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Traccia preliminare Di Rete D’Imprese Consorziate Secondo nuovi elementi organizzativi e diversi orizzonti e prospettive di sviluppo. Piero Rossitti

Reti D\'Imprese

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Traccia preliminareDi Rete D’Imprese Consorziate

Secondo nuovi elementi organizzativi e diversi orizzonti e prospettive di sviluppo.

Piero Rossitti

Page 2: Reti D\'Imprese

Nuove tendenze e

profili di consumo

Mutazioni e valenze

dell’assetto distributivo

Focus sulla PMI Regionale

Traccia Progetto per macro aree

Struttura del progetto : Analisi 3 aspetti generali e traccia di progetto

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Nuove tendenze e profili di consumo

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L’adattamento dei consumatori nella recessioneAlberto Franco Pozzolo (2011)

Professor of Economics, Università degli Studi del MoliseDipartimento di Scienze Economiche e Gestionali

PASSAGGI CHIAVE DELLA RELAZIONE

Attraverso un esteso e intenso utilizzo dei microdati Istat sui consumi delle famiglie, analizza gli impatti della recessione economica degli ultimi anni sugli adattamenti e i comportamenti emergenti dei consumatori italiani.

La grande gelata provocata dalla crisi ha determinato cambiamenti visibili nei comportamenti consolidati dei consumatori italiani, tanto in riferimento alla composizione dei panieri di spesa delle diverse tipologie di famiglie consumatrici.

Quanto alle modalità e i luoghi di acquisto. Il fenomeno più evidente della recessione è la rilevante caduta del Pil (-5,9% nel 2009 rispetto all’anno precedente) che trascina e performa le altre grandezze economiche e sociali.

Nel periodo 2007-2009 la spesa alimentare delle famiglie italiane si è contratta del 6,3 per cento in valore reale, a fronte di una riduzione del 2,6 per cento della spesa totale per consumi. Riduzioni così drastiche del Pil e del potere d’acquisto dei cittadini, insieme all’ampia redistribuzione di reddito a sfavore dei ceti medi, dei lavoratori a reddito fisso e dei pensionati, come sottolinea con enfasi nel suo intervento Rosario Trefiletti (2011), si sono tradotte inesorabilmente tanto in una contrazione dei consumi globali quanto, soprattutto, in uno spostamento del mix degli acquisti degli italiani verso alimenti essenziali , low cost e di scarsa qualità.

Nuove tendenze e

profili di consumo

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In periodi di crisi, infatti, le strategie di risparmio delle famiglie, basate principalmente sull’acquisto di prodotti in promozione o nei discount, a volte si manifestano attraverso la necessaria contrazione quanti-qualitativa di beni alimentari per non privarsi di determinati acquisiti o comportamenti che incidono sullo status.

Si pensi, a titolo di esempio, alla stratosferica spesa destinata dagli italiani ai giochi e premi e alle lotterie: 61,4 miliardi di euro nel 2010, ovverosia a poco meno della metà dell’intera spesa alimentare di 60 milioni di persone, con un incremento del 13 per cento sul 2009; nel solo primo semestre 2011, la raccolta per giochi è lievitata ulteriormente a 35.809 miliardi di euro, pari ad una crescita del 19,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente!

La crisi e la riduzione della quota dei consumi alimentari, lungi dall’avere impatti indifferenziati, colpiscono in modo più accentuato le regioni a più basso reddito, ossia quelle meridionali, e quelle con una struttura demografica sbilanciata verso gli anziani…..

L’adattamento dei consumatori nella recessioneAlberto Franco Pozzolo (2011)

Professor of Economics, Università degli Studi del MoliseDipartimento di Scienze Economiche e Gestionali

PASSAGGI CHIAVE DELLA RELAZIONE

Nuove tendenze e

profili di consumo

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L’erosione del potere d’acquisto delle famiglie ha ridotto lo spazio di mercato domestico per le produzioni alimentari di qualità, peraltro non compensato da una crescita dei circuiti e degli sbocchi di mercato esteri a ragione della tradizionale (bassa internazionalizzazione della nostra agricoltura).

Nella nuova strategia di vendita della Gdo – pochissimi prodotti di marca e crescente presenza sugli scaffali di prodotti senza marchio o private label .

