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Provincia di PAVIA

Provincia di PAVIA - Guida turistica.pdf · Pavia, terra di luoghi non comuni Le brume dell’aurora non si sono ancora dissolte quando il passo lieve, la ruota silenziosa e il respiro

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Provincia di PAVIA

Pavia, terra di luoghi non comuniLe brume dell’aurora non si sono ancora dissolte quando il passo lieve, la ruota silenziosa e il respiro del destriero avanzano nella realtà sospesa di un paesaggio dove tradizione, storia e natura si intrecciano, tessendo i colori di una tela unica al mondo. Cavalieri, ciclisti, moderni viandanti e semplici cultori del buon vivere trovano nel territorio della provincia di Pavia tutti gli spazi per dare sfogo alla voglia di evasione. Non c’è un solo paesaggio, in questo lembo di terra: la geografia del territorione conta almeno quattro. Quella del cuore molti di più.Siamo pronti ad accompagnarvi nei silenzi medievali della più antica capitale della Val Padana, Pavia, crocevia di culture e destini che nella sua storia ha vissuto fasti e sfortune che l’hanno temprata, rendendola unica e preziosa: una scenografia umana in grado di ispirare il più abile dei registi. Nelle vicinanze del borgo, il respiro rinascimentale della Certosa e la campagna pavese incorniciano il paesaggio, rendendo la pianura un regno di emozioni. Oltre il Ticino, un ponte coperto o un transito fatto di barconi immette in un “altrove” che ha il suo fulcro nella Lomellina. Potrete lasciarvi stupire dalla piazza di Vigevano,progettata per volere di una signoria illuminata e modificata poi da un cardinale scienziato e matematico. Oppure potrete abbandonarvi alle sfumature da acquerello delle risaie che riflettono torri e campanili, isole tra le carrarecce ancora marcate dalla Via Francigena.La cornice meridionale inizia a plasmarsi quando la luce dell’alba pavese rivela in Oltrepò il profilo di dolci colline ammantate di vigne. I filari scandiscono la passione per la cultura del grappolo, riconosciuta come una delle migliori. Il profumo del mosto accompagna verso sapori altrettanto decisi quando, guadagnando quota, il paesaggio passa dai dolci toni collinari a quelli più ruvidi della montagna. L’Appennino è scandito ancora dalle torri che vigilavano le vie del sale tra lagrande pianura e il mare. È ormai sera quando il rintocco della campana di un’abbazia invita alla riflessione del vespro e nelle taverne dai muri di pietra si accende un lume che rischiara la tavola imbandita, vero e proprio inno alla qualità della vita. Un solo giorno è trascorso, ma per rendervelo unico abbiamo fatto tesoro di mille e più anni diesperienza. Benvenuti in provincia di Pavia, terra di luoghi non comuni.Come voi.

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Som

mari

oLOMELLINA

Specchio di castelli

14

PAVIA

Croceviamillenario

4

OLTREPÒ PAVESE

Lungo le Vie del sale

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PIANURA DEL PAVESE

Di cortein corte

34

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Pavia, una delle torri medievali di Piazza Leonardo Da Vinci

In c

oper

tina

VIA FRANCIGENA - TRATTO LOMBARDO

Sulle ormedel Medioevo

54

Saperne di piùLa città campus • 13

Sulle orme del gusto • 23

Acque del benessere • 33

Un nido sull’acqua • 43

Le colline di Bacco • 53

Rete Verde in provincia di Pavia • 63

VALLE VERSA

“Libiam ne’ lieti calici”

44

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PAVIA

Cotto purpureo, strade lastricate, chiese e palazzi romanici disegnano un percorso che si tuffa nella storia della città lombarda che fu tre volte capitale.

Crocevia millenario

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Testi C. Reali • Foto M. Sassi

Supporto locale: Provincia di Pavia

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In apertura: •le torri

medievalinel cuore della città

A fianco: •i riflessi

purpurei del tramontonelle limpide

acque del Ticino

A destra: •la chiesa

di San Gervasio e Protasio

Sotto a sinistra: •la basilica

di Santa Maria del Carmine

Sotto a destra: •vetrata artistica

raffigurante San Pietro

6 Crocevia millenario • Pavia

Corre sulle lame azzurredel Ticino e del Po la

trama della storia dell’anticaTicinum: Pavia è città mille-naria dal passato prestigiosoe dai prosperi transiti com-merciali. Ancora oggi si pos-sono riconoscere le traccedel tempo peregrinare tra lemura: le arterie principali -gli originali decumanus e car-do, ossia i corsi Cavour eMazzini e la Strada Nuova -riproducono l’assetto regola-

re del castrum romano, men-tre emerge evidente, da stra-ti di recente edilizia, l’ossa-tura medievale del borgo.Qua e là spiccano episodi dalgrande valore monumentale,inseriti in una fitta rete diedifici dalle porporine ed ele-ganti facciate, dove la geo-metria dei mattoni diventa se-gno dell’inconfondibile im-pronta longobarda. Nella mo-derna città universitaria -vitale, organizzata, “a misu-ra d’uomo” - entusiasmanteè il viaggio alla scoperta del-l’identità del luogo e dellesue radici culturali.

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Cardine delle vie verso il Nord “Città senza dubbio remota,Pavia siede tra molli prati eampi listoni di verde che fil-trano in purità le nebbie ca-lanti dell’alto milanese. Siede con aria, quale fu, di re-gina degli Appennini cheraggiunge attraverso quelcanzoniere di ondulazioniche è l’Oltrepò pavese…”:così le parole di Cesare An-gelini, scrittore e critico, raf-finato cantore dei paesaggi di

questo angolo di Lombardia.Il capoluogo, disteso sullasponda sinistra del Ticino, èlimitato a Sud dalle anse delPo e a Nord/Ovest dalle risa-ie della Lomellina. Fin dal-l’antichità la sua posizionegeografica ne determinò lafortuna economica e l’impor-tanza strategica e politica: in-fatti, fu snodo viario fonda-mentale, verso Nord, per itransiti commerciali lungo idue corsi fluviali, crocevia trail Lago Maggiore e il Mar

• A sinistra:il tempo e il gustodegli architettipavesi hannomovimentato il profilo dellacittà, comedimostra latrasformazionea loggiatodi un’anticatorre

• Sotto:la statua del Regisolein Piazza del Duomo,copianovecentesca di quellaantichissimacherappresentaval’ImperatoreTeodorico in sella al suo destriero

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A destra: •l’antica

manualitàdella capitale

longobardasi tramanda

nei laboratoridel centro

storico

Sotto: •la superba

vedutanotturna della

città riflessanelle acque

del fiume

Adriatico. Così fu fin dal-l’epoca romana, quando sifregiava del nome Ticinum, equando, nell’Alto Medioevo,assunse il nuovo nome diPapia, divenendo per tre vol-te capitale: prima del regnodegli ostrogoti (498 d. C.),poi dei longobardi (572-774d. C.) - che la magnificaronocon la costruzione di nume-rose e celebri basiliche comela chiesa di San Michele, se-de delle incoronazioni reali emeta dei pellegrini medieva-li - e, infine, dopo la conqui-sta di Carlo Magno (774 d.C.), del “Regnum italicum”. Inatanti pavesi per secoli na-vigarono verso il delta del Poper raggiungere Venezia e Ra-venna, trasportando miscel-lanee mercanzie (materiali dacostruzione, vini, cerealiecc.). Nell’VIII secolo, inparticolare, iniziarono a per-correre la via del Po venezia-ni e comacchiesi: i primicommerciavano stoffe, pietrepreziose e spezie orientali,mentre i secondi avevano ilmonopolio del sale che, sca-ricato, entrava in Pavia dal-la “porta Salara”.

Se la navigazione fluviale co-stituì il fermento per i com-merci e per la vita economicadi Pavia, la città rappresentòuna meta cruciale, fin dal pe-riodo gotico, in quanto sededell’apparato politico e dellazecca regia e fulcro culturale.Negli oltre due secoli di domi-nazione longobarda accrebbedi importanza, arricchendosidi imponenti palazzi, per rag-giungere il massimo splendo-re dopo la conquista dei fran-chi di Carlo Magno quandol’antico palazzo di Teodorico,ampliato e abbellito, ospitò iplaciti giudiziari dei messi im-periali e degli uffici centralidell’amministrazione finanzia-

8 Crocevia millenario • Pavia

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ria del Regnum italicum. Nel924 gli Ungari misero a ferroe fuoco la città che ancora sep-pe risorgere grazie al suo por-to fluviale (fino all’XI secolola flotta navale di Pavia, nel-le acque interne dell’alta Italianon temeva rivali, tanto cheil controllo delle vie naviga-bili fu aspro motivo di conte-sa con Milano); un’immensaricchezza che fu importantepresupposto per l’indipenden-za comunale (XI secolo), pre-messa per la fiorente ripresaurbana (XII-XIII secolo) e cul-la per la stagione artistica delromanico pavese, fervido pe-riodo di costruzione di chiesee conventi, di imponenti mu-ra e delle “cento torri”. L’etàdell’oro del capoluogo termi-nerà solo dopo le signorie deiVisconti prima e degli Sforzapoi, durante il cui dominio fu-rono edificati il castello, ilponte coperto, le chiese delCarmine e di San Francesco.

