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1 Relazione POLVERI SOTTILI, aggiornata al 08/06/2017 (prof. V. De Felice) Premessa PM (Particulate Matter) è il termine generico con il quale si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell’aria. Lo schema che viene generalmente considerato per descrivere il processo di formazione delle polveri in relazione al diametro prevede la nucleazione omogenea ed eterogenea di sostanze ad alto peso molecolare e a bassa volatilità per i diametri più piccoli o il contributo diretto di particelle provenienti da processi di erosione per quelle a diametro più grande ( Figura 1). Il PM può avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini, ecc.) sia da attività antropiche, in particolar modo dai processi di combustione e dal traffico veicolare (particolato primario). Esiste, inoltre, un particolato di origine secondaria che si genera in atmosfera per reazione di altri inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), il biossido di zolfo (SO2), l’ammoniaca (NH3) ed i Composti Organici Volatili (COV), per formare solfati, nitrati e sali di ammonio (Tabella 1; Tabella 2). Tra le sorgenti secondarie citate, le principali fonti urbane di emissione di polveri nelle aree urbane sono principalmente due: traffico veicolare e impianti di riscaldamento civili. Tutti i mezzi di trasporto emettono polveri fini. In particolare i motori diesel e i ciclomotori emettono un quantitativo di polveri, per km percorso, maggiore rispetto ai veicoli a benzina, riconosciuti comunque responsabili della produzione di una certa quantità di questo inquinante. Altrettanto certo è il legame fra la cilindrata del veicolo e la quantità del particolato prodotto: più potente è il veicolo e maggiore è la quantità di particolato prodotto. L’incrocio di queste due osservazioni fa si che i mezzi commerciali pesanti siano i maggiormente inquinanti, seguiti dai commerciali leggeri e dalle automobili. Una fonte di minore importanza è legata all’usura di freni, pneumatici, manto stradale e frizioni, nonché al sollevamento delle frazioni depositate sulla carreggiata dovuto allo stesso traffico. E’ generalmente riconosciuto che, su larga scala territoriale, il trasporto e il riscaldamento domestico contribuiscono rispettivamente al 29% e 28% del totale delle emissioni primarie di PM10 e rispettivamente al 34% e 36%, del totale delle emissioni primarie del PM2.5 Gli studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi. A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed alcuni elementi in tracce (As, Cd, Ni, Pb). Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono penetrare in profondità nell'apparato respiratorio (Figura 2); è per questo motivo che viene attuato il monitoraggio ambientale di PM10 e PM2,5 che rappresentano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 μm e a 2,5 μm (diametro aerodinamico equivalente: ovvero corrispondente al diametro di un'ipotetica sferetta di densità uguale a 1 g/cm³ ugualmente veicolata dall'aria). A seconda dell’intervallo di dimensioni del diametro aerodinamico della particella ( da) il particolato può essere classificato come: ultrafine (da ≤0,1μm); fine (0,1 μm≤da≤2,5 μm); grossolano (2,5 μm≤da≤10 μm); ultragrossolano (da>10 μm). La Figura 3 è utile per un confronto con altri sistemi di dimensioni paragonabili. La Tabella 3 permette di correlare dimensione e tipo di particelle. La speciazione del particolato ci conferma che il granellino di polvere è un contenitore di molti composti chimici, con una composizione che può variare molto sia in termini di sostanze presenti che di rapporto fra le stesse. Questa variabilità rende ovviamente difficile anche la valutazione della tossicità che varia a seconda della composizione ed è quindi legata alla fonte di emissione e al processo di formazione delle polveri.

Relazione POLVERI SOTTILI, aggiornata al 08/06/2017 · dalla presenza di inversioni termiche e dall’intensità del vento. E’ stato riscontrato che nel periodo invernale E’ stato

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Relazione POLVERI SOTTILI, aggiornata al 08/06/2017

(prof. V. De Felice)

Premessa

PM (Particulate Matter) è il termine generico con il quale si definisce un mix di particelle solide e liquide

(particolato) che si trovano in sospensione nell’aria. Lo schema che viene generalmente considerato per

descrivere il processo di formazione delle polveri in relazione al diametro prevede la nucleazione omogenea

ed eterogenea di sostanze ad alto peso molecolare e a bassa volatilità per i diametri più piccoli o il contributo

diretto di particelle provenienti da processi di erosione per quelle a diametro più grande (Figura 1). Il PM

può avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di

pollini, ecc.) sia da attività antropiche, in particolar modo dai processi di combustione e dal traffico

veicolare (particolato primario). Esiste, inoltre, un particolato di origine secondaria che si genera in

atmosfera per reazione di altri inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), il biossido di zolfo (SO2),

l’ammoniaca (NH3) ed i Composti Organici Volatili (COV), per formare solfati, nitrati e sali di ammonio

(Tabella 1; Tabella 2).

