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IN COLBORAZIONE CON TRACCE DI ARCHEOLOGIA invisibile CAPITOLO 1 Comprendere l’Archeologia NEL VALDARNO SUPERIORE Gentili Visitatori, proviamo ad immaginare cosa significherebbe, per ognuno di noi, perdere tutti i ricordi della nostra vita. Qualcosa di simile significherebbe, per la società nella quale viviamo, rinunciare all’Archeologia e alla Storia. Alcuni ricordi dell’umanità sono chiari, altri appaiono sfocati, molti altri, infine, sono stati cancellati e debbono essere immaginati attraverso ricerche, studi, scavi. Questo meraviglioso e paziente lavoro di costruzione della memoria collettiva è compito di ognuno di noi perché racconta di tutti noi. La mostra che state visitando è esattamente questo: la mostra di una società di archeologi. Archeologi non sono solo i professionisti della ricerca e della tutela. Archeologi sono i bambini e gli anziani, le donne e gli uomini che nelle scuole, nelle case, nelle associazioni e negli istituti del territorio hanno costruito, dipinto, catalogato, scritto, sperimentato, archiviato, restaurato, disegnato, modellato, visitato, intervistato, studiato… Grazie a loro siamo tutti più ricchi di ricordi e più capaci di immaginazione. Se è vero che non può esistere un presente senza un passato, è anche vero che non può esistere alcun passato senza un presente che lo ricordi e lo racconti. Tutti noi siamo il futuro di coloro che ci hanno preceduto. Non dobbiamo deluderli.

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Gentili Visitatori, proviamo ad immaginare cosa significherebbe, per ognuno di noi, perdere tutti i ricordi della nostra vita. Qualcosa di simile significherebbe, per la società nella quale viviamo, rinunciare all’Archeologia e alla Storia.

Alcuni ricordi dell’umanità sono chiari, altri appaiono sfocati, molti altri, infine, sono stati cancellati e debbono essere immaginati attraverso ricerche, studi, scavi. Questo meraviglioso e paziente lavoro di costruzione della memoria collettiva è compito di ognuno di noi perché racconta di tutti noi.

La mostra che state visitando è esattamente questo: la mostra di una società di archeologi. Archeologi non sono solo i

professionisti della ricerca e della tutela. Archeologi sono i bambini e gli anziani, le donne e gli uomini che nelle scuole, nelle case, nelle associazioni e negli istituti del territorio hanno costruito, dipinto, catalogato, scritto, sperimentato, archiviato, restaurato, disegnato, modellato, visitato, intervistato, studiato… Grazie a loro siamo tutti più ricchi di ricordi e più capaci di immaginazione.

Se è vero che non può esistere un presente senza un passato, è anche vero che non può esistere alcun passato senza un presente che lo ricordi e lo racconti.

Tutti noi siamo il futuro di coloro che ci hanno preceduto. Non dobbiamo deluderli.

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Il tempo è come il ventoChe passa sulle roseDel bello che compose

Non lascia un elementoLo stelo forte scrollaScombina la corolla

Anche il profumo toglieE in ultimo le foglieNon credere però

Che sia soltanto scempioLo scorrere del tempoDi quelle rose un po’

Comunque sempre troviFiorente sopra i roviNell’orto del tuo cuore

Mai nulla tutto muore

Il tempo è quella velaChe sta sparendo al largoL’odore di candela

Appena appena spentaL’inizio del letargoIl tempo è mezza mela

È il globo di polentaChe cresce sulla fiammalo stagno che si gela

È il nero pentagrammala grigia ragnatelaChe la zanzara impiglia

Il numero di migliaChe ci separa adessoIl tempo è questo stesso

Discorso che vi faccioPassando i suoni giustiTra i buchi del setaccio

Un po’ per tutti i gusti

Nicola Gardini

Nicola Gardini

Come il vento Il tempo è mezza mela

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Per un bambino non è facile assimilare il concetto astratto di tempo: è opportuno che impari gradualmente a organizzarsi sia nel tempo che nello spazio partendo dal proprio vissuto, la vita familiare e quella scolastica fino alla ludica, facendo riferimento alle attività degli adulti e agli eventi naturali e culturali che lo circondano.

Il progetto, rivolto a bambini di 5 e 6 anni, ha avuto appunto come finalità principale quella di far prendere coscienza del tempo e poiché in questa fascia di età l’apprendimento avviene essenzialmente attraverso il gioco, è per gioco che abbiamo iniziato la costruzione di una “Macchina del tempo” che potesse farci viaggiare avanti e indietro nel tempo e condurci dove volevamo.Dopo lunghissimi giorni di lavoro e perfezionamento abbiamo dato vita al nostro CASCO DEL TEMPO, ovvero una creazione di cartone, tempere, mattonelle, fil di ferro e tanta colla a caldo!

