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puntoacapo PUNTO PUNTO Almanacco della poesia italiana Almanacco della poesia italiana 2011-2015 Editoriali e indici Editoriali e indici

Punto 2011 2015 editoriali e indici

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DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

Luca Benassi Manuel Cohen

Gabriela Fantato Giancarlo Pontiggia Salvatore Ritrovato

PUNTOPUNTO Almanacco della poesia italianaAlmanacco della poesia italiana

2011-2015

Editoriali e indiciEditoriali e indici

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DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

Gabriela Fantato Giancarlo Pontiggia Salvatore Ritrovato

€ 20,00 In copertina:

Conversazione 2006, foto di Erminia De Luca

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GLI AUTORI A CHI LEGGE

Ancora una pubblicazione dedicata alla poesia: ce n’era bisogno? Dovessimo rispondere ai nostri umori privati, diremmo di no: di poesie, nel mondo,

ne girano anche troppe; e spazi dove pubblicarle, in fondo, non mancano. E poi – mi-naccioso fantasma che aleggia su chiunque scriva con un minimo di consapevolezza (storica e morale) – c’è che il mondo nel quale viviamo non sembra fatto per la poesia. Per la poesia, almeno, come la intendiamo noi: un linguaggio di libertà, di utopia e di bellezza, che nutre la forza dell’immaginazione e dell’avventura, e sostiene le grandi do-mande dell’uomo, senza dimenticare il sentimento del limite, che è nel cuore di ogni verso come una innata, fantastica tensione al dialogo. Una Poesia che il lettore possa sentire e riconoscere come sua, in quanto dice qualcosa di più grande dei poeti stessi che la scrivono.

La poesia si esercita, da anni, a sostenere una sua battaglia silenziosa, una sua severa

resistenza alla baraonda dei sistri inquietanti e stordenti della società mediatica. Si può dire che essa preferisca il silenzio allo sfarfallio abbagliante delle immagini. Perché, senza silenzio, non c’è ascolto, ma soltanto animosità, rancore, ripicca, e magari la presunzione di essere depositari della verità. Intendiamoci: anche nel Novecento, nel “secolo del ru-more” (com’è stato di recente battezzato), i poeti hanno amato il silenzio. Ma si trattava di un silenzio che li accompagnava, che li difendeva, prefigurando un mondo in cui la parola era a fondamento del sapere e delle relazioni fra gli uomini, in grado di dire qual-cosa di autentico e di meditato. Lo scenario è cambiato radicalmente, e sono diverse le ragioni per cui i poeti appaiono da troppo tempo incerti, sospesi dinanzi al bivio che si spalanca dinanzi a loro (continuare a credere nella forza conoscitiva, immaginosa e insie-me morale, di un verso o perdersi nei trucchetti che i tempi nuovi ci richiedono). Non saremo noi a dire cosa fare, semmai qual è il lettore che ci augureremmo di trovare con questo nuovo annuario: un lettore attento, critico, generoso, che continui ad aver voglia di pensare, di sentire, di fare scoperte, di distinguere tra le pieghe dell’irrazionalismo e ciò che invece costituisce il movimento segreto, realmente nutritivo, dell’anima: un letto-re che trovi in queste pagine una sosta lungo il cammino verso una meta necessaria, e si misuri con la nostra storia, con le nostre inquietudini. Ci conforta sapere che poeti e lettori così non sono pochi: sono soltanto nascosti, resi come invisibili nel tam tam della vita contemporanea, che non ama il bianco e nero della parola essenziale, limpida, esatta.

Conosciamo le condizioni e le peculiarità del mercato editoriale nel suo complesso; e

sappiamo come non sia facile per un editore promuovere poesia, in un momento in cui persino libri di valore e autori già consacrati faticano ad ottenere la giusta considerazio-ne. Ma proprio per questo, ci verrebbe da dire, abbiamo scelto e tentato di avviare con PUNTO un lavoro che desse conto di ciò che viene pubblicato oggi in Italia, evitando ogni forma di ideologismo e valorizzando la “qualità”. La qualità è un principio non de-scrivibile, teoricamente non dimostrabile, mutevole come tutto ciò che è umano, che però, sul piano etico, niente può sostituire.

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Convinti che non dovessimo fermarci a una pura mappatura del presente (così come ci viene restituito nell’ampio spazio concesso alle recensioni), abbiamo ritenuto utile indagare anche il nostro passato più prossimo: autori, libri, poetiche, tendenze, panora-mi internazionali, e altro ancora che di volta in volta ci paia indispensabile per compren-dere quello che si definisce come “Fare poesia”. Abbiamo iniziato spinti da un impulso quasi immediato, forse ingenuo, cercando di allontanare le ombre di un presente che ci inquieta, sostenuti dal pensiero di una storia più lunga con cui occorre confrontarsi. Una storia che continua in fondo a dirci che la poesia è un “Alibi” (questo il titolo dell’ultima sezione), cioè un altrove, ineliminabile per l’uomo, e che senza poesia, l’immaginario umano sarebbe ben povero, la vita stessa meno consapevole delle sue responsabilità, forse meno felice.

