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PROGRAMMA TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI IDONEITA’ CLASSE V GEOMETRI INDICE MODULO 1 Le fondazioni UNITA’ 1 Il terreno di fondazione…………………………………….…5 UNITA’ 2 Funzione delle fondazioni…………………………………….8 UNITA’ 3 Fondazioni continue…………………………………………..9 UNITA’ 4 Fondazioni continue a travi rovesce, fondazioni a platea…….11 UNITA’ 5 Fondazioni discontinue, i plinti……………………..………..13 UNITA’ 6 Fondazioni indirette……………………………………..……14 UNITA’ 7 Le palificate, pali in ferro, pali in cemento armato, pali trivellati in opera………………………………….……..16 UNITA’ 8 Palo Franki, palo Simplex……………………………………25

PROGRAMMA TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI · Tecnologia delle murature usate in antichità, muri ... Tali incertezze derivano prevalentemente dalla natura, spesso incerta, del terreno

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PROGRAMMA TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI

IDONEITA CLASSE V GEOMETRI INDICE

MODULO 1 Le fondazioni

UNITA 1

Il terreno di fondazione.5

UNITA 2

Funzione delle fondazioni.8

UNITA 3

Fondazioni continue..9

UNITA 4

Fondazioni continue a travi rovesce, fondazioni a platea.11

UNITA 5

Fondazioni discontinue, i plinti....13

UNITA 6

Fondazioni indirette..14

UNITA 7

Le palificate, pali in ferro, pali in cemento armato,

pali trivellati in opera...16

UNITA 8

Palo Franki, palo Simplex25

UNITA 9

Isolamento delle strutture di fondazione.27

MODULO 2 Le murature

UNITA 1

Caratteristiche e funzioni del muro.29

UNITA 2

Classificazione dei muri e denominazione in base

alla forma e al materiale di costruzione..32

UNITA 3

Tecnologia delle murature usate in antichit, muri

di pietrame a secco, muri in pietra, ecc..36

UNITA 4

Muratura ordinaria di mattoni, regole di

esecuzione dei muri.38

UNITA 5

Murature portanti, murature in mattoni pieni, muratura

con mattoni semipieni con funzione portante.40

UNITA 6

Murature per divisori, realizzazione di tamponamenti

monostrato e a pi strati, coibentazione muri.42

UNITA 7

Murature armate, caratteristiche statiche delle

murature e la resistenza alle sollecitazioni...43

MODULO 3 Archi e volte

UNITA 1

Generalit sulla statica dellarco..58

UNITA 2

Principali metodi di esecuzione dellarco........62

MODULO 4 I solai

UNITA 1

Caratteristiche e funzioni dei solai.64

UNITA 2

Tipologie dei solai, i solai in legno, i solai in ferro,

i solai in cemento armato...69

UNITA 3

I solai in cemento armato e i solai misti in c.a. e laterizio.70

UNITA 4

solai misti parzialmente prefabbricati, interamente

prefabbricati73

MODULO 5 Le coperture

UNITA 1

Le coperture a tetto.....75

UNITA 2

Lisolamento delle coperture..77

UNITA 3

I manti di copertura....83

UNITA 4

Le capriate..85

MODULO 6 Le scale

UNITA 1

Caratteristiche e funzioni delle scale..88

UNITA 2

Gli elementi principali delle scale, la pedata, lalzata89

UNITA 3

La relazione di legame tra la pedata e lalzata...90

MODULO 1

UNITA 1 IL TERRENO DI FONDAZIONE I terreni di fondazione Un terreno che possa essere utilizzato per sopportare una costruzione deve presentare una buona resistenza alla compressione e non deve essere esposto allazione di erosione delle acque superficiali sotterranee. Se il terreno non presenta la necessaria resistenza, sotto il peso della costruzione si schiaccia e subisce degli abbassamenti di diversa entit, determinando nel fabbricato lesioni che ne possono pregiudicare la stabilit e la sicurezza. Si rende quindi necessario un preliminare accertamento del terreno. Per saggiare la resistenza di un terreno si usa praticare dei campionamenti dello stesso, conficcando un palo di ferro lungo 1,50 metri, di 5 cm di diametro (tasta). Se il palo penetra con difficolt e se ai successivi colpi di massa entra in vibrazione e non riesce ad affondare nel terreno (rifiuto) il terreno si pu ritenere resistente. Ottimi terreni per fondazioni sono quelli rocciosi, ghiaiosi e sabbiosi. Sono pessimi quelli costituiti da terra vegetale e da materiale da riporto. Quando il terreno non presenta sufficiente resistenza si pu intervenire mediante opere di costipamento (conficcando numerosi pali di legno o di cemento); si pu intervenire anche diminuendo il carico specifico ovvero aumentando la superficie di appoggio. Scavi e terreni Negli scavi, con i quali si procede alla costruzione delle fondamenta, necessario agire con molta prudenza perch le pareti del terreno tendono a scoscendere. Per evitare i franamenti bisogna armare le pareti degli scavi con tavole e sbadacchi, oppure effettuare il taglio con una certa inclinazione (generando le scarpate). Opere di fondazione Sul terreno roccioso le murature possono poggiare direttamente sul suolo. Per necessario asportare lo strato superficiale della terra e di roccia in

stato di decomposizione (cappellaccio) e purch lo spessore sia sufficiente (almeno 3 metri). Le opere di fondazione, nel caso di edifici in muratura portante, si fanno sotto i muri maestri, incassate nel suolo fino ad appoggiare su terreno solido. Possono essere realizzate in calcestruzzo od in muratura. Se il terreno resistente si trova a profondit superiore ai 2 metri, conviene ricorrere a fondazioni isolate, adottando il sistema a pozzi ed archi. I pozzi si preparano sotto i pilastri e su di essi si impostano gli archi destinati a sostenere le murature maestre sovrastanti. Tale sistema si dice a pozzi ed archi dritti, ma pu anche utilizzarsi il sistema a pilastri e travi rovesce di cemento armato. Un altro sistema di fondazioni quello di costruire una platea generale di calcestruzzo e di spessore di oltre un metro. La platea costituisce un piano dappoggio dal fabbricato dimodoch non esistano cedimenti di diversa entit da punto a punto, cosa che comunque non esclude un cedimento uniforme. Se i terreni possiedono una buona resistenza a notevole profondit si possono adottare palificate di sostegno costituite da pali di larice, di rovere o di castagno muniti al piede di una puntazza di acciaio ed in testa di un anello di ferro destinato a ricevere i colpi dei battipali. Oggi specie per terreni di scarsissima resistenza vengono adoperati pali di cemento armato, sostanzialmente di due tipi: pali battuti e pali trivellati. Lo studio del terreno E' fuori di dubbio che prima di costruire in un determinato lotto di terreno bisogna procedere con un'analisi geologica del suolo, ancor pi quando le opere ricadano in zone classificate sismiche. Per questo tipo di lavoro occorre un tecnico laureato, il geologo, che abbia le necessarie conoscenze per fornire dati essenziali al progettista dell'opera. Questi utilizzer quelle informazioni per decidere il tipo di fondazione, la profondit di scavo, la tipologia di progettazione che proporr al cliente. Spesso si creano degli ambienti interrati o seminterrati per trovare una base fondale pi solida o si ricorre ad adeguati muri di sostegno delle terre, quando il lotto presenta pendenze non eliminabili con normali sbancamenti. Le conclusioni Un buon progettista pensa l'edificio considerando tutti i parametri utili a produrre una costruzione con spazi economicamente ricavati. Non sarebbe un'operazione corretta scavare e riempire, rimuovere e poi ricostruire, facendo spendere inutilmente denaro al committente.

Pertanto, anche per evitare successivi problemi di patologia delle costruzioni o veri e propri dissesti, dovuti all'incuranza iniziale, il tecnico serio e preparato studia con attenzione le soluzioni pi adeguate all'ambiente nel quale deve intervenire.

MODULO 1

UNITA 2 FUNZIONE DELLE FONDAZIONI

In edilizia e architettura le fondazioni sono quella parte della struttura dell'edificio che svolge il compito di trasmettere i carichi dalle strutture in elevazione al terreno.

Le fondazioni sono quegli elementi strutturali che hanno la funzione di ricevere i carichi provenienti dalla sovrastruttura (sia essa una costruzione, un'apparecchiatura o altro) e diffonderli al suolo. Per tale fine necessario che queste siano rigide. Per avere rigidezza le fondazioni devono essere necessariamente massicce. Per le fondazioni non si usano calcestruzzi di alta resistenza proprio in ragione delle masse sovrabbondanti che devono essere impiegate per raggiungere la rigidezza richiesta.

Nell'ambito dell'ingegneria civile, lo studio delle fondazioni strutturali implica una approfondita conoscenza della geotecnica, della scienza delle costruzioni e della tecnica delle costruzioni. Il tipo di fondazione di volta in volta impiegata dipende dalla sollecitazione che agisce su di essa e dal tipo di terreno a cui connessa, per cui necessario raggiungere il terreno di portanza adeguata ai carichi della struttura. In generale, per ognuna delle scelte progettuali effettuate per le fondazioni, occorrer adottare un differente approccio nell'impostazione del calcolo. Non di rado inoltre, la scelta delle fondazioni influenza la concezione dell'intero organismo strutturale.

Possiamo suddividere le fondazioni in due famiglie:

fondazioni superficiali (o dirette): plinto, trave di fondazione, piastra di fondazione, detta anche platea.

fondazioni profonde (o indirette): palo di fondazione, micropalo, fondazione ciclopica.

A cui aggiungere le opere di sostegno: muro controterra, diaframma, tirante.

MODULO 1

UNITA 3 FONDAZIONI CONTINUE

Nelle fondazioni continue l'elemento fondale poggia direttamente sul terreno (fondazione diretta) ed costituito da un nastro continuo di materiale resistente che corre sotto le strutture portanti in elevazione. Si adottano quando il terreno fondabile si trova a profondit economica rispetto al piano di campagna e la struttura portante del fabbricato anch'essa continua: a muratura o a pilastri molto ravvicinati. La larghezza della fondazione non dovrebbe mai essere inferiore ai 60-70 cm. La fondazione continua in muratura, anche per il progredire delle tecniche costruttive, attualmente non viene quasi pi adottata ed stata sostituita dalla fondazione in conglomerato cementizio, ritenuta spesso pi conveniente anche dal punto di vista economico. In questo caso il solido finale costituito da una soletta in conglomerato cementizio, semplice o armato, di spessore minimo non inferiore ai 15 cm. Nel caso di costruzioni con struttura portante a pilastri, nelle quali i carichi risultano distribuiti per punti, per dare alla fondazione la rigidezza necessaria ad assicurare una uniforme distribuzione di carico alla base, si sostituisce alla soletta un trave in c.a. sagomata a T rovesciata opportunamente calcolata (fondazione continua a trave rovescia). Una variante di questo di fondazione la fondazione reticolare, ottenuta ordinando le travi rovesce secondo un disegno a maglia ortogonale e spiccando i pilastri agli incroci. Potrebbe accadere che uno dei pilastri sia pi caricato degli altri. Per evitare nel sistema di diffusione dei carichi in punti singolari, alla base del pilastro sovraccaricato si realizza un allargamento al fine di riportare la pressione sul terreno a quella normale considerata. La fondazione continua, inoltre, pu essere utilizzata anche nel caso di costruzioni di grande mole o situate su terreno poco resistente; in questi casi si usano fondazioni a travi continua a larga base "zattere" costituite da una mensola continua in c.a. sporgente da un cordolo longitudinale. Sia la mensola che le ali del T vanno opportunamente armate per resistere alle notevoli sollecitazioni di flessione e taglio determinate dalle reazioni del terreno. Per questo l'altezza della mensola all'incastro non mai inferiore a 1/2 - 1/3 dell'aggetto.

