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PRONTUARIO DELLE VIOLAZIONI PIU’ RICORRENTI NEI CONTROLLI DELLA POLIZIA LOCALE Polizialocale.com 2020 GIUSEPPE CARMAGNINI

PRONTUARIO DELLE - Polizialocale...1 PRONTUARIO DELLE VIOLAZIONI PIU’ RICORRENTI NEI CONTROLLI DELLA POLIZIA LOCALE Norme in vigore dal 18 maggio 2020 Decreto legge 16 maggio 2020,

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  • PRONTUARIO DELLE VIOLAZIONI PIU’ RICORRENTI NEI CONTROLLI DELLA POLIZIA LOCALE

    Polizialocale.com

    2020

    GIUSEPPE CARMAGNINI

  • 1

    PRONTUARIO DELLE VIOLAZIONI PIU’ RICORRENTI NEI CONTROLLI DELLA

    POLIZIA LOCALE Norme in vigore dal 18 maggio 2020

    Decreto legge 16 maggio 2020, n. 33

    DPCM 17 maggio 2020

    Decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni con legge 22 maggio 2020, n. 35, in vigore

    dal 24 maggio 2020;

    Il presente prontuario è stato predisposto alla luce del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 e del DPCM 17

    maggio 2020 ed è necessario dare atto che alcune disposizioni devono essere lette alla luce delle ordinanze

    che molte Regioni hanno emanato, che derogano rispetto ad alcune prescrizioni nazionali, oppure

    dispongono norme più restrittive a livello regionale; altre volte si limitano a ripetere inutilmente le

    prescrizioni già contenute nei decreti o nei protocolli allegati. Si aggiunga che il Sindaco può emanare

    ordinanze sulle medesime materie.

    Si è cercato di fornire uno strumento, ricco di note, per i casi che più frequentemente possono ricadere

    nell’ambito operativo della Polizia Locale, consapevoli della scarsa coerenza di molte disposizioni dei

    decreti, di cui in parte di è dato conto nelle note di commento, nonché della difficoltà ulteriore di

    coordinamento con le disposizioni regionali e comunali.

    Le disposizioni del DPCM 17 maggio 2020 restano in vigore fino al 14 giugno 2020, mentre quelle del

    decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, resteranno in vigore per tutto lo stato di emergenza, attualmente

    fissato fino al 31 luglio 2020. Resta fermo al momento il sistema sanzionatorio disciplinato dal decreto

    legge 25 marzo 2020, n. 19, come convertito con modificazioni con legge 22 maggio 2020, n. 35, in vigore

    dal 24 maggio 2020; per le violazioni commesse da tale data la sanzione ha limiti edittali fissati da 4.00,00 a

    1.000,00 euro, mentre prima di tale data era fissata nei limiti edittali da 400,00 a 3.000,00 euro. Il sistema

    sanzionatorio è sommariamente riassunto nelle note del primo caso, richiamate poi dalle altre ipotesi

    sanzionatorie.

    La complessità dei protocolli rende difficile, se non impossibile, la prontuarizzazione di tutte le violazioni,

    per cui si è cercato di rappresentare quelle più importanti previste dagli allegati al DPCM, fermo restando

    che le Regioni hanno emanato i protocolli per la maggior parte delle attività, prevalenti o ripetitivi delle

    disposizioni nazionali. Esistono poi una serie di precetti appena accennati, di difficile inquadramento e una

    sera di raccomandazioni, che, come tali, non sono sanzionabili.

  • 2

    Sommario

    1. Spostamento non motivato fuori della Regione in cui la persona si trova .......................... 4

    2. Spostamento non motivato fuori dello Stato in cui la persona si trova ............................... 6

    3. Obbligo di avvertire il medico rimanere al domicilio con sintomi e febbre ......................... 7

    4. Violazione della quarantena precauzionale (persone di cui ancora non sia accertata la

    positività) .................................................................................................................................................. 8

    5. Violazione della quarantena da parte di positivi al Covid-19 .................................................. 9

    6. Divieto di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico .......................................10

    7. Modalità di accesso nei giardini e nei parchi pubblici e gestione dei medesimi (4) .........11

    8. Attività ludico-ricreative organizzate per bambini di età superiore a 3 anni e adolescenti

    con presenza di operatori addetti, nel contesto di giardini, parchi e luoghi similari ...............13

    9. Attività ludico-ricreative organizzate per bambini di età superiore a 3 anni e adolescenti

    con presenza di operatori addetti – CENTRI ESTIVI .......................................................................15

    10. Violazioni delle prescrizioni per lo svolgimento dell’attività sportiva o motoria ...........17

    11. Divieto di svolgimento di eventi e competizioni sportive – luoghi pubblici o privati ...18

    12. Prescrizioni per lo svolgimento si sessioni di allenamento consentite ..........................19

    13. Obbligo di chiusura degli impianti nei comprensori sciistici ............................................20

    14. Attività sportiva di base e motoria in palestre, centri sportivi, piscine, etc....................21

    15. Prescrizioni per le manifestazioni pubbliche ........................................................................25

    16. Sospensione delle attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo ........................26

    17. Inosservanza delle prescrizioni per cinema, teatri, etc.......................................................27

    18. Modalità di accesso nei luoghi di culto..................................................................................29

    19. Modalità di svolgimento delle funzioni religiose. .................................................................30

    20. Inosservanza della sospensione dei servizi per l’infanzia, attività didattica nelle

    scuole, università etc. ...........................................................................................................................31

    21. Prescrizioni per musei e altri luoghi di cultura .....................................................................32

    22. Inosservanza della sospensione dei congressi e della convegnistica ............................34

    23. Inosservanza della sospensione delle attività dei centri termali e centri benessere ....35

    24. Divieto di permanenza nelle sale di attesa dei DEA e dei PS ............................................36

    25. Divieto di accesso nelle RSA ...................................................................................................37

    26. Inosservanza delle prescrizioni per attività commerciali al dettaglio ..............................38

    27. Inosservanza delle prescrizioni per i servizi di ristorazione (bar, ristoranti, gelaterie,

    etc.) .......................................................................................................................................................41

    28. Inosservanza della delle prescrizioni per i servizi alla persona ........................................44

    29. Inosservanza delle prescrizioni per le attività degli stabilimenti balneari ......................46

    30. Inosservanza delle prescrizioni per le strutture ricettive ...................................................48

  • 3

    31. Inosservanza dei protocolli nelle attività produttive industriali e commerciali .............50

    32. Inosservanza delle misure di informazione e prevenzione ................................................51

    33. Prescrizioni relative all’uso delle mascherine ......................................................................52

    34. Prescrizioni relative al trasporto pubblico di persone mediante autoveicoli .................53

    35. Violazioni alle ordinanze del Sindaco per l’emergenza Covid-19 .....................................55

    36. Violazioni alle ordinanze della Regione per l’emergenza Covid-19 ..................................56

  • 4

    Art. 1, c. 2 e art. 2, c. 1, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    In data antecedente al 3 giugno 2020, effettuava uno spostamento al di fuori della Regione in cui

    si trovava, non motivato da comprovate esigenze lavorative o situazioni di assoluta urgenza,

    ovvero da motivi di salute

    Note

    (1) Ambito extraregionale. L’articolo 1, c. 2, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, fino al 2 giugno 2020

    vieta gli spostamenti al di fuori della Regione in cui la persona si trova, salvo il caso in cui questi siano

    motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di assoluta urgenza ovvero per motivi di

    salute. In ogni caso è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza situato al di fuori

    della Regione in cui una persona si trova attualmente. Pertanto, una volta che si sia fatto rientro presso il proprio domicilio/abitazione/residenza non saranno consentiti spostamenti al di fuori dei confini della Regione

    in cui la persona si trova, qualora non ricorra uno dei motivi legittimi di spostamento più sopra indicati. Alcune

    Regioni hanno introdotto ulteriori prescrizioni. Dal 3 giugno 2020 potranno essere introdotte specifiche

    restrizioni ai sensi dell’art. 2 del d.l. 19/2020, quindi con provvedimento statale, in caso di aggravamento della

    diffusione del contagio.

    (2) Procedimento sanzionatorio. L’applicazione delle sanzioni pecuniarie amministrative segue le regole della

    legge 24 novembre 1981, n 689, salvo che per quello che concerne il pagamento in misura ridotta che può

    essere ulteriormente ridotto del 30% con applicazione dell’articolo 202 del codice della strada. In tal senso va

    rammentato che attualmente i termini per il pagamento in misura ridotta sono sospesi fino al 15 maggio 2020

    e che sino al 31 maggio 2020 è applicata la riduzione del 30%, se il pagamento avviene entro 30 giorni dalla

    contestazione o notificazione del verbale, in luogo dell’ordinario termine di 5 giorni previsto dall’articolo 202

    del codice della strada. Tale beneficio ulteriore, applicato in via straordinaria, secondo le indicazioni

    ministeriali cessa tassativamente il 31 maggio 2020 e di conseguenza, per un verbale notificato il 20 maggio

    2020 non ci saranno 30 giorni per usufruire della riduzione del 30%, ma questa si applicherà solo se il

    pagamento avverrà entro il 31 maggio 2020; pertanto, per l’esempio proposto, dal 1° giugno 2020 il

    pagamento potrà essere solo quello del minimo edittale ordinario.

