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Prima Pagina Aprile 2013

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Speciale di informazione delle eccellenze italiane. Direttamente dalla voce delle aziende, professionisti ed imprenditori che operano in italia per il mercato nazionale ed estero.

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Partner aziendali 4 Un manager

per aiutare l’impresa in crisi

Oltre frontiera 24 Sui mercati esteri

si cresce di più

Exit strategy 34 Motivazione,

leadership e creatività

Diritto e diritti 97 Difensori sempre

in prima linea

Il valore del lavoro 108 Dipendenti

e imprenditori tra riforme e tutele

Proteggi la tua azienda 118 Crescere sì.

Ma al sicuro

P. 84

P. 108servizio

di copertina

fava & partnersLa doppia tassazione internazionale

P. 25

P. 52 P. 118

Fisco e dintorni 52 Stato vs privato:

parola al consulente

Servizi alle imprese 63 Le garanzie

di un professionista

Nuove norme 75 Al fianco

delle aziende

House & Green 84 Ambiente e immobili:

ecco le novità

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Sommario

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Un manager per aiutare l’impresa in crisi

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Partner aziendali

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Ha le competenze ma non i costi del grande dirigente. È temporaneo e sebbene ancora poco diffuso in Italia, non è più solo una prerogativa delle grandi aziende. Anche le piccole e medie imprese oggi ne chiedono la consulenza. Per sviluppare il business, studiare nuove strategie di marketing o tamponare i momenti di crisi. Ecco limiti e vantaggi del manager a tempo

A cura di Ida Cascio

C on oltre 47 mila aziende che hanno ricevuto almeno un protesto nel 2012, la crisi delle imprese italiane

è al record storico. La ristrutturazione aziendale è uno dei tanti rimedi più richiesti per evitare di finire sull’orlo del baratro. Ma la vera novità del settore è la consulenza temporanea, al momento del bisogno, a tempo, operata da manager che diventano sempre più flessibili e passano da un’azienda all’altra, anche nell’arco di pochi mesi, per assumere ruoli che permettano di seguire specifici progetti di ristrutturazione. Per esempio per accorpare linee di produzione, lanciare nuovi marchi o ottimizzare gli investimenti e i costi. Si chiamano temporary manager, in Italia rappresentato ancora un mercato di nicchia ma negli ultimi mesi si stanno diffondendo sempre di più. Nel nostro Paese le imprese familiari rappresentano infatti l’80% circa del mercato, il Ceo è un membro della famiglia nell’84 per cento dei casi contro il 70 del Regno Unito e 62 della Francia. Il management team di soli familiari in Italia

arriva al 66% contro il 35 della Spagna, il 28 della Germania, il 26 della Francia e il 10 del Regno Unito (dati Efige 2012). In questo quadro, però, qualcosa comunque si muove e negli ultimi anni: di fronte alle mutate esigenze dettate dalla crisi, anche le aziende italiane fanno richiesta di temporary manager per tamponare le emergenze e rimodulare la propria posizione sul mercato. Sono nate intere società che si occupano esclusivamente di gestione temporanea d’impresa e i consulenti, spesso ex dirigenti d’impresa essi stessi, sono aumentati in maniera esponenziale. In parte ciò è dovuto alla crisi e alla riduzione di assunzioni.

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E la crescita di questa nuova figura di manager sembra quindi destinata a crescere anche nel nostro Paese. Fino a qualche anno fa ne facevano richiesta soprattutto i grandi gruppi industriali, oggi, invece, anche le piccole e medie imprese guardano al manager a tempo. Il vantaggio è poter usufruire di un servizio in passato destinato solo alle grandi aziende senza i costi di una struttura fissa. Persino aziende considerate “piccole”, cioè con fatturati che non oltrepassano i quattro milioni di euro, oggi sono interessanti al manager esterno e “a tempo”. Il singolo imprenditore, concentrato sulle tematiche della produzione, spesso, non ha infatti né le competenze né le capacità per individuare le direzioni di uscita dalla crisi. Soprattutto in una fase in cui interfacciarsi con i mercati esteri diventa necessario anche per le Pmi. Rilanciare un’azienda, individuare le priorità, ottimizzare magazzini e logistica, rivedere le politiche degli acquisti e la gestione delle risorse umane: il manager a tempo ha queste e molte altre competenze. Di solito, però, le realtà più piccole cercano il manager esterno solo per portare a termine determinati progetti, compiti specifici, per lo più legati a competenze particolari. Si definiscono appunto

“manager a progetto”. È meno diffuso il caso di temporary manager che guidano un’azienda per assumere decisioni strategiche. Molto più utili proprio nelle situazioni di crisi, per esempio nei casi di risanamento e rilancio aziendale per i settori riorganizzativi e commerciali, passaggio generazionale, allontanamento del manager precedente, integrazione organizzativa dovuta ad acquisizioni, necessità di ottimizzare costi, spese e risorse umane, delocalizzazione produttiva e outsourcing dei processi di produzione. Nello scenario attuale di mercati competitivi e cambiamenti veloci, alle aziende di ogni ordine e grado servono competenze operative mirate, capaci di armonizzarsi alla struttura esistente e trovare nuove direzioni di sviluppo.

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Partner aziendali

Page 9: Prima Pagina Aprile 2013

Studio Ricchieri

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www.studioricchieri.it

non crisi, resta l’aspetto principale su cui fondare il rapporto tra pro-fessionista e imprenditore. L’im-presa che si affida a me sa, che oltre ai servizi fiscali, ha un profes-sionista sempre presente, capace di condividere preoccupazioni e dubbi, affiancandola nella ricerca della migliore soluzione.

Ci parli del suo studio.È un contesto polifunzionale. Io opero da 25 anni, sono revisore legale dei conti e mi occupo di consulenza fiscale e societaria e di contenzioso tributario. Nella nostra elegante sede in centro a Bologna, le diverse professiona-lità sono riconosciute e utilizzare per soddisfare qualsiasi esigen-za del cliente, da quelle fiscali a quelle legali.

In un periodo di crisi anche gli studi professionali, per stare sul mercato, devono attuare strategie d’impresa. “Prima non accadeva mai, oggi ci sono clienti che pa-gano dopo mesi. Il rischio di inesi-gibilità è sempre dietro l’angolo. E per i professionisti si aprono nuove sfide” spiega Stefania Ricchieri, dottore commercialista e titolare dell’omonimo studio di Bologna.

Quindi la crisi delle imprese ha coinvolto anche voi?Sì, e solo gestendo lo Studio come un’impresa si può affer-mare la propria professionalità e rimanere saldi. Questo vuol dire migliorare la gestione, ottimizza-re il dispendio di energie, lavorare molto sul fronte della prevenzio-ne. Senza ovviamente scadere sulla qualità. Purtroppo bisogna fare i conti anche con la concor-renza che si è fatta più agguer-rita in termini di valorizzazione delle prestazioni professionali a fronte delle impellenti esigenze di copertura dei costi di struttura.

Come fronteggia la concorrenza? Io preferisco un cliente in meno ma che si affidi a me e accetti un patto di fiducia. La fiducia, crisi o

Pianificazione fiscale, operazioni straordinarie, studi di fattibilità. Ma anche

Business Plan per rilanciare le imprese in declino. Per i consulenti il lavoro in tempo

di crisi aumenta. E la professionalità? Un commento da chi lavora in prima linea

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Essere commercialisti oggi

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La crisi che stiamo vivendo non è solo economica. È di valori e di valore. Per questo oggi più che mai c’è bisogno di fiducia. “L’istituto del trust esprime fidu-cia, come dice la parola stessa. Ed è proprio sulla fiducia, che lega il disponente al trustee,

Con costi modesti, e superando in modo lecito limiti e difficoltà delle nostre leggi, il Trust offre soluzioni a problematiche di carattere societario e familiare. Come donazione, fondo patrimoniale e mandato fiduciario che, peraltro, non sempre sono idonei allo scopo. Parola all’esperto

Versatile ed efficiente. Così il trust salva famiglie e aziende

che si basa questo strumento di pianificazione patrimoniale di matrice anglosassone, ormai ampiamente utilizzato nel no-stro Paese” spiegano gli avvo-cati Paolo Pasetto e Antonella Benedetti, partner di Unilegal Avvocati Associati.

Oggi il trust non è più perce-pito come un istituto estraneo al nostro ordinamento. Cosa ne pensate? Per lungo tempo in Italia (ndr. risponde l’Avv. Antonella Bene-detti) si è guardato al fenomeno giuridico del trust con diffidenza: un atteggiamento dovuto in gran parte all’erronea convinzione che si trattasse di uno strumento ille-cito di elusione fiscale e comun-que costoso. Al contrario (ndr. continua l’Avv. Paolo Pasetto), il trust consente di rispondere in modo ottimale, economico e lecito a svariate necessità oggi sempre più attuali.

Il trust nel passaggio generazio-nale d’impresa: quali sono i van-taggi rispetto ad altri istituti?Con il trust (ndr. illustra l’Avv. Paolo Pasetto) è possibile colmare la-cune di disciplina del nostro or-dinamento giuridico. Il legislatore aveva ideato il patto di famiglia quale strumento ad hoc per il passaggio generazionale, ma tale istituto ha mostrato lacune, limitandosi a regolare il trasferi-mento immediato della proprietà

dell’azienda o della partecipa-zione societaria, tralasciando aspetti di fondamentale impor-tanza quali le scelte relative alla leadership e all’assetto di gover-no. Con la sua estrema flessi-bilità il trust consente di perse-guire tutte le finalità che il pater familias si propone nell’ottica del passaggio generazionale, anche per le generazioni successive alla prima. Nell’atto istitutivo del trust è possibile disciplinare le modalità di gestione e il modo di esercitare i diritti inerenti le partecipazioni sociali, conservare unitarietà al patrimonio familiare e nel contempo assicurare reddi-to a tutti i membri della famiglia.

Avvocato Benedetti, e se chi è destinato a continuare l’attività di impresa non è un discenden-te in linea retta del disponente?Il ricorso al trust permette di esaudire la volontà dell’imprendi-tore anche in questo caso, unica ipotesi invece prevista dai patti di

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Partner aziendali

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COS’È IL TRUST?Il trust è un rapporto giuridico che sorge per effetto della stipula di un atto tra vivi o di un testamento, con cui un soggetto (settlor o disponente) trasferisce a un altro soggetto (trustee) beni o diritti con l’obbligo di amministrarli nell’interesse del disponente o di altro soggetto (beneficiario). Oppure per il perseguimento di uno scopo determinato, sotto l’eventuale vigilanza di un terzo (protector o guardia-no), secondo le regole dettate dal disponente nell’atto istitutivo di trust e dalla legge regolatrice dello stesso. I beni conferiti sono sottoposti a un vincolo di destinazione e sono separati sia dal patrimonio del disponente sia da quello del trustee.

in relazione agli strumenti utiliz-zabili per tutelare e gestire al me-glio il loro patrimonio, pianificarne la distribuzione, superare stati di crisi o anche solo per migliore la governance. In questo ambito, il trust è spesso da noi consigliato, praticato e applicato. Non esiste un rigido e unitario modello di trust, ma tanti possibili schemi che è possibile costruire in vista di una finalità ultima da raggiun-

Unilegal

Avvocati Associati

Verona

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gere. Il cliente, avvicinandosi al trust, ricerca consulenza eccellen-te, assistenza completa, continua e personalizzata. Ed è secondo questi criteri che uniformiamo la nostra attività, che si sviluppa in analisi e proposte preliminari, re-dazione dell’atto istitutivo, gestio-ne di tutte le vicende della vita del trust. (ndr. conclude l’Avv. Paolo Pasetto, partner di Unilegal Av-vocati Associati).

famiglia, ovvero se l’imprenditore è privo di discendenti, ma desi-deri comunque assicurare conti-nuità alla propria impresa.

Avvocato Pasetto, il trust può essere utile anche nella gestio-ne dello stato di crisi e di insol-venza dell’impresa?Potrebbe essere impiegato nelle procedure concorsuali e/o di ge-stione di stati di crisi, come stru-mento per garantire, nell’avvio o nella fase esecutiva della proce-dura, la conservazione dinamica delle masse patrimoniali. Negli ultimi anni si è verificato un cre-scente utilizzo del trust nel diritto delle imprese in crisi come mez-zo di accelerazione delle opera-zioni di chiusura del fallimento o di liquidazione dell’attivo. In par-ticolare, è stato impiegato come forma di garanzia della massa dei creditori nei concordati pre-ventivi e fallimentari. In dottrina si è pure ipotizzato che un im-prenditore illiquido, ma dotato di sufficiente patrimonio, possa prevenire un’istanza di fallimento, o resistere alla stessa, destinan-do tutti i suoi beni, o una parte di valore superiore ai debiti, al pa-gamento dei creditori mediante l’istituzione di un trust, il cui sco-po solutorio o liberatorio sarà re-alizzato con l’azione del trustee.

La consulenza legale in materia di trust è una nuova frontiera. Avvocato Benedetti, voi come l’affrontate? Abbiamo sviluppato una specifi-ca competenza nella consulenza e assistenza a famiglie e imprese

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“Nella mia esperienza professio-nale ho visto aziende fallite che avrebbero potuto salvarsi attra-verso il ricorso a procedure alter-

aziendale. Così, appena è neces-sario, ci attiviamo proponendo le soluzioni che consentano di far fronte in modo efficace e veloce allo sbilancio finanziario. Per sal-vaguardare il futuro dell’azienda.

E funziona?Ho molti riscontri positivi e ci sono aziende che seguo da vent’an-ni. Ritengo quindi che il controllo continuativo e periodico sia il mi-gliore strumento per affrontare con successo l’attuale crisi econo-mica. Il tutto, però, è facilitato dal rapporto umano, dall’affianca-mento continuo all’imprenditore che sa di poter contare sul profes-sionista per qualsiasi incertezza.

Ci parli del suo Studio.I vari collaboratori hanno diffe-renti specializzazioni. Personal-mente mi occupo delle aziende, ma c’è un settore dedicato a pri-vati e professionisti. Si va dall’ar-tigianato al metalmeccanico, dal commerciale all’industria. Ci occupiamo anche di servi-zi contabili, fiscali e legali con particolare attenzione, in questo momento critico, alla situazione finanziaria delle aziende.

Lo Studio Pinamonti

Commercialisti

associati si trova

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Il volto umano (e intuitivo) del commercialistaAnalizzare e controllare periodicamente l’esposizione finanziaria di un’azienda vuol dire salvarla dal baratro. Come spiega Alessandra Pinamonti, consulente con un’esperienza ventennale e un intuito prezioso

native”. Alessandra Pinamonti, commercialista attiva a Vicenza nell’omonimo studio di tradizio-ne familiare, ha fatto di questa materia il suo principale ambito di intervento. L’esperienza non le manca: è stata anche revisore di bilancio per grosse aziende, come Luxottica e Jolly Hotels.

Come si realizza la cessazione di un’attività in modo non trau-matico, anzi, con la possibilità di rilancio economico?Puntando l’attenzione sulla parte finanziaria. Per questo noi perio-dicamente analizziamo e control-liamo l’esposizione finanziaria. In questo momento più che mai è la cartina tornasole della solidità

Rispetto al consulente classico, il manager a tempo non è un semplice consulente esterno ma vive la realtà quotidiana dell’azienda ed è a contatto con i suoi mercati e i suoi clienti. Senza, però, entrare in conflitto con i quadri esistenti, dal momento che è solo di passaggio. Anzi, la sua posizione gli permette persino di organizzare le competenze di ciascuno per ottimizzare la forza del team e creare nuove opportunità.

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Partner aziendali

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Studio

di consulenza

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sufficiente eseguire gli adem-pimenti, occorre possedere e sviluppare una serie di attitu-dini tali da affiancare il proprio cliente e camminare al suo fianco nel raggiungimento della mission. Occorre flessibilità, de-cisionismo, competenza e una spiccata attitudine al problem solving.

A quale target si rivolge mag-giormente il vostro studio?Il nostro Studio si dedica prin-cipalmente a imprese di medie dimensioni. Ma il nostro vero cliente è l’uomo a cui fa capo la realtà aziendale, con la sua storia e la sua vision. Un buon consulente deve saper com-prendere con sensibilità le ca-ratteristiche umane della per-sona che ha di fronte, poiché è con quelle che viene guidata l’azienda e improntata la sua

La figura del professionista, dot-tore commercialista o avvocato, ha subito diversi cambiamenti, dovendosi adattare alle nuove tendenze e al nuovo contesto economico. Il Dottor Alberto Be-stetti, partner di BC&, Studio re-centemente insignito del premio internazionale “Le Fonti” come miglior studio professionale del 2012 e boutique di eccellenza M&A, ci spiega l’importanza del-le qualità umane che il consulen-te deve dimostrare nel rapporto con gli imprenditori, precisando che il punto di forza di BC& è nelle persone: commercialisti e avvocati dotati, oltre che di ca-pacità tecniche, anche di impor-tanti qualità umane e relazionali.

Qual è, secondo voi, il ruolo del professionista oggi?Consulente dell’imprenditore, non solo dell’impresa. Non è più

bc& ha vinto un premio prestigioso. Merito del suo modello di consulenza professionale Che agisce sulle caratteristiche individuali di ogni imprenditore

Il miglior studio professionale del 2012

politica di management. Il con-sulente e l’imprenditore gioca-no insieme una doppia partita: una volta alla difesa, al conso-lidamento e al rafforzamento di ciò che si è costruito, e una volta all’attacco, allo sviluppo e alla crescita.

Come si è modificata la richie-sta dei servizi?La sfavorevole congiuntura di mercato ha ampliato la tipolo-gia dei servizi professionali ri-chiesti. Il nostro Studio, oltre alle tradizionali operazioni di M&A, è stato impegnato in attività di ristrutturazione del debito, repe-rimento di partner finanziatori, procedimenti giudiziari per vio-lazioni di know how o sottrazione di informazioni in casi di spin-off aziendali. Oltre a interventi in ambito di contenzioso tributario e di riorganizzazione societaria.

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La fine di un’azienda e i creditori socialiLiquidazione e cessazione danneggiano i creditori. Vincenzo Messina, titolare dell’omonimo Studio legale di Milano esperto nel diritto d’impresa, illustra l’articolo 2495 del codice civile sulla cancellazione della società. E mostra in quale direzione muoversi

dimostrato che l’insolvenza del-la società fosse antecedente la predetta cancellazione, o entro l’anno successivo.

Ma se il liquidatore dimostrasse di non avere comunque possibi-lità di recuperare sostanze per far fronte ai debiti sociali?L’unica soluzione che il codice ci-vile prevede è quella di stabilire che i creditori insoddisfatti possa-no rivalersi nei confronti dei soci liquidati, limitatamente a quanto dagli stessi riscosso in fase di li-quidazione o nei confronti dei liquidatori laddove il mancato pagamento sia dipeso dalla loro eventuale responsabilità.

Cosa stabilisce il codice?La cancellazione della società si verifica al momento dell’iscrizio-ne della cancellazione al registro delle imprese indipendentemen-te dall’esaurimento o meno del procedimento di liquidazione e dal persistere o meno di debi-tori o creditori sociali. Tuttavia, nel caso in cui la cancellazione intervenga in presenza di credi-tori sociali, secondo l’articolo 10 della legge fallimentare, è possi-bile che la società cessata possa essere dichiarata fallita. Ma deve esistere uno stato di insolvenza dell’impresa nell’anno antece-dente la dichiarazione di cancel-lazione o entro l’anno successivo.

Qual è lo scopo della norma?Consentire di poter annullare gli effetti della cancellazione facen-do “rivivere” gli effetti giuridici dell’impresa cessata nei casi in cui la stessa cessazione sia ef-fettuata per finalità sostanzial-mente elusiva delle obbligazioni pendenti e non onorate dall’im-prenditore nell’anno anteceden-te la sua cessazione. Tuttavia, la sola presenza di cause pendenti in tribunale non osta alla decla-ratoria di cancellazione: infatti, ciò non comporta obbligatoria-mente la revoca della dichiara-zione di cancellazione dal re-gistro delle imprese che opera, viceversa, solo laddove venga

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Il temporary manager è utile anche nelle situazioni di sviluppo del business, per affiancare la proprietà nella direzione generale, gestire la direzione commerciale per lo sviluppo di reti commerciali o nuovi canali distributivi, seguire start up di nuovi progetti o nuovi brand,

affiancare gli investitori nell’acquisizione dell’azienda o nella creazione di joint-venture, cambiare la strategia aziendale, riposizionare il brand, operare ricerche e analisi di mercato, cercare nuovi canali di vendita, gestire l’organizzazione di eventi e ideare nuovi marchi e prodotti.

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Partner aziendali

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Lo Studio fiscale societario di Andrea Nisi è a un passo dall’A-rengario di Monza. Ma non è fa-cile trovare alla scrivania il suo ti-tolare: preferisce vivere vis-à-vis il suo rapporto con le aziende. “Ho sempre ritenuto che un dottore commercialista, oltre ad avere capacità tecniche, dovesse an-che conoscere da dentro le loro realtà”. Questo spiega perché a Nisi sia stato affidato il ruolo di Finance Manager ad Interim in una multinazionale leader del settore ortopedico. “Gestire insie-me l’attività di studio e quella di manager a tempo pieno è stato impegnativo ma ha cambiato il mio modo di intendere la profes-sione”. Andrea Nisi è infatti con-vinto che la consulenza tributaria e societaria, nell’attuale scenario economico, non sia più percepi-ta dagli imprenditori come l’uni-co “plus” per le loro aziende. “Gli imprenditori italiani, in particola-

re quelli della Brianza, conosco-no i mercati e i prodotti meglio di tanti manager di multinazionali. Sanno però che le mutate condi-zioni di mercato non consentono più di affidarsi solo al loro intuito. Per decidere, hanno bisogno di informazioni sulla propria azien-da più approfondite di quelle for-nite dal bilancio” spiega Nisi. È proprio per soddisfare l’esigenza dei piccoli e medi imprenditori di poter anche loro usufruire di una contabilità direzionale che è nato Interim Professional Manager. “Una media impresa non ne-cessariamente deve impiegare una risorsa a tempo pieno per poter finalmente conoscere quali linee di prodotti contribuiscano maggiormente alla redditività e

quanto ognuna influisca sui costi di funzionamento. Il professioni-sta ad Interim è la soluzione. Il successo dato dalla flessibilità di questa metodologia ha portato Interim Professional Manager a formare un network che, oggi, an-novera oltre 120 Interim Manager indipendenti con capacità pro-fessionali diversificate. “Una volta ottenute le informazioni e prese le migliori decisioni, l’im-prenditore, a volte, non riesce ad attuarle efficacemente per man-canza di risorse interne adegua-te. La formazione del network Interim Professional Manager ha colmato anche questa man-canza che da sempre ostacola la crescita delle nostre imprese” conclude Nisi.

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Il Manager ad Interim fa bene alle PmiIl professionista a tempo garantisce un doppio vantaggio, anche per le aziende medie e piccole: grava meno sul bilancio e garantisce un’efficacerielaborazione dei dati della contabilità generale in funzione delle principali aree strategiche e dei processi aziendali

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Scrivere riflette il flusso mutevole della vita che non è mai identico a se stesso. Lo sa bene Nicole Ciccolo, grafologa e coautrice di “Mussolini e il suo doppio, i diari svelati” (Pioda Editore), un volu-me documentatissimo che tratta la storia, le complicate vicende e l’autenticità dei diari del Duce, ritrovati in Svizzera e pubblicati da Bompiani con il titolo “veri o presunti”. Il libro sarà presentato il 9 maggio 2013 alle ore 18:00 presso la Feltrinelli Point di via Della Transpontina a Roma.

Un libro dalla lunga genesi...Sì, ho fatto parte dell’equipe che, a suo tempo, aveva fatto una perizia per l’Espresso sui diari “veri o presunti” depositati a Bellinzona. In quella sede c’e-rano già elementi sufficienti per sostenere con buona probabili-tà che la scrittura delle agende

non fosse ascrivibile alla mano di Mussolini. Ulteriori ricerche e analisi operate successivamente su una grande varietà di auto-grafi mussoliniani hanno final-mente permesso di respingere con certezza la sua paternità dei diari e di stabilirne invece la certa maternità delle signo-re Rosetta e Mimì Panvini, due fantasiose e abili vercellesi che hanno contraffatto la storia per mezzo secolo.

Ci parli della sua passione per la grafologia. Come è nata?Da un interesse personale: co-noscere a fondo l’animo umano. E la scrittura è un veicolo impor-tante. Dall’interesse è nata una passione che si è poi trasforma-ta in una professione.

In quali campi opera?Prevalentemente come consu-lente tecnico d’ufficio di giudici e pubblici ministeri. Ho acquisito specifiche competenze nelle in-dagini grafologiche collegate al contenzioso bancario. Ho par-tecipato a delicate indagini su falsità di scritture pubbliche e private, circonvenzione di perso-ne incapaci, associazioni eversi-ve, falsificazione di testamenti e lettere anonime. Incarichi con-feriti spesso dalla Procura della Repubblica su tutto il territorio nazionale.

I casi più eclatanti?Certamente i testamenti ologra-fi. Quando c’è di mezzo un’ere-dità, sono in tanti a improvvisar-si falsari.

[email protected]

www.nicoleciccolo.it

I misteri (e i falsi) della scritturascrivere è un insieme DI attività in cui entrano in gioco componenti motorie, cerebrali e psichiche. Per questo un’analisi grafologica, a scopo identificativo, è un processo molto delicato. Come spiega l’esperta, Nicole Ciccolo, che ha svelato il mistero dei diari del Duce

nelle immagini si può osservare la differenza

tra la firma imitata da a. panvini (foto

in alto) e l’autografo autentico di Mussolini

FRANCOBOLLO CHE RITRAE Benito Mussolini (1883-1945), STAMPATO IN AJMAN NEL 1972 CIRCA

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Dalla morte del duce fino ai nostri giorni, a intervalli più o meno lunghi, viene pubblicata la notizia-scoop del ritrovamento di diari attribuibili a Mussolini che vengono regolarmente smascherati come falsi. Ogni volta la notizia provoca co-munque interesse e appassionata curiosità e questo è certamente il segno del bisogno collettivo di capire la psicologia di un uomo che è stato il protagonista assoluto di una lunga pagina, la più drammatica, dolorosa e incomprensibile della nostra storia. L’ultima clamorosa scoperta dei presunti diari di Mussolini è avvenuta nel 2010 e ne è seguita, dopo dibattiti e scontri tra chi li riteneva autentici e chi falsi, la pubblicazione delle cinque agende del duce. È stato poi definito che le agende erano state scritte da due falsarie, madre e figlia vissute nel ventennio fascista e ormai scomparse, già processate e condannate alla fine degli anni Cinquanta, per lo stesso reato di falso e truffa. Al di là dei fatti, ci si domanda come sia stato possibile, da parte delle due donne, scrivere centinaia di pagine imitando perfettamente la grafia del duce. Questa capacità va oltre ad una consapevole imitazione e fa pensare ad una totale identificazione, o piutto-sto ad una idealizzazione. Le autrici del falso sembrano andare nettamente ol-tre l’imitazione di una pura forma e ci rivelano un elevato grado di introiezione non solo del modello, ma quasi della personalità di Mussolini e l’idealizzazione del loro “duce” sia sul piano ideologico, sia sul piano affettivo, ha permesso di riprodurne con assoluta spontaneità la scrittura.

La seconda parte del libro è un’accertamento grafico-grafologico che dimo-stra la compatibilità tra i falsi diari e la mano di una delle due falsarie fatto sugli atti del processo alle due donne ed è completo di testimonianze, memoriali e particolari inediti e significativi.

Mussolini e il suo doppioI diari svelati

Nicole ciccoloeleNa MaNetti

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etti

€ 23,00

Nicole Ciccolo è consulente grafologa operante in sede civile e penale presso il tribunale di Bologna. Ha acquisto specifica esperienza nelle indagini grafologiche collegate al contenzioso bancario nella giurisdizione civile e penale, sia in veste di Perito o Consulente tecnico di Ufficio, sia in veste di Consulente tecnico di Par-te privata o del P.M. Dal 2000 opera quale Consulente tecnico del P.M. su incari-co della Procura della Repubblica di Bologna, Modena, Forlì, Reggio emilia, Prato, Ferrara, Fermo, Bolzano, trento, Padova, Verona e Venezia in delicati casi di falsità di scritture pubbliche e private, circonvenzione di persone incapaci, associazioni eversive, falsificazione di testamenti, lettere anonime. Fra gli anni 2004-2005, su incarico de l’eSPReSSo, in collaborazione con il prof. Roberto travaglini (grafologo giudiziario) ha svolto le indagini grafologiche sui presunti Diari di Mussolini.

Elena Manetti, diplomata a Parigi presso la Société Française de Graphologie, è fondatrice e presidente onorario di arigrafmilano (associazione di Ricerca Grafo-logica) e direttore responsabile della rivista scientifica specializzata Stilus, percorsi di comunicazione scritta. Già presidente aGP (associazione Grafologi Professioni-sti). tra le pubblicazioni: Espressione della musica e della grafia nel barocco italia-no (Giuffré, 1997), La personalità di Ruggero Giovannelli dall’esame grafologico di un diario sistino (Fondazione Giovanni Pierluigi da Paletrina, 1998), coautrice di Identi-tà, scrittura e segni (Ce.Di.S. 2005), La nostra scrittura, un test per riconoscersi (Sovera, 2010), Scrivere e narrare di sé (Biblioteca d’orfeo, 2011), Scripta et Sona, storia della scrittura e della semiografia musicale in Italia (Pioda, 2008). È condirettore didattico del Master in grafocounseling della scuola di psicoterapia aSPiC.

PIoda EdItorEPE

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9 7 8 8 8 6 3 2 1 0 3 6 1

ISBN 978-88-63210-36-1

PReFazione Di MIMMo FraNzINEllIintRoDUzione Di robErto travaglINI

Partner aziendali

Page 17: Prima Pagina Aprile 2013

Per il carattere particolarmen-te complesso della gestione dei rapporti aziendali e per la vastità delle discipline giuridiche, oggi è divenuto fondamentale che ogni impresa, anche piccola e media, possa contare su di un partner affidabile con competenze diffu-se e qualificate, capace di tute-larla in ogni situazione. “Questa esigenza, da sempre connatura-ta nello spirito dei grossi gruppi societari, oggi è divenuta una necessità per qualsiasi realtà aziendale che però, per eviden-ti ragioni economiche, non può destinare risorse assumendo un avvocato interno, che comunque non potrebbe assicurare compe-tenza in tutti i settori del diritto. Da qui il ricorso alla consulenza esterna strutturata, fenomeno che, negli ultimi 10 anni circa ha avuto una crescita esponenziale anche per le piccole e medie im-prese” spiega l’Avvocato Natale Sala, titolare dello studio SLS, nel centro di Milano. “Si tratta infatti di un’assistenza finalizzata

La daily assistance legale

Un affiancamento strategico è quello che assicurA all’azienda il supporto di un personal legal advisor, individuato a seconda delle esigenze, capace di intervenire tempestivamente E di intercettare eventuali criticità prevenendo ogni rischio di impresa

non solo alla gestione di tutti gli aspetti giuridici inerenti l’attivi-tà di impresa, ma articolata per offrire un servizio di daily assi-stance, un affiancamento conti-nuo e puntuale, spesso on site, presso l’azienda. Questo perché nella realtà economica odierna lo studio legale deve assumere sempre più il ruolo di consiglie-re a 360 gradi con flessibilità non solo tecnica ma anche di competenze: deve, per esempio, avere nel proprio organico abi-li negoziatori ma nel contempo professionisti esperti nelle più svariate problematiche d’impre-sa, capaci di riconoscere proble-mi relativi anche a questioni non strettamente legali ma determi-nanti nel risolvere i conflitti”. Ciò spiega il nuovo trend. “Per noi questo significa anche saper es-sere realisti, e cioè in grado di for-nire all’impresa o all’ente come al privato, valutazioni oggettive e soluzioni adeguate sia nella fase di compliance, sia in quella even-tuale di litigation” continua Sala.

“La mission è quella di riuscire a fidelizzare il cliente, costruendo rapporti duraturi e di stabile col-laborazione, nei quali deve pre-valere il dialogo, l’intesa e la si-nergia con il cliente. Ci teniamo a precisare che la daily assistance legale non è l’unica attività dello studio” conclude l’avvocato Sala.

www.studiolegalesala.eu

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Page 18: Prima Pagina Aprile 2013

R ispetto a dicembre 2012, a gennaio 2013 l’Eurostat ha rilevato un aumento dei flussi commerciali con l’estero.

L’export è aumentato dell’1,4% mentre l’import dello 0,4%. La crescita è dovuta principalmente all’aumento delle vendite di beni verso i Paesi extra europei, con ben il 3,9%. Mentre è diminuita

l’esportazione verso i Paesi europei con un dato negativo dello 0,7%. L’espansione riguarda soprattutto la crescita di beni di consumo durevoli (ben il 5,2%), di prodotti intermedi (circa il 3,8%) e di beni strumentali (per un valore del 3,2%). L’aumento dell’import, invece, deriva per lo più da acquisti sui mercati extra Ue (+3,0%) e interessa soprattutto i prodotti intermedi (+2,1%) e quelli energetici (+1%). Rispetto allo stesso mese del 2012, a gennaio si registra un incremento tendenziale delle esportazioni (+8,7%) nettamente più accentuato per i mercati extra Ue (+17,6%) che per quelli Ue (+2,6%). A gennaio 2013 il saldo commerciale è negativo (-1,6 miliardi) ma notevolmente in forte miglioramento rispetto al 2012 (-4,6 miliardi) e ciò è dovuto a un limitato surplus con i Paesi Ue (+0,7 miliardi) e a un deficit con i Paesi extra Ue di 2,3 miliardi.

Nonostante la crisi, l’Italia mantiene alta la bandiera dell’export. Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, le esportazioni italiane a gennaio 2013, verso Paesi extraeuropei, sono cresciute del 3,8%. Portando in attivo la bilancia commerciale

A cura di Ida Cascio

16 PRIMA PAGINA

Partner aziendali

Page 19: Prima Pagina Aprile 2013

Studio Associato

Meroni Carissimi

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Milano

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f 02 66716336

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meronicarissimistudio.it

Consulenti: il valore delle reti e dell’outsourcing

outsourcer cui richiedere diver-si servizi” conclude Gianfran-co Meroni. “Noi, per esempio, ci siamo rivolti alla Accoun-tant and Auditors’ Associa-tion S.p.A., una società che si è consolidata sotto la guida costante del suo consigliere delegato, Paolo Cianci. Gli im-prenditori, quelli veri, che sanno produrre valore aggiunto eco-nomico, sono costantemente impegnati al contenimento dei costi. Il commercialista, a sua volta, dovrebbe consigliare a se stesso come poter contenere i propri costi e affrontare il mer-cato nelle sue complessità, con strutture più grandi e con costi di base ridotti”.

