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Rapporto agroalimentare e indagine congiunturale agricoltura lombarda 2°
semestre 2020
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28-02-202126IL GIORNO
La ripresa possibile
L'agricoltura, settore che resisteAnche grazie all'aiuto dell'exportLe stime dell'annata agraria 2020 parlano di una crescita fra 1 e l'1,2%. Bene latte, riso e cereali
di Barbara CalderolaMILANO
La pandemia affonda l'agricoltura,ma non quella lombarda. Se l'interocomparto italiano perde il 6,1% del va-lore aggiunto rispetto al 2019, nel2020 a nord del Po si chiude con unsostanziale pareggio. Segno della for-za di un settore che cede terreno nelcampo dei servizi (-3,8%), in particola-re nell'agriturismo (-18,9%), ma riescea mettere a segno una crescita fra l'1 el'1,2% sulla produzione complessiva.La fotografia di un anno difficile lascatta il rapporto Unioncamere, cheracconta di come a reggere le sortidelle cascine nella prima regione ver-de d'Italia resta l'esportazione, in parti-colare quella di carni lavorate e pro-dotti da forno, che valgono oltre unterzo della crescita dei flussi oltrecon-fine. E se il lockdown ha ridotto i pro-dotti diretti nel nostro Paese, non è sta-to così per i pregiati frutti dei campi edelle stalle lombarde. Più latte, in parti-colare, con una crescita del 5,2% e piùvegetali (+7%), come riso e cereali.«L'intera filiera ha mostrato solidità -dice il presidente di UnioncamereLombardia, Gian Domenico Auricchio-, specie in un momento in cui la cen-tralità del settore agroalimentare è sta-ta evidente a tutti. Dall'esempio di que-sta resilienza deve prendere le basi laripartenza di tutti per uscire dall'emer-genza».Positiva anche la visione del momen-to anche da parte dell'assessore regio-nale all'Agricoltura, Fabio Rolfi, percui «la pandemia ha evidenziato l'ec-cellenza del comparto agricolo lom-bardo».II 2020 per le aziende agricolelombarde si è chiuso dunque nel se-
La produzione di latte cresce del 5,2%. Sotto, Gian Domenico Auricchio presidente Unioncamere
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gno di una cauta speranza, confortatadai dati, anche a fronte delle difficoltàe dei ritardi nel trovare la manodoperain quei settori dove il personale stagio-nale è fondamentale per la lavorazio-ne e la raccolta, mentre la sospensio-ne di fiere, esposizioni e manifestazio-ni ha pesato in particolare per le canti-ne vinicole. A fronte di tante difficoltà,però, i dati confortano e si prevede un2021 in miglioramento, specie verso lafine dell'anno.
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AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE E SISTEMI VERDI 1
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AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE E SISTEMI VERDI 2
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26-02-202113il Cittadino
QUOTIDIANO DEL LODIGIANO E DEL SUDMILANO
BILANCI L'economia agricola lombarda e lodigiana tiene ma non in tutti i settori: e le imprese attive continuano a diminuire
L'export agroalimentare resta positivo,il mercato del latte paga i prezzi in calolll~ L'economia agricolalombardatiene, anche nell'anno del Covid. Ilvalore aggiunto agricolo lombardorimane invariato, il valore della pro-duzione di beni e servizi registra uncalo tra-3 e -3,7 per cento. Nel Lodi-giano molto bene l'export, inlegge-ro aumento la produzione di latte edi Grana. È quanto emerge dalle pri-me stime relative all'annata agrariadel 2020 di Regione Lombardia edall'indagine qualitativa condottadaUnioncamere Lombardia su unpaniere di agricoltori e testimonial,presentate ieri mattina.
«Il dato complessivo dell'agri-coltura lombarda è una media traalcuni settori che sono cresciuti ealtri che hanno avuto molte difficol-tà- commenta l'assessore regionaleall'Agricoltura Fabio Rolfi -. Suiprezzi, per esempio, nel 2020 le quo-tazioni delle produzioni vegetalihanno oscillato tra il +2,5 per centoe il +0,3 per cento sul 2019 mentreper le produzioni zootecniche iprezzi sono calati del -7 per cento.
