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10 AUDIOREVIEW n. 325 settemre 2011 NUOVA SERIE DESTINY 2 amplificatore integrato 120/140 watts per canale a 8/4 ohm CD player 24bit/192 kHz con DAC Delta Sigma CS4396 tuner FM con funzione RDS Creek Audio è per coloro che amano l’Alta Qualità a 2 canali e il minimalismo bello Distributore esclusivo per l’Italia: So s.r.l. - Via Ronchi, 14 - 20025 - Legnano (Mi) - Tel. 0331.470125 - www.Hi-So.it - [email protected] Reportage Reportage Viaggio al centro degli altoparlanti: visita alla Scan-Speak A nche stavolta è mattina presto, ma non è proprio notte, ed è una moglie ancora assonnata che mi accompagna alla partenza con le solite raccomandazioni. Avevo affermato qual- che tempo fa che mai e poi mai sarei più partito di notte per andare a fare un re- portage, ma le 5,30 mi sembra un’ora me- diamente ragionevole per andare a trova- re uno dei più grandi costruttori al mon- do di altoparlanti: nientemeno che Scan- Speak in quel di Videbaek in Danimarca. Mi potevo rifiutare? Potevo pregare un collega volenteroso di sostituirmi? Potevo continuare a scrivere senza vedere e sa- pere nulla di un costruttore di altoparlan- ti che apprezzo più degli altri? No, non potevo, ed infatti ho piantato tutti i lavori in corso ed ho accettato con entusiasmo l’invito di Jan Nielsen e di Gioacchino Ballo. Ed ora sono qui che controllo i bi- glietti della partenza e la sequenza im- pressionante di coincidenze che devo ina- nellare per trovarmi verso le 17 di stasera, quindi fra dodici ore, nell’albergo a dor- mire. I responsabili della Scan sono stati comprensivi ed hanno previsto l’inizio del tour il giorno successivo al mio arri- vo, dandomi così la possibilità di riposare e recuperare energie. Il viaggio è partito male, anzi malissimo, col primo trasferi- mento fino a Napoli bloccato da un bana- le incidente. Saltato il primo volo fino a Roma ove avrei dovuto incontrarmi con Gioacchino Ballo della Axiomedia, il di- stributore italiano del marchio, salta tutta la serie di coincidenze, con Gioacchino e Jan dalla Danimarca che si danno da fare per spostare voli e coincidenze. Ovvie le attese snervanti a Fiumicino, con telefo- nate e maledizioni varie che dispenso pur con una certa parsimonia. Per fortuna so- no riuscito a prendere l’ultimo volo tra Copenhagen e Karup dopo una discreta corsa a piedi tra lo scalo internazionale e quello nazionale, col fido Gioacchino che mi aspettava fiducioso ed in qualche mo- do ha tenuto bloccata la massiccia signora che voleva per forza chiudere l’imbarco. All’una di notte, dopo un’altra cinquanti- na di chilometri in macchina per arrivare a Videbaek, stanchi ed affamati siamo fi- nalmente andati a dormire. Il giorno se- guente viene a prenderci in albergo Jan Nielsen, CEO dell’azienda, che si siede a fare colazione con noi senza alcuna fretta e ci racconta un po’ di cose sul nuovo as- setto della Scan-Speak e sulla situazione attuale del mercato. Da circa tre anni la Scan-Speak si è chiamata fuori dalla Tymphany, gruppo che riuniva Peerless, Vifa ed appunto Scan-Speak in un solo marchio invero abbastanza impressio-

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10 AUDIOREVIEW n. 325 settemre 2011

NUOVA SERIE DESTINY 2amplificatore integrato 120/140 watts per canale a 8/4 ohm CD player 24bit/192 kHz con DAC Delta Sigma CS4396 tuner FM con funzione RDS

Creek Audio è per coloro che amano l’Alta Qualità a 2 canali e il minimalismo bello

