i

PROGETTO FORMATIVOOPERATORI

DELLA LOGISTICA

PRO.LOG.IN.INGEGNERIA LOGISTICA

E DEI PROCESSIING. MASSIMILIANO MANCA

mmprologin5@gmail.comCell:+393488018525

PROGETTO FORMATIVOOPERATORI

DELLA LOGISTICA

PRO.LOG.IN.INGEGNERIA LOGISTICA

E DEI PROCESSIING. MASSIMILIANO MANCA

mmprologin5@gmail.comCell:+393488018525

i

Modulo

LOGISTICA DISTRIBUTIVA

E MAGAZZINI

Modulo

LOGISTICA DISTRIBUTIVA

E MAGAZZINI

Obbiettivo di una corretta gestione del magazzino è creare un livello di

scorte di materiali (materie prime, intermedi, prodotti finiti) tale da

costituire un «ponte» ottimale che colleghi le necessità di chi produce /

commercializza / vende con quelle del mercato, massimizzando il servizio al

cliente e minimizzando al tempo i costi stessi.

Perché i Magazzini

Quali costi?• Costruzione della scatola• Gestione delle operazioni• Gestione e costo dello stoccaggio• Valore dell’inventario

Quali costi?• Costruzione della scatola• Gestione delle operazioni• Gestione e costo dello stoccaggio• Valore dell’inventario

Un buon magazzino garantisce il livello di servizio richiesto dal management:

LdS= Pz evasi/ pz richiestiLds2= Righe evase/righe richieste…in un dato intervallo di tempo

Un buon magazzino garantisce il livello di servizio richiesto dal management:

LdS= Pz evasi/ pz richiestiLds2= Righe evase/righe richieste…in un dato intervallo di tempo

Partiamo da un’osservazione che magari potrà sembrare banale ma che costituisce il fondamento di tutta la metodologia: un sistema produttivo senza scorte può fermarsi (e questa è l’idea degli occidentali) oppure può adeguarsi (e questa è l’idea dei giapponesi).

E come si fa a produrre con scorte zero o molto basse ?

Le strade sono sostanzialmente quattro:

a. produrre solo ciò che è richiesto dal mercato nel brevissimo periodo e quindi produrre a lotti pressoché unitari;

b. bilanciare i ritmi dei vari reparti;c. implementare un perfetto sistema di trasmissione delle informazioni;d. disporre di un layout di stabilimento adeguato.

E come si fa a produrre con scorte zero o molto basse ?

Le strade sono sostanzialmente quattro:

a. produrre solo ciò che è richiesto dal mercato nel brevissimo periodo e quindi produrre a lotti pressoché unitari;

b. bilanciare i ritmi dei vari reparti;c. implementare un perfetto sistema di trasmissione delle informazioni;d. disporre di un layout di stabilimento adeguato.

Si può lavorare senza magazzino?

Il Just in Time: un sistema

"pull"Con un "sistema pull", le possibilità di riuscire a produrre solo quello che i clienti domandano e quindi di ottenere un livello di scorte prossimo allo zero, sono senz’altro molto buone.

Con un sistema pull, infatti, i materiali (materie prime e semilavorati) non procedono nel processo produttivo in base ad un programma di produzione predeterminato, ma sono "semplicemente richiamati" dal reparto che li utilizza. In pratica, al contrario di quello che accade nei sistemi tradizionali di tipo "push", il ritmo produttivo è determinato sempre dal reparto (centro di lavorazione) più a valle che domanda al reparto più a monte la disponibilità dei materiali necessari

Si può lavorare senza magazzino?

Nel significato di Logistica è insita la differenza fra:• logistica di produzione (che sta a monte del processo produttivo

vero e proprio comprendendolo secondo molti)….(previsioni, gestione delle scorte, programmazione);

• logistica distributiva (che sta a valle del processo produttivo).

• logistica distributiva …..come la chiama qualcuno della "distribuzione fisica".

In sostanza possiamo dire che la logistica distributiva si struttura in cinque grandi componenti:1.la rete distributiva;2.la gestione delle scorte;3.la gestione ordini;4.i trasporti;5.la gestione del magazzino.

Introduzione ai Magazzini

Vedremo:• come si decide il numero la

localizzazione e la natura dei "vari" magazzini?

• per quanto riguarda la gestione del magazzino, parleremo di layout, stoccaggio, picking e preparazione delle spedizioni.

LA CATENA LOGISTICA – IL Più CLASSICO DEGLI SCHEMI

In pratica la rete distributiva è costituita solamente da un unico grande magazzino centrale nel quale

vengono stoccate le scorte di tutti i prodotti gestiti e dal quale vengono effettuate le consegne a tutti i

clienti finali dell’azienda.

In genere si tratta di una soluzione che:

• minimizza i costi operativi di magazzino (movimentazione, preparazione ordini, ecc);

• consente di tenere ben sotto controllo le scorte;

• semplifica la gestione trasporti ma non sempre ne ottimizza il costo.

E’ una soluzione che si addice particolarmente ad aziende che servono clienti finali abbastanza vicini

e/o ai quali vengono consegnati ordini di una certa dimensione/valore.

COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??

SISTEMA SEMPLICE

COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??

• Il secondo esempio di rete distributiva che presentiamo è abbastanza simile al primo dal quale però si differenzia in quanto più adatto a grandi aziende commerciali che dispongono di un certo numero di filiali o di punti vendita che hanno una bassa capacità di stoccaggio.In pratica la rete distributiva è costituita solamente da un unico grande magazzino centrale, che in questo caso possiamo anche chiamare "centro di distribuzione – CEDI", nel quale vengono stoccate le scorte di tutti i prodotti acquistati dai vari fornitori e dal quale vengono effettuati i rifornimenti alle varie filiali o ai vari punti vendita.