Tra le sorgenti secondarie citate, le principali fonti urbane di emissione di polveri nelle aree urbane

sono principalmente due: traffico veicolare e impianti di riscaldamento civili.

Tutti i mezzi di trasporto emettono polveri fini. In particolare i motori diesel e i ciclomotori

emettono un quantitativo di polveri, per km percorso, maggiore rispetto ai veicoli a benzina,

riconosciuti comunque responsabili della produzione di una certa quantità di questo inquinante.

Altrettanto certo è il legame fra la cilindrata del veicolo e la quantità del particolato prodotto: più

potente è il veicolo e maggiore è la quantità di particolato prodotto. L’incrocio di queste due

osservazioni fa si che i mezzi commerciali pesanti siano i maggiormente inquinanti, seguiti dai

commerciali leggeri e dalle automobili. Una fonte di minore importanza è legata all’usura di freni,

pneumatici, manto stradale e frizioni, nonché al sollevamento delle frazioni depositate sulla

carreggiata dovuto allo stesso traffico.

E’ generalmente riconosciuto che, su larga scala territoriale, il trasporto e il riscaldamento domestico

contribuiscono rispettivamente al 29% e 28% del totale delle emissioni primarie di PM10 e

rispettivamente al 34% e 36%, del totale delle emissioni primarie del PM2.5

Gli studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la

manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi. A livello

di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio

gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed alcuni elementi in tracce (As, Cd, Ni, Pb). Le particelle di

dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono penetrare

in profondità nell'apparato respiratorio (Figura 2); è per questo motivo che viene attuato il monitoraggio

ambientale di PM10 e PM2,5 che rappresentano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro

aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 µm e a 2,5 µm (diametro aerodinamico equivalente: ovvero

corrispondente al diametro di un'ipotetica sferetta di densità uguale a 1 g/cm³ ugualmente veicolata

dall'aria).

A seconda dell’intervallo di dimensioni del diametro aerodinamico della particella (da) il particolato può

essere classificato come: ultrafine (da ≤0,1μm); fine (0,1 μm≤da≤2,5 μm); grossolano (2,5 μm≤da≤10 μm);

ultragrossolano (da>10 μm). La Figura 3 è utile per un confronto con altri sistemi di dimensioni

paragonabili.

La Tabella 3 permette di correlare dimensione e tipo di particelle.

La speciazione del particolato ci conferma che il granellino di polvere è un contenitore di molti composti

chimici, con una composizione che può variare molto sia in termini di sostanze presenti che di rapporto fra

le stesse. Questa variabilità rende ovviamente difficile anche la valutazione della tossicità che varia a

seconda della composizione ed è quindi legata alla fonte di emissione e al processo di formazione delle

polveri.

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La concentrazione delle polveri nell’aria ambientale dipende dalle caratteristiche del sito in cui si effetua

il monitoraggio. La Tabella 4 riporta i risultati di uno studio condotto a Roma nel 2001, ma ancora attuale,

in cui sono stati confrontati i valori misurati sulle PM 10 e 2,5 in diversi periodi dell’anno nei siti classificati,

a seconda delle caratteristiche, come: strada, parco urbano e fondo.

Risulta tra l’altro interessante considerare anche il rapporto PM2,5/PM10 che diminuisce nel periodo

invernale e nell’aria del sito urbano caratterizzata da emissioni dovute al traffico veicolare pesante e agli

impianti di riscaldamento.