La storia “da vedere”Una passeggiata tra le vie delcentro racconta molto più ditante parole la magnificenza

dell’antica Ticinum. “Ognistrada, ogni piazza, ogni por-ta o rione, un mozzicone ditorre o una lapide murata, unastatua, un ponte, il nomed’una via, talvolta un odore,mi diventa un buon filo per ri-nascere con lei in ogni suaepoca e trovarne l’anima vec-chissima”, racconta ancoraCesare Angelini. Del regnolongobardo restano, purtrop-po solo testimonianze parzia-li nelle cripte e nei numerosisigilli tombali di nobili perso-naggi: in particolare, percor-rendo Via Severino Boezio, siincontra la prima basilica cri-stiana eretta a Pavia, intitola-ta ai Santi Gervasio e Protasio,

• A sinistra:la ricostruzionenovecentescadel pontecopertoda Borgo Ticinocon in primopiano la statuadella Lavandaia

• Sotto:navigazione sul Ticino a bordo della motobarcaLe Due Rive di proprietàdella Provinciadi Pavia

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A destra: •la cupola

ottagonaledi ispirazionebramantesca del Duomo

che torreggia sui tetti

del centrostorico;

è la terzad’Italia

per grandezza

Sotto: •stemma

pontificiosui muriin cotto

In basso: •le memorie

degli antichitransiti

si leggonoancora

nel tessutodell’impianto

urbanistico

10 Crocevia millenario • Pavia

distrutta e ricostruita più vol-te nel corso dei secoli, mentredella chiesa di Sant’Eusebio inPiazza Leonardo da Vinci, in-dicata un tempo come catte-drale dei longobardi, di fedeariana, resta solo la cripta.Dello stesso periodo sono lechiese di San Felice (Via SanFelice), di San Marino (ViaSiro Comi) e di San Tommaso(Via Rusconi). Si erge a sim-bolo dell’epoca di maggiorsplendore il Castello Viscon-teo (XIV sec.) che si apre og-gi su un magnifico parco-giar-dino, torreggiante sui palazzinobiliari decorati in cotto co-me il Broletto in Piazza dellaVittoria, Casa Belcredi in ViaFrank e Casa Folperti in Via

Teodolinda. L’architettura sa-cra romanica risplende nellebasiliche di San Pietro inCiel d’Oro, nella piazza omo-nima, di San Michele (piazzaomonima) e San Teodoro,quasi nascosta dal dedalo diviuzze nel quartiere ebraico,che conserva l’affresco di Ber-nardino Lanzani raffiguranteuna suggestiva veduta diPavia del 1522. Il cotto pur-pureo delle chiese di SanLanfranco (Via Riviera),Santa Maria del Carmine(nella piazza omonima), San

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Francesco (corso Cairoli),Santa Maria in Betlem (Viadei Mille), San Pietro inVerzolo (nella via omoni-ma), San Lazzaro (viale Cre-mona) chiude, infine, questapasserella di insigni bellezzemedievali.

Turismo fluvialeL’area del Lido della città diPavia, la sua “storica” spiag-gia e le sue strutture di risto-razione e ricreazione sono tor-nate a rappresentare un pun-to di incontro e un luogo di

interesse per cittadini e turi-sti. Alla riqualificazione delLido, con la sua nuova pisci-na, il suo verde e le sue tanteopportunità per lo sport e ildivertimento, è seguito recen-temente il varo di una nuovamotobarca che, oltre a effet-tuare un servizio di trasportopubblico su prenotazione lun-go il tratto da San Lanfrancoal Lido di Pavia, propone gi-te turistiche sul Ticino, conpartenza dal capoluogo. LaProvincia di Pavia e le Co-struzioni Navali S.p.A, con lamotobarca “Le Due Rive”, of-frono così l’opportunità di

• A sinistra:i leggiadripinnacolipolicromidi SanFrancesco

• Sotto:le torrimedievalierano erettecome simbolodi potenzadei rispettivicasati, in Pavia se ne contavanopiù di cento

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Sopra a sinistra: •le linee

del NaviglioPavese

tra le case

Sopra a destra: •il Brolettoaffacciato su Piazza

della Vittoria

A destra: •corridoio

prospettico del castello

Sotto: •poesia sul fiume

12 Crocevia millenario • Pavia

ammirare le due sponde delfiume, diversificando l'offertaescursionistica attraverso va-ri programmi: “Standard”,“Scuola”, “Grest”, “Tramontosul fiume”. La nuova imbarca-zione è idonea per navigareanche nei bassi fondali, e que-sto consente di raggiungere learee fluviali più nascoste e piùbelle, alla scoperta di scorcisuggestivi e poco noti. Per info e prenotazioni: IAT di Pavia e Provincia, Pa-lazzo del Broletto/Piazza dellaVittoria - 27100 Pavia - tel.0382-597.001/002; -07.99.43;www.turismo.provincia.pv.it;

[email protected]. Per vivere una magica avven-tura alla scoperta del Po e deisuoi tratti più belli si possonoscegliere mini crociere dalponte della Becca - Linarolo(PV). Gli itinerari sono mol-teplici, con tempi e destina-zioni diverse, e prevedono fa-cilitazioni per scuole e gruppi.Info: Centro Nautico Amicidel Po; tel. 0382.48.50.50; [email protected] fiume Po si naviga sullamotobarca “Cristoforo Colom-bo” (info: Compagnia di Na-vigazione del Po Occidentale,tel. 0384.88.015; [email protected]).Per il collegamento tra Paviae la Grande Foresta tra i duefiumi a Travacò Siccomarioinfo a: Azienda Agricola Sce-vola Giovanni, tel. 0382.81.89.87; [email protected].

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Uni

vers

ità

un flusso di idee e giovani im-pegnati in progetti di coopera-zione e di ricerca, master escuole di dottorato, periodi distudio in Europa con il proget-to Erasmus, stage all’estero.L’Università di Pavia fa partedel Gruppo di Coimbra, unarete europea che riunisce 37università tra le più antiche eprestigiose in Europa. Il cam-pus pavese significa anchesport e tradizione goliardica. APavia è infatti attivo un vero eproprio dipartimento dellosport, dove si allenano i cam-pioni del mondo di canoa e ca-nottaggio, si disputano sulTicino regate storiche come laPavia-Pisa e la Pavia-Oxford, siorganizzano tornei intercolle-giali di sport di squadra. Patriadella goliardia, è una delle po-che città italiane che mantieneviva questa antica tradizione lecui origini si perdono nel lon-tano Medioevo. Ecco allora chele notti pavesi si animano dellefeste e delle burle dei membridell’Ordo Clavis Universalis,uno dei più attivi ordini che vi-vacizzano la vita goliardicadell’Alma Ticinensis Universitas.Info: www.unipv.eu

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• Sotto:scorciodell’Università

UniversitàPavia può essere definita una“città-campus” che accogliecirca 25.000 studenti ospitatiin una fitta rete di collegi uni-versitari. L’Università è unadelle più antiche d’Europa; loStudium generale fu istituitonel 1361 con decreto dell’im-peratore Carlo IV: una scuolagiuridica e medica di grandevalore nata da quella fondatanell’825 dall’imperatore Lota-rio. L’Alma Ticinensis Univer-sitas - che annovera tra i suoi“Maestri” Alessandro Volta,Ugo Foscolo, i Nobel CamilloGolgi, Giulio Natta e CarloRubbia -è oggi un Ateneo plu-ridisciplinare, con nove facol-tà: Economia, Farmacia, Giu-risprudenza, Ingegneria, Lette-re, Medicina, Musicologia,Scienze Matematiche, Fisichee Naturali, Scienze Politiche;tre sedi (Pavia, Cremona eMantova) e un campus resi-denziale con 15 collegi, alcu-ni dei quali attivi dal XV seco-lo. Un campus unico in Italia,dove migliaia di ragazzi han-no l’occasione di vivere, stu-diare, fare ricerca, praticaresport e crescere insieme in unacomunità internazionale aper-ta alle sfide del mondo.Pavia è una Research Univer-sity che partecipa a progetti in-ternazionali ed è inserita innetwork di lavoro con i mag-giori laboratori di ricerca.Centro accademico all’avan-guardia, Pavia ha attivato oltre300 accordi di scambio conUniversità di tutto il mondo:

La città campus

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LOMELLINA

Sospesi sopra un “piano infinito”, i castelli della Lomellina affiorano in un paesaggio dai contorni sfumati, da attraversarein bici, fra rogge e canali, antichi borghi e riserve naturali.

Specchio di castelli

Supporto locale: Provincia di Pavia

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• Sotto a sinistra:geometried’alternanza in una cascinadel Pavese

• Sotto a destra:la piazzad’armi del Castello di Vigevano con la torre del Bramante

Primo scorcio d’estate: pa-rola d’ordine, bicicletta.

Sì, proprio lei, la cara, classi-ca, agilissima bicicletta, checorre col suo fascino un po’retrò lungo le stradine dicampagna, seguendo il deflui-re indolente delle acque diun canale… Facile intuireche lo scenario prescelto perun itinerario su due ruote èquello della pianura e in par-ticolare di quel lembo di ter-ra alluvionale, “mezzalunafertile” della Lombardia agri-cola tra il Sesia, il Ticino e ilPo, che è la Lomellina. Unluogo di indiscutibile fascino,dove la mano dell’uomo hamodellato ogni particolaredel paesaggio e l’acqua hacolmato ogni spazio tra la ter-ra e il cielo. È la zona dellerisaie, dei castelli e delle si-gnorie rinascimentali, chequi hanno lasciato i segni diun passato importante, vissu-to tra quelle torri merlate cheancora oggi sono l’unica, im-ponente presenza architetto-nica in un ambiente spicca-tamente rurale.

Sfarzosa partenzaIl nastro di partenza dell’iti-nerario proposto si taglia inun luogo d’elezione, la PiazzaDucale del centro di Vige-vano, capitale economica,industriale e calzaturiera del-la Lomellina. La ruota dellabici già si avventura sul por-fido, tagliando con la sua in-quieta traiettoria gli anelli egli arabescati disegni che am-plificano l’effetto prospetti-co dell’insieme.L’eccitazione forse prende unpo’ la mano e il pedale va

• In apertura:il Duomosulla PiazzaDucale diVigevano,all’iniziodell’itinerario

• A fianco:decorazione nel cuore del borgo

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Sotto: •la facciata diSan Lorenzo

è protagonistain PiazzaDughera

a Mortara

16 Specchio di castelli • Lomellina

modulato sulla “frequenza”dei pedoni a passeggio lungoquella che è a buon titolo ri-tenuta una delle piazze piùbelle del mondo. L’intento diLudovico il Moro, che la fe-ce progettare e realizzare, erain effetti quello di dotare ilpalazzo signorile della cittàdi un vestibolo di straordina-ria armonia architettonica: eci riuscì, lasciando ai poste-ri una delle migliori espres-sioni urbanistiche di tutto ilRinascimento.Anche se il destino dispose,in seguito, che la piazza diven-tasse una sorta di scenografi-

co sagrato del Duomo, la cuifacciata venne ideata e fattaerigere nel 1680 dal vescovocistercense Juan CaramuelLobkovitz. Sfilando davantialla sua magnificenza baroc-ca ci si appresta quindi ad ag-girare il perimetro del castel-lo visconteo, poi residenzadegli Sforza, costituito da uncorpo centrale, il maschio, ecircondato da edifici chechiudono a semicerchio unampio cortile.