Le produzioni agroalimentari italiane di qualità rischiano la progressiva marginalizzazione e di perdere dunque le nuove opportunità connesse ai

cambiamenti nella struttura e nelle modalità di spesa e di consumo. Non perdono peso alcuni prodotti basici della dieta italiana, come la pasta e i derivati del

pomodoro, grazie al loro particolare equilibrio tra apporto calorico e prezzo; si ridimensionano invece i prodotti ortofrutticoli freschi non preparati e non differenziati e le carni rosse indifferenziate; mentre cresce l’importanza di alcune produzioni di nicchia, come i prodotti di quarta gamma (insalate lavate e pronte per il consumo), giacché i consumatori sono disponibili a pagare un prezzo più alto pur di ridurre il tempo di preparazione del pasto.

L’adattamento dei consumatori nella recessioneAlberto Franco Pozzolo (2011)

Professor of Economics, Università degli Studi del MoliseDipartimento di Scienze Economiche e Gestionali

PASSAGGI CHIAVE DELLA RELAZIONE

Nuove tendenze e

profili di consumo

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Il futuro incertoÈ difficile oggi, a quattro anni dall’avvio della grande recessione, capire se la doppia ricomposizione dei consumi

alimentari delle famiglie indotta dalla crisi – dai prodotti più costosi a quelli meno costosi e dai negozi tradizionali alla Gdo e ai discount – sia da considerare come un esito di carattere provvisorio, congiunturale, oppure come un asset strutturale di un nuovo modello di consumo. Molto dipende, ovviamente, da quando e come si uscirà dalla crisi e dall’intensità e qualità del nuovo ciclo di benessere economico.

D’altro canto, c’è chi considera la recessione come un’occasione di cambiamento “intenzionale” e di ripensamento non congiunturale delle strategie d’azione dei soggetti sociali, anche nella sfera dei consumi alimentari.

Giulio De Rita (2011), sulla scia dei risultati di una recente ricerca Censis-Coldiretti (2010) sui modelli e i comportamenti alimentari degli italiani, sostiene con convinzione che la crisi abbia fatto diventare i consumatori italiani più virtuosi e sobri del passato, meno “compulsivi” e più attenti ad eliminare sprechi e scarti piuttosto che a rinunciare ai beni essenziali.

Inoltre la crisi avrebbe stemperato l’ortodossia dei consumatori italiani a favore del cosiddetto “politeismo alimentare”, basato su una sorta di patchwork soggettivo di prodotti diversi acquistati in punti e luoghi diversi: chi consuma prodotti di qualità non disdegna l’acquisto di scatolame surgelato e cibi precotti; chi ama i prodotti biologici e/o prodotti del commercio equo e solidale consuma anche surgelati, scatolame e prodotti con marchio del distributore e, “addirittura”, frequenta i fast-food; chi fa la spesa nei piccoli farmers’ market alla ricerca di prodotti freschi e di qualità in prossimità dell’abitazione acquista anche alimenti nei meno comodi supermercati e discount. Gli italiani post-crisi sarebbero dunque diventati dei “consumatori di tutto”, privi di tabù alimentari, degli abili combinatori di canali d’acquisto a secondo dei beni e dei momenti, nonché incalliti frequentatori di ristoranti, trattorie, fast food e tavole calde non solo per ragioni di lavoro e di convivialità quanto piuttosto come “nuova trasgressione”: occasionale libertà di mangiare ciò che piace, liberandosi provvisoriamente dalle dittature delle diete salutiste.

L’adattamento dei consumatori nella recessioneAlberto Franco Pozzolo (2011)

Professor of Economics, Università degli Studi del MoliseDipartimento di Scienze Economiche e Gestionali

PASSAGGI CHIAVE DELLA RELAZIONE

Nuove tendenze e

profili di consumo

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Modelli di consumo nel periodo di crisi ed impatti causa / effetto nella filiera

(Consumatori – Trade – Produzione)

Opportunità

Sviluppo di format orientati al contenimento della spesa (Discount)

Acquisti sviluppati nell’ambito del territorio e nei negozi “sottocasa” a discapito di grandi superfici

Maggiore interesse verso produzioni tracciate e riconducibili ai territori di provenienza

Maggiore interesse verso la private label che permette risparmio con buona qualità

Possibilità di crescita per nuovi prodotti coerenti al momento congiunturale, orientati anche ad aspetti salutistici

