12
1 EMOZIONE Esperienza complessa, multidimensionale e processuale, che svolge un ruolo di organizzatore cognitivo-affettivo e che media il rapporto tra l’organismo e l’ambiente. Esperienza di modificazione del normale stato di quiete dell’organismo che si esprime con l’impulso all’azione e con specifiche reazioni fisiologiche interne, designando diverse risposte emotive manifeste. Studiosi di riferimento: Frijda (1986), Oatley & Johnson-Laird (1987, 1996) tradotti in italiano e pubblicati da Il Mulino 1.Che cos’è l’emozione dal punto di vista della psicologia?

Psicologia dello Sviluppo Corso avanzato · dello sviluppo, in concomitanza con la maturazione neurologica delle diverse emozioni. ... sviluppo emotivo stesso. Teoria della differenziazione-Sroufe

  • Upload
    vuquynh

  • View
    219

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

1

EMOZIONE

Esperienza complessa, multidimensionale e processuale, che svolge un

ruolo di organizzatore cognitivo-affettivo e che media il rapporto tra

l’organismo e l’ambiente.

Esperienza di modificazione del normale stato di quiete dell’organismo che

si esprime con l’impulso all’azione e con specifiche reazioni fisiologiche

interne, designando diverse risposte emotive manifeste.

Studiosi di riferimento: Frijda (1986), Oatley & Johnson-Laird (1987, 1996)

tradotti in italiano e pubblicati da Il Mulino

1.Che cos’è l’emozione dal punto di vista della

psicologia?

2

• Sociale presenza di un carattere specifico che dipende dal contesto,

dalla cultura e dalle relazioni

Le dimensioni o componenti dell’emozione come

processo

• Cognitiva valutazione di un evento, e attribuzione di significato alle

reazioni messe in atto dall’organismo

• Fisiologica presenza di specifiche reazioni corporee connesse alle

diverse emozioni, elicitate dal SNC, dal SNA e dal sistema endocrino

• Motivazionale regolazione del comportamento in relazione ai desideri e

agli scopi (coping)

• Espressivo-comunicativo presenza di configurazioni facciali e altre

manifestazioni non verbali, universali e specifiche per ogni emozione di base

2a.Teorie sullo sviluppo emotivo Teoria differenziale- Izard • 1. Per ogni emozione discreta, vi sono

programmi neurali innati e universali; le espressioni emotive emergono, nel corso dello sviluppo, in concomitanza con la maturazione neurologica delle diverse emozioni.

• 2. Fra esperienza soggettiva ed espressione facciale vi è una precisa relazione o corrispondenza.

• 3. Esperienza soggettiva ed espressione facciale di ciascuna emozione di base possiedono proprietà permanenti, fin dalla loro prima comparsa, così da fornire continuità all’esperienza cosciente.

• 4. Lo sviluppo cognitivo e la socializzazione emotiva hanno un ruolo nel comprendere le situazioni che scatenano le risposte emotive (situazioni che possono dunque variare con l’età e l’esperienza), ma non determinano lo sviluppo emotivo stesso.

Teoria della differenziazione-Sroufe

• 1. Ciascuna specifica emozione di base evolve da uno stato iniziale di eccitazione indifferenziata.

• 2. Lo sviluppo emotivo avviene in relazione a periodi critici che comportano riorganizzazioni tra fasi diverse che si succedono le une alle altre.

• 3. Non si può fin da subito parlare di emozione vera e propria, ma di precursori delle emozioni e di ‘sistemi’..

4. La socializzazione alle emozioni (s.e. in famiglia e nei contesti educativi) gioca un ruolo importante nello sviluppo delle emozioni e della competenza emotiva focus sul rapporto natura/cultura

4

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe, 1979; 1995; 2005)

Stato iniziale di eccitazione indifferenziata

Precursori delle emozioni: sorriso endogeno, trasalimento e pianto

Sviluppo dopo il terzo mese dei tre sistemi:

• sistema piacere-gioia: il sorriso endogeno evolve in sorriso sociale, riso attivo

e gioia

• sistema circospezione -paura: il disappunto e il trasalimento evolvono in

emozioni di paura e timore

• sistema frustrazione-rabbia: delusione e frustrazione evolvono in emozioni di

collera o rabbia

I sistemi attivi nel processo di differenziazione

sistema piacere-gioia, nei primi due mesi di vita il piccolo

produce un sorriso, detto endogeno, che è funzione essenzialmente di eventi interni, indica una fluttuazione degli stati fisiologici e segnala una condizione di benessere.

• Solo a partire dai tre mesi, si può parlare, per Sroufe, di emozione di piacere in relazione alla comparsa del sorriso sociale. L’una e l’altro evolvono nella vera e propria emozione differenziata di gioia a partire dal quarto mese.

