.L’opportunità offerta dal progetto, di un lavoro integrato fra enti al fine di offrire un servizio completo di orientamento, formazione e ricollocazione in alcuni casi, ha consentito all’utenza di crearsi una rete di riferimento permanente così come al nostro ente di ampliare i propri contatti per eventuali collaborazioni future.

stesso salone dell’anno prima dove mi ero trovata benissimo e dove ho avuto l’occasione di proseguire il percorso che avevo iniziato.Tramite i due stage abbiamo approfondito le nostre conoscenze e rafforzato la manualità, capito come funziona un negozio, insomma abbiamo avuto la grande occasione di entrare nel mondo del lavoro in un tempo breve ma abbastanza lungo da farci capire come funziona. Io sono riuscita a trovare lavoro proprio dove ho fatto gli stage e mi ritengo molto fortunata, ne ho fatti due tramite la scuola e due estivi, in più quando aveva bisogno mi faceva un contratto a chiamata a Natale e a Pasqua. In questo negozio mi trovo molto bene, la mia titolare mi ha trasmesso l’amore per questo lavoro, le sue conoscenze e mi ha spiegato che la cliente la si conquista appena entra dalla porta; l’educazione che i professori come i genitori si dannano a farci comprendere, il rispetto per le persone, il dare del lei, sono cose molto importanti. Si pensa che il professionale sia la scuola più facile di tutte, si forse c’è meno da studiare magari non si studiano 100 pagine al giorno, ma c’è lo stesso identico impegno che ci si mette in un liceo, la stessa serietà, gli stessi valori, e una grande possibilità per entrare prima nel mondo del lavoro con più facilità ed esperienza.Lavorare mi ha aiutato a crescere e a maturare, spero di riuscire a tenermi ben stretto il posto di lavoro, i tempi sono quelli che sono e purtroppo trovare lavoro al giorno d’oggi è diventata un’impresa assai difficile; noi giovani che usciamo dalle scuole non sempre tutti abbiamo la fortuna di essere assunti subito o di trovare un lavoro attinente a ciò che abbiamo studiato. Questa è una realtà che tocca molti di noi, io ringrazio i professori la vice preside e il preside per l’aiuto che ci danno a trovare lavoro dopo aver finito il percorso con loro nell’istituto.

Allievi ENGIM Veneto - Mirano (VE)

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Mi chiamo Veronica Desantis, frequento la 3D Amministrativo Segretariale del centro di formazione professionale ENGIM di Ravenna.Entrate all’ENGIM e scordatevi di una normale concezione di scuola, poiché questa struttura fornisce molto più di semplici nozioni, compiti ed ansie per verifiche ed interrogazioni.All’ENGIM io ho trovato il calore umano, ovvero persone, professori e tutor pronti ad ascoltare ed aiutare.Di certo la cosa che mi ha colpito di più è proprio la disponibilità all’ascolto da parte dei professori, cosa che in un Liceo non accade.Infatti, quando frequentavo il Liceo, sentivo un po’ di grigiore e pesantezza, per quanto mi piacessero le materie ed avessi una buona media. Sentivo che non faceva per me e mi iscrissi a un corso per estetiste. Una volta preso l’attestato, però, non ho trovato lavoro quindi ho scelto di frequentare questo corso, sperando di avere maggiori possibilità lavorative.Passo le mie giornate in questa struttura, serena di sapere che c’è sempre qualcuno che può aiutarti sia nell’ambito scolastico sia nell’ambito personale.Qui si impara un vero lavoro, a prendere familiarità con la praticità della vita. Vengono offerti tutti gli strumenti per proiettarsi e immergersi nel mondo del lavoro.Nel corso che frequento svolgiamo lezioni professionalizzanti di contabilità, gestione dei flussi informativi

Va detto, infatti, che alcuni utenti hanno richiesto di proseguire ed approfondire le attività formative iniziate, indipendentemente dall’obbligo di svolgerle, per interesse personale e per utilità professionale, tornando anche a fine progetto con richieste in tal senso per desiderio di sperimentare nuovi orizzonti professionali così da fronteggiare con maggiori e migliori risorse l’incertezza del proprio futuro lavorativo.Anche le attività orientative hanno raccolto un buon riscontro da parte degli utenti, nella maggior parte dei casi sprovveduti di fronte all’eventualità di avviare una nuova ricerca di lavoro, poiché spesso occupati da molti anni nella medesima azienda ed in possesso di titoli di studio mediamente bassi, oppure positivamente sorpresi dall’esito della consulenza orientativa, che spesso è servita anche come sostegno e rinforzo all’autostima ed ha fornito nuovi stimoli e nuove prospettive di occupabilità, oltre ad un miglioramento delle capacità di autopromozione sul mercato del lavoro a fronte di una più chiara focalizzazione sulle proprie risorse.Il progetto crisi ha consentito ad ENGIM PIEMONTE di esercitare con una professionalità certificata il bilancio di competenze, per gli utenti che ne hanno fatto richiesta, raccogliendo consensi in termini di acquisita o sviluppata consapevolezza di sé e delle proprie risorse, maggiore sicurezza e determinazione nell’affrontare il proprio futuro professionale con nuovi stimoli di riflessione e definizione di un progetto lavorativo/formativo realistico in accordo con le proprie potenzialità ed interessi. Infine, la possibilità di riunioni e confronti periodici fra operatori ha permesso di programmare con tempestività interventi a favore di particolari categorie di utenti, gestendo situazioni di emergenza anche tramite supporti informatici condivisi che hanno creato sinergia e ottimizzato tempi e modalità di gestione del processo.Complessivamente il progetto crisi ha impegnato molte risorse e richiesto notevoli sforzi organizzativi ma ha reso ENGIM PIEMONTE protagonista di una fase storico-economico-sociale rilevante per la sua incertezza, mutevolezza, criticità, in quanto ente erogatore non solo di formazione e orientamento ma anche di valori al fine di rendere le persone accolte e protagoniste delle loro scelte in modo permanente.

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e gestione d’eventi. Queste materie servono a noi per poter imparare a fare le fatture, i documenti di trasporto, organizzare i tempi e le metodologie del lavoro, organizzare un evento o una cena lavorativa. Tante piccole cose che costituiscono la formazione pratica di una segretaria professionista.Inoltre abbiamo partecipato a un concorso che ci ha permesso di mettere in pratica tutte le nozioni acquisite. Questo progetto consisteva nella creazione di una cooperativa sociale, per cui ci siamo attivati con l’unico scopo di costituirla per davvero. Una vera e propria simulazione d’impresa, a partire dalla ricerca di uno stabile secondo la disponibilità dei nostri budget, richieste di permessi al Comune, abbiamo creato un Powerpoint che poi abbiamo presentato in pubblico.Con mia, ancora, grande soddisfazione, il progetto del mio gruppo è arrivato primo, vincendo contro classi di 4° Istituto tecnicoprofessionale.Infine abbiamo avuto anche l’occasione di fare un periodo di stage presso un’azienda, potendo tastare con mano il vero mondo del lavoro, osservando e poi mettendo in pratica ciò che ci veniva detto di fare.I professori hanno sempre supportato tutti noi, non solo a studiare e ad applicarci, ma anche a non rassegnarci e lottare per quello in cui crediamo.Entra all’ENGIM e non farai solo fatture, DDT e lettere, ma vere esperienze di vita che aiuteranno a crescere la tua persona.Per questi motivi, principalmente, credo di voler approfittare di questa qualifica per accedere al 4° anno di Olivetti e poter prendere il diploma.

Mi chiamo Mattia Stampa, ho 17 anni e frequento il Secondo anno del corso per Operatore del Punto Vendita all’ENGIM di Ravenna. La scuola mi è stata consigliata, non ne ero molto convinto, ma ora penso che sia stata la scelta giusta per me.Già da subito i prof sono stati chiari, precisi ed esaurienti.Diverse sono le materie di indirizzo: Vetrinistica, che insegna come allestire le vetrine del negozio; Gestione del punto vendita, che insegna a gestire il punto vendita, a usare la cassa e le parti fiscali del punto vendita; Merceologia e Tecniche di vendita, materie che hanno molte cose in comune perché in merceologia vengono spiegati i tessuti , taglie e tutte le informazioni necessarie sui vestiti, mentre Tecniche di vendita spiega come comportarsi con il cliente, dall’accoglienza alla fidelizzazione.Questa scuola serve molto, perché ti indica e ti porta sulla strada del lavoro, ma è importante anche se uno volesse continuare gli studi. Dopo questa esperienza, infatti, forse continuerò gli studi perché stare qui mi ha fatto ritornare la voglia di arrivare a prendere un diploma.Una cosa molto importante è lo stage, un periodo di circa 2 mesi in cui, anziché a scuola, si va in azienda o in negozio per lavorare.Se si è stati bravi durante gli stage, c’è la possibilità di essere contattati dal datore di lavoro anche successivamente. A me è successo, difatti d’estate andrò a lavorare dove ho fatto il primo stage, in cui mi sono occupato di fare accoglienza al cliente, disporre le merci nelle scaffalature e di usare la cassa. Ho dato il massimo, infatti mi hanno dato 100 euro per lo stage e sono stato molto felice perché è stato appagante.Nel corso dei due anni si possono fare due stage, uno nel settore alimentare e uno in quello del vestiario. Ora che sono al secondo anno sceglierò la seconda tipologia, sia per farmi conoscere in ambito lavorativo, sia per provare esperienze nuove.Questa scuola, anzi Ente Nazionale di formazione professionale, la consiglierò per i prof, per l’ambiente e per l’organizzazione della scuola.Rispetto a prima di entrare in questa scuola ora ho delle idee precise.

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Siamo Federica ed Elena, due ragazze di vent’anni ex studentesse dell’ENGIM.Sono passati quasi due anni dalla fine del nostro percorso e ci piacerebbe ricordare assieme a voi quegli splendidi momenti impressi nel nostro cuore. Senza dubbio, come in ogni percorso di vita, anche a noi si sono presentati diversi ostacoli ma vi assicuriamo che ne è valsa la pena.Potremmo iniziare con il descrivere le singole materie, ma crediamo risulterebbe poco originale e perché no, detto tra noi, anche noioso.Quest’oggi ci teniamo a raccontarvi che c’è ben altro rispetto ad un banco con sopra un libro. All’interno di questo viaggio, per ognuno di noi, c’è un percorso di vita, una crescita oltre che a livello culturale anche a livello umano e credeteci, è decisamente più vantaggioso.Vantaggioso perché abbiamo avuto la possibilità di relazionarci con situazioni diverse, dall’esperienza scolastica a quella di vita.Come anticipato prima, per entrambe ci sono stati momenti difficili, momenti in cui non ci sentivamo né la voglia, né la capacità di portare a termine il percorso intrapreso, momenti in cui i tuoi stessi compagni sembravano talvolta degli sconosciuti.Vi domanderete a questo punto come può esserne valsa la pena.Ebbene sì, proprio grazie ai nostri professori abbiamo trovato la forza di credere in questo breve ma intenso percorso, la forza di metterci sempre in gioco dimostrando che dopo la tempesta esce sempre il sole, in altri termini “volere è potere”.Concludiamo dicendovi di credere sempre in voi stessi, di affidarvi a chi ha più esperienza di voi, fidandovi di poterne trarre solo del beneficio.Noi ci siamo riuscite!