I bambini si sono sentiti molto coinvolti ed erano eccitati al pensiero di poterlo utilizzare. Così hanno cominciato a pensare attentamente a quale fosse il momento temporale in cui desideravano farsi trasportare.

Il giorno del collaudo i piccoli inventori hanno ben presto capito che l’oggetto realizzato non poteva funzionare, emozioni e reazioni sono state diverse: c’è chi è rimasto deluso; chi era rassicurato perché spaventato dall’idea di viaggiare nel tempo; chi non si arrendeva (e tutt’ora non si arrende!) e cercava di capire il motivo del non funzionamento ipotizzando pile scariche o collegamenti staccati.

A questo punto i bambini hanno cominciato anche a discutere tra loro, a fare ipotesi su cosa è il tempo, a cosa serve, come trascorre, come si misura; abbiamo parlato della sua consequenzialità (cosa viene prima, cosa dopo, si può tornare indietro?). In questo modo siamo arrivati alla conclusione che viaggiare nel tempo non è semplice e che ancora non è stata

inventata nessuna macchina che possa farlo. Mi sono sentita però in dovere, dopo la piccola delusione, di rincuorarli dicendo loro che non è possibile viaggiare attraverso il tempo ma è possibile ricostruire il passato e immaginare il futuro anche grazie ad una cosa grande chiamata fantasia!

Il viaggio è così continuato tra i ricordi personali di ognuno di loro, con l’ascolto di racconti di un tempo relativamente vicino e altri invece di un tempo molto remoto.

Per permettere ai bambini di comprendere meglio un concetto per loro così complesso, ho fatto ricorso ad esperienze che i loro sensi potessero sperimentare e per questo sono state effettuate numerose uscite didattiche: al Museo contadino di Gaville, a Loppiano (Incisa) per un laboratorio sui vecchi mestieri, al Museo Paleontologico a Montevarchi, a Palazzo Vecchio a Firenze per partecipare alla visita “Ai tempi di Cosimo”.

Il viaggio si è concluso immaginando il futuro vicino (ovvero la scuola primaria) e il futuro lontano (cosa mi piacerebbe fare da grande) e spero, con tutto il mio cuore, che riservi loro cose meravigliose.

“Viaggiatori nel tempo”

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NEL VALDARNO SUPERIORE

La Associazione Archeo Club Valdarno Superiore nasce nel 2002 quando un gruppo di appassionati di archeologia sentì l’esigenza di ufficializzare e legittimare le prime attività di ricerca e tutela del patrimonio archeologico nel proprio territorio: già dal 1999 cominciarono da parte del gruppo, allora composto da un pugno di persone, le

prime segnalazioni alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana della presenza di frammenti ceramici di probabile epoca etrusca nel sito in Località La Rotta a Figline Valdarno. Gli anni seguenti videro organizzate vere campagne d’ indagine che portarono al primo Scavo archeologico del

2001. Immediata la sensazione di trovarsi davanti un importante contesto da indagare. A questo si sono susseguite altre campagne di scavo in cui l’associazione ha affiancato la Soprintendenza non solo con la propria manovalanza ma reperendo i fondi necessari per poter lavorare sul campo, contribuendo al lavaggio, al restauro e alla tutela dei materiali rinvenuti in questi anni di ricerca.

Per noi la Storia è SAGGEZZA, non è fatta di solo passato, ma il passato è solo una parte della storia. Il passato spiega l’avvenire, è il nostro presente ed è la nostra forza. Ricostruire la storia del passato ci aiuta a trasmettere il sapere, per questo lavoriamo tutto l’anno promuovendo l’indagine archeologica e incentivando la ricerca storica del nostro territorio. Non occorre nessun prerequisito per partecipare

alle nostre attività che sono rivolte a tutti i cittadini; pensiamo infatti che per interessarsi di archeologia e di arte non sia necessaria nessuna preparazione culturale specifica né sia indispensabile possedere doti psicofisiche eccezionali, ma siano sufficienti tanta passione e volontà di dedicare parte del proprio tempo libero.

“… Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis…”

“…La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità…”

(Cicerone, De Oratore, II, 9, 36),

ARCHEO CLUB VALDARNO SUPERIORE

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Durante la nostra esperienza di alternanza scuola-lavoro all’Archeo club Valdarno Superiore abbiamo incontrato uno dei fondatori di questa associazione: Sauro Brogi, una simpaticissima persona che ci ha raccontato la sua esperienza ma soprattutto la sua scoperta. La passione per l’archeologia è nata in lui quando era ancora un bambino leggendo un libro di storia.