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Reportage Reportage

Viaggio al centro degli altoparlanti:visita alla Scan-Speak

A nche stavolta è mattina presto,ma non è proprio notte, ed è unamoglie ancora assonnata che mi

accompagna alla partenza con le soliteraccomandazioni. Avevo affermato qual-che tempo fa che mai e poi mai sarei piùpartito di notte per andare a fare un re-portage, ma le 5,30 mi sembra un’ora me-diamente ragionevole per andare a trova-re uno dei più grandi costruttori al mon-do di altoparlanti: nientemeno che Scan-Speak in quel di Videbaek in Danimarca.Mi potevo rifiutare? Potevo pregare uncollega volenteroso di sostituirmi? Potevocontinuare a scrivere senza vedere e sa-pere nulla di un costruttore di altoparlan-ti che apprezzo più degli altri? No, nonpotevo, ed infatti ho piantato tutti i lavoriin corso ed ho accettato con entusiasmol’invito di Jan Nielsen e di GioacchinoBallo. Ed ora sono qui che controllo i bi-glietti della partenza e la sequenza im-pressionante di coincidenze che devo ina-nellare per trovarmi verso le 17 di stasera,quindi fra dodici ore, nell’albergo a dor-mire. I responsabili della Scan sono staticomprensivi ed hanno previsto l’iniziodel tour il giorno successivo al mio arri-vo, dandomi così la possibilità di riposaree recuperare energie. Il viaggio è partitomale, anzi malissimo, col primo trasferi-mento fino a Napoli bloccato da un bana-le incidente. Saltato il primo volo fino aRoma ove avrei dovuto incontrarmi conGioacchino Ballo della Axiomedia, il di-

stributore italiano del marchio, salta tuttala serie di coincidenze, con Gioacchino eJan dalla Danimarca che si danno da fareper spostare voli e coincidenze. Ovvie leattese snervanti a Fiumicino, con telefo-nate e maledizioni varie che dispenso purcon una certa parsimonia. Per fortuna so-no riuscito a prendere l’ultimo volo traCopenhagen e Karup dopo una discretacorsa a piedi tra lo scalo internazionale equello nazionale, col fido Gioacchino chemi aspettava fiducioso ed in qualche mo-do ha tenuto bloccata la massiccia signorache voleva per forza chiudere l’imbarco.

All’una di notte, dopo un’altra cinquanti-na di chilometri in macchina per arrivarea Videbaek, stanchi ed affamati siamo fi-nalmente andati a dormire. Il giorno se-guente viene a prenderci in albergo JanNielsen, CEO dell’azienda, che si siede afare colazione con noi senza alcuna frettae ci racconta un po’ di cose sul nuovo as-setto della Scan-Speak e sulla situazioneattuale del mercato. Da circa tre anni laScan-Speak si è chiamata fuori dallaTymphany, gruppo che riuniva Peerless,Vifa ed appunto Scan-Speak in un solomarchio invero abbastanza impressio-

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nante per concentrazione di ricerca equalità delle soluzioni implementate. Horichiesto a Nielsen il motivo di questascelta ed ho ottenuto una risposta che so-lo apparentemente non c’entra nulla, mache a ben vedere la dice lunga, anzi lun-ghissima: “Tutti gli altoparlanti Scan-Speak sono costruiti in Danimarca, inquesta azienda, e tutta la componenti-stica che utilizziamo viene prodotta inquesta nazione, fino all’ultima vite”.Probabilmente, ipotizzo, nel gruppo siera pensato di spostare parte della pro-

duzione in oriente e questa cosa non èandata affatto giù agli uomini Scan-Speak, che pur di evitare quello che con-sideravano un notevole downgrading ri-spetto ai loro standard di precisione sisono chiamati fuori. Come tutti quelli ap-passionati del proprio lavoro Jan mostraimmediatamente una visione precisa,realistica e ben dettagliata dell’andamen-to dei vari mercati, da quelli in evoluzio-ne che assorbono una grande quantità dialtoparlanti a quelli che ne richiedonopochi ma che sono costanti e quindi certie ben stabili. Si parla anche del rame edelle materie prime che salgono di prez-zo a vista d’occhio e si parla dell’azienda,che una volta uscita dal gruppoTymphany nel 2008 corre praticamenteda sola, nella produzione, nell’approvvi-gionamento dei materiali e soprattuttonella ricerca. Jan dimostra di conosceremolto bene il mercato italiano e cita i co-struttori di maggior livello, ovvero Cha-rio, Opera e Sonus Faber elencati in rigo-roso ordine alfabetico, dimostrando diconoscerne gli uomini determinanti unoper uno. Quando gli dico che i primi dif-fusori Opera “tutti od in parte Scan-Speak” li ho progettati io sorride ed af-ferma che se li ricorda molto, molto bene.Mi fa anche i complimenti per un model-

