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SETTORE TUTELA DEL TERRITORIO SERVIZIO PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE P.I.A.E. PIANO INFRAREGIONALE ATTIVITA PIANO INFRAREGIONALE ATTIVITA’ ESTRATTIVE ESTRATTIVE marzo 2017 a VARIANTE PARZIALE VARIANTE PARZIALE ai sensi dell’art. 27 della L.R. 24 marzo 2000 n. 20 RELAZIONE ILLUSTRATIVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA ADOZIONE Del. C.P. n° 12 del 11.04.2016 CONTRODEDUZIONE Del. C.P. n° 49 del 19.09.2016 APPROVAZIONE Del. C.P. n°13 del 07.04.2017 APPROVAZIONE APPROVAZIONE

RELAZIONE VAR parziale PIAE 2015 CONTRODEDOTTA def · prevista dal comma 4 art.14 della L.R. 20/2000 e svolta in forma scritta con nota Prot. n. 80236 del 23/12/2015, non sono pervenute

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SETTORE TUTELA DEL TERRITORIOSERVIZIO PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

P.I.A.E.PIANO INFRAREGIONALE ATTIVITAPIANO INFRAREGIONALE ATTIVITA’’ ESTRATTIVEESTRATTIVE

marzo 2017

a

VARIANTE PARZIALEVARIANTE PARZIALEai sensi dell’art. 27 della L.R. 24 marzo 2000 n. 20

RELAZIONE ILLUSTRATIVARELAZIONE ILLUSTRATIVA

ADOZIONEDel. C.P. n° 12 del 11.04.2016

CONTRODEDUZIONEDel. C.P. n° 49 del 19.09.2016

APPROVAZIONE

Del. C.P. n°13 del 07.04.2017

APPROVAZIONEAPPROVAZIONE

PIAE – Variante Parziale (art. 27 della L.R. 24 marzo 2000 n. 20) Relazione illustrativa

PROVINCIA DI PARMA - Servizio Pianificazione Territoriale

Presidente

Filippo Fritelli

Consigliere delegato Giampaolo Cantoni

Segretario Generale

Rita Alfieri

Responsabile del Procedimento Sergio Peri

Gruppo di Progettazione

Andrea Corradi Andrea Pelosio Andrea Ruffini

Piano Infraregionale Attività Estrattive della Provincia di Parma – VARIANTE PARZIALE

RELAZIONE ILLUSTRATIVA – APPROVAZIONE

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INDICE

1 – INTRODUZIONE....................................................................................................................... 3

2 – CONTENUTI E OBIETTIVI DELLA VARIANTE PARZIALE 2015 ................................................... 6

3 - ANALISI QUANTITATIVA DEI DISSESTI SUL SISTEMA INFRASTRUTTURALE PROVINCIALE.......... 8

4 – INDIVIDUAZIONE DELL’AMBITO ESTRATTIVO COMUNALE RIVIDULANO IN COMUNE DI

CORNIGLIO................................................................................................................................. 13

5 – MODIFICHE E INTEGRAZIONI ALLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIAE 2008 ....... 17

6 – LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – SINTESI NON TECNICA..................... 18

6.1 – Premessa...................................................................................................................... 18

6.2 –Sintesi del quadro ambientale e del quadro programmatico di riferimento ................. 19

6.3 – Valutazione della coerenza ambientale ....................................................................... 20

6.4 – Analisi e mitigazione degli effetti ambientali della variante....................................... 24

6.5 – Valutazione delle alternative....................................................................................... 25

7 – MODIFICHE ALLE CARTOGRAFIE DI PROGETTO ..................................................................... 26

ALLEGATO 1 - RAPPORTO AMBIENTALE DI VALSAT\VAS AI SENSI DELL’ART.5 DELLA LR

20/2000 E SS.MM.II. AI SENSI DELL’ART.13, COMMA 3 E 4, DEL D. LGS. 152/06 E SS.MM.II. ....... 27

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1 – INTRODUZIONE

Nell’ambito della procedura di elaborazione della Variante Specifica al PIAE 2008, ex art. 27 bis della L.R. 20/2000, la cui proposta è stata approvata con Decreto del Presidente della Provincia di Parma n. 168 del 09/07/2015 e recentemente adottata dal Consiglio Provinciale (con Delib. di C.P. n. 69 del 16/11/2015), erano state indicate alcune possibili modifiche al piano provinciale, riguardanti in particolare la necessità di prevedere un nuovo ambito estrattivo montano (in località Rividulano nel Comune di Corniglio), finalizzato alla stabilizzazione di un versante soprastante alla viabilità provinciale ed i cui quantitativi di inerti non pregiati erano destinati agli interventi di ripristino dei danni arrecati in Val Parma e Val Cedra dalle alluvioni dell’autunno 2014.

Nella medesima proposta di Variante Specifica era inoltre contenuto un aggiornamento del quadro normativo del PIAE vigente, in riferimento al recepimento delle nuove disposizioni in materia di decertificazione e semplificazione amministrativa (D.P.R. 2 dicembre 2000, n. 445 e Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011) e della Deliberazione Giunta Regionale 19 novembre 2012, N. 1696 “Linee di indirizzo regionali per la classificazione dei giacimenti di ofioliti, l’individuazione delle modalità di coltivazione e delle misure tecniche per il contenimento del rischio correlato e per l’utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto di amianto”.

Su questi contenuti della proposta di variante, la Giunta della Regione Emilia-Romagna nel contributo istruttorio durante la fase preliminare di consultazione scritta (Delib. di G.R. n.1332 del 14/09/2015) ha richiesto alla Provincia di stralciarli dalla procedura della Variante Specifica ex art. 27 bis, rinviandoli ad una successiva Variante di PIAE ordinaria.

In particolare, riguardo al nuovo ambito di Rividulano, la Regione rilevava che la proposta, inserita in un contesto di criticità che hanno colpito l’intero territorio provinciale, non era analizzata in termini di fabbisogno e non veniva sufficientemente motivata.

Preso atto delle valutazioni espresse dalla Regione con Del. di G.R. n.1332/2015, la Provincia di Parma ha quindi ritenuto opportuno avviare un’ulteriore variante al PIAE con la procedura ordinaria di cui all’art. 27 della L.R. n.20/2000, riproponendo i seguenti temi:

individuazione di un nuovo ambito estrattivo montano (in località Rividulano nel Comune di Corniglio), finalizzato alla stabilizzazione di un versante instabile soprastante alla viabilità provinciale, e a rendere disponibili quantitativi di inerti non pregiati da destinare ad interventi di ripristino dei danni arrecati in Val Parma e Val Cedra a seguito dei diversi eventi calamitosi che si sono verificati negli ultimi anni, in ragione anche di una situazione logistica maggiormente operativa rispetto alle altre disponibilità già pianificate dal PIAE stesso;

aggiornamento delle Norme Tecniche di Attuazione del PIAE vigente alla luce delle nuove normative in materia di decertificazione e semplificazione amministrativa (DPR 2 dicembre 2000, n. 445 e Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011);

aggiornamento dell’allegato E delle Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008, alla luce della deliberazione della Giunta regionale n. 1696 del 19 novembre 2012 “Linee di indirizzo regionali per la classificazione dei giacimenti di ofioliti, l’individuazione delle

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modalità di coltivazione e delle misure tecniche per il contenimento del rischio correlato e per l’utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto di amianto”;

Con Decreto Presidenziale n.304 del 24/11/2015 è stato approvato il Documento preliminare di tale variante, successivamente oggetto, ai sensi dell’art. 14 della L.R. 20/2000, di una Conferenza di Pianificazione per l’esame condiviso dei suoi contenuti alla presenza della Regione, delle Province contermini, dei Comuni, delle Unioni Montane e degli Enti di gestione delle aree protette.

La prima seduta della suddetta Conferenza di Pianificazione (convocazione con nota Prot. PEC n. 74957 del 27/11/2015) si è tenuta il giorno 14 dicembre 2015 e la seduta conclusiva in data 27 gennaio 2016 (convocazione con nota Prot. PEC n. 80265-80283 del 27/11/2015);

A seguito dell’attività di concertazione con le diverse associazioni economiche e sociali, prevista dal comma 4 art.14 della L.R. 20/2000 e svolta in forma scritta con nota Prot. n. 80236 del 23/12/2015, non sono pervenute né osservazioni né altre valutazioni riguardanti i contenuti del documento preliminare.

Con Del. di G.R. n. 139 del 09/02/2016 (pervenuta alla Provincia in data 15/02/2016 Prot. n. 6131), la Regione, pur richiedendo una serie di precisazioni e integrazioni alle proposte di variante avanzate dalla Provincia, ha ritenuto di esprimere un parere sostanzialmente positivo, confermando che il Documento Preliminare della Variante in esame è stato redatto in modo conforme ai disposti di cui all’art. 14 comma 2 della L.R. n.20/2000, anche in relazione al PIAE in quanto strumento di pianificazione settoriale.

Nel rispetto di quanto evidenziato dalla stessa Regione, il Servizio Pianificazione Territoriale della Provincia di Parma, provvedendo in tal senso agli approfondimenti richiesti in sede di conferenza di pianificazione, ha provveduto a redigere gli elaborati tecnici e normativi costitutivi della Variante Parziale al PIAE, di cui nello specifico:

RELAZIONE ILLUSTRATIVA (COMPRENSIVA DI VAS\VALSAT); ELABORATI CARTOGRAFICI:

TAV. P.1.1 – CARTA DI PROGETTO – SINTESI (SCALA 1:50.000) – TAVOLA NORD; TAV. P 1.2 – CARTA DI PROGETTO – SINTESI (SCALA 1:50.000) – TAVOLA SUD; ELABORATO P2 – AMBITI COMUNALI VINCOLATI (TESTO INTEGRATO);

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (TESTO INTEGRATO).

Si specifica che la Variante Parziale non aggiorna ulteriormente lo stato di attuazione della pianificazione provinciale, in quanto lo stesso è riportato ed illustrato nell’ambito della Variante Specifica 2015 recentemente adottata (delibera di C.P. n. 69/2015), al quale si rimanda.

Dallo stato di attuazione riportato nella variante specifica, risulta che le previsioni del PIAE vigente sono ancora lontane dal loro pieno recepimento. Le cause di questo ritardo sono note e per lo più imputabili alla forte crisi che ha attraversato il settore estrattivo negli ultimi anni, che mostra ad oggi solo modesti segnali di ripresa. Questo, se da un lato non pregiudica la validità delle scelte operate dal PIAE (le disponibilità di inerti sul territorio, tra residui di

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piano e nuove previsioni, sono sostanzialmente in grado di supportare nel medio periodo la richiesta proveniente dal mondo produttivo), dall’altro ha tuttavia evidenziato diverse problematiche attuative per alcuni degli ambiti estrattivi del PIAE 2008, soprattutto per quanto riguarda il settore degli inerti destinati al settore montano.

Infatti, le gravi calamità idrogeologiche che hanno colpito la Provincia di Parma negli ultimi anni (frane e dissesti negli anni 2012-2013, alluvione del 2014, dissesti del 2015) stanno determinando una richiesta di inerti non pregiati (pietrischi per rilevati e riempimenti stradali, massi per scogliere ed altre opere idrauliche) che non era stata preventivata dal PIAE vigente, soprattutto nell’area della media ed alta Val Parma (Comuni di Corniglio, Tizzano Val Parma e Calestano) e nella media ed alta Val Cedra (Comuni di Monchio delle Corti, Palanzano e Neviano degli Arduini), che risultano quelle maggiormente colpite da tali calamità.

Quindi, per far fronte a tale necessità (anche in vista dei finanziamenti pubblici in arrivo per il riassetto del territorio colpito dalle ultime calamità naturali), si è ritenuto necessario riproporre un parziale aggiornamento del PIAE vigente, individuando un nuovo ambito montano in Comune di Corniglio (denominato Ambito Rividulano).

Date le premesse, l’iter procedurale di elaborazione ed approvazione della presente variante è quello indicato dall’art. 27 della L.R. 24 marzo 2000 n° 20 “Disciplina generale sulla tutela ed uso del territorio”.

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2 – CONTENUTI E OBIETTIVI DELLA VARIANTE PARZIALE 2015

Alla luce delle motivazioni e delle considerazioni riportate in premessa, gli obiettivi della variante parziale al PIAE 2008 sono i seguenti:

1) in conseguenza delle problematiche idrogeologiche che hanno colpito la media ed alta Val Parma e Val Cedra negli ultimi anni, su proposta del Comune di Corniglio, individuare un nuovo ambito estrattivo comunale al fine di garantire il soddisfacimento delle richieste del mondo produttivo locale, impegnato nella fase di sistemazione dei danni arrecati alle infrastrutture pubbliche;

2) aggiornare le Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008 al fine di tenere conto delle nuove normative in materia di decertificazione e semplificazione amministrativa (D.P.R. 2 dicembre 2000, n. 445 e Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011);

3) aggiornare l’allegato E delle Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008, al fine di tenere conto delle nuove norme in materia di escavazione ed utilizzo delle ofioliti (linee guida regionali sulle ofioliti, approvate con Deliberazione Giunta Regionale 19 novembre 2012, N. 1696 “Linee di indirizzo regionali per la classificazione dei giacimenti di ofioliti, l’individuazione delle modalità di coltivazione e delle misure tecniche per il contenimento del rischio correlato e per l’utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto di amianto”).

Con riguardo al precedente punto 1), si sottolinea che la motivazione di prevedere un nuovo ambito estrattivo montano in Val Parma è dettata dalla necessità ed urgenza di reperire materiali inerti idonei al ripristino dei danni apportati dalle calamità naturali degli ultimi anni, che hanno in particolare riguardato la viabilità provinciale e comunale, nonché la messa in sicurezza della S.P. 84 in un tratto pericoloso interessato da movimenti gravitativi di massa e dalla caduta di detriti dalle scarpate sovrastanti come in seguito meglio specificato.

In riferimento alle valutazioni della Regione Emilia-Romagna (Del. di G.R. n.139 del 09.02.2016) sul Documento Preliminare della Variante si precisa quanto segue:

la richiesta di aggiornamento delle schede di progetto dei poli estrattivi, relativamente alle prescrizioni riguardanti le misure di compensazione, è già stata risolta nell’ambito della Variante specifica ex art. 27bis con valore di Variante Generale al PAE del Comune di Parma ai sensi dell’art. 23 della L.R. 14 aprile 2004 n. 7, adottata con delibera di Consiglio provinciale n. 69/2015 (cfr Relazione di Progetto Cap.3 PAE di Parma) e senza necessità di modificare le schede progettuali del PIAE vigente. Il Comune di Parma ha ritenuto che alcune delle misure compensative previste non potevano essere, per come elencate nelle schede progettuali del PIAE, confermate in sede di PAE (ad esempio perché già attuate, tipo alcune rotatorie o piste ciclabili), ovvero essere oggetto di una valorizzazione ambientale più approfondita, anche in ragione degli interventi di mitigazione previsti e realizzabili in tema di sicurezza pubblica e stradale. Tali misure, che nelle schede della citata Variante hanno valore di indirizzo progettuale, dovranno comunque essere verificate nell’ambito delle procedure di impatto ambientale previste dalla L.R. 9/99 e s.m.i., dove potranno quindi essere confermate o sostituite con misure di compensazione per la mitigazione degli impatti ambientali attesi ritenute più idonee;

nella presente variante si conferma che il Polo G8 Barghetto sarà oggetto di una più approfondita valutazione nell’ambito di una futura revisione dello strumento provinciale,

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che terrà in considerazione anche le ricadute della sua esclusione sulla pianificazione e programmazione sovraordinata in materia di tutela delle acque (di cui al PTCP vigente), in quanto lo stesso polo ricade in un’area strategica ai fini dell’immagazzinamento della risorsa idrica;

nella presente variante si accoglie la proposta regionale di stralciare dal PIAE gli ambiti estrattivi comunali vincolati Ac59 SPIP e Ac73 Budellungo. Tali ambiti non hanno ottenuto manifestazioni di interesse nell’ambito del “Bando per la selezione, l’individuazione e la definizione delle aree (Comparti ed Ambiti) e dei quantitativi da inserire nelle previsioni della Variante Generale del PAE del Comune di Parma” (di cui alla Delib. di G.C. n. 587/2013), e non sono stati neppure oggetto di osservazioni nell’ambito della Variante Parziale adottata ex Delib. di C.P. 69/2015. Infine l’ambito Ac59 SPIP, finalizzato alla realizzazione di una cassa di laminazione per la messa in sicurezza del nuovo forno inceneritore di Parma, è stato già completato senza necessità di escavazioni mentre l’ambito Ac73 Budellungo è localizzato in un’area priva di viabilità idonea. In termini quantitativi si specifica che gli “inerti stralciati” (60.000 mc di argille e 135.000 mc di ghiaie pregiate), assolutamente modesti nell’ambito del dimensionamento complessivo del PIAE vigente, saranno riconsiderati nell’ambito di una prossima variante allo strumento provinciale.

In ragione dei contenuti e delle modifiche introdotte dalla presente variante viene aggiornato, con particolare riferimento allo stralcio degli ambiti sopra richiamati e all’inserimento dell’ambito comunale in località Rividulano, la tabella dei relativi “obiettivi quantitativi assegnati” degli Ambiti comunali vincolati contenuta nel Cap.2 “Pianificazione Provinciale” della Relazione del Quadro Conoscitivo (pag.3) della Variante Specifica al PIAE adottata con Delibera di C.P. n.69/2015.