Uno Studio associato che si ri-spetti deve avere validi e con-vinti collaboratori fidelizzati, un back office e, in particolare, una segreteria degli affari societari efficiente. Deve essere, quindi, ben organizzato e con una ri-partizione interna dei lavori tesi alle specializzazioni, in modo da poter affrontare le varie funzioni richieste dalla clientela. “Nelle realtà estere in Paesi a eco-nomie avanzate, esistono studi composti da decine e decine di addetti. Sono organizzazioni di studio idonee ad affrontare le più svariate problematiche che arrivano dalla clientela” spiega Gianfranco Meroni il cui studio conta otto associati e 15 dipen-

denti. “Recentemente il nostro legislatore ha emanato delle leggi per favorire la liberaliz-zazione delle professioni e l’e-liminazione delle tariffe profes-sionali. Probabilmente, però, il legislatore non ha tenuto conto della complessa realtà esisten-te nel settore professionale de-gli studi di commercialisti”. Con gli ultimi interventi legislativi, infatti, le tariffe sono state eli-minate per essere sostituite da accordi preventivi. La classe fo-rense è ritornata, però, alle ta-riffe fissate dall’ordine e, come la magistratura, è chiamata a dover risolvere controversie sui corrispettivi professionali. “Lo studio dovrebbe avvalersi di

Organizzazione dello Studio, ripartizione dei compiti e delle competenze, servizi in rete e servizi demandati, tariffe... Gianfranco Meroni, trent’anni di esperienza alle spalle e titolare dello studio associato Meroni Carissimi di Milano, fa il punto sugli Studi italiani

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La flessibilità del classico studio professionale e la competenza delle grandi multinazionali di re-visione e consulenza note anche come “Big Four”. Questo è Epyon Consulting, un gruppo di pro-fessionisti altamente qualificati, impegnati da oltre 10 anni nel-la consulenza aziendale e con esperienze prestigiose all’attivo, come i recenti incarichi ricevuti da Cape Live SpA e Carlo Erba Reagenti. “La nostra formula ci consente di rispondere con flessibilità e professionalità a un mercato in grande fermento, at-tento alla qualità ma anche ai costi e bisognoso di soluzioni specifiche” spiegano i profes-sionisti dello studio, specializzati in attività di business planning, restructuring, due diligence, liti-gation e in quel supporto con-tabile, soprattutto per le aziende in difficoltà, che oggi il mercato chiama “fast close”.

In cosa consiste la vostra “fles-sibilità”?Nella capacità di assorbire e gestire incarichi importanti, dove mettiamo a frutto la nostra ampia esperienza in numerosi settori merceologici e commer-ciali, mantenendo i vantaggi di una struttura snella. Questo ci permette di dare risposte rapi-de ai clienti, soprattutto azien-de fino ai 100 milioni di fattu-rato, un segmento dove spesso

Riparti da EpyonOggi, per ritrovare lo starting point e progettare il futuro, servono la competenza di una multinazionale e la flessibilità di uno studio professionale. Epyon è tutto questo ma anche molto di più

le Big Four non sono efficaci e che il classico studio commer-cialista non è preparato ad af-frontare. La nostra marcia in più è data, poi, anche dal fatto che siamo tutti i partner opera-tivi sul campo, con esperienze qualificate: proveniamo tutti da Ernst&Young.

Che tipo di servizio offrite?Un servizio ad elevato valore aggiunto nell’esteso “campo dei numeri” sul quale possiamo vantare un eccellente vantag-gio competitivo da offrire sia a clienti “corporate” che finanziari, in differenti ambiti: restructu-ring, accounting, litigation, due diligence... In più di 300 tran-sazioni seguite abbiamo svilup-

pato un bagaglio di competenze anche in situazioni complesse e particolarmente destruttura-te. Noi ricostruiamo in maniera dettagliata la storia aziendale, riusciamo a mettere in fila gli elementi sparsi, ritrovare i tas-selli mancanti, ricostruire. “Met-tiamo le mani in pasta” e rimet-tiamo ordine nei numeri anche quando la soluzione sembra or-mai fuori controllo.

Quali vantaggi per chi si rivolge a voi?Risolvere l’imminenza e, nello stesso tempo, costruire gli stru-menti per capire marginalità e future evoluzioni del business. Diamo la certezza scientifica per progettare il futuro.

Epyon Consulting

Milano - Bergamo - Bari

www.epyon.it

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Partner aziendali

Page 21: Prima Pagina Aprile 2013

Un team di professionisti al femminileAREA FISCALE, CONTABILE, TRIBUTARIA, AREA LAVORO, AREA CAF, CONSULENZE A PRIVATI E AZIENDE. STUDIO 13 è UNA REALTà DINAMICA E ALL’AVANGUARDIA CHE OFFE AD AZIENDE E PRIVATI RISPOSTE TEMPESTIVE E SOLUZIONI MODERNE. TANTE COMPETENZE IN UN’UNICA NUOVA LOCATION

commercialista, esperto con-tabile e revisore con esperien-za maturata in ambito di re-visione contabile e consulenza societaria e di bilancio. Katia Brunetti, anch’ella commer-cialista e revisore contabile con esperienza in materia di paghe e contributi e attività di insegnamento nel settore dell’amministrazione del per-sonale. Antonella Girardi, tri-butarista ed esperta in ambito aziendale, pratiche fiscali e tri-butarie. Un team eterogeneo che unisce e integra le com-petenze individuali per offrire ai clienti un servizio efficiente e su misura.

La continua evoluzione delle normative e l’attuale scenario economico richiedono impe-gno, confronto, risposte tempe-stive e soluzioni moderne.Studio 13, a Como, nasce pro-prio dall’esigenza di offrire al cliente, azienda o privato, in un’unica nuova location, tut-te le risposte di cui necessita perché il momento presente non lascia né spazio né tem-po. “Dopo molti anni di lavoro individuale abbiamo unito le nostre professionalità creando nuove sinergie e opportunità” spiegano i soci. “Operiamo in area fiscale, contabile, tributa-ria, area lavoro, area CAF, pro-

ponendo consulenze a privati e aziende, ma il nostro obiettivo è quello di proporre maggiori servizi, assicurativi, previden-ziali e finanziari, tramite la col-laborazione di esperti”. Il team è tutto al femminile. “Il nostro essere “donna” è una risorsa non indifferente perché ci ha portato a lavorare insieme for-mando una squadra dove l’u-nione fa la forza. Un ulteriore punto “a favore” è l’imminente dislocazione della nostra strut-tura sul territorio che ci permet-terà di interagire con i clienti in modo più comodo”. Ma chi sono i professionisti di Studio 13? Eccoli: Melinda Salerno,

Studio13

Via dei Mille, 5 - Como

t 031 270321

[email protected]

www.studio13.como.it

ph: Katia Brunetti, Melinda Salerno, Antonella Girardi

Sempre a gennaio 2013, la crescita tendenziale dell’export è particolarmente accentuata verso i Paesi ASEAN (+32,2%), il Belgio (+27,0%) e i Paesi OPEC (+26,1%). Notevole è l’espansione delle vendite di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+21,5%),

articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+17,2%) e apparecchi elettrici (+16,2%). Le importazioni sono in diminuzione nonostante l’incremento degli acquisti dal Belgio (+36,1%), dalla Turchia (+25,9%) e dalla Russia (+23,6%).

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Ascolto attivo: valore aggiunto del commercialistaUna vera e propria partnership che va oltre il semplice rapporto cliente-consulente. Il networking con altri professionisti, perché crescere insieme agli altri appaga. Così Viel Consulting Group crea valore aggiunto e “crescita sociale”

biliamo un rapporto empatico, diretto alla creazione di una relazione positiva. L’ambiente sociale, con l’attuale grave crisi eco-finanziaria, genera incer-tezza e ansia all’imprenditore. E così l’approccio del sistema fiscale italiano, che è estrema-mente diffidente, incalzante e molto più oneroso rispetto a quelli di altri Paesi europei. Per questi motivi orientiamo il no-stro “fare” nella giusta direzione, mediante un contatto perso-nalizzato e facilitatore, in modo che il cliente percepisca i be-nefici di carattere economico e psicologico che questo metodo di operare porta a ottenere.

Interpreti dei numeri. È lo spi-rito con cui Fabrizio Viel, com-mercialista e titolare di Viel Consulting Group, definisce il suo team. “Le attività per il controllo della gestione azien-dale, budgeting e reporting, la predisposizione di valutazioni, due diligence, benchmarking e analisi aziendali sono per noi un campo di attività gestito con la massima cura e competenza” spiega Viel.

Ci parli del suo StudioAbbiamo maturato un’ampia esperienza e competenza nel campo della consulenza alle imprese, sia in ambito fiscale,

societario, contrattuale e am-ministrativo, sia a livello direzio-nale. Oltre a quelle che sono le attività consolidate per lo Studio commercialista, quali la gestio-ne della contabilità dei clienti, la preparazione di bilanci e di dichiarativi, riceviamo incarichi per il coordinamento di opera-zioni dirette alle riorganizzazioni aziendali. Siamo inoltre specia-lizzati nella gestione del conten-zioso fiscale, mediante la reda-zione di ricorsi, e l’assistenza e rappresentanza presso le Com-missioni Tributarie.

Qual è il vostro valore aggiunto?L’ascolto attivo, con il quale sta-

Viel Consulting Group

Management

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Milano

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La flessione è dovuta alla diminuzione degli acquisti di petrolio greggio (-27,0%) e di autoveicoli (-21,7%). L’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso il Belgio, di macchinari per la costruzione

verso i Paesi OPEC e di metalli di base e prodotti in metallo verso la Svizzera contribuiscono fino a due punti percentuali alla crescita tendenziale dell’export. Bisogna sottolineare, inoltre, che in Italia il 20,2% dei volumi esportati è realizzato

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Partner aziendali

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Investitori e imprese sono più vicini

spiega Michaela Carboni, co-fondatore, esperienza di comu-nicazione e investor relations per aziende tra cui Buongiorno S.p.A. e la farmaceutica Bracco S.p.A.. “Crediamo che le società che vivono un problema di liqui-dità sul loro titolo non possano non tener conto degli investitori retail aprendo il dialogo con loro e mettendo a disposizione un news flow regolare ed esaustivo”.VirgilioLab si rivolge anche alle realtà non ancora quotate per accompagnarle nel processo che le porterà in Borsa, abituan-dole ad una continua e proficua relazione con gli investitori.

Possono essere tante le ragioni per scegliere VirgilioLab (www.virgiliolab.com), società indipen-dente di consulenza specializza-ta in Investor Relations con una sede a Milano, un network inter-nazionale di partner e incarichi prestigiosi come la gestione delle ultime cinque edizioni, tre a Mi-lano e due a Londra, della STAR Conference, l’evento flagship di Borsa Italiana nell’area Mid & Small Cap. Alla gestione dell’e-vento, si affianca inoltre l’attività di “investor origination” di fondi di investimento interessati proprio ad aziende di piccola e media capitalizzazione. “È proprio il no-stro focus” spiega Pietro Barbi, cofondatore, un passato in M&A presso Lehman Brothers. “Per questo abbiamo siglato una par-tnership con Edison Investment Research, una delle principali società internazionali di ricerca indipendente, leader in Europa con più di 400 titoli quotati sulle piazze di New York, Londra, Pa-rigi, Francoforte e ora, grazie al nostro accordo, anche Milano. Lo scopo è aumentare la liquidità delle Pmi italiane quotate e quo-tande in Borsa, con potenzialità per crescere all’estero, allargan-do la base degli investitori in-

ternazionali”. Ma perché proprio Edison? “Perché è super partes, allinea la percezione del valore della società da parte degli in-vestitori ai multipli di mercato, raggiunge migliaia di investitori grazie a una lista di 95 mila con-tatti e ha specializzazioni in ogni settore” continua Pietro Barbi. Questo non è il solo canale con cui ViriglioLab mette in relazione investitori e società. “Ci dedichia-mo anche agli investitori retail italiani: in Italia, i volumi origina-ti dai trader-on-line, tramite le maggiori piattaforme di trading, rappresentano il 25% del totale dei volumi scambiati sull’MTA”

Aumentare le opportunità di incontro con broker e investitori domestici e internazionali. Trasformare le relazioni con la Financial Community in opportunità di crescita. Agevolare gli investitori nella valutazione corretta dei prezzi delle azioni. Ecco come si fa

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I miei cinque punti per il futuro

“Porto ai miei clienti l’esperienza concreta di essere commercia-lista e anche imprenditrice visto che la mia famiglia opera nell’e-dilizia” ci spiega Fulvia Medici. “Porto l’esperienza diretta di sta-re tutti i giorni in un’azienda che riesce a dialogare con il fisco e con l’economia, con le banche, con i dipendenti, con il mercato”.

Lei propone cinque mosse stra-tegiche per superare l’impasse.Esatto. La prima è l’organizza-zione: mai strafare ma fare le cose. È importante avere il co-

raggio di raccontarsi i propri limiti e dunque accettare aiuto con umiltà dignitosa.

Sì, ma gli obiettivi?Occorre individuarli chiaramen-te: pochi punti ma buoni, mai tradire, meglio dire. L’impre-sa nasce e vive se è solida e flessibile per affrontare i cam-biamenti. È redditizia quando economicamente significativa e sostenibile. Se ha l’opportuna liquidità, se sa misurare il mar-gine di guadagni e conserva la capacità di poter crescere o re-

stare sul mercato. A tutto ciò noi sappiamo dare le risposte.

Certo bisogna essere motivati...Senz’altro. Se ci piace il lavoro tutto procede per il meglio, e con la nostra assistenza cerchiamo di semplificare la vita. Tutte le scadenze, gli adempimenti, i consigli aiutano l’imprenditore a progettare insieme a noi il suo presente-futuro. Ma ci vuole an-che pazienza: è un altro punto essenziale. E ancora, correttezza e concretezza, cioè, impegno e responsabilità verso terzi.

Un ultimo punto determinante della sua filosofia operativa?Accontentarsi. Che non vuol dire essere rinunciatari, ma avere la grinta di fare quello che è possibi-le realizzare. Ogni sera mi chiedo quanto ho guadagnato o quanto ci ho rimesso. Perché ogni giorno l’imprenditore vive per obiettivi.

Esitel S.r.l.

Fulvia Medici

Consulenza

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Fulvia Medici, consulente romana e titolare di Esitel da 15 anni, ha sperimentato un innovativo modello imprenditoriale. Fatto di assistenza al bisogno, da vicino e senza tempo. Ecco le sue strategie per superare la crisi. Senza perdere di vista gli obiettivi

da piccole imprese, oltre il doppio della Francia (che si ferma al 9,8%) e oltre quattro volte la Germania (stabile sul 4,6%). Gli unici dati positivi nel difficilissimo quadro economico attuale sono quindi registrati nel settore export, grazie anche al contributo delle piccole e medie imprese, sempre più presenti nei mercati oltre frontiera,

e che contribuiscono per oltre il 70% nella diffusione del Made in Italy.

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Partner aziendali

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Sui mercati esteri si cresce di più

Il numero delle imprese che decidono di investire fuori dai confini nazionali aumenta. E il vecchio continente è ancora la meta preferita. Ma per guardare con successo all’internazionalizzazione serve una consulenza davvero esperta e molto coraggiosa

A cura di Ida Cascio

P iù di 22 mila distribuite in 50 Paesi: è il quadro delle imprese italiane all’estero. La lettura degli ultimi dati Istat mette

in luce aspetti interessanti che evidenziano come la delocalizzazione sia una tendenza destinata ad aumentare.

Basta confrontare questi numeri con quelli che, al contrario, riguardano le imprese a controllo estero in Italia. In questo caso, infatti, si tratta di 13.741 imprese che occupano circa 1,2 milioni di addetti, generano un fatturato pari a 468 miliardi di euro e partecipano al 16,1% dell’intero fatturato economico del Paese. Questi dati, però, negli ultimi anni sono calati fino a toccare la soglia di 11.401. Al contrario, le aziende italiane residenti fuori dai confini sono aumentate del 3,8% fino a raggiungere le 22.081 unità. Negli ultimi tre anni, il numero, gli addetti e il fatturato delle imprese italiane oltre frontiera sono aumentati rispettivamente del 10,1, 12,9 e 11,7%.

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Oltre frontiera

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“Le contestazioni dei Prezzi di Trasferimento Intra-Gruppo da parte delle autorità fiscali locali generano doppia imposizione sul medesimo reddito, nonché l’applicazione di sanzioni am-ministrative e penali. Per mi-nimizzare i rischi bisogna co-noscere le regole sul Transfer Pricing (TP) nei singoli Paesi in cui si opera e predisporre ido-nea documentazione a suppor-to delle scelte operate” spie-gano gli esperti dello Studio Fava & Partners. Questa Tax Firm milanese è nata dall’e-sperienza di soci e collaboratori che si sono formati all’interno del network internazionale di una delle Big Four, specializza-ta nell’assistenza ai Gruppi per risolvere le questioni in materia di fiscalità internazionale.

Quali sono le principali difficol-tà da affrontare?Il principio del “valore normale o di mercato” è caratterizzato da una componente di discreziona-lità. Le transazioni sono sempre più complesse, caratterizzate da componenti “intangibili” e di dif-ficile valorizzazione come brand e know-how. Inoltre, non si è an-cora raggiunta la completa ar-monizzazione dei principi di TP delle legislazioni fiscali dei sin-goli Paesi. Infine, la documen-tazione del gruppo, a supporto delle politiche dei prezzi, spesso non è idonea.

La doppia tassazione internazionale

A che punto è l’Italia?L’Italia è uno dei Pa-esi più evoluti, le cui autorità fiscali han-no raggiunto livelli di elevata competenza in materia. Il legislatore fiscale ha introdotto nel 2010 un regime facolta-tivo di oneri documentali dei prezzi di trasferimen-to intra-gruppo. L’adem-pimento di tale onere è “premiato” con la non applicabilità di alcuna sanzione, in caso di eventuale contestazione, riducendo il rischio alla sola maggiore imposta.

Che tipo di competenze sono richieste?La predisposizione della documentazione richiede la piena conoscenza dei Principi OCSE e di quelli locali. Inoltre, sono ri-chieste competenze sia economiche sia giuridi-che, che spesso man-cano, con conseguente aumento del conten-zioso fiscale. Per que-sto è necessario farsi assistere da consulenti specializzati e compe-tenti in materia, capaci anche di dialogare con l’Amministrazione Fi-nanziaria, al fine di evitare complicati contenziosi fiscali.

Criticità sempre maggiori caratterizzano le operazioni internazionali tra società appartenenti allo stesso gruppo. Gli imprenditori che operano su più mercati devono infatti affrontare il problema della doppia imposizione fiscale. Ecco i consigli degli esperti

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Questo testimonia la tendenza ormai diffusa di molte aziende di spostare la produzione in Paesi dove il costo della manodopera è minore, ampliare i mercati di sbocco e avvicinare siti di produzione e di consumo. Nel caso del numero delle imprese e degli addetti, la crescita all’estero è maturata soprattutto nel comparto dei servizi, mentre in termini di fatturato sono state le multinazionali industriali a registrare la crescita maggiore. Il Paese in cui sono concentrate le aziende italiane per la maggior parte (esattamente 3.331) è la Romania. Ma, trattandosi d’imprese

molto piccole, producono solo l’1,4% del fatturato totale delle multinazionali italiane. Quelle invece residenti in Germania (sono 1.436) ne producono il 13%, collocandosi così tra le più produttive. Il numero delle nostre imprese in Cina è ancora limitato, sono solo 923 unità, ma anche questo è un dato in aumento: nel 2007 erano solo 792. Le multinazionali italiane manifatturiere in Asia sono attive soprattutto nella meccanica, nella produzione di metalli, nella fabbricazione di articoli in pelle e nella chimica. Le imprese dei servizi sono invece più presenti nel commercio in generale

Oltre frontiera

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“Ridurre il time-to-market e i co-sti di gestione, dotarsi di un’or-ganizzazione snella ed efficiente, investire in comunicazione, valo-rizzare il patrimonio di risorse in-

tangibili“. È questa la strategia che Alessandro Delle Cese,

titolare dell’omonimo studio di consulen-

za attivo a Mila-no e provincia,

consiglia ad un’azienda

oggi in crisi.

Cosa sta alla base di questa “ricetta”?La competizione internazionale ha premiato le società che, per fronteggiare le difficoltà, hanno saputo cambiar pelle, riposizio-nandosi in mercati a forte poten-ziale e con prodotti ad alto va-lore aggiunto. Rivedendo i punti di forza, facendo leva sugli asset immateriali, come creatività, de-sign, tradizione e know-how.

E il commercialista che ruolo ha in tutto questo?Ha capito che la consulenza tradizionale è finita. Alle attività classiche se ne sono affianca-te altre ad alta specializzazione e i risultati non si sono fatti at-tendere: internazionalizzazione,

innovazione, razionalizzazione dei costi e ricambio genera-

zionale, sono queste le grandi sfide del momento anche per noi. Il management oggi ci chie-de maggior supporto nelle ana-lisi strategiche, nell’implemen-tazione di un efficace sistema di controllo, o nella fase di pia-nificazione finanziaria e fiscale, pretendendo risposte precise e tempestive. Partecipiamo atti-vamente alla definizione delle strategie aziendali, lavoriamo a stretto contatto con i manager, contribuendo a migliorare la redditività aziendale. Sul fronte dell’internazionalizzazione, per esempio, il nostro Studio of-fre una vasta gamma di servizi che vanno dalla costituzione di Società e Trust, all’avvio di sedi di rappresentanza, o alla mera fornitura di directors e sharehol-ders fiduciary.

L’importanza della consulenza strategicaLe dinamiche economiche internazionali di questi ultimi anni hanno modificato il modo di fare impresa. Oggi occorre saper gestire in modo consapevole e responsabile la corsa all’innovazione e all’internazionalizzazione. Qui l’esperto spiega come

e nelle agenzie di noleggio, viaggio e supporto alle imprese. Tra i principali Paesi europei, quello che vanta il maggior numero d’imprese controllate all’estero è la Francia, seguita da Regno Unito, Germania e Italia. Le imprese italiane sono quelle che hanno dimensioni più piccole, contando un numero medio di dipendenti pari a 71 contro, per esempio, i 190 del Regno Unito. Appare evidente dai dati in aumento che l’internazionalizzazione della produzione è per molte imprese italiane la principale via d’uscita dalla crisi.

Quasi due terzi delle aziende milanesi, per esempio, sono attive sui mercati esteri, secondo un’indagine realizzata da Assolombarda su oltre 3.600 realtà presenti nell’area. Il 63% delle imprese che hanno partecipato alla ricerca ha dichiarato di avere rapporti con l’estero. Le principali vie di contatto sono l’import e l’export che coinvolgono rispettivamente il 62 e l’89% delle imprese meneghine, le quali hanno una forte e radicata presenza in Europa. I primi quattro Paesi per presenza nel 2012 sono stati infatti Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna.

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Nuove mete per investire in sicurezzaLe isole Canarie rappresentano in Europa uno dei pochi luoghi in cui capitalizzare conviene. Senza rischi e nella piena legalità. Perché il regime fiscale è minimo e i vantaggi molteplici. Come spiega l’esperto

que convenire?Per esempio alla ristorazione. Penso a chi ha in Italia una ca-tena e vuole espandersi all’e-stero. Non dimentichiamo che sono isole che vivono di turismo.

Come opera il suo Studio? Io seguo soprattutto aziende, mi occupo di diritto commerciale, di-ritto del lavoro, mentre i miei col-leghi sono specializzati nel pena-le. Lo Studio offre per lo più servizi alle imprese, a vari livelli e si basa su un network di professionisti in Italia e all’estero. Grazie all’incro-cio delle diverse professionalità possiamo offrire un servizio com-pleto alle imprese, dallo start up alle varie fasi evolutive.

“Il regime fiscale è vantaggioso ma, attenzione, non si tratta di un cosiddetto paradiso fiscale. Qui tutto avviene alla luce del sole”. L’avvocato Roberto Ben-tani offre consulenze per inve-stimenti mirati e intelligenti in Spagna e nelle isole Canarie in particolare.

Come ha sviluppato questa competenza?Dopo la laurea ho lavorato a lungo in Spagna dove ho appro-fondito la conoscenza dei siste-mi legali e fiscali di quell’area. Così, una volta tornato in Italia, ho proposto ai miei clienti le varie possibilità di investimento nelle isole Canarie.

Perché investire lì conviene?Il regime fiscale è vantaggioso, ma senza rischio di elusione, è tutto alla luce del sole. La tassa-zione è del quattro per cento e ci sono agevolazioni sull’assun-zione dei lavoratori. L’Iva è ridot-ta, anche rispetto alla Spagna. E su alcuni prodotti non c’è. È l’unico territorio europeo con tali condizioni fiscali.

Quali requisiti sono necessari? Aprire un’attività all’interno del territorio. Non basta avere il do-micilio come nei cosiddetti pa-radisi fiscali, bisogna esercitare direttamente sul posto.

A quali imprese potrebbe dun-

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Oltre frontiera

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no, per evitare che la scelta di esternalizzare si traduca in un’elusione delle responsabi-lità connesse all’utilizzo del fattore lavoro.

Quale soluzione adotta l’ordi-namento italiano? La regola di solidarietà nei contratti di appalto e il divieto di interposizione. La prima si pone nell’ottica di correspon-sabilizzare le imprese coinvolte nei processi di esternalizzazio-ne secondo modelli di co-em-ployment. La seconda vieta a soggetti non autorizzati la somministrazione di lavoro, ri-servata alle sole agenzie iscrit-

Sempre più aziende, negli ulti-mi tempi, tendono ad affidarsi alle cosiddette esternalizzazioni produttive. Di cosa si tratta? Ce lo spiega Chiara Bizzarro, avvo-cato autrice di numerose pub-blicazioni sul tema.

Può dare una definizione di esternalizzazione produttiva? È il processo economico-or-ganizzativo di trasferimen-to, all’esterno, di funzioni e competenze estranee al core business aziendale. L’out-sourcing, tuttavia, è sempre più diffuso anche per attività core. La disciplina di tutela mira a governare il fenome-

te all’albo ministeriale delle agenzie per il lavoro.

Come possono cautelarsi le im-prese?L’outsourcing strategico pre-suppone investimenti in termini organizzativi e di analisi giuridi-ca, al fine di valorizzare gli stru-menti già presenti nell’ordina-mento senza incorrere in hidden costs. Lo strumento contrattua-le è fondamentale, se costruito su misura per rappresentare il modello organizzativo dell’e-sternalizzazione e la genuinità dell’operazione ed è idoneo a tradurre efficacemente l’equili-brio della relazione economica.

Make or buy: cos’è più conveniente?Chiara Bizzarro, avvocato del foro di Milano, Ph.d. in relazioni di lavoro internazionali e comparate, analizza vantaggi e svantaggi delle “esternalizzazioni produttive”

Il vecchio continente è un punto di partenza per guardare oltreoceano, soprattutto in futuro. Se guardiamo a una realtà produttiva, molto diversa da quella milanese, il trend non cambia. Le vendite sui mercati esteri, per esempio, hanno arginato notevolmente la crisi del sistema manifatturiero marchigiano negli ultimi tre mesi del 2012. Se gli ordinativi all’inizio del 2013 sono diminuiti per il 33% delle aziende che commerciano in Italia, sono aumentate per il 33% nel caso di aziende con rapporti all’estero. Per le imprese che esportano, infatti, anche l’ultimo trimestre dell’anno in corso non è andato male, con un incremento del fatturato sui mercati esteri del 2,3% che arriva all’8,9% per la meccanica e al 5,1 per il tessile e l’abbigliamento.

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N ei primi mesi del 2013 le esportazioni del Made in Italy sono cresciute dell’8,7%. Il record lo segna il settore agroalimentare

con un aumento del 21%. A gennaio, per esempio, la crescita dell’export si è accentuata in particolare verso i Paesi Sud Est asiatico (con il 32,2%), e verso i Paesi petroliferi dell’Opec (26,1%); fra gli Stati europei si segnala un boom di export verso il Belgio (ben il 27%). I prodotti italiani più apprezzati oltre confine sono quelli alimentari, bevande e tabacco con un aumento del 21,5%. Seguono gli articoli farmaceutici, quelli chimico-medicinali e i botanici. A ruota, gli apparecchi elettrici. L’aumento delle importazioni, invece, è più contenuto nonostante il forte incremento degli acquisti dal Belgio (+36,1%), dalla Turchia e dalla Russia. L’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali, botanici e macchinari, secondo i dati Istat, contribuiscono per quasi due punti percentuali alla crescita dell’export. È comunque l’agroalimentare a tener testa. Il balzo del 21% segna un tasso di crescita più che doppio rispetto alla media, dopo un 2012 che già è stato da record, con un fatturato di settore pari a 31,8 miliardi di euro. La Coldiretti sottolinea, commentando i dati dell’Istat, che il vino è stato nel 2012 il prodotto più esportato dall’Italia con un valore record di 4,7 miliardi di euro, seguito dall’ortofrutta fresca, dalla pasta e dall’olio di oliva, cioè, i componenti base della dieta mediterranea. La crescita tendenziale dell’export c’è e resiste nonostante il contesto negativo. La Simest (società italiana per le imprese all’estero) ha, infatti, ridotto l’importo massimo agevolabile sui finanziamenti relativi alla partecipazione di imprese italiane in società o imprese all’estero, portandolo per il 2013 a 10 milioni di euro.

Il made in Italy nel mondo ha successo. Lo dicono i dati Istat: nei primi tre mesi dell’anno l’aumento è stato dell’8,7%. L’agroalimentare fa da padrone e il Belgio, a sorpresa, sembra il mercato più appetibile. Nonostante la contrazione di finanziamenti

A cura di Ida Cascio

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Oltre frontiera

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Più garanzie alla qualità italiana

unico e prezioso: si pensi alla fuga di cervelli, all’acquisto di aziende italiane da parte dei Paesi emer-genti, che continuano magari a usare un marchio italiano pur producendo all’estero, con criteri e capacità qualitativamente in-feriori. Ma anche alla produzione di falsi, che non colpisce solo i classici settori di abbigliamento e accessori moda ma anche quello alimentare. Un circolo vizioso che non solo toglie crescita e profitto alle aziende italiane ma mina la loro immagine e leadership con prodotti dozzinali e scadenti.

Che vantaggi offre l’associazio-ne “Garanzia Italia”?Innanzitutto la possibilità di far

parte di un gruppo di impren-ditori e professionisti legati dal desiderio di preservare il valore Italia. Desiderio che si realizza con la titolarità del-la certificazione “Garanzia Italia”, che l’associazione rilascia solo dopo un’accu-rata e approfondita analisi delle caratteristiche dell’a-zienda candidata; con la tutela degli interessi dell’associato in termini di protezione e sviluppo dell’attività, in Italia e all’estero; con conven-zioni, stage formativi e servizi a sostegno dell’azienda.

L’Italia, prima di tutto. E poi, quel-lo che la contraddistingue: storia cultura, arte, gastronomia, bellez-ze naturali. “Un patrimonio che si fonda su una tradizione secolare e che rischia di disperdersi nei mille rivoli di una globalizzazione che favorisce politiche aggressi-ve e senza scrupoli” commenta Sebastiano Casula, imprendito-re e fondatore di Garanzia Italia, un’associazione apolitica e senza scopo di lucro che ha il solo fine di preservare il “valore Italia”.

In che modo?Controllando, con rigore e atten-zione, i processi di un’azienda, dall’ideazione alla progettazione

alla produzione, e certificandone la matrice italiana, che si espri-me quando un prodotto è pen-sato e realizzato da italiani in un’azienda che ha sede in Italia.

Parliamo quindi solo di prodotti?In realtà anche di servizi, perché l’italianità si può esprimere nel modo di affrontare determinate problematiche e di proporre solu-zioni efficaci e, perché no, creati-ve. È il motivo per cui, tra i nostri associati, figurano anche liberi professionisti e studi associati.

Quali sono i motivi che l’hanno spinta a fondare “Garanzia Italia”?La dispersione di un patrimonio

L’italianità è un valore aggiunto assoluto che, tranne in casi come la moda, non viene messo in evidenza e neppure protetto. Questa associazione vuole rafforzare il concetto di “valore italiano”

Garanzia Italia

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La normativa in discussione concede incentivi a favore di imprese italiane che acquisiscono quote di capitale di rischio in società e imprese all’estero, in Paesi diversi da quelli della Unione europea, partecipate dalla Simest. Sono ammissibili all’agevolazione i finanziamenti, concessi da soggetti, italiani o esteri, autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria, rilasciati per l’acquisizione di quote di capitale di rischio in imprese all’estero sia di nuova costituzione sia già costituite, in quest’ultimo caso sia attraverso la sottoscrizione di aumenti di capitale sia attraverso l’acquisto da terzi di azioni o quote. L’importo agevolabile dei finanziamenti è fissato in misura non superiore al controvalore in euro del 90% della prevista quota di partecipazione dell’impresa italiana richiedente fino al 51% del capitale dell’impresa estera. Qualora la quota di partecipazione superi il 51%, l’importo agevolabile risulta quindi pari al 90% del 51% del capitale dell’impresa estera. Fino a questa modifica, i finanziamenti erano ammissibili entro l’importo massimo di oltre 38 milioni di euro per impresa e per anno solare e di oltre 77 milioni di euro per i gruppi economici, intesi come insieme di imprese i cui bilanci rientrino in uno stesso bilancio consolidato. Il documento Simest, tuttavia, chiarisce che i vecchi massimali continuano ad applicarsi a tutte le richieste di agevolazione già formalmente pervenute entro il 5 marzo 2013, nonché alle operazioni per le quali sia già intervenuta la delibera positiva da parte del Consiglio di Amministrazione di Simest e a condizione che la relativa domanda di agevolazione pervenga nei tre mesi successivi all’approvazione del Consiglio di Amministrazione di Simest.