lo in particolare ed io ovviamente annotola cosa nella mia particolare agenda in-terna. Comunque ci mettiamo in moto epartiamo dall’albergo per andare inazienda, un viaggio non breve per unastrada larga e tranquilla, immersa nelpaesaggio danese, arricchito ogni tantoda qualche gigantesco generatore eolico,silenziosissimo e lento, così come sembraa prima vista il ritmo di tutta questa par-te di mondo. Stiamo percorrendo unastrada non proprio centrale del paesinodi Videbaek quando Jan gira per una cor-ta traversa ancora più piccola che ci por-ta di fronte all’entrata dell’azienda, ed ioche mi aspettavo una “factory” comequelle che ho visitato negli ultimi anniresto abbastanza deluso, tanto più cheJan tiene a precisare che questa è l’unicasede e che ogni particolare degli altopar-lanti Scan viene costruito ed assemblatoqui. È evidente che il paragone con altricostruttori è improprio ed è chiaro chenon ho capito ancora nulla della filosofiadi questo marchio. Dopo le classiche fo-tografie all’ingresso come da copione,entriamo nell’azienda. Ma qui il copionecambia drasticamente: niente presenta-zioni ufficiali, niente dichiarazioni pom-pose e niente presentazioni roboanti acolpi di videoproiezioni e dati di vendita

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o di penetrazione nel mercato e nemmeno tecnici che giranocon camici pulitissimi e stimatissimi, praticamente indossatiun minuto prima del mio ingresso. Tutto è più diretto, sempli-ce ed amichevole, con “l’altro Jan” (Evers) conosciuto l’annoscorso al Top Audio che si fa raccontare tutte le peripezie delviaggio, scherzando sulla precisione e sulla puntualità dellecompagnie aeree sia italiane che danesi che da tempo non so-no più quelle di una volta. Dopo qualche minuto scende sorri-dente anche Birger Jorgensen, il responsabile della ricerca, chemi viene presentato per quello che in effetti è: colui che proget-ta gli altoparlanti. Ho l’impressione sin da subito di essere traamici, motivo per il quale mi tolgo la giacca e mi dichiaropronto ad iniziare la visita della “fabbrica degli altoparlanti”.Scortato da Gioacchino, Jan e Birger entriamo nel locale del“quality control” ove vengono testati tutti gli altoparlanti pro-dotti il giorno prima. A giudicare dai carrelli di componentipronti per essere provati (Figura 1) la produzione è mirata, nelsenso che viene assemblato un discreto quantitativo di altopar-lanti di una delle quattro serie alla volta, e poi durante la setti-mana si assemblano gli altri a seconda delle richieste, senza co-sì generare affollamento e sovrapproduzione. L’altoparlante èfissato ad una larga flangia ed è affacciato ad un volume chiu-so di un paio di migliaia di litri accortamente coibentato, all’in-terno del quale è sistemato il microfono di misura (Figura 2). Èovvio che la misura non è assoluta perché il volume della mi-nicamera anecoica così realizzata porterebbe a delle colorazio-ni vistose, ma ovviamente viene comparata con quella dell’al-toparlante campione registrata nel computer. Il woofer sottoesame è fissato a pressione su un’apposita flangia avendo l’at-tenzione di non occludere il foro di decompressione posteriore(Figura 3). La sequenza del test è molto rapida ed efficace, conben nove diverse rilevazioni che vengono eseguite in meno diun secondo, misure che vengono analizzate dal computer se-condo il metodo “pass or fail” ed in caso di successo archiviate

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Reportaqe

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nel data base di ogni singola produzio-ne settimanale (Figura 4). A questo pun-to è d’obbligo da parte di un giornalistacurioso andare a guardare la mascheradi tolleranza per gli altoparlanti chepassano il test ed io caccio la mia perso-nale miglior faccia di bronzo per attar-darmi e seguire da vicino l’operatriceche con mano esperta esegue i test. Unosweep molto rapido esegue un test diimpedenza, uno di risposta in frequen-za a basso livello e ad oltre 10 volt rms,uno di distorsione armonica a bassa edalta frequenza a 10 volt ed un test diRub & Buzz eseguito a tensioni variabiliutilizzando sia le distorsioni di ordineelevato che l’analizzatore in modalità“scope”, per notare immediatamentequalche anomalia nell’incollaggio oqualche rumore non armonico prodottoda qualche componente dell’equipaggiomobile. La “maschera” di tolleranzadella risposta appare abbastanza larga,sistemata a ±2 dB, ma le curve che sisuccedono sul monitor per i quattro ocinque altoparlanti che vedo alternarsialla misura sembrano essere incollatel’una sull’altra. Dopo i test sui prodottifiniti entriamo in uno dei locali destinatiall’assemblaggio vero e proprio. Mi me-ravigliano due particolari: il ritmo di la-voro che non è proprio da catena dimontaggio e l’attenzione con cui sonoassemblati i vari trasduttori. Manifestol’impressione di questa apparente len-tezza a Jan che mi risponde sorridendo,come se si fosse sentito fare quella do-manda altre volte. “Cura, precisione in-credibile nell’assemblaggio e macchina-ri di nuova concezione concorrono arealizzazioni di grande pregio soltantose i tempi di lavorazione non sono esa-