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INDICE GLI AUTORI A CHI LEGGE ................................................................................................... 5

I – IL PUNTO I LIBRI DI POESIA ................................................................................................................... 10 I LIBRI DI SAGGISTICA .......................................................................................................... 69

II – FARE POESIA

WORK IN PROGRESS Il tragico non può fare a meno della luce Gabriela Fantato dialoga con Milo De Angelis a proposito di Quell’andarsene nel buio dei cortili (Mondadori, Milano, 2010) .................. 86 La forma del pensiero è l’amore Giancarlo Pontiggia dialoga con Gianfranco Lauretano a proposito della raccolta Di una notte morente, di prossima pubblicazione ......................................... 90 FOCUS Alessandro Carrera, Della filosofia poetica ............................................................................. 95 Gabriela Fantato, Esiste una poesia delle donne? .................................................................... 108 Fabio Pusterla, Sulla poesia di Francesco Scarabicchi .............................................................. 115 AUTOANTOLOGIA Giampiero Neri ...................................................................................................................... 119 Elio Pecora ............................................................................................................................. 124 NOTE A MARGINE Umberto Fiori ........................................................................................................................ 131 Daniele Piccini ....................................................................................................................... 135 Silvio Ramat ........................................................................................................................... 137

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SCAFFALI ALTI Stefano Maldini, Tolmino Baldassari: la natura gentile della poesia ........................................ 141 Daniele Ciacci, Per una lettura di Luciano Erba ................................................................. 145 Nelvia Di Monte, «Na lénghe a ffuoche»: la magmatica poesia di Assunta Finiguerra .................. 148 Salvatore Ritrovato, Una «poesia molto quotidiana». Appunti su Sanguineti ......................... 152

III - ALIBI L’INEDITO Rosita Copioli ......................................................................................................................... 159 Riccardo Emmolo ................................................................................................................. 161 Anna Maria Farabbi .............................................................................................................. 164 Andrea Gibellini .................................................................................................................... 166 Stefano Raimondi .................................................................................................................. 169 Filippo Ravizza ...................................................................................................................... 172 OLTRE CONFINE «Un boccone fantastico della notte»: il nettunismo onirico di Edmundo de Bettencourt a cura di António Fournier e Donatella Bisutti ................................................................ 177 Jan Hendrik Leopold, Cheope, a cura di Jean Robaey ........................................................ 188 Dubravko Pušek, Erbario ...................................................................................................... 201

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DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

Gabriela Fantato

Giancarlo Pontiggia

Salvatore Ritrovato

€ 20,00 In copertina:

foto di Antonella Ronzulli

ISSN 2281-065X

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GLI AUTORI A CHI LEGGE

Ci sono (ancora) tante buone riviste in circolazione: “accademiche” e “militanti”; “storiche” o recentissime; “di linea”, rappresentanti di un gruppo di lavoro redazionale o ancora riconducibili a un nome di riferimento; più o meno collegate a realtà editoriali, ed altro ancora. Quasi certamente il momento di maggior fulgore di questo tipo di pubbli-cazioni è passato da qualche anno, dopo la vera e propria euforia degli anni Novanta. Potrebbe essere fertile cominciare a ragionare sulle cause di questo evidente declino – che non può essere limitato né dalle difficoltà oggettive di natura economica, né dalla contemporanea ascesa di internet, con la sua visibilità massiccia ma virtuale e quasi mai qualificata. Possono esserci stati errori d’impostazione e prospettiva da parte di coloro che costituivano l’anima delle varie realtà; questo ed altro ancora. Crediamo però, accin-gendoci a comporre il secondo numero della nostra pubblicazione – che ci ostiniamo a non definire rivista, non solo dal punto di vista tecnico – che siano operanti tante forze negative, di natura epistemologica e socioculturale, che stanno frenando non solo il di-battito sulla poesia ma, come spesso accade, il ben più ampio contesto culturale e tutto ciò che attiene alla sfera del vivere civile, del confrontare opinioni con le armi della di-scussione – in nome di quella “informed opinion” che nella nostra lingua non ha neppu-re esatta traduzione.

Non crediamo sia auspicabile né possibile pensare a una poesia che viva nel vuoto pneumatico, impermeabile a ciò che accade alle persone (e dunque anche ai poeti, agli artisti, agli intellettuali) quanto dalle loro sofferenze: l’osmosi tra l’uomo che soffre e l’uomo che scrive è evidentemente continua, profonda e va in entrambe le direzioni: come la realtà (ci si passi questo termine vago ma pregnante) dà materiale all’artista, così l’arte – che poi è pensiero e linguaggio – deve affidare le proprie barchette alla corrente del reale. Questa osmosi, già resa tanto difficile e ambigua nel mondo della virtualità e dello spettacolo, nel nostro Paese appare ancor più messa a rischio da fattori specifici di natura “politica” (in senso lato, riguardanti cioè la gestione delle forze operanti in seno alla società) che soffocano tali forze e il dibattito nato da esse, almeno quanto condizio-nano, avvilendolo, il senso del vivere civile.