A destra: •a Vigevano

la meravigliosaatmosfera

di una dellepiazze più

belle d’Italiarende

la visitaindimenticabile

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• Sotto:linee arcuatescandiscono il centro storicodi Mortara,all’estremoconfineoccidentaledellaLombardia

Roccaforti militari e… gastronomiche!Uscendo da Vigevano la me-ta successiva è Mortara, il ca-poluogo storico della Lomel-lina, cittadina dedita all’agri-coltura e al commercio, alcentro di una delle più rino-mate aree di produzione risi-cola dell’intera penisola. Giàimportantissimo snodo via-rio per le Gallie durante l’e-poca romana, nell’Alto Me-dioevo fu roccaforte francacontro le ultime resistenzelongobarde nell’area pavese:pare risalga proprio alla cru-enta battaglia avvenuta quinel 773 il curioso toponimodella città, derivato dall’e-spressione “Mortis Ara”, ov-

vero l’altare di morte cui siimmolarono schiere di solda-ti franchi. Oggi la sua cele-brità è dovuta a ben altro ge-nere di glorie, che si consu-mano sulla tavola e non suicampi di battaglia: Mortaraè, infatti, la patria del salamed’oca, ma non solo.Il famoso insaccato è il pro-dotto principe di una tradi-zione gastronomica che eccel-

• A sinistra:forma baroccanel cuore di Vigevano

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18 Specchio di castelli • Lomellina

le in ogni tipo di lavorazionedella carne del paffuto palmi-pede, una specialità localecui è dedicata ogni anno unadelle sagre più “golose” dellaLombardia.

Lungo antichi tracciati Echi di scontri e di contese perquella che fu sempre una terradi confine, tra il Ducato diMilano e il Monferrato primae il Piemonte sabaudo e ilRegno asburgico Lombardo-Veneto poi, sembrano ancorapropagarsi lungo la provincia-

le che si snoda tortuosa nel le-vigato paesaggio di risaie e or-dinati filari di pioppi. A rom-pere la monotonia delle formesorgono però, con ritmata re-golarità, manieri signorili, roc-caforti militari o semplici for-tilizi di difesa e avvistamento,testimonianze a volte monu-mentali e ricche di fascino sto-rico e culturale, in altri casi ri-dotte a tracce sopravvissute alcorso del tempo e magari in-globate in successive evoluzio-ni architettoniche. Lomellinasignifica però anche natura: dasempre nelle aree umide dellazona venivano a nidificare ingruppo molte specie di aironi,

Sopra: •una cascina

caratteristicanella

campagnarobbiese

Sotto: •ancora nei

dintorni di Robbio,

forme e coloriaccompagnano

l’escursione in Lomellina

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tant’è che i luoghi prescelti daquesti eleganti uccelli sonoidentificati con il nome di“garzaie” (dal termine dialet-tale “sgarza”, airone) e corri-spondono a riserve naturali digrande interesse ambientale. Ilnostro tour prosegue, quindi,zigzagando fra le risaie che cir-condano i complessi fortifica-ti di Castello d’Agogna, Rob-bio, Rosasco e Cozzo e, devian-do in prossimità di Breme, ver-

so la Garzaia di Bosco Basso,una delle più affascinanti a ri-dosso della sponda settentrio-nale del Po.Di straordinaria suggestioneè, qualche chilometro più aSud-Est, il castello di Sartira-na Lomellina, risalente a fineTrecento e successivamenteampliato e rimaneggiato. Sistaglia in lontananza con lasua torre cilindrica, la cui im-ponenza e originalità è tuttagiocata sulla sovrapposizionedi differenti volumi (poliedro,cilindro e cubo). Si possonovisitare, all’interno, le saledella Fondazione SartiranaArte. Avanzando quindi, ver-

• A sinistra:il lavoro dei campi si colora di tonipaglierini al tramonto

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• Sotto:elementi della tradizionecontadina al margine di un’aia

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Sotto: •l’austera

fortificazione nel centro di Lomello

A destra: •la torre

cilindrica di Sartirana

e del suocastello

nel cuoredella

Lomellina

so Sud, si trova Mede, l’indu-strioso centro che affianca al-le tradizionali attività agrico-le testimoniate da una dellepiù antiche riserie lomelline,il recente successo dell’arti-gianato orafo. Ma prima di in-contrare la cittadina è con-sigliato un altro “excursus” asfondo naturalistico presso laRiserva Naturale Abbazia diAcqualunga, compresa tra dueanse meandriche abbandona-te del Fiume Po.

Un nome, un risoDa Mede la successiva tappa èil leggendario borgo che ha da-to il nome all’intera area risi-cola: Lomello. La sua importan-za economica, politica e religio-sa nel contesto regionale risaleall’epoca romana e soprattuttoaltomedievale, quando sorsegran parte del complesso mo-numentale che ne contraddi-stingue il centro storico. Tra leemergenze più evidenti c’è si-curamente il castello, eretto nel

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X secolo sulle antiche mura di-fensive e in seguito rimaneggia-to ad opera degli Sforza. LungoVia Castrovecchio, invece, cisi porta nel cuore della cittadi-na, al cospetto di uno dei piùimportanti complessi religiosidel Nord Italia: il Battistero diSan Giovanni ad Fontes, situa-to circa tre metri al di sotto delpiano stradale. È affiancato dal-la romanica Basilica di SantaMaria Maggiore, sorta su unprecedente tempio paleocristia-

• Sopra:chicchi di sapore nel piattotradizionaledella campagna

no che fu probabile teatro del-le nozze fra i regnanti longobar-di Teodolinda e Agilulfo. Soloun’ultima tappa chiude l’anel-lo ciclabile che ci siamo propo-sti attorno alle meraviglie na-turali e architettoniche di que-sto vasto bassopiano irriguo del-la Lombardia meridionale:l’estesa tenuta agricola detta LaSforzesca, in origine riserva dicaccia di Ludovico il Moro e inseguito importante centro disperimentazione di nuove col-tivazioni, quali il gelso e la vi-te. Basti ricordare che furonoproprio gli Sforza a porre, percosì dire, il primo chicco di ri-so in Lomellina aprendo la stra-da a importanti produzioni.

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22 Specchio di castelli • Lomellina

In autoDa Milano, abbandonata laStrada Vigevanese si oltrepas-sa l’anello della tangenzialee si procede fino a superareAbbiategrasso e il Ticino. Chisceglie di puntare direttamen-te al centro storico, dove hainizio il nostro itinerario, de-ve seguire le indicazioni perPiazza Ducale.Da Pavia, uscendo dal capo-luogo si procede in direzio-ne Sud verso Carbonara eGarlasco.

Con i mezzi pubbliciDa Milano si utilizzano i trenidella linea Milano-Vigevano-Mortara (www.trenitalia.com).Per chi, invece, proviene daPavia, è possibile servirsi del-l’autolinea diretta LomellinaTrasporti (www.lomellinatrasporti.it) che, in circa un’ora dipercorrenza, raggiunge Vige-vano e la Lomellina.

A destra: •il pozzo

nella corte del Castello di Sartirana

Sotto: •oche e altrianimali da

giardinoanimano lecorti dellaLomellina

Da Milano •36 km

Da Pavia •34 km

RAGGIUNGERE LA PARTENZA

Va

Mi

Co Lc

Pv

Lo

Bg

Cr

Vigevano

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Gas

tron

omia

• Sotto:prodotti tipicidella tradizionepavese

23

Turismo enoagroalimentareDall’antipasto al dolce, lecombinazioni gastronomicheche le tavole del Pavese offro-no sono infinite. Facilmenteraggiungibile dall’autostradaA21, la “Strada del Vino e deiSapori dell’Oltrepò Pavese”schiude antichi centri storici,pievi e castelli dove storia,cultura e natura si armonizza-no nei profumi e nei saporidei piatti tipici della tradizio-ne contadina: dal riso ai for-maggi, dal tartufo al salame.Famosa per i vini pregiati e diqualità elevata, la provincia diPavia vanta anche un altro im-portante primato: quello lega-to alla produzione del riso. Ilprezioso cereale è la base dinumerosi piatti tipici, risottiabbinati a funghi, tartu-fi,verdure, rane e carni diven-tano il simbolo qualificanteper molti ristoranti.I salumi sono di ottima quali-tà, a cominciare dal rinoma-to salame di Varzi, primo traquelli italiani a ottenere nel1989 il riconoscimento D.O.P.Si distingue per il suo saporedolce e delicato che ben rap-presenta questo ridente borgodella Valle Staffora, conden-sandone l’essenza di una cul-tura agricola che dai tempi deiLongobardi giunge sino aigiorni nostri, attraverso i seco-li. Altrettanto gustosa la pan-cetta che si produce nell’Ol-trepò Orientale, infine moltoricercato per la sua particola-rità il salame d’oca di Mortara.Occorre ricordare la buona

frutta prodotta sulle colline checircondano Varzi, gli asparagidi Cilavegna, la cipolla rossadi Breme, i peperoni di Voghe-ra, le ciliegie di Bagnaria, i pi-selli di Miradolo Terme.Speciali sono le carni brasa-te e la selvaggina cucinatecon ottimo vino.Dai profumati fiori che in pri-mavera punteggiano di bian-co le ombre frondose degli al-beri, si ricava il miele. Quellodi castagno, di colore brunoscuro, è ricco di polline e pre-ziosi sali minerali; più chiaroe cristallino è invece il mielemillefiori, prodotto dal netta-re di più fioriture. Per concludere non manca-no i dolci tipici che vannodalla famosa torta paradiso diPavia alla Torta di Mandorledi Varzi, dalle Offelle diParona ai Brasadè dell’Oltre-pò Pavese, passando per i dol-ci di riso dela Lomellina, co-me l’Anello del Duca diVigevano.È quella di Pavia una provin-cia tutta da gustare!

Sulle orme del gusto

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OLTREPÒ PAVESE

Sulle strade un tempo percorse da mercanti e contrabbandieri,ci si inoltra in un paesaggio senza tempo, tra campi coltivati e castelli, dove ancora oggi si respira aria di Medioevo.