Sono Dadoune Chafik, nato a Torino il 25 aprile del 1994. All’età di 2 anni mi sono trasferito a Ravenna, che reputo la mia città di sempre perché di Torino non ricordo nulla. Come si può notare dal nome non ho origini italiane; i miei genitori 30 anni fa hanno deciso di lasciare il Marocco per venire in Italia.La mia carriera scolastica è sempre stata deludente rispetto alle aspettative dei miei genitori e infatti quando dovevo scegliere la scuola superiore hanno scelto loro per me perché l’Alberghiero (scuola dove volevo andare) era una scuola “inutile”.Mi sono ritrovato a Geometri, ma anche se non era la scuola che volevo frequentare mi ero trovato molto bene con i compagni e inizialmente anche con le materie. A gennaio ho mollato lo studio e mi hanno bocciato.L’anno seguente ho ricominciato lì e l’ho passato tranquillamente.Arrivato in seconda mi sono detto: “Bene, ce la faccio impegniamoci un po’”. Andavo bene e mi impegnavo, ma a marzo ho avuto un incidente e non sono riuscito a finire l’anno.Bocciato per la seconda volta, ho deciso di rifare nuovamente la seconda, ma rispetto all’anno precedente non avevo voglia. Mi hanno rimandato e invece di andare a fare l’esame di riparazione a Geometri mi sono fermato prima, all’ENGIM per inscrivermi e ovviamente ho abbandonato la mia vecchia scuola.Non dissi niente ai miei genitori dell’iscrizione alla mia nuova scuola, l’hanno saputo pochi giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico.Gli dissi che ero stanco di loro, che ero grande e che le decisioni per il mio futuro le avrei dovute prendere da solo. Non mi parlarono per due mesi, ma alla fine si sono arresi e mi hanno dato fiducia.

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Il mio primo giorno di ENGIM, corso Amministrativo Segretariale, è stato strano per me. Non conoscevo nessuno, ma non mi preoccupavo di questo perché riesco a fare nuove amicizie velocemente, più che altro non sapevo come comportarmi. Sapevo che ero una scuola particolare, ma non pensavo cosi differente dalle altre. Andare a scuola era un piacere, mi trovavo benissimo sia con i compagni sia con i professori. Si sta benissimo, sei più libero e puoi parlare liberamente con tutti i professori come se fossero tuoi amici a differenza della mia scuola precedente dove sembravamo tutti dei soldatini sui banchi con il generale sulla cattedra.Dopo diversi mesi fantastici passati a scuola siamo andati in stage, dove ero preoccupato rispetto ai miei compagni perché era il primo anno per me.Dovevo andare agli uffici della Coop Adriatica, per fortuna ero insieme al mio nuovo amico Alessandro che mi diceva di stare tranquillo e che ci saremmo trovati bene. Aveva più che ragione, mi sono trovato benissimo anche perché davo il massimo e infatti mi riempivano di complimenti. Mi dicevano che ero veloce, preciso e che imparavo in fretta, molti avevano paura che gli avrei fregato il posto.Addirittura dopo il primo mese di stage è arrivata una nuova stagista dall’Olivetti e mi hanno dato l’incarico di insegnarle tutto quello che ho imparato.Mi sentivo grande e pronto per entrare nel mondo del lavoro (anche tuttora voglio precisarlo). Grazie a colleghi fantastici ho avuto un’esperienza indimenticabile e sarebbe un sogno lavorare lì un giorno.Finito lo stage siamo tornati a scuola e abbiamo iniziato a prepararci per l’esame di qualifica. Ero contento di tornare a scuola ma allo stesso tempo dispiaciuto di aver finito lo stage.Adesso sono ancora qui che mi sto preparando all’esame, sicuro che andrà bene e posso dire che quest’anno scolastico 2012/2013, sarà il mio ultimo e più bello della mia carriera scolastica.

Allievi ENGIM EMILIA ROMAGNA - Sede di Ravenna

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Mi chiamo Scaffidi Agostino, ho 30 anni, vivo in Sicilia a Rocca di Caprileone , un paese della provincia di Messina. Sono un ex allievo del C.F.P. dell’ENGIM di S.Agata di Militello, e su richiesta della tutor Pitti ho piacere di dare questa testimonianza. Ho frequentato questa scuola circa 14 anni fa e devo dire che è stata un’ottima scelta. Mi piaceva andare a scuola ed imparare nuove cose. Il mio sogno era quello di diventare un elettricista, ero davvero convinto che questa scuola potesse formarmi per poterlo diventare. Infatti le mie aspettative sono state ripagate sia sul piano tecnico che su quello umano. Una volta finito il corso ho trovato subito lavoro e devo dire che sono stato davvero fortunato. Dopo anni di sacrifici finalmente sono riuscito ad aprire una piccola azienda” SCAFFIDI project” con due dipendenti. Io, insieme ai miei collaboratori ci occupiamo un po’ di tutto, di impianti elettrici civili ed industriali, di termoidraulica, di antennistica, ecc...Siamo molto disponibili ed accorti con i nostri clienti e nonostante il periodo di crisi in cui viviamo il lavoro non manca. Mi auguro che le cose vadano sempre meglio. Oggi che ho creato anche una bella famiglia sono davvero soddisfatto della mia vita e del mio lavoro e ai giovani che oggi hanno difficoltà a trovare un’occupazione consiglio vivamente di intraprendere il mio stesso percorso formativo. Ora dalla mia posizione sono contento di poter offrire ai giovani colleghi che frequentano il C.F.P. ENGIM l’opportunità di fare lo stage presso la mia azienda ed eventualmente assumerli alle mie dipendenze. Grazie ENGIM

ex allievo ENGIM Sicilia - S.Agata di Militello

Michela (settore del benessere estetico)• Mi chiamo Michela, provengo dalla scuola media , ho scelto la formazione professionale per

la passione per l’estetica che ho sempre avuto sin dall’infanzia. La scuola ENGIM mi è stata presentata da un Tutor che è venuto a fare orientamento presso la scuola media. L’ENGIM mi ha colpito già dall’orientamento, gli insegnanti ci hanno fatto capire subito come comportarci in ambito professionale . le mie aspettative sono molto alte, con le buone basi che avrò all’ENGIM , spero di trovare lavoro presto magari anche all’estero.

Denise (settore del benessere estetico)• Mi chiamo Denise e vengo dalla scuola media E.Biagi. Ho scelto l’ENGIM perché mi è sembrata

una scuola seria. Sono venuta a conoscenza di questa scuola tramite il fidanzato di mia cugina. La scelta fatta mi ha dato ragione, infatti l’ENGIM si è rivelata una scuola come si deve, specialmente dal punto di vista della serietà

Amal (settore del benessere estetico)• Mi chiamo Amal e vengo dalla scuola Moscati, ho scelto questa scuola per la passione che ho

sempre avuto per l’estetica e vedendola pubblicizzata su un volantino mi sono decisa ad iscrivermi. Ormai è il secondo anno che la frequento e non mi sono mai pentita di averla scelta. Le aspettative sono molte, l’impegno è costante e non si smette mai di imparare

Nicholas (settore elettronico)• Questa scuola l’ho scelta io perché al liceo ,come avrebbero voluto i miei genitori, non ce l’avrei

fatta. Qui all’ENGIM ho ritrovato fiducia in me stesso,i professori mi seguono di più, il loro approccio è più confidenziale e fanno di tutto per farmi raggiungere gli obiettivi nonostante i miei limiti.

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Andres (settore elettronico)• La mia prima esperienza scolastica in Italia l’ho avuta in un ITIS di Frascati ,gli insegnanti non

hanno capito la mia difficoltà linguistica e di conseguenza ho dovuto abbandonare. Arrivato all’ENGIM mi sono sentito accolto , ascoltato e soprattutto aiutato. Grazie a ciò ho migliorato la conoscenza della lingua italiana e di conseguenza riesco a capire bene anche le altre materie.

Kim (settore elettronico)• Nelle altre scuole mi addormentavo spesso e ho fatto così anche i primi giorni in questa scuola ,ma

grazie al costante interessamento degli insegnanti ho capito che era meglio stare svegli e grazie a loro ho scoperto , per la prima volta, di andare anche bene a scuola. Sento finalmente di essere profondamente cambiato.

Kristel (settore Benessere acconciatura)• Ho scelto questa scuola perché alcune mie amiche che l’hanno frequentata me ne hanno parlato

bene. Frequentandola mi sono resa conto che avevano ragione. Mi aspetto che questa scuola mi prepari al meglio per il modo del lavoro dato che ho molte ambizioni per il mio futuro. Se potessi tornare indietro nel tempo, non sprecherei i due anni di tempo che ho “buttato”nell’altra scuola, poiché qui ho trovato docenti migliori e un ambiente più tranquillo.

Martina (settore del benessere acconciatura)• Provengo dalle scuole medie,ho scelto questa scuola perché credo sia l’unica che ti prepari

veramente per il mondo del lavoro. In realtà a Roma ce ne sono anche altre,ma sono diverse perché non si occupano così tanto degli alunni come se fossero dei figli. L’ENGIM si può dire che sia come una famiglia, se possono aiutarti ,lo fanno, ascoltano i tuoi problemi , ti rassicurano e si prendono cura di te. Io mi ritengo fortunata a frequentare questa scuola perché è veramente ottima. A partire dal Direttore fino ai bidelli, sono tutte persone speciali per non parlare poi degli insegnanti che non finirò mi di ringraziare per il loro impegno nei miei riguardi.

Federico (settore Benessere acconciatura)• Sono Federico e vengo dall’ITIS Volta , l’ENGIM l’ho conosciuto grazie ad alcune amicizie.

Questa estate sono andato ad aiutare un parrucchiere amico di famiglia e lì ho scoperto la passione per questo lavoro. Allora ho deciso di iscrivermi per diventare acconciatore. Al confronto con le altre scuole , questa mi sembra più stimolante perché si fanno circa 3 ore di laboratorio al giorno, mentre nella mia ex scuola o si dormiva o si andava al bar.

Thomas (settore Benessere acconciatura)• Provengo dalla scuola di Tragliata ho scelto l’ENGIM perché me ne ha parlato bene mia cugina

e nell’offerta formativa ho trovato la figura professionale che mi piaceva. Da questa scuola mi aspetto che mi prepari bene per poter andare a lavorare nel più breve tempo possibile. Rispetto all’altra scuola che frequentavo, qui mi sento più tutelato.

Matteo (settore elettrico)• Provengo dalla scuola media e ho scelto la formazione professionale perché mia avevano detto

che non si faceva niente e lo studio era praticamente inesistente. Nei primi giorni di scuola invece ho capito che le cose qui all’ENGIM non sono così. Ho cominciato a lavorare in laboratorio e le cose mi sono iniziate a piacere tanto che ho iniziato a studiare anche le materie teoriche. Ad oggi posso dire che mi trovo bene con i compagni e con gli insegnanti e riguardo alle voci sulla formazione professionale posso affermare che non sono vere , ma al contrario si lavora bene e si apprende tanto.

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Matteo (settore elettrico)• Ho la licenza media e lo scorso anno mi sono iscritto all’Istituto Tecnico per geometri da dove

però mi sono ritirato perché non mi piaceva più. Quindi quest’anno mi sono iscritto all’ENGIM su suggerimento di amici che già l’avevano frequentata e che si erano trovati bene. Ho scelto questa scuola perché penso mi possa insegnare bene un vero mestiere : l’elettricista. Mi sono trovato bene in quanto ci sono laboratori attrezzati ,si fanno parecchie ore di laboratorio , che comunque è la base per apprendere un lavoro, e in più ci sono gli insegnanti qualificati e seri.