La mancanza a più livelli di senso etico (che poi ha a che fare con il fine e il modo con cui si utilizzano certi strumenti) rende oggi molto difficile anche solo aprire seri dibattiti su un argomento tutto sommato ben delimitato come il fare poesia: ecco allora lo stra-potere delle consorterie editoriali e la non troppo velata (persino masochista) disponibi-lità degli stessi poeti a riconoscere autorevolezza laddove c’è solo potere; la sterilità, per contro, di posizioni puramente polemiche anche se suffragate da buone argomentazioni; la difficoltà di operare confronti sulla base di idee non preconcette e con le armi della ragione critica).

Stiamo cercando (con i piccoli mezzi di un Editore che sta investendo con convinzio-

ne su un gruppo di lavoro, con progetti e un metodo basato sul confronto aperto) di mostrare come sia possibile condurre una serena analisi a tutto campo del panorama poe-

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tico nazionale e non solo, dando visibilità a chi sta producendo poesia importante senza dare per scontato che il fatturato sia in sé una prova di qualità, e cercando di sopperire alle difficoltà che si incontrano anche solo per creare una mappatura di questo frastaglia-tissimo paesaggio, con l’entusiasmo e l’autorevolezza che deriva – ed è stato percepito fin da subito, per fortuna – da un atteggiamento critico equilibrato e curioso, appassio-nato e non supponente. Il che non implica, per nulla, mancanza di coraggio nell’operare motivate inclusioni ed esclusioni.

Abbiamo, in questo ed altro, commesso errori? Certamente, ed altri ne commettere-mo: ci saranno sempre libri che ci sfuggono, che abbiamo sottovalutato o sopravvaluta-to (e chissà cosa è peggio…). Il gruppo redazionale è troppo ampio, o troppo poco am-pio? Si è discusso tanto di questo, come pure di quante recensioni dovremmo includere (trenta, sessanta, cento?) e persino di quante recensioni dovrebbero avere una stessa firma.

Stiamo cercando di dare visibilità a questo nuovo modo di fare militanza in modo in-tellettualmente libero e sereno. Scrisse Yeats che «I migliori mancano d’ogni convinzio-ne / mentre i peggiori sono pieni d’appassionata intensità»: ecco, questa è la nostra pre-occupazione, e riflette molto bene ciò che non siamo e non vogliamo.

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INDICE GLI AUTORI A CHI LEGGE ....................................................................................... 5

I – IL PUNTO INDICE DELLE RECENSIONI ..................................................................................... 10 I LIBRI DI POESIA ......................................................................................................... 12 SAGGI E ANTOLOGIE ................................................................................................. 91

II – FARE POESIA WORK IN PROGRESS Noi che sognammo un mondo più gentile. Un nuovo romanzo di Umberto Piersanti a cura di Salvatore Ritrovato .............. 107 “Questa non è la patria, è il pianeta”. Intervista lucida ma mai sliricata di Plinio Perilli ad Alessandro Ceni ................... 111 AUTO-ANTOLOGIA Antonella Anedda ........................................................................................................... 116 Luigi Fontanella .............................................................................................................. 123 Lino Angiuli ..................................................................................................................... 134 NOTE A MARGINE Franca Grisoni, Quattro liriche da «Poesie» ..................................................................... 144 Stefano Guglielmin, Da «Canti dell’amore coniugale» .................................................... 149 Salvatore Ritrovato, Tre poesie sulla poesia ..................................................................... 151 Marco Vitale, Due inediti: «Oh sopravvivi cuore» e «È in una luce così netta» .................. 155

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SCAFFALI ALTI

Luca Benassi Ritratto di Giovanna Bemporad, tra “esercizi vecchi e nuovi” ............................................... 160 Rinaldo Caddeo Poesia e matematica. Un ricordo di Leonardo Sinisgalli ....................................................... 163 Salvatore Ritrovato “Esisti buonamente…” L’enigma del mondo nella poesia di Zanzotto ................................. 168

III - ALIBI L’INEDITO Achille Serrao .................................................................................................................. 176 Maria Pia Quintavalla ..................................................................................................... 182 Alberto Toni .................................................................................................................... 186 Giacomo Leronni ........................................................................................................... 189 Stelvio Di Spigno ............................................................................................................ 194 Matteo Veronesi .............................................................................................................. 196 OLTRECONFINE Carmen Bugan, a cura di Matteo Veronesi ................................................................. 204 Mario Meléndez Muñoz, a cura di Salvatore Ritrovato ............................................ 216 NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE ........................................................................................ 226

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2013

DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

Gabriela Fantato Giancarlo Pontiggia Salvatore Ritrovato

REDAZIONE DI ROMA

Luca Benassi Manuel Cohen

€ 20,00

ISSN 2281-065X

PUNTOPUNTO Almanacco della poesia italiana

3 – 2013

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INDICE La poesia nel mondo dei “chi” .................................................................................................. 7

