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Comunità pastorale
“Maria SS. Regina dei Martiri”
QUARESIMA 2018
LIBRETTO PER LA PREGHIERA PERSONALE
Carissimo/a
Il libretto che hai tra le mani, vuole essere uno strumento
pensato per te, per queste settimane di Quaresima che ci
preparano a celebrare il cuore della nostra fede cristiana:
la Pasqua di Gesù.
Potresti chiederti: “ma a cosa serve? Io prego già…” op-
pure “io vengo volentieri al gruppo preado...ma la pre-
ghiera, anche no”
Se sei già abituato questo libretto ti aiuta a pregare con
alcune forme e preghiere che possono essere “nuove” o
“diverse”, e quindi aiutarti a dialogare con Gesù arric-
chendo il momento di preghiera che quotidianamente
vivi.
Se hai perso un po’ l’abitudine, vuole essere un invito a
rimetterti in gioco, in cammino...Gesù non si stanca di a-
spettarti.
Inoltre non dimenticare gli appuntamenti comunitari:
La S. Messa ogni domenica!
La VIA CRUCIS del venerdì pomeriggio!
BUON CAMMINO QUARESIMALE!!!
DOMENICA
AL MATTINO
Oggi è domenica, il giorno del Signore!
Gesù ti aspetta per incontrarlo durante la Celebrazione della
Messa. Arriva in orario, ascolta con il cuore la Sua Parola, in-
contralo ricevendo (se sei in grazia di Dio) il Suo Corpo.
Padre nostro...
ALLA SERA
CANTICO DI SIMEONE
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace
secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto
la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli;
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.
AFFIDATI A MARIA...
Salve o Regina Madre di misericordia,
vita, dolcezza, speranza nostra, salve.
A te ricorriamo esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù dunque avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci dopo questo esilio Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
ESAME DI COSCIENZA (vedi in fondo al libretto)
LUNEDÌ
AL MATTINO
Inizia la settimana affidandoti a Dio Padre:
Padre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l'anima mia alle tue mani. Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.
ALLA SERA
CANTICO DI SIMEONE
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace
secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto
la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli;
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.
AFFIDATI A MARIA...
Ave o Maria…
ESAME DI COSCIENZA (vedi in fondo al libretto)
MARTEDÌ
AL MATTINO
CANTICO DI ZACCARIA
Benedetto il Signore, Dio di Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti di un tempo:
salvezza dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua Santa Alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte,
e dirigere i nostri passi sulla via della pace.
ALLA SERA
Resta in compagnia della beata Chiara Luce Badano. Leggi una par-
te della sua biografia in fondo al libretto Poi concludi con un
PADRE NOSTRO e con l’ESAME DI COSCIENZA (in fondo al libretto)
MERCOLEDÌ
AL MATTINO
PREGHIERA DELL’ANGELUS
Ogni giorno, le campane suonano tre volte (mattino, mezzo-
giorno e sera) per ricordare l’annuncio della nascita di Gesù che
l’arcangelo Gabriele fece a Maria. Inizia la giornata ricordando
anche tu questo.
L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria.
Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Eccomi sono la serva del Signore.
Sia fatto di me secondo la tua parola.
E il verbo si fece carne
E venne ad abitare in mezzo a noi
Ave Maria...
ALLA SERA
CANTICO DI SIMEONE
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace
secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto
la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli;
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.
AFFIDATI AL TUO ANGELO CUSTODE
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci,
reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
ESAME DI COSCIENZA (vedi in fondo al libretto)
GIOVEDÌ
AL MATTINO
Signore, resta con me in questo giorno e anima le mie azioni,
le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca perché non dica cose false e vane
e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità,
ma sia sempre pronto ad accogliere il tuo misterioso messaggio
per compiere, anche oggi, la tua volontà.
ALLA SERA
TI ADORO
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di a-
vermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno.
Perdonami il male, oggi commesso e, se qualche bene compiu-
to, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli.
La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.
RICORDA I TUOI CARI CHE SONO DEFUNTI
L’eterno riposo… ESAME DI COSCIENZA (vedi in fondo al libretto)
VENERDÌ Il venerdì, soprattutto in questo tempo di Quaresima, siamo invitati a guardare Gesù crocifisso.