    (3) Reiterazione. In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è

    raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima. Nonostante qualche dubbio sollevato dalla

    dottrina, si ritiene che a fattispecie rientri nella disciplina dell’articolo 8-bis della legge 24 novembre 1981, n.

    689.

    (4) Autorità competente e destinazione dei proventi. Gli scritti difensivi devono essere indirizzati al prefetto

    della provincia in cui la violazione è stata commessa se si tratta di un illecito previsto dal DPCM, ovvero alla

    Regione se si tratta di violazioni alle ordinanze regionali adottate ai sensi dell’articolo 3 del decreto legge 25

    aprile 2020, n. 19, oppure al Sindaco per le ordinanze contingibili e urgenti adottate ai sensi della medesima

    disposizione. I proventi sono destinati, rispettivamente, allo Stato, alla Regione e al Comune.

    (5) Modalità di pagamento. Se i proventi sono di spettanza dello Stato, Il pagamento dovrà essere effettuato

    mediante bonifico bancario sul Capo XIV Capitolo 3560 “Entrate eventuali e diversi concernenti il Ministero

    dell’Interno” PG 6 “Altre entrate di carattere straordinario”, IBAN IT 12 A 0100003245350014356006 (intestato

    a Tesoreria Centrale di Roma). Nella causale del versamento deve essere indicato il numero del verbale, la

    data e la Provincia ove è avvenuto l’accertamento. Copia dell’attestazione del bonifico effettuato dovrà essere

    fatta pervenire all’organo accertatore procedente.

    (6) Uso di veicoli. Si deve concludere che la definizione di veicolo sia riconducibile a quella dell’articolo 46 del

    codice della strada e, pertanto, si intende tale anche il veicolo non a motore, compreso il monopattino

    elettrico. Secondo l’interpretazione maggioritaria non sarebbero invece veicoli i Segway, i Monowheel e gli

    Hoverboard impiegati nelle sperimentazioni autorizzate, mentre è un veicolo il monopattino elettrico che

    rientra nella definizione di velocipede. Sicuramente non sono veicoli le macchine a uso invalidi utilizzate come

    ausili medici, anche se asservite da un motore, né le macchine ad uso dei bambini che rispettano i limiti

    dell’articolo 196 del regolamento di attuazione del codice della strada. Si ricorda che gli skateboard, pattini,

    1. Spostamento non motivato fuori della Regione in cui la persona si trova

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

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    monopattini a spinta e similari non sono definiti veicoli, ma acceleratori di andatura. Si ritiene che per uso del

    veicolo si intenda anche l’uso come passeggero trasportato su un veicolo privato, ovvero su un veicolo per il

    trasporto pubblico di persone, in servizio di linea o non di linea. L’uso del veicolo determina la necessità di

    indicarne gli estremi identificativi, anche ai fini della responsabilità solidale dell’intestatario o proprietario ai

    sensi dell’art. 6 della legge 24 novembre 1981, n. 689.

    (7) Comprovate esigenze per gli spostamenti al di fuori del territorio regionale. Queste sono oggetto di

    autocertificazione, resa secondo il modello ministeriale di volta in volta aggiornato in ragione del succedersi

    dei DPCM emergenziali. Il modello è pubblicato nel sito del Ministero dell’interno e costantemente aggiornato.

    (8) Ordinanze regionali. Molte Regioni hanno emanato ordinanze rimuovendo alcune limitazioni imposte a livello

    nazionale, oppure, in maniera consentita, disponendo ulteriori restrizioni. Occorrerà pertanto verificare se la

    legislazione regionale ha derogato alle prescrizioni nazionali e, almeno sino alla sua vigenza e senza

    possibilità di sindacare la legittimità del provvedimento, non si applicheranno sanzioni ove il comportamento

    ricada nella deroga regionale (o, in ipotesi più remota, in una deroga prevista da una ordinanza del Sindaco).

  • 6

    Art. 1, c. 4 e art. 2, c. 1, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    In data antecedente al 3 giugno 2020, effettuava uno spostamento al di fuori dello Stato in cui si

    trovava, non motivato da comprovate esigenze lavorative o situazioni di assoluta urgenza, ovvero

    da motivi di salute

    Note

    (1) Ambito extranazionale. L’articolo 1, c. 4, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, fino al 2 giugno 2020

    vieta gli spostamenti da e per l’Italia, salvo il caso in cui questi siano motivati da comprovate esigenze

    lavorative o situazioni di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. In ogni caso è consentito il rientro

    presso il proprio domicilio, abitazione o residenza situato al di fuori Stato in cui una persona si trova

    attualmente. Pertanto, una volta che si sia fatto rientro presso il proprio domicilio/abitazione/residenza non saranno consentiti spostamenti al di fuori dei confini dello Stato in cui la persona si trova, qualora non ricorra

    uno dei motivi legittimi di spostamento più sopra indicati. Dal 3 giugno 2020 potranno essere introdotte

    specifiche restrizioni ai sensi dell’art. 2 del d.l. 19/2020, in caso di aggravamento della situazione.

    (2) Comprovate esigenze per gli spostamenti da e per il territorio nazionale. Queste sono oggetto di

    autocertificazione, resa secondo il modello ministeriale di volta in volta aggiornato in ragione del succedersi

    dei DPCM emergenziali. Il modello è pubblicato nel sito del Ministero dell’interno e costantemente aggiornato.

    (3) San Marino e Città del Vaticano. Non sono soggetti a limitazioni gli spostamenti tra San Marino o Città del

    Vaticano e le Regioni confinanti con tali Stati (Marche ed Emilia Romagna per la Repubblica di San Marino e il

    Lazio per Città del Vaticano).

    (4) Disposizioni per l’ingresso in Italia. Vedi articolo 4 del DPCM 17 maggio 2020

    (5) Transiti e soggiorni di breve durata in Italia. Vedi articolo 5 del DPCM 17 maggio 2020

    (6) Ulteriori disposizioni per gli spostamenti da e per l’estero. Vedi articolo 6 del DPCM 17 maggio 2020

    (7) Disposizioni in materia di navi da crociera e navi di bandiera estera. Vedi articolo 7 del DPCM 17 maggio

    2020.

    (8) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    2. Spostamento non motivato fuori dello Stato in cui la persona si trova

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 7

    Art. 1, c. 1, lett. a) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Pur presentando una sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) non

    rimaneva presso il proprio domicilio non contattava il proprio medico curante.

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. a) del DPCM 17 maggio 2020, n. 33, impone a chi presenta i

    sintomi di infezione respiratoria e febbre di non spostarsi dal proprio domicilio e di contattare il medico

    curante. A ben vedere si tratta due distinte prescrizioni, per cui basta sia violata una di esse per integrare la

    violazione in commento, e quindi l’illecito si potrebbe realizzare rimanendo presso il proprio domicilio, ma

    senza contattare il medico in presenza della sintomatologia descritta che, si badi bene, è costituita non solo

    dalla presenza di sintomi da infezione respiratoria, ma anche di una temperatura corporea superiore a 37,5

    gradi.

    (2) Reati. La violazione ricorre solo se la sintomatologia non è ascrivibile al Covid-19, caso in cui sarebbero

    ipotizzabili i reati di cui agli articoli 438 CP, 452 CP (epidemia con dolo o per colpa), o nella ipotesi astratta in

    cui la patologia sia conosciuta dal soggetto e a seguito della violazione si determinino danni alle persone

    potrebbero ricorrere i reati previsti e puniti dagli articoli 582 CP (lesioni personali) o 575 CP (omicidio

    volontario) ovvero più realisticamente le ipotesi di cui agli articoli 589 CP e 590 CP (omicidio e lesioni

    personali colpose) del codice penale, nel caso il contatto portasse a tali conseguenze. Se il soggetto si

    trovasse già in quarantena per Covid-19, ricorrerebbe la violazione prevista dall'articolo 3, comma 3, del

    decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, punita ai sensi dell'articolo 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n.

    1265, del Testo unico delle leggi sanitarie (vedi caso 5).

