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FALCRI nuove fusioni e acquisizioni bancarie le ragioni dei figli UNI Europa Finanza: esperienze sindacali a confronto

Prof Banc 5 2005 · 2020-07-11 · Internazionali Italiani con le Organizzazioni Sindacali della Turchia per costruire una strategia su linee condivise per affrontare le trattative

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FALCRInuove fusioni e acquisizioni bancarie

le ragioni dei figli

UNI Europa Finanza: esperienze sindacali a confronto

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SOMMARIOn. 6 giugno2005

EDITORIALELa comunità finanziaria spinga

per l’integrazione europea in crisidi Maria Francesca Furfaro

UNI Europa Finanza:esperienze sindacali a confronto

di Manlio Lo Presti

Le ragioni dei figlia cura di Falcri MPS

Senza paroledi Francesco Murro

Situazione difficilenel Gruppo Banca Popolare di Vicenza

Nuove fusioni ed acquisizioni bancarie:effetti e prospettive

di Federico Cantarini

FalcriDonna a Foggiaa cura di Falcri SanPaolo Banco di Napoli

Quadri direttivi:la riforma del mercato del lavoro

di Federico Cantarini

PREVIDENZA & ASSISTENZAPrevidenza complementare:

trasferimento della posizione individualea cura di Fabrizio Gosti

LO SPAZIO DI FERRIOn, Off

SCAFFALE & WEBa cura di Manlio Lo Presti

FRANCOBOLLI CHE PASSIONE!Le collezioni più strane

di Salvatore Adinolfi

DIRETTORE RESPONSABILE

Bianca Desideri

COMITATO DI DIREZIONE

Salvatore AdinolfiMariangela ComottiRoberto FerrariGiuseppe FrignatiMaria Francesca FurfaroMichele InturriAleardo Pelacchi

HANNO COLLABORATO

A QUESTO NUMERO

Salvatore AdinolfiFederico CantariniFalcri MPSFalcri SanPaolo Banco di NapoliFerriFabrizio GostiManlio Lo PrestiFrancesco Murro

Questo periodico è associato allaUnione Stampa Periodica Italiana

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 17196 del 30-3-1978Iscrizione al ROC n. 11110

Redazione: Roma, Viale Liegi, 48/bTel. 06.8416336-334-328-276Fax 06.8416343e-mail: [email protected]

Progetto grafico e copertina:Carlo Grechi

Impaginazione e stampa:Edizioni Grafiche Manfredi sncVia G. Mazzoni, 39/a 00166 - RomaTel. 06.6243159 - Fax 06.6140499

Finito di stampare nel giugno 2005

Per le fotografie di cui nonostante le ricerche non siastato possibile rintracciare gli aventi diritto la FAL-CRI si dichiara disponibile ad adempiere ai propridoveri. Gli articoli firmati impegnano solo gli auto-ri e ne rappresentano il pensiero personale. Tutti idiritti sono riservati. I testi non possono essere ripro-dotti senza autorizzazione.

PBP R O F E S S I O N E B A N C A R I O

UNION NETWORK INTERNATIONAL

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PROFESSIONE BANCARIO 3

LA COMUNITÀ FINANZIARIA SPINGAPER L’INTEGRAZIONE EUROPEA IN CRISI

Tempi di crisi per il progetto di integrazione europea.La mancata approvazione del bilancio dell’Unione Europea, che fa se-guito alla bocciatura della Costituzione europea da parte della Franciae dell’Olanda, segna pesantemente e negativamente la storiadell’Europa unita. Non è stato, infatti, possibile far passare l’ipotesi diuna Costituzione, peraltro modesta, presso alcuni Stati membridell’Unione, né tanto meno approvare un piano di bilancio totalmen-te rivisitato su alcuni suoi importanti aspetti.E’ il caso degli obiettivi dell’agenda di Lisbona fortemente ridimensio-nati in tema di ricerca, crescita, competitività od anche dei tagli signi-ficativi alle spese per la giustizia e la sicurezza interna. La mancata ap-provazione del bilancio mette, inoltre, a rischio i fondi regionali perle aree più deboli, Sud Italia compreso, in quanto necessitano di una

programmazione di spese pluriennali.Tutto ciò si realizza sullo sfondo di una crisi economica che avrebbe dovuto incoraggiare lespinte integrative piuttosto che quelle di divisione e di prevalenza di singoli interessi naziona-li, senza dimenticare l’agguerrita concorrenza cinese.Riesce difficile pensare di poter tutelare l’interesse nazionale chiudendosi e sottraendosi ad uncontesto di mercato europeo e mondiale ormai parte integrante del percorso di sviluppo e dicrescita di ogni singolo Stato, “barricandosi” rispetto ai Paesi dell’Est che oggi, molto più del-la vecchia Europa, rappresentano la voglia di crescita e di competizione.In un recentissimo convegno organizzato dalla Banca Centrale Europea, a dispetto delle vo-ci “anti-euro”, è stato evidenziato come la nascita dell’Unione monetaria abbia avuto effetti po-sitivi e superiori alle attese sui flussi commerciali e sull’integrazione finanziaria. Senza dubbiola nascita della zona euro ha ridotto i costi ed accelerato la diversificazione dei rischi di inve-stimento.I dati sono incoraggianti e dimostrano che l’integrazione finanziaria è possibile e molte sareb-bero le opportunità in un processo di controtendenza alla volontà di bloccare o “ibernare” ilpercorso dell’Europa unita.La grave crisi dell’Europa politica può trovare uno spazio di fiducia e di rilancio dell’ideale diun’Europa unita proprio in quella parte più aperta e all’avanguardia della comunità finanzia-ria che oggi sente di non doversi chiudere in un ambito domestico quando c’è voglia di cre-scere e di competere.L’annuncio dell’importante fusione tra Unicredit e la tedesca Hypovereinsbank va certamen-te in questa direzione e ripropone con forza il tema del consolidamento del sistema bancarioeuropeo attraverso operazioni cross border.L’integrazione europea, quella vera e vitale, non può essere fermata e si costruisce nei merca-ti reali e su progetti industriali ambiziosi.La nascita di questa importante “banca europea” è un bell’esempio di cui è protagonista un’im-presa italiana ed è un invito deciso al superamento di atteggiamenti difensivi e protezionisticiin nome di una presunta difesa della nazionalità.Non si può non sperare nell’effetto di emulazione che un’operazione di tale portata possa pro-durre sul sistema competitivo e sul processo “interrotto” di integrazione europea, anche nellaconsapevolezza che proprio l’esistenza dell’euro e del mercato unico dei servizi finanziari con-sente alle economie reali progressi altrimenti impossibili.Più l’integrazione reale andrà avanti con fatti concreti e più si creeranno le condizioni per unprosieguo del cammino di integrazione europea e per la riconferma della fiducia dei popolidi Europa nelle svariate e positive opportunità che da queste possono derivare.

Francesca Furfaro

Editoriale

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Oltre alle rappresentanze dei PaesiEuropei erano presenti organiz-zazioni sindacali giapponesi, afri-cane del bacino del Mediterraneo,

dell’Est europeo, dei Paesi dell’AmericaLatina.I temi principali trattati, fra i numerosi illu-strati negli interventi dei rappresentanti, so-no stati:• stress nei luoghi di lavoro;• parità uomo-donna (politiche di genere);• fusioni e concentrazioni, con conseguenti

effetti sull’occupazione e sulla qualità dellavoro: si elimina lavoro permanente inEuropa per esportare lavoro precario, sot-topagato e qualitativamente scarso versoPaesi dove il costo del lavoro è più basso.Una delle soluzioni individuate è stataquella di attivare i C.A.E. (ComitatiAziendali Europei) per le trattative con iGruppi Bancari transnazionali. Per farequesto occorrerà potenziare i C.A.E. e faracquisire a loro poteri negoziali quantome-no su alcune materie fondamentali (orariodi lavoro, pari opportunità, salute e sicu-rezza, responsabilità sociale, ecc…);

