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R. ACCADEMIA DEI LINCEI SUNTI DEI RENDICONTI 1 ~ SEM~STRE 1933-X! - Vo]. XVII FISICA Sulla radioattivith del potassio - BOCCIAt~ELLI D. (pag. 830). -- L'A. con misure di assorbimento, si propone di confermare i suoi ri- sultati ottenuti hello studio della radioa~tivith del potassio, secondo i q.uali questa consisterebbe di due componenti ~ di rigidit~ magnetica 2560 gauss/era e 3100 gauss/era rispettivamente. Le misure vengono eseguite col metodo delle coincidenze fra gli impulsi di due eontatori a filo di Oeiger e Mfiller. I contatori in Al hanno un diametro di 2 cm e una lunghezza di 7,2 cm, disposti con gli assi paralleli in un piano orizzontale con ai lati due preparati di KC1 e nel mezzo lo schermo assorbente di spessore variabile. I1 tutto ~ racchiuso in un tubo eli vetro ove ~ mantenuta una pressione di 5 cm di Hg. :~fanifestamente una coincidenza pub avvenire solo se i due contato~'i sono attraversati da un medesimo eorpuscolo, e quindi iI dispositivo risnlta solo sensibile a raggi ~ e non % In una prima serie di misure lo spessore dello schermo assorbente poteva variare da zero a 0,0304 gr/cm ~, in un'altra da 0,35 a 0,475 gr/cm ~. Detratte dal numero delle coincidenze registrate le coincidenze spontanee, viene dise~nata la curva di assorbimento, e questa pub considerarsi come la sovrapposizione di due curve: la eurva di assorbimento di una radiazione $ di velocit~ 0,83 c, costituente il 60 % della radiazione totale, e ]a ettrva di .una ra- diazione di velocit& uguale g 0,93 c, costituente il rimanente 40 %. ~Siccome poi la medesima composizione spettrale rende conto soddi- sfacente delle misure magnetiehe, I'A. afferma esservi effettivamente due componenti della radiazione del K di natura elettronica. 0nde poi vedere se pure una radiazione "f fa parte della radiattivit& (]el K, come gik aveva trovato KohlhSrster, viene impiegato un contatore a pareti di Al, posto hell'aria, il quale registra l'eventuale componente -f e Ia componente dura elettronica. La .curva di assorbimento dedotta, con- frontata con quella delle prime esperienze, si mostra simile a quest'ultima, perb in essa l'intensit~ della radiazione non va a zero per nessun valore dello schermo, anzi per l'ascissa alla quale si annulla il numero delle coincidenze col doppio contatore, essa presenta un decremento lentissimo. L'A. conclude essere questa par~e della eurva dovuta a una radiazione ~" la cui intensit~ sarebbe 1'!,08 % della totale. (S. P.)

R. Accademia Dei Lincei Sunti Dei Rendiconti 1∘ Semestre 1933-XI - Vol. XVII

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R. A C C A D E M I A D E I L I N C E I

SUNTI DEI RENDICONTI

1 ~ S E M ~ S T R E 1 9 3 3 - X ! - V o ] . X V I I

F I S I C A

Su l l a r ad ioa t t i v i t h del po tass io - BOCCIAt~ELLI D. (pag. 830). - - L'A. con misure di assorbimento, si propone di confermare i suoi ri- sultati ottenuti hello studio della radioa~tivith del potassio, secondo i q.uali questa consisterebbe di due componenti ~ di rigidit~ magnetica 2560 gauss/era e 3100 gauss/era rispettivamente. Le misure vengono eseguite col metodo delle coincidenze fra gli impulsi di due eontatori a filo di Oeiger e Mfiller.