In genere si tratta di una soluzione che:• garantisce un ottimo livello di servizio;

• TEORICAMENTE consente di ridurre le scorte complessive; …In pratica no

• è abbastanza complessa e qualche volta costosa da gestire.

• E’ una soluzione che si addice particolarmente ai grossisti ed alla Grande distribuzione o alla Distribuzione organizzata.

COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??

In pratica i clienti dell’azienda, che possono essere costituiti sia da CEDI o punti vendita della Grande distribuzione sia da grossisti sia da piccoli dettaglianti, possono essere serviti con diverse possibilità/modalità, in base alla loro localizzazione e composizione/dimensione degli ordini, sfruttando una struttura di rete a tre livelli: magazzini di stabilimento, magazzini centrali, magazzini periferici.

In genere si tratta di una soluzione che presenta tutte le caratteristiche di quella che abbiamo presentato la volta scorsa; in pratica:• garantisce un ottimo livello di servizio;

• alza un poco il livello delle scorte (specialmente se non sono gestite in modo opportuno);

• differenzia il servizio ed i costi in base alle caratteristiche dei clienti.

E’ una soluzione che si addice particolarmente a realtà con più poli produttivi dedicati alla produzione di specifici prodotti. La disponibilità del mix viene garantita dal magazzino centrale, mentre la velocità di consegna viene ottenuta sfruttando la vicinanza al mercato dei magazzini periferici.

In pratica tutti i magazzini, sicuramente quelli periferici ma in qualche caso anche quello centrale, vengono sostituiti da transit point. I transit point, come già spiegato in una pillola precedente, sono in sostanza dei magazzini senza scorte (o con scorte molto basse) dove la merce in entrata dai fornitori o dagli stabilimenti viene subito inviata ai clienti.

In genere si tratta di una soluzione che presenta le seguenti caratteristiche:• garantisce un ottimo livello di servizio se funziona bene;• gestione dell’ordine abbastanza semplice;• scorte basse, a volte a rischio;• complessità informatica ed organizzativa;

E’ una soluzione in genere praticata da aziende manifatturiere o commerciali di una certa dimensione.

COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??

In pratica la rete distributiva tradizionale non esiste più in quanto la distribuzione fisica

delle merci viene interamente affidata ad una azienda terza (operatore logistico).

In realtà, anche quando si affida a terzi la distribuzione, la rete distributiva esiste

ancora: solo che non è più di proprietà dell’azienda che produce/vende il bene da

distribuire e quindi può "non vedersi più".

Quando si attiva una partnership con un operatore logistico è importante sapere quale

rete distributiva metterà a disposizione. Visto che la merce dovrà probabilmente

comunque transitare da dei magazzini (rete) sarebbe meglio che si trattasse di

magazzini (rete) adeguati.

Tutte le considerazioni che abbiamo quindi fatto nelle pillole precedenti in merito agli

altri tipi di rete distributiva valgono anche per questo ultimo caso.

COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??

Regola della serva:

CM= C0* RADICE QUADRATA

DELLA NUMEROSITA DI MAG

Regola della serva:

CM= C0* RADICE QUADRATA

DELLA NUMEROSITA DI MAG

COME SI PONE IL MAG ALL’INTERNO DELLE VARIE RETI DISTRIBUTIVE??

MAGAZZINI……questi sconosciuti!

MAGAZZINI……questi sconosciuti!

Regola aurea:IL MAGAZZINO MIGLIORE è QUELLO CHE NON ESISTE

SCENARIO OPERATIVO

NECESSITA’–VERA O PRESUNTA-DI AVERE UN ALTO

LIVELLO DI SCORTE DA PARTE DEGLI UTENTI

NECESSITA’OGGETTIVA DI TENERE

LE SCORTE AD UN LIVELLO

ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSO E, PER

QUESTO MOTIVO, TENDENTE A ZERO!!!!

OTTIMO LIVELLO DI SERVIZIO E COSTI

BASSI….IL PIU’ POSSIBILE

MAG DI SUCCESSO???Elemento elastico all’interno dell’azienda per un verso, tra

l’azienda ed il suo mercato dall’altroQUINDI????DINAMICITA’

Corretta pianificazione e progettazione del magazzino…UN TEMPO SI DICEVA……………

…basta fare attenzione che il passo dei pilastri del magazzino sia un multiplo di 5,5 mt e che l’altezza sia di 8/9 metri: il resto viene da se!…basta fare attenzione che il passo dei pilastri del magazzino sia un multiplo di 5,5 mt e che l’altezza sia di 8/9 metri: il resto viene da se!

Il progetto di un magazzino moderno ragiona in ottica diversa:

Gli aspetti sono molteplici e complicati…..si fa fronte alle risorse economiche ed a quello che si ha:

1. Nuovi locali;2. Ristrutturazioni;3. Incremento dei compendi immobiliari;4. Strettoie urbanistiche e ambientali;5. Difficoltà di prevedere le evoluzioni di mercato6. Vision più o meno allargata;7. Quali beni? ( facile per i produttori..meno per i 3pl)8. Vincoli legislativi sui prodotti9. Vicinanza a poli e infrastrutture.10. Cambi di gestione nel tempo.11. Presenza di banda larga12. ………..

