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1 REGIONE CALABRIA ASSESSORATO TUTELA DELLA SALUTE E POLITICHE SANITARIE ATTO DI INDIRIZZO ALLE AZIENDE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PER L’ADOZIONE DEGLI ATTI AZIENDALI (ART. 7, COMMA 2, L.R. 11/2004) PREMESSA II presente atto di indirizzo è adottato ai sensi dell'articolo 7, comma 2, della legge regionale 11/2004; le disposizioni in esso contenute costituiscono principi, criteri ed indirizzi per l'adozione da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere dell'atto aziendale previsto dall'articolo 3 del d.lgs 502/1992 e successive modificazioni ed integrazioni (di seguito, d.lgs. 502/1992). Il d.lgs 229/1999 ha dato impulso al processo di aziendalizzazione delle organizzazioni sanitarie pubbliche, prevedendo, in particolare, la trasformazione delle unità sanitarie locali in aziende con personalità giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale (art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992 vigente). Tale indicazione è stata recepita dal legislatore regionale, da ultimo con l’art. 7, comma 1, della legge regionale 11/2004, prevedendo che le finalità istituzionali del servizio sanitario regionale siano realizzate mediante aziende dotate di personalità giuridica pubblica ed autonomia gestionale: ciascuna azienda è chiamata a disciplinare la propria organizzazione ed il proprio funzionamento mediante un atto aziendale di diritto privato (art. 3, comma 1-ter, d.lgs. 502/1992; art. 7, comma 2, l.r. 11/2004). L’art. 2, comma 2-sexies, lett. b), d.lgs. 502/1992 prevede altresì che la regione disciplini i principi e criteri per l'adozione dell'atto aziendale e - consentendo l’utilizzazione di strumenti non legislativi - attua una parziale delegificazione nella regolazione del sistema sanitario. La posizione di autonomia - garantita dal decreto di riordino ed accentuata dalla legge regionale - comporta che ogni azienda del servizio sanitario debba definire la propria struttura organizzativa e le proprie modalità di funzionamento, secondo le indicazioni ed entro i limiti derivanti dalle norme di legge (statale e regionale), dal piano regionale per la salute e dagli indirizzi diramati dalla Giunta Regionale. In particolare, le aziende, nel delineare la propria organizzazione, dovranno individuare ciascuna struttura operativa avuto riguardo alle tipologie di attività e/o prestazioni da erogare secondo il principio di appropriatezza, ai relativi volumi, alle modalità di erogazione ed al personale necessario per garantire l’attività programmata. All’uopo, l’organizzazione proposta e le risorse impegnate dovranno essere coerenti con la quota del fondo sanitario regionale assegnata a ciascuna azienda per i diversi livelli e sottolivelli assistenziali, rilevata per centri di costo. Al fine di evitare che l'atto aziendale divenga elemento di rigidità istituzionale, il suo contenuto dovrà essere limitato alla disciplina generale, rinviando la specifica regolamentazione delle singole materie a regolamenti attuativi. L’atto aziendale disciplinerà in particolare: - l’organizzazione ed il funzionamento dell’azienda (art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992; art. 7, comma 2, l.r. 11/2004); - l’individuazione delle strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico- professionale, soggette a rendicontazione analitica (art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992); - l’individuazione della disciplina per l’affidamento delle forniture di beni e servizi di valore inferiore a quello stabilito dalla normativa comunitaria (art. 3, comma 1-ter, d.lgs. 502/1992); - l’articolazione delle aziende sanitarie in distretti, che garantiscano una popolazione minima di 60.000 abitanti, fatte salve particolari esigenze correlate alle caratteristiche geomorfologiche del territorio o alla bassa densità della popolazione (art. 2, comma 2-sexies, lett. c, d.lgs. 502/1992; art. 11, comma 3, legge regionale 11/2004); - l’organizzazione dipartimentale delle unità operative (artt. 4, comma 1-bis, lett. a, e 17 d.lgs. 502/1992);

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REGIONE CALABRIA ASSESSORATO TUTELA DELLA SALUTE

E POLITICHE SANITARIE

ATTO DI INDIRIZZO ALLE AZIENDE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PER L’ADOZIONE DEGLI ATTI AZIENDALI

(ART. 7, COMMA 2, L.R. 11/2004)

PREMESSA II presente atto di indirizzo è adottato ai sensi dell'articolo 7, comma 2, della legge regionale 11/2004; le disposizioni in esso contenute costituiscono principi, criteri ed indirizzi per l'adozione da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere dell'atto aziendale previsto dall'articolo 3 del d.lgs 502/1992 e successive modificazioni ed integrazioni (di seguito, d.lgs. 502/1992). Il d.lgs 229/1999 ha dato impulso al processo di aziendalizzazione delle organizzazioni sanitarie pubbliche, prevedendo, in particolare, la trasformazione delle unità sanitarie locali in aziende con personalità giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale (art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992 vigente). Tale indicazione è stata recepita dal legislatore regionale, da ultimo con l’art. 7, comma 1, della legge regionale 11/2004, prevedendo che le finalità istituzionali del servizio sanitario regionale siano realizzate mediante aziende dotate di personalità giuridica pubblica ed autonomia gestionale: ciascuna azienda è chiamata a disciplinare la propria organizzazione ed il proprio funzionamento mediante un atto aziendale di diritto privato (art. 3, comma 1-ter, d.lgs. 502/1992; art. 7, comma 2, l.r. 11/2004). L’art. 2, comma 2-sexies, lett. b), d.lgs. 502/1992 prevede altresì che la regione disciplini i principi e criteri per l'adozione dell'atto aziendale e - consentendo l’utilizzazione di strumenti non legislativi - attua una parziale delegificazione nella regolazione del sistema sanitario. La posizione di autonomia - garantita dal decreto di riordino ed accentuata dalla legge regionale - comporta che ogni azienda del servizio sanitario debba definire la propria struttura organizzativa e le proprie modalità di funzionamento, secondo le indicazioni ed entro i limiti derivanti dalle norme di legge (statale e regionale), dal piano regionale per la salute e dagli indirizzi diramati dalla Giunta Regionale. In particolare, le aziende, nel delineare la propria organizzazione, dovranno individuare ciascuna struttura operativa avuto riguardo alle tipologie di attività e/o prestazioni da erogare secondo il principio di appropriatezza, ai relativi volumi, alle modalità di erogazione ed al personale necessario per garantire l’attività programmata. All’uopo, l’organizzazione proposta e le risorse impegnate dovranno essere coerenti con la quota del fondo sanitario regionale assegnata a ciascuna azienda per i diversi livelli e sottolivelli assistenziali, rilevata per centri di costo. Al fine di evitare che l'atto aziendale divenga elemento di rigidità istituzionale, il suo contenuto dovrà essere limitato alla disciplina generale, rinviando la specifica regolamentazione delle singole materie a regolamenti attuativi. L’atto aziendale disciplinerà in particolare:

- l’organizzazione ed il funzionamento dell’azienda (art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992; art. 7, comma 2, l.r. 11/2004);

- l’individuazione delle strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico-professionale, soggette a rendicontazione analitica (art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992);

- l’individuazione della disciplina per l’affidamento delle forniture di beni e servizi di valore inferiore a quello stabilito dalla normativa comunitaria (art. 3, comma 1-ter, d.lgs. 502/1992);

- l’articolazione delle aziende sanitarie in distretti, che garantiscano una popolazione minima di 60.000 abitanti, fatte salve particolari esigenze correlate alle caratteristiche geomorfologiche del territorio o alla bassa densità della popolazione (art. 2, comma 2-sexies, lett. c, d.lgs. 502/1992; art. 11, comma 3, legge regionale 11/2004);

- l’organizzazione dipartimentale delle unità operative (artt. 4, comma 1-bis, lett. a, e 17 d.lgs. 502/1992);

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- l’attribuzione dei compiti al direttore amministrativo, al direttore sanitario, nonché ai direttori di presidio, di distretto, di dipartimento e ai dirigenti responsabili di struttura, comprese, per i dirigenti di strutture complesse, le decisioni che impegnano l'azienda verso l'esterno, per l'attuazione degli obiettivi definiti nel piano programmatico e finanziario aziendale (art. 15-bis d.lgs. 502/1992);

- l’individuazione di criteri e modalità per l’affidamento della direzione delle strutture e degli uffici, nel rispetto delle modalità definite nella contrattazione collettiva nazionale, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e nei limiti del numero degli incarichi e delle strutture stabiliti nell'atto aziendale, tenendo conto delle valutazioni triennali del collegio tecnico (artt. 15-bis, comma 2, e 15-ter d.lgs. n. 502/1992).

Dovranno altresì essere indicati nell’atto aziendale:

- sede legale (ai sensi delle leggi regionali 3/1992 e 26/1994), logo, scopo e missione dell’azienda;

- ambiti territoriali distrettuali, per le aziende sanitarie; - poteri, compiti e funzioni, secondo il principio del decentramento; - obiettivi strategici di medio/lungo periodo; - dotazione patrimoniale.

La disciplina delle singole materie rimarrà affidata a:

- regolamento generale per l’organizzazione ed il funzionamento e dotazione organica, da sottoporre a controllo preventivo della Giunta Regionale (art. 13, comma 1, legge regionale 11/2004);

- regolamento di contabilità ed economato; - regolamento dell’attività contrattuale; - regolamento dell’attività libero-professionale; - regolamento per la protezione dei dati personali; - regolamento per la tenuta dei registri inventariali dei beni mobili ed immobili; - regolamento del processo di budget e piano dei centri di costo.

PRINCIPI E CRITERI GENERALI PER L’ADOZIONE DELL'ATTO AZIENDALE L'atto aziendale dovrà essere adottato recependo i principi e criteri indicati dalla vigente normativa statale e regionale ed osservando gli indirizzi specifici di organizzazione e funzionamento delineati nel presente atto. Il quadro generale per la redazione dell’atto aziendale è il seguente. A) Recepimento di alcuni principi essenziali, quali: • il rispetto dei diritti e la salvaguardia delle esigenze degli utenti dei servizi; • la valorizzazione delle risorse umane e professionali presenti nelle aziende, nonché delle risorse tecniche e patrimoniali. B) Individuazione delle strutture organizzative secondo i seguenti criteri: - flessibilità organizzativa in relazione alle esigenze dell'utenza ad alle modificazioni dei sistemi di produzione ed erogazione dei servizi; - rispetto dell’unitarietà dell'azienda; - articolazione delle strutture organizzative in relazione ai livelli minimi di attività da svolgere o del finanziamento assegnato al sottolivello di assistenza all’interno del quale è collocata la struttura; - dimensionamento delle dotazioni organiche delle strutture organizzative in base alla rilevazione dell'attività svolta e degli eventuali programmi di sviluppo dell'attività medesima indicata nei piani attuativi e nei programmi annuali di attività; - ordinamento funzionale delle strutture organizzative dell'azienda in forma dipartimentale; - attribuzione di autonomia tecnico-funzionale alle strutture organizzative per le attività infermieristiche, tecnico-sanitarie, di riabilitazione e della prevenzione. C) Individuazione dei livelli di responsabilità, secondo i seguenti criteri: - rapporto tra responsabilità - e correlata autonomia - dei diversi livelli organizzativi e