Nel 1999 venne a conoscenza di una scuola di archeologia a Bagno a Ripoli e decise di iscriversi insieme ad un amico con lo scopo di far ricerca nel proprio territorio, il Valdarno Superiore.

Inizialmente non fu molto fortunato perché fece varie ricerche nella zona del Valdarno ma non andarono a buon fine.

Nel Febbraio del 1999 durante una passeggiata domenicale, nella strada che unisce San Giovanni a Figline Valdarno, in località La Rotta dopo un periodo di pioggia, notò dei frammenti di ceramica che affioravano dal terreno. Subito capì che il materiale era molto antico e dopo un ulteriore sopralluogo segnalò immediatamente la presenza di materiale archeologico alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

Si scoprì che il materiale apparteneva al quinto secolo Avanti Cristo. Fu naturale la nascita di una associazione di persone appassionate di archeologia che dal 2002 in accordo con il Comune e la Soprintendenza collabora non solo negli scavi archeologici in Località La Rotta ma reperendo fondi per il lavoro sul campo e per la ricerca storica.

Piano piano il gruppo è cresciuto e gli scavi sono continuati insieme alle innumerevoli piacevoli scoperte, la civiltà etrusca aveva vissuto a Figline! Tutti questi reperti sono di fondamentale importanza poiché ci danno informazioni su una storia antica del Valdarno Superiore ancora da ricostruire.

Elisabetta, Mimosa, Camilla, Francesca, Virginia, Gabriele e Ada

Anche i vasi parlano intervista a Sauro Brogi

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Che rientro speciale l’otto gennaio 2018!Le vacanze natalizie sono finite ma a scuola ad attenderci c’era un altro regalo: la visita all’Archeo Club di Figline Valdarno. Ad attenderci c’era una archeologa e subito ci ha trasformati tutti in “archeologi e archeologhe”: abbiamo osservato e toccato un osso di mucca e un altro di mammut. Quest’ ultimo è più grosso e anche più pesante perchè si è fossilizzato.

In una stanza fredda c’erano tante cassette contenenti dei reperti antichi ritrovati in uno scavo a La Rotta,una zona di Figline. Tanto tempo fa lì abitava il popolo Etrusco.

Ma non è finita qui!Tornati nella stanza dell’accoglienza siamo diventati archeologi!Divisi in quattro gruppi abbiamo scavato in delle casse piene di sabbia e terra dove abbiamo recuperato tanti frammenti di ceramiche e di terracotta; abbiamo diviso i frammenti per

tipo e poi abbiamo cercato di riattaccare i pezzi per ricomporre vasi,ciotoli e piatti.

Non è stato facile ma collaborando insieme ce l’abbiamo fatta!

L’esperienza si è conclusa con la lavorazione dell’argilla.Abbiamo realizzato una tazzina.Silvia e Pascale la cuoceranno e l’argilla diventerà terracotta.Che giornata fantastica!!!

Classe 3a Scuola Primaria VaggioGiada, Matteo, Sara, Febo, Elisa, Gabriel,

Emma, Giulia, Lorenzo, Noemi, Margot, Gabriele, Yuri, Niccolò, Firdaousse

Archeologi per un giorno

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Ai ragazzi è stata offerta l’opportunità di conoscere la storia dell’Archeo Club Valdarno Superiore, di come un gruppo di persone con competenze completamente diverse si sono aggregate con l’intento e la volontà di proteggere e far conoscere alla comunità un pezzo della sua storia. È nata così anche l’opportunità di conoscere e sperimentare in prima persona il mestiere dell’archeologo e provare a scoprire che cos’è effettivamente l’archeologia, qual è il percorso che un reperto fa dal momento in cui viene scoperto al momento in cui viene finalmente reso fruibile alla comunità.

Il racconto è stato condiviso con i ragazzi attraverso un percorso di progettazione partecipata in cui hanno deciso insieme cosa ma soprattutto come raccontare le loro scoperte e le loro emozioni agli altri: accessibilità, chiarezza del messaggio nella forma (hanno scelto non a caso un carattere ad alta leggibilità) e nei contenuti (testi brevi e disegni esemplificativi).

«L’archeologia è in parte la scoperta dei tesori del passato, in parte il lavoro meticoloso di un analista scientifico, in parte un esercizio di immaginazione creativa».