Minacce Sistema bancario a supporto dei consumi e della

produzione non adeguato Appiattimento verso massimi sistemi e su larghe

economie di scala (Grandi gruppi Multinazionali) Riduzione della qualità di prodotti e servizi per

poter sostenere la marginalità Aumento dei consumi da parte di paesi in via di

sviluppo e conseguente aumento del costo delle materie prime

Nel lungo termine un impoverimento del valore attribuito al Italy Food per mancanza di operatori

Punti di forza Acquisti piu’ consapevoli quantità/value for

money Diminuita dipendenza dalla marca come

elemento di gratificazione Stili di vita più sobri e meno ostentativi Ripresa di valori della tradizione e

orientamento verso produzioni locali Aumento delle produzioni fatte in casa

Punti di debolezza Clima generale di sfiducia, mancanza di

entusiasmo, riduzione degli acquisti d’impulso Razionalizzazione degli acquisti e riduzione su

beni voluttuari di non primaria importanza Riduzione dei consumi nel fuori casa (bar

ristoranti) Aumento della concorrenza, diminuzione della

marginalità Diminuzione delle risorse in innovazione e

sviluppo

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Nuove tendenze e

profili di consumo

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SINTESI PRIMA PARTE• In un contesto congiunturale, caratterizzato da mutazione dei profili di consumo

(momenti, format, tipologie prodotto) il polo agroalimentare /f.m.c.g. costituito soprattutto in Sicilia in prevalenza da PMI , potrebbe trovarsi in una condizione di maggiore difficoltà che non nel passato.

• La fragilità (economica) e del potenziale innovativo (marketing ,ricerca,trade marketing) , rende pressochè inesistenti (SINGOLARMENTE) le possibili soluzioni e way out.

• Le azioni intraprese sin qui (creazione Distretti, Consorzi, etc.) hanno fondato buona parte dell’interesse verso l’export che però, in ragione ad una congiuntura ben più ampia (vedi Europa-USA ) , insieme a reali modeste capacità interpretative da parte delle PMI di modelli di business decisamente più avanzati che il tessuto italiano, hanno di riscosso pochi e sparuti successi. Abbastanza marginali , in alcuni casi, nel mercato domestico.

• Si configura quindi la necessità di attivare nuovi approcci per il sistema produttivo, che sappiano cogliere le opportunità derivate da modelli di consumo meno fidelizzati alla Marca , ma anche più attenti ai valori sostanziali prima identificati del prodotto, in uno scenario che si modella con la congiuntura economica, me tenderà ad affermarsi anche oltre .

Nuove tendenze e

profili di consumo

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Nuove tendenze e profili di consumo Mutazioni e valenze dell’assetto distributivo

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Congiuntura e mutazioni nei canali distributivi.Mutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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Congiuntura e mutazioni nei canali distributivi.Mutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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Congiuntura e mutazioni nei canali distributivi.Mutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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Congiuntura e mutazioni nei canali distributivi.

Aumento degli acquisti in promozione e diminuzione del gap di convenienza Iper vs. Super + LS

Una minore disponibilità di spesa del consumatore, la maggiore convenienza dei prodotti non food nei category killer, una diminuita sostanziale differenza di prezzo in

promo dei negozi super + ls, hanno rimesso in gioco iNEGOZI DI PROSSIMITA’

Mutazioni e valenze

dell’assetto distributivo

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Congiuntura e mutazioni nei canali distributivi.Mutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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Focus su articolo 62 Dl SalvaitaliaMutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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• Il settore agroalimentare inizia il percorso che vede l'obbligo di redigere il contratto scritto per la cessione di prodotti agricoli ed alimentari, scatta il divieto di pratiche commerciali sleali e soprattutto occorre rispettare i termini di pagamento di 30 o 60 giorni a decorrere dalla fine del mese di ricevimento della fattura.

