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Recensioni "L'Equilibrio Non Basta"

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Recensioni e articoli riferiti all'album "L'Equilibrio Non Basta" di Paolo Cattaneo del 2007.

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P a o l o C a t t a n e o – L ’ e q u i l i b r i o n o n b a s t a ( O m a r g r u / V 2 , g e n n a i o 2 0 0 7 )

d i M a n f r e d i L a m a r t i n a

È sorprendente come le cose più belle siano sempre quelle più inaspettate. Perché, con tutto il

rispetto, era difficile immaginarsi un capolavoro da un semisconosciuto cantautore bresciano,

Paolo Cattaneo. Sarà che ormai in questo periodo di overdose musicale ci siamo ridotti ad

ascoltare con i paraocchi sulleorecchie una sequela infinita di album tutti uguali. O sarà che

certi dischi fanno parlare di sé soltanto per i pettegolezzi che scatenano e non per le note che

compongono. Tant’è. Abituati ad una mediocrità livellata ed universale ci siamo scordati di

cosa siano le aspettative e le – appunto – sorprese.

E una sorpresa è L’equilibrio non basta. Un disco breve – quaranta minuti scarsi – ma

semplicemente bellissimo. Un bignami che in appena nove episodi riesce a ridefinire il concetto

stesso di musica leggera italiana. Un viaggio di malinconia e speranza, che aggiorna la lezione

– fin qui considerata definitiva e compiuta – dei Non Voglio Che Clara e di Andrea

Chimenti, arricchendola di nuovi spunti di riflessione e di nuove prospettive creative. Incastri

è ovvio incipit e degno manifesto di tutto il lavoro. Si muove sinuoso nella voce carezzevole di

Cattaneo, mentre i tappeti psichedelici degli strumenti scandiscono le strofe e i ritornelli come

se fossero battiti di cuore. L’eco che stona è una cantilena dalle melodie obliqui e dalle

atmosfere drammatiche, che svela un’attenzione quasi maniacale per il dettaglio e per la

cornice, oltre che per la sostanza stessa della composizione. Neurovegetale è forse – già da

adesso, e con pieno merito – la canzone italiana più bella dell’anno, con un ritornello che ti ci

perderesti dentro per lasciarti andare come corrente di un fiume. Infinito è la quadratura del

cerchio, un brano sospeso tra suggestioni ambient ed emozioni – fortissime – che vibrano in

quel punto a metà strada tra cuore ed anima.

È un disco solido e appassionato, L’equilibrio non basta. Che parla una lingua che tanti

avrebbero voglia di ascoltare e che pochi sanno realmente padroneggiare. Un album bello che

a dirlo neanche ci si crede. Ma le nove canzoni di Cattaneo sono lì, vive e reali. A

testimonianza di quella che una volta si chiamava con orgoglio scuola dei cantautori e che

adesso è un semplice country-club di annoiati signorotti di sinistra ben forniti di pancia e

cellulite. Quella scuola, però, non è morta, guidata com’è da un piccolo gruppo di irriducibili

che ancora – nonostante tutto – ci crede. Date allora una possibilità a Paolo Cattaneo. Date

una possibilità alla musica tricolore di spiccare il volo, di dismettere gli abiti di eterna promessa

incompiuta, di meritarsi un simile talento. E di mostrare al mondo – a testa alta e con lo

sguardo fermo – che cosa intendiamo quando parliamo di canzone italiana.

(7.5/10)

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Anno di uscita: 2007 Etichetta: Omargru Pubblicato il: 09-02-2007

Questa recensione è stata letta: 286 volte

TRACKLIST: 1. Incastri 2. L'eco Che Stona 3. Neurovegetale 4. Col Mio Ritmo 5. Nel Mondo Che Non C'è 6. Resto In Silenzio 7. Dimmi Dov'è La Verità 8. Il Passo Che Giustifica Il Tempo 9. Infinito

Paolo Cattaneo L'equilibrio Non Basta

Autore: Benedetta Urbano Quando si incontrano album come questi c’è poco spazio per le parole; o meglio è necessario aver cura di non impoverirne i contenut i. Paolo Cattaneo è un musicista bresciano con molto eserciz io alle spalle e questo disco conferma certamente tutte le v irtù in suo possesso, ma quello che convince maggiormente è la sua abil ità nel catturare lo spir ito del l’ascoltatore con estrema delicatezza e discrezione. Abile nel l ’abbattere ogni segno di gravità, il suo st i le, part icolarmente aff ine al le corde di Parente e Basi le e al le impronte di Fabi e Sinigal lia, si immerge in un affresco fatto di t inte tenui, f igure in movimento e inquietudine umana. Un’esperienza che ammutolisce, un invito al si lenzio e al raccoglimento interiore, l ’esaltaz ione di quel genere di malinconia che non dà tormento ma al contrario si r ivela paradossalmente gradevole e attraente. Con quest’ultimo Cattaneo l ’equil ibrio non serve , perché t i lascia sospeso ad osservare l’ indiv iduo dall ’a lto, con la sicurezza di quella predilezione sonora che ogni coreografo gradirebbe contare e quella forza lir ica che ogni poeta vorrebbe esprimere. Una ricercatezza st i listica rassicurante appunto, che solo un cultore del suono possiede e una grazia composit iva che solo un poeta è in grado di trasmettere. Un album dai colori invernali ma dal tono caldo e intimista, che culla i sensi lasciandot i in si lenzio tra le coperte in disordine f issando un soff itto che fa chiasso .