Una regola fissa:…evitare di esseretutti allenatori della logistica!!

Il LAYOUT PERFETTO!!!!

Le variabili sono innumerevoli e complesse…tuttavia riassumibili in quattro punti fondamentali:

tempo

Sistemidi

gestione

Velocita delle

operazionispazio

Tempo (quanti giorni di vendita bisogna far fronte con le scorte?)Dipende da:1. Capacità dell’impianto di produzione;2. Mix di prodotti da tenere a stock;3. Flussi particolare in uscita ( prod voluminosi – promozioni – stagionalità);4. Unità di movimentazione in uscita con tempi diversi – breve trattazione-

Tutto questo per il corretto dimensionamento degli spazi, degli scaffali, delle

macchine di movimentazione.

Spazio ( le scelte progettuali troppo definitive sono perdenti)Punti più importanti:1. Interasse dei pilastri per gestire il magazzino a fisarmonica e compartimentarlo;2. Compartimentazioni REI imposte per legge;3. La legge spesso fa a pugni con la logistica;4. Altezza utile…COSTRUIRE IN ALTEZZA COSTA MENO MA…..( climatizz, macchinari

di movimentaz)!!!!! – la regola degli 8-9 mt. Sostituita da: 4-6 strati pallets.5. Numero e tipologia rampe carico e scarico. – anche il tempo di attesa.( esempio

file alla conad);6. Eventuali possibilità di ampliamento

Il LAYOUT PERFETTO!!!!!

Velocità delle operazioni ( velocità con la quale si possono effettuare le

varie operazioni e le movimentazioni in genere)Si dovrebbe:1. Privilegiare gli spazi a terra – merci fast moving-

2. Stoccaggi vicino ai punti strategici del Mag

3. Evitare piani alti delle scaffalature;

4. Utilizzare scaffali a gravità

5. Corridoi ampi e fruibili quanto basta;

6. Aree accessorie ridotte al minimo indispensabile

Sistemi di gestione (WMS – sistemi gestione automatizzata)

1. Controllo e tracciabilità dei processi operativi

2. Sistemi di identificazione automatizzata;

3. Concetto di uomo alla merce e merce all’uomo

4. Baricentri della movimentazione

Il LAYOUT PERFETTO!!!!!!

LE ATTIVITA’ DI MAGAZZINO NEI VARI COMPARTI

LE ATTIVITA’ DI MAGAZZINO NEI VARI COMPARTI

INGRESSO MERCEINGRESSO MERCE

AREA STOCKAREA STOCK AREA PICKINGAREA PICKING

USCITA MERCE /SPEDIZIONIUSCITA MERCE /SPEDIZIONI

AREE E PROCESSIPRINCIPALI

AREE E PROCESSIPRINCIPALI

AREE E PROCESSIDI SUPPORTO

AREE E PROCESSIDI SUPPORTO

GESTIONE RESI

GESTIONE RESI

SERVIZITECNICI

PULIZIE E MANTENIME

NTO

ICT

●PICKING ●36

●STOCCAGGIO ●26

●RICEV/SCARICO ●14

●CONTR CARICO ●8

●SPEDIZIONE ●6

●PULIZIE ●4

●MANUTENZ ●4

●ALTRO ●2

PROPORZIONE INCIDENZA COSTI MAG

ENTRATA MERCI

Ricevimento materiale: è l'area in cui i vettori inarrivo scaricano la merce; solitamente è mantenutavuota sia perché non c'è motivo per cui la merceresti in questa zona sia perché è un'area che devepermettere uno scarico veloce ed agevole di quantipiù vettori possibile.

Accettazione: è la parte di magazzino in cui la merce ricevuta resta finché non riceve il via libera del controllo qualità. I prodotti che non risultano conformi vengono bollati in modo da essere facilmente riconoscibili e restano in quest'area in attesa di essere rispediti al fornitore. quando il materiale proviene da altri impianti della stessa azienda in cui ha già subito i controlli dovuti, i prodotti sono etichettati come "free-pass" e attraversano la zona accettazione senza fermarvisi. Avvengono in quest'area anche le operazioni tipiche preliminari per i sistemi di gestione del magazzino –STAMPA COD UDC

PROCESSI FONDAMENTALI• RIBALTE E RAMBLAIS – BANCHINA CARATT DI

ISOLAMENTO• LA GESTIONE DOCUMENTALE E DEI FLUSSI• LA TRIPLICE QUADRATURA;• LO STOP TEMPORANEO DELLE MERCI IN

INGRESSO• LA GESTIONE DELLE NON CONFORMITA• I MAGAZZINI QUALITA’• LO SPLIT VERSO LE VARIE AREE• L’ORIGINE DEI FLUSSI• LE UDC VERSO LE VARIE RIPARTIZIONI DI

MAGAZZINO• IL PERSONALE IMPIEGATO• IL CONVOGLIAMENTO DEI RESI• L’OBBLIGO DI FAR RIPARTIRE VELOCEMENTE I

FORNITORI;• I SISTEMI DI INFORMATIZZAZIONE GIA’ IN

QUESTA FASE;• LE PRIORITA’ DI SPUNTA

ENTRATA MERCI

AREA SCORTE –TECNICHE FISICHE CHE CONDIZIONANO LA

PROGETTAZIONE

Sovrapposizione diretta (catasta) consiste nell'accatastare i pallet uno sull'altro, a ridosso di una parete, creando più file; è la soluzione più veloce e semplice dal momento che richiede solamente uno spazio vuoto dove posizionare i pallet.Si possono avere cataste a semplice profondità o a più livelli di profondità. L'altezza massima dellacatasta, intesa come numero di pallet sovrapponibili, dipende dal prodotto, dalla resistenza strutturale dell'imballo e dal tipo di unità di carico; generalmente sia in altezza che in profondità non si superano le 4 UDC.