I – IL PUNTO I LIBRI DI POESIA ......................................................................................................................... 9

II – FARE POESIA WORK IN PROGRESS Anna Maria Carpi, a cura di Anna Toscano ............................................................................. 95 AUTO-ANTOLOGIA ALBERTO CAPPI, Antologia minima (testi scelti da Mauro Ferrari)

Milena Nicolini, Sulla poesia di Alberto Cappi. Una retrospettiva ....................................... 105 Pasquale Di Palmo, Pirlo e altri versi ........................................................................................... 114 Anna Maria Farabbi, Auto-antologia ............................................................................................ 121 NOTE A MARGINE Corrado Bagnoli, Uno sguardo che diventa voce ............................................................................. 129 Maria Clelia Cardona, Euridice .................................................................................................... 133 Maurizio Cucchi, Osservo con la lente, sullo sfondo… .................................................................... 137 Massimo Morasso, Quando alla fine gli occhi attendo .................................................................... 139 SCAFFALI ALTI Mauro Ferrari, Una nota sulla natura in Ted Hughes .................................................................. 145 Luca Benassi, Paradigma di modernità: una lettura di Giovanni Giudici ........................................ 149 Luca Benassi, Il discorso ininterrotto di Maria Luisa Spaziani ...................................................... 153 Mario Fresa, La vocazione del giardino. Fenomenologia della poesia in Antonio Spagnuolo .............. 157

III – ALIBI L’INEDITO Matteo Bianchi, L’ambigua nostalgia. Con una nota di Gabriella Sica ..................................... 163 Domenico Cipriano, Poesie ......................................................................................................... 167 Franca Mancinelli, Un letto di sassi .............................................................................................. 171 Daniele Mencarelli, da Il figlio ..................................................................................................... 176 Plinio Perilli, Eroi di tutti i giorni. Risorgimenti interiori ................................................................ 181 Raffaele Piazza, Nuvole e Alessia ................................................................................................. 187 Ivan Pozzoni, Frammenti ametrici ................................................................................................ 189 Fausta Squatriti, Piccolo globo ........................................................................................................ 195 OLTRECONFINE Salvador Espriu, Poesie, a cura di Luca Ariano ......................................................................... 204 Benoît Gréan, La vivisection de la vie, a cura di Rita Florit e Alfredo Riponi .......................... 212 Ilya Kaminski, Ballando a Odessa, a cura di Francesco Tomada .............................................. 224 Víctor Rodríguez Núñez, Poesie, a cura di Emilio Coco ......................................................................... 238 NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE ..................................................................................................... 255

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LA POESIA NEL MONDO DEI “CHI” Al suo terzo anno, «Punto» prosegue lungo le linee già tracciate nei precedenti nu-

meri con un sondaggio ampio e approfondito della produzione della poesia italiana. L’ampiezza del sondaggio è misurata dal grande numero delle recensioni e dalla artico-lata dislocazione geografica – da nord a sud – degli autori incontrati e approfonditi. Da questo panorama emerge con chiarezza lo straordinario contributo della piccola e della media editoria al “fare poesia” (per usare il titolo della sezione), e l’importanza che hanno gli incontri intergenerazionali (com’è vero che non esiste un’età privilegiata per scrivere…) nella riflessione e nella ricerca letteraria. Ogni approfondimento trova spa-zio nelle diverse sezioni dell’Almanacco che concernono specificamente il lavoro criti-co e creativo, da un lato, e la lettura, sempre in chiave militante, del panorama contem-poraneo, dall’altro. Last but not least, si dà spazio alla voce dei singoli poeti:sia italiani, con antologie o corpus di inediti in grado di illustrare la loro produzione;sia stranieri (europei e non), verso i quali occorre riservare un ascolto particolare, non solo in quanto ospiti di un almanacco della poesia italiana, ma anche perché costituiscono una fonte inestimabile di confronto e di stimolo alla ricerca del nostro linguaggio poetico.