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L o spreco di risorse umane, soprattutto giovani e donne, dovuto in gran parte alla crisi economica, è il dato distintivo

del mercato del lavoro oggi in Italia. La disoccupazione femminile supera di cinque punti la media europea e le donne con famiglia a carico hanno il 30% di possibilità in meno di trovare un lavoro rispetto alle colleghe

che non sono ancora mamme. “La mancata partecipazione al lavoro, già tra le più critiche dell’Unione Europea al 27%, è ulteriormente peggiorata negli ultimi anni a causa della crisi economica” recita il rapporto “Benessere equo e sostenibile” elaborato dall’Istat e dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Il tasso di occupazione, tra il 2008 e il 2011,

Motivazione, leadership e creativitàLe risorse umane sono il vero motore del cambiamento. L’Ict offre grandi opportunità di crescita. E la responsabilità d’impresa è la spinta verso il successo. Sì, perché i modelli gestionali ottimali sono quelli che mettono al primo posto uomini, donne e valori, non soltanto profitto. È anche così che si affronta una congiuntura economica sfavorevole come quella attuale

A cura di Ida Cascio

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Exit strategy

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QUANDO LA GIUSTIZIA PESA SULL’ECONOMIAOgni anno cinque italiani su 100 iniziano una causa per un totale di 4.768 processi di primo grado ogni 100mila abitanti. I tempi per giungere alla definizione sono geologici e in questo settore ci collochiamo al 157esimo posto su 183 Paesi. L’inefficienza della sola giustizia civile vale, in termini economici, l’1% del Pil. “Ovvio che l’andamento dell’economia è influenzato anche dall’inefficien-za della giustizia civile che arriva a punte di negazione della stessa” commenta Guido Rivarola, avvocato a Milano. “Le cause dei ritar-di sono da ricercare nell’organizzazione inefficiente di molti uffici giudiziari e nella farraginosità delle procedure che consentono di avviare contenziosi a soli fini dilatori”. Possibili rimedi? “Ridurre i tempi. Dissuadere l’azione giudiziale con l’applicazione rigorosa della regola per la quale al soccombente sono accollate le spe-se processuali e di quella sulla responsabilità aggravata in pratica disapplicata. Promuovere l’utilizzo di seri strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. Attuare la completa digitalizzazione del processo in coordinamento con il processo civile telematico. Trasformare i presidenti dei Tribunali in court manager. Collegare

l’avanzamento di carriera dei magistrati a indici di specia-lizzazione, produttività, merito, capacità di favorire solu-zioni conciliative e di sanzionare comportamenti sleali

nel corso del giudizio”.www.studio-rivarola.it

è passato dal 63% al 61,2% nella fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Ma c’è da considerare anche la mancanza di stabilità occupazionale come conseguenza della crisi e l’aumento di contratti a tempo determinato. Cresce di molto il numero dei lavoratori che svolgono attività non all’altezza del proprio livello di istruzione,

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Dalle origini della crisi ai giorni nostricome conseguenza di dimen-sioni aziendali medie, piccole o addirittura minuscole, coesione sociale e culturale che coinvol-ge anche dipendenti e addetti, culto del “laurà” come valore”. Col progredire della crisi, però, abbiamo tutti scoperto il risvolto della medaglia. “Anche la nostra realtà si è via via scontrata con la lentezza mediterranea con la quale a livello legislativo si è proceduto a (non) fronteggiare l’emergenza” continua Brescia-ni. “Dei mirabolanti interventi che avrebbero dovuto garantire lo snellimento delle complicate procedure fiscali, legali e am-ministrative, per incentivare lo sviluppo, poca traccia è rimasta. È a tutti chiaro in quale direzio-ne procedere: incentivi all’occu-pazione e agli investimenti con agevolazioni fiscale, semplifica-zione burocratica e legislativa, riduzione della pressione fiscale, slancio alle infrastrutture”.

“Come i medici di campagna degli sceneggiati televisivi della nostra infanzia, anche noi libe-ri professionisti siamo portati dal nostro lavoro a entrare nelle case dei nostri assistiti e dive-nire partecipi delle loro gioie e dei loro dolori: ed è evidente che oggi i secondi abbiamo supera-to le prime”. Antonella Bresciani, commercialista a Como, parte da questa riflessione per ana-lizzare la situazione attuale del-le imprese. “All’inizio della crisi subprime abbiamo pensato tutti che la nostra condizione fosse, tutto sommato, quella di chi è stato abbastanza svelto o fortu-nato da trovare durante un al-luvione rifugio sul tetto. Tutto ha continuato a svolgersi, almeno nei primi tempi, senza sconvol-gimenti. A questo ha contribuito la specificità del nostro tessu-to imprenditoriale e produttivo: leadership chiare e riconducibili a gerarchie familiari, flessibilità

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Come si ferma la recessione economica? Capirne le cause e l’evoluzione è il primo passo per trovare la via d’uscita. Quando si prenderà la strada dell’innovazione e della semplificazione, si troveranno nel Paese le risorse umane pronte a seguirla

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Exit strategy

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zione di valore e alla corporate entrepreneurship”. Un altro am-bito a cui lo studio si è dedicato negli ultimi mesi è quello delle reti di impresa, collaborazio-ni tecnologiche e commerciali tra aziende dello stesso settore con lo scopo di aumentarne la forza. “La decisione di concen-trare l’attenzione professionale su temi innovativi nasce anche dalla consapevolezza che a una domanda calante di servizi pro-fessionali di tipo tradizionale, si sta accompagnando un feno-meno di riduzione delle tariffe professionali” spiega Angelo Carlo Colombo, managing par-tner. “Il nostro obiettivo non è sovrapporsi alle società di con-sulenza aziendale, ma affian-carle apportando un contributo

Le giovani realtà imprenditoria-li nate da un’idea di business sono tante. Ma i potenziali fi-nanziatori, pur essendo pron-ti a scommetterci, non hanno gli strumenti per confermarne o negarne il loro potenziale di crescita. Per questo esistono gli incubatori, realtà aziendali che raccolgono le nuove idee im-prenditoriali e ne verificano la fattibilità. “Noi contribuiamo a questo progetto, fornendo con-sulenza alle realtà emergenti e favorendone la crescita” spie-gano i partner di AC Avvocati e Commercialisti, un’associa-zione professionale nata dal-la fusione di tre storiche realtà milanesi. AC è attiva a Roma e Milano a fianco di medie e grandi aziende nazionali e in-ternazionali appartenenti al set-tore manifatturiero, dei servizi, finanziario e assicurativo. Conta circa quaranta professionisti, tra dottori commercialisti, avvoca-ti e collaboratori che lavorano in team per offrire consulenza in ogni ambito di competenza. “Alla gestione aziendale in parti-colare appartengono i nostri più recenti progetti, nati dalla con-vinzione che l’innovazione sia un fattore di crescita e competitivi-tà fondamentale per lo sviluppo delle imprese. Per questo assi-stiamo le start up e per farlo al meglio collaboriamo con alcune tra le più attive istituzioni univer-sitarie italiane, impegnate nel promuovere e valorizzare i temi legati all’innovazione, alla crea-

Largo alle giovani aziende e alle reti d’impresa

Start up e collaborazioni tra aziende. Ecco perché un’associazione di avvocati e commercialisti decide di concentrare l’attenzione professionale su temi così innovativi

su tematiche tipicamente pro-fessionali, spesso considerate marginali nella definizione dei progetti. E per le quali sono ri-chieste competenza tecnica e capacità di lavorare in team.”

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Alberto Mangiarotti, commer-cialista e revisore con 25 anni di esperienza, si occupa, a Monza, di consulenza amministrativa, fiscale e societaria per aziende, impren-ditori, liberi professionisti e contri-buenti. Riserva a tutti la massima disponibilità e attenzione.

Funzionano le start up in tempo di crisi?Se partono con il piede giusto sì. Io seguo varie tipologie di clienti, dall’ex dirigente che diventa con-sulente all’ex bancario che realizza il sogno di aprire un ristorante. In-nanzitutto li aiuto nel cambiamen-to culturale necessario a passare dalla parte del dipendete a quel-

la dell’imprenditore. Quindi, nella scelta della forma giuridica e del-la opzione fiscale più consona al potenziale dell’attività. Infine, ad affrontare aspetti mai contemplati prima: gestione dei collaboratori, situazione previdenziale, necessi-tà di chiedere dei finanziamenti e convincere le banche...

Quali sono le altre specializzazioni?No-profit, questioni testamentarie e consulenza assicurativa, grazie all’esperienza maturata in ruoli di responsabilità nell’ambito ammi-nistrativo e fiscale in grandi com-pagnie (AXA e Gruppo Zurigo). Inoltre, ho già seguito dei casi in prima persona, ho maturato un’e-

sperienza poco comune nella de-licata fase di start up dove l’iter autorizzativo, in base alla norma-tiva IVASS, è lungo e complesso e mi posso proporre come partner competente nell’apertura di nuo-ve realtà assicurative.

Cosa la distingue dagli altri Studi?Il rapporto diretto con il cliente. Il mercato richiede risposte veloci; mentre spesso nei grossi studi per avere contatto coi commercialisti titolari si deve prendere appunta-mento con largo preavviso, io rie-sco a garantire un’ottima reattività. In questo modo si crea un rappor-to di collaborazione, che aumenta la fiducia e stimola il successo.

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Start up contro la recessioneCOMINCIARE BENE UNA NUOVA ATTIVITà, e CON UN SOSTEGNO DIRETTO.ECCO IL CONSUlENTE GIUSTO, CON COMPETENZE SPECIFICHE E UN ASSO NELLA MANICA: L’ESPERIENZA IN START UP ASSICURATIVE

o che vengono rigettati dall’azienda perché iper qualificati rispetto al ruolo da ricoprire. Anche i lavoratori più qualificati stanno quindi vivendo un momento di forte instabilità. L’Italia, inoltre, dopo la Spagna, è il Paese europeo con la più alta disoccupazione giovanile. Unito al ritardo della partecipazione femminile al lavoro e alle difficoltà di conciliazione lavoro-famiglia, questo dato risulta allarmante. Secondo gli ultimi dati del Censis, tra il 2007 e il 2012 si sono persi circa 500 mila posti di lavoro. Il 60% della perdita di occupazione si è registrata al centro sud. Le speranze per il futuro sembrano arrivare in gran parte dal settore Itc. Almeno a giudicare dagli ultimi pronunciamenti della Commissione Europea: il presidente José Manuel Barroso ha appena annunciato un’alleanza tra imprese digitali e Pubbliche Amministrazioni che porterà 900 mila posti di lavoro entro il 2015.

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Exit strategy

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un unico luogo di riferimento e il conseguente risparmio di ri-sorse” continua Iacangelo. Tutto ciò non può prescindere da una riflessione di lungo periodo sul ruolo della categoria. “Bisogna perseguire risultati che coniu-ghino l’innovazione dei servizi con la valorizzazione della fun-zione sociale ed etica della pro-fessione e che promuovano la trasparenza dell’operato e del dialogo costante con il cliente.

Saldamente ancorato ai vec-chi dogmi della professione, il settore legale trova nelle sin-gole realtà le proprie sacche di innovazione. Per esempio, nell’elegante studio monzese di Alessandro Iacangelo, avvocato dello Studio Legale Iacangelo & Russo, presente nei Fori di Mon-za, Bergamo e Milano. Iacange-lo ha investito offrendo ai propri clienti una consulenza multi-professionale, che permetta di guardare al futuro con ottimi-smo e di cogliere le opportunità di cambiamento offerte dall’at-tuale congiuntura economica. “La domanda di consulenza oggi proviene da clienti che co-noscono le logiche del mercato e si aspettano dagli avvocati l’apporto di un valore aggiunto” spiega il legale. “I clienti di oggi rifiutano i diktat e desiderano essere parte attiva del processo, attraverso la condivisione delle informazioni e delle scelte”. L’in-novazione, secondo l’avvocato, è insita nell’offerta di servizi multi-professionali che aiutino il clien-te a essere competitivo nel mer-

cato. “Occorre offrire risposte mirate ed essere sempre dispo-nibili” afferma il professionista che persegue l’intento riunendo nel proprio team avvocati, com-mercialisti, financial planner, in-gegneri, consulenti in real estate e amministratori d’immobili. “Il mio modo di interpretare il va-lore aggiunto consiste nel met-tere a disposizione del cliente questa squadra di professio-nisti con il pratico vantaggio di

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Mettere a disposizione del cliente una squadra di professionisti che possano affrontare e risolvere, coordinando le rispettive competenze professionali, le complesse situazioni in cui l’odierno operatore si trova ad agire. Ecco il valore aggiunto di un moderno Studio legale

Professione avvocato: prospettive per il futuro

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Il ruolo dei professionisti quando l’azienda vuole crescere

mo valorizzato una squadra di professionisti incitando tutto il gruppo a dare agli imprenditori quello che effettivamente richie-dono, ma non tralasciando mai quella sana grinta professiona-le che consente alle imprese di poter contare in ogni modo sui propri consulenti. I nostri profes-sionisti sono altamente specia-lizzati e capaci di offrire servizi integrati per materia e settore di

In un momento storico caratte-rizzato da instabilità economica, crisi sociale e prospettive incerte, l’imprenditoria italiana e stra-niera prima di ogni altra cosa ricerca la crescita. Per questo necessita di riferimenti chiari a cui ispirare le proprie scelte stra-tegiche. La presenza di profes-sionisti altamente specializzati, preparati e concreti, che sap-piano supportare e allo stesso tempo semplificare le esigenze dell’imprenditore permette di individuare la “scelta comples-sivamente migliore”. Un modo di agire che trova espressione in KStudio Associato, associazione di 350 avvocati e dottori com-mercialisti, corrispondente in Italia del network KPMG Interna-tional, con 14 uffici dislocati nelle principali città italiane e in parti-colare, nelle due sedi di Bologna e Firenze, gestite rispettivamen-te dai due partner Alessandra Tronconi e Sara Nuzzaci, dottori commercialisti e revisori conta-bili, che hanno trovato il modo di affermarsi professionalmente fondando le proprie radici e la propria solidità nella combina-zione tra specializzazione e vici-nanza al territorio.

Che cosa offrite in più ai vostri clienti rispetto al classico studio di commercialisti o di avvocati?“La filosofia del nostro team,” af-ferma Sara Nuzzaci, “è accom-

pagnare l’imprenditore nella sua crescita, sia essa interna-zionale, di mercato e/o di com-pliance aziendale, non si deve dimenticare mai il ruolo del professionista, che non deve sostituirsi all’imprenditore, ma saperlo affiancare e consiglia-re restando mezzo passo dietro a quest’ultimo. Mai come ora l’imprenditore che vuole cresce-re ha bisogno di professionisti con competenze specifiche ma anche di professionisti integra-ti che possano trovarsi tutti in-sieme, con lui, riuniti allo stesso tavolo.” “La standardizzazione della consulenza non è più at-tuale.” interviene Alessandra Tronconi “ L’approccio che l’im-prenditore deve avere nell’ag-ganciare le economie crescenti o nell’adeguarsi ai mutamenti del sistema creditizio o nell’af-frontare le continue sfide che gli si presentano non può prescin-dere dall’avere dei professionisti al suo fianco che abbiano real-mente compreso e condiviso i suoi obiettivi. Per questo offria-mo ai nostri clienti una gestione “GLoSe”: think Global, be Local, work Close to your Client. Un respiro internazionale applicato alla realtà locale.”

La sensibilità femminile c’entra qualcosa?“Indubbiamente” risponde Sara Nuzzaci “in questi anni abbia-

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SERVIZI PROFESSIONALI A BOLOGNA E FIRENZEKStudio Associato è una delle principali associazioni professionali italiane che opera nel campo della consulenza legale e fiscale, come corrispondente in Italia di KPMG International, un network globale di società di servizi professionali attivo in 150 Paesi. Gli Studi di Bologna e Firenze con 60 avvocati e dottori commercialisti offrono consulenza fiscale, legale e di risk e compliance, con professionisti specializzati nel diritto tributario nazionale ed internazionale (Inbound e Outbound), nel transfer pricing, nell’IES (fi-scalità della popolazione in global mobility), nell’IVA, nel Customs&Duties, nel contenzioso tributario, nel diritto societario, nella contrattualistica internazionale, nell’M&A e nella ristrutturazione del debito, nella compliance normativa e di corporate governance (controlli interni e di governance aziendale, revisione dei sistemi organizzativi, modalità di gestione degli organismi di controllo e degli Organismi di Vigilanza).

dott.ssa alessandra tronconi (bologna)

dott.ssa sara nuzzaci(firenze)

attività e questo è il nostro va-lore. C’è anche da dire, che per attrarre e trattenere talenti in momenti di crisi profonda come questo è fondamentale la con-divisione dei valori.

Che tipo di valori?“I valori del nostro Studio,” chia-risce la Dottoressa Tronconi “che poi richiamano i valori del nostro network: la professionalità, l’in-tegrità, la competenza, il lavoro di gruppo, ma anche l’equilibrio, il rispetto, la trasparenza, la fi-ducia e la solidarietà”.

Sembrate uguali: stessa età, stessi studi, stesse professioni, stesso percorso di carriera...“In realtà siamo molto diverse. Io sono mora e Alessandra è bionda” risponde ironica Sara Nuzzaci. “A parte le battute. Ci siamo conosciute all’inizio della professione e proprio sulla no-stra esperienza personale ab-biamo compreso il valore della diversità: tema molto attuale e concreto; la diversità è un valo-re: coltivare la diversità significa guardare lontano e costruire una solida base su cui fondare le decisioni migliori.”

Un consiglio a giovani donne in carriera?“Le donne per natura sono pro-pense a dare” risponde Ales-sandra Tronconi, “ciò non esclu-de che possano anche chiedere. Siate solidali tra voi e con le donne più giovani.”

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UNA MIGLIORE GESTIONE PER UNA CRESCITA “SEMPER” MAGGIORE Aiutare i Clienti a reagire alle difficoltà con metodo e perseveranza: questo l’impegno dello studio di con-sulenza milanese Ad Maiora Semper. In un periodo così difficile, la priorità di ogni impresa è definire la struttura dei costi e i fattori che determinano l’andamento aziendale. “Il nostro studio propone un moder-no sistema di controllo di gestione con tutti i sostanziali benefici che ne derivano” dice Francesco Aldo De Luca, titolare dello Studio Ad Maiora Semper. “L’approccio utilizzato prevede una rivisitazione dei processi di controllo di gestione focalizzata sui sistemi informativi di supporto alla direzione aziendale, allo scopo di produrre indicatori in grado di supportare efficacemente la conduzione dell’azienda”. Il numero uno di Ad Maiora Semper ha le idee chiare a riguardo, e conclude: “Un sistema di indicatori così con-cepito permette l’efficace applicazione del nostro metodo, che è focalizzato sulla crescita equilibrata dei clienti ed è in grado di consentire il raggiungimento di importanti traguardi quali la generazione di valore, l’incremento dei ricavi, il risparmio nei costi e l’aumento della produttività”.

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Il settore digitale è destinato, infatti, ad aumentare nonostante la crisi economica, tanto che è prevista una crescita di circa 100 mila posti di lavoro ogni anno. “La grande alleanza è un elemento essenziale per rimettere in pista l’economia europea e creare posti di lavoro destinati a una parte dei 26 milioni di disoccupati che si contano attualmente in Europa” ha spiegato Barroso. “Se, insieme, riusciremo a invertire la tendenza negativa e a occupare il sempre maggior numero di posti vacanti nel settore delle Itc, potremo incidere positivamente e in modo trasversale su tutti i settori dell’economia. Vogliamo che i cittadini europei siano in grado di occupare i posti di lavoro che faranno da traino alla prossima rivoluzione nel settore delle Itc”. Il presidente ha anche aggiunto che l’Europa considera il tema

dell’occupazione come l’obiettivo più importante dell’agenda 2020. “Gli studi hanno dimostrato che l’occupazione legata all’Itc è molto più resistente alla crisi rispetto alla maggior parte

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Exit strategy

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Il consulente fiscale oggi

maggiore perché costretti a un aggiornamento continuo in ma-teria fiscale e tributaria, ambito nel quale le leggi si susseguo-no senza sosta. E la loro inter-pretazione diventa sempre più difficile”. Non solo. Se in passa-to la figura del ragioniere com-mercialista si è focalizzata sulle problematiche di natura fiscale, oggi la crisi economico finan-ziaria che ha colpito l’economia globale impone una continua trasformazione professionale, per essere capaci di aprirsi an-che ad altre discipline e spe-cializzazioni che si allontanano dalla stretta materia tributaria.

Lo Studio di Massimo Oldi-ni, ragioniere in Milano, è nato negli anni Ottanta e ha seguito l’evoluzione di un mestiere che negli ultimi vent’anni si è rivo-luzionato come pochi altri. “La principale attività, fino a pochi anni fa, era quella di assistenza e consulenza in materia conta-bile e fiscale al piccolo impren-ditore che si accingeva ad ini-ziare un’attività in proprio sia nel settore commerciale, artigianale e professionale con tenuta diret-ta della contabilità” ci raccon-ta. “Bisognava, inoltre, seguirlo nell’apertura delle posizioni Iva e fornirgli l’assistenza nella par-

te fiscale della ditta stessa e dei suoi soci, predisponendo le va-rie dichiarazioni dei redditi”. Nel corso degli anni lo Studio si è anche specializzato nel segui-re le operazioni straordinarie in campo societario, trasformazio-ni, fusioni, conferimenti, perizie e valutazioni aziendali, avva-lendosi di personale fidato che lavora con Oldini da oltre 20 anni, ciascuno con la responsa-bilità di un “pacchetto” di clienti da gestire autonomamente. “La nostra attività resta interessante e soddisfacente” continua Oldi-ni. “Tuttavia l’impegno a cui oggi siamo chiamati è sensibilmente

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Massimo Oldini

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degli altri posti di lavoro. Ciò significa chiaramente che le competenze informatiche sono essenziali nella riduzione del rischio di disoccupazione, anche per i lavoratori meno giovani. Migliori e più qualificati operatori Itc, ricercatori, imprenditori, manager, sono necessari e saranno sempre più necessari”. Gli obiettivi della partnership tra le imprese digitali e Pubbliche Amministrazioni consisterà nel migliorare l’attrattiva delle carriere nell’Itc, offrire pacchetti di formazione e programmi di studio a livello di istruzione professionale e universitaria che rispondano alle esigenze sia degli studenti sia dell’industria. In più, migliorare il riconoscimento delle qualifiche tra i vari Paesi per stimolare l’adozione di un sistema di certificazione europeo per le competenze digitali; ridurre gli squilibri del mercato del lavoro, stimolando la mobilità e accrescere l’imprenditorialità digitale su una piattaforma di strumenti e programmi di sostegno per le persone che vogliono creare e far crescere web start up in Europa.

Nonostante le promesse dei legislatori di semplificare i vari adempimenti fiscali, negli ultimi anni si è registrato un aggravio nei compiti. Non solo per i contribuenti, che devono metter mano al portafoglio, ma soprattutto per i professionisti che devono consigliarli e proteggerli

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Page 46: Prima Pagina Aprile 2013

Studio Legale

Associato Tomalino

Riva Bussani

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Cosa deve fare l’imprenditore che percepisce i segnali della crisi?Rivolgersi a uno studio legale che abbia competenze multidi-sciplinari per individuare l’istitu-to più adatto alla sua situazione e il percorso più utile, avendo presente anche i possibili risvolti penali delle varie scelte.

Qual è il servizio offerto dal vo-stro Studio?Siamo attivi da decenni sul ter-ritorio e abbiamo competenze specifiche nella gestione della crisi aziendale, anche grazie alla presenza di professionisti con conoscenze interdisciplinari nei settori coinvolti, come diritto delle procedure concorsuali, diritto so-cietario, diritto del lavoro, diritto tributario e diritto penale dell’e-conomia. Abbiamo sviluppato una rete di collaborazione con prestigiosi studi legali e di com-mercialisti in Italia e all’estero.

A partire dal 2005 il legislatore è intervenuto a più riprese sulla legge fallimentare per favorire le soluzioni alla crisi d’impresa at-traverso nuovi strumenti giuridici caratterizzati da flessibilità e utili a permettere la continuità d’im-presa. “Ma per poter accedere a questi strumenti, oggi molto utili, servono competenze specifiche e interdisciplinarietà” spiegano gli avvocati Umberto Tomalino, Mar-co Riva e Mauro Bussani dell’o-monimo Studio Legale di Lecco.

Di quali strumenti si tratta?Innanzitutto il concordato pre-ventivo, il più usato dalle Pmi. La legge prevede una serie di mi-

sure tese a favorire la continuità sia in capo allo stesso imprendi-tore sia a nuovi imprenditori. Poi ci sono gli accordi di ristruttura-zione dei debiti e i piani attestati di risanamento che presuppon-gono necessariamente la conti-nuità aziendale.

Quali sono le principali misure per favorire la continuità?La possibilità di ridurre il per-sonale in esubero attraverso strumenti più flessibili di quelli ordinari e di sciogliersi da con-tratti ritenuti non funzionali alla prosecuzione dell’attività.

Qual è il trattamento dei debiti fiscali in queste procedure?È prevista la possibilità di stipula-re transazioni con il fisco, che solo in questi casi ha il potere discre-zionale di stralciare una parte del debito. Sia per imposta, ad ecce-zione dell’Iva, sia per sanzioni.

La legge oggi prevede strumenti appositi per affrontare il momento attuale delle aziende. L’esperto ci spiega quali preferire e perché

La gestione della crisi d’impresa: un tema d’attualità

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Exit strategy

Page 47: Prima Pagina Aprile 2013

Studio Mariani

Consulenza fiscale,

societaria,

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e del lavoro.

Commercialisti

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Parabiago (Mi)

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www.marianistudio.comQuando la pressione fiscale si fa allarmanteAnche per i consulenti oggi è difficile, se non impossibile, pianificare per tempo la direzione da prendere nel mare magnum di adempimenti burocratici richiesti oggi alle aziende. Ecco l’esperienza di un commercialista in prima linea

dello Studio Mariani di Parabiago: 15 collaboratori, 50 anni di espe-rienza e una vasta specializzazione in tutte le tematiche amministrati-vo fiscali, dalla gestione del patri-monio personale al contenzione tributario, dalle valutazioni d’azien-da alle operazioni straordinarie.

Negli ultimi anni la figura del con-sulente ha dovuto fare i conti con un’incredibile accelerazione fiscale. “È solo la sua massima efficienza che può garantire alle imprese la possibilità di evitare sanzioni an-che pesanti” spiega Lucio Mariani, dottore commercialista e titolare

Lei segue sia piccole sia grandi aziende?Sì. Negli ultimi anni l’attenzione si è spostata anche verso la consu-lenza alle imprese che decidono di delocalizzare la loro produzio-ne. Noi facciamo un po’ da cusci-netto tra l’azienda che si affaccia oltre frontiera e le istituzioni stra-niere. Il consulente è l’intermedia-rio, ed è anche colui che può con-sigliare al meglio l’imprenditore

su come, quanto e perché delocalizzare. Solo un’a-nalisi dettagliata e ben fatta può permettere di trovare la giusta soluzio-

ne caso per caso.

Torniamo alla pressione fi-scale. Cosa può fare il con-

sulente per aiutare le imprese?Stargli a fianco, garantirgli un supporto continuo e uno scambio senza soluzione di continuità. L’imprenditore, in-fatti, fa più che altro fatica a

capire dove sta andando, quali sono le regole attualmente in vigore, a quali leggi attenersi. Pensiamo per esempio pres-sione alla recente modifica delle normative sugli autovei-coli aziendali. È già molto dif-ficile per noi star dietro a tutto, figuriamoci per chi deve anche pensare a mandare avanti un’a-zienda. Ecco, noi cerchiamo di

dare certezze in una quadro normativo estremamente mutevole.

Oltre all’Ict, un’altra grande direzione di crescita per le imprese riguarda l’ambito della responsabilità delle imprese. Su questo fronte, le organizzazioni volte al sociale, possono ispirare le classiche imprese volte al profitto con le loro pratiche di management messe in atto spesso

senza che siano teorizzate né progettate. Perché sono pratiche che da sempre mettono al centro la motivazione forte, la leadership emotiva che non ha nulla a che fare con le gerarchie e la creatività di ciascuno spesso tirata fuori nel momento del bisogno.

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L’avvocato fallimentarista e il restructuringAlberto Angeloni, 36 anni, master in ristrutturazioni aziendali alla University of Pennsylvania, avvocato fallimentarista in DLA Piper e Fellow di INSOL International

si e non la causa. Che, invece, deve essere ricercata con sa-pienza, individuata e circoscritta per poi essere sanata con for-za. Solo un approccio armoni-co, deciso e multidisciplinare, che vada a portare la medicina esattamente lì dove serve, è de-stinato al successo.

Che cosa consiglia all’impren-ditore in cerca di una via d’usci-ta dalla crisi aziendale?Di affidarsi a consulenti pre-parati. Con i nuovi strumenti normativi, ispirati al Chapter 11 americano, è oggi possibile risa-nare con successo mantenendo il controllo dell’impresa.

Avvocato, si percepisce una leggera punta di orgoglio nel suo definirsi “fallimentarista”, non è vero?È vero. Sono pochi gli avvocati che oggi si occupano di ristrut-turazioni aziendali che abbiano un background “processua-le-fallimentare”. Mi occupavo di diritto fallimentare quando andavano di moda le acquisi-zioni societarie e le quotazioni in borsa e molti colleghi con-sideravano il diritto fallimenta-re e il diritto processuale roba da “provincia”. Con la recente riforma, il diritto delle ristruttu-razioni si sta “ri-giudizializan-do”; l’avvocato fallimentarista,

pertanto, torna a essere la vera chiave di volta nelle operazioni di restructuring.

Qual è il segreto di una ristrut-turazione aziendale di successo?L’approccio. Negli ultimi anni si sono viste tante ristrutturazioni aziendali naufragate poco dopo il trionfale annuncio alla stampa della conclusione dell’operazio-ne. In verità, quelle andate male, non erano vere ristrutturazioni bensì mere rinegoziazioni del debito.

In che senso, può spiegarci meglio?Lo squilibrio finanziario spesso è solo una conseguenza della cri-

Alberto Angeloni,

avvocato

fallimentarista,

lavora tra Roma

e Milano

Community Centro Studi, agenzia di ricerca e innovazione per l’economia sociale, ha realizzato una ricerca che dimostra come, in fatto di gestione del personale, il non profit possa insegnare molto al settore for profit. L’analisi comparata dei modelli gestionali dei due tipi di imprese è stata realizzata su un campione scelto tra organizzazioni di tutti i settori economici italiani. Nella gestione delle variabili cosiddette “soft”, cioè di quelle legate alle persone, il non profit supera di gran lunga il settore profit. Le carte vincenti risultano infatti essere la motivazione, la leadership e la creatività. Cioè quegli asset impossibili da programmare o misurare ma che sono determinanti per il successo di un’azienda e che risultano connaturati al mondo dell’economia sociale. La ricerca in oggetto, appena presentata a Forlì, capovolge gli stereotipi secondo i quali il non profit sarebbe non solo inferiore al profit ma suo debitore in fatto di modelli gestionali e strategie economiche. Ebbene, nella gestione delle risorse umane, le organizzazioni senza fine di lucro possono ispirare le imprese tradizionali con le loro pratiche di management che da sempre mettono al centro la motivazione ideale, la leadership emotiva non gerarchizzata e la creatività delle persone.

46 PRIMA PAGINA

Exit strategy

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Lo Studio Balin & Associati di Padova, che con il suo staff di commercialisti, avvocati e al-tre professionalità si configura come uno dei massimi esper-ti nel Nord-Est, ha fatto tesoro dell’esperienza del suo fondato-re, Umberto Balin, specializzato in operazioni di sviluppo azien-dale, private equity e operazioni straordinarie di M&A. Nell’ottica della moderna figura il consu-lente spiega come affrontare la crisi d’azienda.

Quali sono i fattori che influen-zano la crisi dell’azienda?Le principali cause vanno ri-cercate nell’irrigidimento di strutture amministrative e fi-nanziare, in prassi interne nate in momenti di espansione, con strategie e prodotti per il mon-do di dieci anni fa. Spesso oggi l’imprenditore non riesce a tro-vare un’idonea chiave di lettura e perde lucidità nella valutazio-ne degli obiettivi conseguibili, sopravvalutando le potenzialità e le risorse interne aziendali. Si possono creare situazioni di di-scrasia tra le risorse necessarie e quelle disponibili, tra cui oggi il credito bancario.

Quali driver possono determi-nare il successo di un progetto di risanamento?I presupposti economici e qua-litativi dell’impresa, quindi la capacità stessa dell’imprendi-tore di individuare e salvare un core business (anche con aiuti di terzi), indi la tempestività e

adeguatezza della manovra fi-nanziaria.

Esiste uno strumento migliore degli altri per la risoluzione del-la crisi?Ogni strumento ha una sua particolarità. Il problema è che gli imprenditori vedono l’azien-da che amano come immuta-bile nel tempo e arrivano nel nostro ufficio quando la crisi è oramai conclamata e i provve-dimenti da adottare sono molto drastici. La migliore medicina è, invece, un intervento tempesti-vo, che individui una via d’uscita sin dal prospettarsi della crisi. Ovviamente anche nel caso più grave si può intervenire in favo-

re dell’impresa, evitando azioni e comportamenti che portino ulteriori danni e responsabilità.

Chi sono gli attori principali della ristrutturazione? L’imprenditore che, assieme a noi, deve individuare e condivi-dere il percorso. Ma anche tut-to il personale aziendale, che deve essere motivato e credere nel progetto. E poi il consulente storico, magari non specialista in risanamenti, ma che per pri-mo può rendersi conto del pro-blema e richiedere l’intervento di professionisti specializzati. In tandem si risolve il problema e poi restituiamo l’azienda risana-ta al suo consulente di sempre.

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La consulenza a tutto tondo

47PRIMA PAGINA

Page 50: Prima Pagina Aprile 2013

L’avvocato nell’attuale contesto sociale ed economico

A questo punto l’avvocato in-terviene per prevenire le critici-tà e non solo per gestirle. Ma lo fa da solo o in team?Noi abbiamo sempre cercato di rispondere alle esigenze del-la clientela con soluzioni inno-vative che preservassero però quello che, a mio avviso, è un valore da tutelare: mi riferisco all’approccio del buon artigia-no di qualità che storicamente ha contraddistinto tanta avvo-catura italiana. L’idea coltivata dallo Studio Legale Bellucci & Partners, a dispetto del nome, è stata quella di operare con una struttura flessibile composta da un nucleo interno di avvocati qualificati per i settori di inter-vento, affiancati, con continuità, da alcune figure esterne di alto profilo professionale e scienti-fico che vantano competenze complementari.

Di cosa si occupa in particolare il vostro Studio?Di questioni di carattere com-merciale e societario in settori diversi e di rilievo, da quello del-le energie rinnovabili a quello della elettronica avanzata, dalla grande distribuzione alla ge-stione del gioco lecito, fino alla tutela di attività economiche di cittadini italiani oggetto di ille-

gittimo spoglio e confisca da parte di autorità straniere e per le quali lo Stato italia-no appronti un indennizzo. È stato anche chiamato a

dare assistenza a società estere per la implementazio-ne del loro business in Italia.

Bellucci & Partners

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La figura del legale “al momento del bisogno” ha ancora un senso? La riflessione investe un ruolo tanto prestigioso quanto delicato. Un ruolo che negli ultimi anni è entrato in crisi ma che oggi può segnare la svolta per un’azienda in difficoltà

Nel passato l’avvocato rivestiva in Italia un ruolo

prestigioso che con-sisteva nel dare as-sistenza attraverso un rito particolare, il

processo, di cui lui era uno dei protagoni-sti obbligati. “Que-sto ruolo è entrato

in crisi negli ultimi 20 anni per una serie di ragioni note” spiega Maurizio Bellucci, avvocato tito-lare dello Studio Legale Bellucci & Partners di Roma che opera in ambito civilistico.

Quali ragioni?La grave crisi del sistema giu-diziario che non consente più all’avvocato di rappresentare al cliente la realistica possibilità di ottenere una sentenza equa in tempi ragionevoli. La rapidità dei cambiamenti in ambito sociale ed economico, accompagnata da una proliferazione a dismisu-ra di regole. Se a questo si ag-giunge la forte crisi economica...

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Exit strategy

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Dal 1981 la consulenza eccellente a VeronaNegli ultimi anni, come sono cambiati i rapporti tra imprenditore e professionista con la crisi? La consulenza ha cambiato faccia? La mediazione funziona? A queste domande risponde un commercialista con trent’anni di esperienza alle spalle, Daniele Gronich

cialista era visto quasi solo come l’intermediario del fisco, oggi, nel-la mia esperienza, la percezione è cambiata e ha comportato negli anni un miglioramento nei rap-porti con l’imprenditore/cliente. Egli sente che il consulente si fa carico del problema insieme a lui e, nel tempo, si rafforza il rappor-to di stima e fiducia reciproca.

