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RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI …

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MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Lazio – Abruzzo - Sardegna – Ufficio 3 Tecnico 1 – Via

Monzanbano n° 10 – 00185 Roma

COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA

Viale XXI Aprile, 51 - 00162 Roma

Lavori di Adeguamento Funzionale ed Impianti

Eliminazione delle barriere architettoniche ed Adeguamento Antincendio

della caserma “PIAVE” blocco “B-C” e porzione basamentale blocco “D-A”

IMES04- Impianti Elettrici e Speciali - Relazione Tecnica 2/47

RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

LAVORI DI

ADEGUAMENTO FUNZIONALE ED IMPIANTI

ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE ED

ADEGUAMENTO ANTINCENDIO

DELLA CASERMA “PIAVE” BLOCCO “B-C”

E PORZIONE BASAMENTALE BLOCCO “D-A”

PROGETTO ESECUTIVO

IMPIANTI MECCANICI ELETTRICI E SPECIALI

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IMES04- Impianti Elettrici e Speciali - Relazione Tecnica 3/47

INDICE

1. PREMESSA .......................................................................................................................... 4

2. INDIVIDUAZIONE DELLE LAVORAZIONI E DELLE FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA .............................................................................................................................. 5

3. FASE 0 .................................................................................................................................. 8

3.1 Rimozione del gruppo elettrogeno esistente ed Installazione di nuovo gruppo

elettrogeno 8

3.2 Sostituzione del quadro elettrico di media tensione 8

3.3 Sostituzione dei trasformatori 11

3.4 Sostituzione dei cavi di media tensione 11

3.5 Installazione di un nuovo QGBT 11

3.6 Installazione NUOVI UPS di piano 13

3.7 Sostituzione quadri di smistamento 14

3.8 Rimozione ed installazione ascensori 15

3.9 fasi di intervento ai piani (da Fase 1 a Fase 5) 16

3.10 Impianti elettrici 18

3.10.1 Quadri elettrici di zona .......................................................................................................... 18

3.10.2 Le linee di alimentazione secondarie .................................................................................... 19

3.10.3 Circuiti terminali ................................................................................................................... 19

3.11 Impianti Speciali 20

3.11.1 Cablaggio strutturato ............................................................................................................. 20

3.11.2 Impianto rilevazione incendi ................................................................................................. 20

3.11.3 Impianto TV centralizzato .................................................................................................... 21

4. FASE 5 PIANO BASAMENTALE BLOCCHI “A” E “D” ................................................... 23

FASE 6 ....................................................................................................................................... 26

4.1 Sistema di gestione impianti elettrici 26

4.2 Sistema di gestione illuminazione di emergenza 28

4.3 Gestione illuminazione normale centralizzata 29

4.4 Sistema di gestione centralizzata dell’impianto rilevazione incendi 31

4.5 Impianto di diffusione sonora per l’evacuazione di emergenza 32

5. NORMATIVE DI RIFERIMENTO PER GLI IMPIANTI ELETTRICI .................................... 33

5.1 Distribuzione 33

5.1.1 Cavi e condutture .................................................................................................................. 33

5.1.2 Distribuzione con posa a parete ............................................................................................ 36

5.2 Protezioni 37

5.2.1 Impianto di terra .................................................................................................................... 37

5.3 Protezione contro i contatti diretti ed indiretti 39

5.3.1 Riferimenti normativi ............................................................................................................ 39

5.3.2 Protezione contro i contatti diretti ......................................................................................... 39

5.3.3 Protezione contro i contatti indiretti ...................................................................................... 40

5.4 Sistemi di canalizzazione 43

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1. PREMESSA

La seguente relazione ha lo scopo di descrivere gli interventi, previsti nel PROGETTO ESE-

CUTIVO, che dovranno essere realizzati per:

la sostituzione del gruppo elettrogeno che alimenta la sezione preferenziale del QGBT;

il rifacimento della cabina MT/BT posta a servizio della caserma e della zona polivalente com-

presa la sostituzione dei cavi MT tra cabina ente erogatore e quadro MT ;

l’installazione di nuovi UPS di piano per l’alimentazione della sezione di continuità del quadri

di zona (UPS alimentati da sezione preferenziale quadri di piano);

la realizzazione degli impianti elettrici e speciali posti a servizio dei veri ambienti presenti nei

piani dei blocchi “B” e “C” della caserma “PIAVE”;

l’adeguamento degli impianti elettrici e speciali di quella parte del piano basamentale dei bloc-

co “D” e “A” destinata ad archivi.

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2. INDIVIDUAZIONE DELLE LAVORAZIONI E DELLE FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA

Gli interventi suddetti sono stati suddivisi in più fasi lavorativi ed ogni fase è stata organizzato

in modo tale da:

essere completamente indipendente rispetto agli altri;

garantire la funzionalità della struttura nelle zone occupate dal personale e non direttamente in-

teressate dai singoli blocchi lavorativi.

Vengono di seguito riportati le varie fasi di lavorazione i blocchi ad essi corrispondenti e gli

ambienti interessati:

FASE 0 Locali tecnici Tale fase lavorativa interesserà i seguenti locali

tecnici:

Tale fase lavorativa interesserà i seguenti locali

tecnici:

zona polivalente:

locale cabina MT/BT (POWER CENTER);

locale gruppo elettrogeno

centrale termica

centrale termo frigorifera

sottocentrale produzione acqua calda sanitaria

sottocentrale produzione acqua calda sanitaria cu-

cina

copertura edificio C (scale C1 e C2; scale C3 e C4)

piano basamentale blocco B:

locale sottoquadro di smistamento

locale sottocentrale termo frigorifera

locale tecnico ascensore

piano basamentale blocco C:

locale sottoquadro di smistamento

locale sottocentrale termo frigorifera

locali tecnici ascensore

tutti i piani blocco B

vano corsa ascensore

locali tecnici di piano

zona di sbarco ascensore

tutti i piani blocco C

vano corsa ascensori

locali tecnici di piano

zona di sbarco ascensori

FASE 1 Blocco B piano Terzo La fase lavorativa interesserà i locali tecnici di pia-

no e locali destinati ad uffici, apparati di rete e ser-

vizi igienici

Blocco C piano Terzo Locali tecnici di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco C piano secondo Locali tecnici di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco C piano secondo

Centrale operativa

Centrale operativa e locali ad essa annessi

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FASE 2 Blocco B piano rialzato Locali tecnici di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco C piano rialzato Locali tecnici di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

FASE 3 Blocco B piano secondo Locali tecnici di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

FASE 4 Blocco B piano primo Locale tecnico di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco C piano primo Locale tecnico di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

FASE 5 Blocco B piano basamentale Locale tecnico di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco C piano basamentale Locale tecnico di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco A piano basamentale Locale tecnico di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici

Blocco D piano basamentale Locale tecnico di piano e ambienti destinati ad uffi-

ci, apparati di rete e servizi igienici C

FASE 6 Locali tecnici dei vari piani e locale presidiato

Nell’elaborato IMES01 sono riportate le planimetrie dell’edifico con evidenziati le fasi e le zo-

ne suddette.

La Fase 0 dei lavori comprenderà tutte le opere necessarie:

alla rimozione del gruppo elettrogeno esistente a servizio della sezione preferenziale del Power

Center (QGBT) ed all’installazione di un nuovo gruppo elettrogeno, dotato di cofanatura inso-

norizzante;

al rifacimento della Cabina MT/BT ed alla posa in opera del nuovo QGBT, compresa la sosti-

tuzione dei cavi MT tra cabina ente erogatore e quadro MT;

alla realizzazione:

del passaggio dei cavi elettrici di alimentazione tra QGBT e quadri di smistamento blocco B e

C

dei collegamenti tra le colonne montanti e le sottocentrali

alla posa in opera

della canala metallica per il passaggio in verticale ed orizzontale dei cavi di alimentazione tra

Quadri di smistamento e quadri di piano

della canala metallica per il passaggi verticale ed orizzontale dei cavi di alimentazione degli

impianti speciali

della distribuzione principale tra quadri elettrici e utenze finali

alla rimozione e alla nuova installazione degli ascensori a servizio del blocco B e C.

Le Fasi 1, 2, 3, 4 e 5 comprenderanno per ogni singolo blocco tutte le opere necessarie:

alla realizzazione dei locali tecnici di piani tramite fornitura e posa in opera di quadri elettrici,

armadi rack, centraline di rilevazione incendi, unità di trattamento aria, ecc.

alla realizzazione della distribuzione orizzontale per quanto riguarda:

la distribuzione secondaria degli impianti elettrici tra il quadro di piano e le scatole di deriva-

zione e tra:

queste e le postazioni di lavoro poste all’interno dei vari ambienti;

queste e i corpi illuminanti

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IMES04- Impianti Elettrici e Speciali - Relazione Tecnica 7/47

la distribuzione secondaria degli impianti speciali, quali cablaggio strutturato dati e telefono,

impianto di rilevazione incendi, impianto TV, impianto di diffusione sonora scopo di evacua-

zione;

all’installazione degli elementi terminali quali:

postazioni di lavoro

punti prese e relativo frutto

punto comando e relativo frutto

prese TV

rilevatori di fumo

pulsanti d’allarme

targhe ottico/acustiche

elettromagneti

comandi per serrande tagliafuoco

diffusori audio

La Fase 5 dei lavori oltre alle opere necessarie al rifacimento dei blocchi B e C del piano ba-

samentale comprenderà tutte le opere necessarie alla realizzazione degli impianti elettrici e spe-

ciali da porsi a servizio dei blocchi A e D del suddetto piano quali:

impianto FM

impianto illuminazione normale e di emergenza

impianto dati e TP

impianto di rilevazione e allarme incendio ambienti uffici e corridoio.

La Fase 6 dei lavori comprenderà tutte le opere necessarie alla realizzazione, programmazione

e messa in servizio e collaudo degli impianti di gestione e supervisione quali:

sistema di supervisione impianto di rilevazione e allarme incendi

sistema di supervisione degli impianti elettrici

sistema di gestione dell’illuminazione normale

sistema di gestione dell’illuminazione d’emergenza

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IMES04- Impianti Elettrici e Speciali - Relazione Tecnica 8/47

3. FASE 0

3.1 RIMOZIONE DEL GRUPPO ELETTROGENO ESISTENTE ED INSTAL-LAZIONE DI NUOVO GRUPPO ELETTROGENO

Il gruppo elettrogeno attualmente a servizio della Caserma “PIAVE” è costituito oltre che dalla

macchina stessa anche da un radiatore remoto installato sul lato del campo sportivo. Tale grup-

po elettrogeno, per i motivi evidenziati nella relazione illustrativa (elaborato IMES02) verrà

rimosso e all’interno del locale gruppo elettrogeno si provvederà ad installare un nuovo gruppo

monoblocco afonizzato con Tensione: 400/230V Trifase, velocità: 1500 giri/min, Frequenza:

50 Hz e Cosphi: 0,8.

Il quadro necessario allo scambio sarà automatico da montare a pavimento per gruppo elettrogeno

con commando remoto telecommutazione rete/gruppo con interruttore magnetotermico 4P 1250A

completo di bobina di sgancio, caricabatterie 10A 24Vdc, pulsante di emergenza, buzzer per allarme

acustico. Il quadro avrà grado di protezione IP55 e permetterà la completa gestione in automa-

tico e manuale del gruppo elettrogeno e della rete elettrica, con comando remoto della commu-

tazione. Tutti i parametri della rete elettrica verranno monitorati e in caso di anomalia verrà

immediatamente avviato il generatore. Quando la tensione sarà nei limiti impostati verrà co-

mandata la chiusura del contattore di gruppo.

Durante il funzionamento il motore e l’alternatore verranno costantemente controllati e qualsia-

si anomalia potrà, oltre ad essere indicata nel display, anche fermare il generatore. Al rientro

nei parametri della rete elettrica verrà comandata la chiusura del contattore di rete e la riapertu-

ra di quello di gruppo. Il generatore verrà fermato trascorso un tempo di raffreddamento.

Il gruppo inoltre sarà dotato di pompa di estrazione olio motore. Il sistema di alimentazione sa-

rà costituito da serbatoio giornaliero a bordo da 120 litri, una elettropompa per riempimento au-

tomatico del serbatoio giornaliero da cisterna di stoccaggio esterna al G.E., una pompa a mano

di riserva all'elettropompa per ricarica manuale.

Per il corretto funzionamento del gruppo elettrogeno come si evince dall’elaborato grafico IES

29 si provvederà inoltre a :

sostituire il tratto orizzontale della canna fumaria di espulsione fumi

collegare il gruppo elettrogeno al serbatoio gasolio posto nel locale attiguo

aumentare la superficie di aereazione naturale a servizio del locale

rifare l’impianto elettrico di illuminazione a forza motrice a servizio del locale, nonché

l’impianto di ventilazione forzata.

3.2 SOSTITUZIONE DEL QUADRO ELETTRICO DI MEDIA TENSIONE

Gli interruttori attualmente installati nel quadro di media tensione sono a volume di olio ridotto

che rispetto alla norma CEI 0-16 hanno tempi di apertura troppo lenti. Tali interruttori non es-

sendo adeguabili alla normativa vigente e pertanto il Quadro di Media Tensione dovrà essere

sostituito.

L’intervento verrà organizzato in modo da minimizzare i disagi sul personale lavorativo. In par-

ticolate si procederà in un primo intervento di due giorni non lavorativi in cui sostituire il qua-

dro di media tensione, utilizzando il gruppo elettrogeno.

In nuovo quadro di media tensione verrà posizionato nella stesso posizione del quadro attual-

mente esistente per permettere la connessione dello stesso ai trasformatori presenti.

Le caratteristiche del quadro di media tensione da installare sono riportate di seguito.

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Tensione nominale kV 17,5

Tra le fasi verso massa KV 50 Hz / 1

mn

38

Sul sezionamento 45

Tra le fasi verso massa 1 kV picco

1,2/50 µs

95

Sul sezionamento 110

Corrente nominale delle sbarre A 800

Corrente nominale Interruttore A 800

Corrente di breve durata kA/1s 16

Tenuta Arco interno (AFLR) kA/1s 16

Il Quadro dovrà essere di tipo modulare ed ampliabile in sito in entrambi i lati. Le unità funzio-

nali, prefabbricate, verranno assiemate fra loro sul posto di impiego.