MODULO 1

UNITA 4 FONDAZIONI CONTINUE A TRAVI ROVESCE, FONDAZIONI A PLATEA

Ogni opera architettonica, indipendentemente dalla sua forma e natura, sempre la sintesi organica e razionale di un complesso di elementi strutturali che ne compongono lo scheletro interno e ne garantiscono la stabilit. Le fondazioni, elemento portante della struttura edilizia Ogni elemento, quindi, ha una sua precisa funzione statica e offre al progettista una serie di problematiche pi o meno gravi. La prima, e forse pi incognita, problematica che incontra il progettista quando si trova a dover realizzare una costruzione quella inerente le fondazioni in quanto elemento pi importante, e delicato, della struttura edilizia. Tali incertezze derivano prevalentemente dalla natura, spesso incerta, del terreno la cui conformazione pu essere estremamente varia influendo su di essa fattori fisici, meccanici e caratteristiche idrauliche. Da ci derivano gli enormi passi avanti fatti negli ultimi decenni in merito e nuove metodologie di indagine e classificazione dei terreni con laffermazione, tra laltro, di quella apposita disciplina che la Meccanica dei terreni o Geotecnica. La prima operazione da compiere, quindi, risiede in una attenta analisi delle caratteristiche del terreno su cui si deve operare, in seguito alla quale compiere la scelta idonea sul tipo di fondazione da applicare. Evidentemente tali ricerche risultano del tutto superflue nel caso si tratti di modeste costruzioni da eseguirsi su terreni compatti e resistenti, ma in tutti gli altri casi la fase di analisi non pu essere mai disattesa. Pur non essendo oggetto di questo corso lo studio dei terreni opportuno accennare a una grande distinzione che viene fatta dei terreni e che li classifica come costituiti da rocce sciolte o rocce lapidee: rocce sciolte: sono costituite da aggregati naturali , i cui granelli possono essere separati con deboli azioni meccaniche rocce lapidee: sono costituite da aggregati i cui elementi sono tenuti insieme da legami forti e permanenti. E facile intuire come a seconda del tipo di terreno su cui si deve costruire occorre optare su una tipologia di fondazione piuttosto che su unaltra. Il problema della scelta del tipo di fondazione da adottare poi

strettamente inerente a un altro fattore che quello dei costi: tra la molteplicit di soluzioni possibili , infatti, necessario individuare, non solo quella staticamente pi idonea, ma anche quella che mi garantisce le maggiori prestazioni con un impegno economico ragionevole. Esistono diverse classificazioni delle fondazioni, noi adottiamo quella pi ricorrente, che le divide in dirette e indirette, fondazioni per terreni di scarsa consistenza e fondazioni idrauliche. Fondazioni dirette su terreni resistenti superficiali Il primo gruppo tipologico costituito dalle fondazioni dirette che a loro volta si dividono ulteriormente in continue e discontinue. Si ricorre a questo tipo di fondazione quando il terreno fondabile a una profondit superiore ai 6 metri. Fondazioni dirette continue 1) Fondazioni dirette continue normali: rappresentano il tipo pi economico e necessitante di meno indagini preliminari di fondazione e sono adatte nel caso di terreni resistenti. E sufficiente, infatti, che il banco sia omogeneo per tutta lestensione del fabbricato e che la sua potenza sia pari ad almeno tre volte la lunghezza della fondazione e che non presenti pericoli di corrosioni o cedimenti. Vengono classificate in questo modo le fondazioni realizzate sino a una profondit di 5 o 6 metri, purch la struttura portante del fabbricato sia anchessa continua Una volta definito lo spessore della fondazione, che sempre maggiore di quello delle murature in elevazione e che viene stabilito in base allo studio dei carichi gravanti su un metro quadro lineare della fondazione stessa, si procede allo scavo e alla preparazione del terreno di posa della fondazione, che deve essere orizzontale, spianato e con le pareti appiombate. 2) Fondazioni dirette continue a base larga o trave rovescia: un ulteriore tipo di fondazione diretta continua e sono utilizzate in edifici in muratura in cui, a causa della natura del terreno, si preferisca, invece di scavare pi in profondit per cercare strati idonei, si preferisce ricorrere a una fondazione a base allargata o a zatterone. Si tratta di costruire al di sotto della muratura di fondazione, poco pi larga della sovrastante di elevazione, una zattera in cemento armato. Grazie allelevata resistenza di queste strutture si possono ottenere delle

fondazioni continue definite come nastriformi di grande larghezza, poco pesanti ed economiche.

MODULO 1

UNITA 5 FONDAZIONI DISCONTINUE, I PLINTI

Vengono utilizzate in tutti quei casi in cui, dopo lanalisi del terreno, si ritenga opportuno concentrare gli appoggi su zone limitate del terreno, anzich lungo tutta la fondazione.

Sono fondazioni utilizzabili quando il terreno resistente si trova oltre i cinque metri di profondit oppure quando i carichi unitari sono talmente modesti da non renderne conveniente la ripartizione su una fondazione continua.

1)Fondazioni discontinue a pilastri: sono costituite da dei solidi di forma piramidale o parallelepipeda, di preferenza a pianta quadrata, che hanno la funzione di ripartire il carico sul terreno.

Il plinto costituisce un naturale allargamento della sezione del pilastro e pu essere alto e rigido, costituito quindi da poco ferro e cemento magro, oppure bassi e flessibili.

2) Fondazioni discontinue a plinti isolati in acciaio: sono adottate in edifici molto alti in cui possono concentrarsi alla base delle colonne carichi molto elevati, che non sempre possibile ripartire sul terreno in maniera unitaria.

Si ricorre, in questi casi, a fondazioni composte da due parti: una parte metallica connessa alla struttura di elevazione e una muraria adeguata al terreno di appoggio. Le due parti possono essere vincolate tra di loro in maniera pi o meno decisa attraverso semplici appoggi o incastri.

MODULO 1

UNITA 6 FONDAZIONI INDIRETTE

Le fondazioni indirette risultano convenienti quando il terreno fondabile si trova a una profondit superiore ai 6 metri. Si dividono ulteriormente in fondazioni indirette a pozzi e fondazione indirette su pali.

1)Fondazioni indirette a pozzi: possono essere realizzate tramite il ricorso a piloni in muratura (fondazioni a piloni e a pozzi) o con palificate di sostegno. Le fondazioni a piloni, tipiche degli edifici in muratura, venivano spesso usate in passato in quei casi in cui occorreva attraversare terreni poco consistenti per raggiungere strati compatti profondi. Risultavano pi convenienti rispetto alle fondazioni continue per la minore quantit di terra da scavare e per il minor volume di muratura da eseguire. Normalmente venivano utilizzati pali in abete o pioppo. Di fondamentale importanza lo studio della dislocazione dei piloni per ottenere una adeguata distribuzione dei carichi.

In tutti i casi in cui le strutture di fondazione richiedono piloni di sezione molto grossa anzich ricorrere allutilizzo di legname preferibile usufruire alla fattura di pozzi rivestiti di muratura ottenuti per affondamento o sottomurazione.

La tecnica per affondamento prevede la disposizione di anelli di calcestruzzo prefabbricati aperti in basso e in alto in cui inserire il pilone. La tecnica per sottomurazione, invece, prevede effettuando scavi a una certa profondit senza bisogno di armature provvisionali allinterno dei quali eseguire la fodera murarie interna delle pareti del pozzo.

2) Fondazioni indirette su pali: costituiscono il sistema pi diffuso di fondazione indiretta su terreni resistenti profondi e sono diventate molto comuni per la variet tipologica di realizzazione dei pali stessi. Attualmente infatti possibile, a seconda delle esigenze, ricorrere a pali realizzati in legno, ferro, cemento armato costruiti fuori opera o in opera. E possibile compiere un distinzione, nel campo della tipologia di messa in opera, tra pali infissi mediante battitura senza asportazione di terra preparati fuori opera e costituiti da vari materiali (legno, cemento, ferro),

pali infissi nel terreno senza asportazione di terra costruiti in opera in cemento armato, e pali eseguiti per trivellazione con asportazione di terra eseguiti in opera (pali trivellati).

MODULO 1

UNITA 7 LE PALIFICATE, PALI IN FERRO, PALI IN CEMENTO ARMATO, PALI TRIVELLATI IN OPERA

Le palificate in legname sono opere diffusamente utilizzate in lavori di consolidamento di versanti, difesa spondale, recupero frane e smottamenti. Lazione stabilizzante data da una struttura in legno realizzata mediante incastellatura di pali in legno disposti alternativamente in senso longitudinale e trasversale e collegati tra loro per mezzo di chiodature effettuate con tondini di ferro. Tra le intercapedini originate dai pali possibile inserire piante radicate, talee di specie arbustive o arboree, piante erbacee con apparato radicale profondo come il vetiver. Le radici delle piante che vengono messe a dimora nel tempo andranno a rafforzare e a coadiuvare fino a sotituire la funzione stabilizzante dei pali. Fra le opere di ingegneria naturalistica, la palificata di sostegno una delle pi utilizzate e conosciute e la sua validit ormai ampiamente dimostrata da numerose applicazioni. La relativa semplicit di realizzazione di questa struttura in confronto ad un tradizionale muro in calcestruzzo armato e lottimo inserimento ambientale, il cui ridotto impatto si realizza nel tempo grazie alle piante in essa inserite, la vedono utilizzata frequentemente per il sostegno di riporti di terreno ma anche per interventi su aree franose vere e proprie. A livello economico, inoltre, le palificate in legname con talee sono competitive con le tradizionali opere in calcestruzzo. Per la realizzazione della palificata viva possibile utilizzare pali in castagno, larice e pino; se viene usato legname di larice o pino la durata della struttura pu raggiungere i 20-40 anni, mentre pi durature sono le opere realizzate con paleria in di castagno: il costo pi elevato ma il risultato nel tempo fa preferire questo tipo di materiale. La presenza di piante assicura la stabilit del pendio anche nella fase successiva, quando il legname col tempo si sar completamente disgregato, ed aumenta linserimento dellopera nel paesaggio. Per quanto riguarda la stabilit, va detto che , a parte le palificate molto sviluppate in altezza rispetto alla base (ad esempio una altezza di 4 m su una base di 2 m ), il rischio di ribaltamento pressoch nullo: una palificata alta 2m e profonda 2 m non necessita di particolari cautele e risulta assolutamente stabile. Altezze comprese tra 1,5 e 2 m consentono di ritenere tali opere di durata illimitata. La disposizione in leggera contropendenza della palificata, ottenibile con uno scavo adatto, rende ancora pi remota la possibilit di ribaltamento

mentre la grande base dappoggio determina valori di carico sul terreno decisamente ridotti. Per quanto riguarda le tipologie di opera realizzabile si possono considerare la palificata a parete doppia e la palificata a parete singola. La palificata a parete doppia viene realizzata con due pali longitudinali; uno esterno visibile e uno interno posto entro lo scavo a dare maggior forza e presa agli elementi trasversali di connessione, data la maggior stabilit viene impiegata in caso di riporti di terreno, recupero frane e in tutte le situazioni di colmature di vuoti in genere. La palificata a parete singola presenta il palo longitudinale solo esternamente, i pali trasversali sono infissi nel suolo e viene impiegata per consolidamenti di sponde soggette a forte erosioni.