• orario di lavoro e straordinari non pagati:si assiste, infatti, al fenomeno di un incre-mento dei tempi di lavoro a danno dellavita privata dei lavoratori. Molti rappresen-tanti di sindacati europei hanno testimo-niato il dilagante e crescente fenomenodegli straordinari non pagati all’interno diaziende che minacciano licenziamenti acoloro che si rifiutano di rimanere al lavo-ro oltre l’orario contrattuale;

• formazione permanente (long life learning)da attuarsi durante tutto l’arco della vitaprofessionale quale fattore critico di suc-cesso dell’azienda nell’offerta di prodottiad alto valore aggiunto;

• carichi e ritmi di lavoro. La globalizzazioneha provocato la delocalizzazione di cre-scenti quote di lavoro creando disoccupa-zione in Europa. La delocalizzazione esa-spera sempre più la pressione delle azien-de finanziarie sui lavoratori per il raggiun-gimento di obiettivi sempre più impegnati-

vi. La difficoltà nel raggiungere i budgetfissati dalle aziende - molto spesso esaspe-rati - crea frustrazione e disaffezione al la-voro su ampie fasce della popolazionebancaria e assicurativa in Europa e nelMediterraneo;

• UNI Europa Finanza dovrà porsi comestruttura orientata a complesse azioni dilobbying nei confronti delle Istituzioni eu-ropee a tutela sia dei livelli occupazionalisia per le politiche di ricerca e sviluppo ri-guardanti i grandi temi sopra riportati.Sarà, inoltre, importante da parte di UNIprocedere ad una serrata analisi delle leggisul lavoro nei vari Paesi per costruireun’azione di supporto alla tutela dei diritticontrattuali e di legge che, in pratica, siconcretizzerà nell’azione negoziale deiC.A.E. con i grandi gruppi finanziari multi-nazionali;

• sempre maggiore raccordo di tutti iSindacati europei tramite l’operato di UNIEUROPA FINANZA. Sarà questa una rispo-sta importante all’espansionismo crescentedi alcuni gruppi finanziari fra i qualiUnicredito e Banca Intesa che stannoestendendo rapidamente la loro presenzanell’Est europeo.

La riunione del Comitato è sicuramente stataun’ottima occasione di coesione fra leOrganizzazioni Sindacali di Paesi diversi edanche un valido strumento di conoscenzadelle realtà “più deboli” dove sarà necessariofin da subito intervenire con azioni congiun-te. Con questa filosofia il 17 maggio si era tenu-ta una riunione dei DipartimentiInternazionali Italiani con le OrganizzazioniSindacali della Turchia per costruire unastrategia su linee condivise per affrontare letrattative con il gruppo UNICREDITO, il 19maggio un incontro concernente l’operazio-ne di acquisizione ABN AMRO su ANTON-VENETA e il 23 maggio, presso la sededell’Associazione Bancaria Italiana, un’altrariunione con le Organizzazioni Sindacali del-la Slovacchia.Il 24 giugno si terrà un Meeting UniCredito e

Dipartimento Internazionale Falcri

UNI EUROPA FINANZA:ESPERIENZE SINDACALIA CONFRONTOdi Manlio Lo Presti

A Romail Comitato

UNI EuropaFinanza

L’evento,svoltosi dal

18 al 20maggio,

ha riunitoesperienze

sindacali moltodiversificate

per strategie,situazioni

territoriali,Paesi di

provenienza

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Hypo Vereinsbank a Vienna con leOrganizzazioni Sindacali italiane, austriache,tedesche, ceche e slovene, per affrontare letematiche relative a quella che si presentacome la prima e più grande operazione diaggregazione bancaria in Europa. Tutto questo lavoro collettivo, in cui deveconfluire il contributo delle diverse animesindacali dei vari Paesi aderenti all’UNI, de-ve diventare anche uno strumento di tuteladei lavoratori più deboli, soprattutto neiPaesi dell’Est europeo.Si ribadisce, sia pure fra numerose difficoltà,il principio dell’azione solidale contro unprincipio inaccettabile di “solitudine dell’uo-mo globale” che si sta affermando laddove leimprese globali non trovano ostacoli nel lo-ro cammino incentrato sulla ossessiva edesclusiva ricerca del profitto a qualunquecosto nella totale indifferenza degli enormidanni sociali che una tale azione comporta.La difesa di un lavoro umano e dignitoso èil fondamento del principio di responsabilitàsociale dell’impresa in Europa e nelMediterraneo.Lo scopo delle Organizzazioni dei Lavoratoriè, quindi, quello di percorre la non facilestrada della politica sociale per fronteggiarele ossessive politiche di budget per le qualisi bruciano risorse umane che non ricevonostabilità lavorativa, formativa e professionale,nell’assoluta indifferenza alla qualità socialeche resta, senza esitazione, la vera vocazio-ne del movimento sindacale di oggi e, sem-pre più, di domani!

Da tempo le grandi imprese priva-te ed alcune istituzioni pubblichehanno deciso di aderire alla pro-posta di realizzare asili aziendali

all’interno delle proprie strutture.Nel prendere decisioni del genere, le azien-de hanno considerato prioritario l’aspettoqualitativo del rapporto con il proprio per-sonale considerato in tal modo una risorsaumana.Una risorsa dà il meglio di se quando nondeve gestire in proprio e faticosamente ca-renze organizzative con un logoramento dienergie che va a detrimento degli affetti, deirapporti umani ed infine della qualità del la-voro prestato!Come FALCRI MPS, condividiamo la sceltadi attuare asili aziendali effettuata da realtàcome la Banca d’Italia, l’Ospedale di Siena,molte altre realtà lavorative italiane, le im-prese giapponesi, quelle svedesi, le maggioriimprese USA ed europee.Una simile scelta alza molto il rating dellaqualità di un’impresa nel suo livello di at-tuazione dei principi della responsabilitàsociale.La creazione di asili aziendali è un concretopasso verso la qualità sociale, ben oltre lesplendide dichiarazioni di facciata frettolosa-mente rilasciate dalle imprese in varie confe-renze-stampa, ritenendo così di adempierecon poco sforzo ad un impegno etico che ri-chiede un ripensamento globale del mododi fare impresa oggi.La costituzione di asili aziendali nelle sedicon un gran numero di genitori può essereun passo concreto per uscire dalla fanfararetorica e migliorare la qualità dei rapporticon i lavoratori che si è gradatamente com-promessa. Troppo spesso ci si dimentica chele risorse umane sono sempre il fattore de-terminante per il successo duraturo diun’azienda se i rapporti sono più qualitativipiuttosto che improntati su un reticolo infer-nale di minacce e di pressioni psicologichesempre più intollerabili che sfociano in com-portamenti dannosi per la clientela.La FALCRI MPS sta portando avanti un’operadi sollecitazione nei confronti della BancaMonte dei Paschi di Siena S.p.A. ed il grup-po che coordina, a considerare i genitori di-pendenti come soggetti sociali (stakeholders)aventi pari dignità con altri settori sociali egruppi di interesse ben noti.Come FALCRI siamo convinti che questastrada sarà un buon viatico per il recuperodella qualità dei rapporti del MPS con ilproprio personale che non è solo un fatto-re meccanicistico della produzione ma an-che e soprattutto è costituito da madri e dapadri.