Le difficoltà sono legate alle limita-zioni agli scambi internazionali, allachiusura prolungata di bar e risto-ranti, alle limitazioni alle cerimonie,alla contrazione dei flussi turistici:fattori che hanno colpito soprattut-to i comparti florovivaistico, ortico-lo, vinicolo e lattiero. La maggiorparte degli imprenditori agricoli siè comunque dichiarata ottimistasul futuro post Covid e sulla capaci-tà di recuperare le perdite subite: lapandemia ha evidenziato la centra-lità e le caratteristiche di eccellenzadel comparto agricolo lombardo».
In generale la tendenza mostracome le produzioni vegetali abbia-no avuto una variazione negativain termini di volume compensatadauna positiva in termini di prezzo,così come i servizi all'agricoltura.All'opposto le produzioni zootecni-che hanno incrementato ivolumiproduttivi a fronte però di un calogeneralizzato dei prezzi. Le esporta-zioni agroalimentari che avevanomostrato risultati eccellenti nel
2019 (+8,3 per cento) si sono di fattoarrestate con un +0,7 per cento. Datocomunque positivo se confrontatocon le esportazioni complessivescese del -13,4 per cento. Il Lodigia-no è sul gradino più basso del podiodell'export 2020 come variazione(dietro Mantova e Pavia): nel 2019aveva registrato +8,4 per cento, neiprimi nove mesi del 2020 confermaun ulteriore +8,4 per cento, per unvalore assoluto di 386 milioni,38mila 094 euro.
Il mercato del latte aveva vistoun crollo dei prezzi nel primo seme-stre a causa della pandemia, così ilterzo trimestre ha segnato una ti-mida ripresa, subito frenata peròdalla nuova chiusura del canale Ho-reca negli ultimi mesi dell'anno.Inoltre, l'andamento del primo se-mestre ha portato a una rivisitazio-ne dei contratti industriali con unlivello di partenza del latte crudo a36,5 centesimo per litro, poi arrivatoa 35 centesimi al litro a fine anno. Leconsegne di latte crescono in tutta
Lombardia, +5,7 per cento, con Lodiperfettamente in linea con una pro-duzione di 467mi1a 912 tonnellate,e anche la produzione di GranaPa-dano è in crescita a livello regionale,+2 per cento, con Lodi che cresce del3 per cento da 87 mila 253 a 89mila875 forme prodotte.
Infine, le imprese agricole lom-barde sono in calo (-1,7 per cento afine 2020), e Lodi non fa eccezione.Nel terzo trimestre 2020 erano 1258in calo del 2,4 per cento rispettol'anno prima, nell'ultimo trimestresono scese a 1254, con un calo ten-denziale di -2,6 per cento. ■AndäBag.
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Conte Renzi Draghi Coronavirus ATTIVA LE NOTIFICHE FONDATORE E DIRETTORE: ANGELO MARIA PERRINO
Home > MilanoItalia >L’agricoltura lombarda tiene, produzione +1%. E-commerce in crescita
A AMILANO
Giovedì, 25 febbraio 2021 - 13:14:00
L’agricoltura lombarda tiene, produzione +1%.E-commerce in crescitaRegione Lombardia e Unioncamere Lombardia hanno presentato leprime stime dell’annata agraria 2020 e i dati dell’indagine qualitativa
L’agricoltura lombardatiene, produzione +1%. E-commerce in crescitaNonostante gli effetti della
pandemia da Covid, il valore
aggiunto agricolo lombardo nel
2020 rimane sostanzialmente
invariato in termini reali rispetto a
quello del 2019, a fronte del -6,1%
per il comparto agricolo italiano e
del drastico calo del valore
aggiunto degli altri settori
economici. È quanto emerge dalle
prime stime relative all’annata
agraria lombarda 2020 di Regione
Lombardia e dall’indagine
qualitativa condotta da
Unioncamere Lombardia su un
panel di agricoltori e testimonial
che ha riguardato anche il tema
dell’emergenza Covid-19. Il valore
della produzione di beni e servizi
per l’agricoltura in Lombardia presenta un decremento stimabile tra -3,0% e -3,7% rispetto al 2019,
derivante da un incremento globale delle quantità prodotte (tra +1,0% e +1,2%) e da una concomitante
riduzione dei prezzi (tra -4,2% e -4,6%).
