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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 - tel. 02 45477609 – 3381414800 - e-mail: [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Redazione: Vanda Aleni, Alessia Arcando, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Sergio Biagini, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Lidia Cimino, Giulia Costa, Antonella Damiani, Elena Gadeschi, Valentina Geminiani, Giovanni Minici, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Emiliano Rossi, Azzurra Sorbi, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Tiratura: 16.500 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della zona 4 Anno XXII, numero 194, marzo 2018 ATHOS S ono passati ormai 5 anni dalla demolizio- ne del cosiddetto “ecomostro”, l’albergo mai finito dei Mondiali 90 in zona Ponte Lambro-Monluè. La trattativa e l’accordo con la proprietà hanno permesso di restituire tutta l’area al Comune che, come primo intervento dopo la demolizione, ha riqualificato e attrez- zato un’ampia area verde in via Vittorini, se- guendo le indicazioni e le proposte dei cittadini di Ponte Lambro. Successivamente, nell’aprile 2014, il Comune di Milano ha sottoscritto con l’Azienda Agricola Arioli un contratto di affittanza agraria per 15 anni sui terreni già occupati dall’ecomostro. Oggi l’area è destinata dunque in parte ad at- tività agricola e in parte per finalità naturalisti- che (sponde fluviali). Infatti nel 2017 il Comune di Milano, con il WWF, ha iniziato la riquali- ficazione del Fontanile dei Certosini con fondi regionali del Contratto di Fiume Lambro e si è attualmente conclusa la fase di ripristino della funzionalità idraulica. Il Fontanile dei Certosini costituirà un elemento molto importante per il miglioramento ambien- tale e l’aumento della biodiversità del territorio, dal momento che par- tiranno a breve altri due interventi di riqua- lificazione ambientale. L’Area n. 1, di circa 1,4 ettari, ha subito pesanti trasformazioni a causa dei lavori di rifacimen- to degli argini del fiu- me e attualmente è co- perta da uno strato er- baceo. Per questa area il progetto prevede la realizzazione di una porzione di bosco pla- niziale con la messa a dimora di circa 1.450 piante di diverse specie (salici, pioppi, olmi, frassini, aceri campe- stri, e così via). L’Area n. 2 è una stri- scia di terreno costeg- giata dall’asta del fon- tanile e dai campi agri- coli, anch’essa interessata da lavori di conso- lidamento spondale del Lambro già effettuati da SEA. Il progetto prevede la messa a dimora di circa 391 piante di varie specie, fra cui padi, aceri campestri, noccioli, biancospini, ecc. In percentuale, l’arbusteto lineare sarà costituito per circa l’80% di arbusti e il 20% di alberi. S ono passati poco più di 70 anni non solo dalla conquista del diritto di voto al- le donne, ma anche dalla prima uscita di Grand Hôtel, il primo settimanale popolare a fumetti, rivolto principalmente a un pubblico femminile, spesso appena alfabetizzato, pronto a vivere senza riserve con i pro- tagonisti dei fotoromanzi vi- cende oltre il limite del plau- sibile. In mostra i poster di un’ampia selezione di coper- tine di Grand Hôtel, datate 1946-1949, testimonianza di una Italia che dopo le macerie della guerra voleva ricostruire se stessa e la propria coscien- za, per avviarsi finalmente ver- so la tranquillità e il benessere. Di particolare interesse e qua- lità le copertine, colorate, so- gno nel sogno, con le loro ra- gazze bellissime, per lo più bionde, e i giovanotti, bruni, aitanti come in Ita- lia non se ne erano ancora visti. Coper- tine disegnate da Wal- ter Molino e Giulio Ber- toletti, le cui matite ci hanno lasciato un patrimonio grafico nitido ed elegante. La mostra è realizzata da QUATTRO e viene presentata presso il Centro commerciale grazie alla collaborazione con il Comitato soci coop Piazza- Lodi-Rogoredo dal 9 al 18 marzo, al primo piano. Ripristino ambientale e migliaia di nuove piante nell’area ex ecomostro di Ponte Lambro Grand Hôtel, il sogno rosa del dopoguerra, in mostra presso il Centro commerciale PiazzaLodi M entre la Fondazione Prada annuncia l’apertura al pubblico della Torre il prossimo 20 aprile, completando così la sede di Milano progettata da Rem Koolhaas, peggiora sem- pre di più la situazione all’interno delle aree dismesse dello Scalo. Se si percorre il ponte di corso Lodi e si costeggia la via Brembo, magari per andare a vi- sitare la bella mostra in corso alla Fondazione sulla storia artistica e politica dell’Italia fra il 1918 e il 1943, si rimane scandalizzati dalla sporcizia che regna nel bel mezzo dello scalo e lungo i lati a ridosso del marciapiede di via Brembo. Quando RFI, oltre a pensare ad usi temporanei, non pensa a dare una bella pulita? In attesa di visitare la Torre, due informazioni: si tratta di nove pia- ni, sei dei quali ospitano sale espositive mentre gli altri tre ac- colgono un ristorante e servizi per il visitatore. La struttura è com- pletata da una terrazza panorami- ca di 160 metri quadrati dotata di un rooftop bar. Contrasti segue a pag. 3 Nelle pagine interne: Il Donatelli, progetti e successi pag. 7 M4 e dintorni pag. 7 La Fondazione Gian Paolo Barbieri pag. 5 Mariano Congiu, vignettista pag. 10 SEM, Società Editrice Milanese pag. 6 Foto di Gianluigi Serravalli

Quattro 194 MAR.QXP V4quattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro_194.pdf · perché “cominciano a perdere i colpi” e ritengono che il declino intellettivo sia inevitabile

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 - tel. 02 45477609 – 3381414800 - e-mail: [email protected] internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: Stefania Aleni.Redazione: Vanda Aleni, Alessia Arcando, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Sergio Biagini, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Lidia Cimino, Giulia Costa, AntonellaDamiani, Elena Gadeschi, Valentina Geminiani, Giovanni Minici, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Emiliano Rossi, Azzurra Sorbi, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano.Tiratura: 16.500 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della zona 4

Anno XXII, numero 194, marzo 2018

ATHOS

Sono passati ormai 5 anni dalla demolizio-ne del cosiddetto “ecomostro”, l’albergomai finito dei Mondiali 90 in zona Ponte

Lambro-Monluè. La trattativa e l’accordo conla proprietà hanno permesso di restituire tuttal’area al Comune che, come primo interventodopo la demolizione, ha riqualificato e attrez-zato un’ampia area verde in via Vittorini, se-

guendo le indicazioni e le proposte dei cittadinidi Ponte Lambro.Successivamente, nell’aprile 2014, il Comunedi Milano ha sottoscritto con l’Azienda AgricolaArioli un contratto di affittanza agraria per 15anni sui terreni già occupati dall’ecomostro.Oggi l’area è destinata dunque in parte ad at-tività agricola e in parte per finalità naturalisti-che (sponde fluviali). Infatti nel 2017 il Comune

di Milano, con il WWF, ha iniziato la riquali-ficazione del Fontanile dei Certosini con fondiregionali del Contratto di Fiume Lambro e siè attualmente conclusa la fase di ripristino dellafunzionalità idraulica.Il Fontanile dei Certosini costituirà un elementomolto importante per il miglioramento ambien-tale e l’aumento della biodiversità del territorio,

dal momento che par-tiranno a breve altridue interventi di riqua-lificazione ambientale. L’Area n. 1, di circa 1,4ettari, ha subito pesantitrasformazioni a causadei lavori di rifacimen-to degli argini del fiu-me e attualmente è co-perta da uno strato er-baceo. Per questa areail progetto prevede larealizzazione di unaporzione di bosco pla-niziale con la messa adimora di circa 1.450piante di diverse specie(salici, pioppi, olmi,frassini, aceri campe-stri, e così via).L’Area n. 2 è una stri-scia di terreno costeg-giata dall’asta del fon-tanile e dai campi agri-

coli, anch’essa interessata da lavori di conso-lidamento spondale del Lambro già effettuatida SEA. Il progetto prevede la messa a dimoradi circa 391 piante di varie specie, fra cui padi,aceri campestri, noccioli, biancospini, ecc. Inpercentuale, l’arbusteto lineare sarà costituitoper circa l’80% di arbusti e il 20% di alberi.

Sono passatipoco più di70 anni non

solo dalla conquistadel diritto di voto al-le donne, ma anchedalla prima uscita diGrand Hôtel, il primosettimanale popolare a fumetti,rivolto principalmente a unpubblico femminile, spessoappena alfabetizzato, pronto avivere senza riserve con i pro-tagonisti dei fotoromanzi vi-cende oltre il limite del plau-sibile. In mostra i poster diun’ampia selezione di coper-tine di Grand Hôtel, datate

1946-1949, testimonianza diuna Italia che dopo le maceriedella guerra voleva ricostruirese stessa e la propria coscien-za, per avviarsi finalmente ver-so la tranquillità e il benessere.Di particolare interesse e qua-lità le copertine, colorate, so-gno nel sogno, con le loro ra-

gazze bellissime, perlo più bionde, e igiovanotti, bruni,

aitanti come in Ita-lia non se ne erano

ancora visti. Coper-tine disegnate da Wal-

ter Molino e Giulio Ber-toletti, le cui matite ci

hanno lasciato un patrimoniografico nitido ed elegante.La mostra è realizzata daQUATTRO e viene presentatapresso il Centro commercialegrazie alla collaborazione conil Comitato soci coop Piazza-Lodi-Rogoredo dal 9 al 18marzo, al primo piano.

Ripristino ambientale e migliaia di nuove piantenell’area ex ecomostro di Ponte Lambro

Grand Hôtel, il sogno rosa del dopoguerra, in mostra presso il Centro commerciale PiazzaLodi

Mentre la Fondazione Pradaannuncia l’apertura alpubblico della Torre il

prossimo 20 aprile, completandocosì la sede di Milano progettatada Rem Koolhaas, peggiora sem-pre di più la situazione all’internodelle aree dismesse dello Scalo.Se si percorre il ponte di corsoLodi e si costeggia la viaBrembo, magari per andare a vi-sitare la bella mostra in corso allaFondazione sulla storia artistica epolitica dell’Italia fra il 1918 e il1943, si rimane scandalizzatidalla sporcizia che regna nel belmezzo dello scalo e lungo i lati aridosso del marciapiede di viaBrembo. Quando RFI, oltre apensare ad usi temporanei, nonpensa a dare una bella pulita?In attesa di visitare la Torre, dueinformazioni: si tratta di nove pia-ni, sei dei quali ospitano saleespositive mentre gli altri tre ac-colgono un ristorante e servizi peril visitatore. La struttura è com-pletata da una terrazza panorami-ca di 160 metri quadrati dotata diun rooftop bar.

Contrastisegue a pag. 3

Nellepagineinterne:

Il Donatelli, progetti e successi pag. 7

M4 e dintorni

pag. 7

La FondazioneGian Paolo Barbieri pag. 5

Mariano Congiu,vignettista

pag. 10

SEM, Società Editrice Milanese

pag. 6

Foto di Gianluigi Serravalli

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2 marzo 2018

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Il 2018 deve essere l’anno della riapertura del teatro della Quattordicesima

Ahinoi, il teatro della Quattordicesima, già sede della Compagniadi marionette di Gianni e Cosetta Colla e prima del teatro dia-lettale milanese di Rino Silveri è chiuso dal 2013.Prima di questa data era già stato rifatto il tetto, poi era avvenutoil crollo di alcuni pannelli del controsoffitto causato dalle infiltra-zioni nel soffitto, che aveva portato alla chiusura della struttura.Durante l’inizio dei lavori era stato trovato l’amianto (visto che

era abitualmente usato, si trova sempre!), per cui nuovi progetti,nuovi finanziamenti da trovare, nuovi settori comunali da coin-volgere, nuovi appalti, con conseguente dilatazione dei tempi. Un sopralluogo congiunto di due commissioni, comunale e mu-nicipale, lo scorso 14 febbraio ha permesso di fare il punto dellasituazione alla presenza di funzionari comunali che hanno seguitoi lavori e dell’assessore ai Lavori pubblici, Gabriele Rabaiotti. Ora i lavori sono realizzati all’80% (lavori di impiantistica, ade-guamento del locale, rifacimento del rivestimento interno e del

controsoffitto, sostituzione delle poltrone, e così via). Mancanoin particolare i camerini e altri lavori minori che si concluderannofra fine maggio e giugno.I tendaggi, gli arredi per la biglietteria e il guardaroba, i lavorie i permessi relativi al progetto saranno invece a carico del gestoreche verrà individuato tramite bando redatto dal Municipio 4.Il bando di gara dovrebbe essere predisposto a breve, appenaavuta la data certa di consegna della struttura al Municipio, esarà interessante conoscere prima quali saranno le linee guida.La riapertura lungamente attesa di questo teatro che ha persinovisto aumentare la capienza di posti (411 posti a sedere di cui

3 per disabili, con possibilità di ampliare fino a 425 sedute) ècertamente una nuova opportunità culturale per la zona, am-pliando l’offerta anche di spazi e di iniziative promosse diret-tamente dal Municipio.

Valentina Geminiani

Anni Verdi: più passa il tempopiù ci si diverte

Una vivace realtà opera dal 2002 nel nostro municipio al terzopiano dell’oratorio Kolbe di viale Corsica 68: si tratta di AnniVerdi, Università della Terza Età che da 15 anni si propone allacomunità come promotrice di corsi, gite e conferenze per quanti,anche in età avanzata, non rinunciano a mettersi in gioco nellemolteplici attività offerte e desiderano stringere nuove amicizie.Disegno, acquerello, informatica, sartoria sono solo alcuni deilaboratori cui è possibile prendere parte, accanto ai corsi di lin-gua, ballo e ginnastica, tutte attività molto apprezzate e parte-cipate dagli oltre 200 iscritti, le cui esigenze in merito a orari eprogrammi l’Associazione cerca di coniugare grazie ai suoivalidi e appassio-nati insegnanti.I corsi sono distri-buiti lungo l’arcodella settimanaperlopiù al pome-riggio dalle 15 alle18, sebbene desi-derio di Anni Ver-di sia quello diampliare l’offerta formativa integrandola con cicli di lezioni almattino e diversificando i corsi propedeutici da quelli propria-mente più avanzati.Nel rinnovare il proprio impegno nella comunità l’Associazionericerca per il prossimo anno nuovi docenti sia fra gli iscritti siafra quanti non abbiano mai preso parte alle sue attività, in par-ticolare si cercano insegnanti di lingua straniera, soprattutto diinglese e tedesco, sebbene qualunque competenza vogliate met-tere a disposizione sia ben accetta.Invitiamo dunque i nostri lettori che desiderino condividere conaltri la propria professionalità o le proprie passioni a prenderecontatto con la presidente di Anni Verdi Maria Luisa Mondinio il vicepresidente Roberto Gibelli (il telefono della sede è 0236507288), che saranno lieti di conoscervi, per cercare di farcoincidere le vostre proposte con la domanda degli iscritti, in-troducendovi in un ambiente stimolante e amicale.

Elena Gadeschi

La storia della Caproni di Taliedo

Sono sempre di grande interesse le ricerche storiche che riguar-dano gli insediamenti industriali della nostra zona: le officineaeronautiche Caproni di via Mecenate hanno avuto una gran-dissima importanza sia per la produzione di aerei civili e militaridi altissima qualità e innovazione, sia per la testimonianza dellemigliaia di lavoratori che lì hanno prestato servizio.Segnaliamo dunque con piacere l’iniziativa che si terrà

Sabato 10 marzo alle 15 in via Mecenate 84/10in una delle ex grandi officine ora EAST END STUDIOS

La storia della Caproni di Taliedo

raccontata da Claudio De Biaggi, autore di numerosi libri di storialocale e impreziosita dalla proiezione di fotografie d’epoca.

Nell’occasione De Biaggi pre-senterà il suo ultimo libro edi-to da QUATTRO, La Capro-ni di Taliedo. Storie di ope-rai 1915 – 1950, nel quale de-dica particolare attenzione allecondizioni di lavoro, alle lotteoperaie e alle organizzazionisindacali e politiche nella fab-brica: dal biennio rosso del1919-20 agli scioperi del mar-zo 1943 e del marzo 1944, se-guiti dalla deportazione neicampi di concentramento disessantasette dipendenti dellostabilimento. Spazio anche alcontributo dei lavoratori alla

Resistenza fino al difficile periodo del secondo dopoguerra, conla chiusura dello stabilimento a seguito di un’estenuante e lungalotta per la difesa del posto di lavoro.

Luca Cecchelli

Riattiva la tua mente

È possibile migliorare la memoria? Noi riteniamo di sì e ciproviamo proponendo un corso dal titolo ”Riattiva la tua mente”che si svolgerà presso il CAM di Zona 4, via Oglio 18, il giovedìin data da destinarsi. Le persone anziane spesso si deprimonoperché “cominciano a perdere i colpi” e ritengono che il declinointellettivo sia inevitabile. Questo mito è stato sfatato ormai daanni. Il cervello è capace di contrastare l’insorgere di problemidella memoria se viene esercitato con costanza e in modo ade-guato. Infatti data la sua plasticità può creare nuove connessionifunzionali tra i neuroni, a qualsiasi età. I metodi e gli eserciziadottati nel corso serviranno non solo a potenziare la memoriama anche ad abbandonare una certa pigrizia mentale. Il corsopuò servire ad innescare il desiderio di approfondire gli argomenticon una ricerca personale. O potrà proseguire formando un gruppocon coloro che hanno gli stessi interessi. Per ulteriori informazionie iscrizione rivolgersi al CAM Zona 4 Giorgio Vincre tel.0288458427 oppure al docente Doddis Alfredo (Tel. 02 41 2719 53 – cell. 328 091 93 44 - e-mail: [email protected])

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Simpatica scenetta: il pre-sidente della bocciofila divia Maspero vede un paloche si è stortato proprioaccanto alla loro recinzio-ne e pensa di fissarlo; pas-sa un bambino che invecepensa bene di agitarlo au-mentando il rischio di ca-duta. Per fortuna il nonnoche è con lui lo blocca esi toglie una stringa dellescarpe fissando il palo al-la recinzione della boccio-fila. Si allontana con lascarpa senza la stringa.Vediamo quanto resiste fi-no a un intervento di ma-nutenzione più appropria-to. Bravo il nonno!