PROFESSIONE BANCARIO 5

LE RAGIONIDEI FIGLIa cura di

Falcri MPS

L’esigenzadegli asilinei luoghi

di lavoro si fasentire sempre

più forte el’esperienza

positiva attuatain alcune realtà

bancariestimola

il nostroSindacatoa cercare

di favoriresempre più

la lorocreazione

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Così apprendiamo da uno dei tantiistituti di ricerca che spuntano comefunghi, di una condizione che giàciascuno di noi, comuni mortali, vi-

ve quotidianamente sulla propria pelle: ecioè che i salari continuano a perdere potere,cresce l’inflazione (ovviamente più degli altripaesi europei), il Pil non dà segni di ripresa.Hai capito la novità? In due anni, esattamen-te dal 2002 al 2004 un lavoratore con un red-dito medio di 22 mila euro ha perso circa1400 euro, soldi che, se sommati, danno untotale pari a 22 miliardi di euro. Perbacco!L’economia italiana è praticamente ferma, loha dichiarato anche il Governatore diBankitalia. Basta guardare i dati sulla produt-tività, la produzione industriale e l’exportcontinuano ad andare male, nonostantel’ostentazione di ottimismo dei ministri delnostro Governo. A questo punto si potrebbepacificamente sostenere che in Italia esisteun’evidente questione salariale. C’è ovvia-mente come diretta conseguenza di questostato di crisi, una questione più generale dipeggioramento dei livelli di vita. La distribu-zione in favore delle rendite e di una partedi italiani ricchi, punisce soprattutto i redditimedio-bassi. Secondo le elaborazioni dei ri-cercatori dell’istituto di statistica, ci sono oggicirca 10 milioni di lavoratori che guadagnanomeno di 1350 euro netti mensili. I lavoratoria rischio povertà sono ormai 6,5 milioni.Il dato sui consumi dello scorso anno è ilpeggiore dell’ultimo decennio. E naturalmen-te bisogna anche capire che quei 22 miliardipersi nelle buste paga dei lavoratori da qual-che altra parte saranno sicuramente andati afinire. Sempre secondo gli osservatori di ri-cerca, si possono individuare almeno tre set-tori che hanno beneficiato dello spostamentodella bilancia: i settori industriali non espostialla concorrenza, le rendite ed i settori pro-tetti. E’ del tutto evidente che in questa situa-zione non solo si pone il problema del rilan-cio dei contratti e della parte salariale in par-ticolare, ma che diventerebbe persino scan-daloso se la legge finanziaria andasse ad at-tingere nel solito catino dei dipendenti epensionati. I dati presentati rischiano anche di ipotecareuna parte del nostro futuro, visto che siamodi fronte all’inevitabile aumento delle disu-

guaglianze, con tutto ciò che questo fenome-no comporta, ed anche alle distorsioni ormaievidenti di un sistema che stenta a riprender-si. I confronti con il resto dell’Europa aumen-tano le preoccupazioni. La retribuzione nettamedia dei lavoratori francesi nel 2003 è statadi 22,39 mila euro. Quella dei sudditi di SuaMaestà 20,49 mila euro. I lavoratori italiani,nello stesso anno, si sono dovuti accontenta-re in media di circa 17 mila euro. Nel perio-do 2000/2003 la produttività è cresciutaovunque mentre in Italia è diminuitadell’1,2% . L’occupazione, viceversa, sembra tenere, ma,c’è un ma, si tratta di un’occupazione checambia natura rispetto al passato anche re-cente. Riguarda, come ha segnalato l’Istat,un’occupazione sempre più precaria ed atempo determinato, un mercato del lavoroche si sta decisamente americanizzando.Mentre l’Italia copia gli esempi stranieri nelcampo della flessibilità del lavoro, non riescea fare altrettanto sulla competitività e l’inno-vazione. Il Pil degli USA nel 2003 è cresciu-to del 4,5%. Quello della Ue del 2,2%.Quello nostrano dello 0,8%.Non parliamo poi dell’innovazione dove l’Italiacontinua ad essere agli ultimi posti. In questasituazione, le Organizzazioni Sindacali propon-gono le loro alternative. Da una parte si devo-no difendere i contratti nazionali, che sonol’unico vero argine alla debacle. Dall’altra sideve riproporre una nuova versione dellapolitica dei redditi; ovvero non deve essereintesa e dunque intrapresa come una nuovapolitica dei sacrifici, ma come una politicacapace di usare le leve giuste per riequilibra-re il rapporto tra i redditi. Necessario sarebbecreare un patto con le imprese, che devonoessere interessate alla ricerca di nuove solu-zioni credibili per uscire da questa crisi chesembra non avere mai termine. E se esisteuna crisi del modello liberista non significache esiste oggi in campo un’alternativa al li-berismo, non bisogna confondersi perchéquesta crisi sta anzi determinando un’accele-razione dei processi politici e sociali. Nelcontesto tutto italiano, perciò, le decisioni diquesto Governo sulle pensioni e la finanzia-ria pongono la necessità di rilanciare quelmovimento di opinione che passa attraversole piattaforme sindacali ed il loro rafforza-mento. Piattaforme sempre più consapevolidel disagio generale, sempre più tese ad argi-nare quel declino ormai strutturale di un si-stema destinato nel tempo ad annaspare gof-famente. Si tratterà di vedere e misurare gli sviluppidei rapporti sindacali per capire gli effettivispazi della politica dei redditi. E’ certo, co-munque, che il modello tutto nostrano dovràessere ripensato. In attesa, felice notte!

SENZAPAROLE

diFrancesco

Murro

...i salaricontinuano a

perdere potere,cresce

l’inflazione(ovviamente

più degli altripaesi europei),

il Pil non dàsegni

di ripresa

Dirigente SindacaleFalcri CARIME

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Sabato 14 maggio 2005, in occasionedell’Assemblea Generale della BancaPopolare di Vicenza, si è svolta di-nanzi all’ingresso della Fiera di

Vicenza una pacifica manifestazione sindaca-le per rivendicare il diritto dei lavoratori del-le società controllate del Gruppo, CariPratoe Banca Nuova, al rispetto del ContrattoNazionale, delle leggi inerenti in particolarela sicurezza nei luoghi di lavoro e di altri ac-cordi sottoscritti concernenti la formazione ei percorsi professionali nonché la salvaguar-dia dei posti di lavoro a seguito delle fusionie trasformazioni intervenute nel GruppoBancario vicentino.Nel corso della manifestazione, cui hannoaderito le Organizzazioni Sindacali Falcri,Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Dircredito perCariprato e solo Falcri per Banca Nuova, so-no stati distribuiti circa 3.500 volantini perinformare i soci della BPVi sulle violazioniche, secondo le Organizzazioni Sindacali, sa-rebbero state messe in atto all’interno delGruppo. Altro aspetto denunciato è statoquello relativo alla mancanza di informativein merito alle nuove strategie di Gruppo e alnuovo Piano Industriale. La Falcri della Banca Nuova, in particolare,già da tempo si sta battendo per la continuaemorragia di posti di lavoro e di risorse eco-nomiche del territorio siciliano che, attraver-so continui appalti di lavorazioni, sta caratte-rizzando le strategie dell’azienda dopo l’in-gresso nel gruppo bancario vicentino. Aquesto proposito due deputati diRifondazione Comunista hanno presentatoun’interrogazione parlamentare e in una loronota si legge: “L’accordo di fusione e il pia-no industriale 2003-2006 prevedeva che nonsi facesse alcun ricorso ad appalti esterni pergarantire i servizi. Invece, è già stato ester-nalizzato il data entry della Tesoreria eadesso la stessa sorte toccherà al servizio ditrattamento della corrispondenza. Inoltre,per la creazione del Gruppo di lavoro prestitipersonali e Direzione cessione del quinto lastrategia dell’azienda punterebbe all’espul-sione di lavoratori considerati troppo costosi

sfruttando la disciplina sul trasferimento delramo d’azienda che le consentirebbe di nonchiedere il consenso del lavoratore”.La Direzione Generale dell’Azienda si è af-frettata a rispondere a mezzo stampa allamanifestazione sindacale, sostenendo che leOrganizzazioni Sindacali «vogliono condizio-ni che noi non possiamo garantire perché al-trimenti sarebbe a rischio l’omogeneità ditrattamento all’interno del gruppo BPVi «. L’auspicio è che, comunque, la richiesta diadottare trattamenti equi ed omogenei neiconfronti di tutti i lavoratori del GruppoBanca Popolare di Vicenza, e quindi anchedelle controllate Cariprato e Banca Nuova,possa trovare accoglimento visto chel’Azienda si è anche recentemente dotata diun Codice Etico interno improntato proprioai principi sopra richiamati.