Gli ex allievi ci dicono:Rubel (settore elettronico)

• Ho frequentato un corso di” montatore riparatore di apparecchiature elettroniche” all’ENGIM San Paolo di Roma per tre anni. Ho avuto modo di conoscere la scuola tramite l’orientamento effettuato da operatori dell’ENGIM presso la scuola media che frequentavo. Quando mi hanno presentato il corso, ho visto che avrei potuto studiare le materie elettronica e informatica che mi piacevano particolarmente e ,soprattutto ,mi è piaciuto il fatto di poter fare tre ore di laboratorio tutti i giorni. Quando poi ho saputo che sarei andato in azienda per lo stage formativo al secondo e terzo anno,non ho avuto dubbi,mi sono iscritto. Tutto ciò che mi era stato descritto dai tutor ho potuto riscontrarlo nei tre anni che ho frequentato. Lo stage che mi è stato proposto ha soddisfatto in pieno le mie aspettative anche se ho potuto fare solo la parte di informatica. Grazie al percorso formativo scelto e all’impegno degli insegnanti, che hanno cercato di fare di me un buon tecnico,attualmente lavoro a tempo indeterminato presso la Samsung settore riparazione telefonia come tecnico di 2° e 3° livello ( sostituisco parti di ricambio e lavoro sulle schede logiche).

Allievi ENGIM S. Paolo Giuseppini del Murialdo

Da più parti e da più persone è stato continuamente detto e sottolineato che l’istruzione e la formazione di noi, giovani generazioni, rappresentano un compito fondamentale e decisivo per la crescita delle persone e per lo sviluppo della società. E noi, allievi di ENGIM SICILIA, possiamo e vogliamo testimoniare l’impegno quotidiano del nostro CFP nel formare coscienze autonome e libere, capaci di leggere in maniera critica la realtà, nei suoi aspetti sociali, politici, economici, ed esperti professionisti che, nei loro specifici settori ed ambiti, diffondano una sana cultura del lavoro, fondata su professionalità, competenze ed abilità di livello.Vogliamo essere e siamo testimoni di una formazione completa, di qualità, sia umana che professionale, lontana e totalmente diversa dai pregiudizi e le maldicenze spesso diffusi sulla formazione professionale in Sicilia.Vogliamo essere e siamo testimoni di una formazione buona e di una formazione giusta!Grazie al lavoro dei docenti, che non si sono mai arresi di fronte a nessuna difficoltà, anche grossa, abbiamo compreso e comprendiamo ogni giorno che la vita è come un lungo cammino, pieno di ostacoli, di fronte ai quali non bisogna arrendersi, ma trovare il modo per superarli, anche se con fatica.Nel nostro centro abbiamo una grande ricchezza: abbiamo dei “grandi formatori”, dei docenti che riescono a trasmettere amore ed interesse per le materie insegnate, che spiegano con la testa e con il

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cuore, che sanno ascoltare e consigliare, pronti sempre a ricordarti ed indicarti i valori importanti della vita. Ci dispiace tanto per tutti gli alunni che non hanno professori come loro!Il nostro Centro è come una seconda famiglia, che si prende cura di noi, cii osserva, accompagna, sostiene, incoraggia, ma anche ci “sgrida”, ammonisce, facendoci riconoscere i nostri errori e i danni che ne potrebbero scaturire.In ambito professionale, siamo continuamente stimolati ad acquisire conoscenze, competenze e abilità utili nella ricerca del lavoro o nello svolgimento del nostro futuro lavorativo, come la puntualità e la precisione nella consegna, la capacità di progettazione e l’esecuzione dei lavori: in poche parole è sempre posta alla nostra attenzione la “professionalità” propria del lavoro e specifica del settore. Riceviamo continui stimoli per la nostra crescita personale, dal punto di vista relazionale, dei rapporti professionali, dei rapporti sociali, delle amicizie: i formatori non si limitano mai alla semplice formazione, alla sola trasmissione dei saperi, ma curano anche il lato umano e l’educazione spirituale, ricordandoci l’esempio e gli insegnamenti di San Leonardo Murialdo.E’ proprio questa la nostra marcia in più: il carisma del Murialdo e dell’Ente che a Lui si ispira, che non vuole noi allievi, nessuno escluso, soprattutto i più deboli e disagiati, “secondi a nessuno”.Questa breve, ma ci auguriamo significativa testimonianza, vuole essere il nostro grazie a quanti (direttori, coordinatori, formatori, amministrativi, ausiliari…) ogni giorno si impegnano a promuoverci come persona in tutte le dimensioni e a qualificare i processi di insegnamento/apprendimento che ci riguardano.

Grazie di cuore e con il cuore!

Allievi ed allieve ENGIM SICILIA – CFP ARTIGIANELLI DI GIORGIO- CEFALU’

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Io sono entrato a far parte del Patronato al secondo anno formativo, in quanto provenivo da un Istituto Tecnico Agrario di Padova.Ho scelto questa scuola perché la meccanica è il mio secondo hobby preferito e ho seguito i consigli e le orme di mio fratello che ha frequentato l’ENGIM alcuni anni fa e che gli ha permesso in breve tempo, dopo la qualifica, di trovare un posto di lavoro presso un’azienda metalmeccanica.Ho scelto questa scuola perché, prima di lasciare la scuola agraria, ho potuto fare un’esperienza di stage di una settimana al Patronato e la cosa che mi ha fatto decidere di passare al CFP è stato il buon rapporto che ho subito percepito tra allievi e professori . Alessandro

La scelta del CFP è stata da me ben pensata! Ho proprio azzeccato la scuola che fa per me!L’indirizzo professionale però è stato casuale dato che non conoscevo niente degli indirizzi che la scuola mi ha proposto durante l’iscrizione. Per me la meccanica non significava assolutamente niente, almeno fino all’inizio dell’anno scolastico.Ma la prima volta che sono entrato in laboratorio meccanico e ho visto le macchine utensili ho capito che la scuola e la scelta mi sarebbe piaciuta.Quindi ho azzeccato anche la seconda scelta: la meccanica è diventata la mia passione.Al secondo anno ho svolto uno stage presso un’azienda e mi sono appassionato ancora di più. Dopo poche settimane sono stato subito in grado di usare macchine utensili e attrezzi. Ho conosciuto molte persone che mi hanno aiutato sia a scuola che in azienda.…e pensare che è stata una scelta totalmente casuale! Riccardo

Personalmente alla fine della terza media ho deciso di frequentare l’ENGIM Veneto Patronato Leone XIII di Vicenza in quanto mi sembrava la scelta migliore nell’ambito della formazione.Attraverso l’iniziativa della “Scuola aperta“ ho capito molto e ho avuto la certezza di aver fatto la scelta giusta.Mi piace in particolar modo il rapporto che abbiamo con gli insegnanti, perché loro fanno di tutto per darci un aiuto.Per quanto riguarda la parte pratica sono contento di aver provato diversi laboratori (meccanico, elettrico, idraulico) prima di scegliere definitivamente l’indirizzo.

Sono, quindi, contento della scelta che ho fatto, in quanto mi ha dato la possibilità di imparare molto… non pensavo che gli argomenti affrontati a scuola fossero così interessanti! Samuele

Mi sono iscritto a questa scuola in modo semplice e buffo, solo perché mi piaceva il nome. Potevo iscrivermi anche in un’altra scuola dove c’erano gli stessi indirizzi ma sapevo che al CFP c’è molta più pratica che teoria. In questa scuola mi trovo decisamente bene, ho buoni rapporti con gli insegnanti e con i compagni. La cosa interessante è che in classe ci sono ragazzi più grandi perché anche loro hanno vissuto l’esperienza della bocciatura alle medie: cosa che se ci penso mi fa ancora un po’ stare male.

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In classe ci sono ragazzi che provengono da altre scuole, da altri Paesi, con età diverse: tutto ciò mi insegna a scoprire il valore della diversità.Anche se rimarrò in questa scuola solo tre anni, ho appreso già molte cose: so usare un tornio, so assemblare pannelli elettrici con tensioni elevate, proprio come se mi trovassi a fare un circuito di una casa o di un’azienda. Tra qualche mese mi aspetta lo stage: un periodo in cui andrò a lavorare in un’azienda e potrò calarmi nel mondo del lavoro.Considero il CFP una fionda: la persona è il sasso che viene lanciato verso il mondo del lavoro. A volte mi disturba qualche amico che mi dice che frequento il CFP perché è una scuola facile dove c’è poco da studiare. Ma io so che tra un po’ uscirò da questa scuola e potrò subito trovare un lavoro e questo per me è già tanto. Ramon

La scelta di questa scuola è stata quasi casuale: ho avuto problemi con l’iscrizione presso altre scuole e mi sono ritrovata a settembre, praticamente senza una meta.Alla fine, la meta si è rivelata questa scuola e sinceramente all’inizio ero dispiaciuta perché non mi piaceva molto, ne avevo sentito parlar male ed ero abbastanza intimorita.Poi però, ho cominciato il primo anno e mi sono ricreduta: avevo trovato un ambiente molto calmo e un’atmosfera davvero tranquilla.Gli insegnanti mi hanno accolta in modo caloroso e ne sono stata felice.Il primo anno mi ero appassionata molto alle tecniche della grafica, soprattutto ad un lavoro di pittura su legno: mi piaceva davvero molto, perché mi appassiona tanto disegnare e dipingere.Finito il primo anno, avevo molta voglia di tornare a scuola perché ci avevano accennato che avremmo avuto molte materie nuove. La materia nuova principale era la grafica al computer. Mi piaceva moltissimo imparare ad utilizzare i programmi grafici, anche se ogni tanto mi arrabbiavo se qualcosa non mi riusciva come avrei voluto.Un’altra cosa che mi ha appassionato molto è stato lo stage compiuto in un arco di 160 ore presso un’azienda grafica: nel corso di questa esperienza ho acquisito moltissime competenze che mi sono servite anche nel corso del terzo anno. Con l’avvio dell’ultimo anno, ho dimostrato sempre maggiori competenze, raggiungendo via via risultati sempre migliori.Quest’anno lo stage durerà 240 ore e sinceramente non vedo l’ora di cominciare, perché mi piace molto l’esperienza lavorativa.Spero che terminato il terzo anno, io riesca a trovare un buon lavoro, possibilmente nel settore della grafica perchè mi piace molto questo “mondo”: l’ideale sarebbe lavorare nell’azienda in cui ho svolto lo stage, perché mi ci sono trovata molto bene. In conclusione sono felicissima di aver intrapreso questo viaggio, perché mi sono trovata benissimo e mi sento di consigliare a chiunque di venire in questa scuola. Zorana

Quando sono venuta in questa scuola non avevo idea di quale sbocco potesse darmi: l’ho scelta perché mi piacevano sia il disegno che il computer. Quindi si è trattato di una scelta quasi casuale e quando sono arrivata avevo paura che non mi piacesse e di non trovarmi bene.Fin dal primo giorno invece ho trovato dei professori davvero fantastici, disposti ad aiutarmi sempre e dei compagni che mi hanno saputo accogliere facendomi sentire subito a mio agio.

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Il secondo e terzo anno sono stati i più belli perché sono potuta entrare a diretto contatto col mondo della grafica, creando brand, siti web e soprattutto stage formativi presso aziende grafiche.Alla fine quindi questa scuola si è rivelata la mia salvezza perché mi ha trasmesso davvero tanto: so che quando uscirò da qui, potrò avviarmi con grande professionalità verso il mondo della grafica, mettendoci le competenze acquisite e tutta la mia passione.Ho tanti progetti per il mio futuro ma l’intenzione primaria per ora è quella di proseguire gli studi superiori per conseguire un diploma.