sperati” mi dice ed invero non possodargli torto. Le membrane trattate deitweeter sono una esclusiva di una si-gnora che lavora alla Scan-Speak damolti anni e che a mano passa tutte lecupole morbide con un pennellino perdistribuire il liquido smorzante con unmovimento estremamente preciso dellamano sul pezzo che ruota lentamentegrazie ad un supporto motorizzato (Fi-gura 5). Vi rendete conto che questa si-gnora è una delle artefici principalidell’ottima prestazione ad alta ed altis-sima frequenza dei tweeter Scan-Speak?Merita una foto (Figura 6). Nell’altra sa-la si montano invece una serie di wooferOEM con il classico schema europeodelle due catene di assemblaggio checonfluiscono. Da un lato si assembla labobina mobile, il suo supporto ed il cen-tratore sulla membrana già dotata dianello di sospensione esterna (Figura 7)e dall’altro si assemblano le parti mec-caniche, ovvero il cestello, la piastra dicampo ed il polo centrale con la piastradi chiusura, a stringere in mezzo l’anel-lo di ferrite ancora non magnetizzato(Figura 8). Qui ho modo di notare anco-ra l’estrema cura del montaggio, che av-viene tutto per abbondante incollaggio,senza alcuna vite tra cestello e piastra ele verifiche che vengono effettuate pri-ma dell’incollaggio delle varie parti e

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Reportaqe

Figura 4

Figura 5

Figura 6

Figura 8

Figura 7

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prima dell’essiccazione di tutto il com-plesso “fisso”. Alla fine dei due cicli dilavorazione la parte in movimento equella fissa del woofer si incontrano evengono montate l’una sull’altra conuna precisione anche in questo caso affi-data alla mano esperta dei tecnici ed al-le apparecchiature computerizzate checontrollano ogni fase della delicata cen-tratura e del successivo incollaggio (Fi-gura 9). Mi sono perso il reparto di ma-gnetizzazione ma non è che sia stato in-coraggiato fino allo sfinimento per ve-dere questa fase importante della pro-duzione, effettuata in una sala attiguadove gli altoparlanti entrano su un bi-nario ed escono da un altro dopo varicicli di magnetizzazione e successivasmagnetizzazione. Sugli scaffali piùavanti sono già pronti i cestelli dei tra-sduttori della nuova serie Illuminator(Figura 10), pronti ad essere montati traqualche giorno. Jan mi fa notare anchel’immancabile copertura del polo cen-trale con anelli e tappi di rame (Figura11) e la cura posta nel controllo mecca-nico sui cestelli per verificarne la corret-tezza dimensionale nel punto di contat-to con la piastra. In una sala laterale cheprima mi era sfuggita noto il test suicentratori affidato ad un particolare cu-bo equipaggiato da due altoparlanti che