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perseguimento degli obiettivi, nel rispetto delle risorse assegnate; - distinzione, nell'organizzazione delle strutture, tra funzioni di governo complessivo (programmazione, indirizzo, controllo e valutazione), e funzioni tecnico-professionali (erogazione di prestazioni e/o attività). D) Raccordo tra funzioni, quali: - integrazione tra le funzioni sanitarie e quelle sociosanitarie e socio-assistenziali con il coinvolgimento delle autonomie locali. Fondamenta del disegno organizzativo 1) Struttura organizzativa snella, limitata a tre soli e ben delineati livelli di direzione: - direzione generale (o strategica); - macrostrutture aziendali, alle quali compete la gestione complessiva dell’area e l’integrazione delle competenze: dipartimenti, per le aziende ospedaliere; distretti, presidio unico d’azienda, dipartimento prevenzione, DSM, per le aziende territoriali; - unità operative, alle quali compete l’organizzazione e gestione delle attività e prestazioni da erogare agli utenti. 2) Decentramento mediante ampia delega delle funzioni attraverso la definizione di specifiche responsabilità della dirigenza negli ambiti di specifica competenza; 3) Orientamento ai bisogni dell'utenza e condivisione della missione dell’azienda. Il principio di separazione tra funzioni di direzione e di governo complessivo e funzioni di direzione e gestione delle macrostrutture ha come vincoli: - l'unitarietà dell'intervento aziendale in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza da garantire agli utenti in quantità, qualità e accessibilità omogenee; - l'assimilazione del modello di gestione dei presidi ospedalieri unici delle aziende sanitarie a quello delle aziende ospedaliere; - la generalizzazione della gestione per budget, quale strumento di unificazione del ciclo programmazione-controllo-riprogrammazione, affidando alla direzione generale le decisioni relative all'assegnazione delle risorse alle macrostrutture aziendali ed alle unità operative in relazione ai livelli assistenziali, nonché alla verifica, valutazione e controllo delle attività e prestazioni erogate in relazione alle risorse assegnate. L'organizzazione dell'azienda nelle macrostrutture fondamentali richiede altresì una puntuale definizione degli ambiti di competenza e responsabilità e dei correlati ruoli organizzativi, nonché dei rapporti tra i diversi ambiti e livelli di responsabilità. Le macrostrutture sono sedi di allocazione complessiva ed integrata di risorse e centri di responsabilità e costo soggetti a rendicontazione analitica, dei quali il dirigente risponde in termini di risultati di gestione complessivi (rapporto risorse/obiettivi). Esse devono garantire l'equilibrio tra esigenze di coordinamento su base aziendale fra attività omogenee ed esigenze di integrazione su base interaziendale, territoriale e sub-aziendale; garante di tale equilibrio è il vertice strategico aziendale, che dovrà individuarne le modalità attuative, anche con il coinvolgimento tecnico delle strutture di staff e di supporto. Le unità operative sono sede di allocazione di risorse e centri di responsabilità e costo soggetti a rendicontazione analitica, dei quali il dirigente risponde in termini di risultati (rapporto risorse/obiettivi). CONTENUTI DELL'ATTO AZIENDALE L'atto aziendale è finalizzato a definire:

1.- la missione ed il ruolo delle aziende sanitarie ed ospedaliere; 2.- la partecipazione dei cittadini; 3.- la distribuzione dei poteri di gestione tra direzione generale e dirigenza; 4.- le modalità di sviluppo del governo delle aziende; 5.- la struttura organizzativa in funzione del servizio da assicurare; 6.- il sistema di attribuzione delle responsabilità;

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7.- i principi per la regolamentazione delle forniture di beni e servizi. 1.- MISSIONE E RUOLO DELLE AZIENDE SANITARIE ED OSPEDALIERE L'atto aziendale costituisce espressione peculiare della potestà auto-organizzatoria delle aziende del servizio sanitario regionale, a rilevanza non solo interna. Le scelte che i direttori generali dovranno operare attraverso l'atto aziendale devono tenere conto della missione e del ruolo delle aziende, per il perseguimento degli obiettivi di salute programmati. In particolare, troveranno attuazione i seguenti principi:

- apertura al confronto con gli enti locali e con le istanze sociali; - valutazione dei bisogni sanitari della popolazione e del territorio di pertinenza, anche attraverso

la partecipazione dei cittadini; - sistematica sinergia ed integrazione tra le diverse aziende sanitarie e tra le aziende sanitarie e

le aziende ospedaliere (in particolare di quelle che insistono nel medesimo territorio), con la finalità di creare un sistema a rete, provinciale e regionale;

- integrazione con gli erogatori privati che operano nel proprio ambito territoriale. 1.1.- Apertura al confronto con gli enti locali e le istanze sociali Gli strumenti idonei per rispondere alle esigenze di confronto con gli enti locali e le istanze sociali nelle decisioni aziendali sono prevalentemente di tipo programmatorio: infatti, il confronto con le istanze sociali avviene principalmente in sede di formulazione del piano attuativo locale (PAL) e dei programmi delle attività territoriali/distrettuali (PAT). L’atto aziendale dovrà prevedere: - la partecipazione degli enti locali alla programmazione delle attività secondo le modalità previste

dall’art. 3, comma 14, del d.lgs. 502/1992 e dall’art. 6 della legge regionale 11/2004; - le forme di integrazione con i comuni del territorio in ordine alle attività socio-sanitarie delle

aziende sanitarie; - nell'ambito degli strumenti del governo complessivo delle aziende, momenti di confronto con gli

enti e le associazioni esponenziali delle istanze sociali, mediante conferenze di servizio a livello aziendale e distrettuale;

- tra i compiti degli organismi di supporto della direzione generale nel governo dell'azienda, l'analisi periodica e sistematica delle istanze sociali, raccolte direttamente o attraverso gli strumenti di partecipazione.

1.2.- Valutazione dei bisogni sanitari Nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA) definiti a livello nazionale e regionale, le aziende sanitarie ed ospedaliere individuano - in sede di redazione dei piani attuativi e dei programmi annuali di attività - le azioni prioritarie in relazione alla realtà territoriale e alla epidemiologia di riferimento, definendone anche in maniera integrata le modalità operative. Ciò presuppone che le aziende sanitarie, a monte della funzione di produzione ed erogazione dei servizi, si facciano carico dello sviluppo della funzione di tutela - garanzia dei livelli assistenziali in relazione al finanziamento -, indipendentemente dal fatto che la risposta ai bisogni individuati venga fornita da strutture a gestione diretta o da erogatori esterni, pubblici e privati. A tal fine, l’atto aziendale dovrà prevedere: • nell'ambito dello staff della direzione generale delle aziende sanitarie, un apposito ufficio di

analisi epidemiologiche con il compito di supportare - in collegamento costante con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta - l'azione di programmazione locale e del quale si avvalgono anche le aziende ospedaliere;

• la partecipazione del collegio di direzione alla valutazione periodica e sistematica delle analisi epidemiologiche e la verifica del grado di perseguimento dei LEA;

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• lo sviluppo degli uffici per le relazioni con il pubblico, al fine di agevolare il ruolo attivo da parte dei cittadini.

1.3.- Sinergia tra le aziende Costituisce specifico obiettivo del servizio sanitario regionale lo sviluppo di una sistematica sinergia tra le aziende sanitarie e quelle ospedaliere e l’integrazione nelle attività e/o prestazioni da queste erogate; a tal fine, il Dipartimento regionale Tutela della Salute assicurerà il coordinamento delle aziende, anche per materie ed ambiti specifici. La sinergia tra le aziende dovrà trovare espressione attraverso la redazione coordinata dei piani attuativi - che, in base all’analisi del fabbisogno, prevedano programmi annuali di attività integrati avuto riguardo alle prestazioni di ricovero ospedaliero e di specialistica ambulatoriale, consentendo la continuità assistenziale -, nonché attraverso: - lo sviluppo di collaborazioni interaziendali, che prevedano anche la partecipazione di personale

operante nelle aziende interessate; - l’istituzione di strutture organizzative comuni e, in particolare, di dipartimenti interaziendali,

mediante aggregazione di strutture complesse delle aziende interessate, specie se operanti nel medesimo territorio e quando utilizzano attrezzature tecnologiche che comportano costi elevati di acquisto e gestione;

- la delega ad altra azienda, anche per periodi limitati, dell’erogazione di prestazioni o dello svolgimento di attività assistenziali o sanitarie;

- l’esercizio in comune, anche per periodi limitati, di funzioni amministrative - comprese l’acquisizione di beni o servizi -, legali e tecniche (art. 7, comma 3, legge regionale 11/2004) che non è conveniente sviluppare autonomamente, sia per problemi funzionali (mancanza di specifiche professionalità, o dimensione delle attività che non giustifica l'acquisizione di tali professionalità), che economici (diseconomie di scala). In particolare, le aziende tenderanno ad uniformare i sistemi di copertura assicurativa della responsabilità civile per colpa professionale;

- il coordinamento tra gli uffici legali - e, sulle questioni di maggiore rilevanza, di questi con l’Avvocatura regionale -, per lo scambio di informazioni e la creazione di una rete di conoscenze, finalizzate all’efficace gestione delle questioni legali e del contenzioso comune alle diverse aziende della regione.

In particolare, le aziende sanitarie ed ospedaliere assumono come obiettivo strategico prioritario della loro azione, da esplicitare nell’atto aziendale, una reale integrazione tra cure primarie e cure ospedaliere, con la definizione di rapporti tra ospedale e territorio - in seno alle aziende sanitarie e tra aziende sanitarie ed ospedaliere - che prevedano il coinvolgimento costante e permanente dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. 1.4.- Integrazione degli erogatori esterni L'attuazione di tale principio avviene mediante gli strumenti della programmazione locale e gli accordi contrattuali di cui all'art. 8-quinquies del d.lgs. 502/1992. L’esigenza di integrazione dei professionisti e degli erogatori che operano nell’ambito territoriale delle aziende sanitarie troverà espressione nell’atto aziendale attraverso la definizione di regole di funzionamento e di strumenti di coordinamento, che prevedano: - i servizi che possono essere erogati dai soggetti accreditati e con i quali l'azienda intrattiene

rapporti contrattuali; - il possibile apporto degli erogatori esterni alle attività istituzionali dell'azienda nel contesto di un

progressivo accrescimento delle potenzialità delle strutture aziendali nell’erogazione dei servizi. 2.- LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI Le aziende del servizio sanitario regionale orientano la programmazione e le strategie organizzative e gestionali alla valorizzazione della centralità del cittadino/utente - inteso non solo

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come destinatario naturale delle prestazioni, ma come interlocutore privilegiato, movente ispiratore e stessa “ragione d’essere” della loro presenza istituzionale -, al quale garantiscono l’ascolto, la proposta, il controllo anche ai fini di sostegno, modifica o integrazione delle attività erogate. Alla tutela effettiva dei diritti del cittadino è in particolare dedicata l’attuazione della carta dei servizi, con particolare riferimento alle funzioni di informazione, accoglienza, tutela, partecipazione e rispetto degli indicatori e degli standard di qualità prestabiliti, anche attraverso misurazioni della qualità percepita da utilizzare come strumento di valutazione e miglioramento delle unità operative. Le aziende devono considerare fattore vincente la costruzione di percorsi privilegiati di coinvolgimento dei cittadini/beneficiari dei servizi, con l'obiettivo di raccogliere contributi significativi per la loro qualificazione; viene così valorizzato il principio della centralità del cittadino quale titolare del progetto di salute, sia come singolo che come membro di contesti sociali specifici, nella definizione delle prestazioni e dei percorsi di fruizione dell'assistenza sanitaria. Elementi centrali di tale impegno delle aziende dovranno essere : - l'ascolto, sia attraverso forme istituzionalizzate dirette (URP), che attraverso i rappresentanti delle istituzioni locali e delle associazioni; - l'informazione tempestiva e corretta sulle scelte adottate; - la promozione di stili di vita nuovi e più adeguati attraverso la formazione e l'educazione alla salute. Ai pazienti ed ai loro familiari va assicurata l’effettiva fruizione dei diritti già sanciti dalle norme vigenti, quali l'informazione, prima, durante e dopo le attività sanitarie, il consenso informato, ecc. Per il raggiungimento di queste finalità, le aziende svilupperanno le potenzialità di alcuni istituti di partecipazione quali: • la carta dei servizi, espressione formale di un patto sulla qualità dei servizi offerti, che sia condiviso e definito nel tempo, contenente impegni e forme concrete di verifica e valutazione, con l’attribuzione di un ruolo centrale ai cittadini; • i comitati consultivi, nei quali avviene il confronto permanente con le forme associative dei cittadini/utenti, sia in sede di rilevazione dei bisogni di salute delle popolazioni che riguardo alle scelte finalizzate a soddisfare tali bisogni. Le aziende sanitarie riconoscono soprattutto a livello distrettuale la partecipazione delle associazioni ai processi decisionali; • l'Ufficio Relazioni con il Pubblico, che rappresenta il punto di incontro immediato con i cittadini. L’URP deve garantire una informazione semplice, tempestiva, corretta e unitaria su tutte le prestazioni e/o attività e per tutto il territorio aziendale e regionale, anche al fine di contrastare il fenomeno della migrazione sanitaria; attraverso i reclami e i suggerimenti, deve costituire strumento di ascolto fondamentale per lo sviluppo ed il miglioramento continuo dei servizi agli utenti. 3.- DISTRIBUZIONE DEI POTERI DI GESTIONE TRA DIREZIONE GENERALE E DIRIGENZA L'atto aziendale dovrà tener conto che la responsabilità del governo complessivo aziendale in capo ai direttori generali non contraddice il principio della condivisione di tale responsabilità da parte dei direttori sanitario e amministrativo aziendale e quello della responsabilizzazione di tutti i dirigenti. Ciò non vuol dire abbandonare il principio delle responsabilità individuali a favore di quelle collegiali - o, peggio, indistinte -, ma affermare che il perseguimento della missione aziendale richiede la cooperazione di tutti i dirigenti nell'attuazione delle scelte aziendali. L'atto aziendale dovrà valorizzare due principi: - la partecipazione dei dirigenti al governo complessivo dell'azienda, attraverso gli organismi