Tabella: PIAE – Variante Generale 2008: obiettivi quantitativi assegnati in Ambiti comunali vincolati

AMBITO VINCOLATO COMUNE ghiaie

pregiate (mc)

inerti non

pregiati (mc)

pietre da

taglio (mc)

argille per

laterizi (mc)

limi argillosi e

sabbiosi (mc)

Ac10-Naviglio Taro Collecchio 100.000 0 0 0 0

Ac12-Madregolo Collecchio 280.000 0 0 0 0

Ac22-Ca’ Piano Varano Melegari 150.000 0 0 0 0

Ac24-Barzia di Sotto Bardi 85.000 0 0 0 0

Ac26-Groppo di Gora Bardi 0 50.000 0 0 0

Ac27-Pianazzo Tornolo 0 70.000 0 0 0

Ac28-Zalloni Albareto 0 60.000 0 0 0

Ac29-Groppalbero Borgotaro 0 150.000 0 0 0

Ac30-Le Predelle Borgotaro 0 100.000 0 0 0

Ac36-Pian delle Moglie Albareto 40.000 0 0 0 0

Compiano 40.000 0 0 0 0

Ac47-Il Molino Neviano Arduini 80.000 0 0 0 0

Ac48-Corsenna Bardi 100.000 0 0 0 0

Ac49-Carobbio Tizzano V.P. 0 500.000 0 0 0

Ac50-Carbonizzo Traversetolo 200.000 0 0 0 0

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AMBITO VINCOLATO COMUNE ghiaie

pregiate (mc)

inerti non

pregiati (mc)

pietre da

taglio (mc)

argille per

laterizi (mc)

limi argillosi e

sabbiosi (mc)

Ac51-Monte Zuccone Tornolo 0 0 50.000 0 0

Ac52-Case Ferrari Felino 200.000 0 0 0 0

Ac53-Romitaggio Fontevivo 100.000 0 0 0 0

Ac54-CE.P.I.M. Fontevivo 100.000 0 0 0 0

Ac55-Galgana Fornovo Taro 0 10.000 0 0 0

Ac56-Ghiaie di Mezzo Noceto 350.000 0 0 0 0

Ac57-Marchetta Noceto 450.000 0 0 0 0

Ac58-La Bettola Noceto 200.000 0 0 0 0

Ac60-Rovacchiotto Soragna 0 0 0 300.000 0

Ac61-Carzeto Soragna 0 0 0 300.000 0

Ac62-Montaletto Terenzo 0 80.000 0 0 0

Ac63-Fossetta Alta Torrile 0 0 0 140.000 0

Ac64-Ca’ Bianca Trecasali 0 0 0 500.000 0

Ac65-Crociletto Zibello 0 0 0 400.000 0

Ac66-Ponte Scodellino Borgotaro 50.000 0 0 0 0

Ac67-La Pace Collecchio 0 0 0 150.000 0

Ac68-Pietra Macinata Fornovo Taro 0 300.000 0 0 0

Ac69-Ca’ del Piano Fornovo Taro 50.000 0 0 0 0

Ac70-Busseto Busseto 0 0 0 30.000 0

Ac71-Piacentine Busseto 0 0 0 200.000 0

Ac72-Selvanizza Palanzano 0 130.000 0 0 0

Ac74-Rividulano Corniglio 0 100.000 0 0 0

TOTALI 2.575.000 1.550.000 50.000 2.020.000 0

3 - ANALISI QUANTITATIVA DEI DISSESTI SUL SISTEMA INFRASTRUTTURALE PROVINCIALE

La stima dell’ulteriore fabbisogno di inerti per il settore infrastrutturale (sistemazione di strade esistenti e ripristino di tratti stradali crollati a seguito di fenomeni franosi e/o erosivi) nell’ambito della Val Parma e Val Cedra, è stato fatto sulla base delle indicazioni fornite dalla variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di adeguamento della carta del dissesto idrogeologico adottata con Delibera di C.P. n. 57 del 19/10/2015.

Al fine del calcolo degli inerti necessari per la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria sopra citati si è considerata la metodologia adottata in fase di stesura del PIAE 2008, qui riportata in modo semplificato.

Per la realizzazione di una nuova strada, si considera un pacchetto stradale tipo formato da un rilevato (alto circa 100 cm) e da un pacchetto di base (alto 20 cm) suddiviso in strati a seconda della composizione granulometrica utilizzata.

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Per le strade da potenziare il riferimento alla geometria del pacchetto stradale è la medesima ma si è ipotizzato un utilizzo di inerti pari al 50% del precedente in quanto strade già esistenti.

Infine, per la manutenzione ordinaria della rete stradale (provinciale e comunale), si è considerato solamente il rifacimento dello strato superficiale (circa 8 cm) formato dal tappetino di usura in conglomerato bituminoso (circa 3 cm) e dal binder (circa 5 cm).

Di seguito si riporta la sintesi tra l’elenco della viabilità provinciale interessata da dissesti a seguito delle alluvioni del 2014-2015 (elaborata dal Servizio Viabilità della Provincia di Parma) ed i fenomeni di dissesto attivo censiti dalla variante al PTCP sopra citata.

VIABILITA' INTERESSATA DA MOVIMENTI FRANOSI IN ATTO

TIPO NOME LUNGHEZZA (km)

SP 16 DEGLI ARGINI 0,05

SP 80 DI SCURANO 0,19

SP 14 DI TIZZANO 0,48

SP 115 DI RENO 1,95

SP 102 DI PALANZANO-BIVIO VAESTANO 0,09

SP 68 DI VALCIECA 0,86

SP 61 DI CALESTANO-LANGHIRANO 0,13

SP 665 MASSESE 3,42

SP 65 DI SCHIA 0,72

SP 84 DI CAROBBIO 0,92

SP 75 MONCHIO-CORNIGLIO 3,16

SP 87 DI VALDITACCA 0,02

STRADE

PROVINCIALI

SP 40 DI BOSCO DI CORNIGLIO 2,72

0,03 0,65 0,27 251 104 0 0

0,05 0,68 0,27 437 173 0 0

0,12 0,70 0,24 1.079 370 0 0

0,50 1,00 0 0 6.425 0

0,30 1,00 0 0 0 3.8550,20 1,00 2.570 0 0 0

TOTALI (mc/km) 4.337 648 6.425 3.855

(*) si intendono inerti provenienti dalla lavorazione in frantoio (***) 687 per la sola manutenzione

(*)Per le infrastrutture di progetto si considera un pacchetto stradale di circa 120 cm per una larghezza media di 12,85 m (1,20x12,85x1000)

Tale pacchetto, per tener conto del diverso utilizzo dei materiali inerti trattati dai frantoi, viene diviso in strato di base (20 cm) e strato di rilevato (100 cm)

(*)Per le infrastrutture da potenziare si usa una percentuale ridot ta per tenere conto solo del rifacimento o allargamento della carreggiata

(50% degli inerti per infrastrutture di progetto)

Pietrisco

grana STRATO DI BASE

Tappetino di usura in conglomerato bituminoso

Strato di collegamento in conglomerato bituminoso (binder)

Materiale utilizzato % Incidenza di materiale (mc/km)

s (m)Pietr isco

grana fine

Sabbia di

Po

Stabilizzat

o

Pietrisco

grana

Pietrisco

grana fine

Sabbia di

Po

Stabilizzat

o

Strato di base in conglomerato bituminosoRILEVATO

Strato di fondazione in sabbia (*)

Strato di fondazione in misto cementatoStrato di fondazione in ghiaia (*)

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SP 13 DI CORNIGLIO 2,63

SP 15 DI CALESTANO 1,66

SP 98 DI MULAZZANO 0,73

SP 36 DELLA VAL TOCCANA 1,04

SP 108 DEL CIRONE 0,28

SP 74 BOSCO DI CORNIGLIO-BERCETO 0,42

km TOTALI 21,47

Considerando anche i dissesti che hanno interessato le strade comunali (dati estrapolati dalla citata Variante al PTCP) i tratti coinvolti assommano a quanto riportato nella tabella seguente.

Coerentemente con i risultati ottenuti per la valutazione degli indici di franosità comunale e le conseguenti relazioni sull’assetto viario del territorio, i Comuni maggiormente colpiti da danni al sistema della viabilità sono Corniglio (18 km di viabilità interessata da frane attive) e Tizzano Val Parma. (13 km di viabilità interessata da frane attive).

Al fine di classificare i rapporti tra i fenomeni rilevati e le strade, importante per definirne gli interventi di ripristino e restauro, è risultato utile procedere all’individuazione di tre differenti raggruppamenti, correlabili a tre diversi contesti:

a) frane che interessano non solo le strade ma anche, in modo esteso, i versanti su cui sono impostate le strade stesse;

b) frane che si originano immediatamente a monte del corpo stradale e si esauriscono sul piano viabile;

c) frane che si originano a partire dal corpo stradale e si esauriscono immediatamente a valle o che si originano a valle e si esauriscono sul piano stradale (a seconda si tratti di fenomeno in avanzamento o in retrogressione).

COMUNE LUNGHEZZA

(km)

CALESTANO 2,70

CORNIGLIO 18,32

MONCHIO DELLE CORTI 6,22

NEVIANO DEGLI ARDUINI 4,99

PALANZANO 3,42

TIZZANO VAL PARMA 13,72

TOTALE (km) 49,36

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA – APPROVAZIONE

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Per quanto riguarda il gruppo a), si tratta di frane che per dimensioni ed estensione interessano porzioni di versante significativamente più estese dell’ambito stradale, spesso coinvolgendo terreni sia a monte che a valle dei manufatti stradali. Sono le frane “propriamente dette” e, in questi casi, le strade stesse appaiono oggetti passivi nei confronti del dissesto o, quantomeno, la loro influenza sull’innesco dello stesso potrebbe anche essere trascurabile.

Le frane di tipo b) sono riferibili a movimenti di versante che interessano la porzione a monte del piano stradale, limitatamente alla controripa rimodellata in fase di costruzione della sede stradale e alle aree immediatamente adiacenti.

La risoluzione di questi fenomeni (tipo a e tipo b) prevede, quali interventi minimi, l’asportazione del materiale accumulato sulla strada, ma nei casi in cui si preveda una possibile estensione o evoluzione del fenomeno, possono essere accompagnati dalla realizzazione di opere di sistemazione idrogeologica e di interventi di stabilizzazione del versante (trincee drenanti, reti, gabbionate, muri di sostegno, ecc.).

Le frane di tipo c) si riferiscono direttamente a corpi stradali che franano e coinvolgono solo parzialmente i versanti sottostanti o, più raramente, sovrastanti. In genere questi fenomeni interessano solo la corsia di valle della strada, che spesso è costruita su materiali di riporto con modeste caratteristiche geotecniche del materiale sciolto che, unite alla spesso elevata inclinazione del versante a valle, ne favoriscono il dissesto. Le frane che si originano in queste situazioni tendono a coinvolgere per lo più solo la parte di strada costruita sul riporto, provocando il restringimento della carreggiata e/o, nel caso non si tema un’ulteriore retrogressione del fenomeno, imponendo la circolazione a senso unico alternato. In caso contrario la strada viene generalmente chiusa per un periodo più o meno lungo, a seconda che si preveda o meno la realizzazione di opere di sostegno della scarpata di sottoscarpa, su cui ricostruire la porzione asportata del manufatto stradale. Non mancano comunque casi in cui

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entrambe le corsie vengano interessate e la strada venga così completamente interrotta (fonte RER-SGSS).

Considerando che le strade di interesse provinciale e comunale rappresentano la rete portante delle comunicazioni locali e dei collegamenti intercomunali si può ipotizzare una “manutenzione straordinaria” (rifacimento) del solo pacchetto superficiale (circa 8 cm) formato dal tappetino di usura in conglomerato bituminoso (circa 3 cm) e dal binder (circa 5 cm) per l’intera rete stradale interessata dai fenomeni di dissesto (strade provinciali e comunali, circa 50 km).

Il ripristino della viabilità parzialmente franata (ripristino parziale del rilevato) interessa un tratto di circa 10 km, mentre il rifacimento completo dei tratti stradali interrotti (tratti in località Boschetto e Musiara Superiore) interessa una lunghezza totale di circa 700 metri.

Di seguito si riporta la stima degli inerti necessari effettuata sulla base delle ipotesi citate in precedenza.

Ai quantitativi sopra calcolati andranno, altresì, aggiunti quelli necessari per la stabilizzazione dei nuovi tratti viari e delle relative opere di protezione di monte e di valle (gabbionate e scogliere di massi), il cui contributo numerico non risulta oggi puntualmente definibile per l’assenza dei progetti definitivi. Tale contributo viene comunque stimato in oltre 50.000 mc di massi e pietrischi, portando il fabbisogno necessario per gli interventi di emergenza prima richiamati ad oltre 200.000 mc di inerti non pregiati.

Allo stesso modo andranno computati i quantitativi di massi per scogliere ed altri interventi idraulici per la stabilizzazione delle sponde torrentizie interessate dall’alluvione del 2014: questa stima sarà oggetto di valutazione congiuntamente con gli enti idraulici interessati (STB, Consorzio di bonifica, AIPo).

Progetto Potenziamento Manutenzione

0,70 10 50

Progetto 3.036 453 4.498 2.699Potenziamento 21.684 3.238 32.125 19.275Manutenzione 34.374 32.382 0 0Totale 59.094 36.074 36.623 21.974Totale Inerti (mc)

Pietrisco

grana fineSabbia di PoAmbito Val Parma e

Val Cedra

Strade provinciali e comunali (km)

153.763

Ambito Val Parma e Val Cedra

StabilizzatoPietrisco grana

grossa

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4 – INDIVIDUAZIONE DELL’AMBITO ESTRATTIVO COMUNALE RIVIDULANO IN COMUNE DI

CORNIGLIO

Come anticipato, a seguito degli eventi calamitosi che si sono verificati negli ultimi anni in alta e media Val Parma (grandi frane di Boschetto, Capriglio, Schia e Sauna nel 2012-2013 e dissesti conseguenti all’alluvione del 2014), risulta necessario incrementare l’attuale disponibilità di ambiti estrattivi finalizzati al reperimento di pietrischi e massi per la realizzazione delle opere di sistemazione morfologica e riassetto idraulico previste, ed in parte già finanziate o in corso di finanziamento dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Parma, dal Consorzio di bonifica e dai Comuni interessati.

Date le caratteristiche naturalistiche e vincolistiche che contraddistinguono la parte alta della Val Parma e della Val Cedra (interamente interessate dalla presenza del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e dal Parco Regionale dei Cento Laghi), l’attuale disponibilità di inerti non pregiati in tali vallate è relativamente bassa e limitata ai seguenti ambiti estrattivi (localizzati nella parte mediana, ossia in zone prive di vincoli ostativi per l’attività estrattiva):

Comune Ambito comunale Potenzialità Note

CORNIGLIO Vestola 150.000 mc PAE vigente

TIZZANO V.P. Carobbio 500.000 mc PAE vigente

PALANZANO Selvanizza (Ac72) 130.000 mc PAE da elaborare

PALANZANO Lalatta 50.000 mc PAE da elaborare

PALANZANO Ranzano 60.000 mc PAE da elaborare

MONCHIO delle C. I Groppi 100.000 mc PAE da elaborare

NEVIANO ARDUINI Ripa Pavone 85.000 mc PAE da elaborare

Come riportato nella tabella, i soli quantitativi immediatamente disponibili sarebbero quelli di Corniglio e Tizzano V.P, gli unici previsti sia dal PIAE 2008 che dai PAE. Tuttavia, quelli dell’ambito estrattivo Carobbio di Tizzano lo sono solo in via teorica, dal momento che erano in disponibilità di un’impresa che oggi ha cessato la propria attività.

La soluzione alle limitate disponibilità di materiale, in rapporto alla necessità di provvedere a necessari interventi di mitigazione del gravoso stato di dissesto, cui devono far fronte diversi Enti preposti alla tutela del territorio e delle infrastrutture, può trovare attuazione nella disponibilità del Comune di Corniglio di prevedere nel proprio territorio un nuovo ambito estrattivo comunale in località Rividulano, localizzato in zone vincolate dal PTCP (Art. 14 - Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale).

In merito alla concreta necessità di reperimento di materiale per opere di mitigazione dell’assetto idrogeologico del territorio, proprio in Sede di Conferenza di Pianificazione per la valutazione del Documento Preliminare della presente Variante (approvato con Decreto

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Presidenziale n.304 del 24.11.2015), lo stesso Servizio Tecnico dei Bacini affluenti del Po della Regione Emilia-Romagna, prendendo atto dell’assenza di ambiti estrattivi in attività nell’areale in oggetto, ha effettuato una prima stima dei quantitativi necessari per le opere idrauliche e di sistemazione dei versanti di propria competenza nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra, che potrebbe trovare effettiva disponibilità nel nuovo ambito estrattivo, proposto dalla Variante in oggetto, con una logistica maggiormente sostenibile rispetto al reperimento di materiale da ambiti estrattivi localizzati più lontano. Tale stima, dell'ordine di circa 5.000 mc/anno, risulta comprendere sia i lavori ordinari sia gli interventi straordinari conseguenti all'evento alluvionale del ottobre 2014 in Val Parma e Val Cedra. In tal senso l’individuazione dell’Ambito Rividulano può trovare coerenza con la programmazione\realizzazione delle opere di mitigazione di competenza di STB-RER nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra.

Tale ambito è, peraltro, finalizzato alla stabilizzazione e messa in sicurezza di un versante prospiciente alla S.P. 84 di Carobbio, gravato da anni da una marcata instabilità della coltre detritica superficiale (detrito di versante), in quanto continuamente alimentata dalla scarpata rocciosa presente a monte. Quest’ultima è infatti caratterizzata dall’affioramento di terreni arenacei molto fratturati (Arenarie di Groppo Sovrano).

Con riferimento alle criticità evidenziate, il Servizio Viabilità della Provincia di Parma, riconosciuto lo stato di potenziale pericolosità dei terreni posti a monte della S.P. 84, ha quindi invitato (con nota Prot. N. 14789 del 05/03/2013) il proprietario degli stessi ad attivarsi per la loro risoluzione. A tal fine, è stato predisposto e presentato agli Enti competenti un apposito progetto di stabilizzazione del versante in questione denominato “Lavori di messa in sicurezza della S.P. n. 84 nel tratto adiacente alla proprietà Costa Giuseppe Calcestruzzi in località Rividulano (Comune di Corniglio) tra il km 8+900 ed il km 9+500” (a cura di Soil Project – Ingegneria geotecnica e Dott. Ing. M. Puccinelli, 2014). Per l’attuazione di un primo stralcio dell’intervento, la Ditta Costa Calcestruzzi S.r.l. ha già ottenuto l’esenzione temporanea dal vincolo idrogeologico da parte dell’Unione Montana Appennino Parma Est – Settore Difesa del Suolo e Forestazione (nota Prot. n. 5852 del 31/12/2014) ed ha provveduto ad inoltrare la Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) allo Sportello unico dell’Edilizia del Comune di Corniglio.

L’individuazione dell’ambito estrattivo di Rividulano in Comune di Corniglio, finalizzato al reperimento di inerti non pregiati (pietrischi e massi) necessari per attuare interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in Val Parma e Val Cedra, può assumere il ruolo di strumento operativo per la messa in sicurezza del versante interessato a salvaguardia della viabilità provinciale ad esso sottostante. Il duplice ruolo della previsione estrattiva di Rividulano trova ragione e coerenza anche ai sensi di in quanto stabilito nell’Allegato 10 “Linee Generali di Assetto Idraulico ed Idrogeologico“ delle Norme di Attuazione del PTCP vigente, avente valore ed effetti di PAI ai sensi dell’Intesa di cui all’art. 57 del D.L.gs n. 112/1998 e art. 21 della L.R. 20/2000 e smi, dove l’utilizzo delle attività estrattive, vincolate alla realizzazione di progetti di sistemazione, viene individuato come misura strutturale di tipo intensivo per la mitigazione dei diversi fenomeni di dissesto ed in particolare come elemento di controllo dell’influenza del corso d’acqua nei processi di destabilizzazione del versante stesso.

Quindi la previsione dell’Ambito Rividulano può contribuire alla realizzazione del progetto di sistemazione di versante sopra citato e contestualmente a mettere a disposizione del Comune di Corniglio e di diversi altri Enti territoriali, attivi nelle azioni di mitigazione del

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dissesto idrogeologico nella vallata del Torrente Parma, materiali idonei (massi ciclopici e pietrischi arenacei) per la realizzazione di interventi di sistemazione morfologica e idraulica anche già oggetto di programmazione.