Altra struttura largamente impiegata in lavori di ripristino e/o controllo ambientale sono le briglie in legno e pietrame, strutture che poste sui corsi dacqua a flusso turbolento rallentano la velocit delle acque riducendone la capacit erosiva.

Pali in cemento armato

Il Palo di fondazione prefabbricato di grande diametro costituito da un tubo in cemento armato munito di fori laterali posti a distanza variabile, comunicanti tramite inserti metallici cavi con tubi in acciaio inseriti nel getto del palo, da utilizzare per liniezione a pressione di miscele cementizie onde ottenere la solidarizzazione del palo al terreno circostante. La presente invenzione riguarda la realizzazione di pali di grande diametro prefabbricati in cemento armato da mettersi in opera mediante infilaggio a gravit in fori predisposti nel terreno da macchine perforatrici. La successiva solidarizzazione al terreno circostante avviene mediante iniezione ad alta e bassa pressione di malte cementizie, effettuate attraverso tubi in acciaio inseriti nel getto del palo, comunicanti tramite inserti metallici cavi, con la superficie laterale del palo, nei quali vengono inserite le valvole.

Nel palo vengono inseriti due tipi di tubi in acciaio. -I primi vengono utilizzati per le iniezioni di primo tempo, cio per formare la cosidetta camicia. Essi partono dalla testa del palo, raggiungono il fondo, e quindi comunicano con lesterno del palo tramite un inserto metallico cavo nel quale posizionata una valvola. Il numero di tali tubi per la realizzazione della camicia dipende dal diametro del palo ed in ogni caso variabile. -I secondi vengono utilizzati per le iniezioni di secondo tempo ad alta

pressione. Anchessi partono dalla testa del palo, e raggiungono il fondo, ma a differenza dei precendenti comunicano pi volte con lesterno del palo tramite inserti metallici cavi sui quali sono posizionate le valvole. Collegando, uno alla volta i tubi dacciaio che fuoriescono dalla testa del palo con la pompa di mandata della miscela cementizia, si metttono in funzione contemporanamente tutte le valvole che si trovano lungo il tubo. Il numero di tali tubi variabile e dipende dalle scelte del progettista. Le tecniche che si adottano attualmente per la realizzazione di pali di grande diametro consistono essenzialmente nellintrodurre nel foro realizzato nel terreno una gabbia in acciaio e quindi riempiere il foro con calcestruzzo. Ci comporta la costruzione della gabbia metallica, il trasporto, la sua messa in opera nel foro realizzato nel terreno. Inoltre il confezionamento del calcestruzzo, il trasporto con autobetoniere ed il successivo getto. Tutte operazioni abbastanza semplici, ma che nellambito di un cantiere necessitano di unaccurata organizzazione con relativi costi.

VANTAGGI Riduzione drastica dei tempi di esecuzione Riduzione del costo Facilit di accertamento della perfetta realizzazione dellopera Notevole aumento della capacit portante, dovuto alla presenza delle iniezioni laterali e al minore peso del palo. Soluzione al problema dellattrito negativo, grazie alla possibilit di ammorsare il palo tramite le iniezioni secondarie solo nei terreni di elevate caratteristiche meccaniche. Migliore qualit del calcestruzzo del palo Maggiore protezione delle armature metalliche Impossibilit di manomissioni

Pali trivellati in opera

Attrezzatura Per la perforazione saranno utilizzate attrezzature semoventi equipaggiate con rotary. Lutensile di scavo sar il pi idoneo in relazione alla natura e consistenza dei terreni da scavare. Numero, potenza e capacit operativa delle attrezzature dovranno essere tali da consentire la realizzazione dei pali nei tempi previsti alla luca delle condizioni ambientali, litologiche e idrogeologiche dei terreni da attraversare nonch alle dimensioni dei pali da eseguire. Preparazione del fango bentonitico Il fango bentonitico dovr essere preparato ed utilizzato in accordo alle modalit seguenti:

Bentonite in polvere

La bentonite avr le caratteristiche minime indicate:

Residuo al vaglio da 10.000 maglie/cm = 15% Limite di liquidit >= 400% Viscosit Marsh della sospensione al 6% in acqua distillata >= 40 Decantazione della sospensione al 6% in 24 ore

CARATTERISTICHE :

DESCRIZIONE LIMITI DI ACCETTABILITA

Contenuto dei solfati (come SO3) 20 mg/l Contenuto di cloruri (Ione CL) 20 mg/l Sostanze sospese 20 g/l Il dosaggio di bentonite, in peso, deve risultare di norma compreso fra il 4 ed il 7%. Variazioni in pi o in meno saranno stabilite, in sede esecutiva, in relazione ad eventuali problematiche di confezionamento o di appesantimento durante la perforazione. Limpianto di preparazione del fango sar costituito da:

dosatori; mescolatori automatici ( ammesso l'impiego di mudhopper ); silos di stoccaggio della bentonite in polvere; vasche di agitazione, maturazione e stoccaggio del fango fresco

prodotto; relative pompe e circuito di alimentazione e di recupero fino agli

scavi; vasche di recupero dissabbiatori vasca di raccolta della sabbia e di sedimentazione del fango non

recuperabile.

Il fango verr attenuto miscelando, fino ad ottenere una sospensione finemente dispersa, i seguenti componenti:

acqua dolce di cantiere bentonite in polvere additivi eventuali (disperdenti, sali tampone...)

Dopo la miscelazione la sospensione verr immessa nelle apposite vasche di "maturazione" del fango, nelle quali essa dovr rimanere per un tempo adeguato, prima di essere impiegata per la perforazione. Di norma la maturazione richiede da 6 a 12 ore.

Le caratteristiche del fango pronto per l'impiego dovranno essere comprese entro i limiti seguenti:

peso specifico: non superiore a 1.10 t/m3 viscosit Marsh: compresa fra 30" e 60" temperatura: > 5 C pH : 9-11

Controlli sul fango Sul fango bentonitico saranno eseguite, con la frequenza e le modalit indicate sulla Specifica di Controllo Qualit definita dal Progettista, le prove di controllo atte a determinare i parametri di seguito specificati:

caratteristiche della bentonite caratteristiche dell'acqua densit del fango bentonitico fresco densit, viscosit, temperatura e pH del fango bentonitico pronto

per l'impiego caratteristiche del fango bentonitico nell'interno dello scavo, prima

del getto; in caso di esito non soddisfacente l'Impresa Esecutrice sostituir, parzialmente od integralmente, il fango per ricondurlo alle seguenti caratteristiche:

contenuto in sabbia del fango:;le; 5% densit: 1,15 t/m3

Perforazione Se necessario, in corrispondenza di ciascun palo sar posto in opera un avampozzo provvisorio di lamiera d'acciaio con funzioni di guida dell'utensile, di riferimento per la posizione piano-altimetrica della sommit del palo o di difesa dell'erosione del terreno nelle fasi di immissione e risalita dell'utensile di perforazione. La distanza minima tra gli assi di due perforazioni attigue, in corso, appena ultimate o in corso di getto, dovr essere tale da impedire eventuali fenomeni di interazione e comunque non inferiore ai 5 diametri. Qualora in fase di completamento della perforazione fosse accertata l'impossibilit di eseguire rapidamente il getto (sosta notturna, mancato trasporto del calcestruzzo, etc.) sar necessario interrompere la perforazione alcuni metri prima ed ultimarla solo nell'imminenza del getto. La perforazione a secco senza rivestimento non di norma ammessa, salvo ed esclusivamente, previa comunicazione

alla Direzione lavori, nei terreni coesivi caratterizzati da valori della coesione non drenata cu Y H/3, esenti da intercalazioni incoerenti e non interessanti da ingresso di acqua nel foro ( Y = peso di volume totale). Una volta raggiunte le profondit previste dal progetto, si provveder alla sostituzione del fango di perforazione fino al raggiungimento dei prescritti valori del contenuto di sabbia, ed alla eventuale pulizia del fondo foro con gli utensili pi adatti (es. cleaning bucket). Per la rimonta del fango di perforazione da sostituire prima del getto, si potr utilizzare uno dei seguenti sistemi:

eiettore (air lifting); pompa sommersa per fanghi; pompa-vuoto applicata in testa al tubo-getto.