Lei è anche mediatore civile?Sì. Allo stato attuale la media-zione non è più obbligatoria ma resta uno strumento utilissimo, rapido ed economico, per sanare contenziosi nascenti. Qui da noi il suo sviluppo è ancora in fase em-brionale. Ma l’efficacia è indubbia.

Ne ha accumulata di esperienza Daniele Gronich, commercialista con oltre 30 anni di attività alle spalle e ruoli prestigiosi, come quello di commissario straordi-nario di un importante ente pub-blico. “Negli anni mi sono specia-lizzato nella consulenza tecnico legale sia su incarico delle Auto-rità Giudiziarie sia degli Avvocati delle parti. Ho avuto incarichi in procedure concorsuali, affronta-to situazioni di crisi di impresa. Esperienze che portano sempre più spesso ad incarichi per preve-nire, se possibile, le crisi aziendali ricercando soluzioni alternative”.

In quali altri settori è partico-

larmente esperto?Tecnica e diritto bancario. Perizie e verifiche. Nel settore, i principali clienti sono aziende che deside-rano monitorare la regolarità dei rapporti bancari. Naturalmen-te siamo anche interlocutori del sistema bancario per favorire rapporti chiari e bilanciati con le aziende. In più, seguiamo il con-tenzioso tributario e in generale la consulenza alle Pmi.

Qual è attualmente il settore più delicato?La crisi di impresa, prevalente ri-spetto al passato. Se dieci anni fa si lavorava soprattutto in relazione a contabilità e tasse, e il commer-

Lo Studio Gronich

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Per prima cosa, la ricerca indaga la letteratura socioeconomica nazionale e internazionale, poi, la verifica sul campo, quindi realizza un’analisi comparata di modelli gestionali del for profit e del non profit su un campione di 38 organizzazioni appartenenti a tutti i settori economici, come alimentare, servizi, abbigliamento e telecomunicazioni. Le aziende profit, come dimostra la ricerca, attribuiscono sempre più importanza ai valori proposti dal settore e non profit. Basta pensare alla responsabilità sociale della quale negli ultimi anni si fa un gran parlare a ogni livello e in ogni settore. E ancora, lo sviluppo della comunità e i nuovi dettami relativi di ecologia, biocompatibilità e green in generale. Proprio la responsabilità sociale viene anzi indicata proprio come strada d’uscita dalla crisi.

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Per responsabilità sociale d’impresa s’intende, secondo il Libro verde della Commissione europea (luglio 2001), “l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Fra gli obiettivi del Piano approvato su questo tema dal Ministero dello Sviluppo economico, c’è quello di aumentare la cultura delle responsabilità presso le imprese, i cittadini e le comunità territoriali; sostenere le imprese che adottano la RSI; contribuire al rafforzamento degli “incentivi di mercato” per la responsabilità sociale d’impresa. Infine, promuovere le iniziative delle imprese sociali, delle organizzazioni di Terzo settore, di cittadinanza attiva e della società civile.

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Exit strategy

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N el corso del 2012 è diminuito il ricorso al contenzioso tributario. Sono diminuiti sia i nuovi ricorsi avviati (209 mila

contro i 260 mila del 2011 in Commissione tributaria provinciale e 55 mila contro 69 mila in Commissione tributaria regionale), sia le giacenze pendenti (meno 6,6% in primo grado, meno 1% in appello). Questi dati sono influenzati da due fattori.

Il primo riguarda la campagna di chiusura delle liti fino a 20 mila euro pendenti con l’Agenzia delle Entrate. La definizione agevolata prevista dal decreto legislativo 98/2011 ha fatto venir meno 119 mila procedimenti: ben 77 mila presso le Commissioni tributarie provinciali, 33 mila nelle Commissioni tributarie regionali e 4.500 tra Commissione tributaria centrale e Cassazione.

Stato vs privato: parola al consulenteSono tante le novità nei rapporti tra imprese ed erario. Dall’annullamento del segreto bancario al processo tributario telematico. Ma le norme continuano ad accavallarsi e la consulenza di un professionista preparato, al passo con i tempi e le leggi, rappresenta in molti casi la chiave di volta

A cura di Ida Cascio

52 PRIMA PAGINA

Fisco e dintorni

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simile a una boutique sartoria-le che confeziona per ciascun suo cliente “l’abito” su misura, attento ai suoi “gusti”, e con l’obiettivo di farlo trovare sem-pre pronto agli appuntamenti con il fisco, numerosi nel corso dell’anno”.

Le stesse buone maniere di una volta. Spesso, la credibilità di uno Studio commercialista, si basa proprio sulla cordialità, il rispetto, i rapporti interpersonali e la massima disponibilità. Così è per lo Studio del Dottor Fulvio Polesso, commercialista con una lunga tradizione familiare alle spalle. “Lo Studio fu fonda-to nel 1960 a Milano da mio pa-dre. Si è sempre rivolto alle pic-cole e medie imprese, fornendo loro un servizio a tutto tondo, dalla tenuta della contabilità, alla consulenza aziendale e fi-scale, a quella del lavoro, fino al contenzioso tributario” racconta Polesso. Nel 1977, per essere più vicino ad alcuni clienti costrut-tori, il fondatore decise di aprire una seconda sede in provincia, a Cernusco sul Naviglio. L’espe-rienza accumulata in tanti anni

e il personale “cresciuto” dal fondatore si sono poi trasferiti all’attuale titolare, che ha potu-to così operare con la cliente-la senza soluzione di continui-tà, mantenendo un profondo rapporto di stima e fiducia. “In particolare, l’obiettivo principa-le dello Studio è rimasto quello di soddisfare tutte le esigenze del cliente per le problematiche del quotidiano che lo coin-volgono, dalla sfera privata a quella imprenditoriale e professionale, in modo da togliere al cliente qualsiasi preoccupazione di carat-tere fiscale e previdenzia-le” spiega Polesso. L’ampia gamma di servizi offerti dallo Studio contribuisce a creare la base per avviare un rap-porto fiduciario con il cliente a 360°. “Uno Studio, quindi,

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Avete un appuntamento con le tasse?Prima passate dallo Studio Polesso: una boutique sartoriale che confeziona per ciascun cliente “l’abito” su misura. Con l’obiettivo di farlo trovare sempre pronto ai rendez-vous con il fisco che si susseguono nel corso dell’anno

Il secondo fattore è la mediazione tributaria, che dal 2 aprile 2012 obbliga i contribuenti che intendono opporsi a una pretesa delle Entrate fino a 20 mila euro ad avviare la procedura di reclamo presso l’ufficio legale della direzione che ha emesso l’atto, prima di andare in Tribunale. Tenuto conto dei tempi tecnici per l’entrata in servizio del nuovo istituto, i primi effetti hanno iniziato a vedersi nel terzo trimestre 2012: i ricorsi in Commissione tributaria provinciale contro l’Agenzia sotto i 20 mila euro si sono ridotti del 9%.

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L’approccio al contenzioso tributarioOgni controversia con il fisco può essere affrontata da almeno due punti di vista. Quello dell’avvocato e quello del commercialista. Un esperto ci spiega vantaggi e svantaggi delle due alternative. E i rischi per il contribuente

costi. “C’è chi è più propenso al rischio e chi invece, per propria indole, preferisce la via più bre-ve anche se più costosa. C’è poi da dire che, negli ultimi anni, si fa una grande fatica a far valere i diritti del contribuente perché il sistema normativo è così blin-dato che il privato, pur avendo ragione, si trova spesso con le armi spuntate. Si arriva al caso estremo in cui, se il contribuente dimostra che i conti sono in or-dine dà adito al dubbio che stia nascondendo qualcosa. Mediare è difficile e spesso lo spreco di energie è spropositato rispetto alla possibilità di intavolare un compromesso”. Bagnato inter-viene spesso quando il commer-cialista non basta. “A volte adire al giudice è l’ultima strada per-corribile. In quel caso si studia insieme la pratica. E la collabo-razione è proficua e utile ai fini della soluzione del caso. Natu-ralmente a vantaggio del cliente”.

“L’avvocato tende a far valere il principio di Diritto, mentre il com-mercialista si limita a far valere il suo operato, la rispondenza alla norma tecnica, va più sul pratico insomma”. L’avvocato Antonio Bagnato attivo a Milano, forma-

zione civilistica e specializzazio-ne nel campo tributario spiega quando conviene l’uno o l’altro approccio. “Ci sono dei casi in cui l’azione del commercialista, meno eclatante, è più utile ed efficace. Magari quando tende a concordare una certa applica-zione della norma con le agenzie fiscali. Ma ci sono casi in cui la norma va studiata ed interpre-

tata. Il cliente deve sapere che esistono i due ap-

procci e deve sempre confrontarsi con

entrambi i con-sulenti per de-cidere la strada da intrapren-dere. Spesso dipende anche dalla sua per-sonalità. Deve cioè valutare quale tipo di in-tervento ha più benefici che

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Il trend è salito notevolmente negli ultimi tre mesi dell’anno. Rispetto allo stesso periodo del 2011, tra ottobre e dicembre il decremento è stato del 56%, pari a circa 14.800 contenziosi in meno. Tra le novità del 2013 è da segnalare l’avvio del processo

tributario telematico in Lazio e Lombardia. A partire dal mese di ottobre, infatti, avverrà online il deposito di ricorsi, appelli e memorie, l’accesso ai fascicoli e ci sarà la possibilità di accogliere provvedimenti giurisdizionali via posta certificata.

Fisco e dintorni

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Erario italiano e imprese multinazionali

zionale che consente alle imprese multinazionali di sottoscrivere con l’Agenzia delle Entrate accordi preventivi e vincolanti, per discipli-nare il regime fiscale applicabile alle transazioni internazionali. È un modello vincente perché mette al centro del rapporto fisco-con-tribuente un dialogo aperto, privo di elementi di conflittualità tipici di verifiche e accertamenti. Assi-stiamo molti clienti nell’ambito di questo tipo di procedura e i ritorni sono positivi.

Cosa fare quando arriva un controllo?Consigliamo un’assistenza at-tenta e scrupolosa nel corso delle verifiche, convinti che la serietà e la competenza tecnica possano ricavare spazi di dialogo fruttuosi in vista di una soluzione positiva delle contestazioni nel corso del-la procedura di accertamento.

Il rapporto tra fisco italiano e imprese multinazionali non è af-fatto semplice. “In parte a causa del particolare momento che, in un contesto di competizione glo-balizzata anche tra Stati, vede un accresciuto stimolo alla dife-sa delle ragioni fiscali nazionali” spiega Graziano Gallo, partner dello Studio legale tributario e societario Libroia Gallo D’A-bruzzo, già Direttore dell’Ufficio Ruling Internazionale e del Set-tore Grandi Contribuenti dell’A-genzia delle Entrate.

Come può migliorare? Comprendendo che il ruolo del fisco non deve ridursi a quello di una macchina deputata a fare extragettito sulla base di verifi-che ed accertamenti. Il fisco di uno Stato moderno deve pren-dere coscienza dell’essere parte importante di un sistema Paese

e concorrere al suo successo nel-la competizione internazionale.

Da dove arrivano le maggiori insi-die per le imprese multinazionali? Il nostro Studio è stato recente-mente impegnato nella difesa di diverse imprese multinazionali estere accusate di avere insedia-to sul territorio nazionale stabili organizzazioni occulte. Anche il tema dei prezzi di trasferimento è caldo e impatta sulle multina-zionali italiane per le quali, poi, la tematica dell’esterovestizione, come dimostrano casi recenti, è sempre in agguato.

Come difendete i clienti dagli attacchi dell’amministrazione finanziaria?Se possibile in via preventiva, stu-diando soluzioni taylor made e, quando opportuno, accedendo alla procedura di Ruling Interna-

La certezza dei rapporti e dei carichi fiscali prospettici, garantita dall’obbligo di rispetto dell’accordo da parte dell’Amministrazione finanziaria. Ecco il miglior vantaggio offerto dalla procedura di Ruling internazionale

Studio Legale

Tributario

Societario Libroia

Gallo D’Abruzzo

Via San Damiano, 4

Milano

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In seguito, la novità sarà estesa a tutto il territorio nazionale. L’annuncio è stato dato durante cerimonia inaugurale del nuovo anno giudiziario tributario che ha rappresentato anche la situazione consona per poter avanzare un primo bilancio delle comunicazioni via Pec da parte delle segreterie delle commissioni, entrate a regime a partire da inizio anno in tutta Italia: nel 2012 sono state effettuate 160 mila notifiche, garantendo un risparmio di circa 800 mila euro di spese postali. Nel 2013, a pieno ritmo, le notifiche online saranno circa 1,3 milioni, per un risparmio vicino a 6 milioni di euro. Si tratta di un modello organizzativo efficiente e funzionale che, infatti, è stato preso come esempio anche dalla giustizia ordinaria che lo renderà attivo dal 2014. A fronte di queste

innovazioni, le problematiche che continuano a caratterizzare il sistema di giustizia tributaria sono ancora tante. A partire per esempio dalla carenza di organico in molte commissioni tributarie. Un dato preoccupante visto che le nuove norme relative ai rapporti tra fisco e contribuente faranno verosimilmente impennare i contenziosi. Dopo lo spesometro e il redditometro, infatti, il direttore delle Entrate, Attilio Befera, ha firmato il provvedimento che fa saltare il segreto bancario. Banche, Poste e società di gestione del risparmio dovranno comunicare al fisco tutti i dettagli sui conti correnti: saldi, bonifici in entrata e in uscita, investimenti, movimenti delle carte di credito, acquisti di oro, polizze assicurative, depositi titoli.

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Fisco e dintorni

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Studio Avv.

Enrico Allegro

Corso di Porta

Vittoria, 18 - Milano

t 0255190573

[email protected]

Il volto cordiale del diritto tributario

interdisciplinarietà, chiamando, of counsel, Fabio Signorelli, do-cente di diritto commerciale e fallimentare all’Università degli studi di Milano – Bicocca. “Ha una conoscenza approfondita delle problematiche societarie e fallimentari” evidenzia l’avvoca-to. “Con particolare attenzione al fenomeno della crisi d’impre-sa, ed è autore di decine di pub-blicazioni in materia”.

Dici diritto tributario e immagi-ni facce lugubri, sfilze di numeri e guai con Equitalia. Del resto, chi non ha tremato osservando le recenti vicende che hanno avuto per protagonista il temuto agente di riscossione da Corti-na d’Ampezzo a Palermo? Inve-ce, incontrare l’avvocato Enrico Allegro, fondatore del grande studio legale milanese specia-lizzato nel settore fiscale e tri-butario, e il suo giovane staff guidato dalla figlia Francesca, è una ventata di freschezza. “Il diritto tributario è di famiglia da oltre trent’anni, ma ogni nuovo caso rivela aspetti da appro-fondire che non mancano di appassionarmi” ci racconta. Il suo curriculum evidenzia una solida esperienza multidiscipli-nare nato alla Scuola di Poli-zia Tributaria e cresciuto con le tante pubblicazioni in tema. Tra tutte, spicca il Codice Dogana-le che costituisce uno dei più importanti punti di riferimento del settore. Negli ultimi anni, la specializzazione in diritto penale comunemente definito “dei col-letti bianchi“, ha la massima evi-denza massmediatica, perché appartiene a un settore che è insieme cronaca e allarme so-ciale. “Noi seguiamo società che operano sul mercato nazionale e internazionale, cooperative, oltre a persone fisiche, fondazioni e associazioni attive nei campi più disparati del mondo dell’econo-mia e della finanza” continua Allegro. “Un impegno importan-

te, che fa gestire allo Studio una vasta gamma di problematiche legali, risolte con una percen-tuale di successi invidiabile, e rende evidente la personale at-titudine a comprendere, con la mente e con il cuore, sia le per-sone sia le istituzioni”. Da tem-po, Allegro ha voluto dare una più decisa caratterizzazione alla specializzazione dello Studio e offrire alla clientela la massima

L’ambiente legale è spesso aggressivo e improntato a una accesa concorrenza. È un sollievo sapere che, invece, il valore e l’autorevolezza si dimostrano creando una atmosfera amichevole e cordiale. Come nello studio Allegro

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Studio legale associato

Degani e Fusini

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Milano

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L’ultima modifica alla discipli-na della responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore sta sovracca-ricando le imprese italiane di ulteriori incombenze. A parti-re dai contratti stipulati dal 12 agosto 2012, l’articolo 13-ter del decreto legge 22 giugno 2012, introduce la responsabi-lità, per l’appaltatore e il com-mittente, di versare all’erario le ritenute fiscali operate sui redditi di lavoro dipendente, così come l’Iva dovuta in re-lazione alle prestazioni effet-tuate nell’ambito del contratto. “Inevitabili gli effetti negativi su un’economia già in forte

crisi” spiega Franco Degani. “L’unico rimedio al quale si può ricorrere per evitare le in-genti sanzioni, che variano da cinque a duecento mila euro, in caso di accertata violazione della norma, consiste nell’ac-quisire tutta la documentazio-ne attestante che i versamenti fiscali, scaduti alla data del pagamento del corrispetti-vo, siano stati correttamente eseguiti dall’appaltatore”. Do-cumentazione che, secondo quanto previsto dalla legge, può consistere sia nella cer-tificazione rilasciata dal Cen-tro di assistenza fiscale, sia in una dichiarazione sostitu-

tiva prodotta da professionisti abilitati, con cui l’appaltato-re o il subappaltatore attesta l’avvenuto adempimento degli obblighi suddetti. “Secondo la nostra esperienza di consulen-za alle imprese, verifichiamo quotidianamente come l’in-troduzione della suddetta di-sciplina aggravi ulteriormente la situazione economica e la competitività delle aziende ita-liane” conclude Daniele Fusini. “Gli impresari sono costretti a svolgere funzioni di controllo fiscale che sono di competen-za dello Stato, caricando la propria attività di altri adempi-menti burocratici”.

E se le imprese dovessero interpretare la legge?Che cosa succede quando lo Stato costringe gli imprenditori a svolgere funzioni di controllo fiscale? Gli avvocati dello Studio legale Degani e Fusini, dalle loro sedi di Milano e Pavia, hanno analizzato gli effetti di un nuovo decreto legge

Queste informazioni saranno incrociate con le dichiarazioni dei redditi, per verificare l’esistenza di scostamenti. Ecco un esempio: chi paga le tasse su 20 mila euro di guadagni e poi effettua investimenti per 50 mila euro senza intaccare i risparmi sarà chiamato a rendere conto del suo operato. Prima, invece, l’analisi dei conti scattava solo nel caso di un’indagine già avviata. Sullo scostamento necessario ad avviare l’accertamento si presume una differenza del 20% tra dichiarazione dei redditi e movimenti reali. Intanto, nuove tasse si abbattono su cittadini e imprese: a metà giugno si versa l’acconto Imu per il 2013. Il saldo a dicembre. E, in mancanza di modifiche, il gettito sarà in linea con quello del 2012, circa 24 miliardi di euro.

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Fisco e dintorni

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Studio

Commercialista

Maria Nella Palandri

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il reddito complessivo delle per-sone fisiche. Non dimentichiamo poi che gli avvisi di accertamento sono divenuti, per espresso inter-vento legislativo, atti esecutivi, cioè consentono all’erario di incassare le imposte richieste prima di ave-re definitivamente acclarato che siano dovute. Altro importante discorso è quello dei crediti tribu-tari che aziende e privati vantano nei confronti dell’erario. Negli altri Paesi Europei il rimborso avviene in tempo reale; da noi no. Le pra-tiche di rimborso Iva sono per i contribuenti molto costose.

“Le scadenze fiscali in Italia sono diventate ormai un vero e proprio ingorgo continuati-vo senza interruzione”. Parola di commercialista: Maria Nella Palandri, trent’anni di espe-rienza e titolare dello Studio omonimo di Milano, riflette sul-la situazione attuale della sua professione.

Com’è cambiato il ruolo del professionista?Quando ho cominciato, era fa-cile; c’erano dei punti fermi che consentivano di programmare persino degli spazi di tempo libero. A maggio, dopo la pre-sentazione della dichiarazione dei redditi e dei bilanci, ci si rilassava, si verificava il lavoro fatto, si organizzava quello nuo-vo. Oggi è un delirio sistemati-co. Le scadenze si sono molti-plicate, caricando le imprese di adempimenti spesso ripetitivi e a volte inutili, con la giustifi-cazione della cosiddetta “lotta all’evasione fiscale”. Peccato che il sistema sanzionatorio sia pesantissimo per irregolari-tà formali che non portano un euro di maggior imponibile.

Ci faccia un esempio concreto.A gennaio ci sono 15 adempi-menti per chi ha partita Iva: co-municazione nel Modello 730 del sostituto di imposta, versa-mento ritenute Irpef, contributi previdenziali... L’elenco è infinito. E si ripete per l’intero esercizio, con maggiori picchi nel periodo delle dichiarazioni dei redditi e dei bilanci.

E il contenzioso tributario come è cambiato?Il diritto del contribuente non è più garantito: al Fisco è concessa la massima discrezionalità. Per esempio, con il nuovo redditome-tro il legislatore ha individuato il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva sulla base del quale determinerà

Scadenze continue, disequilibrio nel contenzioso fiscale, crediti tributari dalla riscossione difficile. Ecco le anomalie di un Paese che fatica a crescere

I mali del fisco... e del commercialista

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Come (e se) affrontare un processo tributario Meglio una vittoria incerta dopo anni o un accordo in pochi mesi? Giovanni Di Felice spiega quali aspetti bisogna prendere in considerazione prima di lanciarsi in un contenzioso tributario dall’esito lontano e imprevedibile

non tutti sono disposti a soste-nere. Poi bisogna considerare le ripercussioni sulla possibile par-tecipazione ad appalti pubblici. Per non contare la ricaduta in termini di allarme del sistema bancario, per esempio relati-vamente all’accantonamento a fondo rischi in bilancio. Poi bi-sogna considerare altri aspetti. Il possibile blocco dei rimborsi d’imposta in caso di contenzio-si, di norma di lunga durata, i benefici penali correlati all’estin-zione dell’obbligazione tributa-ria e i benefici in termini di ridu-zione delle sanzioni pecuniarie, correlati all’intervenuto accordo con il fisco.

L’introduzione degli istituti deflat-tivi del contenzioso tributario ha fatto sì che il ricorso al processo tributario per definire una lite fi-scale non sia più l’unica strada percorribile. “Dal ricorso sempre e comunque contro qualsiasi atto, si è passati nel nostro Studio a una imprescindibile valutazione dei costi e dei benefici che la poten-ziale lite fiscale potrebbe compor-tare” spiega Giovanni Di Felice, dottore commercialista e titolare dell’omonimo studio a Milano.

Non esistono delle procedure standard per affrontare i po-tenziali contenziosi?No. Bisogna valutare caso per

caso, confrontandosi con il cliente, ragionando in termini di vittoria “reale”. Cioè, se è più uti-le una vittoria incerta dopo di-versi anni o invece un accordo in pochi mesi.

E quali sono le variabili che permettono di propendere per la scelta dell’una o dell’altra soluzione?Per prima cosa le aspettative e le esigenze del cliente sia in termini economici, ossia come capacità di spesa e disponibili-tà delle risorse economiche, che psicologiche. Non dimentichia-mo che il contenzioso genera sempre uno stato d’ansia che

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La Tariffa rifiuti e servizi, che sostituisce le vecchie Tarsu e Tia, farebbe lievitare i conti per il servizio di gestione dei rifiuti fino al 30%, perché sarà calcolata sulla superficie calpestabile e non più su quella dichiarata. Ma anche perché dovrà finanziare anche i servizi cosiddetti “indivisibili” dei Comuni (manutenzione stradale e illuminazione pubblica) e il totale del costo del servizio rifiuti, che oggi viene pagato mediamente per circa l’80%. A tutto questo si aggiunge l’aumento di un punto di Iva, dal 21 al 22%.

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Fisco e dintorni

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Instaurare un buon rapporto col cliente, che va oltre la mera ana-lisi numerico-fiscale, è l’obiettivo che lo Studio Panzeri, attraver-so la Dott.ssa Wilma Panzeri, persegue costantemente.

Quali sono i motivi della man-canza di liquidità da parte dei contribuenti che poi non riesco-no a onorare le spettanze nei confronti del Fisco?Sono due le cause degne di nota: la crisi congiunturale e la mancata concessione di affida-menti e riduzione degli stessi da parte delle banche nei confronti specialmente degli imprenditori e contribuenti anche privati.

Sono previsti strumenti a favore del contribuente circa la dilazio-ne di pagamento dei debiti fiscali maturati per evitare l’iscrizione a ruolo delle somme non pagate?Sono stati fatti molti passi in avan-ti negli ultimi tempi. A partire dalla “comunicazione di irregolarità” da parte dell’Agenzia delle Entrate che rappresenta un’importante opportunità, offerta al contribuen-te, per sanare l’esposizione debi-toria. Ciò permette al debitore di regolarizzare la propria posizio-ne con il pagamento di sanzioni pari al 10% oltre agli interessi di legge. Altra agevolazione è nelle possibilità di rateizzare il debito che, a differenza della previgente normativa, non prevede più il vin-colo della garanzia fideiussoria.

La consulenza è soprattutto vicinanza al clienteVisione complessiva dei bisogni, professionalità e problem solving: sono questi i valori della consulenza offerta dallo Studio Panzeri di Milano. Analisi e proposte sul delicato tema “Equitalia”

Per debiti al di sotto dei 5 mila euro, l’attuale regolamentazione prevede una dilazione “split-tata” su sei rate trimestrali. Per gli importi superiori, il numero sale a venti.

Quindi, c’è un cam-biamento nei con-fronti del contri-buente?Assolutamente. In passato, quando la ra-teizzazione con l’Agenzia delle Entrate non andava a “buon fine” per decadenza, si procedeva automaticamente all’iscrizione a ruolo senza ulte-riore possibilità di rateizzazione. Attualmente, è possibile proce-dere ad una seconda rateizza-zione direttamente con Equitalia. Ciò denota un alleggerimento delle posizioni adottate in prece-denza dagli organi impositori.

Data la sua esperienza nel set-tore, è in grado di formulare proposte per migliorare l’attua-le sistema di riscossione?Un ulteriore “sollievo” per coloro che si trovano nella situazione di dover onorare più cartelle esat-toriali, potrebbe essere costituito dalla possibilità di “congelarne” alcune per poter pagare quelle pregresse o già in corso di ra-teizzazione. È auspicabile anche una riduzione dei compensi di ri-scossione che risultano alquan-to onerosi per il contribuente.

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Dottoressa Wilma

Panzeri

Dottore commercialista

Revisore legale dei conti

Dottore in

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P er stimolare le imprese a uscire dal digital divide e garantire una democratica possibilità di espansione, arriva la banda

larga satellitare. Il satellite, infatti, è l’unica tecnologia in grado di portare internet ovunque, anche nelle zone più difficili da servire, permettendo così anche all’Italia di rispettare quanto richiesto dalla Commissione Europea nel piano Horizon 2020.

Eutelsat Italia e Unioncamere hanno appena siglato un protocollo d’intesa triennale, rivolto in particolare alle piccole e micro aziende italiane che si trovano in zone remote e sono vittime del digital divide, per offrire una soluzione tecnologica di immediata attivazione senza bisogno di effettuare scavi per il passaggio dei fili che consentano la connessione al web.

Le garanzie di un professionistaNon solo commercialisti e avvocati. Attorno a un’impresa ruotano tante figure professionali variegate e specializzate. Dalla gestione dei sistemi informatici alla comunicazione, dallo sviluppo di nuovi software alla telesorveglianza, agli addetti alle vendite. E tutti contribuiscono al successo

A cura di Ida Cascio

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Servizi alle imprese

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UN ESEMPIO DI VENDITA EFFICACEUscire fuori dal linguaggio tecni-co per poter convincere in ma-niera efficace e sincera il pubbli-co. Ecco un esempio raccontato da Vianello: “Una delle soddisfa-zioni più belle fu quella di presen-tare una motocicletta molto tec-nologica, del tutto innovativa dal punto di vista tecnico, a una rete commerciale tra le più importan-ti al mondo, alla presenza dei re-sponsabili del progetto. Eravamo molto emozionati: parlare della loro creatura facendola diventa-re, anche da ferma, un elemento straordinariamente emozionante era la nostra sfida. Fu un succes-so. Ci sentimmo dire: «Noi non saremmo stati in grado di farla capire altrettanto bene»”.

Le caratteristiche tecniche di un’automobile, persino le più complesse, possono essere spiegate anche a chi non ma-stica ingegneria meccanica, con grande soddisfazione di clienti e venditori. Tutto ciò che serve è una buona capacità comunica-tiva. Luigi Vianello, forte di un’e-sperienza pluriennale nei settori della comunicazione e della tecnica, e titolare di Exor s.a.s., società di formazione e comu-nicazione tecnico-commercia-le, spiega come ha affinato nel tempo questa capacità.

Lei definisce il suo lavoro parlan-do di comunicazione tecnico-di-vulgativa. Che cosa intende?Ogni prodotto che viene com-mercializzato è costituito da una

componente tecnica-funzionale e da una emozionale-estetica. Spesso, in fase di acquisto, si dà molto peso alla seconda perché si fa fatica a capire la prima. Ci si rivolge all’esperto per avere un’idea più chiara circa la com-ponente tecnica. Tale esperto deve conoscere la tecnica e ave-re un’ottima padronanza della relativa comunicazione. Ma per cultura o per struttura mentale, il tecnico difficilmente è un bravo comunicatore. Per questo entria-mo in campo noi: dialoghiamo con il tecnico per assumere le informazioni necessarie e le ren-diamo comprensibili al commer-ciante e all’utente finale.

Come nasce la sua passione per la tecnica automobilistica?“L’ingegnere delle automobili”: questo rispondevo quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande. Fin da bambino, la pas-sione per le automobili non mi ha

mai abbandonato. La prima svol-ta nella mia vita, avvenuta intorno agli anni ‘70, fu quella di entrare a far parte di un’organizzazione tedesca molto importante nel mondo dell’automotive. Lì ebbi la possibilità di apprendere le nuove tecnologie elettroniche e mecca-niche che si stavano affacciando intorno al mondo dell’automobile e delle motociclette. Frequentai corsi di formazione in Germa-nia e in Italia con a fianco i più importanti tecnici di allora. Mi costruii un enorme bagaglio cul-turale tecnico che mi consentì di approdare come esperto elettro-nico all’interno di un’altra società tedesca, ma questa volta produt-trice essa stessa di automobili e motociclette.

Come si passa dalla conoscen-za tecnica alla comunicazione?Era bello conoscere le tecnolo-gie, ma ancora di più mi stimo-lava saperle presentare e farle

È molto complicato comunicare a un cliente le caratteristiche tecniche di un’autovettura in termini facilmente comprensibili. Ci pensa Luigi Vianello: riesce a trasformare qualsiasi soluzione tecnica in un argomento di vendita

L’automobile in poche (e chiare) parole

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Servizi alle imprese

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conoscere agli altri. Cominciai quindi a studiare le tecniche di comunicazione per descrivere le automobili non solo ai tecni-ci, ma anche ai giornalisti, nelle conferenze stampa, o alle forze di vendita nei corsi di formazio-ne commerciali. Contempora-neamente molti giornalisti mi chiedevano, dato che avevo pre-sentato così bene quel prodotto o quel sistema, di scrivere diret-tamente l’articolo. Ne pubblicai una certa quantità. Tanto che fu naturale prendere il patentino di giornalista e passare all’ufficio stampa della stessa società.

Dall’ingegneria al giornalismo alla società di consulenza. Come si è evoluto il vostro mo-dus operandi?In oltre trent’anni di attività non

si contano le esperienze positi-ve e i momenti di soddisfazione. Tutto si basa sulla conoscenza tecnica, lo stile di comunicazione e la capacità relazionale. Oggi, dopo aver affinato tecniche di comunicazione e di relazione, siamo in grado di poter affer-mare che in qualsiasi settore nel quale esistono dei contenuti tecnici e una rete commerciale per poterli vendere, è possibile dare un apporto consulenzia-le in grado di poter aumentare le potenzialità del prodotto e le performance delle vendite. Tut-to questo viene fatto sfruttando l’esperienza maturata lavorando in campi differenti tra loro, cer-cando sempre di ottenere delle elevate performance rivolte a una clientela di medio-alto po-tere d’acquisto.

Com’è il vostro approccio con i clienti?La nostra esperienza nel mon-do dell’automotive ci consen-te anche di poter organizzare delle riunioni commerciali che esulano dagli standard clas-sici, ad esempio, portando le forze di vendita di un’azienda su una pista ghiacciata per scoprire come la velocità è inutile se non è accompagnata da tecnica, intuito, precisione. Ci consideriamo ancora de-gli artigiani della formazione commerciale, però l’esperienza maturata e i risultati raggiun-ti ci consentono di affermare che, a differenza di altre presti-giose realtà consulenziali, noi siamo in grado di trasformare qualsiasi soluzione tecnica in argomento di vendita.

Luigi Vianello

Exor s.a.s.

[email protected]

www.exor96.it

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L’esperienza di TeraNet è di-mostrata dal prestigioso por-tfolio di clienti: Granarolo, Gruppo Marzotto e Pastificio Rana solo per citarne alcuni. “La competitività delle aziende si gioca sempre più sulla ge-stione efficiente e innovativa dei processi operativi e sulla capacità di creare valore co-dificando e gestendo in modo integrato e condiviso informa-zioni e attività” spiega Stefa-no Martini. “L’esperienza e la competenza maturate ci hanno guidati nella realizzazione di HeartNet, una soluzione mul-tilingua modulare e integrata che supporta le aziende nelle

funzioni operative e in quelle strategiche, ottimizzando i pro-cessi di business con maggior controllo e risparmio in termi-ni di tempi e costi”. HeartNet, infatti, permette di migliorare la condivisione delle informa-zioni, rendere più efficace la comunicazione, aumentare la qualità dei servizi offerti e dei rapporti con i clienti, supporta-re le decisioni con report gene-rati in tempo reale, informatiz-zare i processi che ancora non lo sono, gestire in maniera più efficiente molti flussi di appro-vazione. HeartNet offre moduli Intranet per la comunicazione, per raggiungere in tempo reale

tutti i componenti dell’organiz-zazione, anche tramite l’App per smartphone. E fornisce so-luzioni per programmare ferie e permessi, amministrare risorse condivise, gestire il processo di rendicontazione dei rimborsi spese, condividere documen-tazione, pubblicare cataloghi elettronici e molto altro anco-ra. Infine, il pacchetto Project Portfolio Management pro-pone strumenti per la gestio-ne di progetti e commesse, la pianificazione e ottimizzazione delle attività e delle agende dei team, la gestione di meeting e tutto ciò che migliora il lavoro di squadra.

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Servizi alle imprese

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L’analisi dei processi aziendali? Vera strategiaIntrodurre innovazione organizzativa e tecnologica dove serve davvero. È così che si costruisce un sistema informativo di reale supporto alle decisioni strategiche. Come spiega il Ceo di Consept, azienda di consulenza e pianificazione tecnologica

nel sistema informativo ERP, la capacità di assumere decisioni consapevoli è compromessa”. È evidente che l’analisi e la misura dei processi diventa quindi stra-tegica. “Così come la possibilità di simulare scenari operativi al-ternativi sollecitando il processo con input differenti, ipotizzando con software opportuni diverse realtà del business. Ciò aiuta a individuare i “colli di bottiglia” organizzativi, che impongono la loro velocità di gestione a tutta l’impresa. Diviene allora vitale poter gestire analisi what if ed individuare i vincoli del siste-ma-azienda, introducendo in-novazione dove serve davvero”.