PROFESSIONE BANCARIO 7

Dalle AssociazioniSITUAZIONE DIFFICILENEL GRUPPOBANCA POPOLARE DI VICENZA

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All’annuncio di ogni nuova opera-zione di fusione o aggregazionetra banche, molti operatori tendo-no a sottolineare i possibili benefi-

ci in termini di riduzioni di costi e d’oppor-tunità di crescita economica.Ciò appare comprensibile se si considerache anche in Italia, così come negli altrimaggiori paesi, le banche hanno individuatonella crescita dimensionale una risposta allaconcorrenza dei mercati internazionali e al-l’assottigliarsi dei margini di redditività.In tale processo le banche hanno “raziona-lizzato” le proprie strutture produttive, effet-tuando grandi investimenti in nuove tecnolo-gie, sviluppando nuovi settori di attività, in-nalzando in misura consistente la produttivi-tà; la redditività è tornata su valori prossimia quelli di altri principali paesi.Nel corso degli ultimi quindici anni le opera-zioni di fusione e acquisizione tra banchesono fortemente cresciute (in Italia circa570 aggregazioni) e rappresentano oltre il10% di quelle determinatesi in tutti i settoridell’attività economica.Tuttavia, la portata dei cambiamenti avvenutiappare considerevole solo quando si consi-deri che il numero di banche diminuisce diquasi il 30%; da 1061 intermediari nel 1990si è scesi a 918 nel 1995 e ancora a 769 nel2001.Nonostante la forte diminuzione del numerodi banche è cresciuto il numero degli spor-telli di oltre il 76% (da 16.500 a 29.200); intermini pro capite, in Italia si è passati dauno sportello ogni 5.240 abitanti nel 1990 auno ogni 3.139 nel 2001.Molti segnali indicano che il sistema banca-rio europeo sarebbe alla vigilia di una nuovaondata di fusioni e di acquisizioni, sia all’in-terno dei territori nazionali sia tra paesi dellacomunità, anche se alcuni analisti e ricerca-tori sono dubbiosi circa la convenienza perle banche medio-grandi a ricercare con solu-zioni esterne un’ulteriore crescita dimensio-nale; in Giappone ed in Germania i delu-denti risultati delle grandi banche sono spes-so determinati dall’eccessiva dimensione e

dalle macro complessità, con conseguenzegravi anche per l’economia reale e lo statosociale di tali paesi (tassi elevati sui prestiti,rarefazione di offerte di credito alle imprese,ingenti riduzioni dei livelli occupazionali ecaduta della domanda interna).E’ indubbio che la crescita dimensionale dellebanche abbia favorito l’ingresso in nuovicampi di attività; le stesse hanno accresciutola propria attività nella distribuzione di pro-dotti finanziari e trasformato il proprio model-lo operativo caratterizzato dal contemporaneosvolgimento dei servizi di banca commercialee di investimento (banca universale), conconseguente mutamento della composizionedei rischi.Gli ultimi anni hanno visto sviluppare moltorapidamente, in certi momenti sull’onda del-l’euforia che ha pervaso i mercati finanziaridi tutto il mondo, la diffusione di titoli obbli-gazionari ed azionari nei portafogli delle fa-miglie.In tale nuovo scenario sono aumentati inedi-ti rischi connessi alla perdita di reputazione. L’”affidabilità” e l’“etica” della banca sonoinfluenzate dalla qualità dei prodotti offerti ecollocati presso la clientela; per questo sonodivenute essenziali le condotte improntatealla deontologia ed alla professionalità, ne-cessarie per assicurare correttezza negli affa-ri.In tale contesto la sottoscrizione del“Protocollo sullo sviluppo sostenibile e compa-tibile del sistema bancario” segna una fasenuova che impegna banche e sindacato aperseguire itinerari di responsabilità per ac-crescere qualità nell’ambiente di lavoro e tra-sparenza nell’erogazione di servizi e nell’of-ferta di prodotti alla clientela.Lungo questo itinerario le banche possonocontribuire in misura determinante a riporta-re l’economia italiana sulla via della crescita.In linea con una parte della letteratura, le fu-sioni bancarie, nel breve termine, possonoaumentare il potere di mercato e modificarei tassi di interesse in senso sfavorevole aiconsumatori; nel lungo periodo, tuttavia, èdimostrato come la remunerazione dei depo-siti delle famiglie venga a modificarsi ovun-que in modo favorevole, con vantaggi rile-vanti per i consumatori e le imprese, indi-cando che le fusioni possono contribuire adindirizzare le risorse verso impieghi più “pro-duttivi”.L’ondata di tali concentrazioni solleva anchequesiti per i possibili effetti sulle strategiedelle aziende orientate alla ricerca di econo-mie di scala o alla riduzione dei costi (inparticolare del costo del lavoro).Sotto questo aspetto lavoratori e sindacatohanno fatto in questi anni la loro parte, han-no dato un contribuito determinante alla ri-

PROFESSIONE BANCARIO8

DirigenteSindacale

Falcri Banca Intesa

NUOVE FUSIONIED ACQUISIZIONI BANCARIE:EFFETTI E PROSPETTIVEdi Federico Cantarini

Il sistemabancario,

rafforzato daiprocessi di

ristrutturazionee con il suoapporto di

capacitàprofessionali,

deve essereposto alservizio

dell’economia,della tutela

dell’ambiente,del lavoro ed

del rispetto deidiritti

fondamentali

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presa ed al processo di riorganizzazione delsistema creditizio italiano.Il perno del processo di contrattazione è sta-to da allora costituito dal tasso d’inflazioneprogrammato (T.I.P.), che ha costituito il ri-ferimento per definire le dinamiche retributi-ve nei diversi contratti nazionali. Il Protocollo del ’93 stabilisce, infatti, che gliaumenti contrattuali devono essere coerenticon i tassi d’inflazione programmati dalGoverno e come siano eventuali e successivii recuperi del gap inflazionistico nei biennisuccessivi.Oggi tale sistema, considerato lo scostamen-

to ormai patologico con il tasso d’inflazionereale e con politiche poco orientate a mec-canismi di coordinamento della concertazio-ne, andrebbe oggettivamente rivisto. Sulla base dei dati OCSE e di valutazionidella Banca d’Italia, il confronto a livello in-ternazionale evidenzia per le banche italianeuna chiara e netta inversione di tendenza ri-spetto alla generale crescita del costo delpersonale.Parallelamente, lo sviluppo del canaleInternet ed il ricorso all’outsourcing, hannoavuto un impatto stravolgente nei processidi ristrutturazione delle reti.

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Nelle filiali retail si sono generalmente assot-tigliati gli organici; la rilevazione dell’ABIconferma che è ormai raro trovare filiali conpiù di 5-6 addetti.E’ proseguita pertanto anche nel 2004 la po-litica di “riduzione” degli organici; il settorevede nel corso degli ultimi sette anni unacontrazione di personale di circa il 6-7% (trai 21 e i 25 mila addetti in meno).Molti osservatori e studiosi sono convinti chele strategie vincenti del domani sarannoquelle che sapranno portare le banche versoposizioni di specializzazione, fatti salvi i po-chi casi di chi avrà la possibilità per arrivarea sostenere un ruolo di global-player. Oggi, visti i bilanci dei maggiori gruppi, i ri-sultati delle banche sono di gran lunga mi-gliori rispetto alle previsioni negative riferitealla fase congiunturale.Secondo le previsioni di Prometeia, nel cor-so dei prossimi anni la domanda complessi-va dei finanziamenti alle imprese ed alle fa-miglie dovrebbe recuperare ritmi di crescitaancor superiori (+6,8%).I dati economico-patrimoniali dell’esercizio2004 evidenziano risultati in crescita per lebanche italiane:

I risultati del primo trimestre di quest’annoindicano una conferma del trend positivo,ma una variabile che indubbiamente peseràsull’andamento del settore creditizio è l’eco-nomia: qui la situazione appare difficile eper molti versi preoccupante.Certamente lo scenario continuerà ad esserefocalizzato sul processo di concentrazionedel settore creditizio.Le prime importanti mosse sono in pienosvolgimento da parte di Bbva su BNL e diAbn Amro su Antonveneta. UniCredit ritenta la carta mitteleuropea conla tedesca Hypo Vereinsbank; tale operazio-

ne, giunta al rush finale, rappresenterebbe,senza abbandonare la linea della prudenza,l’avvenimento più rilevante nella storia dellebanche italiane.Sono in molti a sostenere come tali acquisi-zioni siano salutari al sistema; le sinergie ge-nerate dalla quantità di capitale che si ver-rebbe a creare in caso di fusioni in base ainuovi criteri di Basilea stanno incoraggiandooperazioni con grandi banche, molto effi-cienti, in sistemi fortemente consolidati.Questa fase di grandi aggregazioni bancariecross-border può offrire grandi opportunità,ma, come ha scritto un importante banchie-re, può presentare anche dei rischi, nel sen-so che occorrerà tenere conto delle specifici-tà e del ruolo che le rispettive banche sa-pranno svolgere nell’area della loro operati-vità e dei servizi che esse sapranno renderealle rispettive economie.I beneficiari dell’economia senza confiniamano trasfigurare l’ineludibilità di tali pro-cessi e presentarli come una sorta di leggenaturale.Non è così. Il ruolo svolto dai mercati nondipende solo da ciò che essi sono in gradodi fare, ma anche da ciò che viene loro per-messo di fare.Non è imprudente affermare che la strutturadello sviluppo e del meccanismo di accu-mulazione ormai, deve cambiare qualità.La grande determinazione delleOrganizzazioni sindacali sul tema della re-sponsabilità sociale dell’impresa ha condot-to all’assunzione, nel Protocollo sullo svi-luppo sostenibile e compatibile del sistemabancario 16.06.2004, della definizione for-mulata nel Libro Verde della CommissioneEuropea del luglio 2001, secondo la qualela responsabilità sociale d’impresa è “l’inte-grazione volontaria da parte delle imprese,delle preoccupazioni sociali ed ambientalinelle loro attività commerciali e nelle lororelazioni con le parti interessate”. Si tratta in definitiva di espliciti impegni vol-ti a delineare un orizzonte di responsabilitàsociale ed etica alla ricerca di un equilibriofra esigenze di sviluppo, di profitto, di so-stegno all’economia, nel rispetto dell’am-

biente, dell’occupazione e dei diritti umanifondamentali.

Migliaia di euro Utile (perdita) Utile (perdita)netto 2003 netto 2004

Banca Antonveneta (842.635) 282.688Banca Fideuram 175.613 243.013Banca Intesa 1.214.000 1.884.000Banca Lombarda 112.059 151.735BNL (34.180) 140.780B. Popolare Lodi 42.384 168.382B. Pop. Milano 61.150 127.615B. Pop. Unite 200.070 290.123B. Pop. Vr-No 323.213 411.175Capitalia 30.842 337.425Monte Paschi Siena 442.521 513.694Sanpaolo - Imi 972.000 1.393.000UniCredit 1.960.580 2.130.516

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Il 24 maggio si è tenuto a Foggia, pres-so il monumentale edificio delSanpaolo Banco di Napoli, un incontroorganizzato dalla Segreteria dell’Organo

di Coordinamento della FALCRI Banco diNapoli a cui ha partecipato anche laCoordinatrice Nazionale FalcriDonna BiancaDesideri. Erano presenti numerosi colleghi e colleghe,i quali, dopo i saluti iniziali di ConcezioAzzone e Ciro Bossa, dirigenti sindacalidella nostra Organizzazione, hanno ascoltatocon interesse e partecipazione le relazioni diMimmo Vignali sull’attività della Falcri e sulFondo di Previdenza Aziendale e diGiancarlo Borsella sul nuovo contratto col-lettivo di recente sottoscritto dalle organizza-zioni sindacali e su argomenti relativi a pro-blematiche aziendali e di gruppo.Con particolare attenzione è stata seguita lapresentazione della Sezione FalcriDonna te-

nuta dalla Coordinatrice Nazionale, la qualeha illustrato le attività già in corso (tra cui gliinterventi svolti a livello europeo nelle recentiriunioni a Bruxelles e Lussemburgo delComitato delle Donne di UNI EuropaFinance), e quelli previsti per i prossimi mesi.Ha illustrato, inoltre, nel dettaglio la conven-zione sottoscritta dalla Segreteria Nazionaleper l’attivazione dei servizi con l’AssociazioneEva Donne in Europa, strumento utile per ac-quisire da parte dei colleghi e colleghe co-noscenza e consapevolezza dei propri diritti(pari opportunità, congedi parentali, assisten-za ai diversamente abili, ecc.).La collega Antonia Iacovelli, dirigente sin-dacale di FalcriDonna Sanpaolo Banco diNapoli, ha illustrato agli intervenuti ilProgetto Equal portato avanti in BancaToscana evidenziando gli aspetti fonda-mentali e i fattori positivi e negativi del-l’esperienza.

FALCRIDONNA A FOGGIAa cura di Falcri SanpaoloBanco di Napoli

A lato: una fase dei lavori. In basso (da sinistra):Mimmo Vignali, Giancarlo Borsella, Bianca Desideri, Antonia Iacovelli.

PROFESSIONE BANCARIO 11

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PROFESSIONE BANCARIO12

LAVORO RIPARTITOIl lavoro ripartito (anche chiamato job sha-ring) è un rapporto di lavoro speciale, me-diante il quale due lavoratori assumono insolido l’adempimento di un’unica e identicaobbligazione lavorativa. La solidarietà riguar-da le modalità temporali di esecuzione dellaprestazione nel senso che i lavoratori posso-no gestire autonomamente e discrezional-mente la ripartizione dell’attività lavorativaed effettuare sostituzioni fra loro. Entrambisono direttamente e personalmente respon-sabili dell’adempimento dell’obbligazione.Questa forma contrattuale ha l’obiettivo diconciliare i tempi di lavoro e di vita, attra-verso nuove opportunità di bilanciamentotra le esigenze di flessibilità delle imprese ele esigenze dei lavoratori.

ApplicazioneIl contratto di lavoro ripartito può essere sti-pulato da tutti i lavoratori e da tutti i datoridi lavoro, ad eccezione della pubblica ammi-nistrazione. Rispetto a quanto previsto dallaprecedente normativa (circolare Ministerodel lavoro e della previdenza sociale n.43/1998), la vera novità del contratto di la-voro ripartito previsto dalla legge Biagi stanell’aver limitato la possibilità di gestire il la-voro in solido a due lavoratori.

CaratteristicheIl contratto di lavoro ripartito, a fini probato-ri, deve avere forma scritta e contenere leseguenti indicazioni:• la misura percentuale e la collocazione

temporale del lavoro giornaliero, settima-nale, mensile o annuale che si prevedevenga svolto da ciascuno dei due lavorato-ri, secondo gli accordi intercorsi e fermarestando la possibilità per gli stessi lavora-tori di determinare, in qualsiasi momento,la sostituzione tra di loro o la modificaconsensuale della distribuzione dell’orariodi lavoro (che deve essere comunicato aldatore con cadenza almeno settimanale, alfine di certificare le assenze);

• il luogo di lavoro, nonché il trattamento

economico e normativo spettante a cia-scun lavoratore;

• le eventuali misure di sicurezza specificheper l’attività lavorativa svolta.

Il rapporto di lavoro può essere stipulato atermine o a tempo indeterminato. Per quantoriguarda il trattamento economico, vige il prin-cipio di parità di trattamento rispetto ai lavora-tori di pari livello e mansione. Il trattamento ècomunque riproporzionato in base alla presta-zione lavorativa effettivamente eseguita. Il datore non può opporsi alla ripartizionedell’attività lavorativa stabilita dai due lavora-tori. Ai fini previdenziali i lavoratori ripartitisono assimilati ai lavoratori a tempo parzia-le, ma il calcolo delle prestazioni e dei con-tributi dovrà essere effettuato mese per me-se, salvo conguaglio in relazione all’effettivosvolgimento della prestazione lavorativa.In caso di dimissioni o licenziamento di unodei due lavoratori, il rapporto si estingue an-che nei confronti dell’altra parte, ma il dato-re di lavoro può chiedere all’altro di trasfor-mare il rapporto in un contratto di lavorosubordinato a tempo pieno o parziale. Il da-tore può anche rifiutare l’adempimento di unterzo soggetto.

AttuazioneL’attuazione e la regolamentazione del lavororipartito è vincolata alla contrattazione colletti-va. In assenza di contratti collettivi, si applicala normativa generale del lavoro subordinatoin quanto compatibile con la natura del rap-porto di lavoro ripartito. Il regime transitorio el’attuazione dei rinvii alla contrattazione collet-tiva potranno essere affidati anche a unAccordo interconfederale su convocazione delMinistro del lavoro e delle politiche sociali.