spingono il centratore che a sua voltaviene controllato nella sua deformazio-ne da un raggio laser: praticamente sitratta di una delle applicazioni del siste-ma Klippel, apparato in dotazione sia alreparto produzione che a quello di ri-cerca e sviluppo (Figura 12). Finita laproduzione, passiamo per il magazzinoe saliamo al piano superiore ove si con-centra lo studio per gli altoparlanti per-sonalizzati su richiesta dei vari costrut-tori, i cosiddetti “altoparlanti costruitisu specifiche”. A me questa definizioneha sempre fatto sorridere perché so ingenere quali sono le specifiche che uncostruttore di diffusori acustici può ri-chiedere ad uno dei migliori costruttorial mondo di altoparlanti, quella di adat-tare in genere massa e cedevolezza adun particolare volume di carico o aduna particolare configurazione che si ri-tiene fondamentale. Nel bilancio co-struttivo di un altoparlante i parametridi Thiele e Small costituiscono un aspet-to tutto sommato minoritario rispettoalla qualità ed alla linearità del com-plesso magnetico a livelli molto più ele-vati del solito watt. Comunque Jan mispiega che la costruzione di altoparlantiOEM è una consuetudine per il costrut-tore che cerca di ottimizzare i pochi datia disposizione per non snaturare la na-tura stessa dell’altoparlante di produ-zione che più si avvicina alle caratteri-stiche desiderate. Mi viene spiegato an-che che si possono richiedere piccole se-rie customizzate che vengono evase do-po un attento studio ad un prezzo ov-viamente superiore a quello di normaleproduzione, ma basta un ordine di uncentinaio di pezzi per ottenere un tra-sduttore customizzato. Siamo ad unpasso dalle due camere anecoiche che inquesto momento sono occupate e ci ob-bligano ad una breve attesa. Per ingan-nare il tempo vedo sul tavolo una seriedi cartelle con i nomi dei costruttori chechiedono ed ottengono componenti cu-stom ed ovviamente cerco di “rubarecon gli occhi” tutti i nomi presenti. “Ac-cidenti quanta bella gente” esclamo trame e me mentre cerco le cartelle dei co-struttori italiani. Ne trovo diverse ma

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Reportaqe

Figura 9

Figura 12

Figura 10

Figura 11

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mi concentro, da perfetta canaglia, suimarchi conosciuti. Vas ed Mms mi sem-brano le richieste più ricorrenti, mentresolo qualcuno va oltre chiedendo un ma-teriale diverso per la membrana pur coni parametri assolutamente standard. Re-sponsabile di questo settore è Inger LiseMadsen, una “signora” ingegnere che sioccupa di queste cosucce da appena 38anni. I prototipi dei nuovi trasduttori odi quelli OEM devono passare per l’ana-lisi, la costruzione fisica e le verifiche tec-niche dell’inflessibile signora prima diessere documentati alla perfezione ed es-sere proposte al cliente per la produzio-ne. Per la realizzazione delle parti mecca-niche fuori standard viene usata una offi-cina meccanica dotata di diversi torni, dicui almeno uno a controllo numerico (Fi-gura 13). Per la verifica strumentale deiprototipi si fa uso di una console di pro-va della Brüel (Figura 14) che consente lepoche ma precise verifiche principali daeseguire su un prototipo: tanto dieci me-tri più avanti ci sono le due camere ane-coiche che nel frattempo si sono liberate.

Mentre si smontano gli altoparlanti sottotest siamo ammessi nei due locali, asso-lutamente speculari ed attentamente otti-mizzati per misure specifiche sia su pan-nello infinito che per diffusori completi(Figura 15). Entrambe le camere sonostate realizzate partendo da pareti digrande spessore in modo da avere un ru-more di fondo estremamente contenutoanche a bassa frequenza. Dalla foto pos-siamo notare un pannello rimovibile suuna parete nuda che funge da baffle infi-nito e tre microfoni posti contempora-neamente in funzione e posizionati in as-se, a 45 gradi ed a 60 gradi, per fornire,tramite uno switch elettronico, le tre cur-ve di risposta senza dover andare avantie dietro per spostare il microfono (Figura16). La “centrale” di misura è costituitada un B&K 2012, uno strumento di circa20 anni di età in dotazione per lungotempo anche nel laboratorio di AUDIO-REVIEW, e probabilmente lo strumentoche in assoluto ho odiato di più nella miavita per la sua insulsa dispersività. Cono-scendone bene i difetti nell’interfacciaumana ne mimo la posizione che assumeil braccio, per premere in continuazioneil tasto “proceed” che consente di attiva-re ogni singola istruzione da eseguire. Itecnici che conoscono bene lo strumentoridono ma mi fanno notare come sianoriusciti a procurarsi una delle pochissimeinterfacce prodotte dalla stessa Brüel &Kjaer che consente l’uso di un computeresterno che memorizza tutta la lunghissi-ma sequenza di macro da eseguire per ot-tenere in cambio un discreto numero dimisure (Figura 17). Venuti fuori dalla salamisure scendiamo finalmente nella salariunioni ove Jan ci racconta un po’ di sto-ria del marchio.