collegiali previsti ai vari livelli organizzativi; - la responsabilità dei dirigenti rispetto al perseguimento degli obiettivi e della missione aziendale,

in base al livello degli incarichi conferiti. 3.1.- Funzioni del direttore generale L'atto aziendale deve definire le funzioni del direttore generale in relazione alla responsabilità che gli attribuisce l'art. 3, comma 1-quater, del d.lgs. 502/1992 e l’art. 14, comma 1 della legge regionale n. 11/2004: gestione complessiva dell'azienda (da intendersi nel senso di governo

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complessivo, come sopra delineato) e nomina dei responsabili delle strutture operative dell'azienda. La responsabilità del governo complessivo dell'azienda attiene all'adozione degli atti di alta amministrazione ed all'esercizio della funzione generale di programmazione, indirizzo e controllo. Conseguentemente alla definizione dei poteri del direttore generale nei termini sopra indicati, l'atto aziendale deve prevedere in termini generali i poteri dei direttori sanitario e amministrativo e dei singoli dirigenti, rinviando la specificazione puntuale di tali poteri ad atti successivi. 3.2.- Funzioni del direttore sanitario Le funzioni del direttore sanitario aziendale sono definite dal d.lgs. 502/1992 e dalla legge regionale 11/2004. L’atto aziendale affida al direttore sanitario la funzione ispettiva interna in ordine alle materie di propria competenza, da esercitarsi, anche in maniera integrata con il direttore amministrativo aziendale, secondo le modalità individuate dall’atto aziendale; al direttore sanitario delle aziende sanitarie è altresì affidato il coordinamento e l’omogeneità delle attività distrettuali di acquisto e controllo sulle prestazioni. L'atto aziendale può attribuire ulteriori funzioni e compiti al direttore sanitario - nel rispetto del principio di non esercizio di attività gestionali, organizzative e produttive previsto dal piano regionale per la salute - ed in particolare: • il coordinamento tra le direzioni delle strutture della linea intermedia, al fine di perseguire

efficacemente i livelli assistenziali e razionalizzare l'utilizzo comune delle risorse; • lo sviluppo di programmi di miglioramento della qualità e delle procedure di accreditamento

istituzionale delle proprie strutture, con il supporto delle competenze già acquisite in azienda o in altre aziende della regione e dell’unità di staff alla quale è assegnata la specifica funzione;

• nelle aziende sanitarie, il coordinamento aziendale per l'integrazione socio-sanitaria, con particolare riferimento alla definizione degli obiettivi di salute, alla garanzia della globalità dell'offerta, al governo delle politiche per l'integrazione socio-sanitaria, al coordinamento dei processi di integrazione delle funzioni nell'area dei minori, disabili, materno-infantile, anziani e salute mentale.

3.3.- Funzioni del direttore amministrativo Le funzioni del direttore amministrativo sono definite dal d.lgs. 502/1992 e dalla legge regionale 11/2004; nelle aziende ospedaliere e nelle aziende sanitarie nelle quali non sia istituito il dipartimento amministrativo (v. oltre, punto 5.2.4), il direttore amministrativo coordina i servizi di supporto amministrativo e le funzioni amministrative della linea intermedia. L’atto aziendale affida al direttore amministrativo la funzione ispettiva interna in ordine alle materie di propria competenza, da esercitarsi, anche in maniera integrata con il direttore sanitario aziendale, secondo le modalità individuate dall’atto aziendale; restano comunque salve le funzioni ispettive attribuite dalle vigenti disposizioni al collegio sindacale ed al nucleo di valutazione strategico. L'atto aziendale può attribuire ulteriori funzioni e compiti al direttore amministrativo nel rispetto del principio di non esercizio di attività gestionali, organizzative e produttive previsto dal piano regionale per la salute. 3.4.- Funzioni dei dirigenti L'atto aziendale deve prevedere in termini generali funzioni e poteri attribuiti ai singoli dirigenti, rinviando la loro puntuale definizione ad atti successivi. 4.- PRINCIPI E CRITERI PER IL GOVERNO AZIENDALE I principi che devono essere posti alla base della regolamentazione del governo aziendale sono: • il coordinamento delle due missioni, di tutela (assicurazione dei livelli assistenziali in relazione al

finanziamento) e di produzione/erogazione (gestione dell’azienda in ottica di equilibrio

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economico- finanziario); • il collegamento tra le due dimensioni del governo aziendale, clinica ed economica. 4.1.- Le due missioni delle aziende Il coordinamento delle due missioni delle aziende - tutela e produzione/erogazione di servizi sanitari - comporta che: • i LEA, erogati direttamente o da altri soggetti, pubblici o privati, rispondano a requisiti di qualità e

appropriatezza e siano assicurati con il rispetto del vincolo di bilancio; • la produzione ed erogazione dei servizi sia complessivamente compatibile con le risorse

disponibili. Nell'atto aziendale occorre che il coordinamento delle due missioni sia attribuito in primo luogo alla responsabilità della direzione aziendale, ma veda un ruolo attivo del collegio di direzione. 4.2.- Governo clinico ed economico Il collegamento tra le due dimensioni del governo aziendale, clinica ed economica, comporta che le due responsabilità non siano ripartite e contrapposte, ma rese congruenti; l’atto aziendale dovrà perseguire l'obiettivo di integrare le culture sanitaria e amministrativa, nel quadro di una comune cultura aziendale. Il "garante" della congruenza delle due missioni è il direttore generale, al quale è attribuita la responsabilità complessiva dell’azienda. Il governo clinico – inteso come il governo delle attività necessarie per garantire il perseguimento dei LEA – dovrà coinvolgere tutte le professionalità mediche e sanitarie. Il governo clinico attiene: - all'appropriatezza, clinica e organizzativa, ed alla qualità - tecnico-professionale e percepita dal

paziente - delle prestazioni erogate dall'azienda e dagli erogatori esterni accreditati; - alla possibilità di accesso alle prestazioni in modo equo ed omogeneo, nonché alla continuità

assistenziale nel percorso del paziente. Esso coinvolge le responsabilità professionali (tecniche) e gestionali (manageriali) dei dirigenti delle strutture sanitarie ed i servizi di supporto.

Il governo economico deve garantire: • l'equilibrio tra il costi e ricavi, tra le risorse assegnate direttamente e quelle acquisibili attraverso

la produttività aziendale ed i livelli assistenziali garantiti, direttamente o tramite altri soggetti erogatori;

• l'equilibrio tra le risorse ed i costi di produzione nell’erogazione dei servizi. Il governo economico, pertanto, deve essere inserito nel più generale processo di programmazione e controllo, in stretto collegamento con il governo clinico, e sviluppato sia a livello globale (aziendale), che a livello di linea intermedia (dipartimenti; distretti; presidi) e delle unità operative autonome. Di conseguenza, relativamente al governo economico, l'atto aziendale dovrà prevedere il principio di gestione per budget come strumento di gestione dell'azienda e di responsabilizzazione dei dirigenti. 4.3.- Il governo aziendale Il governo aziendale è composto da:

• direzione aziendale; • collegio di direzione; • consiglio dei sanitari;

4.3.1.- La direzione aziendale L'atto aziendale dovrà: • rafforzare il carattere collegiale della direzione aziendale, ovvero la partecipazione dei direttori

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sanitario e amministrativo, alle funzioni di direzione strategica; • ribadire che la responsabilità del direttore generale attiene al governo complessivo dell’azienda; • prevedere che i direttori sanitario e amministrativo, nell'ambito del governo complessivo

aziendale, siano specificamente preposti al governo assistenziale e a quello economico-amministrativo;

• sviluppare le attività di verifica dell'effettiva attuazione delle scelte contenute nelle direttive della direzione generale, in funzione dell'esercizio dei poteri di indirizzo (valutazione e controllo strategico), secondo le indicazioni del d.lgs. 286/1999.

4.3.2.- Il collegio di direzione L'introduzione del collegio di direzione nelle aziende del servizio sanitario persegue l'obiettivo di coinvolgere la dirigenza professionale nella funzione di governo. Il collegio di direzione svolge le funzioni previste dall'art. 17 d.lgs. 502/1992; la partecipazione del collegio alla programmazione e valutazione delle attività tecnico-sanitarie riguarda sia il perseguimento dei LEA che l'attività di garanzia/erogazione delle attività sanitarie. L’atto aziendale potrà individuare ulteriori attività di proposta e/o consultive svolte dal collegio di direzione. Il collegio di direzione delle aziende sanitarie - presieduto dal direttore generale, con facoltà di delega al direttore sanitario o amministrativo - è composto: - dai direttori sanitario e amministrativo aziendali; - dai direttori dei distretti; - dai direttori dei dipartimenti; - dal direttore del presidio ospedaliero unico; - dai dirigenti del servizio di assistenza infermieristica e tecnico e, ove istituito, del servizio sociale

professionale. In relazione alla materia in trattazione, possono essere chiamati a partecipare alle sedute del collegio di direzione i direttori/responsabili delle unità di staff e di supporto. Il collegio di direzione delle aziende ospedaliere - presieduto dal direttore generale, con facoltà di delega al direttore sanitario o amministrativo - è composto: - dai direttori sanitario e amministrativo aziendali; - dai direttori dei dipartimenti; - dal direttore sanitario di presidio; - dal dirigente del servizio di assistenza infermieristica e tecnico. In relazione alla materia in trattazione, possono essere chiamati a partecipare alle sedute del collegio di direzione i direttori/responsabili delle unità di staff e di supporto. 4.3.3.- Il consiglio dei sanitari II consiglio dei sanitari svolge le funzioni di consulenza tecnico-sanitaria previste dall’art. 3, comma 12, del d.lgs. 502/1992, nella composizione definita dall’art. 8 della legge regionale 2/1996. Fino all'approvazione della nuova disciplina delle modalità organizzative e di funzionamento del consiglio dei sanitari, nonché dell’elettorato e dello svolgimento delle elezioni, restano temporaneamente in vigore le disposizioni di cui alle deliberazioni di Giunta Regionale n. 2811 e 2812 del 7.5.1996; il consiglio dei sanitari dovrà essere eletto entro novanta giorni dall’approvazione dell’atto aziendale. 5.- PRINCIPI E CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 5.1- Principi organizzativi L'atto aziendale deve definire la struttura organizzativa in modo da valorizzare lo specifico ruolo delle diverse componenti che partecipano all’attività dell’azienda. In tale ottica, il disegno organizzativo fondamentale è il seguente:

- Direzione generale - Staff direzionale

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- Servizi di supporto - Direzione intermedia - Unità operative

5.1.1.- La direzione generale La direzione generale costituisce il vertice strategico ed ha responsabilità globale delle attività aziendali: è composta dal direttore generale e dai direttori sanitario ed amministrativo. Nell’ambito degli obiettivi assegnati dalla programmazione regionale, deve assicurare che l’azienda assolva alla sua specifica missione e che risponda alle esigenze dei portatori di interesse (enti locali, associazioni, ecc.), e comunque del titolare del potere di programmazione e controllo sull’azienda stessa (regione), improntando le proprie azioni al carattere della collegialità. La direzione generale assolve a tre funzioni fondamentali: • supervisione diretta: alloca le risorse, autorizza le decisioni più importanti, risolve i conflitti,

definisce l’organizzazione e la dota del personale necessario, motiva, controlla e ricompensa i dipendenti;

• gestione delle condizioni di confine: informa i portatori di interesse e i soggetti esterni di maggior influenza sulle attività dell’azienda; negozia accordi e svolge compiti di rappresentanza;

• sviluppo della strategia dell’azienda: formula la strategia interpretando l’ambiente con l’assunzione di decisioni coerenti con le condizioni e caratteristiche dell’organizzazione.