C. Renfrew, P. Bahn

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Cronaca della visita alla sede dell’Archeo ClubArrivati all’ Archeo Club, siamo stati accolti da una archeologa e ci siamo seduti, ci ha parlato degli Etruschi, argomento che era stato già studiato in classe e, mentre lei raccontava noi bambini prendevamo appunti. Ci ha affascinato molto il fatto che anche nel Valdarno, il posto dove abitiamo, ci siano reperti e vasi etruschi. Ci siamo suddivisi in 3 gruppi e ognuno di noi ha fatto un lavoro diverso, ma comunque tutti i gruppi hanno fatto più o meno tutto.1) Scavo simulato: con palette abbiamo scavato in cassette piene di sabbia e terra cercando resti di cocci.2) Restauro: ripulire e ricostruire i reperti.3) Il disegno del reperto trovato.

Matteo Nencioni, Stefano Curcio, Cristian Megli, Giulia Ceccarelli

Come si ricostruisce la storiaLa storia si basa sulle fonti storiche altrimenti sarebbe pura fantasia. L’archeologo trova le fonti storiche che possono essere: materiali, iconografiche, scritte e orali.Per primo bisogna individuare il sito, poi scavare e, una volta che si sono trovati i reperti, è necessario documentarli. Il reperto bisogna pulirlo con pennellini e dei bastoncini di cotone, dopo bisogna restaurarlo con cura e infine disegnarlo. A conclusione dei passaggi viene esposto nei musei per essere visto da tutta la gente.

# ricostruiamo la storia!

Anns Zia, Gioele Torregrossa, Gerald Kapaj, Giulia Nencioni, Ginevra Magherini, Matteo Zagli

INIZIO LA STORIA CON GLI ETRUSCHI

La condizione della donna:La donna etrusca era una donna piuttosto moderna perché godeva di alcune libertà: per esempio poteva tramandare al figlio il proprio cognome, poteva partecipare ai banchetti, poteva disporre della sua dote a differenza delle donne greche e romane che vivevano soprattutto in casa e non avevano una vita pubblica tanto è vero che la donna etrusca da loro era considerata una poco di buono.

La condizione dei bambini:I bambini appartenenti a famiglie ricche potevano frequentare la scuola o avere un maestro a casa invece i più poveri imparavano i mestieri dei padri.

La condizione degli schiavi:Non ci sono fonti scritte che raccontano la condizione degli schiavi certamente erano utilizzati nelle miniere per estrarre i metalli. Si ritiene che godessero di maggiore considerazione rispetto alle altre civiltà.

Noi dentro la storia

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Una curiosità:Il vaso François, che si trova nel Museo Archeologico di Firenze, ha una storia nella storia. Ai primi del ‘900 è stato rotto da

un custode che ha preso uno sgabello e

lo ha scagliato contro. Se non fosse stato

recuperato avremmo perso un’importante fonte visiva e materiale perché sul vaso ci sono le illustrazione delle

imprese degli eroi greci che venivano tramandate solo oralmente.

Gaia Balzano, Iole Sestini, Arianna Mirra, Irene Medori

LE PAROLE DELLA STORIALa Storia è lo studio, la ricostruzione, il racconto delle vicende umane nel tempo e nello spazio. Gli aiutanti dello storico sono : l’archeologo, l’antropologo, il geografo, il geologo, il chimico, il paleontologo, gli esperti in medicina e il botanico. Mappa aiutantiL’Archeologia è la scienza che studia le antiche civiltà attraverso l’esame dei monumenti e prodotti materiali venuti alla luce in particolare con gli scavi. L’Archeologo lavora come un investigatore che si muove sulla scena del crimine (scavo) con

estrema prudenza.È importante che lo scavo non venga stravolto infatti, come gli investigatori, gli archeologi delimitano lo spazio (scena) e utilizzano cartellini con parole e numeri per denominare i reperti. Il Reperto è tutto quello che viene alla luce dopo una ricerca di polizia o un’indagine scientifica

Come si individua il sito?Il sito si puo’ individuare attraverso i racconti tramandati a voce, oppure attraverso scritti di storici antichi o si puo’ individuare in modo del tutto casuale. Lo scavo della Rotta a Figline ad esempio è iniziato grazie a due persone che camminando in un campo arato da poco hanno trovato dei frammenti di cocci etruschi. Li hanno portati da un archeologo che ha riconosciuto che erano vasi etruschi e anche pregiati. Si sono rivolti alla Soprintendenza che ha autorizzato lo scavo nel 2002.

Gaia Balzano, Iole Sestini, Arianna Mirra, Irene Medori

Lo scavo Lo scavo serve per scoprire la storia degli uomini, anche per scoprire la vita quotidiana, le loro culture, la loro organizzazione, le tradizioni, le attività. Piccoli oggetti possono raccontare molte informazioni.