Le unità funzionali dovranno avere i seguenti gradi di protezione:

Involucro esterno: IP 3X

Diaframmi interni fra compartimenti: IP 20

Impatto meccanico: IK 08

Le unità funzionali saranno di tipo LSC2A (loss of service continuity) e PI (Partition Class)

come definite dalla norma CEI EN 62271-200. Dovranno essere costituite da due compartimen-

ti elettricamente indipendenti e da una cella di Bassa Tensione :

Compartimento sbarre omnibus

Compartimento apparecchiature MT

Il compartimento sbarre sarà situata nella parte superiore dell’unità funzionale; tutte i compar-

timenti saranno accessibili dal fronte o dall’alto dello scomparto.

L'arrivo dei cavi MT viene realizzato nella parte inferiore di ogni unità funzionale, oppure se

presente nel cassonetto arrivo cavi dall’alto.

Il collegamento dei cavi MT verrà effettuato dal lato anteriore o dal tetto dell’unità funzionale.

I terminali dei cavi dovranno essere collegati mediante bulloni.

L'accesso al compartimento di collegamento dei cavi MT dipenderà dalla preventiva chiusura

del sezionatore di messa a terra dei cavi oppure, ove non presente, dovrà essere prevista oppor-

tuna targa monitoria sulla copertura.

I test dovranno essere eseguiti secondo la norma CEI EN 62271-200 allegato A criteri da 1 a 5,

accessibilità classe A “accessibilità limitata al personale autorizzato”

La certificazione dovrà essere IAC AFLR come descritto nella normativa citata al fine di assi-

curare la massima protezione e sicurezza agli operatori.

Le unità funzionali dovranno essere del tipo "apparecchiatura con involucro metallico" secon-

do la definizione della norma CEI EN 62271-200.

Le unità funzionali dovranno essere affiancabili e modulari in modo da permettere eventuali

futuri ampliamenti sui lati del quadro.

Tutta la struttura metallica delle unità funzionali salvo le parti in lamiera zincata a caldo do-

vranno essere verniciate in modo da offrire un’ottima resistenza all’usura.

Al fine di garantire l'efficienza e l'affidabilità dell'intera unità funzionale, tutte le apparecchiatu-

re di potenza (interruttore, contattore, sezionatore di terra) e di misura/protezione (relè, TA,

TV…) dovranno obbligatoriamente essere realizzate dallo stesso costruttore del quadro.

Tutti i comandi delle apparecchiature dovranno essere posizionati sul fronte dell’unità funzio-

nale.

Ogni interruttore del QMT sarà progettato in conformità alla norma CEI EN 62271-100. Il

mezzo di interruzione usato sarà l’esafluoruro di zolfo con polo in pressione secondo il concet-

to di "sistema sigillato a vita" in accordo alla normativa CEI EN 62271-1. Sarà oggetto di rap-

porti di prove emessi da un laboratorio riconosciuto e accreditato da un organismo internazio-

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nale. In ogni caso l'interruttore ed il suo dispositivo di comando dovranno verificare come mi-

nimo le seguenti caratteristiche di durata:

Numero di operazioni: 10 000.

Numero di interruzione alla corrente nominale : 10 000.

Invece l’interruttore di manovra-sezionatore (IMS) – Sezionatore dovrà essere conforme alle

norme CEI EN 60265-1. Il sezionatore dovrà essere conforme alle norme CEI EN 62271-102.

Entrambe le apparecchiature dovranno avere doppio sezionamento ed essere contenute in un

involucro "sigillato a vita”, (CEI EN 62271-1) di resina epossidica, il mezzo di interruzione

dovrà essere il gas SF6. Il sezionatore dovrà avere a tre posizioni, Chiuso sulla linea, - Aperto, -

Messo a terra. Il potere di chiusura della messa a terra dell'IMS sarà uguale a 2.5 volte la cor-

rente nominale ammissibile di breve durata. Dovrà essere possibile verificare visivamente la

posizione dell'IMS o sezionatore a vuoto tramite un apposito oblò. I comandi dei sezionatori

saranno posizionati sul fronte dell'unità funzionale. Gli apparecchi saranno azionabili mediante

una leva asportabile e con sistema “anti-reflex” in modo da assicurare la sicurezza degli opera-

tori.

Infine per il sezionatore di terra, i cavi MT dovranno essere messi a terra per mezzo di un se-

zionatore di terra conforme alle norme CEI EN 62271-102. Dovrà essere possibile verificare

visivamente la posizione del sezionatore di terra tramite un apposito oblò. I comandi del sezio-

natore di terra saranno posizionati sul fronte dell'unità funzionale. L’apparecchio dovrà essere

azionabile mediante una leva asportabile e con sistema “anti-reflex” in modo da assicurare la

sicurezza degli operatori. La manovra del sezionatore di terra potrà essere impedita mediante

blocchi a chiave o l’uso di uno o più lucchetti.

Il sistema di Protezione e Controllo sarà caratterizzato con unità funzionali che dovranno essere

dotate di complessi multifunzionali del tipo a microprocessore.

I trasformatori di corrente saranno trasformatori convenzionali in conformità alle norme inter-

nazionali e realizzati in resina epossidica.

L’interruttore ed i sezionatori dovranno poter essere bloccati in una qualsiasi delle loro posi-

zioni mediante serrature a chiave e/o lucchetti.

Le unità funzionali saranno dotate di tutti gli interblocchi necessari per prevenire errate mano-

vre che potrebbero compromettere oltre che l'efficienza e l'affidabilità delle apparecchiature, la

sicurezza del personale addetto all'esercizio dell'impianto.

In particolare saranno previsti i seguenti interblocchi:

blocco a chiave tra l’interruttore e il sezionatore di linea, l'apertura del sezionatore di linea sarà

subordinata all'apertura dell'interruttore

blocco meccanico tra sezionatore di linea e sezionatore di terra. La chiusura del sezionatore di

terra sarà subordinata all'apertura del sezionatore di linea e viceversa

blocco meccanico tra il sezionatore di terra e il pannello asportabile di accesso. Sarà possibile

togliere il pannello di accesso solo a sezionatore di terra chiuso.

Le serrature di interblocco saranno a matrice non riproducibile in unica copia.

Tutte le operazioni di comando delle apparecchiature dovranno essere effettuate utilizzando un

solo modello di leva.

Il prodotto dovrà essere certificato per le seguenti prove:

Prova di tenuta dielettrica ad impulso.

Prova di tenuta dielettrica alla frequenza industriale.

Prova di riscaldamento.

Prova di tenuta alla corrente di breve durata ammessa (sia sul circuito di potenza che su quello

di terra).

Prova di durata meccanica (interruttore e sezionatori).

Verifica del grado di protezione.

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Verifica del potere di interruzione e di chiusura degli interruttori.

Verifica del potere di stabilimento del sezionatore di terra

Prova di tenuta all’arco interno

Le prove saranno effettuate in accordo alle corrispondenti norme CEI/IEC.

3.3 SOSTITUZIONE DEI TRASFORMATORI

A seguito della necessità di adeguarsi alle prescrizioni dell’ente distributore ovvero al passag-

gio di tensione da 8,4 kV a 20 kV, si sostituiranno i trasformatori esistenti ormai datati con tra-

sformatori a doppio avvolgimento in grado di lavorare alle due tensioni suddette. Si procederà a

sostituire i trasformatori in modo tale da far rientrare la maggior parte delle lavorazioni in gior-

nate lavorative ordinarie. Attualmente la cabina MT/BT è costituita da n° 5 trasformatori da

1250kVA di cui soltanto due lavorano contemporaneamente, gli altri due sono di ridondanza e

l’ultimo di riserva; si procederà per tanto:

rimozione trasformatore di riserva;

installazione di un nuovo trasformatore;

rimozione di due trasformatori;

installazione di due nuovi trasformatori;

realizzazione della connessione tra i nuovi trasformatori e il QGBT (quadro generale di bassa

tensione);

fuori servizio per scollegare i vecchi trasformatori e realizzare la connessione con i due nuovi

trasformatori al QMT (quadro di media tensione);

rimozione degli altri due trasformatori datati;

installazione degli ultimi due trasformatori a doppio avvolgimento.

3.4 SOSTITUZIONE DEI CAVI DI MEDIA TENSIONE

Oltre all’installazione di un nuovo quadro MT e dei trasformatori, si dovrà procedere alla sosti-

tuzione dei cavi MT che attualmente collegano la cabina ente erogatore posta su Via Moroni

con il quadro di media tensione presente nel locale MT/BT. I cavi che dovranno essere installati

passeranno attraverso le vie cavo esistenti e saranno del tipo Cavi MT unipolari RG7H1OR

18/30 kV rg7h1r/40 avente una sezione pari a 1x95 mm2.

Una volta effettuata la posa in opera dei nuovi cavi ed il cablaggio degli stessi al nuovo QMT

ed al quadro ente erogatore, effettuato da tecnici di quest’ultimo, si dovrà provvedere alla rimo-

zione dei cavi MT esistenti ed al loro smaltimento.

Per il collegamento tra il nuovo quadro MT ed i nuovi trasformatori verranno utilizzati cavi MT

unipolari RG7H1OR 18/30 kV rg7h1r/40 avente una sezione pari a 1x50 mm2.

3.5 INSTALLAZIONE DI UN NUOVO QGBT

Per l’installazione del nuovo QGBT (Power Center) sarà necessario suddividere i lavori in mo-

do da creare il minimo disagio possibile. In particolare occorrerà disporre il nuovo quadro elet-

trico in modo tale da poter effettuare le connessioni con i cavi esistenti. Si predisporrà non il

distacco totale del vecchio QGBT e la messa in funzione del nuovo in un unico intervento, ma

verrà previsto un quadro provvisorio che consentirà di alimentare mediante gruppo elettrogeno

sia il vecchio che il nuovo QGBT permettendo cosi di sezionare i singoli interruttori presenti

sul POWER CENTER esistente e ricollegarli al nuovo QGBT. L’intervento verrà effettuato in

tre differenti fasi, tale scelta è dettata dalla necessità di utilizzare i giorni festivi in modo da non

arrecare gravie disservizi e disagi durante i giorni lavorativi. Queste fasi di lavorazione vista la

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delicatezza el’importanza dell’intervento dovranno tutte essere concordate con la committente e

quindi solo dopo la loro approvazione si potrà procedere all’intervendo.

Si procederà quindi:

Installazione delle linee cavo dell’alimentazione primaria per SQMA e QSMB;

Installazione QGBT parte alimentazione normale;

Cablaggio dei vari interruttori con la nuova alimentazione primaria normale;

Messa fuori servizio degli interruttori presenti nella parte di alimentazione normale del QGBT

esistente e messa in funzione del nuovo QGBT parte normale;

Connessione delle nuove linee primarie sotto alimentazione preferenziale ai vari quadri di smi-

stamento e dei vari locali tecnici esistenti;

Smaltimento della parte di QGBT fuori servizio;

Installazione QGBT parte alimentazione preferenziale;

Cablaggio dei vari interruttori con la nuova alimentazione primaria preferenziale;

Messa fuori servizio della parte di alimentazione preferenziale del QGBT esistente e messa in

funzione del nuovo QGBT parte preferenziale;

Connessione delle nuove linee primarie sotto alimentazione preferenziale ai vari quadri di smi-

stamento e dei vari locali tecnici esistenti;

Smaltimento della parte di QGBT parte preferenziale fuori servizio;

Messa fuori servizio degli interruttori presenti nella parte continuità del QGBT esistente

Cablaggio dei vari interruttori con la nuova alimentazione primaria preferenziale;

Smaltimento della parte di QGBT esistente parte continuità fuori servizio;

Inoltre all’interno del locale cabina MT/BT verranno eseguite le seguenti lavorazioni:

rimozione dell’impianto elettrico esistente e rifacimento dello stesso;

realizzazione di un nuovo impianto di condizionamento e di ventilazione forzata;

verifiche e collaudo.

Il QGBT avrà le seguenti caratteristiche tecniche:

Corrente nominale nelle sbarre A 4000

Corrente di corto circuito kA 100

Frequenza Hz 50/60

Sbarre (3F o 3F + N) 3F+N

Materiale P-Bloc Lamiera 15-20/10

Verniciatura esterna RAL 9002 Bucciato

Grado di protezione esterno (IP) 31

Grado di protezione interno (IP) 2X

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3.6 INSTALLAZIONE NUOVI UPS DI PIANO

A servizio della Caserma Piave e della zona polivalente verranno installati per ciascun piano un

UPS che andrà ad alimentare le postazioni sotto continuità assoluta di ciascun blocco. Il quadro

del blocco B di ciascun piano ospiterà la partenza per l’ingresso all’UPS di piano da sezione

preferenziale; invece le due uscite in parallelo dell’UPS andranno ad alimentare una la sezione

di continuità assoluta del quadro di piano del blocco B e l’altra quella del quadro di piano de

blocco C.

In particolare verranno installati i seguenti UPS:

n° 4 UPS da 80 kVA a servizio dei piani basamentale, rialzato, primo, secondo dei blocchi B e

C;

n° 1 UPS da 40 kVA a servizio del piano terzo dei blocchi B e C;

n° 3 UPS da 10 kVA a servizio:

del piano basamentale blocco A;

del piano basamentale blocco D;

del piano secondo blocco C locale sala controllo e locali annessi.

Ciascun UPS avrà un autonomia di 15 minuti.

Al tempo stesso verrà predisposto sul QGBT una sezione di continuità per la futura realizzazio-

ne della linea di continuità centralizzata.

Suddetti UPS verranno installati nel locale tecnico posto ai piani in prossimità dei quadri del

blocco B. infatti su ciascun quadro blocco B verrà installata la partenza da linea preferenziale

per l’alimentazione dell’UPS di piano che presenterà due uscite in per alimentare le sezioni di

continuità dei quadri blocco B e C.

Ogni il sistema UPS sarà costituito da 1 UPS, con modalità di funzionamento a doppia conver-

sione e conformi alla categoria VFI della normativa 62040.