AL MATTINO
Signore Gesù crocifisso, permettimi di stare qui, davanti a Te. Mi capita raramente di guardarti come faccio in questo momen-to. Tu mi attendi qui da sempre, per dirmi quanto mi vuoi bene e quanto ti sono prezioso. Con le tue braccia aperte sembra che tu voglia raggiungere tutti gli uomini, come in un abbraccio uni-versale. Sento che in questo abbraccio ci sono anch’io. Esso mi dà sicurezza, perché è pieno di amore. E’ un abbraccio gratuito, purissimo, totale, che mi fa superare il timore per le mie cattive-rie, per le mie impurità, per tutti i miei peccati. Contemplandoti, inchiodato sulla croce, sento che si allargano gli spazi stretti del mio cuore, che mi fanno sentire prigioniero di me stesso. Per il mistero della tua croce, dona a me e a tutti i giovani del mondo un supplemento di libertà interiore. Portaci per mano fuori da noi stessi, oltre la soglia della nostra paura, verso di te e verso i fratelli; e fa’ che ciò di cui non siamo capaci possa essere il dono della ricchezza del tuo amore infinito.
ALLA SERA
Ciò che mi attira verso di Voi, Signore, siete Voi!
Voi solo, inchiodato alla Croce, con il corpo straziato tra agonie
di morte. E il Vostro amore si è talmente impadronito del mio
cuore che, quand’anche non ci fosse il Paradiso,
io Vi amerei lo stesso. Nulla avete da darmi
per provocare il mio amore perché quand’anche non sperassi
ciò che spero, pure Vi amerei come Vi amo. Amen.
ESAME DI COSCIENZA (vedi in fondo al libretto)
SABATO
AL MATTINO
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di
avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti
offro le azioni della giornata: fa' che siano tutte secondo la
tua santa volontà e per la maggior tua gloria. Preservami dal
peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me
e con tutti i miei cari. Amen.
ALLA SERA
L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta il Dio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo no-
me: di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua miseri-
cordia come aveva promesso ai nostri Padri
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre…
ESAME DI COSCIENZA (vedi in fondo al libretto)
SCHEMA E PREGHIERE
PER L’ESAME DI COSCIENZA
1– Ripenso alla giornata che ho vissuto. Penso ai doni rice-
vuti, a tutto ciò per cui desidero dire GRAZIE al Signore.
2– Penso al male commesso in pensieri, opere, paro-
le..penso al bene che avrei potuto fare e non ho fatto.
3– Chiedo perdono a Dio Padre con una delle preghiere
qui proposte.
CONFITEOR
Confesso a Dio Padre onnipotente, e a voi fratelli, che ho molto
peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia
colpa, mia grandissima colpa e supplico la Beata sempre Vergine
Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore
Dio nostro.
PIETA’ DI ME O DIO
Pietà di me, o Signore, secondo la tua misericordia;
non guardare ai miei peccati e cancella tutte le mie colpe;
crea in me un cuore puroe rinnova in me
uno spirito di fortezza e di santità.
ALTRE PREGHIERE (dal rito della Confessione)
Padre santo, come il figliol prodigo mi rivolgo alla tua misericordia:
«Ho peccato contro di te, non son più degno d'esser chiamato tuo
figlio ». Cristo Gesù, Salvatore del mondo, che hai aperto al buon
ladrone le porte del paradiso, ricordati di me nel tuo regno.
Spirito Santo, sorgente di pace e d'amore,
fa' che purificato da ogni colpa e riconciliato con il Padre
io cammini sempre come figlio della luce.
Signore Gesù, che sanavi gli infermi e aprivi gli occhi ai ciechi,
tu che assolvesti la donna peccatrice e confermasti Pietro nel tuo
amore, perdona tutti i miei peccati, e crea in me un cuore nuovo,
perché io possa vivere in perfetta unione con i fratelli
e annunziare a tutti la salvezza.