Nel caso di presenza nel terreno di trovanti lapidei o di strati rocciosi e per conseguire un adeguato immorsamento in sub-strati di roccia dura si potr ricorrere all'impiego di scalpelli frangiroccia azionati a percussione, di peso e forma adeguati alla natura dell'ostacolo e comunque dotati alla sommit si un anello di forma adeguata per la guida dell'utensile. In alternativa all'uso dello scalpello possono essere utilizzate eliche da roccia aventi spirali rinforzate e denti idonei allo stato di fessurazione della roccia da perforare. L'impiego dello scalpello comporter l'adozione di un rivestimento provvisorio, spinto fino al tetto della formazione lapidea, allo scopo di evitare urti e rimbalzi laterali dello scalpello contro le pareti del foro. Armature Completata la perforazione si provveder alla posa in opera della gabbia, pre-assemblata, in conformit con le seguenti specifiche. Le armature metalliche saranno di norma costituite da barre ad aderenza migliorata; le armature trasversali dei pali saranno costituite unicamente da spirali in tondino esterne ai ferri longitudinali. I pali costruiti in zona sismica dovranno essere armati per tutta la lunghezza. Le armature verranno pre-assemblate fuori opera in "gabbie"; i collegamenti saranno ottenuti con doppia legatura in filo di ferro o con morsetti. L'armatura di lunghezza pari a quella del palo dovr essere posta in opera prima del getto e mantenuta in posto senza appoggiarla sul fondo del foro. Al fine di irrigidire le gabbie d'armatura potranno essere realizzati opportuni telai cui fissare le barre d'armatura. Detti telai potranno essere realizzati utilizzando barre lisce verticali legate ad anelli irrigidenti orizzontali orientativamente, a seconda delle dimensioni e della lunghezza del palo, potr provvedersi una cerchiante ogni 2,5 3 metri. Non si ammette di

norma la distribuzione delle barre verticali su doppio strato; l'intr netto minimo tra barra e barra, misurato lungo la circonferenza che ne unisce i centri, non dovr in alcun caso essere inferiore a 7,5 cm. Le gabbie di armatura saranno dotate di opportuni distanziatori non metallici atti a garantire la centratura dell'armatura ed un copriferro netto minimo di 3 cm rispetto al rivestimento definitivo, o di 6 cm rispetto al diametro nominale del foro, nel caso di pali trivellati. Per i distanziatori in plastica, al fine di garantire la solidariet col calcestruzzo, necessario verificare che la loro superficie sia forata per almeno il 25%. I centratori saranno posti a gruppi di 3-4 regolarmente distribuiti sul perimetro e con spaziatura verticale di 3-4 metri. Le gabbie d'armatura dovranno essere perfettamente pulite ed esenti da ruggine e dovranno essere messe in opera prima del getto; ove fosse necessario, ammessa la giunzione, che potr essere realizzata mediante sovrapposizione non inferiore a 40 diametri, mediante impiego di un adeguato numero di morsetti. Le gabbie d'armatura saranno posizionate entro i rivestimenti curando il perfetto centramento mediante l'impiego di opportuni distanziatori e rispettando con precisione le quote verticali prescritte nei disegni di progetto. Prima del posizionamento si avr cura di rimuovere eventuali corpi estranei presenti nel cavo e si verificher che l'eventuale presenza di acqua dentro il tubo di rivestimento non superi il limite di 15 cm. Getto di calcestruzzo Il getto del calcestruzzo avverr impiegando il tubo di convogliamento. Esso sar costituito da sezioni non pi lunghe di 3,00 m di tubo in acciaio avente diametro interno 20 25 cm. L'interno del tubo sar pulito, privo di irregolarit e strozzature. Le giunzioni tra sezione e sezione saranno del tipo filettato, senza manicotto (filettatura in spessore) o con manicotti esterni che comportano un aumento di diametro non superiore a 2,0 cm; sono escluse le giunzioni a flangia. Il tubo sar provvisto, all'estremit superiore, di una tramoggia di carico avente una capacit almeno di 0,5 0,6 m3 , e mantenuto sospeso da un mezzo di sollevamento. Il tubo di convogliamento sar posto in opera arrestando il suo piede a 30-60 cm dal fondo della perforazione; al fine di evitare azioni di contaminazione o dilavamento del primo calcestruzzo gettato, prima di iniziare il getto si disporr entro il tubo, in prossimit del suo raccordo con la tramoggia, un tappo formato da un involucro di carta o plastica, riempito con vermiculite granulare, palline di polistirolo o sabbia. Durante il getto il tubo convogliatore sar opportunamente manovrato per un'ampiezza di 20-30 cm, in modo da favorire l'uscita e la risalita del calcestruzzo evitando altres la segregazione della malta degli inerti. Previa verifica del livello raggiunto, utilizzando uno scandaglio metallico a fondo piatto,

nel corso del getto il tubo di convogliamento sar accorciato per tratti successivi, sempre conservando un'immersione minima nel calcestruzzo di 2,0m. Il getto del calcestruzzo dovr essere portato ad almeno 0,5 1,0 m al di sopra delle quote di progetto della testa del palo per consentire di eliminare la parte superiore del progetto (scapitozzatura). All'inizio del getto si dovr disporre di un volume di calcestruzzo pari a quello del tubo di getto e di almeno 3 o 4 m di palo. E' prescritta una cadenza di getto non inferiore a 15 m3/ora. Controlli e documentazione Per ciascun palo L'impresa Esecutrice dovr redigere una scheda indicante:

numero progressivo del palo (riferito ad una planimetria) dati tecnici dell'attrezzatura profondit di perforazione informazioni relative alla stratigrafia locale volumi e grafici del getto.

In presenza di anomalie o differenze rispetto alla stratigrafia prevista, qualora le condizioni reali risultino inferiori a quelle di progetto, l'Impresa Esecutrice proceder al riesame della progettazione ed adotter gli opportuni provvedimenti concordandoli con la Direzione Lavori.

MODULO 1

UNITA 8 PALO FRANKI, PALO SIMPLEX

Tra i pali storicamente pi noti costruiti in opera si ricordano i seguenti i quali si differenziano in base alla modalit di infissione del tuboforma e del costipamento del calcestruzzo:

palo Simplex: il sistema originario consiste nell'affondare nel terreno un tubo munito di puntazza recuperabile, del tipo alligator (in seguito stata sostituita con una puntazza in calcestruzzo che viene abbandonata nel terreno), sino al rifiuto desiderato. Successivamente si procede al getto del calcestruzzo fresco, all'estrazione progressiva del tuboforma e al costipamento del conglomerato con un apposito maglio. Per irrobustire il palo si pu creare alla sua base un ingrossamento o bulbo per aumentare la sezione utile di appoggio del terreno (simplex pressato). Una variante del palo simplex e il duplex, che si ottiene inserendo un palo dentro l'altro, cio battendo concentricamente il tubo con una nuova puntazza nel calcestruzzo fresco, in questo modo si costringe il conglomerato ad allargarsi costipando lateralmente il terreno;

palo Franki: differisce dal palo Simplex sostanzialmente per il sistema d'infissione del tubo. Dopo avre poggiato il tubo (il diametro varia da 35 a 52 cm) sul terreno si getta sul fondo una determinata quantita di calcestruzzo di consistenza asciutta che viene colpito con apposito maglio fino a formare, sul fondo del tubo, un tappo aderente all'involucro. Tale tappo sotto l'azione del maglio, penetra nel terreno e trascina con s, per la sua forte aderenza, il tuboforma fino alla profondit desiderata, impedendo nello stesso tempo sia all'acqua sotterranea che alla terra di penetrare all'interno. Successivamente si procede alla formazione del bulbo di base fissando il tuboforma in modo che questo non possa pi affondare e continuando a battere il tappo in modo da vincere la sua aderenza contro l'involucro e costringendolo ad espandersi e a penetrare nel terreno posto alla base. In questa fase si continua ad aggiungere calcestruzzo in modo da avere nel tubo quatit di conglomerato sufficiente ad impedire l'entrara dell'acqua e della terra. Realizzata la base si procede alla formazione del fusto del palo aggiungendo calcestruzzo, sempre di consistenza asciutta, che viene battuto con il maglio mentre contemporanemanete si provvede a sollevare tratto per tratto la camicia metallica. il calcestruzzo compresso dal maglio invade il terreno circostante

espandendosi in forma di anelli irregolari o sporgenti. Pertanto il fusto assume un diametro superiore a quello della camicia metallica provocando cos nel terreno una seconda energica compressione.

MODULO 1

UNITA 9 ISOLAMENTO DELLE STRUTTURE DI

FONDAZIONE

Nella realizzazione di nuovi edifici o in interventi di ristrutturazione che coinvolgono anche le parti strutturali portanti dei fabbricati buona norma fare particolare attenzione all'isolamento delle murature di fondazione, le quali sono spesso soggette a danni causati dallumidit, sia per percolamento di acqua dal terreno circostante, sia per risalita capillare.

La protezione di tali parti di un edificio si pu ottenere in due modi: realizzando delle intercapedini aerate, che cingono il perimetro del fabbricato impedendo il contatto tra le strutture murarie in fondazione ed il terreno circostante, oppure grazie alla posa in opera di barriere impermeabili, associate a un sistema di drenaggio.

Un'intercapedine aerata, sicuramente opera pi costosa di una barriera impermeabile, si realizza in genere costruendo una muro di cinta, normalmente in CLS armato, ad una distanza di almeno 30-40 cm dal muro di fondazione, in pratica ottenendo una sorta di recinto incassato in cui si va a realizzare l'edificio; in casi particolari, dettati da richieste della committenza oppure da necessit specifiche dovute alla localizzazione e/o alla funzione dei locali interrati, si possono anche realizzare intercapedini tecniche ispezionabili,tenendo sempre presente che, in fase di realizzazione dei muri di contenimento, preferibile prevedere almeno un sistema di drenaggio degli stessi, se non, in alcuni casi, un sistema di isolamento. Per completare la funzionalit dell'intercapedine aerata, e garantire la sicurezza dei fruitori dell'edificio, nella parte superiore del muro di contenimento, nel vuoto tra lo stesso e l'edificio, si installano dei grigliati calpestabili, che permettono tanto la circolazione dell'aria nell'intercapedine quanto la pedonabilit di tutto il perimetro del fabbricato.

Una barriera impermeabile, invece, si realizza, mediante la posa di membrane bituminose armate con velo di vetro o un manto di TNT (Tessuto Non Tessuto) di poliestere. Operativamente, per garantire la massima presa delle membrane sulle facce verticali della muratura, bisogna effettuare un pretrattamento delle stesse con primer a base bituminosa; successivamente, si effettuer la posa in opera della guaina, partendo dal piano di imposta del muro interrato, avendo cura di estenderla per almeno 15-20 cm fuori terra.

Molta cura dovr essere posta nella realizzazione dei giunti, specie nel punto di collegamento tra strato verticale e strato orizzontale della barriera; in situazioni nelle quali si riscontrassero possibili infiltrazioni dovute alla presenza di falde freatiche, necessario realizzare almeno due strati di impermeabilizzazione in entrambi i sensi.

Per quanto riguarda le opere di drenaggio, queste vanno effettuate lungo tutto il perimetro della fondazione mediante la posa in opera, su fondo ben costipato, di uno strato di pietrame di dimensioni variabili dal basso verso l'alto pietre grosse e regolari negli strati pi bassi fino ad avere quasi del pietrisco negli starti superficiali per evitare fenomeni di intasamento degli interstizi tra le pietre a causa della terra sovrastante; per migliorare la stabilit della massa di pietrame di drenaggio, lo stesso pu essere avvolto da uno strato di TNT che, garantisce anche un buon filtraggio. Lungo tutto il perimetro delle opere di drenaggio, a poca distanza dalle strutture di fondazione si dispone un tubo di drenaggio, in materiale resistente alla compressione e al tempo stesso flessibile, che presenta dei fori sulla parte superiore che incanalano l'acqua drenata all'interno del tubo stesso che, posato con una pendenza media del 5%, la trasporta verso le canalizzazioni di smaltimento.

La scelta della migliore soluzione per un problema di isolamento e protezione delle murature perimetrali di fondazione, di cui abbiamo accennato due delle soluzioni costruttivamente pi diffuse, certamente da valutare caso per caso, perch anche le scelte costruttive pi semplici ed efficaci vanno contestualizzate per renderle effettivamente funzionali ed adeguate.