La concentrazione delle polveri è legata al tempo di permanenza in atmosfera prima della sua deposizione

al suolo ed è fortemente influenzata dai venti, dalle precipitazioni e dalle dimensioni delle particelle. Si può

ritenere che le particelle più grandi e visibili, con un diametro superiore a 50 μm, hanno una velocità di

sedimentazione molto alta per cui i fenomeni di inquinamento ad esse collegati, si manifestano su scala

molto ristretta rispetto al punto di emissione mentre le più piccole, rimanendo in sospensione per un tempo

più lungo possono spostarsi all’interno di un’area più ampia. Queste ultime sono comunque interessate da

un processo di accrescimento delle dimensioni dovuto agli urti casuali e alla reciproca attrazione che le

fanno collidere e riunire. L’azione del vento è la causa principale del trasporto a lunga distanza tanto che le

particelle con diametro minore di 10 μm, in determinate condizioni, è stato vaalutato che possono coprire

distanze superiori ai 5000 km.

Monitoraggio qualità dell’aria condotta dall’ARPAC

Recentemente l’ARPAC ha pubblicato uno studio (Relazione sulle campagne di monitoraggio delle polveri

sottili eseguite nel territorio nolano-acerrano nel 2016 e sull'andamento meteorologico) relativo al territorio

monitorato da stazioni posizionate ad Acerra, Caserta, Casoria, Maddaloni Pomigliano d’Arco, S. Felice a

Cancello, S. Vitaliano, Tufino. Lo studio è molto interessante e sicuramente utile perché il territorio di S.

Maria C.V. rappresenta una zona periferica rispetto all’area oggetto dello studio.

La configurazione orografica dell’area presenta caratteristiche tali da ostacolare la dispersione naturale

degli inquinanti che dipende dall’altezza dello strato di rimescolamento (PBL = planetary Boundary Layer),

dalla presenza di inversioni termiche e dall’intensità del vento. E’ stato riscontrato che nel periodo invernale

l’altezza dello strato di mescolamento è relativamente basso (inferiore a 200 m) per cui gli inquinanti

ristagnano e la concentrazione in questa fascia di atmosfera tende ad aumentare.

Gli studi condotti sul monitoraggio dell’intensità del vento nelle aree interne della Campania hanno

dimostrato che è generalmente debole (Figura 4) e nel periodo novembre dicembre gennaio, tranne nei casi

di passaggio di perturbazioni, si determinano condizioni favorevoli al ristagno degli inquinanti nell’aria.

Come era prevedibile, sulla base delle precedenti considerazioni, l’andamento generale delle concentrazioni

delle polveri nel corso dell’anno, presenta valori massimi che si verificano nel periodo invernale e in

particolare nei mesi di novembre dicembre e gennaio. In questo periodo, alle non favorevoli condizioni

meteorologiche, si associano le maggiori emissioni provocate dagli impianti di riscaldamento i cui effetti

si protraggono fino a marzo.

E’ stato poi condotta l’analisi della distribuzione temporale delle concentrazioni di polveri sottili nell’arco

delle 24 ore da cui risulta che le concentrazioni più alte sono state registrate nella fascia oraria

serale/notturna quando sono governate principalmente da fattori antropici e meteorologici.

La normativa italiana (D.Lgs. 155/2010), che ha recepito la normativa europea (Direttiva 2008/50/CE) ha

fissato:

a) per le polveri PM10 il valore limite per la media annuale di 40 µg/m3 e un valore limite per la

media giornaliera di 50 µg/m3 (da non superare più di 35 volte l’anno);

b) per le polveri PM2.5 il valore limite per la media annuale di 25 µg/m3

Monitoraggio qualità dell’aria S. Maria C.V.

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Stazione di monitoraggio fissa presso lo STIR entrata in funzione dal 1 novembre 2014.

Sul sito regionale dell’ARPAC sono riportati le tabelle con i dati a partire dal mese di novembre 2014

senza però alcun tipo di studio ad essi collegato e nelle tabelle non vene riportato il dato sul numero dei

superamenti.

Analisi dei risultati 2015-2016

Per una più agevole lettura ed interpretazione dei dati, e quindi per procedere agli approfondimenti dovuti

nel tentativo di trovare correlazioni tra i dati analitici e le possibili cause che stanno all’origine del fenomeno

osservato, i dati mensili sono stati estrapolati, tabellati e riportati in un grafico.

Anno 2015- 82 superamenti del valore limite di 50 µg/m3.