A tal fine, si integra l’Elaborato P2 del PIAE 2008 l’ambito comunale AC 74 – RIVIDULANO (Comune di Corniglio), con la seguente scheda progettuale:

AMBITO COMUNALE VINCOLATO AC74-RIVIDULANO (COMUNE DI CORNIGLIO)

Inquadramento Medio Appennino parmense, nel Comune di Corniglio, a lato della S.P. 84 di Carobbio, circa 500 m a est della località Carzago.

Stato di fatto Ambito montano caratterizzato da marcata instabilità, a causa delle elevate pendenze medie e della fatturazione della compagine rocciosa esistente nella parte superiore del versante.

Materiali estraibili Massi e detriti appartenenti alla formazione delle Arenarie di Groppo Sovrano.

Utilizzazione In alternativa alle ghiaie fluviali, per la produzione di pietrischi, e massi per difese spondali e idrauliche, opere di drenaggio, ecc..

Uso reale del suolo Bosco ceduo matricinato di latifoglie (cerro e carpino nero) in parte degradato e scarsi arbusteti di natura ripariale.

Vincoli L’area è compresa nelle “Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale” del PTCP vigente (art. 14 delle NTA).

L’area è confinante all’Area Contigua del Parco Regionale Valli del Cedra e del Parma.

Previsioni di piano 100.000 mc di inerti non pregiati.

Modalità di escavazione Cava a mezza costa, da coltivare a gradoni, che dovranno svilupparsi in maniera da raccordare morfologicamente le superfici interessate dall’attività estrattiva con il pendio circostante e retrostante.

Modalità di sistemazione finale

Recupero naturalistico-vegetazionale, tramite rimodellamento morfologico dell’area di scavo e piantumazione di essenze arboree e arbustive tipiche dell’area e compatibili con gli ambienti circostanti (boschi di latifoglie miste, a cerro e roverella prevalenti).

Prescrizioni L’intervento estrattivo è finalizzato alla messa in sicurezza del versante prospiciente alla S.P. 84 di Carobbio, secondo modalità e caratteristiche progettuali che dovranno essere concordate con il competente Servizio Viabilità della Provincia di Parma e con l’Unione Montana Appennino Parma Est – Settore Difesa del Suolo e Forestazione.

Eventuali quantitativi aggiuntivi a quelli qui pianificati, se risultanti dagli interventi di stabilizzazione di cui sopra, potranno essere trattati e gestiti ai sensi delle normative del settore estrattivo.

Il progetto estrattivo sarà assoggettato alle procedure di valutazione di impatto ambientale (VIA o screening) ai sensi della L.R. 9/99 modif..

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Ubicazione dell’intervento (scala 1:5.000)

L’Allegato 1 alla presente Relazione Illustrativa rappresenta, ai sensi del DLgs 152/06, il Rapporto Ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica VAS della variante in oggetto. Nell’ambito specifico di tale procedura la Provincia risulta autorità procedente, mentre la Regione Emilia-Romagna è autorità competente del parere motivato.

Come già evidenziato ed approfondito nell’Allegato 1 sopra richiamato (Rapporto Ambientale di VAS\ValSAT Par. 2.5 “Inquadramento ambientale e aspetti vegetazionali”), l’ambito estrattivo in oggetto interessa un’area caratterizzata da copertura boscata a prevalente “Bosco ceduo matricinato di latifoglie (cerro e carpino nero) in parte degradato e scarsi arbusteti di natura ripariale”.

In ragione di tale interazione tra la previsione e la copertura boschiva, nel corso della Conferenza di pianificazione, il Rappresentante della Regione Emilia-Romagna ha evidenziato la necessità di verificare per l’ambito la coerenza con i disposti della D.G.R. n. 549/2012 relativa all’approvazione dei “CRITERI E DIRETTIVE PER LA REALIZZAZIONE DI

INTERVENTI COMPENSATIVI IN CASO DI TRASFORMAZIONE DEL BOSCO, AI SENSI DELL’ART. 4

DEL D.LGS 227/2001 E DELL’ART.34 DELLA L.R. 22 DICEMBRE 2011 N. 21”.

In merito alla verifica della coerenza dell’ambito con i disposti della Del. di G.R. n.549/2012 sopra richiamata, precisando comunque che gli interventi di trasformazione del bosco sono autorizzati in conformità all’art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004, nel rispetto del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) e degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica che vi hanno dato attuazione, si rileva, a seguito di specifica verifica, che la copertura boschiva interessata (bosco ceduo matricinato di latifoglie, quale cerro e carpino nero, in parte

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degradato e scarsi arbusteti di natura ripariale) non rientra tra le categorie di bosco (definite al c.11 lett. a), b), c), d) del Punto 1 “Trasformazioni del bosco e di altre formazioni forestali” dei criteri e direttive approvate con la Del. di G.R. n.549/2012), per le quali l’eliminazione comporterebbe un danno rilevante a carico dell’ecosistema non ripristinabile nel breve e medio periodo attraverso ordinari interventi compensativi consistenti nel reimpianto della componente forestale compromessa.

In riferimento alle stesse Norme di Attuazione del PTPR (Art.35 Particolari prescrizioni relative alle attività estrattive), la copertura boschiva interessata dalla previsione risulta inoltre non avere le caratteristiche1 di cui al secondo comma, lettera g, dell'articolo 31 della legge regionale 18 luglio 1991, n. 17, nelle quali non sono ammesse attività estrattive.

Ai sensi dell’art.4 “Trasformazione del bosco e rimboschimento compensativo”, comma 2 del D.Lgs n.227/2001 (“Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2004, n.57”) la trasformazione del bosco può essere rilasciata dalla stessa Regione in conformità all’art.151 del D.Lgs n.490/1999 compatibilmente con la stabilità dei terreni, con il regime delle acque e con la difesa dalla caduta dei massi; nel merito l’attuazione dell’ambito in oggetto risulta anche finalizzata alla stabilizzazione e messa in sicurezza di un versante prospiciente alla S.P.84 di Carobbio, gravato da anni da una marcata instabilità della scarpata rocciosa presente a monte e riconosciuta dal Servizio Viabilità della Provincia di Parma con nota Prot. n.14789 del 05/03/2013. Ai fini della trasformazione del bosco, essendo l’ambito ubicato in territorio soggetto a vincolo idrogeologico, dovrà essere acquisita l’autorizzazione dell’Ente competente in materia (Servizio Forestazione – Unione Montana Appennino Parma Est);

Per l’area boscata interessata dall’ambito, avendo la stessa le caratteristiche di cui all’art. 2, comma 6, del D.Lgs n. 227/2001 l’autorizzazione alla trasformazione del bosco dovrà prevedere l'obbligo della compensazione con le modalità e i criteri di cui approvati con la Del. G.R. n. 549/2012.

5 – MODIFICHE E INTEGRAZIONI ALLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIAE 2008

L’entrata in vigore di alcune normative successive all’approvazione del PIAE 2008 comportano la necessità di aggiornare alcuni articoli ed allegati delle Norme Tecniche di Attuazione della Variante Generale 2008.

Questo aggiornamento riguarda in particolare il recepimento delle nuove disposizioni in materia di decertificazione e semplificazione amministrativa (ai sensi del D.P.R. 2 dicembre 2000, n. 445 e s.m.i. e della Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011), ma

1 Boschi assoggettati a piano economico o a piano di coltura e conservazione ai sensi dell'art. 10 della L.R. 4 settembre 1981, n. 30; boschi

impianti od oggetto di interventi colturali per il miglioramento della loro struttura e/ o composizione specifica attraverso finanziamento

pubblico; boschi comunque migliorati ed in particolare quelli assoggettati ad interventi di avviamento all'alto fusto; boschi governati od

aventi la struttura ad alto fusto; boschi governati a ceduo che ospitino una presenza rilevante di specie vegetali autoctone protette; boschi

di cui alle precedenti lettere ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco.

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anche in materia di polizia mineraria (pubblicazione della Deliberazione Giunta Regionale 19 novembre 2012, N. 1696: Linee di indirizzo regionali per la classificazione dei giacimenti di ofioliti, l’individuazione delle modalità di coltivazione e delle misure tecniche per il contenimento del rischio correlato e per l’utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto di amianto).

In definitiva, le modifiche apportate dalla Variante Parziale riguardano l’aggiornamento e la modifica dei seguenti articoli ed allegati del PIAE 2008:

- Articolo 4 – Elementi costitutivi: la modifica riguarda l’aggiornamento degli elaborati costituenti il PIAE vigente;

- Articolo 12 – Poli sovracomunali e ambiti estrattivi vincolati: viene corretta, in funzione delle modifiche apportate dalla Variante Parziale, la sola tabella Ambiti comunali vincolati – obiettivi quantitativi assegnati;

- Articolo 19 – Autorizzazione e denuncia di esercizio: in relazione all’entrata in vigore della nuova normativa sulla decertificazione (D.P.R. 2 dicembre 2000, n. 445 e s.m.i. e Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011), viene modificato il solo comma 3, prevedendo l’inoltro della documentazione tramite posta elettronica certificata;

- Articolo 20 – Polizia mineraria e igiene ambientale: in relazione all’entrata in vigore della nuova normativa sulla decertificazione (D.P.R. 2 dicembre 2000, n. 445 e s.m.i. e Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011), viene modificato il comma 4 ed eliminato il comma 5, allo scopo di recepire l’approvazione della Deliberazione Giunta Regionale 19 novembre 2012, N. 1696: Linee di indirizzo regionali per la classificazione dei giacimenti di ofioliti, l’individuazione delle modalità di coltivazione e delle misure tecniche per il contenimento del rischio correlato e per l’utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto di amianto.

Contestualmente, sono modificati, aggiornati e/o sostituiti anche gli Allegati B (“Strumenti attuativi della pianificazione dell’attività estrattiva –autorizzazione convenzionata”) ed E (“classificazione dei giacimenti di ofioliti e utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto in amianto” ) delle NTA del PIAE 2008.

6 – LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) – SINTESI NON TECNICA

6.1 – Premessa

Con Del. di C.P. n.12, ai sensi dell’art.27 della L.R. n.20/2000 e smi, il Consiglio Provinciale ha provveduto all’adozione della “Variante parziale al Piano Infraregionale delle Attivita’ Estrattive (PIAE) della Provincia di Parma, adottata con delibera CP n.12 del 11.4.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000”,

Il presente documento rappresenta, ai sensi del DLgs 152/06, “la Sintesi non Tecnica” del RAPPORTO AMBIENTALE ai fini della Valutazione Ambientale Strategica VAS della variante sopra richiamata.

Nell’ambito di tale procedura la Provincia risulta autorità procedente, mentre la Regione Emilia-Romagna è autorità competente del parere motivato.

Gli obiettivi della variante parziale al PIAE 2008 in oggetto sono i seguenti:

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l’inserimento della previsione di un nuovo ambito estrattivo montano in Val Parma (in località Rividulano nel Comune di Corniglio), in ragione della necessità ed urgenza di reperire materiali inerti idonei al ripristino dei danni apportati dalle calamità naturali degli ultimi anni, che hanno in particolare riguardato la viabilità provinciale e comunale;

aggiornare le Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008 al fine di tenere conto delle nuove normative in materia di decertificazione e semplificazione amministrativa;

aggiornare l’allegato E delle Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008, al fine di tenere conto delle nuove norme in materia di escavazione ed utilizzo delle ofioliti.

La Variante Parziale 2015 in oggetto è pienamente inserita nell’ambito della procedura di sostenibilità ambientale e territoriale (ValSAT) che accompagnava il PIAE vigente (Variante Generale 2008). In tal senso la sua valutazione ambientale rappresenta di fatto un mero aggiornamento di tale procedura, dal momento che l’unica modifica di carattere “sostanziale” è, come sopra specificato la previsione dell’ambito estrattivo Rividulano del Comune di Corniglio.

6.2 –Sintesi del quadro ambientale e del quadro programmatico di riferimento

L'area è ubicata nel settore centro orientale del territorio comunale di Corniglio, tra gli abitati Rividulano ad Ovest e Carzago a Nord-Est, in destra idrografica del Torrente Parma. L’area in esame è compresa nel foglio 217100 “Corniglio” alla scala 1:10.000, della Carta Tecnica Regionale della Regione Emilia Romagna.

L’area è caratterizzata dalla presenza di un substrato roccioso appartenente alle Successioni Liguri ed in particolare all’Unità tettonica di Groppo Sovrano. Nell’intorno dell’area in esame, la successione stratigrafica riconosciuta, dal basso verso l'alto, si compone delle seguenti formazioni: Arenarie di Scabiazza, Argilliti di Riana, Flysch di Grammatica, Arenarie di Groppo Sovrano. Tali Unità risultano sovrascorse dall’Unità di M. Caio ampiamente affiorante alla sommità del versante e ad est dell’area in esame.

Dal punto di vista altimetrico l’area si presenta con acclività molto pronunciata lungo la sommità del versante dove affiora il costone roccioso dal quale si originano i depositi detritici che che gravano sulla S.P.n.84. Verso la base del pendio le pendenza diminuiscono sensibilmente a causa dell’accumulo del materiale detritico proveniente da monte e per le movimentazioni di materiali, avvenute nell’ambito di pregresse attività di escavazione esercitate all’interno del sito.

Il rilievo geomorfologico effettuato evidenzia all’interno dell’area e nel suo intorno la diffusa presenza di coperture quaternarie di origine gravitativa che presentano precarie condizioni di stabilità.

Dall’analisi geomorfologica effettuata risulta quindi evidente la precaria stabilità globale del pendio; le maggiori criticità riguardano sostanzialmente la caduta di massi singoli o in gruppo, che necessitano di interventi di bonifica dei settori instabili, per consentire la messa in sicurezza del tratto di stradale prospiciente.

L’area d’intervento confina con l’area contigua del Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, conosciuto anche come “Parco dei Cento Laghi”, il quale occupa una porzione dell'Appennino parmense orientale, al confine con le province di Reggio-Emilia e Massa-Carrara, interessando i comuni di Monchio delle Corti, Corniglio, Tizzano Val Parma.

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L’area oggetto di interesse, ubicata in corrispondenza di un versante esposto a nord, è per la quasi totalità caratterizzata da soprassuoli boschivi governati a ceduo matricinato, sviluppatisi sopra un substrato ricco di scheletro, con presenza di alcuni depositi detritici generati dal distacco di massi dalle pareti soprastanti.

Da un punto di vista visivo l’area di intervento si inserisce in un contesto con caratteristiche morfologiche tipiche del medio appennino, con presenza di scarpate acclivi e assenza di piana inondabile. Lungo i pendii sono presenti aree boschive, mentre ai margini dei corsi d’acqua si riscontra una vegetazione maggiormente igrofila. Anche se l’area di intervento si attesta ad una quota più alta rispetto ai possibili recettori ottici, la complessità dell’assetto morfologico del contesto contribuisce a creare una zona di intervisibilità piuttosto limitata.

Nel Rapporto Ambientale di VAS\ValSAT si è provveduto alla verifica positiva della conformità della proposta di piano in esame con le indicazioni in materia territoriale, urbanistica, ambientale e paesaggistica contenute negli strumenti di pianificazione vigenti. In particolare sono stati considerati i seguenti piani di settore e piani sovraordinati:

Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Po (PAI); Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP); Piano Infraregionale per le Attività Estrattive (PIAE) – Attività estrattive L.R. 17/91; Piano Regolatore Generale del Comune di Corniglio (PRG).

6.3 – Valutazione della coerenza ambientale

La ValSAT del PIAE vigente si confronta con diverse problematiche ambientali esistenti a livello provinciale, tra cui le principali sono di seguito sinteticamente elencate.

Il PIAE si sviluppa su gran parte del territorio provinciale, interessando sia contesti di pianura e pedecollina, dove si concentrano le estrazioni di sabbie, limi e ghiaie pregiati, sia la montagna con prevalenti estrazioni di pietrischi e quantità minori di pietre da taglio. In tali aree, l’espansione delle aree urbanizzate riduce gli spazi di valore naturale e paesaggistico del territorio provinciale, nonché le aree agricole di pregio. L’edificazione di aree residenziali, industriali e commerciali, oltre alla realizzazione di nuove strade, aumenta la richiesta di attività connesse, come le attività estrattive, con sempre maggiori punti di conflitto, quali l’impatto acustico sugli abitati e la congestione degli assi viari.

I fenomeni di inquinamento delle falde, legate anche al sovrasfruttamento delle risorse idriche sotterranee, richiedono alternative per l’approvvigionamento, come la realizzazione di bacini di accumulo per l’acqua piovana e delle acque di piena dei torrenti, utilizzabili in agricoltura o per garantire il deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua naturali.

Alcune attività estrattive sono state individuate dal PIAE vigente in aree di importanza naturalistica. Lo studio degli impatti e delle interferenze con questi ambiti naturali richiede valutazioni legate alle specie animali e vegetali che alimentano il valore di siti SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone a Protezione Speciale).

La Variante in oggetto non riguarda previsioni estrattive ricadenti in SIC o ZPS della Rete Natura 2000.

Rispetto al quadro generale prospettato, l’inserimento dell’ambito estrattivo montano Rividulano nel Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche sopra richiamate.

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La ValSAT del PIAE vigente ha svolto una puntuale verifica delle localizzazioni degli interventi previsti con gli obiettivi di sostenibilità fissati dallo stesso piano. La verifica ha considerato le principali criticità ambientali e territoriali, come la pressione sulle aree naturali, il traffico e la congestione della viabilità, le aree vulnerabili per le acque sotterranee, il consumo di suolo agricolo pregiato e di valore paesaggistico.

La valutazione ha evidenziato alcune criticità, legate soprattutto agli ambiti di escavazione delle ghiaie, in gran parte concentrati nella fascia tra Medesano e Traversetolo, dove la situazione della viabilità attuale e futura sembra essere inadeguata a sopportare il carico delle attività di trasporto dei materiali, e dove la vulnerabilità delle acque sotterranee e gli elementi rurali e paesaggistici di pregio possono essere impattati in maniera considerevole.

Al fine di limitare e contenere tali criticità, in sede progettuale il PIAE vigente ha individuato misure e prescrizioni specifiche.

Rispetto al quadro sopra richiamato, l’inserimento dell’ambito estrattivo montano Rividulano nel Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche richiamate (che riguardano in particolare gli ambiti/poli per l’estrazione delle ghiaie e sabbie). Inoltre, la motivazione principale che ha portato all’individuazione di tale ambito (sistemazione morfologica di un versante instabile, messa sicurezza di una viabilità pubblica e disponibilità di inerti in ambito locale per restauro danni arrecati dall’alluvione del 2014) costituisce un ulteriore aspetto positivo, confermando la piena coerenza esterna della previsione.

L’inserimento dell’ambito estrattivo montano Ac74-Rividulano nel Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche già affrontate dalla ValSAT del PIAE vigente riguardanti in particolare gli ambiti/poli per l’estrazione delle ghiaie e sabbie). Inoltre, una delle motivazioni che hanno portato all’individuazione di tale ambito, ossia quella di mettere a disposizione massi e pietrischi per la realizzazione degli interventi di sistemazione morfologica ed idraulica previsti e preventivati dalle autorità preposte (STB della RER, Provincia di Parma, Consorzio di Bonifica) nell’area dell’alta Val Parma e Val Cedra, al momento quasi priva di ambiti estrattivi in attività, costituisce un ulteriore aspetto positivo, confermando la piena coerenza interna della previsione.