Mappa peso da telaio

Sara Renzi, Andrea Navarrini, Elisabeta Sharka, Diego Donati, Suamy Bianchi, Cosimo Di Vita

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Se c’è una cosa che abbiamo scoperto in questi anni è che in Italia (ma anche all’estero) c’è un esercito silente di professionisti dei beni culturali che ogni giorno, nel loro piccolo, a volte con grandi difficoltà ma senza mai perdere la speranza, si prodigano affinché i bambini e gli adulti imparino a conoscere meglio la storia delle città in cui vivono, ad osservare con curiosità e interesse i monumenti e le opere d’arte che li circondano, a percepire la straordinaria ricchezza del patrimonio italiano come qualcosa di famigliare che fa parte del loro vissuto e senza il quale sarebbero più poveri, a convincersi che quell’enorme tesoro appartiene a ciascuno di noi e necessita di cure e attenzione.

Il progetto educativo “Archeo Club Didattica” nasce per essere una sorta di piazza in cui ritrovarsi, sostenersi, confrontarsi, arricchirsi e trovare nuovi spunti. Le nostre diverse esperienze ci hanno insegnato che il tempo impiegato nello spiegare l’archeologia a grandi e piccoli è un ottimo investimento perché i bambini di oggi saranno gli adulti di domani, che potranno progettare nuove forme di valorizzazione, gestione, conoscenza e comunicazione, che educheranno i propri figli ai valori del rispetto e della tutela del patrimonio e che non lo percepiranno solo come un ostacolo allo sviluppo urbanistico ed economico.

PROGETTO “ARCHEO CLUB DIDATTICA”

V. Orlando, C. Elmi, “I Greci per gioco”

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NEL VALDARNO SUPERIORE

Quando a scuola o a casa dicono: “leggiamo”, cosa viene in mente? “Che bello adesso leggo un racconto di avventura con i miei personaggi preferiti!”, oppure: “Uffa, non voglio stare seduto a sfogliare quel libro noioso, preferirei andare a giocare!” Di solito quando si parla di lettura o di leggere, si crede di dover posare gli occhi su delle parole scritte che messe insieme ci raccontano una scena, ci descrivono un paesaggio, ci parlano di mondi lontani.

La verità è che non sono solo le parole scritte ad avere un significato preciso ma lo hanno anche certe immagini e per questo motivo possono essere lette anche loro.

Le immagini sono quindi un altro modo per narrare storie, personaggi e racconti.Molto spesso su vasi antichi sono dipinte delle figure e delle scene, con un po’ di attenzione ai particolari e con un occhio attento, è possibile imparare a capire chi siano quei personaggi dipinti. Un elemento del vestito, un oggetto, un animale associato alla figura, ad esempio, può far capire quale divinità dell’Olimpo o quale eroe dell’antica Grecia è stato rappresentato su di una coppa o su di un piatto.

Ad esempio Atena è la dea greca della saggezza, della sapienza e delle arti nobili della guerra ed è spesso accompagnata da una civetta. Non indossa mai abiti delicati e leggiadri come le altre fanciulle ma un’armatura e un elmo da vera guerriera. Non è mai stata bambina, perché è nata dalla testa del padre Zeus già adulta.

Molte volte capita che le immagini rappresentate su di un oggetto siano molto legate alla funzione e all’utilizzo dello stesso oggetto. Un po’ come quando sull’etichetta del flacone di bagno schiuma vengono stampate delle bolle di sapone, oppure come quando c’è il disegno di una bella torta sulla confezione dello zucchero.

Per gli archeologi sono informazioni molto preziose quelle che nascono dalla comprensione del rapporto tra immagine e oggetto.

Esistono molti vasi antichi come kylix, kantharos e oinochoe sui quali è stato dipinto Dioniso il dio dell’ebrezza e del vino. Non è un caso, perché questi vasi con i loro strambi nomi venivano utilizzati proprio per il consumo del vino. Oppure è possibile trovare la rappresentazione di un mito nel quale Afrodite è la protagonista indiscussa su di uno specchio di bronzo, così da sottolineare lo stretto legame tra la dea della bellezza e l’oggetto che serve per riflettere i nostri bei lineamenti.

Nina Marotta

Imparare a leggere le immagini

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NEL VALDARNO SUPERIORE

A Dicembre noi bambini abbiamo ricevuto una visita

speciale: due archeologhe, di nome Silvia e Pascale sono venute a svolgere una attività molto interessante.