Signore Gesù, che volesti esser chiamato amico dei peccatori,
per il mistero della tua morte e risurrezione
liberami dai miei peccati e donami la tua pace,
perché io porti frutti di carità, di giustizia e di verità.
Beata CHIARA
LUCE BADANO BIOGRAFIA
A Sassello, un paesino ligure in pro-
vincia di Savona appartenente alla
diocesi di Acqui (Piemonte), il 29
ottobre 1971 nasce Chiara, dopo undici anni di attesa. I genito-
ri, Maria Teresa e Fausto Ruggero Badano esultano e ringrazia-
no la Madonna, in particolare la Vergine delle Rocche, a cui il
papà aveva chiesto la grazia di un figlio. La piccola mostra subi-
to un temperamento generoso, gioioso e vivace, ma anche un
carattere franco e determinato. La mamma la educa attraverso
le parabole del Vangelo ad amare Gesù, ad ascoltare la Sua vo-
cina e a compiere tanti atti di amore. Chiara prega volentieri a
casa e a scuola! Chiara è aperta alla grazia; sempre pronta ad
aiutare i più deboli, si corregge docilmente e si impegna a es-
sere buona. Vorrebbe che tutti i bimbi del mondo siano felici
come lei; in modo speciale ama i bambini dell’Africa e, a soli
quattro anni dopo che viene a conoscenza della loro estrema
povertà, afferma: «D’ora in poi penseremo noi a loro!». A que-
sto proposito, a cui mantiene fede, seguirà molto presto la de-
cisione di divenire medico per poterli andare a curare.
Dai quaderni delle prime classi elementari traspare tutto il su-
o amore per la vita: è una bambina davvero felice. Nel giorno
della prima Comunione, da lei tanto atteso, riceve in dono il
libro dei Vangeli. Sarà per lei il «libro preferito». Pochi anni
dopo scriverà: «Non voglio e non posso rimanere analfabeta
di un così straordinario messaggio».
Chiara cresce e mostra un grande amore per la natura. Porta-
ta per lo sport, lo praticherà in vari modi: corsa, sci, nuoto,
bicicletta, pattini a rotelle, tennis…, ma in special modo prefe-
rirà la neve e il mare. È socievole, ma riuscirà –sebbene molto
vivace- a divenire “tutta ascolto”, mettendo “l’altro” sempre
al primo posto. Fisicamente bella, sarà da tutti ammirata. In-
telligente e ricca di doti dimostra una precoce maturità. Mol-
to sensibile e servizievole verso “gli ultimi”, li copre di atten-
zioni, rinunciando anche a momenti di svago, che ricupererà
con spontaneità. In seguito ripeterà: «Io devo amare tutti,
sempre e per prima», vedendo in loro il volto di Gesù.
Piena di sogni e di entusiasmi a nove anni scopre il Movimen-
to dei Focolari, fondato da Chiara Lubich con cui intesse una
filiale corrispondenza. Ne fa suo l’ideale sino a coinvolgere i
genitori nel medesimo cammino. Bambina, poi adolescente e
giovane come tante altre, si mostra totalmente disponibile al
disegno di Dio su di lei e mai vi si ribellerà. Tre realtà si rivela-
no determinanti nella sua formazione e nel cammino verso la
santità: la famiglia, la Chiesa locale –
in particolar modo il suo Vescovo- e il Movimento, a cui appar-
terrà come Gen (Generazione Nuova). L’Amore è al primo posto
nella sua vita, in special modo l’Eucaristia, che anela a ricevere
ogni giorno. E, pur sognando di formarsi una famiglia, sente Ge-
sù come “Sposo”; sarà sempre di più il suo “tutto”, fino a farla
ripetere –anche nei dolori più atroci-: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo
voglio anch’io!».