La storia della Scan-Speak

La Scan-Speak vede la luce nel 1970 e conla linea Classic si impone prepotente-mente sul mercato grazie ad alcune ca-ratteristiche assolutamente innovative siacome utilizzo di lavorazioni precise ecomplesse che per le prestazioni sonore,caratterizzate da una notevole resa deldettaglio. Già tre anni dopo il costruttorelancia sul mercato altoparlanti dotati del“simmetric drive” ovvero un particolaredisegno delle terminazioni polari deglialtoparlanti capace di abbassare drastica-mente le distorsioni armoniche di ordinepari. Nel 1992 il disegno del complessomagnetico subisce un ulteriore discretoupgrade e viene brevettato come SD1. Itrasduttori che utilizzeranno in seguitoquesto tipo di complesso magnetico sa-ranno infatti caratterizzati da una distor-sione armonica ancora più bassa e dauna modulazione del flusso magneticoestremamente contenuta. Altri due anni,una ricerca serrata ed una sperimentazio-ne con tecniche di avanguardia portanola Scan-Speak ad introdurre l’accoppia-mento non risonante tra membrana e so-spensione. In questo modo si possonocontrollare i break-up della membranasenza fare ricorso ad una sospensione adalto smorzamento, caratteristica necessa-ria da un lato per la regolarità della ri-sposta ma deleteria dall’altro per l’ecces-siva escursione dell’equipaggio mobile.Con questa soluzione si riesce a ridurredrasticamente i break-up senza eccessivecontroindicazioni. A questo punto dellaricerca viene lanciata la serie Revelatorche viene immessa sul mercato a metàdegli anni ’90 e che incontra subito il fa-vore degli audiofili di mezzo mondo. Lamembrana “sliced” è interrotta da tagliparticolari riempiti di colla che riduconoancora le irregolarità della risposta smor-zando ulteriori risonanze della membra-na. Alla fine degli anni ’90 la Scan-Speakconverge assieme a Vifa ed in un secon-do tempo a Peerless nel gruppoTymphany. Viene anche immesso sulmercato un tweeter dotato di una cupolaad anello con un rifasatore molto piccoloche blocca al centro la membrana e mas-simizza la dispersione. Nel 2008 vienelanciata la serie Illuminator che si pone aivertici della produzione del gruppo da-nese. Si tratta di altoparlanti molto parti-colari dotati di un disegno del complessomagnetico cosiddetto “Underhung” do-ve la bobina mobile è molto meno altadel traferro, che in realtà è distribuito suuna superficie di discreta altezza con unflusso magnetico assolutamente unifor-me. Il costruttore dichiara una escursionedi oltre nove millimetri con una riduzio-ne del fattore di forza ai limiti dell’escur-sione che si riduce soltanto di un mode-

20 AUDIOREVIEW n. 325 settemre 2011

Reportaqe

Figura 13

Figura 14

Figura 15

Figura 17

Figura 16

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stissimo 10%. Ma non finisce qui: lamembrana è realizzata con un sandwichdi due membrane rinforzate con partico-lari nervature ma montate in modo asim-metrico, in modo da contribuire entram-be alla rigidità del cono. Ne deriva unacapacità di riprodurre segnali moltocomplessi con una distorsione di inter-modulazione molto contenuta, ai limitidel fondo della misura, pur con tensioniai morsetti molto elevate. Nel 2009 infinela Scan-Speak esce, come sappiamo, dalgruppo Tymphany e lancia la nuova se-rie Discovery, una linea dal prezzo moltocontenuto ma dalle caratteristiche tecni-che interessanti, messe a punto durantelo sviluppo delle serie superiori.

La visita continua…

Ridiscendendo per l’altro lato del repartoricerca e sviluppo ci troviamo in un re-parto notevole come estensione ove sipreparano le membrane e gli equipaggimobili della serie Revelator. Finalmenteposso vedere come è costruita la mem-brana di questi woofer e come è lavoratasuccessivamente. Come possiamo vedere

in Figura 18 la membrana è tagliata se-condo opportuni percorsi che vengonoriempiti a mano con una particolare collagommosa (Figura 19) e poi messe ad es-siccare. Una volta che la membrana è sta-bile gli viene incollato su il supporto del-la bobina mobile completo e viene rica-vato il punto di connessione con i cordiniche portano il segnale elettrico. La con-nessione e le saldature vengono ricopertecon colla prima del secondo blando ciclodi essiccatura (Figura 20). A qualche me-tro di distanza vengono invece preparatele membrane in sottilissimo alluminioche alcuni costruttori richiedono per per-sonalizzare i propri altoparlanti (Figura21). Questo lato della produzione è co-munque dotato di una propria stazionedi verifica strumentale in tutto e per tut-to simile a quella che abbiamo visto pri-ma. Anche in questo caso i trasduttorinon sono testati a campione, ma sono ve-rificati uno per uno con le solite modalitàdi verifica ed archiviazione (Figura 22).