"Le imprese e la filiera nel suo insieme hanno mostrato solidità in un momento in cui l'importanza e la
centralità del settore agroalimentare regionale e nazionale è stata evidente a tutti: questa resilienza può
adesso essere la base per ripartire e uscire dall’emergenza - ha dichiarato il Presidente di
Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. Si tratterà di fare tesoro dell'esperienza fatta,
puntando sugli approcci che si sono rivelati più efficaci: diversificazione delle produzioni, valorizzazione
del prodotto nazionale e tutelato, segmentazione dell'offerta, integrazione della filiera, ricerca di canali
di vendita e strategie di comunicazione alternativi. In questo modo la difficile esperienza del 2020 potrà
essere trasformata in un'opportunità per la futura crescita di tutto il settore."
“Il dato complessivo è una media tra alcuni settori che sono cresciuti e altri che hanno avuto maggiori
difficoltà – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi
della Regione Lombardia – Sui prezzi, per esempio, nel 2020 le quotazioni delle produzioni vegetali
hanno oscillato tra il ‑2,5% e il +0,3% sul 2019 mentre per le produzioni zootecniche i prezzi sono calati
del 7%. Le difficoltà sono legate alle limitazioni agli scambi internazionali, alla chiusura prolungata di
bar e ristoranti, alle limitazioni alle cerimonie, alla contrazione dei flussi turistici: fattori che hanno
colpito soprattutto i comparti florovivaistico, orticolo, vinicolo e lattiero. La maggior parte degli
imprenditori agricoli si è comunque dichiarata ottimista sul futuro post Covid e sulla capacità di
recuperare le perdite subite: la pandemia ha evidenziato la centralità e le caratteristiche di eccellenza del
comparto agricolo lombardo”.
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AFFARITALIANI.IT Data pubblicazione: 25/02/2021Link al Sito Web
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PRIMA BERGAMO
I NUMERI
Il settore agroalimentare bergamasco resiste alla seconda ondata di Covid-19
Le imprese bergamasche aumentano la produzione ma le esportazioni agroalimentari sono in calo del -2,4%, il lattiero-caseario migliora con le consegne del latte su del 3,7%
ECONOMIA Bergamo, 27 Febbraio 2021 In Lombardia e in provincia di Bergamo il settore agroalimentare tiene nonostante gli effetti delle misure di contenimento della seconda ondata di Covid-19. L’agricoltura mostra, infatti, un andamento meno negativo rispetto agli altri settori confermando il suo carattere anti-ciclico. Questo quanto emerge dalle stime dell’ultimo studio semestrale sulla congiuntura agricola lombarda, condotto da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, e dallo studio annuale di Polis Lombardia
In Lombardia il valore della produzione ha un calo stimato tra il -3% e il -3,7%, mentre il valore aggiunto in termini reali registra una variazione del -0,1%, sostanzialmente invariato rispetto al 2019 e migliore rispetto a quello italiano (-6,1%). I dati confermano come la Lombardia e la provincia di Bergamo abbiano avuto un incremento positivo della produzione ma risentano dell’instabilità dei prezzi del settore. L’indice di fatturato cumulato regionale, anche se negativo, risulta in stabile e leggera crescita negli ultimi due trimestri.
Le esportazioni dell’agroalimentare dalla provincia di Bergamo nel terzo trimestre 2020 (ultimi dati disponibili) registrano un calo del -2,4%, un dato comunque positivo se confrontato con il crollo delle esportazioni complessive nello stesso periodo (-15,3%). Il dato disaggregato per categoria merceologica mostra che l’industria alimentare e delle bevande soffre la contrazione maggiore (-5,1%) mentre il settore primario risulta in controtendenza con una crescita del +21,1% in termini tendenziali. Interessanti le esportazioni dei prodotti di colture permanenti (+87,8%) e degli oli grassi vegetali e animali (+80,2%) che sono le categorie maggiormente performanti.