I contatori in A l hanno un diametro di 2 cm e una lunghezza di 7,2 cm, disposti con gli assi paralleli in un piano orizzontale con ai lati due preparati di KC1 e nel mezzo lo schermo assorbente di spessore variabile. I1 tutto ~ racchiuso in un tubo eli vetro ove ~ mantenuta una pressione di 5 cm di Hg. :~fanifestamente una coincidenza pub avvenire solo se i due contato~'i sono attraversati da un medesimo eorpuscolo, e quindi iI dispositivo risnlta solo sensibile a raggi ~ e non % In una prima serie di misure lo spessore dello schermo assorbente poteva variare da zero a 0,0304 gr/cm ~, in un'altra da 0,35 a 0,475 gr/cm ~. Detratte dal numero delle coincidenze registrate le coincidenze spontanee, viene dise~nata la curva di assorbimento, e questa pub considerarsi come la sovrapposizione di due curve: la eurva di assorbimento di una radiazione $ di velocit~ 0,83 c, costituente il 60 % della radiazione totale, e ]a ettrva di .una ra- diazione di velocit& uguale g 0,93 c, costituente il rimanente 40 %.

~Siccome poi la medesima composizione spettrale rende conto soddi- sfacente delle misure magnetiehe, I'A. afferma esservi effettivamente due componenti della radiazione del K di natura elettronica.

0nde poi vedere se pure una radiazione "f fa parte della radiattivit& (]el K, come gik aveva trovato KohlhSrster, viene impiegato un contatore a pareti di Al , posto hell'aria, il quale registra l'eventuale componente -f e Ia componente dura elettronica. La .curva di assorbimento dedotta, con- frontata con quella delle prime esperienze, si mostra simile a quest'ultima, perb in essa l'intensit~ della radiazione non va a zero per nessun valore dello schermo, anzi per l'ascissa alla quale si annulla il numero delle coincidenze col doppio contatore, essa presenta un decremento lentissimo.

L'A. conclude essere questa par~e della eurva dovuta a una radiazione ~" la cui intensit~ sarebbe 1'!,08 % della totale. (S. P.)

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S U N T O Dl~SI RENDICONTI 263

L effetto di Hall nel Berillio - CTCCONE A. (pag. 305). - - Vedi (( Nuovo Cimento )) 10, 339, 1933.

Sulla sensibilit~ e sull'approsimazione nelle misure del coeffi- ciente di amplificazione dei t r i o d i - C. DEI (pag. 1 5 1 ) . - L 'A. deter- mina il massimo errore ehe si pub eommettere nelle misure del eoefficiente di amplificazione dei tr iodi asando i metodi di Miller, di Appleton e di Lo Surdo.

Per il metodo di Miller, egli trova che l'e,Tore relativo massimo ~ le- gato alla resistenza interim p del triode, alla resistenza r~ della eufl~a, alla ampiezza j della eorrente alternata in euffm eorrispondenfe alla soglia della pereezione uditiva, alla f. e. m. eo del generatore di eorrente alter- nata, dalla relazione

A2~ (~+ro) k+l.7 k k e 0

ore k ~ il coeffieiente di amplifieazione. 2~ppare quindi la convenienza di scegliere eo pifi grande che sia pos-

sibile, in modo perb c h e l a valvola lavori sempre nel tratto rettilineo della caratteristiea.

Nel metodo di Appleton, l 'errore relativo massimo risulta

Ak 2 (P + R 2 ) AG k + 2 AR ~-= kR, i~ v - - y - . R-~

ore R~ ed R2 sono i due valori della resistenza di plaeca a cui ,eorrispon- dono valori uguali della corrente anodiea ia (R~, quando la griglia ~ con- nessa direttamente al filamento), AR il massimo valore assoluto dell'errore nella misura di ]~ e ~,, Aia ~ l 'errore massilno possibile neIla misura di i~.

Infine neI metodo di Lo Surdo, in eui, come ~ noto, ]a misura del coeffieiente di ampl[ficazione viene fat ta direttamente, mantenendo eostan- te la corrente di plaeea mediante l'inserzione di un diodo in saturazione e misurando le variazioni della tensione di placca dipendentemente da determinate variazioni della tensione di griglia, il valore assoluto dell'er- rote relativo risulta

1 1 ore u g la variazione della tensione di griglia, ~ e ~, sono gli errori mas-

simi nelle misare della tensione di griglia e quella di placca rispettiva- mente (espressi in frazioni della tensione unitaria).