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Questa fascia arbustiva sarà ingrado di offrire, una volta svi-luppatasi, rifugio e nutrimentoa piccoli volatili, mammiferi,bruchi di farfalle, api e altri in-setti, grazie alla ricca produ-zione bacchifera autunnale ealla ricca fioritura primaverile.In particolare, la formazionedi intrecci rameali crea natu-ralmente nicchie difensive uti-lizzate da moltissime specieper la nidificazione.

Il progetto e i lavori descrittisono stati approvati per il pa-rere di competenza dal Consi-glio di Municipio 4 nell’ulti-ma seduta di febbraio, dopoessere stati ampiamente illu-strati in Commissione dal rap-presentante del WWF, Riccar-

do Mancioli, e dall’architettoCesare Salvetat del SettoreVerde e Agricoltura del Co-mune di Milano. Possonoquindi partire!Oltre al tema della riqualifica-zione ambientale, i relatorihanno evidenziato anche altriobiettivi che il progetto si po-ne, ovvero l’aumento dellafruizione da parte della citta-dinanza, l’incremento dellabiodiversità ambientale, lagradevolezza di tutto il terri-torio coinvolto e la creazione

di occasioni per l’educazioneambientale. I percorsi didattici elaboratiprevedono complessivamenteottanta ore di attività, su temiche riguardano l’acqua, la ve-getazione, l’importanza dellafauna selvatica negli ambientiagricoli. Per i docenti, invece, sonoprevisti due corsi finalizzatiall’approfondimento delle te-matiche dell’educazione am-bientale in ambito urbano eagricolo, con l’auspicio che gliinsegnanti possano continuarea usufruire autonomamentedell’area come di un’aula ver-de, anche al termine del pro-getto. Altre iniziative saranno le vi-site guidate domenicali conanimazioni e laboratori perbambini e un corso introdutti-

vo al riconoscimento dellespecie vegetali e ornitologi-che. Non ci resta che aspettare ilcompletamento degli interven-ti per poter usufruire di questinuovi ambienti naturali al ser-vizio non solo dei quartieri piùprossimi all’area (Ponte Lam-bro-Mecenate-Ungheria), madi tutta la zona e della città. Ringraziamo il WWF per imateriali forniti e l’uso delleimmagini.

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Nello scorso numero diQUATTRO vi aveva-mo presentato il patri-

monio comunale di ediliziaresidenziale pubblica presentenel nostro Municipio, gestitoda quasi tre anni da MM, e cieravamo ripromessi di dareaggiornamenti su alcuni temiche interessano molto sia gliinquilini sia i cittadini in ge-nerale, ad esempio i problemidella gestione e manutenzio-ne, del recupero abitativo diappartamenti vuoti, della mo-rosità. Per questo ci siamo rivoltiall’Assessore ai Lavori pub-blici e Casa del Comune diMilano, Gabriele Rabaiotti,che ha risposto puntualmentealle nostre domande.

Quali le innovazioni portatedalla nuova gestione MM?«MM è una società di inge-gneria che ci sta molto aiutan-do a rimettere ordine e a resti-tuire un senso a un'attività de-licata e complessa. Gestiamoquasi 30mila alloggi, abitanonelle nostre case più di 70milapersone; 25mila famiglie cer-cano casa e ogni anno gestia-mo mille nuovi ingressi. Aquesto si affiancano i lavori ditipo amministrativo e manu-tentivo. Una macchina moltocomplicata, insomma».Aggiungiamo che il primogrosso lavoro che si è trovatoad assolvere MM è stato ilcensimento dell’utenza, dalmomento che i dati e le prati-che degli inquilini si trovava-no in 1.800 scatoloni abban-donati da Aler in un magazzi-no di Liscate. Questo enormelavoro ha permesso da un latodi aggiornare migliaia di po-sizioni e dall’altro di scoprireche circa 2mila alloggi risul-tavano assegnati a inquilinideceduti o a persone a cuil’appartamento era stato la-sciato, senza alcuna registra-zione.

In che modo la nuova gestio-ne influisce sulla vita realedegli inquilini? «Avere una proprietà attentae presente è fondamentale perpoter ristabilire una possibilitàdi relazione e quindi di comu-

nicazione. Dobbiamo lavoraresul rafforzamento delle moda-lità di rapporto con le famiglie.Il call center rischia di risultareuno strumento "freddo" e pro-babilmente servirebbe in cittàuna quinta sede territoriale ol-tre a quelle attuali (che si tro-vano in via Civitavecchia, viaSenigallia, via Spaventa e viaForze Armate). Magari proprionel Municipio 4».

Come state affrontando ilproblema degli appartamen-ti sfitti da ristrutturare edassegnare?«Con un finanziamento plurien-nale straordinario: 100 milioniin quattro anni per ristrutturare,e poi riassegnare, 3mila alloggi.Il piano vede ad oggi un inve-stimento pari a 56,5 milioni, eil bilancio 2018 (non ancora ap-provato dal Consiglio, ndr) neinveste altri 26,5. Per la partecantieri siamo partiti a metà2017, e abbiamo sistemato e as-segnato circa 500 alloggi».

Nella nostra zona sono pre-visti interventi di ristruttu-razione di immobili Erp?«I lavori di riatto e ristruttura-zione degli alloggi sono pun-tuali e diffusi su tutto il terri-torio. Va ricordato che il Mu-nicipio 4 è stato interessato datre dei cinque contratti di quar-tiere presenti in città (PonteLambro, Molise-Calvairate eMazzini)».

E noi aggiungiamo che pur-troppo dopo più di un decen-nio non tutte le opere su que-sto patrimonio Aler sono stateconcluse.

Come tenete sotto controllole occupazioni e l'abusivi-smo?«La lotta alle nuove occupa-zioni è un tema per noi moltoimportante. La gestione MMha portato a ridurre di circa500 alloggi le occupazioni sto-riche (da 1700 a 1200 circa),e in tre anni abbiamo registra-

to solo 27 nuove occupazio-ni. Una volta liberati, gli ap-partamenti vengono chiusicon porta blindata e allarma-ti. Nei quartieri più caldi lapolizia locale e la security,inoltre, tengono sotto control-lo la situazione».

Ci sono piani di rientro dal-la morosità?«È un tema sul quale abbia-mo molto lavorato, e un pez-zo di strada deve essere an-cora sviluppato. Con il Con-siglio comunale abbiamo mo-dificato i piani di rientro vo-lontario, portando le possibilirate dalle attuali 24 a un mas-simo di 120. La Corte deiConti ci ha poi invitato a met-tere in campo altre misureche facilitino il rientro del de-bito. Pensiamo, con la nostraavvocatura e con l'accordodei sindacati inquilini, di ar-rivare a una definizione age-volata consensuale del debito,una sorta di sconto che facilitiil recupero della morosità». Nella delibera del Consigliocomunale si precisa che“possono accedere al pianodi rateizzazione solo i nucleifamigliari che non siano tito-lari di patrimonio mobiliareo immobiliare più consistenterispetto al debito, e che ab-biano sottoscritto un regolarecontratto di locazione ad usoabitativo con il Comune (ildebito può riferirsi anche adun contratto ormai chiuso). In conclusione pensiamo chese da un lato i problemi nonsi risolvono con la bacchettamagica (soprattutto quelli la-sciati incancrenire), dall’altroun cambio di rotta incomin-cia a dare risultati; speriamosinceramente che anche Aler,con il nuovo presidente, e lanuova giunta regionale (cheal momento in cui scriviamonon conosciamo) sappianointervenire efficacementenell’affrontare i problemi cheaffliggono pesantemente illoro patrimonio: gli inquilinisono tutti cittadini milanesie devono avere gli stessi ser-vizi e la stessa qualità abita-tiva.

Stefania Aleni

Edilizia residenziale pubblica comunale:la parola all’assessore Rabaiotti segue da pag. 1

Ripristino ambientale e migliaia di nuove piantenell’area ex ecomostro di Ponte Lambro

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le melarance

Atene non era un luogoqualsiasi. Ha dato allaciviltà occidentale

quanto di più alto l’arte e ilpensiero abbiano prodotto, se-gnando a fondo la nostra cul-tura. Era una città-stato orgo-gliosa che, stretta fra i limiti diun territorio aspro, veniva con-dannata, al pari delle altre polisgreche, a vedere partire moltidei propri figli verso mete chesarebbero diventate le colonieche hanno dato al nostro me-ridione un passato di cui anda-re fieri. L’attitudine divisivadei Greci e la sempre vicinaminaccia persiana la mantene-vano, però, in uno stato diguerra che con frequenza sfo-ciava nelle ostilità. Alla vigiliadi una di queste, la Guerra delPeloponneso (431-404 a.C.),Pericle, che governava durantequella che per suo merito ven-ne definita “Età dell’oro”, se-condo Tucidide pronunciò undiscorso che con una certa fre-quenza viene riproposto in fun-zione di attuali contrapposizio-ni politiche, e che quindi nonpossiamo non riportare: “Qui ad Atene noi facciamocosì. Qui il nostro governo fa-vorisce i molti invece dei po-chi, e per questo viene chia-mato democrazia. Qui ad Ate-ne noi facciamo così. Le leggiqui assicurano una giustiziaeguale per tutti nelle loro di-spute private, ma noi non igno-riamo mai i meriti dell’eccel-lenza. Quando un cittadino sidistingue, allora esso sarà, apreferenza di altri, chiamato a

servire lo Stato,ma non come unatto di privilegio,come una ricom-pensa al merito, ela povertà non co-stituisce un impe-dimento. Qui ad

Atene noi facciamo così. La li-bertà di cui godiamo si estendeanche alla vita quoti-diana; noi non siamosospettosi l’unodell’altro e non infa-stidiamo mai il nostroprossimo se al nostroprossimo piace viverea modo suo. Noi sia-mo liberi, liberi di vi-vere proprio come cipiace e tuttavia siamosempre pronti a fron-teggiare qualsiasi pe-ricolo. Un cittadinoateniese non trascurai pubblici affariquando attende alleproprie faccende pri-vate, ma soprattuttonon si occupa deipubblici affari per ri-solvere le sue que-stioni private. Qui adAtene noi facciamocosì. Ci è stato inse-gnato a rispettare imagistrati, e ci è sta-to insegnato anche dirispettare le leggi e dinon dimenticare maiche dobbiamo proteg-gere coloro che rice-vono offesa. E ci èstato anche insegnatodi rispettare quelleleggi non scritte cherisiedono nell’univer-sale sentimento di ciòche è giusto e di ciòche è buon senso.Qui ad Atene noi fac-ciamo così. Un uomoche non si interessa

allo Stato noi lo consideriamoinnocuo, ma inutile; e benchéin pochi siano in grado di darevita a una politica, beh, tuttiqui ad Atene siamo in grado digiudicarla. Noi non conside-riamo la discussione come unostacolo sulla via della demo-crazia. Noi crediamo che la fe-licità sia il frutto della libertà,

ma la libertà sia solo il fruttodel valore. Insomma, io pro-clamo che Atene è la scuoladell’Ellade e che ogni ateniesecresce sviluppando in sé unafelice versalità, la fiducia in sestesso, la prontezza a fronteg-giare qualsiasi situazione, edè per questo che la nostra cittàè aperta al mondo e noi non

cacciamo mai uno straniero.” Bellissimo, meta da raggiun-gere e difendere per ogni con-testo civile. Peccato che di ve-ro ci fosse poco. La tanto de-cantata democrazia ateniesenon è che in realtà fosse quelmodello cui fare ai nostri gior-ni costante e velleitario riferi-mento. Era democrazia al tot

per cento. Riguardavameno del 10% dellapopolazione, mentre ilresto dei residenti eracostituito da personelibere sì, ma prive didiritti politici, e da unalarga percentuale dischiavi, perlopiù pri-gionieri di guerra, chegodevano di maggioretutela che a Roma, do-ve il proprietario eser-citava diritto di vita edi morte, ma ben pocooltre ciò. È altresì vero che tuttii cittadini liberi eranosoggetti alle medesimeleggi, e che Atene eraospitale verso gli stra-nieri purché fossero ingrado di inserirsi nelciclo economico, maquesti nuovi arrivatinon potevano parteci-pare alla vita politica,stretti in una gabbiasociale che li qualifi-cava come meteci.Non solo: i figli che unateniese aveva da unostraniero non potevanovenire legittimati, conle emarginanti conse-guenze che tale situa-zione portava con sé.Stesso discorso per i li-berti, cioè gli schiaviaffrancati. Quanto allalibertà per ognuno divivere “a modo suo”,qualcosa da eccepire

viene offerto dal processo algià vecchio Socrate, messo amorte con l’accusa di “pubbli-ca empietà nei riguardi deglidèi e corruzione della gioven-tù”, motivi chiaramente prete-stuosi che implicitamente fa-cevano riferimento a una bi-sessualità che nelle società gre-che era largamente praticata, ecelavano invece la rivalsa po-litica nei confronti del “mae-stro” la cui “scuola” era statafrequentata anche da golpistiquali Alcibiade e Crizia. Secondo Solone, che aveva da-to ad Atene una compiuta le-gislazione, la chiave del buongoverno stava nel fatto che ilpopolo dovesse obbedire ai go-vernanti, e che i governantifossero invece tenuti a obbe-dire alle leggi. Visto il periodostorico e quello che accadevain ogni possibile altrove in cuil’arbitrio era padrone dei de-stini individuali e collettivi, lacosa appare encomiabile. Pec-cato che, a ben guardare, laStoria messa insieme nel tem-po da questa democrazia delprivilegio e dei piccoli numerisembra fatta apposta per testi-moniare il contrario, con buo-na pace per chi del discorso diPericle continua a fare ai nostrigiorni un manifesto del buoni-smo militante e acritico.

Giovanni Chiara

54. LA MITICA DEMOCRAZIA ATENIESE MOLTO DEMOCRATICA NON ERA

storie di storia

ATHOS

Il prossimo numero di

esce il giorno

11 aprile 2018

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Il 22 febbraio si è inaugurata uf-ficialmente e aperta al pubblicoin via Lattanzio 11 la Fondazione

Gian Paolo Barbieri, costituita dalgrande fotografo nel 2016 nella sedeche è anche il suo studio fotograficosino dagli anni 90. Lo spazio, grande, luminoso, congrandi arcate, sale posa, archivi, ufficie un piccolo giardino segreto per-corso da un tratto del Cavo Melzi fi-no a tre anni fa ricco d’acqua, è in unquartiere residenziale di Milano chepiù milanese non potrebbe essere: ca-se di ringhiera e degli anni Trenta ac-costate ai condomini anonimi deglianni ‘60, un profumo vago di PortaRomana che arriva sino qui, tra vialeUmbria e viale Molise. Al già ricco tessuto culturale diquest’area, si aggiunge ora la Fonda-zione Barbieri che non è solo l'archi-vio di un grande protagonista del suotempo ma, nelle sue intenzioni, dovràdiventare un luogo di incontro apertoalla città per convegni, letture, lezionie scambi culturali. Sono previste,inoltre, attività legate alla formazionedi giovani in collaborazione con Isti-tuzioni universitarie e artistiche.910.000 negativi, 6.900 positivi,600.000 files, 40.000 foto scattate emai pubblicate sono il patrimonioche Gian Paolo Barbieri ha messo adisposizione della sua città nellaFondazione di via Lattanzio 11.Gian Paolo Barbieri ha oggi 80 anni,è stato ed è un grande fotografo. Nonci sono altre parole per definirlo. Allasua arte di fotografo ha dedicato tuttala vita. Nato a Milano in via Mazziniin una famiglia di grossisti di tessuti,è cresciuto circondato da stimoli le-gati al mondo della moda e poi delcinema noir degli anni Sessanta, aquel meraviglioso bianco e nero acui si è ispirato nella realizzazionedi quelle foto nitide, contrastate diombre e di squarci di luce, che nel1978 lo fecero proclamare dalla ri-vista Stern uno dei 14 più importanti

fotografi di moda. Oggi le sue operesono esposte nei più importanti mu-sei del mondo.Nell'arco della sua vita profes-sionale dagli anni Sessanta haincontrato, fotografato, valoriz-zato e creato le icone della mo-da, della musica e del cinemaquando le icone erano tali:inavvicinabili, misteriose, divi-ne e senza possibilità di poterletrasformarle al computer, conphotoshop ed elaborazioni gra-fiche. Ma solo con giochi di lu-ce, fondali, pannelli e ispirazio-ne: puro artigianato artistico.Gli scatti fotografici di Barbieri,come dicevamo, sono opered'arte riconosciute a livellomondiale, dove in particolarenei bianchi e neri, nei tagli diluce, nelle posizioni del sogget-to e nella scenografia c'è unaricerca e poi un risultato di per-fezione che solo un grande ar-tista può ottenere, mettendo inevidenza l'essenza stessa delsoggetto sia esso uomo, donna,animale, oggetto.Le foto di Audrey Hepburn nell'abi-

to bozzolo, quella di Iman vestitasolo di cellophane, di Veruska con

freccia dorata sulle spalle sino a unaMonica Bellucci trionfante con si-

garetta in sottoveste trasparente, fan-no parte dell'immaginario collettivo.