5.1.2.- Lo staff direzionale Comprende le unità operative responsabili delle funzioni di analisi, tempistica e metodologia, progettazione, pianificazione e controllo. Le unità di staff affiancano la direzione generale, offrendole specifici strumenti per il governo dell’azienda, senza intervenire nella gestione e nei processi, direttamente o indirettamente, correlati alla erogazione delle attività e delle prestazioni sanitarie e/o assistenziali. 5.1.3.- I servizi di supporto Sono costituiti da unità operative, amministrative e sanitarie, che svolgono attività di supporto alla direzione generale, intervenendo nella gestione e nei processi indirettamente correlati con le attività o le prestazioni sanitarie e/o assistenziali, facilitandone ed assistendone il funzionamento. Le unità di supporto svolgono funzioni e realizzano servizi specifici; possono essere presenti a diversi livelli della gerarchia, in relazione ai destinatari dei loro servizi. Sono classificate tra i servizi di supporto anche la centrale operativa SUEM-118 e le postazioni di emergenza territoriale. 5.1.4.- La direzione intermedia Comprende quelle strutture organizzative che collegano il vertice strategico con le unità operative, esercitando un ruolo di coordinamento, indirizzo e programmazione nelle rispettive aree; i direttori della linea intermedia intervengono nel flusso delle decisioni sia in senso ascendente che in senso discendente. La direzione intermedia ha, altresì, il compito di assicurare il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla programmazione aziendale per l’area di competenza, di gestire le risorse umane, di tradurre le finalità generali in obiettivi specifici, di garantire la supervisione del funzionamento dell’area, la raccolta e trasmissione delle informazioni, il coordinamento complessivo e l’introduzione di innovazioni. 5.1.5.- Le unità operative Le unità operative sono direttamente titolari di specifiche funzioni collegate all’erogazione di prestazioni, prodotti e servizi. Le uu.oo. sono costituite dall’insieme del personale in possesso dei requisiti professionali necessari per lo svolgimento di specifiche funzioni e sono dotate di autonomia tecnico-professionale; il livello di autonomia gestionale è individuato dalle regole di funzionamento dell’articolazione organizzativa in cui le uu.oo. sono collocate.

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Il criterio guida da utilizzare nel processo di identificazione delle unità operative è quello della significatività delle attività, nel senso della valenza strategica, della rilevanza delle risorse gestite (anche in termini di personale), di adeguate tipologie e volumi di attività. Per quanto possibile, ogni funzione, o gruppo di funzioni, sarà considerata di esclusiva competenza di una unità operativa, complessa o semplice. Il presente atto definisce le soglie operative massime per l’individuazione delle unità operative, fermo restando che - in relazione alle professionalità disponibili, all’entità e rilevanza delle attività svolte ed alle esigenze di contenimento dei costi e razionalizzazione dell’impiego delle risorse - l’atto aziendale potrà prevedere l’accorpamento di più funzioni operative in unica struttura, sanitaria o amministrativa. 5.1.5.1.- Unità operative complesse e semplici. Ai sensi all'art. 3, comma 1-bis, del d.lgs. 502/1992, l'atto aziendale deve individuare le strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico-professionale, soggette a rendicontazione analitica; rientrano in tale previsione le strutture complesse e semplici, anche sub-articolazione di struttura complessa. La definizione dell’assetto organizzativo e la classificazione delle strutture in complesse o semplici, anche ove siano sub-articolazioni, dovrà tenere conto: - dei criteri per l’articolazione della struttura organizzativa previsti nel precedente punto 5.1.5; - della complessità e rilevanza delle attività e/o delle prestazioni, anche alla luce della

dimensione di ciascuna azienda; - delle ipotesi di sviluppo o contrazione delle attività/prestazioni - avuto riguardo ai bisogni della

popolazione residente rilevabili dalle evidenze epidemiologiche - e della possibilità di prevedere strutture, o anche solo funzioni, interaziendali.

In particolare - al fine di evitare che la gestione dell’unità operativa risulti inefficace riguardo alla quantità e qualità delle funzioni da espletare ed alle correlate responsabilità, nonché inefficiente sotto il profilo gestionale (incidendo negativamente sul complessivo equilibrio economico-finanziario dell’azienda) -, in sede di individuazione e classificazione di ciascuna struttura, le aziende dovranno dimostrare che i volumi di attività e/o prestazioni erogati secondo il principio di appropriatezza assicurano l’economicità della gestione, in termini di rapporto costi/ricavi o attività, anche complessivo della macro-struttura di riferimento. Le scelte operate nell’atto aziendale condizioneranno i piani attuativi, nei quali i posti letto ospedalieri saranno ripartiti tra le unità operative per interi moduli e, solo in casi eccezionali, per mezzi moduli, tenuto conto della tipologia del presidio nel quale sono svolte le attività assistenziali (art. 8, comma 5, legge regionale 11/2004). 5.2.- La macro-struttura La macrostruttura organizzativa dell’azienda - alla quale compete la gestione complessiva e l’integrazione delle competenze - si articola in: • Direzione generale • Staff direzionale • Servizi di supporto alla direzione generale • Direzione intermedia 5.2.1.- Direzione generale La direzione generale è costituita dal direttore generale, dal direttore sanitario, dal direttore amministrativo. Si avvale del collegio di direzione. E’ posto alle dirette dipendenze del direttore generale il nucleo aziendale di valutazione strategica, che svolge funzioni di supporto alla verifica dell’effettiva attuazione delle scelte contenute nelle direttive della direzione generale ed alla valutazione del conseguimento degli obiettivi assegnati ai dirigenti. 5.2.2.- Staff direzionale

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Le funzioni delle unità organizzative di staff e delle relative articolazioni facenti capo alla direzione generale sono, per propria natura, di carattere multidisciplinare ed a tale caratteristica deve essere improntata la loro composizione. In applicazione dei criteri di cui al precedente punto 5.1.5, in funzione di staff alla direzione generale, l’atto aziendale prevederà unità operative in relazione alle funzioni di programmazione, controllo e regolazione del governo aziendale, tendenti ad accorpare attività omogenee, nei limiti delle soglie operative massime di seguito stabilite. La classificazione delle strutture di staff avrà riguardo a ciascuna specifica realtà locale e rispetterà comunque le indicazioni generali di cui al precedente punto 5.1.5.1. Soglie operative delle unità di staff

Funzione operativa

Struttura organizzativa

Soglia massima

Miglioramento della qualità delle attività e delle prestazioni erogate o garantite - Processi di accreditamento Formazione e aggiornamento professionale Ufficio relazioni con il pubblico - Carta dei servizi - Trasparenza amministrativa ed accesso ai documenti

Comunicazione, formazione e qualità

Una a livello aziendale

Rilevazione dei bisogni di salute della popolazione assistita - Indagini epidemiologiche - Mappe di rischio - Statistiche sanitarie - Flussi informativi sanitari

Epidemiologia e statistica sanitaria

Una a livello aziendale (1)

Controllo di gestione (contabilità direzionale, budget, reporting, analisi degli scostamenti) - Rilevazione dei dati ed allestimento delle serie storiche - Sistema premiante - Supporto alla programmazione

Programmazione e Controllo

Una a livello aziendale

(1) Nelle aziende sanitarie, della quale si avvalgono anche le aziende ospedaliere. 5.2.3.- Servizi di supporto alla direzione generale In applicazione dei criteri di cui al precedente punto 5.1.5, i servizi di supporto sanitario si articolano in unità operative tendenti ad accorpare attività omogenee nei limiti delle soglie operative massime di seguito stabilite. La classificazione delle strutture di supporto sanitario avrà riguardo a ciascuna specifica realtà locale e rispetterà comunque le indicazioni di cui al precedente punto 5.1.5.1. Soglie operative dei servizi di supporto sanitario:

Funzione operativa

Struttura organizzativa

Soglia massima

Istruttoria accordi e contratti, controlli e remunerazioni per prestazioni di ricovero ospedaliero

Accordi e contratti

Una a livello aziendale (1)

Sorveglianza sanitaria e di sicurezza dello stato di salute e dell’idoneità alle specifiche mansioni del personale dipendente Ripristino delle condizioni di sicurezza

Protezione e prevenzione aziendale

Una a livello aziendale o interaziendale (2)

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Gestione assistenza farmaceutica convenzionata

Assistenza farmaceutica

Una a livello aziendale (3)

Concorso al governo complessivo della funzione infermieristica e tecnica -Miglioramento della qualità assistenziale - Programmi di sviluppo delle risorse umane

Servizio infermieristico e tecnico

Una a livello aziendale (4)

Concorso al governo complessivo della funzione tecnica di competenza - Miglioramento della qualità assistenziale - Programmi di sviluppo delle risorse umane

Servizio sociale professionale

Una a livello aziendale, ove istituito (2)

Ricezione delle richieste di soccorso, loro valutazione e coordinamento degli interventi nell’ambito territoriale di riferimento

Centrale operativa SUEM-118

Una a livello aziendale, ove già esistente (5)

Gestione postazioni di emergenza territoriale

Emergenza territoriale Una a livello aziendale, ove già esistente (6)

(1) Nelle aziende sanitarie di Paola, Cosenza, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria, in relazione alla quantità e rilevanza degli erogatori presenti. Nelle altre aziende sanitarie la funzione sarà attribuita alla direzione del presidio ospedaliero unico coadiuvata dagli uffici di staff, con il coordinamento del direttore sanitario aziendale. (2) Al fine di favorire economie di scala, la funzione potrà essere svolta in maniera integrata con altre aziende del servizio sanitario regionale (v. retro, punto 1.3). (3) Nelle aziende sanitarie. (4) Avuto riguardo al volume delle attività e/o prestazioni erogate, alla complessità organizzativa ed all’entità del personale in servizio, l’atto aziendale potrà istituire separatamente il servizio dell’assistenza infermieristica ed ostetrica ed il servizio tecnico-sanitario; quest’ultimo potrà essere articolato, secondo i medesimi criteri, nelle aree previste dalla legge 251/2000, a ciascuna delle quali potrà essere preposto un referente. (5) Nelle aziende sanitarie di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Nelle more del riordino dell’emergenza-urgenza su base regionale le aziende confermeranno l’attuale classificazione organizzativa. (6) Nelle aziende sanitarie. Nelle more del riordino dell’emergenza-urgenza su base regionale le aziende confermeranno l’attuale classificazione organizzativa. In applicazione dei criteri di cui al precedente punto 5.1.5, i servizi di supporto amministrativo si articolano in unità operative tendenti ad accorpare attività omogenee nei limiti delle soglie operative massime di seguito stabilite. La classificazione delle strutture di supporto amministrativo avrà riguardo alla specifica realtà locale e rispetterà comunque le indicazioni di cui al precedente punto 5.1.5.1. Soglie operative dei servizi di supporto amministrativo.