Le relazioni trovate dall 'A, permettono quindi il caleolo dell'errore relativo, una volta determinati gli en'oa'i nelle singole misure di resi-

stenze, tensioni, intensith, etc. (I. R.)

Sulla teoria unitaria dello spazio fisico - DE M I R A F E R N A N D E S (pag. 2 2 7 ) . - L 'A. rieorda le equazioni fondamentali della teoria unitaria

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264 R. ACCADE, MIA DEI LINCEI

dcl Prof. S,traneo:

(11') K ' ~ + - - T ~ ; r + T;~ k �9 T ~ ~ ~-~ 0

(secondo le notazioni Straneo a ~:r x a _

•. c. 10, XlI I , 1933) equivalenti a

R ; ~ s ---- 0,

dove K ; ~ ~ il tensore di Riemann, il segno; la derivazione covariante

rispetto al tensore fondamentale g ~ , T;~ ~ tensori originati dai parametri

the, oltre i .%~, definiscono la connessione lineare ( r ~ = / ~ r f - + - r ; ~ ; ~ per

~r + T ' ~ ~ per trasporto covariante ,

R ~ s curvatura covariante.

L'A. dimostra poi che le (11') son(> compatibili con connessioni lineari dello spa~io pifi generali che non quelle postulate dallo Straneo, colle con- dizioni: t rasporto assoluto dei vettori eontrovarianti e covarianti, inva- rianza di grandezza dei vettori covarianti e controvarianti (annullamento

del tensore C ~ = r ~ J + r ' ~ J ; R ~ ~-~- R '~4s (curvatura controvariante)).

Ins le .equazioni (11') sono anche compatibili soltanto colla pr ima delle alternative: parallelismo assoluto dei vettori controvarianti e inva-

rianza di grandezza dei vettori eovarianti (curvatura R ~ = 0, ma non an-

nullamento della eurvatura controvariante, cio~ non parallelismo dei vet- tori covarianti n~ invarianza di grandezza dei vettori controvarianti; ten-

sore C~r:~: 0).

Questa ma~gior largh.ezza, secondo l'A., pub rendere pifi feconda l 'u- tilizzazione della teoria unitaria del Prof. Straneo. (D. N.)

S u l l a n a t u r a de l l e f o r z e e l e t t r o d i n a m i c h e - EIBEN.SCHLITZ (pag. 1 6 1 ) . - L 'A. si propone di ricava~e in base alla teoria relativistica del- l 'elettrone, l 'espressione della forza, che si esercita s due elementi di corrente - - senza le ipotesi fatte dagli altri autori, che hanno studiato l 'argomento. Trova che questa forza ha due componenti, una detta dall 'A. elettrodi~amica, che coincide con la forza dedotta dalla teoria di Maxwell, l 'al tra chiamata elettrica, perch~ dipendente dal campo elettrico delia cor- rente. Quest'ultima perb risulta rispetto alla prima, dell 'ordine del pro- dotto della velocith degli elettroni costituenti la corren~, divisa per il qua- drato della velocith della luce. (D. G.)

R i g h e proibi te dovute a sp in n u c l e a r e - EINAUDI R. (pag. 552). - - L'A. ha calcolato le intensit~ delle righe iSo~3P~edlSo~3Po, proibite per radiazione di dipolo e di quadrupolo, per un elemento bivalente e per

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SUNTI DEI RIgNDICONTI 265

uno spirt n~eleare quaMasi, eoll'ipotesi di una interazione tra gli elettroni di valenza e spin nucleate.