    (3) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    3. Obbligo di avvertire il medico rimanere al domicilio con sintomi e febbre

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 8

    Art. 1, c. 7 e art 2, c. 1, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Violava il provvedimento di quarantena precauzionale n. Prot. _______________ adottato da

    ______________ allo stesso notificato in data ________________________;

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 7, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, dispone che la

    quarantena precauzionale possa essere applicata dall’autorità sanitaria nei confronti di soggetti che hanno

    avuto contatti stretti con persone contagiate. L’articolo 1, comma 2, lettere d) ed e) del decreto legge 25 aprile

    2020, n, 19, consentono rispettivamente l’applicazione della misura della quarantena precauzionale ai

    soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva o che rientrano da

    aree, ubicate al di fuori del territorio italiano e il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o

    dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena perchè risultate positive al virus; l’articolo 2,

    comma 3, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, dispone che, salvo che il fatto costituisca violazione

    dell'articolo 452 del codice penale o comunque più grave reato, la violazione della misura della quarantena

    disposta nei confronti di coloro che sono risultativi positivi al virus è punita ai sensi dell'articolo 260 del regio

    decreto 27 luglio 1934, n. 1265, Testo unico delle leggi sanitari. Ne consegue che per la violazione della

    quarantena precauzionale trovi applicazione la sanzione amministrativa in esame, mentre se la quarantena è

    stata applicata in conseguenza della positività accertata, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, del decreto legge

    16 maggio 2020, n. 33, si applicherà la sanzione prevista dal TULLSS (caso successivo), sempre salvo che il

    fatto costituisca reato di epidemia colposa (452 c.p.) o più grave reato. Vedi anche nota (2) del caso

    precedente.

    (2) Provvedimento. Il decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 dispone che la quarantena sia ordinata con

    provvedimento dell’autorià sanitaria, che, non senza qualche dubbio, viene individuata nel servizio di igiene

    pubblica competente dell’ASL. I proventi, pertanto, sono destinati allo Stato e gli scritti difensivi sono indirizzati

    al Prefetto.

    (3) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    4. Violazione della quarantena precauzionale (persone di cui ancora non sia accertata la positività)

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 9

    Art. 1, c. 6 e art. 2, c. 3, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 e art. 260 R.D. 27 luglio 1934, n. 1265

    Violava il provvedimento di quarantena n. Prot. _______________ adottato da ______________ in

    conseguenza dell’accertata positività al Covid-19, allo stesso notificato in data

    ________________________;

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 6, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, prevede il divieto

    assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora (intesa più correttamente come il luogo in cui è stata

    disposta l’esecuzione della quarantena) per coloro che sono stati sottoposti alla misura della quarantena i

    quanto risultati positivi al virus. L’articolo 2, comma 3, del medesimo decreto legge dispone che, salvo che il

    fatto costituisca violazione dell'articolo 452 del codice penale o comunque più grave reato, la violazione della

    misura di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), è punita ai sensi dell'articolo 260 del regio decreto 27 luglio

    1934, n. 1265, Testo unico delle leggi sanitarie, come modificato dal comma 7. Ne consegue che per la

    violazione della quarantena applicata in conseguenza della positività accertata si applicherà la sanzione

    prevista dal TULLSS, sempre salvo che il fatto costituisca reato di epidemia colposa (452 c.p.) o più grave

    reato. Vedi anche nota (2) del caso 3.

    (2) Uso del veicolo. Si ricorda che se il reato è commesso utilizzando un veicolo (allontanamento dal luogo della

    quarantena) ricorre l’ipotesi prevista dall’articolo 213, comma 5 del codice della strada, con la conseguente

    confisca del veicolo utilizzato per commettere un reato diverso da quelli previsti dal codice della strada.

    5. Violazione della quarantena da parte di positivi al Covid-19

    Penale

    Art. 260 R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 Salvo il fatto costituisca più grave reato (1)

    SANZIONI ACCESSORIE Vedi nota (2)

  • 10

    Art. 1, c. 8 e art. 2, c. 1, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Determinava un assembramento di persone in _________________ luogo pubblico luogo

    privato luogo privato aperto al pubblico, in quanto _____________________

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 8, primo periodo, del decreto legge 16 maggio 2020, n. 33, vieta ogni

    forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Il comma 9 del decreto legge 16

    maggio 2020, n. 33, permette al sindaco si disporre la temporanea chiusura di specifiche aree pubbliche o

    aperte al pubblico in cui non sia possibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza

    interpersonale di almeno un metro. Il divieto, evidentemente, non trova applicazione nelle aree private non

    aperte al pubblico, ciò nelle aree di proprietà privata dove non può legittimamente accedere un numero

    indeterminato e indiscriminato di persone e dove, pertanto, l’ingresso lecito avviene solamente invito domino.

    Quindi, non esiste più una espressa disposizione che vieti a più persone, anche non conviventi, di ritrovarsi

    all’interno di un giardino privato o di una abitazione o locale privato.

    (2) Concetto di assembramento. Si deve avere come riferimento principale il criterio spaziale relativo alla

    distanza interpresonale di almeno un metro, anche se tanto si ricava da una lettura complessiva della

    normativa vigente e di quella sostituita e non tanto per una espressa indicazione contenuta in tali disposizioni,

    per cui la presenza di più persone può determinare un assembramento solo se non è rispettata la distanza

    interpersonale, mentre se tale distanza è rispettata non si può parlare di assembramento ai fini della

    prescrizione emergenziale. Quindi è da considerare lecita la presenza di un numero anche elevato di persone

    a una fermata dell’autobus o davanti a un supermercato, se viene mantenuto il distanziamento interpersonale

    di un metro, altrimenti non sarebbe possibile svolgere alcuna attività quotidiana, nemmeno all’aperto, se in

    presenza di più persone, ancorchè intervallate dallo spazio minimo richiesto ai fini della prevenzione dal

    contagio. Ovviamente non è prevista alcuna distanza interpersonale per le persone conviventi all’interno della

    stessa abitazione o struttura. Particolari disposizioni sono previste dai protocolli di sicurezza per i passeggeri

    dei mezzi per il trasporto pubblico di persone.

    (3) Parchi, giardini e similari. L'accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici è condizionato al

    rigoroso rispetto del divieto di assembramento, nonché della distanza di sicurezza interpersonale di almeno

    un metro.

    (4) Persone con disabilità. Ai sensi dell’articolo 9 del DPCM 17 maggio 2020, le persone con disabilità motorie

    o con disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva o sensoriale o problematiche psichiatriche e

    comportamentali o non autosufficienti con necessità di supporto, possono ridurre il distanziamento sociale con

    i propri accompagnatori o operatori di assistenza, operanti a qualsiasi titolo, al di sotto della distanza prevista.

    (4) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    6. Divieto di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 11

    Art. 1, c. 1, lett. b) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    All’interno del giardino pubblico del parco pubblico, non rispettava il divieto di assembramento

    All’interno del giardino pubblico del parco pubblico, non rispettava la distanza interpersonale di

    almeno un metro

    Quale responsabile del minore di seguito generalizzato, consentiva che questo accedesse nell’area

    gioco presente nel giardino pubblico nel parco pubblico, per svolgere attività ludica o ricreativa,

    in violazione delle linee guida del dipartimento per le politiche della famiglia di cui all'allegato 8,

    paragrafo 1, del DPCM 17 maggio 2020. Nella fattispecie accertata si da atto che ….

    o consentiva che il minore di anni 14 accedesse senza essere accompagnato da un

    maggiorenne

    o non impediva che in bambino non rispettasse la distanza interpersonale di un metro

    o trattandosi di un bambino da 0 a 3 anni non deambulante, non veniva usata una carrozzina,

    un passeggino o similari

    o trattandosi di un bambino da 0 a 3 anni, in grado di deambulare autonomamente, non

    veniva garantito il controllo diretto

    o trattandosi di minore con patologie NPI, fragilità, cronicità, non veniva garantita la presenza

    di un adulto accompagnatore

    Quale gestore del giardino pubblico del parco pubblico non provvedeva …

    o alla manutenzione (finalizzata alla prevenzione della potenziale diffuzione del virus)

    o al controllo periodico pulizia periodica degli arredi

    o alla supervisione degli spazi

    o al controllo periodico delle attrezzature con pulizia approfondita e frequente delle superfici

    più toccate, almeno giornaliera, con detergente neutro

    o a supervisionare gli spazi verificando che i bambini e gli adolescenti fossero accompagnati

    da adulti

    o al controllo che tutte le persone tenute a indossare le mascherine ne fossero dotate

    o a controllare che il numero delle persone presenti non pregiudicasse il distanziamento

    interpersonale di almeno un metro

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. b) del DPCM 17 maggio 2020 dispone che è consentito

    l'accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro

    cura, ad aree gioco all'interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa

    all'aperto nel rispetto delle linee guida del dipartimento per le politiche della famiglia di cui all'allegato 8 del

    DPCM 17 maggio 2020.

    (2) Allegato 8. I protocolli raccolti nell’allegato 8, presentati con un ampio preambolo che illustra la finalità degli

    elaborati, riguardano le varie fasi della ripresa delle attività ludiche e ricreative per i bambini e gli adolescenti.