Alla luce delle considerazioni e valutazioni espresse nella VALSAT del PIAE 2008, nonché in coerenza con gli obiettivi prioritari indicati, è prevista tutta una serie di azioni per la mitigazione degli impatti attesi, nonché di misure di compensazione per contrastare le criticità evidenziate.

Tali azioni/misure possono riassumersi nelle seguenti:

a) per tutti gli ambiti estrattivi localizzati in aree ad alta sensibilità ambientale (poli estrattivi e ambiti comunali vincolati) sono state predisposte apposite Schede progettuali, nelle quali sono riportate, oltre alle modalità estrattive (modalità di scavo e modalità di sistemazione finale), anche specifiche “prescrizioni” cui dovranno sottostare le modalità attuative stesse; in via generale, tali prescrizioni vanno dall’obbligo di mantenimento-potenziamento delle fasce arboreo-arbustive presenti lungo la rete idrografica superficiale (per conseguire il miglioramento della rete ecologica ed attuare fasce tampone e/o ecosistemi filtro nelle fasce di rispetto dagli stessi) all’imposizione di viabilità alternative di allontanamento degli

Piano Infraregionale Attività Estrattive della Provincia di Parma – VARIANTE PARZIALE

RELAZIONE ILLUSTRATIVA – APPROVAZIONE

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inerti estratti (ad esempio, per i poli di ghiaia, su piste esistenti lungo i principali corsi d’acqua), ovvero di modalità di allontanamento degli che non gravino sulle infrastrutture esistenti (ad esempio, per tutti i poli di sabbia lungo il F. Po deve essere data priorità al trasporto degli inerti per via fluviale);

b) per tutti gli ambiti e poli estrattivi finalizzati alla realizzazione di bacini ad uso plurimo, come previsti dal PTCP (Approfondimento in materia di tutela delle acque), sono state predisposte specifiche “prescrizioni” mirate all’effettiva e coerente attuazione degli stessi, sotto forma di indicazione procedurale cui dovranno sottostare i piani comunali (quali ad esempio l’obbligo di presentare una progettazione unitaria degli interventi necessari per la realizzazione dei bacini ad uso plurimo, comprensiva di un cronoprogramma esecutivo degli stessi e dell’indicazione delle opere accessorie), nonché i successivi piani attuativi (quali, ad esempio, l’obbligo di dare una destinazione a finalità pubblica degli stessi, la verifica delle permeabilità degli stessi, ecc.);

c) per tutti i nuovi poli estrattivi sono state previste nelle Schede progettuali specifiche “misure di compensazione”, finalizzate alla valorizzazione ambientale delle aree estrattive o loro immediato intorno (interventi entro o in prossimità di ZPS, all’interno di aree demaniali, interventi idraulici, ecc.), nonché a prevedere attività di mitigazione delle criticità legate all’utilizzo della viabilità pubblica (quali, ad esempio, il completamento di alcune piste ciclabili di valenza provinciale, la previsione di specifiche rotatorie tra la viabilità di cava e quella pubblica, la necessità di adeguamento o manutenzione straordinaria di alcuni tratti della viabilità provinciale, ecc.); tali interventi di mitigazione, a parziale carico dei soggetti esercenti le cave, dovranno essere concordati con le amministrazioni comunali interessate ed essere meglio specificati e definiti nelle successive fasi progettuali, anche nell’ambito degli accordi obbligatori previsti dall’art. 24 della L.R. 14 aprile 2004, n. 7.

Infine, le prescrizioni della ValSAT e gli esiti delle valutazioni espresse dagli enti competenti in materia idraulica e ambientale sono state trasferite anche alle Norme Tecniche di Attuazione, sia a livello procedurale (ad esempio per l’attuazione delle norme in materia di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza) che operativo (ad esempio, per l’attuazione di interventi estrattivi in zone fluviali e perifluviali, per le modalità di attuazione dei bacini ad uso plurimo, ecc.).

Rispetto a quanto sopra indicato, nell’ambito della Scheda progettuale dell’ambito estrattivo Ac74-Rividulano del Comune di Corniglio, vengono richiamate espressamente le prescrizioni e le indicazioni ottimali per ridurre o controllare gli impatti ambientali attesi e/o prevedibili, nonché per assicurare il pieno ripristino delle condizioni di naturalità preesistenti. Tali condizioni e prescrizioni dovranno essere specificate e puntualmente elencate nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale, cui sarà obbligatoriamente sottoposto l’ambito (ex L.R. 9/99 modif.).

Piano Infraregionale Attività Estrattive della Provincia di Parma – VARIANTE PARZIALE

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Di seguito si riporta la verifica della coerenza interna relativa alla Variante in oggetto e gli obiettivi strategici e contenuti del PTCP vigente:

Finalità del PTCP: Verifica di coerenza con i contenuti della Variante

orienta l’attività di governo del territorio provinciale e di

quello dei Comuni;

VERIFICATA

costituisce, nel proprio ambito territoriale, specificazione,

approfondimento ed attuazione delle linee di azione della

programmazione regionale;

VERIFICATA

costituisce momento di raccordo delle politiche settoriali

della Provincia;

NON SIGNIFICATIVA

costituisce strumento di indirizzo e coordinamento per la

pianificazione urbanistica comunale;

VERIFICATA

assume valore di piano di settore della difesa del suolo al

fine di garantire un livello di sicurezza sul territorio

rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico.

VERIFICATA

Obiettivi strategici del PTCP: Verifica di coerenza con i contenuti della Variante

promuovere la coesione sociale, attraverso il rafforzamento dell’identità della comunità nella dimensione provinciale;

NON SIGNIFICATIVA

favorire lo sviluppo e la competitività del sistema

produttivo locale;

VERIFICATA

migliorare la qualità ambientale del territorio, mirando

alla sua tutela sia sotto il profilo dell’aspetto fisico che

culturale.

VERIFICATA

Contenuti del PTCP: Verifica di coerenza con i contenuti della Variante

recepisce gli interventi definiti a livello nazionale e regionale, relativamente al sistema infrastrutturale primario e alle opere rilevanti per estensione e natura;

NON SIGNIFICATIVA

individua, anche in attuazione degli obiettivi della pianificazione regionale, ipotesi di sviluppo dell’area provinciale, prospettando le conseguenti linee di assetto e di utilizzazione del territorio;

NON SIGNIFICATIVA

definisce i criteri per la localizzazione e il dimensionamento di strutture e servizi di interesse provinciale e sovracomunale;

NON SIGNIFICATIVA

definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico-ambientali;

VERIFICATA

definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo le condizioni e i

VERIFICATA

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limiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti effetti che esulano dai confini amministrativi di ciascun ente; specifica ed articola le dotazioni territoriali, indicando a tal fine i diversi ruoli dei centri abitati nel sistema insediativo provinciale.

NON SIGNIFICATIVA

recepisce le disposizioni del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del fiume Po, facendone propri i contenuti e assumendo il valore e l’effetto di piano di settore in quanto detta le disposizioni in materia di tutela dell’ambiente delle acque e difesa del suolo.

VERIFICATA

La previsione estrattiva di Rividulano trova ragione e coerenza anche ai sensi di in quanto stabilito nell’Allegato 10 “Linee Generali di Assetto Idraulico ed Idrogeologico“ delle Norme di Attuazione del PTCP vigente, avente valore ed effetti di PAI ai sensi dell’Intesa di cui all’art. 57 del D.L.gs n. 112/1998 e art. 21 della L.R. 20/2000 e smi, dove l’utilizzo delle attività estrattive, vincolate alla realizzazione di progetti di sistemazione, viene individuato come misura strutturale di tipo intensivo per la mitigazione dei diversi fenomeni di dissesto ed in particolare come elemento di controllo dell’influenza del corso d’acqua nei processi di destabilizzazione del versante stesso.

6.4 – Analisi e mitigazione degli effetti ambientali della variante

L’inserimento dell’ambito estrattivo montano Rividulano nel Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche già affrontate in sede di ValSAT del PIAE vigente (che riguardano in particolare gli ambiti/poli per l’estrazione delle ghiaie e sabbie).

Nell’ambito della Scheda progettuale dell’ambito estrattivo Ac74-Rividulano del Comune di Corniglio, vengono richiamate espressamente le prescrizioni e le indicazioni ottimali per ridurre o controllare gli impatti ambientali attesi e/o prevedibili, nonché per assicurare il pieno ripristino delle condizioni di naturalità preesistenti.

Le procedure di verifica (screening) o le procedure di VIA ai sensi delle vigenti disposizioni normative, potranno definire la migliore e specifica determinazione degli impatti ambientali e delle necessarie misure di mitigazione e/o compensazione. Nello specifico si prevedono i seguenti possibili impatti connessi alla fase attuativa:

Impatto Prescrizione - Valutazione di impatto ambientale (VIA o

screening) ai sensi della L.R. 9/99 modif

Produzione ed emissioni di

polveri.

Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti a tutela della salute dei

lavoratori operanti nel cantiere secondo le vigenti disposizioni

normative. Inoltre, al fine di limitare la dispersione di polveri in aree

limitrofe dovrà essere prevista una periodica umidifcazione delle aree e

delle piste di cantiere.

Emissioni gassose.

Allo scopo di limitare tali produzioni per le attività di cantiere dovrà

essere impiegato un parco macchine il più possibile recente e dovrà

essere previsto l’impiego di gasolio classificato a basso tenore di zolfo;

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mentre per quanto attiene alle emissioni provenienti da traffico

veicolare, sarà considerato preferenziale il trasporto degli inerti con

mezzi che siano rispondenti almeno ai requisiti fissati per la categoria

“Euro III”.

Produzioni di rumori

Per quanto riguarda le interferenze generate all’interno del cantiere, gli

addetti ai lavori dovranno essere dotati di tutti i dispositivi di sicurezza

previsti dalla normativa vigente. Per quanto riguarda invece le aree

esterne al cantiere, si evidenzia che non sono presenti ricettori sensibili

(abitazioni) che possono risentire dal punto di vista acustico delle

attività previste.

Sversamenti accidentali in

acque superficiali e sotterranee

Nel caso in esame l’impatto potenziale si ritiene poco significativo o

nullo sia per la componente “acque sotterranee” che per la componente

“acque superficiali”, in considerazione del fatto che l’area non risulta

direttamente interessata dalla presenza di corsi d’acqua superficiali.

Eliminazione copertura

vegetale esistente

Le modalità di sistemazione finale prevedono il recupero naturalistico-

vegetazionale, tramite rimodellamento morfologico dell’area di scavo e

piantumazione di essenze arboree e arbustive tipiche dell’area e

compatibili con gli ambienti circostanti (boschi di latifoglie miste, a

cerro e roverella prevalenti). Per l’area boscata interessata dall’ambito,

avendo la stessa le caratteristiche di cui all’art. 2, comma 6, del D.Lgs n.

227/2001 l’autorizzazione alla trasformazione del bosco dovrà prevedere

l'obbligo della compensazione con le modalità e i criteri di cui approvati

con la Del. G.R. n. 549/2012.

Elementi di disturbo a carico

della fauna selvatica

Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti tecnici e gestionali al fine

di minimizzare l’impatto acustico verso l’esterno (utilizzo parco

macchine conforme alla normativa vigente, eventuale sostituzione degli

avvisatori acustici sui mezzi d’opera con altri di tipo luminoso, ecc.).

Infine, al termine delle lavorazioni previste, si procederà al ripristino

delle aree interessate, con interventi atti a favorire la ricostituzione di

habitat utili al foraggiamento e alla riproduzione delle specie

faunistiche.

6.5 – Valutazione delle alternative

Non sono state prese in considerazione specifiche alternative alla proposta di piano in oggetto in quanto

la concreta necessità di reperimento di materiale per opere di mitigazione dell’assetto idrogeologico nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra, rilevata dallo stesso Servizio Tecnico dei Bacini affluenti del Po della Regione Emilia-Romagna prendendo atto dell’assenza di ambiti estrattivi in attività nell’areale in oggetto, potrebbe trovare effettiva disponibilità nel nuovo ambito estrattivo con una logistica maggiormente sostenibile rispetto al reperimento di materiale da ambiti estrattivi localizzati più lontano;

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la soluzione alle limitate disponibilità di materiale, cui devono far fronte diversi Enti preposti alla tutela del territorio e delle infrastrutture, ha trovato attuazione nella disponibilità del Comune di Corniglio di prevedere nel proprio territorio un nuovo ambito estrattivo comunale in località Rividulano;

la richiesta di inserimento dell’Ambito estrattivo in località Riviludano è stata sottoposta alla Provincia dal Comune di Corniglio con nota prot. n.2099 del 10.06.2015, pervenuta in data 11.06.2015 Prot. n.40641;

durante la seduta conclusiva della conferenza di pianificazione sul D.P. della Variante, tenutasi in data 27.01.2016, il Comune di Corniglio ha espressamente proposto che la Variante al PIAE potesse altresì assumere anche effetti di variante al PAE vigente.

7 – MODIFICHE ALLE CARTOGRAFIE DI PROGETTO

Alla luce delle modifiche in precedenza esposte, con specifico riferimento alla tabella contenente gli obiettivi di quantità di dimensionamento dei fabbisogni comunali ed alla previsione del nuovo ambito estrattivo vincolato Ac74 - Rividulano, sono state aggiornate le due cartografie di Progetto P.1.1 e P.1.2 (Carta di progetto - Sintesi – alla scala 1:50.000) e l’Elaborato P2 – Ambiti Comunali vincolati del PIAE 2008.

Piano Infraregionale Attività Estrattive della Provincia di Parma – VARIANTE PARZIALE

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ALLEGATO 1 - RAPPORTO AMBIENTALE DI VALSAT\VAS AI SENSI DELL’ART.5 DELLA LR

20/2000 E SS.MM.II. AI SENSI DELL’ART.13, COMMA 3 E 4, DEL D. LGS. 152/06 E SS.MM.II.

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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Introduzione ....................................................................................................................................... 4

1. SINTESI DEGLI OBIETTIVI DELLA VARIANTE .......... ...................................................... 5

2. VALUTAZIONE DEL QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO ................................ 7

2.1 Inquadramento geografico.......................................................................................................... 7

2.2 Inquadramento geologico........................................................................................................... 7

2.3 Inquadramento geomorfologico ................................................................................................. 9

2.4 Inquadramento idrogeologico .................................................................................................. 10

2.5 Inquadramento ambientale e aspetti vegetazionali................................................................... 10

2.6 Inquadramento paesaggistico ................................................................................................... 11

3. SINTESI DEL QUADRO PROGRAMMATIVCO............... ...................................................14

3.1 Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume PO (PAI) ........................................ 14

3.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)....................................................... 16 3.2.1 Tavola C1 “Tutela Ambientale, Paesistica e Storico Culturale”...................................................................... 16 3.2.2 Tavola C2 “Carta del dissesto” ........................................................................................................................ 17 3.2.3 Tavola C3 “Carta forestale”............................................................................................................................. 18

3.3 Attività Estrattive (L.R. 17/91) ................................................................................................ 19

3.4 Piano Regolatore Generale del Comune di Corniglio (PRG) .................................................. 19

4. VALUTAZIONE DELLA COERENZA AMBIENTALE........... ............................................ 20

4.1 Interazioni\coerenza con la ValSAT del PIAE vigente............................................................ 20

4.2 La valutazione degli ambiti di riferimento della ValSAT del PIAE vigente ........................... 20

4.3 Valutazione di coerenza degli obiettivi di piano del PIAE vigente ......................................... 21

4.3 Valutazione delle alternative nella ValSAT del PIAE vigente ................................................ 22

4.5 Controllo ambientale del piano ValSAT PIAE vigente ........................................................... 23

4.6 Azioni di mitigazioni della ValSAT PIAE2008 ...................................................................... 23

4.7 Coerenza ambientale interna rispetto al P.T.C.P. .................................................................... 24

4.8 Coerenza ambientale esterna.................................................................................................... 28

5. ANALISI E MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI D ELLA VARIANTE...... 29

6. VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE................... .......................................................... 31

7. IL PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE............. .................................................... 32

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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Responsabile del procedimento Dott. Sergio Peri

Collaboratori Dott. Geol. Andrea Pelosio

Ing. Andrea Corradi Dott. Geol. Andrea Ruffini

Elaborazioni grafiche

S.I.T. Ing. Andrea Corradi

Fonte dati Provincia di Parma

Servio Pianificazione Territoriale Regione Emilia-Romagna

Agenzia Regionale Protezione Civile Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli

Servizio Tecnico dei Bacini degli affluenti del Po

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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Introduzione

Con Del. di C.P. n.12, ai sensi dell’art.27 della L.R. n.20/2000 e smi, il Consiglio Provinciale ha provveduto all’adozione della “VARIANTE PARZIALE AL PIANO INFRAREGIONALE DELLE ATTIVITA’ ESTRATTIVE (PIAE) DELLA PROVINCIA DI PARMA, ADOTTATA CON DELIBERA CP N.12 DEL 11.4.2016 AI SENSI DELL’ART. 27 DELLA L.R. 20/2000”,

Il presente documento rappresenta, ai sensi del DLgs 152/06 il RAPPORTO AMBIENTALE ai fini

della Valutazione Ambientale Strategica VAS della variante sopra richiamata; nell’ambito di tale procedura la PROVINCIA risulta autorità procedente, mentre la REGIONE EMILIA-ROMAGNA è autorità competente del parere motivato.

Inquadramento normativo La Regione Emilia-Romagna, con la L.R. 20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del

territorio”, dispone che la Regione, le Province e i Comuni, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, nell’elaborazione ed approvazione dei propri piani prendono in considerazione gli effetti significativi sull’ambiente e sul territorio che possono derivare dall’attuazione dei medesimi piani, provvedendo alla Valutazione della Sostenibilità Ambientale e Territoriale (ValSAT) degli stessi, in conformità alla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 (Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente) e alla normativa nazionale e regionale di recepimento della stessa (Art.5 comma 1).

La Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale (Val.S.A.T.) è una delle principali

innovazioni in materia di pianificazione territoriale ed urbanistica introdotta con la nuova legge regionale di tutela ed uso del territorio, ed ha in parte anticipato la direttiva europea sulla VAS – Valutazione Ambientale Strategica (Dir. 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente).

Perseguendo l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, in un apposito documento di ValSAT (Rapporto

Ambientale), costituente parte integrante del piano\programma adottato ed approvato, devono essere individuati, descritti e valutati i potenziali impatti delle scelte operate e le misure idonee per impedirli, mitigarli o compensarli, alla luce delle possibili alternative e tenendo conto delle caratteristiche del territorio e degli scenari di riferimento descritti dal Quadro Conoscitivo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile perseguiti con il medesimo piano (Art.5 comma 1).

Nel Rapporto Ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che

l’attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma stesso (art.13 del D.Lgs. n.4/2008).

Il Rapporto Ambientale deve essere completo di una “Sintesi non Tecnica” dei suoi contenuti e di

uno specifico piano di monitoraggio, che garantisca il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive.

