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PUBBLICATO SU INFORMATICA E SCUOLA Articolo di Alberto Pian Pubblicato su Informatica & Scuola DALLA BIBLIOTECA DELLA NOSTRA SCUOLA VI PARLIAMO DI... Podcasting: a scuola con una radio che si ascolta, si vede, si legge e... si naviga! Alberto Pian L'esperienza di RadioTony Quest'anno nelle scuole e nelle università italiane è maturato un nuovo interesse, che ruota intorno a un nome che molti di voi avranno sentito e letto, ma rispetto al quale forse non saprebbero ben dire di che cosa si tratti: è il podcasting. C'è chi pensa che sia qualcosa che abbia a che fare con gli iPod, chi ritiene che sia un modo diverso per divulgare delle trasmissioni radiofoniche, chi pensa che si tratti essenzialmente di una nuova moda tecnologica o di un fenomeno sociale ancora tutto da capire. Fenomeno sociale il podcasting lo è diventato immediatamente dopo la sua comparsa, nell'autunno del 2004 negli Stati Uniti. E in questo ha ricalcato il fenomeno dei blog, del quale si può dire che sia una specie di costola da cui ha preso forma questo nuovo organismo. In Italia il fenomeno ha cominciato a essere conosciuto nel corso del 2005 e quest'anno, nel 2006, ha visto maturare un forte sviluppo. Il mondo scolastico non è estraneo all'interesse che è sorto nei confronti di questa tecnologia. Il collega e amico Domizio Baldini dell'IC. Cecco Angilieri di Siena fa parte come me degli insegnanti ADE (Apple Distinguished Educator) e ne coordina l'attività soprattutto mantenendo i contatti con altri gruppi di insegnanti di tutto il mondo che sperimentano nuove tecnologie e nuovi sistemi di apprendimento. E' stato dunque Domizio, all'inizio del 2005, a parlarci di questa nuova tecnologia, il podcasting e, soprattutto del fatto che stava suscitando grande attenzione, discussione ed esperimenti fra i colleghi americani. E' così che, insieme ad Antonella Brugnoli (della rete I ragazzi del fiume di UD), a Cesare Benedetti (IC di Bollate, Milano), abbiamo preso contatto con questa tecnologia e abbiamo cominciato a studiarla per esplorarne le potenzialità didattiche e pedagogiche. Nasceva così, ai primi di settembre del 2005, presso l'IIS Bodoni Paravia di Torino, il primo podcast realizzato a scuola, con la partecipazione diretta degli studenti: RadioTony (www.didanext.com), che ha conosciuto un grande successo, pur senza essere concepito per un "pubblico" e senza essere sostenuto da forme di promozione (non era nelle nostre intenzioni parlare a un pubblico diverso da quello delle nostre classi, due quinte dell'Istituto). E' curioso però che sia stato sufficiente uno spontaneo tam-tam tra i fruitori di iTunes, dove il podcast era registrato e fruibile, per portarlo in testa agli indici di ascolto, non solo italiani ma in certi momenti addirittura internazionali.

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PUBBLICATO SU INFORMATICA E SCUOLA

Articolo di Alberto Pian

Pubblicato su Informatica & Scuola

DALLA BIBLIOTECA DELLA NOSTRA SCUOLA VI PARLIAMO DI...

Podcasting: a scuola con una radio che si ascolta, si vede, si legge e... si naviga!

Alberto Pian

L'esperienza di RadioTony

Quest'anno nelle scuole e nelle università italiane è maturato un nuovo interesse, che ruota intorno a un nome che molti di voi avranno sentito e letto, ma rispetto al quale forse non saprebbero ben dire di che cosa si tratti: è il podcasting.