I singoli comparti registrano risultati molto differenti in quanto influenzati dalle caratteristiche interne e dal canale di distribuzione cui sono destinati i prodotti finiti.
Il settore lattiero-caseario a Bergamo registra una lieve ripresa nel terzo trimestre e una contrazione causata dalle nuove chiusure nel quarto trimestre. I dati delle vendite mostrano un andamento positivo nella Gdo ma risentono ancora delle chiusure a singhiozzo del canale Ho.Re.Ca. Gli allevamenti locali, dopo una stagione favorevole a livello climatico, mostrano miglioramenti nella produzione. Le consegne del latte in provincia, infatti, crescono del +3,7% su base tendenziale, posizionandosi comunque al di sotto della media lombarda (+5,7%). Anche la produzione di Grana Padano prosegue la crescita (+1%) confermando Bergamo come quarta provincia lombarda per quantità prodotta del formaggio duro Dop.
L’andamento degli affari nel comparto delle carni bovine risulta negativo nel secondo semestre. A pesare sono la chiusura del canale Ho.Re.Ca., il calo della domanda interna e la scarsa valorizzazione delle eccellenze lombarde e bergamasche.
In leggero miglioramento la tendenza registrata nel settore delle carni suine, dove si scontano i problemi legati alla diffusione della peste suina sudafricana che ha causato una flessione negativa della domanda estera. Il comparto cerealicolo cresce registrando un andamento migliore rispetto all’intero settore agricolo lombardo. A influire sulla dinamica positiva sono l’incremento delle rese di alcuni
cereali (mais, grano duro, grano tenero e orzo) e il crollo dell’indice dei costi dei mezzi di produzione.
Il settore vitivinicolo tocca livelli negativi senza precedenti risentendo del calo di turismo estero, della caduta della domanda interna e delle restrizioni natalizie che hanno impedito alle aziende le vendite nel periodo più redditizio dell’anno.
Il numero di imprese operanti nell’agricoltura in Lombardia e nella provincia di Bergamo continua in calo costante anche nel secondo semestre. Questa dinamica peraltro non risulta tanto collegabile alla pandemia quanto al processo di ristrutturazione che sta attraversando il settore. A livello provinciale, infatti, la variazione tendenziale su base trimestrale mostra questo andamento negli ultimi cinque anni, salvo un lieve miglioramento tra il 2017 e il 2018. Negli ultimi due trimestri il tasso di variazione bergamasco tendenziale tocca il livello di -1% e -0,8% rispettivamente, mantenendosi comunque molto al di sopra della media regionale.
A livello occupazionale i dati mensili del Sistal di Regione Lombardia, basati sulle comunicazioni obbligatorie relative a rapporti di lavoro dipendente, offrono un quadro preciso della situazione nella provincia di Bergamo. In agricoltura le assunzioni calano a luglio e tornano a crescere tra agosto e novembre, secondo gli ultimi dati disponibili. Le cessazioni, invece, stanno riscontrando un aumento costante ma il fenomeno risulta slegato dalla crisi considerato che i licenziamenti risultano attualmente bloccati fino al 31 marzo 2021.
INFORMAZIONE.IT
L’agricoltura lombarda tiene, tra aumento della produzione (+1%) e diminuzione del valore (-3%). Cresce l’e-commerce e le imprese del settore non perdono l’ottimismo
Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia presentano le prime stime dell’annata agraria 2020 e
i dati dell’indagine qualitativa
Milano, 25/02/2021 (informazione.it - comunicati stampa)
Nonostante gli effetti della pandemia da Covid, il valore aggiunto agricolo lombardo nel 2020 rimane
sostanzialmente invariato in termini reali rispetto a quello del 2019, a fronte del -6,1% per il comparto
agricolo italiano e del drastico calo del valore aggiunto degli altri settori economici. È quanto emerge dalle
prime stime relative all’annata agraria lombarda 2020 di Regione Lombardia e dall’indagine qualitativa
condotta da Unioncamere Lombardia su un panel di agricoltori e testimonial che ha riguardato anche il
tema dell’emergenza Covid-19. Il valore della produzione di beni e servizi per l’agricoltura in Lombardia
presenta un decremento stimabile tra -3,0% e -3,7% rispetto al 2019, derivante da un incremento
globale delle quantità prodotte (tra +1,0% e +1,2%) e da una concomitante riduzione dei prezzi (tra -
4,2% e -4,6%).