Terminate le elementari e le medie, Chiara sceglie il liceo classi-
co. L’aspirazione a divenire medico per recarsi in Africa non è
sfumata. Ma il dolore inizia a entrare nella sua vita: non com-
presa e accettata da un’insegnante, viene respinta. A nulla vale
la difesa dei compagni: deve ripetere l’anno. Dopo un primo
momento di sconforto, sul suo volto riappare il sorriso. Decisa
affermerà: «Amerò i nuovi compagni come ho amato quelli di
prima!» e offre la sua prima grande sofferenza a Gesù. Chiara
vive in pieno la propria adolescenza: nel vestirsi ama il bello,
l’armonia dei colori, l’ordine, ma non la ricercatezza. Alla mam-
ma che la invita a vestire abiti un po’ più eleganti replica: «Io
vado a scuola pulita e ordinata: ciò che conta è essere belli den-
tro!» e si trova a disagio se le dicono che è proprio bella. Ma
tutto questo la porta più volte a esclamare: «Quant’è duro an-
dare controcorrente!». Non si atteggia a maestra, non fa
“prediche”: «Non devo dire di Gesù a parole: devo darlo col mio
comportamento»; vive il Vangelo sino in fondo e rimane sempli-
ce e spontanea: è davvero un raggio di luce che riscalda i cuo-
ri.Percorre, senza saperlo, la “Piccola Via” di Santa Teresa di Ge-
sù Bambino.
Nel gennaio 1986 in una riunione, afferma: «Ho capito
l’importanza di “tagliare”, per essere e fare solo la volontà di
Dio. E ancora, quello che diceva S. Teresina: che, prima di mo-
rire a colpo di spada, bisogna morire a colpi di spillo. Mi accor-
go che le piccole cose sono quelle che non faccio bene, oppure
i piccoli dolori…,, quelle che mi lascio sfuggire. Così voglio an-
dare avanti amando tutti i colpi di spillo». E, al termine, questo
proposito: «Voglio amare chi mi sta antipatico!».
Chiara ha una grande devozione per lo Spirito Santo e si dispo-
ne coscienziosamente a riceverlo nel sacramento della Cresi-
ma che mons. Livio Maritano, Vescovo di Acqui, le amministra
il 30 settembre 1984. Si era preparata con impegno e Lo invo-
cherà spesso chiedendo Luce, quella luce d’Amore che l’aiuterà
ad esserne una piccola, ma viva, scia luminosa.
Ora Chiara è bene inserita nella nuova classe. È compresa e
positivamente valutata. Tutto prosegue nella normalità finché,
nel corso di una partita di tennis, un lancinante dolore alla
spalla sinistra la costringe a lasciar cadere a terra la racchetta.
Dopo una lastra e un’errata diagnosi, si provvede al ricovero.
La TAC evidenzia un osteosarcoma. È il 2 febbraio 1989: nella
Chiesa si ricorda la presentazione di Gesù al tempio. Chiara ha
diciassette anni. Inizia così la sua “via crucis”: viaggi, esami cli-
nici, ricoveri, interventi e cure pesanti; da Pietra Ligure a Tori-
no. Quando Chiara comprende la gravità del caso e le poche
speranze non parla; .
rientrata a casa dall’ospedale chiede alla mamma di non porle domande. Non piange, non si ribella né si dispera. Si chiude in un assorto silenzio di 25 interminabili minutiÈ il suo “orto del Getsemani”: mezz’ora di lotta interiore, di bu-io, di passione…, per poi mai più tirarsi indietro. Ha vinto la grazia: «Ora puoi parlare, mamma», e sul volto torna il sorri-so luminoso di sempre. Ha detto sì a Gesù. Quel «sempre sì», che aveva scritto da bambina su una piccola rubrica alla lettera esse, lo ripeterà sino alla fine. Alla mamma, per ras-serenarla, non mostra alcuna preoccupazione: «Vedrai, ce la farò: sono giovane!». Il tempo scorre implacabile e il male galoppa trasferendosi al midollo spinale. Chiara si informa di tutto, parla con i medici e con gli infermieri. La paralisi la blocca, ma arriverà ad affermare: «Se adesso mi chiedessero se voglio camminare, direi di no, perché così sono più vicina a Gesù». Non perde la pace; rimane serena e forte; non ha