C'è chi pensa che sia qualcosa che abbia a che fare con gli iPod, chi ritiene che sia un modo diverso per divulgare delle trasmissioni radiofoniche, chi pensa che si tratti essenzialmente di una nuova moda tecnologica o di un fenomeno sociale ancora tutto da capire. Fenomeno sociale il podcasting lo è diventato immediatamente dopo la sua comparsa, nell'autunno del 2004 negli Stati Uniti. E in questo ha ricalcato il fenomeno dei blog, del quale si può dire che sia una specie di costola da cui ha preso forma questo nuovo organismo. In Italia il fenomeno ha cominciato a essere conosciuto nel corso del 2005 e quest'anno, nel 2006, ha visto maturare un forte sviluppo. Il mondo scolastico non è estraneo all'interesse che è sorto nei confronti di questa tecnologia. Il collega e amico Domizio Baldini dell'IC. Cecco Angilieri di Siena fa parte come me degli insegnanti ADE (Apple Distinguished Educator) e ne coordina l'attività soprattutto mantenendo i contatti con altri gruppi di insegnanti di tutto il mondo che sperimentano nuove tecnologie e nuovi sistemi di apprendimento. E' stato dunque Domizio, all'inizio del 2005, a parlarci di questa nuova tecnologia, il podcasting e, soprattutto del fatto che stava suscitando grande attenzione, discussione ed esperimenti fra i colleghi americani. E' così che, insieme ad Antonella Brugnoli (della rete I ragazzi del fiume di UD), a Cesare Benedetti (IC di Bollate, Milano), abbiamo preso contatto con questa tecnologia e abbiamo cominciato a studiarla per esplorarne le potenzialità didattiche e pedagogiche.

Nasceva così, ai primi di settembre del 2005, presso l'IIS Bodoni Paravia di Torino, il primo podcast realizzato a scuola, con la partecipazione diretta degli studenti: RadioTony (www.didanext.com), che ha conosciuto un grande successo, pur senza essere concepito per un "pubblico" e senza essere sostenuto da forme di promozione (non era nelle nostre intenzioni parlare a un pubblico diverso da quello delle nostre classi, due quinte dell'Istituto). E' curioso però che sia stato sufficiente uno spontaneo tam-tam tra i fruitori di iTunes, dove il podcast era registrato e fruibile, per portarlo in testa agli indici di ascolto, non solo italiani ma in certi momenti addirittura internazionali.

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Immagine 01: RadioTony visualizzata attraverso iTunes. Sono elencati gli episodi del Podcast e il pulsante “Abbonati” consente di iscriversi al podcast per essere aggiornati periodicamente in

modo automatico.

In effetti nel nostro Paese si l'attenzione del mondo scolastico (e non solo), nei confronti del podcasting, si è subito diffusa, dando luogo alla nascita di diversi podcast didattici, creati da insegnanti e studenti, riallacciandosi così a una tradizione pedagogica legata alla sperimentazione che non è mai venuta meno nel corso degli anni. Questo interesse, che si è concretizzato nella richiesta di numerosi contatti, mi ha spinto a scrivere e pubblicare gratuitamente sul web il libro "Podcast a scuola", oggi giunto alla quarta edizione (il libro è scaricabile da: www.edidablog.it). Ma perché tanta attenzione nei confronti di RadioTony, nata all'interno di un paio di classi e senz'altra ambizione che essere utile a questi studenti? A mio parere per tre motivi principali, a parte un certo e giustificato interesse tecnico (di che cosa si tratta? come si fa? che cosa occorre?). In primo luogo è stato chiaro fin dall'inizio, almeno a noi italiani, che il podcasting riallacciava un filo con la radiofonia e soprattutto con l'esperienza della radio libere degli anni settanta, mettendo nella mani di tutti una tecnologia che aveva all'epoca dimostrato di possedere grandi potenzialità ma che poi era stata sottratta ai suoi stessi utilizzatori, canalizzandola nel grande business delle radio commerciali. Ora sarebbe addirittura possibile "fare radio" in classe! In secondo luogo, nello specifico di RadioTony, il suo punto forte è stato il format, cioè il modo in cui le trasmissioni sono state concepite, anche in questo caso riallacciandosi e valorizzando una tradizione orale nettamente di stampo radiofonico. Infine, ma non ultimo, ha giocato un ruolo la grande tradizione pedagogica del nostro paese, molto rivolta (a differenza da certi intellettualistici e tecnicistici ambienti pedagogici universitari), ai risvolti pratici già valorizzati dall'attivismo pedagogico, alla ricerca, cioè, non di soluzioni tecniche fini a se stesse, ma a reali strumenti, pratici, da impiegare in classe: la radio - podcasting è stata subito, e giustamente, individuata come uno di questi. Oltretutto, come una radio che può anche trasmettere video (RadioTony ha pubblicato fin dai primi episodi i videotrailer realizzati dai ragazzi per gli esami di maturità), degli impaginati pdf (abbiamo trasmesso dispense di lezioni e anche il libro Podcast a scuola), ed episodi audio "aumentati" (cioè suddivisi per capitoli contraddistinti da immagini). La felice formula che abbiamo coniato è stata "una radio che si ascolta, si vede, si legge e si naviga". In questo nel nostro paese si è marcata subito una differenza rispetto alle notizie che ci giungevano da oltre oceano, dove il podcasting veniva più inteso come la possibilità di costruire un enorme database di lezioni registrate e riascoltabili, sganciate da una rielaborazione a caldo e da aspetti tipicamente partecipativi, caratteristici della radiofonia (Italia: popolo di cantori, poeti e naviganti...?). Con