"Le imprese e la filiera nel suo insieme hanno mostrato solidità in un momento in cui l'importanza e la
centralità del settore agroalimentare regionale e nazionale è stata evidente a tutti: questa resilienza può
adesso essere la base per ripartire e uscire dall’emergenza - ha dichiarato il Presidente di
Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. Si tratterà di fare tesoro dell'esperienza fatta,
puntando sugli approcci che si sono rivelati più efficaci: diversificazione delle produzioni, valorizzazione
del prodotto nazionale e tutelato, segmentazione dell'offerta, integrazione della filiera, ricerca di canali di
vendita e strategie di comunicazione alternativi. In questo modo la difficile esperienza del 2020 potrà
essere trasformata in un'opportunità per la futura crescita di tutto il settore."
“Il dato complessivo è una media tra alcuni settori che sono cresciuti e altri che hanno avuto maggiori
difficoltà – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi
della Regione Lombardia – Sui prezzi, per esempio, nel 2020 le quotazioni delle produzioni vegetali
hanno oscillato tra il -2,5% e il +0,3% sul 2019 mentre per le produzioni zootecniche i prezzi sono calati
del 7%. Le difficoltà sono legate alle limitazioni agli scambi internazionali, alla chiusura prolungata di bar
e ristoranti, alle limitazioni alle cerimonie, alla contrazione dei flussi turistici: fattori che hanno colpito
soprattutto i comparti florovivaistico, orticolo, vinicolo e lattiero. La maggior parte degli imprenditori
agricoli si è comunque dichiarata ottimista sul futuro post Covid e sulla capacità di recuperare le perdite
subite: la pandemia ha evidenziato la centralità e le caratteristiche di eccellenza del comparto agricolo
lombardo”.
Tra i comparti più performanti nelle esportazioni si annoverano le carni lavorate e i prodotti da forno,
entrambi con un peso del 36-37% sull’incremento dei flussi verso l’estero. Il parziale riequilibrio tra flussi
in entrata e in uscita è da attribuire soprattutto al secondo trimestre dell’anno, quando l’emergenza Covid
ha fatto ridurre sia le importazioni che le esportazioni. Queste ultime hanno tenuto molto meglio rispetto
al crollo dei flussi in entrata.
Il valore della produzione di origine animale, che costituisce in Lombardia circa il 60% di quella totale, è
sceso tra il -4,8% e il -5,1%; se il calo dei prezzi è stato consistente per le produzioni zootecniche,
positivo è l’incremento quantitativo, tra il +2,1% e il +2,3%. La produzione di latte bovino ha superato
del +5,2% il livello del 2019 e le carni suine sono aumentate del +1,8%, mentre si può stimare che la
produzione sia lievemente calata per le carni bovine e avicole. Il patrimonio di bestiame, infatti, è
diminuito per i bovini da carne (-6%) e aumentato per quelli da latte (+4,2%), mentre i suini sono
cresciuti dell’1,8% in media annua.
Il valore della produzione vegetale ha fatto registrare un incremento tra il +7,0% e il +7,2% con una
dinamica dei prezzi in lieve calo o stabile per l’insieme delle coltivazioni. L’incremento quantitativo ha
coinvolto quasi tutte le produzioni erbacee e arboree della Lombardia, ad eccezione del frumento e della
frutta. Rispetto al 2019 le superfici a cereali sono scese del -2,5% con riduzioni per il frumento (tenero e
duro), l’orzo e il granoturco e incrementi solo per il riso e i cereali minori.