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Cattaneo, Paolo L'equilibrio non basta

V2 / Shinseiki - Edel (2007)

di Marco Villa

"L'equilibrio non basta" cammina su di un filo sospeso. Si contorce e soffre, riflette e prende coscienza di sé. Sempre su un filo, per evitare la strada più facile. Un filo che è praticamente impossibile da controllare, pronto a rompersi beffardo o a sbilanciare chi ha l'ardire di mettersi in gioco. Sarebbe stata questione di un attimo: perdere il controllo e cadere in abissi di prevedibilità e autocompiacimento. Sarebbe bastato poco e ci si sarebbe trovati in quel cantarsi addosso pomposamente lieve in cui boccheggiano da tempo i Tiromancino, ma per fortuna si viene invece immersi in quadri ancora più rattenuti e fragili dei fragilissimi film di Benvegnù. E' in questo bivio che risiede il pregio maggiore dell'album: caratterizzato da sonorità eteree, arrangiamenti eleganti e liriche introspettive, la possibilità di crogiolarsi nel proprio guardarsi estatico era dietro l'angolo. Paolo Cattaneo riesce però ad evitarla, costruendo un disco che dosa ogni componente con il contagocce, con cura ed equilibrio rari. Vocalmente rimanda a tratti ad un Bersani più riflessivo o ad un Concato in libera uscita dalle proprie leziosità, mentre musicalmente si ascolta un intreccio suggestivo e affascinante, che, pur scorrendo parallelo al cantato e non amalgamandosi del tutto con esso, riesce a sostenerlo con efficacia e puntualità. Risaltano allora con delicata forza testi ispirati e mai banali, come quelli dell'iniziale e programmatica "Incastri" o della rarefatta "Neurovegetale": parole piene di significato che camminano sopra le musiche con "passi leggeri". Con grazia e caparbietà, ovvero con ciò che serve a stare in piedi su un filo. O a realizzare uno dei migliori dischi di questo inizio d'anno. (23-04-2007)

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http://www.rivistaonline.com/Rivista/ArticoliCultura.aspx?id=3776