Abbiamo scritto come i Sumeri su tavolette di argilla. Per prima cosa ci hanno dato un pezzo di argilla per uno, noi abbiamo

formato un quadrato. A questo punto la tavoletta

è stata tagliata in due parti da cinque centimetri, noi ne

abbiamo utilizzata solo una metà, dove abbiamo inciso il nostro nome in scrittura “cuneiforme”, cioè l’evoluzione dei “pittogrammi”. Per incidere l’argilla ci hanno dato un bastoncino di legno che aveva ad una estremità il cuneo e all’altra la punta (chiodo). Dopo che abbiamo finito di scrivere, abbiamo sistemato le tavolette dentro una cassetta che le archeologhe hanno portato via per farle cuocere. Questa attività mi è piaciuta tantissimo e mi ha fatto capire quanto era difficile la scrittura ai tempi dei Sumeri e quanto doveva essere complicato studiare per diventare scriba.

A Febbraio sono tornate con le tavolette di argilla cotte e ci hanno fatto fare un’altra bellissima esperienza! Abbiamo provato l’emozione di scrivere in geroglifico come gli Egizi. Per realizzare i fogli con il vero papiro gli egizi tagliavano il fusto della pianta a strisce sottili, poi le mettevano in acqua per ammorbidirle. Dopo le strisce venivano avvicinate e coperte da altro papiro, infine venivano battute e fatte e fatte seccare

al sole.Noi, prima di tutto, abbiamo realizzato un papiro “artificiale”: l’archeologa ci ha dato dello scotch cartaceo che noi abbiamo piegato e poi unito con un altro scotch. Un volta rifinito dal nastro in eccesso ,con il lapis abbiamo disegnato sul papiro il “cartiglio”, cioè una specie di cornice di forma ovale, che veniva disegnata intorno ai nomi dei faraoni egizi. Il cartiglio era un simbolo che veniva tracciato intorno al nome del faraone in modo che chiunque lo avesse letto avrebbe capito subito che quello era il nome di un faraone. Successivamente, utilizzando l’alfabeto egizio che ci avevano fornito, abbiamo scritto il nostro nome dentro il cartiglio, poi abbiamo colorato i segni con le matite a cera.

Ma non è finita qui … non abbiamo scritto solo sul papiro finto, ma anche su quello vero, proprio come gli antichi egizi! In un pezzetto di vero papiro e l’inchiostro nero abbiamo scritto “Dio Toth ci insegna” in scrittura geroglifica. Abbiamo scritto così perché gli antichi egizi consideravano la scrittura sacra e il Dio Toth era il protettore degli scribi e l’inventore della scrittura. Questi sono stati lavori da eseguire con attenzione e precisione affinchè riuscissero bene e, per quanto mi riguarda, è stata un’esperienza veramente interessante perché ho imparato qualcosa divertendomi, infatti mi piace molto realizzare lavoretti fatti con le mie mani.

È stata una esperienza super-bellissima ed emozionante!

Classe IVa Scuola Primaria RodariPonte alle Forche San Giovanni Valdarno

Damiano, Asia e Giulia

Dalla tavoletta al papiro

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NEL VALDARNO SUPERIORE

“A me è piaciuto ricostruire questi oggetti perché è stato divertente lavorare l’argilla”

“A me è piaciuto fare il peso da telaio perché era il più facile”

“Sono stato contento di fare la fusuerola perché era un oggetto che non conoscevo”

“La cosa che mi è piaciuta di fare è quello per mettere il filo perché mi piaceva la sua forma”

“A me è piaciuto fare il peso perché aveva la forma di un mattone e mi è piaciuto bucaarlo e mettere dentro il dito. Aveva una consistenza strana

“A me è piaciuto costruire tutte quelle forme”

“Mi è piaciuto fare il rocchetto perché è una forma che si usa anche ora”

“Il peso da telaio era bello perché l’argilla era morbida”

“La forma del peso era strana e sembrava un mattone come quella della fusuerola che sembrava una pallina”

“A me è piaciuto quello che teneva i fili tirati (peso e sono stata contenta di farlo”

“Sono stata contenta di aver fatto la fuseurola perché alla fine mi è riuscita bene”

Classe IIIa Scuola Primaria Matassino-Figline

Scene di vita quotidiana nella Preistoria: filatura e tessitura

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NEL VALDARNO SUPERIORE

“A quel punto abbiamo cominciato a lavorare l’argilla. All’inizio quando l’hanno distribuita era ghiaccia e ho provato freddo e tristezza ma poi ho cominciato a modellarla e lì ho provato divertimento. Era molto difficile costruire il vaso perché dovevi prima fare una specie di ciotola poi chiuderla però non troppo e cominciare a fare il collo del vaso e infine ci ho fatto il beccuccio e il manico ovvero il nastro. È stata una attività fantastica, la terrò sempre nel mio cuore”.