Ogni modulo UPS avrà una potenza unitaria di 80, 40 o 10 kVA e sarà composto dalle seguenti

apparecchiature:

◗ un raddrizzatore caricabatterie

◗ un inverter

◗ una batteria

◗ un sistema di gestione delle batterie

◗ un bypass statico (contattore statico) fornito su ogni unità

◗ un bypass di manutenzione fornito su ogni unità

◗ un'interfaccia utente di comunicazione fornito su ogni unità.

Il sistema UPS comprenderà inoltre tutte le altre apparecchiature necessarie al funzionamento e

alla manutenzione

in assoluta sicurezza, compresi gli interruttori, i sezionatori, ecc.

Il sistema di UPS dovrà garantire ai carichi che saranno collegati alla sua uscita la continuità

della fornitura di un’energia elettrica di qualità conforme a quanto definito nella specifica che

segue, anche in caso di disturbo o di indisponibilità della rete elettrica, entro limiti di autono-

mia legati alla capacità della batteria installata.

Per il funzionamento normale il raddrizzatore caricabatterie alimenterà l’inverter corrisponden-

te con corrente continua e garantirà la carica della batteria. Allo stesso tempo, l’inverter alimen-

terà permanentemente il carico con energia elettrica affidabile ad alta qualità. I moduli UPS

collegati in parallelo si ripartiranno in modo automatico ed uniforme il carico applicato. Un cir-

cuito ad anello di corrente permetterà una ripartizione automatica del carico tra gli UPS in pa-

rallelo.

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Durante il funzionamento in autonomia mediante batteria, in caso di guasto o di un forte dete-

rioramento della rete d’alimentazione, ogni inverter continuerà ad alimentare il carico senza in-

terruzione né disturbi, utilizzando l'energia accumulata nella sua batteria fino ai limiti previsti

dall’autonomia di 15’ a potenza normale. Al ritorno della rete di alimentazione, il raddrizzatore

caricabatterie alimenterà di nuovo il corrispondente inverter, senza interruzione né disturbo

dell’energia fornita al carico, ricaricando automaticamente la propria batteria.

In caso di funzionamento in parallelo e ridondanza, i moduli funzioneranno in parallelo e/o in

ridondanza e si ripartiranno il carico in modo equo. In caso di guasto grave di uno, questi ver-

ranno disaccoppiati automaticamente. Se gli UPS restanti hanno una potenza sufficiente per a-

limentare il carico, rimarranno normalmente in funzione.

Nel caso in cui la potenza disponibile fosse insufficiente, il carico verrà trasferito automatica-

mente e senza interruzione alla rete riserva (Bypass), se quest’ultima rientra nelle tolleranze

ammesse.

In caso di forte sovraccarico generato dal carico (corto-circuito, elevata corrente di spunto,

ecc.), le utenze verranno trasferite sulla rete riserva, in modo immediato ed automatico, senza

interrompere l'alimentazione, purché la rete riserva sia disponibile e rientri nelle tolleranze spe-

cificate; verrà quindi eseguita la sincronizzazione automatica in fase e frequenza di ogni UPS

con la rete di riserva. L'accoppiamento del carico in uscita agli UPS avverrà in modo automati-

co o manuale e sarà effettuato senza interruzione né disturbo per le utenze.

Se richiesto, l'UPS potrà effettuare un trasferimento automatico con micro-interruzione in caso

di guasto grave del sistema UPS con assenza di sincronizzazione della rete riserva.

Per facilitare le operazioni di manutenzione, la totalità dei componenti sarà accessibile dal fron-

te degli armadi. Inoltre verrà fornito un sistema di bypass meccanico (solitamente integrato)

con comando manuale che sarà integrato ad ogni UPS. Per garantire la sicurezza totale di un

intervento in assenza di tensione, questo consentirà di isolare gli UPS pur continuando ad ali-

mentare i carichi tramite la rete riserva. Un dispositivo di isolamento permetterà allo stesso

modo di isolare i raddrizzatori caricabatterie dalla rete di alimentazione.

Per facilitare la manutenzione, la batteria di ogni UPS dovrà poter essere isolata dal raddrizza-

tore caricabatterie e dall’inverter corrispondenti tramite un interruttore magnetotermico e non

sezionatore a fusibili e/o fusibili. In questo caso, l’inverter dovrà continuare ad alimentare il ca-

rico senza interruzione né disturbo, tranne indisponibilità della rete normale di alimentazione.

La batteria di ogni UPS dovrà consentire l’avviamento dell'UPS anche in caso di indisponibilità

della rete di alimentazione normale e la continuità di funzionamento entro i limiti

dell’autonomia nominale.

L’UPS sarà basato sulla tecnologia IGBT e su una modalità di commutazione a frequenza libe-

ra per garantire un'ottima qualità della tensione in uscita ed un rendimento ottimale.

Il sistema UPS verrà dimensionato per alimentare permanentemente un carico di 80, 40 o 10

kVA, con un fattore di potenza uguale a 0,8 e sarà costituito da 1 UPS in configurazione unita-

rio / parallelelabile di potenza unitaria 80, 40 o 10.

3.7 SOSTITUZIONE QUADRI DI SMISTAMENTO

L’interveto interessa principalmente i blocchi B e C che sono caratterizzati per ciascun piano da quadri

elettrici di zona rispettivamente alimentati dal QSM-B e dal QSM-A. Lo stato attuale di questi quadri

non è conforme alle normative vigenti oltre ad avere componenti oramai datate. L’intervento program-

mato interesserà la realizzazione:

• la realizzazione dei nuovi quadri di smistamento

• installazione dei nuovi cavi di alimentazione dal locale cabina MT/BT e quadri di smistamento

• realizzazione dei nuovi passaggi per l’alimentazioni dei quadri di zona dei blocchi B e C

• installazione nuovi cavi e aggiunta della linea di continuità assoluta su ciascun quadro di zona.

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I quadri dovranno essere progettati, assiemati e collaudati in totale rispetto delle seguenti normative:

- CEI EN 60439-1 : “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione

(quadri BT). Parte 1: Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzial-

mente soggette a prove di tipo (ANS)”.

- CEI EN 60529 : ”Gradi di protezione degli involucri (Codice IP)”

- CEI EN 62262 : “Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro im-

patti meccanici esterni (IK)”

I quadri dovranno essere realizzati con montanti in profilati di acciaio e pannelli di chiusura in

lamiera ribordata avente una resistenza agli urti adeguata al luogo di installazione, il riferimen-

to per questo valore è l'indice IK definito nella norma CEI EN 62262, non dovrà essere inferio-

re ad IK07 per i contenitori installati in ambienti ove non sussistano condizioni di rischio di

shock, IK08 ove i rischi comportino eventuali danni agli apparecchi ed IK10 negli ambienti ove

vi siano probabilità di urti importanti. Sul pannello frontale ogni apparecchiatura deve essere contrassegnata da targhette indicatrici

che ne identificano il servizio. Tutte le parti metalliche del quadro dovranno essere collegate a

terra (in conformità a quanto prescritto dalla citata norma CEI EN 60439-1).

I quadri di smistamento saranno caratterizzati da due sezioni distinte:

Alimentazione normale;

Alimentazione preferenziale;

In particolare quadro di smistamento blocco C ospiterà per ciascuna sezione le seguenti parten-

ze:

QE piano basamentale;

QE piano rialzato;

QE piano rialzato;

QE piano primo;

QE piano secondo lato 1;

QE piano secondo lato 2 (centrale operativa);

QE piano terzo;

QE sottocentrale blocco C (solo sezione normale)

Invece per il quadro di smistamento blocco B si avranno per ciascuna sezione:

QE piano basamentale;

QE piano rialzato;

QE piano primo;

QE piano secondo lato;

QE piano terzo;

QE sottocentrale blocco B (solo sezione normale).

3.8 RIMOZIONE ED INSTALLAZIONE ASCENSORI

I blocchi B e C della Caserma Piave sono attualmente serviti da n° 3 ascensori che andranno

sostituiti con 3 nuovi impianti elevatori di tipo oleodinamico.

Gli ascensori che si andranno ad installare sono rispondenti alle norme contemplate dal DPR

268/94 di attuazione della direttiva CEE N. 90/486 relativa agli ascensori elettrici ed idraulici

(EN n. 81.2), dalla Legge 9 gennaio 1989 n. 13, dalla Legge 46/90, dal DPR 24 luglio 1996 n.

503 e dalla Direttiva Ascensori 95/16 CEE del 29 giugno 1995 del Parlamento Europeo e del

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Consiglio, recepita con DPR del 30 aprile 1999 n. 162, da installarsi in edifici non residenziali,

saranno di tipo automatico, ad azionamento idraulico forniti in opera con le seguenti caratteri-

stiche: fermate n. 5; servizi n. 5; con centralina oleodinamica posta in idoneo locale montata su

supporti antivibranti, con vasca di contenimento per eventuali fuoriuscite di olio e completa di

gruppo motore con massimo rapporto di intermittenza fino 43 inserzioni orarie.

Le porte saranno regolate in modo da restare aperte per almeno 8 sec.; chiusura in tempi supe-

riori a 4 secondi; bottoniere interne ed esterne con il bottone più alto al massimo a 1,40 m dal

pavimento; bottoniera interna posta su parete laterale ad almeno 0,35 m dalla porta; pulsanti di

comando con numerazione in rilievo e scritte con traduzione in caratteri Braille; cabina mobile

con segnalazione sonora di arrivo al piano, dotata di citofono posto ad altezza compresa tra

1,10 e 1,30 m dal pavimento munita di mezzo di comunicazione bidirezionale che consente di

ottenere un collegamento permanente con il servizio di pronto intervento, munita di un disposi-

tivo per interdizione della manovra per carico eccessivo e con lampada d'emergenza con auto-

nomia minima di 3 h e linee elettriche nel vano.

Per rimuovere e reinstallare i tre ascensori si dovranno eseguire le seguenti lavorazioni:

delimitazione della zona antistante l’ascensore senza precludere il passaggio delle persone e

l’utilizzo delle scale,

rimozione,

degli apparati presenti nei locali tecnici a servizio dell’ascensore,

delle porte e della cabina ascensore,

delle guide e dell’impianto elettrico a servizio del vano ascensore,

dei cavi di alimentazione impianto elevatore,

passaggio dei cavi elettrici di alimentazione del nuovo impianto elevatore,

realizzazione dell’impianto elettrico a servizio del vano ascensore,

installazione del nuovo impianto elevatore e degli impianti a suo servizio,

collaudo e messa in esercizio dello stesso.

Si potrà intervenire su di un solo ascensore alla volta e si potrà lavorare alla rimozione ed in-

stallazione del successivo impianto elevatore solo una volta rimesso in funzione quello prece-

dente.

3.9 FASI DI INTERVENTO AI PIANI (DA FASE 1 A FASE 5)

I lavori da realizzarsi per l’adeguamento normativo delle aree adibite ad uso uffici, al fine di

creare il minimo disagio al personale lavorativo, verranno eseguiti in funzione dei seguenti fasi:

Fase 1 Zona 1 Blocco B Piano Terzo

Zona 2 Blocco C Piano Terzo

Zona 3 Blocco C Piano Secondo (lato 1)

Zona 4 Blocco C Piano Secondo (lato 2) – Centrale Operativa

Fase 2 Zona 5 Blocco B Piano Rialzato

Zona 6 Blocco C Piano Rialzato

Zona 7 Blocco C Piano Rialzato

Fase 3 Zona 8 Blocco B Piano Secondo

Fase 4 Zona 9 Blocco C Piano Primo

Zona 10 Blocco B Piano Primo

Fase 5 Zona 11 Blocco B Piano Basamentale

Zona 10 Blocco C Piano Basamentale

Per ogni singolo zona dei vari blocchi verranno realizzati i seguenti impianti:

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– Impianto FM

– Impianto illuminazione normale

– Impianto illuminazione di emergenza

– Impianto di rilevazione incendi e diffusione sonora per l’evacuazione

– Impianto dati e fonia

ed eseguite le seguenti lavorazioni:

– rimozione degli impianti elettrici e rilevazione incendi esistenti;

– chiusura di fori delle scatole, porta frutti e ecc. presenti;

– realizzazione delle opere edili necessarie alla realizzazione dell’impianto elettrico (a-

pertura e chiusura tracce, carotaggi, ecc.);

– realizzazione del nuovo impianto elettrico mediante posa in opera essenzialmente di:

• passerella passacavi e scatole di derivazione lungo i corridoi;

• tubi rigidi e/o flessibili, scatole di derivazione , scatole portafrutti e colonne portau-

tenze all’interno dei vari ambienti

• nuovo quadro elettrico costituito da 3 sezioni (Normale, Preferenziale e di Continui-

tà assoluta);

• installazione dell’UPS di piano, se non installato durante le fasi precedenti;

• infilaggio cavi e cablaggio;

• installazione delle postazioni di lavoro (PDL), comando luci, prese, ecc.;

• installazione dei corpi illuminanti

– realizzazione dell’impianto di rilevazione ed allarme incendi mediante posa in opera di:

• passerella passacavi e scatole di derivazione lungo i corridoi (in tale passerella pas-

seranno anche i cavi dati, TP e TV);

• tubi rigidi e/o flessibili per il collegamento dalla cassette di derivazione al punto di

installazione del rilevatore;

• cavo resistente al fuoco schermato e twistato per la realizzazione del nuovo loop an-

tincendio fino alla centralina di piano;

• dispositivi di ingresso/uscita per la gestione delle serrande tagliafuoco, dei pulsanti

di allarme e delle targhe ottico acustiche

• rilevatori di fumo di tipo convenzionali completi di relative gemme nei controsoffit-

ti dei vari ambienti e corridoi ;

• rilevatori di fumo di tipo convenzionali a controsoffitto dei vari ambienti e corridoi

• pulsanti di allarme, targhe ottico acustiche, elettromagneti a servizio delle porte ta-

gliafuoco

• centrale di rilevazione incendi

• apparecchi necessari alla realizzazione dell’impianto di diffusione sonora a scopo di

evacuazione e relativi cavi di alimentazione e collegamento ;

– realizzazione dell’impianto dati e TP a servizio dei vari locali mediante posa in opera

essenzialmente di:

• scatole di derivazione lungo i corridoi;

• tubi rigidi e/o flessibili per il collegamento dalla cassette di derivazione al punto di

installazione delle prese dati e TP;

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• cavi UTP categoria 6

• presa trasmissione fonia RJ11 Cat.6 da inserirsi nelle postazioni di lavoro

• presa trasmissione dati RJ45 Cat.6 da inserirsi nelle postazioni di lavoro

• armadio rack di piano e/o zona

• attestazione tra prese e armadio rack

– realizzazione dell’impianto TV a servizio dei vari locali

– verifiche funzionali e collaudo degli impianti suddetti.