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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L’aspetto più innovativo della ValSAT è rappresentato dalla possibilità di operare una valutazione sulle azioni di piano proposte caratterizzata dall’analisi sinergica di tre elementi fondamentali: l’elemento naturalistico-ambientale, quello umano-culturale-sociale e quello economico infrastrutturale.

1. SINTESI DEGLI OBIETTIVI DELLA VARIANTE

Gli obiettivi della variante parziale al PIAE 2008 in oggetto sono i seguenti:

• in conseguenza delle problematiche idrogeologiche che hanno colpito la media ed alta Val Parma e Val Cedra negli ultimi anni, su proposta del Comune di Corniglio, individuare un nuovo ambito estrattivo comunale al fine di garantire il soddisfacimento delle richieste del mondo produttivo locale, impegnato nella fase di sistemazione dei danni arrecati alle infrastrutture pubbliche;

• aggiornare le Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008 al fine di tenere conto delle nuove

normative in materia di decertificazione e semplificazione amministrativa (D.P.R. 2 dicembre 2000, n. 445 e Direttiva della funzione pubblica n. 14 del 22 dicembre 2011);

• aggiornare l’allegato E delle Norme Tecniche di Attuazione del PIAE 2008, al fine di tenere conto

delle nuove norme in materia di escavazione ed utilizzo delle ofioliti (linee guida regionali sulle ofioliti, approvate con Deliberazione Giunta Regionale 19 novembre 2012, N. 1696 “Linee di indirizzo regionali per la classificazione dei giacimenti di ofioliti, l’individuazione delle modalità di coltivazione e delle misure tecniche per il contenimento del rischio correlato e per l’utilizzo dei materiali estratti in funzione del loro contenuto di amianto”).

La motivazione di prevedere un nuovo ambito estrattivo montano in Val Parma (in località

Rividulano nel Comune di Corniglio) è dettata dalla necessità ed urgenza di reperire materiali inerti idonei al ripristino dei danni apportati dalle calamità naturali degli ultimi anni, che hanno in particolare riguardato la viabilità provinciale e comunale, nonché la messa in sicurezza della S.P.84 in un tratto pericoloso interessato da movimenti gravitativi di massa e dalla caduta di detriti dalle scarpate sovrastanti come in seguito meglio specificato.

In merito alla concreta necessità di reperimento di materiale per opere di mitigazione dell’assetto

idrogeologico del territorio, proprio in Sede di Conferenza di Pianificazione per la valutazione del Documento Preliminare (approvato con Decreto Presidenziale n.304 del 24.11.2015), lo stesso Servizio Tecnico dei Bacini affluenti del Po della Regione Emilia-Romagna, prendendo atto dell’assenza di ambiti estrattivi in attività nell’areale in oggetto, ha effettuato una prima stima dei quantitativi necessari per le opere idrauliche e di sistemazione dei versanti di propria competenza nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra, che potrebbe trovare effettiva disponibilità nel nuovo ambito estrattivo con una logistica maggiormente sostenibile rispetto al reperimento di materiale da ambiti estrattivi localizzati più lontano. In tal senso l’individuazione dell’Ambito Riviludano può trovare coerenza con la programmazione\realizzazione delle opere di mitigazione di competenza di STB-RER nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra, come già evidenziato nella stessa Relazione Illustrativa della Variante in oggetto.

Come già illustrato nella Relazione di Variante, oltre alle esigenze del Servizio Tecnico Regionale, si è provveduto ad una preliminare verifica dello stato di dissesto della viabilità provinciale nei bacini sopra indicati ed alla successiva stima dei quantitativi necessari all’attuazione delle azioni di

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

Rapporto Ambientale – ValSAT\VAS

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mitigazione, che potrebbero trovare riscontro nella disponibilità di materiale dell’Ambito estrattivo montano “Rividulano;

La soluzione alle limitate disponibilità di materiale, cui devono far fronte diversi Enti preposti alla tutela del territorio e delle infrastrutture, ha trovato attuazione nella disponibilità del Comune di Corniglio di prevedere nel proprio territorio un nuovo ambito estrattivo comunale in località Rividulano;

La richiesta di inserimento dell’Ambito estrattivo in località Riviludano è stata sottoposta alla Provincia dal Comune di Corniglio con nota prot. n.2099 del 10.06.2015, pervenuta in data 11.06.2015 Prot. n.40641;

Durante la seduta conclusiva della conferenza di pianificazione sul D.P. della Variante, tenutasi in data 27.01.2016, il Comune di Corniglio ha espressamente proposto che la Variante al PIAE potesse altresì assumere anche effetti di variante al PAE vigente;

Nell’ambito della variante in oggetto, in accoglimento della proposta regionale avanzata in sede di

valutazione del Documento Preliminare(Del. di G.R. n.139 del 09.02.2016) si provvede altresì allo stralcio dal PIAE vigente degli ambiti estrattivi comunali vincolati Ac59 SPIP e Ac73 Budellungo.

Tali ambiti non hanno ottenuto manifestazioni di interesse nell’ambito del “Bando per la selezione, l’individuazione e la definizione delle aree (Comparti ed Ambiti) e dei quantitativi da inserire nelle previsioni della Variante Generale del PAE del Comune di Parma” (di cui alla Delib. di G.C. n.587/2013), e non sono stati neppure oggetto di osservazioni nell’ambito della Variante Parziale adottata ex Del. di C.P. 69/2015.

Infatti l’ambito SPIP, la cui previsione estrattiva era finalizzata alla realizzazione di una cassa di laminazione per la sicurezza idraulica del limitrofo nuovo inceneritore di Parma, è oggi non più attuabile in quanto la cassa di laminazione è già stata realizzata . Per quello che riguarda l’ambito Budellungo lo stesso ha manifestato rilevanti problemi di attuazione, in particolare per la viabilità.

L’iter procedurale di elaborazione ed approvazione della presente variante è quello indicato dall’art.

27 della L.R. 24 marzo 2000 n.20 “Disciplina generale sulla tutela ed uso del territorio” . Il presente documento rappresenta, ai sensi del DLgs 152/06, il Rapporto Ambientale di Valutazione

Ambientale Strategica (VAS) della variante. Valutate le azioni proposte, il presente Rapporto ha come finalità specifica la puntuale valutazione di sostenibilità dell’inserimento nel PIAE del un nuovo ambito estrattivo montano in Val Parma (in località Rividulano nel Comune di Corniglio).

Per le altre azioni di variante, principalmente rappresentate da aggiornamenti delle NA del Piano a

nuove disposizioni normative, non si ritiene necessario procedere a valutazioni specifiche in quanto, da una preliminare valutazione, non si rilevano a carico delle stesse impatti significativi sulle principali matrici ambientali di riferimento.

La Variante Parziale 2015 in oggetto è pienamente inserita nell’ambito della procedura di

sostenibilità ambientale e territoriale (ValSAT) che accompagnava il PIAE vigente (Variante Generale 2008). In tal senso la sua valutazione ambientale rappresenta di fatto un mero aggiornamento di tale procedura, dal momento che l’unica modifica di carattere “sostanziale” è, come sopra specificato la previsione dell’ambito estrattivo Rividulano del Comune di Corniglio.

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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2. VALUTAZIONE DEL QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

2.1 Inquadramento geografico

L'area è ubicata nel settore centro orientale del territorio comunale di Corniglio, tra gli abitati Rividulano ad Ovest e Carzago a Nord-Est, in destra idrografica del Torrente Parma. L’area in esame è compresa nel foglio 217100 “Corniglio” alla scala 1:10.000, della Carta Tecnica Regionale della Regione Emilia Romagna.

L’area, che si pone a quote comprese tra 635 e 840 m s.l.m., occupa una superficie di circa 130.000 m2 e risulta facilmente raggiungibile percorrendo S.P.n.84 di Carobbio (che ne delimita il lato settentrionale).

Figura 1: Inquadramento geografico

2.2 Inquadramento geologico

L’area è caratterizzata dalla presenza di un substrato roccioso appartenente alle Successioni Liguri ed in particolare all’Unità tettonica di Groppo Sovrano. Nell’intorno dell’area in esame, la successione stratigrafica riconosciuta, dal basso verso l'alto, si compone delle seguenti formazioni: Arenarie di Scabiazza, Argilliti di Riana, Flysch di Grammatica, Arenarie di Groppo Sovrano. Tali Unità risultano sovrascorse dall’Unità di M. Caio ampiamente affiorante alla sommità del versante e ad est dell’area in esame.

Di seguito si riporta la descrizione di ciascuna Formazione geologica affiorante all’interno dell’area, così come indicata nella “Legenda Geologica della Provincia di Parma” redatta a cura del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna: • SCB - Arenarie di Scabiazza (Cenomaniano - Santoniano) Torbiditi arenaceo-pelitiche e pelitico-

arenacee con arenarie litiche grigio-nocciola, grigio-scure o grigioverdastre, fini e medie in strati sottili e medi regolarmente alternate a peliti grigie o verdastre o marne siltose debolmente marnose;

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• RIN - Argilliti di Riana (Campaniano sup.) Argilliti nerastre silicee e mangaesifere ed argille rossastre in cui si intercalano livelli di arenarie clorotiche e brecce ad elementi di cloritoscisto; verso l'alto alernenze calcareo-marnose in strati medi e sottili a base calcarenitica;

• GRM - Flysch di Grammatica (Eocene inf.) Arenaria fine grigio chiara a cemento carbonatico passante verso l'alto ad argille siltose e marnose grigioverdognole, nerastre e rosate, alternate a calcareniti fini grigio chiare e calcilutiti nere in strati da spessi a sottili, ricchi di tracce di organismi limivori. Si intercalano marne grigie e rosate in strati molto spessi;

• AGS - Arenarie di Groppo Sovrano (Eocene inf.) Arenarie grigio chiare bioclastiche da fini a molto grossolane, in strati spessi e molto spessi intercalati da peliti grigio-verdastre e, localmente, da sottili livelli micritici bianchi. Sedimentazione torbiditica da sorgenti terrigene ed intrabacinali con apporti da ambienti neritici;

• CAO - Flysch di Monte Caio (Campaniano sup. - Maastrichtiano) Torbiditi calcareo-marnose, grigio-scure, in strati da medi a molto spessi con una base arenitica media o fine passante a marna; a tetto intervalli sottili e medi di argilla nerastra fissile. Si alternano a pacchi di torbiditi arenaceo-pelitiche da sottili a medie e a torbiditi calcareo-pelitiche chiare in strati sottili e medi.

All’interno dell’area in esame le Unità geologiche sopra descritte risultano in gran parte ricoperte da depositi quaternari di origine prevalentemente gravitativa: • A6 – Detriti di falda Accumulo detritico costituito da materiale eterogeneo ed eterometrico con

frammenti litoidi di dimensioni variabili tra qualche cm3 e decine di dm3 privo di matrice. Tali depositi, che si riscontrano alla base delle pareti più acclivi del versante (tra le quote 650 e 750 m s.l.m.), rappresentano il prodotto di crolli delle sovrastanti pareti rocciose, soggette ad intensa fatturazione di origine tettonica e rielaborato da fenomeni di gelo-disgelo e dal ruscellamento delle acque superficiali. Tali depositi risultano privi di copertura vegetazionale e quindi facilmente mobilizzabili.

Figura 2: Detrito di falda alla base delle pareti rocciose • A3 – Depositi eluvio colluviali Coltre di materiale detritico costituito prevaletemente frammenti di

roccia, sabbie e peliti prodotto da alterazione "in situ" o selezionato dall'azione delle acque di ruscellamento. Tali depositi si rinvengono ai bordi dell’area in esame, per gran parte ricoperti da una fitta vegetazione arbustiva.

• A2g – Depositi di frana quiescente di tipo complesso Deposito messo in posto in seguito alla combinazione nello spazio e nel tempo di due o più tipi di movimento gravitativo, costituiti da blocchi e ciottoli in matrice fine. Tali depositi occupano la parte bassa dell’area in esame e interessano direttamente ache la sede stradale.

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2.3 Inquadramento geomorfologico

Lo stato attuale dei luoghi, rappresenta il risultato di eventi geologici molto complessi, prodotti dall’interazione combinata dell’azione tettonico-sedimentaria, che ha edificato in principio i corpi rocciosi, e il successivo modellamento della superficie topografica operato dagli agenti esogeni.

Dal punto di vista altimetrico l’area si sviluppa tra le quote di 635 e 840 m s.l.m., con acclività molto pronunciata lungo la sommità del versante dove affiora il costone roccioso dal quale si originano i depositi detritici che che gravano sulla S.P.n.84. Verso la base del pendio le pendenza diminuiscono sensibilmente a causa dell’accumulo del materiale detritico proveniente da monte e per le movimentazioni di materiali, avvenute nell’ambito di pregresse attività di escavazione esercitate all’interno del sito.

Figura 3: ripiani connessi a pregresse attività di escavazione

Il rilievo geomorfologico effettuato evidenzia all’interno dell’area e nel suo intorno la diffusa presenza di coperture quaternarie di origine gravitativa che presentano precarie condizioni di stabilità.

Nello specifico dell’area in esame si evidenzia la presenza di detrito di falda ai piedi delle pareti rocciose e lungo la scarpata di monte della sede stradale, costituito da blocchi eterometrici arenacei di dimensioni dell’ordine di qualche dm3.

Oltre al detrito di falda si registrano condizioni di pericolosità anche alla sommità del versante, dove la cresta rocciosa si presenta particolarmente fratturata e facilmente disgregabile sotto l’effetto dell’azione gelo-disgelo.

Alla base del versante sono inoltre rinvenibili depositi di frana quiescente che proseguono verso valle sino al raggiungimento del torrente Parma, interessando direttamente anche la sede stradale. A differenza del soprastante detrito di falda, tali depositi risultano caratterizzati dall’abbondante presenza di materiale fine e da una fitta copertura arboreo arbustiva.

Dall’analisi geomorfologica effettuata risulta quindi evidente la precaria stabilità globale del pendio; le maggiori criticità riguardano sostanzialmente la caduta di massi singoli o in gruppo, che necessitano di interventi di bonifica dei settori instabili, per consentire la messa in sicurezza del tratto di stradale prospiciente.

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2.4 Inquadramento idrogeologico

L’area in esame appartiene al bacino idrografico del Torrente Parma. Le acque piovane ricadenti in quest’area vengono convogliate per ruscellamento verso il corso d’acqua principale; le acque non captate dalla rete idrica superficiale sono invece soggette a infiltrazione e vanno ad alimentare il sistema idrogeologico. In questa zona l’infiltrazione e la trasmissione dell’acqua sono guidate preferenzialmente dalla permeabilità secondaria dovuta all’elevato grado di fatturazione degli ammassi rocciosi presenti, conseguenza della complessa storia tettonica dell’Unità di Groppo Sovrano.

In considerazione di tale assetto geologico, ne consegue che dal punto di vista idrogeologico l’area in esame è caratterizzata da emergenze idriche che si formano prevalentemente al contatto tra i diversi litotipi affioranti e tra i depositi gravitativi e il substrato. Tali acque assumono grande rilevanza nel condizionare la stabilità del pendio.

L’andamento dei principali assi di flusso di tali acque è nel complesso in accordo con l'orientamento della rete idrografica principale e, soprattutto, del gradiente topografico; questo fatto determina un andamentodella superficie piezometrica irregolare e di norma contraddistinto da una cadente subparallela al pendio, in cui gli assi di naturale declivio si configurano anche come assi di drenaggio delle acque sotterranee. All’esterno dell’area di studio (lati est e ovest) sono presenti tre sorgenti naturali captate dalla rete acquedottistica comunale.

2.5 Inquadramento ambientale e aspetti vegetazionali

L’area d’intervento confina con l’area contigua del Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, conosciuto anche come “Parco dei Cento Laghi”, il quale occupa una porzione dell'Appennino parmense orientale, al confine con le province di Reggio-Emilia e Massa-Carrara, interessando i comuni di Monchio delle Corti, Corniglio, Tizzano Val Parma.

Figura 4: Inquadramento dell’area d’intervento all’interno del territorio del Parco Regionale Valli Cedra e Parma (in blu l’areale oggetto d’intervento)

Dal punto di vista fitoclimatico, l’area oggetto di studio è situata nella fascia collinare-submontana o submediterranea, dei querceti e dei boschi misti decidui. Gli ambienti forestali ivi presenti presentano

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una notevole diversificazione in funzione sia di fattori antropici (forme di governo) sia ambientali (substrato, esposizione, acclività, ecc.).

L’area oggetto di studio, ubicata in corrispondenza di un versante esposto a nord, è per la quasi totalità caratterizzata da soprassuoli boschivi governati a ceduo matricinato, sviluppatisi sopra un substrato ricco di scheletro, con presenza di alcuni depositi detritici generati dal distacco di massi dalle pareti soprastanti.

Figura 5: a) Ceppaie e polloni di Carpino nero cresciute in corrispondenza di depositi detritici b) Area soprastante la S.P.84 oggetto di recenti tagli con rilascio di matricine

In particolare è presente un querceto misto mesofilo con dominanza di Cerro (Quercus cerris) e

Carpino nero (Ostrya carpinifolia), con un rapporto dinamico a favore di quest’ultimo a causa dell’elevata capacità pollonifera e del rapido accrescimento in altezza, fattori che lo avvantaggiano notevolmente nei confronti delle altre specie.

In generale, sono molto limitati i soggetti arborei ad alto fusto in quanto il bosco è caratterizzato da elementi con età media stimata nell'ordine dei 20-25 anni; le ceppaie di Carpino nero sono caratterizzate mediamente da 4-6 polloni con diametri medi di 12-15 cm ed altezza media stimata in 8-10 m. L’elevato numero di ceppaie di Carpino nero ha influito negativamente sulla composizione specifica dell’ambiente forestale, ridotta a poche specie accompagnatorie: durante i sopralluoghi effettuati sono stati rilevati solamente alcuni esemplari più o meno isolati di Acero opalo (Acer opulifolium), Acero campestre (Acer campestre), Orniello (Fraxinus ornus), Ciliegio selvatico (Prunus avium) e Faggio (Fagus sylvatica). Lo strato dominato o arbustivo è inoltre scarso o addirittura assente, e i pochi esemplari arbustivi presenti sono relegati lungo le strade forestali e nelle aree soggette a recenti tagli come quella ubicata poco sopra la S.P. n.84 di Carobbio.

2.6 Inquadramento paesaggistico

La componente visiva costituisce un elemento fondamentale nella percezione del paesaggio che a sua volta è determinata da molteplici fattori come la profondità di campo, l'ampiezza della veduta, l'illuminazione, l'esposizione e la posizione dell'osservatore.

Da un punto di vista visivo l’area di intervento si inserisce in un contesto con caratteristiche morfologiche tipiche del medio appennino, con presenza di scarpate acclivi e assenza di piana inondabile. Lungo i pendii sono presenti aree boschive, mentre ai margini dei corsi d’acqua si riscontra una vegetazione maggiormente igrofila.