MODULO 2

UNITA 1 CARATTERISTICHE E FUNZIONI DEL MURO

Tradizionalmente, per opera muraria, si intende un insieme di elementi naturali o artificiali (pietra, laterizio ecc.) varia forma e finitura, che sovrapposti gli uni agli altri e legati da malta, danno vita a unit strutturali dalle caratteristiche coerenti.

Le murature cos organizzate devono soddisfare alcune esigenze fondamentali per la vivibilit e il confort degli edifici:

- capacit portante; - protezione dagli agenti atmosferici; - isolamento termico; - isolamento acustico; - resistenza al fuoco; - sicurezza in caso di evento sismico.

Lo spessore ed il materiale saranno scelti in relazione alle funzioni che il muro stesso deve assolvere, alla funzione statica, alle esigenze morfologiche ed espressive, al contesto in cui l'opera viene realizzata. Se la muratura non ha funzione portante, ma solo di separazione, lo spessore pu essere ridotto alla dimensione dell'elemento che lo compone, tenendo comunque di conto il soddisfacimento degli altri requisiti richiesti. Le esigenze funzionali o prestazionali non sono le uniche a determinare la scelta di un materiale piuttosto che un altro. E' indubbio che la memoria storica lega, nell'immaginario collettivo, l'idea di muro alle caratteristiche estetico-morfologiche e prestazionali che ogni materiale capace di trasmettere, arrivando a identificare le une con le altre. Determinante, a tal proposito, il modo di organizzare gli elementi base per 'comporre' la struttura muraria, la 'tettonica' quindi del muro contribuisce al valore complessivo del manufatto.

Le murature si possono classificare mediante vari criteri, a seconda della loro funzione o posizione, dei materiali impiegati o della tecnica di esecuzione fino ad arrivare a classificazioni pi articolate che sovrappongono i sistemi precedenti.

Per determinare lo spessore del muro occorre procedere a varie verifiche: - resistenza statica (per muri interni ed esterni); calcolato il carico complessivo che agisce sulla base del muro, stabilito il carico unitario di sicurezza che pu sopportare il tipo di muratura, si ricava la sezione utile di resistenza con i metodi della Scienza delle Costruzioni; - resistenza agli agenti atmosferici (per muri esterni): gli elementi che formano il muro devono essere costituiti da materiali resistenti all'acqua meteorica e al gelo (ad esempio, non si possono impiegare elementi di gesso, che solubile all'acqua, o elementi altamente gelivi); - isolamento termico (per muri esterni): lo spessore e la tipologia del muro deve essere tale da garantire all'interno dei locali un adeguato controllo della temperatura e del grado di umidit, al fine di realizzare un ambiente sano, non troppo caldo d'estate, n troppo dispersivo del calore interno d'inverno.

Lo spessore in relazione alla resistenza termica del materiale impiegato, ma per i muri tradizionali di pietre e mattoni spesso, per ottenere una sufficiente coibenza termica, occorre uno spessore di muro superiore a quello richiesto per la resistenza statica.

- coibenza acustica (per muri interni ed esterni): lo spessore del muro deve garantire un buon isolamento dai rumori prodotti all'esterno ed all'interno dell'abitazione. Anche qui lo spessore dipende dal tipo di materiale impiegato; per l'esattezza il potere fonoassorbente dei muri esterni deve essere tale da garantire un isolamento non inferiore ai 45 decibel (dB) per frequenze acustiche comprese fra 100 e 3000 Hz. Stabilito il tipo di materiale da impiegare, lo spessore del muro sar uguale al valore maggiore degli spessori ricavati con le verifiche suddette.

Prescrizioni tecniche

La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse.

I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione. dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta in modo che possa riempire tutte le sconnessure. I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al di sotto di zero gradi centigradi. Tutte le murature in genere saranno misurate geometricamente, a volume o a superfici, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cio gli intonaci.

MODULO 2

UNITA 2 CLASSIFICAZIONE DEI MURI E DENOMINAZIONE IN BASE ALLA FORMA E

MATERIALE DI COSTRUZIONE

Si intende come muro una struttura verticale composta da materiali di varia provenienza e da un legante che rende la struttura monolitica. Un muro deve garantire alla struttura:

1. Funzione portante; 2. Protezione dagli agenti atmosferici; 3. Isolamento termico; 4. Isolamento acustico; 5. Sicurezza dal fuoco; 6. Sicurezza in caso di eventi sismici.

Per determinare lo spessore del muro che soddisfi tutte le caratteristiche, bisogna eseguire:

La verifica di resistenza statica: con il metodo della scienza delle costruzioni si calcola quanto pu essere caricata la trave;

La verifica agli agenti atmosferici: essa controlla se i materiali che formano il muro devono essere resistenti allacqua meteorica e al gelo;

La verifica allisolamento termico: il muro costruito deve creare allinterno dell'abitazione condizioni di vivibilit. Essa non deve essere troppo calda in estate n troppo fredda o dispersiva in inverno. Queste caratteristiche sono in relazione con i materiali e con lo spessore del muro;

Verifica della coibenza acustica: il muro in questione deve essere insonorizzato rispetto agli agenti acustici esterni ed interni. Questo in relazione ancora una volta con i materiali e con lo spessore del muro.

I muri vengono suddivisi in tre categorie:

1. portanti: i muri portanti hanno capacit statica e tengono la struttura in piedi;

2. divisori: i muri divisori servono a dividere i diversi vani dellabitazione;

3. di tamponamento: essi servono a chiudere gli spazi tra le travi e i pilastri delle strutture intelaiate.

Unaltra classificazione dei muri viene effettuata in base ai materiali con cui sono costruiti:

Pietra; Laterizio; Blocchi in laterizio.

I muri di cui si tratta in questo contesto prendono il nome di muri in elevazione. In base alla tecnica di costruzione si categorizzano in:

Muri a secco: vengono costruiti senza lausilio di leganti; Muri con malte; Muri di getto: vengono realizzati con materiali vari, nelle

cavit del terreno con lausilio delle casseforme.

In base alla forma i muri vengono detti:

monostrato multistrato, o muri doppi.

Le murature di questo tipo vengono posate senza alcuna preoccupazione per il fattore estetico. Essi non possono essere meno spessi di 50 cm perch non resisterebbero ai carichi. Lesecuzione del muro a regola darte prevede che:

La posizione del concio sia piana, poich in posizione retta comporterebbe diminuzione di resistenza ai carichi.

Gli spazi vuoti tra concio e concio siano limitati, il che risulta difficile per lirregolarit dei pezzi di pietra.

Gli spazi pi grandi tra i conci devono essere riempiti da zeppe (pezzi pi piccoli di pietra). Il concio, prima di essere posato, deve essere immerso in malta idraulico-cementizia. Ci molto importante per la resistenza finale del muro. Gli errori pi comuni commessi in cantiere sono:

Limpiego di pietrame di tipo diverso Luso di mattoni come zeppe Lesecuzione del muro a sacco: si compongono i due lati del muro

con pezzi di pietra, riempiendo linterno con calcestruzzo o malta e pezzi di scarto

Lesecuzione del muro a piramide: se lesecuzione di questa tecnica viene fatta a regola darte, molto utile e resistente, ma nella maggior parte dei casi si rivela molto costosa e inutile.

Luso del calcestruzzo pu comportare vantaggi considerevoli in termini di costi e di tempo. Ci sono tre elementi per da tenere presente:

La notevole dilatazione; Il ritiro; La permeabilit.

Il calcestruzzo di facile utilizzo nelle murature di importante spessore e anche nelle fondazioni, dove lo spessore non mai inferiore ai 50 cm e il terreno permette una buona stagionatura. Si hanno invece delle difficolt quando il muro faccia a vista e di piccolo spessore, in questo caso il rischio di ritiro e di crepe molto alto. Anche in costruzioni di muri di notevole spessore si hanno fessurazioni e crepe. Per impedire che accada tutto ci si adottano queste soluzioni:

Un'armatura di ferro adeguata con maglia molto stretta; Un'accurata previsione dei giunti di dilatazione; Una dosatura elevata di cemento; Una perfetta vibrazione del conglomerato; Non cambiare la sezione sulla stessa facciata perch ad ogni

cambio si avr una fessurazione.

Le murature in tufo sono tuttora utilizzate per la loro praticit ed economia. Esse vengono usate in costruzioni alte al massimo tre piani. I blocchi in commercio hanno dimensioni di 30 x 40 x 13 cm e quindi si avranno muri con spessori di 30-40 cm o multipli di questi. I blocchi di tufo inoltre devono essere lasciati a riposare affinch - perdendo lacqua di cava - si induriscano.

Le murature in pietra a secco sono un metodo costruttivo usato fin dallantichit per la sua semplicit di messa in opera. Il muro in pietra a secco di norma era spesso 50 cm e non superava laltezza di 160 cm. I muri in pietra hanno varie tipologie costruttive:

1. Murature con conci di pietra squadrata 2. Murature con parametro di pietra squadrata 3. Murature di pietrame faccia a vista: a corsi regolari, ad opum

incertum, a corsi interrotti, a ciclopica 4. Murature con blocchi di tufo 5. Murature ordinarie di pietrame 6. Murature ordinarie di pietrame e mattoni

7. I mattoni usati in questo caso possono essere impiegati per riempire gli spazi lasciati dalle pietre, per fare gli spigoli e gli angoli, e infine intervallati con la pietra.

8. Nel primo caso si ha un vantaggio economico e uneliminazione di macchie di umidit in quanto la pietra igroscopica, inoltre si ottiene una maggiore uniformit dei carichi con un assestamento della muratura. I mattoni possono essere anche armati, seppur debolmente, con fasce di 12 cm.

Questa tecnica ancora molto usata nelle zone di produzione di pietra di buona qualit. Essa pu essere eseguita in vari modi:

A corsi regolari: il muro spesso 50 cm ed composto da un'ossatura di mattoni o calcestruzzo con un rivestimento nella parte esterna di mattoni faccia a vista. I conci di pietra, prima di essere posati, devono essere immersi in strati di malta idraulico-cementizia in modo da non lasciare spazi. Prestare molta attenzione agli angoli dove si concentrano i carichi. Inoltre i muri faccia a vista possono essere in base al gusto estetico: a rasa, a gola incavata, a toro sporgente. Il giunto deve essere raschiato per impedire la stagnazione dellacqua e l'infiltrazione nel muro, e deve essere riempito con ottima malta cementizia.