Ma forse il periodo artistica-mente più interessante è quel-lo in cui Barbieri, negli anniOttanta, affascinato dalla bel-lezza del corpo sia femminileche maschile si è dedicato afotografarne non solo i corpima anche le loro vite andan-dole a cercare in posti lontania Tahiti, in Madagascar, nelleSeychelles, negli Stati Unitiimmortalando un mondo chestava cambiando e lasciando-ci la testimonianza dei loromestieri, dei loro vestiti, deiloro atteggiamenti comeavrebbe potuto fare solo unetnologo. Sono immagini for-ti, molto contrastate, moltosensuali ed erotiche, affasci-nanti. Talmente perfette chesembrano scattate in studio.Ne sono un esempio le fotodei pescatori dai corpi fluidi etatuati con sulle spalle deglienormi pesci tropicali. E quel-

le più intime dedicate al corpo ma-schile. Non più fatte su ordinazione

dei grandi sarti e delle dispotiche di-rettrici di Vogue o di Harper's Bazaarma nate da una esigenza personaledi conoscenza e di divulgazione.Il fascino della mostra in Fondazio-ne sta proprio in questo contrasto trail mondo effimero della moda e ilmondo reale, a volte primitivo ma,e questo solo Barbieri lo ha saputofare, fotografati con la stessa forzae la stessa profonda umanità di arti-sta.Benvenuta dunque questa nuova isti-tuzione culturale aperta alla città erestiamo in attesa di seguire le futureattività della Fondazione. Ci hannoanche confermato la disponibilità auna intervista che sarà per noi unabellissima opportunità per addentrar-ci nel mondo della fotografia attra-verso la vita e le opere di uno deimaggiori protagonisti di sessant’annidi storia artistica e creativa.

Francesco Tosi

La Fondazione Barbieri in via Lat-tanzio 11 è visitabile solo su appun-tamento scrivendo a: [email protected]

Le “magnifiche creature” di Gian Paolo Barbieri

Audrey Hepburn, 1969

L’esterno della Fondazione Lo studio fotografico

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6 marzo 2018

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In un seminterrato in viaCadore 33 si è insediatadal 2017 SEM (Società

Editrice Milanese), casa edi-trice indipendente nata dall’in-tuito e la professionalità diRiccardo Cavallero e del suoqualificato team. A poco piùdi un anno dalla pubblicazionedel loro primo libro, QUAT-TRO ha visitato la sede diSEM, sempre più nota in zonaanche per gli incontri letteraridel giovedì.Accomodati sui divani dellasala dedicata alle presentazionidelle novità editoriali Riccar-do Cavallero, attorniato dalsuo team, spiega come tuttoha avuto inizio: «Ho lavoratocome merchant banking finoal 1995 quando, per una seriedi motivi, ho cambiato settoree sono entrato in Mondadoricome direttore marketing».Nel 2015, per divergenze diopinioni sulle politiche edito-riali, abbandona l’azienda:«Essere editori per me non si-gnifica solo stampare libri maseguire una precisa visione,principio condiviso anche daldirettore artistico, dal direttorecommerciale, dal responsabiledel digital marketing e da An-tonio Riccardi, direttore edi-toriale di Mondadori: quandoanche loro hanno lasciatol’azienda dopo di me è statonaturale ritrovarsi a collabo-rare insieme».L’ultimo atto di Cavallero inMondadori è legato al libroNon avevo l’avvo-cato, relativo al-l’amara vicenda diMario Rossetti (trai fondatori di Fa-stweb e autore dellibro sull’erroregiudiziario di cuiè stato vittima,ndr): «Mario ed iosiamo diventatiamici e nel periodo in cui sta-vo sviluppando il mio nuovoprogetto editoriale si appas-sionò al punto da volerne es-sere coinvolto: a noi si è unitopoi Carlo Feltrinelli e la casadi produzione cinematograficaAntes su suggerimento di miamoglie che, da esperta, credenella sempre più evidente con-vergenza di questi media». La moglie di Cavallero, Tere-sa Martini, che si occupa dicomunicazione dal 1990 e in-segna allo IED, ha scopertoper prima gli spazi dell’attualesede di via Cadore tramite unannuncio sul Corriere dellaSera: «Ho sempre amato que-sta zona e nonostante l’annun-cio non fosse a prima vista in-vitante sono comunque venutaa visitare questo seminterratoindustriale: quando ho messo

piede in questo magazzino ab-bandonato di una ex maglieria,pur trovandomi davanti a scaf-fali, strutture di metallo, topi,scatole e materassi sentii cheera il posto che stavamo cer-cando da mesi al punto che mimisi ad urlare dall’emozione!(Ride)».E dallo scorso anno quella se-de ha rappresentato la fucinadalla quale hanno visto la lucei primi prodotti editoriali diSEM: «Il primo libro, pubbli-

cato il 19 gennaio2017 è statoL’Olimpo, un ine-dito di FedericoFellini, - ricordaAntonio Riccar-di, poeta e attualedirettore editoria-le. - È un testonarrativo cheavrebbe dovuto

costituire il riferimento peruna serie di episodi televisivi,attraverso i quali Fellini avreb-be voluto inscenare la capric-ciosa e volubile quotidianitàdegli dei dell’Olimpo: un pro-dotto improponibile per i tem-pi, considerati certi passaggitroppo espliciti persino oggi».L’Olimpo, testo non destinatoalla pubblicazione e noto peraver suscitato polemiche sullasua originalità, è l’opera primache incarna bene il manifestodi intenti del progetto edito-riale di SEM: «Ci occupiamodi storie di ogni forma, generee specie letteraria. A L’Olimpoè seguito il thriller Formicaedell’allora questore di Foggia,Piernicola Silvis: ha avuto for-tuna al punto che diventeràuna serie televisiva nel 2019».Su una parete della sala e sulle

copertine dei libri sparsi intor-no si incrocia spesso il mar-chio SEM che graficamente sirifà alle vocazioni industrialimanifatturiere anni ’40: «Ab-biamo registrato solo la formagrafica, il trademark (SocietàEditrice Milanese) non si puòtutelare perché costituito daparole di significato comune.In ogni copertina il marchiosta dietro l’autore, a rimarcareil concetto del nostro payoff,“Facciamo storia”: crediamocioè nell’editoria intesa comemestiere e servizio per divul-gare storie in relazione al pub-blico al quale si debbano rac-contare. E ci rivolgiamo volu-tamente a pubblici diversi sen-za avere una precisa “identitàdi copertina”: non abbiamocollane e ogni formato è di-verso, così come ogni libro è

a sé; è sufficiente il nostromarchio a identificare una cer-ta qualità», argomenta Caval-lero.Anche senza collane comun-que i numeri non mancano:«Abbiamo pubblicato 19 libril’anno scorso e ne abbiamo inprogramma 30 quest’anno, peruna media di tre libri al mese,il nostro tetto massimo per riu-scire a seguire dignitosamentegli autori. Le grandi case pub-blicano anche 10 libri al gior-no ma a noi interessa seguireda vicino i nostri autori, cer-cando di volta in volta qual-cosa di particolare, sia la scrit-tura o una storia, con la pro-spettiva di sviluppare un pro-getto, in modo tale da esseresicuri di vedere quel volumesugli scaffali delle librerie».Nell’era in cui chiunque può

pubblicarsi un libro il ruolo diSEM è in primis quello di ta-lent scout e in secundis di«sparring partner (socio disostegno) per gli scrittori, lacui fama rischierebbe altri-menti di perdersi nel flussodelle tante comunicazioni quo-tidiane: esemplare è stato il ca-so di David Leavitt che, col-pito dal nostro lavoro di co-municazione, è passato da ungrosso gruppo editoriale aSEM, con reciproci benefici».Specifica Teresa, esperta disettore: «La professionalitànon si misura solo in grandinumeri ma anche in base allaconoscenza del marchio, al la-voro sull’autore, alla credibi-lità e alla reputazione. Se labuona vendita di un libro sibasasse solo sul battage pub-blicitario sarebbero imbattibili

solo le grandi case e invece,non a caso, dal 2012 ad oggigli editori indipendenti sonoarrivati a rappresentare il 45%del mercato».Il semplice lavoro editorialeperò non è sufficiente, «biso-gna creare universi attorno alnostro lavoro valorizzando laspecificità dei nostri progettieditoriali e dando vita ad unacommunity», spiega Cavallero.«É questa l’importanza dellastanza dove ci troviamo ora,nella quale ogni giovedì seraSEM organizza iniziative pub-bliche, presentazioni di libri eincontri: sfruttando l’angolocucina in sede abbiamo co-minciato a intavolare nei primitempi cene informali con au-tori e persone che lavoranocon noi - aggiunge entusiastaTeresa, - incontri che col tem-po abbiamo pensato di orga-nizzare sempre meglio con ca-denza settimanale, tanto cheoggi il primo evento pubblicodi ogni nostra pubblicazioneha sempre luogo qui, col di-rettore editoriale che raccontaqual è stata la genesi di un no-stro libro, dall’idea alla paginastampata».I numeri confermano l’editoriaper ragazzi e la saggistica co-me generi trainanti, data anchela recente moda di blogger ecuochi, mentre «la narrativa,a metà tra svago e apprendi-mento, ha più sofferto negliultimi due anni ma noi conti-nuiamo a coltivare questo ge-nere perché ci piace divulgarequel tipo di storie che comun-que permettono di affrontareanche temi altrimenti poco ap-petibili».SEM propone accanto ai for-mati cartacei anche e-book eaudiolibri, ma nonostante l’eradi internet Cavallero non hadubbi: «La tecnologia non po-trà mai sostituire la carta. L’e-book rappresenta solo il 10%delle copie cartacee, non si de-ve intendere come formato inopposizione ma uno strumentoper poter leggere in diverse si-tuazioni, così come l’audioli-bro: offriamo ai lettori storieusufruibili in base al propriostile di vita».Prima di salutarci è d’obbligoancora una domanda al navi-gato direttore di una giovanecasa editrice: qual è il piaceredi essere editori nel 2018?«Non si diventa ricchi ma cisi diverte molto. Soprattuttofinché si riesce ad essere eco-nomicamente indipendenti: èl’unico modo per poter pro-mettere autentica originalitàai nostri autori. E naturalmen-te ai lettori».

© Luca Cecchelli

SEM, una società editrice di storie che fanno storia

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Nel clima turbolento dell’alternanza scuo-la-lavoro il liceo Donatelli si è distintoper la partecipazione a progetti e ini-

ziative dalla grande risonanza, in grado di coin-volgere non solo gli studenti ma anche i geni-tori. A questo proposito abbiamo incontrato ilprofessor Fabrizio Di Pietro, docente di storiae filosofia, e Laura Armati, membro del comi-tato genitori, che ci hanno raccontato le inizia-tive, concluse o ancora in corso, svolte all’in-terno della scuola.

Lo scorso anno quattro studenti del quarto anno(Luca Passerini, Marco Gigli, Gabriele Buc-cheri e Francesco Farina) hanno elaborato unprototipo di fotobioreattore per lo studio e lacoltivazione di cianobatteri edibili in micro-gravità (“Gravity Emulator Photobioreactor”)utile per la coltivazione di cibo ad alto valorenutrizionale per gli astronauti della ISS (Sta-

zione Spaziale Internazionale) e per la ricercanel campo delle biotecnologie per il trattamentodi malattie degenerative. Il progetto è stato se-guito dall’Aeronautica italiana ed è stato pre-sentato ad un concorso internazionale dove havinto il primo premio della sua categoria e ilsecondo posto nella classifica generale. Un altro progetto è stato presentato al concorso,vincendo il secondo premio della sua categoria:un programma di yoga nello spazio, concepitoappositamente per l’assenza di gravità e sud-diviso in tre stadi: durante la preparazione perla partenza degli astronauti, in missione e al ri-torno dallo spazio. Artefice del programma èla studentessa del Donatelli Valentina Di Filip-

po, con l’appoggio di un docente di ScienzeMotorie dell’Università Statale di Milano. Un’altra iniziativa ancora in corso, che coin-volge, oltre al Donatelli, anche gli istituti Mo-linari e Pasolini, riguarda la valutazione dellaqualità della vita in zona 3. I tre istituti si sonodivisi le aree di competenza da misurare, va-lutando la qualità della vita della zona secondoalcuni parametri stabiliti da un docente univer-sitario italiano che lavora a Philadelphia, ap-plicabili a qualsiasi area.

L’ultimo progettoavviato dall’istitu-to mira diretta-mente a creareuna vita culturaleattiva attorno allascuola, tramitel’organizzazionedi incontri e con-ferenze seralinell’aula magnadell’Istituto.L’idea era partitadal referendumsulla Costituzionedel 4 dicembre2016, in occasio-ne del quale glistudenti avevanochiesto ai docentimaggiori informa-

zioni. L’incontro, tenuto dal professore Pizzetti(docente di diritto pubblico dell’Università Sta-tale di Milano) ebbe un notevole successo, spin-gendo all’organizzazione di altre conferenzeche, nel corso dei mesi, hanno toccato argo-menti diversissimi, con un’attenzione partico-lare ai temi legati all’attualità. Gli incontri han-no sempre riscontrato una partecipazione attiva,e sono destinati sia agli studenti sia ai genitori,con il sogno di estendere la partecipazione al-l’intera zona. Non solo gli studenti, ma anche i genitori par-tecipano attivamente all’interno dell’ambientescolastico: in particolare, il comitato genitoriè stato coinvolto in un progetto avviato da Cit-tadini per l’Aria, che prevede la misurazionedi NO2 nell’aria, elemento altamente nocivoche causa numerose malattie, prodotto preva-lentemente dai diesel. L’iniziativa è stata avviatanel 2017, e i risultati preoccupanti hanno por-tato al ripetersi dell’esperimento con una par-ticolare attenzio-ne alle scuole e aiparchi da giocoper bambini. Lau-ra Armati, colla-boratrice di Citta-dini per l’Aria, haproposto l’inizia-tiva al comitatogenitori e alla Di-rigente scolasticadel Donatelli, ri-scontrando subitouna risposta posi-tiva e una condi-visione. Attraverso unapiccola collettasono stati acqui-stati due campionatori che sono stati posti fuoridagli istituti Donatelli e Pascal per la durata diun mese. I risultati verranno poi inviati e ana-lizzati in Inghilterra. Vi terremo informati suirisultati.

Alessia Arcando

Il liceo Donatelli,progetti e successi La tratta est della Metro 4 avanza spedita-

mente, la talpa “Stefania” e la sua gemel-la hanno finito il loro lavoro il 13 febbraio

arrivando nel grande vano che ospiterà la sta-zione Tricolore. Le due talpe hanno viaggiatorapidamente nel sottosuolo di Milano e ora ver-ranno trasferite verso un nuovo cantiere da qual-che parte nel mondo. Intanto prendono formale strutture della stazione Tricolore, pronte perospitare le due talpe più grandi, del diametro dicirca 9,5 metri, che scaveranno la tratta centraledella M4, fino alla stazione Solari. Perché piùgrandi? Le due talpe non solo realizzeranno idue tunnel paralleli dove passeranno i treni, maanche le banchine delle sei stazioni che sono inrealizzazione nel centro città. Questa soluzionepermetterà di ridurre l’ampiezza delle stazioni(ma aumentandone la profondità) visto lo spazioridotto in superficie. Si tratta di un metodo in-novativo recentemente introdotto nella realiz-zazione delle metropolitane.Per quanto riguarda le altre stazioni: Argonne,Susa, Quartiere Forlanini e Linate vedono incorso la realizzazione delle scale di uscita; la-voro delicato che vede un’ulteriore (e ultima)estensione dei cantieri fino a toccare i palazzilimitrofi per realizzare scale fisse, scale mobili

e ascensori che permetteranno l’accesso allestazioni. In particolare a Linate è in corso larealizzazione del grande corridoio di connes-sione con l’aerostazione, anch’essa oggetto dicantieri, e, contemporaneamente, è stata montatoil grande lucernaio metallico bianco che copriràil mezzanino, più o meno simile a quello cheverrà installato anche sopra la stazione ForlaniniFS. A Dateo è ancora in corso larealizzazione delle strutture deivari piani, dal momento chequesta è la stazione più profondadell’intera linea, i lavori richie-dono più tempo. Intanto il 23febbraio è stato inaugurato allapresenza delle autorità il nuovocampo bocce di viale Argonne.Come vi abbiamo anticipato nelnumero di febbraio, sono in ar-rivo alcune novità per i trasportipubblici di superficie nel nostromunicipio. La linea 45 ha datorisultati positivi in termini di ser-vizio e di numero di passeggeriforniti, grazie al suo nuovo tra-gitto “tangenziale”, tuttavia èemersa una criticità nel puntod’interscambio con le linee 27 e 73 presso i TrePonti, in particolare per coloro che devono cam-biare per andare verso il centro. A seguito diuna raccolta firme è stato chiesto ad ATM distudiare una nuova soluzione per la quale sono

in corso le ultime verifiche tecniche. Per quantoriguarda il tram 27, si avvia verso la trasforma-zione in linea T27, come previsto dal nuovopiano comunale dei trasporti (PUMS); nellospecifico, dopo una prima fase che ha visto l’at-tivazione e la sperimentazione della semaforiz-zazione “intelligente” – i semafori rimangonoverdi per permettere al tram di avere la prece-denza – inizierà una fase di ammodernamentodelle fermate insieme con le linee 4, 9, 12 e 24,per le quali sono già stati stanziati 9 milioni dieuro. I lavori inizieranno progressivamente apartire dalla metà del 2018 essendo ormai com-pleto il progetto esecutivo.