Funzione operativa

Struttura organizzativa

Soglia massima

Acquisti di beni e servizi - Gestione magazzini - Attività economali

Acquisizione beni e servizi Una a livello aziendale (1)

Affari generali – Atti e segreteria - Privacy Affari legali ed assicurazioni

Affari generali e legali

Una a livello aziendale

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Gestione giuridica ed economica del personale dipendente Selezione e reclutamento

Gestione risorse umane Una a livello aziendale

Gestione attività tecniche, patrimonio e servizi logistici Sistema informatico, infrastrutture di rete e servizi di supporto all’impianto (esclusi server e personal computer) – Applicativi di piattaforma (e-mail; office; internet)

Attività tecniche e patrimonio

Una a livello aziendale

Gestione economico-finanziaria e politiche di bilancio

Gestione economico-finanziaria

Una a livello aziendale

Gestione giuridica ed economica del personale medico convenzionato

Gestione personale convenzionato

Una a livello aziendale (2)

(1) Considerato che sono in corso di elaborazione studi di fattibilità per l’organizzazione e gestione centralizzata della funzione acquisto-stoccaggio-distribuzione di beni e servizi, gli atti aziendali dovranno espressamente prevedere che le uu.oo. Acquisizione beni e servizi, a seguito dell'adozione di tali misure organizzative, potranno essere soppresse o comunque modificate. (2) Nelle aziende sanitarie, che garantiranno il raccordo amministrativo in sede periferica, assicurando presso i distretti le attività amministrative necessarie ad evitare che gli assistiti ed il personale medico convenzionato siano costretti a recarsi presso la struttura aziendale centrale. 5.2.4.- Direzione intermedia delle aziende sanitarie La linea intermedia delle aziende sanitarie collega il vertice strategico alle unità operative, esercitando un ruolo di coordinamento, di integrazione, di indirizzo e programmazione delle rispettive aree. E’ costituita da:

• Distretti socio-sanitari • Dipartimento prevenzione • Dipartimento di salute mentale • Presidio ospedaliero aziendale • Dipartimento amministrativo, che può essere istituito avuto riguardo alla complessità organizzativa dell’azienda, alla rilevanza delle funzioni amministrative, al numero delle unità operative ed all’entità del personale dirigenziale in servizio afferente all’area. • altri dipartimenti previsti da disposizioni nazionali o regionali, organizzati dall’atto aziendale.

In relazione alla distribuzione territoriale dei servizi ed al fine di garantire il funzionamento della linea intermedia l'atto aziendale prevederà l'assegnazione di personale amministrativo per il necessario supporto all’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie ed alla unitarietà dei processi e delle procedure amministrative. 5.2.4.1.- I distretti socio-sanitari I distretti rappresentano le strutture organizzative di produzione/erogazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, mediante le quali vengono assicurate le prestazioni previste nel livello di assistenza distrettuale in modo unitario, integrato ed omogeneo sul territorio di competenza, tenuto conto degli indirizzi di programmazione regionale e degli obiettivi stabiliti dal direttore generale negli atti di programmazione aziendale. I distretti sono articolati in strutture organizzative - poli sanitari distrettuali - il cui ambito territoriale, individuato in relazione alle caratteristiche demografiche, epidemiologiche, sociali e geomorfologiche del territorio assistito, è definito contestualmente all’atto aziendale. In relazione alle esigenze di tutela della salute del territorio ed avuto riguardo ai costi di erogazione dei servizi, presso i poli sanitari sono assicurate le attività distrettuali.

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Strutturazione organizzativo-gestionale del livello distrettuale. L’organizzazione distrettuale si caratterizza per l’attribuzione di responsabilità su aree complessive e finali di domanda, bisogni o attività, più che per singole funzioni tecnico-specialistiche. Compete, pertanto, al distretto la razionalizzazione delle risorse ed il miglioramento della funzionalità assistenziale con particolare riferimento alla progettazione di percorsi, sia sul territorio che tra territorio ed ospedale, al fine di offrire all’utente una risposta completa ed integrata (sociale e sanitaria, nonché per specialità sanitarie), che sia comunque unitaria nei processi di accesso, di fruizione e nel disegno diagnostico-assistenziale. L’unitarietà dell’intervento assistenziale e delle attività distrettuali, unitamente all’impiego integrato e coordinato delle risorse, individuano il distretto come centro di responsabilità e di costo e il suo direttore quale responsabile della gestione complessiva, al quale rispondono centri di responsabilità e di costo costituiti da ciascuna unità operativa distrettuale. Il distretto svolge le funzioni previste dal piano regionale per la salute. Deve comunque garantire: ??l’individuazione e la promozione di modelli operativi flessibili, interdisciplinari e orientati allo

svolgimento delle attività per progetti e/o per problemi; ??la valorizzazione del ruolo dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta ed il raccordo

tra le loro attività e quelle delle altre strutture sanitarie e sociali, allo scopo di garantire la continuità di trattamento ai singoli utenti, la razionalizzazione dell'accesso alle strutture ospedaliere e la responsabilizzazione nei riguardi della spesa;

??l’organizzazione della risposta sanitaria, socio-sanitaria e assistenziale di base, integrando le proprie competenze con quelle degli enti locali, al fine di garantire la massima efficacia e globalità dell'intervento;

??l’attività istruttoria relativa alla stipula degli accordi contrattuali per le prestazioni relative al proprio livello assistenziale. Il coordinamento e l’omogeneità delle attività distrettuali di acquisto e controllo sono affidati al direttore sanitario aziendale;

??la funzione di filtro della domanda impropria di ricoveri; ??la valutazione multiprofessionale dei bisogni assistenziali complessi e la predisposizione di

programmi assistenziali; ??il servizio di assistenza psicologica nelle sue varie articolazioni, del quale si avvalgono anche le

strutture del presidio ospedaliero unico e le aziende ospedaliere. Il direttore del distretto è titolare della funzione di integrazione socio-sanitaria. In applicazione dei criteri di cui al precedente punto 5.1.5, il distretto si articola in unità operative tendenti ad accorpare attività omogenee nei limiti delle soglie operative massime di seguito stabilite. La classificazione delle unità operative avrà riguardo alla specifica realtà locale e rispetterà comunque le indicazioni di cui al precedente punto 5.1.5.1; avuto riguardo alla specifica realtà locale, qualora le rilevazioni epidemiologiche, le attività svolte e le disponibilità finanziarie non giustifichino l’attivazione di tutte le strutture che seguono, le relative funzioni operative sono svolte da personale di altre unità operative distrettuali o del presidio ospedaliero unico. Soglie operative dei distretti socio-sanitari

Funzione operativa

Struttura organizzativa

Soglia massima

Assistenza primaria, continuità assistenziale, medicina dei servizi, attività territoriali programmate (ADI e ADP) - Patologie da HIV e in fase terminale – Hospice (in equipe multidisciplinare)

Cure primarie

Una a livello distrettuale

Assistenza specialistica ambulatoriale e di diagnostica strumentale e di laboratorio in regime ambulatoriale Controlli e remunerazione prestazioni specialistica ambulatoriale degli erogatori privati accreditati (*)

Assistenza specialistica ambulatoriale

Una a livello distrettuale

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Assistenza sanitaria e sociosanitaria alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie - Educazione alla maternità responsabile e somministrazione dei mezzi necessari per la procreazione responsabile - Tutela della salute della donna, del nascituro e dell’adolescente - Assistenza alle donne in stato gravidanza - Assistenza per l'interruzione volontaria della gravidanza, assistenza ai minori in stato di abbandono o in situazione di disagio - Adempimenti per affidamenti ed adozioni, pediatria di comunità –Assistenza agli immigrati. Controlli e remunerazione prestazioni riabilitative erogate da privati accreditati (*)

Tutela famiglia, donne, infanzia ed adolescenza

Una a livello distrettuale

Attività sanitaria e socio-sanitaria di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di minori con patologie neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche. Coordinamento e/o gestione di strutture per minori, residenziali e semiresidenziali, riabilitative e psichiatriche – Integrazione e raccordo con strutture private accreditate. Controlli e remunerazione prestazioni riabilitative erogate da privati accreditati (*)

Neuropsichiatria infantile

Una a livello aziendale, con articolazioni distrettuali, in collegamento funzionale con il DSM

Attività sanitaria e socio-sanitaria a favore di soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope e da alcool (compresi i tossicodipendenti detenuti o internati) e/o delle famiglie Controlli e remunerazione prestazioni comunità terapeutiche erogate da privati accreditati (*)

SERT Una a livello distrettuale

Attività sanitaria e socio-sanitaria nell'ambito di programmi riabilitativi a favore di anziani, disabili fisici e sensoriali – RSA e case protette a gestione diretta Controlli e remunerazione RSA, case protette e prestazioni riabilitative ex art. 26, erogate da privati accreditati (*)

Tutela anziani e disabili

Una a livello distrettuale

Elaborazione di programmi distrettuali rivolti all’integrazione socio-sanitaria, negli ambiti di competenza, con le altre unità operative distrettuali e con gli enti locali Controlli e remunerazione prestazioni socio-assistenziali erogate da privati accreditati in regime di delega (*)

Servizi Sociali

Una a livello distrettuale

Distribuzione di farmaci, dispositivi medico-chirurgici, vaccini, reagenti e materiale sanitario vario alle unità operative territoriali Erogazione diretta di particolari farmaci, dietetici e materiale sanitario

Farmacia

Una a livello distrettuale

(*) Il coordinamento e l’omogeneità delle attività distrettuali di controllo sono garantiti, a livello distrettuale, dal direttore di distretto e, a livello di azienda, dal direttore sanitario aziendale. Programma delle attività territoriali (PAT) Il distretto assicura i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie attraverso i poli sanitari distrettuali, nonché il coordinamento delle proprie attività con quella dei

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dipartimenti, delle altre strutture aziendali, inclusi i presidi ospedalieri, e degli erogatori accreditati pubblici e privati, inserendoli organicamente nel programma delle attività territoriali da sottoporre al direttore generale nel rispetto delle previsioni della programmazione regionale. L’ufficio di coordinamento delle attività distrettuali L'ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, presieduto dal direttore del distretto, è composto: • dal direttore del DSM; • dal direttore del dipartimento materno-infantile; • dal direttore del dipartimento delle tossicodipendenze; • dai direttori/responsabili delle unità operative complesse e di quelle semplici autonome del

distretto; • dal responsabile delle funzioni amministrative del distretto; • da due rappresentanti dei medici di medicina generale; • da un rappresentante dei pediatri di libera scelta; • da un dirigente medico non responsabile di struttura e da un medico specialista ambulatoriale,

scelti dal direttore del distretto in base alla rilevanza delle funzioni svolte; • dai dirigenti del servizio infermieristico e tecnico e del servizio sociale professionale, ove istituiti. L’ufficio di coordinamento coadiuva il direttore di distretto nell’esercizio delle funzioni e nel perseguimento degli obiettivi assegnati, svolgendo i compiti definiti dall’atto aziendale, secondo le modalità in esso indicate. Esprime comunque parere obbligatorio sulla predisposizione del programma delle attività territoriali, tenuto conto degli obiettivi stabiliti dalla direzione aziendale. 5.2.4.2.- Il dipartimento di prevenzione Il dipartimento di prevenzione è preposto alla direzione tecnico–organizzativa ed al coordinamento delle attività necessarie a garantire il livello essenziale "assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro". L’atto aziendale prevederà presso la direzione del dipartimento la funzione di educazione alla salute, al fine di provvedere attraverso processi educativi a responsabilizzare i cittadini alla difesa della salute, definendo in modo integrato con le altre strutture aziendali, gli enti locali e le istituzioni scolastiche i bisogni educativi, le strategie e le azioni da adottare per rispondere a tali bisogni, la promozione di comportamenti e stili di vita, la verifica dell’impatto degli interventi e dei risultati raggiunti. Il dipartimento di prevenzione è caratterizzato da autonomia organizzativa e contabile, è centro di responsabilità ed è destinatario del budget complessivo dell’area alla quale rispondono le unità operative del dipartimento. In applicazione dei criteri di cui al precedente punto 5.1.5, il dipartimento di prevenzione si articola in unità operative tendenti ad accorpare attività omogenee nei limiti delle soglie operative massime qui di seguito stabilite; le unità operative operano a livello distrettuale, garantendo l’equilibrio tra le attività svolte ed i relativi costi. La classificazione delle unità operative avrà riguardo a ciascuna specifica realtà locale e rispetterà comunque le indicazioni di cui al precedente punto 5.1.5.1. Soglie operative del dipartimento di prevenzione