Focus su articolo 62 Dl SalvaitaliaMutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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• I cambiamenti discendono dall'articolo 62 del decreto legge n. 1/2012, convertito nella legge n. 27/2012, che diviene operativo a tutti gli effetti dopo la firma del decreto ministeriale attuativo. Le nuove regole sono entrate in vigore il 24 ottobre. Tuttavia, la norma transitoria contenuta nel decreto attuativo dispone che la regolarizzazione formale dei contratti in corso può essere effettuata fino al 31 dicembre 2012. Ma in in ordine alle pratiche commerciali sleali ed ai termini di pagamento le nuove regole si applicano per le consegne effettuate dal 24 ottobre 2012. Gli operatori del settore agroalimentare devono quindi cambiare rotta e ciò per la necessità di maggiore trasparenza nelle transazioni commerciali, ma soprattutto per l'obbligo di rispettare i termini di pagamento delle forniture, pena le pesanti sanzioni previste dalla norma. Il nuovo regime riguarda le cessioni di prodotti alimentari ed agricoli la cui consegna avviene nel territorio della Repubblica italiana. Quindi anche l'importazione o l'acquisto intracomunitario soggiace alle nuove regole. Occorre anche in questi casi formalizzare il contratto, magari integrando il documento di trasporto (Cmr) e soprattutto rispettando i termini di pagamento. Occorre tenere presente l'elenco dei prodotti agricoli (allegati 1 all'articolo 38 del Trattato dell'Unione europea) che nella sostanza sono tutti quelli provenienti da una azienda agricola e zootecnica, compresi gli alimenti per gli animali ed i prodotti alimentari (Regolamento Ce n. 178/2002), ovvero quelli che possono essere ingeriti da un essere umano .

Focus su articolo 62 Dl SalvaitaliaMutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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• Assume particolare importanza la natura di prodotto deteriorabile che è tale quando la durabilità è inferiore a 60 giorni, così come stabilito dal produttore. Per i prodotti confezionati si deve fare riferimento alla data di scadenza non superiore a 60 giorni. Le carni che presentano l'«aW» (attività dell'acqua) superiore 0,95 e un «ph» (acidità) superiore a 5,2, sono sempre considerati prodotti deteriorabili come pure il latte. Sono solo tre i casi di esonero: si tratta dei conferimenti a cooperative, delle cessioni di prodotti agricoli istantanee, con contestuale consegna e pagamento del prezzo pattuito e delle cessioni effettuate nei confronti di consumatori finali e cioè soggetti che acquistano i prodotti per il proprio consumo e non in qualità di utilizzatore professionale. Ciò non esime ad esempio un negozio di macelleria che deve essere pronto a redigere il contratto in forma scritta quando cede le carni ad esempio ad un ristorante. La norma non modifica le consuetudini commerciali. Ad esempio in agricoltura è frequente la cessione di beni con prezzo da determinare (Dm 15/11/1975); tale procedura richiede normalmente la stesura del contratto in forma scritta mentre il termine del pagamento essendo legato al ricevimento della fattura scatterà quando il prezzo è stato stabilito. Attenzione anche alle sanzioni; in caso di omissione nella redazione del contratto in forma scritta le parti possono essere chiamate a pagare una sanzione che va da 516 a 20.000 euro. In caso di ritardo nel pagamento dei corrispettivi la sanzione amministrativa è fissata da 500 euro a 500.000 euro ed infine in presenza di compimento di pratiche commerciali sleali la sanzione va da 516 a 3.000 euro.

Focus su articolo 62 Dl SalvaitaliaMutazioni e

valenze dell’assetto distributivo

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Page 20: Reti D\'Imprese

Art 62 e impatto nella filiera produzione verso trade.

Opportunità La produzione potrà contare su un minor

sbilanciamento di cash flow acquisti / vendite Sviluppo di canali distributivi intermedi (ingrosso, cash

& carries, distributori) che possono garantire un più basso punto di riordino

Riduzione dei costi distributivi concentrati su intermediari

La maggiore trasparenza necessaria nei contratti commerciali e maggior peso al net net

Riduzione delle pretese improprie , vere barriere d’accesso , anche se a maggior vantaggio per i grandi player

Minacce

Aumenta il valore della massa critica e dei poteri negoziali su massimi sistemi (Multinazionali-GD)

Perdita del tessuto distributivo (clienti) non preparati ad una nuova impostazione acquisti/vendite/gestione scorte

Punti di forza

Certezza del rientro del capitale Selezione di produttori inaffidabili Selezione nel sistema distributivo, sia normal

trade che gdo a favore di clienti efficaci e solvibili

Valorizzati i prodotti ad alta rotazione Valorizzati produttori efficaci e organizzati alle

nuove regole e modalità operative

Punti di debolezza Clima generale di sfiducia, mancanza di

entusiasmo, diminuzione della propensione imprenditoriale

Medio lungo periodo di assestamento con possibili contraccolpi sul tessuto distributivo

Per le PMI con basso tasso di crescita su mercati emergenti (BRICS) la crisi si risente anche sul fronte estero (Europa-USA)

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Mutazioni e valenze

dell’assetto distributivo

Page 21: Reti D\'Imprese

Sintesi seconda parte• Il sistema distributivo vede una sensibile rinascita del negozio di prossimità, notoriamente

più efficace nella promozione e vendita di prodotti “unbranded”; il “negoziante di fiducia” riprende una sua dimensione.