Giovanni Minici

Ultimissime

Dopo solleciti da parte di cittadini del quartiere,dei consiglieri municipali del PD e del Comi-tato di quartiere Forlanini, il Comune ha deci-so: la linea ATM 45 migliora il percorso alquartiere Forlanini, mediante un interscambioin una fermata in viale Forlanini con la 73 e inviale Corsica con il 27 e la 73. Lo scrive l’as-

sessore Marco Granelli sufacebook, dando i dettaglidell’operazione.Saranno dunque effettuate lemodifiche in segnaletica, sa-rà posto un parapetto a pro-tezione dei pedoni e poi, en-tro inizio maggio 2018 ini-zierà a funzionare il nuovopercorso. Questo sarà il per-corso della 45 da Forlaninia Lambrate: da via Cossasvolterà a destra in piazzaArtigianato, successivamen-te a sinistra in viale Forla-nini direzione centro, qui ef-fettuerà una fermata in cor-rispondenza con la fermatadella linea 73, poi sottopas-serà la ferrovia nella corsialaterale destra in promiscui-tà con le auto, effettuerà una

nuova fermata in viale Corsica poco prima del-la svolta a destra in via Mezzofanti interscam-biando così con la 73, il 27 e Forlanini FS,svolterà a destra in via Mezzofanti dove l’at-tuale fermata verrà posticipata di alcuni metriall’altezza del passaggio pedonale per la sta-zione Forlanini FS. Lungo il marciapiede diviale Forlanini, vicino alla fermata, verrà posto

un parapetto parapedonale per evitare che i pe-doni attraversino viale Forlanini al di fuoridelle strisce pedonali. La modifica del percorsonon comporterà nessuna modifica di sensi unicidel quartiere.

M4 e dintorni

Valentina Di Filippo

Luca, Gabriele, Marco e Francesco con il loro prototipo

Campionatore per la misurazione di NO2

I nuovi campi bocce di viale Argonne, foto di Rossella Traversa

Cantiere Tricolore della M4, foto MM

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Come si sa, marzo è un mese dedicato almondo femminile, in quanto l’8 si cele-bra la Festa della Donna.

In occasione di questa giornata, si ricordanodonne che hanno fatto grandi cose, come RitaLevi Montalcini, Margherita Hack o MariaMontessori.Si tratta quasi sempre, però, di personalità ce-lebri e ampiamente conosciute, mentre solo ra-ramente si accenna a tutte quelledonne che hanno fatto sì, nel lo-ro piccolo, di lasciare una tracciadel loro passaggio.Come Rosa Cimino Lomus, unaprofessoressa di lettere, scrittricee poetessa nata il 4 ottobre del1923 e vissuta nella zona 4 finoal momento della sua scompar-sa, il 29 dicembre del 2007.Chi l’ha avuta come docenteall’ex Istituto paritario MariaImmacolata di via Amadeo, ri-corda ancora quanto fosse pre-cisa ed esigente durante le spie-gazioni e le interrogazioni, maallo stesso tempo non ha mai di-menticato la sua profonda uma-nità e la dedizione mostrata nelcostruire una valida istruzioneai suoi studenti.Quello di Rosa era un vero eproprio amore per la cultura cheaveva radici nella sua giovinezza, quando, dopoaver conseguito il Diploma Magistrale, ha rac-colto tutta la sua determinazione e la sua dedi-zione allo studio per riuscire a fare da privatistai cinque anni di Liceo Classico in uno, arrivan-do a ottenere con ottimi risultati anche la Ma-turità al Liceo Classico Parini di Milano. Dopo aver raggiunto questo traguardo, l’iscri-

zione alla Facoltà di Lettere Classiche è statauna scelta naturale e, dopo la Laurea, l’inse-gnamento delle discipline umanistiche è statoil proseguimento più adatto a questa sua pas-sione viscerale per le materie letterarie.La carriera da professoressa, però, non è statal’unica attività della sua vita. Rosa, infatti, halavorato per anni come giornalista, ma prestola sua vocazione per l’espressione poetica è

emersa chiaramente: ha deciso, quindi, di pub-blicare le sue composizioni e i suoi romanzi -due dei quali scritti in collaborazione con il ma-rito Egidio Cimino, già autore di inchieste gior-nalistiche e di libri - che le sono valsi una tren-tina di premi. Il più recente è stato il PremioNazionale di Poesia “Padre Damiano da Boz-zano”, ricevuto postumo il 4 ottobre 2013, pro-

prio nel giorno di quello che sarebbe stato ilsuo novantesimo compleanno.La sua attività di autrice è stata molto prolificae apprezzata: le sue opere sono state citate daquotidiani nazionali e regionali, da numeroseriviste di settore e da programmi radiofonici,ma sono apparse anche in antologie scolasticheed extrascolastiche e commentate da svariaticritici letterari, tra i quali Carlo Bo.

Il suo stile riflessivo e al contem-po intessuto di forti emozioni, al-cune volte “intarsiato” dalla suaforte fede cristiana, è stato ancheanalizzato in due volumi mono-grafici: “La poesia di Rosa Cimi-no Lomus” e “Passione sociale eanelito religioso in Rosa CiminoLomus”, pubblicati rispettivamen-te nel 1987 e nel 2003 da SilvanoDemarchi.Quello che spicca all’interno dellaproduzione di Rosa è la sua ca-leidoscopica visione della donna:per lei, l’essere femminile è pro-fondo e complesso, capace dicompiere incredibili gesti d’amo-re come di sprofondare nella di-sperazione più assoluta. Queste sue riflessioni si evinconoin molte delle sue poesie più in-trospettive e nel romanzo “Ognidonna un segreto”, che racconta

le storie travagliate e burrascose di donne com-pletamente diverse tra loro, ma accomunate dalfatto di avere ognuna un segreto celato tra lefondamenta delle persone che sono diventate. La donna di Rosa, però, è anche una figura sa-cra, una creatura di luce, descritta in alcune del-le sue poesie con toni sognanti, eleganti e ricchidi riverenza. Una delle composizioni più rap-

presentative di questo pensiero poetico è sicu-ramente quella che ha dedicato a sua madre,“Forse non eri una donna”:

FORSE NON ERI UNA DONNA

“Nell’ultimo sonno bella mi riappari,madre carissima, roccia del mio ieri:dal bianco labbro in onde si dispiega muta parola che sicurezza germina.

Forse non eri una donna, ma un angelo che sorreggeva lievei miei passi incerti per sciogliermidalla paura della notte.

Sotto riverberi d’albe estivedolce su sponde d’erba m’adagiavi,e cieli e risonanze dentro mi nascevanoin fasi di gioia a una carezza.

Mi chiamava sommessa la tua voce,ed oggi so che era suono d’arpa.”

Quella di Rosa è un’attività poetica che rac-conta una labirintica interiorità, descrive il mon-do e le riflessioni di innumerevoli donne e, alcontempo, dipinge le mille sfumature che com-pongono un unico essere femminile.L’eredità che Rosa Cimino Lomus lascia a chil’ha conosciuta è un forte messaggio: per quan-to difficile possa sembrare, seguire la propriavocazione, la propria attitudine e la propria pas-sione è sempre la scelta giusta da fare, se la sipersegue con impegno, dedizione e determina-zione.Questo è ciò che ha tramandato ai suoi cari…compresa me, la sua nipotina “Valentinuccia”.

Valentina Geminiani

Rosa Cimino Lomus: una poetessa nella zona 4

Sono venuti a trovarci inredazione Nicoletta eClaudio, una coppia di

coniugi entrambi con la sfre-nata passione del collezioni-smo. Fin qui nulla di strano senon per rilevare, come orgo-gliosamente ci raccontano, chetanti anni fa è stato proprio ilcollezionismo a farli incontra-re e a essere un elemento de-terminante per suggellare il lo-ro percorso di vita comune. Alsecolo sono Nicoletta Moro-sini e Claudio Gallozzi, resi-denti nella nostra zona. En-trambi cercano e raccolgonocon meticolosità certosina fo-tografie e cartoline d’epoca(ma non solo), con particolareattenzione al mondo dei tra-

sporti e alla vecchia Milano,della cui storia cui sono ap-passionati studiosi. Non è raro quindi incontrarliai convegni, nelle biblioteche,nei mercatini (non solo nazio-nali), terreno fertile e privile-giato per appagare questa loropassione. Ci tengono a sotto-lineare come siano riusciti acreare nel tempo una discretarete di amici collezionisti, distudiosi, di tecnici, accomunatitutti dalla stessa passione “deltram”. Da qui il reciproco eproficuo scambio di informa-zioni e di documenti che sonola base delle loro ricostruzionianalitiche. Lo studio di unaimmagine e di un suo detta-glio, che spesso può sottrarre

ore di riposo notturno, comeci tiene a sottolineare Nicolet-ta, pur se apparentemente in-significante, può contribuire acensire un importante tassello

di quel meraviglioso mosaicoche rappresenta il mondo deitrasporti e il suo contesto ter-ritoriale. Depositari di una consistentequantità di materiale docu-mentale, i nostri amici si sonoposti una semplice ma consa-pevole domanda: premessoche il nostro “sapere” non puòrestare confinato o segregatotra le mura domestiche, per di-vulgarlo si può utilizzare unaesposizione dedicata oppurescrivere un libro. Hanno opta-to per la seconda ipotesi, cer-tamente più impegnativa mamaterialmente più solida perla memoria. E così Nicolettae Claudio hanno deciso discrivere il libro “Un viaggio

in tram – Percorso visivod’epoca della tramvia MilanoMonza” di cui daremo unasintetica presentazione. Claudio ci tiene a definirlo“un libro per tutti” e chi l’haletto non può che concordarecon lui. La storia, perchè cosìva definita, è quella della lineaMilano-Monza e dei suoi ce-lebri tram a due piani, il car-rozzone come viene chiamato.Gli aspetti tecnici della tram-via qua e là sono sapientemen-te inseriti nella trama, ma i ve-ri protagonisti sono la nostracoppia di autori che immagi-nano di fare un fantasticoviaggio su questo tram, a ri-troso nel tempo, partendo dalcapolinea di piazza del Duo-

mo a Milano per giungere, atappe intermedie, alla VillaReale di Monza. Le numeroseimmagini, spesso inedite opoco note di cui è corredatoil libro, parlano da sole de-scrivendo quella che i mila-nesi chiamavano “la gita fuoriporta”, «…monumenti, Caffè,Palazzi storici e Palazzi ogginon più esistenti, …» sono ri-cordati lungo il tragitto, os-servando tutto questo dal fi-nestrino del tram. Un librotutto da leggere. Gli autori hanno già preparatoun altro avvincente viaggio,questa volta su un tram a va-pore, ma di questo parleremopiù avanti.

Gianni Pola

Tram, che passione!

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INVITOGiovedì 15 marzo alle 18.30 siamo ospiti dello spazio Interface HUB per presentareil libro e raccontare la storia e le nuove storie di questa area interessata a grandi tra-sformazioni e sviluppi. Vi aspettiamo!

marzo 2018 9

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Onestamente: quandoStefania Aleni ha re-clutato mezza redazio-

ne per la stesura di un saggioriguardante la zona a sud delloScalo Romana non ho presola cosa sul serio. Un territoriocome quello: figurarsi, a mioparere il vuoto. Ritenevo checi si potesse andare al limiteper fare un po’ di scuola guidao per morosare, ed ero perciòsicuro di sbrigare la parte ini-zialmente assegnatami in pocotempo e con modesto impe-gno. Invece, visto che non gui-do e il morosare appartiene al-la sezione archeologica dellemie memorie, in quello spic-chio di città ho finito per la-vorare un anno, sforando conlarghezza da vertenza sinda-cale le regole di ingaggio e co-noscendo persone, intervistan-dole e scrivendo su ciò cheavevo raccolto, con il di piùdel fatto che, essendo gli edi-fici fotograficamente non bellida vedersi se assediati dalleautomobili, il giorno di Ferra-gosto, mentre gli altri si bea-vano chi al mare e chi fra imonti, io percorrevo metro do-po metro la zona diventataquasi del tutto car free con laNikon a tracolla. Smentendo le aspettative dipartenza, ogni portone che siapriva mi portava in un mon-do di cui mai avrei potuto al-trimenti indovinare l’esistenza.

La zona pullulava di attività,tesa al riconvertirsi nelle di-namiche dei tempi. Il “quar-tiere in cerca di città” offrivail riproporsi dell’artigianatoproprio della civiltà del cortile,affiancandolo alla specificità

di aziende farmaceutiche, al-l’editoria, ai servizi, in un di-namismo operativo continua-tore della tradizione milanese. Vagando con taccuino e penna

intorno al totem dorato di Pra-da ho così conosciuto realtàimpreviste, e persone chi perun verso e chi per l’altro “spe-ciali” della specialità dell’in-traprendenza e del dinamismo,fossero imprenditori, o addetti

alle pubbliche relazioni, o ar-tigiani, o tutto il possibile al-tro, artisti compresi. Qualche esempio fra i tanti:seguendo le sinuosità della

Vettabbia ho scoperto che inun budello all’altezza di viaRipamonti 101, una volta sededi un antico mulino, le acquevanno a lambire la sede diFerrarelle e, fra le altre attivitàsite in edifici riqualificati, lo

studio fotografico Plus Pro-duction nel quale, a capitarcinei giorni giusti, c’è un pienodi modelle (io, manco a dirlo,ci sono capitato nel giorno

sbagliato). È stato poi emozionante entra-re nella cartoleria Bonvini divia Tagliamento 1, e riviveresensazioni di tempi passati framacchinari storici e prodottidi cartoleria che fanno gustoe nicchia. Altra tappa nella ri-cercatezza è stata Taxi Bluesdi via Brembo 23, locale sì diristoro, ma che andrebbe visi-tato anche solo per ammirarele originali soluzioni dell’ar-redo interno. E che dire del cortile “multi-funzionale” di via Pizzi 29,dove si costruiscono chitarree si balla il tango (Moonhou-se), si trovano mobili metallicidi origine industriale (Makers)e arredi americani anni Cin-quanta (Inside Out), oltre chespettacolari tavoli e pannelli earmadi realizzati con antichilistelli di legno provenienti datempli dell’Estremo Oriente(Cambio). Ho anche avuto di che sbigot-tire apprendendo che uno de-gli edifici dalle soluzioni ar-chitettoniche più singolari diMilano, quello di via Pordoi7, nato come magazzino diPeck, avrebbe rischiato la ma-lora del mancato utilizzo se undinamico imprenditore, Ar-mando Zuccali, non avessevissuto la perentorietà del “ve-derlo e innamorarsene”, perfarlo diventare sede della In-terface Facility Management.

Né sono mancate le sorprese,come quella di scoprire che lostorico commissariato di ScaloRomana sito in via Benaco 1si è evoluto, grazie a un grup-po di giovani intraprendenti,diventando un ostello (Mada-ma Hostel) pieno di curiose esignificative soluzioni di arre-do da recupero dei materialioriginari. Il risultato di tanto girovagaree scrivere mi ha condotto a unpersonale conflitto di interessiperché, ogni volta che, mossoda pulsioni narcisistiche, aproil libro per riguardare qualcu-no dei pezzi e dirmi quantosono stato bravo con annessitutti gli eccetera del caso, fi-nisco invece per limitarmi asfogliare le pagine, attratto dalcorposo apparato fotograficoche lo caratterizza. Insomma,per dirla tutta, questo libro nelquale non credevo è diventatoun gran bel libro, che mi hacostretto ad attualizzare le raf-fazzonate conoscenze generalidi cui dispongo, così da indur-mi ad affermare che l’impe-gno profuso, dapprima con laspocchia e la sufficienza delmiscredente e poi con lo slan-cio integralista del convertito,si è trasformato in un corso diaggiornamento dalla durataannuale, a dimostrazione delfatto che davvero non si smet-te mai di imparare.

Giovanni Chiara

“A sud dello Scalo Romana”, ma io non ci credevo

Un pomeriggio a MonluèL'associazione MDA Milano in collaborazione con Fondazione Milano Policroma e associazioneculturale QUATTRO, vi invita a un pomeriggio di arte e cultura a Monluè.Il programma prevede:ore 16 Tour guidato/passeggiata fra le testimonianze storiche dell'antico borgo illustrate daRiccardo Tammaroore 17 Conferenza Il Borgo e dintorni: dal contado al secolo dell'industrializzazioneA cura di Riccardo Tammaro e Stefania Aleni ore 18 Rappresentazione di danze storiche in costume antico a cura del gruppo artisticoAcquabella. Dir. artistica Maestro Lucio Paolo Testi.

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10 marzo 2018

Nel numero di QUAT-TRO dello scorso otto-bre, è stata presentata

la stagione 2017/18 della com-pagnia teatrale La Dual Band,Cavalcando l’Ippogrifo, cheha già riscosso molto successoper via delle soluzioni creative,originali e innovative tipichedei loro spettacoli fin dagli al-bori de “Il Cielo sotto Mila-no”, il teatro underground si-tuato all’interno della stazionePorta Vittoria del Passante.«Dall’apertura del nostro spa-zio ad oggi, si sono susseguitidue anni di lavoro teatrale insenso stretto: oltre ai nuoviprogetti scenici, il nostro pro-gramma prevede anche un re-pertorio, spettacoli che vengo-no ripetuti di tanto in tanto –racconta Mario Borciani, di-rettore musicale della compa-gnia. – Contemporaneamente,il bacino d’utenza si è amplia-

to molto, soprattutto perchél’idea di un teatro all’internodi una stazione del Passante èuna novità, rappresenta una re-altà unica a Milano: capita, in-fatti, che qualcuno ci veda at-traverso le vetrine ed entri achiedere cosa facciamo».La “filosofia delle vetrine”, in-fatti, vuole dare l’idea di unteatro aperto, al servizio dellagente esterna, non solo diquella che si siede fisicamentedavanti agli attori: in questomodo, si crea uno spazio al-l’interno del quale tutti possa-no entrare.«Il pubblico è composto sia daspettatori che partecipano pun-tualmente agli appuntamentidel nostro cartellone, sia dachi viene a vedere spettacoli“ospiti”, non inediti, e, unavolta conosciuta la nostra re-altà, torna per vedere altre rap-presentazioni».