Funzione operativa

Struttura organizzativa

Soglia massima

Sanità pubblica - Tutela della salute umana negli ambienti di vita

Igiene e sanità pubblica

Una a livello aziendale

Sanità pubblica - Accertamenti ed attività certificativa in materia medico-legale, di invalidità civile, di stati di handicap - Risck management - Attività aziendali relative ai trapianti d’organo

Medicina legale Una a livello aziendale

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Sanità pubblica - Igiene degli alimenti e delle bevande e Igiene della nutrizione

Igiene degli alimenti e nutrizione

Una a livello aziendale Sanità pubblica - Accertamenti ed attività

certificativa in materia di medicina dello sport Medicina dello sport Una a livello

aziendale

Tutela della salute nei luoghi di lavoro - Attività di tutela della salute dei lavoratori negli ambienti di lavoro

Prevenzione, igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro

Una a livello aziendale

Sanità Pubblica Veterinaria – Sanità animale Sanità Animale Una a livello aziendale

Sanità Pubblica Veterinaria - Igiene della produzione, trasformazione, conservazione, deposito, trasporto, commercializzazione e somministrazione degli alimenti di origine animali e loro derivati

Igiene degli alimenti di origine animale e loro derivati

Una a livello aziendale

Sanità Pubblica Veterinaria - Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche

Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche

Una a livello aziendale

5.2.4.3.- Il dipartimento di salute mentale Il dipartimento di salute mentale è preposto alla direzione tecnico–organizzativa, alla programmazione ed al coordinamento dell'insieme delle attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione svolte per garantire gli obiettivi di salute definiti da specifici atti di programmazione. L’attività del dipartimento è finalizzata a razionalizzare ed a sviluppare la rete dei servizi e delle prestazioni ed attività sanitarie e socio-sanitarie in favore delle persone con problemi di salute mentale e/o delle loro famiglie, secondo criteri di equità, appropriatezza, efficacia ed efficienza, nonché a permettere l'evoluzione dei servizi in relazione alle modificazioni dei bisogni. Parametri di riferimento, in tal senso, sono il progetto obiettivo nazionale per la tutela della salute mentale 1998-2000 e le indicazioni programmatiche di livello regionale. Appartengono al DSM i centri di salute mentale ed i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, anche se allocati in aree di pertinenza delle aziende ospedaliere; l’atto aziendale dovrà prevedere l’istituzione di un centro di salute mentale ogni 60/80.000 abitanti in coincidenza con l’area dei distretti sanitari, aperto per almeno dodici ore nei giorni feriali, che comprenda centri diurni, operanti anche in regime di co-gestione con il privato sociale o imprenditoriale. Afferiscono altresì al DSM le strutture residenziali, che sono a differente gradiente di protezione e rispondono ai bisogni, anche prolungati, di assistenza e riabilitazione degli utenti del DSM, a partire da programmi terapeutico-riabilitativi individuali; le strutture residenziali sono a gestione diretta o affidate al privato sociale o imprenditoriale, comprese le associazioni di volontariato, rimanendo il DSM titolare del progetto terapeutico, responsabile della verifica e del monitoraggio degli obiettivi e dei risultati; ogni modulo residenziale non dovrà superare i dieci posti letto/residenza. Il dipartimento di salute mentale è caratterizzato da autonomia organizzativa e contabile, è centro di responsabilità ed è destinatario del budget complessivo dell’area alla quale rispondono le unità operative del dipartimento; svolge le funzioni istruttorie finalizzate agli accordi e contratti per l’acquisto di prestazioni afferenti all’area di competenza, nonché di controllo e remunerazione delle stesse prestazioni. In applicazione dei criteri di cui al precedente punto 5.1.5, il DSM si articola in unità operative tendenti ad accorpare attività omogenee nei limiti delle soglie operative massime di seguito stabilite. La classificazione delle unità operative avrà riguardo a ciascuna specifica realtà locale e rispetterà comunque le indicazioni di cui al precedente punto 5.1.5.1. Soglie operative del dipartimento di salute mentale

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Funzione operativa

Struttura organizzativa

Soglia massima

Attività di ricovero ospedaliero – DH Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura

Come previsto dalle vigenti disposizioni regionali, se attivato e già effettivamente operante

Attività sanitaria e sociosanitaria a favore delle persone con problemi psichiatrici e/o delle famiglie - DH - Centro diurno Assistenza psicologica Controlli e remunerazioni prestazioni ambulatoriali, residenziali e semi-residenziali erogate da privati (*) Attività residenziale ad alto trattamento ed elevata intensità assistenziale; residenziale socio-sanitaria ad elevata integrazione sanitaria; residenziale socio sanitaria ad elevata integrazione sociale

Centro di Salute Mentale

Una a livello distrettuale

(*) Il coordinamento e l’omogeneità delle attività di controllo a livello aziendale sono garantiti dal direttore del dipartimento. 5.2.4.4.- Il presidio ospedaliero aziendale L'atto aziendale provvede all’aggregazione degli stabilimenti ospedalieri, anche attraverso l’integrazione funzionale dipartimentale, ed alla loro organizzazione in rete, realizzando il presidio unico previsto dall’art. 11, comma 3, legge regionale 11/2004; attraverso il presidio unico l'azienda sanitaria assicura le prestazioni del livello di assistenza ospedaliera in modo unitario ed integrato, tenuto conto dei principi contenuti nel piano sanitario nazionale e regionale, degli atti di programmazione regionale ed aziendale e degli obiettivi stabiliti dal direttore generale. Al presidio ospedaliero unico aziendale è attribuita autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all’interno del bilancio dell’azienda, fondata sul principio dei preventivi e consuntivi per centri di costo, in base alle prestazioni effettuate. Il presidio ospedaliero unico aziendale è diretto dal direttore medico di presidio, che è responsabile delle funzioni igienico-organizzative e dell’appropriato uso delle risorse dell’intero presidio; l’atto aziendale prevederà nel presidio ospedaliero unico una unità operativa per l’esercizio delle funzioni amministrative e dei servizi generali. La individuazione e classificazione delle unità operative risponderanno comunque ai criteri previsti nei precedenti punti 5.1.5 e 5.1.5.1. Il presidio ospedaliero unico aziendale si articola nei seguenti dipartimenti:

- Dipartimento di medicina e specialità mediche; - Dipartimento di chirurgia e specialità chirurgiche; - Dipartimento dei servizi sanitari; - Dipartimento Emergenza-Urgenza ed Accettazione di 1° livello (per le sole aziende sanitarie

nelle quali sia attivata, ed effettivamente funzionante, la rianimazione, escluse le aziende che partecipano al DEA di 2° livello interaziendale). Le attività dei DEA di 1° livello devono comunque essere funzionalmente integrate con quella dei DEA di 2° livello istituiti presso le aziende ospedaliere.

5.2.5.- Direzione intermedia delle aziende ospedaliere – I dipartimenti I dipartimenti costituiscono la linea intermedia delle aziende ospedaliere, che collega il vertice strategico alle unità operative, esercitando un ruolo di coordinamento, di integrazione, di indirizzo e programmazione delle rispettive aree. L'atto aziendale definisce l’aggregazione delle unità operative nei dipartimenti intraospedalieri

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corrispondenti a settori omogenei di assistenza, nei quali trovano riferimento unitario una pluralità di strutture, ai fini della necessaria integrazione dei rispettivi compiti e funzioni. Presso le aziende ospedaliere sono altresì allocati i dipartimenti interaziendali previsti dal piano regionale per la salute. L’individuazione dei dipartimenti deve essere motivata in relazione all’assetto organizzativo e funzionale di ciascuna azienda ospedaliera, al numero delle strutture complesse presenti, agli obiettivi che queste ultime devono conseguire, alle previsioni normative, alla specifica missione aziendale. In ogni caso, l'aggregazione dipartimentale si conforma ai seguenti criteri: ?? efficienza, che costituisce uno dei criteri basilari e vincolanti per l’aggregazione delle funzioni,

tenuto conto che la razionalizzazione dell'uso delle risorse deve riguardare l'intera azienda; ??efficacia, attraverso l'ottimizzazione dei processi clinico/assistenziali in rapporto al

conseguimento di obiettivi di qualità degli interventi diretti a specifiche categorie di pazienti; ??responsabilità operativa, attraverso la delimitazione dei campi di responsabilità all'interno del

nuovo modello di organizzazione, che consente ai dirigenti cui è affidata la responsabilità delle unità operative di conservare l'autonomia decisionale tecnico-professionale e delinea i limiti ed i margini di autonomia di coloro che fanno parte del medesimo dipartimento al fine di realizzare le sinergie ed azioni gestionali proprie del livello dipartimentale;

??aree funzionali omogenee, attraverso l’organizzazione interna dell’azienda in dipartimenti strutturali, nei quali sono raggruppate funzioni assistenziali in rapporto alla omogeneità degli strumenti clinici di intervento.

5.3.- L'organizzazione dipartimentale Il dipartimento è costituito da unità operative omogenee, omologhe, affini o complementari, che perseguono comuni finalità e sono tra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità professionale e/o gestionale. Le strutture che afferiscono al dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta al processo assistenziale, nonché a garantire risposte unitarie, flessibili, tempestive, razionali e complete rispetto ai compiti assegnati; a tal fine, sono adottate regole condivise di comportamento deontologico, assistenziale, didattico, di ricerca ed economico. L'organizzazione dipartimentale può essere prevista a due livelli: • il dipartimento strutturale è una organizzazione permanente con autorità sovraordinata rispetto alle uu.oo., anche in riferimento ai livelli ed ai sottolivelli essenziali di assistenza, attua una gestione comune delle risorse ed è centro di responsabilità e di budget al quale rispondono i centri di responsabilità e budget delle uu.oo. autonome aggregate. L’atto aziendale prevederà l’utilizzazione integrata delle risorse comuni dipartimentali – il personale amministrativo e quello tecnico e sanitario con competenza ed esperienze multidisciplinari, nonché le attrezzature tecnologiche e gli spazi utilizzati da più unità operative -, di quelle proprie del dipartimento e di quelle delle singole uu.oo; • il dipartimento funzionale assicura il coordinamento ed integrazione delle uu.oo., anche in riferimento ai livelli ed ai sottolivelli essenziali di assistenza; opera come centro di negoziazione, lasciando alle singole uu.oo. il ruolo di centro di responsabilità. L’atto aziendale definisce i criteri di assegnazione delle risorse proprie del dipartimento. I direttori dei dipartimenti, per il governo delle attività cliniche e per la gestione delle risorse dipartimentali, si avvalgono di un comitato composto dai rappresentanti del personale che vi opera. In particolare, compongono il comitato, presieduto dal direttore di dipartimento: • i direttori/responsabili delle strutture autonome afferenti al dipartimento; • un rappresentante del personale dirigente non responsabile di struttura; • un rappresentante del personale non dirigente appartenente alla categoria D. II comitato di dipartimento coadiuva il direttore nell’esercizio delle funzioni e nel perseguimento degli obiettivi assegnati, svolgendo le funzioni ed i compiti indicati nell’atto aziendale, che provvede altresì a definirne le modalità di funzionamento.