A tal proposito, non è superfluo sottolineare quanto possa essere utile un punto di vista esterno al panorama che offre la poesia italiana. Alcune questioni che hanno agi-tato o continuano ad agitare, sia fuori sia dentro l’accademia della poesia, altrove sono sconosciute, per non dire impensabili. Forse perché la nostra lingua si presta meglio alle disquisizioni teoriche sull’ideologia o sulla non-ideologia del suo linguaggio? Sicu-ramente no, e comunque non è semplice rispondere in poche battute. Diciamo che esistono altri “mondi possibili” in cui la poesia vive, e non solo sopravvive, meglio che in Italia. Mondi in cui la sua risonanza appare maggiore; anzi, tanto più evidente quan-to più essa sembra gettarsi, fuori dalla graticola di postulati e assiomi sulla sua quintes-senza (sia che consista nell’antica qualità lirica, sia che aspiri ancora a prendere un di-ploma specialistico in ‘avanguardia’), nella passione di chi la compone, e quindi nell’emozione di chi l’ascolta. Non si tratta di stilare nuove classifiche, ma di capire quale poeta sa parlare di sé, dell’“altro”, del mondo ecc., anche commuovendo e dise-gnando visioni e nuove mappe, scuotendo o strappando viscere; e magari riconoscere, in sede di actio del testo poetico, che la presenza sulla scena non vale meno della lucidi-tà intellettuale. Dunque, esistono mondi in cui il poeta significa qualcosa di utile alla società, non nel senso che contribuisce al famigerato “profitto”, ma nel senso che vie-ne perlomeno ascoltato. Esistono mondi in cui la poesia, comunque fuori dal grande circuito editoriale, sa e può esprimere parole decisive che entrano nell’immaginario. O-ra, si dà il caso che un mondo come questo esista, e non si trovi in Occidente, ma in Nicaragua, esattamente nella storica città di Granada,che da nove anni organizza, tra febbraio e marzo, un Festival Internazionale di Poesia ospitando oltre cento poeti da tutto il mondo, e mobilitando uffici e servizi stampa, coinvolgendo tutta la città e l’entroterra, e diramandosi in centri anche più importanti come Managua e León. Qualche poeta occidentale, abituato all’“indifferenza” delle sue ricche città, e pronto ad arroccarsi in salotti colti ed esclusivi, potrebbe trasalire. Non che manchi il salotto a Granada, ma esso è sotto gli occhi di tutti. A cominciare dalle televisioni di stato e pri-

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vate. No, non stiamo vagheggiando il mondo dei Chi, si tratta di una realtà che sembra offrirsi in forma di utopia, ma ha precise ragioni geografiche e sociali. Un paese pequeño che però, con parole del poeta, si fa grande in un sueño. Cioè, nel sogno della poesia. Anche se la poesia non sogna soltanto,‘trasforma’. Qui il poeta torna a misurarsi con un pubblico vivo ed eterogeneo, saggia le possibilità delle sue parole di ‘trasformare’ il senso di una vita che rischia, a ogni momento, di sfuggire; insomma, non può restare a guardia di dialettiche stantie, deve mettere in gioco il suo sé. Di fronte a una platea di lettori eterogenei, e soprattutto non addetti ai lavori, ora attenti, ora distratti, non con-ta solo come si dice, ma anche quel che si dice. E in quel che si dice non si danno so-glie invalicabili tra argomenti privati e argomenti politici, tra ‘minimalismo’ e ‘impegno’, tra il mormorio e il disdegno. Tutto può tornare utile. Il poeta che si ritira nel suo studio, e legge, apprezza, fa sua la parola di un altro individuo, il quale, a sua volta, aveva messo in pratica lo stesso processo conoscitivo, apre la finestra su una collettività che si ritrova, come in una festa, tra un concerto e l’altro, ad ascoltare una “parola” in grado di esprimere quello che essa ha dentro e non sapeva di avere.

Come Granada, altri luoghi – si dirà – nel mondo guardano alla poesia con più atten-ta partecipazione. Forse da noi la poesia appare solo come un condimento, quando va bene, tanto più raro e sofisticato, quanto più marginale, di un modello esistenziale scle-rotizzato da un bisogno coatto di felicità materiale, che però pretende di imporsi a li-vello planetario. E l’utopia di quell’altro mondo – di un altro mondo possibile – un giorno esperita dilegua in poco tempo; resta la descrizione minuziosa di quel che acca-de davvero, altrove, e il senso che ha forse questo può accadere, un giorno, per l’ultima volta.

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2014

DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

Gabriela Fantato Giancarlo Pontiggia Salvatore Ritrovato

REDAZIONE DI ROMA

Luca Benassi Manuel Cohen

€ 20,00

ISSN 2281-065X

PUNTOPUNTO Almanacco della poesia italiana

4 – 2014

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INDICE

Editoriale di Giancarlo Pontiggia ............................................................................................. 7

I – IL PUNTO

RECENSIONI ............................................................................................................................ 11

II – FARE POESIA

WORK IN PROGRESS Matteo Bianchi, Intervista a Franco Buffoni .................................................................................. 77 Renata Morresi, Intervista a Rachel Blau Duplessis ....................................................................... 81 AUTO-ANTOLOGIA Mauro Ferrari ............................................................................................................................... 89 Nino Majellaro, a cura di Carlo Alberto Sitta .......................................................................... 98 Carlo Alberto Sitta ....................................................................................................................... 107 NOTE A MARGINE Gianfranco Lauretano ................................................................................................................. 121 Paolo Valesio ................................................................................................................................ 123 SCAFFALI ALTI Alessandra Paganardi, Alle radici del Realismo terminale: la parabola del linguaggio nella ricerca poetica di Guido Oldani ......................................................... 129 Plinio Perilli, Due viaggi della poesia nuova .................................................................................... 136 Emanuele Spano, Un poemetto cinematografico: Nel bosco di Alessandro Parronchi .................... 156 Edoardo Zuccato, Seamus Heaney, poeta nazionale ..................................................................... 165