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Figura 6: analisi della percezione visiva

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Nella figura sopra, si riporta uno stralcio planimetrico in cui sono indicati i potenziali recettori visivi dell’area di intervento. Analizzando in dettaglio la figura si può notare che essi sono individuabili essenzialmente nel flusso veicolare della Strada Provinciale SP 13, nel tratto compreso tra la loc. Costa Fredda e la frazione abitata di Miano, oltre che negli edifici presenti lunga la strada medesima.

Anche se l’area di intervento si attesta ad una quota più alta rispetto ai possibili recettori ottici, la complessità dell’assetto morfologico del contesto contribuisce a creare una zona di intervisibilità piuttosto limitata.

Infatti il letto fluviale, posto alla quota altimetrica più bassa, le scarpate fluviali e i pendii che fungono da raccordo tra il T. Parma con le quote dei piani stradali delle provinciali SP 13 e SP 84, l’andamento curvilineo delle strade stesse, l’effetto schermante garantito, anche se per brevi tratti, dalle formazioni arboreo-arbustive allineate lungo la SP 13, e da alcune abitazioni, sono tutti elementi che interagendo tra di loro concorrono a creare solo brevi scorci di visibilità dell’area.

In particolare, come già sopra specificato, i punti preferenziali di percepibilità dell’area risultano ubicati in sponda sinistra del T. Parma, in corrispondenza della Strada Provinciale di Corniglio SP 13. La sistemazione morfologica prevista comporterà tuttavia l’esposizione di limitate porzioni di terreno attualmente coperte da vegetazione boschiva, destinate comunque ad essere restituite a bosco mediante l’intervento di recupero ambientale.

Altri possibili recettori ottici risultano essere i fruitori della strada comunale della Prella: in questo caso si tratta tuttavia di una strada secondaria poco frequentata, a servizio più che altro dei residenti in zona.

Lungo la strada provinciale SP 84, invece, ubicata in sponda destra del T. Parma, non si riscontrano punti di visibilità panoramica: la strada infatti costeggiando il pendio sul quale si estende l’area, si colloca immediatamente ai piedi dell’ambito di progetto, e tale prossimità non permette una percezione di insieme della zone di intervento.

Per quanto riguarda il sistema insediativo, l’intorno territoriale è caratterizzato dalla presenza di abitazioni sparse e di pochi nuclei abitati inseriti in un contesto prevalentemente agricolo e boschivo. Non si riscontra l’esistenza di edifici di interesse storico e testimoniale, mentre sono presenti insediamenti rurali di qualche interesse tipologico, ma di modesta rilevanza.

Gli edifici interessati da un diretto rapporto di intervisibilità sono ubicati prevalentemente lungo la strada SP 13. La frazione abitata di Miano ne risulta esclusa se non per poche abitazioni presenti sul limite esterno est del nucleo abitato, così come anche la frazione di Rividulano.

Dal nucleo di case in località Prella localizzato a valle, sulla sponda sinistra del T. Parma, l’area di intervento risulta scarsamente percepibile grazie all’area boschiva presente tra le abitazioni ed il Torrente.

In considerazione delle argomentazioni esposte, si può concludere che, anche se l’attività in progetto comporta un’effettiva modifica della percezione del paesaggio locale, tale alterazione risulta percepibile solo in corrispondenza di pochi punti panoramici. Occorre inoltre sottolineare che non vi sono interferenze visive con percorsi di pregio panoramico, visuali o coni ottici di particolare interesse.

Tale situazione inoltre non è destinata a permanere nel tempo. Infatti il progetto di recupero ambientale prevede di restituire le aree interessate alla loro originaria destinazione boschiva. Ne consegue che la percezione visiva di insieme del contesto interessato, al termine degli interventi di sistemazione, rimane sostanzialmente inalterata rispetto allo stato attuale.

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3. SINTESI DEL QUADRO PROGRAMMATIVCO

Il presente capitolo esamina la conformità dell’intervento in esame con le indicazioni in materia territoriale, urbanistica, ambientale e paesaggistica contenute negli strumenti di pianificazione vigenti. In particolare sono stati considerati i seguenti piani di settore e piani sovraordinati: • Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Po (PAI); • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP); • Piano Infraregionale per le Attività Estrattive (PIAE); • Piano Regolatore Generale del Comune di Corniglio (PRG).

3.1 Piano per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume PO (PAI)

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Po ( PAI) disciplina al Titolo I, le azioni riguardanti la difesa idrogeologica e della rete idrografica del bacino del Po. Il Piano, attraverso le sue disposizioni persegue infatti l’obiettivo di garantire al territorio del bacino del Fiume Po un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aree fluviali, con particolare attenzione a quelle degradate, anche attraverso usi ricreativi.

Nello specifico le NA del piano di bacino all’Art.8. “Individuazione e delimitazione delle aree

interessate da dissesto idraulico e idrogeologico” individua, all’interno dell’ambito territoriale di riferimento, le aree interessate da fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico. Le aree sono distinte in relazione alle seguenti tipologie di fenomeni prevalenti:

• frane; • esondazione e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d’acqua

(erosioni di sponda, sovraincisioni del thalweg, trasporto di massa); • trasporto di massa sui conoidi; • valanghe.

Le aree di frana a loro volta all’interno dell’Art.9 sono distinte in:

• Fa, aree interessate da frane attive - (pericolosità molto elevata), • Fq, aree interessate da frane quiescenti - (pericolosità elevata), • Fs, aree interessate da frane stabilizzate - (pericolosità media o moderata).

Al comma 2 dello stesso articolo sono invece normati gli interventi che sono consentiti all’interno

delle Aree Fa, fatto salvo quanto previsto dall’art. 3 ter del D.L. 12 ottobre 2000, n. 279, convertito in L. 11 dicembre 2000, n. 365:

• gli interventi di demolizione senza ricostruzione; • gli interventi di manutenzione ordinaria degli edifici, così come definiti alla lettera a) dell’art.

31 della L. 5 agosto 1978, n. 457; • gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a

migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo;

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• gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;

• le opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi; • le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee; • la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici

essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere.

Nelle Aree Fq, oltre agli interventi di cui al precedente comma 2, sono consentiti:

• gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo, così come definiti alle lettere b) e c) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457, senza aumenti di superficie e volume;

• gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per adeguamento igienico-funzionale; • gli interventi di ampliamento e ristrutturazione di edifici esistenti, nonché di nuova

costruzione, purchè consentiti dallo strumento urbanistico adeguato al presente Piano ai sensi e per gli effetti dell’art. 18, fatto salvo quanto disposto dalle linee successive;

• la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue e l’ampliamento di quelli esistenti, previo studio di compatibilità dell’opera con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente; sono comunque escluse la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, l’ampliamento degli stessi impianti esistenti, l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dal D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22. E’ consentito l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate ai sensi dello stesso D.Lgs. 22/1997 (o per le quali sia stata presentata comunicazione di inizio attività, nel rispetto delle norme tecniche e dei requisiti specificati all’art. 31 del D.Lgs. 22/1997) alla data di entrata in vigore del Piano, limitatamente alla durata dell’autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere rinnovata fino ad esaurimento della capacità residua derivante dalla autorizzazione originaria per le discariche e fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia complessa, previo studio di compatibilità validato dall'Autorità competente. Alla scadenza devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come definite all’art. 6 del suddetto decreto legislativo.

L’areale di intervento comprende al suo interno depositi frana quiescente Aree Fq. L’intervento in oggetto si configura come intervento di stabilizzazione del versante prospiciente la

S.P.n.84 di Carobbio, gravato sia dall’instabilità della coltre superficiale di deposito del substrato roccioso (detrito di versante) che dall’instabilità dei costoni rocciosi intensamente fratturati con possibilità di franamento continuo di massi.

L’intervento è pertanto conforme al Piano di Assetto Idrogeologico in quanto previsto al punto 7 del

comma 2 dell’art. 9. Inoltre al punto 5 dello stesso comma in tali aree sono previste opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi.

Inoltre l’Art.22 delle NTA del PAI norma le attività estrattive, le quali al di fuori del demanio devono

essere individuate nei piani di settore o di equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi

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delle leggi regionali, i quali devono garantire la compatibilità delle stesse con le finalità del Piano. A tal fine i Piani di settore regionali e provinciali o loro varianti e i documenti di programmazione devono essere corredati da uno studio di compatibilità idraulico-geologico-ambientale.

3.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

3.2.1 Tavola C1 “Tutela Ambientale, Paesistica e Storico Culturale”

Figura 7: Stralcio della Tavola C1 del PTCP “Tutela Ambientale, Paesistica e Storico Culturale” (in blu l’areale oggetto d’intervento)

L’areale in esame comprende al suo interno una “Zona di particolare interesse

paesaggisticoambientale” normata dall’art.14 delle NTA del PTCP. Il comma 3 dell’art. 54 delle NTA del PTCP “Particolari prescrizioni relative alle attività estrattive

e minerarie”, che definisce gli ambiti di applicazione delle attività estrattive, indica che “nel rispetto delle finalità e delle disposizioni del presente Piano e qualora sia documentato e motivatamente valutato non altrimenti soddisfacibile lo stimato fabbisogno di diversi materiali, è consentito al Piano infraregionale delle attività estrattive di individuare attività estrattive nel sistema dei crinali (art. 9), eccettuati comunque i terreni siti ad altezze superiori a 1.200 metri s.l.m., nella zona di tutela ambientale e idraulica dei corsi d’acqua (art. 12 e art. 12bis), nella zona di deflusso della piena (art 13), nelle zone di particolare interesse paesaggistico ambientale (art. 14), nelle zone ed elementi di interesse storico-testimoniale (artt. 18 e 19) e nelle zone agricole ad alta vocazione produttiva (art. 42)” .

“Il PIAE deve garantire che gli interventi estrattivi rispondano alle prescrizioni, ai criteri di compatibilità e alle direttive definite dalla pianificazione di bacino. A tal fine, ai sensi degli articoli 22 e 41 delle Norme di attuazione del PAI, il PIAE deve essere corredato da uno studio di compatibilità

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idraulico-geologico-ambientale per le previsioni ricadenti nelle zone di cui agli articoli 12, 12bis 13 e 13 bis, aventi i contenuti di cui alle direttive approvate dall’Autorità di bacino del Po”.

Si evidenzia inoltre che, essendo l’intervento estrattivo in oggetto finalizzato anche alla messa in

sicurezza del versante prospiciente la S.P.n.84 di Carobbio. L’intervento è conforme al piano in quanto ai sensi del punto d) del comma 8 dell’art.14 delle NTA del PTCP, in tali aree è ammessa la realizzazione di infrastrutture tecniche di bonifica montana e di difesa del suolo, di canalizzazioni, di opere di difesa idraulica e simili, nonché le attività di esercizio e di manutenzione delle stesse.

Inoltre il comma 10 dello stesso articolo prevede che le aree individuate dal Piano quali Aree di particolare interesse paesaggistico-ambientale: “possono essere individuate, da parte degli strumenti di pianificazione comunali od intercomunali, ulteriori aree a destinazione d’uso extragricola diverse da quelle di cui al settimo comma, oltre alle aree di cui al primo comma, solamente ove si dimostri l’esistenza e/o il permanere di quote di fabbisogno non altrimenti soddisfacibili, nonché la compatibilità delle predette individuazioni con la tutela delle caratteristiche paesaggistiche generali dei siti interessati e con quella di singoli elementi fisici, biologici, antropici di interesse culturale in essi presenti”.

3.2.2 Tavola C2 “Carta del dissesto”

Figura 8: Stralcio della Tavola C2 del PTCP “Carta del dissesto” In blu l’areale oggetto d’intervento

L’areale in esame comprende al suo interno Frane quiescenti, normate dall’art. 22 delle NTA del

Piano in quanto aree a pericolosità geomorfologica elevata, e aree caratterizzate da Detrito di versante, normate dall’art. 22 bis delle NTA del Piano in quanto aree a pericolosità geomorfologica moderata.

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In tali aree il piano consente gli interventi già previsti all’art. 21 è pertanto consentita la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente, validato dalla Amministrazione Comunale. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere.

Si evidenzia che il Servizio Viabilità della Provincia di Parma, riscontrato che sussistono delle

condizioni di potenziale pericolosità lungo i terreni posti a monte del tratto della S.P.n.84, ha invitato con lettera prot. N.14789 del 05/03/2013 il proprietario delle aree a monte del tratto di strada tra le progressive km 8+900 e 9+500 ad intraprendere una operazione di bonifica del versante in proprietà.

3.2.3 Tavola C3 “Carta forestale”

L’area d’intervento ricade all’interno di un’area boscata al cui interno valgono le norme indicate dall’art.10 delle NTA del PTCP. Ai sensi del comma 1 del menzionato articolo “sono normati i terreni coperti da vegetazione forestale o boschiva, arborea di origine naturale e/o artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo, nonché i terreni temporaneamente privi della preesistente vegetazione arborea in quanto percorsi o danneggiati dal fuoco, ovvero colpiti da altri eventi naturali od interventi antropici totalmente o parzialmente distruttivi”.

Figura 9: Stralcio della Tavola C3 del PTCP “Carta forestale” In blu l’areale oggetto d’intervento

In tali aree ai sensi del comma 6 “La gestione dei terreni di cui al comma 1 persegue l'obiettivo della

ricostituzione del patrimonio boschivo come ecosistema forestale polifunzionale, e pertanto sono ammessi esclusivamente: a) la realizzazione di opere di difesa idrogeologica ed idraulica, di interventi di forestazione, di strade

poderali ed interpoderali, di piste di esbosco, comprese le piste frangifuoco e di servizio forestale, nonché le attività di esercizio e di manutenzione delle predette opere, nei limiti stabiliti dalle leggi

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nazionali e regionali e dalle altre prescrizioni specifiche, con particolare riferimento al piano regionale forestale di cui al primo comma dell'articolo 3 del D.Lgs. 18 maggio 2001, n. 227, alle prescrizioni di massima e di polizia forestale ad ai piani economici e piani di coltura e conservazione di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 settembre 1981, n. 30”.

La variante in oggetto è quindi conforme con quanto richiesto dal sopracitato articolo, in quanto è

comunque prevista la stabilizzazione del versante prospiciente la S.P.n.84 di Carobbio gravato sia dall’instabilità della coltre superficiale di deposito del substrato roccioso (detrito di versante) che dall’instabilità dei costoni rocciosi intensamente fratturati con possibilità di franamento continuo di massi.

L’azione di stabilizzazione del versante, derivante dall’attività estrattiva, ai sensi del comma 10 dell’art.10 dovrà comunque avere caratteristiche, dimensioni e densità tali da essere localizzata in modo da evitare dissesti idrogeologici, interessare la minore superficie forestale e boschiva possibile, salvaguardando in ogni caso le radure, le fitocenosi forestali rare, i boschetti in terreni aperti o prati secchi, le praterie di vetta, le aree umide, i margini boschivi.

3.3 Attività Estrattive (L.R. 17/91)

Si ricorda inoltre che la L.R. 17/91 ai sensi dell’art.31 “Efficacia dei PAE approvati” pone vincoli all’attività estrattiva solo nel caso in cui il bosco presenti le caratteristiche di cui al punto g) del comma 2 del citato articolo.

Di seguito si riportano le prescrizioni di tale comma: g.1) boschi assoggettati a piano economico o a piano di coltura e conservazione ai sensi dell'art. 10

della legge regionale 4 settembre 1981, n. 30; g.2) boschi impiantati od oggetto di interventi colturali per il miglioramento della loro struttura e/o

composizione specifica attraverso finanziamento pubblico; g.3) boschi comunque migliorati ed in particolare quelli assoggettati ad interventi di avviamento

all'altofusto; g.4) boschi governati od aventi la struttura ad alto fusto; g.5) boschi governati a ceduo che ospitino una presenza rilevante di specie vegetali autoctone

protette; g.6) boschi di cui alle precedenti lettere ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco.

In base ai sopralluoghi effettuati è possibile affermare che l’area in esame è caratterizzata dalla

presenza di un bosco ceduo con strato arboreo a dominanza di Cerro (Quercus cerris) e Carpino nero (Ostrya carpinifolia), e con uno strato arbustivo ed erbaceo scarso o addirittura assente.

Si ritiene quindi che la superficie boscata oggetto di intevento non rientri all’interno delle tipologie citate nel suddetto articolo in quanto si tratta di un bosco ceduo non caratterizzato dalla presenza rilevante di specie vegetali autoctone protette (punto g.5).

Per tale motivo l’intervento previsto risulta compatibile con la normativa vigente.

3.4 Piano Regolatore Generale del Comune di Corniglio (PRG)

Il Comune di Corniglio è dotato di Piano Regolatore Generale (PRG), la cui ultima Variante Generale è stata approvata con deliberazione della Giunta Provinciale n.689 del 04.07.2002.

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Il Piano individua l’area in esame all’interno della Zona “E1” - Agricola normale di classe a Pericolosità trascurabile, Bassa, Media.

Tale area comprende i terreni agricoli non boscati caratterizzati da Pericolosità Trascurabile, Bassa, Media (Carta della Pericolosità) e non compresi nelle zone di cui agli artt.17.9-17.10-17.12-17.17 delle norme del PRG vigente.

In tali aree oltre sono consentiti in modo specifico le azioni di trasformazione previste dall’art.11.11 “Altre opere di trasformazione del suolo agricolo (A11)” di cui al Titolo IV Definizione e articolazione degli usi del territorio nella norme di attuazione del PRG vigente.

Di seguito si riporta il testo integrale dell’articolo. Art. 11.11 Altre opere di trasformazione del suolo agricolo (A11) 1) In questo uso sono comprese opere di silvicoltura, di spostamento e risistemazione di terra,

prelievi, escavazioni, perforazioni di pozzi, che siano finalizzate alle attività agricole, ma che per la loro entità siano eccedenti le normali tecniche e operazioni agronomiche.

2) Gli usi di tipo A11 sono ammessi in tutte le zone agricole previa autorizzazione del Sindaco nel rispetto: • dei vincoli idrogeologici e delle leggi in materia; • dei vincoli paesistici - ambientali e delle leggi vigneti in materia; • delle disposizioni eventualmente più restrittive relative alle zone boscate, alle zone riservate

alla formazione dei parchi naturalistici contenute nelle presenti norme.

4. VALUTAZIONE DELLA COERENZA AMBIENTALE

4.1 Interazioni\coerenza con la ValSAT del PIAE vigente La Variante Parziale 2015 in oggetto risulta, come già precisato pienamente inserita nell’ambito della

procedura di sostenibilità ambientale e territoriale (ValSAT) che accompagnava il PIAE vigente (Variante Generale 2008).

In tal senso la sua valutazione ambientale rappresenta di fatto un mero aggiornamento di tale procedura, dal momento che l’unica modifica di carattere “sostanziale” è, come sopra specificato la previsione dell’ambito estrattivo Rividulano del Comune di Corniglio.

Di seguito si provvede alla valutazione di coerenza della nuova previsione con i contenuti della ValSAT del PIAE vigente.

4.2 La valutazione degli ambiti di riferimento della ValSAT del PIAE vigente

La Variante Generale del PIAE si confronta con diverse problematiche ambientali esistenti a livello provinciale, tra cui le principali sono di seguito sinteticamente elencate.