Generaxione X @ Auditorium di Martina Neri 24/05/2007 Domenica sera all'auditorium, nello spazio del teatro studio, si è consumata la serata finale di Generazione X, la manifestazione che ospita e promuove le nuove realtà cantautorali della musica italiana. Il sottotitolo la dice lunga: Canzone italiana:distruzioni per l'uso. Praticamente un bel ritratto della nostra penisola a sette note; chi dice che la musica è in crisi si sbaglia di grosso, la discografia indubbiamente lo è, ma la musica, a giudicare da quanto ascoltato, gode di ottima salute! Serata anomala se vogliamo, non monografica come d'abitudine, ma dedicata a molte realtà, tutte meritevoli di un ascolto più attento. Salgono sul palco svariati cantautori, alcuni dei quali non sono proprio emergenti, anzi hanno alle spalle una carriera pluriennale non baciata dal successo di massa, dalla fama da Festivalbar ma dalla stima e dall'apprezzamento di addetti ai lavori e appassionati. Un nome su tutti: Riccardo Sinigallia, che è stato il "motore" e promotore di quest'incontro di note, rinunciando a una serata che poteva vederlo assoluto protagonista. Ad aprire le danze ci pensa Paolo Cattaneo. Pubblicato da poco il suo cd L'equilibrio non basta, offre testi ispirati e non banali, atmosfere rarefatte a effetto straniante. La sua Neurovegetale merita un secondo ascolto. Problemi tecnici accolgono il livornese Bobo Rondelli, già nella band Ottavo Padiglione, anche lui "emergente" di lusso con un signor curriculum alle spalle. Li risolve strappando risate alla platea, creando un clima familiare e regalando con la sua voce calda un paio di pezzi in cui si fondono denuncia sociale, ironia e una certa presa in giro del cantautorato cosiddetto "impegnato". Per saperne di più rimandiamo al suo sito www.boborondelli.it. E' la volta di Alessio Bonomo, originario di Napoli ma di casa a Roma dove anni fa ha iniziato la sua carriera. Comincia con La croce, pezzo che gli valse l'attenzione della critica nell'edizione 2000 del Festival di Sanremo. Poi Il Deserto e Strade azzurre, tratto dall'ultimo lavoro, l'ep Un altro mondo. Accompagnato da Matteo D'Incà alla chitarra e programming, Bonomo è l'esempio di come si possa stare fuori dal tradizionale schema cantautorale e starci in qualche modo dentro. I testi sono descrittivi su strutture ripetitive, elettroniche in cui poi sboccia, inaspettata, la melodia. Filippo Gatti, leader degli Elettrojoyce è una presenza conosciuta e apprezzata nel circuito romano. Propone due pezzi chitarra e voce dal suo cd, acclamato dalla critica, Tutto sta per cambiare . Lascia il palco ad Andrea Rivera che fa un piccolo show divertentissimo, con battute al vetriolo che fanno sbellicare dalle risa i presenti e suona anche lui un paio di pezzi di denuncia sociale, alla sua maniera. Stiamo arrivando alla fine e sale sul palco Francesco di Bella, leader dei 24 Grana. Propone due pezzi in dialetto napoletano che denunciano soprusi e in generale parlano di scomode realtà. Moltheni è accolto da un grande applauso. Ci porta nel suo mondo di suoni dolci e parole taglienti, dissacranti, quasi nascoste dalla vena malinconica delle armonie. Il finale porta Sinigallia e la sua band al completo sul palco per intonare alcuni pezzi da Incontri a metà strada: si parte con Amici nel tempo e poi Riccardo chiama sul palco Emidio Clementi, dei massimo Volume per cantare, insieme a lui e a Gatti, Anni di pace. Il suono di Sinigallia è potentissimo e rotondo, di forte impatto emotivo. A sorpresa fanno irruzione in sala i musicisti di StradaBanda, allievi della Scuola di Musica di Testaccio che, guidati da Gerardo Casiello, interpretano un'energica versione di Don Raffaè di De Andrè e accompagnano il pubblico fuori per finire a ballare nella cavea.

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Paolo Cattaneo (L'equilibrio non basta) Paolo Cattaneo è un cantautore bresciano, il suo esordio come compositore e cantante avviene nel 1995 con “L’anima del Cipresso” e da lì un continuo evolversi nel tempo. Nel 2002 riceve l’invito a pubblicare due brani per il CD “Bandsyndicate” distribuito da Audioglbe, insieme a nomi importanti delle nuove tendenze della musica leggera come Paolo Benvegnù e Giovanni Ferrario. L’uscita di “Nero ep” (2004), di cui lui stesso cura la produzione artistica, precede “L’equilibrio non basta”, ultimo album, alla cui preparazione dedica due anni di lavoro. Evidente è la ricerca di nuove sonorità, un attenzione per il dettaglio e la sostanza della composizione che rimane costantemente tangibile (del resto non l’ha mai abbandonata). Ad affiancarlo e a rendere il tutto (soprattutto i pezzi) più denso, un gruppo di giovani musicisti di qualità. Arrangiamenti di estrazione classica del contrabbasso, del pianoforte e della batteria ad opera di Emanuele Maniscalco mentre gli interventi elettronici vengono affidati ai rumoristi Diego “Gu” Spagnoli e Andrea Nones. Atmosfera e melodia sono i fili conduttori sui quali si costruisce la trama dei nove pezzi. Si comincia con “Incastri”, una leggera brezza d’autunno, dove tutto si spegne e la vita si assopisce lentamente; una strana malinconia avvolge i sensi e gli strumenti con le loro note vanno a colmare gli spazi del cuore. Dolcezza e inquietudine percorrono “L’eco che stona”. Splendidi i testi che vanno a confondersi con una poesia sbilenca e ipnotizzante. E si sprofonda nell’intensità sensazionale all’arrivo di “Neurovegetale”, leggera e impalpabile “…posso volare in ogni futuro…” recita. Piano e senza eccedere questo disco ti avvicina, ammalia e poi conquista: è una racconta di emozioni. “Nel mondo che non c’è” arriva una voce femminile ad affiancare quella di Paolo Cattaneo: “…sono senza fiato…” non saprei usare parole migliori di queste per descrivere i brividi che mi solleticano. Sarà che sono “malata di sentimenti e malinconiche atmosfere”, ma questo disco mi ha coinvolto, abbracciato e stretto in un affettuoso abbraccio l’animo. Ottimo per chi non sa rinunciare alla semplicità e la corposità delle emozioni. Aggiunto: 11-04-2007 Recensore: Veronica Zito Voto: Link Correlati: Sito ufficiale Hits: 73