Al risultato negativo complessivo ha concorso certamente la consistente riduzione della quantità dei
servizi annessi e delle attività secondarie che sono passate nell’insieme dal 17,5% al 16,1%
dell’agricoltura regionale; lieve calo per i servizi annessi (-3,8%) e forte calo per le attività secondarie (-
18,9%). Tra le attività secondarie sono stimate in lieve contrazione le attività di trasformazione (-0,5%),
mentre in drastico calo (-22,1%) le altre, in particolare quelle agrituristiche.
Le valutazioni degli attori della filiera confermano, nonostante i risultati complessivamente negativi, una
sostanziale tenuta del sistema regionale, soprattutto se rapportate al contesto economico generale: il
40% degli intervistati nell’indagine ha segnalato una diminuzione del fatturato a seguito dell’emergenza,
circa il 45% ha dichiarato una situazione di stabilità e il 15% ha riportato una crescita. Peraltro la
performance del secondo semestre è stata distribuita in modo disomogeneo e nell’analisi settoriale sono
emersi andamenti estremamente diversificati.
Il comparto vitivinicolo e le carni fresche e trasformate hanno sofferto molto la chiusura del
canale Ho.Re.Ca. (dove trovano tradizionalmente sbocco i prodotti a maggior valore aggiunto
rispetto al consumo domestico) solo in parte compensata dagli acquisti delle famiglie.
Il lattiero-caseario ha sperimentato una diversa ripartizione della domanda, con la crescita di
alcuni prodotti specialmente in GDO, in particolare i duri DOP, che hanno visto un aumento dei
prezzi. Si registra invece il calo del latte fresco, per il quale rimane alta la preoccupazione nel
settore per l'eccesso di offerta e le possibili fluttuazioni di prezzo.
Nessun calo di domanda invece per i cereali - che hanno anche beneficiato di un aumento dei
prezzi nell’ultimo trimestre – e per il riso, grazie alla differenziazione della produzione nelle
diverse varietà.
Le aziende hanno subito ritardi e riscontrato difficoltà nel reperimento della manodopera nei settori nei
quali il lavoro avventizio e stagionale svolge un ruolo rilevante, sebbene le misure adottate per far fronte
alla necessità di manodopera abbiano comunque consentito le attività di lavorazione e raccolta. Dal lato
commerciale, la sospensione delle fiere e di molte attività commerciali si è fatta sentire riducendo i
contatti con clienti potenziali e nuovi, criticità avvertita particolarmente nel comparto vitivinicolo.
L’emergenza Covid ha quindi di fatto obbligato a ricercare nuovi canali di distribuzione e a differenziare
quelli esistenti, ampliando le attività con la vendita diretta presso la sede aziendale, l’e-commerce e la
consegna a domicilio, innovazioni alle quali si sono associate iniziative di comunicazione online e dirette ai
consumatori.
Altre strategie di adattamento da parte delle imprese hanno riguardato l’organizzazione del lavoro, per
garantirne la sicurezza, l’anticipo degli acquisti di mezzi tecnici per evitare di esserne sprovvisti in caso
di lockdown e inoltre accordi al ribasso con i macelli per smaltire gli animali in eccesso
Per circa la metà dei casi, i cambiamenti introdotti per affrontare l’emergenza erano già stati
programmati dagli agricoltori: il Covid ha quindi fatto da acceleratore di un’evoluzione già in atto.
Il rapporto di Unioncamere Lombardia sull’andamento economico congiunturale dell’agricoltura lombarda
del 2° semestre 2020 è disponibile al seguente link:
http://www.unioncamerelombardia.it/?/menu-di-sinistra/Dati-statistici-e-analisi-economiche/Indagini-
trimestrali-settoriali).
