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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano Vasto Chieti RASSEGNA STAMPA Giovedì 5 maggio 2016

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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2

Lanciano Vasto Chieti

RASSEGNA STAMPA Giovedì 5 maggio 2016

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VASTO Giovedì, 5 maggio 2016

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Mercoledì, 4 maggio 2016

SANITA'

Geriatria Chieti, pazienti nei corridoi in barella e personale sotto organico Visita ispettiva di Marcozzi (M5S)

Letto in corsia

CHIETI. Pazienti in barella nei corridoi e personale sotto organico: «criticità da risolvere immediatamente». Si tratta della seconda visita ispettiva che il Consigliere regionale del M5S, Sara Marcozzi, effettua a distanza di un mese circa presso il reparto di Geriatria del SS.Annunziata a Chieti. Seppur rispetto alla scorsa ispezione, la situazione sembrerebbe essere leggermente migliorata, il reparto è ancora in sofferenza, infatti, nella visita di ieri erano ben sei i pazienti ospitati sulle barelle lungo il corridoio del reparto. Quello del sovraffollamento nel reparto di ex-Geriatria è un fatto noto ed è di natura strutturale e sistemico dovuto proprio all’invecchiamento della popolazione: il Movimento 5 Stelle propone da tempo l’aumento dei posti letto in quei reparti, la sburocratizzazione e la velocizzazione delle pratiche di trasferimento presso RSA e Lungodegenze per quei pazienti che hanno terminato la fase di acuzie e hanno la necessità di continuare le cure in strutture che permetterebbero una maggiore disponibilità di posti letto in reparto. «Questo governo regionale non tiene conto delle reali esigenze dei cittadini. Il presidente D’Alfonso in campagna elettorale prometteva coccole ai pazienti, mi domando se sia tornato in visita nei reparti degli ospedali dopo la sua elezione», continua Marcozzi. «Non abbiamo bisogno del nuovo ospedale presentato nel progetto di Maltauro. Abbiamo bisogno di creare strutture sul territorio che permettano di continuare il percorso terapeutico di persone anziane che molto spesso sono abbandonate a loro stesse. Abbiamo bisogno di aumentare il numero di posti letto - che il progetto di finanza capitanato da Maltauro non prevede - Regione Abruzzo dispone attualmente di soli 192 posti letto per la lungo degenza, siamo addirittura al di sotto dei già bassi parametri imposti dal DM Lorenzin che prevederebbero per la lungodegenza 0,2 posti letto ogni 1000 abitanti e che darebbero all’Abruzzo una dotazione di 267 posti letto». Altro tema posto all’attenzione dal personale dipendente durante la visita è relativo alle condizioni lavorative di infermieri e operatori socio-sanitari che operano costantemente sotto pressione a causa del sotto dimensionamento organico del reparto. Non solo, sembrerebbe che da questa settimana sia stato effettuato un ulteriore taglio al monte ore degli operatori OSS di 30 minuti causando ulteriore disagio e ritardo nella quotidiana cura e pulizia degli assistiti. «E’ sempre la solita storia, si tagliano risorse in danno di lavoratori e pazienti senza mai colpire i veri sprechi che si annidano nelle ASL. Proprio di recente uno studio condotto da diversi autori, fra cui Peter Griffiths del National Institute for Health Research Collaboration for Leadership in Applied Health Research and Care (Clahrc) Wessex, in Gran Bretagna ha dimostrato come a una riduzione del carico di lavoro del personale infermieristico diminuisca il relativo numero di decessi nelle corsie. Auspico che la Asl riveda la pianta organica sulla base delle effettive esigenze funzionali dei reparti e con l’obiettivo ultimo di offrire le migliori cure possibili».