    7. Modalità di accesso nei giardini e nei parchi pubblici e gestione dei medesimi (4)

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI € 400,00 € 280,00

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00

  • 12

    (3) Attività ludiche e ricreative nei giardini e nei parchi non organizzate. Il primo paragrafo dell’allegato 8,

    quello di immediato impatto, contiene alcune prescrizioni relativamente alla frequentazione dei parchi e dei

    giardini pubblici da parte di bambini e adolescenti per attività ricreative o ludiche.

    (4) Attività ludiche e ricreative nei giardini e nei parchi organizzate. Il secondo paragrafo del protocollo si

    occupa di fornire le indicazioni necessarie per le attività organizzate con la presenza di operatori, nel contesto

    dei parchi, giardini o luoghi simili. L’allegato fa riferimento alla data di avvio fissata al 18 maggio 2020. si tratta

    sicuramente di una attività più complessa che prevede moduli organizzativi e personale selezionato, secondo

    un progetto di attività che determina una responsabilità in capo al gestore. I progetti, che deve contenere le

    informazioni minime di cui al paragrafo 2.9 dell’allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020, devono essere

    presentati al Comune per l’approvazione dagli enti interessati, dai gestori da questi individuati o da enti del

    Terzo Settore. Il protocollo contiene molte raccomandazioni, come ad esempio quella che individua il rapporto

    numerico tra il personale e i bambini; trattandosi di raccomandazioni non pare sia sanzionabile il mancato

    rispetto di tali indicazioni. Parimenti, alcune prescrizioni sono di difficile controllo; ad esempio non si vede

    come si possa far rispettare la misura di prevenzione di non toccarsi il viso con le mani, ovvero di non tossire

    senza protezione; tale ultima indicazione comporterebbe l’uso obbligatorio della mascherina per tutta la durata

    dell’attività. (Vedi caso successivo)

    (5) Campi estivi in spazi dedicati. Il terzo paragrafo del protocollo riguarda le attività nei centri estivi, con

    decorrenza da giugno 2020, di solito in coincidenza con la fine dell’anno scolastico, sempre in presenza di

    operatori, ma in spazi per l’infanzia, ovvero nelle scuole o in ambienti similari, come le ludoteche, gli oratori,

    etc.; anche per questa attività sono previsti moduli e progetti organizzativi, la cui osservanza è senz’altro

    obbligatoria e, quindi, fonte di responsabilità per il gestore. (Vedi caso 9)

    (6) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

  • 13

    Art. 1, c. 1, lett. b) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Effettuava una attività organizzata (4) per bambini di età superiore a 3 anni o adolescenti in

    violazione delle disposizioni riportate nell’allegato 8, paragrafo 2, del DPCM 17 maggio 2020. Nella

    fattispecie accertata si da atto che …..

    o Non controllava che fosse garantito il distanziamento interpersonale di almeno un metro

    o Non assicurava il corretto utilizzo delle mascherine

    o Non assicurava la pulizia, mediante prodotti disinfettanti autorizzati, dei servizi igienici

    dopo ogni utilizzo

    o Impiegava operatori non adeguatamente formati riguardo i temi della prevenzione del

    contagio da Covid-19, nonché per quanto concerne il corretto uso dei DPI e delle misure di

    igiene e sanificazione, anche in relazione alla presenza di bambini e adolescenti con

    disabilità

    o Non organizzava l’attività in piccoli gruppi stabili di bambini, adolescenti e operatori, al fine

    di limitare la possibile diffusione del contagio e, ove questo si determini, il tracciamento dei

    contatti

    o Non curava la pulizia con detergente neutro, almeno giornaliera, delle attrezzature e degli

    oggetti utilizzati per l’attività

    o Non si assicurava che i bambini e gli adolescenti si lavassero le mani con acqua e sapone o

    gel igienizzante ad ogni cambio di attività, dopo l’uso dei servizi igienici e prima

    dell’eventuale consumo dei pasti e all’ingresso dell’area

    o Quale operatore non si igienizzava le mani al momento dell’entrata in turno, dopo l’uso dei

    servizi igienici e prima dell’eventuale consumo dei pasti e all’ingresso dell’area

    o Non prevedeva il punto di accoglienza all’esterno o in un ingresso separato dall’area o

    struttura, al fine di evitare che gli adulti accompagnatori entrassero nei luoghi adibiti allo

    svolgimento delle attività

    o Non metteva a disposizione nel punto di accoglienza una fontana o un lavandino con acqua

    e sapone, oppure un gel idroalcolico per l’igienizzazione delle mani dei bambini e degli

    adolescenti che entrano nella struttura

    o Non verificava la temperatura corporea dei bambini e degli adolescenti, dopo

    l’igienizzazione delle mani, mediante rilevatore o termometro senza contatto

    o Non igienizzava il termometro o rilevatore prima dell’utilizzo e alla fine dell’accoglienza, o

    in ogni caso in cui vi sia stata una possibile contaminazione, mediante salvietta igienizzante

    o cotone imbevuto di alcol

    o Non si assicurava che il bambino o l’adolescente si igienizzasse le mani prima di essere

    riconsegnato all’accompagnatore

    o Non si assicurava che il gel idroalcolico fosse fuori dalla portata dei bambini, al fine di

    evitare possibili ingestioni della sostanza da parte di questi

    8. Attività ludico-ricreative organizzate per bambini di età superiore a 3 anni e adolescenti con presenza di operatori addetti, nel contesto di giardini, parchi e luoghi similari

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI € 400,00 € 280,00

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00

  • 14

    o Non effettuava correttamente la procedura di triage, chiedendo ai genitori se il bambino o

    l’adolescente avesse avuto febbre, tosse, difficoltà respiratorie o malesseri

    o Quale operatore non rimaneva a casa, avvertendo il medico curante e il gestore, in caso di

    febbre, tosse, difficoltà respiratorie o malesseri

    o Non provvedeva a che agli operatori fosse misurata la temperatura corporea prima di

    accedere alla struttura

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. b) del DPCM 17 maggio 2020 dispone che è consentito

    l'accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro

    cura, ad aree gioco all'interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa

    all'aperto nel rispetto delle linee guida del dipartimento per le politiche della famiglia di cui all'allegato 8 del

    DPCM 17 maggio 2020.

    (2) Allegato 8. I protocolli raccolti nell’allegato 8, presentati con un ampio preambolo che illustra la finalità degli

    elaborati, riguardano le varie fasi della ripresa delle attività ludiche e ricreative per i bambini e gli adolescenti.

    (3) Attività ludiche e ricreative nei giardini e nei parchi non organizzate. Il primo paragrafo dell’allegato 8,

    quello di immediato impatto, contiene alcune prescrizioni relativamente alla frequentazione dei parchi e dei

    giardini pubblici da parte di bambini e adolescenti per attività ricreative o ludiche. (Vedi caso precedente)

    (4) Attività ludiche e ricreative nei giardini e nei parchi organizzate. Il secondo paragrafo del protocollo si

    occupa di fornire le indicazioni necessarie per le attività organizzate con la presenza di operatori, nel contesto

    dei parchi, giardini o luoghi simili. L’allegato fa riferimento alla data di avvio fissata al 18 maggio 2020. si tratta

    sicuramente di una attività più complessa che prevede moduli organizzativi e personale selezionato, secondo

    un progetto di attività che determina una responsabilità in capo al gestore. I progetti, che devono contenere le

    informazioni minime di cui al paragrafo 2.9 dell’allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020, devono essere

    presentati al Comune per l’approvazione dagli enti interessati, dai gestori da questi individuati o da enti ed

    organizzazioni del Terzo Settore. Il protocollo contiene molte raccomandazioni, come ad esempio quella che

    individua il rapporto numerico tra il personale e i bambini; trattandosi di raccomandazioni non pare sia

    sanzionabile il mancato rispetto di tali indicazioni. Parimenti, alcune prescrizioni sono di difficile controllo; ad

    esempio non si vede come si possa far rispettare la misura di prevenzione di non toccarsi il viso con le mani,

    ovvero di non tossire senza protezione; tale ultima indicazione comporterebbe l’uso obbligatorio della

    mascherina per tutta la durata dell’attività.