Lungo le Vie del sale

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Testi S. Valtolina • Foto L. Beretta

Supporto locale: Provincia di Pavia

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In apertura: •sinuosecolline

disegnano un angolo di poesia

agreste

Sopra: •la Pieve di San

Zaccaria, magnifico

esempio d’architettura

romanicarisalente

al XII secolo

Immaginate di poter viaggia-re nel tempo, e di imposta-

re nel computer di bordo l’an-no del Signore 1275. Imma-ginatevi a Varzi, sede di unpotente Marchesato, sullesponde del Torrente Staffora,nel cuore dell’omonima val-le. A decidere della vita edella morte, della politica edel commercio, delle guerree della pace sono i Malaspina,nobile famiglia di antichissi-me origini, con radici longo-barde. Tutto intorno il pae-

saggio è un susseguirsi di col-line coltivate e campi di gra-no, in una danza continua trail giallo intenso dei covoniinondati di sole e il verdebrillante dei prati. Qui il po-polo non si guadagna da vi-vere solo con l’agricoltura:molti commerciano e il benedi scambio più prezioso è ilsale. Alcuni sono contrab-bandieri e per loro l’unica

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possibilità per evitare dazi ebalzelli è quella di caricare isacchi sui muli e inerpicarsilungo stradine secondarie,protetti dai boschi. Le mon-tagne dell’Oltrepò, e in par-ticolare la valle del TorrenteStaffora, costituivano la na-turale via di collegamento trail Mar Ligure e la Pianura Pa-dana. I sentieri allora usatidalle carovane di muli cari-chi di “oro bianco”, erano ve-re e proprie Vie del sale, cheancora oggi rappresentano in-teressanti e suggestivi percor-si per escursioni in moto omountain-bike. Proprio lun-go una di queste strade si sno-da il nostro itinerario.

All’imbocco della valleLe colline regolari e gentili di-segnano il paesaggio e incan-tano con la dolcezza dei colo-ri e delle forme. La bicicletta

per i più allenati e sportivi siarrampica e ridiscende inun’altalena di pendii fino adarrivare a Godiasco (196 m),punto di partenza dell’itinera-rio. Da qui si scivola su un na-stro incantato, tra l’azzurroinebriante del cielo estivo e ilverde rilassante di campi. La-sciate le acque del TorrenteArdivestra, si devia versoRocca Susella (549 m), nonprima però di essersi fermati,e commossi, di fronte alla sug-gestiva bellezza della Pieve di

• A sinistra:il minuscolo oratorio di San Rocco, a PoggioAlemanno

• Sotto:veduta d’insieme sui primi rilievi e sulla pianura

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San Zaccaria, straordinariacostruzione romanica risalen-te al XII secolo, immersa nel-la quiete immutata del paesag-gio. Sul colle di Cecima svet-ta l’Osservatorio Astronomico“ G. Giacomotti ” di Ca’ delMonte, col suo planetario di-gitale di ultima generazione,che svolge un’interessante at-tività di ricerca, divulgativa edidattica. L’Osservatorio pro-pone laboratori con attivitàteoriche e pratiche, tra cui si-mulazioni al planetario e os-

servazione al telescopio. Damaggio a settembre l’Osser-vatorio apre tutti i weekendcon un’articolata offerta.(www.osservatoriocadelmon-te.it o 327.76.72.984).

Su e giù per le colline Poche case punteggiano l’a-sfalto che si arrampica lungoi crinali delle colline fino al-la minuscola frazione di Pog-gio Alemanno. Al Medioevorisale la chiesetta che si in-contra tra gli alberi; si trattadell’oratorio di San Rocco,piccolo avamposto della fede,costruito per volere degli abi-tanti del luogo, in onore delsanto pellegrino. Le panchi-ne accanto al portone di in-gresso sono un chiaro invitoa scendere dalla sella, per go-dersi un lunghissimo panora-ma che abbraccia l’intera pia-nura dell’Oltrepò Pavese.

Sopra: •l’OsservatorioAstronomico

“G.Giacomotti”di Ca’

del Monte

Sotto: •l’Abbazia diSant’Alberto

di Butrio,arroccata

da oltre milleanni su uno

sperone di rocciacalcarea

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Guardiani dei sentieriA presidio del territorio, svet-tano fin dai tempi più remoti,le creste di numerosi castelli efortificazioni, costruiti per di-fendere le terre e i confini deipossedimenti delle famiglie no-bili. Oggi molti di questi ma-nieri sono stati acquistati daprivati che spesso li hanno ri-portati agli antichi splendori.È il caso del castello di Mon-tesegale, edificato in fasi suc-

cessive per volere dei Gam-barana e risalente, nella suaparte più antica, al XI secolo.

Il bivio della Val di NizzaLasciato Montesegale si scen-de in Val di Nizza e quindi lun-go la strada che porta a Varzi,tappa finale del nostro percor-so. Prima di affrontare gli ulti-mi chilometri vale la pena“perdersi” in un’altra deviazio-ne, verso l’Abbazia di Sant’Al-

• Sopra:il castello diMontesegale,uno dei maniericostruiti durantel’epoca feudale a difesa del territorio

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A fianco: •l’Abbazia diSant’Alberto

di Butrio con i preziosi

interni

A destra: •campi aratidisegnano

forme e linee

sulle colline

30 Lungo le Vie del sale • Oltrepò Pavese

berto di Butrio a pochi chilo-metri da Ponte Nizza, straordi-nario esempio di architetturaromanica risalente all’XI seco-lo, costruita su uno sperone cal-careo nella parte alta della val-le. Basta percorrere un paio dichilometri per riprendere lastrada principale e raggiungereOramala (758 m) con il suoimponente castello, la cui co-struzione risale, probabilmen-te, già a prima dell’anno Mille.La fortezza fu probabilmenteluogo di raduno dei trovatori

provenzali, oltre che sicurissi-mo baluardo contro ogni tipodi aggressione. La leggendavuole che il portale d’ingressofosse armato di una affilatissi-ma lama; l’indesiderato visita-tore, se anche fosse riuscito aevitarla, sarebbe comunque ca-duto dopo pochi passi in unadelle tante botole e trappolesparse all’interno del maniero.

Il paese a stratiVarzi (416 m) è celebre loca-lità, oltre che per lo squisitosalame, anche per la partico-lare struttura a “livelli” del suocentro storico. L’abitato si svi-luppa infatti su tre livelli diportici, oggi ancora visibili, se-gni del glorioso passato com-merciale. Il primo, che iniziain via del Mercato, fu costrui-

Sotto a sinistra: •il paesaggio

dell’Oltrepò,quasi una

coperta cucita e ricamata

Sotto a destra: •il famoso

salame di Varzi

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to tra il 1300 e il 1500, per for-nire ricovero ai mercanti; pro-segue nella serie intermedia etermina nella parte più alta delpaese. Cardine delle vie del sa-le, l’abitato e i suoi dintornisono l’occasione, a fine passeg-giata, per scoprire i gusti uni-ci delle pietanze dell’Oltrepò,terra d’eccellenza enogastro-nomica oltre che storica.

Voglia di verdeE per l’amante della vita enplein air, l’Oltrepò schiudeverdi gioielli imperdibili perchi visita la punta estremadella Lombardia al confinecon i colli del Piacentino.Proseguendo da Varzi, oltre-passato il Passo Penice, si in-contra su un suggestivo affio-ramento di roccia vulcanicaalle pendici del Monte Pietradi Corvo il Giardino Alpinodi Pietra Corva, a pochi chi-lometri dall’abitato di Roma-gnese. Attivo dalla fine degliAnni ’60, il giardino custodi-sce circa 1300 specie, prezio-se peculiarità botaniche e na-turalistiche. Per spiriti indo-mabili, l’area offre opportuni-

tà di escursioni nel verde in-contaminato della RiservaNaturale Monte Alpe: prati,pascoli e distese boschive chearrivano ai 1254 m di quota.E ancora, per chi non vuolerinunciare a sport che l’imma-ginario collettivo vuole lega-ti alle bianche pendenze alpi-ne, ecco che i pendii delMonte Penice si organizzanoper offrire, tutti i mesi dell’an-no, la possibilità di praticareil divertente sci d’erba.

• Sopra:il GiardinoAlpino di Pietra Corva

• Sotto:scorcio dei celebriportici checaratterizzanoVarzi: costruitisu tre livelliabbraccianol’intero nucleostorico

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32 Lungo le Vie del sale • Oltrepò Pavese

In autoDa Milano si imbocca l’auto-strada A7, in direzione Ge-nova sino all’uscita di CaseiGerola da cui si prosegue ver-so Voghera. Da qui si conti-nua lungo la SS 461 fino al-l’indicazione di Godiasco,punto di partenza dell’itinera-rio. Da Lodi si percorre la SS235 fino a raggiungere Pavia.Dal capoluogo si proseguelungo la strada in direzione diCasteggio e, successivamen-te, Voghera. Dall’abitato si continua a seguire la SS 461

che porta a Godiasco.

Con i mezzi pubbliciDa Milano e da Lodi si utiliz-zano i treni delle linee checonducono a Pavia e quindiVoghera (www.trenitalia.com)e si prosegue poi con i mez-zi pubblici, in direzione diGodiasco (www.trasporti.regione.lombardia.it).

A destra: •Salice Terme,

stazionetermale

dell’OltrepòPavese

Sotto: •scorcio della

campagnapavese

Da Milano •80 km

Da Lodi •103 km

RAGGIUNGERE LA PARTENZA

Mi

Pv

Lo

Bs

Bg

Cr

Godiasco

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33

TermeSconfinate risaie, filari di albe-ri che delimitano le rogge, dueimportanti fiumi – il Po e ilTicino – che solcano i campi esi incontrano in un abbraccio:la provincia di Pavia è una ter-ra cui la natura ha donato apiene mani il cristallino e pre-zioso bene dell’acqua. Unaricchezza, questa, custoditanon solo in superficie ma an-che preservata dalla terra chegenera dalle sue pieghe piùprofonde l’inestimabile patri-monio idrominerale che ha re-so celebre la tradizione terma-le di quest’area. Nel corso deltempo ben quattro stabilimen-ti hanno saputo mettere a frut-to i benefici effetti di queste ac-que, grazie all’abilità impren-ditoriale che ha coniugato l’an-tica sapienza della natura e idesideri dei clienti, cittadini dimoderne metropoli. A pochi chilometri dalle fre-netiche città lombarde, saràfacile dimenticare stress e ten-sioni tra le dolci ondulazionidella Valle Staffora, culla distoria e natura, che accoglietre delle quattro stazioni ter-mali della provincia di Pavia:due a Salice e una a Rivanaz-zano Terme. Da questo sotto-suolo, ricco di acque salsobro-mojodiche e sulfuree, si libe-rano proprietà curative già no-te ai tempi dei Romani ma icentri termali sono anche sino-nimo di relax grazie a un am-pio ventaglio di trattamenti dabeauty farm specifici per ritro-vare il benessere psicofisico.