La seconda parte della stagio-ne teatrale, inaugurata con lafesta/spettacolo The Dual Bea-tles Nonsense Circus - Frecasse vita del mè Milan del 24 feb-

braio, comprende molte pro-poste in inglese, che stannodestando l’interesse anche del-le scuole. Tra i titoli, figuranoL’importanza di chiamarsi Er-nesto di Oscar Wilde, comple-

tamente in prosa, Romeo eGiulietta e La Tempesta diShakespeare e una riduzionedi Alice di Lewis Carroll, chepresenteranno anche delle par-

ti musicali.Tra le proposte in italiano, in-vece, sono previsti due titolimolto interessanti: La Passio-ne nel Passante e La Cata-stròfa. La Passione nel Pas-

sante, che andrà in scena il 24e il 25 marzo in occasione del-la Pasqua, sarà una versioneridotta e riarrangiata de LaPassione secondo Matteo,scritta da Johann SebastianBach, sulla quale verrà co-struito uno spettacolo itineran-te: i cantanti e gli attori si ci-menteranno nell’esecuzionedella rappresentazione aggi-randosi per la stazione delPassante Ferroviario, mentreun’orchestra di tre elementiverrà trasportata su un carrel-lino.«Come la Via Crucis ha le suestazioni, anche La Passionenel Passante sarà itinerante.Quello che voleva sottolineareBach con questa composizio-ne è l’umanità di Gesù, chesuscitava compassione nel po-polo: per questo motivo inserìdei pezzi corali molto sempliciper il pubblico. Noi abbiamo

deciso di conservare questecantate e di invitare gli spet-tatori a eseguirle durante lospettacolo: chi lo vorrà, infatti,potrà partecipare alle proveper studiare i brani con noi».La Catastròfa, che andrà inscena il primo di maggio, saràuna cantata profana tratta daun libro del giornalista Paolodi Stefano e musicata da EttaScollo, durante la quale LaDual Band darà voce al coro.«Il tema della rappresentazio-ne, infatti, sarà il disastro diMarcinelle avvenuto nel 1956,che vide la morte di duecen-tosessantadue minatori italia-ni: ci interessa molto l’aspettosociale del teatro». Si prospet-ta, quindi, una seconda partedi stagione teatrale innovativae originale… proprio come IlCielo sotto Milano.

Valentina Geminiani

L’Ippogrifo ha preso il volo: il “secondo tempo” de Il Cielo sotto Milano

Mariano Congiu ci ha accoltocon grande cortesia un paiodi mesi fa nella sua casa di

Milano: sul tavolo aveva raccolto ungran numero di giornali, periodici,libri, tavole pubblicitarie, pagine diquiz ed enigmistica che illustravanola sua lunga carriera di illustratore evignettista. Mancava tuttavia qual-cosa, e per questo ha voluto affidarcii suoi ricordi più lontani, raccontaticol cuore e buttati giù in alcune pa-gine autobiografiche dal titolo “Dia-rio agitato di un cartoonist” a cui fac-ciamo riferimento. Mariano Congiu nasce nel 1928 a In-gurtosu, un paese cresciuto attornoall’attività estrattiva di piombo, zincoe argento e ora completamente ab-bondonato, in provincia di Arbus, inSardegna. E questa è la sua storia.La sua famiglia era costituita da ma-dre, sei figli di cui Mariano era l’ul-timo, e un integerrimo padre che ave-va ottenuto nel 1930 la responsabilitàdell’Ufficio postale di Làconi in pro-vincia di Nuoro. La sede, particolareinquietante, aveva nel seminterratodei locali adibiti a camere di sicurez-za per malavitosi locali. Non erachiaro chi e perché venissero lì rin-chiusi in una sede aperta al pubblico. Ma la vitascorreva tranquilla. Il padre con il suo lavoroavrebbe garantito alla famiglia buone condi-zioni economiche e il futuro dei suoi figli. Al-cuni mesi dopo però una persona di famigliafu minacciata e da quel momento icarabinieri presidiarono la casa diabitazione. Il padre per il timore chei propri familiari dovessero subireatti pregiudizievoli della loro inco-lumità avviò immediatamente la ri-chiesta di trasferimento per la Lom-bardia. L’episodio sarà determinanteper tutti, per il padre in particolare,che patì lo sradicamento dalla suaterra non per sua scelta.La famiglia nel ’37 è definitivamen-te a Milano. Mariano con il fratello Aldo giocaa pallone e insieme sognano di de-dicarsi al giornalismo per impor-tanti periodici sportivi.Ma i sogni nel cassetto per il mo-mento restano abbandonati per loscoppio della guerra.Nel dopoguerra nascono nuove op-portunità da cogliere, dei progettida realizzare secondo le proprie at-titudini e i propri desideri e Marianocollabora con la Gazzetta dellosport, nel supplemento umoristicoIl Cacciavite, a Calcio Illustrato,Milano-sera e il Corriere Lombar-do, a cui seguono nel 1950 lo SportIllustrato e Sport. Nel 1954 Aldo e Mariano fondanoun giornale sportivo inizialmentemensile, dal nome Occhio accom-pagnato dal supplemento Enciclo-

pedia del ciclismo e motociclismo. Il mercatodella stampa però molto dinamico e di largoconsumo è occupato da grandi editori che in-vestono mezzi economici nella produzione enella distribuzione, decisi a non cedere quote

di mercato. La pubblicazione cessapertanto dopo un’esperienza durata unanno. Il 1954 è l’anno dell’introduzione dellatelevisione in Italia. Tutto o quasi cam-bia. Si dice che fatta l’Italia, la televi-sione ha fatto gli Italiani. Di fatto gliItaliani si appassionano al mezzo te-levisivo a tal punto da privilegiarel’acquisto di un televisore a un frigo-rifero. Attraverso la televisione gli Ita-liani si aprono al mondo ascoltando evedendo in diretta gli avvenimenti at-traverso le telecronache di storici ebravissimi giornalisti e cronisti. L’im-patto fu molto grande e lo sport feceda collante a uomini diversi per origi-ne e culture distanti sul piano geogra-fico che si ritrovarono a tifare unani-memente per le squadre nazionali, inprimo luogo ciclismo e calcio.Vorremmo parlare di quegli anni comece ne parla Mariano Congiu, semprepresente ai traguardi delle gare di Cop-pi e Bartali o sui campi di calcio o sul-le tribune del trotto di San Siro, matutto è già presente nelle sue vignettee nelle sue tavole a fumetti, e forse èdifficile essere altrettanto efficaci. Mariano Congiu entra quindi a far par-te della redazione di Telesport, in onda

il lunedì in prima serata. Illustra a fumetti iMondiali di Calcio del 1978 in Argentina, cre-ando il personaggio simbolo, la mascotte ilGauchito. Appartengono poi alla storia, all’epi-ca direi, i Mondiali di Spagna vinti dall’Italia

a Madrid nel 1982, vissuti da Mariano suglispalti.Ultimo passaggio della sua carriera professio-nale è l’ingresso in Mondadori come graficoimpaginatore di Panorama.Attraverso questo percorso abbiamo potuto co-noscere il segno della sua matita nitido e im-mediatamente comunicativo. Il suo sguardo èironico, fresco e divertente ed è in grado di fis-sare in pochi tratti le situazioni più diverse, i

nostri stati d’animo e le no-stre emozioni: pensiamo alledivertenti e un po’ insolentiscenette colte al volo, o den-tro casa, che ci vedono senzaschermi, come davanti ad unafinestra aperta. Nello sportMariano Congiu porta il suopensiero libero e apparente-mente dissacrante di chi sientusiasma da tifoso ma so-prattutto da sportivo, sempli-cemente, senza schemi pre-concetti o miti preconfezio-nati. E a questa serie appar-tengono le numerose carica-ture di personaggi della no-stra storia, ripresi con quellagiusta dose di “carattere” cheognuno, volente o nolente, siporta dietro.È certo che Mariano Congiuci abbia accompagnato attra-verso i cambiamenti di men-talità e di costume dei moltiaspetti della nostra società eche molto abbia ancora daraccontare. Lasciamo quindi aperto ilcampo alle sue avventurosestorie e salutiamo Mariano,chino sulla scrivania con lamatita in mano.

Vanda Aleni

Mariano Congiu, un vignettista che lascia il segno

1982, Bearzot

1953, nella casa di Finale Ligure di Coppi

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marzo 2018 11

Lo scorso 10 febbraio nelnostro municipio si è te-nuta la seconda prova

del circuito MILANO NEIPARCHI 2018, appuntamentosportivo aperto a tutti. La ma-nifestazione si è svolta nellasplendida cornice del parcoForlanini, benevolmente ba-ciato da un gradevole sole in-vernale che ha esaltato le bel-lezze naturali del luogo.L’evento è diventato ormaiuna piacevole tradizione dellanostra città, che lo accoglieper la tredicesima volta conl’obiettivo dichiarato - sempreraggiunto finora - di valoriz-zare gli spazi verdi meneghinie di avvicinare i più giovanialle meraviglie verdi del no-stro territorio urbano. Lo stru-mento per fare ciò è l’Orien-teering, la corsa sportiva ami-ca della natura. Quest’annol’ASD Unione Lombarda haproposto una formula di ap-proccio particolarmente ap-prezzata dai partecipanti perla sua semplicità: solo 1 eurodi quota di partecipazione eiscrizioni il giorno stesso dellagara, quindi senza il rischio diiscriversi a un evento poi an-nullato per il maltempo o im-previsti vari, con partenze li-bere e percorsi adatti alle ca-pacità di ogni età sia sul pianoatletico sia su quello del-l’orientamento nella natura. I

numeri della giornata sono in-dicativi del crescente interesseverso questo genere di attivitàsportiva sia di famiglie sia digiovani scolaresche, semprecapitanate dai propri insegnan-ti nel ruolo di mentori: 110 uo-mini e 113 donne per 223 par-tecipanti complessivi, di cui154 studenti di sette scuolemilanesi più 37 atleti tesseratiFISO (Federazione ItalianaSport Orientamento – ndr) eatleti di 9 società sportive af-

filiate alla stessa federazione;oltre a circa 170 bambini al se-guito. Numeri di tutto rispetto,dunque, soprattutto per unevento all’aria aperta senzauna particolare promozionepubblicitaria di supporto, se-condo i rigidi dettami dei re-

golamenti tecnici federali per-ché “rimane una manifestazio-ne ludica e leggera (ovverosenza obbligo di certificazionemedica e di tessera associativaASD)” come ci tiene a sotto-lineare Dario Galbusera, pre-sidente dell’Unione Lombardaa cui abbiamo rivolto alcunedomande.Presidente Galbusera, comevede le prospettive del-l’Orienteering in Lombardiae, in generale, in Italia?

«In Italia il movimento spor-tivo è in evoluzione e in cre-scita costante; in Lombardia,nonostante il nutrito calenda-rio delle gare a tutti i livelli,da quelle agonistiche a quellepromozionali - di cui fa partela manifestazione MILANO

NEI PARCHI -, la partecipa-zione dopo qualche anno didecrescita è in leggero aumen-to, soprattutto a livello giova-nile. E questo ci fa molto bensperare per il futuro».Rispetto al passato cosa ècambiato?«Fin dalle prime edizioni dellaMILANO NEI PARCHI i “nu-meri” della partecipazione so-no sempre stati importanti,l’interesse e la richiesta daparte dei partecipanti non ca-la».Qual è l’obiettivo che vi pre-figgete con MILANO NEIPARCHI?«La manifestazione ha qualeobiettivo la valorizzazione de-gli spazi verdi presenti a Mi-lano, veri e propri impiantisportivi all’aperto, attraversoil coinvolgimento del tessutocittadino e delle scuole invi-tate a riappropriarsi in modoattivo ed efficace di alcuni deiparchi presenti sul territoriomilanese; i numeri relativi allapartecipazione ci confermanol’interesse sia di famiglie e cit-tadini sia delle scuole guidatedei propri insegnanti».

Alberto Tufano

ASD Unione Lombarda www.unionelombarda.it www.fisolombardia.it

www.orienteering-lombardia.it

Sport, famiglie e tanto verde: parchi valorizzati dall’Orienteering

Mens sana in corpore sano

Foto tratta da /onedrive.live.com

In via Boncompagni 57,sullo stesso cortile dove siaffaccia Lascia la Scia (che

vi abbiamo presentato nelloscorso numero di QUATTRO)e dove fino a poco tempo faerano ancora visibili i binariche portavano le materie pri-me dal vicino scalo di Rogo-

redo all’interno della AngeloGavazzi e figli per la produ-zione della colla e del sapone,troviamo Vectorealism. Questainnovativa e pulsante realtà èun service di fabbricazione di-gitale che permette a profes-sionisti del settore, ma anchea semplici appassionati di rea-lizzare qualsiasi oggetto fisiconei materiali che preferiscono,ma non solo. Infatti è ancheun FabLab, ovvero un luogoin cui chiunque può accederee sviluppare i propri progettiusando le tecnologie presenti,accompagnati dalle competen-ze e dall’esperienza maturatadallo staff di Vectorealism.Eleonora e Marco hanno datovita a quest’avventura nel2009, lei dopo un percorso distudi in design industriale aGenova; lui dopo la laurea in

sociologia e una prima espe-rienza professionale in consu-lenza di direzione. Entrambiavevano come obiettivo quellodi rendere ‘democratico’ l’usodi tecnologie come il taglio la-ser, la stampante 3D e la fre-satura CNC, fino ad alloraproprie solo di un mondo in-

dustriale e per gli addetti ai la-vori. Tutto si realizza in brevetempo attraverso il sito sulquale viene caricata l’imma-gine dell’oggetto che si desi-dera realizzare; un particolaresoftware controlla che da unpunto di vista tecnico l’imma-gine sia riconosciuta dal tagliolaser in modo da procederecon la realizzazione, previo ul-timo controllo manuale inter-no. Si possono scegliere di-mensioni e materiali (plexi-glass in molte varianti colore,legno, tessuti, cartone e pelle)ed avere una valutazione intempo reale dell’importo dispesa da sostenere. Non c’ènessun costo per l’impianto,né una quantità minima da or-dinare; il prodotto finito puòessere ritirato direttamente insede o inviato tramite spedi-

zione. Le richieste principal-mente arrivano dall’Italia, inprimis da Milano e dall’Euro-pa, dove i clienti, trovanosempre la disponibilità imme-diata dei materiali. Le tipolo-gie degli ordini sono varie ediversificate: dalla produzioneone shot di un regalo per una

occasione partico-lare; ai prototipiper le aziende; aimodelli vari di ar-chitettura sino aglioggetti finiti dicomplemento diarredo; agli allesti-menti per locali eper mostre; ai kitper costruire ‘incasa’ le stampanti3D. Ma Vectorea-lism propone an-che una serie diprodotti realizzaticon il laser o con lastampante 3D eideati internamen-te, come ad esem-

pio Beamaps: una serie dimappe di capitali europee emondiali in legno o in acrilicocolorato, con dimensioni ascelta. Il sistema integrato conGoogle maps permette di sce-gliere e selezionare anche lazona specifica che si vuolestampare mettendo in eviden-za strade, direttrici e vie dellacittà che si sceglie. Perché infondo, come ci ricorda ItaloCalvino, “la città non dice ilsuo passato, lo contiene comele linee d’una mano, scrittonegli spigoli delle vie, nellegriglie delle finestre, negliscorrimano delle scale, nelleantenne dei parafulmini, nelleaste delle bandiere, ogni seg-mento rigato a sua volta digraffi, seghettature, intagli,svirgole.”

Azzurra Sorbi

VectorealismTrasformare idee in oggetti reali

Periferia sud-est di Mila-no. Vaste aree ex-indu-striali. Capannoni ab-

bandonati che a poco a pocoriacquistano una seconda vitagrazie a un fermento urbani-stico che da anni sta interes-sando aree cittadine conside-rate – probabilmente a torto –marginali. Perché ciò accada,tuttavia, ci vuole coraggio, im-maginazione e, naturalmente,qualche soldo da investire!Nell’ultimo giorno di gennaioè stata così presentata al pub-blico l’ultima novità nel com-plesso industriale ex Pirelli divia Caviglia 3 (strada parallelaa via Toffetti) ove già esistonol’Istituto Italiano di Fotografia,studi professionali e laboratori. Si tratta del Teico-sLab, la nuova sedeoperativa di TeicosGroup, un’impresa dicostruzioni specializ-zata in interventi diriqualificazione ener-getica e di recuperodel patrimonio edili-zio esistente.Non ne parleremmo,se non fosse che laTeicos è uno deiprincipali soggetticoinvolti nel progettoeuropeo Sharing Ci-ties, che già vi abbia-mo presentato sulnumero di QUAT-TRO del dicembrescorso. Inoltre un ul-teriore motivo di in-teresse consiste nelfatto che Teicos Group – coe-rentemente con la sua filosofiaaziendale – ha ristrutturatol’ex capannone con criteriavanzati di risparmio energe-tico (tecnologia NZEB, cioè a“energia quasi zero”), tantoche ora l’edificio è classificatoin classe A4+.