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Mercoledì, 4 maggio 2016

SANITA'

Nuovo ospedale Chieti, anche Sel dice no e chiede incontro urgente con Paolucci

«Vogliamo vedere le carte»

Paolucci

ABRUZZO. Anche Sel Contro il progetto di project financing della Maltauro per il nuovo ospedale di Chieti. Dopo il Movimento 5 Stelle, le critiche della Cgil , anche Sinistra ecologia e Libertà dice no. «La Asl di Chieti e l'intera regione Abruzzo si indebiterebbero per oltre 800 milioni di euro nei prossimi 30 anni», contesta il coordinatore provinciale di Sel Silvio De Lutiis, «e molti servizi connessi all'ospedale di Chieti sarebbero privatizzati senza gara di appalto e questo noi abruzzesi e noi della Provincia di Chieti non ce lo possiamo permettere. Noi non siamo contrari alla costruzione di un nuovo ospedale, ma la modalità del Project Financing non ci convince. In Italia possiamo citare le esperienze venete e anche le esperienze toscane dove è stato applicato il metodo del Project financing dove costi sono lievitati in modo molto spropositato e hanno creato dei danni gravi ai cittadini utenti». Per questi motivi Sel chiede un incontro urgente con l'assessore Paolucci per discutere e vedere le carte di questo progetto. «Se le notizie di stampa venissero confermate», continua De Lutiis, «la federazione Sel Chieti si opporrà con tutte le sue forze contro progetto. Comunque con l'assessore Paolucci chiederemo un incontro per discutere anche di altre problematiche riguardante la sanità teatina. Vogliamo ricordare che la sanità teatina è stata massacrata dalla riforma sanitaria regionale». La provincia di Chieti ha un bacino di utenza di circa 400 mila abitanti ed ha circa 1000 posti letto per acuti. Sono stati sostanzialmente chiusi come ospedali per acuti Guardiagrele, Casoli, Gissi, Atessa e sono stati sostanzialmente spostati a Pescara anche molti reparti di cliniche private di Spatocco e Villapini. La sostanza è che in mancanza di servizi alternativi alla rete ospedaliera, si stanno creando dei problemi molto seri specie nelle zone interne. Questa riduzione degli ospedali nel territorio teatino sta portando al collasso l'ospedale di Chieti e anche gli ospedali di Vasto e Lanciano cominciano ad avere seri problemi. «Vogliamo solo ricordare per fare un paragone», insiste Sel, «che la Provincia di Pescara ha una popolazione di circa 250000 abitanti ed ha circa 1500 posti letto per acuti. Per questi motivi invitiamo a un incontro l'assessore Paolucci per discutere di queste problematiche e trovare insieme soluzioni condivise. Non accetteremo passivamente invece scelte non condivise e imposte dall'alto. Vogliamo anche ricordare all'assessore Paolucci e al Presidente D'Alfonso che la sanità era uno dei punti più importanti dell'accordo stipulato con il PD e con D'Alfonso il mese di Settembre scorso». A breve Sel Abruzzo aprirà la verifica con il presidente D'Alfonso sui temi oggetti dell'accordo e la sanità sarà il primo punto da verificare.

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CHIETI Giovedì, 5 maggio 2016

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ABRUZZO Giovedì, 5 maggio 2016

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LETTERE Giovedì, 5 maggio 2016

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VASTO Giovedì, 5 maggio 2016