Il PIAE si sviluppa su gran parte del territorio provinciale, interessando sia contesti di pianura e pedecollina, dove si concentrano le estrazioni di sabbie, limi e ghiaie pregiati, sia la montagna con prevalenti estrazioni di pietrischi e quantità minori di pietre da taglio. In tali aree, l’espansione delle aree urbanizzate riduce gli spazi di valore naturale e paesaggistico del territorio provinciale, nonché le aree agricole di pregio. L’edificazione di aree residenziali, industriali e commerciali, oltre alla

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realizzazione di nuove strade, aumenta la richiesta di attività connesse, come le attività estrattive, con sempre maggiori punti di conflitto, quali l’impatto acustico sugli abitati e la congestione degli assi viari.

I fenomeni di inquinamento delle falde, legate anche al sovrasfruttamento delle risorse idriche sotterranee, richiedono alternative per l’approvvigionamento, come la realizzazione di bacini di accumulo per l’acqua piovana e delle acque di piena dei torrenti, utilizzabili in agricoltura o per garantire il deflusso minimo vitale dei corsi d’acqua naturali.

La stretta relazione tra le attività estrattive e le acque sotterranee impone un’attenta analisi dei legami e dei reciproci vantaggi e svantaggi che si creano. Lo stesso vale per la realizzazione degli invasi di accumulo, in quanto il ripristino naturalistico delle cave è compatibile con tale obiettivo.

Alcune attività estrattive sono state individuate dal PIAE vigente in aree di importanza naturalistica. Lo studio degli impatti e delle interferenze con questi ambiti naturali richiede valutazioni legate alle specie animali e vegetali che alimentano il valore di siti SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone a Protezione Speciale).

A tal proposito, si premette che la Variante in questione non riguarda previsioni estrattive ricadenti in

SIC o ZPS della Rete Natura 2000. La presenza delle attività estrattive in prossimità dei corsi d’acqua impone, inoltre, valutazioni

particolari sulle reti ecologiche, per come previste dalla pianificazione provinciale (PTCP), che consentono agli ecosistemi naturali di resistere, frazionati dalla pressione delle attività e antropiche.

Rispetto al quadro generale prospettato, l’inserimento dell’ambito estrattivo montano Rividulano nel

Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche sopra richiamate.

4.3 Valutazione di coerenza degli obiettivi di piano del PIAE vigente

Il PIAE recepisce i principi obiettivi di sostenibilità ambientale previsti dagli accordi internazionali, dalla legislazione nazionale, regionale e dai piani sovraordinati. Tale recepimento comporta la coerenza esterna del piano mentre, una volta individuati gli obiettivi e le misure da adottare, è necessario valutarne la rispondenza con la situazione ambientale del territorio parmense (coerenza interna).

A tal fine, gli obiettivi del PIAE sono stati scelti nel rispetto di quanto previsto dai piani sovraordinati, dimostrando piena coerenza esterna. Tra questi si sottolineano ed evidenziano i seguenti: • i nuovi ambiti estrattivi sono stati limitati, mentre si è sfruttata al meglio la disponibilità residua

già presente sul territorio; • la maggior parte delle nuove previsioni riguardano i bacini per le acque introdotti dal PTCP

(Approfondimento in materia di tutela delle acque), con i potenziali benefici di cui sopra; • le attività estrattive e di trasformazione maggiormente impattanti sono concentrate in poli

estrattivi, in maniera tale da limitare le aree soggette ad impatto, evitando la frammentazione delle cave sul territorio, che è la maggiore causa di disturbo sugli ambiti naturali e sulla popolazione, e permettendo una migliore organizzazione di tutte le attività di monitoraggio e mitigazione.

La ValSAT del PIAE vigente ha svolto un ulteriore approfondimento di questi aspetti, attraverso una

puntuale verifica cartografica delle localizzazioni degli interventi previsti. La verifica ha considerato i principali problemi sopra descritti, come la pressione sulle aree naturali, il traffico e la congestione

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della viabilità, le aree vulnerabili per le acque sotterranee, il consumo di suolo agricolo pregiato e di valore paesaggistico.

La valutazione ha evidenziato alcune criticità, legate soprattutto agli ambiti di escavazione delle ghiaie, in gran parte concentrati nella fascia tra Medesano e Traversetolo, dove la situazione della viabilità attuale e futura sembra essere inadeguata a sopportare il carico delle attività di trasporto dei materiali, e dove la vulnerabilità delle acque sotterranee e gli elementi rurali e paesaggistici di pregio possono essere impattati in maniera considerevole.

Al fine di limitare e contenere tali criticità, in sede progettuale il PIAE vigente ha individuato misure e prescrizioni specifiche.

Rispetto al quadro sopra richiamato, l’inserimento dell’ambito estrattivo montano Rividulano nel

Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche richiamate (che riguardano in particolare gli ambiti/poli per l’estrazione delle ghiaie e sabbie). Inoltre, la motivazione principale che ha portato all’individuazione di tale ambito (sistemazione morfologica di un versante instabile, messa sicurezza di una viabilità pubblica e disponibilità di inerti in ambito locale per restauro danni arrecati dall’alluvione del 2014) costituisce un ulteriore aspetto positivo, confermando la piena coerenza esterna della previsione.

4.3 Valutazione delle alternative nella ValSAT del PIAE vigente

I rilievi emersi nella coerenza esterna hanno imposto una ulteriore valutazione, quella delle alternative progettuali. Infatti, la coerenza interna del Piano con gli stessi obiettivi posti inizialmente può essere verificata solo proponendo un confronto con alternative che, seppur capaci di risultati diversi (fabbisogni di materiali non interamente soddisfatti nel territorio provinciale) possono avere prestazioni ambientali migliori. Le tre ipotesi a confronto sono: • ipotesi 0: nessuna attività di escavazione in Provincia di Parma, totale approvvigionamento

dall’esterno; • ipotesi 1: escavazione solo dei residui della precedente pianificazione, approvvigionamento

dall’esterno delle ulteriori quantità indicate nei fabbisogni; • ipotesi 2: ipotesi di Piano.

La valutazione considera sia aspetti qualitativi (es.: la collocazione degli ambiti tramite incrocio con i tematismi cartografici) sia quantitativi (sono stati attribuiti pesi maggiori ai nuovi poli/ambiti). I criteri di confronto utilizzati sono: suolo e sottosuolo, acque superficiali, acque sotterranee, livello sonoro, flora/fauna, paesaggio, salute e sicurezza, viabilità e traffico, risorse del territorio e attività economiche.

I risultati indicano, nell’ipotesi 0 e nell’ipotesi 1, ottimi risultati nel conservare le risorse del territorio, specie quelle naturali e paesaggistiche, ma la mancata realizzazione di alcuni interventi impedisce al PIAE di recepire le indicazioni del PTCP (Approfondimento in materia di tutela delle acque) e di avere i benefici attesi sia in termini di sicurezza idraulica, che di uso delle acque raccolte nei bacini.

Inoltre le due ipotesi si sono dimostrate totalmente insostenibili per l’aspetto viabilistico, perché importare le quantità attese da altre province o regioni significa congestionare sensibilmente tutti i principali assi viari provinciali, già in parte compromessi sia nella situazione attuale che in futuro. Infine, l’effetto negativo sulle attività economiche ed imprenditoriali esistenti a livello locale, risulta determinante.

L’ipotesi 2 (PIAE 2008) è in grado di soddisfare i fabbisogni provinciali e le attività economiche in essere, ma incide in maniera talora significativa sulle risorse del territorio. Ancora una volta gli ambiti

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a ghiaie della pedecollina risultano quelli più problematici: l’attuazione contemporanea di tali previsioni, nei bacini del Taro, del Baganza e del Parma, può impattare pesantemente sui sistemi naturali lungo le aste fluviali e gravare con un peso notevole sulla congestione, già in essere e prevista, degli assi viari che riguardano tali bacini. Lo sfruttamento dilazionato nel tempo e il contemporaneo ripristino naturalistico degli ambiti dimessi avrebbe, tuttavia, un rilevante effetto tampone sugli impatti generati, anche in relazione alle richieste del mercato ed in virtù di quanto verificato dalla precedente pianificazione, in cui molte delle previsioni sono rimaste per buona parte residue e/o non sfruttate.

In tale contesto previsionale, l’inserimento dell’ambito estrattivo montano Ac74-Rividulano nel

Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche richiamate (che ancora una volta riguardano in particolare gli ambiti/poli per l’estrazione delle ghiaie e sabbie). Inoltre, una delle motivazioni che hanno portato all’individuazione di tale ambito, ossia quella di mettere a disposizione massi e pietrischi per la realizzazione degli interventi di sistemazione morfologica ed idraulica previsti e preventivati dalle autorità preposte (STB della RER, Provincia di Parma, Consorzio di Bonifica) nell’area dell’alta Val Parma e Val Cedra, al momento quasi priva di ambiti estrattivi in attività, costituisce un ulteriore aspetto positivo, confermando la piena coerenza interna della previsione.

4.5 Controllo ambientale del piano ValSAT PIAE vigente

La ValSAT del PIAE 2008 ha previsto un sistema di controllo del Piano che superi tutte le difficoltà presenti nel monitorare e correggere gli effetti ambientali della pianificazione delle attività estrattive. Tale sistema è in gran parte delegato ai Comuni che, per ragioni spesso organizzative, non sempre riescono a presidiare con efficacia il loro territorio.

Il sistema di controllo si incentra invece nella raccolta, da parte della Provincia di Parma, delle informazioni necessarie a valutare l’impatto delle attività estrattive. Ad esempio, i dati relativi alle acque sotterranee saranno raccolti per valutare l’effetto complessivo del Piano, superando la visione particolare della singola attività di escavazione (convenzione già in essere con l’ARPA di Parma).

Anche il rispetto delle previsioni e la corretta gestione degli ambiti sarà monitorata, impegnando l’Amministrazione Provinciale nell’aggiornamento di specifici indicatori ed a controllare che si esauriscano gli ambiti di escavazione già presenti prima di avviarne nuovi.

In tal senso, l’inserimento dell’ambito estrattivo montano Ac74-Rividulano del Comune di Corniglio

non modificano né aggravano alcune delle problematiche di controllo richiamate, che risultano peraltro obbligatorie in base alle normative vigenti.

4.6 Azioni di mitigazioni della ValSAT PIAE2008

Alla luce delle considerazioni e valutazioni espresse nella VALSAT del PIAE 2008, nonché in coerenza con gli obiettivi prioritari indicati, è prevista tutta una serie di azioni per la mitigazione degli impatti attesi, nonché di misure di compensazione per contrastare le criticità evidenziate.

Tali azioni/misure possono riassumersi nelle seguenti: • per tutti gli ambiti estrattivi localizzati in aree ad alta sensibilità ambientale (poli estrattivi e ambiti

comunali vincolati) sono state predisposte apposite Schede progettuali, nelle quali sono riportate, oltre alle modalità estrattive (modalità di scavo e modalità di sistemazione finale), anche specifiche “prescrizioni” cui dovranno sottostare le modalità attuative stesse; in via generale, tali prescrizioni vanno dall’obbligo di mantenimento-potenziamento delle fasce arboreo-arbustive presenti lungo la rete idrografica superficiale (per conseguire il miglioramento della rete ecologica ed attuare fasce

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tampone e/o ecosistemi filtro nelle fasce di rispetto dagli stessi) all’imposizione di viabilità alternative di allontanamento degli inerti estratti (ad esempio, per i poli di ghiaia, su piste esistenti lungo i principali corsi d’acqua), ovvero di modalità di allontanamento degli che non gravino sulle infrastrutture esistenti (ad esempio, per tutti i poli di sabbia lungo il F. Po deve essere data priorità al trasporto degli inerti per via fluviale);

• per tutti gli ambiti e poli estrattivi finalizzati alla realizzazione di bacini ad uso plurimo, come

previsti dal PTCP (Approfondimento in materia di tutela delle acque), sono state predisposte specifiche “prescrizioni” mirate all’effettiva e coerente attuazione degli stessi, sotto forma di indicazione procedurale cui dovranno sottostare i piani comunali (quali ad esempio l’obbligo di presentare una progettazione unitaria degli interventi necessari per la realizzazione dei bacini ad uso plurimo, comprensiva di un cronoprogramma esecutivo degli stessi e dell’indicazione delle opere accessorie), nonché i successivi piani attuativi (quali, ad esempio, l’obbligo di dare una destinazione a finalità pubblica degli stessi, la verifica delle permeabilità degli stessi, ecc.);

• per tutti i nuovi poli estrattivi sono state previste nelle Schede progettuali specifiche “misure di

compensazione”, finalizzate alla valorizzazione ambientale delle aree estrattive o loro immediato intorno (interventi entro o in prossimità di ZPS, all’interno di aree demaniali, interventi idraulici, ecc.), nonché a prevedere attività di mitigazione delle criticità legate all’utilizzo della viabilità pubblica (quali, ad esempio, il completamento di alcune piste ciclabili di valenza provinciale, la previsione di specifiche rotatorie tra la viabilità di cava e quella pubblica, la necessità di adeguamento o manutenzione straordinaria di alcuni tratti della viabilità provinciale, ecc.); tali interventi di mitigazione, a parziale carico dei soggetti esercenti le cave, dovranno essere concordati con le amministrazioni comunali interessate ed essere meglio specificati e definiti nelle successive fasi progettuali, anche nell’ambito degli accordi obbligatori previsti dall’art. 24 della L.R. 14 aprile 2004, n. 7.

Infine, le prescrizioni della ValSAT e gli esiti delle valutazioni espresse dagli enti competenti in

materia idraulica e ambientale sono state trasferite anche alle Norme Tecniche di Attuazione, sia a livello procedurale (ad esempio per l’attuazione delle norme in materia di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza) che operativo (ad esempio, per l’attuazione di interventi estrattivi in zone fluviali e perifluviali, per le modalità di attuazione dei bacini ad uso plurimo, ecc.).

Rispetto a quanto sopra indicato, nell’ambito della Scheda progettuale dell’ambito estrattivo Ac74-

Rividulano del Comune di Corniglio, vengono richiamate espressamente le prescrizioni e le indicazioni ottimali per ridurre o controllare gli impatti ambientali attesi e/o prevedibili, nonché per assicurare il pieno ripristino delle condizioni di naturalità preesistenti. Tali condizioni e prescrizioni dovranno essere specificate e puntualmente elencate nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale, cui sarà obbligatoriamente sottoposto l’ambito (ex L.R. 9/99 modif.).

4.7 Coerenza ambientale interna rispetto al P.T.C.P.

Di seguito si riporta la verifica della coerenza interna relativa alla Variante in oggetto e gli obiettivi strategici e contenuti del PTCP vigente: Finalità del PTCP: Verifica di coerenza con i contenuti della Variante orienta l’attività di governo del territorio provinciale e di quello dei Comuni;

VERIFICATA

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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costituisce, nel proprio ambito territoriale, specificazione, approfondimento ed attuazione delle linee di azione della programmazione regionale;

VERIFICATA

costituisce momento di raccordo delle politiche settoriali della Provincia;

NON SIGNIFICATIVA

costituisce strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale;

VERIFICATA

assume valore di piano di settore della difesa del suolo al fine di garantire un livello di sicurezza sul territorio rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico.

VERIFICATA

Obiettivi strategici del PTCP: Verifica di coerenza con i contenuti della Variante promuovere la coesione sociale, attraverso il rafforzamento dell’identità della comunità nella dimensione provinciale;

NON SIGNIFICATIVA

favorire lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo locale;

VERIFICATA

migliorare la qualità ambientale del territorio, mirando alla sua tutela sia sotto il profilo dell’aspetto fisico che culturale.

VERIFICATA

Contenuti del PTCP: Verifica di coerenza con i contenuti della Variante recepisce gli interventi definiti a livello nazionale e regionale, relativamente al sistema infrastrutturale primario e alle opere rilevanti per estensione e natura;

NON SIGNIFICATIVA

individua, anche in attuazione degli obiettivi della pianificazione regionale, ipotesi di sviluppo dell’area provinciale, prospettando le conseguenti linee di assetto e di utilizzazione del territorio;

NON SIGNIFICATIVA

definisce i criteri per la localizzazione e il dimensionamento di strutture e servizi di interesse provinciale e sovracomunale;

NON SIGNIFICATIVA

definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico-ambientali;

VERIFICATA

definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo le condizioni e i limiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti effetti che esulano dai confini amministrativi di ciascun ente;

VERIFICATA

specifica ed articola le dotazioni territoriali, indicando a tal fine i diversi ruoli dei centri abitati nel sistema insediativo provinciale.

NON SIGNIFICATIVA

recepisce le disposizioni del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del fiume Po, facendone propri i contenuti e assumendo il valore e l’effetto di piano di settore in quanto detta le disposizioni in materia di tutela dell’ambiente delle acque e difesa del suolo.

VERIFICATA

La soluzione alle limitate disponibilità di materiale, in rapporto alla necessità di provvedere a

necessari interventi di mitigazione del gravoso stato di dissesto, cui devono far fronte diversi Enti preposti alla tutela del territorio e delle infrastrutture, può trovare attuazione nella disponibilità del Comune di Corniglio di prevedere nel proprio territorio un nuovo ambito estrattivo comunale in località Rividulano, localizzato in zone vincolate dal PTCP (Art. 14 - Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale).

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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In merito alla concreta necessità di reperimento di materiale per opere di mitigazione dell’assetto idrogeologico del territorio, proprio in Sede di Conferenza di Pianificazione per la valutazione del Documento Preliminare della presente Variante (approvato con Decreto Presidenziale n.304 del 24.11.2015), lo stesso Servizio Tecnico dei Bacini affluenti del Po della Regione Emilia-Romagna, prendendo atto dell’assenza di ambiti estrattivi in attività nell’areale in oggetto, ha effettuato una prima stima dei quantitativi necessari per le opere idrauliche e di sistemazione dei versanti di propria competenza nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra, che potrebbe trovare effettiva disponibilità nel nuovo ambito estrattivo, proposto dalla Variante in oggetto, con una logistica maggiormente sostenibile rispetto al reperimento di materiale da ambiti estrattivi localizzati più lontano. Tale stima, dell'ordine di circa 5.000 mc/anno, risulta comprendere sia i lavori ordinari sia gli interventi straordinari conseguenti all'evento alluvionale del ottobre 2014 in Val Parma e Val Cedra. In tal senso l’individuazione dell’Ambito Rividulano può trovare coerenza con la programmazione\realizzazione delle opere di mitigazione di competenza di STB-RER nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra.

Tale ambito è, peraltro, finalizzato alla stabilizzazione e messa in sicurezza di un versante

prospiciente alla S.P. 84 di Carobbio, gravato da anni da una marcata instabilità della coltre detritica superficiale (detrito di versante), in quanto continuamente alimentata dalla scarpata rocciosa presente a monte. Quest’ultima è infatti caratterizzata dall’affioramento di terreni arenacei molto fratturati (Arenarie di Groppo Sovrano).