Da una prima analisi dei dati pubblicati risulta:

a) Molti giorni senza dati analitici (probabilmente per motivi strumentali); in particolare:

28 a gennaio; 10 a febbraio; 3 a marzo; 4 a aprile; 13 a maggio; 13 a giugno; 5 a luglio; 15 ad agosto;

3 a settembre; 2 a ottobre; 5 a dicembre

b) alcuni errori (per difetto) nel conteggio dei casi di superamento del limite giornaliero (maggio 2015;

novembre 2015; dicembre 2015)

c) per il mese di gennaio non sono disponibili dati significativi; novembre e dicembre 2015 sono i

mesi in cui si registrano quasi il 50% dei superamenti complessivi dell’intero anno (rispettivamente

16 e 21). Nel mese di luglio si verificano ben 13 superamenti, inoltre è importante sottolineare che

la media mensile è molto alta con 23 giorni su 26 al di sopra di 40 μg/m3. La situazione peggiore si

verifica a Dicembre 2015, mese in cui i valori giornalieri sono quasi tutti al di sopra del valore

limite;

a) Particolare da non sottovalutare è che nei casi in cui si misurano i valori più alti di PM10 il rapporto

PM2,5/PM10 è più basso di quello solitamente riscontrato. In particolare nei mesi: luglio, agosto e

settembre 2015. Questa anomalia può essere collegata alle condizioni meteoclimatiche e ad una

fonte di emissione o processo di formazione diversi da quelli normalmente attivi.

Anno 2016 - 54 superamenti del valore limite di 50 µg/m3.

Da una prima analisi dei dati pubblicati risulta:

b) Molti giorni senza dati analitici (probabilmente per motivi strumentali); in particolare: 9 a gennaio;

3 a febbraio; 2 a marzo; 2 a aprile; 3 a maggio; 5 a giugno; 3 a luglio; 25 ad agosto; 9 a settembre;

17 a ottobre; 7/16 giorni a novembre.

c) Purtroppo i dati coprono un numero di giorni insufficiente e non permettono di evidenziare alcuna

correlazione tra l’alta concentrazione di particolato e i mesi più freddi. Infatti a gennaio si sono

riscontrati 12 superamenti (con un buon rapporto PM2,5/PM10), a febbraio, marzo e aprile,

rispettivamente con 8, 5 e 7 superamenti (con sbilanciamento del rapporto PM2,5/PM10) ma

purtroppo a novembre 2016 (nessun caso di superamento) i dati si riferiscono solo a circa la metà

dei giorni.

d) A dicembre 2016 ci sono stati 13 superamenti anche se non sono disponibili i dati relativi ai giorni

dal 26 al 31 dicembre. Per questi giorni sono però disponibili i dati sul PM2,5 dai quali, tenuto conto

che i valori di PM10 sono sempre superiori ai PM2,5, si può ritenere che i superamenti siano stati

almeno altri 3. Complessivamente quindi 13 + 3 nel mese di dicembre.

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e) Particolare da non sottovalutare è che nei casi in cui si misurano i valori più alti di PM10 il rapporto

PM2,5/PM10 è più basso di quello solitamente riscontrato. In particolare nei mesi: febbraio, marzo,

aprile, maggio, giugno e luglio, 2016. Questa anomalia può essere collegata alle condizioni

meteoclimatiche e ad una fonte di emissione o processo di formazione diversi da quelli normalmente

attivi.

In sintesi per l’anno 2016

a) La Tabella 5 è stata elaborata dall’ARPAC e rappresenta il resoconto sintetico dell’intero anno

2016 dei dati registrati dalla stazione di monitoraggio dell’aria presso lo STIR.

b) E’ preoccupante anche la media annuale pari a 38,8 µg/m3 molto vicina alla media di 40 µg/m3

prevista come valore limite dalla normativa.

c) Polveri sottili PM2,5: anche in questo caso la media annuale di 20,8 µg/m3 è relativamente alta

rispetto al valore limite di 25 µg/m3

ARPAC report sintetico anno 2017

Durante il tavolo tecnico indetto dal Sindaco il 25/11/2016, a cui hanno partecipato ARPAC, ufficio ASL

competente e rappresentati della GISEC SpA, per l’anno 2017 l’ARPAC si è impegnata a fornire i dati

registrati dalla centralina presso lo STIR mediante un report sintetico mensile sulla qualità dell’aria

ambiente a partire dal mese di febbraio 2017.