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PAOLO CATTANEO "L'equilibrio non basta" (2007 )

Dischi come questo fanno sperare. Prima stupiscono, poi ammaliano, poi fanno sperare. Paolo Cattaneo ha prodotto un lavoro non facile, diciamolo subito: ma, come la maggior parte delle cose non facili, quando ci si lascia penetrare, quando al primo ascolto ne segue un secondo, ed un terzo, dopo non se ne può più fare a meno. Cattaneo non arriva dal nulla: il suo esordio è datato addirittura 1995, e portava il nome "L’anima del cipresso". Rieditato nel 1997, e distribuito in allegato alla rivista 'Essere New Age', arriva alla tiratura record di 35.000 copie. Logico che ad un simile passo non possa che seguire un lungo concepimento, una lunga preparazione, che sfocia prima nel "Nero e.p." del 2004 e poi in questo nuovo CD, che esce per l'etichetta di Omar Pedrini "OmarGru". Dietro al lavoro di Paolo Cattaneo c'è un grande dispendio di forze, non solo dell'autore ma anche e soprattutto di un vero e proprio team, team (tra l'altro) di notevole spessore: il compositore Mauro Montalbetti e lo scrittore Giovanni Peli hanno di recente vinto il Primo Premio al "Fux" di Graz, il più importante concorso europeo per il teatro musicale, con l'Opera da camera "Lies & Sorrow", che verrà allestita nella stagione dello Sterische Erbst Festival 2007. Giovanni Peli collabora come paroliere di Paolo Cattaneo fin dal 2004, mentre Mauro Montalbetti si è occupato di alcuni particolari interventi nelle ultimissime produzioni, scrivendo parti di archi, clarinetto e fagotto. Entrambi sono ovviamente presenti in questo disco "L'equilibrio non basta". E non basta nemmeno l'ausilio di tali collaboratori: Cattaneo, ricordiamolo, è diplomato in contrabbasso al Conservatorio di Castelfranco Veneto, e non bastasse in armonia e basso elettrico al C.P.M. di Milano. E' quindi padrone, totalmente, della propria musica e della propria arte. Sta a voi, ora, decidere se vorrete far parte anche voi del viaggio o meno. Per quanto mi riguarda, ve lo consiglio: a patto che non vogliate roba facile e scontata, sulla quale passare mezz'ora e basta, a patto che il vostro motto non sia e non sia mai stato "una botta e via". Astenersi perditempo, please. (Andrea Rossi)

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:: Recensione pubblicata il 19-05-2007 ::

NUOVI CANTAUTORI CRESCONO (BENE)

���di Luca Barachetti

Paolo Cattaneo, da Brescia, mette in atto quella che sembra essere una delle vie più promettenti per rinnovare l’iperaffolato e saturo mondo della canzone d’autore nostrana: rinverdire la tradizione, fino quasi a snaturarla, con input esteri dal forte valore espressivo. “L’equilibrio non basta” gioca tra richiami italiani di nuova generazione e contaminazioni post-ambientali comunque trattenute in solida forma-canzone. Chimenti e Tiromancino presenze certe, Mum e Sigur Rós a drenare scariche di emozione per atmosfere lunari e attutite. Più indietro, per quanto riguarda il fronte casalingo, non si va. E forse è un bene, perché le nove composizioni del disco puntano tutto a rinnovare pur con divieto di stravolgimenti, all’insegna di un’autorialità che si chiude elegantemente in sé senza risultare ne autoreferenziale ne superba. L’apertura di Incastri è quanto di meglio ci si possa aspettare viste le premesse: andatura d’alta scuola con elettronica, piano e clarino a spartirsi la scena e testo notevole («L’astronave stasera si chiama “speranza”» punta ad essere il vincitore di un’ipotetica e assai feticistica classifica del miglior primo verso di un disco anno duemilasette). L’eco che stona e Neurovegetali mostrano invece tutte le altre carte, e che carte: pianoforte, contrabbasso, elettronica, voce semialienata e altro testo da segnare la prima (alla chiamata numero due giusto citare l’autore delle liriche: il poeta Giovanni Peli); ombrosità David Sylvian e ritornello placentare Sigur Rós la seconda, con finale di contrabbasso che riprende avventure ambient-jazzistiche confermate dalla biografia (Cattaneo ha all’attivo dodici anni fa anche un disco in zona new-age). Il resto qualitativamente segue i brani citati, con una leggera flessione prima delle ultime due tracce, ma siamo noi pignoli, in realtà non è nulla di grave. Anzi: poco prima Cattaneo scrive quella canzone d’amore che a Zampaglione e soci da un po’ di tempo non viene più (Col mio ritmo); e poco dopo con la doppia chiusura de Il passo che giustifica il tempo (fiati e scura ipnosi elettronica Radiohead) e Infinito (nuovo albeggio Sigur con sfrigolii kraut e clarino maestoso a immobilizzare il tempo) rilascia due gioiellini atmosferici che allungano ancora di più l’importante lista di influenze. Insomma: Paolo Cattaneo sorpresa d’inizio anno. Da iscrivere alla voce “possibili salvatori della canzone d’autore italiana”.