questo non voglio certo sminuire le strade imboccate dalla ricerca pedagogica dei colleghi USA, ma marcare delle differenze, anche culturali significative. Nelle esperienze prodotte in Italia, soprattutto nella scuola primaria e secondaria, si ritrova sempre una partecipazione attiva degli studenti e una concezione dell'oralità molto legata agli schemi della radiofonia. Sotto questo aspetto, per esempio, è interessante l'esperienza dei Ragazzi del fiume (www.ragazzidelfiume.it), le cui trasmissioni hanno tutte una freschezza diretta e spontanea e si possono ascoltare bambini che intervistano gli immigrati in fila davanti all'ufficio postale, oppure esporre i progetti didattici che portano avanti nell'anno scolastico o ancora produrre trasmissioni in tre lingue (italiano, sloveno e friulano) e tenere contatti con le classi gemellate di altri paesi nei loro idiomi. Se si ascolta il podcast di radio IC Brianza (www.icbrianza.it/), si resta stupiti delle capacità tecniche dei ragazzini di scuola media nel progettare e condurre una trasmissione sui generi musicali o sul cinema, come picccoli professionisti. La strada intrapresa da cesare Benedetti, in questo caso, è stata quella di fare una lunga opera di formazione sulla radiofonia, rivolta ai ragazzini e ai colleghi, prima di dare vita alla "radio". E, tanto per citare un altro paio di esempi, può essere curioso vedere come a Napoli, l'insegnante Andrea Patauner abbia utilizzato il podcasting (http://web.mac.com/andreapatauner/) per costruire delle trasmissioni che facilitino l'apprendimento della lingua tedesca presso i suoi allievi, impiegando molto le tecnologie video trasmesse in podcasting o, ancora, in Sicilia gli sforzi di Carmelo Ielacqua per cercare di costruire addirittura una sorta di radio di istituto trasmessa via podcasting (Radio TuttiFermi; www.garageband.com/user/radiotuttifermi/podcast/main).

Ciò che voglio dire è che gli insegnanti che nel corso dell'anno scolastico 2005 - 2006 hanno cercato di impiegare il podcasting non hanno rivolto la loro attenzione ad aspetti tecnici o di "erogazione" di contenuti, ma in tutte le esperienze hanno puntato l'attenzione sulla partecipazione attiva degli studenti, sulla volontà di appropriarsi di uno strumento di comunicazione per renderlo utile nell'insegnamento e nella partecipazione che si richiede per una scuola "attiva".

La lezione "Talk"

Torniamo un momento a RadioTony e all'interesse che ha suscitato, per parlare un po' di format radiofonici e di podcasting. La formula di RadioTony era presa in prestito dalle trasmissioni di genere "talk" (le telefonate in diretta e i discorsi a ruota libera delle radio tradizionali, per intenderci). Ciascun episodio veniva registrato al termine di una lezione su argomenti di letteratura (in qualche caso di storia), durante la quale gli studenti prendevano liberamente la parola, anche per rispondere alle sollecitazioni e alle provocazioni mie o dei compagni che conducevano la trasmissione. Nessuna telefonata in diretta, dunque (il podcasting, a differenza della radio, per definizione non ha la diretta, anche se la si può benissimo simulare). La letteratura diventava così un fenomeno concreto, in relazione diretta con l'esperienza degli allievi che, oltre a discutere dei testi, parlavano senza rete di ciò che quei testi per loro rappresentavano, in relazione a fatti quotidiani, di vita comune, a proprie esperienze personali, a proprie considerazioni. E' quello che Ausubel in fondo ha definito come "apprendimento significativo". La letteratura, il testo, la poesia, uscivano così dal limbo di una asettica critica letteraria per diventare materia vivente, racconto, forma di espressione che interagiva con i ragazzi non solo sul piano analitico e linguistico, ma emotivo, affettivo, personale.