Trascurando la presenza dello spin nucleare, l 'atomo sia caratterizzato da una Hamiltoniana H (~ con un autovalore - - E ( 3 P j ) e da. ~an momento

h M ; di quantit~ di moto M (~ c'he seeondo z abbia l 'autovaIore ~ j a questi

autovalori eorris~pondano le autofunzioni , ( 3 e y j ) . Per il nueleo si eonside- rino il momento della quantith di moto M (~, suseettibile dell'autovalore h~ h

8r~--:"-I(I 4-1), e le autofunzioni ~MI di M~ (i~ eorrispondenti aIl'autovalore ~ MI.

Per tenere eonto della presenza dello spin nueleare, trascurando perb aneora la sua interazione dinamiea eogli elettroni di valenza, l'ik. deserive gli staff del sistema, eorrisponflenti all 'autovalore E(uPJ) dell'energia, me- diante (2J-~-1) (2I + 1) eombinazioni lineari indipendenti delle autofun-

zioni *(~PyJ)gMx; e preeisamente seeglie quelle eombinazioni lineari

~o(3Pj,M, F) ehe sono autofunzioni di H (~ relative all 'autovalore - -E(3PJ) ,

h2 F(F q-1), e autofun- autofunzioni di (M(~ ~ relative all 'autova]ore 8,~a

h zioni di M. (~ (~) relative all 'autovalore 2G M F .

L'A. passa a tener conto dell'energia di interazione H (~) t ra lo spin nucleate e gli elettroni di valenza; il termine E(sPJ) si spezzerh, in corri- spondenza dei 2J + 1 valori per F, in 2J d- 1 termini di struttura iperfina, indicati con E('aPJ, F) e dati dalle relazioni di 1 a approssimazione:

dalle quali I'A., valutati gli integrali, passa alla formula di earattere prin- cipale :

a [F(F + 1) - - I(I + 1) - - JtJ + 1)] ; [5] E(3PJ, F) ---- E(3PJ) + 2I

g il massimo auto.valore della eomponente seeondo Passe z del momento m~gnetico nueleare e q;(r) g la soluzione dell'equazione di SehrSdinger re- lativa t termine s. (Nella valutazione degli integrali ehe eompaiono nelle formule I'A. ha preso per ~(3pj) le auto funzioni di approssimazione zero, eombinazioni lineari deIle autof.unzioni individuali degli elettroni ehe danno luogo al tripletto).

Per valutare le intensith delle righe g necessario determinare le auto- funzioni di prima approssimazione corrispondenti all 'autovalore --- E(3PJ, F)

h M di H(~ (~ e all 'autovalore ~,~ iv di M.(~ a~. Le antofunzioni sono

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266 R. ACCADEMIA I)EI LINCE5

(2)

C0S] espresse, non scrivendo i termini the non intervengono nel p roblema:

f'-~lf3pI-t"l 13 'r 1, I+lJ [3rMl ~ l \

Vtk --2, *! 1) - - V0k "L2, I+1) T E(3Pe) - - EiaP,) \ 1, I4 I]

f:: [3pI "~H(l).^ {3pI

\ 2, I / - - \ 2, I/ E(3P:) - - E(3P,) \ 1, I /

,) d~

~ o , I ) - - \ o,I/ E(3Po)--E(3P~) \ 1, I/

Con queste autof, unzioni ed il ea.leolo degli in tegral i che vi sono inclusi, l 'A., appl icando le regole sul r a p p o r t o di intensit~ delle r ighe di s t ru t tu ra iperfina, determina l ' intensith J(aPo, I) della r iga ehe corr isponde al passag- gio E ( I S o ) ~ E(aP0), nonch~ l 'intensit~ g(aP2,i+l .)-e-J(3P2,I)-+-J(aP2,I-1) della rig~ che eorr isponde al passaggio E ( i S o ) ~ E(~Pz): precisamente tro- va ehe :

21 ~ ~t_ 7 1 - ~ 6 a ~ J(3P2, I ~-1) - - 3 ( 2 F -+- I ) [E(~P~) - - E( ;~Pi ) ] ~ J(3Pi)

4I" - ~ 4 1 - - 3 a ~ J(:~P2, I) - - 91 ~ [E(~P~) __ E(~P~)] ~ j ( a p , )