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PAOLO CATTANEO L’equilibrio non basta Omargru / V2 / Edel 2007 Articolo di: Christian Verzeletti <[email protected]> Del 13/02/07 Se nel precedente “Nero Ep” Paolo Cattaneo si era immerso in un suono che combinava la canzone italiana con l’elettronica e l’art-rock, ora si potrebbe dire che con questo disco ha iniziato un’opera di risalita verso la superficie. Realizzato grazie alla Omargru di Omar Pedrini (che ha avuto il merito di credere nel progetto) e distribuito dalla V2 e dalla Edel, “L’equilibrio non basta” è il suo esordio vero e proprio. Pur mantenendo la propria ricercatezza sonora, Cattaneo ha abbandonato il fondale di “Nero Ep”, a tratti troppo sabbioso, e ha drenato le canzoni con un guppo di giovani musicisti di qualità: da una parte ci sono gli arrangiamenti di estrazione jazzata e classica del contrabbasso, della batteria, dei fiati e soprattutto del pianoforte (ad opera di un sorprendente Emanuele Maniscalco) e dall’altra gli interventi elettronici dei rumoristi Andrea Nones e Diego Spagnoli. Contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta di un lavoro di contaminazione. La raffinatezza e l’eleganza della band non obbligano a trattenere il respiro: il risultato è minimale e permette di godere delle sfumature dei singoli strumenti, dello spazio e delle suggestioni che le canzoni possiedono. Cattaneo canta con voce palpitante ma non futile e i suoi pezzi acquistano una densità ammirabile. La sua originalità è già contenuta nell’emblematica “Incastri” con cui si apre il disco: “fisarmoniche e cibi pesanti / l’Italia ci sta stretta / sappiamo bene perchè”. L’intento è quello di sfuggire ai vecchi luoghi comuni del cantautorato e alle creature transgeniche delle ultime generazioni. Come suggerito dal titolo, i brani non si limitano a stare in equilibrio tra i generi, ma hanno anche un peso loro: “L’eco che stona” interroga con un senso e con parti di musiche che trascendono l’indie, mentre “Neurovegetale”, forse il pezzo migliore del disco, si regge su un desiderio di sollevarsi da una perenne sospensione. Con la collaborazione di Giovanni Peli Cattaneo compone canzoni d’amore moderne (“Col mio ritmo”) e pezzi che non ammettono compromessi (“Dimmi dov’è la verità”) presentando definitivamente una vera ambizione artistica. La lunga incubazione ha poi permesso di creare un suono in cui il basso elettrico si amalgama con un violoncello da camera (“Resto in silenzio”) o in cui l’elettronica è soffiata da un sax baritono (“Il passo che giustifica il tempo”). Variazioni importanti vengono dal clarinetto di Daniel Kinzelmann, dalla tromba di Flavio Sigurtà e dalla chitarra di Walter Beltrami. Questo è un disco che vola al di sopra del pop italiano di Tiromancino, Riccardo Sinigallia ecc.: equilibrio, personalità e influssi alti (Radiohead, Mum, Unkle, jazz, classica e un’esistenzialismo alla Kieslowski) lo rendono un esordio raro.

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Paolo Cattaneo: L'Equilibrio Non Basta