I quadri di zona saranno del tipo da esterno in robusta struttura metallica grado di protezione

esterno IP41 ed interno 2X e saranno suddivisi in:

- sezione normale (N),

- sezione preferenziale (P),

- sezione di continuità assoluta (C).

Gli schemi unifilari e le verifiche CEI, relativi alla distribuzione di un quadro tipico di piano

sono riportati negli elaborati di progetto IES20 e IES22 rispettivamente.

Le postazioni di lavoro (PDL) e/o torrette di lavoro (TPDL) saranno costituite essenzialmente

da:

- n° 2 prese bipasso 10/16 A (alimentate da circuito normale),

- n° 2 prese schuko da 16 A (alimentate da circuito continuità),

- n° 2 prese dati RJ45,

- n° 2 prese telefoniche RJ11 .

Il posizionamento delle postazioni di lavoro e/o torrette di lavoro è riportato negli elaborati di

progetto IES01 dove si riporta le tipologie di ufficio individuate.

3.10 IMPIANTI ELETTRICI

3.10.1 Quadri elettrici di zona

La consistenza dei quadri elettrici secondari di zona, è desumibile dallo schema altimetrico di

progetto e saranno rispondenti alle Norme CEI 17-13. La carpenteria sarà del tipo autoportante

ad armadio per posa a pavimento o parete secondo le dimensioni. La carpenteria sarà comun-

que idonea a contenere tutti gli organi di protezione e sezionamento previsti, e sarà dotata di

portella di chiusura trasparente apribile con chiave, pannelli di chiusura interni rimovibili con

attrezzi ed il suo grado di protezione minimo sarà IP31.

Per i collegamenti da e verso l’impianto i quadri disporranno di appositi vani cavi laterali nei

quali saranno installate e cablate le morsettiere di collegamento circuiti.

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Gli interruttori cablati avranno potere d’interruzione adeguato al valore della corrente di guasto

nel punto di installazione, comunque non inferiore al valore di 10 kA (Icu a 415V).

I quadri saranno dimensionati con uno spazio di riserva di almeno il 20%, per assicurare la pos-

sibilità di installazione di interruttori ed apparecchiature addizionali per utenze future. Per la

protezione delle persone dal pericolo dei contatti indiretti, i circuiti di distribuzione saranno

singolarmente provvisti di elemento di protezione addizionale di tipo differenziale contro il

guasto a terra. La corrente di intervento di tali protezioni sarà pari a 30 mA. Le connessioni

(parti in tensione) saranno accessibili esclusivamente mediante l’apertura della portella per

mezzo di chiavi a serratura e successiva rimozione dei pannelli anteriori con attrezzi.

Ogni quadro sarà corredato di barra di messa a terra di protezione; da questa si deriveranno i

conduttori di protezione (PE) di tutti i singoli circuiti in partenza verso gli utilizzatori ed i con-

duttori per la messa a terra del quadro stesso.

3.10.2 Le linee di alimentazione secondarie

Le linee di alimentazione secondarie, in partenza dalle sezioni dei quadri elettrici di alimenta-

zione, saranno realizzate con cavo multipolare del tipo FG7OM1 0,6/1 kV non propaganti

l’incendio, non propaganti la fiamma e a bassissima emissione di gas corrosivi, tossici e opachi;

posate entro passerelle in filo d’acciaio saldato posate nel controsoffitto. Le linee saranno inter-

rotte per le derivazioni verso i locali da servire, in scatole di derivazione da parete in pvc IP55

fissate alla passerella mediante apposite staffe predisposte dal costruttore.

Le giunzioni dei conduttori saranno realizzate mediante morsetti volanti in materiale isolante.

Da dette scatole saranno derivate le dorsali di alimentazione dei circuiti terminali dei vari locali

che potranno essere realizzate mediante tubi pvc di tipo rigido con all’interno conduttori tipo o

da cavi FG7OM1 posati a vista o in tubo pvc rigido.

Le dorsali avranno sezione minima di mmq 4 per i circuiti FM, mmq 2,5 per i circuiti di illumi-

nazione normale e mmq 1,5 per i circuiti di illuminazione di sicurezza.

Le dorsali termineranno in apposite scatole di derivazioni da incasso o parete dove saranno rea-

lizzate le connessioni con i circuiti terminali.

La sezione delle linee di distribuzione secondaria è costante e tali sezioni sono riportate nella

relazione di calcolo e negli schemi unifilari di progetto dei QE di piano.

3.10.3 Circuiti terminali

I circuiti terminali hanno origine dalle scatole di derivazioni di terminazione delle dorsali. Le

scatole (in materiale pvc) potranno essere del tipo da incasso con coperchio a filo parete nei lo-

cali dove non è previsto controsoffitto ispezionabile, mentre saranno del tipo da parete nei loca-

li dove è previsto controsoffitto ispezionabile.

I circuiti terminali saranno realizzati tutti con tubo pvc rigido fissato in vista a parete/soffitto e

nelle pareti divisorie; i tubi saranno corredati di accessori quali curve, manicotti di giunzione,

raccordi tubo-scatola, raccordi tubo-guaina, ecc..

I percorsi in partenza dalle scatole dovranno essere effettuati principalmente sui soffitti con di-

scese verticali colonne sui cui andranno posizionati le postazioni di lavoro, in tracce su pareti in

laterizio, in corrispondenza delle utenze terminali.

I tubi dovranno essere fissati con particolare cura per impedire nelle fasi di infilaggio disgiun-

zioni e/o deformazioni che rendano tali operazioni difficoltose o addirittura impossibili, tanto

da dover ricorrere a interventi distruttivi delle finiture paretali.

I tubi pvc avranno diametro esterno tale che il diametro interno risulti sempre ≥ di 1,3 volte il

diametro del cerchio circoscritto ai conduttori contenuti, con il minimo di mm. 20.

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della caserma “PIAVE” blocco “B-C” e porzione basamentale blocco “D-A”

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I circuiti terminali saranno realizzati con conduttori tipo N07G9K di sezione minima mmq 2,5

per le prese a spina e di mmq 1,5 per i comandi e punti luce per illuminazione normale e di si-

curezza.

Le giunzioni tra le dorsali e i circuiti terminali saranno realizzate nelle scatole di derivazione

dedicate con morsetti volanti in materiale isolante. Non sono ammesse giunzioni nelle scatole

portafrutto.

Nei corridoi e nei locali con controsoffitti ispezionabili, con corpi illuminanti del tipo incassato,

i circuiti terminali per illuminazione terminale normale e/o di sicurezza, potranno essere ese-

guiti con cavo multipolare FG7OM1 0,6/1kV posato a vista derivato dalla scatola posta lungo

la passerella in filo d’acciaio della distribuzione secondaria.

Sulle terrazze del terzo piano i circuiti terminali saranno eseguiti con cavi multipolari tipo

FG7OR 0,6/1kV infilati in tubi pvc flessibili posati sotto pavimento, con utenze terminali di se-

rie civile da incasso montate in portapparecchi pvc da parete con portello e guaina cedevole con

grado di protezione IP55 a portello chiuso.

3.11 IMPIANTI SPECIALI

3.11.1 Cablaggio strutturato

Il cablaggio strutturato di fonia-dati sarà realizzato secondo lo schema funzionale di progetto

realizzato e collaudato secondo gli standard della categoria 6 (EIA/TIA-568-B.2-1).

Il rack principale è stato previsto al piano basamentale, e dovrà essere attestato il cavo multi-

coppie di collegamento con il Distributore del servizio telefonico.

Il rack principale di edificio sarà costituito da armadi con appoggio a pavimento provvisto di

porta esterna trasparente con chiusura a chiave. All’interno saranno installati, oltre la striscia

tipo 110 per la terminazione del cavo primario per il collegamento al Distributore del servizio

telefonico, n°2 pannelli di alimentazione (uno in alto ed uno in basso) con 5 prese universali e

pannelli da un’unità (patch panel) con connettori ottici per il collegamento delle dorsali di edi-

ficio in fibra ottica, con prese RJ45 cat.6 per cavi UTP per collegamento delle dorsali di edifi-

cio in rame e del cablaggio orizzontale di piano.

I rack di piano (FD) saranno collegati a quello principale (BD) con dorsali di edificio composte

da cavi in fibra ottica tipo LOOSE 8 fibre con guaina di tipo LS0H.

Queste saranno alloggiate, sia nei tratti orizzontali che nei verticali (cavedi) in passerelle in filo

d’acciaio saldato con setti separatori, dedicate ai servizi a correnti deboli.

Ad ogni zona è prevista l’installazione di armadi rack ( per ogni piano verranno installati due

rack uno per il blocco B e uno per il blocco C).

I rack saranno del tipo con appoggio a pavimento provvisti di porta esterna trasparente con

chiusura a chiave. All’interno saranno installati n°2 pannelli di alimentazione (uno in alto ed

uno in basso) con 5 prese universali e pannelli (patch panel) da un’unità rack con prese tipo

RJ45 cat. 6 per il collegamento del cablaggio orizzontale di piano.

3.11.2 Impianto rilevazione incendi

Si dovranno fornire ed installare, a protezione di tutti gli ambienti, rivelatori ottici di fumo di

tipo analogico indirizzato con comportamento di risposta uniforme per differenti tipologie di

incendio e alta resistenza alla sporcizia.

I rivelatori saranno posizionati come indicato negli elaborati grafici di progetto ed installati nel

controsoffitto e a controsoffitto. I rivelatori avranno un’area di copertura massima in ambiente

per ciascun rivelatore pari a 60 mq e comunque aventi distanza massima tra gli stessi non supe-

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riore a 6 m per quelli installati in ambienti libero e di 4,5 per i rilevatori installati nei controsof-

fitti.

I rivelatori installati all’interno dei controsoffitti dovranno essere equipaggiati di lampada ripe-

titrice di allarme.

Oltre ai suddetti rilevatori dovranno essere installati, rivelatori adatti al montaggio entro cana-

lizzazioni d’aria da posizionarsi nei canali di mandata e ripresa di ogni macchina di trattamento

aria, in prossimità della stessa.

Detti rivelatori saranno collegati all’impianto di rivelazione, tramite opportuni moduli di in-

gresso ed in caso di allarme dovranno fermare i relativi ventilatori che potranno essere riavviati

solo manualmente.

Le serrande tagliafuoco del tipo con apertura a motore e ritorno a molla poste nei condotti della

distribuzione aria primaria, saranno collegate al sistema di rivelazione incendi mediante moduli

di comando ed in caso di intervento dovranno oltre che segnalare il loro stato (tramite moduli di

ingresso) anche dar luogo al fermo dei ventilatori come sopra descritto.

All’interno dei corridoi e comunque in prossimità delle vie di fuga si dovranno fornire ed in-

stallare pulsanti di allarme manuale a rottura di vetro, di tipo analogico. I pulsanti saranno posi-

zionati, come indicato all’interno degli elaborati grafici, comunque in modo tale che almeno

uno di essi possa essere raggiunto percorrendo una distanza non superiore a 40 mt. da un qual-

siasi punto e/o ambiente.

Nei corridoi saranno installati inoltre avvisatori ottico-acustici recanti la scritta “ALLARME

INCENDIO” collegati ai box di alimentazione di piano azionati da moduli di comando collega-

ti sul loop di rivelazione.

La rete di alimentazione di tali avvisatori sarà realizzata con cavi antifiamma resistenti

all’incendio tipo FTG10(O)M1 rispondenti alle normative CEI 20-36 aventi sezione opportu-

namente dimensionata comunque non inferiore a 1.5 mmq per l’alimentazione del singolo pan-

nello.

Ad ogni piano saranno installati alimentatori supplementari in armadi metallici in grado di o-

spitare le batterie tampone.

Tutti gli apparati in campo saranno posti in collegamento con delle centrale di rivelazione una

per ogni zona.

La centrale analogica a 2 loop, sarà conforme alle normative EN54-2 e 4, e permetterà il colle-

gamento di 99 rivelatori e 99 moduli di ingresso/uscita per un totale di 396 dispositivi intelli-

genti. Presenterà un Display retroilluminato a 160 caratteri (4 x 40) con software standard in 2

lingue (italiano e inglese) selezionabili dall'utente.

La centrale avrà un archivio storico di 999 eventi in memoria non volatile con la possibilità di

collegare sino a 32 terminali remoti e ripetitori o comandi per sinottico e n° 3 livelli di

Password (Operatore, Manutenzione, Configurazione), sarà completa di alimentatore a 24

Vcc/1,8 A, batterie 2x12V 15Ah max, ed permetterà l’autoprogrammazione delle linee con ri-

conoscimento automatico del tipo dei dispositivi collegati e dei punti con lo stesso indirizzo e

la segnalazione di necessità di pulizia dei rivelatori e segnalazione di scarsa sensibilità sensori.

3.11.3 Impianto TV centralizzato

A servizio dell’edificio verrà installato un impianto per la ricezione dei segnali televisivi terre-

stri e satellitari provenienti da un unico satellite.

Le prese TV saranno installate soltanto in alcuni locali. La centrale sarà costituita da armadio

metallico da parete, contenente le apparecchiature per la ricezione e l’amplificazione dei canali

terrestri con i rispettivi trimmer di attenuazione e regolazione del guadagno di uscita per ogni

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banda, le apparecchiature per la distribuzione di canali digitali l’amplificatore finale con unica

uscita e l’alimentatore della centrale.

I segnali terrestri e satellitari saranno miscelati in un’unica uscita. La colonna di discesa sarà

realizzata in cavo coassiale (attenuazione 25-30 db/100m a 2150 MHz, schermatura ≥ 90db, ri-

flessione > 20 db) alloggiato parte nelle passerelle in filo d’acciaio saldato predisposte per i cir-

cuiti a correnti deboli e parte in tubazioni pvc rigido con le stesse modalità di posa dei condut-

tori elettrici. Alla colonna di discesa saranno collegate le prese terminali tramite derivatori a

una o più uscite secondo le esigenze contenuti in scatole di derivazione da parete fissate a bor-

do passerelle.