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Mercoledì, 4 maggio 2016

Fondazione: fumata nera, sindacati attaccano: fateci vedere le carte

Tornano a farsi tesi alla Fondazione Mileno i rapporti tra dirigenza e rappresentanti dei lavoratori. I sindacalisti di Cisl Fp e Uil Fpl Donato Tricase, Camillo Di Felice e Domenico Fecondo criticano la proprietà del Gruppo di Vasto Marina che gestisce alcune strutture riabilitative, definendo "incomprensibile" la "politica aziendale, che non tiene in considerazione le difficoltà e l'impegno dei lavoratori", ragion per cui le organizzazioni sindacali "non sono più disposte a subirne le conseguenze". "Nell'ultimo incontro congiunto con la Asl di Chieti - scrivono in un comunicato i tre rappresentanti sindacali - il presidente pro-tempore della Fondazione Padre Alberto Mileno e i suoi collaboratori, invece di interloquire fattivamente con il direttore general,e hanno riportato indietro l'orologio del confronto, quindi, da parte nostra, è inaccettabile assistere ad una amministrazione sorda ad ogni disponibilità negoziale, che non può continuare a mantenere in vita tanti contenziosi e allo stesso tempo non pagare i suoi dipendenti. A questa direzione, che non ci ha detto mai come stanno realmente le carte della Fondazione, che non ci ha permesso mai di entrare nel merito di alcune scelte politico-strategiche, chiediamo di assumersi una volta per tutte la responsabilità di spiegare ai lavoratori le ragioni di tale comportamento". "Nell'incontro avuto il 12 aprile presso la Asl Lanciano Vasto Chieti si è discusso delle problematiche afferenti al budget assegnato alla sede staccata Azzurra della Fondazione Mileno che, per diverse ragioni e interpretazioni tra le parti, ha condotto la Asl a sospendere il pagamento delle prestazioni. Nell’ambito dell’incontro, erano emerse soluzioni che la Fondazione si era riservata di valutare e di comunicare alla Asl, formulando anche delle proposte, entro 15 giorni", riferiscono Tricase, Di Felice e Fecondo, che ricordano le sofferenze vissute dai lavoratori negli ultimi 18 mesi: i circa 250 dipendenti, "a tutt’oggi, sono creditori della tredicesima, dello stipendio di marzo ed hanno maturato anche quello di aprile. Tali sofferenze hanno causato e continuano a causare danni, sia di natura economica sia di natura psicologica a tanti lavoratori e sicuramente avremo modo di verificare e quantificare in altre sedi i danni subiti". "I 15 giorni sono trascorsi e, ad oggi, l'unica certezza è che la Fondazione viene meno agli obblighi di corrispondere la retribuzione nei modi e nei termini previsti dal contratto. Alla luce di di tale situazione, di fatto, chiediamo di avere contezza delle procedure in corso o se vi siano state decisioni di altra natura che allontanano da accordi, soluzioni o transazioni che si erano delineate, fermo restando che ognuno può legittimamente difendere le proprie ragioni nei modi e nelle sedi che riterrà più opportune, ma il legittimo diritto a fare valere le proprie ragioni non può gravare sui lavoratori, privandoli del diritto alla retribuzione e delle somme maturate".

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SULMONA Giovedì, 5 maggio 2016

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Giovedì, 5 maggio 2016

CATTIVA COLAZIONE

I Nas nelle stalle abruzzesi. Guai per otto persone: controlli e sequestri su bovini da latte

Precarie condizioni dei locali di mungitura e anche maltrattamenti di animali

ABRUZZO. I carabinieri del Nas di Pescara, coadiuvati dal personale dei servizi veterinari delle Asl, hanno eseguito in tutto l’Abruzzo mirati controlli negli allevamenti di bovini da latte, per la verifica delle condizioni di benessere degli animali e del possesso dei requisiti igienico-sanitari dei locali aziendali. Durante i numerosi controlli dei giorni scorsi è emerso un quadro molto dettagliato: due persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per concorso in maltrattamenti di animali; sei persone segnalate alle Autorità Sanitarie ed Amministrative per violazione in tema di igiene negli allevamenti, nelle sale di mungitura e locali deposito latte e mangimi; 110 capi bovini sono stati sottoposti a vincolo sanitario per carenze in tema di identificazione e marchi auricolari; 24 bovini sottoposti a sequestro penale per maltrattamenti; 220 quintali di mangime zootecnico sottoposti a vincolo sanitario; per 5 aziende agricole è scattato il divieto d’uso dei locali privi di requisiti igienici. Nello specifico in Provincia dell’Aquila sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria i due responsabili di un allevamento di bovini, poiché ritenuti autori del reato di maltrattamento nei confronti di 12 manze e 12 vitelli. Gli animali venivano allevati in stalle invase da uno spesso strato di feci solide e liquide ed in assenza di spazi asciutti per il riposo, tanto da sacrificarne la mobilità. I capi bovini sono stati sottoposti a sequestro penale e per i responsabili, oltre alla denuncia, è scattato il provvedimento di immediata rimozione delle deiezioni. In Provincia di Teramo sono stati ispezionati quattro allevamenti di bovini da latte. I militari si sono imbattuti in locali di deposito del latte crudo tenuti in pessime condizioni igienico-sanitarie, per presenza di muffe, infiltrazioni, umidità, ragnatele. Aree per lo stoccaggio dei mangimi prive dei requisiti d’igiene, richiesti dalla normativa di settore, stante l’assenza di barriere contro le possibili contaminazioni crociate e strutture fatiscenti. Stalle in condizioni strutturali tali da non garantire il benessere degli animali, per la presenza di lamiere con spigoli vivi, pedane in legno usurate e scheggiate, reti metalliche. Su tutto il territorio regionale sono stati controllati, nel complesso, 24 allevamenti ove sono stati effettuati prelievi di campioni di latte crudo vaccino e mangime ad uso zootecnico per indagini analitiche affidate all’Istituto Zooprofilattico di Pescara. Alla fine sono state vincolate sanitariamente strutture ed attrezzature per un valore complessivo di circa 2.500.000,00 euro. Il valore dei capi bovini sequestrati e vincolati si aggira intorno ai 300.000 euro. Vincolati circa 220 q.li di mangime per uso zootecnico per un valore di circa 150.000 euro. Effettuati una trentina fra campioni di latte crudo e campioni di mangime zootecnico. Contestate violazioni amministrative per oltre 30.000,00 euro.