CARATTERISTICHE:

• bassi indici di selettività - una UDC per ogni catasta è immediatamente prelevabile.

• sistema di immagazzinamento di tipo LIFO (Last In First Out)

• Pochi codici e due cataste per ogni codice …. consumate alternativamente al fine di garantire il ricircolo della merce.

AREA SCORTEScaffali a ripiani a semplice e doppia profondità:

A semplice profondità: sono una soluzione semplice, realizzata con banali scaffalature (Figura 2.3) ed estremamente diffusa, specie nei contesti con molti prodotti diversi, grazie alla capacità di offrire indice di selettività unitario. Inoltre le merci non a terra non gravano sulle sottostanti permettendo lo stoccaggio di materiali fragili.Il maggiore indice di selettività si paga in

termini di sfruttamento superficiale/volumetrico, che risulta ridotto rispetto ad altre soluzioni.

a doppia profondità: analoghi alla soluzione precedente, l'unica differenza è la doppia profondità della scaffalatura che prevede due file di pallet per ogni ripiano; se ne guadagna in sfruttamento volumetrico ma se ne perde in indice di selettività che, a magazzino pieno, vale 0,5 ….la soluzione è il bifronte ma ha bisogno di corridoi importanti

AREA SCORTE

I carrelli corrispondentiI carrelli corrispondenti

sono costituite da scaffalature a profondità multipla che vengono caricate da un lato e scaricate dal lato opposto, dal momento che le UDC fluiscono al loro interno scivolando su rulli posti in pendenza, frenati o motorizzati.Caratteristiche:• logica FIFO (First In First Out)• effettiva separazione tra le operazioni di carico del magazzino e quelle di scarico (lati opposti

delle scaffalature.)• Limite: è che ogni corsia (intesa come ripiano della scaffalatura) può contenere un solo

codice, si riduce il numero di UDC stoccabili per ogni codice dipende dalla profondità delle corsie.

• Queste scaffalature permettono di raggiungere indici di selettività e di sfruttamento volumetrico compresi tra quelli della catasta e dei scaffali a semplice profondità.

Scaffalature a gravità:

Scaffalature passanti:

la logica di funzionamento di questi magazzini è simile alle scaffalature a gravità, l'unica differenza consiste nei ripiani che non sono in pendenza ma lo spostamento delle UDC lungo la corsia avviene o per mezzo di catene che agganciano tutte i pallet della stessa corsia (magazzini "flow-rail") o per mezzo di carrelli motorizzati.

Scaffalature Drive in

I pallet sono stoccati con una disposizione simile alla catasta ma poggiano comunque su una struttura portante che libera le UDC sottostanti dal peso di quelle sopra. La dicitura "drive-in" è dovuta al fatto che il magazziniere può fisicamente entrare all'interno della scaffalatura con il carrello, purché non ci siano UDC ad ostacolarlo,

sono scaffalature a semplice profondità installate su binari che, tramite un sistema manuale od automatico, possono avvicinarsi tra loro a discapito della corsia. Lo sfruttamento volumetrico è molto elevato dal momento che gli unici spazi liberi sono quelli in cima e in fondo per le manovre del carrello e lo spazio per (almeno) una corsia che, di volta in volta, viene generata dove serve spostando le scaffalature.Permettono per cui un elevato sfruttamento dello spazio del magazzino e al contempo assicurano indice di selettività unitario fintanto che lo scorrimento delle scaffalature è automatizzato e programmato con il dovuto anticipo rispetto all'arrivo del magazziniere.Risulta una soluzione particolarmente adatta per le celle frigorifere e non utilizzabile per magazzini con elevate movimentazioni o da dedicarsi al picking.

Scaffalature ad elementi mobili trasversalmente

I magazzini automatici costituiscono una soluzione avanzata rispetto ai magazzini tradizionali: lamovimentazione delle unità di carico (di seguito UdC) viene effettuata da robot cartesiani(trasloelevatori) che automaticamente stoccano o prelevano le UdC in scaffalature secondostrategie implementate da appositi software gestionali.

Normalmente in testata del magazzino automatico è collocato un sistema di convogliamentoautomatico che realizza il collegamento tra il magazzino stesso e le altre aree funzionali(ingresso merce, spedizione, reparti produttivi ecc.).L’esigenza di realizzare un magazzino automatico è da ricercarsi nella volontà di ottimizzazionedel sistema di stoccaggio per sopperire alla continua mutevolezza del mercato e delle attività adesso legate.

Cambiamenti che portano spesso a dover sopperire a picchi di lavoro imprevisti, alla variabilitàdello stock ed alla relativa gestione e alla costante ricerca dell’abbattimento dei costi.