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La funzione di coordinamento, che costituisce l’essenza dell’organizzazione dipartimentale, richiede la presenza di un adeguato numero di uu.oo.; per la costituzione di un dipartimento è dunque necessaria l’aggregazione di almeno tre unità operative complesse, anche per le implicazioni di ordine economico-finanziario connesse alla gestione della struttura ed alla erogazione delle previste indennità di funzione. Ove non sia possibile la costituzione di un dipartimento l’azienda potrà aggregare le uu.oo. ad altro dipartimento, ovvero istituire un coordinamento o un gruppo di progetto, al quale partecipano i direttori/responsabili delle strutture interessate. 5.3.1.- Il dipartimento emergenza-urgenza e accettazione In via provvisoria ed in attesa del riordino del sistema di emergenza-urgenza su base regionale, l’atto aziendale definirà l’organizzazione ed il funzionamento del dipartimento di emergenza-urgenza ed accettazione sulla base del D.P.R. 27 marzo 1992 e delle linee guida nazionali approvate in sede di intesa Stato-Regioni ed in relazione all’obiettivo di sviluppare in rete l’erogazione dei servizi e delle prestazioni e attività sanitarie correlate alle situazioni di urgenza ed emergenza medica, sia sul territorio che in ospedale. Secondo le previsioni del sanitario regionale per la salute, l'organizzazione del servizio deve assicurare lo svolgimento efficace e coordinato delle fasi di allarme sanitario, garantita dalla centrale operativa di riferimento, di risposta territoriale, nella quale devono essere coinvolti nella gestione delle urgenze/emergenze anche i medici di assistenza primaria ed i pediatri di libera scelta (sempre in collaborazione con la centrale operativa) e di risposta ospedaliera, nella quale i presidi - anche di aziende diverse - devono operare in rete, funzionalmente disposta in modo gerarchico. In tal senso, ed avuto riguardo al quadro funzionale disegnato dal piano sanitario in conformità alle predette linee guida nazionali, gli atti aziendali prevederanno: - DEA di 1° livello nelle aziende sanitarie nelle quali sia attivata, ed effettivamente funzionante, la

rianimazione, escluse le aziende che partecipano al DEA di II livello interaziendale. - DEA di 2° livello interaziendali presso le aziende ospedaliere, attraverso l’integrazione

funzionale delle unità operative che erogano le prestazioni diagnostico-terapeutiche di più alta qualificazione legate all’emergenza, ed ai quali partecipino le aziende sanitarie che insistono sul medesimo territorio. Al DEA di 2° livello interaziendale costituito presso l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” partecipa anche l’Azienda Ospedaliera “Mater Domini”. I DEA di 2° livello interaziendali dovranno essere costituiti mediante protocolli operativi tra le aziende partecipanti che assicurino la gestione in rete dei posti letto delle discipline afferenti, finalizzata alla risoluzione del problema della gestione dei ricoveri critici evitando la frammentazione degli interventi. Presso i DEA di 2° livello deve essere presente un’apposita struttura di pronto soccorso pediatrico, dotata di spazi per l’osservazione breve ed intensiva, alla quale sarà garantito il collegamento operativo con il Dipartimento Materno Infantile. Il sistema SUEM-118 è funzionalmente integrato ai DEA di 2° livello.

5.3.2.- I dipartimenti aziendali trasversali delle aziende sanitarie Nelle aziende sanitarie, l’atto aziendale deve garantire il governo di funzioni trasversali affidandone le relative responsabilità nell'ambito di competenze specifiche per lo sviluppo di appositi programmi. In tal senso, i dipartimenti trasversali funzionali su base aziendale indirizzano e coordinano le uu.oo. che ad essi afferiscono, avvalendosi del contributo integrato di tutte le discipline e tecniche necessarie; hanno per finalità la programmazione e la verifica, sotto il profilo quali-quantitativo, delle attività svolte; ricercano e promuovono la coerenza di esercizio delle autonome competenze delle strutture interessate, la standardizzazione e l'omogeneità delle procedure e degli esiti, l’unitarietà degli obiettivi definiti nella programmazione aziendale sulla base degli indirizzi regionali. Rimane ferma in capo alla macro-struttura di riferimento (distretti; presidio ospedaliero unico) la titolarità della gestione complessiva delle risorse delle uu.oo. afferenti al dipartimento trasversale. Ciascuna azienda, tenuto conto del presente atto di indirizzo, dovrà definire le modalità di

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funzionamento dei dipartimenti funzionali correlati alla realizzazione dei programmi aziendali. Sono dipartimenti aziendali trasversali il dipartimento materno-infantile ed il dipartimento delle tossicodipendenze. Per la realizzazione dello specifico progetto obiettivo, il dipartimento materno-infantile deve garantire coerenza tra le funzioni ospedaliere e territoriali svolte dai consultori presso i distretti, dalla pediatria di comunità, dalla neuropsichiatria infantile, nonché dalle uu.oo. di ostetricia-ginecologia e pediatria ospedaliera. L'area materno-infantile necessita di una forte integrazione tra le attività territoriali e ospedaliere al fine di consentire la realizzazione di un percorso completo che risponda alle diverse esigenze di prevenzione, assistenza e riabilitazione. All'interno di tale percorso, i servizi ospedalieri e quelli territoriali distrettuali (pediatri di libera scelta, consultori, neuropsichiatria infantile) assumono ruoli complementari la cui integrazione organizzativa avviene proficuamente nei dipartimenti materno-infantili. I servizi ospedalieri e territoriali coinvolti dovranno assumere una metodologia di lavoro basata sull'integrazione e sulla costituzione di una rete di servizi complementari e non alternativi, che rispondano ai bisogni delle fasce di popolazione cui si rivolgono. Per la realizzazione dello specifico progetto obiettivo, il dipartimento delle tossicodipendenze è finalizzato a razionalizzare e sviluppare l’erogazione in rete dei servizi e prestazioni e delle attività sanitarie e socio-sanitarie in favore dei soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti e da alcool (compresi i detenuti o internati) e/o delle famiglie, secondo criteri di equità, appropriatezza ed efficacia, nonché a permettere l’evoluzione dei servizi in relazione alle modificazioni dei bisogni. 5.4.- L’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro L’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro è una azienda ospedaliera integrata con l’università - costituita ai sensi dell’art. 2 della legge regionale 26/1994 mediante trasformazione di presidio ospedaliero con prevalenza del corso di laurea in medicina e chirurgia - e si conforma al modello di azienda ospedaliero-universitaria delineato dall’art. 2, comma 2, lett. b), d.lgs. 517/1999. Con deliberazione di Giunta regionale 25 ottobre 2004 n. 799, modificata ed integrata dalla deliberazione di Giunta regionale 23 settembre 2005 n. 822, è stato approvato il protocollo quadro d’intesa tra Regione Calabria ed Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro. L’organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa delle aziende ospedaliero-universitarie, al fine di assicurare l’esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca (art. 3, comma 1, d.lgs. 517/1999). Nell’atto aziendale sono disciplinati, sulla base dei principi e dei criteri stabiliti nel protocollo d’intesa tra regione ed università, la costituzione, l’organizzazione ed il funzionamento dei dipartimenti ad attività integrata (DAI) e sono individuate le strutture complesse che li compongono, indicando quelle a direzione universitaria (art. 3, comma 2); l’atto aziendale è adottato dal direttore generale, d’intesa con il rettore dell’università limitatamente ai DAI ed alle strutture che li compongono (art. 3, comma 3). 5.4.1.- Principi e criteri per la definizione della struttura organizzativa L’atto aziendale definisce l’organizzazione in modo da assicurare il pieno svolgimento delle funzioni didattiche e scientifiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia e delle aree didattico scientifiche connesse, in un quadro di coerente integrazione con l’attività assistenziale, avuto riguardo agli indirizzi di programmazione regionale; definisce le procedure per la nomina dei responsabili dei DAI e quelle di nomina e di revoca dei responsabili delle strutture assistenziali. 5.4.2.- Direzione aziendale, unità di staff e di supporto L’atto aziendale dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini” articolerà il disegno organizzativo nei tre livelli direzionali indicati dal presente documento, attuando il principio di separazione tra le funzioni di direzione e governo complessivo e quelle di direzione e gestione delle strutture aziendali. Applicherà i principi e criteri ivi previsti in ordine a: - definizione della missione e del ruolo dell’azienda;

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- partecipazione dei cittadini; - distribuzione dei poteri gestionali tra direzione generale e dirigenza; - governo aziendale e articolazione della struttura organizzativa direzionale in direzione generale,

unità di staff e servizi di supporto sanitario ed amministrativo, individuando le relative unità operative nei limiti delle soglie operative massime definite nei precedenti punti 5.2.2 e 5.2.3, nel rispetto comunque delle indicazioni dei precedenti punti 5.1.5 e 5.1.5.1;

- sistema di attribuzione delle responsabilità e valutazione dei risultati; - regolamentazione dei contratti di fornitura di beni e servizi. 5.4.3.- La direzione intermedia La linea intermedia dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini” è costituita dai dipartimenti ad attività integrata, che collegano il vertice strategico alle unità operative, esercitando un ruolo di coordinamento, di integrazione, di indirizzo e programmazione delle rispettive aree; essi devono assicurare l’esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca attraverso una composizione coerente tra attività assistenziali e settori scientifico-disciplinari, tenuta presente la programmazione sanitaria regionale, oltre al più alto livello di coerenza fra prestazioni diagnostiche e terapeutiche ed attività didattico-scientifica. L’atto aziendale - previa intesa tra il direttore generale dell’azienda ed il rettore o suo delegato - individua i DAI e le loro articolazioni sulla base delle esigenze integrate didattico-scientifico-assistenziali e tenuto conto della programmazione dell’università e della necessità che a questa sia collegata la programmazione aziendale. I DAI sono organizzati come centri unitari di responsabilità e di costo, in modo da garantire - nel rispetto della destinazione delle risorse finanziarie assegnate - l’unitarietà della gestione, l’ottimale integrazione tra assistenza, didattica e ricerca e la flessibilità operativa. 5.4.4.- Le unità operative Le unità operative dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini” sono quelle indicate nel protocollo d’intesa, come modificato ed integrato. Previa intesa tra il direttore generale dell’azienda ed il rettore, l’atto aziendale definisce le tipologie delle attività assistenziali necessarie, e non vicariabili, alle attività di formazione e ricerca e l’articolazione dei posti letto nelle strutture, nei limiti di quelli complessivamente assegnati all’azienda; le strutture aziendali (dipartimenti a attività integrata, strutture assistenziali complesse e semplici, articolazioni e settori funzionali) sono dimensionate in modo da consentire al personale docente universitario, nei vari settori disciplinari ed anche in ambiti di natura sperimentale e innovativa, l’espletamento delle funzioni universitarie didattiche e di ricerca richiedenti una componente assistenziale, tenendo conto, in modo particolare, dell’evoluzione della ricerca biomedica e delle esigenze del sistema sanitario regionale. In sede di prima applicazione del protocollo d’intesa, e per i primi due piani attuativi aziendali a validità biennale, al fine di individuare la migliore flessibilità organizzativa necessaria all’ottimale funzionamento e sviluppo dell’azienda, il numero, la tipologia e l’articolazione delle strutture che costituiscono l’organizzazione dell’azienda, da definire nell’atto aziendale, sono indicati nei suddetti piani, tenuto conto delle soglie operative, della casistica media complessiva (per le attività di ricovero ordinario o a ciclo diurno) ovvero del volume medio complessivo di attività, la complessità delle prestazioni e le esigenze della didattica e della ricerca, sulla base dei dati relativi a un triennio. Il criterio per l’istituzione di una struttura assistenziale complessa funzionale alle esigenze della didattica e della ricerca, è costituito dalla valutazione dei parametri scientifici, didattici e clinico-assistenziali, il cui peso relativo può variare a seconda del settore scientifico-disciplinare considerato, fermo restando il fatto che, per tali tipologie di strutture, i parametri e le esigenze per la didattica e la formazione costituiscono un elemento irrinunciabile. L’atto aziendale evidenzierà comunque il volume di attività o prestazioni erogate, nel rispetto del principio di appropriatezza, dalle uu.oo. ed il rapporto costi/ricavi o attività di ciascuna struttura, anche avuto riguardo alla economicità complessiva della macro-struttura di riferimento. In via provvisoria ed in attesa del riordino dell’emergenza-urgenza su base regionale e della completa attivazione del pronto soccorso come previsto a regime dal protocollo d’intesa, l’Azienda ospedaliera “Mater Domini” concorre al servizio di emergenze su scala regionale attraverso le uu.oo. di cardiochirurgia, cardiologia e cardiologia interventistica ed UTIC, partecipando al DEA di