[6] 21 ~ q- 41 - - 3 a ~ J(:~P2, I-~) - - 9P [E(~P.~) - - E(~P~)] "~ J(:~P')

8(1 -~- 1) a'- j (~p, ) . J(3Po, I ) = - - - 9 i - [E(~po) _ E(ap,)]'~

Le ~ormule [5] per il valore a della s t ru t tur~ i'perfina e le [6] per le suddette intensit~ sono state applieate alla determinazione teorica delte intensit~ deIIe righe proibite 2270 ((6s) *, ' S o ~ 6 s 6 p , ~Po), 2665(( 6ste, 'So ~ 6 s 6 p , ap.~) del mercurio r ispet to al la intensit~ della r iga vicina, molto intensa, 2537 ((6s) ~, ' S ~ 6 s 6 p , ~P,): e cib rispettivamente per gii isotopi 199 e 201, I es- sendo ~/e per 199 e ~/~ per 201.

Pe r l ' isotopo 199 la s t ru t tura iperf ina osservata del termine E(aP~), eio~ la separazione t ra i termini E(3Po,sh) ed E(aP~,~h), dh eolle s [5] il valore di a ; poi colle fromule [6], tenendo eonto delle differenze sper i - mental i f r a i termini E(~Pe) ed E(aPl) , E(aPo) ed E(aP~), r A . r ieava le intensifft delle righe pro ib i te 2270 e 2665 in confronto colla intensit~t della 2537, deno.tata J (2537).

In modo analogo ] 'A. ha calcolato l 'intensit'~ delle due r ighe pro ib i te pe r I ' isotopo 201, p r ima appl ieando Ia formula di a basandosi sulla separa-

-b ....

q- ....

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S~'NTI DEI RENDICONTI 267

zione sperimentale tra i termini E(3pe,T[, ed E(3P~,,I,), poi applicando le formule [6].

Infine faeendo la somma delle intensit~ per i due isotopi, I'A.. dg le in- tensitg teoriche totali, rispettivamente per le stesse righe proibite 5,2.10 -9 J(2537) e 0,95.10 -9 J(2537). (D. N).

Azione del campo magnet ico terrestre su l la radiazione pe- netrante - FERI~I E. e ROSSI B. (pag. 346). - - Vedi (( Nuovo Cimento )) 10~ 333, 1933.

Sul l 'adozione del s i s t ema assoluto di unith e le t tr iche di raisura - LO'I~4~AI~D,I L. ~pag. 342). - - L'A., dopo aver ricordato le definizioni delle unith s di resistenza e corrente (Ohm e Ampere interna- zionali), come derivate dalle unit~ corrispondenti del sister~a assoluto C.G.S. e come campioni pratiei, secondo la deliberazione del Congresso Internazionale di Chicago del 1893, espone i risultati delle successive ri- eerche intese a determinare con sempre ma~gior precisione il rapporto tra ]e unitg assolute derivate dal sistema C.G,S. e quelle internazionali defi- nite in base a campioni pratici. Scopo di tali de~erminazioni era appunto quello di fare entrare definitivamente nella pratica il sistema assoluto di misure, in luogo del sistema internazionale. Poich~ dalle misure pifi recenti

apparso che tra l'ohm internazionale e l'ohm assoluto esiste un rapporto vieino a 1,000'45 e che l'amp~re internazionale pub ragguagliarsi a 0,09992 ampere assoluti, il Comitato Consultivo di Elettricits confermando un pre- cedente voto circa la sostituzione definitiva del sistema asso]uto di unith a quello internazionale, ha recentemente deliberato di attendere sino al 1935 la conclusione delle misure Ioifi pre.cise ora in corso nei vari labora- tori, per potere poi fissare la data alla quale le nuove unit?t dovranno entrare in vigore. L'A. fa giustamente rilevare come purtroppo il nostro Paese, per la mancanza di un adatto Laboratorio Nazionale, non potr,a col- laborare a queste rieerche. (I. R.)