I Magazzini automatizzati

Vantaggi:- Aumentare qualità e quantità del servizio con l’aumento di prestazioni e riduzione degli errori di gestione!- Ottenere un’alta densità di stoccaggio in relazione alle aree disponibili, sfruttando l’altezza e quindi un elevato sfruttamento dello spazio;- Ridurre i costi legati al personale, al trasporto interno ed ottimizzare il flusso delle merci in ingresso e uscita;- Conoscere quantità e disponibilità delle merci in giacenza e il loro grado di movimentazione nel tempo, fissando le regole per un controllo gestionale automatico e quindi una completa tracciabilità.- Utilizzare il magazzino su più turni o a ciclo continuo.- Movimentare UdC con peso critico per altri mezzi di movimentazione e in ambienti gravosi (es: celle frigorifere).- Ritorno dell’investimento a medio termine

Svantaggi:- Definizione di specifiche Unità di Carico – molta rigidità- Investimento iniziale decisamente impattante sui bilanci aziendali

I Magazzini automatizzati

Autoportanti: I magazzini autoportanti sono così definiti in quanto le scaffalature adibite allo stoccaggio della merce rappresentano l’edificio stesso. Sono infatti provviste di copertura e pareti di tamponamentoe sopportano le azioni accidentali esterne, vengono calcolate secondo le normative cogenti (D.M. 14-1- 2008 - NTC08) e considerate come veri e propri Edifici.Non

Magazzini aut. autoportanti

Prima classificazione

Magazzini aut. non autoportanti

Non Autoportanti: Sono realizzati all’interno di edificidedicati (in acciaio o calcestruzzo armato) e lescaffalature devono essere progettate per sopportaresolo i carichi della merce.

Seconda classificazione: per pallet o miniload

Magazzini per pallet sono i magazzinidedicati allo stoccaggio e movimentazione di merci su pallet.Le unità di carico fuori

dal magazzino automatico vengono movimentate conCarrelli elevatori a forche o con trasloelevatoricospicui

I magazzini miniload sono predisposti per la movimentazione e lo stoccaggio di unità di carico di dimensioni e peso ridotte realizzate mediante contenitori plastici o metallici e scatole di cartone. Tali unità di carico necessitano quindi di sistemi specifici per laloro movimentazione e per lo stoccaggio su scaffalature (ripiani continui, angolari disupporto,…).

Magazzini miniload per scatole o cassette

All’interno delle precedenti classificazioni è fondamentale definire il parametro “ profondità di stoccaggio”.

Il progetto risolve esigenze logistiche specifiche, in relazione ad una classificazione pragmatica che guida il logistico nelle sue scelte progettuali, nei diversi settori merceologici.

Se in un sistema cartesiano chiamiamo “ X” la lunghezza del magazzino e “Y” la sua altezza, per profondità di stoccaggio si intende quante UdC possono essere stoccate, in ogni fronte di, sull’asse Z.

I magazzini automatici possono essere suddivisi in:�Magazzini a Singola Profondità�Magazzini a Doppia Profondità�Magazzini Multiprofondità

I magazzini automatizzati inoltre differiscono tra loro sia per le scaffalature sia per le attrezzature di movimentazione.

Le soluzioni precedenti possono essere influenzate da logiche di funzionamento FIFO (First-In First- Out) o LIFO (Last-In First-Out).Le soluzioni precedenti possono essere influenzate da logiche di funzionamento FIFO (First-In First- Out) o LIFO (Last-In First-Out).

Per esempio, la multiprofondità può gestire in modo ottimale la logica FIFO con scaffalature dinamiche con rulliere a gravità, adatte allo stoccaggio di grandi volumi di merci omogenee, consentendo di realizzare elevati indici di utilizzazione del magazzino, assicurando una buona rotazione della merce ed evitandone l’invecchiamento.

In alternativa, la scaffalatura con attrezzatura shuttle, si presta per lo stoccaggio di volumi di merce molto elevati, privilegiando il grado di saturazione del magazzino.

questi ultimi magazzini implementano una logica LIFO.

Per esempio, la multiprofondità può gestire in modo ottimale la logica FIFO con scaffalature dinamiche con rulliere a gravità, adatte allo stoccaggio di grandi volumi di merci omogenee, consentendo di realizzare elevati indici di utilizzazione del magazzino, assicurando una buona rotazione della merce ed evitandone l’invecchiamento.

In alternativa, la scaffalatura con attrezzatura shuttle, si presta per lo stoccaggio di volumi di merce molto elevati, privilegiando il grado di saturazione del magazzino.

questi ultimi magazzini implementano una logica LIFO.

Le scaffalature rappresentano le strutture adibite allo stoccaggio delle merci, sono progettate per garantirel’appoggio delle UdC. Questa tipologia costruttiva permette elevate portate, basso costo emontaggio/smontaggio modulare. La conformazione e lo schema tecnico-funzionale delle scaffalature è infunzione della tipologia di UdC e del tipo di movimentazione. Di seguito si riporta una possibileclassificazione:- scaffalatura porta pallet- scaffalature a ripiani continui- scaffalatura con angolari o mensole- scaffalatura a gravità- scaffalatura per satellite multiprofondità

LE SCAFFALATURE dei MAGAZZINI AUTOMATICI

Le macchine automatiche per l’allocazione dellamerce sulla scaffalatura sono composte da robotcartesiani (su 2 assi) chiamate trasloelevatori e guidati aterra e superiormente da guide dedicate.Il posizionamento sui due assi è garantito da encoder eda barcode che garantiscono una precisione diposizionamento di pochi millimetri. La merce èdepositata sullo scaffale da un’attrezzaturaappositamente studiata per le unità di carico

movimentate.