Alessia

All’inizio del mio percorso scolastico al CFP mi sentivo del tutto spaesata e priva di conoscenze in questo ambito.Successivamente però mi sono resa conto che avevo fatto una scelta davvero azzeccata: ho iniziato a conoscere programmi nuovi, imparando a compiere foto manipolazioni e producendo bozze per locandine pubblicitarie, appassionandomi sempre di più a questo settore.Questa è una realtà che ti porta ni dimensioni diverse, facendo uscire dagli schemi chiunque.Questo corso permette di dare sfogo alla propria creatività: una grande fantasia che in qualsiasi altro settore potrebbe sembrare eccessiva, nella grafica è un valore aggiunto: esprimere emozioni tramite il disegno e manifestare il proprio modo di percepire la realtà è veramente liberatorio.Oltre all’attività scolastica, questa scuola offre anche la possibilità di praticare degli stage, delle attività di gruppo e molto altro.Oggi che stiamo vivendo nell’era della tecnologia, questo settore ci permette di ampliare le nostre conoscenze in questo ambito, avviandoci verso un futuro lavorativo che può rivelarsi molto interessante, soprattutto per quei ragazzi che si dimostrano particolarmente creativi, pieni di idee e all’avanguardia.

Jessica

Frequento la terza classe del corso di elettromeccanica presso l’ENGIM di Vicenza.Mi sono iscritto in questo centro di formazione professionale dopo aver peregrinato di scuola in scuola; avevo collezionato così tante insoddisfazioni e fallimenti che consideravo il Patronato l’ultima opportunità per potermi inserire nel sistema scolastico. Gli insuccessi subiti mi avevano portato non solo a detestare lo studio, ma anche a chiudermi in me stesso, a essere insicuro, a credere di non valere nulla. Non ho bei ricordi degli anni passati… I miei ex professori erano poco disponibili, poco attenti a noi ragazzi e soprattutto per niente propensi al dialogo; ora, qui all’ENGIM, dagli insegnanti mi sento invece considerato, capito, incoraggiato. Credo che, se sono cresciuto, se sono maturato, se ho riacquistato fiducia in me, lo devo in parte a loro. Sono riusciti a far emergere i miei talenti e le mie qualità e non si sono mai limitati a somministrare unicamente nozioni, perché sempre hanno cercato di trasmettere valori e stili di vita. Alla fine di questo percorso, quando otterrò la qualifica, non sarò dunque solo un bravo elettromeccanico, ma credo anche una bella persona.

Cristian

Allievi di ENGIM VENETO

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I Centri di Formazione Professionale: una “rete” di salvataggio contro l’insuccesso e la dispersione scolastica

“Poveri e abbandonati: ecco i due requisiti che costruiscono un giovane come uno dei nostri, e quanto più è povero ed abbandonato, tanto più è dei nostri. (…)Forse noi dimentichiamo troppo qualche volta questa condizione dei giovani (…) Non appena un giovane si mostra di indole infelice, di carattere indisciplinato, riottoso all’educazione, altiero, caparbio o procedente anzi di male in peggio, tantosto ci disgustiamo, ci disanimiamo, e brameremmo senz’altro che quel poverino ci togliesse ogni fastidio andandosene pei fatti suoi e i suoi vizi.

San Leonardo Murialdo1

“Qual è l’’unico problema della scuola? Sono i ragazzi che perde”I ragazzi di Barbiana

Alcuni giovani che frequentano il Centro di Formazione Professionale ENGIM “Patronato Leone XIII” di Vicenza, hanno vissuto l’insuccesso scolastico e hanno rischiato di abbandonare gli studi senza acquisire un titolo di studio superiore. Il fenomeno coinvolge anche molti giovani della scuola italiana che si rivolgono, come ultima chance, a un CFP: realtà educativa che accoglie giovani “poveri e abbandonati” e li pone al centro dell’azione preventiva e formativa.

San Leonardo Murialdo accoglieva e ospitava centinaia di giovani presso l’Istituto Artigianelli di Torino, prelevandoli dalle strade, “ancora più poveri di quelli che frequentavano gli oratori perché privi di una famiglia, orfani, o comunque abbandonati, o con genitori che non erano in grado di assicurare loro i mezzi per vivere e un’educazione”2, destinati alla devianza, alla delinquenza e all’emarginazione; dava loro supporto fisico, morale e spirituale e, con percorsi educativi e di formazione, li avviava a un lavoro con professionalità e con adeguate competenze.

Più di 40 anni fa, Don Lorenzo Milani considerava la bocciatura e il voto strumenti utilizzati da una scuola di classe che escludeva molti a beneficio di pochi. La “Scuola di Barbiana” ha dimostrato come non sia precluso ad alcuno il successo scolastico se l’obiettivo principale della scuola è l’accoglienza e il bene dei giovani e non la selezione e l’esclusione.

La “povertà” dei tempi del Murialdo si manifesta ancora oggi nei giovani, in altre forme, privandoli di valori (personali, familiari), di motivazioni, di mezzi (culturali, cognitivi, fisici, economici) che impediscono la crescita personale e professionale. Da considerare in particolare la condizione di “povertà culturale e sociale” di quei giovani che vivono ai margini per la loro origine straniera e sono penalizzati nel possedere la padronanza linguistica e culturale di base, con conseguente difficoltà di integrazione nella scuola e nella società andando a incrementare il numero di coloro che abbandonano gli studi.

L’“abbandono” potrebbe essere una condizione di smarrimento (fisico, psicologico e affettivo): quando un giovane vive in una situazione di carenza o privazione di riferimenti famigliari (disgregazioni, mancanza di figure genitoriali mature), sociali (frequentazioni di gruppi con comportamenti devianti, comunità emarginate), o dove mancano istituzioni forti (scuola, Stato, società civile…).

1 Murialdo L., Epistolario III, n. 1069 XVIII I “nostri” giovani Vol. X. Torino 1828-1900. 2 Dotta G. a cura di (2003), La pedagogia del Murialdo – Sintesi del Seminario di studio della Famiglia del Murialdo, Roma, pag.4.

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Un giovane si potrebbe ritrovare “solo” quando rifiuta o abbandona una scuola considerata ostile, che non ha saputo, o potuto, prestare la giusta attenzione alle sue personali esigenze.

Le recenti stime ISTAT evidenziano come il fenomeno della dispersione e dell’insuccesso stia diventando un vero allarme per la scuola italiana: nel 2012 sono stati circa 700.000 gli studenti della scuola media che, andando incontro a bocciatura, hanno abbandonato gli studi facendo perdere le proprie tracce o non sono stati neppure scrutinati per le troppe assenze. Con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi, l’Italia è ancora lontana dal traguardo europeo 2020 del 10%: dato allarmante che ci pone in fondo alla classifica dei Paesi dell’Unione.

Nei CFP si contrasta la dispersione scolastica: nella Regione Veneto e in alcune altre del nostro Paese sono presenze di fondamentale importanza che spesso non vengono adeguatamente riconosciute e valorizzate dall’opinione pubblica.

I ragazzi che intraprendono il percorso di studi presso un CFP, sono spesso considerati giovani “non portati per gli studi” non solo da un sistema scolastico tradizionalmente nozionistico, rigido e uniformante ma spesso anche dagli adulti a loro vicini.

Se invece si pongono al centro il progetto personale e le esigenze formative di ciascuno, si può ipotizzare che sia la scuola a rispondere con difficoltà alle richieste di questi giovani che hanno aspettative semplici: imparare attraverso le attività pratiche (non solo quelle legate ai laboratori tecnici) che evidenziano le loro capacità operative e danno senso al loro agire.

Le necessità educative e formative dei giovani che scelgono il CFP mettono in luce fattori di criticità del sistema scolastico tradizionale, ancora troppo fondato sull’astrazione degli insegnamenti, sulla valorizzazione dell’intelligenza cognitiva e deduttiva (analitica e mnemonica), sulla padronanza del linguaggio, sull’astrazione dalla realtà, sulla comprensione verbale. Con queste condizioni, i ragazzi che non rispondono alle caratteristiche attese, presentano un maggiore rischio di rimanere esclusi dalla scuola.

La sfida quotidiana in un CFP è di creare una comunità educante con il giusto equilibrio tra apprendimento e pratiche per far acquisire ai giovani competenze in grado di farli agire per risolvere problemi, partendo da compiti reali svolti in momenti e ambienti comuni, tra aule e laboratori. Azione formativa efficace che, per il CFP “Patronato Leone XIII” di Vicenza viene pienamente riconosciuta anche dalle oltre trecento aziende vicentine che ogni anno sono disponibili ad ospitare i nostri allievi per lo stage.

La “rete” di salvataggio per i tanti giovani che abbandonano la scuola tradizionale è l’Ente di formazione, dotato di una propria organizzazione, vocazione e missione educativo-sociale, e i formatori, figure di riferimento, con peculiari caratteristiche umane, deontologiche e tecniche.

Il formatore che opera in un CFP esce dalla logica dell’insegnamento curricolare tradizionale e si pone come facilitatore dell’apprendimento affinché l’allievo si mobiliti innanzi a compiti e problemi reali che siano da stimolo verso l’autonomia e l’iniziativa al fare che lo coinvolga a livello personale: prerequisiti fondamentali per poter acquisire le competenze attraverso l’ “imparare facendo”.

Facilitare l’apprendimento non significa rendere facile, banale, o abbassare il livello di complessità degli obiettivi didattici, ma offrire a tutti l’opportunità di imparare in modo gratificante e favorire la motivazione e il piacere ad apprendere nel rispetto delle singole potenzialità individuali.

Messina Lorenzo Formatore presso il CFP ENGIM “Patronato Leone XIII” - Vicenza

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da i nos t r i cen t r i

Mi chiamo *******, sono un ex allievo dell’ENGIM SICILIA – CFP Artigianelli Di Giorgio, dove ho frequentato un percorso triennale di istruzione e formazione del settore industria.

Gli anni trascorsi agli Artigianelli li vedo oggi in una luce diversa: il Centro ha fatto di me un uomo ed un lavoratore, di cui la mia famiglia è orgogliosa.

A dire il vero, durante gli anni della mia frequenza, non sempre ho compreso le attenzioni, gli stimoli, le correzioni che mi venivano rivolte…

Oggi posso dire che senza di esse non sarei quello che sono!Tra i banchi, le aule, i laboratori del CFP ho imparato ad essere sempre più responsabile, attento a me

stesso e agli altri, ho imparato ad essere un “professionista”Guardando indietro colgo l’importanza di quei momenti formativi che magari ci facevano sbuffare,

ma che poi finivano con il coinvolgerci e farci riflettere. Vorrei dire agli allievi di oggi di non perderne nemmeno uno ed apprezzare da subito ogni occasione di crescita umana e professionale e, perché no, spirituale. Non tutti hanno la possibilità di avere una scuola come la nostra, che, insieme alle discipline, alla pratica, dedica tempo, risorse ed attenzioni alla crescita interiore, morale e religiosa dei propri allievi.

Oggi sono un lavoratore e lo reputo una grande fortuna, specie in un momento difficile come quello che stiamo vivendo!

Il lavoro che ho e che svolgo con passione ed entusiasmo è come un regalo dell’ENGIM Sicilia: infatti ho trovato lavoro presso la ditta in cui ho svolto lo stage formativo del terzo anno, che ha creduto in me e nelle mie capacità.

Un altro motivo, non meno importante degli altri, per ringraziare quello che sento come il mio CFPARTIGIANELLI di Giorgio di Cefalù.