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Immagine 02: RadioTony in biblioteca per la registrazione di un episodio "Talk".

Queste trasmissioni, registrate con attraverso uno o più microfoni, venivano inserite in un podcast che via via si arricchiva ogni settimana di nuovi episodi. Questi episodi non erano solo formati dalle trasmissioni, audio, ma anche da video prodotti dai ragazzi, testi pdf di appunti per le lezioni. Il tempo richiesto è stato davvero minimo, una ventina di minuti alla fine di una lezione, una o due volte alla settimana: "Allora si parte? registriamo un episodio? Di che cosa parliamo? Chi comincia per primo?" Tutti intorno a un grande tavolo della biblioteca scolastica e via, discussione a ruota libera: da Pascoli a Calvino, da Hemingway a Thar Ben Jeullon, da Montale a Bukowski, passando per D'annunzio e molti altri... L'apertura iniziale "Ciao Tony, ciao a tutti, oggi siamo nella biblioteca della nostra scuola per parlare di...", che ci ha accompagnato per tutto l'anno, rappresenta un piccolo segreto che oggi si può svelare. Siamo in una classe quinta di un istituto superiore di Torino e Tony è un compagno di classe afflitto da una grave malattia che lo ha costretto a casa su una sedia a rotelle. RadioTony è nata per lui, per far sentire le voci dei compagni e il clima della classe fino nella sua stanza di casa... Lui operato anche di trachetomia e quindi con difficoltà di parlare, ha seguito ascoltato e riascoltato le trasmissioni. Non bastavano le visite regolari degli insegnanti per aiutarlo a studiare a casa e neppure le visite dei compagni, poiché in queste visite era assente la classe, cioè quall'impasto speciale di voci, di ambiente, quelle discussioni che solo in classe si determinano e che rappresentano momenti unici e irripetibili. Momenti che registravamo senza alcuna preparazione preliminare. Talk, appunto, ma senza telefono e senza onde radio, Talk in... podcasting e per di più a scuola.

Però, però... si è presto scoperto che queste trasmissioni non erano solo interessanti per il nostro "Tony" (fra l'altro brillantemente passato attraverso gli esami di maturità), ma anche per chi le "faceva" (cioè per noi stessi). Non solo far ascoltare a qualcuno una trasmissione, ma reinventare una lezione, manipolare dei dati, delle analisi, mettendoci qualcosa di proprio che non fosse solo il commento del professore o del libro di testo e alla pari con il docente: ecco una novità interessante. Durante il convegno che il 26 maggio abbiamo organizzato a Torino sul tema del Podcasting, ho detto: "Quante occasioni hanno i ragazzi di essere ascoltati e di essere lasciati liberamente esprimere su argomenti che appartengono alla sfera della "cultura", dei "programmi", di quel territorio che appartiene agli insegnanti, spesso (e direi forzatamente e riduttivamente a torto), considerati gli "specialisti" della materia?". La distinzione fra "cultura alta" e "cultura bassa" o la ricerca di "canoni" per l'insegnamento della letteratura (o di qualsiasi altra materia), possono avere ancora qualche senso oggi? E' possibile limitare lo studio a un mero apprendimento di analisi,

di considerazioni e di scelte altrui? E' proprio così necessario escludere dal processo le analisi, le considerazioni, le scelte degli allievi? E non credo che questo valga solo per una materia come quella che insegno che, certo, molto si presta a questo gioco. Uno sforzo per "talkizzare" l'insegnamento può essere compiuto in tutti i campi del sapere, poiché è il concetto di sapere e di cultura (meglio scrivere "kultura"), che va riconsiderato in modo radicale.