il giudizio di indie-rock.it: 8/10 GENERE: cantautorato. PROTAGONISTI: Paolo Cattaneo: voce e piano; Maurizio Rinaldi: chitarra; Blodio: elettronica, fx guitar, backing vocals; Giulio Corini: contrabbasso; Emanuele Maniscalco: batteria. SEGNI PARTICOLARI: cantautore bresciano cresciuto tra suggestioni jazz e amore per la melodia compositiva, esordisce nel ’95 con “Le anime del cipresso” riedito nel ’97 e allegato alla rivista New Age, dopo essersi diplomato in contrabbasso presso il Conservatorio di Castelfranco Veneto e in armonia e basso al C.P.M. di Milano. “L’equilibrio non basta” è un autentico lavoro comunitario a cui partecipa anche lo scrittore bresciano Giovanni Peli che cura le parti letterarie del progetto. INGREDIENTI: Paolo Benvegnù, Sergio Cammariere, Riccardo Sinigallia, Ettore Giuradei e Malacompagine, Marco Parente, Non Voglio che Clara. DENSITA' DI QUALITA': va bene. Ostinatevi dunque a non riconoscere l’esistenza di una scena bresciana sempre più brulicante di nomi, locali e realtà nascoste, e poi vedete quel che succede. Che vengono fuori dischi come 'L’Equilibrio Non Basta', opera più o meno terza di Paolo Cattaneo (dopo l’esordio del ’95 e 'Nero EP' del 2004, intervallate da progetti teatrali con il Centro Teatrale Bresciano e compilation con la Bandsyndacate, etichetta indipendente di quaggiù) i quali, tra divagazioni jazzate e antica arte del comporre, riscrivono misura per misura le coordinate di una cittadina ora più che mai metropoli. I tramonti che in questa stagione si stagliano sui ronchi color tuorlo vincono contro il grigiore post-wave di molte balere che su certi antichi plumbei splendori vorrebbero vivere per sempre. Che ci si ricordi di noi finalmente per la musica e non solo perchè Baggio fino a 3 anni fa giocava da queste parti. Che diavolo. VELOCITA': l’ho sempre detto e lo ripeterò finchè avrò voce in corpo. Questa dannata città deve molto del proprio caratteraccio alle lotte da tripla fila per assicurarsi un posto al sole nell’edilizia dell’happy hour. In nome del cattivo gusto, il centro è stato preso d’assalto da mostri cingolati guidati da bionde isteriche e menopausiche pronte a ritirare i propri figli (piccoli Edoardo in Polo Sport a 6 anni) da scuole private mentre i mariti vanno a travoni. E’ così. Ma con Paolo Cattaneo molti dei miei istinti omicidi si placano. Non credo ci possa essere miglior complimento al mondo, per chi mi conosce e per quanto mi riguarda. 'Col Mio Ritmo' è da Sanremo. E se quest’anno ci fosse stata (seee, magari...) l’avrei vista dura per Cristicchi e 'Paranze' varie. IL TESTO: “So che i miei sogni / Son solo due accordi”, da 'Neurovegetale'. IL SITO: www.myspace.com/paolocattaneo oppure www.paolocattaneo.it Andrea Podestani

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Paolo Cattaneo - L'equilibrio non basta

Durante il primissimo ascolto di un album penso ad un sacco di cose diverse, soprattutto quando si tratta di perfetti sconosciuti. Prima ancora di inserire l'sf (supporto fonografico) mi giro tra le mani la confezione e poso gli occhi sul plasticoso oggetto. Guardo la copertina e penso "Alberi spogli, gufi, gatti neri con le ali, veneri di milo al cui marmoreo capo è stata appiccicata la testa di un elefante nero. E mo' questo che vuole?" Leggo autore e titolo dell'album: Paolo Cattaneo - L'equilibrio non basta. Tanto per cominciare il nome e cognome mi suggerisce che non si tratta di una band, e se sono fortunato non sarò costretto ad assistere all'ennesimo sorgere di una nuova indie-popstar. Il titolo ad essere sincero non mi suggerisce proprio nulla di particolare... l'equilibrio non basta... Dall'altro lato: c'è la track list. 9 tracce: la prima è Incastri, l'ultima è Infinito. Dagli incastri all'infinito: quasi come partire da una compressione nodulare ed attraverso lente ed attente dipanature sciogliere la trama facendola gocciolare in uno spazio assoluto dove tempo e materia sono una cosa sola.Sarà meglio mettere il cd, prima di sparare altre stronzate."L'astronave stasera si chiama Speranza..." Cavolo, c'avevo ragione allora che si tratta di un viaggio interstellare!La prima traccia dà già importanti coordinate. Ci troviamo su un pianeta particolare, in cui convivono da una parte un sapiente piano elettrico, una chitarra un po' alla nick cave, e degli inserti elettronici sparsi ma con ordine, dall'altra invece ci sono contrabbasso pianoforte e fiati che emanano calore ad ogni singola nota emessa. 3 contro 3: Questione di equilibrio... ma l'equilibrio forse non basta! Già, perchè c'è anche la batteria che come un arbitro scandisce i ritmi impedendo che emergano dal gioco sonoro involontarie irregolarità."L'equilibrio non basta" è un album - bisogna proprio dirlo - prodotto egregiamente in cui la cura per il dettaglio acustico, anzichè appesantirlo, regala forza ed eleganza. Al suo interno io ci sento al contempo la musicalità chiaroscurale di Marco parente e a tratti la forza espressiva tipica di Cesare Basile. Notturno, invernale, introspettivo fino al punto di sentirsi risucchiati dalle metafore dei testi, è un album che viaggia sui sentieri dell'anima dell'autore. Forse in alcuni punti della seconda metà dell'album ("resto in silenzio, "il passo che giustifica il tempo") emerge un ambiente eccessivamente sfuocato e surreale, troppo statico, che a mio parere spezza il più ventilato ritmo della prima parte ("Neurovegetale", "Nel mondo che non c'è"). Certo è che la dimostrazione di volo in alta quota data nella prima metà del cd ci fa presuppore e sperare che con la giusta dose di personalità e inventiva questo artista saprà raggiungere vette ancora più alte.