Da più parti e da più persone è stato continuamente detto e sottolineato che l’istruzione e la formazione di noi, giovani generazioni, rappresentano un compito fondamentale e decisivo per la crescita delle persone e per lo sviluppo della società.

E noi, allievi di ENGIM SICILIA, possiamo e vogliamo testimoniare l’impegno quotidiano del nostro CFP nel formare coscienze autonome e libere, capaci di leggere in maniera critica la realtà, nei suoi aspetti sociali, politici, economici, ed esperti professionisti che, nei loro specifici settori ed ambiti, diffondano una sana cultura del lavoro, fondata su professionalità, competenze ed abilità di livello.

Vogliamo essere e siamo testimoni di una formazione completa, di qualità, sia umana che professionale, lontana e totalmente diversa dai pregiudizi e le maldicenze spesso diffusi sulla formazione professionale in Sicilia.

Vogliamo essere e siamo testimoni di una formazione buona e di una formazione giusta!Grazie al lavoro dei docenti, che non si sono mai arresi di fronte a nessuna difficoltà, anche grossa,

abbiamo compreso e comprendiamo ogni giorno che la vita è come un lungo cammino, pieno di ostacoli, di fronte ai quali non bisogna arrendersi, ma trovare il modo per superarli, anche se con fatica.

Nel nostro centro abbiamo una grande ricchezza: abbiamo dei “grandi formatori”, dei docenti che riescono a trasmettere amore ed interesse per le materie insegnate, che spiegano con la testa e con il cuore, che sanno ascoltare e consigliare, pronti sempre a ricordarti ed indicarti i valori importanti della vita. Ci dispiace tanto per tutti gli alunni che non hanno professori come loro!

Il nostro Centro è come una seconda famiglia, che si prende cura di noi, ci osserva, accompagna,

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da i nos t r i cen t r i

sostiene, incoraggia, ma anche ci “sgrida”, ammonisce, facendoci riconoscere i nostri errori e i danni che ne potrebbero scaturire.

In ambito professionale, siamo continuamente stimolati ad acquisire conoscenze, competenze e abilità utili nella ricerca del lavoro o nello svolgimento del nostro futuro lavorativo, come la puntualità e la precisione nella consegna, la capacità di progettazione e l’esecuzione dei lavori: in poche parole è sempre posta alla nostra attenzione la “professionalità” propria del lavoro e specifica del settore.

Riceviamo continui stimoli per la nostra crescita personale, dal punto di vista relazionale, dei rapporti professionali, dei rapporti sociali, delle amicizie: i formatori non si limitano mai alla semplice formazione, alla sola trasmissione dei saperi, ma curano anche il lato umano e l’educazione spirituale, ricordandoci l’esempio e gli insegnamenti di San Leonardo Murialdo.

E’ proprio questa la nostra marcia in più: il carisma del Murialdo e dell’Ente che a Lui si ispira, che non vuole noi allievi, nessuno escluso, soprattutto i più deboli e disagiati, “secondi a nessuno”.

Questa breve, ma ci auguriamo significativa testimonianza, vuole essere il nostro grazie a quanti (direttori, coordinatori, formatori, amministrativi, ausiliari…) ogni giorno si impegnano a promuoverci come persona in tutte le dimensioni e a qualificare i processi di insegnamento/apprendimento che ci riguardano.

Grazie di cuore e con il cuore!

Allievi ed allieve ENGIM SICILIA – CFP ARTIGIANELLI DI GIORGIO- CEFALU’

Testimonianze da parte di ex allieviHo scelto questa scuola per la passione che poi è cresciuta . Rifarei la stessa scelta magari questa volta in pasticceria. Ho lavorato nel settore con piacere e soprattutto in cucina, dove l’anno scorso avevo svolto lo stage. Ora cerco servizio in sala per avere per avere il tempo di prendermi la patente.

Testimonianza di un allievo frequentante la scuolaFrequento con piacere questa scuola. Riesco a divertirmi studiando e mi sento a casa. A volte però sento la lontananza dai miei ma la scelta mi soddisfa e spero di riuscire a trovare lavoro finita la scuola. Attualmente sto frequentando il secondo anno di cucina e sala bar. Non vedo l’ora di iniziare lo stage a Parma. Possibilità che mi è stata data dalla scuola.

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da i nos t r i cen t r i

PADRE PuGLISI: L’ESEMPIO DI uNA VITA COME AMORE

Lo scorso settembre, gli allievi del terzo anno del Corso per Operatore ai Servizi di Promozione e Accoglienza della sede Engim “G. Canova” di Termini Imerese, fra le attività rientranti nel programma di Religione, hanno aderito al concorso “Io nato dopo le stragi”, nell’ambito del Festival della Legalità, la cui premiazione si è svolta a Palermo, presso Villa Filippina. Il nostro prof. di Religione, Giorgio Rini, ci ha proposto un’attività didattica sulla figura del noto sacerdote di Brancaccio, sulla sua storia e sui principi che ha voluto trasmettere. Abbiamo anche assistito tutti insieme alla visione del film “Alla luce del sole”. E’ stato un film emozionante, che ci ha toccati nel profondo.Le nostre compagne di classe Denisè Lo Bello e Natalia Corso, hanno anche svolto un elaborato che è stato inviato alla commissione del Festival della Legalità.Denisè e Natalia, parlando alla classe del lavoro svolto, dicono che secondo loro «il messaggio che voleva trasmettere Padre Puglisi è riuscito a raggiungere il cuore della gente, che, pur avendo capito ciò

che voleva dire, si è trovata ad essere impedita, spaventata, terrificata dalla mafia. Padre Puglisi voleva trasmettere alla gente e in particolare ai bambini il valore della vita come amore, lealtà e onestà e non solo la concezione di un’esistenza vista come espressione di soprusi e di crudeltà nei confronti dei più deboli. Purtroppo gli fu impedito di portare avanti il suo obiettivo e, uccidendolo, lo costrinsero a “tacere”. Il silenzio non è sempre un concetto negativo, perché può essere il punto di partenza per una riflessione interiore, tuttavia, secondo la mentalità mafiosa, costringere al silenzio significa far restare nella paura, impedire di ribellarsi, di controbattere attraverso le idee personali.

Don Puglisi rappresenta l’esempio di come sia possibile combattere la mafia, non per forza attraverso il clamore, ma operando nel bene quotidianamente. Noi ricorderemo le sue parole e l’insegnamento che voleva far recepire agli altri».

Gli allievi del terzo anno del percorso triennale per “Operatore ai Servizi di Promozione e Accoglienza”C.F.P Engim “G. Canova” sede operativa di Termini Imerese

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da i nos t r i cen t r i

Conclusa l’attività dell’Avviso 20/2011 - prima annualità - del CFP “G. Canova” sede operativa Engim Sicilia di Termini Imerese

Il 25 novembre scorso, con l’esame di qualifica professionale del corso di formazione professionale per “«OSA» (Operatore Socio Assistenziale)”, si è conclusa, presso il C.F.P. “G. Canova” di Termini Imerese, l’attività formativa relativa all’Avviso 20, prima annualità.Dei 39 aspiranti allievi selezionati durante una torrida giornata del mese di agosto 2012, alla data di inizio dell’attività d’aula, fissata per il 19 novembre successivo, ne sono stati avviati 15 (12 femmine e 3 maschi).Quattordici di essi sono arrivati a conclusione del percorso e 13 sono gli allievi qualificati (un’allieva era assente per motivi di salute ma potrà sostenere l’esame anche altrove). L’attività formativa d’aula si è protratta fino alla metà del mese di aprile 2013 quando gli allievi, debitamente preparati con le lezioni teoriche e pratiche svoltesi nel CFP, hanno potuto svolgere il periodo di stage presso diverse differenti strutture operanti nel settore sociale nel territorio termitano.Tutti, in generale, riferiscono di esperienze di stage significative ed utili anche a meglio delineare sul campo il ruolo dell’operatore socio assistenziale e l’ampia spendibilità della qualifica nel territorio. Durante l’attività si è cercato di sviluppare negli allievi anche la consapevolezza che il ruolo dell’operatore socio assistenziale ha nel tempo assunto una valenza sociale di estrema utilità e si è cercato di attivare, con attività di laboratorio e di progettazione, quelle dinamiche che si spera spingeranno gli allievi qualificati a realizzare forme di imprese sociali in grado di imprimere un impatto positivo nel territorio imerese, sia per quanto riguarda le ricadute lavorative, sia per quanto riguarda le implicazioni psicosociali che forme organizzate di servizi socio-assistenziali finiscono con l’avere a supporto sia dei privati che della comunità tutta.La necessità di qualifiche del settore sociale, peraltro, è al centro della rilevazione dei fabbisogni, intesi sia come analisi del territorio che come richiesta di formazione espressa dagli utenti, che giungono quotidianamente al front-office del CFP Engim Sicilia di Termini Imerese.Sicuramente la qualifica di Operatore Socio Assistenziale, nell’ambito di quelle rilasciate dal sistema formativo regionale, è tra le più richieste perché considerata tra le più spendibili, ma non mancano i riscontri relativi ad attività pregresse sui nostri ex allievi intervistati durante le attività di rilevazioni periodiche di follow-up, anche dopo il conseguimento di qualifiche meno conosciute, svolte, per esempio, l’anno formativo precedente.E’ il caso delle testimonianze di Katia Migliorisi e Giusi Cassarà, entrambe ex allieve della sede di Termini Imerese del corso di formazione professionale per “Addetto all’assistenza personale a domicilio”, avviato nella seconda metà del 2011, conclusosi nel mese di dicembre dello stesso anno ed il cui esame di qualifica professionale è stato svolto nel marzo del 2012.

da sinistra verso destra Katia Migliorisi e Giusi Cassarà, ex allieve del CFP

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da i nos t r i cen t r i

Katia riferisce che «In realtà all’epoca miravo ad un altro tipo di qualifica del settore sociale perché, da studentessa universitaria di Scienze Motorie, ero alla ricerca di qualcosa che potesse aggiungersi e contribuire ad arricchire il mio curriculum. L’offerta formativa del territorio non era ampia e mi sono avvicinata alle lezioni con un po’ di scetticismo, pensando si trattasse di un qualifica di serie b. Durante l’attività formativa, invece, la serietà e la professionalità riscontrata nel CFP mi hanno fatto ricredere e mi hanno motivata nel portare a termine la formazione. Mi è stata fornita una preparazione adeguata, e questo mi ha permesso di affrontare lo stage in maniera professionale, con il risultato che sono stata in grado di trasformare quella preziosa esperienza in un’opportunità concreta per il mio futuro». Anche Giusi Cassarà si è avvicinata al CFP alla ricerca di una qualifica che potesse ampliare le proprie conoscenze e competenze e rendere più agevole l’ingresso nel mondo del lavoro. Le perplessità per il tipo di qualifica progettata da Engim erano analoghe a quelle della collega Migliorisi ma anche Giusi ha, giorno dopo giorno, sviluppato crescente interesse per l’attività proposta.Identico è stato l’epilogo per le due ragazze. «Alla fine del corso - riferiscono - entrambe siamo state assunte e tutt’ora lavoriamo presso le due differenti strutture in cui si è svolto lo stage». Katia ci tiene a sottolineare che «grazie all’Engim di Termini Imerese e alla professionalità acquisita, che ho saputo trasferire concretamente sul lavoro senza alcun tipo di raccomandazione, né altro tipo di luoghi comuni che spingono tanti coetanei a non provare nemmeno a qualificarsi e a mettersi alla ricerca di lavoro oggi sono un operatore sociale con una discreta esperienza e svolgo il mio lavoro con passione ed aspiro a crescere sempre di più dal punto di vista lavorativo».