Anno 2017- Risultati mensili qualità aria ambiente STIR

Gennaio2017. Risultano 2 superamenti ufficiali dai dati inviati al comune (Tabella 6) mentre dal sito

ARPAC-STIR risulta un terzo superamento anche il 30 gennaio (56 µg/m3) di PM10, inoltre in alcuni giorni

in cui non sono stati registrati i valori di PM10 sono comunque disponibili i dati su PM2,5 che rappresentano

una frazione di PM10; in tre casi i valori risultano maggiori di 50 µg/m3 per cui i valori di PM10 negli stessi

giorni sono stati sicuramente superiori al valore soglia di 50 µg/m3.

Sulla base di queste considerazioni i superamenti risulterebbero 3 ufficiali (+ 3 nei giorni in cui PM2,5 >

50 µg/m3)

Febbraio 2017 Risultano 9 superamenti ufficiali di PM10 (Tabella 7) non ci sono giorni senza dati, con

una media mensile di 41,1 µg/m3 (superiore al valore limite della media annuale = 40 µg/m3.

Complessivamente: Gennaio + Febbraio:

superamenti = 12; (+ 3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Marzo 2017

Risultano 5 superamenti ufficiali di PM10 (Tabella 8) con un solo giorno senza dati.

Inoltre sono 6 i giorni in cui il valore è > 45µg/m3, prossimo al valore soglia.

Media mensile di 37,5 µg/m3 (valore limite della media annuale = 40 µg/m3).

Complessivamente: Gennaio + Febbraio + Marzo:

superamenti = 17; (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Aprile: risultano 2 valori superiori alla soglia di 50 µg/m3 (Tabella 8)

superamenti = 19; (3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

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Maggio: risulta n.1 valore superiore alla soglia di 50 µg/m3 registrato il 12/05/2017. Nello stesso giorno

tutte le stazioni/STIR hanno registrato valori di concentrazione che hanno superato di molto la soglia a

causa del fenomeno delle polveri sahariane

superamenti = 20 (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Giugno: risulta n.1 valore superiore alla soglia di 50 µg/m3 registrato il 28/06/2017

superamenti = 21; (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

Luglio: 1 superamento fino al 6 luglio

superamenti = 22; (+3 valutabili sulla base dei dati PM2,5 gennaio)

E’ importante evidenziare che i superamenti riportati dal sito ARPAC/STIR nelle tabelle giornaliere al

06/07/2017 risultano 18 in disaccordo con quanto invece risulta sul report mensile (19 al mese di maggio).

Grafici relativi al benzene (non sono disponibili i dati relativi a gennaio e febbraio

Stazione mobile S. Maria C.V. presso Commissariato

Analisi preliminare dei dati forniti dalla centralina di S. Maria C.V. (Commissariato)

Il laboratorio mobile (S. Maria C.V.) installato al Commissariato il 23 marzo 2017, analizza una serie di

parametri che in parte sono gli stessi per i quali si hanno i dati anche dalla centralina presso lo STIR

(Tabella 9).

Inoltre analizza anche i seguenti parametri:

- Per gli ossidi di azoto fornisce dati separati per: NO; NO2; NOx.

- Per xilene fornisce dati separati per: mp-xilene e o-xilene.

Dopo alcuni giorni dalla messa in funzione, la stazione mobile ha iniziato a fornire i primi dati dopo un

periodo iniziale necessario a verificare il corretto funzionamento e a garantire la validazione dei dati

analitici. E’ interessante sottolineare che i dati (consultabili al seguente link:

http://www.arpacampania.it/web/guest/1099) sono forniti per ogni ora e questo permette di condurre

un’analisi più approfondita e di verificare eventuali correlazioni causa-effetto in caso di criticità riscontrata.

Il primo blocco dati sulle polveri PM10 e PM2,5 pubblicati si riferiscono al periodo che va dal 28/03/2017 al

16/04/2017.

Il secondo blocco di dati pubblicati il giorno 30/05/2017 si riferisce al periodo che va dal 17/04/2017 al

28/05/2017

Il terzo blocco arriva fino al giorno 08/06/2017

L’ultimo blocco non pubblicato comprende i risultati dell’analisi fino al giorno 30/06/2017.