Sull 'azione di luce periodica su lamine metal l iche sott i l i - MAJO- RANA Q. (pag. 255) - - Vedi (( ~u,ovo Cimento )) 10, 261, 1933.

Ricerche sperimental i su un generatore di correnti continue e costant i ad alta tens ione - MORTARA N. (pag. 730). - - I1 genera- tore di eorrenti continue e costanti ad alta tensione, ideato dal prof. Corbino, eonsiste in un trasformatore trifase eoi secondari (a 100.00,0 volt) eollegati a stella; i tre estremi liberi dei secondari sbessi comunicano, cia- seuno attraverso un sistema di due valvole raddrizzatrici invertite l 'una rispetto all'altra, colla linea di utilizzazione, il polo positivo di questa essendo eonnesso coi catodi delle valvole, il negativo cogli anodi; il cen- fro della stella ~ poi collegato al punto comune di un sistema di due con- densatori, in ser~e fra di loro, derivato sulla linea di utilizzazione. Chiuso il generatore su di una resistenza liquida, l'andamento della corrente ve-

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268 R. ACCADEMIA DEI ~INCEI

niva determinato mediante la deviazione magnetica da essa prodotta suI fascio elettronieo di un oseiltografo catodico: ~'ampiezza della componente alternativa (di 270 cicli) rispetto alla componente continua (di 30 milli- arap~re), risultb cosl del 15 % sen za i condensatori e inferiore al 6 o// col condensatori. Nell'alimentazione di un tubo Coolidge standard, I'A. ha no- tato nella intensit~t delle radiazioni X delle fluttuazioni sensibili, dov.ute in parte al fatto che l'intensit~ dei raggi X varia assai rapidamente colla tensione al tubo, e in parte a un fenomeno di irregolarith nel funziona- mento delle tre valvole aventi il catodo connesso al trasformatore, fenomeno che l'A. si ripromette di studiare in successive ricerche. (I. /~.)

Un metodo semplice per determinate il coe f f i c i ente di di f fu- s ione del l 'emanazione di radio - MOI~TARA N. (pag. 949). - - L'A. per misurare il coefficiente di diffusione dell'emanazione di radio, introduce, contenuto in un ago di vetro, una piecola quantith di questa al capo di un bubo di Pb, lungo 50 cm, con un diametro inferno di I ram. Rotto l'ago e atteso un tempo conveniente (15 minuti circa), il tubo, mediante uno strettoio, viene separato in pat t i uguali, delle quali viene misurata l'atti- vit~ mediante una camera di ionizzazione a lettura automatica. I vari va- lori vengono riportati s u u n a curva, la quale si aecorda con la curva teo-

~x -- 4t rica - - ~- e se si piglia a~/4t ~ 0,0025 cio~ per t = 15 m, a ~ 3. ~0

Percib il coefficlente di diffusione, dato 1 /a ' , risulta D = 0,11. (S. P.)

Sull ' impiego dell'aria l iquida per la puri f icazione della, emana- z ione di radio - ~IORTARA N. (pag. 10.69). - - Nel dispositivo dell'A, due coppie di tubi ad U comunicano, da una parte, con due palloni, chiusi verso Festerno da due rubinetti, dall 'altra con un sistema di pompe. Tre dei tubi vengono immersi in aria liquida e uno in ossigeno liquido; la pressione nelFintcrno di essi v~ene ri&otta a 3 em di Itg, dopo di che si d~ luogo alla diffusione e condensazione in essi dell'cmanazione contenuta in due aghi. Dopo un tempo conveniente, vien fatta agire la pompa a dif- fusione e, raggiunto il pifi alto vuoto possibile, vengono staccati i 4 tubi e misurando la loro attivith col metodo dei raggi % si pervienc al risul- taro, che una notevole perdita di emanazione si ha usando l'ossigeno li- quido come refrigerante.