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ABRUZZO Giovedì, 5 maggio 2016

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Gli investimentinon crescono:«Sanità 2.0»avanti pianodi Roberto Turno

on è più un miraggio, ma sicu-ramente non è ancora realtà.Non è un sogno, ma resta unagrande incompiuta. Mentre la

tecnologia avanza e le imprese guardanoe producono occasioni per il futuro, perla qualità della salute, e perché no, per farrisparmiare soldi pubblici, la «sanità2.0» in Italia avanza piano, non quantopotrebbe e dovrebbe. Tanto meno avan-za ai livelli dei nostri partner europei diriferimento. Il racconto dello stato del-l'arte nel 2o15 della sanità digitale, è statoscritto dal Politecnico di Milano col suo«Osservatorio innovazione digitale inSan ità», nel rapporto presentato ieri nel-l'ateneo lombardo.

Un rapporto a tutto tondo, che ha inve-stigato tutte le realtà del pianeta e-healthitaliano che per tanti versi resta ancorasconosciuto ma che tra tante debolezzecomincia a far emergere punti di forza edi crescita. E di coscienza di quel che ser-ve per costruire un sistema sempre piùavanzato. Intanto il valore dell'investi-mento nel Ssn, che è in un certo senso lastella polare del possibile e del realizza-bile per dare davvero carne e ossa alla sa-nità che guarda alle chance offerte dallatecnologia. E le mette in pratica. Ebbene,l'anno scorso l'investimento totale è sta-to di 1,34 miliardi, l'1,2% dell'intera spesasanitaria pubblica: un valore di "mante-nimento" rispetto all'anno prima, anziaddirittura leggermente inferiore per 30milioni. Come dire: la spesa non è andataindietro, ed è già qualcosa, ma sicura-mente non è cresciuta. Un indizio nonesattamente positivo, sebbene non puòessere trascurato lo stress in sede locale,ma anche nazionale, per effetto dei taglial Ssn anche nel 2015.

Eppure tutti - tecnici, osservatori, am-ministratori, medici - indicano proprionel livello di finanziamento una dellechiavi decisive per far girare davvero lamitica «sanità 2.0». Anche se non baste-ranno solo dosi più o meno massicce dimaggiori risorse. Mancano ancora un fe-eling diffuso daparte di medici e operato-ri, un'alfabetizzazione vera e propria, lospirito d'iniziativa, una partecipazionepiù consapevole da parte dei cittadini.Sebbene, come sempre, la popolazionepiù anziana sia quella che difficilmente econ fatica dialoga e naviga in rete per la

sua salute. E poi manca, come sempre insanità, un cammino omogeneo per tuttele regioni, la capacità di dialogare anchetecnologicamente, unapercezione ugua-le e pari attività tra Nord e Sud d'Italia.Con il Sud che spesso anche perla digita-lizzazione della sanità resta una specie dianatra zoppa. «La velocità d'attuazione èancora modesta e disomogenea, inade-guata rispetto alla portata e all'urgenzadelle sfide in gioco. Serve una governan-ce partecipata e responsabile a tutti i li-velli», chiosa Mariano Corso, responsa-bile dell'Osservatorio del Politecnico.