A Miradolo Terme sgorganocinque fonti di acqua minera-le – oggetto di studio di Sera-fino Volta, fratello di Alessan-dro, già nel Settecento – dan-do vita alle omonime termeche propongono fanghi e ba-gni curativi ma schiudono an-che occasioni di svago e sportimmersi in un immenso parco.

Terme in OltrepòTerme di SaliceVia delle Terme, 22 27056 Salice Terme (Pavia)Tel. 0383.93.046 Fax 0383.92.534www.termedisalice.it [email protected]

Terme PresidentVia Perosi, 5 27052 Salice Terme (Pavia)Tel. 0383.92.341/2 Fax 0383. 93.078www.termepresident.com [email protected]

Terme di RivanazzanoCorso Repubblica, 2 27055 Rivanazzano (Pavia)Tel. 0383.91.250 Fax 0383.92.146www.termedirivanazzano.it [email protected]

Terme nel PaveseTerme di MiradoloPiazzale Terme, 727010 Miradolo Terme (Pavia)Tel. 0382.77.012 - 77.150 Fax 0382.75.40.90www.termedimiradolo.it [email protected]

Acque del benessere

Term

e

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PIANURA DEL PAVESE

Confine orientale del Pavese. Pianura che si tinge di riflessiinvernali, castelli e mausolei che emergono dal nulla, verdee ocra di lontani orizzonti. Dallo spazio, dal tempo.

Di cortein corte

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Testi A. Tremolaterra • Foto E. Gipamino

Supporto locale: Provincia di Pavia

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In apertura: •particolare

tra le corti e lecascine che

punteggianola pianura del

Pavese

A destra: •colori d’acqua

s’incontranoalla

confluenzadel Ticino

nel Po

Il paesaggio è spiccatamen-te rurale, un acquarello che

riproduce con pochi contra-sti gli elementi primari del-l’insieme. Un quadro inver-nale, umido, brumoso. Dovela luce filtra attraverso un ve-lo liquido, sfumando, quasi,il disteso profilo dell’orizzon-te. Dove il cielo evapora ver-so l’alto dalla campagna ster-minata, e dove l’ocra deicampi si interrompe controil mattone dei cascinali, del-le parrocchiali a cui s’aduna-no brevi schiere d’abitazioni,e delle torri merlate dei for-tilizi, svettanti su secoli distoria, leggende e fatti d’ar-mi. Si è alle porte di Pavia, equello che ci si accinge a in-traprendere è un itinerarioattraverso un lembo di pia-nura coltivata a granoturco eriso che si allarga a Nord-Estdel capoluogo. Fortezze me-dievali gravitano come satel-liti sull’antica capitale lon-gobarda, parallele al lentofluire dell’indaco del Ticinonelle acque limacciose delPo: nel cuore di un parco ca-

36 Di corte in corte • Pianura del Pavese

stellano si scopre un’oasi na-turalistica e più a Nord, fian-cheggiando la riva destra delnaviglio, si approda alla gran-diosa architettura rinasci-mentale della Certosa.Sfidando le temperature sta-gionali - ma scortati da mitiraggi di sole - qualcuno può ri-nunciare all’auto e alla moto,per godersi l’effetto “slow” chela campagna pavese impone.Anche a chi, naturalmente,dei mezzi motorizzati non vor-rà fare a meno.

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Il giardino delle meraviglieUn toponimo che descrive illuogo: cuneulus, un cuneo ches’insinua tra il Po e il Lambro.Questo è il territorio di Chi-gnolo Po, una striscia di ter-ra rialzata tra i due corsi d’ac-qua e per secoli soggetta allepiene del grande fiume, anti-ca stazione di posta lungo lastrada Regina per Piacenza.La sua attrazione più grandeè il Castello Cusani Visconti,che s’innalza scenografico aimargini dell’abitato, rinoma-

to emblema di architetturaneomedievale edificata nelXVIII secolo su una strutturadi impianto duecentesco. Ilfasto del gusto tardo baroccoche ha presieduto alla sua rea-lizzazione si riflette nella fu-sione della fortezza con lospettacolare giardino circo-stante, disseminato di scale,edicole e statue allegoriche.A loro volta tutti questi mi-nuziosi particolari riflettonola ricchezza delle torrette, deimerli e dei barbacane che im-

• A sinistra:scorcio dellesale interne del castello di Chignolo Po

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• Sotto:vedutapanoramica del CastelloCusani Viscontia Chignolo Po

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A destra: •tra le case

nei dintornidel Ponte

della Becca

38 Di corte in corte • pianura del Pavese

preziosiscono il corpo esternodel castello. La facciata si pro-tende anch’essa sulle deliziearchitettoniche del giardino,con uno scalone semicurvoche abbandona il ricco porta-le e le semitorrette merlateche controllano l’ingresso.

Medievale castello o signorile dimora? Se siete in sella alla bici, daChignolo Po è brevissimo iltratto che, procedendo versoSud, raggiunge nei pressi diPieve P.to Morone l’argine si-nistro del fiume. Seguendonea ritroso il corso, si tocca l’abi-tato di San Zenone al Po, pae-se natale di Gianni Brera, do-podiché, immersi in un pae-saggio campestre da poco gua-dagnato al riposo invernale,ci si avvia nuovamente aNord, pedalando paralleli al-la riva sinistra dell’Olona -che nel Po conclude la suatraversata della pianura. La se-conda tappa dell’itinerario èil grosso centro agricolo di

Belgioioso. Un’origine tardadistingue un nucleo storicoche è attorniato da località diimpianto anche molto antico,non di rado risalente all’etàromana. Le prime notizie sulluogo non vanno più indietrodel XIV secolo, quando il bor-go altro non era se non un’e-stesa proprietà dominata daun castello. Zoiosus - così losi chiamava allora - era un ve-ro e proprio castellotto medie-vale, di quelli che rimandanoa una colorita novella boccac-cesca, per intendersi, cui con-

Sotto: •il placido

scorrere del Fiume Po

alle ultimeluci dell’alba

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venivano cortigiani ma so-prattutto bracconieri e caccia-tori. Fu solo al seguito dellacorte ducale viscontea chemolte famiglie si avvicinaro-no al maniero, dando origineall’abitato che, nel 1431, ven-ne infeudato ai conti di Bar-biano d’Este dal Duca FilippoMaria Visconti. I caratteri del-l’antica fortezza trecentesca -i merli ghibellini del fronteNord, il fossato e il ponte le-vatoio - emergono ancora og-gi ben visibili e si frappongo-no, in un gioco armonioso distili, a quelli della signorile di-mora in cui il castello vennetrasformato nel corso delSettecento. Le raffinate novi-tà architettoniche e stilisticheche il principe Alberico ap-portò alla propria residenza at-tirarono il fior fiore della no-biltà milanese, mai pago dipavoneggiarsi nei sontuosi sa-loni della villa e tra i filari dimagnolie giganti che percor-rono il magnifico giardino.Quest’ultimo è ancora chiusoda una scenografica cancella-ta che fu varcata da personag-gi illustri come il Parini, in ve-

ste di precettore, e il Foscolo,testimone della morte dellostesso Alberico.

Oasi verde-azzurraTanta bellezza ed eleganza de-vono per forza di cose rientra-re in un paesaggio degno dinota. Lasciando ora lo sfarzodi Belgioioso, in direzioneSud-Ovest la pedalata portadapprima a un’escursione ver-so la confluenza del Ticinonel Po, per gettare uno sguar-

• A sinistra:il Castello di Belgiogiosonel cuoredell’abitato

• Sotto:la campagnaspazzata dalvento estivo

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do sul mescolarsi di acquetanto diverse - quasi blu quel-le del primo, che da pochichilometri ha abbandonatoPavia, più paludose e stagnan-ti quelle del secondo, che siavvia a segnare il confine traLombardia ed Emilia - sottol’imponente struttura di ferrodel Ponte della Becca. La natura riprende spazio, e lodilata - anche artificialmente- nell’Oasi di Sant’Alessio, aNord-Est di Pavia, lungo la ri-va destra del Fiume Olona.Qui, agli ambienti naturali sisovrappongono habitat ricrea-ti dall’uomo, in grado di ospi-tare specie floristiche, ma so-prattutto faunistiche, prove-nienti da tutto il mondo. Allagarzaia - il luogo deputato al-la nidificazione delle coloniedi aironi - si affiancano un ve-ro e proprio tunnel subacqueoche ripropone il tipico corsod’acqua lombardo, e una seriedi voliere e serre che ospita-no piante tropicali, fenicotte-ri rosa, tucani, colibrì e mar-tin pescatori del Madagascar.

La riserva sorge intorno a uncaratteristico castello-ricettodefinito ancor oggi da una va-sta cinta muraria e da una pos-sente torre quadrangolare alcentro del cortile interno. Un raro esempio, questo diSant’Alessio, di castello lom-bardo che ha mantenuto ilmerlo quadrato (guelfo) sen-za aver mai adottato quello acoda di rondine o ghibellino.

Emblema di un emblemaUltima - ma non certo per im-portanza - tappa dell’itinerario,è la Certosa. Attraversate zoneumide e garzaie, ci si avvicina

40 Di corte in corte • pianura del Pavese

Sopra: •il Castello diSant’Alessio

Sotto: •l’elegante

facciata della Certosa

di Pavia

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e spalleggiato da un filare ditigli che segnano il cammino,la basilica appare sullo sfondopiù come una testimonianzadella magnificenza dell’arteche come luogo di culto. Leguglie richiamano la somi-glianza con il quasi contem-poraneo Duomo milanese,mentre le decorazioni inter-ne e dell’imponente cancel-lata seicentesca, delle statuee dei marmi si rifanno alla piùevidente fastosità barocca.Sul fianco del luogo di culto,le 24 celle dei Certosini vo-lute da Caterina Visconti giàprima del progetto del mari-to, introducono a un prezio-so saggio di vita domestica,con ciascuna abitazione arric-chita da un proprio horto, ilgiardino dove i monaci sole-vano dedicarsi alla preghierae al lavoro manuale. La visita vorrebbe non esau-rirsi mai, e a dire il vero lapromessa di un ritorno è do-verosa. Ma la giornata volgeal termine, ed è bene affret-tarsi verso Pavia. Non rimaneche scegliere un buon risto-rante, un vino dell’Oltrepò, euna piacevole compagnia.

sempre di più al corso delNaviglio Pavese, fiancheggian-dolo quindi lungo la sua rivadestra. Il grande Parco viscon-teo che nel XIV secolo era ri-serva di caccia e luogo di sva-go della corte, fu scelto da GianGaleazzo, nel 1396, come spa-zio ideale per edificare una cap-pella-mausoleo di famiglia. Lefondamenta vennero colloca-te nell’estremità settentriona-le del parco del castello viscon-teo di Pavia (il Barcho). In una scenografia scarna edessenziale, la Certosa emergeda un nulla quasi misticheg-giante, celebrando l’arte rina-scimentale italiana nel perfet-to equilibrio di stili che necontraddistingue l’intero com-plesso. Imboccando un ampioviale alberato aperto sui prati

• A sinistra:l’ibis scarlattoospitatonell’oasi

• Sotto:canale irriguotra le brumeserali

41

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42 Di corte in corte • pianura del Pavese

In autoDa Milano si procede per unaquarantina di chilometri sul-l’autostrada A1, uscendo poia Casalpusterlengo-Ospeda-letto Lodigiano. Si proseguein direzione di Pavia lungo laSS234, attraversando Ospe-daletto dopo circa sette chi-lometri deviando a sinistra sientra in Chignolo. Da Berga-mo si procede lungo l’A4/E64in direzione di Milano Est. Sicontinua sull’A1 fino all’usci-ta Casalpusterlengo-Ospeda-

letto Lodigiano, da dove siprosegue sulla SS234 e sullaSP193 fino a Chignolo. DaBrescia si raggiunge l’A1,uscita Casalpusterlengo-O-spedaletto Lodigiano, percor-rendo l’A21/E70 in direzioneMilano Sud.