Oggi è fondamentale per le aziende decidere consapevol-mente. “I clienti si orientano più sulla varietà dei prodotti che sui volumi; la globalizzazione im-pone al business sfide non solo su qualità, prezzo e design ma anche sulla flessibilità del pro-cesso produttivo e sul servizio al cliente” spiega Bruno Stefanut-ti, ingegnere, autore della guida “Implementazione di un siste-ma ERP nelle piccole e medie imprese” (Editore Ipsoa, agosto 2012) e titolare di Consept, azienda con certificazioni inter-nazionali APICS CSCP, CPIM. “Il mercato chiede nuove stra-tegie, la considerazione di altre

metriche decisive per compe-tere: i tempi di consegna, i ser-vizi post-vendita, la capacità di configurare i prodotti partendo da “modelli base”, l’attenzione all’ambiente dell’intera supply chain”. Nel controllo di questi indicatori il sistema informativo che ruolo ha? “Deve diventare l’affidabile rappresentazione di-gitale di un’impresa in costante cambiamento” continua Ste-fanutti. “I processi di acquisto, vendita, produzione, logistici vanno correlati e integrati; se le aziende non sono in grado di re-alizzare e misurare tale integra-zione o se tali processi non tro-vano “corrispondenza digitale”

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Con questo nuovo sistema che coinvolge il satellite, basta installare e puntare una parabola per ottenere collegamenti veloci alla rete, superando in modo rapido e definitivo un problema che riguarda ancora il 4,4% della popolazione italiana e tantissime piccole imprese. Secondo gli ultimi dati del Ministero dello Sviluppo economico, le regioni più interessate a questo fenomeno, a causa delle caratteristiche fisiche del territorio, sono Molise, Calabria, Basilicata e Abruzzo al sud e Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto al nord. Il protocollo prevede la promozione da parte di Unioncamere di iniziative dirette alle Camere di Commercio dei territori interessati a diffondere la banda larga satellitare, anche attraverso bandi per l’erogazione di voucher alle imprese che stimolino l’installazione dei supporti di collegamento al web. Ovviamente nella logica della complementarietà e sussidiarietà con le reti terrestri nel caso di carenza di reti tradizionali efficienti in termini di connettività, e sempre nel rispetto della neutralità tecnologica prevista dall’agenda digitale italiana. Eutelsat si impegna a sua volta a creare un servizio professionale nuovo e dedicato e a condizioni economiche privilegiate.

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Molte aziende, oltre a patire gli effetti negativi della crisi, devo-no anche guardarsi da effrazio-ni, furti e sabotaggi. Per questo un sempre crescente numero di imprese si affida alla videosor-veglianza perimetrale all’esterno e all’interno di particolari locali dell’azienda, per proteggere il patrimonio aziendale e l’incolu-mità del personale. “Tale misu-ra va però utilizzata con caute-la, poiché, prima di installare e mettere in uso l’impianto, occor-re valutarne l’impatto in termi-

Le giuste regole della videosorveglianza

Studio Legale

Laura Agopyan

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20129 Milano (MI)

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laura.agopyan@

agopyanlaw.it

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ni di effetti legali. Le immagini riprese con le telecamere di un sistema di videosorveglianza da un’impresa sono qualificabili come dati personali, se consen-tono di identificare i singoli in-dividui” avverte Laura Agopyan, avvocato titolare dell’omonimo studio legale di Milano, forte di una pluriennale esperien-za e specializzazione matura-ta nell’ambito dell’Information Technology, della compliance privacy e dei siti web. “La loro registrazione e il loro utilizzo

costituiscono un trattamento di dati personali soggetto alle nor-me sulla privacy e sul controllo a distanza dei lavoratori, con le quali l’azienda deve fare i conti se vuole evitare di incorrere in sanzioni penali e amministrati-

ve”. Per questo bisogna adot-tare le misure di sicurezza

organizzative, fisiche e logiche previste dalla normativa sulla tutela

dei dati personali e ot-tenere l’approvazione sin-

dacale. L’impresa dovrebbe quindi dotarsi di un regola-

mento interno sulla videosorve-glianza da aggiornare continua-mente, includendo in un unico documento la planimetria e l’infrastruttura dell’impianto, comprensiva di numero, dislo-cazione e caratteristiche delle telecamere, protocolli di comu-nicazione e postazioni di acces-so. “È fondamentale, oltretutto, definire e stipulare un contratto con il manutentore dell’impianto e con l’eventuale terzo al qua-le l’impresa ha affidato la ge-stione in outsourcing” precisa Laura Agopyan. “Per avere un impianto di videosorveglianza in ambito lavorativo conforme alla legge è opportuno affidarsi a un consulente legale esperto e specializzato, poiché la casisti-ca è molteplice e la materia è in continua evoluzione”.

Contro malintenzionati sempre più imprese ricorrono alle telecamere. L’avvocato Laura Agopyan, esperta del settore, ci spiega entro quali limiti tale pratica va esercitata

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Servizi alle imprese

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L’ECCELLENZA NELLE INDAGINICome si contrasta l’infedeltà aziendale? Con un esperto del settore, come Gabriele Stefanoni che ha fondato nel 1972 G.Men, un’agenzia di fama internazionale nel campo dell’investigazione e dell’intelligence. G.Men è attiva in moltissimi ambiti delle attività investigative, informative e dei servi-zi di sicurezza per conto delle maggiori aziende, gruppi finanziari italiani e internazionali e personalità del top management pubblico e privato, ottenendo successi lusinghieri che le hanno procurato stima e fiducia in tutto il mondo. Infatti, Gabriele Stefanoni da anni interviene a manifestazioni e seminari in-ternazionali come consulente e relatore esperto di problematiche della sicurezza e delle investigazioni; partecipa a corsi di formazione e specializzazione in Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Israele e Stati Uniti. G.Men si è distinta anche come pioniere delle problematiche della sicurezza relative alla grande distribuzione. Una lunga e brillante carriera durante la quale Stefanoni ha ricevuto diverse onorificenze italiane ed estere tra le quali quella di Cavaliere al Merito della Repubblica dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini su proposta del Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini.

G.Men - Via Alessandro Pennati, 10 - Monza - t 0392300919 - [email protected] - www.gmenitaly.it

S i tiene a Milano la sesta edizione del Social Business Forum (12-13 giugno 2013), l’evento leader in Europa sui temi del Digital

Marketing, della Social Collaboration e dell’Open Innovation. Grazie a interventi di top manager del settore e a case history di successo internazionale (oltre 3.600 partecipanti, più di 150

speaker e oltre 60 casi aziendali), i partecipanti possono capire come i nuovi strumenti e i nuovi approcci di Social Enterprise possano essere integrati nelle strategie di business dei diversi settori aziendali. Il Social Business Forum nasce dall’urgenza di comunicare l’importanza che i nuovi concetti di Collaboration,

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I.P.I. Istituto Privato

di Investigazioni

e informazioni

Piazza dei Tribunali, 6

Bologna - t 051 584008

ipiinvestigazioni.com

Una perizia investigativa costa poco e può risolvere tanti pro-blemi. “Soprattutto se fatta in via preventiva” spiega Jessica Zanarini, titolare di I.P.I., Isti-tuto Privato di Investigazioni fondato nel 1948 dal nonno di Jessica a Bologna e attivo con successo in tutta Italia.

Che tipo di problemi può risolve-re un’investigazione preventiva? Tanti, dall’acquisto di una casa alla scelta di un lavoro. Per esempio, da noi viene chi, prima di firmare il preliminare per ac-quistare la casa, vuole sapere se la ditta di costruzioni è solida. Il locatario che vuole sapere se chi prende in affitto i suoi locali è poi in grado di pagare. O il lavorato-re che deve accettare una pro-posta di lavoro e vuole sapere se l’azienda è seria. Bastano poche centinaia di euro per evitare guai successivi da migliaia di euro.

Naturalmente offrite anche pe-rizie “post”?Certo. Operiamo soprattutto nel settore commerciale e assicura-tivo. Per quanto riguarda il primo reperiamo informazioni utili al

recupero dei crediti, analizzando lo stato patrimoniale del debitore e la sua reperibilità. Troviamo le informazioni per valutare l’affi-dabilità e solvibilità di un nuovo cliente o fornitore, e realizziamo visure camerali, catastali, al re-gistro imprese, all’albo artigiani, certificati comunali e così via.

E nel settore assicurativo?Collaboriamo con le più impor-tanti compagnie italiane ed estere in ogni ambito: dalla ricostruzio-ne della dinamica del sinistro in assenza di autorità all’escussio-ne testimoni, dagli accertamenti presso le autorità verbalizzanti agli accertamenti socio-econo-mici per la Compagnia che vuole rivalersi nei confronti del suo assi-curato o che deve risarcire gli ere-di in caso di sinistri mortali.

Investigare per prevenireA pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. La perizia investigativa fuga ogni dubbio e previene guai futuri. Una pratica che, adottata a priori, si può applicare con successo a molti ambiti, sia nel settore commerciale sia in quello privato. Come spiega l’esperta

Communication e Innovation hanno assunto oggi nei contesti lavorativi: la chiave del successo per le aziende, infatti, consiste soprattutto nel migliorare la collaborazione interna, la comunicazione con il mercato e la capacità di fare innovazione. Il concetto chiave di questa edizione è “Open Your Business!”. Ci si concentra dunque su temi come la Digital Transformation: le aziende di oggi devono infatti coinvolgere i propri clienti nei processi di vendita per essere sempre più globali e competitive. Il Forum evidenzierà inoltre come i Big Data emersi da queste attività possano essere sfruttati in termini di Social Analytics per impostare strategie d’azione basate sulla Brand Reputation e sul posizionamento dei prodotti sul mercato.

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Servizi alle imprese

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sparità di visione genera sprechi di risorse e demotivazione. Mentre la stessa visione porta allo stesso ri-sultato: business assicurato, cliente soddisfatto e clima interno sereno.

Quanto conta dunque la comu-nicazione interna in azienda?È fondamentale per lavorare con meno stress e sprechi. Ogni per-sona è importante. Lavorare su competenza e professionalità non basta: la cura delle relazioni tra soggetti sta alla base di una buona e sana comunicazione interna, pre-supposto per il cosiddetto spirito di squadra. Nel Jazz e nella Fotogra-fia possiamo scoprire nuovi spunti e strumenti: tecnica ed emozioni per vivere il lavoro con ritmo.

Cosa hanno in comune una jazz band e il team di un’azienda?“Il gioco di squadra: il jazz inse-gna lo spirito di gruppo nelle ese-cuzioni corali e la responsabilità personale nelle improvvisazioni. Proprio come nel lavoro in team” spiega Erika Leonardi, vent’anni nella consulenza e formazione manageriale, docente universita-rio e autrice di Disegnare i pro-cessi (Franco Angeli) e Azienda in Jazz Jazz Jazz (Il Sole24ore).

La metafora del jazz come mez-zo di comunicazione interna?Uno spettacolo con jazz band dal vivo in cui con parole e mu-sica accompagno le persone alla scoperta di un nuovo modo

di lavorare in gruppo: curare l’e-quilibrio dei diritti e dei doveri, valorizzare il singolo nel gruppo. Applicare questa metafora per-mette di dare nuova linfa alla co-municazione interna. Competen-za e professionalità non bastano: le relazioni stanno alla base della comunicazione interna. Il cliente gode dei vantaggi di un buon la-voro di gruppo e diventa fedele.

Ci fa un altro esempio di stru-mento innovativo per cementa-re la squadra?La Fotografia. Permette di condivi-dere il punto di vista e gli obiettivi per lavorare con serenità e profit-to. Guidiamo le persone a mettere a fuoco gli stessi dettagli: una di-

Problemi di comunicazione interna? IL JAZZ E LA FOTOGRAFIA AIUTANO. LE EMOZIONI GUIDANO L’UOMO E LA TECNICA GUIDA L’AZIENDA. PER QUESTO INVESTIRE nelle relazioni interne RIPAGA: PROMUOVE LO SPIRITO DI GRUPPO ED È LA LINFA VITALE DI OGNI ORGANIZZAZIONE

Erika Leonardi

Consulente, formatore,

autore di testi

Via Calvi, 11 - MIlano

t 02 7383482

c 335 5743437

www.erikaleonardi.it

Il passaggio delle informazioni all’interno dell’impresa. La motivazione di manager e dipendenti. L’immagine esterna. Ecco tre aspetti sottovalutati

A cura di Ida Cascio

C ome si comunica all’esterno l’immagine di un’azienda in tempo di crisi o in situazioni di emergenza?

Partiamo dal presupposto che i rapporti con i mass media non si possono improvvisare. Ecco perché quando la crisi aziendale diventa un fatto risaputo l’impresa può facilmente perdere il controllo dell’informazione. Lo scoppio della crisi provoca lo scatenarsi di un insieme di problemi diversi che tendono a sopraffare le capacità di rispondere a chi ne chiede conto.

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I.D.E.A. S.r.l.

Istituto di Dinamiche

Educative Alternative

Via Bergamo, 25

Curno (BG)

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Dal 1987, Marcello Bonazzola, diffusore del metodo di Dinamica della Mente e del Comportamen-to, ipotizza che il famoso Villaggio globale, per essere vivibile, ha la necessità assoluta di abitanti ade-guati. Da più di 25 anni Carlo Spil-lare, avvocato, psicologo e scrittore, opera nel campo della formazione umana sviluppando le proposte formative di Marcello Bonazzola.

In cosa consiste il suo progetto di formazione umana?Appare indispensabile esprimere alcune particolari qualità che sono tipiche dell’uomo, come essere vigili, rilassati e determinati, comunicare correttamente ed essere motivati.

Tali qualità, affiancate alla prepara-zione tecnica e all’evoluzione tecno-logica, possono permettere di essere professionalmente adeguati e di vi-vere una vita privata soddisfacente.

A chi vi rivolgete? Da oltre 30 anni teniamo cor-si individuali e di gruppo presso aziende, banche, squadre spor-tive o scuole. Da qualche anno seguiamo anche la formazione accreditata per gli avvocati.

Perché frequentare una delle vostre iniziative?La libera scelta è l’idea che fa da sfondo a tutto il progetto. Chi de-cide di frequentare uno dei nostri

corsi non è esposto a nessun ri-schio. Per tutta la durata di ogni iniziativa, infatti, c’è la possibilità di sospendere la frequenza e di richiedere la restituzione dell’intera quota versata a fronte della parte-cipazione. Ma vi possiamo assicu-rare che, una volta venuti a contatto con il progetto, praticamente tutti decidono di andare fino in fondo.

Cos’è esattamente I.D.E.A?È l’Istituto di Dinamiche Educative Alternative che fa capo a questo progetto. Ed è l’unica Scuola privata autorizzata alla distribuzione su tutto il territorio Nazionale delle Tecniche di Dinamica della Mente, ricordo il me-todo del dott. Marcello Bonazzola.

L’abitante adeguato per il Villaggio globale: un progetto di formazione umana Siamo pronti a popolare adeguatamente il cosiddetto Villaggio globale? Carlo Spillare, avvocato, psicologo e docente del metodo di Dinamica della mente e del comportamento, presenta le sue iniziative in tema

L’emergenza, infatti, minaccia il funzionamento stesso dei sistemi coinvolti e non è più possibile neanche capire come comportarsi. L’errore da evitare è, evidentemente, negare che la crisi esista. Bisogna, invece, collaborare con i mass media per fornire informazioni esatte e mantenere solidi i canali di comunicazione verso l’esterno. Serve raccogliere con criterio

ed elaborare tutte le informazioni e i dati disponibili, per diffondere le informazioni corrette all’interno e all’esterno dell’azienda stessa. Uno degli elementi vincenti è la flessibilità e capacità di adattarsi a nuovi scenari determinati dall’incombere dell’emergenza e dalla reazione a catena che deriva dal susseguirsi delle azioni di risposta.

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Servizi alle imprese

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Cambi look? Fallo con stileSono finite le ansie di chi non sa cosa mettersi per un colloquio importante: Berenice de Leva ha i consigli giusti per apparire impeccabili in ogni situazione

ricercano una trasformazione esteriore. Infine, alle aziende che vogliono uniformare il pro-prio codice di abbigliamento o di immagine.

Quali sono le fasi della consu-lenza? Attraverso una lunga chiacchie-rata, raccolgo informazioni ap-parentemente insignificanti ma che mi consentono di conoscere meglio il cliente e di conquistare la sua fiducia, creando un clima positivo e amichevole. Segue l’analisi del guardaroba, quindi prendo le misure, scatto qual-che foto e, quando necessario... Si fa shopping!

Discrezione, riservatezza e una solida formazione tecnica uni-ta al buon gusto. Sono queste le caratteristiche fondamenta-li del consulente d’immagine, una figura professionale emer-sa recentemente di cui ci parla Berenice de Leva, esponente del settore.

Chi è il consulente d’immagine?È una figura professionale che offre un servizio volto a miglio-rare il modo di vestirsi e di pre-sentarsi, valorizzando i punti di forza della persona e nascon-dendone i punti critici con tec-niche appropriate, cercando di rimanere, quanto più possibile,

fedeli allo stile che i clienti de-siderano ottenere. Quella del consulente d’immagine è una figura poco conosciuta in Ita-lia e spesso confusa con quel-la del personal shopper, che si occupa di assistere i clienti nell’acquisto di capi d’abbi-gliamento e accessori.

A chi si rivolge questo servizio?Principalmente ai professio-nisti dei settori più disparati che, per i ruoli che ricoprono in campo lavorativo, sentono l’e-sigenza di migliorare la propria immagine. Ma anche a tutti coloro che hanno affrontato cambiamenti importanti e che

Berenice de Leva

Consulente

d’immagine

[email protected]

Tra gli elementi prioritari della gestione dell’emergenza è indispensabile la definizione e il rispetto dei ruoli e delle competenze dei singoli gestori della crisi. Una task force dell’emergenza motivata, dotata di potere, avrà la responsabilità e la supervisione sul delicato ruolo della comunicazione, come strumento di contenimento dei danni di immagine che l’impresa subirà all’insorgere dell’emergenza. Questo genere di emergenza non si presenta solo nell’attuale e difficile contingenza economica ma anche nelle situazioni di acquisizioni, fusioni, cessioni di quote di pacchetti azionari, andamenti oscillanti o preoccupanti del titolo in borsa, manovre di ingegneria finanziaria oggetto di interesse potenziale degli organi di autocontrollo e così via.

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Questa è la storia di un partner che condivide con voi un fortespirito

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Avete bisogno di una soluzione

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Al fianco delle aziendeStare al passo con i cambiamenti legislativi non è facile per le imprese. Per questo serve un team di professionisti fidati, capaci di fronteggiare le questioni più urgenti e delicate. Dalla gestione dellA responsabilità amministrativa al recupero dei crediti. Soprattutto in tempi di magra

A cura di Ida Cascio

R ecuperare i crediti non è mai stato facile. Oggi è ancora più difficile e nel mirino

degli insolventi spesso finiscono gli stessi professionisti. A causa di clienti che hanno perso il lavoro o che hanno subito a loro volta un calo di produttività dovuto alla crisi. Senza contare il rapporto con la Pubblica Amministrazione, il più grande e prestigioso committente ma anche quello con i tempi più lunghi. Così, non solo le imprese ma anche molti professionisti sono costretti a rivolgersi alle società di recupero dei crediti: dentisti, architetti, geometri, consulenti del lavoro, commercialisti e persino avvocati. L’European payment index di Intrum Justitia, gruppo svedese che opera nei servizi di gestione dei crediti, ha analizzato come nel 2012 i tempi di pagamento dei clienti dei professionisti sono stati il doppio rispetto alla media europea.

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Nuove norme

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L’avv. Antonio Prade di Belluno e il dott. Lionello Steccanella di Treviso, esperti in redazione di Mog e in gestione di Odv

Via Luigi Zuppani, 5

Belluno

t 0437 27454

www.studioprade.it

Il decreto legislativo 231/01 ap-parentemente rappresenta una grossa minaccia per le società vi-sto che le sanzioni arrivano fino a un milione e mezzo di euro e all’in-terdizione dall’esercizio dell’attività che può andare da alcuni mesi fino a due anni. “Ma a ben vedere può essere anche un’opportunità” spiega l’avvocato Antonio Prade di Belluno, esperto nella consu-lenza per la redazione e l’imple-mentazione del Mog e per la pre-disposizione dell’Odv.

Un’opportunità in che senso?Nel dotarsi di un Mog, l’azienda

è chiamata a mettere a punto i propri processi aziendali e l’orga-nizzazione complessiva: inoltre, la presenza dell’Odv garantisce che il Modello sia aggiornato e che le persone all’interno dell’a-zienda rispettino le regole.

Ma in che cosa consiste esatta-mente il Modello organizzativo? In pratica, si tratta di un sistema di gestione simile a quello per la qualità ISO 9001, orientato cioè a tenere sotto controllo le attivi-tà sensibili ai reati previsti. I reati sono molteplici e si verificano in differenti ambiti, per esempio in

Le società che traggono vantaggio dai reati commessi da amministratori, dipendenti e collaboratori sono coinvolte penalmente. A meno che non si dotino a priori di un Modello Organizzativo e di Gestione (Mog) e di un Organo interno di vigilanza (Odv)

Il Decreto Legislativo 231/01: minaccia oppure opportunità?

quelli relativi alla sicurezza dei lavoratori, ai reati societari, ai reati contro la Pubblica Ammi-nistrazione, come corruzione e concussione, o relativi all’otteni-mento di contributi, i reati indu-striali, i reati ambientali.

Le aziende hanno capito l’im-portanza del Modello?Dopo un periodo di attesa, per verificare come sarebbe stato applicato dai giudici il decreto, adesso che le sentenze fioccano le aziende corrono ai ripari. Han-no capito che bisogna affidarsi a consulenti esperti per costruirsi un Mog e istituire un Odv chia-mato a garantirne l’operatività. Poi, in presenza di eventuali cri-ticità come la partecipazione a gare d’appalto o i rischi per la salute dei lavoratori, meglio ap-profondire il modello in singole parti speciali, anche in base al budget che l’azienda ha fissato.

Voi cosa offrite?Oltre alla nostra personale esperienza, ci avvaliamo dell’in-tervento di un aziendalista, Lio-nello Steccanella di Treviso, con-sulente e membro di Organismi di vigilanza di varie società, dalle quotate alle multiutility alle pic-cole e medie imprese.

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Nuove norme

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Aiuto, il redditometro!Solo uno specialista competente può seguire, con l’attenzione adeguata, il merito e gli aspetti formali delle complicate vicende con il Fisco

Redditometro, spesometro. Se ne sente parlare ovun-que, ma i più tendono istin-tivamente a escludere che il problema li riguardi. “Non ho mica la barca o la colf, io. Non sono un imprendi-tore o un professionista, io. Niente di più sbagliato. Que-sti strumenti a disposizione del Fisco interessano tutti, compresi dipendenti e pen-sionati” spiega Ermenegildo Zocca, dottore commerciali-sta a Vicenza con una quin-dicennale esperienza nel campo della difesa tributa-ria della quale il suo studio di commercialisti e avvocati

si occupa quasi esclusiva-mente. “Sono strumenti che si basano, ormai, sulle usci-te più comuni, come utenze elettriche, spese mediche, rette per l’asilo nido e, addi-rittura, contributi obbligatori. Con questi “metri” il Fisco pretende di stimare il reddito di un contribuente sulla base delle sue spese. Più spendi, più guadagni, insomma”. E i dati, tra l’altro, sono sempre più numerosi grazie alle ban-che dati. Che cosa fare allora per stare tranquilli? “Monito-rare periodicamente, e in via preventiva, la propria situa-zione reddituale e di spesa,

per verificare se esiste equi-librio tra le due e cercare, eventualmente, dei correttivi” consiglia Zocca. “Quel che più conta è, nel caso di que-stionari o verifiche da parte del Fisco, approntare subito una difesa corretta. La prova contraria che può essere for-nita dinnanzi alle presunzioni in questione, infatti, non è li-bera né semplice, ed elemen-ti rilevanti non fatti valere sin dalla prima fase potrebbero non essere più ammissibili in un secondo momento. È indi-spensabile, quindi, rivolgersi a professionisti specializzati nella difesa tributaria”.

Ermenegildo Zocca

Str.lla S.Stefano, 5

Vicenza

Tel. 0444 040830

I dati, rispetto al 2010 sono allarmanti: per la riscossione hanno impiegato in media 79 giorni contro i 33 dei professionisti europei. Dalle imprese, 99 giorni contro i 45 degli europei. Rispetto al settore pubblico, la differenza è addirittura di 100 giorni e le perdite su crediti arrivano al 3,6%. Se si considera il fatto che gli studi professionali sono per la maggior parte piccole strutture con pochi clienti vitali, il rischio di soccombere è alto. Anche perché spesso non si firmano contratti e i rapporti sono informali. In totale, fuori dalla sfera dei professionisti, il recupero dei crediti è un business da 38 miliardi di euro in Italia.

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“Oggi le società sono responsa-bili per i reati commessi nel pro-prio interesse o a proprio van-taggio da dirigenti, dipendenti e rappresentanti” spiega il Dott. Michele Maggi, Amministratore Delegato di Nardello & Co. S.r.l., società di professionisti che sup-porta il cliente nel proteggersi da tali rischi grazie a un’approfondi-ta conoscenza ed esperienza nel diritto civile e penale.

In cosa consiste il vostro supporto?Partiamo dalle caratteristiche delle singole società e dall’a-nalisi dei rischi attraverso un articolato sistema di interviste e un’accurata analisi della docu-mentazione aziendale. Poi, in-dividuiamo soluzioni sostanziali e su misura. Lo scopo è com-prendere nel dettaglio la con-creta operatività della società per individuare le singole aree

di rischio, analizzare l’organizza-zione aziendale e le procedure della società, capire quali siano i punti deboli nelle procedure del-la società e stabilire come poter affrontare i rischi e quindi pre-venire la commissione dei reati.

Come operate dopo la valuta-zione iniziale?Con la creazione di modelli or-ganizzativi ad hoc che siano co-erenti con le esigenze operative della società e con le prescrizioni del Decreto Legislativo 231/2001. Ma non elaboriamo solo model-li ex novo, adeguiamo quelli già operativi in relazione agli ag-giornamenti normativi, ovvero in relazione a mutamenti nell’orga-nizzazione aziendale. Puntiamo sull’elaborazione del risk asses-sment in vista dell’adozione del modello di organizzazione; valu-tiamo l’adeguatezza di singole

procedure aziendali e così via.

Come nasce la società?Nasce nel 2008 dall’incontro tra avvocati penalisti e profes-sionisti specializzati nella con-sulenza sulla normativa finan-ziaria, assicurativa e nel diritto commerciale e Daniel Nardello, avvocato statunitense con gran-de esperienza nel contenzioso tra società, nel contrasto alle frodi aziendali, alla corruzione e agli abusi di mercato, con par-ticolare riguardo alla normativa SOA, FCPA e, presso la branch inglese, al Bribery Act. Nel tem-po abbiamo realizzato modelli di organizzazione per aziende operanti nell’oil&gas, tessile, rin-novabili, nel settore finanziario e in quello sanitario. I nostri col-laboratori sono membri e presi-denti di Organismi di vigilanza di gruppi bancari multinazionali.

www.nardelloandco.com

Il Decreto Legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle imprese prevede sanzioni severe. E severa è stata la sua applicazione in sede giudiziaria. Ecco la ricetta di Nardello & Co. S.r.l.

I modelli organizzativi per affrontare il DL 231

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Nuove norme

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I ritardi dei pagamenti sono essenzialmente relativi a due comparti, quello bancario e finanziario che tiene insieme i canoni di leasing e noleggio, le rate dei mutui e quelle per l’acquisto dei beni di consumo o delle famigerate carte revolving. Il secondo, invece, comprende la telefonia e le varie le bollette scadute di energia elettrica, gas e telefono. Su questo fronte, l’indebitamento di famiglie e imprese è cresciuto del 140%. Sul versate imprese-Pubblica Amministrazione la partita si fa ancora più complicata: da una parte si vantano miliardi di crediti, dall’altra non c’è denaro per onorare gli impegni. Intanto, il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, e il suo collega all’Industria, Antonio Tajani, hanno comunicato che la liquidazione di debiti commerciali da parte dello Stato a favore delle imprese “potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti” nel momento in cui sarà valutata la conformità del bilancio pubblico italiano con i criteri di deficit e debito fissati dal Patto di stabilità. È la prima volta che Bruxelles assume una posizione ufficiale circa la possibilità di scontare i pagamenti ritardati della Pubblica Amministrazione alle imprese

ai fini della vigilanza europea sui conti pubblici. Una mossa accolta con soddisfazione dal presidente del Consiglio Mario Monti che ha affermato: “Lavoreremo con i servizi della Commissione Ue per identificare le soluzioni tecniche per avviare la liquidazione del debito nel più breve tempo possibile”. In particolare, la Commissione europea ha chiesto all’Italia di elaborare un piano di smaltimento dei debiti pregressi della P.A. “in tempi relativamente brevi”, su una durata approssimativa di “2 anni”, al quale Bruxelles riconoscerebbe “fattori mitiganti” nella valutazione di osservanza delle regole Ue di bilancio. La posizione assunta da Bruxelles nei confronti dell’Italia giunge a due anni dall’entrata in vigore della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

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In calce alla carta intestata dell’avvocato Giulio Maria De Gregorio, titolare di uno Stu-dio legale che opera da più di trent’anni a fianco di banche, assicurazioni e multinazionali farmaceutiche, si legge: “Tutti gli avvocati dello studio si sono abilitati in Italia e non presso la Corte d’Appello di Catanzaro”.

Avvocato, perché questa preci-sazione?Quando sostenni io l’esame, nel 1980, la media dei pro-mossi raggiungeva al massimo il 20%. Una selezione severa e giusta. Iniziai a sentir parlare della Corte d’Appello di Ca-tanzaro intorno al 1986, quan-do si poteva scegliere la sede d’esame. La percentuale dei

promossi era altissima, vicina al 90%. Poi la legge cambiò a favore della Corte d’Appello del luogo di residenza, dove si era svolto l’ultimo semestre di pratica. Ma quella norma non poteva certo fermare un “av-vocatificio” che funzionava a pieno regime, considerati gli interessi in ballo. Veri e propri tour operator procuravano in loco al “cliente” una residenza anagrafica, un avvocato pres-so cui terminare il praticantato, cosicché il candidato doveva solo presenziare formalmente un certo numero d’udienze per poter poi sostenere l’esame. Lo scandalo scoppiò intorno al 1996, con migliaia di prove scritte tutte uguali. Agì la Pro-cura, fu istruito il processo ma,

dato il numero degli imputati e quindi la sicura prescrizione, si preferì un decreto penale di condanna per ciascuno, una sorta di multa, forse impugna-ta dai più e neanche pagata. Gli esami non furono annullati! Quei signori oggi frequenta-no le aule di giustizia non più come imputati, bensì come avvocati...

Oggi la legge ha provveduto?Sì. Impone la correzione dei compiti a una Corte d’Appello a sorteggio diversa da quella in cui tiene l’esame. Ma la “lacu-na” è stata subito colmata dalla UE quando ha deliberato sulla libera circolazione dei professio-nisti nel suo territorio.

In che modo?Moltissimi laureati in legge ita-liani si sono abilitati in Spagna dove, per diventare “abogado”, basta riempire un questiona-rio a risposte multiple. Tornati in patria, si ottiene la qualifica di “avvocato stabilito” e dopo tre anni, todos caballeros! La pubblicità di tale frode compare sfacciatamente anche su pre-stigiosi quotidiani: “Non riesci a superare l’esame? Rivolgiti a noi…” Lo scandalo fu sollevato da alcuni Ordini degli Avvocati quando a Roma, contando su una propria impiegata di madre lingua spagnola, l’Ordine con-vocò gli abogados con risulta-ti degni del miglior Totò. Pochi giorni fa’ si è mosso nello stesso senso il Consiglio Nazionale Fo-rense, rivolgendosi direttamente alla U.E. Ma l’AntiTrust è inter-venuta: non si può ostacolare la libera circolazione dei professio-nisti. Ma, mi chiedo, professioni-sti di cosa?

Dove si è abilitato il vostro avvocato?

È un diritto di tutti affidarsi ad avvocati seri e competenti. Ma attenzione: a volte è meglio diffidare. Ecco perché

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f 06 94430206

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infinito.it

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Nuove norme

Page 83: Prima Pagina Aprile 2013

L’avvocato Vittorio

Scognamiglio,

è in Via Enrico Toti, 2

a Milano.

Per informazioni:

t 02 48007790

f 02 43511640

avvocato@

vittorioscognamiglio.it

La legge n. 247 del 31/12/2012, accolta con grande entusiasmo dall’Avvocatura istituzionale, è l’approdo di un lungo iter legisla-tivo avviato circa quattro anni fa. “Ed è modellata su precisi principi ispiratori” spiega Vittorio Scogna-miglio, avvocato che opera nel campo del diritto societario, ban-cario, finanziario e concorsuale.

Può riassume, sinteticamente, i principali?Innanzitutto il rafforzamento del-la preparazione e della qualità della prestazione professionale. Poi, la previsione di un contratto trasparente con il cliente, quin-di, la tutela dell’affidamento dei

clienti, il potenziamento del con-trollo disciplinare, l’agevolazione dell’ingresso dei giovani merite-voli, il potenziamento della tutela dell’interesse pubblico da parte degli ordini forensi e quello della rappresentanza di genere. Infine, l’aggiornamento della professio-ne secondo le norme comunita-rie e le esigenze di apertura del mercato professionale.

Quali novità lei ritiene più si-gnificative?Sono molte. Tra tutte, quella rela-tiva ai compensi. Abolite le tarif-fe e limitato l’utilizzo dei discussi parametri che le avevano sostitu-ite ai soli casi in cui il compenso

non sia stato contrattualmente prestabilito tra le parti, la pattui-zione dei compensi è libera: sono ammesse forme di compenso a tempo, forfettarie, a “fasi” o gra-di, e anche a percentuale sul valore dell’affare. Unico limite è il divieto del patto di quota-lite: cioè la pattuizione che preveda quale compenso una quota del bene oggetto della res litigiosa. Inoltre, l’Avvocato è tenuto a ren-dere noto al cliente il livello della complessità dell’incarico fornen-do tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili per tutta la prestazione. E il cliente può ot-tenere un preventivo di massima del costo della prestazione.

Riforma: come cambia il ruolo del legaleIl due febbraio scorso è entrata in vigore la “Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense”. Vittorio Scognamiglio, avvocato cassazionista del Foro di Milano, ne illustra in sintesi le principali novità

Secondo i parametri fissati, gli enti pubblici di tutti gli Stati membri devono pagare le imprese entro 30 giorni con possibili deroghe fino a 60 giorni in alcuni comparti, come nel caso delle forniture sanitarie, altrimenti le aziende creditrici acquisiscono il diritto di richiedere, oltre al pagamento, gli interessi di mora, calcolati a un tasso dell’8%, a cui si aggiunge il tasso di riferimento della Banca Centrale Europea. Peraltro, le imprese acquisiscono il diritto di ottenere altresì un importo fisso minimo di 40 euro a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito, esigendo anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. Il recepimento della direttiva da parte italiana, tuttavia, è stato viziato da piccole ambiguità. Ad esempio la deroga ai 2 mesi è stata generalizzata e potrebbe presentare rilievi di incompatibilità con il dettato della direttiva Ue, tanto da far rischiare che la Commissione apra nei confronti di Roma una procedura d’infrazione a meno di apportare modifiche chiarificatrici.