L’individuazione dell’ambito estrattivo di Rividulano in Comune di Corniglio, finalizzato al reperimento di inerti non pregiati (pietrischi e massi) necessari per attuare interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in Val Parma e Val Cedra, può assumere il ruolo di strumento operativo per la messa in sicurezza del versante interessato a salvaguardia della viabilità provinciale ad esso sottostante.

Il duplice ruolo della previsione estrattiva di Rividulano trova ragione e coerenza anche ai sensi di in quanto stabilito nell’Allegato 10 “Linee Generali di Assetto Idraulico ed Idrogeologico“ delle Norme di Attuazione del PTCP vigente, avente valore ed effetti di PAI ai sensi dell’Intesa di cui all’art. 57 del D.L.gs n. 112/1998 e art. 21 della L.R. 20/2000 e smi, dove l’utilizzo delle attività estrattive, vincolate alla realizzazione di progetti di sistemazione, viene individuato come misura strutturale di tipo intensivo per la mitigazione dei diversi fenomeni di dissesto ed in particolare come elemento di controllo dell’influenza del corso d’acqua nei processi di destabilizzazione del versante stesso.

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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Figura Estratto dell’elaborato “linee di intervento per l’assetto idrogeologico” del PTCP vigente

In merito alla coerenza con le disposizioni del P.T.C.P., si rileva che la previsione del nuovo ambito estrattivo interessa un’area caratterizzata da copertura boscata (Tav.C3 Carta Forestale del PTCP vigente) a prevalente “Bosco ceduo matricinato di latifoglie (cerro e carpino nero) in parte degradato e scarsi arbusteti di natura ripariale”.

In ragione di tale interazione tra la previsione e la copertura boschiva, nel corso della Conferenza di pianificazione, il Rappresentante della Regione Emilia-Romagna ha evidenziato la necessità di verificare per l’ambito la coerenza con i disposti della D.G.R. n. 549/2012 relativa all’approvazione dei “CRITERI E DIRETTIVE PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI COMPENSATIVI IN CASO

DI TRASFORMAZIONE DEL BOSCO, AI SENSI DELL’ART. 4 DEL D.LGS 227/2001 E

DELL’ART.34 DELLA L.R. 22 DICEMBRE 2011 N. 21”.

In merito alla verifica della coerenza dell’ambito con i disposti della Del. di G.R. n.549/2012 sopra richiamata, precisando comunque che gli interventi di trasformazione del bosco sono autorizzati in

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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conformità all’art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004, nel rispetto del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) e degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica che vi hanno dato attuazione, si rileva che, a seguito di specifica verifica, la copertura boschiva interessata (bosco ceduo matricinato di latifoglie, quale cerro e carpino nero, in parte degradato e scarsi arbusteti di natura ripariale) non rientra tra le categorie di bosco (definite al c.11 lett. a), b), c), d) del Punto 1 “Trasformazioni del bosco e di altre formazioni forestali” dei criteri e direttive approvate con la Del. di G.R. n.549/2012), per le quali l’eliminazione comporterebbe un danno rilevante a carico dell’ecosistema non ripristinabile nel breve e medio periodo attraverso ordinari interventi compensativi consistenti nel reimpianto della componente forestale compromessa.

In riferimento alle stesse Norme di Attuazione del PTPR (Art.35 Particolari prescrizioni relative alle attività estrattive), la copertura boschiva interessata dalla previsione risulta inoltre non avere le caratteristiche1 di cui al secondo comma, lettera g, dell'articolo 31 della legge regionale 18 luglio 1991, n. 17, nelle quali non sono ammesse attività estrattive.

Ai sensi dell’art.4 “Trasformazione del bosco e rimboschimento compensativo”, comma 2 del D.Lgs n.227/2001 (“Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2004, n.57”) la trasformazione del bosco può essere rilasciata dalla stessa Regione in conformità all’art.151 del D.Lgs n.490/1999 compatibilmente con la stabilità dei terreni, con il regime delle acque e con la difesa dalla caduta dei massi; nel merito l’attuazione dell’ambito in oggetto risulta anche finalizzata alla stabilizzazione e messa in sicurezza di un versante prospiciente alla S.P.84 di Carobbio, gravato da anni da una marcata instabilità della scarpata rocciosa presente a monte e riconosciuta dal Servizio Viabilità della Provincia di Parma con nota Prot. n.14789 del 05/03/2013. Ai fini della trasformazione del bosco, essendo l’ambito ubicato in territorio soggetto a vincolo idrogeologico, dovrà essere acquisita l’autorizzazione dell’Ente competente in materia (Servizio Forestazione – Unione Montana Appennino Parma Est);

Per l’area boscata interessata dall’ambito, avendo la stessa le caratteristiche di cui all’art. 2, comma 6, del D.Lgs n. 227/2001 l’autorizzazione alla trasformazione del bosco dovrà prevedere l'obbligo della compensazione con le modalità e i criteri di cui approvati con la Del. G.R. n. 549/2012.

Per la Variante in esame risulta pienamente verificata la coerenza ambientale interna con le stesse finalità, obiettivi strategici e contenuti del PTCP vigente.

4.8 Coerenza ambientale esterna

A seguito dell’analisi del quadro programmatico si ritiene di poter affermare per la variante in oggetto risulta pienamente verificata la coerenza ambientale esterna.

In modo specifico, per quanto precisato nei precedenti paragrafici, la stessa variante pienamente coerente con gli obiettivi strategici del PAI e del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni – PdGRA (Direttiva 2007/60/CE e D. Lgs. 49/2010).

1 Boschi assoggettati a piano economico o a piano di coltura e conservazione ai sensi dell'art. 10 della L.R. 4 settembre 1981, n. 30; boschi impianti od

oggetto di interventi colturali per il miglioramento della loro struttura e/ o composizione specifica attraverso finanziamento pubblico; boschi comunque migliorati ed in particolare quelli assoggettati ad interventi di avviamento all'alto fusto; boschi governati od aventi la struttura ad alto fusto; boschi governati a ceduo che ospitino una presenza rilevante di specie vegetali autoctone protette; boschi di cui alle precedenti lettere ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco.

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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5. ANALISI E MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI D ELLA VARIANTE

L’inserimento dell’ambito estrattivo montano Rividulano nel Comune di Corniglio, non modifica né aggrava alcune delle problematiche già affrontate in sede di ValSAT del PIAE vigente (che riguardano in particolare gli ambiti/poli per l’estrazione delle ghiaie e sabbie).

Inoltre, la motivazione principale che ha portato all’individuazione di tale ambito (sistemazione morfologica di un versante instabile, messa sicurezza di una viabilità pubblica e disponibilità di inerti in ambito locale per restauro danni arrecati dall’alluvione del 2014) costituisce un ulteriore aspetto positivo, confermando la piena coerenza esterna della previsione.

Nell’ambito della Scheda progettuale dell’ambito estrattivo Ac74-Rividulano del Comune di

Corniglio, vengono richiamate espressamente le prescrizioni e le indicazioni ottimali per ridurre o controllare gli impatti ambientali attesi e/o prevedibili, nonché per assicurare il pieno ripristino delle condizioni di naturalità preesistenti.

Tali condizioni e prescrizioni dovranno essere specificate e puntualmente elencate nell’ambito della

procedura di valutazione di impatto ambientale, cui sarà obbligatoriamente sottoposto l’ambito (ex L.R. 9/99 modif.).

AMBITO COMUNALE VINCOLATO AC74-RIVIDULANO (COMUNE DI CORNIGLIO ) Inquadramento Medio Appennino parmense, nel Comune di Corniglio, a lato della S.P. 84 di

Carobbio, circa 500 m a est della località Carzago.

Stato di fatto Ambito montano caratterizzato da marcata instabilità, a causa delle elevate pendenze medie e della fatturazione della compagine rocciosa esistente nella parte superiore del versante.

Materiali estraibili Massi e detriti appartenenti alla formazione delle Arenarie di Groppo Sovrano.

Utilizzazione In alternativa alle ghiaie fluviali, per la produzione di pietrischi, e massi per difese spondali e idrauliche, opere di drenaggio, ecc..

Uso reale del suolo Bosco ceduo matricinato di latifoglie (cerro e carpino nero) in parte degradato e scarsi arbusteti di natura ripariale.

Vincoli L’area è compresa nelle “Zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale” del PTCP vigente (art. 14 delle NTA).

L’area è confinante all’Area Contigua del Parco Regionale Valli del Cedra e del Parma.

Previsioni di piano 100.000 mc di inerti non pregiati.

Modalità di escavazione Cava a mezza costa, da coltivare a gradoni, che dovranno svilupparsi in maniera da raccordare morfologicamente le superfici interessate dall’attività estrattiva con il pendio circostante e retrostante.

Modalità di sistemazione finale

Recupero naturalistico-vegetazionale, tramite rimodellamento morfologico dell’area di scavo e piantumazione di essenze arboree e arbustive tipiche dell’area e compatibili con gli ambienti circostanti (boschi di latifoglie miste, a cerro e roverella prevalenti).

Prescrizioni L’intervento estrattivo è finalizzato alla messa in sicurezza del versante prospiciente alla S.P. 84 di Carobbio, secondo modalità e caratteristiche

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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progettuali che dovranno essere concordate con il competente Servizio Viabilità della Provincia di Parma e con l’Unione Montana Appennino Parma Est – Settore Difesa del Suolo e Forestazione.

Eventuali quantitativi aggiuntivi a quelli qui pianificati, se risultanti dagli interventi di stabilizzazione di cui sopra, potranno essere trattati e gestiti ai sensi delle normative del settore estrattivo.

Il progetto estrattivo sarà assoggettato alle procedure di valutazione di impatto ambientale (VIA o screening) ai sensi della L.R. 9/99 modif..

Le procedure di verifica (screening) o le procedure di VIA ai sensi delle vigenti disposizioni

normative, potranno definire la migliore e specifica determinazione degli impatti ambientali e delle necessarie misure di mitigazione e/o compensazione. Nello specifico si prevedono i seguenti possibili impatti connessi alla fase attuativa:

Impatto Prescrizione - Valutazione di impatto ambientale (VIA o screening) ai sensi della

L.R. 9/99 modif

Produzione ed emissioni di polveri. Le attività previste comporteranno inevitabilmente la produzione e diffusione di polveri durante l’attività di cantiere e durante il trasporto dei materiali al luogo di destinazione.

Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti a tutela della salute dei lavoratori operanti nel cantiere secondo le vigenti disposizioni normative. Inoltre, al fine di limitare la dispersione di polveri in aree limitrofe dovrà essere prevista una periodica umidifcazione delle aree e delle piste di cantiere.

Emissioni gassose. I mezzi d’opera impiegati durante le attività di cantiere e di trasporto materiali comporteranno la diffusione di emissioni gassose inquinanti (NOx, CO, CO2, SO2, PM10).

Allo scopo di limitare tali produzioni per le attività di cantiere dovrà essere impiegato un parco macchine il più possibile recente e dovrà essere previsto l’impiego di gasolio classificato a basso tenore di zolfo; mentre per quanto attiene alle emissioni provenienti da traffico veicolare, sarà considerato preferenziale il trasporto degli inerti con mezzi che siano rispondenti almeno ai requisiti fissati per la categoria “Euro III”.

Produzioni di rumori Durante le operazioni di cantiere la produzione di rumore è determinata in gran parte dai lavori effettuati per la bonifica del versante, per il carico del materiale sugli autocarri e per gli interventi di sistemazione morfologica. La propagazione del rumore delle attività di cantiere genera impatti negativi sia all’interno del cantiere (a carico dei lavoratori esposti), sia all’esterno verso recettori sensibili (abitazioni) che ricadono nella zona fisico percettiva prossima al cantiere e alla viabilità di collegamento fra il sito di estrazione e il sito di destinazione finale dei materiali.

Per quanto riguarda le interferenze generate all’interno del cantiere, gli addetti ai lavori dovranno essere dotati di tutti i dispositivi di sicurezza previsti dalla normativa vigente. Per quanto riguarda invece le aree esterne al cantiere, si evidenzia che non sono presenti ricettori sensibili (abitazioni) che possono risentire dal punto di vista acustico delle attività previste.

Sversamenti accidentali in acque superficiali e sotterranee In relazione alla presenza in cantiere di macchine operatrici, è possibile che si verifichino sversamenti accidentali di liquidi inquinanti (quali carburanti e lubrificanti) dagli stessi mezzi

Nel caso in esame l’impatto potenziale si ritiene poco significativo o nullo sia per la componente “acque sotterranee” che per la componente “acque superficiali”, in considerazione del fatto che l’area non risulta direttamente interessata dalla presenza di corsi d’acqua superficiali.

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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d’opera in azione (es. nel corso di operazioni di rifornimento e manutenzione o in caso di rottura di parti meccaniche o idrauliche). Eliminazione copertura vegetale esistente Le attività di coltivazione e messa in sicurezza della S.P. n. 84 “di Carobbio” comporteranno sicuramente l’eliminazione della copertura vegetazionale esistente, costituita da un bosco governato a ceduo in cui dominano il Cerro (Quercus cerris) e il Carpino nero (Ostrya carpinifolia). Come già detto precedentemente, l’area boscata in esame risulta piuttosto povera qualitativamente a causa del tipo di governo adottato (ceduo) che ha progressivamente eliminato lo strato arbustivo e le specie accompagnatorie tipiche del querceto mesofilo.

Le modalità di sistemazione finale prevedono il recupero naturalistico-vegetazionale, tramite rimodellamento morfologico dell’area di scavo e piantumazione di essenze arboree e arbustive tipiche dell’area e compatibili con gli ambienti circostanti (boschi di latifoglie miste, a cerro e roverella prevalenti). L’intervento di recupero morfologico e di ripristino vegetazionale da eseguire al termine delle attività, mediante l’inserimento di specie arboree ed arbustive tipiche del querceto mesofilo della fascia submontana, se eseguito correttamente, avrà lo scopo di ricreare le condizioni necessarie alla ricostituzione di tale habitat, andando così ad incrementare la biodiveristà floristica e vegetazionale dell’area. Per l’area boscata interessata dall’ambito, avendo la stessa le caratteristiche di cui all’art. 2, comma 6, del D.Lgs n. 227/2001 l’autorizzazione alla trasformazione del bosco dovrà prevedere l'obbligo della compensazione con le modalità e i criteri di cui approvati con la Del. G.R. n. 549/2012.

Elementi di disturbo a carico della fauna selvatica L’attività di cantiere comporta inevitabilmente l’insorgenza di fenomeni di disturbo (produzione di rumori dovute al transito delle macchine operatrici e alla presenza di operatori in cantiere) a carico della fauna selvatica che frequenta e si riproduce nell’areale d’intervento. Tali attività saranno tuttavia concentrate esclusivamente nelle ore diurne, evitando pertanto il disturbo nelle ore notturne.

Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti tecnici e gestionali al fine di minimizzare l’impatto acustico verso l’esterno (utilizzo parco macchine conforme alla normativa vigente, eventuale sostituzione degli avvisatori acustici sui mezzi d’opera con altri di tipo luminoso, ecc.). Si evidenzia comunque che le specie faunistiche che utilizzano l’area, non essendo abituate alla presenza antropica, tenderanno a spostarsi in aree limitrofe, dove l’impatto acustico, e il disturbo antropico, sono assenti. Infine, al termine delle lavorazioni previste, si procederà al ripristino delle aree interessate, con interventi atti a favorire la ricostituzione di habitat utili al foraggiamento e alla riproduzione delle specie faunistiche.

6. VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE

Non sono state prese in considerazione specifiche alternative alla proposta di piano in oggetto in quanto • la concreta necessità di reperimento di materiale per opere di mitigazione dell’assetto

idrogeologico nell’area dei bacini della Val Parma e Val Cedra, rilevata dallo stesso Servizio Tecnico dei Bacini affluenti del Po della Regione Emilia-Romagna prendendo atto dell’assenza di ambiti estrattivi in attività nell’areale in oggetto, potrebbe trovare effettiva disponibilità nel nuovo ambito estrattivo con una logistica maggiormente sostenibile rispetto al reperimento di materiale da ambiti estrattivi localizzati più lontano;

• la soluzione alle limitate disponibilità di materiale, cui devono far fronte diversi Enti preposti alla tutela del territorio e delle infrastrutture, ha trovato attuazione nella disponibilità del Comune di Corniglio di prevedere nel proprio territorio un nuovo ambito estrattivo comunale in località Rividulano;

• la richiesta di inserimento dell’Ambito estrattivo in località Riviludano è stata sottoposta alla Provincia dal Comune di Corniglio con nota prot. n.2099 del 10.06.2015, pervenuta in data 11.06.2015 Prot. n.40641;

Variante Parziale PIAE adottata con Del. C.P. n.12 del 11.04.2016 ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000 e smi.

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• durante la seduta conclusiva della conferenza di pianificazione sul D.P. della Variante, tenutasi in data 27.01.2016, il Comune di Corniglio ha espressamente proposto che la Variante al PIAE potesse altresì assumere anche effetti di variante al PAE vigente;

7. IL PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

L’ambito estrattivo montano Ac74-Rividulano del Comune di Corniglio sarà soggetto alle specifiche azioni già previste dal Piano di monitoraggio del PIAE.

Non si ritengono necessarie modifiche e integrazioni specifiche rispetto a quanto già previsto dal

piano di monitoraggio del PIAE, in merito alle modalità� di raccolta dei dati, gli indicatori necessari alla valutazione, i target di riferimento, la definizione di strumenti per riorientare le scelte di Piano nel caso di effetti negativi, le responsabilità� e le risorse finanziarie da adottare.

Si sottolinea che il monitoraggio specifico dell’attuazione dell’ambito estrattivo montano Ac74-

Rividulano del Comune di Corniglio può essere soggetta all’analisi degli indicatori individuati per la recente Variante di aggiornamento della Cartografia del Dissesto del P.T.C.P.

Per il monitoraggio della variante alla cartografia del dissesto sopra richiamata sono stati individuati i

seguenti indicatori:

INDICATORE FREQUENZA (anni) Soggetto Attuatore IF Indice di franosità comunale

- IF generale - Ifa (frane attive) - Ifq (frane quiescenti)

2 anni Provincia (Servizio Pianificazione Territoriale)

IFTU Indice di franosità TU (territorio urbanizzato)

2 anni Provincia (Servizio Pianificazione Territoriale)

IFUBE Indice di franosità TU.le (territorio urbanizzabile)

2 anni Provincia (Servizio Pianificazione Territoriale)

IFVIA Indice di franosità infrastrutture viarie (con georeferenziazione)

2 anni Provincia (Servizio Pianificazione Territoriale e Servizio

Viabilità e Infrastrutture) NSEGN

Segnalazioni di dissesto (Unioni di Comuni, UT Comunali,

Privati Cittadini)

Continua

Gruppo Tecnico Intesa PAI-PTCP SGSS-RER STB-RER

Provincia (Servizio Pianificazione Territoriale)

Il piano di monitoraggio sopra descritto, calato nell’ambito territoriale di riferimento (Alta Val Parma

e Val Cedra) unitamente ad un costante aggiornamento cartografico del quadro dei dissesti, può effettivamente concorrere alla corretta stima dei materiali necessari all’attuazione dei relativi interventi di sistemazione idrogeologica.