Con i mezzi pubbliciDa Milano partono treni re-gionali per Chignolo Po concambio a Pavia o a Casal-pusterlengo e proseguimentoin treno o autobus (www.trasporti.regione.lombardia.it).

A destra: •geometrie nei campi

presso l’argine

Sotto: •particolare

del muro di un

cascinale

Da Milano •57 km

Da Bergamo •101 km

Da Brescia •112 km

RAGGIUNGERE LA PARTENZA

Va

Mi

Co Lc

Pv Lo

Bs

Bg

CrChignolo Po

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GarzaieBoschi di ontano nero, salici,olmi e pioppi: macchie diverde che crescono rigoglio-se grazie all’ambiente umidodelle garzaie. Memoria delleantiche paludi, un tempo ali-mentate da fiumi e torrenti,sono la preziosa testimonian-za della storia del territorio eil loro nome deriverebbe daldialettale sgarza, airone, per-ché da sempre l’habitat pre-ferito di questo elegante uc-cello palustre. Oggi ambienti protetti, legarzaie si trovano in corri-spondenza di corsi d’acqua,risaie o piccoli bacini idrici,ambiente ideale per il cor-teggiamento e la nidificazio-ne degli uccelli.Racchiuse tra le anse del fiu-me Po, sette oasi schiudonotesori faunistici di grande im-portanza ambientale. Tra que-ste, la Garzaia della Vermine-sca, tra Castelnovetto e San-t’Angelo, e poco più a Sud, laGarzaia di Celpenchio, traCozzo e Rosasco, sono prezio-so rifugio per aironi cinerini,nitticore e sgarze ciuffetto.È nei pressi del comune diZeme Lomellina che si apre la

più estesa delle tredici garza-ie presenti nella provincia,l’area naturale di Sant’Ales-sandro nel cui fitto bosco ni-dificano germani reali, martinpescatori, gallinelle d’acquae aironi bianchi maggiori. Quiuna ricca vegetazione – resapossibile dai fontanili artificia-li dell’area – garantisce a usi-gnoli di fiume, folaghe e sgar-ze ciuffetto protezione e nu-trimento. Infine, circondatadalle rogge – piccoli canaliche riflettono il verde dellecanne palustri e dei giaggioliacquatici – tra il comune diBreme e di Sartirana, la Gar-zaia del Bosco Basso offre unpunto d’osservazione privile-giato per il birdwatching. www.lifesiclomellina.it

Un nido sull’acqua

Gar

zaie

• Sotto:gli specchid’acqua dellegarzaie offronoriposo allavariegataavifauna delterritorio pavese

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VALLE VERSA

Inebrianti profumi e morbidi pendii punteggiati da rigogliosivigneti accompagnano il turista alla scoperta di un lembodel territorio lombardo dai tratti toscaneggianti.

“Libiam ne’ lieti calici”

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Testi S. Leonardi • Foto L. Beretta

Supporto locale: Provincia di Pavia

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Gli occhi si abituano allalimpidezza del paesaggio

lentamente; abbandonandole distese nebbiose della pia-nura del Pavese e spingendo-si oltre il Po, la vista si apresu scenari più nitidi, le tem-perature rigide sembrano unlontano ricordo, offuscato so-lo dal tepore di dolci fianchicollinari. La sensazione è quella di esse-re “espatriati”, entrati in una

nuova regione: difficile pen-sare che certe oasi verdeggian-ti siano geograficamente cosìvicine ai tipici panorami pa-dani, troppo spesso negativa-mente stereotipati in un’im-magine in bianco e nero.Possiamo considerare la ValleVersa come un polmone ver-de e, quando la stagione rigi-da inizia a “sbrinare”, qualemiglior modo per rigenerarsise non trovare rifugio tra que-

In apertura •e sopra:

sfilata di bottie bottiglie

nelle cantine della Valle

Versa

A destra: •le operazioni

di potatura della vigna

Sotto: •giochi di lucie ombre sulle

colline

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ste splendide colline ad appe-na un’ora d’auto dal capoluo-go lombardo?

Nel cuore dell’OltrepòAnche se molto rinomato perla sua produzione vinicola, vi-sitare il territorio non impli-ca solamente godere delle pre-libatezze enogastronomiche

che offre; l’importanza turisti-ca e ambientale di queste col-line ha portato alla volontà difar confluire diverse realtà in

• Sopra:il castello di MontecalvoVersiggia

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A destra: •degustazione

presso una dellenumerose

cantine del territorio

48 “Libiam ne’ lieti calici” • Valle Versa

un’unica grande sfera, con ilcompito di diffondere i valo-ri di una comunità ancora le-gata alle vecchie tradizioni.Vigneti, colline, antichi bor-ghi nascosti dai fluidi rilievi,castelli e filari si mescolanocome i colori sulla tavolozzadi un pittore e fanno della zo-na una meta ideale per fuggi-re dalla frenesia delle grandicittà in tutte le stagioni, perriscoprire il piacere dello

“slow moving”, in un connu-bio di piaceri che solletica siale pupille che le… papille.

Aroma di mosto e di storiaNon si può raccontare laValle Versa senza citare le suefamose cantine. Il centro piùimportante dell’intera zona èSanta Maria della Versa, pae-se di fondovalle abbracciatoda colline coltivate a vitignidi Pinot. Non è un caso chequesto borgo sia la “capitaledello spumante": qui, infatti,sorge la grande azienda pro-duttrice di vini, che da oltreun secolo trasforma la quali-tà “Pinot Nero” in un vivace

Sotto: •fienile nella

campagna

A destra: •torchio per la

lavorazionedell’uva

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spumante dal gusto secco, fre-sco e superbo. E come dimen-ticare i distillati!Proprio accanto allo stabili-mento, la distilleria trasformale vinacce in grappe di altaqualità. L’intero territoriocompreso sotto il nome diValle Versa è un ottimo pun-to di sosta per un itinerarioenogastronomico di gran pre-gio: dall’arte casearia, ai salu-mi sino ai dolci e ai biscotti.Oltre a Santa Maria, rinoma-to centro per la produzionevinicola è anche Montù Bec-caria, dove le cantine stori-che sono aperte al pubblicoper visite guidate all’interno

di antiche tradizioni. Giro-vagare nelle vecchie cantineevoca la suggestione del lavo-ro del vignaiolo in epochepassate, capienti botti in le-gno decorano gli spazi con or-dine, mentre la degustazionedi un calice di pastoso mostorenderà più piacevole e gusto-sa la visita.La zona è incentrata sullaproduzione di vino, e non èdifficile incontrare lungo itornanti che attraversano lesinuose curve delle colline,contadini affaccendati nellapulitura dei vigneti, mentrelegano i tralci che nei mesisuccessivi saranno carichi di

• Sopra:verdeggiantiterrazzamentiinondano di colore il paesaggio

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• A fianco:distillatoripresso la storicacantinadi MontùBeccaria

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A fianco: •l’imponente

mole dellatorre di

Soriasco

A destra: •l’OltrepòPavese è

rinomato perla sua cultura

enogastro-nomica

50 “Libiam ne’ lieti calici” • Valle Versa

uva delle qualità più eccellen-ti. Sintomatica è la presenzadel museo del cavatappi aMontecalvo Versiggia, unmodo per valorizzare la storiadi questo attrezzo adoperatonon solo per aprire le botti-glie, ma simbolicamente an-che per “liberare la gioia di vi-vere”. Spostandosi verso Ove-st, una visita a Montalto Pa-vese, collocata sulle primecolline oltre Casteggio, è al-trettanto piacevole per im-mergersi nella storia che ruo-

ta attorno al suo castello. Giànel XIII secolo esistevano dueroccaforti, ma quello che ri-mane oggi intatto venne ini-ziato nel 1593 per volere diFilippo Belcredi; della sua im-ponente mole spiccano quat-tro torrioni quadrati. Pergolati, chioschi, scale eterrazze si affacciano su duesuggestivi giardini: uno all’ita-liana, simmetrico nella sua di-sposizione e uno all’inglese,arricchito con boschi di lari-ci e roveri.

Sotto: •le calde

atmosferedelle cantine

della ValleVersa

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Respirando naturaLa scenografia che circonda ilpaesaggio ha i colori intensi edecisi della natura nella suaforma più dolce e delicata. Imorbidi rilievi tinteggiati diverde speranza modellano lan-guide onde, che il tenue avan-zare del mezzo che scegliere-mo per percorrere questi luo-ghi, seguirà in una danza sma-liziata alla ricerca di quellalentezza e tranquillità che so-lo alcuni territori sanno evo-care. La giornata volge al ter-

mine, una sosta lungo i tor-nanti isolati o su un belvede-re che domina la valle è l’idea-le per ammirare i caldi coloridel tramonto. Il cielo si infuo-ca, mentre le colline sembra-no inghiottire un sole che ca-la lentamente, come se nonvolesse abbandonarci. Rosa eviola si fondono in un tut-t’uno, il buio scende, l’atmo-sfera intima delle luci di qual-che locanda ci invita a entra-re. Imperativo: vietato rifiuta-re un buon bicchiere di vino.