paura. Il segreto? «Dio mi ama immensamen-te». Incrollabile la sua fiducia in Dio, nel suo «Papà buono». Vuole compiere sempre, e per amore, la Sua volontà: vuole «stare al gioco di Dio». Vive momenti di totale contatto col Signore: «… Voi non po-tete neppure immaginare qual è adesso il mio rapporto con Gesù. Avverto che Dio mi chiede qualcosa di più, di più gran-de…Mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela», e si trova a un’altezza da cui non vorrebbe mai scendere: «… lassù, dove tutto è silenzio e contempla-zione»… Rifiuta la morfina perché le toglie lucidità: «Io non ho più niente e posso offrire solo il dolore a Gesù»; e ag-giunge: «ma ho ancora il cuore e posso sempre amare». Or-mai è tutta dono. Sempre in offerta: per la Diocesi, per il Movimento, per la gioventù, per le Missioni…;
Ormai è tutta dono. Sempre in offerta: per la Diocesi, per il
Movimento, per la gioventù, per le Missioni…; sorregge con
la sua preghiera e trascina nell’Amore chiunque le passa ac-
canto. Profondamente umile e dimentica di sé, è disponibile
ad accogliere e ascoltare quanti l’avvicinano, in particolare i
giovani a cui lascerà un ultimo messaggio: «I giovani sono il
futuro. Io non posso più correre, ma vorrei passar loro la fiac-
cola come alle Olimpiadi… I giovani hanno una vita sola e va-
le la pena di spenderla bene».
Non chiede il miracolo della guarigione e si rivolge alla Vergi-
ne SS. scrivendole un biglietto: «Mamma Celeste, tu lo sai
quanto io desideri guarire, ma se non rientra nella volontà di
Dio, ti chiedo la forza per non mollare mai. Umilmente, tua
Chiara». Come un bambino si abbandona all’amore di Colui
che è l’Amore: «Mi sento così piccola e la strada da percorre-
re è così ardua… Ma è lo Sposo che viene a trovarmi!». Si fida
totalmente di Dio e invita la mamma a fare altrettanto: «Non
ti preoccupare: quando io non ci sarò più, tu fìdati di Dio e
vai avanti, poi hai fatto tutto!». Fiducia incrollabile.
I dolori l’attanagliano, ma lei non piange: trasforma il dolore
in amore, ed allora volge lo sguardo al suo “Gesù Abbando-
nato”: un’immagine di Gesù incoronato di spine, posta sul
comodino accanto al letto. Alla mamma che le chiede se sof-
fre molto risponde con semplicità: «Gesù mi smacchia con la
varechina anche i puntini neri, e la varechina brucia.
Così, quando arriverò in Paradiso, sarò bianca come la ne-
ve». Nelle notti insonni canta e, dopo una di queste -forse la
più tragica- affermerà: «Soffrivo molto fisicamente, ma la
mia anima cantava», confermando la pace del suo cuore.
Negli ultimi giorni riceve da Chiara Lubich il nome di Luce:
“Perché nei tuoi occhi vedo la luce dell’Ideale vissuto sino in
fondo: la luce dello Spirito Santo”. In Chiara ormai non c’è
che un grande desiderio: andare in Paradiso, dove sarà
«tanto, tanto felice»; e si prepara alle «nozze». Chiede di es-
sere rivestita con un abito da sposa: bianco, lungo e sempli-
ce. Predispone la liturgia della “sua” Messa: sceglie le lettu-
re e i canti… Nessuno dovrà piangere, ma cantare forte e fa-
re festa, perché «Chiara incontra Gesù»; gioire con lei e ripe-
tere: «Ora Chiara Luce vede Gesù!». Poco tempo prima ave-
va affermato con certezza: «Quando una giovane di dicias-
sette-diciotto anni va in Cielo, in Cielo si fa festa». Le offerte
della Messa dovranno essere destinate ai bambini poveri
dell’Africa, come aveva già fatto con il denaro ricevuto in re-
galo per i 18 anni. Questa la motivazione: «Io ho Tutto!»…
Come avrebbe potuto fare diversamente, se non pensare
sino alla fine a chi non ha nulla?
Alle 4,10 di domenica 7 ottobre 1990, giorno della Resurre-
zione del Signore e festa della Vergine del Santo Rosario,
Chiara raggiunge il tanto amato «Sposo».