I risultati sul campo sono d'altra parte

difformi a seconda anche delle aree spe-

cifiche della digitalizzazione. Sulla car-

tella clinica elettronica si investe di più

(64 milioni, +10% sul 2014) e potrebbe

crescere ancora quest'anno del 43% se-

condo le stime degli operatori. Perla tele-

medicina, altra possibile chiave di volta,

laspesaè di2o milioni, in crescitade124%,

con tele-consulto e tele-salute che figu-

rano tra le soluzioni più diffuse nelle

aziende sanitarie. Peccato che ancora

non basta, che serve molto di più, consi-

derata lavastagamma di applicazioni che

potrebbe riservare a benefici dei pazien-

ti, in primis i cronici, ma non solo.

Come non basta, anzi resta ancora pertroppi nel vago, il fascicolo sanitarioelettronico, quello che conun clickfa co-noscere a chi è abilitato lo stato di salute,il passato e il presente, anche dei consu-mi sanitari, di tutti noi. Peccato che ap-pena il 5% degli italiani lo ha utilizzato,anche se il 23% sa cosa sia e l'8% ha chie-sto informazioni. Intanto appena sei re-gioni (Emilia Romagna, Lombardia, To-scana, Sardegna, Valle d'Aosta e Tren-to) lo hanno attivato e in altre il è invia disviluppo. Mentre tutto è fermo in Cam-pania, Sicilia, Calabria e a Bolzano. Ep-pure il dialogo digitale tra medici di basee pazienti sembra crescere. Con ilboomdi WhatsApp da parte dei medici di fa-miglia e un crescere di scambi di sms email. Chissà se le code calano di conse-guenza e la chiarezza migliora. Ma certoancora non basta. Senza scordare che dadue anni si attende il provvedimento sul«Patto perla salute digitale» tra ministe-ro e regioni. Ancora tutto tace, non è da-to sapere perché.

ORI PRO DOZIONE RISERVATA

Utente
Rettangolo
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I primi 13 giorni dell'embrioneEcco come inizia la vita umanaOsservato in vitro durante l'impianto: nessun dialogo con il corpo maternodi Anna Meldolesi

ll'inizio è un ovulofecondato. Poi ini-zia a somigliare auna mora. Quindidiventa una sfera

cava, che si impianta nell'uterouna settimana dopo la fecon-dazione. È in questa fase, dettablastocisti, che le cellule si av-viano ad assumere identità di-verse. Ma proprio questo sta-dio cruciale dello sviluppodell'embrione finora era rima-sto come una scatola chiusa,inaccessibile allo sguardo de-gli scienziati. Il velo viene sol-levato adesso da due lavoripubblicati sulle riviste Naturee Nature Cell Biology, che han-no riprodotto in vitro la fasedell'annidamento in utero,con un substrato artificiale alposto del grembo materno. Lesorprese non mancano, enemmeno gli interrogativibioetici.

Innanzitutto siamo di frontea un nuovo record. Nessunoera riuscito a coltivare degliembrioni per più di nove gior-

ni, in genere anzi non si riusci-va a superare la settimana. Oradue gruppi di ricerca, unoamericano e l'altro inglese,hanno dimostrato che è possi-bile spingersi fino al tredicesi-mo giorno, e probabilmenteoltre, fornendo agli embrioniil giusto ambiente chimico euna matrice adatta a cui attac-carsi.

Gli esperimenti sono statiinterrotti entro le due settima-ne dalla fecondazione, per ri-spettare le linee guida interna-zionali che fissano un limitetemporale massimo alla possi-bilità di fare ricerca sugli em-brioni umani. Ma è bastato perscoprire che il dialogo con ilcorpo materno non è ancoranecessario in questa fase. GIiembrioni sono capaci di auto-organizzarsi, seguendo un

I i i eticoGli studiosi chiedonodi ridiscutere il limitedelle due settimaneper questi esperimenti

piano di sviluppo ordinato an-che in assenza di segnali ester-ni, più a lungo del previsto. Unpo' come succede alle moleco-le d'acqua che si dispongonosimmetricamente per formarei fiocchi di neve.