Dal giorno 04/07/2017 la stazione mobile, in accordo con i responsabili dell’ARPAC, è stata spostata nel

parcheggio della scuola Perla in via Achille Grandi per continuare la raccolta di dati sulla qualità dell’aria

in un’altra zona della città.

Complessivamente alla data del 08/06/2017 i dati si riferiscono a 63 giorni completi (valore disponibile per

ogni ora/giorno = 24 valori), ed altri 13 giorni validi ai fini del calcolo della media giornaliera (la copertura

giornaliera deve riguardare almeno 18 ore su 24) nel periodo che va dal 28 marzo all’8 giugno; in tutto 76

valori medi giornalieri nel periodo 28/03/2017- 08/06/2017. Per gli altri sono disponibili valori orari parziali

non utilizzabili ai fini del calcolo medio giornaliero e solo per 5 giorni non vi è alcun dato.

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PM10 e PM2,5: Si ricorda che la normativa fa riferimento al valore limite di 50 µg/m3 di PM10 intesa

come media giornaliera (nell’arco delle 24 ore)

Dalla media giornaliera calcolata sui valori pubblicati possiamo dire che tale limite è stato superato una

sola volta nel periodo monitorato in data 12 maggio 2017 (PM10 = 104 µg/m3). Comunque questo valore

alto è stato provocato dall’evento particolare legato al fenomeno delle polveri sahariane come documentato

dal sito “meteoarpac.it” (Qualità dell’aria – Eventi polveri sahariane). A conferma di ciò si può verificare

ad esempio che nello stesso giorno si sono riscontrate alte concentrazioni in tutti i siti che ospitano impianto

di trattamento dei rifiuti monitorati dall’ARPAC (Tabella 10).

Il fenomeno suddetto ha determinato un aumento della concentrazione delle polveri a partire dalla serata

del giorno precedente. In particolare si è registrato il valore di 108 µg/m3 e 104 µg/m3 di PM10

rispettivamente allo STIR e al Commissariato. Nel Grafico 1 viene riportato l’andamento dei valori medi

orari di PM2,5, PM10 e NOx registrati dalla stazione mobile ubicata al Commissariato, nell’arco delle 24

ore del giorno 12 maggio. I valori di PM10 superano i 50 µg/m3 a partire dalle ore 07:00; nel giorno

successivo per la fascia oraria 01:00-08:00 non sono disponibili dati validati ma probabilmente i valori sono

rimasti al di sopra del limite in quanto dalle ore 09:00, quando la concentrazione risultava 64 µg/m3, i valori

sono scesi gradualmente al di sotto del valore limite, a dimostrazione che il fenomeno delle polveri

sahariane andava esaurendosi.

E’ interessante sottolineare che i valori di NOx, che normalmente seguono un andamento simile a quello di

PM10, non aumentano nella fascia oraria in cui si registrano i valori più alti delle concentrazioni delle

polveri.

Nell’intero periodo di funzionamento della stazione mobile, il valore medio orario e giornaliero più alto è

stato 153,8 µg/m3 di PM10 alle ore 07:00 del 30 marzo (giovedì) con una media giornaliera (riferita allo

stesso giorno) di 48,3 µg/m3 di PM10. E’ da evidenziare che nello stesso giorno si è registrato un valore

alto presso lo STIR con il superamento del limite (55 µg/m3 di PM10).

Per quanto riguarda i valori medi/orari si sono verificati diversi superamenti del valore limite di 50 µg/m3

di PM10 ma il dato quantitativo di tale superamento nella maggior parte dei casi è relativamente modesto.

Una parte dei dati finora disponibili sono stati elaborati per cercare eventuali correlazioni rispetto

all’andamento orario giornaliero e rispetto ad altri inquinanti tipici emessi durante i processi di combustione

quali NOx e benzene. In particolare la quantità di benzene emessa dipende maggiormente dalla combustione

negli impianti di riscaldamento piuttosto che dal traffico veicolare leggero.

Sono stati quindi riportati in un grafico i valori medi orari per PM10, PM2,5 , NOx e benzene selezionando

alcuni giorni in cui si sono registrati i valori medi giornalieri più alti. Giorno 30 marzo (Grafico 2 e Grafico

2bis); giorno 31 marzo (Grafico 3 e Grafico 3 bis); giorno 20 aprile (Grafico 4 e Grafico 4bis).