È il suo dies natalis. Nel Cantico dei Cantici (2, 13-14) si
legge: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colom-
ba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli
dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua vo-
ce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggia-
dro”.Poco prima aveva sussurrato l’ultimo saluto alla
mamma con una raccomandazione: «Ciao, sii felice, per-
ché io lo sono!». Al funerale, celebrato due giorni dopo
dal “suo” Vescovo, partecipano centinaia e centinaia di
persone, soprattutto giovani. Pur tra le lacrime,
l’atmosfera è di gioia; i canti che si elevano a Dio espri-
mono la certezza che ora lei è nella vera Luce! Volando in
Cielo, ha voluto lasciare ancora un dono: le cornee di
quei meravigliosi occhi che, col suo consenso, sono state
trapiantate in due giovani, ridando loro la vista. Oggi essi,
anche se sconosciuti, sono la “reliquia vivente” della bea-
ta Chiara!
DALLE LETTERE DELLA BEATA CHIARA BADANO
Vivere ogni attimo nella pienezza di Dio. Ho 12 anni. Ho conosciuto
l’Ideale e subito ne sono stata molto attratta. La realtà, per me più im-
portante durante questo congresso, è stato il riscoprire Gesù Abbando-
nato. Prima lo vivevo piuttosto superficialmente e lo accettavo per poi
aspettarmi la gioia. Ho capito che stavo sbagliando tutto. Non dovevo
strumentalizzarlo, ma amare Lui e basta. Ho scoperto che Gesù Abban-
donato è la chiave dell’unità con Dio e voglio sceglierlo come primo Spo-
so e prepararmi per quando viene. Preferirlo!
Ho capito che posso trovarlo nei lontani, negli atei, e che devo amarli in modo
specialissimo, senza interesse! Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce.
Ho capito che non ero una cristiana autentica perché non lo vivevo sino in
fondo. Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo della vita.
Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un così straordinario messag-
gio. Come per me è facile imparare l’alfabeto così deve esserlo anche vivere il
Vangelo. Ho riscoperto questa frase che dice: “Date e vi sarà dato”: devo im-
parare ad avere più fiducia in Gesù, a credere al suo immenso amore. In que-
sto periodo le occasioni per abbracciare il mio Sposo non sono certo mancate,
infatti da circa una settimana ho la febbre molto alta e ciò, essendo già debo-
le, mi debilita molto, ma sono totalmente occasioni d’amore che ho per esse-
re ancora più radicata in Dio. Offro il mio nulla affinché lo Spirito Santo elargi-
sca sui giovani i suoi doni di amore, di luce e di pace, affinché tutti compren-
dano qual dono gratuito e immenso sia la vita e quanto sia importante viverla
ogni attimo nella pienezza di Dio. Mi sento così piccola e la strada da compie-
re è così ardua, spesso mi sento sopraffatta dal dolore! Ma è lo Sposo che
viene a trovarmi. Sì, io ripeto: “Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io”. Qui tutti
chiedono il miracolo, ma io non riesco a chiederlo. Forse questa mia difficoltà
nel domandarglielo sta nel fatto che sento che non rientra nella Sua volontà.
Offro tutto, i miei fallimenti, i dolori e le gioie a Lui, ricominciando ogni qual-
volta la Croce fa sentire tutto il suo peso. L’importante è fare la volontà di
Dio. Io magari avevo dei piani su di me, ma Dio ha pensato a questo. La malat-
tia mi è arrivata al momento giusto… Voi però non potete neppure immagina-
re qual è adesso il mio rapporto con Gesù… Avverto che Dio mi chiede qualco-
sa di più, di più grande. Forse potrei restare su questo letto per anni…, non lo
so. A me interessa solo la volontà di Dio, fare bene quella, nell’attimo presen-
te: stare al gioco di Dio. Sono uscita dalla vostra vita in un attimo. Oh, come
avrei voluto fermare quel treno in corsa che mi allontanava sempre di più!
Ma ancora non capivo. Ero troppo assorbita da cose insignificanti, futili e pas-
seggere. Un altro mondo mi attendeva, e non mi restava cha abbandonarmi.
Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si
svela.