    (1) Campi estivi in spazi dedicati. Il terzo paragrafo del protocollo riguarda le attività nei centri estivi, con

    decorrenza da giugno 2020, di solito in coincidenza con la fine dell’anno scolastico, sempre in presenza di

    operatori, ma in spazi per l’infanzia, ovvero nelle scuole o in ambienti similari, come le ludoteche, gli oratori,

    etc.; anche per questa attività sono previsti moduli e progetti organizzativi, la cui osservanza è senz’altro

    obbligatoria e, quindi, fonte di responsabilità per il gestore. I progetti, che devono contenere le informazioni

    minime di cui al paragrafo 3.9 dell’allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020, devono essere presentati al Comune

    per l’approvazione dagli enti interessati, dai gestori da questi individuati o da organizzazione ed enti del Terzo

    Settore. (Vedi caso successivo)

    (5) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

  • 15

    Art. 1, c. 1, lett. b) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Effettuava una attività organizzata nel centro estivo (5) per bambini di età superiore a 3 anni o

    adolescenti in violazione delle disposizioni riportate nell’allegato 8, paragrafo 3, del DPCM 17

    maggio 2020. Nella fattispecie accertata si da atto che ….

    o Non garantiva il rapporto numerico minimo fra operatori, bambini ed adolescenti, come

    previsto dal paragrafo 3.3. dell’allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020 (6)

    o Non controllava che fosse garantito il distanziamento interpersonale di almeno un metro

    o Non garantiva un frequente arieggiamento dei locali

    o Non garantiva la pulizia frequente delle superfici con le quali avviene il contatto

    o Non assicurava il corretto utilizzo delle mascherine

    o Non assicurava la pulizia, mediante prodotti disinfettanti autorizzati, dei servizi igienici

    dopo ogni utilizzo

    o Impiegava operatori non adeguatamente formati riguardo i temi della prevenzione del

    contagio da Covid-19, nonché per quanto concerne il corretto uso dei DPI e delle misure di

    igiene e sanificazione, anche in relazione alla presenza di bambini e adolescenti con

    disabilità

    o Non organizzava l’attività in piccoli gruppi stabili di bambini, adolescenti e operatori, al fine

    di limitare la possibile diffusione del contagio e, ove questo si determini, il tracciamento dei

    contatti

    o Non curava la pulizia con detergente neutro, almeno giornaliera, delle attrezzature e degli

    oggetti utilizzati per l’attività

    o Non si assicurava che i bambini e gli adolescenti si lavassero le mani con acqua e sapone o

    gel igienizzante ad ogni cambio di attività, dopo l’uso dei servizi igienici e prima

    dell’eventuale consumo dei pasti e all’ingresso dell’area

    o Non assicurava la non condivisione di posate e bicchieri durante il consumo dei pasti

    o Non evitava assembramenti, evitando le feste periodiche con le famiglie o i

    raggruppamenti di genitori agli ingressi delle aree di accoglienza

    o Quale operatore non si igienizzava le mani al momento dell’entrata in turno, dopo l’uso dei

    servizi igienici e prima dell’eventuale consumo dei pasti e all’ingresso dell’area

    o Non prevedeva il punto di accoglienza all’esterno o in un ingresso separato dall’area o

    struttura, al fine di evitare che gli adulti accompagnatori entrassero nei luoghi adibiti allo

    svolgimento delle attività

    o Non prevedeva ingressi e uscite scaglionati almeno di 5 – 10 minuti, al fine di evitare

    assembramenti

    o Non metteva a disposizione nel punto di accoglienza una fontana o un lavandino con acqua

    e sapone, oppure un gel idroalcolico per l’igienizzazione delle mani dei bambini e degli

    adolescenti che entrano nella struttura

    o Non verificava la temperatura corporea dei bambini e degli adolescenti, dopo

    l’igienizzazione delle mani, mediante rilevatore o termometro senza contatto

    9. Attività ludico-ricreative organizzate per bambini di età superiore a 3 anni e adolescenti con presenza di operatori addetti – CENTRI ESTIVI

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI € 400,00 € 280,00

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00

  • 16

    o Non igienizzava il termometro o rilevatore prima dell’utilizzo e alla fine dell’accoglienza, o

    in ogni caso in cui vi sia stata una possibile contaminazione, mediante salvietta igienizzante

    o cotone imbevuto di alcol

    o Non si assicurava che il bambino o l’adolescente si igienizzasse le mani prima di essere

    riconsegnato all’accompagnatore

    o Non si assicurava che il gel idroalcolico fosse fuori dalla portata dei bambini, al fine di

    evitare possibili ingestioni della sostanza da parte di questi

    o Non effettuava correttamente la procedura di triage, chiedendo ai genitori se il bambino o

    l’adolescente avesse avuto febbre, tosse, difficoltà respiratorie o malesseri

    o Quale operatore non rimaneva a casa, avvertendo il medico curante e il gestore, in caso di

    febbre, tosse, difficoltà respiratorie o malesseri

    o Non provvedeva a che agli operatori fosse misurata la temperatura corporea prima di

    accedere alla struttura

    Note

    (2) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. c) del DPCM 17 maggio 2020 dispone che a decorrere dal 15

    giugno 2020, è consentito l'accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche,

    ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all'aria aperta, con l'ausilio di operatori cui affidarli in

    custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del

    dipartimento per le politiche della famiglia di cui all'allegato 8; le Regioni e le Province Autonome possono

    stabilire una diversa data anticipata o posticipata a condizione che abbiano preventivamente accertato la

    compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l'andamento della situazione epidemiologica nei

    propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di

    contagio nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali.

    (3) Allegato 8. I protocolli raccolti nell’allegato 8, presentati con un ampio preambolo che illustra la finalità degli

    elaborati, riguardano le varie fasi della ripresa delle attività ludiche e ricreative per i bambini e gli adolescenti.

    (4) Attività ludiche e ricreative nei giardini e nei parchi non organizzate. Il primo paragrafo dell’allegato 8,

    quello di immediato impatto, contiene alcune prescrizioni relativamente alla frequentazione dei parchi e dei

    giardini pubblici da parte di bambini e adolescenti per attività ricreative o ludiche. (Vedi caso 7)

    (5) Attività ludiche e ricreative nei giardini e nei parchi organizzate. Il secondo paragrafo del protocollo si

    occupa di fornire le indicazioni necessarie per le attività organizzate con la presenza di operatori, nel contesto

    dei parchi, giardini o luoghi simili. L’allegato fa riferimento alla data di avvio fissata al 18 maggio 2020. Si tratta

    sicuramente di una attività più complessa che prevede moduli organizzativi e personale selezionato, secondo

    un progetto di attività che determina una responsabilità in capo al gestore. I progetti, che devono contenere le

    informazioni minime di cui al paragrafo 2.9 dell’allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020, devono essere

    presentati al Comune per l’approvazione dagli enti interessati, dai gestori da questi individuati o da enti ed

    organizzazioni del Terzo Settore. Il protocollo contiene molte raccomandazioni, come ad esempio quella che

    individua il rapporto numerico tra il personale e i bambini; trattandosi di raccomandazioni non pare sia

    sanzionabile il mancato rispetto di tali indicazioni. Parimenti, alcune prescrizioni sono di difficile controllo; ad

    esempio non si vede come si possa far rispettare la misura di prevenzione di non toccarsi il viso con le mani,

    ovvero di non tossire senza protezione; tale ultima indicazione comporterebbe l’uso obbligatorio della

    mascherina per tutta la durata dell’attività (vedi caso precedente)

    (6) Campi estivi in spazi dedicati. Il terzo paragrafo del protocollo riguarda le attività nei centri estivi, con

    decorrenza da giugno 2020, di solito in coincidenza con la fine dell’anno scolastico, sempre in presenza di

    operatori, ma in spazi per l’infanzia, ovvero nelle scuole o in ambienti similari, come le ludoteche, gli oratori,

    etc.; anche per questa attività sono previsti moduli e progetti organizzativi, la cui osservanza è senz’altro

    obbligatoria e, quindi, fonte di responsabilità per il gestore.

    (7) Rapporto minimo operatori-bambini e adolescenti. Per i bambini in età di scuola dell'infanzia (dai 3 ai 5 anni), un rapporto di un adulto ogni 5 bambini; per i bambini in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), un

    rapporto di un adulto ogni 7 bambini; per gli adolescenti in età di scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni), un

    rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti. Oltre alla definizione organizzativa del rapporto numerico, occorre

    operare per garantire il suo rispetto per l'intera durata delle attività, tenendo conto delle prescrizioni sul

    distanziamento fisico. I progetti, che devono contenere le informazioni minime di cui al paragrafo 3.9

    dell’allegato 8 del DPCM 17 maggio 2020, devono essere presentati al Comune per l’approvazione dagli enti

    interessati, dai gestori da questi individuati o da organizzazione ed enti del Terzo Settore.

    (8) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

  • 17

    Art. 1, c. 1, lett. d) del DPCM 26 aprile 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    o Nel luogo sopra descritto svolgeva all’aperto attività sportiva motoria, senza rispettare

    la distanza di sicurezza interpersonale prevista per tale attività. Nella fattispecie accertata

    svolgeva detta attività tenendo una distanza di circa …….… dalla persona più vicina.

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. d) del DPCM 17 maggio 2020, consente svolgere attività

    sportiva o attività motoria all'aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché

    comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l'attività sportiva e

    di almeno un metro l’attività motoria, salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i

    minori o le persone non completamente autosufficienti, oppure se si tratta di persone conviventi.