TRASLOELEVATORI RETTILINEI TRASLOELEVATORI STERZANTI

CARRELLI VNA-a

• Dispenser pallet

• Filmatrici / reggiatrici

• Etichettatrici autom

• Robot di pallettizz

• Impilatori / de-impilatori

• Elevatori / Discensori (per la gestione di handling su più livelli)

ELEMENTI COMPLEMENTARI

L’ALLESTIMENTO DEGLI ORDINI /MATERIALI- PICKING

DEFINIZIONECON IL TERMINE PICKING SI INTENDE L’ATTIVITA’ DI PRELIEVO SELETTIVO DI

MATERIALI CONFEZIONATI O SFUSI DA UDC, SIANO ESSI IMBALLAGGI

SECONDARI O TERZIARI, PER ALL’ESTERE L’ORDINE DEL «CLIENTE»

IL CICLO DELL’ORDINE: SEQUENZA RAZIONALE DI PRELIEVI DECODIFICATI DALL’ORDINE CLIENTE;

LA PICKING LIST:• CARTACEA – PRESTAMPATA• ATTRAVERSO LA TECNOLOGIA: TERMINALI RFID – CON CULLA – PICK TO LIGHT VOICE

AREE DI CONVENIENZA DELLE SOLUZIONI DI PICKING

DIMENSIONE ORDINE<0,5 MC

ANALISI DI PARETO = ANALISI ABC

Il principio di Pareto o "legge 80/20"

la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero

ristretto di cause (considerando grandi numeri).la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero

ristretto di cause (considerando grandi numeri).

In una qualsiasi serie di fattori da sottoporre a controllo, si puo distinguere una piccola frazione, in termini di numero, cui si può fare risalire una grande influenza in termini di effetto.

Al contrario, la grande maggioranza di fattori, sempre in termini di numero, ha relativamente minor significato, in termini di effetto

Pareto nella teoria del frigorifero e del

telefonino

MATRICE INCROCIATA SCORTE FATTURATO

DALL’ANALISI DELLE 9 SOTTOCLASSI DELLA MATRICE è POSSIBILE RICAVARE UNA SERIE DI INDICAZIONI UTILI PER INTERVENIRE SULLA POLITICA DI GESTIONE DELLE SCORTE E QUINDI DEGLI ORDINATIVI

DALL’ANALISI DELLE 9 SOTTOCLASSI DELLA MATRICE è POSSIBILE RICAVARE UNA SERIE DI INDICAZIONI UTILI PER INTERVENIRE SULLA POLITICA DI GESTIONE DELLE SCORTE E QUINDI DEGLI ORDINATIVI

L’IDEALE SAREBBE AVERE TUTTI I PRODOTTI POSIZIONETI LUNGO LA DIAGONALE

L’IDEALE SAREBBE AVERE TUTTI I PRODOTTI POSIZIONETI LUNGO LA DIAGONALE

QUANDO SI RISCONTRA INCONGRUENZA TRA ABC SCORTE E ABC FATTURATO SIGNIFICA CHE:1. ERRORI DI PREVISIONE DELLA DOMANDA= OVERSTOCK …ROTTURA DI STOCK;2. BASSA FREQUENZA DELLE FORNITURE=GROSSI LOTTI3. SCARSA AFFIDABILITA’ DELLE FORNITURE= SCORTA DI SICUREZZA DISATTESA4. LOTTO MINIMO IMPOSTO DAL FORNITORE TROPPO ALTO5. ACQUISTI SPECULATIVI6. ACQUISTI DI CAMPAGNA7. SPECIFICITA’ DEGLI ARTICOLI CHE NON RISPETTANO LE LOGICHE DI ROTAZIONE8. SCORTE DI SOSTEGNO PER NUOVI PRODOTTI DI CUI NON SI CONOSCE

ANCORA LO STORICO E L’EVOLUZIONE9. PERIODI DI CAMBIO STAGIONALITA’

QUANDO SI RISCONTRA INCONGRUENZA TRA ABC SCORTE E ABC FATTURATO SIGNIFICA CHE:1. ERRORI DI PREVISIONE DELLA DOMANDA= OVERSTOCK …ROTTURA DI STOCK;2. BASSA FREQUENZA DELLE FORNITURE=GROSSI LOTTI3. SCARSA AFFIDABILITA’ DELLE FORNITURE= SCORTA DI SICUREZZA DISATTESA4. LOTTO MINIMO IMPOSTO DAL FORNITORE TROPPO ALTO5. ACQUISTI SPECULATIVI6. ACQUISTI DI CAMPAGNA7. SPECIFICITA’ DEGLI ARTICOLI CHE NON RISPETTANO LE LOGICHE DI ROTAZIONE8. SCORTE DI SOSTEGNO PER NUOVI PRODOTTI DI CUI NON SI CONOSCE

ANCORA LO STORICO E L’EVOLUZIONE9. PERIODI DI CAMBIO STAGIONALITA’

ANALISI: CLASSE A-A (ALTO FATTURATO – ALTE SCORTE)

GLI ARTICOLI CONTENUTI IN QUESTA CLASSE SONO GENERALMENTE POCHI E PERTANTO FACILMENTE ANALIZZABILI CASO PER CASO…..QUALCHE CONSIDERAZIONE:• EVENTUALI ROTTURE DI STOCK CAUSEREBBERO DRASTICI CALI DI

FATTURATO;• NESSUN’ALTRA CLASSE OFFRE LE MEDESIME OPPORTUNITA’ DI

RIDUZIONE SCORTE• RIDUZIONE SCORTA DI SICUREZZA• POSSO AUMENTARE LA FREQUENZA DI APPROVVIGIONAMENTO• POSSO DESTAGIONALIZZARE L’APPROVVIGIONAMENTO