L'A. ascrive questa perdita al fatto che, quando funziona la pompa a diffusione, i gas contenuti nel recipiente che precedono i tubi ad U, passando sopra l'emanazione condensata, ne trascinano di pifi dal tubo la cui temperatura ~ minore, cio~ dal tubo immerso nell'ossigeno. L'A. conclude che per un migtiore rendimento ~ raccomandabile l'uso dell'aria |iquida, nella preparazione dell'emanazione di radio, e aggiunge alcune utili avvertenze, come il limitare allo stretto necessario il funzionamento della pompa a diffusione e il raddoppiare il tubo ad U dei sotiti sistemi di pu- rificazione. (S. P.)

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S U N T I D E I R E N D I C O N T I 269

Sull ' intensit~ dello spettro di l inee di r a g g i X del tungsteno - P INCHEI%LE L . - Vedi (( Nuovo Cimento )) 10, 345, ]933.

Determinazione del numero dei tensori isotropi indipendenti dl rango n - R A C A H G. (pag. 386). - - L 'A. si propone di determinare tal n.umero, intendendo come tensori isotro,pi di un S~ euelideo quei tensori ehe per mla rotazione /~ qualsiasi del sistema di assi cartesiani conservano immutate ]e loro componenti.

Essendo ~ih(R) la matr ice di 3 ~ ordine rappresentazione di R, il nu- mero dei tensori da determinarsi ~ quello delle rappresentazioni di ordine 1, cio~ DI~(R ) = 1, che eompaiono nella riduzione della matr ice:

I)(R) = %k,(R) X ~i~k~(R) X ... %~k~(R),

la quale ~ la rappresentazione di ordine 3 n del g ruppo delle rotazioni, con a base le 3 n componenti del tensore.

Pe l g ruppo delle rotazioni di $3 ogni elemento del g ruppo si pub consi- derare come una rotazione di un angolo ~, at torno ad un asse fisso, ed il carat tere )~ delia a(R) ~ 1 + 2 cos r e quello della rappresentazione D(R) (1 + 2 cos ~ ) ' .

Ma il carat tere di una rappresentazione ~ la somma dei earat teri delle rappresentaz ioni (in par t icolare irriducibili) che compaiono nella ridu- zione, eio~

x(R) = ~ a~z(~)(R), i

se la D( j ) (R) compare a~" vol te; ed havvi una certa relazione di ortogona- ]ith, dalla quale, per le rotazioni di S~, si deduce:

T~

0 che nel easo deIl'A. ~ appunto il numero cercato

T~ t

= ~ i ( 1 -~- 2 cos :p)n (1 - - c o s ~)d:p. N M o

P e r i pr imi valori d i n I 'A. d~ la tabella per N :

n = 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

N = I 0 1 1 3 6 15 36 91 232 603. (D. lV.)

S u l l a dis integrazione del piombo per e f fe t to del la radiazione pe - n e t r a n t e - RO,S,SI B. (pag. 1073). - - Vedi (( Nuovo Cimento )), 10, 349, 1933.

S u l l a teoria del n u e l e o - G. W A T A G H I N (pag. 645). - - Ripor t iamo per inter{) la 'breve Nota. (( Questa Nota contiene alcune osservazioni sulla teoria di Heisenberg della s t rut tura nucleate, suggerite dalla scoperta degli

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270 R. ACCADEMIA DEI LINCEI

elettroni positivi. Per quanto sia ancora prematura costruire una teoria in base allo scarso mater[ale sperimentale finora raccolto (specie nei riguardi de[ eostituenti legger[ del nucleo), ci sembrano degne di nota alcune conq seguenze the gik oggi si possono trarre dalla teoria di tteisenberg-eom- binata co[ risultati delle ricerche di Anderson e di Blackett e Oechialini.