“Io ho formato un vaso che era molto impegnativo farlo.”

“È stato molto bello perché abbiamo riso molto e era da tanto tempo che non toccavo l’argilla e mi sarebbe piaciuto ritoccarla.”

“Questa esperienza è stata interessante perché abbiamo scoperto come gli Etruschi fabbricavano gli oggetti in ceramica.”

“Queste attività mi sono piaciute molto perché ho fatto qualcosa di diverso come lavorare l’argilla ma anche perché queste attività si basavano sugli

Etruschi e le archeologhe che sono venute a scuola sono ottime persone.”

“L’Archeo Club è una associazione di volontari e ci hanno fatto fare un laboratorio. Nella npstra prima giornata ci hanno spiegato che cos’è l’associazione, ci hanno spiegato in che modo si fanno gi scavi archeologici, ci hanno mostrato una piccola teca con dentro i vari strati di terra e ci hanno mostrato immagini degli scavi fatti a Restone.il secondo giorno ci hanno fatto fare un lavoro manuale con l’argilla. Fare questo laboratorio mi ha divertita molto.”

“Le archeologhe ci hanno spiegato che da una informazione ne possono venire altre. Visto che noi ci dobbiamo occupare della cucina etrusca ci hanno fatto costruire una ciotola etrusca. Mi sono divertita molto e mi è piaciuto molto provare come gli Etruschi facevano i vasi, mi è servito anche per sapere il modo in cui mangiavano gli Etruschi. Ringrazio l’archeoclub e le maestre per averci fatto provare questa esperienza”

Classi Va e Vb Scuola PrimariaMartiri Cavicchi-Figline

Dal coccio al vasaioCeramica da mensa e dispensa

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TRACCE DIARCHEOLOGIAinvisibileCAPITOLO 1Comprendere l’Archeologia

NEL VALDARNO SUPERIORE

“Mi è piaciuto molto questo lavoro, mi sentivo emozionato nel farlo”“Ho provato gioia, divertimento ed emozione”“Mi sono divertita molto, mi arrabbiavo con me stessa quando il risultato non era per me soddisfacente, ma impegnandomi e riprovandoci ho ottenuto il vaso che volevo”“Ho provato felicità a fare questa attività perchè i miei genitori non mi lasciano giocare con la terra”“Questa attività mi è piaciuta molto perchè adoro lavorare con le mani!!”“Questa attività mi ha dato gioia, adoro sporcarmi le mani, sono riuscita a realizzare il mio vaso anche se è crollato molte volte ...”“Ho provato gioia nel fare questa attività … non ci capita tutti i giorni”Mi è piaciuto tantissimo lavorare l’argilla, mi piace la sua consistenza, ho imparato cose nuove, mi è piaciuta l’idea di poter modellare l’argilla a mio piacimento”“Ero felicissimo di toccare per la prima volta l’argilla: appena me l’hanno data ho iniziato a toccarla, era fredda e anche morbida … visto che i nostri manufatti saranno esposti mi sono impegnato molto ma mi sono divertito nel realizzare la mia pentola.”“Questa esperienza è stata bellissima … prima di tutto la nostra guida è stata stupenda, paziente, divertente ma anche emozionante dato che è archeologa”

Classe Va Scuola Primaria “F. Petrarca” Incisa

Quando è entrata in classe un’archeologa dell’associazione “Archeo Club Valdarno Superiore”, già sapevamo che sarebbe stata una giornata ...... “pazzesca” !!!Nel momento in cui l’archeologa ci ha detto che anche noi, come gli antichi etruschi, avremmo realizzato un vaso ci siamo sentiti supergioiosi e molto curiosi.L’archeologa ci ha fatto lavorare con un’argilla un po’ speciale, che quando viene cotta diventa nera, usata dagli etruschi, il “bucchero”.A toccarla l’argilla era molto fredda, un po’ dura ma poi diventava morbida e ci sporcava le mani .. Ma ecco la parte più divertente: il tornio!

Sapevamo che bastava una mossa sbagliata e i vasi si sarebbero rotti .... Fortunatamente non è successo!

Per lisciare il nostro vaso abbiamo usato una spugnetta umida che andava da tutte le parti, tranne che sul vaso quando il tornio girava !!!