GLI ARTICOLI CONTENUTI IN QUESTA CLASSE SONO GENERALMENTE POCHI E PERTANTO FACILMENTE ANALIZZABILI CASO PER CASO…..QUALCHE CONSIDERAZIONE:• EVENTUALI ROTTURE DI STOCK CAUSEREBBERO DRASTICI CALI DI

FATTURATO;• NESSUN’ALTRA CLASSE OFFRE LE MEDESIME OPPORTUNITA’ DI

RIDUZIONE SCORTE• RIDUZIONE SCORTA DI SICUREZZA• POSSO AUMENTARE LA FREQUENZA DI APPROVVIGIONAMENTO• POSSO DESTAGIONALIZZARE L’APPROVVIGIONAMENTO

ANALISI: CLASSE C-A (BASSO FATTURATO – ALTE SCORTE)

GLI ARTICOLI CONTENUTI IN QUESTA CLASSE PRODUCONO POCO FATTURATO MA AD ESSI CORRISPONDE ELEVATA SCORTA; NON BASTA ATTENDERE CHE SI SMALTISCANO….OCCORRE FORZARNE L’USCITA E STOPPARNE L’ACQUISTO…..QUALCHE CONSIDERAZIONE:• POSSONO FAR PARTE DI QUESTA CLASSE ARTICOLI NUOVI

APPENA FABBRICATI ED IN ATTESA DI ESSERE COMMERCIALIZZATI…QUESTO PERIODO DEVE ESSERE BREVISSIMO;

• BLOCCARE PIANO DI APPROVVIGIONAMENTO O IL PROGRAMMA DI PRODUZIONE;

• FORZARNE L’USCITA MEDIANTE VENDITE PROMOZIONALI, OFFERTE SU CANALI ALTERNATIVI;

• EVITARE DI ACCONDISCENDERE ALLE LOGICHE DEI BONUS BASATI SUGLI ACQUISTI E NON SULLE VENDITE

GLI ARTICOLI CONTENUTI IN QUESTA CLASSE PRODUCONO POCO FATTURATO MA AD ESSI CORRISPONDE ELEVATA SCORTA; NON BASTA ATTENDERE CHE SI SMALTISCANO….OCCORRE FORZARNE L’USCITA E STOPPARNE L’ACQUISTO…..QUALCHE CONSIDERAZIONE:• POSSONO FAR PARTE DI QUESTA CLASSE ARTICOLI NUOVI

APPENA FABBRICATI ED IN ATTESA DI ESSERE COMMERCIALIZZATI…QUESTO PERIODO DEVE ESSERE BREVISSIMO;

• BLOCCARE PIANO DI APPROVVIGIONAMENTO O IL PROGRAMMA DI PRODUZIONE;

• FORZARNE L’USCITA MEDIANTE VENDITE PROMOZIONALI, OFFERTE SU CANALI ALTERNATIVI;

• EVITARE DI ACCONDISCENDERE ALLE LOGICHE DEI BONUS BASATI SUGLI ACQUISTI E NON SULLE VENDITE

ANALISI: CLASSE A-C (ALTO FATTURATO – BASSE SCORTE)

È UNA CLASSE PRIVILEGIATA DI ARTICOLI E PUO’ RAPPRESENTARE UN BUON ESEMPIO DI SUCCESSO NELLA GESTIONE DELLE SCORTE DA ESTENDERE AD ARTICOLI DI ALTRE CLASSI (BENI FABBRICATI SU COMMESSA). PUO ALTRESI NASCONDERE ALTRE INSIDIE: LA ROTTURA DI STOCK E OVE LA SCORTA FOSSE SOTTOSTIMATA PER IL PERIODO IN QUESTIONE RISPETTO AI REALI FABBISOGNI SI PERDEREBBERO DELLE VENDITE

È UNA CLASSE PRIVILEGIATA DI ARTICOLI E PUO’ RAPPRESENTARE UN BUON ESEMPIO DI SUCCESSO NELLA GESTIONE DELLE SCORTE DA ESTENDERE AD ARTICOLI DI ALTRE CLASSI (BENI FABBRICATI SU COMMESSA). PUO ALTRESI NASCONDERE ALTRE INSIDIE: LA ROTTURA DI STOCK E OVE LA SCORTA FOSSE SOTTOSTIMATA PER IL PERIODO IN QUESTIONE RISPETTO AI REALI FABBISOGNI SI PERDEREBBERO DELLE VENDITE

ANALISI: CLASSE C-C (BASSO FATTURATO – BASSE SCORTE)

ARTICOLI POCO INTERESSANTI MA….SE NON CI FOSSERO!IMPLICA ELEVATI COSTI DI GESTIONE SIA A LIVELLO DI ANAGRAFICA ARTICOLI SIA A LIVELLO DI MAGAZZINO (OCCUPAZIONE SPAZIO, ONERI DI STOCCAGGIO)VALUTARE LA POSSIBILITA’ DI ALLINEARE GLI OBSOLETIVERIFICARE L’EVENTUALE PRESENZA DI ROTTURE DI STOCK

ARTICOLI POCO INTERESSANTI MA….SE NON CI FOSSERO!IMPLICA ELEVATI COSTI DI GESTIONE SIA A LIVELLO DI ANAGRAFICA ARTICOLI SIA A LIVELLO DI MAGAZZINO (OCCUPAZIONE SPAZIO, ONERI DI STOCCAGGIO)VALUTARE LA POSSIBILITA’ DI ALLINEARE GLI OBSOLETIVERIFICARE L’EVENTUALE PRESENZA DI ROTTURE DI STOCK

WMS - WAREHOUSE MANAGEMENT SYSTEM

WMS - WAREHOUSE MANAGEMENT SYSTEM

I sistemi WMS consentono di controllareed ottimizzare tutti i processi produttivi edi magazzino, dall’area di accettazionedelle merci fino alle baie di carico degliautomezzi. I sistemi si interfacciano, amonte con il gestionale aziendale, a vallecon tutti i gestionali delle varie partizionidi magazzino.