In primo luogo osserviamo ehe siccome la teoria di Heisenberg eonsi- dera solo i costituenti pesanti del nucleo, ossia i proton[ ed i neutron[, e non tratta gli elettroni intranucleari, tale teoria ~ eompatibile con l'ipotesi che i eostituenti elementari siano i neutron[ e gli elettroni positivi, oppure ehe entrambe le particelle pesanti, neutrone e protone, derivino dagli elet- troni di due specie (nel easo eke il neutrone fosse una particella elemen- tare, il protone potrebbe risultare dalla composizione del neutrone con un elettrone positivo). La ttamiltoniana di Heisenberg pub essere conservata con un significato de[ simboli lievemente modificato (cosl per es. il term[he I(rkl ) corrisponderebbe all'energia di seam?oio di un elettrone positivo).

I criteri di discernimento tra le varie ipotesi si possono ricercare nei fenomeni non spiegati dalla teoria Heisenberghiana: l'emissione art[tic[ale oppure spontanea dei costituenti leggeri (elettroni positivi e negativi), l'effetto Meitner-Hupfeld (diffusione anomala de[ raggi -~), dLfetto di massa del neutrone rispetto al protone o viceversa, l~ da notare ehe s e i l neutrone desse origine al protone per sintesi con un elettrone positivo e se la corri- s~:ondente energ~a di legame fosse superiore a mc ~, la massa del protone dovre,bbe risultare pih piecola di quella del neutrone. Una determinazione della massa del neutrone costituirebbe in tale easo una prova dee[siva per l 'alternativa in esame (la valutazione di Chadwick non ei sembra sufficien- tcmente precisa per tale scopo).

L'effetto Meitner-ttup~eld suggerisce l'esistenza nel nucleo di particelle diffondenti della massa eguale a quella elettronica. L'assunzione ehe queste particelle siano gli .elettroni positivi, permette di evitare una seria difficoltk: il eontrasto tra lo spettro continuo de[ raggi ~ e quello lineare delle par- ticelle a, ehe pur dovrebbero contenere incorporati degli elettroni (posit[v[ o negativi) eapac[ di diffondere la radiazione "f. Per gli elettroni positivi non si conosec per ora alcun spettro continuo. Quindi l'ipotesi che essi pos- sano trovarsi stabilmente legati ai neutron[ nelle particelle r162 o n e i pro- toni nuclear[, e diffondere i r ag~ -f per effetto Rayleigh o Raman, op- pure che essi si troy[no nel nucleo in uno stato analogo a quello degli elettroni liberi metallic[, e godano delle proprieth diffondenti particolari (dipendenti dal fenomeno di scambio o di transizione da un neutrone al- l'altro), mi sembra non contrasti con alcun fatto sperimentale. Inoltre postu- lando ehe l'elettrone positivo e non quello negativo abbia la bendenza a formare una combinazione sta~bile con il neutrone, si rende eonto della dissimmetria dclle proprieth delle due specie di cariche, indipendentemente

dalla tcoria di Dirae. Se, come ammette Dirae, la vit.a media di un elettrone positivo all'e-

sterno del nucleo ~ breve a causa de[ process[ di trasformazione in radia- zione per effetto dell'unione con un elcttrone negativo, si 5 indotti a pen-

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sare (cfr. Bohr) the ogni trasformazione ~ e qualche disintegrazione arti- fieiale (per es. i (( showers , di Blaekett e Ocehialini) corrispondano alia creazione di una o pih eoppie di elettroni, positivo e negativo.

Nella disintegrazione ~ ['elettrone positivo si unisce al nucleo e d'h luogo alla trasformazione : neutrone -~ elettrone posit. ~ protone. I1 suo compagno negativo ~ emesso come particella ~.

In conclusione s e i l coneetto di elettroni intranueleari (pensati come eutith meccaniche indipendenti) ha un signifieato, ci sembra pifi plausi- bile ehe essi siano gli eIettroni positivi, che non quelli negativi, anche per- eh~ non ~ ascluso ehe gli elettroni positivi abbiano uno spin nullo e quindi obbediscano alla statistica di Bose, con ehe si spiegherebbe la cir- costanza, rilevata da Heisenberg, c'he al neutrone e al protone spetti ]~ spin uno)). (G. W.)