Alla fine del lungo magazzino, ove notouna miriade di anelli di rame di tutte lefogge ben sistemati e pronti ad esseremontati, c’è un’area dedicata al serviziomanutenzione e riparazione degli alto-parlanti eventualmente danneggiati. Unasignora svolge questo lavoro sin dallafondazione dell’azienda e quindi conoscealla perfezione tutti gli altoparlanti pro-dotti negli anni. Qui il trasduttore vienedisassemblato, ripulito, ricostruito e ri-misurato con una discreta stazione diprova (Figura 23) ed infine mandato dinuovo alla sezione test, come se si trat-tasse di un trasduttore nuovo di zecca.Ad alcuni altoparlanti viene addirittura

ricostruito il trattamento smorzante su-perficiale (Figura 24). In questo angolo dicapannone vengono anche assemblate lecupole dei midrange che poi vengono in-collate al supporto della bobina mobile,pronte ad essere montate nel complessomagnetico (Figura 25). Sono prodotte quianche le cupole morbide per i tweeter didimensioni minori (Figura 26). Mentrerientriamo da un giro a piedi nel verdeattorno all’azienda, che io ho beceramen-te usato per sfumacchiare una sigaretta,noto proprio vicino all’ingresso la saladove si preparano i collanti e mi limito afotografarla da lontano, ben conoscendola criticità di una foto ravvicinata ai pro-dotti ed alle miscelazioni adottate, che ingenere un costruttore non ama renderepubbliche (Figura 27). All’interno della

22 AUDIOREVIEW n. 325 settemre 2011

Reportaqe

Figura 18

Figura 19

Figura 20

Figura 22

Figura 21

Figura 23

Figura 24

Figura 25

Figura 26

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di riferimento al vertice della gamma Pro-Ject. Un modello di elevata massa (25 kg), con trazio-

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Il motore del tipo a basso rumore è abbinato al dispositivo Speed Box SE di serie, per la stabi-

lizzazione della velocità di rotazione ed il cambio del numero di giri 45/33 RPM. Il telaio, di splen-

dida finitura in vero legno (bellissime le essenze disponibili: mogano laccato, olivo laccato e black

piano laccato), è immune da risonanze grazie all'addizione di granulato metallico ad altissimo

grado di smorzamento. Il perno di rotazione è di tipo invertito con sospensione magnetica.

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lazione dei piedini di supporto, di tipo magnetico. Xtension è disponibile con l'originale braccio

Pro-Ject Evolution in fibra di carbonio da 12" oppure con due diversi modelli di bracci Ortofon

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sala riunioni mi attende Claus Futtrup,giovanissimo ingegnere della sezioneprogetti, che mi illustra uno studio com-piuto in azienda sulle non linearità de-gli altoparlanti e sulla variazione dina-mica di alcune grandezze spesso consi-derate assolutamente costanti. La ricer-ca è stata portata avanti come prosieguodi uno studio condotto dallo stesso Fut-trup e da Thorborg e pubblicato nel2010 nei volumi dell’AES. In buona so-stanza nel circuito elettrico equivalenteall’impedenza si sostituisce la sempliceinduttanza legata alla cedevolezza conuna induttanza serializzata ad una resi-stenza il cui valore varia con la frequen-za. In queste condizioni la modellizza-zione del circuito risulta più complessarispetto al modello classico e tiene nelconto anche la variazione dell’induttan-za parassita secondo un modello ipotiz-zato da Thorborg. Per ammissione dellostesso Futtrup le ripercussioni nel cir-cuito equivalente meccanico sono co-munque trascurabili quando siamo di