Lavorando con il tornio ci siamo sentiti liberi, calmi e rilassati ma è stato anche difficile, però alla fine ci siamo riusciti.Questa esperienza non ci è piaciuta tanto ..... Ci è piaciuta tantissimo !!!È Stata una mattinata un po’ diversa dalle altre, abbiamo fatto una cosa “ganzissima “e vivere una giornata da “vasaio etrusco” è stato emozionante, divertente ma anche istruttivo perché l’archeologa ha spiegato benissimo.

Classe Vb Scuola Primaria“F. Petrarca” Incisa

Dal coccio al vasaio: il Bucchero

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NEL VALDARNO SUPERIORE

“Nelle ultime lezioni di arte e immagine la professoressa ha organizzato un laboratorio di ceramica in cui due ragazze ci hanno spiegato i passaggi da fare per dipingere sulla ceramica. Sarebbe bello fare un altro lavoro di questo genere. È stato molto divertente e interessante. Le due ragazze aiutavano tutti e controllavano banco per banco per vedere se tutti lavoravano e anche per aiutare le persone più in difficoltà. Alcuni dei miei compagni mi hanno detto che ho fatto un lavoro molto carino ma secondo me anche se mi sono impegnato non ho fatto un lavoro eccezionale.”

“Mi è piaciuto perché è stato istruttivo e mi ha insegnato molto. L’unica cosa che non mi è piaciuta molto è stato il fatto che molti non si impegnavano e non ascoltavano. Un altro aspetto che non mi è piaciuto è stato il fatto che si dovesse seguire un disegno già fatto mi sarebbe piaciuto farci sopra un disegno inventato da me.”

“Per me questa esperienza è stata molto carina e mi ha incuriosito molto. Inoltre è stata molto rilassante e ci ha permesso di “staccarci” dal vero orario scolastico. Mi è piaciuto molto, lo rifarei ancora centomila volte.”

“Mi è piaciuto molto fare questo lavoro e mi sono trovata bene con le archeologhe. Anche se non mi è venuto benissimo mi sono divertita.”

“Ringrazio la professoressa che ci ha dato questa opportunità anche se non ce la meritavamoperchè abbiamo fatto tanto casino con lei. Io a disegnare sono una frana, è credo l’unica cosa che non so fare però è stata una bella esperienza.”

“A me è piaciuto il laboratorio perché ci insegnava quanto era difficile dipingere e dicendo la verità non so come facevano perché ho fatto schifo a dipingere. A me questo insegna che ci vuole arte per fare le cose con manualità. Mi è piaciuto tanto e lo vorrei rifare ancora.”

“In questa esperienza ho imparato molte cose sulla ceramica e sulle maioliche.”

“Credo di parlare a nome di tutti nel dire che è stato molto divertente. Un lato positivo di questo progetto è che ci ha fatto rilassare e divertire!un altro lato positivo è che i nostri lavori verranno esposti!”

“Per me questa attività è stata molto utile, ci siamo divertiti. Grazie a queste lezioni ci siamo acculturati di più ma secondo alcune persone è stato inutile e noioso.”

“Il laboratorio è stato molto interessante. Non mi sono divertito molto perché non mi piace disegnare ma me la sono cavata bene.”

“Inizialmente non mi sarei aspettata questo ma devo ammettere che mi è piaciuto veramente molto decorare i piatti!”

“Secondo me il lavoro riguardante la ceramica è utile perché sono occasioni per imparare divertendoci. Questo lavoro può essere collegato ad altre materie come storia e scienze. Penso che sia una bella attività che ci permette di sviluppare la manualità e di uscire un po’ dalla norma scolastica permettendoci di imparare cose nuove.”

“È stato bellissimo fare questo laboratorio.”

“L’esperienza della decorazione della ceramica mi è piaciuta molto, è stata molto eccitante e divertente. A me piace tanto disegnare e colorare ed è per questo che mi è piaciuto scoprire le meravigliose opere fatte dai nostri antenati.”

“Questo progetto dal mio punto di vista è stato interessante, istruttivo e anche divertente.”

“Il laboratorio di ceramica mi è piaciuto molto perché mi sono divertita e ho sviluppato la mia mano d’artista. Ora sono più precisa in quello che faccio e ringrazio la prof per averci offerto questa nuova esperienza.”

“Questo laboratorio mi è piaciuto molto e sono felice di avere avuto questa opportunità perché mi ha aiutato a capire in cosa consistevano le arti del passato e ho sperimentato una nuova tecnica di disegno quella della pittura su oggetti di ceramica.”

Classe II A Scuola Secondaria di Primo Grado “Leonardo da Vinci” Figline

Dal coccio al vasaio: la maiolica medievale