    (2) Attività sportiva e attività motoria. Anche se non è possibile fare una netta distinzione tra attività sportiva e

    attività motoria, si deve considerare l’attività sportiva quella svolta a livello amatoriale, dilettantistico o

    professionale, riconosciuta dal Coni e dalle federazioni sportive ufficiali o comunque, in maniera più elastica,

    rientranti nella comune accezione di sport. L’attività motoria è invece quella che pur coinvolgendo il fisico non

    è riconosciuta assolutamente come tale ed è normalmente ritenuta essenziale ai fini della cura della salute

    fisica della persona, come la camminata, la pedalata non sportiva. L’attività ludica o ricreativa all’aperto, che

    pure potrebbe in qualche modo coinvolgere il fisico, non ha come finalità quella salutistica e come tale non è

    ritenuta essenziale e quindi resta vietata. Quindi, se la corsa, anche a livello amatoriale, può definirsi una

    attività sportiva, la camminata anche veloce si potrà dire che sia una attività motoria, mentre il gioco della

    mosca cieca sarà una attività ludica/ricreativa. Da considerare, ad esempio, che il tiro con le freccette o il tiro

    con l’arco sono discipline sportive riconosciute dal CONI, pur potendo essere definite anche attività ludiche o

    ricreative. In ogni caso la differenza tra attività sportiva e attività motoria ha una limitata utilità se non per

    individuare la distanza di sicurezza interpersonale.

    (3) Centri sciistici. Vedi caso 13

    (4) Attività sportiva e motoria in palestra, piscina, etc. vedi caso 14

    (5) Eventi e competizioni sportive. Vedi caso successivo.

    (6) Allenamenti. Vedi caso 12.

    (7) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    10. Violazioni delle prescrizioni per lo svolgimento dell’attività sportiva o motoria

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 18

    Art. 1, c. 1, lett. e), primo periodo, del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Nel luogo sopra descritto non rispettava la sospensione degli eventi sportivi delle

    manifestazioni sportive

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. e), primo periodo, del DPCM 17 maggio 2020 dispone la

    sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati.

    (2) Allenamenti. Allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie

    esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli

    atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite, nel rispetto delle

    norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse. I soli atleti, professionisti e

    non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal

    Comitato Italiano Paraolimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione a

    competizioni di livello nazionale ed internazionale, possono spostarsi da una Regione all'altra, previa

    convocazione della federazione di appartenenza. Ai fini di quanto previsto dalla presente lettera, sono

    emanate, previa validazione del Comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della protezione

    civile, apposite linee-guida a cura dell'Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, su

    proposta del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e del Comitato Italiano Paraolimpico (CIP), sentita

    la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive

    Associate e gli Enti di Promozione Sportiva;

    (3) Soggetti attivi. Si ritiene che la violazione possa essere commessa sia da chi partecipa all’evento o alla

    manifestazione sportiva, sia da chi la organizza. Forme di concorso si possono realizzare da parte di chi

    agevola o promuove la manifestazione o l’evento. Il pubblico eventualmente presente potrà essere sanzionato

    per l’assembramento e/o per il divieto di spostamento non giustificato.

    (4) Manifestazione o evento. Si deve ritenere che per realizzare la violazione in esame debba trattarsi di una

    situazione che richiede la presenza di un pubblico, anche potenzialmente, mentre la semplice partita di

    calcetto organizzata tra gli amici potrà realizzare una attività sportiva di cui al caso precedente, ovvero senza

    il dovuto distanziamento interpersonale.

    (5) Sanzione accessoria. Ai sensi dell’articolo 4, comma 2 del decreto legge 25 aprile 2020, n. 19, è sempre

    disposta la chiusura delle attività relative a di eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi

    pubblici o privati. La competenza all’irrogazione della sanzione accessoria è del prefetto per le violazioni delle

    prescrizioni del DPCM, ovvero è della Regione o del Sindaco per i provvedimenti da questi emanati. Ai relativi

    procedimenti si applica la sospensione dei termini fissata dall’articolo 103, comma 1, del decreto legge 17

    marzo 2020, n. 18.

    (6) Sospensione anticipata. All'atto dell'accertamento della violazione, ove necessario per impedire la

    prosecuzione o la reiterazione della violazione, l'autorità procedente può disporre la chiusura provvisoria

    dell'attività per una durata non superiore a 5 giorni. Il periodo di chiusura provvisoria è scomputato dalla

    corrispondente sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. È una sospensione

    facoltativa di competenza dell’organo accertatore, applicata nell’immediatezza e solo ove necessaria a

    interrompere l’illecito o per evitare la reiterazione del medesimo illecito; pertanto, non si applica se l’illecito si è

    interrotto e non vi sono elementi per stabilire che questo sarà reiterato. Dell’applicazione della sospensione

    anticipata deve essere dato atto nel verbale di contestazione che sarà trasmesso, unitamente al rapporto,

    all’autorità competente all’applicazione della sanzione accessoria della sospensione dell’attività o

    dell’esercizio.

    (7) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    11. Divieto di svolgimento di eventi e competizioni sportive – luoghi pubblici o privati

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Chiusura dell’attività (5)

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 19

    Art. 1, c. 1, lett. e), secondo periodo, del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Nel luogo sopra descritto svolgeva una sessione di allenamento consentita a norma dell’articolo 1, c. 1, lett. e), secondo periodo, del DPCM 17 maggio 2020, ma:

    o non a porte chiuse

    o senza rispettare la distanza interpersonale di almeno 2 metri

    o senza il rispetto delle linee guida emanate

    o senza aver adottato l’apposito protocollo attuativo contenente norme di dettaglio per

    tutelare la salute degli atleti, dei gestori degli impianti e di tutti coloro che, a qualunque

    titolo, frequentano i siti in cui si svolgono l'attività di allenamento

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. e), secondo periodo, del DPCM 17 maggio 2020 dispone che

    allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie esigenze di tutela

    della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli atleti,

    professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, sono consentite, nel rispetto delle

    norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse.

    (2) Linee guida. Devono essere emanate, previa validazione del Comitato tecnico-scientifico istituito presso il

    Dipartimento della protezione civile, apposite linee-guida a cura dell'Ufficio per lo Sport della Presidenza del

    Consiglio dei ministri, su proposta del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e del Comitato Italiano

    Paraolimpico (CIP), sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), le Federazioni Sportive Nazionali,

    le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva. per l'attuazione delle linee guida e in

    conformità ad esse, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di

    Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI e dal CIP, nonché le associazioni, le società, i centri e i circoli

    sportivi, comunque denominati, anche se non affiliati ad alcun organismo sportivo riconosciuto, adottano, per

    gli ambiti di rispettiva competenza e in osservanza della normativa in materia di previdenza e sicurezza

    sociale, appositi protocolli attuativi contenenti norme di dettaglio per tutelare la salute degli atleti, dei gestori

    degli impianti e di tutti coloro che, a qualunque titolo, frequentano i siti in cui si svolgono l'attività sportiva di

    base e l'attività motoria in genere.

    (3) Allenamenti in aree pubbliche. Si ritiene che in ogni caso gli allenamenti possano essere svolti in forma

    individuale e nel rispetto delle norme di distanziamento sociale anche su aree pubbliche o ad esse equiparate,

    considerato che è ammessa l’attività sportiva alle condizioni previste dall’art. 1, c. 1, lett. e) del DPCM 17

    maggio 2020 (vedi caso 8).

    (4) Uso dei veicoli. Resta limitato agli sport che si svolgono con veicoli, ad esempio in un velodromo.

    (5) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    12. Prescrizioni per lo svolgimento si sessioni di allenamento consentite

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 20

    Art. 1, c. 1, lett. h) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Nel comprensorio sciistico di ____________ non provvedeva alla chiusura dell'impianto di _______

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. h), del DPCM 17 maggio 2020 dispone la chiusura degli

    impianti nei comprensori sciistici almeno fino al 17 maggio 2020. In realtà un comprensorio sciistico dovrebbe

    essere qualcosa di più articolato di una singola stazione sciistica, così come non è ben definito il termine

    impianto, che si intende, almeno a grandi linee, ogni struttura finalizzata allo svolgimento dell’attività sciistica

    in genere, come le stesse piste, gli impianti di risalita, i trampolini di salto, etc. In ogni casi si tenga presente

    che l’attività sciistica può essere svolta anche nel periodo non invernale.

    (2) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    13. Obbligo di chiusura degli impianti nei comprensori sciistici

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI € 400,00 € 280,00

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00

  • 21

    Art. 1, c. 1, lett. f) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Nel luogo sopra descritto svolgeva l’attività di palestra centro sportivo circolo sportivo

    piscina struttura per attività dirette al benessere della persona attraverso l’esercizio fisico ..

    o in data antecedente al 25 maggio 2020 (salvo diversa disposizione regionale o della

    provincia autonoma)

    o senza garantire il distanziamento interpersonale

    o senza il rispetto delle linee guida emanate dall’Ufficio per lo Sport

    o senza il rispetto degli indirizzi operativi della Regione (o della provincia autonoma) _____

    o senza aver adottato l’apposito protocollo attuativo contenente norme di dettaglio per

    tutelare la salute degli atleti, dei gestori degli impianti e di tutti coloro che, a qualunque

    titolo, frequentano i siti in cui si svolgono l'attività sportiva di base e l'attività motoria in

    genere.