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PAOLO CATTANEO - L’equilibrio non basta GENERE: Cantautorato Pop/Jazz MIGLIOR BRANO: Tutti ASSOMIGLIA A: - VOTO (0-10): 10.0 ETICHETTA: Omargru ARTICOLO DEL: 12/01/2006 Un Signore della musica Paolo Cattaneo, che con l’album “L’Equilibrio Non Basta” regala alla musica un disco prezioso. L’album composto da nove tracce, dona quasi un’ora di musica estremamente raffinata e godibile. Si comincia con due ottimi brani “Incastri” e “L’Eco che Stona”, dove le sfumature tecniche e gli accorgimenti elettronici si intrecciano in maniera impeccabile. Benché si collochi nella scia della tradizione italiana, il disco offre molti spunti innovativi, con una ricerca perfettamente riuscita tra musica e testi, dove chitarra, basso e suoni elettronici giocano come si deve in tutti e nove pezzi. “L’equilibrio non basta” è un disco molto versatile e policromatico, con un cammino fatto di emozioni che emozionano, che trasmettono sia al cuore che alla mente paesaggi sonori raffinatissimi. Un esempio è la splendida “Resto In Silenzio” dove la passione e la musicalità sono allo stato puro. Se oggi la musica si può considerare ancora “Arte”, è grazie a talenti come Paolo Cattaneo.

ARTICOLO DI: Alba Cosentino GRAZIE A: Max Carinelli di Tomobiki Promotion SUL WEB: www.paolocattaneo.it www.tomobiki.it

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L'EQUILIBRIO NON BASTA - 2007

E’ sempre bello ascoltare un cantautore, uno che le proprie canzoni le scrive da sé per dire ciò che pensa, ciò che sente, ciò che vive. Credo che un cantautore vada sempre ascoltato, indipendentemente dal fatto che ti piaccia o meno la sua musica, il suo stile, le sue opinioni, quantomeno per l’impegno ed il lavoro che gli sono stati necessari per completare un disco. Ascoltare i suoi pensieri, le sue emozioni è un atto dovuto nei confronti di chi fa di ciò la propria vita. Se poi ti piaccia o meno, questo viene dopo. Paolo Cattaneo mi colpisce subito con la prima canzone, “Incastri”, nella quale spicca la frase: “l’Italia ci sta stretta\sappiamo bene perché”. Probabilmente ognuno di noi ha la propria risposta a quel perché. Del cd “L’Equilibrio non basta” mi piacciono molto l’articolazione delle musiche e degli strumenti, che danno vita a suoni diversificati e intrecciati tra loro con il risultato di un insieme unico e originale. Ascoltandolo, “sento” questo cd come un viaggio nell’io dell’autore, che è anche un viaggio in ognuno di noi. Immagini frutto di sogni, quelle che spesso suscitano le canzoni di Paolo Cattaneo: la testa (la mente) che vola via, l’odore del mare tra le dita, un’alba senza luce, lo sprofondare nel vuoto. Sono solo alcune delle “situazioni” che emergono dai testi delle sue canzoni, tipiche dei sogni e delle angosce di ogni uomo. Situazioni che si adatterebbero benissimo ad un video “fantasy”, stile Tiromancino quando la loro musica dava forma ad una fatina fatta d’acqua che prendeva vita dalla Madre Terra. Bellissimi gli accordi in “Neurovegetale”; disarmanti gli impulsi sonori in “Col mio ritmo”, note che scandiscono le emozioni di chi canta legandolo indissolubilmente alla sua musica, “confondendo” il battito del cuore con il “tum-tum-tum” del brano. Una notazione particolare anche per “Nel mondo che non c’è”, una canzone molto bella dove fa la sua comparsa anche una voce femminile che duetta con Paolo Cattaneo. Parla di un uomo che si sente (o prova a sentirsi) ancora tale in un mondo che non c’è, con un’alba senza luce, a cui si pone la domanda delle domande: “Ma tu chi sei?”. Un uomo che mi sembra di vedere come una sagoma nera che corre in questo mondo che a sua volta non c’è, una sagoma smarrita poiché priva di identità. La ricerca di questa identità, il sentire e provare emozioni, l’inseguire qualcuno o qualcosa che non si riesce a raggiungere, quindi l’attesa. Sono questi gli elementi del viaggio che ogni uomo fa dentro di sé e che Paolo Cattaneo ha voluto affrontare in questo suo lavoro artistico, trovando forse qualcosa, forse nulla, forse tutto. Sono queste le sensazioni e le figure che l’ascolto de “L’Equilibrio non basta” mi ha trasmesso. E’ stato un bel viaggio, anche per me.