fronte ad un basso smorzamento (Qmselevato), ma consentono di perfezionarela visione di insieme per fattori di meri-to uguali o minori di 4 o di verificare lavariazione del Qms al variare della fre-quenza. Questa variazione consente dicalcolare gli altri parametri dell’altopar-lante al variare della frequenza poten-done in questo modo simulare anche glieffetti, tutta quella serie di imprecisioniche spesso non fanno collimare alla per-fezione le simulazioni con le verifichestrumentali e che in alcuni casi possonoassumere valori notevoli e visibili. Vaaggiunto che nella simulazione di que-sto modello non sono presenti parame-tri distribuiti e quindi non ci sono nem-meno operazioni mediamente comples-se da porre in atto. Oltretutto il calcolodi grandezze variabili con la frequenzaconsente di tenere nel conto ed ingloba-re nel calcolo il parametro per eccellen-za che cambia all’aumentare della fre-quenza, ovvero la variazione delle per-dite nel materiale assorbente e nel boxdel diffusore. Si perviene alla fine ad unmodello molto più denso e complesso, acui occorre saper assegnare dei precisivalori spesso molto complessi da valu-tare ma che se tenuti nel conto possonolasciare ipotizzare un comportamentoestremamente più aderente del modellorispetto alle misure. Ne è nata una inte-ressante discussione sulla variabile co-stituita dal materiale assorbente e sullesue qualità, che Futtrup calcola in per-centuale e che io viceversa calcolo come

24 AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011

Figura 27

Figura 29

Figura 28

Reportaqe

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rapporto tra l’area del materiale assor-bente e superficie interna del box: duemodi quasi identici di esprimere la stessagrandezza che, nel mio caso, ha il pregiodi essere immediatamente quantificabilecon la ulteriore possibilità di sovrapporrepiù strati (Figura 28). Prima della parten-za del volo di ritorno sono invitato adascoltare due prototipi di diffusori cheutilizzano i nuovi tweeter al berillio e deiwoofer della serie Illuminator a bassoQts utilizzati per testarne le prestazionisul campo. Tiro fuori i miei dischi, equelli di Cicogna in mio “momentaneo”possesso, e mi do da fare senza essere in-terrotto e condizionato da alcuna spiega-zione. Si tratta di un diffusore da pavi-mento a tre vie e di un diffusore da standa due vie (Figura 29). Il sistema a monteè tutto GamuT, ben caldo e prontoall’uso. Riconosco il filtro a bassa pen-denza del primo diffusore e quello a pen-denza più elevata del secondo, in una sa-letta bene ottimizzata e per di più in ma-niera quasi del tutto invisibile e tale daconsentire una resa del dettaglio e delmicrocontrasto veramente incredibile. Laprestazione in gamma alta ed altissimaappare di grande pregio così come la di-namica e l’impatto a livelli elevati. Lagamma bassa è viceversa estesa e smor-zata. Alla fine utilizzo il CD ove ho tra-sportato tutte le tracce per me rappresen-tative in un test di ascolto e riesco a pen-nellare con maggior precisione il giudi-zio sia timbrico che scenico, che sembracentrare in pieno le aspettative del pro-gettista. Alla fine è venuta a tutti unagran sete e Jan porta da bere per tutti. Sitratta, come potete vedere, di acqua mi-nerale Scan-Speak, probabilmente co-struita su specifiche (Figura 30). Va beneprodursi tutto in casa, ma cerchiamo dinon esagerare!

Gian Piero Matarazzo

AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 25

Reportaqe

PLAYBACK DESIGNS MPS - 5

www.dnaudio.itSYSTEMS FOR NATURAL MUSIC

PFO BRUTUS AWARD 2008Il Playback MPS-5 ha chiaramente superatol’accoppiata EMM Labs DCC2-CDSD S. E.

PFO BRUTUS AWARDS 2009Il lettore PLAYBACK DESIGNS MPS-5 è l'attuale dominatore del formato CD/SACD.

Vedremo se compariranno nuovi sfidanti al titolo.

STEREOPHILE 2010Il suo suono solido come una roccia e molto ben controllato

e di sicuro migliore della conversione da PCM a DSD del dCS Scarlatti.

TAS GOLDEN EAR AWARDS 2010Questo lettore possiede un acuto estremamente raffinato, un basso esteso,e un'adorabile gamma media, la sua fedeltà alla sorgente è "spaventosa".

FDS HI FI AWARDS 2010Una fluidità da primato, una scena acustica eccezionale,

un basso come non credo di avere mai ascoltato in vita mia.

Figura 30