• Con lo sviluppo successivo, e in modo evidente a partire dagli otto mesi, il sorriso, il riso e la gioia sono determinati non tanto da un evento in sé (per es. il volto della madre) quanto dal significato che l’evento assume per il bambino (per es., la madre che ritorna dopo la separazione per un certo periodo di tempo).

(continua)

sistema circospezione paura, nel periodo

neonatale il bambino produce pianto in relazione a stimoli che catturano l’attenzione per tempi eccessivamente lunghi (il fenomeno dell’“attenzione forzata”) o in modo eccessivamente intenso (trasalimento).

• Si crea così un incremento eccessivo dello stato di attivazione fisiologica, o reazione di disagio, che è il precursore e il prototipo della paura vera e propria, destinata a comparire intorno ai sette mesi.

(continua)

• sistema frustrazione-rabbia, abbiamo per Sroufe uno sviluppo simile ai precedenti. In epoca neonatale, nelle situazioni di impedimento della motricità nel piccolo è riscontrabile una reazione generalizzata abbastanza simile a quella prodotta dall’attenzione forzata a cui si è accennato per il sistema circospezione-paura.

Dal precursore all’emozione vera e propria

9

Approccio funzionalista (Barrett, Campos, 1987)

Sottolinea il ruolo delle emozioni nella regolazione delle interazioni individuo-

ambiente.

• Svolgono una funzione biologica di adattamento

• Regolano gli scambi interpersonali cfr.

social referencing

• • Svolgono una funzione informativa circa il raggiungimento di desideri e

scopi

•Svolgono una funzione comunicativa negli scambi sociali

In sintesi …….

Nonostante ci sia accordo scientifico circa la razionalità delle emozioni e la funzione adattativa da esse svolta

gli studiosi che appartengono al cosiddetto approccio differenziale e funzionalista concepiscono l’origine e lo sviluppo delle emozioni nel bambino in una prospettiva discreta o categoriale.

Essi sostengono l’esistenza di un certo numero di emozioni innate e universali, detto set di emozioni primarie o di base, quali la paura, la collera, la gioia, la tristezza e, secondo alcuni, il disgusto, che emergerebbero già strutturate come totalità, sulla base di un programma maturativo innato e universale.

In tale prospettiva, fin dalla nascita le espressioni facciali costituiscono dirette e attendibili manifestazioni delle esperienze emotive in corso: esisterebbe, cioè, una concordanza biunivoca e innata tra espressione facciale ed esperienza emotiva (Izard, 1991).

….

….. Al contrario, gli studiosi che a proposito dell’origine delle emozioni sostengono l’approccio della differenziazione ritengono che le emozioni siano il risultato di un processo di differenziazione graduale da uno stato iniziale di eccitazione indifferenziazione.

Il superamento della condizione di eccitazione indifferenziata avviene soprattutto in relazione a fattori sociali e culturali (v. anche funzionalisti), e lo sviluppo cognitivo permette che gli eventi assumano per il bambino particolari significati, producendo specifiche emozioni.

Secondo tale prospettiva, lo sviluppo cognitivo consente, nel corso del primo anno di vita, di passare dallo stato di eccitazione al precursore emotivo, per arrivare all’emozione vera e propria, il cui significato soggettivo è fortemente collegato a processi di socializzazione emotiva (v.anche funzionalisti) in cui il bambino è coinvolto molto precocemente.

Età in

mesi

Sistema

Piacere/

Gioia

Sistema Circospezione/

paura

Sistema Frustrazione/

rabbia

Sviluppo

Cognitivo

Sviluppo Affettivo Sviluppo Sociale

0 mesi Sorriso

endogeno

Trasalimento, dolore Disagio da costrizione

fisica, sconforto

Esercizi riflessi Comporta- menti di

attaccamento

Regolazione iniziale;

intersoggetti-vità primaria

1 mese Attenzione coatta Reazioni circolari

primarie

3 mesi Sorriso esogeno

o sociale

Rabbia

(disappunto)

4 mesi Piacere, riso

attivo

Circospezione Inizio reazioni circolari

secondarie

Sorriso esogeno non

selettivo

Scambi reciproci

7 mesi Gioia Paura dell’estraneo Collera Preferenza per il

caregiver

12 mesi Esultanza Ansia e paura immediata Umore irato, petulanza Reazioni circolari

terziarie con scoperta di

mezzi nuovi

Formazione effettiva

del legame di

attaccamento; madre

come ‘base sicura’ per

esplorare

Intersoggetti-

vità secondaria;

riconoscimento dell’altro

18 mesi Affetto per se

stessi

Vergogna Opposizione, sfida Invenzione di nuovi

mezzi; comparsa della

rappresentazione mentale

Consolida-

mento del

legame; rapporto

corretto secondo lo

scopo

Legami multpli; interazioni

speculari tra pari

36 mesi Orgoglio amore Colpa Rappresentazione di sé e

dell’altro come persona

che prova emozioni e

desideri

Formazione dei

Modelli Operativi

Interni

Emergenza del concetto di

Sé; creazione di legami

affiliativi