III – ALIBI L’INEDITO Luca Ariano .................................................................................................................................. 171 Laura Corraducci ......................................................................................................................... 177 Annamaria Ferramosca ............................................................................................................... 182 Gabriella Maleti ............................................................................................................................ 190 OLTRECONFINE Lidija Dimkovska, Nikola Madzirov, Vladimir Martinovski, Julijana Velichkovska. Quattro poeti macedoni a cura di Luca Benassi ..................................................................... 197 Marco Antonio Campos, a cura di Emilio Coco .......................................................................... 210 Ángel Darío Carrero, a cura di Egi Volterrani ............................................................................ 228 Nora Gomringer, a cura di Carolina Pini ..................................................................................... 242 Jüry Talvet, a cura di Pietro Pietro U. Dini ................................................................................ 256 NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE ........................................................................................... 270

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Editoriale C’è un margine di buio, di oscurità profonda che abita da troppo tempo nei nostri

pensieri, e che ci sforziamo – vanamente – di vincere. Invano: quanto volte non abbia-mo pronunciato questo avverbio, dinanzi a noi stessi... Invano... Come se il nostro de-stino fosse di dire la luce pur essendo attratti dal buio, di predicare la misura, pur sen-tendoci attratti da ciò che è frammentario, barbarico, eccessivo.

Da troppo tempo – sottile, ironica, corrosiva – non opera forse in noi questa esigen-za di credere che la poesia sia di tutti, pur sapendo che non è di nessuno; eppure di dover ripetere che è di tutti, e che l’uomo merita le poesie che sono state scritte, pur sapendo, in fondo, e anche troppo bene, che non merita nulla? Come altrimenti defi-nirlo, l’uomo, se non come un animale stupido, efferato, mediocre, il cui genio si sper-pera – tanto spesso – in crudeli banalità? Come credere ancora nella sua pasta subdola, brutale, ossessiva, nella vanità presuntuosa delle società che è andato edificando nel corso dei tempi, nella cultura patinata – irrimediabilmente falsificata – che da più di mezzo secolo ci va propinando?

Forse è questo il punto doloroso di ogni nostro pensiero: vale ancora la pena di cre-dere nei valori di ciò che continuiamo a chiamare Umanesimo? La storia ha appiattito il tempo, e noi vaghiamo in essa come in un pessimo film americano, alla ricerca di nient’altro che di oggetti di consumo, di deliri a buon mercato.

Come suonano arcaiche queste parole, così pigiate nella scatola del mondo contem-poraneo... Comprendo sempre di più, ogni anno che passa, perché in tanti – non solo poeti – abbiano scelto di nascondersi al mondo. Resistere, continuare a credere, può schiantare un’anima troppo sensibile. Nondimeno, proprio questo è forse il destino – e la forza – della poesia che amiamo: continuare a restare umanistica, pur non potendo più credere nell’uomo...

Cedere all’impressione del momento storico, alle sue tristi mortificazioni... Non è solo un sentimento vile, ma anche sbagliato: il pensiero del De reditu di Rutilio Nama-ziano, capace di celebrare Roma pochi anni dopo Alarico, continua ad apparirci come uno splendido simbolo di questa resistenza morale.

Essere rigorosi, rinunciare a ogni forma di ciarlataneria, credere ancora nella necessi-tà degli studi, essere capaci di coniugare filologia e passione, distanziarci dal nostro tempo pur senza negarlo, confidare nella potenza non del bene ma della verità... Non è questo, in fondo, l’unico modo di onorare quei grandi maestri della nostra modernità che furono Leopardi, Baudelaire, Pavese, per limitarci ai nomi che sono più di altri nel nostro cuore, e che tanto ebbero a pagare per la malignità dei contemporanei?

Continuiamo a scrivere per loro, non per noi; o forse, ancora di più, per quanti, tra di noi, sentono fatalmente incrinata – dalla polvere dei tempi – la trama alta, limpida, enigmatica della parola poetica.

Giancarlo Pontiggia

DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

Luca Benassi Manuel Cohen

Gabriela Fantato Giancarlo Pontiggia Salvatore Ritrovato

€ 20,00

PUNTOPUNTO Almanacco della poesia italiana

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INDICE Editoriale di Manuel Cohen ............................................................................................. 7