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ENGIM in te rnaz iona le

Dimostrare amore ed affetto ad una persona e, nello stesso tempo, portare altri mondi e altre culture nelle nostre case.

A Natale, con un regalo del “Commercio Equo e Solidale”, si possono fare l’uno e l’altro, manifestare la nostra amicizia e aprirci alla solidarietà. Con un acquisto nelle “Botteghe Ekuò” di Roma e Padova - i due spazi del commercio equo e solidale avviati dall’ENGIM internazionale in collaborazione con i Giuseppini del Murialdo – il regalo aumenta di valore, perché diviene l’occasione per testimoniare sensibilità ed impegno sociale. Il commercio equo è, infatti, sinonimo di giustizia e sviluppo economico, rispetto dell’ambiente, tutela dei diritti dei bambini e delle donne.Sotto l’albero si può mettere un cesto con caffè e té biologici, marmellate e miele, cioccolate e tisane, oppure giocattoli, artigianato etnico, bigiotteria, vestiti e libri. Nelle botteghe Ekuò si trovano anche decorazioni per la casa e per l‘albero natalizio, presepi in arrivo dai quattro angoli del mondo. E naturalmente panettoni e pandori a marchio Ekuò.Ma quest’anno c’è un motivo in più per andare nelle botteghe Ekuò per gli acquisti natalizi: la possibilità di contribuire alla realizzazione di un progetto di sviluppo nel Sud del mondo. Gli utili andranno, infatti, a sostenere l’avvio di un allevamento avicolo per la sicurezza alimentare dei bambini di Lunsar, in Sierra Leone, uno dei Paesi più poveri del mondo,

martoriato dalla “Guerra dei diamanti” conclusasi nel 2002.Promuovendo la giustizia sociale ed economica, lo sviluppo sostenibile, il rispetto per le persone e per l’ambiente, il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale. Suoi pilastri sono, infatti, il pagamento di un prezzo equo ai produttori, l’investimento di una parte degli utili in attività sociali, relazioni commerciali libere e trasparenti, in cui i lavoratori sono coinvolti nelle decisioni che li riguardano, rifiuto del lavoro minorile.

VIVI QUEST’ANNO UN NATALE EQUO E SOLIDALE

Massimo AngeliENGIM O.N.G.

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ENGIM in te rnaz iona le

Oltre all’attività commerciale, le botteghe svolgono un’opera di formazione e informazione sul territorio, collaborando con altre associazioni ed enti locali per lo sviluppo del commercio equo, la finanza etica, il consumo critico e lo sviluppo sostenibile.Le botteghe Ekuò sono a Roma, in Via degli Etruschi 9 (tel. 06.4453297), e a Padova, in Via Ognissanti 95 (tel. 049.7800296). www.ekuo.org

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even t i & no t i z i e

Non è la specie più forte a sopravvivere e neanche la più intelligente. Sopravvive la specie più predisposta al cambiamento

Darwin

In un mondo che cambia velocemente, in cui il futuro sembra sempre più costruito per non durare e le conoscenze diventano presto obsolete, la formazione e lo studio continuo rappresentano una bussola per orientare le proprie scelte. marianna ha 36 anni e lavora in un’associazione del privato sociale in cui si occupa anche di progettazione, ha un marito e un figlio. emma ne ha 25 e collabora con l’enGim già da qualche anno, in cui ha avuto modo di affezionarsi sempre più al mondo formativo e a tutte le dinamiche che vi si affacciano. martina ha 27 anni e una formazione letteraria, ma un forte interesse sin dai tempi dell’università per la formazione e l’orientamento.Hanno in comune l’interesse per il sociale e per la formazione, e sono approdate al “Laboratorio di metodologie e strumenti per la progettazione” proposto dall’enGim nazionale con la ferma convinzione che si tratti di una opportunità formativa concreta e di qualità. in cosa consiste il progetto formativo? L’enGim nazionale offre gratuitamente a tre ragazze una formazione di alto livello in ambito di progettazione socio-educativa; l’ambiente è informale e gli incontri formativi, a cadenza mensile, prevedono il confronto diretto con specialisti del settore. ma perché investire il proprio tempo nella formazione continua anziché concentrare le proprie energie nello svolgimento o nella ricerca di un lavoro (stabile o precario che sia)?martina cita il caso di una sua amica emigrata in Belgio: sostiene che i giovani italiani, visti da fuori, continuano a formarsi perché non lavorano e risultano i più maturi a partecipare a corsi di formazione o ad esperienze all’estero. il momento dell’ingresso nel mondo del lavoro è spesso tardivo e soprattutto chi continua negli studi universitari lamenta la scarsa familiarità con le tematiche del lavoro e lo scollamento studio-applicazione pratica. È vero: il sistema-italia vive ormai da un decennio una crisi profonda, ormai non più solo economica, ma anche politica, sociale e culturale.

di Emma , Marianna e Martina

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even t i & no t i z i e

tuttavia, come diceva un brillante ometto dai capelli bianchi e il sorriso smaliziato di nome Albert:

La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce

dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

A. Einstein, Come io vedo il mondo, 1934

se dalla crisi nasce nuova linfa, allora la formazione continua (o Life Long Learning) è una delle sue facce più interessanti, perché è in grado di migliorare la crescita e lo sviluppo di ogni singolo individuo e della società intera. Continuare a formarsi significa investire nella propria crescita intellettuale, sociale, e lavorativa; in alcuni casi, può rappresentare una vera e propria “iniezione di fiducia”. significa mettere a punto competenze e interessi diversificati e scoprirne di nuovi, in direzione di un’applicazione concreta, pratico-operativa del sapere. significa arricchire le proprie reti di relazione e migliorare l’ambiente che ci circonda, e al contempo esserne migliorati. Come si traduce, allora, tutto questo nell’adesione al Laboratorio? Anzitutto l’interesse per la progettazione: marianna ha già conoscenze nel settore, martina ha frequentato in precedenza un corso sul Project Management e possiede una vocazione per le tematiche giovanili europee, mentre emma è alla sua prima esperienza concreta in ambito progettuale. in secondo luogo la scelta del “formato” laboratoriale, che rappresenta una buona formula per apprendere velocemente e verificare, attraverso attività pratiche, le conoscenze. si percepisce, così, in modo tangibile quanto la cassetta degli attrezzi si stia sempre più arricchendo di strumenti necessari a raggiungere delle ottime competenze.e poi la dimensione condivisa e graduale del sapere: si procede a piccoli passi, con la sensazione di essere guidati ma di contribuire attivamente alla formazione. Continuo, infatti, è il feed-back tra le ragazze e i formatori/supervisori, dove chi apprende smette i panni dell’alunno passivo e si fa promotore di curiosità e conoscenza; dove ciascuno mette a disposizione dell’altro, gratuitamente, le competenze maturate nella vita fino ad oggi, attivando un circolo virtuoso di conoscenze. Per questo una caratteristica importante del Laboratorio è il fare rete, la necessità di trovare canali di comunicazione e di condivisione validi, a partire dal dare uno stesso significato alle parole, con l’obiettivo di realizzare un lavoro sinergico, in cui ciascuno cresca al crescere del contesto. La crescita, dunque, come obiettivo principale. ma quali sono le altre aspettative delle ragazze che frequentano il Laboratorio?sicuramente la spendibilità delle conoscenze e delle abilità acquisite nel lavoro di tutti i giorni; ma anche, certamente, la creazione di nuove opportunità lavorative, attraverso la realizzazione di progetti di formazione in linea con le esigenze di questi tempi e con l’idea di una formazione continua che dura tutta la vita.

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even t i & no t i z i e

L’avanzare della crisi economico-finanziaria nella UE e il suo devastante impatto sull’occupazione, specie quella giovanile, rende l’iniziativa Garanzia per i giovani un dispositivo di particolare interesse, specie in un paese come l’Italia che registra un tasso di disoccupazione giovanile del 40,4 % (Istat, settembre 2013, dati destagionalizzati). E’ bene precisare che dal calcolo della disoccupazione giovanile, sono ovviamente esclusi i giovani inattivi (4milioni 371 mila) e dunque quei giovani (15-24 anni) che non sono occupati e non cercano lavoro perché studiano o perché sono scoraggiati (NEET).L’Iniziativa si inscrive nella più ampia strategia Europa 2020 volta al conseguimento di ambiziosi risultati come quello del 75 % delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni inserite nel lavoro entro il 2020, meno del 10 % di abbandoni scolastici e almeno 20 milioni di persone sottratte alla povertà e all’esclusione sociale. Dell’articolato percorso europeo di definizione di tale iniziativa, è bene sottolineare la raccomandazione ( 2013/C 120/01), che fornisce quel quadro di riferimento comune a tutti gli Stati membri per mettere in campo misure atte a garantire che i giovani fino all’età di 25 anni ricevano un’offerta di lavoro qualitativamente valida, formazione continua, un apprendistato, o un

tirocinio entro 4 mesi dalla fine della scuola o dalla disoccupazione. In altri termini, l’iniziativa ha come obiettivo quello di assicurare transizioni veloci dalla scuola al lavoro, dallo stato di disoccupazione e NEET a quello di studente, lavoratore e/o imprenditore. La raccomandazione, definisce il quadro di riferimento cui dovranno conformarsi I sistemi di garanzia per i giovani adeguandoli ai diversi contesti nazionali, regionali e locali e tenendo ben presente il genere e la diversità di giovani ai quali sono destinate le misure ( livello di istruzione, territorio e più in generale, grado di vulnerabilità) . Le coordinate di riferimento per l’attuazione dell’iniziativa possono essere sintetizzate come di seguito presentato.

Elaborare strategie basate sulla partnership Al riguardo, viene sottolineata l’esigenza di: A) identificare un’autorità pubblica incaricata di istituire e gestire il sistema di garanzia per i giovani e di coordinare la partnership a tutti i livelli in tutti i settori; B) garantire che i giovani abbiano pieno accesso alle informazioni in merito ai servizi disponibili; C) rafforzare le partnership tra le parti sociali e i soggetti attivi sul mercato del lavoro, al fine di incrementare le opportunità di occupazione, formazione e apprendimento e garantirne il coinvolgimento su tutti

GARANZIA GIOVANI E LA QUESTIONE DELLA RETE DEI SERVIZI

Viviana Ruggeri ricercatore ISFOL

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even t i & no t i z i e

i livelli; D) lo sviluppo di partnership tra servizi per l’impiego pubblici e privati, istituzioni formative e servizi di orientamento e con altri servizi specializzati per i giovani (ONG, centri e associazioni giovanili), che aiutino nel passaggio dalla disoccupazione, dall’inattività o dagli studi al mondo del lavoro; E) garantire che i giovani siano consultati e partecipino alla progettazione o all’ulteriore sviluppo del sistema nell’ottica di pervenire a servizi commisurati alle reali esigenze dei beneficiari

Intervento tempestivo e rapida attivazione. Gli orientamenti in questo caso tendono a: A) promuovere una efficace strategia di comunicazione e sensibilizzazione volta a favorire il contatto dei giovani con i servizi per l’impiego, con particolare attenzione a quelli in condizioni di maggiore vulnerabilità e/o NEET. Sempre nella stessa logica, viene sollecitata un’organizzazione tra i diversi attori ed organizzazioni (comprese le scuole) che interagiscono con i giovani e l’autorità pubblica che istituisce Garanzia Giovani; B) operare nell’ottica di fornire servizi di orientamento e accompagnamento individualizzati, procedendo in un follow-up al fine di prevenire abbandono scolastico, la progressione verso lo studio, la formazione o il lavoro; C) garantire misure che migliorino le competenze in relazione alla domanda di lavoro con particolare attenzione alle competenze TIC; D) incoraggiare le agenzie educative e i servizi per l’impiego a promuovere competenze sull’imprenditoria e il lavoro autonomo E) garantire la certificabilità e la comparabilità delle competenze ovunque apprese

Misure connesse al mercato del lavoro. Su questo fronte, le indicazioni della UE prevedono: A) se del caso, ridurre i costi non salariali della manodopera al fine di migliorare le prospettive di assunzione;B) utilizzare incentivi salariali e per le assunzioni per incoraggiare i datori di lavoro ad offrire opportunità ai giovani (apprendistato, tirocini e collocamento; C)

promuovere la mobilità del lavoro anche sostenendo i giovani nei nuovi luoghi di destinazione; D) rendere disponibili più servizi di sostegno all’avviamento (start-up) di un lavoro autonomo, prevedendo una maggiore collaborazione tra servizi per l’impiego, sostegno alle aziende e fornitori di (micro) finanziamenti;E) migliorare i meccanismi di riattivazione dei giovani che escono dai sistemi di attivazione e non hanno più accesso ai sussidi;

uso dei fondi. Sollecita : A) ad un uso ottimale delle risorse collegate alla nuova politica di coesione 2014-2020 saldando il rapporto tra le misure previste nell’iniziativa e la programmazione dei fondi strutturali, anche a livello regionale;B) ad un’accelerazione della sua istituzione anche attraverso l’utilizzo dei residui dell’attuale programmazione 2007-2013.