LAVORO INTERMITTENTEIl contratto di lavoro intermittente (o a chia-mata) è un contratto di lavoro mediante ilquale un lavoratore si pone a disposizionedel datore di lavoro per svolgere determinateprestazioni di carattere discontinuo o intermit-tente (individuate dalla contrattazione colletti-va nazionale o territoriale) o per svolgere pre-

Federico CantariniLA RIFORMADEL MERCATO DEL LAVORO

ProfessioneBancarioprosegue

l’analisi dellalegge “Biagi”che introduce

profonderivoluzioni nel

già precario“mondo del

lavoro”

Dirigente SindacaleFalcri Banca Intesa

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PROFESSIONE BANCARIO14

stazioni in determinati periodi nell’arco dellasettimana, del mese o dell’anno (individuatidal D.Lgs. 276/2003). Questo contratto costituisce una novità perl’ordinamento italiano ed è previsto in dueforme: con o senza obbligo di corrispondereuna indennità di disponibilità, a seconda cheil lavoratore scelga di essere o meno vincola-to alla chiamata. L’obiettivo del contratto intermittente è la re-golarizzazione della prassi del cosiddetto la-voro a fattura, usato finora per le richieste diattività lavorativa non occasionale ma con ca-rattere intermittente. Rappresenta anche un’ul-teriore possibilità di inserimento o reinseri-mento dei lavoratori nel mercato del lavoro.

ApplicazioneA) Può essere stipulato da qualunque lavo-

ratore:• per lo svolgimento di prestazioni di ca-

rattere discontinuo o intermittente, indi-cate dalla tabella allegata al Regio de-creto 6 dicembre 1923, n. 2657 (in atte-sa delle regolamentazioni dei contratticollettivi);

• per il lavoro nel week-end o in periodipredeterminati (ferie estive, vacanze pa-squali o natalizie).

B) Può essere stipulato, in via sperimentale,indipendentemente dal tipo di attività da:• lavoratori disoccupati con meno di 25

anni; • lavoratori con più di 45 anni che siano

stati espulsi dal ciclo produttivo o chesiano iscritti nelle liste di mobilità e dicollocamento.

C) Può essere stipulato da qualunque impresaad eccezione di quelle che non abbianoeffettuato la valutazione dei rischi previstadalla legge sulla sicurezza nei posti di la-voro (D.Lgs. 626/1994). Non può esserestipulato dalla pubblica amministrazione.

CaratteristicheIl contratto di lavoro intermittente può esse-re stipulato a tempo determinato o indeter-minato. Deve avere la forma scritta e devecontenere l’indicazione di una serie di ele-menti (che devono conformarsi a quanto sa-rà contenuto nei contratti collettivi) quali:durata, ipotesi che ne consentono la stipula-zione, luogo, modalità della disponibilità, rela-tivo preavviso, trattamento economico e nor-mativo per la prestazione eseguita, ammontaredell’eventuale indennità di disponibilità, tempie modalità di pagamento, forma e modalitàdella richiesta del datore, modalità di rileva-zione della prestazione, eventuali misure di si-curezza specifiche.Non è possibile ricorrere al lavoro intermit-tente nei seguenti casi:

• sostituzione di lavoratori in sciopero;• se si è fatto ricorso nei sei mesi precedenti

a una procedura di licenziamento colletti-vo, ovvero se è in corso una sospensioneo riduzione d’orario con cassa integrazione(questo divieto è derogabile da un accordosindacale) per le stesse unità produttivee/o mansioni cui si riferisce il contratto dilavoro intermittente.

Retribuzione e indennitàAl lavoratore intermittente deve essere ga-rantito un trattamento economico pari aquello spettante ai lavoratori di pari livello emansione, seppur riproporzionato in base al-l’attività realmente svolta. Per i periodi diinattività, e solo nel caso in cui il lavoratoresi sia obbligato a rispondere immediatamen-te alla chiamata, spetta un’indennità mensile,divisibile per quote orarie. È stabilita daicontratti collettivi, nel rispetto dei limiti mini-mi fissati con decreto ministeriale, e nonspetta nel periodo di malattia oppure di altracausa che renda impossibile la risposta allachiamata. Il rifiuto di rispondere alla chiama-ta senza giustificato motivo può comportarela risoluzione del rapporto, la restituzionedella quota di indennità di disponibilità rife-rita al periodo successivo all’ingiustificato ri-fiuto, e il risarcimento del danno la cui mi-sura è predeterminata nei contratti collettivio, in mancanza, nel contratto di lavoro. I contributi relativi all’indennità di disponibi-lità devono essere versati per il loro effettivoammontare in deroga alla normativa in mate-ria di minimale contributivo.Nel caso di lavoro intermittente per prede-terminati periodi della settimana, del mese odell’anno l’indennità è corrisposta solo in ca-so di effettiva chiamata.

AttuazioneIl contratto di lavoro intermittente è una no-vità per l’ordinamento italiano.Il decreto ministeriale 10 Marzo 2004 haquantificato l’indennità di disponibilità dacorrispondere al lavoratore in attesa di chia-mata. Il successivo decreto 23 ottobre 2004,in attesa delle determinazioni della contratta-zione collettiva, ammette la stipulazione dicontratti di lavoro intermittente per le tipolo-gie di attività indicate nella tabella allegata alRegio decreto 6 dicembre 1923, n. 2657.Il lavoro intermittente è immediatamente uti-lizzabile anche per il lavoro nel week-end oin periodi predeterminati (ferie estive, vacan-ze pasquali o natalizie), come chiarito giàdalla nota ministeriale del 12 luglio 2004 econfermato dal D.Lgs. 251/2004 (correttivodel D.Lgs. 276/2003)La previsione che consente la conclusione delcontratto con lavoratori disoccupati con meno

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selezione del personale; • attività di marketing, analisi di mercato, or-

ganizzazione della funzione commerciale; • gestione di call-center; • costruzioni edilizie all’interno degli stabili-

menti per installazioni o smontaggio di im-pianti e macchinari, per particolari attivitàproduttive che richiedano fasi successivedi lavorazione, (con specifico riferimentoall’edilizia e alla cantieristica navale), perl’impiego di manodopera diversa per spe-cializzazione da quella normalmente im-piegata nell’impresa;

• in tutti gli altri casi previsti dai contratticollettivi di lavoro nazionali o territorialistipulati da associazioni comparativamentepiù rappresentative dei lavoratori e datoridi lavoro.

Il contratto di somministrazione a tempo de-terminato può essere stipulato:• per far fronte a esigenze di carattere

tecnico, produttivo, organizzativo o so-stitutivo, anche se riferibili all’ordinariaattività dell’utilizzatore (art. 20, D.Lgs.276/2003);

• per le “esigenze temporanee” indicatedalle clausole dei contratti collettivi cheavranno efficacia fino alla loro naturalescadenza (art. 86, D.Lgs. 276/2003).

Il contratto di lavoro a tempo determinatopuò essere prorogato, con il consenso dellavoratore e per atto scritto, nei casi e per ladurata prevista dal contratto collettivo appli-cato dal somministratore.

di 25 anni e con più di 45 anni iscritti nelleliste di mobilità e di collocamento ha caratte-re sperimentale. Ciò significa che, trascorso iltermine di diciotto mesi, verrà effettuata unaverifica sull’esito di tale contratto e verrà va-lutata l’opportunità di confermare la previsio-ne e proseguire con tale tipo di contratto.

SomministrazioneLa somministrazione di manodopera permet-te ad un soggetto (utilizzatore) di rivolgersiad un altro soggetto appositamente autoriz-zato (somministratore), per utilizzare il lavo-ro di personale non assunto direttamente,ma dipendente del somministratore. Nellasomministrazione occorre distinguere duecontratti diversi: • un contratto di somministrazione, stipulato

tra l’utilizzatore e il somministratore, di na-tura commerciale;

• un contratto di lavoro subordinato stipula-to tra il somministratore e il lavoratore.