I – EX LIBRIS ANTOLOGIA IDEALE DI UN ANNO DI POESIA ........................................................... 11

II – FARE POESIA WORK IN PROGRESS «Cercare il silenzio, la potenza dell’indicibile». Conversazione con Giancarlo Pontiggia a cura di Anna Vittoria Vassallo ........... 47 La situazione della poesia neo-dialettale (e in lingua) emersa con l’antologia L’Italia a pezzi. Conversazione con Manuel Cohen .............................................................................. 54 AUTO-ANTOLOGIA Emilio Coco .................................................................................................................... 69 Roberto Coppini. Con un saggio di Onofrio Lopez ................................................. 81 Gianmario Lucini. Con un saggio di Luca Benassi ................................................... 95 Marco Marangoni. Con una nota dell’Autore ............................................................. 109 NOTE A MARGINE Dario Pasero .................................................................................................................... 121 Gianmario Villalta, Le madri cattoliche del Novecento ..................................................... 125 SCAFFALI ALTI Luca Benassi, Una vita dentro l’altra: la poesia di Fabrizio Dall’Aglio ........................... 131 Luigi Cannillo, Le parole tennis. Sulla poesia di Cristina Annino .................................... 140 Emanuele Spano, L’acqua nell’universo vegetale di Marco Gal ........................................ 144 Giuseppe Zoppelli, Il canto senza voce. Sulla poesia di Umberto Fiori ............................ 147

III – ALIBI L’INEDITO Roberta Bertozzi ............................................................................................................. 171 Maria Grazia Calandrone ............................................................................................... 178 Francesco Dalessandro, Dopo aprile, con una nota di Marco Vitale ........................ 180 Laura Pugno .................................................................................................................... 187 Gabriella Sica ................................................................................................................... 190 Rossella Maiore Tamponi .............................................................................................. 192 Alessandro Zaffini .......................................................................................................... 196

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OLTRECONFINE Jotamario Arbeláez, a cura di Emilio Coco ................................................................ 202 Juan Manuel Roha, a cura di Emilio Coco ................................................................. 214 Edel Morales, a cura di Salvatore Ritrovato ............................................................... 232 Gheorghe Vidican, a cura di Annamaria Ferramosca. Traduzioni di Tatiana Ciobanu, Elena Todiras, Annamaria Ferramosca. Supervisione di Gabriella Molcsan .............................................................................. 242 Isaac Rosenberg, a cura di Francesco Dalessandro ................................................... 256 NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE ........................................................................................ 272

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Editoriale Non sia nostalgia, ma desiderio

Il 2014 sarà probabilmente ricordato non tanto per la certificazione di libri fonda-

mentali quanto piuttosto per la ricorrenza del centenario della nascita di Mario Luzi: per molti versi il poeta-emblema, o simbolo, di un quanto mai irripetibile e interessan-te, emozionante e proteiforme Novecento ormai alle spalle. È stato, nondimeno e tra le affollate ricorrenze, l’anno del ventennale della morte di Franco Fortini, di Franco Scataglini, di Paolo Volponi: tre poeti che, a vario grado, testimoniano tre solchi fecon-di: l’avanguardia della tradizione, l’elezione del dialetto a lingua della poesia, e l’oltranza linguistica nella prospettiva utopica. È evidente che il tentativo di archiviazione som-maria dell’esperienza novecentesca nasconda una debolezza, una mancanza di forza sostanziale e priva di umiltà. Quella che permette ponti e legami, nessi e parentele con il tempo e con la storia, con la memoria e l’esperienza della parola: quella che fa sentire parte di una avventura secolare e millenaria, novecentesca e classica. Illudersi di non avere una tradizione, imbellettandosi di parole d’ordine à la page per sentirsi meno pro-vinciali (Glocal Culture, deterritorializzazione culturale) e di fatto, rivelandosi molto più provinciali e colonizzati, o intestardirsi a vivere schiacciati sul presente e dall’esistente, impedisce a tanta poesia in atto la possibilità di una visione prospettica, la continuità fertile di un umanesimo sensibile, problematico, aperto al nuovo e al vero.

Se a tanti esordienti, allattati da premurosi mallevadori, venisse fatta più di una obie-zione per certi risultati modesti e ingenui, invece di cullarli e di illuderli con pubblica-zioni e lusinghe, con molta probabilità non ci ritroveremmo a dover schivare cumuli di libri autocompiaciuti da egotismo minuto e ombelicale. Scoprire poi che molti esor-dienti ignorano i libri altrui – è quanto si evince da un censimento recentemente patro-cinato dalla rivista «Atelier» e dall’Associazione Pordenonelegge – che non leggono i classici come non affrontano i contemporanei, rende evidente il dato di nudità natura-listica di tanta scrittura in versi, e pure di un isolamento autistico di tanti autori; è tutta-via, questo del rifiuto di leggere i contemporanei, un caso non nuovo anche in autori di generazioni precedenti.