A opus incertum: possono essere usati anche scampoli di pietra di diversa dimensione incastrati tra loro con colpi di scalpello;

A corsi interrotti: questa tecnica consiste nellusare pietre pi grandi per interrompere la ripetitivit del muro, ottenendo un gradevole effetto estetico;

Ciclopica: con questa tecnica si usavano pietre di grandi dimensioni e i vuoti venivano riempiti con scaglie pi piccole di pietra

MODULO 2

UNITA 3 TECNOLOGIA DELLE MURATURE USATE IN ANTICHITA, MURI DI PIETRAME A SECCO, MURI

IN PIETRA, ECC

Murature di pietrame a secco Il muro si pietrame a secco una delle strutture pi antiche create dall uomo,pu ancora oggi essere utilmente impiegato per opere di minore importanza come ad esempio li troviamo ancor oggi lungo le stradine di campagna molte belli dal punto di vista estetico. Il muro viene costruito assestando a mano i conci grossi di pietra,che debbono essere disposti con il lato lungo per piano avendo cura di sfalsare i giunti e riempire gli spazzi vuoti con delle zeppe Murature di pietra Di murature in pietra prendiamo ora in esame i seguenti tipi:

Murature con conci di pietra squadrata Murature con paramento di pietra squadrata Murature di pietrame a faccia a vista Murature con blocchi di tufo Murature ordinarie di pietrame Murature ordinarie misto di pietrame e mattoni

Murature di pietra squadrata Impegnante nei monumenti dell antichit classica del neoclassicismo fino ai primi del 900,le murature di conci di pietra squadrata erano di grandissima resistenza e durevolezza. Il muro era formato da conci disposti uno accanto all altro collegati con zanche metalliche, un sottile strato di malta si interponeva fra i conci per ripartire i carichi verticali;infine per le murature soggette a carichi orizzontali, il concio inferiore veniva collegato a quello superiore con robusti perni Murature con paramento di pietra squadrata: Il muro eseguito interamente in pietra squadrata richiedeva un enorme quantit di pietra,per risparmiare tempo e denaro limpiego dei conci squadrati era limitato alla parte esterna visibile (paramento) mentre la parte interna era realizzata con altri materiali meno pregiati.Si avevano in questo modo murature miste con paramento di pietra da taglio e parte interna

Murature di pietrame a faccia a vista pu essere eseguita in vari modi:

A corsi regolari si pu realizzare con conci regolari di altezza uniforme. Lo spessore minimo della murature di 50 cm,pu essere realizzata anche a paramento ,disponendo cio le pietre nella parte in vista, con lossatura interna di mattoni pieni o di calcestruzzo. I conci di pietra devono essere prima immersi in acqua e posti su strati di malta idraulico- cementizia, in modo da non lasciare spazi vuoti nella struttura

Murature con blocchi di tufo: sono tuttora impiegati per la loro praticit ed economia,questa tipologia viene usata per la costruzione di piccoli edifici. I blocchi hanno dimensioni commerciali di circa 30x40x13 cm e quindi permettono spessori di murature di 30 o 40 cm, o loro multipli.I blocchi di tufo possono anche avere dimensioni minori ma lo spessore per tale tipo di muratura non deve essere inferiore a 24 cm

MODULO 2

UNITA 4 MURATURA ORDINARIA DI MATTONI, REGOLE DI ESECUZIONE DEI MURI

Sono fra le strutture pi antiche create dalluomo, attualmente sono utilizzate soprattutto per delimitare i terreni agricoli o per recinzioni e vengono usate nelle zone dove si trova pietrame in abbondanza, come ad esempio in Puglia, Liguria o Sardegna. Esempi di edifici costruiti con questa tecnica sono i trulli e le pajare pugliesi o le nuraghe sarde. Murature di pietra. Le murature di pietra, molto usate in passato quando i costi della manodopera erano irrilevanti, si possono raggruppare nelle tipologie seguenti. 1. murature di pietra squadrata: di grandissima resistenza utilizzate soprattutto dallantichit classica fino ad i primi del 900, erano formate da conci disposti uno accanto allaltro, collegati con zanche o perni metallici 2. murature con paramento di pietra squadrata: esteriormente nellaspetto molto simili alle murature di pietra squadrata, ma con limpiego dei conci squadrati limitato solo alla parte esterna visibile, mentre la parte interna era realizzata con materiali meno pregiati (pietrame grossolanamente squadrato, mattoni o calcestruzzo). 3. muratura di pietrame a faccia vista: utilizzata nelle zone di produzione di buon pietrame pu essere eseguita nei modi seguenti. A corsi regolari o filaretto. Si pu realizzare con facilit con conci calcarei di forma quasi regolare e di altezza uniforme. Lo spessore minimo della muratura di 40 cm. e pu essere realizzata anche a paramento, disponendo le pietre nella parte a vista, con ossatura interna di mattoni pieni o di calcestruzzo. Ad opus incertum: possono essere impiegati scapoli di pietra anche irregolari fatti combaciare ad arte con colpi di scalpello. A corsi interrotti: la muratura in tutto simile a quella a corsi

regolari, ma ogni tanto conci di pietra pi grandi o disposti per ritto interrompono il ritmo dei corsi, con un notevole effetto estetico. Ciclopica: si impiegano conci molto grandi di forma irregolare e i grossi vuoti sono chiusi da scaglie e scapole di pietrame 4. muratura con blocchi di tufo. Pratiche ed economiche, si prestano abbastanza bene per piccoli edifici (al massimo 3 piani), oppure per gli ultimi due piani di edifici pi alti o per sopraelevazioni. I blocchi hanno dimensioni commerciali di circa cm 30x40x13 e permettono, quindi, murature di 30-40 cm o loro multipli e possono essere combinati con il mattone in laterizio. Allaria induriscono perdendo lacqua di cava, e quindi sconsigliabile ricoprirli subito di intonaco. 5. murature ordinarie di pietrame. Sono quelle eseguite con scapoli irregolari o scheggioni di pietra,senza particolare cura dal punto di vista estetico e destinate ad essere intonacate sui due lati. Di spessore non inferiore ai 40 cm., per non perdere la resistenza, esse si realizzano con conci di pietra posizionati per piano evitando il posizionamento per ritto. Si deve aver cura di ridurre al minimo degli spazi vuoti fra concio e concio, e quando presenti, i grossi vuoti debbono essere riempiti di scaglie di pietra (zeppe) in modo che la tessitura del muro sia ben serrata. I conci opportunamente ripuliti da terra e polvere, ben bagnati devono essere allettati su malta (idraulica o idraulico-cementizia). Sono da considerarsi difetti della muratura limpiego di tipi diversi di pietrame (quelli poco resistenti devono essere scartati) o di pezzi di mattoni lesecuzione a piramide del muro (invece che a ricorsi paralleli e orizzontali) e lesecuzione del muro a sacco. Questultima pratica risulta estremamente pericolosa per la stabilit del muro nel caso lo stesso venga mal eseguito mediante riempimento della parte centrale con avanzi e residui di lavorazione piuttosto che con malta o calcestruzzo. La muratura a sacco pu essere una tecnica ammissibile solo per spessori superiori o uguali a 80- 100 cm.

6. muratura ordinaria mista di pietrame e mattoni. In questo tipo di muratura i mattoni possono essere impiegati per chiudere i vuoti fra gli elementi di pietra o di aggiustaggio dei piani della muratura o per la costruzione dei ricorsi orizzontali, da interporre alla muratura di pietrame.

MODULO 2

UNITA 5 MURATURE PORTANTI, MURATURE IN MATTONI PIENI, MURATURA CON MATTONI

SEMIPIENI E CON FUNZIONE PORTANTE

Il muro portante l'elemento strutturale di un edificio costruito con il sistema dei setti portanti. Si differenzia dal tramezzo, elemento divisorio interno e non portante, e dalla tamponatura, elemento che divide l'interno dall'esterno e che non porta peso.

Tipologie di muratura portante

Oltre a quelle gi citate (muratura in pietre a secco, in pietre squadrate, in mattoni) esistono altre tecniche di realizzazione di un muro portante:

Il muro a sacco un muro misto di mattoni e pietrame: costituito da due muri paralleli tra i quali viene posizionato un agglomerato disomogeneo di pietre e altri materiali duri. una tecnica per fare muri resistenti ed economici, molto utilizzata nel mondo romano. Gli stessi romani perfezionarono la tecnica del muro a sacco gettandovi all'interno del calcestruzzo, che produce un manufatto ancora pi resistente.

Il muro misto un muro realizzato con diversi materiali alternati per stratificazioni orizzontali. Molto diffuso il muro misto di mattoni in laterizio e pietre squadrate di tufo: il tufo una pietra vulcanica molto economica (nelle vicinanze delle cave, quindi specialmente in zone vulcaniche) che abbassa il costo del muro senza comprometterne la resistenza e la durabilit, ma le quantit dei due materiali devono essere sapientemente dosate.

Con muro misto si intende anche una muratura costituita da pietra e mattoni non necessariamente alternati a stratificazioni orizzontali, ma mischiati, spesso in pezzature non molto grandi e regolari. Questo tipo di muratura veniva realizzata per economizzare sui materiali che spesso erano gi stati precedentemente utilizzati (materiali di ripiego). Numerosi esempi si hanno nell'architettura ligure.

Il muro di calcestruzzo un muro realizzato con una gettata di cemento all'interno di una cassaforma che viene successivamente rimossa. Attualmente sono utilizzati come muri di sostegno o impiegati in situazioni strutturali particolarmente gravose.

Il ruolo strutturale

Il muro portante serve a scaricare a terra il peso delle strutture sovrastanti al muro stesso. In base all'entit del carico che deve sostenere, il muro deve essere pi o meno spesso. Anche il materiale costitutivo di fondamentale importanza per stabilire quanto carico si pu gravare su un muro. Il peso, dalla sommit del muro si ripartisce su tutto lo spessore, esercitando una pressione omogenea sulla sezione della struttura. La portanza del muro si misura in Kg/cmq o in N/mq, ovvero unit di peso diviso unit di superficie. La portanza di un buon muro non mai eccezionale: al massimo 8-10 Kg/cmq, rispetto ai 40Kg/cmq che potrebbe sostenere un muro in blocchi di granito a secco o rispetto ai 60-70Kg/cmq del cemento armato, per non parlare dei 2.200 Kg/cmq dell'acciaio. Nonostante ci, il muro portante di mattoni rappresenta ancora oggi una valida tecnica costruttiva, soprattutto per la realizzazione di abitazioni di modeste dimensioni o di strutture che comunque non superano i tre-quattro piani di altezza. Il muro, infatti, ha un vantaggio evidente rispetto al cemento armato e all'acciaio: una volta realizzato, non c' bisogno di tamponare la struttura, perch il muro stesso funge anche da protezione verso l'esterno. Non solo: il muro in mattoni anche pi veloce da montare rispetto al cemento armato, in cui bisogna aspettare il tempo della maturazione (circa 28 giorni).

Il muro, data la sua struttura, non adatto a portare carichi concentrati come grosse travi: si preferisce, infatti, far appoggiare tutto il solaio sulla lunghezza del muro, evitando proprio di realizzare le travi di cemento: si evita cos anche il ponte termico della trave stessa.