Entrambi i contratti possono essere stipulati:• a tempo determinato; • a tempo indeterminato.La somministrazione rientra nell’ambito delleesternalizzazioni delle attività di impresa, edè diretta, da un lato, ad offrire alle aziendeun nuovo ed efficiente strumento per procu-rarsi forza lavoro e, dall’altro, ad offrire par-ticolari garanzie ai lavoratori somministrati.

ApplicazioneDestinatariContratto tra somministratore e utilizzatore:la legge non pone limiti per la stipulazionedel contratto da parte dell’utilizzatore. Lapubblica amministrazione può stipulare sol-tanto contratti di somministrazione a tempodeterminato. Il somministratore invece deveessere un’Agenzia per il lavoro debitamenteautorizzata allo svolgimento dell’attività disomministrazione e iscritta nell’apposita se-zione dell’Albo informatico;Contratto tra somministratore e lavoratore: ilcontratto di lavoro può essere stipulato datutti i lavoratori.

SettoriIl contratto di somministrazione a tempo in-determinato può essere stipulato per:• servizi di consulenza e assistenza nel set-

tore informatico;• servizi di pulizia, custodia, portineria;• servizi di trasporto di persone e movimen-

tazione di macchinari e merci;• gestione di biblioteche, parchi, musei, ar-

chivi, magazzini e servizi di economato; • attività di consulenza direzionale, assisten-

za alla certificazione, programmazione del-le risorse, sviluppo organizzativo e cam-biamento, gestione del personale, ricerca e

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CaratteristicheIl contratto tra utilizzatore e somministratoredeve avere forma scritta e contenere alcunespecifiche indicazioni. Non è richiesta invece alcuna forma specifi-ca per il contratto di lavoro che lega il som-ministratore e il lavoratore.

Trattamento economico e normativoI lavoratori dipendenti dal somministratorehanno diritto alla parità di trattamento econo-mico e normativo rispetto ai dipendenti di pa-ri livello dell’utilizzatore, a parità di mansionisvolte. L’utilizzatore è obbligato in solido con il som-ministratore a corrispondere ai lavoratori i trat-tamenti retributivi e i contributi previdenziali:pertanto se il somministratore non dovesseversare il dovuto al lavoratore questo può ri-chiederlo all’utilizzatore, che è obbligato acorrisponderlo. In caso di contratto di lavoro atempo indeterminato è previsto da parte delsomministratore il pagamento di un’indennitàla cui misura viene determinata dal contrattocollettivo di riferimento e non può essere infe-riore alla misura di 350 euro mensili, secondoquanto previsto da decreto del Ministro del la-voro e delle politiche sociali.Il contratto di lavoro a tempo indeterminato èsoggetto alla disciplina generale dei rapportidi lavoro prevista dal codice civile e dalle leg-gi speciali. Il contratto può essere stipulato an-che a tempo parziale. Se il contratto di lavoro è stipulato a tempodeterminato si applicano in quanto compatibi-le le disposizioni del contratto a termine(D.Lgs. 368/2001), con alcune differenze:• il somministratore può concludere più con-

tratti a termine con il lavoratore senza il ri-spetto di alcun intervallo di tempo;

• gli obblighi di informazione e formazionehanno una disciplina specifica per la som-ministrazione;

• i limiti percentuali di stipulazione di contrattia termine non si applicano alla somministra-zione, poiché l’utilizzatore potrebbe ancheavvalersi esclusivamente di questo tipo dicontratto per la sua attività lavorativa;

È nulla ogni clausola che possa limitare, ancheindirettamente, la facoltà dell’utilizzatore di as-sumere il lavoratore al termine del contratto disomministrazione. Il divieto può essere dero-gato a fronte di una congrua indennità per illavoratore, secondo quanto previsto dal con-tratto collettivo applicabile al somministratore.

AttuazioneIl contratto di somministrazione potrà esserestipulato da:• le Agenzie di lavoro interinale, già autorizza-

te ai sensi della previgente normativa, nonappena abbiano presentato richiesta di auto-

rizzazione ai sensi della nuova normativa; • tutti gli altri soggetti non appena saranno

autorizzati all’esercizio dell’attività di sommi-nistrazione e iscritti all’Albo (secondo quan-to previsto dal D.Lgs. 276/2003).

È previsto anche un Decreto ministeriale perdefinire i criteri interpretativi per la definizionedelle forme di contenzioso. L’istituto dellasomministrazione ha carattere sperimentale:decorsi diciotto mesi dall’entrata in vigore deldecreto, il Ministro del lavoro procede a unaverifica con le organizzazioni sindacali e a unarelazione al Parlamento per valutarne l’even-tuale prosieguo.

APPALTOÈ un contratto con il quale un soggetto (com-mittente) incarica un imprenditore (appaltato-re) di compiere un’opera o un servizio a fron-te di un corrispettivo in denaro.L’imprenditore (appaltatore), per compierel’opera o il servizio commissionati, deve:• organizzare i mezzi necessari (dirige i lavo-

ratori alle proprie dipendenze senza che ilcommittente possa interferire nelle modalitàconcrete di svolgimento del lavoro stesso);

• assumere il rischio d’impresa (risponderedel risultato finale davanti al committente).

Gli elementi che distinguono il contratto d’ap-palto dalla somministrazione sono l’organizza-zione dei mezzi necessari e l’assunzione deirischi d’impresa.

CaratteristicheL’appalto di servizi è caratterizzato dall’assun-zione di una obbligazione solidale tra il com-mittente e l’appaltatore: ciò significa che i la-voratori dipendenti dell’appaltatore possonorivolgersi, entro un anno dalla fine del contrat-to di appalto, al committente per riscuotere icrediti da lavoro (retribuzione, contributi, etc.)nel caso in cui il loro datore di lavoro non liabbia pagati.La legge Biagi ha espressamente stabilito chenon costituisce trasferimento d’azienda o di ra-mo della stessa l’ipotesi in cui un nuovo ap-paltatore subentri al contratto di appalto e as-suma i lavoratori già impiegati nell’appaltostesso.

AttuazioneÈ previsto un decreto del Ministro del lavoro edelle politiche sociali per individuare i casi le-gittimi di ricorso al contratto di appalto di ser-vizi. Nel decreto dovranno essere specificati icodici di buone pratiche e gli indici presuntivi,tenendo conto delle indicazioni degli accordiinterconfederali o di categoria.Le Commissioni di certificazione devono rife-rirsi ai suddetti codici e indici in sede di certi-ficazione.

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PREVIDENZACOMPLEMENTARE:TRASFERIMENTODELLA POSIZIONEINDIVIDUALE

Recentemente, con sentenzadel 6 ottobre 2004, la Corted’Appello di Milano si èpronunciata in merito al-l’esercizio dell’opzione pre-vista dall’art. 10 del D.Lgs.21 aprile 1993, n. 124 re-lativa al trasferimento dellaposizione contributiva indi-viduale ad un diverso fondopensione.Nel caso specifico si dibat-teva sulla richiesta di trasfe-rimento, da parte di un exdipendente di società di ungruppo bancario, della pro-pria posizione contributivaindividuale, comprensivatanto dei versamenti effet-tuati dal lavoratore quantodi quelli effettuati dal dato-re di lavoro, ad un fondopensione dallo stesso indi-cato e, in particolar modo,se le disposizioni contenutenell’art. 10 trovassero appli-cazione anche per i versa-menti effettuati prima del-l’entrata in vigore del D.Lgs.n. 124/1993 qualora glistatuti o i regolamenti deifondi pensione preesistentiprevedessero diversamente(ad esempio la sola liquida-zione dei contributi versati

dal lavoratore). La Corted’Appello, riformando lasentenza impugnata, ha ri-conosciuto la legittimità del-le richieste del lavoratore.Come noto l’art. 10 D.Lgs.n. 124/1993 prevede che“ove vengano meno i requi-siti di partecipazione allaforma pensionistica comple-mentare, lo statuto del fon-do pensione deve consentirele seguenti opzioni stabilen-done misure, modalità e ter-mini di esercizio: a) il trasferimento presso

altro fondo pensionecomplementare, cui il la-voratore acceda in rela-zione alla nuova attività;

b) il trasferimento ad unodei fondi di cui all’art. 9(fondi pensioni aperti) oa una delle forme pen-sionistiche individuali dicui agli articoli 9-bis e 9-ter (forme pensionisticheindividuali attuate me-diante fondi pensioniaperti o contratti di assi-curazione sulla vita);

c) il riscatto della posizioneindividuale”.