Possibili dubbi dell'insegnante

L'insegnante potrebbe essere frenato dal suo "istinto burocratico" nei confronti di un uso così aperto e libero dell'oralità e della sua diffusione. Per esempio potrebbe dire: "I ragazzi non sanno esprimersi, che figura ci facciamo con tutti quegli strafalcioni che in questo genere di trasmissioni necessariamente si moltiplicano?" In base a queste considerazioni il docente può essere inibito nell'utilizzare una tecnologia come il podcasting o un format di questo tipo ed essere portato alla continua correzione e limatura di una discussione che, alla fine, perderebbe la sua originaria freschezza e semplicità e il suo stesso valore. "Io penso che Montale ha ragione, nella poesia... che dice che è meglio una pozzanghera, a quell'altro... D'Annunzio, dice di no, che è il contrario... a me... preferisco Montale, anch'io vivo in campagna e lì c'è quello che dice lui e non c'è D'Annunzio". Può essere una frase tipica di una trasmissione talk registrata spontaneamente in classe. Abbiamo studiato D'Annunzio e Montale, allora: meglio D'Annunzio o Montale? E parte la discussione. Perché frenarsi all'apparenza di un discorso linguisticamente impreciso? Perché non capire che esiste un valore personale, un rapporto intimo con ciò che si è letto e dunque perché non valorizzare questo aspetto invece di reprimerlo a causa dei difetti formali che presenta? Perché non lavorarci sul piano didattico? "Interessante quello che dici, non pensi che D'Annunzio volesse sganciarsi precisamente da una percezione troppo concreta della natura, che le assegnasse un valore diverso? Saresti lusingata dall'essere considerata come Ermione o preferisti giocare con le anguille, come i ragazzi di Montale? Che posto ha la natura nella tua vita?" e così via. Certo, si prenderà il tempo per orientare i ragazzi sulla strada di una padronanza linguistica ma, in fin dei conti, quante volte la ricerca ossessiva di questa padronanza, sovente fine a se stessa, non ha portato ai risultati sperati e, per di più, ha allontanato le nuove generazioni dai contenuti della "cultura"? Le allitterazioni di D'Annunzio e il correllativo oggettivo di Montale non sono vuote tecniche da apprendere come se il discorso linguistico fosse un tempio distante e sacralizzato, ma le scelte formali di due uomini in carne, ossa e anima, che esprimevano con la poesia un mondo emotivo e di valori, di cuore e di testa. Si tratta di cogliere questo mondo, ma sarebbe possibile senza mettere in gioco, almeno in parte, almeno occasionalmente, anche il mondo dell'allievo e il nostro, quello dell'insegnante?

E' questa la lezione "talk"... il genere che prevalentemente ha caratterizzato RadioTony, ma non è stato l'unico. In Francia la radio scolastica è un'attività didattica che i bambini della scuola elementare praticano da circa quarant'anni sull'onda della "Pedagogie Freinet", come viene chiamata la scuola attiva, esempio a mio parere insuperabile di unione di cultura e partecipazione. All'interno di questa continua ricerca pedagogica che caratterizza il filone freinettiano, la radio si inserisce anche come strumento per apprendere a organizzare e partecipare a una discussione, per esprimersi correttamente, per studiare e sintetizzare un argomento da esporre. Gli insegnanti francesi parlano della "legge del microfono": mettete un microfono nelle mani di un ragazzino e in classe si stabilisce un ordine naturale. Ordine naturale negli interventi, nel rispetto della parola altrui, nell'attenzione alle argomentazioni. E' una grande lezione pedagogica.

Un format preparato

Alcune trasmissioni di RadioTony sono state improntate a questo modello che prevede la scrittura del testo di una trasmissione da parte di tutti i conduttori del dibattito e la lettura simulando una