Durante l’inaugurazione Ce-cilia Hugony (CEO di Teicos)e Margherita Lusvardi (pro-gettista) hanno illustrato le ca-ratteristiche tecniche e strut-turali dell’edificio, nonché lesoluzioni adottate per mini-mizzare le emissioni di gasserra (per compensare la pro-duzione annua di CO2 sarebbeora sufficiente la piantumazio-ne di soli 11 alberi a fronte dei2514 necessari prima dell’in-tervento). A tal fine, oltre a unaefficiente coibentazione, il Tei-cosLab utilizza pannelli solariposizionati sulla copertura, unimpianto di climatizzazione apompa di calore e un sistemadi ventilazione meccanica peril recupero di calore dall’aria

estratta dagli ambienti di lavo-ro da cedere all’aria di rinno-vo. Il tutto in un grande openspace di circa 300 metri quadriove, sotto l’originaria strutturametallica del capannone, ma-teriali tradizionali si affiancanoa materiali tecnologici innova-tivi e dove i vasti volumi ver-

ticali sono stati sfruttati al me-glio con la realizzazione di unampio soppalco perimetrale. Arendere più gradevole l’am-biente di lavoro, poi – in unasorta di co-abitazione con ele-menti naturali – contribuisco-no le piante in idrocoltura di-stribuite un po’ ovunque neglispazi disponibili.Teicos Group, che dalla suanascita nel 1995 ha già cam-biato sede più volte a seguitodella sua crescita aziendale, ri-parte ora da questo edificioconfortevole e “sostenibile”per proseguire la sua attivitànel settore dell’edilizia rigene-rativa. In particolare prose-guendo nel già citato progettoSharing Cities, nell’ambito del

quale si stanno sperimentando– nei condomini interessati da-gli interventi di riqualificazio-ne – forme di co-progettazionepartecipata assieme agli inqui-lini coinvolti. Ma questa èun’altra storia e presto ne ri-parleremo.

Francesco Pustorino

TEICOSLABNuova sede green per Teicos Group

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12 marzo 2018

ORIZZONTALI1. Il fiume del Municipio 4 – Una piazza del Mu-

nicipio 42. Bagna Monaco di Baviera - Fu presidente della

Repubblica 3. Via parallela a viale Corsica - Verbania in auto4. Rancorosi - Simbolo dell'iridio5. Borgo del Municipio 4 - Antiche divinità ger-

maniche6. Via traversa di corso Lodi7. Vitaliano, scrittore italiano - Marcelo, ex ten-

nista cileno8. Viene detto anche “Monte di Pietà”9. Andato - A loro è dedicata la loggia di piazza

Mercanti

VERTICALI1. Il labbro inglese - I denti della forchetta2. Lo richiedono i profughi - Il musquè ha pelliccia pregiata3. Via al confine tra Municipio 4 e comune di San Donato4. Abile, capace - Iniziali dell'attore Cage5. Via traversa di via Salomone6. Lavori - Il nome della poetessa Negri7. Lo furono la popolazione istriana e quella giuliano-dal-

mata8. Personaggio de “I Promessi Sposi” - Due romani9. Iniziali della Tebaldi - Bagna Casale Monferrato10. Antico precettore - Un materiale ceramico 11. Iniziali dell'attore Nolte - Il nome dell'artista Sassu12. Operazioni aritmetiche13. Vivaci, frizzanti

1931. SOLUZIONE

nr. 193

1941. PAROLE CROCIATE A SCHEMA LIBERO (Riccardo Tammaro)

ENI4MISTICAA cura della Fondazione Milano Policroma

Episodio 12: la tenuta di Repu B. BlicaTrafelati dalla corsa forsennata guidata da Miss Ori, finalmente giun-gete alla tenuta di Repu B. Blica, che si estende a perdita d’occhioa partire da una cascina color giallo canarino: sterminati campi col-

tivati, pascoli verdeggianti popolati da ogni tipo di animale e diversi capannoni per lavorarele materie prime sono solo alcune delle proprietà che si possono scorgere.

Seguite la bionda guerriera fino alla soglia del casolare brillante, ma prima che possiatebussare la porta si spalanca e uno degli incappucciati vi si para davanti: “Sapevo che miavreste seguito fino a qui, come siete prevedibili… In guardia, Miss Ori!”. Venite scaraventativia da qualche energia misteriosamente potente, mentre la valorosa combattente affrontail malvagio vestito di nero.

Prima che possiate aiutarla, sentite sussurrare “Pssst, da questa parte!”. Vi voltate e vedeteche quello che appariva come un enorme masso è in realtà la porta di un passaggio segretodal quale sbuca un uomo di mezza età dai folti baffi arancioni e dal cappello di paglia. “Ve-nite: Miss Ori se la caverà, ma voi avete una missione da portare a termine prima possibile.Seguitemi: conosco una scorciatoia per la prossima tappa.”

Seguite l’uomo e vi trovate all’inizio di un lunghissimo tunnel. “Io sono Repu B. Blica, misono nascosto quando ho visto arrivare quel manigoldo incappucciato. Miss Ori mi cercavaperché sa che ho sempre fornito io la F.S al paladino Sdo. la fruttura succosa che gli donainvulnerabilità. Venite: forse nel villaggio dove viene prodotto questo alimento avrannoqualche informazione.” e iniziate a percorrere il corridoio.

Pagina Facebook: Suggestioni (@suggestioni) #LAvventodiSdo Sito Web: www.suggestioni2017.wordpress.com

Valentina Geminiani

L’Avvento di Sdo

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

Fra i possibili ospiti delle nostre abitazioni,seppur non molto frequente, può capitaredi trovare, nascosto e schivo, un piccolo

coleottero. Il Tenebrione mugnaio o Verme dellafarina (Tenebrio molitor) è unaspecie che spesso si ritrova neidepositi di farina e nelle case dicampagna. Con i suoi quasi 2centimetri di lunghezza, il Te-nebrione può diventare infestan-te per le industrie alimentari,meno per le abitazioni, dovenon esistono veri e propri depo-siti. Diffuso in tutto il mondo, è di corporaturaovale allungata e di colore generalmente brunoscuro. Altro elemento che ci dà evidenza di unasua eventuale presenza sono le larve, vermi-

formi e brunicce, note anche come vermi dellafarina. Al di là di un istintivo disgusto che ca-ratterizza noi cittadini, in realtà tali larve, chepossono raggiungere anche i 3 centimetri, sono

molto apprezzate sia da pesciche dagli uccelli e per questo sene fa largo uso sia nella pescache nell’alimentazione degli uc-cellini domestici. Il coleotteroadulto tende a rifuggire la lucee comunemente si annida neglianfratti, dunque è difficile davedere in attività. Infine, il con-

siglio è sempre di controllare le proprie riservedi farine e di non lasciarle per troppo tempoinutilizzate. Sia mai che faccia la sua comparsail temibile…Tenebrione mugnaio.

Non è farina del nostro sacco!

Nel dir comune il termine “ri-fugio antiaereo” richiama su-bito l’attenzione del lettore

verso quel luogo dove le persone, alsuono di una sirena, si rintanavanoprecipitosamente per proteggersi daibombardamenti cui erano sottopostii centri abitati durante le guerre. Madal punto di vista legislativo italianoi locali antiaerei erano ufficialmentechiamati “ricoveri” in quanto si rite-neva che il termine “rifugio” potesseingenerare nella popolazione mag-giori preoccupazioni e ripercussioninegative sul morale della gente, giàsottoposta a stress bellico. Anchequesto faceva parte della propaganda.Tuttavia nella letteratura specifica idue termini sono ugualmente utiliz-zati, differenziandosi solo se la do-cumentazione richiamata è riferitaalla parlata volgare (rifugio) o a quel-la tecnica e istituzionale (ricovero).Il legislatore, memore dell’esperienzaacquisita nel primo conflitto mondia-le (1915-1918), consapevole che, intermini militari, il dominio dei cieliera un aspetto importante e strategicoper il risultato finale del conflitto, nel1928 decise di formulare un primodocumento in materia. Fu così stabi-lito che la difesa del territorio delloStato dovesse essere suddivisa fra“difesa attiva” (azioni e mezzi mili-tari), di competenza del Ministerodella Guerra, e “difesa passiva” dicompetenza prima del Ministero de-gli Interni e poi delle Prefetture. Ècosì emanato il “Regolamento per ladifesa passiva contro-aerei sul Terri-torio Nazionale” che individua duetipi di provvedimenti: di natura prov-visoria (allarme, oscuramento, sfol-lamento), di natura permanente (in-frastrutture antiaeree). Tra il 1930 e

il 1933 sono altresì emanate, oltre al-le procedure comportamentali in casodi sfollamento, anche i parametri ele istruzioni tecniche per l’ediliziaspecifica (resistenza allo scoppio, nu-mero di locali, accessi, ermeticità,impianti antigas,ecc.) e il contestourbanistico da considerare. Nel 1935 il Comune di Milano ese-guì in piazza Ascoli la costruzionepilota del primo ricovero antiaereo

ad uso pubblico. Era in grado di ospi-tare una trentina di persone e fu lo-calizzato nell’edificio che in seguitodivenne la sede dell’Istituto magi-strale Virgilio. Il DL 2121 del 24 set-tembre 1936 stabiliva altresì l’obbli-gatorietà della presenza di unricovero antiaereo in tutti gliedifici pubblici e privati dinuova costruzione. Ne saran-no costruiti in tutta Milanoben 135, generalmente construtture sotterranee, dotatedi ventilazione interna, garan-tita da appositi macchinaridotati di elementi filtranti, econ più locali compartimen-tati, in modo che non tutti glioccupanti fossero sottopostiagli effetti della eventuale de-flagrazione. Ad essi si uniro-no un gran numero di ricovericostruiti “in economia”, ossiagli scantinati semplicementeadattati, generalmente sottole vecchie abitazioni e i co-siddetti “ricoveri di fortuna”che prevedevano solamentetravi in legno per puntellarela volta delle cantine. All’allestimento immediato di questeparticolari costruzioni furono inte-ressati tutti i grandi complessi indu-striali di interesse strategico premi-nente e tra questi rientravano le in-frastrutture dei trasporti cittadini, de-positi e officine. Non a caso quandoiniziarono i bombardamenti nell’areamilanese i depositi dell’AziendaTranviaria subirono pesanti danni siaalle infrastrutture che ai mezzi di tra-sporto. Nel numero 161 di dicembre 2014 (esuccessivi) di QUATTRO è stato de-scritto il deposito/officina ATM di

viale Molise. Costruito nel 1937,questo edificio presenta, in una partedegli scantinati che insistono lungovia Lombroso, una serie di locali ap-positamente adibiti a ricovero antiae-reo ad uso del personale aziendale

presente in quella fascia oraria di la-voro e, alla bisogna, anche per i civiliche si trovassero a transitare in quelfrangente. Il progetto del manufattoè stato realizzato dal Reparto Fab-bricati dell’Azienda Tranviaria Mu-nicipale, una unità specializzata incostruzioni e manutenzioni civili co-stituitasi in origine quando venne isti-tuito l’Ufficio Tranviario Municipaledel Comune di Milano, in seguito in-camerato nell’azienda speciale e poiATM. L’opera fu posta al vaglio delRegio Politecnico di Milano e delcompetente Ministero della Guerra,

indi realizzato dall’impresa edile Do-menico Castiglioni, la stessa che ave-va costruito anni addietro l’OfficinaGenerale Tranviaria di via Teodosioe ristrutturato il deposito tranviarioTicinese.

La sua ubicazione, fatto riferimentoall’interno del deposito, era indivi-duata alla destra del portone princi-pale, angolo viale Molise con viaLombroso, dove transitavano in usci-ta i mezzi pubblici. L’accesso era ga-rantito da una rampa di scale (diecigradini) e la sua progettazione/co-struzione prevedeva un utilizzo inmodalità “ermetica”, con la presenzadi porte blindate antigas, ma le ca-ratteristiche costruttive le esamine-remo nella prossima puntata.

Gianni Pola

Il ricovero antiaereo del deposito Molise/1

Ubicazione ricovero antiaereo nel deposito ATM di viale Molise (disegno trattodal libro “Dall’Omnibus alla Metropolitana” di F. Ogliari)La scala d'accesso al ricovero an-

tiaereo del deposito ATM di vialeMolise (foto in occasione del-l’evento “ATM Porte Aperte a Mo-lise nel 2011)

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marzo 2018 13

Presentata di recenteun’iniziativa che interes-serà il Parco Alessandri-

ni, su proposta della sezionemilanese di Architetti SenzaFrontiere. A fornire tutti i det-tagli per i lettori di QUAT-TRO sono state Anna Ronchie Silvia Nessi, a nome dellaOnlus di cui la seconda è vi-cepresidente. Il piano, giuntoormai alla fase realizzativa,prevede prima dell’estate l’in-stallazione all’interno del par-co di una struttura lignea (dicirca 50 metri quadrati), pen-sata come luogo d’incontro edi scambio tra la comunità dinomadi alloggiati nel campodi via Bonfadini e i residentidelle aree limitrofe. A Milanogià da tempo la FondazionePadri Somaschi è attiva nellagestione di alcuni spazi auto-rizzati per Rom e Sinti stan-ziali: per questo, è stata lastessa organizzazione a intro-durre con finalità di custodiasociale le incaricate di Archi-tetti Senza Frontiere (no-profitdalla storia ventennale, in retecon i propri omologhi interna-zionali) presso quel triangolo

di strutture abitative sistematetra i binari che portano a Ro-goredo. L’intento è stato quel-lo di prendersi cura di una sor-ta di “città parallela”, come ineffetti l’insediamento in que-stione può apparire. Dopoquesta prima presa in carico,le operatrici hanno provvedutoad avviare un dialogo diretto

soprattutto con le mamme e ibambini alloggiati all’internodel campo: a mano a mano,l’accoglienza reciproca ha evi-denziato quanto specie i più

piccoli – regolarmente iscrittialla scuola primaria di viaMonte Velino – soffrano dellascarsità di contatti con i propricoetanei. Così, in un’ottica disuperamento di questo vissutodi emarginazione, la squadradi Architetti senza Frontiereha lavorato in nome diun’apertura verso il resto del-

la città, in due direzioni. Conil supporto dei gruppi più pro-pensi al cambiamento, ha pre-so forma il progetto della “Bi-blioteca delle Relazioni”:

questo il nome della casettache dovrebbe presto fare lapropria comparsa tra il verdedi viale Puglie, in un luogo dipassaggio tra due anime com-plementari dello stesso insie-me metropolitano, per cuivincere diffidenza e ostilità èla sola strada verso un’inte-grazione possibile. Dopo l’ag-giudicazione nel 2015 dei fi-nanziamenti dalla Chiesa Val-dese - fondi dell’8 per milleerogati ad Architetti SenzaFrontiere tramite bando – siè iniziato a ipotizzare l’as-semblaggio di una costruzio-ne temporanea in cui i bam-bini del campo e quelli delcircondario possano incon-trarsi, conoscersi meglio, con-dividere momenti di scambioe di gioco. Dopo il parere po-sitivo del Comune di Milano(il via libera definitivo delSettore Parchi e Giardini do-vrebbe arrivare a breve), ilprogramma è stata esteso allaCasa della Carità (che ha ingestione il Centro di Acco-glienza Temporanea di viaSacile, la cui utenza sarà in-vitata a fruire di questa spe-

ciale biblioteca) e a VitalityOnlus, ente specializzatonell’accompagnamento pro-fessionale, chiamato a coin-volgere una rappresentanzamista di genitori. La prospet-tiva è infatti quella di renderegodibile questo spazio-pontenon solo dai bambini, ma an-che dalle loro mamme (e pa-pà), con l’obiettivo di intes-sere qualche forma di sussi-diarietà vicendevole. Oltre allegno, il piccolo padiglionesarà composto da materiali direcupero come serramenti di-smessi dai cantieri edili, conla collaborazione tecnica dialcuni studenti di Architetturadel Politecnico, partner di Ar-chitetti Senza Frontiere peraltri progetti nell’ambito delterzo settore. Oltre agli inter-venti sul locale, infatti, l’As-sociazione opera in Paesi terziper la promozione di operearchitettoniche mirate allosviluppo delle realtà più svan-taggiate, con un lavoro sulsenso di identità e l’empower-ment di chi quei territori li vi-ve quotidianamente. Due anniè la durata concordata con il

Comune per la permanenzadella struttura nel parco; duesono anche gli ambienti in cuiquesta dovrebbe essere sud-divisa (uno più raccolto, im-maginato per la lettura, e l’al-tro adibito al doposcuola e alleattività laboratoriali). Per ilmontaggio e la futura messa inposa è stato richiesto l’apportodi tutti i soggetti interessati.Infine, non è mancato l’appog-gio del Consiglio di Municipiodei Ragazzi e delle Ragazze:alcuni degli under 14 eletti perquesto organo consultivo zo-nale potrebbero farsi amba-sciatori di tutta l’impresa, nellasperanza che sempre più gio-vanissimi possano prendereparte alla sua concretizzazione.Si è già svolto il primo dei ri-trovi in cui una ventina di pre-adolescenti ha potuto racco-gliere le proprie aspettative cir-ca un luogo dall’alto valoresimbolico. All’orizzonte, an-che una parata itinerante e unmomento di festa in giro per ilquartiere: come sempre, pertutti gli aggiornamenti c’èQUATTRO.