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. f), del DPCM 17 maggio 2020, dispone che l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati,

    ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell'individuo attraverso l'esercizio

    fisico, sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun

    assembramento, a decorrere dal 25 maggio 2020. A tali fini, sono emanate apposite linee guida, fatti salvi

    gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle regioni e dalle province autonome, ai sensi dell'art. 1, comma 14

    del decreto-legge n. 33 del 2020. Le Regioni e le Province Autonome possono stabilire una diversa data

    anticipata o posticipata a condizione che abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento

    delle suddette attività con l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i

    protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio.

    (2) Attuazione delle linee guida. Le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di

    Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI e dal CIP, nonché le associazioni, le società, i centri e i circoli

    sportivi, comunque denominati, anche se non affiliati ad alcun organismo sportivo riconosciuto, adottano, per

    gli ambiti di rispettiva competenza e in osservanza della normativa in materia di previdenza e sicurezza

    sociale, appositi protocolli attuativi contenenti norme di dettaglio per tutelare la salute degli atleti, dei gestori

    degli impianti e di tutti coloro che, a qualunque titolo, frequentano i siti in cui si svolgono l'attività sportiva di

    base e l'attività motoria in genere;

    (3) Sanzione accessoria. Ai sensi dell’articolo 4, comma 2 del decreto legge 25 aprile 2020, n. 19, è sempre

    disposta la chiusura delle di palestre, centri termali, sportivi, piscine, centri natatori e impianti sportivi, anche

    se privati. La competenza all’irrogazione della sanzione accessoria è del prefetto per le violazioni delle

    prescrizioni del DPCM, ovvero è della Regione o del Sindaco per i provvedimenti da questi emanati. Ai relativi

    procedimenti si applica la sospensione dei termini fissata dall’articolo 103, comma 1, del decreto legge 17

    marzo 2020, n. 18.

    (4) Sospensione anticipata. All'atto dell'accertamento della violazione, ove necessario per impedire la

    prosecuzione o la reiterazione della violazione, l'autorità procedente può disporre la chiusura provvisoria

    dell'attività per una durata non superiore a 5 giorni. Il periodo di chiusura provvisoria è scomputato dalla

    corrispondente sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. È una sospensione

    facoltativa di competenza dell’organo accertatore, applicata nell’immediatezza e solo ove necessaria a

    interrompere l’illecito o per evitare la reiterazione del medesimo illecito; pertanto, non si applica se l’illecito si è

    interrotto e non vi sono elementi per stabilire che questo sarà reiterato. Dell’applicazione della sospensione

    anticipata deve essere dato atto nel verbale di contestazione che sarà trasmesso, unitamente al rapporto,

    14. Attività sportiva di base e motoria in palestre, centri sportivi, piscine, etc.

    SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Chiusura dell’esercizio o dell’attività (3)

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 22

    all’autorità competente all’applicazione della sanzione accessoria della sospensione dell’attività o

    dell’esercizio.

    (5) Linee guida per le palestre. Il DPCM 17 maggio 2020 contiene nell’allegato 17, tra l’altro, le linee guida per

    la riapertura delle palestre che si applicano a enti locali e soggetti pubblici e privati titolari di palestre,

    comprese le attività fisiche con modalità a corsi (senza contatto fisico interpersonale). Si riportano di seguito

    le sole prescrizioni.

    a. Predisporre una adeguata informazione sulle tutte le misure di prevenzione da adottare.

    b. Redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e

    regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni;

    mantenere l'elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni.

    c. Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 1 metro

    (ad esempio prevedere postazioni d'uso alternate o separate da apposite barriere), anche

    regolamentando l'accesso agli stessi.

    d. Regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l'accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e

    macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza:

    almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica

    almeno 2 metri durante l'attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa).

    e. Dotare l'impianto/struttura di dispenser con soluzioni idroalcoliche per l'igiene delle mani dei

    frequentatori/clienti/ospiti in punti ben visibili, prevedendo l'obbligo dell'igiene delle mani all'ingresso

    e in uscita.

    f. Dopo l'utilizzo da parte di ogni singolo soggetto, il responsabile della struttura assicura la

    disinfezione della macchina o degli attrezzi usati.

    g. Gli attrezzi e le macchine che non possono essere disinfettati non devono essere usati.

    h. Garantire la frequente pulizia e disinfezione dell'ambiente, di attrezzi e macchine (anche più volte al

    giorno ad esempio atra un turno di accesso e l'altro), e comunque la disinfezione di spogliatoi

    (compresi armadietti) a fine giornata.

    i. Non condividere borracce, bicchieri e bottiglie e non scambiare con altri utenti oggetti quali

    asciugamani, accappatoi o altro.

    j. Utilizzare in palestra apposite calzature previste esclusivamente a questo scopo.

    k. Tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora

    depositati negli appositi armadietti; si raccomanda di non consentire l'uso promiscuo degli armadietti

    e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali.

    l. Per quanto riguarda il microclima, è fondamentale verificare le caratteristiche di aerazione dei locali e

    degli impianti di ventilazione e la successiva messa in atto in condizioni di mantenimento di adeguati

    ricambi e qualità dell'aria indoor. Per un idoneo microclima è necessario:

    garantire periodicamente l'aerazione naturale nell'arco della giornata in tutti gli ambienti dotati di

    aperture verso l'esterno, dove sono presenti postazioni di lavoro, personale interno o utenti

    esterni (comprese le aule di udienza ed i locali openspace), evitando correnti d'aria o freddo/caldo

    eccessivo durante il ricambio naturale dell'aria;

    aumentare la frequenza della manutenzione / sostituzione dei pacchi filtranti dell'aria in ingresso

    (eventualmente anche adottando pacchi filtranti più efficienti);

    in relazione al punto esterno di espulsione dell'aria, assicurarsi che permangano condizioni

    impiantistiche tali da non determinare l'insorgere di inconvenienti igienico sanitari nella distanza

    fra i punti di espulsione ed i punti di aspirazione;

    attivare l'ingresso e l'estrazione dell'aria almeno un'ora prima e fino ad una dopo l'accesso da

    parte del pubblico;

    nel caso di locali di servizio privi di finestre quali archivi, spogliatoi, servizi igienici, ecc., ma dotati

    di ventilatori/estrattori meccanici, questi devono essere mantenuti in funzione almeno per l'intero

    orario di lavoro;

    per quanto riguarda gli ambienti di collegamento fra i vari locali dell'edificio (ad esempio corridoi,

    zone di transito o attesa), normalmente dotati di minore ventilazione o privi di ventilazione

    dedicata, andrà posta particolare attenzione al fine di evitare lo stazionamento e l'assembramento

    di persone, adottando misure organizzative affinché gli stessi ambienti siano impegnati solo per il

    transito o pause di breve durata;

    negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione con apporto di aria esterna, tramite

    ventilazione meccanica controllata, eliminare totalmente la funzione di ricircolo dell'aria;

    relativamente agli impianti di riscaldamento/raffrescamento che fanno uso di pompe di calore,

    fancoil, o termoconvettori, qualora non sia possibile garantire la corretta climatizzazione degli

    ambienti tenendo fermi gli impianti, pulire in base alle indicazioni fornite dal produttore, ad

    impianto fermo, i filtri dell'aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati.

    le prese e le griglie di ventilazione devono essere pulite con panni puliti in microfibra inumiditi con

    acqua e sapone, oppure con alcool etilico al 75%;

  • 23

    evitare di utilizzare e spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti spray direttamente

    sui filtri per non inalare sostanze inquinanti, durante il funzionamento.

    (6) Linee guida per le piscine. Il DPCM 17 maggio 2020 contiene nell’allegato 17, tra l’altro, le linee guida per la

    riapertura delle piscine. Le indicazioni si applicano alle piscine pubbliche, alle piscine finalizzate a gioco acquatico e ad uso collettivo inserite in strutture già adibite in via principale ad altre attività ricettive (es.

    pubblici esercizi, agrituristiche, camping, etc.). Sono escluse le piscine ad usi speciali di cura, di riabilitazione

    e termale, e quelle alimentate ad acqua di mare. Si riportano di seguito le sole prescrizioni.

    Le presenti indicazioni si applicano alle piscine pubbliche, alle piscine finalizzate a gioco acquatico e ad uso

    collettivo inserite in strutture già adibite in via principale ad altre attività ricettive (es. pubblici esercizi,

    agrituristiche, camping, etc.). Sono escluse le piscine ad usi speciali di cura, di riabilitazione e termale, e

    quelle alimentate ad acqua di mare.

    Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione. I frequentatori devono

    rispettare rigorosamente le indicazioni impartite dagli istruttori e assistenti ai bagnanti. Il gestore

    dovrà prevedere opportuna segnaletica, incentivando la divulgazione dei messaggi attraverso

    monitor e/o maxi-schermi, per facilitare la gestione dei flussi e la sensibilizzazione riguardo i

    comportamenti, mediante adeguata segnaletica.

    Divieto di accesso del pubblico alle tribune. Divieto di manifestazioni, eventi, feste e

    intrattenimenti.

    Redigere un programma delle attività il più possibile pianificato in modo da dissuadere eventuali

    condizioni di aggregazioni e da regolamentare i flussi degli spazi di attesa e nelle varie aree per

    favorire il rispetto del distanziamento sociale di almeno 1 metro, ad eccezione delle persone che

    in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo

    aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Se possibile prevedere percorsi divisi per

    l'ingresso e l'uscita.

    Privilegiare l'accesso agli impianti tramite prenotazione e mantenere l'elenco delle presenze per

    un periodo di 14 giorni.

    Organizzare gli spazi e le attività nelle aree spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze

    di almeno 1 metro (ad esempio prevedere postazioni d'uso alternate o separate da apposite

    barriere).

    Tutti gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche

    qualora depositati negli appositi armadietti; si raccomanda di non consentire l'uso promiscuo degli

    armadietti e di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali.

    Dotare l'impianto/struttura di dispenser con soluzioni idroalcoliche per l'igiene delle mani dei

    frequentatori/clienti/ospiti in punti ben visibili all'entrata, prevedendo l'obbligo di frizionarsi le mani

    già in entrata. Altresì prevedere i dispenser nelle aree di frequente transito, nell'area solarium o in

    aree strategiche in modo da favorire da parte dei frequentatori l'igiene delle mani

    La densità di affollamento nelle aree solarium e verdi è calcolata con un indice di non meno di 7

    mq di superficie di calpestio a persona. La densità di affollamento in vasca è calcolata con un

    indice di 7 mq di superficie di acqua a persona. Il gestore pertanto è tenuto, in ragione delle aree

    a disposizioni, a calcolare e a gestire le entrate dei frequentatori nell'impianto.

    Regolamentare la disposizione delle attrezzature (sedie a sdraio, lettino) attraverso percorsi

    dedicati in modo da garantire il distanziamento sociale di almeno 1,5 m tra persone non

    appartenenti allo stesso nucleo familiare o conviventi.

    Al fine di assicurare un livello di protezione dall'infezione assicurare l'efficacia della filiera dei

    trattamenti dell'acqua e il limite del parametro cloro attivo libero in vasca compreso tra 1,0 - 1,5

    mg/l; cloro combinato :S 0,40 mg/l; pH 6.5 - 7.5. Si fa presente che detti limiti devono

    rigorosamente essere assicurati in presenza di bagnanti. La frequenza dei controlli sul posto dei

    parametri di cui sopra è non meno di due ore. Dovranno tempestivamente essere adottate tutte le

    misure di correzione in caso di non conformità, come pure nell'approssimarsi del valore al limite

    tabellare.

    Prima dell'apertura della vasca dovrà essere confermata l'idoneità dell'acqua alla balneazione a

    seguito dell'effettuazione delle analisi di tipo chimico e microbiologico dei parametri di cui alla

    tabella A dell'allegato 1 all'Accordo Stato Regioni e PP.AA. 16.01.2003, effettuate da apposito

    laboratorio. Le analisi di laboratorio dovranno essere ripetute durante tutta l'apertura della piscina

    al pubblico a cadenza mensile, salvo necessità sopraggiunte, anche a seguito di eventi occorsi in

    piscina, che possono prevedere una frequenza più ravvicinata.

    Si rammentano le consuete norme di sicurezza igienica in acqua di piscina: prima di entrare

    nell'acqua di vasca provvedere ad una accurata doccia saponata su tutto il corpo; è obbligatorio

    l'uso della cuffia; è vietato sputare, soffiarsi il naso, urinare in acqua; ai bambini molto piccoli far

    indossare i pannolini contenitivi.

  • 24

    Regolare e frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni, spogliatoi, cabine, docce, servizi

    igienici, cabine, attrezzature (sdraio, sedie, lettini, incluse attrezzature galleggianti, natanti etc.).

    Le attrezzature come ad es. lettini, sedie a sdraio, ombrelloni etc. vanno disinfettati ad ogni

    cambio di persona o nucleo famigliare. Diversamente la sanificazione deve essere garantita ad

    ogni fine giornata. Evitare l'uso promiscuo di oggetti e biancheria: l'utente dovrà accedere alla

    piscina munito di tutto l'occorrente.

    Le piscine finalizzate a gioco acquatico in virtù della necessità di contrastare la diffusione del

    virus, vengano convertite in vasche per la balneazione. Qualora il gestore sia in grado di

    assicurare i requisiti nei termini e nei modi del presente documento, attenzionando il

    distanziamento sociale, l'indicatore di affollamento in vasca, i limiti dei parametri nell'acqua, sono

    consentite le vasche torrente, toboga, scivoli morbidi.

    Per piscine ad uso collettivo inserite in strutture già adibite in via principale ad altre attività

    ricettive (es. pubblici esercizi, agrituristiche, camping, etc.) valgono le disposizioni del presente

    documento, opportunamente vagliate e modulate in relazione al contesto, alla tipologia di piscine,

    all'afflusso clienti, alle altre attività presenti etc.

    Le vasche che non consentono il rispetto delle indicazioni suesposte per inefficacia dei

    trattamenti (es, piscine gonfiabili), mantenimento del disinfettante cloro attivo libero, o le distanze

    devono essere interdette all'uso.

    Tutte le misure dovranno essere integrate nel documento di autocontrollo in un apposito allegato

    aggiuntivo dedicato al contrasto dell'infezione da SARS-CoV-2.

    (7) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

  • 25

    Art. 1, c. 1, lett. i) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Nel luogo sopra descritti svolgeva una manifestazione pubblica …

    o non in forma statica (ad esempio, corteo)

    o senza che fossero osservate la distanza interpersonale prescritta (ove non prescritta si

    applica il distanziamento sociale di almeno un metro)

    o senza rispettare le altre misure di contenimento

    o senza rispettare le prescrizioni imposte dal Questore ai sensi dell’articolo 18 del Testo unico

    delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. i), del DPCM 17 maggio 2020 dispone che lo svolgimento delle

    manifestazioni pubbliche è consentito soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano

    osservate le distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento, nel rispetto delle prescrizioni imposte

    dal questore ai sensi dell'articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18

    giugno 1931, n. 773

    (2) Rinvio. Vedi note da 2 a 6 del caso 1.

    15. Prescrizioni per le manifestazioni pubbliche SANZIONE ENTRO 5 GIORNI Ip.1 senza uso di veicolo € 400,00 € 280,00 Ip.2 con uso di veicolo € 533,33 € 373,34

    SANZIONI ACCESSORIE Non previste

    Ip. 1. Limiti edittali: da € 400,00 a € 1.000,00 Ip. 2. Limiti edittali: da € 533,33 a € 1.333,33

  • 26

    Art. 1, c. 1, lett. l) del DPCM 17 maggio 2020 e art. 4 del DL 25 marzo 2020, n. 19

    Non rispettava l’obbligo di sospensione dell’attività di sala giochi sala bingo sala scommesse sopra

    indicata

    Note

    (1) Ambito di applicazione. L’articolo 1, c. 1, lett. l), del DPCM 17 maggio 2020, dispone sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo.

    (2) Sanzione accessoria. Ai sensi dell’articolo 4, comma 2 del decreto legge 25 aprile 2020, n. 19, è sempre

    disposta la chiusura delle sale giochi, sale bingo e delle sale scommesse. La competenza all’irrogazione della

    sanzione accessoria è del prefetto per le violazioni delle prescrizioni del DPCM, ovvero è della Regione o del

    Sindaco per i provvedimenti da questi emanati. Ai relativi procedimenti si applica la sospensione dei termini

    fissata dall’articolo 103, comma 1, del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18.

    (3) Sospensione anticipata. All'atto dell'accertamento della violazione, ove necessario per impedire la

    prosecuzione o la reiterazione della violazione, l'autorità procedente può disporre la chiusura provvisoria

    dell'attività per una durata non superiore a 5 giorni. Il periodo di chiusura provvisoria è scomputato dalla

    corrispondente sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. È una sospensione

    facoltativa di competenza dell’organo accertatore, applicata nell’immediatezza e solo ove necessaria a

    interrompere l’illecito o per evitare la reiterazione del medesimo illecito; pertanto, non si applica se l’illecito si è

    interrotto e non vi sono elementi per stabilire che questo sarà reiterato. Dell’applicazione della sospensione

    anticipata deve essere dato atto nel verbale di contestazione che sarà trasmesso, unitamente al rapporto,

    all’autorità competente all’applicazione della sanzione accessoria della sospensione dell’attività o

    dell’esercizio.