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discussione spontanea intorno a un argomento. Sono nate così interviste impossibili con autori morti e sepolti, critici letterari e giornalisti inesistenti. Quale genere preferiscono i ragazzi? Quello spontaneo, sviluppato a caldo in pochi minuti ed emotivamente coinvolgente del genere talk, oppure la fredda preparazione di un episodio discusso a tavolino, scritto e articolato nei minimi dettagli, compresa la registrazione dei tempi di parola, affinché nel complesso la trasmissione sia godibile e ascoltabile? Direi entrambe le cose, per motivi diversi. Nel primo caso c'è la partecipazione emotiva, la discussione (anche accesa), il confronto fra persone che esprimono opinioni e valori diversi, nel secondo caso c'è uno studio "oggettivo" per rappresentare un contenuto. Si apprendono cose diverse che non possono essere separate fra loro e che dovrebbero far parte del bagaglio di uno studente. Primo caso: "Allora, questa Dickinson che si chiude in una stanza e che dice 'mi aggiusto il cappello' ma non esce... non è terribile? Questo isolamento... che ne dici di questo isolamento e del fatto di lasciar parlare la poesia al proprio posto?". Secondo caso: "Abbiamo con noi il prof. Jhon McMoore che ci parla della vita della Dickinson e al quale chiediamo subito di spiegarci questo isolamento della nostra poetessa, intervenuto a un certo punto della sua vita...". Angolazioni differenti dalle quali guardare, ma sono le nostre angolazioni, sono gli sguardi della gente comune: perché la Dickinson ha fatto ciò e io, lo farei? l'ho fatto? che cosa significa?... La separazione fra ragione e sentimento è un vecchio retaggio di una cultura medievale che fatica a essere superato: amor mundi e amor dei sembrano conservare una certa insana persistenza nel nostro moderno approccio alla cultura...

Immagine 03: Registrazione di un episodio preparato da un testo scritto.

La radiofonia attraverso il podcasting ha permesso di rompere questa separazione trovando nuove formule che si annunciano molto proficue sul piano didattico, ma anche pedagogico e dei rapporti che in classe si generano. Non è una tecnica, in realtà, il filtro magico del podcasting ma una proprietà linguistica propria di una comunità di parlanti, dove la lingua nasce: l'oralità. Nel Podcast ritroviamo infatti alcune caratteristiche della radiofonia che sono di grande rilevanza: l’oralità, la selezione di una segmentazione precisa fra gli ascoltatori, il carattere “privato” dell’ascolto, la creazione di un “paesaggio” sonoro, il senso di “comunità” che l’ascoltatore percepisce, la “mobilità” dell’ascolto, che fanno sì che a differenza di un sito Internet o della "multimedialità", sembrino determinare un rapporto diretto con l’ascoltatore. Perciò, a differenza di un sito Internet, un Podcast non può essere considerato come un semplice raccoglitore di molteplici contenuti e risorse. Sarebbe utile rapportarsi al concetto di format radiofonico per programmare un Podcast. Dato che lo scopo del Podcast è di consentire un facile aggiornamento dei contenuti, concepiti come episodi, occorre non solo che vi sia un filo conduttore che possa correlare gli

episodi, ma anche che questi abbiano una sorta di continuità fra loro, che siano posti in successione nel tempo e che, eventualmente, possano offrire anche una sorta di struttura “narrativa”. Il channel di una radio, appunto, non solo un sistema di "erogazione" di contenuti. Mi sembra questa la specificità del podcasting didattico nel nostro paese e il contributo che su questo campo gli insegnanti stanno contribuendo a dare.

Per quanto riguarda alcuni ulteriori aspetti culturali, didattici e anche tecnici per l'utilizo del podcasting in classe, rimandiamo alla specifica trattazione del libro Podcast a scuola (www.edidablog.it).

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BOX DA INSERIRE NELL'ARTICOLO