MODULO 2

UNITA 6 MURATURE PER DIVISORI, REALIZZAZIONE DI TAMPONAMENTI

MONOSTRATO E A PIU STRATI, COIBENTAZIONE MURI

pareti in laterizio: lelemento tradizionale delle murature portanti. Viene utilizzata la disposizione a 2,3,4 teste. Lo spessore quindi di 25, 38, 51. Il muro a 2 teste quello pi usato per i muri portanti di costruzioni fino a due piani di altezza. Nellutilizzo di mattoni pieni occorre tener presente il problema dellisolamento termico infatti necessario ricorrere a sistemi di isolamento come pannelli isolanti applicati esternalmente (isolamento a cappotto) o creando unintercapedine tra due pareti ad una testa nella quale introdurre il materiale isolante necessario. In alternativa si possono usare i mattoni doppio UNI e blocchi di forme diverse. Pareti in calcestruzzo: possono essere realizzate con gettata di calcestruzzo semplice o leggermente armato eseguita in opera. Una volta veniva usato solo per le fondazioni o per le pareti sotto il livello di campagna. Oggi viene adottata come motivo architettonico in tutti i locali coibentando la parete con lastre di materiale isolante o con una controparte interna in muratura. In alternatica si pu ricorrere a calcestruzzi alleggeriti anche se si riduce sensibilmente la resistenza a compressione. Limpiego di uso comune per le parti basse dellabitazione in qunato economico e richiede poca manodopera. La gettata pu essere fatta in casseri speciali idonei e realizzare una pareta a vista con i voluti rilievi decorativi. Lo spessore varia dai 15 ai 40-50 cm in funzione dei carichi soprastanti. Le pareti di solo tamponamento non presentano particolari problemi di scelta del materiale in funzione del coefficiente di trasmissione ermica. Per le pareti perimetrali in strutture intelaiate in cemento armato non avendo grandi carichi di compressione si possono utilizzare pareti doppie in mattoni forati con camera daria compressa. Per pareti divisorie interne si possono adottare mattoni pieni o mattoni forati. Nel caso di divisione tra due appartamenti per soddisfare lisolamento acustico e termico la soluzione pi usata quella della doppia parete in mattoni forati e a doppia parete di tramezze con interposto materiale isolante.

MODULO 2

UNITA 7 MURATURE ARMATE, CARATTERISTICHE STATICHE DELLE MURATURE E LA RESISTENZA

ALLE SOLLECITAZIONI

Il muro di sostegno in cemento armato maggiormente utilizzato per altezze di terrapieno superiore a 3 m, in quanto le elevate caratteristiche di resistenza del materiale impiegato (conglomerato cementizio armato) permettono di ottenere spessori notevolmente minori di quelli necessari per il muro a gravit.

formato da una parete verticale e da un solettone di base e proprio questultimo elemento, per effetto del contributo fornito dal peso della terra gravante sulla porzione a monte del solettone, assicura la stabilit al ribaltamento dellintero manufatto. La parete verticale risulta incastrata alla base sul solettone e, quindi, soggetta a flessione e taglio; pertanto occorre posizionare armature metalliche nella parte tesa della parete. Il solettone di base viene scomposto in: solettone interno, incastrato sulla

parete verticale, soggetto al peso della terra sovrastante e alla reazione del terreno sottostante, per effetto dellazione di schiacciamento. Potendo prevalere sia il carico superiore sia la reazione inferiore, il solettone interno progettato con armatura doppia simmetrica;

solettone esterno, anchesso incastrato sulla parete verticale, soggetto alla sola reazione del terreno sottostante, risulta teso esclusivamente nella zona inferiore.

DIMENSIONAMENTO MURO IN C.A.

Mentre i muri di sostegno a gravit sono dimensionati, mediante la formula di verifica a ribaltamento, imponendo che il momento resistente MR sia maggiore del 50% rispetto al momento spingente MS, i muri di sostegno in cemento armato sono dimensionati con criteri empirici.

spessore parete in sommita: a 20 cm spessore parete alla base: bp 1/10 h lunghezza solettone di base: s 1/2 h lunghezza solettone interno: si 1/3 h lunghezza solettone esterno: se s-si-bp spessore solettone: hs bp+5 cm

altezza parete verticale: hp h-hs

Al dimensionamento di massima fa seguito il procedimento di calcolo delle armature metalliche nella parete verticale, con relative verifiche a flessione e taglio.

ARMATURE PARETE VERTICALE Come detto, la parete verticale viene studiata come una mensola incastrata alla base e soggetta al carico rappresentato dal diagramma delle pressioni del terrapieno.

Per semplicit, gli sforzi di taglio T e di momento flettente M sono calcolati prendendo in esame alcune sezioni caratteristiche (il numero in relazione allaltezza della parete, comunque almeno tre, compresa la sezione di attacco sul solettone). Sulla parete si individuano le sezioni: B-B alla base della parete C-C a circa 1/3 hp dalla base D-D a circa 2/3 hp dalla base

A-A in sommit della parete

In seguito si calcolano le spinte sulla parete di altezza AB AC AD rispettivamente e i relativi punti di applicazione mediante le note formule:

intensit della spinta di un terrapieno con sovraccarico

distanza del punto dapplicazione della spinta dalla base

Ottenendo, cos:

Spinta S (KN/m) Distanza y (m) Taglio T (KN)

Momento flettente M

(KNm)

Imponendo le caratteristiche dei materiali Rck e FeB, nonch la tipologia di armatura semplice, in queste sezioni si calcolano le armature necessarie a flessione, non prima di aver determinato il coefficiente r ed il relativo coefficiente t tabellati, necessari per applicare le seguenti formule:

Dati coefficiente r coefficiente t Area acciaio teso (cm2)

h spessore utile parete nella sezione b 1 m di profondit della parete

M momento flettente nella sezione

t (letto in tabella)

ricordando di non scendere sotto la quantit minima di acciaio, pari allo 0.15% della sezione di conglomerato. Lungo la parete deve essere sempre prevista unarmatura trasversale di ripartizione, almeno pari al 20% dellarmatura longitudinale necessaria. Si procede, quindi, alle usuali operazioni di verifica a flessione e taglio:

distanza dellasse neutro dal lembo compresso

verifica a flessione nel calcestruzzo compresso

verifica a flessione nellacciaio teso

verifica a taglio nel calcestruzzo compresso

VERIFICHE DI STABILIT DEL MURO

Prima di procedere al calcolo delle armature nel solettone di base, verifichiamo a ribaltamento, scorrimento e schiacciamento lintera opera di sostegno. Calcoliamo dapprima la spinta del terrapieno sul paramento verticale fittizio passante per il punto D a monte del solettone interno:

essendo h laltezza complessiva del muro comprendente laltezza della parete e del solettone di base.

scomponendo la sezione del muro, otteniamo i pesi: P1 peso della parte rettangolare della parete P2 peso della parte triangolare della parete P3 peso dellintero solettone di base P4 peso della terra gravante sul solettone interno P5 peso delleventuale sovraccarico sul solettone interno la distanza di ciascun peso dal punto R di ribaltamento sono: d1 distanza di P1 d2 distanza di P2 d3 distanza di P3 d4 distanza di P4

d5 distanza di P5 Possiamo, ora, calcolare il momento spingente MS e il momento resistente MR

Momento resistente

Momento spingente

Sommatoria dei pesi

Controlliamo se risulta:

verifica a ribaltamento del muro di sostegno

Nel caso in cui non fosse verificato il ribaltamento, occorre far crescere il momento resistente MR aumentando la lunghezza del solettone esterno oppure, se ci non fosse possibile, aumentando la lunghezza del solettone interno, per avere una maggiore collaborazione dal peso della terra sovrastante. Nel caso opposto in cui il ribaltamento fosse troppo verificato, con rapporto MR/MS>>2, occorre diminuire la lunghezza del solettone interno in modo da far diminuire il peso della terra collaborante, permettendo linsorgenza del congruo cedimento in avanti, eliminando cos il rischio della spinta iniziale di quiete, come dimostrato dalla teoria di Coulomb.

Passiamo, ora, al controllo dello scorrimento che deve risultare

verifica a scorrimento del muro di sostegno

Se la condizione soddisfatta, si passa direttamente alla verifica a schiacciamento, altrimenti occorre intervenire realizzando un dente nella parte interna del solettone di base. Ma prima di procedere in questo senso, consigliabile verificare a schiacciamento. La stabilit a schiacciamento accettabile quando

verifica a schiacciamento del muro di sostegno

Occorre innanzitutto determinare la posizione del centro di pressione, ricavando la sua distanza u dal punto a valle del solettone, e confrontare se la posizione di C esterna o interna al nocciolo centrale dinerzia della sezione di base.

relazione posizione del punto C formula di verifica

centro di pressione esterno al terzo medio

centro di pressione interno al terzo medio

Nel caso non fosse verificato lo schiacciamento, occorre aumentare la lunghezza del solettone soprattutto nella parte esterna. Prendiamo ora in esame la realizzazione del dente nel solettone

laltezza del dente fissata dal progettista in funzione del risultato della verifica a scorrimento: laltezza hd

sar tanto maggiore quanto minore risulta il rapporto fP/S rispetto al valore 1.30;

la larghezza do deve essere almeno 1.5*hd

Lo scorrimento avviene lungo un piano in parte orizzontale (do) e in larga parte inclinata (di). Dividiamo, in parte percentuale a queste lunghezze, la sommatoria dei pesi P e la spinta S del terrapieno

percentuale della sommatoria dei pesi che compete alla parte orizzontale

percentuale della sommatoria dei pesi che compete alla parte inclinata

percentuale della spinta che compete alla parte orizzontale

percentuale della spinta che compete alla parte inclinata

angolo dinclinazione i del piano di scorrimento

peso della terra racchiusa tra il piano inclinato e la base del solettone

Lungo il piano inclinato il coefficiente dattrito ft dato dal valore della tangente dellangolo dattrito , essendo terra terra i due materiali a contatto

coefficiente dattrito lungo il piano inclinato

Occorre, ora, scomporre le azioni PI e SI lungo le direzioni perpendicolari e parallele al piano inclinato dellangolo i.

scomposizione della sommatoria PI lungo la retta perpendicolare e parallela al piano inclinato dellangolo i

scomposizione della spinta SI lungo la retta perpendicolare e parallela al piano inclinato dellangolo i

La formula di verifica a scorrimento diventa

formula di verifica a scorrimento nel solettone con dente di fondazione

ARMATURE METALLICHE SOLETTONE DI BASE La verifica a schiacciamento fornisce la tensione massima R in corrispondenza del punto R a valle ma, nel caso di centro di pressione C esterno al terzo medio della sezione di base, non abbiamo n il valore della tensione D nel punto D a monte n la posizione dellasse neutro.