Seguono poi indicazioni sul monitoraggio, continuo miglioramento dei sistemi e valutazione

Questa breve sintesi sui contenuti dell’iniziativa, pone in luce come gli obiettivi cui tende siano strettamente correlati alla capacità del nostro paese di costruire un sistema integrato dei servizi per il lavoro, per la formazione (ivi comprese le scuole) e l’orientamento anche in relazione alla natura giuridica dei servizi stessi: pubblico, privato e privato sociale. L’operazione è assai complessa, tenuto conto che le reti, tra queste tipologie di soggetti sono agite sui vari territori secondo modalità assai distinte e che la qualità dei servizi erogati non risponde – almeno ad oggi - ad alcun riferimento standard di prestazione definito, a livello nazionale ( ivi compresi i servizi pubblici per l’impiego). La scommessa sarà comunque quella di garantire una governance di un sistema di servizi in rete in grado di :• elaborare e dare attuazione a strategie di sensibilizzazione nei confronti dei giovani, al fine di intercettarli ed motivarli all’iscrizione nei servizi per l’impiego;

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• creare punti focali comuni o istituire un coordinamento tra tutte le istituzioni e le organizzazioni coinvolte • operare nell’ottica di rendere tali servizi occupazionali in grado di fornire un orientamento personalizzato, una progettazione individualizzata, nonché l’attivazione della/e misura più idonea per il giovane, sulla base di un bilancio di competenze.

In merito all’architettura di tale rete, a livello nazionale è allo studio il modello di rete e soprattutto, gli strumenti che dovranno essere resi attivi ( ad esempio la famigerata dorsale informativa) affinchè la rete possa essere messa nelle condizioni di erogare servizi utili ai giovani cui è destinata l’iniziativa. Nel recente convegno “Giovani, occupazione e servizi dell’impiego” , è stato presentato un possibile sistema a rete che si dovrà rendere operativo come illustrato nel grafico che segue.

SCHEMA DELLA RETE DEI SERVIZI PER IL LAVORO A REGIME

Fonte: Nuovi lavori, CNEL 29 ottobre 2013

L’operatività di questa rete è tutt’altro che facile da raggiungere. L’auspicio è che Garanzia Giovani sia l’occasione per istituire un nuovo sistema di governance delle politiche attive, di cui il sistema informativo non potrà che essere un pilastro portante. Non solo, puo’ essere l’occasione – ormai non più procrastinabile - per la costruzione dei livelli essenziali di prestazione dei servizi per l’impiego, la certificazione delle competenze ( formali e non formali e informali), il repertorio delle professioni, il monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi educativi e di quelli erogati dal sistema della formazione professionale.

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Tradizione e sussidiarietà: elementi critici e spunti di riflessione sulle due anime dell’IFP

Emmanuele CrispoltiRicercatore ISFOL

Gli attuali percorsi di IFP affondano le loro radici nei corsi annuali e biennali che venivano erogati in regime di obbligo formativo a partire dal 2000 dai Centri di Formazione Professionale, con l’intento di coniugare la qualificazione professionale degli allievi con lo sviluppo delle competenze per l’esercizio dei diritti di cittadinanza attiva. La particolare attenzione nei confronti di un target di giovani spesso provenienti da eventi di insuccesso scolastico si esplicava in un costante supporto nel processo di apprendimento così da consentire agli allievi di superare gli ostacoli, formativi e personali, che si fossero presentati lungo il cammino. Col passare del tempo, e con l’entrata di tali percorsi nell’ordinamento nazionale, la connotazione di seconda opportunità, ovvero di un percorso residuale successivo ad un fallimento scolastico, è venuta relativizzandosi ad una quota oggi stimabile tra metà e due terzi del totale degli iscritti alle Istituzioni Formative accreditate. Su un altro fronte, con l’avvio dei percorsi integrati scuola-formazione, ai giovani iscritti presso i Centri si è andata progressivamente affiancando una popolazione di ragazzi iscritti presso gli Istituti Professionali. Si trattava di interventi connotati da una integrazione con la formazione professionale che risultava essere più o meno consistente a seconda delle scelte strategiche delle diverse amministrazioni regionali. Negli ultimi due anni, la partecipazione ai percorsi di

IFP, da tempo in crescita, ha evidenziato un ulteriore drastico balzo in avanti (a partire dell’annualità formativa 2011-12), in correlazione con l’avvio del regime di sussidiarietà presso gli Istituti Professionali ed in concomitanza con la chiusura, presso gli stessi istituti, dei percorsi triennali per l’acquisizione della qualifica, a seguito della quinquennalizzazione dei percorsi prevista dalla riforma.

Che cosa è avvenuto? Per i ragazzi che si iscrivevano al primo anno degli IPS riformati, la possibilità di acquisire una qualifica al terzo anno, uscita dalla porta, è contemporaneamente rientrata dalla finestra grazie all’opzione dei percorsi “in sussidiarietà”. E molti hanno approfittato di questa opzione: oltre 67 mila ragazzi si sono iscritti ai percorsi in sussidiarietà integrativa nel 2011-12 (poco meno nel 2012-13). Inoltre, nello stesso anno, quasi 6 mila giovani si sono iscritti ai percorsi in sussidiarietà complementare, finalizzati a conseguire una delle 22 qualifiche del repertorio IFP presso le scuole.Questa mole di iscritti agli interventi “sussidiari” colpisce: si tratta di un riscontro molto ampio e quasi repentino ad una nuova offerta formativa. Si potrebbe anche salutare questo evento come il successo di una tipologia di offerta formativa che incontra il favore dell’utenza, magari proprio grazie alle ore integrative della formazione professionale. Purtroppo è probabile che le cose non stiano

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esattamente così. Sorge infatti spontaneo chiedersi se i ragazzi e le loro famiglie siano stati pienamente consapevoli della scelta operata o se non abbiano piuttosto optato per i percorsi in sussidiarietà coloro

che, avendo già deciso di intraprendere un percorso negli Istituti Professionali, abbiano preferito conservare una chance (l’uscita al terzo anno) che, in un momento di gravissima crisi occupazionale

e di grande scoraggiamento, appare come una carta in più da giocare in caso di problemi economici o di difficoltà a proseguire “gli studi”.

Certamente questo dubbio non può essere provato in assenza di mirate indagini campionarie. Ma se osserviamo il fenomeno da un altro punto di vista ci accorgiamo

che l’Italia è uno dei Paesi che presenta un più ampio ventaglio di opzioni formative di secondo ciclo. Dal percorso generalista al professionalizzante, il carnet di opportunità comprende, a partire dalla riforma della secondaria superiore: Licei, Istituti Tecnici, Istituti Professionali, IFP (triennale e, in alcune regioni, quadriennale), con tutte le loro articolazioni (settori, indirizzi, profili in uscita). In aggiunta, tra gli Istituti Professionali e la IFP si collocano le due modalità di sussidiarietà. Ora, quanto immaginiamo possa essere approfondita la conoscenza, da parte di una famiglia di medio livello culturale e con strumenti conoscitivi nella norma, dei contenuti, degli obiettivi formativi, delle modalità didattiche e delle possibilità occupazionali delle diverse filiere, ed in particolare di quelle meno note, come la IFP?

Il dato più evidente resta quello del successo formativo-occupazionale dei percorsi di IFP, ma con una marcata differenza tra interventi svolti presso i Centri e presso le scuole. Tra gli iscritti al primo anno presso i Centri nel 2008-09 sono arrivati a qualifica il 65% degli allievi contro il 25% degli iscritti alla IFP svolta presso le scuole. I tassi di passaggio sono1: 77% tra il

primo ed il secondo anno presso le Istituzioni Formative contro il 62,5% delle scuole; 95,6% tra il secondo ed il terzo (IF) contro il 69% (scuole) e 87,5% di

qualificati sugli iscritti al terzo anno presso i Centri rispetto ad una valore del 57% presso le scuole2.

Analogamente, gli esiti occupazionali sono nel complesso molto soddisfacenti ma altrettanto differenziati per le due opzioni. Un anno dopo la qualifica, lavorava

(parliamo del 2011, dati pre-crisi) il 70% degli allievi qualificati presso le Istituzioni formative contro il 50% di quelli delle scuole, dato che passava, dopo due anni,

rispettivamente a 85 e 78%3.Anche il gradimento dell’utenza è molto buono. Ciò emerge in via diretta dalle interviste

ai qualificati ed in via indiretta dal progressivo costante incremento degli iscritti, maturato,

1. ISFOL, Crispolti E., Spigola C. (a cura di), Percorsi di qualificazione: l’Istruzione e la Formazione Professionale oltre la secon-da opportunità, Roma, Isfol, 2013 (Isfol Research Paper, 8)

2. Escludendo i dati di Toscana ed Emilia-Romagna, laddove esiste la possibilità che una quota non minoritaria di giovani che iniziava il

percorso nelle scuole lo concludesse nelle Istituzioni Formative accreditate. 3. E. Marsilii e V. Scalmato (a cura di), Sintesi dell’indagine. Gli esiti formativi e occupazionali dei percorsi triennali. Isfol 2011

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come si diceva, in un contesto in cui la grande maggioranza della popolazione (in fase di scelta e non) conosce a mala pena le caratteristiche e perfino l’esistenza della filiera.Pur in presenza di molti giovani che scelgono i percorsi vocazionalmente e non come seconda opportunità, il merito di questo successo è certamente ascrivibile in larga parte alle misure di accompagnamento approntate dai Centri di formazione, misure quali il supporto motivazionale, i laboratori per il recupero degli apprendimenti (LARSA), l’ampio ricorso alle metodologie didattiche attive, l’approccio tutoriale dei docenti e delle figure dedicate (i tutor, appunto). Sotto questo profilo sembra innegabile la maggior ricchezza di iniziative e di azioni di supporto realizzate nei Centri piuttosto che nelle scuole.