• A sinistra:lo spumante,specialità di Santa Mariadella Versa

• Sotto:paesaggi quasitoscaneggiantinel cuore della PianuraPadana

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52 “Libiam ne’ lieti calici” • Valle Versa

In autoDa Milano, si imbocca l’au-tostrada A7 in direzione Ge-nova e si prosegue fino al rac-cordo con la A21, pressol’uscita di Tortona. Da qui, sicontinua fino al casello diBroni-Stradella. Uscendo daStradella, seguire le indica-zioni per Santa Maria dellaVersa. Da Pavia, una voltausciti dal centro cittadino,proseguire lungo la SS234 fi-no al bivio Vela, dove si svol-ta a destra in direzione diStradella. Attraversato il bor-go, dopo undici di chilome-tri si giunge a Santa Mariadella Versa, punto di parten-za dell’itinerario.

Con i mezzi pubbliciDa Milano, si può raggiunge-re Santa Maria della Versausufruendo della linea ferro-

viaria che arriva a Pavia.Numerosi autobus colleganoil capoluogo di provincia conil borgo. Per gli orari dei tre-ni, si può consultare il sitodelle Ferrovie dello Stato(www.trenitalia.com), men-tre per le linee dei mezzipubblici pavesi si può con-sultare www.trasporti.regio-ne.lombardia.it oppure www.arfea.it direttamente per i col-legamenti per Santa Mariadella Versa.

RAGGIUNGERE LA PARTENZA

A destra: •il logo

del Museo del Cavatappia Montecalvo

Versiggia

Va

Mi

Co Lc

Pv

Lo

Bs

Bg

CrSanta Maria della Versa

Da Milano •74 km

Da Pavia •33 km

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VinoDa Broni a Rocca de’ Giorgie poi più a Sud, passando perRuino, tra continui saliscen-di, si giunge a Santa Mariadella Versa. La passione per l’enologia èiscritta nella geografia di que-sti luoghi, tant’è che GianniBrera definì la Provincia diPavia “una provincia a formadi grappolo”. Terra d’elezione per le coltiva-zioni vinicole, la viticoltura siinserisce in una tradizione an-tichissima tanto che i geome-trici disegni dei filari delinea-vano questi colli sin dai tem-pi degli antichi Romani.L’esposizione a mezzogiornoe la presenza di alture che pro-teggono la zona dai venti set-tentrionali ne hanno fatto unaculla dal clima mite e benevo-le verso i delicati acini.Paesaggi, cultura e natura si in-trecciano nell’Oltrepò Pavese,punto d’incontro di tre regionibaciate dalla benevolenza diBacco: Piemonte, Lombardiaed Emilia Romagna.Noto per i celebri spumantia base di Pinot Nero, l’Oltre-pò è un distretto enologicoche deve la sua fortuna ai nu-merosi vini protetti dal mar-chio D.O.C. Rinomati sono i vivaci rossidi ascendenza piemontesecome i Barbera e i Bonarda:di colore rubino e sapore sec-co il primo, dai riflessi purpu-rei e dal caratteristico retro-gusto di mandorla amara ilsecondo. Entrambi sono lar-

gamente affermati in Italia eall’estero. Ottimi per accom-pagnare pietanze a base dipesce, i Riesling Italico eRenano sono vini da bersigiovani, dal gusto secco etalvolta frizzante. E per con-cludere, ecco servire insie-me al dolce un fresco mosca-to, dove i riflessi dorati delvino portano in tavola bolli-cine e i raggi di sole dei col-li dell’Oltrepò Pavese, con-densatisi nelle profumategocce del “nettare degli dei”. L’Oltrepò è luogo ideale dascoprire percorrendo la me-ravigliosa Strada dei Vini e deiSapori che accompagna attra-verso morbidi rilievi alla sco-perta e alla degustazione di-rettamente dai produttori.

Le colline di Bacco

Vin

o• Sotto:

esplosione di bollicinenel moscato

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VIA FRANCIGENA - TRATTO LOMBARDO

Il territorio pavese si presta per un itinerario dallo sfondo nonsolo religioso, dove la natura prende per mano le fatiche delpellegrino, accompagnandolo per luoghi sospesi nel tempo.

Sulle orme del Medioevo

Palestro

RobbioNicorvo

Mortara

Tromello

Garlasco

GropelloCairoli

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Testi e foto S. Leonardi

Supporto locale: Provincia di Pavia

CarbonaraTicino

PAVIA

Linarolo

Belgioioso

Chignolo Po

SantaCristina

CorteolonaSan MartinoSiccomario

Lambrinia

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In apertura: •pedalando

lungo l’antica Via Francigena

A destra: •sul pronao

della Chiesa di San Giorgio

Martirea Gropello

Cairolisvettano le statue

dei tre SantiPietro, Paolo

e Giorgio a cavallo

Sotto: •la mountain

bike è idealeper percorrere

alcuni trattidel cammino

56 Sulle orme del Medioevo • Via Francigena - Tratto lombardo

Una silente schiera com-patta, una fila compo-

sta, volti segnati dalla fatica,ma rischiarati dalla luce del-la fede, dorsi piegati da unlieve fardello in un misticoincurvamento. La mente sispinge indietro nel tempo,raggiunge il Medioevo, epo-ca di transizione ricca di cam-biamenti in molti ambiti del-la vita dell’uomo, ma sempreilluminata dalla spiritualità. La Via Francigena rappresen-ta, insieme al Cammino diSantiago, una delle arteriepiù importanti del Medioevod’Europa, tessendo un delica-to, quanto robusto filo direlazioni tra i paesi del Norde il centro della cristianitàper eccellenza: Roma. La città eterna era l’agoniatameta ultima del pellegrinoche intraprendeva un cam-mino spinto dalla forza dellafede, in un viaggio che eral’unione di più percorsi inti-mi e personali.

Da Canterbury a RomaSe oggi siamo in grado di ri-costruire le varie tappe dellaVia Francigena è per meritodell’arcivescovo inglese Sige-ric che, alla fine del X seco-lo, annotò tutte le fasi delsuo viaggio di ritorno da Ro-ma: in 79 giorni, percorse1600 chilometri. L’itinerario, infatti, collegal’Inghilterra all’Italia, attra-versando il territorio francese(da cui prende il nome); un filrouge che, già più di mille an-

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ni fa, faceva cadere qualsiasibarriera culturale, permetten-do il libero fluire di idee chegenera la ricchezza del popo-lo europeo. La parte più consistente delcammino si svolge proprio inItalia, tagliando lo stivale at-traverso sette regioni: Valled’Aosta, Piemonte, Lombar-dia, Emilia Romagna, Liguria,e Toscana per sfociare infinenel Lazio. Anche la Lom-bardia fece da transito a grup-pi di pellegrini che, nella pia-nura pavese, trovarono tappefondamentali per il loro cam-mino di fede.

Un percorso lungo i secoliAncora oggi è possibile riper-correre la Via Francigena ri-trovando il ritmo lento e de-licato del viaggiare a piedi oin bicicletta, assaporando lesensazioni che solo le landebrumose del Pavese e dellaLomellina suscitano. Lasciarsiaccarezzare dalla brezza checolpisce il viso mentre si pe-dala sui sentieri o far correrelo sguardo lungo campi che siperdono a vista d’occhio scor-gendo qualche solitaria casci-na dà sicuramente un senso dilibertà con un retrogusto diantiche tradizioni, mentre ciinoltriamo in suggestivi bor-ghi che non mancano di rega-larci indimenticabili scorcipaesaggistici pregni di storia,

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• A sinistra:atmosferebrumose al sorgere del sole

• A destra:particolare della chiesa di San GiorgioMartire a GropelloCairoli

• Sotto:il tempiettoromanico di San Pietrocostruito lungo la ViaFrancigena a Robbio

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58 Sulle orme del Medioevo • Via Francigena - Tratto lombardo

cune tappe di questo lungosentiero e ha inizio proprio aPalestro, centro famoso per lafesta di Pentecoste, una tradi-zione più che millenaria. Daqui, proseguiamo in direzionedi Robbio, il cui castello, piùvolte rimaneggiato, fu il fulcrodelle lotte tra i vicini territoridi Vercelli e Pavia; la chiesa diSan Valeriano fu utilizzata co-me hospitium per i pellegrini. Immancabile è la sosta neipressi di Mortara, capoluogostorico della Lomellina, rino-mata per la produzione di risoe del gustoso salame d’oca.Qui, l’Abbazia di Sant’Albinoè legata alla battaglia combat-

A destra: •pennellate

di coloreriscaldano il tramonto

sulla pianuradel Pavese

Sotto a sinistra: •l’oratorio

di San Giacomo della Cerreta

si erge sulla rivasinistra del Po

dove torri di castelli e campa-nili diventano isole di città trale risaie. La bellezza dell’itine-rario francigeno risiede anchenell’essere un ottimo spuntoculturale e storico, ricco diluoghi di culto, mulini, pontifortificati, castelli e antichiborghi e locande.