Gli embrioni cresciuti inprovetta non sono delle ripro-duzioni tridimensionali per-fette di quelli «naturali», mamostrano una struttura similecon tanto di cavità amniotica esacco vitellino. I ricercatorihanno notato anche alcunedifferenze inaspettate rispettoai modelli animali, per quantoriguarda la diversificazionedelle linee cellulari da cui poidipende l'organizzazione deitessuti. Probabilmente sonodovute al timíng e alle modali-tà di accensione dei geni chia-ve.

La ricerca sui topi, evidente-mente, non basta per farsiun'idea precisa degli inizi del-la vita umana. I risultati otte-nuti dal gruppo di Ali Bri-vanlou della Rockefeller Uni-versity e da quello di Magdale-na Zernicka-Goetz diCambridge inaugurano dun-que un nuovo filone di studiche potrebbe contribuire a mi-gliorare le metodiche di ripro-duzione assistita, la compren-sione delle cause degli abortiprecoci e la coltivazione dellecellule staminali. Ma una voltarimosso l'ostacolo tecnico al-l'osservazione degli embrioni

in fase post-impianto, ne re-stano altri bioetici e legali.

In Italia la ricerca sugli em-brioni umani è vietata per leg-ge, ma la comunità scientificainternazionale finora ha ri-spettato il limite dei 14 giorniproposto nel 1979 negli StatiUniti, abbracciato nel 1984 dal-la commissione Warnock inGran Bretagna e poi fatto pro-prio da altri Paesi oltre che danumerose società scientifiche.

Perché proprio questo nu-mero, quattordici? La spiega-zione più accettata è che pri-ma di questo momento l'em-brione potrebbe ancora divi-dersi in due o fondersi, dopoacquisisce un'esistenza indivi-duale grazie alla comparsa diuna struttura detta stria primi-tiva. Questo però non significache guadagni improvvisamen-

te un diverso status morale, hanotato in un commento il bio-eticista Insoo I4yun insiemecon Amy Wilkerson e Josephi-ne Johnston.

Lo spartiacque ha funziona-to come strumento regolatorioper delimitare lo spazio per laricerca scientifica all'insegnadi un compromesso tra diver-se sensibilità culturali e reli-giose. Ma è stato accettato e ri-spettato anche perché sem-brava un limite tecnicamenteinvalicabile. Adesso, insom-ma, potrebbe essere arrivato ilmomento di metterlo in di-scussione, sostengono gli stu-diosi. Magari organizzandouna conferenza internazionaleche riunisca scienziati, giuristie bioeticisti, propone Nature.

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Utente
Rettangolo
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COME SI SVILUPPAPBELL'BàTEFPO

Gli studi

II primo èstato realizzatoalla RockefellerUniversity diNew York:coordinatoda Ali Brivanloue con primoautore AlessiaDeglincerti, hamimato in vitrola fase dell'im-pianto in utero

II secondo èstato condottodall'universitàdi Cambridgee coordinatoda MagdalenaZernicka-Goetz:ha osservatocome fino adopo l'impiantol'embrione siauto-organizza

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4PLa parola

ANNIDAMENTO

È la primissima fase della gravidanza:l'uovo fecondato, arrivato allo stadiodi blastocisti, si impianta nella mucosauterina. In media impiega due-cinquegiorni per percorrere il canale tubaricoe rimane libero nella cavità uterina per altridue giorni. L'annidamento inizia in genereil sesto-settimo giorno dopola fecondazione ed è completato versoil quattordicesimo. Con i due esperimentipubblicati adesso si è scoperto cheper diversi giorni ancora dopo l'iniziodell'impianto non è necessario un dialogomadre-embrione per il suo sviluppo.

LI RIPRCCUZiO'O RISERVATA

LE NORME

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