E. R.

Biblioteca delle Relazioni al Parco Alessandrini: architetti al lavoro per una città senza frontiere

L’ex stabilimento SAFAdi via Tertulliano 70continua a sorprende-

re: riconvertito a partire daiprimi anni Duemila in un di-stretto di arte, creatività e ar-tigianato, è da tempo ricono-sciuto non solo per la presenzaal suo interno dello SpazioAvirex Tertulliano, ma ancheper le tante realtà associativee imprenditoriali che vi opera-no. È questo il caso di Dotdot-dot, studio di design multidi-sciplinare inaugurato nel 2004proprio in uno degli edifici checompongono l’area. L’idea deifondatori è stata quella di in-tegrare architettura, arte, filo-sofia, tecniche digitali e nuovimedia, in un connubio di com-petenze trasversali che ha neltempo portato al concretizzarsidi decine di progetti apprezzatiper l’interazione, l’immersivitàe l’alto tasso emozionale cheli contraddistinguono. Questoaccanto ad allestimenti espo-sitivi e a sistemi integrati nel

quadro delle “città intelligenti”che nel superamento di qual-sivoglia steccato disciplinarehanno trovato i propri motiviispiratori, con un tocco di ori-ginalità e anticonvenzionali-smo. Per il gruppo di lavoro la

fortuna non ha esitato a vol-gere nella giusta direzione: co-me ha confermato a QUAT-TRO Giovanna Gardi, una de-gli apripista dell’iniziativa,quella che è nata come unapiccola Srl vanta oggi un am-pio portfolio di committenzepubbliche e private, in un dia-logo costante con alcune dellepiù stimate istituzioni culturalidel Paese e i grandi nomi del-l’industria nazionale (e non so-lo). Il filo rosso è il raccontodi un marchio (o di un tema)attraverso modalità e formatiche, lontani dai binari dellaveicolazione pubblicitaria ca-nonica, chiamano in causa ipropri fruitori mediante un ap-proccio conoscitivo-esperien-ziale che non si limita alle me-re finalità commerciali. È in questo spirito che nel2014 è nato Opendot: si trattaformalmente di un “FabLab”- aperto e inclusivo - in cui ri-cerca, open innovation e pro-totipazione sono di casa. I fa-

brication laboratory sono of-ficine che offrono servizi per-sonalizzati di creazione digi-tale: comparsi al MIT in Mas-sachusetts all’inizio del nuovomillennio e rapidamente svi-luppatisi in ogni dove, permet-

tono ai propri utenti diconvertire le informazio-ni in oggetti, mettendo incomune una serie di stru-mentazioni computeriz-zate così che chiunquesia dotato di un minimodi abilità tecniche possarealizzare in proprio e inun regime di semi-auto-matismo un’ampia gam-ma di manufatti. Il mo-dello di sostenibilità chesottende questi contestiè pienamente in lineacon i pilastri della neweconomy, quella cheguarda alla condivisionee all’open source come aun’alternativa alla produzionedi massa. Innovare e progetta-re il nuovo è il lievito (e l’os-sessione) di questo hub di spe-rimentazione tecnologica:Opendot conta oggi centinaiadi associati per i quali, a frontedi un’iscrizione minima di 20€all’anno, varcare la soglia diuno spazio dalle innumerevoli

risorse diviene in primisun’opportunità di sviluppoprofessionale, ma ancheun’occasione di accrescimentodel sé secondo le correnti dipensiero del do it yourself edel learning by doing.

Il laboratorio si compone di di-verse aree dedicate alla fale-gnameria, alle macchine a con-trollo numerico e all’elettroni-ca: tra le attrezzature di ultimagenerazione di cui si può di-sporre, il vinyl cut, tre frese (dicui una di ampie dimensioni),la stampante 3D, il taglio lasere altri plotter, oltre a una spe-ciale ricamatrice. Una vera epropria oasi per i “progettistidel fare 2.0”, dotata di un si-stema di (cripto)-valuta internache ha nel “dot” la propria uni-tà monetaria: oltre alla quotaannuale, infatti, vige una tarif-fazione aggiuntiva per l’impie-go delle apparecchiature piùcomplesse. Ecco che i “dot”finiscono con il riconoscerevalore a chi frequenta il labo-ratorio, “funzionando anchecome crediti interni”, spiegaEnrico Bassi, il responsabiledel FabLab, per poi aggiunge-re che il tutto è stato pensato“per chi ha più tempo che de-naro”. Tradotto: collaborandoper alcuni dei progetti affidatialla direzione strategica diDotdotdot si può acquisire untesoretto virtuale da spendereper l’utilizzo dei macchinariall’interno delle stesse mura.Per ciò che riguarda le linee diintervento, il cuore delle atti-vità di Opendot è costituitodalle applicazioni nei campidell’infanzia, della disabilità edell’Internet delle cose, a te-

stimonianza di uno spiccatoimpegno sociale che lo studioha abbracciato fin dalle origini:sono soprattutto dispositivimedicali e di supporto a per-sone con fragilità psico-fisichea rappresentare il motivo di or-goglio di questa realtà. Lacreazione di qualcosa che an-cora non esiste, così, può av-venire grazie al coinvolgimen-to diretto di medici, terapisti efamiglie dei soggetti in diffi-coltà: è questo il caso, adesempio, di una gamma di ac-cessori che favoriscono l’im-pugno della penna per tutti co-loro che sono vittima di di-sfunzioni motorie, della lineadi pupazzi “Dotti”, elaboratadalla fantasia dei più piccoli,o della “bicicletta di Lorenzo”,su misura di un bambino affet-to da una serie di complicazio-ni neurologiche e tanto impa-ziente di pedalare come i pro-pri coetanei. Se è vero che per progettare ilnuovo “non serve nessuna lau-rea specifica”, ma basta il “sa-per fare”, come viene più volteripetuto nel corso dell’intervi-sta, la formazione è un altrodei cardini di Opendot: le for-mule sono molteplici, dalle in-troduzioni del martedì sera cheabilitano all’uso dei macchi-nari (gratuiti per tutti gli asso-ciati), ai corsi base di una gior-nata, fino ai workshop più in-tensivi o ai cicli di seminari.

Opendot è anche eroga-tore, per conto del Co-mune di Milano e all’in-terno del programma“MI-Generation Lab”, diun percorso riservato auna ventina di inoccupatiunder 25 desiderosi di af-facciarsi al mondo dellafabbricazione digitale(maggiori dettagli nelbox qui sotto).Oggi è un continuo par-lare, talvolta a vanvera,di start up, innovazionee imprenditoria 2.0: conl’entusiasmo genuinoche vi si respira, Open-dot è davvero uno spazio

che prova a rendere la cono-scenza accessibile. Merito dichi l’ha concepito è stato quel-lo di tenersi lontani dai clichédel nerd cervellotico e ombro-so che disdegna le relazioniumane, in nome di una filoso-fia collaborativa che vede nellatecnologia una risorsa percambiare la cultura e le prati-che del sociale, a metà stradatra il volontariato e il più spie-tato capitalismo. Dot, dot, dot:i puntini sono il segno graficoforse più versatile che ci sia.Allusivi, sospensivi, prepara-tori, abbreviativi, ironici, omis-sivi…: agli inventori di doma-ni non resta che declinarli almeglio, magari in qualche tro-vata destinata a cambiare ilmondo.

Emiliano Rossi

Opendot e MI-Generation LabPercorso gratuito di fabbrica-zione digitale “Supergroup!”Quando: 11 settembre-11 ot-tobre 2018, 40 ore totali conappuntamenti bisettimanaliDove: via Tertulliano, 70Destinatari: giovani 18-25 anniche non studiano né lavorano(se non saltuariamente); richie-sti il possesso di un laptop euna minima conoscenza del-l’inglesePre-iscrizioni su www.mige-neration.it, info su ww.open-dotlab.it, tel. 02 36519890

Cercasi “progettisti del fare 2.0”:il laboratorio di Opendot tra ricerca e innovazione, con tutti i puntini che verranno…

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10 marzo

CHE FOM? SPETOM!Viandanze Teatro – Progetto e regia di Fau-stino Ghirardini

16 – 18 marzo

THE TEMPESTdi William ShakespeareRegia e adattamento di Anna ZapparoliPocket Theatre: il teatro inglese fatto in inglese

24 – 25 marzo

LA PASSIONE DI BACH NEL PASSANTEUn progetto di Beniamino Borciani - Produ-zione Dual Band

IL POLITEATROViale Lucania 18 – cell. 335 5376122

Sabato 10 marzo ore 21

Concerto rockFROM DARKNESS BACK 2 LIGHT

Sabato 17 ore 21 – domenica 18 marzo ore 16

FRANK SI NASCESpettacolo musicale

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - Tel. 02 36522916

Domenica 25 marzo ore 16

Teatro Oscar - DanzaTeatroALBERO DELLA VITACoreografie di Salvatore Guglielmo

Venerdì 6 e sabato 7 aprile ore 21

TRADIMENTI A CENTRAL PARKdi W. Allen - regia di Emanuele Drago

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

27 febbraio – 11 marzo

AMATI ENIGMIda Clotilde Margheri – uno spettacolo di econ Licia Maglietta

SPAZIO AVIREX TERTULLIANO

via Tertulliano 68 - tel. 02 49472369

8 - 11 marzo

M.A.D. – Mamme Adottive Disperate di Mariagrazia La Rosa con Paola Giacomet-ti, Dominique Evoli e Margó Volo - regia diPatricia Conti

15 - 25 marzo

FRIENDZONETesto finalista al premio Hystrio per le nuovedrammaturgie di scena 2016 - scritto e direttoda Jacopo M. Pagliari

6-8 aprile

I COLORI DEL VENTOScritto, diretto e interpretato da Cristina Sarti

TEATRO SILVESTRIANUMvia Maffei 29

24 marzo ore 21

EL DELITT DE VIA SPIGA Commedia brillante di Guido Bertini - Regiadi Felice Forcella

CINEMA TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli

Tel. 02 87281266 / 333.5730340

20 marzo ore 21

I marteDì del Delfino HAPPY MARY - LA MADONNA È FELICEdi Lorenzo Pieri, con Laura Magni. Regia diRoberto Lena

IL CIELO SOTTO MILANOPassante ferroviario di Porta Vittoria

Cell. 3404763017 / 3389648850

8 – 9 marzo ore 20.45

TI LASCIO PERCHÉ HO FINITO L'OSSITOCINAdi e con Giulia Pont; regia di Francesca Lo Bue

6 – 29 marzo Voci dal Sur

CITA A CIEGAS (Incontrarsi al buio) di Mario Diament – regia Andrée Ruth Sham-mah - con Gioele Dix

6 – 15 marzo

IDIOTA di Jordi Casanovaa – regia Roberto Rustioni

11 marzo

MOMENTI DI TRASCURABILE (IN)FELICITÀdi e con Francesco Piccolo

13 – 18 marzo Passione civile

HERMADA Strada privata di e con Renato Sarti – e conValentino Mannias

14 – 18 marzo

LA MONNALISTA di Lorenzo Vergani – con Alessandro Pazzi

17 – 25 marzo

IL BALLO da Irène Nèmirosky – ideato e interpretatoda Sonia Bergamasco

18 marzo

GANG BANKdi e con Gianluigi Paragone

25 marzo Per amore della poesia

Emanuele Severino pensa, Gabriele Lavia dice LEOPARDI

20 – 29 marzo

IL BAMBINO SOGNA di Hanoch Levin – regia Claudia della Setae Stefano Viali

2 – 11 aprile Percorso Ibsen

PEER GYNT (SUITE) di Henrik Ibsen – con Federica Fracassi e Lu-ca Micheletti

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel. 02 55181377

Fino all’11 marzo

HUMANdi Marco Baliani e Lella Costa - regia di Mar-co Baliani

14 - 25 marzo

DIO PLUTOdi Jurij Ferrini - Da Pluto di Aristofane

15 marzo ore 10.30

Kataklò Athletic Dance TheatrePLAYGROUNDIdeazione e direzione artistica Giulia Staccioli- con i danzatori di Kataklò Athletic DanceTheatre e allievi scelti di Accademia Kataklò.Con la partecipazione straordinaria di AndreaZorzi

19 marzo ore 20.30

Philippe DaverioHO FINALMENTE CAPITO L’EUROPAQuattro conferenze-spettacolo

TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE

via della Braida 6 – tel. 025462155www.teatrodellacontraddizione.it

15 – 18 marzo Serata Doppio SpettacoloGruppo ImProvvisorio NON VOGLIO NÉ COMANDARE NÉ UBBIDIREore 20.30DimitriCanessa BRUNO ore 22.15

22 – 25 marzo

Teatro Rebis e maicol&mircoSCARABOCCHIDrammaturgia e regia di Andrea Fazzini

5 - 8 aprile Serata DoppioSpettacoloLuigi Guaineri RESPIRO. FONOSFERA ore 20.30VUOTO PER PIENO ore 22.15

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544

1 - 11 marzo

CASA DI BAMBOLAdi Henrik Ibsen - adattamento e regia di Ro-berto Valerio

13 - 18 marzo

Maddalena Crippa inL’ALLEGRA VEDOVACafè chantant a cura di Bruno Stori e Mad-dalena Crippa

22 - 23 marzo

1927 – MONOLOGO QUANTISTICO di e con Gabriella Greison - regia di EmilioRusso

TEATRO COLLATEATRO SILVESTRIANUM

Via Maffei 29

10 – 18 marzo

LE AVVENTURE DI PINOCCHIOdi Carlo CollodiRepliche: sabato ore 16.30 e domenica ore15 + 17.30 - Prenotazioni tel. 0255211300

CINEMA TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli - Tel. 333.5730340

18 marzo ore 15.30

CAPITAN MUTANDAFilm

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - Tel. 02 36522916

Domenica 11 marzo e 8 aprile dalle 15.30

alle 18.30

Creattori (per un giorno) Dai 7 agli 11 anni - Prenotazione obbligatoriaa [email protected]

Sabato 17 marzo ore 16

Teatro Oscar DanzaTeatroIL GATTO CON GLI STIVALIRegia di Gabriella Foletto e Daniela MonicoDai 4 agli 8 anni.

PARCOLORATO DELLE MANI E DELLE IDEE

Via Lomellina 62– Cortile Bellomi – cell.3385412098

Appuntamenti mensili per tutte le etàSabato 10 marzo ore 10-11.30

COCCOLE e COLORI: Benvenuto signor gialloUn momento speciale dedicato a genitori efigli per giocare insieme immersi nella musicae nel colore. Adatto a bambini di 2-6 anni

Domenica 11 marzo ore 16-18

DOMENICHE IN FAMIGLIA: Dipingiamo i gufettiPer scoprire insieme gli uccelli notturni… epoi al lavoro riproducendo il disegno di unsimpatico gufo con la tecnica dello spolveroinsieme a mamma e/o papà. Adatto a bambinidai 6 anni in suPrenotazione obbligatoria [email protected] Per i lettori di Quattro un sconto speciale

del 20% presentando la rivista

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63 - tel. 02 55181377

18 marzo ore 11

Le FantadomenicheIL GATTO CON GLI STIVALI

14 marzo 2018

Fino al 3 giugno il Mudec di via Tortonaospita una grande mostra su Frida Kahlo:quadri, lettere, fotografie, persino un vi-

deo della grande artista messicana vissuta nellaprima metà del secolo scorso. Grande vita, lasua, complicata e triste quanto basta a renderlaimmortale e quasi leggendaria. Viveva nellasua casa Azul, in Messico, con il marito Diego,per cui provò un grande e tormentato amore.La pittura era tutto per lei, un modo per espri-mersi, sfogarsi,cercare di portarepace tra i propripensieri, tantoche non volle ab-bandonarla nem-meno in un lettod’ospedale. Frida, in questianni, è diventataoggetto di un vero fenomeno di massa, cheprobabilmente non le sarebbe nemmeno pia-ciuto: tutti si vogliono ispirare a lei, che è pro-tagonista di mostre, libri, fumetti, canzoni,persino di prodotti come vestiti, borse, diari. Ma come mai quest’artista, che fino a qualcheanno fa era considerata di nicchia, riscuoteora così grande successo, anche tra i giovani(specialmente tra le ragazze)? I motivi sonomolteplici e spesso personali, certo. Insiemealla mia amica Martina, con cui sono andataa vedere la mostra, ho provato a delinearequelli che per noi sono i principali. Ovvia-mente individuati da due ragazze per nullaesperte di arte, ma solamente curiose e conmolti ideali per la testa. Inizierò con il mio punto di vista. Innanzitutto,Frida era una donna libera dalle convenzioni:in un mondo, soprattutto femminile, che, al-lora come adesso, vuole e deve apparire per-fetto e seguire la massa, lei non si faceva pro-blemi. Non curava le proprie sopracciglia, suotratto distintivo; amava indossare i vestiti tipici

del Messico, certamente non di moda neglialtri Paesi; si dichiarava libera da qualsiasivincolo, per lei non esistevano barriere e de-finizioni di sorta riguardanti la sessualità e ilgenere; lottava per i suoi ideali, che diffondevasoprattutto grazie alla sua pittura. In una so-cietà comandata da maschi, essere una donnaindipendente e una pittrice affermata non erasemplice, ma lei ci è riuscita. Martina, in più, la considera un’ispirazione per

tutte le donne delmondo, un’iconafemminista moltoimportante, unadonna rivoluzio-naria e combatti-va, ma anche unagrande artista.Trova la maggiorparte dei suoi

quadri inquietanti, vista la crudezza con cuirappresenta il suo dolore, ma pensa che non siriesca più di tanto a distoglierne lo sguardo,poiché si viene conquistati da quelle pennellate. È stata un personaggio sicuramente contro-verso: amante appassionata e disperata, traditae traditrice, afflitta da un dolore inenarrabile.Aveva poi un rapporto complicato con la vita:spesso, provata da un’insopportabile soffe-renza fisica e morale, desiderò di morire, co-me si vede anche nei suoi quadri. Ha però sa-puto trasformare una profonda tristezza inarte, espressività. La sua pittura non si puòclassificare sotto un genere preciso, perché èun insieme di suggestioni e ispirazioni da altriartisti e dalla vita reale, rielaborate in contestispesso surreali e simbolici. Frida era propriocosì: libera da qualsiasi definizione, costri-zione, prigioniera solo di se stessa e dell’in-credibile carico emotivo che si portava ap-presso.

Giulia Costa

Frida Kahlo: una di noi?