Roberto Ariodante

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Paolo Cattaneo - L'equilibrio non basta

Venerdì, 12 Gennaio 2007 - 11:52 - 69 Letture

Paolo Cattaneo - L'equilibrio non basta – OmarGru/V2 recensione di Andrea Turetta Paolo Cattaneo è di certo un artista originale. Le sue canzoni meritano di essere ascoltate più volte per poterne cogliere le varie sfumature. Il suo nuovo disco si intitola “L’equilibrio non basta” e l’uscita è prevista per fine gennaio 2007 su etichetta OmarGru e distribuzione V2.

In queste nove brani ci sono delle atmosfere molto particolari. Tutti i brani possono dirsi di buona qualità ed in questo è da premiare la scelta di mettere nella tracklist nove pezzi anziché aggiungerne altri che sarebbero finiti magari con il diventare dei riempitivi. Ecco allora, che ci troviamo di fronte ad un CD che si ascolta volentieri dall’inizio alla fine grazie alla qualità che caratterizza il tutto. Due sono forse i pezzi che stazionano un po’ sopra la media. Si tratta di “incastri” e “Resto in silenzio”. Un disco introspettivo dai colori dark che suona sincero ed onesto. Un lavoro discografico dei giorni nostri suonato con strumenti classici. Paolo Cattaneo dimostra di essere un artista di qualità e si spera possa ottenere l’attenzione che merita. In questo nuovo percorso artistico Paolo Cattaneo si avvale della collaborazione detto scrittore Giovanni Peli che cura la parte letteraria delle nuove composizioni. La band di L'equilibrio non basta è costituita dallo stesso Paolo Cattaneo al piano elettrico e alla voce, Maurizio Rinaldi alla chitarra, Andrea Nones all'elettronica live, Giulio Corini al contrabbasso e Emanuela Maniscalco alla batteria e al pianoforte. Le sue canzoni mettono insieme mente ed anima. I suoi pezzi permettono di riflettere. La sua voce appare adeguata a questi brani assai originali. Difficile non apprezzare questo Cd molto diverso da tanta musica commerciale odierna, ma incredibilmente potente.

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Un bignami che in appena nove episodi riesce a ridefinire il concetto stesso di musica leggera italiana… un viaggio di malinconia e speranza che ti ci perderesti dentro per lasciarti andare come corrente di un fiume… (SentireAscoltare) Un’esperienza che ammutolisce, un invito al silenzio e al raccoglimento interiore… grazia compositiva che solo un poeta è in grado di trasmettere. Un album dai colori invernali ma dal tono caldo e intimista. (RockLab) Dischi come questo fanno sperare. Prima stupiscono, poi ammaliano, poi fanno sperare. …quando ci si lascia penetrare, quando al primo ascolto ne segue un secondo, ed un terzo, dopo non se ne può più fare a meno. (MusicMap) La raffinatezza e l’eleganza della band non obbligano a trattenere il respiro: il risultato è minimale e permette di godere delle sfumature dei singoli strumenti, dello spazio e delle suggestioni che le canzoni possiedono…. equilibrio, personalità e influssi alti (Radiohead, Mum, Unkle, jazz, classica e un’esistenzialismo alla Kieslowski) lo rendono un esordio raro. (Mescalina) …è un album prodotto egregiamente in cui la cura per il dettaglio acustico regala forza ed eleganza. Notturno, invernale, introspettivo fino al punto di sentirsi risucchiati dalle metafore dei testi, è un album che viaggia sui sentieri dell'anima dell'autore. (Impatto Sonoro) …è un disco molto versatile e policromatico, con un cammino fatto di emozioni che emozionano, che trasmettono sia al cuore che alla mente paesaggi sonori raffinatissimi. (Gufetto) Le sue canzoni mettono insieme mente ed anima. I suoi pezzi permettono di riflettere. La sua voce appare adeguata a questi brani assai originali. Difficile non apprezzare questo Cd molto diverso da tanta musica commerciale odierna, ma incredibilmente potente. (Babylonbus) … un disco onirico e rarefatto. Sospeso fra la terra e il cielo: così come la condizione umana insegna. Bello, bello, bello. (Rumore) Sintesi matura e completa di un percorso artistico articolato e non sempre facile, finalmente sfociato in una delle opere più convincenti ed interessanti prodotte nella storia recente della canzone d’autore italiana. (Bresciaoggi) …un intreccio suggestivo e affascinante… parole piene di significato che camminano sopra le musiche con "passi leggeri". Con grazia e caparbietà, ovvero con ciò che serve … a realizzare uno dei migliori dischi di questo inizio d'anno. (Rockit)