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Più efficace il recupero crediti giudizialeSpesso lo strumento giudiziale si è rivelato una coperta troppo corta, insufficiente per conseguire, in tempi ragionevoli, i risultati giustamente attesi dagli interessati, in tema di recupero dei crediti. L’avvocato spiega le novità legislative

indicati dal creditore, si consi-dera non contestato ai fini del procedimento in corso e dell’e-secuzione fondata sul provve-dimento di assegnazione. E il giudice provvede a norma degli articoli 552 o 553, cioè, assegna immediatamente al creditore la somma richiesta con il pignoramento. Per percepire l’impatto di que-sta modificazione, basti pen-sare che il testo precedente prevedeva, in caso di man-cata comparizione del terzo, la necessità di instaurare un giudizio ordinario, con il con-seguente allungamento dei tempi di recupero”.

Finalmente, con la Legge di Stabilità 2012, è stata intro-dotta un’importante novità nel processo esecutivo, che comporterà una netta acce-lerazione dei tempi di recu-pero dei crediti, attività tanto importante per le imprese di tutti i settori, soprattutto in questo periodo di crisi diffusa. “In particolare, il nuovo testo dell’articolo 548 del codice di procedura civile sarà applica-bile a tutti i procedimenti di espropriazione presso terzi, che consentono al credito-re di pignorare, oltre al resto, i crediti vantati dal debitore nei confronti del suo datore

di lavoro, promossi dopo l’en-trata in vigore delle Legge di Stabilità, e quindi dopo il 1° gennaio 2013” spiega l’avvo-cato Maria Bertolotti, titolare dell’omonimo Studio legale in Piazza del Duomo a Milano. “Ma soprattutto, prevede che, se il pignoramento riguarda i crediti di cui all’articolo 545, terzo e quarto comma, vale a dire proprio i crediti di lavoro, quando il datore di lavoro non compare all’udienza stabilita per rendere la dichiarazione concernente la sussistenza del rapporto e l’entità della retri-buzione spettante al debitore, il credito pignorato, nei termini

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Stando a un recente studio della Cgia di Mestre, l’Italia detiene nell’Ue il record negativo nelle transazioni commerciali tra Pubblica Amministrazione e imprese private, con una media dei tempi di pagamento pari a 180 giorni, mentre nella sanità si arriva a pagare anche dopo 4/5 anni, soprattutto al Sud. La media dei Ventisette si attesta invece intorno ai 65 giorni. Intanto, la Confcommercio ha rivelato come siano sempre meno le imprese che si rivolgono alle banche per chiedere un finanziamento e, tra queste, aumentano di pari passo le aziende che si sono viste rifiutare il credito o che lo hanno ottenuto per un ammontare inferiore alla richiesta. Inoltre, per quanto riguarda le motivazioni alla base delle richieste di finanziamento, prevalgono largamente le difficoltà di liquidità o di cassa, mentre la necessità di effettuare nuovi investimenti ha riguardato solo il 20% delle imprese italiane.

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Nuove norme

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Colori, tessiture e venature così belli e caldi da non poter essere riprodotti artificialmente, fanno del legno, ancora oggi, il materiale più pregiato, oltre che il più ecologico, per la costruzione di determinati elementi abitativi. La lavorazione sapiente aggiunge fascino. Un esempio è quello di Palumbo legnami, a Cirié, in provincia di Torino: una sede di circa 21.000 mq e 80 anni di esperienza nell’importazione, trasformazione e commercializzazione del legno. Fin dall’inizio delle sue origini l’azienda si è specializzata nel campo dei tetti e delle coperture in legno: le strutture vengono realizzate nel pieno rispetto delle antiche tradizioni e dell’ambiente, affiancando alla cura e alla preziosità della lavorazione artigianale la qualità e la precisione di processi produttivi tecnologicamente avanzati.

Un altro settore di attività, in cui ha conquistato fin dalle origini una solida posizione di prestigio, è l’importazione, la produzione e la posa di pavimenti in legno. L’esperienza, l’impiego di speciali tecniche di lavorazione artigianale e l’accuratezza di ogni fase produttiva consentono di offrire soluzioni di alto livello per ogni esigenza, dalla più semplice alla più complessa. Negli ultimi anni l’azienda si è specializzata nella costruzione di interi edifici in legno per assecondare la crescente domanda di soluzioni abitative all’avanguardia per risparmio energetico, sostenibilità e sicurezza. Tutti requisiti che il legno può garantire. Tanto da proporsi come valida alternativa ad altri materiali da costruzione, persino al calcestruzzo e all’acciaio.

Page 86: Prima Pagina Aprile 2013

Ambiente e immobili: ecco le novità

“Mattone”, oggi, fa sempre più rima con “verde”. Non solo perché i nuovi investimenti immobiliari guardano soprattutto all’efficienza energetica degli edifici ma anche perché il futuro del Paese è legato a doppio filo con lo sviluppo delle energie alternative. Come spiega il nuovo Libro verde dell’Unione europea

A cura di Ida Cascio

L e energie rinnovabili stanno ridisegnando lo scenario energetico del nostro Paese, grazie a una sempre maggiore

affidabilità e competitività. Legambiente ha presentato ufficialmente i risultati del rapporto “Comuni Rinnovabili 2013” e ha rivelato un incremento dei territori dove le energie rinnovabili vengono utilizzate per alimentare gli impianti e fornire energia pulita. Stando ai dati diffusi in Italia le energie rinnovabili hanno coperto un buon 28% dei consumi elettrici, grazie agli oltre 600 mila impianti elettrici che generano

energia pulita in tutto il territorio nazionale. Dal rapporto di Legambiente, risulta, inoltre, come 27 comuni in tutta Italia utilizzino al 100% energie rinnovabili per il fabbisogno dei cittadini. Non solo. Le energie rinnovabili entro il 2020 potrebbero arrivare a generare circa 250 mila posti di lavoro. Intanto, l’Unione Europea punta all’armonizzazione delle politiche nazionali sugli incentivi per gli investimenti nelle energie rinnovabili: emerge dal rapporto di valutazione sui progressi degli Stati verso l’obiettivo europeo di arrivare al 20% di fonti rinnovabili entro il 2020.

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House & Green

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La riqualifica di siti industriali dismessiEcco un’opportunità da non perdere: lo sfruttamento commerciale e la valorizzazione delle aree abbandonate è un vantaggio sociale e imprenditoriale Da sfruttare con le dovute cautele e l’ausilio di consulenti esperti in geologia e sostenibilità ambientale

l’intervento di recupero. “Solo attraverso uno specifico per-corso conoscitivo, prima della commercializzazione dell’area, è possibile valutare i costi della bonifica e programmare, anche economicamente, le successive fasi di riqualificazione” spiega la socia Ilaria Villa. “La com-plessità della progettazione de-gli interventi di bonifica, l’alta specializzazione richiesta dalla normativa vigente e la cospicua burocrazia, determinano la ne-cessità di un’attenta pianifica-zione temporale degli interventi che, in alcuni specifici casi, po-trebbe essere superiore anche a 24 mesi”.

È a partire dai primi anni ‘70 che si registrano ridimensio-namenti, decentramenti e chiusure di importanti realtà industriali. “Lo sfruttamento commerciale e la valorizzazio-ne di queste aree industriali dismesse, spesso ben inserite nel tessuto urbano, non sono di secondaria importanza” spiega Luca M. Pizzi di GEOlogica, lo Studio professionale associato di geologia attivo a Milano e provincia. “Partendo dai prin-cipi dello sviluppo sostenibile e della sostenibilità ambienta-le, i Piani Territoriali Regionali prevedono la minimizzazione dell’uso di nuovo territorio, in-

centivando, anche con bonus volumetrici, il recupero delle aree dismesse. Sebbene quindi il riuso delle dismissioni rappre-senta un’opportunità concre-ta, la fattibilità imprenditoriale dell’intervento risulta intrinse-camente connessa ai costi per il risanamento ambientale/bo-nifica dell’area”. L’esperienza maturata nell’ultimo decennio da GEOlogica ha permesso di constatare che in determina-ti casi, i costi per la preventi-va bonifica del sito possono essere anche doppi rispetto a quelli richiesti dall’intervento edilizio e possono rendere eco-nomicamente non sostenibile

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Page 88: Prima Pagina Aprile 2013

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Energia rinnovabile: pulita e conveniente

consulenti professionisti qua-lificati. Garantiamo in ogni fase del rapporto tutte le in-formazioni, la consulenza e l’assistenza, con una corretta informazione sul calcolo della convenienza, per passare poi alla fase esecutiva di installa-zione degli impianti, tutti realiz-zati con successo. Nella pratica, la nostra attività si sviluppa in tre divisioni distinte operative: il settore commerciale e tecnico, il settore finanziario e il settore operativo-esecutivo.

Dal fotovoltaico ai termovalo-rizzatori di ultima generazione: produrre energia pulita è un vantaggio. “Non solo per l’am-biente ma anche per le azien-de che hanno la lungimiranza di investire nel green” assicura Luigi Pasqualotto, amministra-tore e responsabile tecnico di Delta Service S.r.l., società pa-dovana che opera su tutto il territorio nazionale per offrire a pubblico e privato servizi inno-vativi nell’ambito delle energie rinnovabili.

Quali know how mettete a di-sposizione?Per esempio i termovalorizzatori di ultima generazione, che re-cuperano ogni elemento-rifiuto e producono energia elettrica. Progettiamo e costruiamo edi-fici in grado di diminuire i livelli dei consumi energetici globali e migliorare la vita di chi li abita. Siamo andati oltre al fotovoltai-co e ci occupiamo anche di ge-otermico, di solare termico e di cogenerazione.

Cogenerazione: di cosa si tratta esattamente?È un sistema che permette di generare contemporaneamen-te e congiuntamente energia elettrica e calore. Il vantaggio principale è servire ambienti di grandi superfici, persino ospe-dali e alberghi, con un impian-

to di ridotte dimensioni. Perché permette il riutilizzo in loco del calore che altrimenti verrebbe dissipato nell’ambiente durante il processo di produzione e di-stribuzione di energia elettrica. Con un decisivo risparmio sul-la bolletta. Noi ci occupiamo dell’installazione di questi im-pianti negli ambienti di lavoro, assicurando un considerevole risparmio energetico.

Come operate nella pratica?Siamo un pool di tecnici, tutti

Delta Service viene direttamente dal futuro. Un team di professionisti specializzati per progettare e realizzare il miglior impianto di energia alternativa, dalla cogenerazione al termovalorizzatore

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House & Green

Page 89: Prima Pagina Aprile 2013

I dati al 2010 mostrano che i 27 Paesi europei sono sulla via giusta per raggiungere l’obiettivo, anche se serve qualche sforzo in più. Il rapporto della Commissione mostra che l’attuale quadro politico che rende legalmente vincolanti gli obiettivi di utilizzo delle energie rinnovabili ha determinato una forte crescita del settore fino al 2010, quando in Europa si è raggiunta una quota del 12,7%. Ma perché l’aumento continui e raggiunga l’obiettivo del 20% nel 2020, saranno necessari ulteriori sforzi, specialmente creando certezze per gli investitori, riducendo gli oneri amministrativi e migliorando la chiarezza della programmazione.

L’Italia, il cui obiettivo per il 2020 è di una quota di rinnovabili pari al 17%, nel 2010 era giunta al 10,40%. Intanto, la Commissione Europea ha adottato un Libro verde che avvia una consultazione pubblica sui contenuti del quadro strategico per le politiche in materia di cambiamenti climatici e energia da oggi al 2030, adottando anche una relazione in cui valuta “I progressi compiuti dagli Stati membri per conseguire i loro obiettivi in materia di energie rinnovabili entro il 2020”, insieme a due rapporti sulla sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi consumati nell’Ue.

87PRIMA PAGINA

Page 90: Prima Pagina Aprile 2013

Dai pubblici servizi al diritto ambientale Una consulenza legale nel campo amministrativo che possa dirsi davvero completa è spesso possibile solo se il consulente opera in team, come si fa nello Studio legale Villata, Degli Esposti, Perfetti e associati, attivo su scala nazionale

nali contraddistinti dalla conno-tazione amministrativistica delle contestazioni, in particolare in materia ambientale e urbanisti-ca” continuano i legali. “L’intero sistema normativo posto a tute-la dell’ambiente e del paesag-gio prevede infatti una serie di sanzioni che possono rendere necessaria un’assistenza lega-le qualificata per la difesa della posizione dei soggetti eventual-mente coinvolti”. I soci vantano una ricca esperienza come Ar-bitri e presidenti di Collegi arbi-trali in controversie tra imprese e Pubbliche Amministrazioni, per esempio in tema di appalti di opere, servizi e forniture.

Lo Studio legale Villata, Degli Esposti, Perfetti e associati, si propone di rispondere alle cre-scenti richieste poste dai sog-getti privati e pubblici nei diversi settori del diritto amministrativo. “La nostra esperienza, maturata negli anni nella consulenza e as-sistenza tanto giudiziale quanto stragiudiziale, nei vari ambiti di competenza, ha consentito allo Studio di rivestire un ruo-lo di riferimento nello scenario pubblicistico legale, anche con riguardo al sempre più stretto rapporto che si è ormai instau-rato tra diritto amministrativo e diritto civile, con particolare attenzione al diritto societario

e finanziario” spiegano gli av-vocati fondatori. Ci si riferisce a tutte le operazioni societarie ove il diritto pubblico assume un ruolo primario. Gli altri campi di eccellenza? Servizi pubblici, edi-lizia e urbanistica, appalti pub-blici per opere, servizi e forniture, diritto dell’ambiente, acquisizio-ni societarie, privatizzazioni di enti, strutture di media e grande distribuzione, Autorità indipen-denti, project financing, energia e risorse naturali. “Assistiamo i clienti tanto in un contesto stra-giudiziale, quanto davanti agli Organi di giustizia amministra-tiva, nonché alla Corte dei conti, e così pure nei procedimenti pe-

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Ecco la sintesi di questi documenti. La direttiva sulle energie rinnovabili, adottata nel 2009, fissa obiettivi vincolanti per l’uso di queste energie e punta segnatamente al conseguimento entro il 2020 di una quota del 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili sul consumo energetico totale dell’Unione Europea. Ciascuno Stato membro deve conseguire degli obiettivi individuali al fine di giungere a una quota complessiva di energie rinnovabili nel consumo di energia. Questi obiettivi possono essere conseguiti aumentando la quota di energia da fonti rinnovabili, come l’energia eolica (onshore e offshore), solare (termica, fotovoltaica e a concentrazione), idroelettrica, delle maree e da biomassa (compresi i biocarburanti e i bioliquidi).

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House & Green

Page 91: Prima Pagina Aprile 2013

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Volontariato: non è un concetto inflazionato?In effetti sì. Ma resta una del-le strade per fare le cose. Da Sindaco di un piccolo Comune della Valsesia, Mollia, ho cerca-to di stimolarlo. Ho reso dispo-nibili le mie competenze per al-leggerire dalla burocrazia i veri operatori del non profit: guide, operai o boscaioli. Concentrati solo sulla loro attività, i risulta-ti sono stati eccellenti. Anche il Comune di Milano ha avvia-to un accordo con l’ordine dei Dottori Commercialisti per fare la stessa cosa.

Quali sono le “eccellenze” in-contrate?Sicuramente The Natural Step. Patrocinata dal Re di Svezia, è un processo di ricerca scientifica globale con lo scopo di arrivare a un solido consenso su come creare un futuro desiderabile. Ho subito cercato di dare una mano per diffondere la ricerca di TNS anche in Italia. Fonda-zione Cariplo e molte imprese hanno condiviso e sostenuto questo obiettivo. Aziende come NIKE, IKEA o in Italia Fratelli

Carli hanno adottato gli stru-menti di TNS come “navigatore” per i loro processi di innovazio-ne, sviluppando le loro compe-tenze in materia di sostenibilità, traendone benefici e redditività.

Altri incontri?Axelera. Riunisce alcune delle eccellenze in Italia e nel mon-do, imprenditori, scienziati, giornalisti e alunni della Sin-gularity University, per studiare le trasformazioni che derivano dall’accelerazione della tecno-logia. L’obiettivo è di sviluppare consapevolezza e competenze oggi indispensabili. Intere in-dustrie e anche settori come la politica saranno irricono-

scibili nel giro di pochi lustri.

Ma il tempo per i figli?Semplice: cerco di supporta-re le iniziative che condividerei con loro. È con loro, per esem-pio, che ho conosciuto “Elikya”, speranza in lingua lingala, un laboratorio artistico e socia-le, scaturito dall’esperienza del Centro Orientamento Educativo di Barzio. Del “coro Elikya” at-trae proprio la “speranza” che il gruppo riesce a trasmettere a chi li incontra; nonostante le diversità etniche, ideologiche e religiose dei singoli. Da vicepre-sidente sono orgoglioso di aver portato questo messaggio fino dinnanzi al Papa.

Nella frenetica Milano, Massimo Lacerenza, ragioniere commercialista, padre di cinque bambini e primo cittadino di un Comune di montagna, ha deciso di mettersi al servizio del settore “non profit”

Al supporto di progetti che valgono

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Gli obiettivi in materia di energie rinnovabili sono intesi a ridurre l’inquinamento e le emissioni di gas serra, diminuire i costi di produzione delle energie rinnovabili e diversificare le fonti di approvvigionamento energetico riducendo la dipendenza da petrolio e gas. In conformità degli obblighi di notifica previsti dalla direttiva sull’energia da fonti rinnovabili, è necessario presentare ogni due anni una relazione in materia. Scopo della relazione è valutare i progressi realizzati dagli Stati membri nel conseguimento degli obiettivi 2020 per la promozione e l’uso di energia da fonti rinnovabili. Nella relazione figurano, inoltre, alcune sezioni riguardanti il regime di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi consumati nell’Ue e gli effetti economici, sociali, e ambientali di questi consumi. L’adozione dell’attuale quadro politico di obiettivi giuridicamente vincolanti ha portato a una forte crescita delle energie rinnovabili. Gli ultimi dati Eurostat disponibili indicano che l’Unione europea

e la maggior parte degli Stati membri sono sulla buona strada per conseguire gli obiettivi 2020. Nel 2010 la quota di energie rinnovabili nell’UE era del 12,7% e la maggior parte degli Stati membri aveva già raggiunto il rispettivo obiettivo intermedio 2011-2012 previsto dalla direttiva. Quanto ai criteri di sostenibilità dell’Ue, si ritiene che gli Stati membri procedano con troppa lentezza all’attuazione del regime per i biocarburanti. Attualmente non è necessario un ulteriore intervento politico alla luce degli effetti potenzialmente negativi del consumo di biocarburanti nell’Ue. Fino al 2010 sono stati compiuti dei progressi, tuttavia ora vi sono motivi di preoccupazione per il futuro: il recepimento della direttiva è stato più lento di quanto sperato, anche a causa dell’attuale crisi economica in Europa. Il percorso da seguire per raggiungere l’obiettivo finale diventa più impegnativo col trascorrere del tempo e di conseguenza nei prossimi anni alla maggior parte degli Stati membri sarà in realtà richiesta una maggiore partecipazione.

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House & Green

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La legge regionale 12/2005 della Lombardia ha introdot-to principi innovativi nel campo della pianificazione urbanistica. “Una pianificazione che si può definire concertata, caratteriz-zata cioè da accordi tra il priva-to e la Pubblica Amministrazio-ne volti alla regolamentazione e alla programmazione pianifica-toria del territorio” spiega Luigi Decio, avvocato amministrati-vista con 25 anni di esperienza sulla piazza di Milano nel set-tore urbanistico-edilizio, degli espropri, degli appalti pubblici e dell’immobiliare in genere, dal-le compravendite al diritto del condominio.

Qual è la novità più saliente nel settore di sua competenza?Lo strumento del Piano di Go-verno del Territorio, che ha preso il posto del vecchio Piano Re-golatore e del quale la città di Milano si è dotata di recente. Le sue applicazioni avranno rile-vanti effetti sulla mia attività di consulente legale specialista in questa materia.

Che tipo di effetti? Quali servizi offrirà?Innanzi tutto consulenza e assi-stenza all’operatore immobiliare, imprenditore o agente, al privato, al tecnico o all’architetto, per la valorizzazione delle aree da sfrut-

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tare sotto il profilo edificatorio e degli immobili già esistenti da tra-sformare o migliorare. Il mio stu-dio segue il cliente sia nella fase pre pianificatoria, per contribuire alla valorizzazione dell’immobile nell’ambito della partecipazione del cittadino alla formazione de-gli strumenti urbanistici, sia nella fase post pianificazione per far sì che la disciplina urbanistica pos-sa essere attuata a tutto vantag-gio del cliente.

Assiste solo privati o anche enti?Ho prestato la mia consulenza

anche per importanti soggetti pubblici, dall’Ente Scala di Mila-no, all’Accademia di Brera, agli Ordini Professionali degli Inge-gneri e degli Architetti, alla Cu-ria Ambrosiana.La mia attività ha carattere pre-valentemente stragiudiziale, ma comprende anche il patrocinio in giudizio sia davanti alle giu-risdizioni amministrative sia a quelle ordinarie.

LA MODIFICA DELL’ARTICOLO 117 DELLA COSTITUZIONE HA ATTRIBUITO ALLA LEGISLAZIONE DELLE SINGOLE REGIONI IL “GOVERNO DEL TERRITORIO”, SALVI I PRINCIPI GENERALI DISPOSTI DALLO STATO. QUESTO HA DETERMINATO NEL CAMPO URBANISTICO UNA PROLIFERAZIONE LEGISLATIVA A LIVELLO REGIONALE CON IMPORTANTI INNOVAZIONI. L’ASSISTENZA DI UN LEGALE SPECIALIZZATO DIVENTA QUINDI ANCORA PIù NECESSARIA

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Le vicende ambientali sono di viva attualità. E l’attenzione me-diatica che accompagna alcuni processi è un elemento che ne aumenta la complessità. “È un campo che esige competenze sempre aggiornate, attitudine a lavorare in team e un approccio scientifico che sappia aprirsi a saperi multidisciplinari” spiega Dario Bolognesi, titolare e fon-datore dello Studio Bolognesi, avvocati penalisti, che si è occu-pato anche di doping per pro-cessi di portata internazionale.

Quali sono le vostre altre spe-cializzazioni?Da più di trent’anni operiamo nell’ambito del diritto penale:

in particolare ci occupiamo di diritto penale dell’impresa, con focus sui reati societari, fal-limentari, tributari, finanziari, ambientali e sulla sicurezza sul lavoro. Abbiamo sedi a Milano, Roma, Bologna e Ferrara e la-voriamo con imprese ed Enti in Italia e all’estero.

Che tipo di consulenza fornite alle imprese?Le assistiamo nei procedimenti penali nei confronti di dirigenti e dipendenti o dell’Ente come persona giuridica e nella predi-sposizione dei modelli organiz-zativi. In quest’area vantiamo una consolidata esperienza di rapporti con gruppi multina-

zionali leader nel settore in-dustriale, farmaceutico e della produzione di energia. Quello della responsabilità degli Enti è un tema che ci impegna anche sul fronte della corporate gover-nance, che richiede un contatto costante e discreto con i vertici delle aziende.

La sfida principale per il futuro?Rafforzare ulteriormente la ca-pacità di gestire casi complessi, che richiedono l’integrazione di competenze diverse e, sempre più spesso, di agire in stret-to contatto con un consolidato team di consulenti di alto profilo scientifico. Scelta che si è già dimostrata corretta se affianca-ta a quella di utilizzare tecniche e tecnologie avanzate di comu-nicazione e di ricerca. È fonda-mentale la capacità di condivi-dere esperienze e conoscenze e, soprattutto, di agire con flessibi-lità dando risposte tempestive.

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House & Green

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Ecco una guida all’investimento immobiliare che garantisce cer-tezza e rendimento. Parla l’av-vocato Ugo Uppi, titolare dell’o-monimo Studio legale attivo a Milano.

Cosa intende per “investimento di qualità”?Per prima cosa, conviene inve-stire in centri commerciali, in ca-pannoni per logistica o palazzi adibiti a uffici: danno il reddito più sicuro. Da evitare l’investi-mento nel residenziale, troppo esposto a insolvenze difficil-mente rimediabili nel breve. Da valutare accuratamente quello in alberghi, o, peggio, in villag-gi vacanze, troppo esposti al cambio delle mode e dei flussi turistici. Secondo, mai investi-re in immobili in comproprietà con terzi. Si può invece valutare una capital joint venture in caso l’importanza dell’investimento, e l’attuale avarizia delle banche, lo richiedano.

Come si valuta preventivamen-te la location?Si considerano la solidità della costruzione, la sua perfetta le-galità dal punto di vista urbani-stico, amministrativo, ambienta-le e fiscale, la rispondenza dei contratti di locazione o affitto d’azienda o affido di reparto a tutti i crismi legali e, non ulti-mo, lo standing economico del venditore e degli inquilini. Quindi occorre dapprima un’indagine

di mercato e poi le due diligen-ce, legale, tecnica, ambientale e fiscale.

E nel caso in cui si investa in centri commerciali?Occorre valutare attentamente quale sia il tenant branch mix, ossia i marchi inseriti o da in-serire, in relazione al reddito medio degli abitanti delle zone

circostanti: non c’è cosa più de-primente e squalificante per un centro commerciale che vedere negozi chiusi.

Il suo Studio è attrezzato per offrire al cliente la consulenza su un investimento immobiliare di qualità?Certo. A partire dalla due dili-gence legale e amministrativa. E nel caso in cui l’investitore non sappia a chi rivolgersi per far eseguire le altre indagini, pos-siamo consigliare i migliori for-nitori presenti sul mercato, con i quali lavoriamo oramai da più di un decennio.

L’investimento immobiliare è sempre stato il principale bene rifugio di tutti i tempi. Anche oggi il rendimento è buono e più remunerativo rispetto agli investimenti finanziari. Purché alla base ci sia la qualità

Conviene ancora investire nel mattone?

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Page 96: Prima Pagina Aprile 2013

Uno dei pochi settori che mostra una certa vitalità nonostante la crisi è quello delle energie rinnovabili, spinte dalle politiche dell’Unione Europea. In Italia sono migliaia le imprese interessate e grazie allo sviluppo tecnologico, che ha permesso la riduzione dei costi, la grid parity è vicina

energia: si prevede l’incentiva-zione solo per l’energia prodot-ta e autoconsumata attraverso la corresponsione di una tariffa premio-autoconsumo. Invece, per l’energia prodotta e im-messa in rete, viene riconosciu-ta una tariffa omnicomprensi-va che rappresenta il prezzo di cessione dell’energia. La durata dell’incentivo è fissata in venti anni. Le tariffe hanno un diver-so trattamento fiscale a secon-da del soggetto percipiente e della potenza dell’impianto. In alternativa, è riconosciuta a chi istalla pannelli fotovoltaici, la possibilità di accedere alla de-trazione del 36%.

“La grid parity è la pari conve-nienza economica tra l’ener-gia prodotta da un impianto di energia rinnovabile e quella acquisita da fonti tradizionali, senza sussidi pubblici” spie-ga Corrado Procopio, dottore commercialista e revisore con-tabile, esperto in tema. Esiste un modello, realizzato dalla Officinae Verdi Spa, che pro-mette di rendere il fotovoltaico economicamente sostenibile anche senza il contributo de-gli incentivi dal Conto energia. Il GSE, in questo caso, eroga un contributo che garantisce il rimborso di una parte degli oneri sostenuti dall’utente per

il prelievo di energia dalla rete. “La grid parity rilancerà il foto-voltaico per le aziende e l’inve-stimento risulterà conveniente e remunerativo nel lungo perio-do” spiega Procopio. “Il consu-lente, studiando il costo dell’in-vestimento in energia pulita, la riduzione dei costi dell’energia, il ritorno in termini di tariffa in-centivante e il loro impatto fi-scale, può aiutare l’impresa a quantificare, almeno nel medio periodo, il vantaggio economi-co dell’investimento in energia verde e aiutarlo a promuovere nuovi investimenti aziendali con le risorse in più”. E l’impatto fi-scale? “Siamo al quinto Conto

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Le politiche attuali non bastano, da sole, ad assicurare la necessaria diffusione di energia da fonti rinnovabili nella maggior parte degli Stati membri. Pertanto agli Stati membri verrà chiesto un ulteriore impegno per proseguire nei prossimi anni sul cammino intrapreso. Non raggiungere questi obiettivi potrebbe rallentare i progressi verso l’obiettivo di sicurezza degli approvvigionamenti.

L’impatto economico e fiscale dell’energia verde

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House & Green

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V.A.C.S.© Studio

Legale Associato

Corso Magenta, 56

Milano

t 02460107

[email protected]

www.legalvacs.it

“Negli ultimi anni la congiuntura economica ha determinato im-portanti mutamenti nel settore immobiliare, in ragione dei quali la consulenza è diventata sem-pre più necessaria”. Così spiega-no gli Avv.ti dello Studio Legale Associato V.A.C.S. di Milano, Marco Valerio, Jasmine Asaad, Luca Canevotti e Serena Saggi-ni, uno dei primari Studi a livello nazionale che opera con le più rilevanti realtà imprenditoriali. “Il settore immobiliare, infatti, pur mantenendosi tra le forme più sicure di investimento, con la crisi economica, ha conosciuto un incremento di tutti quei profili di criticità per i quali la disamina preventiva di un professionista risulta determinante”.

Il diritto immobiliare è dunque il vostro focus?Sì. Lo Studio offre assistenza in ambito immobiliare, sia in favore dell’impresa che del privato, ope-rando per importanti S.G.R., Fon-di comuni di investimento e pri-mari Enti Istituzionali. Altro core business dello Studio è il settore bancario, con riguardo ai rappor-ti contrattuali e alle controversie annesse - mutui fondiari, ipote-che, procedure esecutive, deri-vati, strumenti finanziari, fideius-sioni, anatocismo sono alcuni dei temi trattati. Il tutto in correlazio-ne con l’investimento immobi-liare sia sotto il profilo della sua gestione e tutela che del recupe-

ro e ottimizzazione. Peraltro, non solo in sede contenziosa, ma anche in ambito stragiudiziale, ad esempio a mezzo del ricorso all’arbitrato, efficace nella risolu-zione della “res litigiosa”. Un ap-proccio moderno e di ampio re-spiro. La nostra specializzazione ci ha pregiato di essere nominati dal Tribunale quali delegati alle vendite per le aste giudiziali.

Come opera il vostro Studio?Ognuno di noi ha una propria specializzazione di modo che con il Cliente si instauri un rap-porto costante e personalizza-to, “ad hoc”, direttamente con il professionista di riferimento e il suo team di fidati collaboratori.

Altre branche di attività?Lo Studio opera trasversalmen-te: nell’ambito della responsa-bilità contrattuale in tema di

appalti privati e diritto commer-ciale latu sensu inteso, ed extra-contrattuale in tema di respon-sabilità civile, anche in campo medico. V.A.C.S. vanta la con-solidata collaborazione profes-sionale anche con uno Studio notarile ed un’associazione di commercialisti, sì da poter forni-re un’assistenza a 360° gradi in favore dei propri Assistiti, i quali sono al centro della nostra “mis-sion” professionale.

Un moderno Studio legale punta sulla consulenza preventiva, l’arbitrato e la risoluzione stragiudiziale delle controversie. Ecco un’esperienza eccellente

Immobili e diritto

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Casa Lemmi Bed & Breakfast è una millenaria dimora di charme nel centro storico di San Quirico d’Orcia, di fronte alla splendida Collegiata dell’XI Secolo. Il borgo, da cui si raggiungono in pochi minuti le antiche Terme di Bagno Vignoni, è incastonato lungo la Via Cassia, in passato an-che Via Francigena, nella incantata Val d’Orcia da qualche anno dichiara-ta patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dominata sullo sfondo dal Mon-te Amiata. Casa Lemmi, recentemente ristrutturata come opera d’arte dedicata all’ospitalità e al relax dotata di ogni moderno comfort, è ideale per una rilassante pausa grazie alle sue nove spaziose e accoglienti su-

ites, all’avvolgente atmosfera di tutta la struttura e specialmente alle virtù di “Priscilla”, la sua multisensoriale Vasca Magica (estate/inver-no) situata nell’antica cantina della dimora aperta sul giardino. Volendo rimanere in Val d’Orcia, il che di per sé è un emozionante viaggio nella sua commovente bellezza, scoprendola a piedi, a cavallo, in bicicletta, ci si può muovere con facilità da Montalcino, patria del Brunello, fi no a Montepulciano, luogo d’origine del Vino Nobile e a Pienza prima città

“moderna”, per spingersi fi no a Siena, Firenze, Arezzo, a tanti altri luoghi umbri e toscani ricchi di cultura, arte e bellezze ambientali.

Via Dante Alighieri, 29 | 53027 San Quirico d’Orcia (SI) | Tel. +39 0577 899016 | Fax +39 0577 899838 | [email protected]

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AVVOCATO: PASSIONE, PREPARAZIONE E SACRIFICIO Specializzazione in un solo settore del diritto o conoscenze ad ampio raggio? Esistono due scuole di pensiero. “Io ritengo che una conoscenza di tutte le materie giuridiche consenta al professionista di garantire una più completa e proficua tutela degli interessi del cliente” spiega per esempio Gennaro Fredella, avvocato dal 1984 e fondatore, in Roma, dell’omonimo Studio legale. “Le nostre prestazioni professionali, sia di carattere stragiudiziale sia giudiziale, variano dal complesso ambito civilistico alla materia penale. Con una particolarità: gli assistiti “partecipano” costantemente all’evoluzione della pratica. Il nostro scopo principale, infatti, è venire incontro, nel modo più efficace possibile, a tutte le esigenze giuridiche del cliente.

In questo particolare momento di crisi operiamo soprattutto negli ambiti locativo e fallimentare”.L’Avvocato Fredella suggerisce come razionalizzare e modernizzare il servizio giustizia. “Unificando il più possibile l’impianto normativo del sistema processuale civile e, per il settore penale, procedere con la de-penalizzazione di alcuni reati sostituendo le pene con sanzioni amministrative adeguate”.