L’itinerarioIl tratto lombardo si estendeper oltre 130 chilometri, per laquasi totalità in provincia diPavia e una piccola parte inProvincia di Lodi.L’itinerario, sopraggiungendoda Vercelli, parte da Palestro -primo centro lombardo per chiproviene da Ovest, noto per labattaglia risorgimentale del1859, e raggiunta la località diLambrinia, frazione di Chi-gnolo Po, sconfina nel lodigia-no, terminando al TransitumPadi a Corte Sant’Andrea. Ilnostro itinerario tocca solo al-

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tuta tra i Longobardi e l’eser-cito di Carlo Magno, nel lon-tano 773.Da Mortara, le gambe pedala-no leggere in direzione diTromello, dove si trova l’an-tico nucleo in cui sorgeval’ospizio di Sigeric; la chiesadi San Martino, invece, si er-ge sulla sommità di una dunaeolica, aspetto geomorfologi-co che da sempre caratterizzail territorio della Lomellina. A Garlasco, le cui origini ri-salgono all’epoca neolitica, la

Via Francigena fa tappa neipressi del Santuario della Ma-donna della Bozzola, il cui no-me deriva dalle siepi di bian-cospino (“bousslà” in dialetto)che ne circondavano il peri-metro. Centro di scontri trapavesi e milanesi, Garlascovantava un imponente castel-lo di cui, oggi, rimane solo iltorrione. La fatica si fa sentire,ma l’avvicinarsi alla capitaledel regno longobardo ci per-mette un’altra sosta, questa vol-ta a Gropello Cairoli. Una pri-

• A sinistra:suggestivicomignolipunteggianol’indaco del cielo sopraTromello

• Sotto:passeggiata per Tromello in sella allamountain bike

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ma tappa è sicuramente la Par-rocchiale di San Giorgio, esem-pio di stile neoclassico: sulla co-pertura del pronao si distinguo-no tre statue dei Santi Pietro,Paolo e Giorgio a cavallo. Le dolci lande del Ticino con-ducono morbide verso Pavia,città delle cento torri, quasi ametà del tratto lombardo del-la Via Francigena. La lunga li-sta dei luoghi da visitare nel ca-poluogo giustifica una sostaprolungata. È proprio qui chenel 936 si incontrarono tre san-ti in viaggio lungo la strada checonduceva a Roma: Gerardo,Vescovo di Toul, Adalberto di

Praga e Maiolo, Abate diCluny. Uscendo da Pavia, ci di-rigiamo verso Belgioioso e ilsuo castello. Quello che risaltaimmediatamente è un fortecontrasto tra la parte antica equella ristrutturata: al calar delsole, un caldo colore aranciodipinge il frontale del manie-ro, che si affaccia su un rigo-glioso giardino. Il vero punto di incontro conla Via Francigena però, si tro-va in direzione Sud-Ovest: cidobbiamo infatti spostare aSan Giacomo della Cerreta,dove la chiesa dedicata al-l’omonimo Santo costituiva

Sopra a sinistra: •esemplare di airone

bianco a riposo

nelle risaie pavesi

Sopra a destra: •dettaglio

di una facciatadi un antico

rustico

Sotto: •lungo la

Via Francigenaa dorso di

cavallo

60 Sulle orme del Medioevo • Via Francigena - Tratto lombardo

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maestoso castello, attorniatoda uno splendido parco e ar-ricchito dal Tempio di Cerere,risalente al Settecento.

Su una scia di luceIl nostro viaggio termina qui,ma rimangono negli occhi lebrume di certi luoghi, il calo-re dei tramonti, la solitudinedelle risaie e la quiete di pae-saggi agresti uniti in una mi-scellanea spirituale che diffi-cilmente lascia indifferenti,nei ricordi e nel cuore.

un punto di ristoro per i mol-ti pellegrini che, proprio inqueste lande, si riunivano,pronti il giorno successivo aripartire. Ci apprestiamo aconcludere il nostro girovaga-re e approdiamo a ChignoloPo, racchiusa tra il placidoscorrere del fiume più impor-tante d’Italia, il Po, e il tran-quillo corso del Lambro.Antica stazione di posta lun-go la Strada Regina che con-duce a Piacenza, il centro è ri-nomato per la presenza del suo

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• A sinistra:slanciateconvergenzeall’imbrunire

• Sotto:l’imponentefacciata del Castello di Belgioiosoaddolcita dai morbidi toni del sole al tramonto

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62 Sulle orme del Medioevo • Via Francigena - Tratto lombardo

In autoDa Milano si procede sullaSS494 Vigevanese, costeg-giando il Naviglio Grande fi-no ad Abbiategrasso, dove siprosegue in direzione Mor-tara. Si aggira l’abitato pro-seguendo in direzione S.Angelo Lomellina, dove sisvolta a destra, sulla SS596fino a Palestro.Da Pavia, si raggiunge il latoSud della città e si svolta a de-stra in direzione di Mortara.Aggirando l’abitato e raggiun-gendo S. Angelo Lomellina,si svolta a destra sulla SS596,dove si raggiunge Palestro do-po una decina di chilometri.

Con i mezzi pubbliciDa Milano partono treni re-gionali e Intercity per Palestrocon cambio a Pavia o Morta-ra. Da Pavia, treni diretti re-

gionali raggiungono la citta-dina in un’ora di percorrenza.Da Bergamo e da Brescia, in-vece, si raggiunge Palestrocambiando a Milano e pren-dendo un regionale con sostaa Pavia o Mortara. Per maggio-ri informazioni e per gli orari,consultare il sito www.trenitalia.it oppure il sito www.trasporti.regione.lombardia.it.

RAGGIUNGERE LA PARTENZA

Va

Mi

Co Lc

Pv

Lo

Bs

Bg

Cr

A destra: •il tracciato

della ViaFrancigena

nel territoriopavese si

estende per oltre 130

chilometri

Via Francigena

A destra: •una cornice

naturaleritaglia

la facciata della Villa

Cairoli di Gropello

Cairoli

Palestro

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500 km a piedi o in bici per unturismo di nuova tendenza Il territorio della provincia diPavia ha tutte le potenzialità peraccogliere un cicloturismo diqualità lungo i 500 km di ReteVerde che è stata identificata,mappata, georeferenziata e ri-levata con GPS. Itinerari, carti-ne e roadbook con indicazionisulla difficoltà, sull’accessibili-tà e sulle attrattive turistiche deipercorsi a piedi e in biciclettasono disponibili in rete, consul-tando www.provincia.pv.it/provinciapv/brick/itinerari. Ipercorsi più interessanti si sno-dano nel Parco del Ticino, lun-go il Naviglio di Bereguardo eil Naviglio Pavese, in Lomellinatra Pavia e Vigevano, lungo leterre d’acqua e nelle riserve na-turali. A questi itinerari si ag-giungono la Via del Sale, daVarzi a Genova, la Via Fran-cigena, che si snoda da Palestroa Chignolo Po e che la Provin-cia di Pavia, prima in Italia, hafatto mappare lungo i suoi 120km e la Via del Mare che col-lega Milano a Portofino. La Viadel Mare, con le sue varianti ei suoi raccordi, non è sempli-cemente un itinerario lineare acarattere ciclopedonale edequestre che collega una loca-lità di partenza a una di arrivo;è invece una rete di percorsi ovie verdi connessi geografica-mente e che attraversano ter-ritori accomunati da una storiache affonda le sue radici in unpassato secolare.

L’asse centrale della Via delMare, lungo circa 170 km, èrappresentato dal percorso cheparte da Milano e, nel territoriodella provincia di Pavia, toccail capoluogo, Voghera, Varzi, ilMonte Chiappo, per poi prose-guire fino a Portofino, attraver-so Capanne di Cosola, Capan-ne di Carrega, il Monte Antola,Torriglia, il Monte Lavagnola,Uscio, Ruta e Pietre Strette. Suquesto asse centrale si innesta-no vari raccordi con le vallateappenniniche circostanti. L’am-piezza territoriale del “corrido-io” turistico Via del Mare è di85 km circa, con una superficiedi circa 11.000 Km2: risulta co-sì un ambito territoriale caratte-rizzato da una grande varietà ditipologie ambientali e paesag-gistiche, di culture e tradizionie da un’importante ricchezzastorico-monumentale. I territo-ri attraversati si estendono dal-la pianura di Milano, Pavia,Alessandria e Piacenza fino almagnifico promontorio di Por-tofino, gioiello della RivieraLigure di Levante, passando peri colli dell’Oltrepò Pavese, tor-tonesi, piacentini e i monti e icrinali delle Valli Staffora, Ti-done, Curone, Borbera, Trebbia,Scrivia e Fontanabuona. Una re-te di percorsi verdi di straordi-naria bellezza, unica in Italia ein Europa, rivolta a varie tipolo-gie di utenza turistica e quindicapace di offrire altrettante va-rie possibilità di fruizione.

Rete Verde in provincia di Pavia

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Itin

erar

i

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Raggiungere PaviaAl centro dell’asse autostradale e ferroviario che collega Milano a Genova, Pavia è facilmente raggiungibile dalle principali città lombarde, piemon-tesi ed emiliane. Da Milano (38 km): autostrada A7 in direzione Genova fino all’uscita di Bereguardo-Pavia Nord. Da qui si percorre il raccordo A53 verso Pavia, per seguire poi le indicazioni per Pavia-Via Riviera. Da Piacenza (54 km): autostrada A21 in direzione di Torino fino all’uscita Broni-Stradella. Da qui, imboccata la strada n. 617, si raggiunge la desti-nazione. Da Alessandria (77 km): autostrada A21 in direzione di Piacenza fino all’uscita Casteggio-Casatisma, che porta sulla strada n. 35 da cui si prosegue in direzione Pavia.

Pavia

Provincia di Pavia

Numeri utiliProvincia di Pavia Assessorato al Turismo Piazza Italia, 5 - 27100 Pavia - Tel. 0382.597.007 - fax .503www.turismo.provincia.pv.it - [email protected] e Accoglienza Turistica IAT - 27100 Pavia - Palazzo del Broletto, Piazza della VittoriaTel. 0382.079.943 - 0382.597.001/.002 - fax .010 [email protected] - lun.-ven.: 9.00-13.00/14.00-17.00sab.-dom.: 10.00-18.00IAT - 27052 Salice Terme - Via Diviani, 11 Tel. 0383.91.207/92.821 - fax .944.540 - [email protected] ottobre-maggio lun.-merc.: 9.00-12.30/14.00-17.30 giov.-sab.: chiusura alle 18.00giugno-settembre: lun.-merc.: 9.00-12.30/15.30-19.00giov.-sab.: 9.00-12.30/15.00-19.00 - dom.: 9.30-12.30Ufficio Territoriale e di Informazioni Turistiche 27050 Codevilla - S.P. Bressana-Salice Centro Commerciale Sorelle RamondaTel. 0382.597.063 - fax .597.057 - [email protected].: 9.00-12.30 giov.: anche 14.00-16.30IAT PRO LOCO - 27029 Vigevano - Via Merula, 40Tel. e fax 0381.690.269 - [email protected].: 10.00-13.00/15.00-18.00

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Produttore esecutivoLuca BerettaE-mail: [email protected]

Progetto Iniziative SpecialiFrancesca De MartinisSole di Vetro • Tel. 039.32.40.85E-mail: [email protected]

Realizzazione editorialeAgenzia Geografica Sole di VetroVia Donizetti, 50 Monza (MI)Tel. 039.59.60.805

In redazioneFrancesca De Martinis, Benedetta Del Felice, Silvia Leonardi, Katja Lupinc, Claudia Reali, Anna Tremolaterra, Sarah Valtolina

ImmaginiSole di Vetro, Provincia di Pavia: Umberto Barcella

StampaA.G. Bellavite

supplemento a L’Orsoperiodico bimestrale registrato al Tribunale di Monza N.1412 del 3.8.99

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00-64_Orso_SpPV_ITAmod2010.qxp 8-09-2010 15:34 Pagina 65

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