Le prese TV saranno di serie civile componibile della stessa serie delle prese elettriche con

banda passante 5-2000 MHz.

Gli impianti dovranno essere realizzati nel rispetto della norma CEI 100-43 e 100- 44, calco-

lando che alla presa più svantaggiata si abbia comunque un segnale compreso tra 57-80 dBµV

per i segnali terrestri analogici e 47-77 dBµV per i segnali satellitari analogici e digitali, con un

dislivello massimo ≤12dB tra canali non adiacenti e disaccoppiamento ≥ 22 dB.

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4. FASE 5 PIANO BASAMENTALE BLOCCHI “A” E “D”

Nella fase 5 sono compresi i lavori da eseguire presso i blocchi A e D del piano Basamentale.

All’interno di queste zone sono presenti degli archivi che verranno alimentati ciascuno con un

proprio centralino in modo da renderli tutti indipendenti tra loro sia dal punto di vista elettrico

che dell’antincendio ed in particolare per il sistema di spegnimento ad Aerosol.

Attualmente l’alimentazione elettrica del piano basamentale blocco A arriva dal rispettivo qua-

dro di smistamento posto nel locale tecnico vicino alle scale. In questo intervento non verrà so-

stituito il quadro di smistamento ma verrà predisposta una nuova partenza sul quadro esistente

che andrà ad alimentare il nuovo quadro di zona QE PB – A (quadro elettrico piano basamenta-

le blocco A) che sarà caratterizzato dalle seguenti partenze:

- Alimentazione gruppo 1 archivi (archivio 1 e 2)

- Alimentazione gruppo 2 archivi (archivio 3, 4, 5)

- Alimentazione gruppo 2 archivi (archivio 6, 7, 8)

- Alimentazione circuiti luci uffici

- Alimentazione circuiti forza motrice uffici

- Alimentazione circuiti luci bagno 1

- Alimentazione circuiti forza motrice bagno 1

- Alimentazione circuiti luci bagno 2

- Alimentazione circuiti forza motrice bagno 2

- Alimentazione circuiti luci corridoio

- Alimentazione circuiti forza motrice corridoi

All’interno degli ambienti ad uso ufficio verranno installati: i rilevatori sia a soffitto che

all’interno del controsoffitto, adeguati corpi illuminanti in modo da rispettare il livelli di illu-

minamento normativi, l’illuminazione di emergenza, le postazioni di lavoro costituita da:

- n° 2 prese bipasso 10/16 A (alimentate da circuito normale),

- n° 2 prese schuko da 16 A (alimentate da circuito continuità),

- n° 2 prese dati RJ45,

- n° 2 prese telefoniche RJ11 .

All’interno degli archivi oltre all’impianto di rilevazione e spegnimento ed aerosol (vedi elabo-

rato IMES03) si provvederà ad installare circuiti di illuminazione normale, di emergenza e for-

za motrice monofase e trifase.

Il blocco D del piano basamentale a differenza del blocco A ha un’estensione ridotta ed è costi-

tuito sa n° 4 locali archivi e n° 2 uffici.

Per il la messa a norma degli impianti verrà installato, come nel blocco precedente, un nuovo

quadro elettrico di zona QE PB – D (quadro elettrico piano basamentale blocco D) che andrà ad

alimentare i centralini elettrici di ciascun archivio e le utenze luce e forza motrice dei due uffi-

ci.

Per ciascun quadro verrà prevista una sezione di continuità con l’installazione di un UPS da 10

kVA ed autonomia di 15 minuti per alimentare le postazioni di lavoro.

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Il sistema UPS sarà costituito da 1 UPS, con modalità di funzionamento a doppia conversione e

conformi alla categoria VFI della normativa 62040.

Ogni modulo UPS avrà una potenza unitaria di 10 kVA e sarà composto dalle seguenti appa-

recchiature:

◗ un raddrizzatore caricabatterie

◗ un inverter

◗ una batteria

◗ un sistema di gestione delle batterie

◗ un bypass statico (contattore statico) fornito su ogni unità

◗ un bypass di manutenzione fornito su ogni unità

◗ un'interfaccia utente di comunicazione fornito su ogni unità.

Il sistema UPS comprenderà inoltre tutte le altre apparecchiature necessarie al funzionamento e

alla manutenzione

in assoluta sicurezza, compresi gli interruttori, i sezionatori, ecc.

Il sistema di UPS dovrà garantire ai carichi che saranno collegati alla sua uscita la continuità

della fornitura di un’energia elettrica di qualità conforme a quanto definito nella specifica che

segue, anche in caso di disturbo o di indisponibilità della rete elettrica, entro limiti di autono-

mia legati alla capacità della batteria installata.

Per il funzionamento normale il raddrizzatore caricabatterie alimenterà l’inverter corrisponden-

te con corrente continua e garantirà la carica della batteria. Allo stesso tempo, l’inverter alimen-

terà permanentemente il carico con energia elettrica affidabile ad alta qualità. I moduli UPS

collegati in parallelo si ripartiranno in modo automatico ed uniforme il carico applicato. Un cir-

cuito ad anello di corrente permetterà una ripartizione automatica del carico tra gli UPS in pa-

rallelo.

Durante il funzionamento in autonomia mediante batteria, in caso di guasto o di un forte dete-

rioramento della rete d’alimentazione, ogni inverter continuerà ad alimentare il carico senza in-

terruzione né disturbi, utilizzando l'energia accumulata nella sua batteria fino ai limiti previsti

dall’autonomia di 15’ a potenza normale. Al ritorno della rete di alimentazione, il raddrizzatore

caricabatterie alimenterà di nuovo il corrispondente inverter, senza interruzione né disturbo

dell’energia fornita al carico, ricaricando automaticamente la propria batteria.

In caso di funzionamento in parallelo e ridondanza, i moduli funzioneranno in parallelo e/o in

ridondanza e si ripartiranno il carico in modo equo. In caso di guasto grave di uno, questi ver-

ranno disaccoppiati automaticamente. Se gli UPS restanti hanno una potenza sufficiente per a-

limentare il carico, rimarranno normalmente in funzione.

Nel caso in cui la potenza disponibile fosse insufficiente, il carico verrà trasferito automatica-

mente e senza interruzione alla rete riserva (Bypass), se quest’ultima rientra nelle tolleranze

ammesse.

In caso di forte sovraccarico generato dal carico (corto-circuito, elevata corrente di spunto,

ecc.), le utenze verranno trasferite sulla rete riserva, in modo immediato ed automatico, senza

interrompere l'alimentazione, purché la rete riserva sia disponibile e rientri nelle tolleranze spe-

cificate; verrà quindi eseguita la sincronizzazione automatica in fase e frequenza di ogni UPS

con la rete di riserva. L'accoppiamento del carico in uscita agli UPS avverrà in modo automati-

co o manuale e sarà effettuato senza interruzione né disturbo per le utenze.

Se richiesto, l'UPS potrà effettuare un trasferimento automatico con micro-interruzione in caso

di guasto grave del sistema UPS con assenza di sincronizzazione della rete riserva.

Per facilitare le operazioni di manutenzione, la totalità dei componenti sarà accessibile dal fron-

te degli armadi. Inoltre verrà fornito un sistema di bypass meccanico (solitamente integrato)

con comando manuale che sarà integrato ad ogni UPS. Per garantire la sicurezza totale di un

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intervento in assenza di tensione, questo consentirà di isolare gli UPS pur continuando ad ali-

mentare i carichi tramite la rete riserva. Un dispositivo di isolamento permetterà allo stesso

modo di isolare i raddrizzatori caricabatterie dalla rete di alimentazione.

Per facilitare la manutenzione, la batteria di ogni UPS dovrà poter essere isolata dal raddrizza-

tore caricabatterie e dall’inverter corrispondenti tramite un interruttore magnetotermico e non

sezionatore a fusibili e/o fusibili. In questo caso, l’inverter dovrà continuare ad alimentare il ca-

rico senza interruzione né disturbo, tranne indisponibilità della rete normale di alimentazione.

La batteria di ogni UPS dovrà consentire l’avviamento dell'UPS anche in caso di indisponibilità

della rete di alimentazione normale e la continuità di funzionamento entro i limiti

dell’autonomia nominale.

L’UPS sarà basato sulla tecnologia IGBT e su una modalità di commutazione a frequenza libe-

ra per garantire un'ottima qualità della tensione in uscita ed un rendimento ottimale.

Il sistema UPS verrà dimensionato per alimentare permanentemente un carico di 10 kVA, con

un fattore di potenza uguale a 0,8 e sarà costituito da 1 UPS in configurazione unitario / paralle-

lelabile di potenza unitaria 10.

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5. FASE 6

Per meglio gestire gli impianti FM, di illuminazione ed antincendio si andranno a realizzare a

servizio dei blocchi B e C i seguenti sistemi di controllo e gestione:

1. sistema di supervisione dei quadri elettrici in grado di sorvegliare il regolare funziona-

mento dell'impianto elettrico, garantendo la massima continuità di esercizio e sicurez-

za;

2. sistema di gestione delle luci di emergenza che permette di avere informazioni real-

time sui corpi illuminanti, memorizzare e controllare le ore di utilizzo in modo da poter

valutare la vita utile delle lampade, e ricevere segnalazioni in caso di guasto;

3. gestione illuminazione normale di tipo centralizzata atta a minimizzare i consumi ener-

getici e dare il massimo confort all’utente e/o al personale in funzione degli orari di la-

voro e di sorveglianza;

4. sistema di gestione centralizzata dell’impianto rilevazione incendi;

5. impianto di diffusione sonora per l’evacuazione di emergenza

Tali sistemi saranno tutti di tipo remotizzato e centralizzato e faranno capo ad un PC installato

nel locale presidiato 24 h/ su 24 h. Nei paragrafi successivi vengono descritti i suddetti sistemi

di supervisione e gestione.

5.1 SISTEMA DI GESTIONE IMPIANTI ELETTRICI

Il sistema di supervisione e controllo dell’impianto elettrico e i suoi elementi dovranno essere

conformi alle vigenti normative CEI e/o IEC (in particolare le EN 61131-2, CSA 22-2, UL 508,

UL 746C, UL94 per l’hardware e le IEC 1131-3 per il software di programmazione dei PLC).

La ditta che realizzerà ed implementerà il sistema dovrà possedere la certificazione del CSQ

per il sistema di qualità ISO 9001 (UNI EN 9001).

L’architettura del sistema sarà tipicamente distribuita come segue: in ciascuna delle postazioni

di rilevazione si dovrà prevedere un’unità d’automazione intelligente in grado di acquisire i se-

gnali in modalità hardwired dal campo e di trasmettere detti segnali all’unità centrale di con-

trollo, che verrà installata nel locale presidiato 24 h su 24 h.

In aggiunta ciascun quadro di zona verrà corredato da un’isola d’automazione modulare per la

gestione in modalità hardwired dei principali segnali del sottoquadro stesso.

Il sistema di supervisione e controllo gestirà in modalità seriale con protocollo Modbus RTU e

Modbus TCP. I dati concentrati su ciascun quadro, unitamente ai dati gestiti in modalità seriale,

verranno scambiati tra di loro e con la postazione di supervisione per mezzo di una rete Ether-

net TCP/IP ottica e grazie al protocollo standard Modbus TCP/IP.

A tal proposito si dovrà prevedere la presenza in ciascun quadro di un’adeguata quantità di ga-

teway Modbus/Ethernet: la funzione di questi dispositivi sarà quella di convertire la trama del

protocollo Modbus in una trama Modbus TCP/IP in grado di essere veicolata dalla rete Ethernet

principale a servizio del sistema di supervisione.

Di seguito è riportato lo schema di gestione degli impianti elettrici:

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Tutti i dati prelevati direttamente dal campo in modalità seriale o tramite i controllori remoti

verranno acquisiti dalla postazione principale di supervisione e controllo dell’impianto (Touch

screen di tipo industriale, con monitor ad alta risoluzione).

Le funzionalità messe a disposizione dal sistema dovranno essere perlomeno le seguenti:

Monitoraggio generale dell’impianto (quadri elettrici principali e ausiliari delle sale elettriche,

sottoquadri di locale ecc.) grazie all’acquisizione ed all’archiviazione di stati / allarmi dal cam-

po (per via seriale ed in modalità punto/punto);

Visualizzazione su pagine videosinottiche della configurazione generale e di dettaglio, degli al-

larmi attivi sull’impianto e di tutti gli eventi significativi dell’impianto e del sistema;

Stampa di allarmi / eventi del sistema.

Presso la sala controllo verrà installato un controllore programmabile responsabile

dell’esecuzione dei seguenti compiti:

acquisire e concentrare i segnali hardwired presenti in ciascun quadro;

dialogare con tutte le unità remote al fine di aggiornare in ogni momento le unità stesse sulle

condizione operative attuali dell’impianto gestito.

dialogare con l’applicativo software Scada installato sulla postazione principale di supervisione

e controllo dell’impianto.

Il controllore programmabile dovrà essere installato in un armadio d’automazione dedicato uni-

tamente a:

Switch Ethernet rame/ottico, gateways Modbus/Ethernet, box ottico e relative patchcords rame

e ottiche;

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le morsettiere di appoggio degli ingressi e delle uscite nonché quelle del bus di comunicazione;

gli alimentatori esterni 220Vca/110Vdc – 24Vcc;

tutto il materiale di montaggio richiesto (interruttori magnetotermici, selettori, lampade, resi-

stenze anticondensa, targhe identificative, ecc).

5.2 SISTEMA DI GESTIONE ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

I corpi di illuminazione di emergenza da installarsi presentano oltre agli elementi tradizionali,

(lampada, batteria, restar, spia luminosa, ecc.) anche un dispositivo in grado di effettuare

l’autotest sullo stato di funzionamento di tutti i componenti.

Il dispositivo esegue con una determinata frequenza l’autotest e in caso di funzionamento nor-

male la spia di segnalazione è fissa e di colore verde, invece nel caso in cui si rilevi un guasto,

il colore della spia è differente e in funzione della modalità di lampeggio comunica il tipo di

guasto (batteria scarica, lampada non funzionate, ecc.); l’utente attraverso il manuale riconosce

il tipo di guasto ed interviene per ripristinare il corpo illuminante.