TMS – TRANSPORT MANAGEMENT SYSTEM

TMS – TRANSPORT MANAGEMENT SYSTEM

I sistemi TMS consentono di controllareed ottimizzare il cruscotto ordini e viaggiintegrato, warning sui livelli disaturazione, la Creazione manuale di unviaggio, e in genere tutti i processi dicorretta ottimizzazione dei viaggiall’interno di una rete complessa ditrasporto.Per es. la corretta caricazione

LA GESTIONE ED IL MONITORAGGIO DEI PROCESSI LOGISTICI

TMS – TRANSPORT MANAGEMENT SYSTEMSTMS – TRANSPORT MANAGEMENT SYSTEMS

Modalità di generazione del carico• Dato un insieme di colli da caricare su più mezzi, con particolari vincoli tra loro, sfrutta al meglio il volume disponibile dei vari automezzi e dei contenitori, minimizzando sia il

costo della spedizione che i metri di pianale utilizzati. Risponde in tempo reale alle esigenze dei clienti, i quali chiedono ad esempio quanto materiale si possa trasportare su un certo tipo di contenitore. Il programma è in grado di eseguire, di volta in volta, gli aggiustamenti percentuali che fanno risparmiare ore di lavoro all’operatore e permettono di rispondere alle richieste in modo veloce.

WMS - WAREHOUSE MANAGEMENT SYSTEMWMS - WAREHOUSE MANAGEMENT SYSTEM

I sistemi WMS (Warehouse Management System) consentono di controllare ed ottimizzaretutti i processi produttivi e di magazzino, dall’area di accettazione delle merci fino alle baie dicarico degli automezzi.

Il WMS è costituito da un sistema informatizzato integrato (che comprende ed integrasoftware, hardware, sistemi d‘identificazione, terminali portatili, ecc.) in grado di effettuare egarantire la raccolta dei dati, la tracciabilità dei flussi di lavorazione e la rintracciabilità deiprodotti forniti (venduti) ai propri Clienti.

FUNZIONALITA’ E VANTAGGI DEI WMS

TRACCIABILITA’ DELLE MERCI E DEI PROCESSI

• Attraverso il WMS l’utente può disporre, in tempo reale, delleinformazioni relative alla giacenza effettiva e l’esatta ubicazione deiprodotti all’interno del magazzino.

• I report relativi agli accessi e alle analisi ABC assicurano risparmi di lavorogarantendo una perfetta amministrazione del magazzino.

• Grazie ai più moderni sistemi di identificazione automatica (RFID,Barcode, ecc.), il WMS offre la completa tracciabilità e rintracciabilità di

prodotti, componenti e unità di carico (cartoni, pallet.).

• Ciò viene garantito mediante la registrazione di ogni singolo spostamentofisico del materiale.

L’IMPORTANZA DELLA MAPPATURA

4 CONCETTI CARDINE:1. CORRETTA IDENTIFICAZIONE DELLE O/D IN MAG: LA DIREZ DEI FLUSSI;

2. LE UDC CHE SI MUOVONO

3. BAIE –ZONE DI RACCOLTA IN SC. E IN PICK; ZONE DI PRELIEVO I SC.; ZDP IN IM

4. GESTIONE DELLA SCORTA DINAMICA

L’IMPORTANZA DELLA REGOLARITA’ DELLE UDC NEI VARI FLUSSI E PROCESSI

DEFINIZIONE DELLA LORO CAMACITA’ MIN /MAX

L’IMPORTANZA DELLA REGOLARITA’ DELLE UDC NEI VARI FLUSSI E PROCESSI

DEFINIZIONE DELLA LORO CAMACITA’ MIN /MAX

mediante la raccolta e memorizzazione automatica dei dati relativi alle forniture dellematerie prime, alle gestione delle lavorazioni, ai trattamenti, ai trasferimenti, ecc. saràpossibile ricostruire la sequenza delle attività e delle lavorazioni subite da ogni prodotto.

Tutte le informazioni raccolte verranno gestite ed archiviate su un database in grado di immagazzinareogni singolo evento (acquisto, lavorazione, vendita, ecc.) significativo o utile a documentare la vita diun prodotto all’interno dell’azienda. Il sistema è anche in grado di ricostruire automaticamente lacronologia (storia) dei vari passaggi nonché di recuperare delle varie informazioni in modo facile,veloce e inequivocabile.

Per ogni lotto di prodotto finito, semilavorato, materia prima, ecc. verranno quindiregistrati i dati relativi alle forniture, alle lavorazioni effettuate, ai risultati delle analisi,ai campionamenti utilizzati, le note dei laboratori, alle vendite, ecc. Di ogni lottoverranno anche registrati gli ingredienti utilizzati, le operazioni effettuate, gli impiegatie la tipologia di mano d’opera utilizzata, i tempi impiegati, le deviazioni di processo,eventuali rilavorazioni e la resa di produzione effettiva, sempre confrontabili con glistandard.

TUTTO CONVOGLIA NEL WMS