Infine non si può dimenticare che il principale motore della motivazione risiede, in questi percorsi, nella logica laboratoriale e nell’approccio per progetti, che, attraverso il fare, stimolano la curiosità e determinano l’attivazione anche dei soggetti più “difficili”, logiche e approcci nati e cresciuti nella formazione professionale più che nella scuola.In ultimo, gli studi più recenti hanno smantellato il luogo comune che voleva i percorsi svolti presso le Istituzioni formative eccessivamente costosi. Si è infatti evidenziato come il costo di tale tipologia di percorsi sia allineato ed in molti casi inferiore a quello degli interventi scolastici realizzati presso gli Istituti Professionali4.

Sul fronte della sussidiarietà integrativa, va registrato un aspetto critico che rischia di minare il buon esito degli interventi realizzati presso gli Istituti Professionali: sarà infatti da verificare la capacità dei percorsi quinquennali riformati di far conseguire agli allievi, al termine del terzo anno, le competenze previste per le figure del repertorio IFP. Per dirla in maniera colorita, è come se un treno che viaggia da Napoli a Milano facesse la fermata intermedia non a Roma o Firenze ma su una direttrice diversa rispetto al percorso di marcia. Il diploma quinquennale degli Istituti Professionali ha, come prima “fermata”, una delle 22 qualifiche della IFP il cui profilo si rischia non sia esaustivamente disegnato al terzo anno di corso. A questo va aggiunto che non tutte le Amministrazioni regionali hanno compiutamente normato l’esame finale per gli allievi dei corsi in sussidiarietà che intenderanno, a giugno prossimo, conseguire la qualifica IFP al terzo anno, tanto che il MIUR (nota del 17 ottobre scorso) ha richiamato gli Uffici Scolastici Regionali alla necessità di raccordarsi con le Regioni per “concordare le modalità di ammissione” all’esame per il rilascio della qualifica. In ogni caso permane l’oggettiva complessità, per le scuole, di realizzare una curvatura didattica in grado di portare a qualifica i giovani dotandoli delle competenze ascrivibili alle figure previste dal repertorio, e consentendo, allo stesso tempo, la prosecuzione verso il diploma quinquennale.

Un’ultima riflessione merita il ruolo giocato nel sistema del secondo ciclo da parte della seconda modalità di sussidiarietà, quella complementare. Questa tipologia si pone come una offerta formativa

4. ISFOL, Zagardo G., Percorsi di IFP: un’analisi comparata dei costi di Regioni e PA., Roma, Isfol 2013 (Occasional Paper n.12, aprile 2013)

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alternativa ai percorsi svolti presso i Centri laddove questi ultimi non siano in grado di evadere la domanda di formazione dei ragazzi in uscita dalla scuola secondaria di primo grado che vogliono iscriversi ad un

percorso IFP. In questo caso la struttura curricolare è la stessa degli interventi svolti presso i Centri.

Va tuttavia marcata una differenza tra l’approccio all’utenza adottato dalle scuole e quello in uso presso i Centri, sottolineando la tradizionale capacità, da parte dei docenti di questi ultimi,

di creare con i giovani allievi un rapporto personale costruito sull’empatia e di istruire una vera e propria presa in carico del soggetto, che viene supportato lungo tutto l’arco

del percorso. Analogamente, va tenuta presente il sistematico utilizzo di modalità didattiche partecipative, capaci di attivare le risorse cognitive e personali di quella

quota di giovani che, rientrando nel bacino della seconda opportunità, richiedono una attenzione particolare e stimoli massimamente efficaci. Allo stato attuale la scuola non sembra possedere una analoga tradizione proprio perché il suo target d’elezione non è mai stato quello dei giovani provenienti da precedenti insuccessi formativi, come è avvenuto in passato per i Centri.

Va infine ricordato che esiste un percorso, il IV anno per il diploma professionale di IFP, che vede una richiesta inevasa di partecipazione presso molte Regioni (solo 7 Amministrazioni li hanno attivati), con un bacino potenziale di utenza di diverse migliaia di giovani qualificati ed il cui avvio è ostacolato dalla mancanza di risorse dedicate.

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BUON Natale

“Quale gioia è per noi trovarci radunati a celebrare il grande mistero del Natale, della nascita di nostro Signore Gesù Cristo. Che gioia adorare e amare Gesù! Quanti sentimenti di ammirazione, di giubilo e di amore verso Dio sorgeranno in noi nel rinnovare la memoria di quel grande mistero che, 1851 anni fa, in questa stessa notte, si compiva in una capanna presso la città di Betlemme ove il Figlio di Dio, Gesù Cristo nostro Signore, nasceva da Maria Vergine Santissima. Fortunata quella notte che vide Dio fatto uomo! Dio fatto uomo? Sì, il Dio della maestà e della gloria, il Dio che lassù nei cieli è circondato e adorato dagli Angeli, dagli Arcangeli, dai Serafini e dai Cherubini, il Dio onnipotente che ha creato dal nulla il cielo, la terra, il sole, le stelle e tutto quanto esiste; il Dio, unico padrone e signore dell’universo, del Paradiso, di tutto il mondo, del cielo e della terra, eccolo in una stalla, deposto in una mangiatoia su poca paglia, in mezzo a due vili animali.

Quel Dio che in Paradiso è felicissimo in se stesso e pienamente beato, eccolo ridotto a soffrire e a piangere; eccolo ridotto allo stato di un bambino misero, debole, povero che non può fare nulla da se stesso e ha bisogno della madre; eccolo posato su poca paglia a soffrire intirizzito dal freddo, a patire, a piangere. Oh, mistero! Oh, meraviglia! Un Dio che piange!

Perché si è ridotto in questo stato di sofferenza e di abiezione? Perché si è fatto uomo? Per i nostri peccati. Noi tutti eravamo condannati all’inferno e non avevamo speranza di salvezza… Ma Dio buono, misericordioso, dolcissimo non poteva accettare che noi fossimo infelici per sempre… e per questo si fece uomo… per morire poi sulla croce per noi. Ecco la ragione della sua nascita: per la nostra salvezza… Carità e amore di Dio per noi! Oh, quanto sei buono, o Signore!... Dio ha amato noi più che non abbia amato se stesso, e perciò per il nostro bene ha voluto tanto soffrire nella sua nascita affinché vedendolo povero, sopportassimo con pazienza la povertà; vedendolo soffrire sopportassimo con rassegnazione qualunque sorta di tribolazioni che Dio ci manda; vedendolo tanto patire ci intenerissimo e lo amassimo. E chi di noi potrebbe vedere Dio fatto bambino, Dio sofferente, Dio piangente e non essergli grato e riconoscente? Potremmo pensare che patisce tanto per noi… e negargli il nostro affetto? Oh, no, che noi non poniamo resistenza al suo amore per noi così da amarlo e amarlo molto.” (Scritti, VIII, pp. 298-300)

(Pensieri, tratti da una predica tenuta dal Murialdo nel Natale del 1851, rivelano lo spirito e il cuore del Murialdo che tutto vede alla luce dell’amore di Dio per l’uomo. Questa certezza deve spingere l’uomo a contraccambiare l’amore di Dio con una vita di amore)

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dove in I ta l ia

L A Z I ODirezione nazionaleVia degli etruschi, 7 - 00185 romatel: 06.4441688 - Fax: 06.4441672mail: [email protected]

sede di Coordinamento regionaleVia temistocle Calzecchi onesti, 5 - 00146 romatel: 06.55340327 - Fax: 06.55340356mail: [email protected] [email protected]

sito Web: www.engimsanpaolo.it

enGim san Paolo Giuseppini del murialdoVia temistocle Calzecchi onesti, 5 - 00146 romAtel: 06.5534031 - Fax: 06.55340364mail: [email protected] Web: www.engimsanpaolo.it

V E N E T OenGim Venetosede di Coordinamento regionaleContra’ Vittorio Veneto, 1 - 36100 Vicenzatel: 0444.322903 - Fax: 0444.322361mail: [email protected]

enGim Veneto - istituto “G. Costantino”Via murialdo, 1 - 30035 mirano (Ve)tel: 041.430800 - Fax: 041.430608mail: [email protected] Web: www.engimve.it

enGim Veneto - Patronato “san Gaetano”Via santa maria maddalena, 90 - 36016 thiene (Vi)tel: 0445.361141 - Fax: 0445.384322mail: [email protected] Web: www.engimthiene.it

enGim Veneto - scuola Alberghiera “e. reffo”Viale degli Alpini 26 - 36040 tonezza del Cimone (Vi)tel: 0445.749266 - Fax: 0445.749622mail: [email protected] Web: www.engimtonezza.it

enGim Veneto - istituto “turazza”Via turazza, 11 - 31100 treviso (tV)tel: 0422.412267 - Fax: 0422.410446mail: [email protected] Web: www.engim.tv.it

enGim Veneto - Patronato “Leone Xiii”Contra’ Vittorio Veneto, 1 - 36100 Vicenzatel: 0444.322903 - Fax: 0444.322361mail: [email protected] Web: www.engimvicenza.it

enGim Veneto - istituto “Brandolini rota”Via Brandolini, 6 - 31046 oderzo( tV)tel: 0422.718430 - Fax: 0422.814120mail: [email protected] Web: www.engim.tv.it

enGim VenetoVia treviso, 29 - 36010 Cavazzale di m. Conte otto (Vi)tel: 0444.946846 - Fax: 0444.946846mail: [email protected] Web: www.engimvicenza.it

S I C I L I AenGim siCiLiACefalù (PA) - CFP “Artigianelli Di Giorgio”Via roma, 90 - 90015 - Cefalù (PA)tel: 0921.422493 - Fax: 0921.420087mail: [email protected]

enGim siCiLiAs. Agata militello (me) - CFP “sacro Cuore”Via Cernaia - 98076 sant’Agata militello (me)tel: 0941.701431 - Fax: 0941.701431mail: [email protected]

enGim siCiLiAtermini imerese - CFP “Giacomo Canova”Via ugo Foscolo, 8 - 90018 - termini imerese (PA)tel. e Fax: 091.8112247 mail: [email protected]

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enGim siCiLiAtrapani - CFP “s. Giuseppe”Via G. errante, 18 - 91100 trapanitel: 0923.872184 - Fax: 0923.542755mail: [email protected]

L O M B A R D I AenGim LomBArDiA - sede di Valbrembo Via sombreno, 2 - 24030 Valbrembo (BG)tel: 035.527853 - Fax: 035.339595mail: [email protected] Web: www.engimlombardia.org

enGim LomBArDiA - sede di Brembate di sopraVia Donizzetti, 109/111- - Padiglione D1C 24030 Brembate di sopra (BG)tel. e fax: 035.332087mail: [email protected] Web: www.engimlombardia.org

enGim LomBArDiA - sede di Brembate di sopraVia iV novembre, 23 - 24030 Brembate di sopra (BG)tel: 035.621172mail: [email protected] Web: www.engimlombardia.org

EMILIA ROMAGNAenGim emiLiA romAGnA - istituto san PaoloVia Punta stilo, 59 - 48100 ravennatel: 0544.407189 - Fax: 0544.407191mail: [email protected]

enGim emiLiA romAGnA - istituto LugaresiVia Canonico Lugaresi, 202 - 47023 Cesena (FC)tel: 0547.335328 - Fax: 0547.600141mail: [email protected] Web: www.engimcesena.it

P I E M O N T EenGim Piemonte - Direzione regionaleCorso Palestro, 14 - 10122 torinotel: 011.2304301 - Fax: 011.2304320mail: [email protected] Web: http://piemonte.engim.it/

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