BOX: RADIO E PODCASTING

Il Podcasting può essere paragonato a una specie di trasmissione radiofonica tuttavia, a differenza di una radio, il Podcast non diffonde i contenuti via etere, ma attraverso Internet. E fino a qui non sarebbe una grande novità, sia perché è sempre possibile inserire in pagine Internet dei documenti audio o video, sia perchè esistono molte web - radio. Il fatto è che il Podcast è strutturato attorno a un sistema che consente all’ascoltatore di recuperare i contenuti audio (ma anche video e dispense pdf), collegandosi automaticamente ai podcast per scaricare gli aggiornamenti con il proprio computer, creare proprie playlst (liste di ascolto), trasferirle su lettori mp3, sugli iPod e sui cellulari, per ascoltarli quando meglio crede. Non è più necessario cercare i siti Internet e controllare le nuove pagine inserite né, tanto meno, leggerle o essere collegati alla rete per ascoltare una radio o per vedere un film. Inoltre, se chi realizza il Podcast lo registra, per esempio sull’iTunes Store, “l’ascoltatore” avrà a disposizione tutto l’insieme dei Podcast registrati, senza bisogno di cercare fra migliaia di pagine. Rintracciare e scaricare i nuovi episodi sarà opera del software (iTunes, iPodder, ecc.), e il fruitore dovrà solo ascoltare gli aggiornamenti preferiti dove vuole: in auto, a casa, in tram, mentre fa jogging, a scuola... Nella sostanza, quella del Podcast è la prima tecnologia che può unire, nel concetto di mobilità personale (senza vincoli di spazio e di tempo per il fruitore), tutte le tecnologie digitali facendo da ponte verso quelle tradizionali. Non solo, l’ascoltatore è certamente libero di ascoltare o di vedere gli episodi dei podcast ai quali si è iscritto, ma il suo status può rapidamente trasformarsi in quello di autore, nel qual caso la produzione è quanto mai libera da condizioni tecniche e legislative. Ad esempio, le leggi italiane sulle trasmissioni radio (dalla Legge Mammì del 1990 in poi), assegnano un limite alla copertura radiofonica locale o nazionale e impongono la richiesta di autorizzazioni e iscrizioni che non sono più necessarie: per definizione un podcast è mondiale e la sua arena è il pianeta poiché il suo medium è la Rete. È quindi possibile produrre contenuti senza pensare ai vincoli legislativi o di copertura. Chiunque produca episodi, podcast tematici o generici, o veri e propri palinsesti, non ha dunque obblighi particolari da assolvere (salvo le disposizioni sul diritto d’autore) e non avrà timore, come avviene in Internet, che le sue pagine web con il tempo si perdano, perché il fruitore, registrandosi al Podcast, sarà avvisato all’uscita di ogni nuovo episodio.

BOX. IL PODCASTING IN BREVE

Podcasting significa Personal Option Digital Casting. Questo termine è stato creato da Doc Sears nell’articolo DIY radio with PODcasting (http://www.itgarage.com/node/462). La rivista Wired (http://www.wired.com) ha ripreso e diffuso il nuovo lemma decretandone il suo successo. Tuttavia Podcast può anche significare (e in questo senso viene utilizzato da molti), l’unione di iPod (http://www.apple.com/it/ipod/ipod.html), con Broadcast (il tradizionale sistema di trasmisssione radio - televisivo per raggiungere un insieme non prestabilito di riceventi su un certo territorio). Concretamente il Podcasting è un sistema che permette di distribuire e di scaricare in modo automatico contenuti audio, video e documenti di tipo pdf. Ogni Podcast è identificato da un indice costituito da un file nel formato RSS (RSS.doc), per esempio: podcast.xml. Questo file contiene tutti i metadati che servono per descrivere il podcast e gli episodi dai quali è composto. Gli episodi possono essere file di tipo audio o video (NomeFile.mp3 / NomeFile.mov / NomeFile.pdf, ecc.), o pdf (dispensa.pdf) che rappresentano i contenuti da scaricare. Per collegarsi a un Podcast occorre disporre di un browser che sia capace di leggere e tradurre in un aspetto grafico le indicazioni inserite nel file RSS - xml che identifica ogni specifico Podcast. Per esempio per Win, Mac e Linux è a disposizione gratuitamente Firefox (http://www.mozilla-europe.org/it/products/firefox/), il quale ha bisogno di una estensione apposita (https://addons.mozilla.org/extensions/showlist.php?application=firefox&category=News%20Readin

g). Gli utenti Mac hanno a disposizione Safari (http://www.apple.com/it/macosx/features/safari/), fornito con il sistema operativo. Un altro sistema per collegarsi ai Podcast e in genere a tutti i siti che offrono l’opzione di mostrare le informazioni nel modo RSS - xml, è quello di utilizzare delle specifiche applicazioni che sono chiamate “aggregatori rss”. L’applicazione più efficiente e interessante per connettersi ai Podcast, ma anche per inserire il proprio Podcast in un enorme database mondiale dei Podcast, è iTunes (http://www.apple.com/it/itunes/download/), per win e per mac. iTunes permette di aggiornare automaticamente i Podcast, di trasferirli sui lettori mp3 e gli iPod, di masterizzarli su CD, di convertire i file audio in diversi formati (mp3, aac, aiif, ecc.), di mostrare gli episodi video e di convertirli, presenta le informazioni in modo grafico e molto ben organizzato e si collega a un database mondiale che contiene decine di migliaia di riferimenti ai Podcast, permettendone una semplicissima ricerca anche attraverso le categorie di riferimento (istruzione, sport, cultura, ecc.). Un altro "aggragator" molto usato è iPodder (http://juicereceiver.sourceforge.net/index.php), per win, mac e linux.