Tale funzionamento risulta efficace nel caso di piccoli ambienti, ma nel caso dello stabile in

questione che presenta corridoi estesi, è impensabile controllare periodicamente il corretto fun-

zionamento di ogni singola lampade attraverso il controllo visivo dell’addetto alla manutenzio-

ne, si ha quindi la necessità di gestire in modo automatico il sistema.

Per tale motivo si è scelto di installare dei controllori che sorvegliano gli apparecchi per

l’illuminazione di emergenza comunicando attraverso il bus eDALI. Tale sistema permette di

avere informazioni real-time sui corpi illuminanti, memorizzare e controllare le ore di utilizzo

in modo da poter valutare la vita utile delle lampade, e ricevere segnalazioni in caso di guasto.

Il segnale di guasto viene visualizzato sul PC della postazione di controllo principale, tale se-

gnalazione riguarda l’individuazione del controllare che presenta il guasto, raggiungendo il

controllare si individua lo specifico corpo illuminante danneggiato grazie all’assegnazione de-

gli indirizzi in fase di messa in funzione dell’impianto.

In funzione del numero dei corpi illuminanti e della distribuzione degli spazi sarà necessario

installare 2 controllori che andranno a coprire rispettivamente i seguenti blocchi B e C, il cavo

bus dei moduli che permettono di estendere l’impianto e gli extender per collegare gli apparec-

chi di emergenza ai vari piani.

Il cavo che va dal controller all’ultimo apparecchio può avere una lunghezza massima di 300 m

(sezione minima 1,5mm²). Impiegando moduli extender si può estendere l’impianto a 256 ap-

parecchi sottoposti a controllo; in tal caso la lunghezza massima del cavo arriva a 600m.

Ogni apparecchio per luce di emergenza viene riconosciuto dal controller e assegnato al corri-

spondente circuito eDALI. Di conseguenza ogni apparecchio è sorvegliato e comunica singo-

larmente. Di seguito è riportato lo schema a blocchi della sistema.

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Eliminazione delle barriere architettoniche ed Adeguamento Antincendio

della caserma “PIAVE” blocco “B-C” e porzione basamentale blocco “D-A”

IMES04- Impianti Elettrici e Speciali - Relazione Tecnica 29/47

Il sistema sarà quindi costituito da:

n°1 postazione di controllo generale (completa di PC) sulla quale verrà installato il software;

n° 2 controllori locali;

n° 2 interfaccia per trasmette i dati modbus del controller su Ethernet (TCP/IP);

n°6 moduli per estendere l’impianto;

cavo bus.

5.3 GESTIONE ILLUMINAZIONE NORMALE CENTRALIZZATA

La gestione dell’illuminazione centralizzata è realizzata grazie alla connessione dei corpi illu-

minanti dimmerabili ad un server che con l’utilizzo del relativo software permette:

- la gestione di allarmi e segnalazioni all’intero di un intero impianto;

- la registrazione centrale di dati sui consumi, lista allarmi, logfiles (memorizzazione de-

gli eventi significativi), test luce di emergenza;

- il backup e restore dei dati di tutti i controller in rete;

- il collegamento centrale con sistemi esterni tramite interfaccia standard;

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- la trasmissione di informazioni tramite e-mail, SMS o print.

La postazione di supervisione sarà accessoria di un compatto PC industriale con 2 dischi fissi e

funzione di sicurezza RAID1 con 4 interfaccia seriali D-SUB9, 1 collegamento VGA, 2 inter-

faccia USB, 3 TCP/IP Ethernet RJ45 e modem ISDN interno per manutenzione remota con re-

lativo software.

Il sistema prevede la connessione dei vari elementi locali presenti nei vari uffici e corridoi al

processore di elaboratore dati. In particolare per ciascun piano verranno installati i seguenti

componenti:

- netlink: modulo di piano o area, necessario per poter impostare le scene di luce, dim-

ming 1...100% senza accedere all’apparecchio con la possibilità di segnalare errori al

sistema. Ai cavi di comando DALI si collegheranno gli appositi sensori e apparecchi di

comando;

- modulo per uscita relais con 4 contatti a controllo e indirizzamento indipendente per

la commutazione di lampade con tensione di rete fino a 230/240V

- apparecchio di uscita digitale

- sensore a soffitto per rilevare la luce diurna incidente dalle finestre; allacciamento al

pannello di comando; installazione con materiale standard

- modulo per entrata universale con 4 ingressi numerabili separatamente; per allacciare

pulsanti e interruttori convenzionali, segnalatori di presenza o altri contatti ad un siste-

ma bus per la gestione di luce e locali

I netlink verranno connessi al processore ed elaboratore dati tramite cavo TCP/IP cat.5 scher-

mato. La netlink avrà le seguenti connessioni:

- Cavo Bus per la connessione degli ingressi LUCI dei pulsati presenti negli uffici e per

il modulo uscita DALI delle aree comuni

- Cavo Bus DALI per la connessione ai reattori DALI di ciascun corpo illuminante e al

sensore di luce naturale interno

- Cavo di rete – FTP per la connessione ethernet

- Alimentazione elettrica a 230 V e 50 Hz

Alla netlink installata al piano secondo verrà connesso un eliometro con raccordo bus per il ri-

levamento della luce esterna, con 8 fotocellule compensate; i dati relativi alla luce esterna ven-

gono messi a disposizione dei controller per il comando dell'illuminazione artificiale a seconda

della luce diurna e delle serrande di un edificio; i fotosensori sono adattati all'onda V-lambda;

riscaldamento a termoregolazione integrato per impedire un offuscamento della copertura

dell’eliometro.

In sostanza il sistema riceve le informazioni da un fotosensore centrale (eliometro), montato

sul punto più alto dell’edificio. Questo eliometro registra i dati relativi all’incidenza diretta del-

la luce solare, proveniente da ogni punto cardinale, e quelli della luce diffusa presente al mo-

mento.

In tutti i locali illuminati per intero o in parte dalla luce del sole, gli apparecchi si regolano in

base alla quantità di luce naturale presente. Ne derivano non solo considerevoli risparmi ener-

getici ma anche un maggior comfort per gli utenti.

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5.4 SISTEMA DI GESTIONE CENTRALIZZATA DELL’IMPIANTO RILEVA-ZIONE INCENDI

L’impianto di rilevazioni incendi per ciascuna zona sarà caratterizzato da una centralina antin-

cendio alla quale saranno collegati:

- i rilevatori,

- i pulsanti di allarme,

- ripetitori ottico acustici,

- gli elettromagneti,

- i moduli per la gestione delle serrande taglia fuoco,

- i moduli per il blocco ventilatori.

In funzione dei numeri di piano e dei blocchi zona verranno installate n° 10 centraline analogi-

che a 2 loop.

Le 10 centraline locali verranno connesse al sistema di supervisione dedicato alla gestione di

impianti con oltre 8 centrali incendio. Il sistema permette:

- visualizzazione device con librerie grafiche dedicate,

- gestione e registrazione di allarmi ed eventi da tutti i sistemi integrati,

- sicurezza agli accessi garantita da un sistema di profili e password,

- Network integrato con sistema client/server.

La piattaforma grafica da installare dovrà essere compatibile con i sistemi Windows Vista, 7 ed

sarà tale da rendere lo sviluppo dei progetti il più semplice e veloce possibile. Tutte le proble-

matiche di base nello sviluppo dell’applicazione saranno risolte e integrate nel sistema, quali

gestione fuori linea, storici e gestione eventi dell’impianto.

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5.5 IMPIANTO DI DIFFUSIONE SONORA PER L’EVACUAZIONE DI E-MERGENZA

Il D.M. 22 febbraio 2006 ‘Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la pro-

gettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici’prevede che negli

uffici deve essere prevista l’installazione oltre di:

- segnalatori di allarme incendio del tipo a pulsante manuale opportunamente distribuiti

ed ubicati in prossimità delle uscite

- impianto fisso di rilevazione e segnalazione automatica degli incendi in grado di rileva-

re e segnalare a distanza un principio di incendio

anche:

- un sistema di allarme in grado di avvertire le persone presenti delle condizioni di peri-

colo in caso di incendio allo scopo di dare avvio alle procedure di emergenza nonché

alle connesse operazioni di evacuazione.

A tale scopo presso l’edificio verranno installati lungo i corridoi dei blocchi B e C dei diffusori

ad incasso soffitto EN54-24, potenza 6 watt 100 V, calotta metallica antifiamma, morsetto ce-

ramico, fusibile termico e cavo antifiamma, diametro 180 mm, profondità 130 mm, secondo

quanto previsto dalla normativa suddetta. In particolare verranno installati:

- n° 10 diffusori al piano terzo blocco B;

- n° 10 diffusori al piano terzo blocco C;

- n° 11 diffusori al piano secondo blocco B;

- n° 11 diffusori al piano secondo blocco C;

- n° 11 diffusori al piano primo blocco B;

- n° 11 diffusori al piano primo blocco C;

- n° 11 diffusori al piano rialzato blocco B;

- n° 11 diffusori al piano rialzato blocco C;

- n° 10 diffusori al piano basamentale blocco B;

- n° 10 diffusori al piano basamentale blocco C.

Tali diffusori saranno connessi tra loro tramite cavo FTG10(O)M1 2x1,5 mmq alla relativa cen-

tralina, che a sua volta verrà connessa alla postazione di controllo 24h su 24 h con cavo FTP

cat. 6.

Considerando il notevole numero di diffusori sarà necessario installare sia una centrale Master

che una Slave entrambe certificate EN54-16. Inoltre verrà installata una postazione microfonica

EN54-16 programmabile in gruppi di zone.

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6. NORMATIVE DI RIFERIMENTO PER GLI IMPIANTI ELET-TRICI

Per la progettazione degli impianti elettrici da realizzarsi nei blocchi e nelle zone evidenziate

nei precedenti capitoli, si è eseguita un'analisi dei carichi atta a valutare la sezione dei cavi di

alimentazione che dovranno essere installati per l’alimentazione dei quadri elettrici di zona (di-

stribuzione primaria) e per quelli delle singole utenze, in modo da garantire sia il funzionamen-

to normale a regime, che il funzionamento anomalo per sovracorrente. Le connessioni dei qua-

dri elettrici all’impianto di terra, dovranno essere realizzate in conformità a quanto previsto dal-

la vigente normativa.

6.1 DISTRIBUZIONE

6.1.1 Cavi e condutture

6.1.1.1 Riferimenti normativi

- CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a

1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua” - Parte 5: Scelta ed in-

stallazione dei componenti elettrici

- CEI 16-4 “Individuazione dei conduttori tramite colori o codici numerici”,

- CEI 11-17: “Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica.

Linee in cavo”

- CEI 20-40 (+V1 e V2): “Guida per l'uso di cavi a bassa tensione”

- CEI 20-27 (+V1): “Cavi per energia e per segnalamento. Sistema di designazione”

- CEI-UNEL 35011 (+V1): “Cavi per energia e segnalamento. Sigle di designazio-

ne”

- CEI-UNEL 35012: “Contrassegni e classificazione dei cavi in relazione al fuoco”

- CEI 20-22/2: “Prove d’incendio su cavi elettrici Parte 2: Prova di non propagazione

dell’incendio”

- CEI 20-22/3: “Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Prova di

propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio”

- CEI-UNEL 00722: “Colori distintivi delle anime dei cavi isolati con gomma o po-

livinilcloruro per energia o per comandi e segnalazioni con tensioni nominali U0/U

non superiori a 0.6/1 kV”

- CEI-UNEL 35024/1 (+ Ec): “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o

termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in c.a. e 1500 V in c.c. -

Portate di corrente in regime permanente per posa in aria” (per pose fisse) (CEI 64-

8 Art. 523.1.3)

- CEI-UNEL 35024/2: “Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali

non superiori a 1000 V in c.a. e a 1500 in c.c. - Portate di corrente in regime per-

manente per posa in aria”

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- CEI-UNEL 35026: “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplasti-

co per tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente conti-

nua. Portate di corrente in regime permanente per posa interrata”

6.1.1.2 Generalità

Tutti i cavi impiegati nella realizzazione dell’impianto elettrico devono essere rispondenti alle

norme UNEL e CEI.

Il conduttore di neutro non deve essere comune a più circuiti.

I tipi di posa delle condutture in funzione del tipo di conduttore o di cavo utilizzato e delle varie

situazioni, devono essere in accordo con quanto prescritto dalla CEI 64-8 Art. 521 (Tab. 52A e

Tab. 52B).

E’ consentita la posa di circuiti diversi in una sola conduttura a condizione che tutti i conduttori

siano isolati per la tensione nominale presente più elevata.

Le condutture relative ai circuiti di energia e dei circuiti ausiliari devono essere separati da

quelli dei circuiti telefonici.

Non è permessa la posa diretta di cavi sotto intonaco.

Le dimensioni interne dei tubi protettivi e dei relativi accessori di percorso devono essere tali

da permettere di tirare i cavi dopo la messa in opera di questi tubi protettivi e relativi accessori.

I cavi devono inoltre poter essere sfilati, per agevolare eventuali riparazioni o futuri amplia-

menti dell’impianto.

I raggi di curvatura delle condutture devono essere tali che i conduttori ed i cavi non ne risulti-

no danneggiati.

I supporti dei cavi e gli involucri non devono avere spigoli taglienti.

Il rapporto tra il diametro interno del tubo (in cui sono posati i cavi) e il diametro del cerchio

circoscritto ai cavi contenuti deve essere:

– almeno 1,3 volte (minimo 10mm) Negli ambienti ordinari;

– almeno 1,4 volte (minimo 16mm) Negli ambienti speciali.

Il rapporto tra la sezione interna del canale o della passerella e l’area della sezione occupata dai

cavi, deve essere almeno il doppio.

I coperchi dei canali e degli accessori devono essere asportabili per mezzo di un attrezzo, quan-

do sono a portata di mano (CEI 64-8).

6.1.1.3 Sigle di designazione

Le condutture elettriche devono essere disposte o contrassegnate in modo tale da poter essere

identificate per le ispezioni, le prove, le riparazioni o le modifiche dell’impianto.