Determiniamo la posizione dellasse neutro N attraverso la sua distanza x dal baricentro G della sezione di base; applicando la relazione esistente tra eccentricit del centro di pressione C e distanza dellasse neutro, scriviamo

in cui

pertanto

distanza dellasse neutro dal baricentro della sezione

Dopo aver ricavato la distanza GN=x, ricaviamo la distanza NZ=z

La tensione nel punto D, a monte del solettone, si ottiene applicando le propriet di similitudine tra i due triangoli STN e VZN

in cui

e quindi

tensione nel punto D a monte del solettone

SOLETTONE INTERNO Il solettone interno risulta incastrato, nella sezione B, alla parete verticale e caricato, dallalto, dal peso della terra e delleventuale sovraccarico e, dal basso, dalla reazione del terreno .

Le tensioni agenti dallalto sul solettone interno valgono:

Le tensioni agenti dal basso sul solettone interno dipendono dalla porzione di diagramma di reazione del terreno t; pertanto ricaviamo la tensione nel punto B dincastro mediante la similitudine dei triangoli:

Il diagramma risultante si ricava sommando algebricamente le tensioni nel punto D e nel punto B:

Il taglio TB e il momento flettente MB nel punto dincastro B del solettone interno valgono:

essendo

R1 risultante delle tensioni nel prisma triangolare ABE R2 risultante delle tensioni nel prisma triangolare CDE

d1 distanza di R1 dalla sezione dincastro

d2 distanza di R2 dalla sezione dincastro

Occorre, ora, determinare il punto in cui il diagramma risultante di carico passa per zero. Dalla similitudine tra i triangoli ABE e CDE, otteniamo

poniamo

e sostituiamo

applicando la propriet del comporre

Quindi, possiamo scrivere:

Si richiama lattenzione sullutilizzo delle unit di misura! Determinato il momento MB nel punto dincastro, possiamo ricavare larmatura in questa sezione, avendo anche stabilito di utilizzare armatura doppia simmetrica, con le usuali procedere di calcolo

Dati coefficiente r coefficiente

t

Area acciaio teso e

compresso (cm2)

h spessore utile solettone b 1 m di profondit solettone

M momento flettente

(letto in tabella)

Larmatura di ripartizione, da disporre sia nel lembo superiore sia in quello inferiore, si ricava calcolando il 20% della sezione dacciaio longitudinale:

armatura di ripartizione trasversale

SOLETTONE ESTERNO Anche il solettone esterno risulta incastrato, nella sezione E, alla parete verticale e caricato dal basso dal diagramma di reazione del terreno

determiniamo la tensione nel punto E dincastro scrivendo la relazione tra i triangoli simili STN e PQN:

e sostituendo

otteniamo

Il diagramma di carico trapezoidale si scompone in due parti: parte rettangolare la cui risultante vale

parte triangolare la cui risultante vale

Le due risultanti R1 e R2 distano dallincastro E

Per cui il taglio e il momento flettente nellincastro E valgono:

Nel solettone esterno possiamo utilizzare la tipologia ad armatura semplice, essendo certi che la zona tesa la zona inferiore della soletta, e scriviamo le usuali formule di progetto:

Dati coefficiente r coefficiente t Area acciaio teso (cm2)

h spessore utile solettone b 1 m di profondit solettone

M momento flettente

(letto in tabella)

Larmatura di ripartizione, pari al 20% di quella longitudinale, disposta sul lembo inferiore del solettone.

VERIFICHE SOLETTONE DI BASE Il solettone interno, essendo stato progettato ad armatura doppia simmetrica, verificato con le seguenti formule Formule di verifica a flessione e taglio nel solettone interno

distanza dellasse neutro dal lembo compresso

verifica a flessione nel calcestruzzo compresso

verifica a flessione nellacciaio teso

verifica a flessione nellacciaio compresso

verifica al taglio nel calcestruzzo compresso

in cui

Il solettone esterno, progettato a semplice armatura, si verifica con le formule Formule di verifica a flessione e taglio nel solettone esterno

distanza dellasse neutro dal lembo compresso

verifica a flessione nel calcestruzzo compresso

verifica a flessione nellacciaio teso

verifica al taglio nel calcestruzzo compresso

dove b = 1 m

SCHEMA ARMATURE METALLICHE

Sulla parete verticale disponiamo larmatura solamente in zona tesa, rispettando la sezione minima dacciaio, pari allo 0.15% della sezione di calcestruzzo, e piegando a 45 i tondini non pi necessari. Sul solettone di base disponiamo armatura doppia simmetrica nella zona della mensola interna, mentre

sufficiente posizionare armatura semplice in corrispondenza della mensola esterna.

Lungo la parete verticale e lungo il solettone di base posizioniamo larmatura trasversale di ripartizione in misura pari al 20% della sezione dei ferri

MODULO 3

UNITA 1 GENERALITA SULLA STATICA DELLARCO

L'arco, in architettura, un elemento strutturale a forma curva che si appoggia su due piedritti e tipicamente (ma non necessariamente) sospeso su uno spazio vuoto.

costituito normalmente da conci, cio pietre tagliate, o da laterizio, i cui giunti sono disposti in maniera radiale verso un ipotetico centro: per questo hanno forma trapezoidale e sono pi propriamente detti cunei; nel caso di una forma rettangolare (tipica dei mattoni) hanno bisogno di essere uniti da malta che riempia gli interstizi; essenzialmente l'arco con cunei non ha bisogno di essere sostenuto da malta, stando perfettamente in piedi anche a secco, grazie alle spinte di contrasto che si annullano tra concio e concio.

Il cuneo fondamentale che chiude l'arco e mette in atto le spinte di contrasto quello centrale: la chiave d'arco, o, pi comunemente detta, chiave di volta.

L'arco una struttura bidimensionale e viene spesso utilizzato per sovrastare aperture. Per costruire un arco si ricorre tradizionalmente a una particolare impalcatura lignea, chiamata centina.

L'arco anche alla base di strutture tridimensionali come la volta, che ottenuta geometricamente dalla traslazione o dalla rotazione di archi. Nel caso di volte complesse come le volte a crociera, gli archi costitutivi vengono distinti in base alla loro posizione (archi trasversali, longitudinali, ecc).

Nomenclatura dell'arco

Nomenclatura dell'arco: (1) chiave di volta; (2) cuneo; (3) estradosso; (4) piedritto; (5) intradosso; (6) freccia; (7) corda o interasse; (8) rinfianco.

Chiave d'arco (o di volta) (1): il cuneo centrale alla sommit dell'arco

Cuneo (2): ciascuna pietra dell'arco, tagliata a forma trapezoidale Estradosso (3): la superficie esteriore dell'arco (di solito nascosta)

o Linea di estradosso: la linea che delimita l'archivolto superiormente (a differenza della linea d'intradosso pu anche non essere curva, per es. poligonale, a gradoni, sfaccettata, ecc..)

Piedritto o spalla (4): il sostegno generico sul quale si appoggia un arco (pu essere anche una colonna, un pilastro...)

Intradosso (5): la superficie inferiore dell'arco o Linea di intradosso: la linea curva che delimita l'archivolto

inferiormente Freccia (o saetta, o monta) (6): la distanza massima verticale tra

la sommit dell'intradosso e la linea d'imposta dell'arco. Luce (o corda) (7): la distanza tra i due piedritti; tranne che nel

caso di arco asimmetrico, si misura sulla linea d'imposta.

Rinfianco (8): struttura muraria che circonda l'arco e ne sostiene le spinte laterali.

Linea o piano d'imposta: la retta che passa dove inizia l'arco e finiscono i piedritti; una linea sempre orizzontale, per cui nel caso di arco asimmetrico (con piedritti di diversa altezza) esistono due diverse linee d'imposta.

Archivolto (o fronte): la faccia dell'arco; pu essere formata da una o pi ghiere.

Spessore: la distanza tra le linee di intradosso ed estradosso Larghezza: la profondit dell'intradosso Sesto: il rapporto tra la freccia e la semicorda. Quando questo

uguale a uno, l'arco viene detto a tutto sesto o a pieno centro, quando maggiore di uno, l'arco si dice a sesto acuto, quando minore di uno l'arco si dice a sesto scemo o ribassato. Anticamente sesto significava il compasso, per cui un arco a tutto sesto era un arco nel cui disegno il compasso faceva un semigiro.

Reni o fianchi: zone disposte al di sopra del piano d'imposta a circa 30 dalla parallela alla linea d'imposta passante per il centro dell'arco (se tale retta non coincide con la linea d'importa stessa); sono le parti pi deboli di un arco, dove pi facile avere fratture in caso di cedimento del materiale.

Propriet statiche

Esempio della capacit di un arco di sopportare un peso semplicemente per effetto della compressione e dell'attrito; le forze spingenti in questo caso sono bilanciate dalla trazione della base alla quale sono legati i sostegni

Da un punto di vista costruttivo l'arco svolge la stessa funzione dell'architrave, ma con un diverso funzionamento statico. Mentre infatti l'architrave una struttura non spingente (che scarica cio il peso solo in verticale), l'arco una delle pi tipiche strutture spingenti, perch genera spinte laterali, quindi anche orizzontali. Questo ha come vantaggio un pi efficiente scarico della compressione dovuta al peso, permettendo l'apertura di luci molto pi ampie, mentre ha come svantaggio una costruzione pi complessa e la necessit di predisporre metodi per controbilanciare le spinte laterali.

Per reindirizzare le spinte laterali verso il basso si devono predisporre strutture che generino forze di controspinta o di trazione. Tra le strutture di controspinta esistono due tipologie principali:

1. Strutture di sostegno laterale, che possono essere a loro volta strutture spingenti: frazionano gradualmente le spinte orizzontali fino ad annullarle (come contrafforti, archi rampanti o anche una solida cortina muraria - detta rinfianco - che assorba le spinte);

2. Strutture di sostegno verticale, che apportano pesi mirati sui sostegni, rafforzando i sostegni laterali e impedendogli di piegarsi verso l'esterno; in effetti forzano le spinte laterali a indirizzarsi subito verso il basso (esempio tipico il pinnacolo)

Le strutture di trazione sono essenzialmente dei tiranti ancorati saldamente ai punti di appoggio che bilanciano le spinte verso l'esterno con una trazione verso l'interno: sono tipici dei loggiati rinascimentali, soprattutto in area umbra e toscana.

MODULO 3

UNITA 2 PRINCIPALI METODI DI ESECUZIONE DELLARCO

Posa in opera della centina 1. Costruzione struttura di sostegno La messa in opera della centina richiede la costruzione di una struttura di sostegno . Accanto ai piedritti vanno disposti puntelli lignei o metallici sui quali viene sovrapposta una tavola collegamento. Si tratta in sostanza di costruire una impalcatura di sostegno alla centina. Limpalcatura non dovr raggiungere il livello di imposta dellarco, ma dovr essere pi bassa di qualche centimetro, per consentire linserimento, tra centina e impalcatura, di cunei in legno utili per il disarmo. In alternativa, per archi di piccola dimensione, possibile disporre i cunei alla base dei puntelli. 2. Posa della