BOX. FARE PODCASTING

Ecco un tipico flusso di lavoro per la creazione di un podcast:

Immagine 04: Flusso di lavoro per la creazione di podcast

1. Impostazione del format del podcast (per esempio: news, talk, intervista, ecc.)

2. Registrazione audio / video dell’episodio. Fra le applicazioni più indicate per effettuare facilmente le registrazioni audio ci sono QuickTime 7 Pro (http://www.apple.com/it/quicktime/), GarageBand (per utenti Mac) e Audacity, ottimi software di registrazione e controllo dell’audio. QuickTime è l’ideale per una registrazione rapida (monologhi, episodi a una sola voce), mentre GarageBand (http://www.apple.com/it/ilife/) è più indicato per una gestione completa anche degli effetti, dell’eliminazione dei disturbi, della registrazione su più tracce e della produzione di colonne sonore (interviste, episodi a più voci, dibattiti, mixaggio di diversi audio). Audacity (http://audacity.sourceforge.net), dal canto suo, è freeware e multipiattaforma, gestisce molto bene effetti, controlli, diverse tracce e permette di intendersi se si sta realizzando un podcast con un gruppo di altre persone su computer diversi.

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Immagine 05: Strumenti per la registrazione audio di trasmissioni a cui partecipano più persone contemporaneamente. Se non si vogliono usare mixer e molti microfoni, si può impiegare un microfono in grado di riprendere un ampio raggio di persone intorno a un tavolo e collegabile

direttamente alla presa usb del computer, come, ad esempio, il Samson C01U (http://www.macitynet.it/macprof/aA21684/index.shtml).

3. Eventuale trasformazione del file audio in episodio "aumentato" con l’inserimento di capitoli, testi, link, immagini, usando un’applicazione specifica (GarageBand, QuickTime ecc.), questa operazione è molto più semplice per utenti mac.

4. Inserimento dell’episodio all'interno del podcast utilizzando: un’applicazione specifica (la suite di iLife per Mac, FeedForAll, Feeder, o un semplice editor di testo), oppure un semplice editor di testo o infine tramite un servizio Internet (per esempio: www.edidablog.it). L’applicazione FeedForAll (www.feedforall.com), multipiattaforma, permette di creare podcast in modo guidato e consente una buona gestione degli episodi, senza intervenire nella costruzione dei capitoli e senza convertire i file audio/ video, che devono essere già pronti per l’uso e caricati in un apposito spazio web. Edidablog (www.edidablog.it) è un progetto della DGSI del MIUR nato per dare alle scuole l'opportunità di sperimentare nuovi modi di documentare, comunicare, collaborare e fare didattica con i weblog ed i podcast. Gli insegnanti possono iscriversi gratuitamente e quindi aprire dei blog e dei podcast da utilizzare in ambito didattico. La redazione, composta da insegnanti, offre un supporto tecnico e culturale attraverso le numerose sezioni che ha aperto: dai tutorial per registrare l'audio, a saggi, dcomenti, intervsite a insegnanti e studiosi italiani e di altri paesi. Inoltre Edidablog ha bandito un concorso pubblico rivolto ai docenti per i blog e i podcast in ambito didattico che vedrà l'assegnazione di numerosi premi. Apple e Garamond supportano l'area di podcasting di questo progetto.

Immagine 06: Il progetto Edidablog, proposto dal MIUR con la collaborazione di Apple e Garamond agli insegnanti che intendono utilizzare la tecnologia del blog e del podcasting.

5. Alla fine, terminato il nostro lavoro, registriamo il podcast su iTunes in modo che compaia nel database del Music Store. Per registrarsi occorre iscriversi, gratuitamente, a iTunes.