Per l’identificazione dei cavi senza guaina mediante simboli si applica la Norma CEI 16-1 “In-

dividuazione dei conduttori isolati”.

Per la siglatura dei cavi per energia, sul mercato italiano sono in vigore due norme:

CEI 20-27 (derivata da CENELEC HD 361), relativa ai cavi di energia armonizzati, di tensione

nominale fino a 450/750V o ai tipi nazionali riconosciuti (autorizzati da TC20). I cavi non più

contemplati dalla Norma CEI, già in uso e normalizzati, trovano le proprie sigle di designazio-

ne nella V1 della CEI 20-27. Per le designazioni di nuovi tipi di cavi nazionali si dovrà fare ri-

ferimento alla Norma CEI-UNEL 35011.

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6.1.1.4 Colori distintivi dei cavi

I conduttori devono essere distinguibili per tutta la loro lunghezza tramite il colore dell’isolante

o per mezzo di marcatori colorati.

I cavi devono essere distinti tramite le seguenti colorazioni (CEI-UNEL 00722):

– giallo verde per il conduttore della terra;

– blu per il conduttore del neutro;

– marrone, nero, grigio, per le tre fasi di potenza;

– blu chiaro con marcature giallo-verde alle terminazioni oppure giallo-verde con marca-

ture blu chiaro alle terminazioni per il conduttore PEN;

– rosso per i conduttori positivi e nero per i conduttori negativi in c.c. (ovviamente posati

in canalizzazioni differenti da quelle contenenti circuiti in c.a.).

Il colore delle guaine dei cavi è normalizzato dalla norma CEI UNEL 00721.

I conduttori di equipaggiamento elettrico delle macchine possono essere identificati con mezzi

alternativi alla colorazione (CEI EN 60204-1).

6.1.1.5 Prestazioni dei cavi nei confronti dell’incendio

A seconda delle esigenze di resistenza al fuoco posso utilizzare le seguenti tipologie di cavi:

– non propaganti la fiamma (CEI 20-35);

– non propaganti l’incendio (CEI 20-22/2, CEI 20-22/3);

– resistenti al fuoco (CEI 20-36);

– a ridotta emissione di gas tossici e nocivi (CEI 20-37, CEI 20-38).

6.1.1.6 Distribuzione con posa ad incasso

Riferimenti normativi

- CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in

corrente alternata e a 1500V in corrente continua

- CEI 64-50 + (V1): Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli

impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e

di trasmissione dati

- CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche.

Parte 1: Prescrizioni generali

- CEI EN 50086-2-2 (CEI 23-55): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche.

Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori

Prescrizioni per distribuzione con tubi ad incasso

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Nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia i tubi protettivi devono essere in mate-

riale termoplastico serie leggera.

Il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima

pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono essere ef-

fettuate con raccordi o piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità

dei cavi.

A ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, a ogni derivazione

secondaria dalla linea principale e in ogni locale servito, la tubazione deve essere interrotta con

cassette di derivazione.

Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando

opportuni morsetti e morsettiere. Dette cassette devono essere costruite in modo che nelle con-

dizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei e risulti agevole la

dispersione di calore in esse prodotte. Il coperchio delle cassette deve offrire buone garanzie di

fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo.

I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli che ospitano altre canalizzazioni,

devono essere disposti in modo da non essere soggetti a influenze dannose in relazione a sovra-

riscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa, ecc.

Generalmente si raccomanda che:

– la distanza tra due scanalature sia > di 1,50m;

– le scanalature siano effettuate ad una distanza > di 20cm dall’intersezione di due pareti.

6.1.2 Distribuzione con posa a parete

6.1.2.1 Riferimenti normativi

- CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in

corrente alternata e a 1500V in corrente continua

- CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche

- Parte 1: Prescrizioni generali

- CEI EN 50086-2-1 (CEI 23-54): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche

- Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori

La distribuzione con tubi rigidi a parete dovrà essere realizzata utilizzando prodotti rispondenti

alle normative CEI EN 50086-1 e CEI EN 50086-2-1 ed a marchio IMQ, completi di accessori

quali collari, giunzioni, scatole di derivazione, raccordi ecc.

Il grado di protezione dovrà arrivare all’IP65 ed il sistema dovrà essere completo di giunzioni

ad innesto rapido.

Il sistema di montaggio, la distanza di fissaggio dei supporti ed il corretto utilizzo degli acces-

sori dovrà essere indicato dal costruttore.

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6.2 PROTEZIONI

6.2.1 Impianto di terra

6.2.1.1 Riferimenti normativi

- CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V

in corrente alternata e a 1500V in corrente continua

- Legge 5 marzo 1990, n° 46 Art. 9 (Dichiarazione di conformità)

- D.P.R. 6 dicembre 1991, n° 447 Art. 7

- CEI 64-12 - Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso resi-

denziale e terziario

- CEI 11-37 - Guida per l'esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di

energia alimentati a tensione maggiore di 1kV

- CEI 11-1 - Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata

- DPR 462/01: Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di

installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di disposi-

tivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi

6.2.1.2 Costituzione e prescrizioni impianto elettrico

L’impianto di terra è definito come l’insieme dei dispersori, dei conduttori di terra, dei colletto-

ri (o nodi) principali di terra e dei conduttori di protezione ed equipotenziali, destinato a realiz-

zare la messa a terra di protezione e/o di funzionamento.

Le caratteristiche dell’impianto di terra devono soddisfare le prescrizioni di sicurezza e funzio-

nali dell’impianto elettrico, in particolare deve essere realizzato in modo da poter effettuare le

verifiche periodiche previste.

Il collegamento di un conduttore di terra al dispersore deve essere effettuato in modo accurato

ed elettricamente soddisfacente.

La parte interrata del conduttore di terra priva di isolamento e a contatto col terreno è conside-

rata come dispersore.

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Fig. 13 – Esempio di collegamento di un impianto di terra

6.2.1.3 Collettori o nodi principali di terra

Sono costituiti da una sbarra o da un terminale al quale si devono collegare tutti i conduttori di

terra, di protezione, equipotenziali principali e, se richiesti, i conduttori funzionali.

Sul conduttore di terra, in posizione accessibile, deve essere previsto un dispositivo di apertura

che permetta di misurare la resistenza di terra: tale dispositivo può essere convenientemente

combinato con il collettore principale di terra. Questo dispositivo deve essere apribile solo me-

diante attrezzo, deve essere meccanicamente robusto e deve assicurare il mantenimento della

continuità elettrica.

I conduttori di protezione o PEN possono essere collegati a terra in più punti.

Si raccomanda che il dispositivo di apertura sia combinato con il collettore principale di terra.

6.2.1.4 Conduttori di protezione

Le sezioni dei conduttori di protezione non devono essere inferiori ai seguenti valori:

Sezione dei conduttori di fase dell’impianto S

[mm2]

Sezione minima del corrispondente condut-

tore di protezione Sp [mm2]

S ≤ 16

16 < S ≤ 35

S > 35

Sp = S

Sp = 16

Sp = S/2

Tali valori sono utilizzabili solo in caso in cui il materiale dei conduttori di fase e di protezione

sia lo stesso (in caso contrario, riferirsi alla norma CEI 64-8 Art. 543).

La sezione di ogni conduttore di protezione che non faccia parte della conduttura di alimenta-

zione, non deve essere, in ogni caso, inferiore a:

– 2,5 mm2 se è prevista una protezione meccanica;

– 4 mm2 se non è prevista una protezione meccanica.

Possono essere utilizzati come conduttori di protezione, gli involucri o strutture metalliche dei

quadri, i rivestimenti metallici (comprese le guaine di alcune condutture), i tubi protettivi, i ca-

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nali metallici, le masse estranee, se rispondenti alle specifiche indicate nella norma CEI 64-8

Art. 543.2.

Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per ispezioni e per prove,

ad eccezione delle giunzioni di tipo miscelato o incapsulato.

Sui conduttori di protezione non devono essere inseriti apparecchi di interruzione, ma possono

esserlo dispositivi apribili mediante attrezzo ai fini delle prove.

6.2.1.5 Conduttori equipotenziali

Collegamenti elettrici che mettono diverse masse e masse estranee al medesimo potenziale.

Quando le tubazioni metalliche dell’acqua sono utilizzate come conduttori di terra o di prote-

zione, i contatori dell’acqua devono essere cortocircuitati per con un conduttore di sezione ade-

guata secondo la sua funzione nell’impianto di terra.

Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per ispezioni e per prove,

ad eccezione delle giunzioni di tipo miscelato o incapsulato.

Sui conduttori di protezione non devono essere inseriti apparecchi di interruzione, ma possono

esserlo dispositivi apribili mediante attrezzo ai fini delle prove.

6.3 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI

6.3.1 Riferimenti normativi

- CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V

in corrente alternata e a 1500V in corrente continua

- Legge 46/1990 (Articolo 7): Norme per la sicurezza degli impianti

- DPR 447/1991 (Articolo 5): Regolamento di attuazione della legge n. 46 del 5

marzo 1990, in materia di sicurezza degli impianti

6.3.2 Protezione contro i contatti diretti

Si ha un contatto diretto quando una persona tocca direttamente una parte attiva o quando il

contatto avviene tramite un elemento conduttore che non sia una massa, ad es. un attrezzo.

Nei confronti dei contatti diretti si applica la regola generale, in base alla quale tutte le parti at-

tive devono essere isolate, oppure protette con involucri o barriere;

Per gli impianti di illuminazione esterna o assimilabili si applicano delle prescrizioni più re-

strittive. Uno sportello, pur apribile, con chiave o attrezzo, è posto a meno di 2,5 m dal suolo e

dà accesso a parti attive, queste devono essere inaccessibili al dito di prova (IPXXB), oppure

devono essere protette da un ulteriore schermo, con uguale grado di protezione, a meno che lo

sportello si trovi in un ambiente accessibile solo a persone autorizzate.

La preoccupazione di un contatto diretto si estende anche agli apparecchi di illuminazione, più

precisamente alle lampade (fragili), le quali non devono diventare accessibili se non dopo aver

rimosso un involucro o una barriera per mezzo di un attrezzo, a meno che l'apparecchio non si

trovi ad un’altezza superiore a 2,8 m.

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6.3.2.1 Protezione per mezzo di isolamento delle parti attive

Questa protezione è ottenuta tramite isolamento completo e irremovibile (tranne che per mezzo

di distruzione) delle parti attive del sistema.

6.3.2.2 Protezione dalle parti attive per mezzo di involucri o barriere

L'involucro di un componente elettrico, oltre che garantire la protezione dai contatti diretti, de-

ve impedire l'ingresso di liquidi e di corpi solidi, ad es, polveri.

Caratteristiche:

IP ≥ 2X o IP ≥ IPXXB (IP ≥ 4X o IP ≥ XXD per quanto riguarda le superfici orizzontali supe-

riori a portata di mano);

nel caso debbano essere rimossi involucri o barriere si deve provvedere a rispettare i requisiti

minimi forniti dalla norma (ad esempio rendendo possibile l’operazione solamente tramite

chiave o attrezzo).

Per i componenti di un impianto di illuminazione esterna il grado di protezione contro l'ingres-

so di liquidi deve essere almeno pari a:

IPX8 (immersione in acqua continua) per i componenti interrati o installati in pozzetti senza

drenaggio;

IPX7 (immersione per 30 min) per i componenti installati in pozzetti con drenaggio;

IPX5 (protezione contro i getti d'acqua) per gli apparecchi d'illuminazione in galleria, in quanto

vengono puliti con getti d'acqua.

In tutti gli altri casi è richiesto un grado di protezione almeno IP33, salvo particolari condizioni

di installazione. Il grado IP33 (minimo), tuttavia, non è sufficiente in molti casi, ad esempio, se

l’apparecchio e vicino al terreno perché esposto agli spruzzi; in tal caso occorre almeno il grado

di protezione IPX4.

6.3.3 Protezione contro i contatti indiretti

Il contatto indiretto avviene con una massa in tensione a seguito di un guasto di isolamento.

Negli impianti in genere e negli impianti di illuminazione esterna o assimilabili la protezione

contro i contatti indiretti può essere eseguita mediante interruzione automatica dell'alimenta-

zione. In alternativa si può ricorrere alla protezione con componenti di classe II (isolamento

doppio o rinforzato), oppure per separazione elettrica.

6.3.3.1 Protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione

L’interruzione automatica dell’alimentazione è richiesta se sulle masse può essere superato (in

caso di guasto) il valore della tensione di contatto limite. Le masse dell'impianto devono essere

collega a terra mediante un conduttore di protezione.

Il valore della resistenza dell'impianto di terra e il dispositivo di protezione del circuito (il diffe-

renziale nel sistema TT e il magnetotermico o il differenziale nel sistema TN-S) devono essere

coordinati in modo da interrompere il circuito in un tempo compatibile con la protezione del

corpo umano. Gli apparecchi da proteggere mediante interruzione automatica

dell’alimentazione sono apparecchi di classe I, dotati cioè di isolamento principale e morsetto

di terra.

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Si devono coordinare:

– tipologia di collegamento a terra del sistema;

– tipo di PE utilizzato;

– tipo di dispositivi di protezione.

Si devono collegare allo stesso impianto di terra tutte le masse a cui si possa accedere simulta-

neamente.

Devono essere connessi al collegamento equipotenziale principale:

– il conduttore di protezione;

– il conduttore di terra;

– il collettore principale di terra;

– le masse estranee specificate all’art. 413.1.2.1.

In casi particolari definiti dalla norma può essere richiesto un collegamento equipotenziale sup-

plementare.

Prescrizioni particolari per sistemi TN (Cabina propria, categoria I)

Fig. 14

Questa tipologia di sistema è caratterizzata da:

– messa a terra del sistema di alimentazione tramite un punto di messa a terra (general-

mente il neutro o in rari casi una fase);

– collegamento di tutte le masse (se necessario anche masse estranee) al punto di messa a

terra.

– Può essere utilizzato un conduttore PEN a posa fissa che funga sia da conduttore di

neutro che da PE se si soddisfano le specifiche date dalla Norma CEI art 564.2:

– Sez ≥ 10mm2 (rame) , oppure Sez ≥ 16mm2 (alluminio);

– non abbia installato a monte un dispositivo differenziale.