TTEEAATTRRII

PPEERR BBAAMMBBIINNII

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marzo 2018 15

“I tre cosmonauti” di Umberto EcoAppuntamento organizzato da Evento/verdeFestival - ingresso libero

Giovedì 22 marzo ore 20.30

L'alimentazione bilanciata per il benessere eper lo sportIngresso libero

Ogni lunedì mattina dalle 8.30 alle 12.30,ritrovo anzianiOgni mercoledì pomeriggio dalle 15.30 alle18.30, ritrovo bambiniOgni venerdì mattina dalle 10 alle 12 l’As-sociazione MEI - Mammaeio “dalla panciaalla culla” organizza dei momenti di incontrotra mamme durante la gravidanza e dopo ilparto insieme ai propri bambini, per ascoltarsie confrontarsi senza giudizio.

Per informazioni e contatti: [email protected] – tel. 02 82870356

ARTE CON MARTA

Sabato 17 marzo dalle 18 alle 22

Presso la Galleria Question Mark, via Briosiangolo via SaldiniINAUGURAZIONE del nuovo spazio delle le-zioni d’arte. Durante l’evento si terranno delle lezioni didisegno gratuite per i nuovi studenti

INCOMINCIOVia Mincio 4

Martedì 20 marzo ore 21

A SUD DELLO SCALO ROMANAScopriamo vocazioni e trasformazioni in attonel quartiere a sud dello Scalo Romana conle immagini e le storie del libro omonimo,edito da QUATTRO.Intervengono: Stefania Aleni, curatore del libroGiovanni Chiara, coautore

PARROCCHIA ANGELI CUSTODI

Via Colletta 21

22 marzo ore 15.30

Presso la sala Don Peppino, la dottoressa MariaChiara Conti, nutrizionista, parlerà sul tema: INVECCHIAMENTO ATTIVO

ROGOREDO MUSICA MILANO

Venerdì 23 marzo ore 21

Presso la Chiesa Sacra Famiglia, via MontePeralba 15CONCERTO PER IL QUARESIMALEEnsemble Frescobaldi

Mario Caldonazzi, trombaFabio Mattivi, tromboneAntonio Caponagara, organo

CLAVICEMBALO VERDEFONDAZIONE MILANO

POLICROMA

Sabato 24 marzo ore 21

Presso la chiesa di San LuigiRESTAURARE CON LA MUSICAConcerto per archi e pianoforte degli allievidella Milano Music Masterschool a cura delM.° Giovanni Mantovani.

MONLUÈ STAR PARTY

Sabato 24 marzo dalle 20 alle 23.30

MONLUÈ MOON PARTYOsservazione della Luna con telescopi ama-toriali nel prato adiacente il campanile del-l'abbazia di Monluè, gratuita e aperta a tutti.

SEM Via Cadore 33 – tel. 0266661920

Giovedì 8 marzo ore 19

Presentazione del libroBESTIA DA LATTEdi Gian Mario VillaltaInterviene: Antonio Riccardi

Venerdì 16 marzo ore 19

Presentazione diQUEER CITY, QUEER NIGHTIntervengono: Fabio Canino, Tommaso Cer-no, Alberto Milazzo

Giovedì 22 marzo ore 19

Presentazione del libroNON SARÒ MAI LA BRAVA MOGLIE DI NESSUNOdi Nadia BusatoInterviene: Antonio Riccardi

CENTRO CULTURALE ANTONIANUMCorso XXII Marzo 59/A

INCONTRI IN BIBLIOTECASabato 10 marzo ore 15.30

Tanti sguardi, tante emozioni...San Francesco nella lettura di poeti, scrittorie artistiA cura di Gloria Casati - Introduzione diGiorgio Castellari - Letture di Clara Monesi

CASA PER LA PACE MILANO

Sabato 10 marzo ore 20.30

presso Teatro Oscar di via Lattanzio 60UNA STAR DA TRE SOLDISpettacolo teatrale che coinvolge una com-pagnia teatrale integrata da attori con e senzaSindrome di Down. Ingresso libero, uscita...a offerta libera.

ASSOCIAZIONE NESTOREPresso Società Umanitaria

Via San Barnaba 48

VITA DA SENIOR: FRA SORPRESE E NUOVE IN-CERTEZZE Conferenza introduttiva martedì 13 marzo

ore 9.30 - relatrice Anna Laura Fadiga Za-natta, Sociologa della famigliaLaboratorio: Io e gli altri, gioie e dolori nellerelazioni interpersonaliA cura di Giorgio Gorli e Maria Rosa DelBuono, formatori Nestore. 13 marzo dalle 14.30 alle 16.30 - 16-20 mar-

zo (dalle 10 alle 16, con un intervallo diun'ora per uno spuntino insieme)Questi incontri si tengono presso la Casa delleAssociazioni e del Volontariato, via Marsala 8– 1° piano. Per info e costi: Tel. 02 5796 8359

Conversazioni su aspetti della società contem-poranea15 marzo ore 14.30-16

Presso la sede di via San Barnaba 48I bambini e la cittàConducono: Mariolina Graziosi e Paolo Tri-vellato

SPAZIO MELOTTI/MILANO SEI L’ALTRO

Via Melotti 4, Rogoredo

Giovedì 15 marzo ore 21

Olio, come orientarsi? Nozioni di elaiotecnicae valutazione sensoriale dell'olio extra verginedi olivaIngresso liberoGiovedì 22 marzo ore 17

VIAGGIO NELLO SPAZIOAnimazione liberamente ispirata al racconto

SPAZIO CLASSICAVia Ennio 32 – Cell. 339 7178518

Domenica 25 marzo ore 15

TRIO CLASSICO DI MILANO Musiche di Schubert, Mendelssohn, Brahmse Arenskij. Massimo De Biasio, violinoIna Sclüter, violoncelloKeiko Hitomi Tomizawa, pianoforteIngresso libero

IL GIARDINO DELLE CULTUREVia Morosini, ang. Bezzecca

Domenica 24 marzo

Pop Corn Garage MarketMercatino selezionato di designer emergenti,vintage, modernariato e autoproduzioni A cu-ra di Pop Corn Blog Magazine

Domenica 25 marzo dalle 10 alle 13

LIBRI IN LIBERTA'Scambio libri al Giardino

CC INSIEMEVia Dei Cinquecento 1

Rassegna Organistica di S. Michele Arc. e

S. Rita

Direttore artistico: Andrea TrittoDomenica 25 marzo ore 16 all’interno della

Chiesa

CONCERTO DI STEFANO BORSATTOOrgano F.lli Costamagna (1962)Evento culturale ad ingresso libero che il“Centro culturale Insieme” offre a tutti gliabitanti del Municipio 4.

VICINARTEVia Tito Livio 29

Alla scoperta delle tecniche artistiche12 incontri in cui farsi guidare dall'arte de-dicando del tempo per sé. Lezioni di pittura,disegno, incisione grafica, carta fatta a mano,creta ecc.Gli incontri si terranno il mercoledì da marzoa maggio, la mattina dalle 11/12.30 o la seradalle 21/22.30

Laboratorio Mani d'artistaUn sabato al mese per bambini dai 5 ai 10anni. I prossimi laboratori saranno 24 marzo, 21 apri-le, 19 maggio, 9 giugno, dalle 15 alle 16.30.Prenotazione obbligatoria.

Serate LupusGioco di ruolo dove si dovrà aguzzare l'in-gegno e usare l'astuzia per capire chi mentee non far scoprire chi si è. Le prossime seratesaranno il 23 marzo, 20 aprile, 18 maggio e15 giugno dalle ore 21. Le serate sono gra-tuite per tutti i soci.

Per informazioni e prenotazioni contattare il3491625263 o scrivere a [email protected]

LA NOSTRA COMUNITÀvia Zante 36

L’Associazione da oltre 35 anni sostiene pro-getti di inclusione sociale per persone confragilità.8 marzo dalle 15 alle 18

Il diritto di ESSERE DONNA!Presso l’Ipercoop di piazzale Lodi l’associa-zione sarà presente con un tavolo informativoe con l’esposizione di lavori d’artigianatorealizzati da giovani donne lavoratrici, chefaranno da tutor ad un workshop gratuito di-mostrativo.

24 marzo dalle 10 alle 19

LA RONDINE FA PRIMAVERA!Un invito a festeggiare insieme l’inizio dellaprimavera visitando l’esposizione di fine ar-

tigianato solidale e degustando una bibita nelgiardino della sede.

Z.N.K.R.

Tiziano Santambrogio, Esperto di Arti Asia-tiche del confliggere e del buon vivere, dàvita ad una serie di incontri nei giardini incui presenterà il Kenpo Taiki Ken, un’anticaarte di combattimento atta a condurre l’indi-viduo a saper affrontare i rischi e i conflittidi ogni giorno, imparare il tempo delle do-mande e delle risposte, divenire entusiasta,vitale, vincente.Dopo l’incontro del 3 marzo ai giardini Can-dia di via Colletta, il prossimo appuntamentoè per sabato 7 aprile ore 16.30-18.30 ai giardinidi via Balduccio da Pisa (ad. via Brembo).Gli appuntamenti sono gratuiti e aperti a tutti.

LA PRIMAVERA DEI GIARDINI

Domenica 8 aprile dalle 9 alle 17

in via Rogoredo si terrà la seconda edizione de LA PRIMAVERA DEI GIARDINIIl progetto, nato da un'idea di Pierangelo To-maselli in stretta collaborazione con le as-sociazioni e i commercianti aderenti, vuolerichiamare l’idea di risveglio, di ritorno allasocialità in un luogo che da diversi anni haperso la sua naturale funzione di aggregazionee convivialità.L’iniziativa è un evento spontaneo in cui ilverde di un prato e gli alberi in fiore diven-tano cornice per un insolito quadro di rina-scita sociale. Si vuole vivere il parco in li-bertà, ognuno secondo i propri tempi e le pro-prie abitudini.Oltre ai cittadini saranno invitate le Associa-

zioni, i Comitati e i Commercianti che vo-gliano organizzare in autonomia momenti diintrattenimento sportivo o artistico, angoli dilettura, lavori creativi con i bambini o risco-perta dei giochi di una volta: ad ognuno saràassegnato un luogo ed un orario specifico.Inoltre ogni partecipante, visitatore, passantecurioso, costituirà una tessera speciale delmosaico che si andrà pian piano costruendo,in cui creare nuovi legami, collaborazioni eamicizie.

EEVVEENNTTII

COMITATO SOCI COOPPIAZZALODI – ROGOREDO

Sabato 24 marzoGita a LONATO DEL GARDA (BS)e ROCCA E CASA MUSEO UGO DA COMO

Programma: partenza ore 7.20 davantiIpercoop PiazzaLodi di viale Umbria –ore 7.35 Via Rogoredo ang. via Feltri-nelli,Arrivo a Lonato del Garda e inizio visitaguidata della Rocca e Casa Museo Ugoda Como Pranzo in ristorante tipico Pomeriggio visita alla Cantina La Perladel Garda – al termine assaggio di vini edegustazione di prodotti tipici. Rientro inserata Quota di partecipazione soci Coop Atl €55,00 da versare alla prenotazione La quota comprende: a/r bus – assicura-zione – pranzo – visite guidate – ticketsingressi Le prenotazioni si ricevono presso Uffi-cio soci Ipercoop tel. 02.54045325 - Uf-ficio soci di via Freikofel 7.

Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONAMILANO ROGOREDO - P.ZZA LODI

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16 marzo 2018

Francesco Melis violinoMattia Mistrangelo pianoforte

18 marzo ore 10.45

Milano Classica. Stagione orchestraleCON MOLTE TESTE, MOLTI CUORI, MOLTE ANIMERiletture con orchestra d'archiBruno Canino pianoforteQuartetto Indaco prime partiEleonora Matsuno, Jamiang Santi violiniFrancesca Turcato violaCosimo Carovani violoncello

18 marzo ore 16 e ore 19

CONVIVENZE MUSICALINEL BRASILE DI OGGICoro Cantosospeso e Ensemble PrometeoMartinho Lutero Galati de Oliveira direttore

19 marzo ore 20.30

Divertimento Ensemble“CLASSICI” DEL ‘900 E PRIME ESECUZIONILorenzo Gorli violinoMaria Grazia Bellocchio pianoforteSandro Gorli direttore

21 marzo ore 21

Milano Classica e SMIM Città Metropolitanadi MilanoFESTA DI PRIMAVERAConcerto dell'Orchestra Giovanile SMIM“L’albero della vita” della Città Metropolitanadi MilanoMichele Fagnani, Michele Fedrigotti, Ste-

fano Montaldo, Magdolna Szelendi diret-toriIngresso unico: € 2.00

22 marzo ore 21

Milano Classica e Associazione ManifestareOpportunitàROMANTISCHER KERNDuo Guccione & Lavuri

Yuri Guccione flautoLuca Lavuri pianoforte

23 marzo ore 19

Associazione Culturale Fort AlamoLE CANZONI DEL SIGNOR DARIO FOcon Giangilberto Monti e Paolo TomelleriConduce Oliviero Ponte di Pino

Ingresso libero fino a esaurimento posti

24 marzo ore 16

Milano Classica e Il Clavicembalo VerdeFestival Meetings 2018 “L'albero della vita”in collaborazione con l'Istituto Musicale Eu-ropeo di MilanoCONCERTO DI PRIMAVERAIngresso libero fino a esaurimento posti

PALAZZINA LIBERTY IN MUSICA

Largo Marinai d'Italia 1 Tel. 02 88462320

9 marzo ore 21

Milano Classica e PianofriendsProgetto BoethiusCHOPIN AND HIS FRIENDSAndrea Molteni pianoforteVincenzo Balzani pianoforteMonica Zhang pianoforteGuida all’ascolto a cura di Vincenzo Balzani

10 marzo ore 21

Milano Classica e SIMCOMAGGIO A ENNIO MORRICONENew Made EnsembleAlessandro Calcagnile direttore

11 marzo ore 10.45

Milano Classica. Stagione da cameraINCONTRO FRA MUSEIntorno alle compositrici di musica per il cinemaConversazione-Concerto con Le Cameriste

Ambrosiane

Francesca Badalini conversatrice

11 marzo ore 16

La Compagnia del BelCanto

INVITO ALL’OPERA, VI edizione, Stagione Lirica 2017/18Ti racconto l’Operetta…IL PAESE DEI CAMPANELLIMusiche di V. Ranzato, F. Lehàr e E. KalmanElia Tagliavia pianoforte e concertatoreprenotazioni e biglietteria: M. 348 580 5832prevendite c/o Ass. Regionale Pugliesi, Via P. Calvi 29, ogni giovedì ore 17/[email protected] | M. 333 222 3570

15 marzo, ore 20.45

La Risonanza In Palazzina Liberty CONCERTANTELa Risonanza

Carlo Lazzaroni violinoCaterina Dell’Agnello viola da gambaFabio Bonizzoni clavicembaloOre 19.45

Chiacchiere e bollicine

Incontro con il pubblico a ingresso libero perchi acquista il biglietto al concerto

17 marzo ore 17

Milano Classica e Conservatorio di MusicaG. Verdi di MilanoVIAGGIO NELL’EUROPA MUSICALE TRA OT-TOCENTO E NOVECENTO

24 marzo ore 21

Milano Classica e Novurgia

LA POESIA DELL’INFANZIADuo Maclé - Sabrina Dente

e Annamaria Garibaldi pianoforte

25 marzo ore 10.45

Milano Classica. Stagione da camera

…POUR LE PIANO Omaggio a Claude Debussy nel centenario

della morte

Diego Petrella pianoforte

25 marzo ore 21

Milano Classica e Da Vinci Classics

THE VOICE OF VIOLINYulia Berinskaya violino

I Musici di Parma

Stefano Ligoratti direttore

Ingresso libero fino a esaurimento posti

30 marzo ore 21

Milano Classica e Pianofriends

Progetto Boethius

F. LISZT, "LA VIA CRUCIS"Prima esecuzione assoluta a MilanoVsevolod Dvorkin pianoforte

WOW SPAZIO FUMETTOViale Campania 12

Fino al 31 marzo

Taiy Matsumoto: Love is all you need

Fino al 31 marzo

Gatti Neri Gatti BianchiViaggio tra i gatti neri e i gatti bianchi del fu-

metto e dell’animazione

Ingresso libero - Orari: da martedì a venerdì,

ore 15-19; sabato e domenica, ore 15-20.

Chiusura straordinaria: giovedì 15 marzo.

INTERFACE HUB/ARTVia Privata Passo Pordoi 7/3

(ad. via Quaranta)

Fino all’8 aprile

__IN EXTREMIS (bodies with no regret) di Sandro Giordano - a cura di Greta Zuccali

Retrospettiva dedicata al progetto fotografico

di Sandro Giordano, alias Remmidemmi.

Orari: lun-ven 9.30 – 12.30 /14 – 18; sabato

e domenica su appuntamento.

Ingresso gratuito

CINEFORUM OSCARVia Lattanzio 58

Due proiezioni: ore 15.15 e ore 21 – biglietto

singolo € 5,00

12 marzo

IL MEDICO DI CAMPAGNAdi Thomas Lilti

15 marzo ore 20

Fuori abbonamento

È SOLO LA FINE DEL MONDO di Xavier Dolan

19 marzo

L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA di Aki Kaurismäki

26 marzo

GOD’S NOT DEAD di Harold Cronk

CASCINA CUCCAGNA via Cuccagna, ang. via Muratori

Cinema e teatro in Cascina - Aperitivo ore

20 - Inizio spettacolo ore 21.15 - Ingresso a

offerta libera

12 marzo

I CANNIBALIRegia di Liliana Cavani

19 marzo

QUALCOSA NELL'ARIA Regia di Olivier Assayas

CINECIRCOLO ACQUABELLAvia Cicognara 17 ang. via Goldoni

Cell. 3281594126

Mercoledì e giovedì ore 20.45

14-15 marzo

FLORENCEdi Stephen Frears

21-22 marzo

SILENCEdi Kleber Mendonca Filho

4-5 aprile

IN GUERRA PER AMORE di PIF

MMOOSSTTRREE

CCIINNEEMMAAMMUUSSIICCAA