Studio Legale Fredella - Via G. Boccardo, 26/A - Roma - t 06 33220821 - f 06 33220823 - [email protected] - www.studiolegalefredella.it

Difensori sempre in prima linea

Assistenza legale continuativa anche per le piccole e medie imprese. Nuovi parametri oltre il concetto di “tariffa”. La difesa stragiudiziale, i nuovi indirizzi per il diritto di famiglia e le tante novità apportate dalla recente riforma forense. Ecco come la professione del legale si evolve e guarda al futuro

A cura di Ida Cascio

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Diritto e diritti

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Assistenza legale di padre in figlioResponsabilità professionale, diritto immobiliare, internazionalizzazioni d’impresa. Tanti i campi di attività ed eccellenza degli Studi legali Rizzieri. Il primo fondato a Rovigo nel 1923 dal grande penalista Lino Rizzieri. Oggi il testimone passa ai figli

dei testi contrattuali e di svilup-po”. La crisi ha portato lo studio di Padova a prestare assistenza nell’ambito del processo di inter-nazionalizzazione, ad acquisire speciali competenze nel settore del diritto fallimentare e della ristrutturazione del debito, avva-lendosi in ciò dell’esperienza ac-quisita negli ultimi tempi di per-manenza presso la precedente struttura legale specializzata a livello internazionale anche nel-la practice del banking&finance. “L’obiettivo dei due studi è creare rapporti di assistenza legale su base continuativa in un’ottica di fidelizzazione che permette an-che la riduzione dei costi”.

La crisi d’impresa è uno dei tanti ambiti del settore civile svilup-pato di recente dallo Studio Le-gale Rizzieri di Rovigo, anche se il suo titolare avv. Giancarlo Rizzieri mantiene la sua preva-lente competenza nella practi-ce penale. “Nel tempo mi sono dedicato anche alla legislazione europea sulle medicine comple-mentari e numerosi sono gli in-carichi relativi alla difesa per re-sponsabilità professionale” così ci spiega il medesimo avvocato che collabora con l’omonimo studio padovano fondato dall’av-vocato Susanna Rizzieri dopo una significativa esperienza in-ternazionale in operazioni stra-

ordinarie. La sede di Padova è dedicata prevalentemente all’as-sistenza all’impresa in ambito societario, commerciale, della contrattualistica, della proprietà industriale. “All’assistenza day by day, si affiancano anche com-petenze specifiche nella gestio-ne di operazioni straordinarie” spiega il legale, che sottolinea l’importante esperienza matura-ta in operazioni di M&A, di ac-quisto di portafogli immobiliari di significativo valore. “Operiamo sia nella fase della due diligence, con la messa a disposizione di specifiche competenze in diritto amministrativo, sia nella fase di predisposizione e negoziazione

Viale dell’Industria, 60

Padova

t 049 8078761

t/f 049 7929343

c 347 4055715

[email protected]

studiolegalerizzieri.it

Via G. Verdi, 41 - Rovigo

t 0425 24827

t/f 0425 28794

[email protected]

C on l’entrata in vigore della nuova legge di riforma dell’ordinamento forense, la 247/2012, si è venuta a creare

una situazione di stallo sui parametri per la determinazione del compenso professionale in mancanza di accordo tra professionista e cliente, cioè in caso di contestazione degli importi. Il Ministero della Giustizia ha dettato i nuovi parametri, disponendo l’abrogazione delle precedenti tariffe e di tutte le disposizioni che a quelle rinviavano.

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Diritto e diritti

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Ancora oggi, i professionisti che prestano la loro attività nello studio dell’avvocato Richard Martini pon-gono al primo posto la dedizione agli assistiti, consapevoli della im-portante funzione sociale della pro-fessione forense che vogliono con-tribuire a riaffermare e far crescere.

Di cosa si occupa prevalente-mente lo Studio?Del campo civile, trattando le materie contrattuali, le succes-sioni, la famiglia e in particolare il tema della responsabilità civile nei suoi molteplici aspetti, so-prattutto quelli legati alla respon-sabilità professionale del presta-tore d’opera intellettuale, sia esso

medico, architetto, ingegnere, notaio o altro professionista.

È un tema attuale. Ci spieghi perché.Sì, perché l’evoluzione sociale ha imposto cambiamenti che porta-no al superamento della presta-zione intellettuale come mera ob-bligazione di mezzi, poiché tutte le prestazioni implicano un risultato, ovviamente differente in conside-razione dell’attività esplicata.

Quali sono le altre specializzazio-ni che vi permettono di seguire il cliente in vari casi particolari?Lo Studio effettua attività di con-sulenza e assistenza in diritto delle

assicurazioni e in campo penale per quanto concerne i reati colpo-si strettamente correlati alla ma-teria trattata della responsabilità per colpa. Non sono trascurabili le controversie esaminate derivanti dalla responsabilità per prodot-ti difettosi con conseguenze per il produttore e le controversie per in-fortunistica stradale con gravi esiti lesivi. Infine, lo Studio ha trattato alcuni casi di mesiotelioma pleuri-co derivante da amianto presente sul luogo di lavoro, ma estraneo al processo produttivo, difendendo in sede penale e civile i familiari del-le vittime. Di recente si è aggiunta l’assistenza alle curatele fallimen-tari per la tutela del ceto creditorio”.

Dedizione prima di tuttoLo Studio legale dell’avvocato Richard Martini di Lecco nasce da un’esperienza e da una tradizione familiare che risalgono ai bisnonni giudici, al nonno, al padre e alla madre avvocati. Oggi vanta specializzazioni importanti e una dedizione assoluta ai diritti di ciascuno

Studio Legale

Avv. Richard Martini

Via C. Cattaneo, 42/H

Lecco

t 0341 362103

segreteria@

studiolegalemartini.it

L’avvocatura ha manifestato da subito la propria decisa opposizione all’intervento del Governo, denunciando come l’abrogazione delle tariffe e il passaggio al sistema parametrico abbiano determinato per la categoria un immotivato, ingiustificato e indiscriminato abbattimento, anche fino al 50%, degli importi relativi ai compensi.Ma questo non è l’unico motivo dello stallo. Il secondo riguarda l’attività stragiudiziale. L’articolo 2 sottolinea come l’assistenza, la rappresentanza e la difesa nei giudizi

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Angelica Rebecca

Riccabella

Via Moretto, 38/B

presso H.O.S., Brescia

Via A. Lamarmora, 142/B

Brescia

t 030 280128

f 030 2036739

angelicariccabella@

tiscali.it

L’avvocato Angelica Rebecca Riccabella, attivo a Brescia, si occupa di vari aspetti del diritto civile, approfonditi nel corso de-gli anni con master frequentati in giro per l’Italia.

Di cosa si occupa esattamente il suo Studio?Opero in generale nel setto-re civile anche stragiudiziale, specialmente contrattualisti-ca e obbligazioni, societario, recupero crediti, successioni, diritto di famiglia, volontaria giurisdizione. Poi, anche dirit-to comunitario e internaziona-le, diritto condominiale e dirit-to locatizio.

Qual è attualmente l’ambito nel quale la sua professione è più richiesta?Sicuramente il diritto patrimo-niale in genere, i contratti, ma anche il passaggio generazio-nale in azienda... Temi sui quali ho sviluppato una specializza-zione ulteriore.

Che tipo di specializzazione?Ho approfondito, nella mia esperienza, ambiti del dirit-to civile che in genere sono di competenza notarile. Questo mi ha permesso di sviluppare delle competenze trasversali, quasi a cavallo tra le due pro-fessioni.

E qual è il vantaggio per chi si rivolge a lei in relazione a una consulenza di tipo patrimoniale?Sicuramente questa doppia com-petenza permette di risolvere even-tuali problemi a monte, senza la necessità di ricorrere a una causa con tutto il dispendio economico, di tempo e di stress che ne consegue.

Lei ha sviluppato anche delle competenze nell’ambito del di-ritto comunitario?Sì, è stato proprio il tema del-la mia laurea. Una competenza che posso mettere a frutto in questo periodo di crisi visto che molte aziende cercano nuovi mercati fuori dai nostri confini.

Una specializzazione per ogni esigenzaContrattualistica, obbligazioni, societario, recupero crediti, diritto di famiglia: questi sono solo alcuni dei campi di competenza coperti dall’esperienza di Angelica Rebecca Riccabella, avvocato e titolare dell’omonimo Studio legale a Brescia

davanti a tutti gli organi giurisdizionali e nelle procedure arbitrali rituali sono da intendersi attività esclusive dell’avvocato. Inoltre, si legge che “Fuori dei casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge

per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività professionale di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale, ove connessa all’attività giurisdizionale, se svolta in modo continuativo, sistematico e organizzato, è di competenza degli avvocati”.

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Diritto e diritti

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Studio Legale

Grignani

Melegnano, Milano, Lodi

t 02 98232973

www.studiogrignani.it

Dalla parte di chi conta

teria successoria, con particola-re attenzione al profilo fiscale. “A fare la differenza oggi sono le competenze” dice Grigna-ni, riflettendo sulla professione. “Oggi i clienti sono più informati, bisogna riuscire a dare risposte maggiori rispetto a quelle che riescono a reperire autonoma-mente. Oggi vince chi offre un alto livello professionale, dispo-ne di una solida organizzazione tale da assicurare assistenza per casi complessi ma, nello stesso tempo, una struttura in grado di garantire ancora un rapporto fiduciario”.

“È l’imprenditore che deve rea-lizzare un investimento, tutelare un patrimonio e porsi al centro di ogni dinamica aziendale”, spiega l’avvocato Guido Gri-gnani, titolare dell’omonimo Studio Legale che offre assi-stenza giudiziale e stragiudi-ziale e consulenza specifica nei principali settori del diritto civile, in particolare negli am-biti del diritto societario, della contrattualistica di impresa e delle successioni. “Queste spe-cializzazioni ci permettono di mettere al centro l’imprenditore e seguirlo in tutte le sue esigen-ze, aziendali e personali”, con-tinua Grignani. “Per esempio nei delicati casi in cui le dina-miche aziendali si mescolano a quelle familiari, come nei pas-saggi generazionali. Non solo. Una consulenza “alla persona”, più che all’impresa, è utile per esempio nel caso di giovani im-prenditori che hanno bisogno di crescere, internazionalizzarsi, anche con un sostegno econo-mico concreto ovvero per im-prenditori interessati a strategie di disinvestimento, ricorrendo in entrambi i casi, per esempio, ad operazioni che possono coinvol-gere un fondo di private equity”. Nello Studio troviamo l’Avv. Lu-ciana Recagni per la materia

successoria e la responsabilità medica, l’Avv. Alessandro Oliari per il diritto bancario e le pro-cedure esecutive e fallimentari, per la responsabilità contrat-tuale ed extracontrattuale, l’Avv. Lidia D’Agostino per il diritto di famiglia e delle assicurazioni, l’Avv. Andrea Loro per il diritto del lavoro e d’impresa, anche con profili internazionali e l’Avv. Anna Iovino per le locazioni e il condominio. La formazione notarile dell’av-vocato Grignani ha consentito allo Studio di essere uno dei pochi attivi sul fronte della ma-

Non si può scindere un’impresa dal suo imprenditore e non si può scindere un imprenditore dai suoi interessi personali e familiari. Per questo, l’assistenza legale con un focus diretto alla persona, oltre che all’impresa, in molte occasioni, risulta più efficace

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Landini De Rosa

studio legale

tributario

Via G. Marconi, 6

Bologna

t 051 5880664

f 051 5880783

www.landiniderosa.net

Ma funziona in un mercato che tende alla iper specializzazione? Nel nostro settore l’iper specia-lizzazione è un falso mito. La qualità più importante è la visio-ne d’insieme dei problemi. Che non si può avere se, per prassi operativa, ci si limita alla cura di alcuni aspetti. Questo vale in modo particolare per chi, come noi, si propone di offrire un sup-porto legale alle imprese in una realtà in cui le problematiche giuridiche sono sempre più tra loro interconnesse. Con ciò non sto negando che un certo gra-do di specializzazione sia utile, infatti noi ci avvaliamo della col-laborazione di colleghi esterni, che operano in ulteriori ambiti. Così, di volta in volta, possiamo modulare la gamma dei servizi offerti in relazione alle esigenze specifiche di ciascun caso.

Law firm o studio tradiziona-le? In Italia funziona secondo il principio “In medio stat vir-tus”. Lo dimostrano attività di successo come Landini De Rosa Studio Legale Tribu-tario, fondato dagli avvocati Fausto Landini e Maria Grazia De Rosa, e attivo a Bologna in ambito giudiziale e stragiudi-ziale nei settori del diritto civile d’impresa. Lo studio fornisce un’ampia gamma di servizi di assistenza che spaziano dal diritto tributario al diritto so-cietario.

Law firm o studio di stampo tradizionale? Noi crediamo fortemente che nel mercato attuale fornire un servizio di assistenza legale ai medesimi standard qualitati-vi offerti da grandi law firm ma operando con una struttura snella rappresenti un plus. Ciò comporta indubbi vantaggi per i clienti.

Potete farci qualche esempio?Innanzitutto la certezza di essere assistiti direttamente dal profes-sionista al quale hanno affidato l’incarico, cosa che non sempre accade in studi più strutturati. In più, si possono ottenere dei servizi altamente specializzati a un costo ridotto. Operare con una struttura snella consente di contenere le spese e praticare tariffe competitive.

In un mercato che tende alla iper specializzazione dei professionisti, e dunque alla aggregazione di professionalità complementari, lo studio legale tradizionale funziona ancora? La risposta è in questo esempio di successo

Tra competenze e visione d’insieme

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Diritto e diritti

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Via Manzoni, 10

Telgate (BG)

t 035 4420727

f 035 0441568

avv.domenicoiacopino

@tiscali.it

studiolegaleiacopino.it

parazione, da sola, non può garantire le ottime prestazio-ni che la clientela si aspet-ta. Un modus operandi spe-cifico è un altro importante standard richiesto. “Bisogna offrire professionalità, riser-vatezza e tempestività sullo stato di gestione dell’incarico” conclude Domenico Iacopino. “Così come un approccio per-sonalizzato alle necessità del cliente, e un’assistenza e una consulenza mirate, in primo luogo, ove percorribile, alla soluzione stragiudiziale del-le controversie riguardanti le aree del diritto di cui lo studio si occupa”.

La clientela degli studi legali, sempre più ampia e diversi-ficata, richiede un’assistenza che copra i campi più dispa-rati. È corretto affermare che la versatilità e l’ottima prepa-razione di un legale sono or-mai standard richiesti in tutte le casistiche. Lo Studio Lega-le Iacopino, attivo dal 1988, sembra soddisfare pienamen-te queste caratteristiche. “Il mio studio legale offre consu-lenza e assistenza legale nei diversi ambiti del diritto civi-le, con particolare attenzione alle problematiche legali delle attività imprenditoriali, come il diritto commerciale e socie-

tario, diritto dei contratti, di-ritto fallimentare e delle pro-cedure concorsuali, oltre alla contrattualistica e al recupe-ro crediti” afferma Domenico Iacopino, titolare dello Studio legale situato nel bergama-sco. “Nel settore privato, l’at-tività professionale si estende al diritto del lavoro, al diritto di famiglia e delle successioni, alla proprietà e alle questioni condominiali, ai singoli con-tratti e alla tutela dei diritti. E la gamma di servizi offerti nel settore civilistico è completata da una specifica competenza in materia di diritto penale”. Ma anche un’eccellente pre-

La versatilità diventa lo standard più richiestoRivolgendoci a uno studio legale vogliamo essere certi di poter ricevere, tempestivamente, assistenza su situazioni di ogni natura. Domenico Iacopino, avvocato bergamasco, mostra l’ecletticità nel suo studio e del suo approccio con i clienti

Tra gli altri, è insorta l’Aneis, Associazione Nazionale Esperti di Infortunistica Stradale, che ha commentato così il testo di legge: “Si esclude che l’attività stragiudiziale sia per definizione sempre e necessariamente collegata a quella giudiziale; se così non fosse,

ci sarebbe da chiedersi per quale ragione il legislatore abbia sentito l’esigenza di differenziare l’attività stragiudiziale connessa all’attività giudiziale da quella ad essa non connessa, riservando solo la prima alla professione forense”.

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della propria condizione patri-moniale e finanziaria, evitando di incorrere in eventuali circostanze pregiudizievoli che possano ag-gravare la situazione personale. “Conoscere anticipatamente i propri limiti patrimoniali, reddi-tuali e finanziari, con l’aiuto di un professionista, è pertanto di fondamentale importanza” con-clude Stefano Caiola. “Bisogna conoscere preventivamente il rischio potenziale che potrebbe presentarsi con la nomina di un consulente tecnico e poter ge-stire separazione o divorzio in modo ragionevole”.

Negli ultimi anni le cause per separazione e divorzio hanno subito un sensibile incremento, dovuto anche all’insorgere della crisi economica e al conseguen-te aggravarsi delle quotidiane difficoltà finanziarie all’interno dei nuclei familiari. “Porre fine a una relazione matrimoniale comporta il sostenimento di un costo sia economico sia psi-co-fisico” spiega Stefano Caio-la. “È necessario affidarsi a un avvocato e affrontare indagini sulla propria capacità patrimo-niale, reddituale e finanziaria. Nel corso della separazione giudiziale, ai fini di una congrua determinazione dell’assegno di

mantenimento, il giudice nomina sempre più frequentemente un consulente tecnico per valutare il tenore di vita della famiglia, accertare l’effettiva disponibilità economica e le relative abitudi-ni”. Il giudice, infatti, può non ri-tenere attendibili le sole risultan-ze delle dichiarazioni dei redditi e richiedere l’integrazione di ul-teriori elementi presuntivi di ric-chezza. Assume quindi sempre più importanza il ruolo del dot-tore commercialista ed esperto contabile: nella fase preliminare del giudizio consente alle parti di prendere piena consapevolezza

Stefano Caiola

Via San Michele

del Carso, 21 - Milano

t 02 72625139

s.caiola@

sc-consulting.it

www.sc-consulting.it

Separarsi sì, ma ragionevolmenteNon basta un legale: serve un’altra figura specializzata per facilitare le cause di divorzio, spesso lunghe e complesse. Stefano Caiola, commercialista, revisore contabile e consulente tecnico del Tribunale di Milano, ci spiega perché

I n tema di assegni familiari, l’adozione di provvedimenti giudiziari che riguardano la regolamentazione delle modalità

di contribuzione di ciascun genitore al mantenimento dei figli provoca diversi problemi. Per esempio, relativamente al rapporto tra mantenimento diretto e corresponsione di un assegno periodico perequativo, oppure riguardo alla differenziazione tra spese ordinarie e spese straordinarie. Quest’ultimo punto in particolare è una frequente fonte di liti e contrasti tra i genitori ex coniugi. Anche perché la giurisprudenza dà origine a indirizzi eterogenei, diversi tra loro, spesso persino all’interno dello stesso Foro. Per ovviare a ciò, alcuni Tribunali si sono resi

conto della necessità di mitigare l’incerta prassi giurisprudenziale che caratterizza questa delicata situazione. A questo scopo sono stati redatti, d’accordo con i Consigli dell’Ordine degli avvocati e le diverse associazioni forensi, vari protocolli che intendono fornire un chiaro indirizzo nella qualificazione e differenziazione tra spese ordinarie e spese straordinarie. Non tutti i Tribunali, però, si sono preoccupati di redigere dei protocolli in questo senso. Tra quelli più completi bisogna ricordare quello del Tribunale di Bergamo, redatto in collaborazione con l’Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e i minori e l’Associazione provinciale forense: qui si distinguono

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Diritto e diritti

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Studio Legale

Via Leopardi, 19

Milano

t 02 4986998

t 02 4690637

t 02 4817233

[email protected]

La persona, la sua storia, le sue relazioni: questo il faro del-lo Studio legale di via Leopardi 19, a Milano, realtà che opera nei delicatissimi ambiti del di-ritto penale e del diritto minorile e di famiglia. Con un vantaggio non da poco: un team tutto al femminile con doti di empatìa che facilitano l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con l’ assi-stito. “Tutto parte dall’ascolto e dal coinvolgimento del cliente

nelle scelte difensive, che per essere davvero vincenti devono tener conto delle reali esigenze e delle capacità della persona, anche di tenuta emotiva, du-rante il processo e dopo” spiega l’avvocato Giuliana Sutti. E con-tinua: “All’occorrenza attiviamo la collaborazione con altre pro-fessionalità e mediamo i rap-porti con i servizi sociali”. Nello Studio, proprio di fronte al Tribu-nale per i Minorenni di Milano e

attivo tutto l’anno senza interru-zione estiva, collaborano cinque avvocati. Nel settore penale e penale minorile operano Anna Lucchelli, che assicura assisten-za legale anche alle vittime di reato, e Maria Chiara Arca, con esperienza anche nel penale tributario e nel diritto dell’immi-grazione. Giuliana Sutti e Mad-dalena Giussani offrono consu-lenza e assistenza in materia di diritto di famiglia: separazioni, divorzi, interruzioni di convivenze di fatto, azioni relative al ricono-scimento dei figli, alla tutela dei minori, alla materia successoria. Completa il cerchio delle com-petenze Raffaella Pagani, con esperienza in materia condomi-niale, commerciale, di respon-sabilità civile e recupero crediti, indispensabile quando sono in gioco interessi patrimoniali del-la persona e della famiglia. Gli avvocati Lucchelli, Giussani e Sutti sono fra i fondatori della Camera Minorile di Milano, as-sociazione attiva dal 2004 che ha per scopo lo studio di tutte le tematiche connesse ai diritti dei minori. Non è un caso quindi che per le professioniste di via Leopardi 19 l’aggiornamento sia fondamentale: oltre a fre-quentare i corsi di formazione professionale si riuniscono ogni quindici giorni per scambiare esperienze e competenze, con-dividere casi e soluzioni e così esser pronte ad offrire la miglior assistenza.

è L’ IMPERATIVO DI OGNI LEGALE QUANDO GLI AMBITI DI AZIONE SONO COSÌ DELICATI. PERCHÉ I FATTORI PERSONALI CHE ENTRANO IN GIOCO POSSONO DETERMINARE L’ESITO DELLA CAUSA

In tribunale per un figlio o per vicende familiari:

la persona al centro

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LE REGOLE DEL GIOCOIl mondo del gioco è un mondo di regole. “Tanto più in Italia, dove il gioco con vincita in denaro è monopolio statale e il gioco d’azzardo rima-ne un reato” spiega l’avvocato Giuseppe Pucci, esperto in materia. “Regole contenute in leggi, regolamenti e provvedimenti amministrativi che si succedono senza ordine: non esiste ancora un testo unico sul gioco”. Gli interessi economi-ci sono rilevanti, gli investimenti importanti, le sanzioni per chi sbaglia e infrange le regole sono pesanti. Gli operatori hanno dunque necessità di un’assistenza continua e competente. “Occorro-no esperti di diritto amministrativo: gli operatori devono ottenere concessioni, autorizzazioni, li-cenze, e ogni violazione dà luogo a sanzioni am-ministrative” continua il legale. “Inoltre, servono civilisti ed esperti di contrattualistica: ogni ope-ratore, oltre che con i giocatori, viene a contatto con altri operatori che occupano vari segmenti dell’offerta di gioco. Si parla, infatti, di filiera del gioco. Senza dimenticare il diritto penale e il di-ritto comunitario: alcune sentenze della Corte di Giustizia fanno ormai parte del corpus normati-vo della disciplina dei giochi. Insomma, occorre conoscere le regole dei giochi”.

Studio Legale Pucci - Viale Giuseppe Mazzini, 114/B - Roma

t 06 3725045 - c 347 4424862 - [email protected]

le spese che vanno concordate a priori tra i genitori e quelle che non necessitano di un accordo preventivo. Le prime sono le spese mediche che riguardano nello specifico cure dentistiche, ortodontiche e oculistiche, cure termali e fisioterapiche, trattamenti sanitari erogati anche dal Servizio Sanitario Nazionale e farmaci particolari. Per le spese scolastiche si considerano le tasse scolastiche e universitarie imposte da istituti privati, i corsi di specializzazione, le gite scolastiche con pernottamento, i corsi di recupero e lezioni private e l’alloggio presso la sede universitaria. Per le spese extrascolastiche si tratta di corsi di istruzione, attività sportive, ricreative e ludiche e pertinenti attrezzature, spese di custodia come quelle per la baby sitter, viaggi e vacanze. Le spese che invece non necessitano di accordo preventivo sono, per quanto riguarda le spese mediche, le visite specialistiche prescritte dal medico curante, le cure dentistiche presso strutture pubbliche, i trattamenti

sanitari non erogati dal Servizio Sanitario Nazionale e i tickets sanitari. Per le spese scolastiche, le tasse scolastiche e universitarie imposte da istituti pubblici, i libri di testo e materiale di corredo scolastico di inizio anno, le gite scolastiche senza pernottamento, il trasporto pubblico e la mensa. Infine, per le spese extrascolastiche, il tempo prolungato, pre-scuola e dopo-scuola, il centro ricreativo estivo e gruppo estivo. Un altro Foro che si è impegnato molto in questo ambito è quello di Firenze che ha presentato nel 2011 il Protocollo per i giudizi di separazione, divorzio e relative modifiche: non si occupa solo della questione in esame ma disciplina vari aspetti delle diverse fasi dei giudizi di separazione e divorzio, soprattutto per quanto concerne l’affidamento dei figli. Oltre a fornire un elenco delle spese definite straordinarie il Tribunale di Firenze cerca di fornire delle linee guida anche per ciò che concerne le modalità di corresponsione e introduce la possibilità di quantificare forfettariamente l’entità di tali spese.

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Diritto e diritti

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Dipendenti e imprenditori tra riforme e tuteleCosa è cambiato nel 2013 con la legge Fornero? Quali sono le nuove strategie vincenti nella gestione delle risorse umane? Il mercato del lavoro è in continua mutazione e i nuovi parametri sono sempre più variabili. Ecco le principali novità del settore. Dal punto di vista dell’impresa e del lavoratore

A cura di Ida Cascio

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Il valore del lavoro

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CONCORSI: CHE “PASSIONE”!Partecipare a un concorso pubblico è una passione. “Intesa, però, nel senso di calvario” commenta Elena De Bacci, avvocato romano che con la consulenza dell’organizzazione sindacale FIR-CISL, offre tutela nelle tante problematiche sottese al rapporto di lavoro nel pubblico impiego. “Conosco gioie e dolori di chi vince un concorso pubblico. Quasi sempre la gioia di aver vinto viene ridimensionata dalla valanga di ricorsi notificati da parte di chi non è entrato in graduatoria ed eccepisce l’illegittimità del bando o dei lavori della Commissione esaminatrice. Nel migliore dei casi i vincitori dovranno affrontare spese legali per difendersi in giudizio, nel peggiore dei casi si vedranno annullato il diritto al posto. Questo dipende spesso dalla P.A., che nel redigere il bando non si attiene alle disposizioni di legge, oppure dalla Commissione esaminatrice che sfrutta eccessivamente la discrezionalità di cui dispone. Annullare un concorso non significa solo mortificare le aspettative di chi ha vinto, comporta anche spese per la P.A. e, dunque, per i cittadini. Sarebbe auspicabile maggiore attenzione nella redazione del Bando di concorso e nell’esecuzione dei lavori da parte della Com-missione esaminatrice a tutela di tutti i partecipanti”.

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S econdo i cambiamenti attuati dalla riforma Fornero e attuati in maniera quasi completa da gennaio 2013, sono cambiati

i contratti di apprendistato. Il rapporto tra questi ultimi e le maestranze qualificate, in azienda, deve corrispondere a due ogni tre al di sopra dei 10 addetti. Per i contratti intermittenti, restano validi i termini fino al prossimo 18 luglio, così come per la validità delle vecchie partite Iva, fino a quando, cioè, la riforma compirà un anno

di vita. Addio, invece, ai cosiddetti contratti di inserimento, tipologia che viene di fatto abrogata e rimpiazzata da specifici incentivi all’occupazione. Tra le agevolazioni, si è sperimentato il bonus assunzioni con sgravio contributivo al 50% per le aziende che assumono lavoratori sotto i 50 anni e senza lavoro da almeno 12 mesi (o donne di qualsiasi età), che potrà arrivare a 18 mesi in caso di contratto a tempo indeterminato.

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Come mettere in regola le Partite IvaIl tasso di disoccupazione giovanile è pari al 37%. Ma per le imprese, oberate dall’imposizione fiscale, è difficile assumere lavoratori. Nell’ultimo decennio si è cercato di snellire la disciplina delle assunzioni con l’introduzione di nuove tipologie contrattuali

minato con decorrenza dalla data di costituzione del rap-porto o dalla data della prima fattura se non v’è un progetto, a tempo indeterminato indi-pendentemente dall’esistenza o meno del progetto, laddove le mansioni del collaboratore siano analoghe a quelle svolte dagli altri dipendenti in azien-da”. Fortunatamente le azien-de hanno ancora tempo per adeguarsi, visto che la riforma prevede che per i contratti in essere alla data di entrata in vigore, la legge si applichi a partire dal 18 luglio 2013, data dalla quale certamente parti-ranno i controlli ispettivi.

La nuova riforma del lavoro ha introdotto importanti novità in tema di flessibilità lavorativa, limitando le forme collaborati-ve elusive del classico rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. “A proposito del rapporto tra azienda e titolare di partita IVA, la nuova legge ha individuato alcuni criteri in base all’esistenza dei quali si presume sussista elusione da parte dell’azienda” spiega l’av-vocato Luisa Dall’Oglio, esper-ta in materia. “Tali requisiti vengono individuati nella dura-ta del rapporto, che deve esse-re superiore a 8 mesi lavorativi nell’anno solare; in termini di

corrispettivo: se il fatturato del collaboratore è pari all’80% nei confronti della stessa azienda nell’arco dei due anni antecedenti, significa che si è in presenza di una falsa partita IVA, così nel caso in cui il col-laboratore abbia una postazio-ne fissa in azienda, presso una delle sedi del committente. Le conseguenze per le aziende nel caso in cui vi sia un’ispe-zione ad hoc sono abbastan-za pesanti: infatti, nel caso in cui venga accertata una “falsa partita IVA” il contratto viene trasformato in Co.Co.Pro. con partita IVA, se v’è un progetto, in contratto a tempo indeter-

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Il valore del lavoro

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“Per migliorare le condizioni dei collaboratori che lavorano alle stesse condizioni di dipendenti, il legislatore ha modificato l’art. 69 del D. Lgs. n. 276/2003” spie-gano Franca Argese e Roberto Bacchini, avvocati titolari dell’o-monimo Studio Legale milanese.

In che modo la legge ha modifi-cato la discrepanza? Introducendo, con l’art. 69-bis, la presunzione che tali prestazioni siano da considerarsi rapporti di collaborazione a progetto se il compenso annuo è inferiore ai 18.000 euro lordi. Non solo, devono anche ricorrere almeno due tra queste condizioni: la du-

rata della collaborazione supera gli otto mesi dell’anno, il com-penso pagato (anche da sog-getti diversi ma riconducibili allo stesso centro di imputazione di interessi) supera l’80% dei com-pensi annui totali e il lavoratore ha una postazione fissa.

Se ricorrono queste condizioni cosa può fare il lavoratore?Impugnare il rapporto di lavoro deducendo la non genuinità del rapporto. Qualora il collaboratore con Partita Iva impugni il rapporto di lavoro deducendo la non genu-inità del rapporto, grava sul com-mittente l’onere di provare l’effetti-va indipendenza del lavoratore.

Tutti possono ricorrere a que-sta misura?La legge però esclude da questa verifica, e quindi dalla presunzio-ne di lavoro subordinato, i sog-getti iscritti ad albi professionali o registri di categoria ed i lavo-ratori altamente specializzati la cui prestazione, come recita la legge, “sia connotata da compe-tenze teoriche di grado elevato acquisite attraverso significativi percorsi formativi, ovvero da ca-pacità tecnico-pratiche acquisite attraverso rilevanti esperienze”. Una definizione, quest’ultima, piuttosto ampia che lascia anco-ra ampio spazio alle aziende per un uso distorto di questo regime.

Rapporti professionali “autonomi”

Stabilizzare le relazioni lavorative tra impresa e collaboratore o dipendente. È lo scopo della recente riforma del lavoro. Un riforma che lascia, però, ancora spazio a un sistema interpretativo che rende possibile un uso distorto dei rapporti in azienda

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Intanto, a gennaio è decaduta una duplice delega conferita al governo, quella sulla disciplina dei servizi per l’impiego e l’altra, specifica, sui livelli essenziali delle prestazioni e sulla validazione degli apprendimenti. Per quanto riguarda l’ambito fiscale, hanno avuto effetto l’addizionale dell’1,4% sui rapporti non a tempo indeterminato, la nuova

imposta sui licenziamenti e i nuovi contributi per artigiani, commercianti e autonomi. Intanto, l’Inail ha comunicato le istruzioni operative in materia contratti di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto in virtù delle variazioni apportate agli articoli 61 e seguenti del D.Lgs. 10 settembre 2003 n. 276 dalla Riforma del Lavoro Fornero.

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OUTSOURCING CON STRATEGIA“Come ci vedono le aziende? Per alcune la nostra figura è una scelta obbligata dalla legge mentre nelle realtà più strutturate risultiamo a volte scomodi”. Romina Caccaro, consulente del lavoro, fa il punto sulla sua professione: una categoria con conoscen-ze e competenze giuridiche, lavoristiche, previden-ziali e fiscali. “Credo sia importante sederci a un ta-volo comune con gli imprenditori per ridare il giusto significato al nostro ruolo, soprattutto nella realtà attuale in cui obiettivo comune è la riduzione dei costi insieme alla valorizzazione del proprio perso-nale”. Secondo Caccaro, la strategia giusta è gestire il servizio HR in outsourcing. “Permette di avvalersi di professionisti del lavoro che abbiano a cuore gli interessi aziendali e le esigenze del lavoratore, per contemperare i vari interessi in gioco, risolvere i conflitti fin dall’origine, evitando contenziosi inutili, motivare il personale e scegliere politiche retribu-tive variabili all’interno degli accordi. Il progetto, per avere successo, deve essere costruito a stretto contatto con l’imprenditore che ottiene un servi-zio personalizzato indirizzando le professionalità interne allo sviluppo del core business aziendale”.

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Allacciandosi alle indicazioni fornite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Inail ha riaffermato come la nuova disciplina trovi attuazione con riferimento esclusivo ai contratti di collaborazione stipulati dopo il 18 luglio 2012, data di entrata in vigore della menzionata legge 92/2012. In particolare: nel caso in cui il funzionario di vigilanza, nel corso dell’accertamento, non ravvisi nel contratto nessuno specifico progetto o viceversa constati che l’individuazione progettuale si traduce in mera, vuota “clausola di stile” volta a dissimulare il reale rapporto di lavoro, sarà tenuto a procedere alla riqualificazione relazionale di collaborazione in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Il funzionario preposto alla vigilanza, ai fini del mantenimento dell’“autenticità”

progettuale, dovrà, in particolare, appurare la fondatezza di alcuni precisi requisiti. Nello specifico si troverà ad accertare la sussistenza di: collegamento funzionale a un determinato risultato finale, dovendo essere il progetto funzionalmente congiunto ad un esito finale, identificandone il contenuto caratterizzante così come il risultato conclusivo idoneo a conseguire un localizzato interesse del committente che sia, a sua volta, obiettivamente riscontrabile; autonoma identificabilità previa mancata coincidenza con l’oggetto sociale del committente, nel senso che il progetto non va composto di semplice riproposizione dell’oggetto sociale del committente, dovendo di contro presentare una doverosa specificità autonomistica di contenuti ed obiettivi; infine esecuzione di compiti non meramente operativi o ripetitivi, che possono essere

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Il valore del lavoro

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Il futuro della gestione delle risorse umane

Le risorse umane oggi sono il vero valore aggiunto di un’azien-da. Soprattutto della piccola e media impresa italiana focaliz-zata su produzioni di alta qualità che portano il valore del “Made in Italy” nel mondo. “Sì, perché l’alta qualità è merito di compe-tenze ed esperienze custodite nel grande patrimonio umano svi-luppato nel tempo dall’azienda” spiega Gennaro Taglialatela, partner di New Work, una nuova realtà di consulenza per la ge-stione delle risorse umane nata a supporto della Pmi dall’unione di sei professionisti con compe-tenze diverse: responsabili del-le risorse umane, giuslavoristi e consulenti del lavoro.