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Deve essere garantita la protezione dai contatti indiretti mediante interruzione automatica

dell’alimentazione rispettando la seguente disequazione:

Ia ≤ U0/ZS

dove:

Ia = valore di corrente definita dalla norma CEI 64-8 art.413.1.3.8;

U0 = valore della tensione nominale tra fase e terra;

Zs = impedenza anello di guasto.

Per ottenere suddetta protezione possono essere impiegati apparecchi di protezione contro le

sovracorrenti o apparecchi differenziali (facendo particolare attenzione per quest’ultimi alle li-

mitazioni di applicazione nel sistema TN).

6.3.3.2 Collegamento equipotenziale supplementare

Il collegamento deve essere disposto tra tutte le masse e masse estranee che possono essere ac-

cessibili simultaneamente, inoltre deve essere collegato a tutti i conduttori PE dei componenti

elettrici.

6.3.3.3 Protezione con impiego di componenti di classe II o con isolamento equivalente

La protezione deve essere ottenuta tramite:

utilizzo di componenti elettrici di calasse II e quadri rispondenti alla Norma CEI 17-13/1: Ap-

parecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT - Parte 1:

Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette a prove

di tipo (ANS));

isolamento supplementare di componenti aventi il solo isolamento principale e isolamento rin-

forzato delle parti attive nude (entrambi ottenibili rispettando le condizioni art. 413.2 CEI 64-

8).

Anche gli impianti di illuminazione esterna o assimilabili possono essere realizzati utilizzando

apparecchi con isolamento doppio o rinforzato (apparecchi di classe II) e cavi di classe II (sono

cavi con guaina e con tensioni di isolamento almeno 0,6/1 kV).

Nell'installazione del cavo si deve fare particolare attenzione all'ingresso nel palo, per evitare

danneggiamenti o abrasioni dell'isolamento. L'eventuale morsettiera alla base del palo deve es-

sere anch'essa di classe II.

Gli apparecchi di classe II non richiedono la messa a terra, anzi la loro messa a terra è proibita.

L'esperienza ha infatti dimostrato che la probabilità che sull'involucro metallico siano riportate

tensioni pericolose per l'inefficienza dell'impianto di terra è maggiore della probabilità che la

messa a terra sia utile in caso di cedimento dell'isolamento doppio o rinforzato.

6.3.3.4 Protezione mediante collegamento equipotenziale locale non connes-so a terra

Permette di evitare l’insorgere di tensioni di contatto pericolose.

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Questa protezione è ottenuta mediante collegamento, non messo a terra tra tutte le masse e le

masse estranee contemporaneamente accessibili. Tali conduttori non devono avere sezione in-

feriore a 2,5mm2 se protetti meccanicamente e a 4mm2 se non protetti meccanicamente.

Tutte le tubazioni metalliche, di qualsiasi tipo, uscenti o entranti dal locale, devono essere iso-

late mediante appositi giunti per evitare la propagazione di potenziali pericolosi.

Il locale deve risultare sotto sorveglianza di personale addestrato al fine di evitare

l’introduzione nel locale di apparecchi collegati a terra o di masse estranee.

Questa tipologia di protezione è utilizzabile in situazioni particolari e mai in edifici civili e si-

milari oppure in luoghi destinati ad ospitare il pubblico.

6.4 SISTEMI DI CANALIZZAZIONE

6.4.1.1 Passerella portacavi in filo d’acciaio saldato

Passerella in filo d'acciaio saldato con finitura tipo GAC galvanizzata a caldo per immersione

dopo la fabbricazione NF A 91-121 / NF A 91-122.

Per la posa saranno impiegate, per quanto possibile, mensole ancorate a profilati fissati alle

strutture di sostegno in modo da garantire sempre ispezionabilità ed accessibilità.

La distanza fra due sostegni non dovrà essere superiore a 2 m e comunque tale che la freccia

d'inflessione non risulti superiore a 5 mm.

La distanza della canaletta dal soffitto o da un'altra sovrapposta dovrà essere di almeno 20 cm.

Particolare attenzione dovrà quindi essere posta negli incroci o attraversamenti superiori o infe-

riori delle canalizzazioni degli impianti meccanici.

Il collegamento fra due tratti dovrà avvenire mediante appositi giunti di tipo incastro in modo

da ottenere la perfetta continuità del piano di scorrimento dei cavi ed evitarne l'abrasione duran-

te la posa. Per eseguire cambiamenti di direzione, variazioni di quota, di larghezza, ecc. do-

vranno essere impiegati gli accessori allo scopo previsti dal costruttore.

6.4.1.2 Canala metallica dotata di coperchio di chiusura

Canali in lamiera zincata a caldo con processo Sendzimir, conforme UNI-EN 10142, spessore

del rivestimento protettivo non inferiore a 14µ, lunghezza del singolo elemento 3mt. Forata o

non forata, dotata di coperchio di chiusura.

Le condizioni e raccomandazioni di posa sono le stesse già descritte per la passerella portacavi

in filo d’acciaio saldato.

6.4.1.3 Sistema di canali ad uso battiscopa e cornice

Canalina con funzioni porta apparecchi e portacavi, realizzata in PVC rigido non propagante la

fiamma, idonea per installazioni a battiscopa, parete e soffitto di impianti elettrici e/o sistemi di

comunicazione con tensioni fino a 1000 V in corrente alternata e/o 1500 V in corrente continua

e certificata da IMQ secondo la norma EN 50085. Canalina completa di componenti ed acces-

sori per ridurre al minimo lavorazioni e adattamenti in opera e scatole porta apparecchi con-

formi ai principali standard europei. Fondo degli elementi rettilinei e dei componenti di inter-

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connessione - ivi comprese le scatole di derivazione - dotati di separatori per la segregazione

completa dei circuiti su cinque scomparti, con utilizzo di apposito coperchio copri scomparto, e

garanzia del posizionamento dei cavi ad almeno 10 millimetri di altezza rispetto al pavimento

finito mediante apposito elemento distanziale realizzato in materiale morbido. Coperchio degli

elementi rettilinei smontabile solo con attrezzo (idoneità all’installazione in ambiente aperto al

pubblico secondo la norma CEI 64-8) e dotato di pellicola di protezione dai danneggiamenti

superficiali durante l’installazione. Angolo interno, angolo esterno ed angolo piano a raggiatura

variabile. Scatole porta apparecchi ancorate in modo indipendente ed all’esterno rispetto

all’elemento rettilineo. Grado di protezione assicurato dall’involucro (secondo la norma EN

60529): IP40. Grado di resistenza agli urti durante l’installazione e l’utilizzo: 5 Joule.

6.4.1.4 Sistemi di tubi protettivi

Il sistema di tubazioni impiegato sarà completo di tutti i sistemi adatti alla realizzazione di con-

dutture e vie cavi per posa a vista, sottotraccia, bordomacchina e interrata.

In particolare faranno parte della gamma le seguenti tipologie di tubazioni:

– Tubazioni rigide in PVC adatte alla realizzazione di condutture a vista in ambiente civi-

le, terziario, industriale.

– Tubazioni corrugate pieghevoli adatte per realizzazione di distribuzione sottotraccia in

ambienti civile/terziario.

– Tubazioni flessibili (guaine spiralate) adatte alla realizzazione di condutture a vista e

bordomacchina in ambiente civile, terziario, industriale.

– Tubazioni per distribuzione interrata adatte alla realizzazione di condutture interrate

(es. distribuzione di servizi comuni) per impianti elettrici e/o telecomunicazioni.

6.4.1.5 Tubi rigidi

Il sistema di tubazioni rigide in materiale termoplastico impiegato, comprenderà tubazioni in

PVC vergine e materiale halogen free, in modo che le caratteristiche meccaniche del prodotto

siano le migliori possibili, e permettano la possibilità della piegatura a freddo in fase di posa.

Tutte le tubazioni saranno dotate di marchio di qualità IMQ.

La serie di accessori comprenderà tutte le funzioni di collegamento, supporto e raccordo tra i

tubi; in particolare sarà completata da giunti flessibili che permettono il loro utilizzo sia come

giunzione sia come curva, e mettono al riparo da eventuali errori di taglio sulla lunghezza del

tubo in fase di posa. Gli accessori permetteranno la realizzazione di percorsi interamente halo-

gen free.

La serie comprenderà almeno tre tipologie di tubo:

– tubo rigido medio piegabile a freddo;

– tubo rigido pesante ad elevata resistenza meccanica;

– tubo rigido pesante halogen free.

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L’offerta dovrà comprendere una gamma completa di accessori tali da poter essere componibili

a tutti i diametri della gamma e consentire di realizzare un’installazione a regola d’arte per ogni

tipo di percorso. Gli accessori dovranno avere le seguenti caratteristiche:

– realizzati in materiale termoplastico a base di PVC, autoestinguente;

– gradi di protezione realizzabili da IP40 a IP65 (a seconda della serie di accessori utiliz-

zati);

– disponibilità di scatole di derivazione standard o/e con possibilità di sistemi di raccordo

a scatto, con tubi rigidi di almeno 3 diametri, guaine spiralate di almeno 3 diametri e

pressacavi per cavi aventi diametro esterno minimo 3 mm e massimo 12 mm. Tali scato-

le dovranno permettere la derivazione di minimo 3 tubi e massimo 10 tubi semplicemen-

te montando a scatto tutti i raccordi.

La gamma degli accessori dovrà comprendere:

– raccordi standard IP40;

– raccordi IP65 ad innesto rapido;

– manicotti flessibili da IP44 a IP65;

– curve 90° standard IP 40;

– curve 90° IP65 ad innesto rapido;

– curve a 90° e derivazioni a T ispezionabili;

– raccordi tubo-scatola, tubo-guaina e tubo-cavo IP65 ad innesto rapido;

– serie di pressacavi con grado di protezione fino a IP68;

– supporti semplici;

– supporti componibili su guida;

– supporti a graffetta con chiodo;

– supporti metallici a collare.

Riferimenti normativi

CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche. Parte 1:

Prescrizioni generali

CEI EN 50086-2-1 (CEI 23-54): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-

1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori

CEI EN 50267-2-2 (CEI 20-37/2-2): Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio

- Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi. Parte 2-2: Proce-

dure di prova - Determinazione del grado di acidità (corrosività) dei gas dei materiali mediante

la misura del pH e della conduttività

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Caratteristiche generali

– Resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J);

– resistenza di isolamento 100Mohm a 500V per 1 min.;

– resistenza alla fiamma (secondo CEI EN 50086): autoestinguente in meno di 30s;

– gamma di 7 diametri disponibili da 16mm a 63mm;

– temperatura di applicazione permanente e di installazione: -5°C/+60°C.

6.4.1.6 Tubi pieghevoli

Il sistema di tubazioni corrugate pieghevoli in materiale termoplastico per distribuzione sotto-

traccia e all’interno di controsoffitti e pavimenti flottanti, comprenderà tubazioni in PVC e po-

lipropilene vergini, in modo che le caratteristiche meccaniche del prodotto siano le migliori

possibili.

I tubi corrugati pieghevoli della gamma saranno disponibili in diverse colorazioni in modo da

contrassegnare in fase di posa dei cavi linee diverse e identificare i percorsi.

Tutti i componenti della gamma saranno marcati IMQ e conformi alle relative normative euro-

pee.

La serie comprenderà almeno due tipologie di tubo:

– tubi pieghevoli autoestinguenti;

– tubi pieghevoli halogen free autoestinguenti e autorinvenenti.

La serie di accessori comprenderà manicotti e tappi che impediranno l’ingresso di corpi estra-

nei all’interno dei tubi.

Riferimenti normativi

CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche. Parte 1:

Prescrizioni generali

CEI EN 50086-2-2 (CEI 23-55): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-

2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori.

Caratteristiche generali

– Resistenza di isolamento 100Mohm a 500V per 1 min.;

– rigidità dielettrica: 2000V a 50Hz per 15 minuti;

– resistenza alla fiamma (secondo CEI EN 50086): autoestinguente in meno di 30s;

– gamma di 6 o 7 diametri (a seconda del colore) disponibili da 16mm a 63mm;

– resistenza alla compressione: 750N.

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6.4.1.7 Tubi flessibili

Il sistema di tubazioni flessibili (guaine spiralate), dovrà comprendere una serie di prodotti a-

dattabili a diverse esigenze ed utilizzabili anche in ambienti con condizioni ambientali partico-

larmente gravose. Tutte le tubazioni saranno dotate di marchio di qualità IMQ.

In particolare la gamma dovrà comprendere:

– guaine isolanti spiralate (autoestinguenti resistenti ad agenti chimici per impieghi indu-

striali);

– guaine isolanti spiralate per impieghi non gravosi (applicazioni industriali non gravo-

se).

La gamma comprenderà un elevato numero di accessori, che permetteranno di poter impiegare

tutte le guaine spiralate in tutte le condizioni ambientali ed installative previste dalle norme.

Gli accessori dovranno avere le seguenti caratteristiche:

– Realizzati in materiale termoplastico a base di PVC, autoestiguente;

– Grado di protezione minimo IP64;

– Resistenza alla fiamma secondo CEI EN 50086: autoestinguente in meno di 30s;

La gamma degli accessori dovrà comprendere:

– Raccordi girevoli dritti scatola-guaina con almeno tre tipologie di filettatura: Metrica,

Gas, PG;

– Raccordi girevoli curvi scatola-guaina guaina con almeno tre tipologie di filettatura:

Gas, PG;

– Raccordi fissi scatola-guaina guaina con almeno tre tipologie di filettatura: Metrica,

Gas, PG;

– Raccordi tubo-guaina ad innesto rapido;

– Manicotti girevoli guaina-guaina;

– Raccordi guaina-cavo.

Riferimenti normativi

CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche

Parte 1: Prescrizioni generali

CEI EN 50086-2-3 (CEI 23-56)+(V1): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche.

Parte 2-3: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi flessibili e accessori

Caratteristiche generali

– Resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J);

– resistenza di isolamento 100Mohm a 500V per 1 min.;

– rigidità dielettrica: 2000V a 50Hz per 15 minuti;

– resistenza alla fiamma (secondo CEI EN 50086): autoestinguente in meno di 30s;

– temperatura di applicazione permanente e di installazione: -5°C/+60°C.