Nel ventennale dalle morti di Fortini, Scataglini e Volponi, occorre rimarcare che è calato un silenzio colpevole sulla loro opera, in parte da addebitare a una deriva edito-riale propensa a fare cassa producendo o promuovendo scritture e stili semplici, una generica, seriale e generalizzata melassa di fruibile medietà linguistico-tematica buona per l’ora del the. Si tratta di un vuoto ingiustificato, se non con la cronica perdita di memoria che sembra contraddistinguere l’epoca attuale, e di un silenzio politico (di politica culturale, tesa a smantellare posizioni eretiche, prospettive anticonvenzionali) in direzione di un pensiero unico della poesia (araldica, floreale e pulviscolare) ha la-sciato nell’ombra anche questi tre Maestri del Novecento: solo in novembre finalmen-te si è salutata l’uscita di Tutte le poesie di Fortini, mentre per i due grandi marchigiani continuano ad essere introvabili i testi poetici e non si è ancora stampata l’opera omnia. Intanto l’editoria delle major, una carrozzina allegra e sull’orlo di una crisi acu-tissima, consuma i suoi imbarazzanti riti tribali – una sorta di cortocircuito tra ufficio stampa e famigli di riferimento, responsabili editoriali in giurie di premi in cui premiare

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autori usciti nelle collane degli stessi editor, che poi li invitano nei festival che sempre gli stessi dirigono; polemiche balneari montate ad arte, su temi posticci e datati su cui in-tervengono da tre, quattro decenni sempre gli stessi critici, riproponendo sempre i tre, quattro nomi che conoscono: ‘quali autori portare sull’isola deserta?’, ‘il pubblico della poesia’, ‘le donne in poesia’, ‘perché scrivere in dialetto?’, ‘l’impegno’, ‘la poesia nelle scuole’, ‘la poesia negli stadi’, ‘la poesia e il corpo’, ‘la poesia e lo spirito’ – e nondime-no alla poesia vengono assegnati spazi sempre più modesti, possibilità di interventi sull’esistente sempre più periferici, marginali. Tuttavia, dalla poesia nostrana arrivano attestazioni di fiducia operativa, tentativi non sussiegosi e non imbonitori di decodifica del mondo, della continua ricerca di senso, di significato primo: e mai come nella sta-gione attuale la scrittura in versi è stata tanto chiara, tanto comprensibile, eppure meno letta, meno considerata. Persino autori solitamente attestati su posizioni elitarie, di e-strazione post-moderna e ipercolta, tentano una qualche aggancio, o riciclaggio, con il presente e con i realia: si avventurano in una poesia inattendibilmente engagé che sorti-sce effetti parodici, come certi film di Moretti, ombelicali e nevrotici, mentre altri, campioni di ieratica autorevolezza, si concedono a toni colloquiali o cedono a qualche avventuretta teatrale. Tuttavia, la poesia tenta un rapporto comunicativo con il mondo, non sempre, non pienamente, riuscendoci. Con qualche affanno e con qualche sfron-tatezza velleitaria in pubbliche sortite dai risultati improbabili (dalle formule performa-tive in cui si avventurano indistintamente autori ‘di ricerca’ e autori ‘di tradizione’ o convenzionali; dai Poetry Slam nostrani, spesso ancora ingenui; dal lancio di videopoe-sie fatte in casa che ricordano certi videoclip rivieraschi di popstar anni Ottanta; fino a compiaciute rese teatrali) la poesia continua a farsi anche in regime di tabula rasa, conti-nua a vivere anche nei giovanissimi, spesso convinti che il passato, la memoria e lo stesso Novecento siano da dimenticare, demolire o denigrare: così può capitare a una qualche presentazione di sentire tacciare di ‘serenismo’ – una pratica evidentemente deplorevole, ad onta del buon Sereni – come un tempo si tacciavano le ‘Liale’. Ma una scrittura senza cultura dura lo spazio di una canzone, la poesia senza memoria della poesia ha il fiato corto, come una pratica senza strutturazione ha il passo fragile: capita frequentemente di leggere testi che ambiscono alla novità, ignari che esperienze analo-ghe siano già state tentate nel passato anche recente: molti versi di oggi riecheggiano senza cognizione di causa modalità futuriste e dadaiste, altri mimano il presente, ignari del neorealismo o di Pasolini, altri vagheggiano orizzonti irrelati, ignari dell’Orfismo, della poesia classica, del Mito; altri ancora inseguono la mitografia dell’io, ma ignari di Nietzsche, danno sfogo a malesseri immaturi, ad acerbità di dettato.

Nella ricorrenza del centenario della nascita di Mario Luzi, poeta-critico e lettore acuto, sempre sollecitato e sollecito al nuovo, ricordiamo la sua parabola esemplare, di fine umanista aperto ai venti di novità (linguistica, culturale, speculativa) e la sua scrit-tura, sempre umilmente tesa a evolversi, a mutare, a farsi emblema e voce di una meta-morfosi incessante che implicava un rinnovarsi continuo nelle morfologie espressive, e un aggiornarsi quotidiano, nella memoria della storia e nella memoria del presente: «È la storia, la storia millenaria / di gioie e di tribolazioni, fonda / quanto è fondo lo sgocciolio e il rim-balzo / dei secoli nei secoli, che usa / parole, di continuo le corrompe / e le rinnova da corrotte san-te / sulle labbra di non importa chi, / fossi anche io che segno queste note / trattenendo il respiro, ad ora tarda.» (M. Luzi, Di notte, un paese, in Dal fondo delle campagne, 1969)

Manuel Cohen

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DIREZIONE DEL PROGETTO

Mauro Ferrari

DIREZIONE

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