Riferimenti Contatto
http://www.unioncamerelombardia.it/?/sala-stampa/comunicati-stampa
L’agricoltura lombarda tiene, tra
aumento della produzione (+1%) e
diminuzione del valore (-3%). Cresce l’e-
commerce e le imprese del settore non
perdono l’ottimismo
Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia presentano le prime stime
dell’annata agraria 2020 e i dati dell’indagine qualitativa
Nonostante gli effetti della pandemia da Covid,
il valore aggiunto agricolo lombardo nel 2020 rimane sostanzialmente invariato in
termini reali rispetto a quello del 2019, a fronte del -6,1% per il comparto agricolo
italiano e del drastico calo del valore aggiunto degli altri settori economici. È quanto
emerge dalle prime stime relative all’annata agraria lombarda 2020 di Regione
Lombardia e dall’indagine qualitativa condotta da Unioncamere Lombardia su un
panel di agricoltori e testimonial che ha riguardato anche il tema dell’emergenza
Covid-19. Il valore della produzione di beni e servizi per l’agricoltura in Lombardia
presenta un decremento stimabile tra -3,0% e -3,7% rispetto al 2019, derivante da
un incremento globale delle quantità prodotte (tra +1,0% e +1,2%) e da una
concomitante riduzione dei prezzi (tra -4,2% e -4,6%).
"Le imprese e la filiera nel suo insieme hanno mostrato solidità in un momento in
cui l'importanza e la centralità del settore agroalimentare regionale e nazionale è
stata evidente a tutti: questa resilienza può adesso essere la base per ripartire e
uscire dall’emergenza - ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian
Domenico Auricchio. Si tratterà di fare tesoro dell'esperienza fatta, puntando sugli
approcci che si sono rivelati più efficaci: diversificazione delle produzioni,
valorizzazione del prodotto nazionale e tutelato, segmentazione dell'offerta,
integrazione della filiera, ricerca di canali di vendita e strategie di comunicazione
alternativi. In questo modo la difficile esperienza del 2020 potrà essere trasformata
in un'opportunità per la futura crescita di tutto il settore."
“Il dato complessivo è una media tra alcuni settori che sono cresciuti e altri che
hanno avuto maggiori difficoltà – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore
all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – Sui prezzi,
per esempio, nel 2020 le quotazioni delle produzioni vegetali hanno oscillato tra il
2,5% e il +0,3% sul 2019 mentre per le produzioni zootecniche i prezzi sono calati
del 7%. Le difficoltà sono legate alle limitazioni agli scambi internazionali, alla
chiusura prolungata di bar e ristoranti, alle limitazioni alle cerimonie, alla
contrazione dei flussi turistici: fattori che hanno colpito soprattutto i comparti
florovivaistico, orticolo, vinicolo e lattiero. La maggior parte degli imprenditori
agricoli si è comunque dichiarata ottimista sul futuro post Covid e sulla capacità di
recuperare le perdite subite: la pandemia ha evidenziato la centralità e le
caratteristiche di eccellenza del comparto agricolo lombardo”.
Tra i comparti più performanti nelle esportazioni si annoverano le carni lavorate e i
prodotti da forno, entrambi con un peso del 36-37% sull’incremento dei flussi verso
l’estero. Il parziale riequilibrio tra flussi in entrata e in uscita è da attribuire
soprattutto al secondo trimestre dell’anno, quando l’emergenza Covid ha fatto
ridurre sia le importazioni che le esportazioni. Queste ultime hanno tenuto molto
meglio rispetto al crollo dei flussi in entrata.
Il valore della produzione di origine animale, che costituisce in Lombardia circa il
60% di quella totale, è sceso tra il -4,8% e il -5,1%; se il calo dei prezzi è stato
consistente per le produzioni zootecniche, positivo è l’incremento quantitativo, tra il
+2,1% e il +2,3%. La produzione di latte bovino ha superato del +5,2% il livello del
2019 e le carni suine sono aumentate del +1,8%, mentre si può stimare che la
produzione sia lievemente calata per le carni bovine e avicole. Il patrimonio di
bestiame, infatti, è diminuito per i bovini da carne (-6%) e aumentato per quelli da
latte (+4,2%), mentre i suini sono cresciuti dell’1,8% in media annua.