Qual è la vostra mission?Mettere insieme le nostre diver-se competenze maturate pres-

so aziende di altissimo livello per garantire anche alle piccole e medie imprese un supporto professionale d’eccellenza ma a prezzi ridotti.

In che modo?Le Pmi possono usufruire dei no-stri servizi solo al momento del bisogno, aggirando l’ostacolo di dover mantenere una struttura di direzione del personale con i co-sti conseguenti come invece fa la grande azienda. Ma con la ga-ranzia di avere lo stesso servizio. Abbiamo risposto a un’esigenza tipica del tessuto imprenditoriale del territorio bresciano. Esigenza sentita in tutto il territorio nazio-nale di provincia che, pur nelle sue limitate dimensioni e orga-nizzazioni, spesso si trova a in-trattenere rapporti commerciali con colossi internazionali senza

una struttura valida a supporto. Ecco che interveniamo noi.

Che tipo di servizi offrite?Dai più classici, come appunto la gestione delle risorse, a quel-li più innovativi. Per esempio, la gestione dei modelli di com-petenze e la riorganizzazione d’impresa. Non solo. Anni di esperienza nel campo sindacale portano altre competenze utili a una comunicazione efficace im-presa-lavoratori. Nello specifico, la consulenza si estende dall’a-nalisi delle mansioni e delle pre-stazioni alla valutazione del cli-ma aziendale. Con lo scopo di ottimizzare il lavoro e creare un team working vincente con il mi-glior utilizzo delle risorse uma-ne e un’attenta politica dei costi per ottenere nuovi standard di competitività.

Il vero valore competitivo di un’azienda? Le Human resources Che vanno gestite con strategia e metodi da grande azienda. Un approccio che, grazie all’outsourcing, oggi è a portata anche delle piccole e medie imprese

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Luigi Andolfo

Avvocato

Milano

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i contratti di assistenza globale nella gestione delle problemati-che previdenziali e del lavoro che consentono, a costi accessibili e certi, di beneficiare di una con-sulenza preventiva qualificata”. Andolfo opera da oltre un ven-tennio nel campo del diritto del lavoro e del diritto previdenziale e ha vissuto da protagonista al-cuni dei contenziosi più signifi-cativi, per esempio i contratti a termine per primari operatori del settore postale e compagnie aeree, procedure di esternaliz-zazione, mobilità, operazioni di ristrutturazione o riorganizzazio-ne aziendale.

La crisi che affligge l’Italia da oltre quattro anni ha riportato l’attenzione sui temi del diritto del lavoro. “Anche per effetto della riforma Fornero il livello e la criticità del contenzioso giusla-voristico rischia di diventare in-sostenibile per le imprese” com-menta Luigi Andolfo, avvocato “nato” professionalmente in uno dei più prestigiosi studi giusla-voristici italiani e da 10 anni membro di Iuraplus, associazio-ne multidisciplinare di profes-sionisti milanesi. Andolfo riesce a coniugare elevati livelli quali-tativi di assistenza alle imprese e ai privati con costi contenuti e

trasparenti. “Il preventivo, anche non obbligatorio, rappresenta un insostituibile strumento per con-sentire al cliente di poter pro-grammare con certezza l’onere economico dell’investimento nel professionista, ma anche e so-prattutto per creare da subito un rapporto di reciproca fiducia, quale non potrebbe esistere se l’avvocato si riservasse di quan-tificare ex post i suoi onorari in base ad astratti criteri tariffari, estremamente complessi quan-to spesso completamente sco-nosciuti ai non addetti ai lavori” continua il legale. “Particolare favore hanno perciò incontrato

L’avvocato e il preventivo: un binomio che crea fiducia e stabilitàI rapporti duraturi e sereni tra imprenditori e professionisti si creano soprattutto grazie a trasparenza e flessibilità. Una logica vincente a maggior ragione in un periodo di grandi sfide per il mondo attuale

determinati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, pur a fronte della precisazione sottoscritta dall’Inail che indica come l’intervento della contrattazione sia di natura puramente facoltativa, non subordinando quindi l’applicabilità della presunzione.

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Il valore del lavoro

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Tra le riforme varate dal gover-no tecnico, quelle sulle pensioni e sui licenziamenti hanno fatto discutere più di altre. Rober-to Scisca ce ne parla in modo chiaro e critico, spiegandoci perché tali riforme possono es-sere considerate inique.

A chi giovano le nuove norme su pensioni e licenziamenti?La riforma si è accanita contro i deboli e ha difeso i forti. Sono state colpite le pensioni più bas-se congelando l’indicizzazio-ne. Per rispettare il principio di uguaglianza, fissato un minimo, tutte le pensioni, anche quelle già erogate, dovrebbero essere ricalcolate con il sistema con-tributivo. Ciò renderebbe tutti uguali di fronte alla legge e alla matematica: le baby pensioni, elargizioni clientelari, sarebbero da falcidiare e le maxi pensioni, frutto di furti legalizzati, andreb-bero riproporzionate.

Si è parlato, recentemente, di una presunta eccezione d’incostitu-

zionalità della riforma dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Com’è stata la risposta dei giudici? Sconcertante, dato che continua-no ad applicare ai licenziamenti intimati ante riforma la vecchia normativa che è stata abroga-ta. La nuova normativa, invece, è inapplicabile perché la legge non può disporre che per l’avvenire, salvo in caso di norma transitoria che ne disponga la retroattività. Ma quest’ultima è assente.

Come si può evitare questa si-tuazione?Con una dichiarazione d’inco-stituzionalità della nuova nor-mativa per violazione dell’art. 3 della Costituzione. La sentenza

dovrebbe riaffermare la prima regola democratica: il popolo è rappresentato dal Parlamento, i giudici devono applicare la leg-ge, non sostituirsi al potere le-gislativo e alla Corte Costituzio-nale applicando leggi abrogate. Se l’abrogazione retroattiva è incostituzionale, come in questo caso, lo deve stabilire la Corte Costituzionale.

Che consiglio si sente di dare a imprese e lavoratori?Trovatevi un buon avvocato che sappia darvi certezze e vi tenga lontano il più possibile dai Tri-bunali. Prevenire l’incertezza del diritto e dei giudici giova al por-tafoglio e alla salute.

Le modifiche al sistema pensionistico e all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, attuate dal ministro Fornero, hanno spaccato in due l’opinione pubblica. Roberto Scisca, avvocato monzese titolare dell’omonimo studio legale, ha analizzato gli effetti di queste riforme

E se la riforma violasse la Costituzione?

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Un contratto a prova di liteL’imprenditore va al sodo, all’oggetto, al prezzo e ai termini di pagamento. Così accade che spesso tralasci aspetti meno evidenti, che danno forza di legge al contratto e che per questo vanno studiati tenendo sempre presente l’ipotesi di una lite

Un buon contratto non si ri-conosce quando le cose van-no bene ma quando le parti si scontrano. Per questo va pre-parato immaginando che cosa accadrebbe in caso di contro-versia. “L’imprenditore attento e consapevole che si accinge a concluderne uno, deve pre-stare attenzione ad aspetti spesso trascurati. A maggior ragione se si tratta di un con-tratto internazionale” spiega Marco Rigoni, avvocato a Bre-scia. “Attenzione alle clausole che: presiedono al regolare adempimento delle prestazio-ni, stabiliscono i criteri per l’in-dividuazione della legge ap-

plicabile, chiariscono, in caso di controversia, a quali regole processuali fare riferimento, indicano metodi di risoluzione dei conflitti, come l’arbitrato o il giudizio ordinario”. La norma-tiva nazionale e internazionale in tema di contratti è assai complessa, a causa dell’intrec-ciarsi non sempre coordinato e coerente di leggi, trattati, con-venzioni. “Ciò deve indurre non solo l’imprenditore ma anche il professionista che lo assiste a non cedere alla fretta, per ispirarsi, invece, a un princi-pio di prudenza” continua il legale. “La legge 31 maggio 1995, n. 218, introducendo la

riforma del sistema italiano di diritto privato internazionale, determina l’ambito della giuri-sdizione italiana, pone i criteri per l’individuazione del diritto applicabile e disciplina l’effica-cia delle sentenze e degli atti stranieri. Ormai tutti i principali ordinamenti giuridici nazionali dispongono di un sistema di norme di diritto internazionale privato. La difficoltà risiede nel fatto che non vi è uniformità tra gli ordinamenti giuridici. È quindi auspicabile che si giun-ga all’elaborazione di un Codi-ce privato europeo da cui trar-re regole uniformi ed efficaci nei vari Stati della Comunità”.

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Qualora dovessero risultare insufficienti i menzionati requisiti, il progetto andrà valutato come inesistente con la conseguenza, in termini di sanzioni, che comporta l’alterazione del rapporto in contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, fin dalla data costitutiva del medesimo. Idem se il collaboratore a progetto veda effettuare l’attività mediante prassi analoghe rispetto a quella svolta dagli stessi lavoratori dipendenti dell’impresa committente.

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Il valore del lavoro

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Avvocato Todisco, in cosa consi-ste, nel vostro caso, la via di mezzo tra boutique di lusso e multistore?Offriamo l’attenzione al cliente e la flessibilità tariffaria degli studi tradizionali a chi non vuole rinun-ciare al taglio internazionale, alla preparazione scientifica e alla specializzazione che, in genere, si ritrovano in strutture di maggiori dimensioni. I nostri clienti, infatti, sono imprese spesso già assistite

colo, dell’immagine, dei media e dell’information technology.

Perché il cliente dovrebbe preferirvi a studi più strutturati o affermati? Sulla piazza milanese operano diversi professionisti di grande li-vello. Ma noi possiamo coniugare un servizio di livello internazionale con i costi ridotti e la possibilità di seguire da vicino il cliente che sono proprie di una struttura agile. Rispetto ad altre realtà riteniamo di essere competitivi su due fron-ti: le tariffe, che oggi contano ben più di ieri, e la possibilità di garan-tire al cliente che i professionisti senior che accettano l’incarico lo seguiranno in prima persona.

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con un multistore e neanche con un atelier di lusso”. Così Gianpaolo Todisco definisce

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Crescere sì. Ma al sicuro

A cura di Ida Cascio

da consulenti legali di fiducia, ma che in materie specialistiche cer-cano la qualità al giusto prezzo.

I vostri fiori all’occhiello? La proprietà industriale ed in-tellettuale e il diritto della con-correnza sono i nostri temi forti. L’eccellenza sta nell’unione delle competenze: l’avv. Bosshard - che è anche docente della materia a livello nazionale ed internazionale - segue soprattutto il contenzio-so in materia di brevetti, marchi, design e concorrenza sleale, ma anche il licensing e i trasferimenti di tecnologia. Io, invece, ho ma-turato esperienza all’estero nel diritto d’autore e dello spetta-

L a sicurezza informatica è un tema attuale ma poco percepito dalle aziende che, spesso, non se ne preoccupano fino

a quando non ne avvertono la necessità. A meno che non si tratti di aziende particolarmente sensibili al tema, come quelle che operano nel settore bancario o delle telecomunicazioni. Ma rimandare

la messa in sicurezza dei propri sistemi informatici può essere molto pericoloso. Secondo un’indagine recente, il 63% delle aziende è stata “infettata” da virus informatici senza che se ne sia accorta. Il 54% ha subito almeno una perdita di dati e il 36% ha visto inviare, al di fuori dell’azienda, informazioni sulle carte di credito. Le cause?

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Ormai tutti i mass media dif-fondono test sulla qualità dei prodotti. Talvolta, però, capita che alcune aziende protestino, ritenendo i test sbagliati e con effetti distorsivi sulla concorren-za. L’avvocato Guido Brizzi spie-ga entro quali termini legali può essere diffusa la critica di un prodotto.

Quali sono i principi di diritto che regolano la materia in Italia?La pubblicazione di giudizi sui prodotti in commercio è esercizio del diritto di cronaca e di critica, che è uno dei diritti fondamen-tali riconosciuti dalla Costitu-zione. Sull’altare dell’interesse economico di un’azienda, non può essere sacrificato il diritto del cittadino a conoscere la reale qualità di un prodotto. La libertà di manifestazione del pensiero non è però illimitata. Verità e cor-rettezza segnano il confine tra la critica lecita e quella illecita.

Quali devono essere le caratte-ristiche di una critica corretta?Innanzitutto la veridicità del-la notizia e la correttezza della forma espositiva, quindi l’inte-resse pubblico alla conoscenza dei fatti, infine la serietà meto-dologica e scientifica. Ciò tutela non solo l’azienda, ma anche i consumatori stessi, i quali han-no il diritto di poter decidere di acquistare un certo tipo di pro-

dotto senza l’inquinamento di informazioni inesatte.

In che modo un’azienda, vittima di test falsi o inesatti, può tutelarsi?Per prima cosa, i soggetti dan-neggiati possono esercitare il diritto di rettifica, chiedendo che sia data adeguata evidenza alla propria replica. Indipendente-mente da ciò, la tutela più effi-cace si ha con l’azione in sede di tribunale civile, attraverso cui si possono ottenere provvedimenti inibitori utili a limitare la diffusio-ne di test falsi o inesatti. Inoltre, in tempi più lunghi, le aziende possono ottenere dall’editore e dal giornalista il risarcimento del danno subito che, in alcuni casi, può raggiungere cifre molto ri-levanti, anche per il cosiddetto danno di immagine. Lo scorso anno una sentenza del Tribunale di Torino ha risarcito oltre 7 milioni di euro, di cui 5 milioni per danno non patrimoniale, ad un’azienda produttrice di auto “maltrattata” da una critica televisiva fondata su un “test inesatto”. In casi estremi, in cui si ravvisas-se nella controparte la volontà specifica di danneggiare la repu-tazione dell’azienda o si creasse-ro effetti distorsivi sul mercato, si potrebbe arrivare a denunce pe-nali o comunque esposti all’Au-torità garante della concorrenza e del mercato, che ha propri po-teri di indagine e sanzionatori.

I requisiti per una critica corretta (e legale) ai prodotti

Dove sta il confine tra recensione e diffamazione? Ce lo dicono gli avvocati dello studio legale Brizzi e Cazzaniga

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Proteggi la privacy. E anche te stessoIl decreto legislativo 69 del 28 maggio scorso ha modificato il 196 del 2003 in materia di protezione dei dati personali e illustrato le misure idonee a rendere il trattamento più sicuro possibile. Ecco le novità e i consigli per evitare rischi inutili

centralizzati di controllo. Le copie di sicurezza dei dati dovranno essere custodite con apposite procedure di backup garantendo il ripristino della disponibilità dei dati e dei sistemi. Per ogni dispo-sitivo che contenga dati idonei a rilevare lo stato di salute si dovrà garantire, tramite tecnologie di cifratura o di codici identificati-vi, che il dato non sia utilizzabi-le, né leggibile, in caso di furto o smarrimento. Queste procedure vanno rivisitate periodicamente sia dal punto di vista tecnico che organizzativo insieme agli incari-cati e agli addetti alla gestione e manutenzione degli strumenti elettronici.

“La legge impone a qualsiasi azienda ed ente, pubblico o pri-vato, che per lavoro tratta dati personali e sensibili, di garan-tire misure minime di sicurezza nell’accesso agli stessi. Che si tratti di trattamento cartaceo o computerizzato” spiega l’av-vocato Giovanni Pignatelli, av-vocato a Bologna ed esperto in materia.

Che tipo di sanzioni sono previ-ste per chi non si adegua?Le sazioni vanno da diecimila a 120 mila euro. Sono previste anche sanzioni penali che pre-vedono la possibile reclusione fino a due anni. Ma il legislatore

ha dato la possibilità di usufru-ire, all’atto dell’accertamento, di una prescrizione, fissando il ter-mine per la regolarizzazione a non più di 6 mesi. Tuttavia, nei 60 giorni successivi lo scadere di tale termine, pagando una somma pari a un quarto del massimo della sanzione stabili-ta per la violazione amministra-tiva si estingue il reato.

Quali consigli dà alle aziende per evitare esborsi economici e inutili rischi penali?Bisogna adottare le misure mini-me di sicurezza, curando l’auten-ticazione, l’autorizzazione e l’ac-cesso ai sistemi, tramite servizi

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Per contrastare questo fenomeno serve un insieme di regole. La prima riguarda la sfera dei comportamenti in azienda, la sua policy, la seconda è relativa all’uso che manager e dipendenti fanno della rete e la terza include applicazioni tecnologiche utili a contrastare il fenomeno. Sì, questo è solo il terzo e ultimo aspetto perché gli anti-virus non servono a molto se alla base non c’è una cultura aziendale basata sulla sicurezza. I dipendenti, per esempio devono conoscere le regole basilari per proteggersi durante la navigazione sul web. Per esempio, su come difendersi dal phishing, il sistema che spinge a fornire informazioni personali sensibili. Inoltre, le aziende devono progettare e diffondere politiche di sicurezza che permettano di limitare l’uso del web a scopi personali in ufficio. Un tema molto delicato visto che in molti settori è difficile capire dove finisce l’uso lavorativo e comincia quello personale. L’ultimo aspetto è prettamente tecnologico: ogni giorno circolano migliaia di virus in rete, per questo non è sufficiente installare un programma antivirus. Questo deve essere costantemente aggiornato e in grado di fronteggiare le mutazioni degli attacchi.

Spesso sono legate ai comportamenti dei dipendenti che utilizzano per esempio i social network sulle reti aziendali o inviano per errore una mail a un indirizzo sbagliato o usano applicazioni di condivisione dei file.

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Le calamità naturali sono sem-pre più frequenti nel territorio Italiano. E spesso con conse-guenze devastanti. “Le normati-ve, non c’è dubbio, vanno cam-biate“ commenta Piera Gozzoli, broker assicurativo dal 1990, consulente di varie associazioni di categoria e amministratore di C.D.A. Insurance Broker di Bologna, società di brokeraggio assicurativo leader nel campo immobiliare e condominiale.

La domanda assicurativa per le calamità naturali è in crescita? Quali sono le preoccupazioni dei proprietari?La tutela del nostro patri-monio immobiliare a seguito dell’ultimo terremoto in Emi-

lia Romagna, dove io opero, è il problema assicurativo più sentito. L’Italia da anni discute sull’opportunità di introdurre l’obbligatorietà dell’assicurazio-ne contro i danni provocati da queste calamità, come previsto in gran parte dell’Europa. Mol-ti sono stati i disegni di legge abbandonati dal Parlamento, forse per il timore della reazio-ne di tanti cittadini-elettori che avrebbero vissuto questo nuovo obbligo come un’altra tassa in-desiderata. Ma ogni volta che accadono queste catastrofi, il costo comunque viene spalma-to su tutti, con nuove tasse e aumenti delle accise. Quindi, in definitiva, il cittadino paga già questi danni.

L’obbligatorietà assicurativa cosa comporterebbe?Renderebbe più tempestivi e reali i risarcimenti dei danni e i costi della garanzia sarebbero inferiori perché divisi su tutti gli immobili, quindi su un nume-ro di assicurati maggiore. Negli altri Paesi, quando si verificano catastrofi, i danni coperti da as-sicurazione sono il 60% mentre in Italia è il 15%.

Cosa offrono attualmente le Compagnie assicurative?La classica garanzia “Terremo-to”, a costi ancora elevati. Sono certa che il problema sarà risol-to molto presto a livello nazio-nale, quindi non possiamo fare altro che attendere la risposta del nostro Governo e delle pri-marie Compagnie assicurative. Nel frattempo, Cda Insurance Broker si è attivata per proporre alcune soluzioni in attesa della definitiva posizione legislativa.

Assicurazione obbligatoria in caso di calamità?Il Parlamento ne discute da tempo. Ma non è ancora giunto a una conclusione. Intanto, ogni evento catastrofico non crea danni solo alle popolazioni colpite, ma anche ai portafogli degli italiani

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L’Usura nelle operazioni di fi-nanziamento e di contratti di derivati a danno delle imprese non è un’eccezione. “Succe-de molto più spesso di quanto si creda” ci spiega l’avvocato Daniele C.A. Borgogno, titolare dell’omonimo Studio legale ac-canto al Palazzo di Giustizia di Milano ed esperto in materia.

Cioè? Le banche truffano gli imprenditori?A volte si tratta anche di errori non voluti. Come in un recente caso di un finanziamento da sei milioni di euro in cui sono riusci-to ad ottenere uno sconto di tre milioni sugli interessi. Ma sono

molto numerose le prassi illeci-te in cui vengono applicati veri e propri interessi usurari, masche-rati sotto un tasso ufficiale le-gale, cui però vanno aggiunte le commissioni e le spese. Quando si verifica l’ipotesi di usura si può ottenere la restituzione di tutto quanto versato a titolo di inte-ressi e commissioni.

E come ci si difende?Gli imprenditori se ne rendono conto quando il danno è fatto e quindi non riescono più a stare nelle spese. Ma con l’aiuto del professionista si può rimediare e capita finanche che la banca da creditrice divenga debitrice.

Oggi le banche sono sempre più disponibili a negoziare.

Lei si occupa anche di edilizia.Sì, di appalti edili. Anche per la crisi del settore ho verificato un aumento esponenziale del con-tenzioso giudiziale. La consu-lenza stragiudiziale è diventata necessaria, in via preventiva, per evitare inutili cause basate me-ramente su contratti redatti in maniera pressapochista, oltre-ché per determinare le garan-zie bancarie e assicurative sulla buona realizzazione delle opere. Soprattutto in questi campi la qualità professionale dell’avvo-cato fa davvero la differenza.

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Tra edilizia e finanziamenti: ci si difende cosìÈ opinione comune che le Banche agiscano secondo criteri di legalità.Purtroppo non è sempre così. Lo sa bene l’avvocato Daniele Borgogno che seguemolti casi di imprenditori alle prese con illecite prassi finanziarie

Il tutto è complicato dalla recente notizia secondo la quale anche le chiavette per la connessione internet potrebbero rappresentare una minaccia alla sicurezza dei dispositivi sui quali sono utilizzate. Lo hanno scoperto due ricercatori russi: le chiavette internet 3G e 4G sarebbero a facile rischio di aggressione da parte di malware e quindi, a loro volta, diventerebbero un veicolo di contagio. Insomma, non si potrà mai arrivare a una copertura totale del rischio ma, di certo, la prevenzione aiuta.

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Responsabilità del medico e diritto condominialeEcco alcune tra le principali novità in questi due ambiti del diritto, illustrate dall’avvocato Roberto Baggio, esperto in materia, con competenza ultradecennale

si vede una novità legislativa e, tra le tante, l’amministratore, salvo di-spensa assembleare, è tenuto ad agire, entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, esecutivamente nei confronti dei condomini morosi. Il condominio è un microcosmo e le cause toccano tutti i campi del di-ritto. Ho seguito centinaia di cause ma il ruolo dell’avvocato deve es-sere soprattutto stragiudiziale. Il ri-corso al Tribunale è l’ultima chan-ce. Mettendo allo stesso tavolo le parti e, se necessario, gli avvocati si possono evitare tante cause.

Con il cosiddetto “Decreto Balduz-zi” è stata depenalizzata la colpa lieve (imprudenza/negligenza) dei medici. La norma è stata applica-ta in una recentissima sentenza (n. 268/2013) dalla quarta sezio-ne penale della Cassazione, spie-ga l’avvocato Roberto Baggio. In pratica, la responsabilità per colpa del medico viene meno quando questo prova di essersi attenuto alle linee guida accredi-tate dalla letteratura medica.

Questa nuova norma che influen-za avrà nella pratica medica?In realtà, rileva solo sotto il pro-filo penale, perché nel rito civile, l’inadeguato comportamento o l’omissione colpevole dell’attività sanitaria che procuri un danno al paziente, in ipotesi di inosser-vanza e/o violazione delle regole cautelari proprie del settore spe-cialistico di appartenenza deter-mina “colpa medica”. L’imperizia ricorre solo nei casi di dolo o colpa grave. La diligenza dovuta dal sanitario è quella “qualifica-

ta” ovvero quella richiesta dalla natura dell’attività esercitata. Il paziente danneggiato deve li-mitarsi a provare il contratto e il nesso causale tra l’inadempi-mento e il danno lamentato. A lato di tutto questo non va igno-rata la responsabilità (oggettiva) dell’ente di appartenenza che è a tutti gli effetti contrattuale.

Lei si occupa anche di diritto condominiale.Sì, da molti anni. In questo setto-re, dopo tanto tempo, finalmente

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L e aziende italiane investono poco e niente sulla salute e sul benessere dei propri lavoratori. Lo dimostra

una recente indagine di Sodexo Motivation Solutions, presentata al summit “Benessere organizzativo e produttività aziendale”, promosso da Tec, la scuola di formazione del Gruppo Bosch. L’indagine, condotta sulle aree salute e benessere, mobilità e incentivazione, nel periodo settembre-dicembre 2012, dimostra come solo l’8,9% delle aziende, su un campione di 6.307, è interessata all’argomento rivelando

Il benessere dei lavoratori fa bene all’organizzazione aziendale e alla produttività. Eppure, poche aziende mettono in pratica comportamenti virtuosi per favorire la serenità dei propri dipendenti. Secondo i dati, su 7 mila aziende, solo l’8,9% è interessato a questo tema e investe volentieri risorse adeguate

A cura di Ida Cascio

di erogare servizi legati al benessere dei dipendenti. Per il 25% si tratta di grandi aziende e solo nell’1% dei casi si tratta di aziende sotto i 150 dipendenti. Riguardo al tipo di servizio offerto, l’indagine mostra come per la maggior parte si tratta di polizze assicurative obbligatorie e solo in pochi casi, limitati alle aziende grandi, di campagne specifiche per la tutela della salute. Le ragioni del poco interesse sono in genere legate alla mancanza di fondi (40% delle piccole imprese) o al puro disinteresse (45%).

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Bagaglio perso in viaggio: chi lo risarcisce?La responsabilità di una compagnia aerea comunitaria nei confronti dei passeggeri e dei loro bagagli è disciplinata dalla Convenzione di Montreal. In caso di distruzione, perdita, deterioramento o ritardo della valigia cosa si fa? Parola agli avvocati

“Tale ipotesi non può essere accolta. L’art. 17 della Conven-zione prevede che, qualora il vettore riconosca la perdita del bagaglio consegnato, o il baga-glio consegnato non sia giunto a destinazione entro 21 giorni, il passeggero può far valere nei confronti del vettore i diritti che gli derivano dal contratto di tra-sporto anche quando il danno deriva da colpa di incaricati o dipendenti”.

La responsabilità di una com-pagnia aerea in questi casi è limitata a 1.000 DSP (cc.dd. diritti speciali di prelievo) per passeggero, pari a circa 1.230 euro. “Per articoli fragili, deperi-bili o di valore si può presentare una dichiarazione di specia-le interesse al check-in: in tal caso il vettore è tenuto al risar-cimento della somma dichiara-ta” spiegano gli avvocati Laura Oteri e Jacopo Morandi dell’o-monimo Studio legale di Mila-no. La Convenzione istituisce una rigorosa responsabilità dei vettori aerei nel lasso di tempo in cui hanno in custodia i baga-gli. Il risarcimento sembrerebbe scontato. “In realtà non è così” avertono i legali. “Spesso, i vet-tori tendono a versare un risar-cimento inferiore a quello dovu-to. Noi abbiamo seguito casi in cui il vettore proponeva somme tra 100 e 300 euro a fronte dei circa 1.230 previsti, adducen-do motivazioni in contrasto con quanto previsto dalla Conven-zione e costringendo l’utente

ad adire l’autorità giudiziaria”. Un escamotage utilizzato dalle compagnie aeree per evitare il pagamento del risarcimento ri-guarda la mancanza di colpa del vettore, il quale si serve di compagnie professionali che gestiscono la movimentazione dei bagagli, gli handling agents. Perciò il passeggero danneg-giato dovrebbe rivolgersi agli handling agents che sono giu-ridicamente distinti dal vettore.

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Il 10%, infine, non crede che il tema del benessere possa essere un asset strategico per il welfare in azienda. Fin qui, il settore salute e benessere. Spostandosi invece nell’ambito mobilità, sul campione di aziende prese in considerazione, meno dell’8% è interessato a offrire servizi legati agli spostamenti casa-lavoro ai propri dipendenti. E anche in questo caso si tratta per lo più di convenzioni dirette come la navetta aziendale e di benefit per la mobilità come Pass Mobility, a Milano, messo a punto da ATM e Sodexo. Perché non si investe in servizi

di mobilità per il lavoratore? Il 40% delle piccole aziende dichiara di non avvertirlo come un bisogno e il 23% insiste sulla mancanza di budget. Le imprese sembrano invece un po’ più sensibili al tema dei servizi di incentivazione, dedicati in particolare alla forza vendita e legati alle performance e allo sviluppo del business. In questo caso, sul campione preso in considerazione, il 79% ha risposto positivamente, almeno in due ambiti: incentivi e benefit nel 44% dei casi, buoni carburante per il 56% delle Pmi e l’80% delle grandi imprese.

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Chi si rivolge al broker, dà il mandato a esplorare il mercato per trovare la formula ideale tra le sue esigenze e le opportunità concrete di offerta. Ecco una realtà leader nel trasporto valori, vigilanza e non solo

Settore assicurativo? Sicurezza. Competenza. Qualità.

Rivolgersi a un broker assicura-tivo invece che al classico agen-te vuol dire avere a che fare con un professionista indipendente che può mediare al meglio tra le esigenze del cliente e la varietà del mercato assicurativo, perché non è legato a nessuna compa-gnia. Se prima questa possibili-tà riguardava le aziende, adesso il broker è divenuto un punto di riferimento anche per i privati e il fenomeno è in crescita. Tanto che molti brokers hanno scelto settori specifici di specializza-zione. Mondialbrokers è leader dal 1989 nel settore assicurati-vo della vigilanza privata e del trasporto valori. “Il nostro im-pegno professionale con le so-cietà di trasporto valori e con gli istituti di vigilanza è orien-tato in particolare allo sviluppo di proposte innovative e alter-native ai mercati tradizionali” spiega il Dottor Guido Caimi, Amministratore della società Mondialbrokers, socio fondatore dell’ILLCA, l’Associazione Ita-liana dei Corrispondenti dei Lloyd’s. Nel 2005 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento in-ternazionale Europe Award per essersi distinta nel settore dei servizi per serietà professiona-

le e competenze operative. Se il trasporto valori è il core busi-ness di Mondialbrokers, i settori coperti sono anche molti altri. “Seguiamo piccole imprese, piccole e medie aziende com-merciali e industriali e nel tempo abbiamo sviluppato tutti i seg-menti di mercato, anche gra-zie ai particolari e preferenziali rapporti con il mercato assicu-rativo internazionale”. Qualche esempio? Infortuni, automobili-stico, sanitario, fine arts, grande

distribuzione, marittimo e terre-stre, furto e incendio, sports e recreation. Non solo. Mondial-brokers opera anche nel piaz-zamento Incendio Furto Kasko e rischi accessori per veicoli do-tati di sistemi satellitari. “In più, offriamo un servizio di consu-lenza assicurativa: analisi dei ri-schi, ricerca e programmazione, collocamento e stipulazione dei contratti di assicurazione, ge-stione polizze e assistenza nella gestione dei sinistri”.

Mondialbrokers S.r.l.

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LA TUTELA PER TRASPORTI E LOGISTICAL’autotrasporto di merci su strada riveste in Italia, e anche in Europa, un ruolo di enorme importanza sia per l’entità del traffico su gomma sia per le sue conseguenze sociali. Il trasporto di merci, soprat-tutto quello eseguito da operatori professionali per conto di terzi, è oggetto di una regolamentazione sempre più specifica, tanto da richiedere l’assistenza su tutti gli aspetti giuridici di studi legali spe-cializzati nel settore. Come quello dell’avvocato Giuseppe Allegra di Roma che si occupa da anni di questioni giuridiche relative all’autotrasporto, prestando assistenza, giudiziale e stragiudiziale, a primarie società che operano nel settore del trasporto e della logistica. “In particolare, lo Studio offre assistenza nella redazione dei contratti di trasporto e di logistica, nella difesa in giudizio in materia di tariffe e di costi minimi” spiega Allegra che, da civilista e giuslavorista, assiste le imprese di autotra-sporto nel contenzioso promosso dai conducenti alle loro dipendenze e nella redazione dei contratti

aziendali di lavoro. Dal 2012 è componente del progetto “Diritto dei trasporti e della navigazione” del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Avvocato Giuseppe Allegra - Circonvallazione Clodia, 145/A - Roma - t 06 37511821 - f 06 37355955

c 3385960251 - [email protected]

lavorino in imprese hanno introdotto il company welfare. Il benessere aziendale consiste in un insieme di pratiche organizzative, come part time, telelavoro e congedo parentale, e di servizi che hanno lo scopo di soddisfare specifici bisogni di carattere sanitario, economico e assicurativo. Ma anche di migliorare la vita in ufficio, per esempio con la creazione di spazi di lavoro ergonomici, aree ristoro, parcheggi interni, e la vita familiare, con la prevenzione sulla salute di coniuge e figli, asilo nido, baby sitter, snellimento della burocrazia e così via.

In generale, si può affermare che non si tratta solo di carenza effettiva di budget ma anche di scarsa conoscenza, da parte delle aziende italiane, degli effetti virtuosi del benessere organizzativo sulla motivazione dei lavoratori. Eppure, secondo altri dati come quelli di un’indagine di AstraRicerche e Duepuntozero Doxa per Manageritalia, l’85% dei manager sono convinti che il welfare aziendale sia utile per migliorare benessere e produttività di lavoratori e aziende. Nonostante solo il 10% dei lavoratori italiani e il 20% dei manager

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Illustrazioni e Foto di Copertina: Shutterstock, Antonino Geria

Stampa: Satiz S.r.l. - Moncalieri (TO)

Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Giacomazzi, Attilio Gentile, Marco Samaritani, Riccardo Gheller,

Rita Mariani.

Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie o dise-gni contenuti in questo numero non posso-no essere riprodotti neppure parzialmente senza l’autorizzazione di Edizioni Media-com S.r.l.. Edizioni Mediacom S.r.l. si dichia-ra disponibile per chi dovesse rivendicare eventuali diritti fotografici non dichiarati.

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Lo stress: la vera malattia professionale dei tempi moderni, che crea inevitabilmente tensioni,ansia e nervosismo, ma allo stesso tempo un male che può essere sconfitto con successo, primache possa sconfiggere noi. E allora come giocare d’anticipo? La risposta è Villa Eden, un luogodove salute e bellezza hanno il dono del sorriso ed il linguaggio della gioia, dove la sostenibileleggerezza del benessere è la filosofia di vita. FateVi avvolgere da un’atmosfera di puro relaxe ritrovate il Vostro equilibrio naturale, immersi in un’oasi idilliaca dove sembra che il tempo sisia fermato.

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