L’elaborazione grafica relativa anche ad altri giorni è riportata nel file “Grafici_Relazione_Polveri

SMCV.docx” che può essere considerato parte integrante di questa relazione.

Si può notare come nell’intorno della fascia oraria in cui è stato registrato il valore di PM più alto sono stati

riscontrati alti valori anche per gli NOx e il benzene che sono inquinanti tipicamente emessi dai processi di

combustione di idrocarburi (processi civili, industriali e autoveicoli).

Altro aspetto interessante da sottolineare è il rapporto tra le concentrazioni PM2,5/PM10 che varia durante

l’anno e può raggiungere il valore 0,6-0,7 (PM 2,5 = 60-70% rispetto a PM10) quando è alto il contributo

del traffico veicolare leggero e delle caldaie ad uso domestico. Queste condizioni sono più facilmente

verificate nei periodi invernali mentre in primavera-estate aumenta il contributo della frazione con diametro

> 2,5 µm.

Confronto Città-STIR

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In una prima elaborazione dei dati della stazione mobile in città è stato calcolato il valore medio giornaliero

e successivamente confrontato con lo stesso valore registrato, per lo stesso parametro, presso lo STIR;

l’elaborazione è contenuta nel file “STIR_Commissariato_sintesi” che è parte integrante della presente

relazione.

L’elaborazione grafica ha permesso di evidenziare che:

a) la concentrazione media giornaliera di PM10 risulta leggermente più alta allo STIR (Grafico 5 -

Confronto PM10);

b) la concentrazione media giornaliera di PM2,5 risulta mediamente più alta in città (Grafico 6 -

Confronto PM2,5);

c) il rapporto PM2,5/PM10 risulta mediamente più alto in città (Grafico 7 - PM –SMCV; Grafico 8 -

PM -STIR);

d) I dati forniti dall’ARPAC comprendono anche le concentrazioni di benzene (Grafico benzene/STIR

ARPAC) relative al mese di maggio, da cui risulta un valore particolarmente alto nel giorno 17

maggio con il picco massimo alle ore 15:00. Questo dato è stato confrontato con le concentrazioni

medie orarie rilevate dalla stazione mobile al Commissariato nello stesso giorno (Grafico

benzene/STIR mercoledì 17 maggio). Non risulta alcuna correlazione tra i valori delle

concentrazioni registrati nei due siti.

8

9

10

11

12

13

14

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

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120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

01:0003:0005:0007:0009:0011:0013:0015:0017:0019:0021:0023:00

Grafico 1_venerdì 12 maggio - polveri sahariane -Commissariato SMCV

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

15

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

Grafico 2 - giovedì 30 marzo

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

1,6

1,8

Grafico 2bis - giovedì 30 marzo benzene [µg/m³]

16

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

Grafico 3 - venerdì 31 marzo

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

1,6

1,8

2,0

Grafico 3bis - venerdì 31 marzo benzene µg/m3

17

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

Grafico 4 - giovedì 20 aprile

PM10 [µg/m³] PM2,5 [µg/m³] NOx [µg/m³]

0,0

0,1

0,1

0,2

0,2

0,3

0,3

0,4

Grafico 4bis - giovedì 20 aprile benzene µg/m3

18

0,05,0

10,015,020,025,030,035,040,045,050,055,060,065,070,075,080,085,090,095,0

100,0105,0110,0115,0

µg/

m3

giorno

Grafico 5 - Confronto PM10

STIR PM10 SMCV PM10

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

µg/

m3

Grafico 6 - Confronto PM2,5

STIR PM2,5 SMCV PM2,5

19

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

105,0

110,0

µg/

m3

Grafico 7 - PM - SMCV

commissariato PM10 commissariato PM2,5

05

101520253035404550556065707580859095

100105110115

Grafico 8 - PM - STIR

Stir PM2,5 Stir PM10

20

0,0

0,1

0,1

0,2

0,2

0,3

0,3

0,4

0,4

0,5

0,5

01

:00

02

:00

03

:00

04

:00

05

:00

06

:00

07

:00

08

:00

09

:00

10

:00

11

:00

12

:00

13

:00

14

:00

15

:00

16

:00

17

:00

18

:00

19

:00

20

:00

21

:00

22

:00

23

:00

24

:00

Grafico benzene/STIR mercoledì 17 maggio benzene [µg/m³]