Nel dare applicazione allanorma ci si è domandati se,in primo luogo, la normafosse applicabile anche aifondi pensione preesistentie, in caso di risposta affer-mativa, se il termine “interaposizione individuale” do-vesse essere considerato

comprensivo di tutte le som-me accantonate nella posi-zione individuale del singo-lo iscritto al fondo o solo diquelle versate a partire dal-l’entrata in vigore del D.Lgs.n. 124/1993, soprattutto inconsiderazione del fatto chegli statuti e/o i regolamentipotevano aver disciplinato(come di fatto è avvenuto)tale materia in maniera dif-forme riconoscendo il dirittoal riscatto dei singoli contri-buti versati dal lavoratore.In materia la Corte diCassazione si era già pro-nunciata con la sentenza 11dicembre 2002, n. 17657in cui si sosteneva che “l’art.10 trova applicazione im-mediata, il che significache, con l’entrata in vigoredel D.Lgs. 124/1993, gliiscritti ai fondi preesistentidevono poter contare sullatriplice opzione prevista datale norma, tra cui il riscat-to. La norma legale che af-ferma tale diritto si sostitui-sce ad eventuali difformiclausole statutarie, ai sensidell’art. 1339 cod. civ. ...Ciò posto, vi è l’ulterioreproblema se analoga rego-la possa essere enunciataper gli accantonamenti ef-fettuati prima dell’entrata invigore del D.Lgs. 21 aprile1993, n. 124” ed avendo ilD.Lgs. richiamato previstoche il capitale accumulato

possa essere trasferito adaltro fondo pensione e“Poiché tale capitale era giàvincolato in favore degliiscritti a fini di previdenza,in forza dell’art. 2117 cod.civ. ... rientra sicuramentenei poteri del legislatore neiconfronti dell’autonomia ne-goziale, anche collettiva, in-trodurre una disciplina chesi sovrapponga, nei limitiindicati, ad una regolamen-tazione di origine contrat-tuale”.In tale filone giurispruden-ziale si pone anche la sen-tenza della Corte d’Appellodi Milano precedentementerichiamata.

a cura di Fabrizio Gosti

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ON, OFF

Lunedì mattina ho preso po-sizione alle ore 7.30, comeal solito, alla mia scrivaniapresso l’agenzia diViadimare Equense dellaBanca Vuota, appartenenteall’ormai transnazionaleEmpty Group Spa. Ho acce-so il computer e mi sono col-legato sul sito della Borsa,come al solito.Mentre finivo di riempire al-cuni moduli contrattuali delgiorno precedente ho coltocome un bagliore prove-niente dal video. All’inizionon ci ho fatto caso ma poiho notato che il bagliore siripeteva con cadenze rego-lari di alcuni minuti. Mi so-no allora deciso ad alzaregli occhi ed ho notato che,in sovrimpressione rispettoalla pagina borsistica di in-ternet, appariva un riqua-dro giallo vivo con in alto illogo della Banca Vuota equello dell’Empty Group e,sotto, una scritta in verdeacceso:

“Il futuro è di coloro che cre-dono alla bellezza dei pro-pri sogni”.

Dopo circa tre minuti, dinuovo il riquadro ma conuna scritta diversa:

“Siamo quello che facciamoripetutamente. L’eccellenza

non è un atto singolo, maun’abitudine”.

Istintivamente ho chiuso in-ternet e sono tornato sul de-sktop. Sbalordito ho attesoaltri tre minuti e, di nuovo:

“Su questa terra non ci sonosicurezze ma solo occasio-ni”.

Non riuscivo più a lavoraree a staccare gli occhi dalcomputer. In trepida attesa

ho visto scorrere di volta involta le seguenti frasi che hodiligentemente appuntato:

“Sii chiaro sui tuoi obiettivi,flessibile sul come raggiun-gerli.Tutto ciò che di straordina-rio è stato compiuto, primaera stato considerato impos-sibile.Viviamo tutti sotto lo stessocielo ma non abbiamo tuttilo stesso orizzonte.Gli ostacoli sono quelle cose

spaventose che vedi quandotogli gli occhi dalla meta.”

Ho provato un senso di ver-tigine, no forse era nausea.Sarà stato il cornetto allacrema...Lo squillo del telefono mi hariportato alla realtà. Era Mario: “Ferri, hai acce-so il computer? Hai visto co-sa c’è, ma sono matti?...”. “No Mario, non ho acceso ilcomputer e non so quandolo farò...”.

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PROFESSIONE BANCARIO 19

Le collezionipiù strane

In tema di collezionismo bisogna sape-re che si colleziona di tutto, ma la co-sa più strana che ho visto è il collezio-nismo di passaporti cimiteriali. Che co-sa sono? Sono quei documenti che ac-compagnano le salme paese per paesecome transito.Questo collezionismo, in verità, mi hastupito, meravigliato, per certi aspetti,angosciato, e non lo voglio discutere,sicuramente mi ha lasciato abbastanzaperplesso.Il mondo del collezionismo è quello piùvario che c’è, si colleziona di tutto, in-setti, farfalle, francobolli, sabbia, la-mette, bustine di zucchero e potrei con-tinuare all’infinito. Ma la collezione piùstrana, per carità, non ci voglio entra-re, è quella dei documenti cimiteriali.Sapevate voi che anche quei documen-ti che accompagnano le salme in giroper il mondo o nell’ambito della stessaItalia, sono ricercati.? Ebbene si! Questidocumenti mortuari, dei veri passapor-ti sono soggetti a bolli e timbri per ogni“porto” attraversato con corrispettivida pagare, talvolta anche esosi.Dai documenti dell’epoca si possono ri-levare tutte le varie gabelle impostedai comuni attraversati dalle salme eper quanto penoso, anche questo è unpezzo di storia. Certamente, sotto ilprofilo meramente personale, preferi-sco trattare la storia dal lato deglieventi, delle ricorrenze, delle notizie edei luoghi.

di Salvatore Adinolfi

Tullio PericoliLa casa idealedi Robert Louis StevensonAdelphi, 2004, € 11

Robert Louis Stevenson, uno dei piùbrillanti “indagatori del sogno” incon-tra Tullio Pericoli, eccelso indagatoredell’anima. Ritrattista dei personaggi più famosidel ‘900, Pericoli è signore di un trattografico complesso che intarsia questogradevole libricino con l’agilità delmaestro.L’incontro Stevenson-Pericoli si svolgesul terreno senza confini della fantasiae dell’ironia che ne è il motivo fonda-mentale e dove il lettore è testimonedisposto a collaborare.Si tratta di un viaggio tra i romanzidello scrittore Stevenson di cui Pericolisceglie le parti che intendono definirecome dovrebbe essere una “casa idea-le”, con ampio riferimento agli spaziaperti o chiusi che accolgono la vitadell’uomo.Pericoli trasforma i frammenti di que-sto “viaggio” in altrettanti bozzetti in

bianco e nero o a colori a seconda del-lo stato d’animo del brano.Il testo, mosaico di altri testi, è una de-liziosa sintesi di filosofia dell’abitare edel sostare nello spazio; è una minu-ziosa descrizione degli itinerari dellospirito (Stevenson elenca con precisio-ne alcuni libri che vanno letti e assapo-rati) comodamente rilassati all’internodi un ben preciso arredamento che aiu-ta chi abita ad esercitare un pensierocostruttivo e piacevole.Le pagine non numerate di questa an-tologia sono intercalate da disegni diun Pericoli “fotografo” divertente e di-vertito che ci regala immagini e formeche fanno volare la nostra fantasia.

Lo Spazio di Ferri

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nella nostra rubrica.

a cura di Manlio Lo Presti

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PIEMONTEVia Nizza, 150 - 10121 TORINOTel/Fax 011/6624382 - Fax 011/6624735e-mail: [email protected]

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