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2° livello interaziendale costituito presso l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”. 5.5.- Le unità operative ospedaliere Nelle aziende sanitarie ed ospedaliere l’organizzazione delle unità operative ospedaliere deve assicurare non solo l’efficacia, riguardo alla quantità e qualità della casistica clinica trattata, ma anche l’efficienza sotto il profilo economico, in quanto i costi di gestione devono trovare corrispondenza nella valorizzazione economica delle prestazioni (ricavi) e non possono incidere negativamente sul complessivo equilibrio economico-finanziario dell’azienda. Di norma, le medesime funzioni specialistiche debbono confluire in una sola unità operativa, complessa o semplice autonoma. In relazione alla specifica realtà aziendale ed all’attribuzione dei posti letto effettuata dal vigente piano regionale per la salute, l’atto aziendale prevederà unità operative tendenti ad accorpare attività omogenee, da individuare e classificare in complesse e semplici secondo le indicazioni di cui al precedente punto 5.1.5.1; in particolare, a tal fine, dovrà essere dimostrata l’erogazione di un adeguato volume di attività o prestazioni, la loro appropriatezza clinica ed il rapporto costi/ricavi, anche in riferimento alla economicità complessiva della macro-struttura di appartenenza ed in relazione alle previsioni programmatiche di spesa. Ai sensi dell’art. 8, comma 5, legge regionale 11/2004, nei piani attuativi le aziende ripartiranno tra le unità operative i posti letto per interi moduli e, solo in casi eccezionali, secondo i mezzi moduli previsti dal piano regionale per la salute, tenuto conto della tipologia del presidio nel quale sono svolte le attività assistenziali. 5.6.- Il servizio infermieristico e tecnico ed il servizio sociale professionale Al fine di migliorare l’assistenza e per la qualificazione delle risorse specifiche, l'atto aziendale prevede l’istituzione, tra i servizi di supporto sanitario a livello aziendale, del servizio dell'assistenza infermieristica e tecnico di cui alla legge 251/2000, come modificata ed integrata dalla legge 43/2006, assicurando l’autonomia tecnico-professionale degli operatori. Avuto riguardo al volume delle attività e/o prestazioni erogate, alla complessità organizzativa ed all’entità del personale in servizio afferente all’area, le aziende sanitarie possono prevedere nell’atto aziendale, tra i servizi di supporto sanitario, l’istituzione del servizio sociale professionale di cui alla legge 251/2000, come modificata ed integrata dalla legge 27/2006, assicurando l’autonomia tecnico-professionale degli operatori e l’integrazione con le attività sanitarie/assistenziali aziendali. Il servizio infermieristico e tecnico e, se istituito, il servizio sociale professionale concorrono, per la parte di competenza: • alla programmazione aziendale ed alla individuazione degli obiettivi specifici; • al governo complessivo della funzione infermieristica, tecnica e sociale professionale, attraverso la proposta di utilizzazione delle risorse in base ai livelli di attività, lo sviluppo di linee guida comuni, il coordinamento delle attività infermieristiche territoriali e ospedaliere; • alla programmazione e sviluppo di piani di miglioramento della qualità dell'assistenza; • alla predisposizione di programmi di sviluppo delle risorse umane (inserimento, formazione continua, valutazione). 6.- IL SISTEMA DI ATTRIBUZIONE DELLE RESPONSABILITA' E DI VALUTAZIONE DEI RISULTATI 6.1.- Tipologia delle responsabilità Costituisce compito della dirigenza l’esercizio delle funzioni di carattere gestionale in relazione all’attuazione degli obiettivi e dei programmi stabiliti dalla direzione aziendale e la formulazione di proposte nei confronti dei livelli direzionali sovraordinati.

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Compete, in particolare, alla dirigenza lo svolgimento delle seguenti funzioni ed attività: ??direzione, coordinamento, organizzazione e gestione delle strutture, professionali o funzionali, e

predisposizione dei programmi di lavoro delle strutture medesime, secondo i principi di flessibilità ai fini del conseguimento degli obiettivi programmati attraverso l’uso razionale delle risorse;

??responsabilizzazione del personale per il raggiungimento dei risultati e adozione degli atti di organizzazione e gestione del personale che non comportino modifiche di inquadramento o posizione funzionale;

??predisposizione degli orari di servizio per il miglior soddisfacimento dei diritti degli utenti; ??controllo dell’insieme delle attività svolte, ai fini della valutazione dei risultati conseguiti; ??partecipazione alle procedure informative, nonché di verifica e controllo delle prestazioni e della

gestione. Le funzioni, i compiti e le responsabilità della dirigenza dovranno essere oggetto di specifica definizione con apposito regolamento, in conformità alle previsioni del d.lgs. 502/1992 (artt. 15 ss.) e del d.lgs. 165/2001. Gli incarichi di direzione sono conferiti nei limiti delle strutture, complesse e semplici, individuate nell’atto aziendale. L'atto aziendale, in base all'articolazione organizzativa delineata ai sensi del presente atto di indirizzo, individua le tipologie di responsabilità, definendone in particolare il livello e la tipologia di sovraordinazione rispetto alle altre strutture organizzative. La regolamentazione del sistema di valutazione della dirigenza deve tenere conto delle previsioni contenute nei dd.lgss. 502/1992 (collegio tecnico) e 286/1999 e nella contrattazione collettiva. L'atto aziendale prevede comunque idonee forme di pubblicità e di controllo interno sulle determinazioni adottate dai dirigenti e per la verifica della loro rispondenza ai criteri e direttive impartite dalla direzione generale. 7. REGOLAMENTAZIONE DEI CONTRATTI DI FORNITURA DI BENI E SERVIZI Relativamente alla regolamentazione dei contratti di fornitura di beni e servizi, la disciplina contenuta nell’atto aziendale dovrà essere informata ai principi generali di trasparenza e massima tutela della concorrenza tra le imprese fornitrici. In particolare le aziende, relativamente agli acquisti non soggetti alla disciplina comunitaria, potranno prevedere: • procedure di qualificazione dei fornitori, gestite dalle aziende in modo associato; • l'utilizzo delle nuove forme di e-commerce, anche per la comparazione delle condizioni di fornitura; • l'utilizzo di propri siti internet nei quali pubblicizzare i procedimenti di acquisto rendendone edotti i potenziali fornitori; • la regolamentazione degli acquisti in economia e delle procedure semplificate nel caso di acquisti di modesta entità, individuando le strutture a ciò autorizzate.

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INDICE

Premessa ………………..…………….…………………………………………………………… pag. 01

Principi e criteri generali per l’adozione dell’atto aziendale ………...……………………. pag. 02 Contenuti dell’atto aziendale …….……………………………..…….…………..……….……. pag. 03

1.- Missione e ruolo delle aziende sanitarie ed ospedaliere ……...…..………….……….. pag. 04 - Apertura al confronto con gli enti locali e le istanze sociali ...………….……..… pag. 04

- Valutazione dei bisogni sanitari……………………………………………….….…… pag. 04 - Sinergia tra le aziende…………………………………………..………………..……… pag. 05 - Integrazione degli erogatori esterni……………………………………….…….….…. pag. 05

2.- La partecipazione dei cittadini………………………………………………………….…… pag. 05 3.- Distribuzione dei poteri di gestione tra direzione generale e dirigenza ……………. pag. 06

- Funzioni del direttore generale ………………………….…….………..…….………. pag. 06 - Funzioni del direttore sanitario ..………………………………..……………….……. pag. 07 - Funzioni del direttore amministrativo …...………………….………….……………. pag. 07

- Funzioni dei dirigenti ……….…………………………………………………..………. pag. 07 4.- Principi e criteri per il governo aziendale ………………………………………………… pag. 07

- Le due missioni delle aziende …………………………………..…….…………..…… pag. 08 - Governo clinico e governo economico………………………..……………………… pag. 08

- Il governo aziendale ……………………………..………..………………………...…… pag. 08 - La direzione aziendale ………………….……..……………………………..… pag. 08 - Il collegio di direzione …………………….…...…………………………….… pag. 09 - Il consiglio dei sanitari …………………………………………….…………… pag. 09

5.- Principi e criteri per la definizione della struttura organizzativa ….….……………… pag. 09 - Principi organizzativi …………….……………………………..…….………………… pag. 09

- La direzione generale ……...………………………………….………………… pag. 10 - Lo staff direzionale …..…………………………………….….………………… pag. 10 - I servizi di supporto ……………………………………...……………………… pag. 10 - La direzione intermedia ……………………………..…………….……………. pag. 10 - Le unità operative …………………………………..……………………….……pag. 10

- Unità operative complesse e semplici …………..………………………...… pag. 11 - La macro-struttura ………………………………..……………………………………… pag. 11

- Direzione generale .……………………………..…………………….………… pag. 11 - Staff direzionale ……………………………………..……………...…………… pag. 11

- Servizi di supporto alla direzione generale ………….……..….…………… pag. 12 - Direzione intermedia delle aziende sanitarie ……………....….…………… pag. 14

- I distretti sanitari …….………….…….…………………….………… pag. 14 - Il dipartimento di prevenzione ….….………………..……………… pag. 17 - Il dipartimento di salute mentale .….…………………………..…… pag. 18 - Il presidio ospedaliero aziendale …..……………………………… pag. 19

- Direzione intermedia delle aziende ospedaliere - I dipartimenti …….… pag. 19 - L’organizzazione dipartimentale ………………………………………………..…… pag. 20

- Il dipartimento di emergenza-urgenza e accettazione …………….……… pag. 21 - I dipartimenti trasversali delle aziende sanitarie ……..…………..……..… pag. 21

- L’Azienda ospedaliera “Mater Domini” ……………………………………………… pag. 22 - Principi e criteri per la definizione della struttura organizzativa …..…... pag. 22

- Direzione aziendale, unità di staff e di supporto ……………………..…… pag. 22 - La direzione intermedia ………………………………………………………… pag. 23 - Le unità operative …………………….………………………...……….……… pag. 23

- Le unità operative ospedaliere …………….…..……………………………………… pag. 24 - Il servizio infermieristico e tecnico ed il servizio sociale professionale…..…… pag. 24

6.- Il sistema di attribuzione delle responsabilità e di valutazione dei risultati …..…… pag. 24 - Tipologia delle responsabilità ……………………………………...…….……………. pag. 25

7.- Regolamentazione dei contratti di fornitura di beni e servizi ……...…………….…… pag. 25