Il valore della produzione vegetale ha fatto registrare un incremento tra il +7,0% e il
+7,2% con una dinamica dei prezzi in lieve calo o stabile per l’insieme delle
coltivazioni. L’incremento quantitativo ha coinvolto quasi tutte le produzioni erbacee
e arboree della Lombardia, ad eccezione del frumento e della frutta. Rispetto al
2019 le superfici a cereali sono scese del -2,5% con riduzioni per il frumento
(tenero e duro), l’orzo e il granoturco e incrementi solo per il riso e i cereali minori.
Al risultato negativo complessivo ha concorso certamente la consistente riduzione
della quantità dei servizi annessi e delle attività secondarie che sono passate
nell’insieme dal 17,5% al 16,1% dell’agricoltura regionale; lieve calo per i servizi
annessi (-3,8%) e forte calo per le attività secondarie (-18,9%). Tra le attività
secondarie sono stimate in lieve contrazione le attività di trasformazione (-0,5%),
mentre in drastico calo (-22,1%) le altre, in particolare quelle agrituristiche.
Le valutazioni degli attori della filiera confermano, nonostante i risultati
complessivamente negativi, una sostanziale tenuta del sistema regionale,
soprattutto se rapportate al contesto economico generale: il 40% degli intervistati
nell’indagine ha segnalato una diminuzione del fatturato a seguito dell’emergenza,
circa il 45% ha dichiarato una situazione di stabilità e il 15% ha riportato una
crescita. Peraltro la performance del secondo semestre è stata distribuita in modo
disomogeneo e nell’analisi settoriale sono emersi andamenti estremamente
diversificati.
• Il comparto vitivinicolo e le carni fresche e trasformate hanno sofferto molto la
chiusura del canale Ho.Re.Ca. (dove trovano tradizionalmente sbocco i prodotti a
maggior valore aggiunto rispetto al consumo domestico) solo in parte compensata
dagli acquisti delle famiglie.
• Il lattiero-caseario ha sperimentato una diversa ripartizione della domanda, con la
crescita di alcuni prodotti specialmente in GDO, in particolare i duri DOP, che
hanno visto un aumento dei prezzi. Si registra invece il calo del latte fresco, per il
quale rimane alta la preoccupazione nel settore per l'eccesso di offerta e le possibili
fluttuazioni di prezzo.
• Nessun calo di domanda invece per i cereali - che hanno anche beneficiato di un
aumento dei prezzi nell’ultimo trimestre – e per il riso, grazie alla differenziazione
della produzione nelle diverse varietà.
Le aziende hanno subito ritardi e riscontrato difficoltà nel reperimento della
manodopera nei settori nei quali il lavoro avventizio e stagionale svolge un ruolo
rilevante, sebbene le misure adottate per far fronte alla necessità di manodopera
abbiano comunque consentito le attività di lavorazione e raccolta. Dal lato
commerciale, la sospensione delle fiere e di molte attività commerciali si è fatta
sentire riducendo i contatti con clienti potenziali e nuovi, criticità avvertita
particolarmente nel comparto vitivinicolo.
L’emergenza Covid ha quindi di fatto obbligato a ricercare nuovi canali di
distribuzione e a differenziare quelli esistenti, ampliando le attività con la vendita
diretta presso la sede aziendale, l’e-commerce e la consegna a domicilio,
innovazioni alle quali si sono associate iniziative di comunicazione online e dirette
ai consumatori.
Altre strategie di adattamento da parte delle imprese hanno riguardato
l’organizzazione del lavoro, per garantirne la sicurezza, l’anticipo degli acquisti di
mezzi tecnici per evitare di esserne sprovvisti in caso di lockdown e inoltre accordi
al ribasso con i macelli per smaltire gli animali in eccesso
Per circa la metà dei casi, i cambiamenti introdotti per affrontare l’emergenza erano
già stati programmati dagli agricoltori: il Covid ha quindi fatto da acceleratore di
un’evoluzione già in atto.
Il rapporto di Unioncamere Lombardia sull’andamento economico congiunturale
dell’agricoltura lombarda del 2° semestre 2020 è disponibile al seguente link:
http://www.unioncamerelombardia.it/?/menu-di-sinistra/Dati-statistici-e-analisi-
economiche/Indagini-trimestrali-settoriali).