• Il canale distributivo di riferimento al concept “prossimità” (libero servizio associato - normal trade) risulta meno complesso e con più basse barriere d’accesso per le PMI;

• E’ caratterizzato da Imprenditori , spesso a gestione familiare , associato a gruppi della DO, ma indipendenti ad integrare / acquistare prodotti (freschi – specialità) fuori dalla sua Centrale.

• A determinare una reale minaccia, l’entrata in vigore di termini più restrittivi dei tempi di pagamento (per via dell’art. 62) di quanto non fosse nel passato. In questo senso potremmo assistere ad una riduzione degli stock (di magazzino ed espositivi) creando un effetto “povertà” che potrebbe seriamente ostacolare questa crescita naturale del canale prossimità. Si potrebbe proprio supporre che alla base dell’articolo 62, pur riconoscendo il tenore protezionistico per le PMI dell’agroalimentare, insistano interessi lobbistici (GD-Multinazionali) , che trarrebbero il vantaggio di uno spopolamento dei pdv di prossimità.

• Eppur vero che in un sistema consortile a cui queste imprese individuali potrebbero far parte, le dinamiche del cash flow e dei pagamenti a 30 gg 60 gg non sarebbero applicati se non per scelte ed applicazione di condizioni locali.

Mutazioni e valenze

dell’assetto distributivo

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Page 22: Reti D\'Imprese

Nuove tendenze e profili di consumo

Mutazioni e valenze dell’assetto distributivo

Focus sulla PMI Regionale

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U.E. & Italia : Composizione addetti nelle P.M.I.

Focus sulla PMI Regionale

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Focus sulla PMI Regionale

U.E. & Italia : Numero P.M.I per Regione e tasso occupazione

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Focus sulla PMI Regionale Tasso di competitività U.E. e per aree Italia

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• R&S: Italia indietro rispetto agli obiettivi Ue per quanto concerne la strategia Europa 2020 sul rapporto tra spesa per ricerca e sviluppo e PIL. Lo dicono i dati ISTAT del Rapporto “Noi Italia“. Nel 2008, l’indicatore italiano era all’1,23% e per il 2020 è previsto il raggiungimento dell’1,53%. Ma il ritmo è lento.

• Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo delle imprese italiane rispetto al PIL, infatti, sono ancora pari allo 0,65%, contro una media Ue dell’1,21%. Per stare al passo con gli altri Stati Membri servirebbe un forte rilancio delle politiche di ricerca.

• Le regioni che investono di più in R&S sono concentrate nel Centro-Nord del Paese: bene Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Soltanto il 10,1% della spesa viene invece dalle imprese del Mezzogiorno.

• In relazione al rapporto con i PIL regionali, spicca il Piemonte con l’1,88% (speso soprattutto in ricerca privata) ed il Lazio con l’1,79%, dove contano in particolar modo gli enti pubblici di ricerca. Nel Nord-ovest, a spendere in R&S sono soprattutto le imprese medio-grandi, il 48,1% della spesa delle imprese pari allo 0,98% del Pil.

Focus sulla PMI Regionale Notizie aggiuntive sul ritardo Italia / Sud

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Page 27: Reti D\'Imprese

Cause – Effetto sul sistema dei consumi agroalimentari

Crisi economica riduzione/modifi-

cazione dei consumi

Norme di legge su pagamenti con

impatto economico sul sistema distributivo

Aumento del carico fiscale già

fra i più alti al mondo per tutti gli attori della filiera

Drastica diminuzione di

accesso al credito bancario

privati/imprese

Aumento della disoccupazione;

Chiusura o indebolimento del tessuto produttivo e

distributivo; Implosione del PIL e sfiducia

su tempi e mezzi per la ripresa;

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Nuove tendenze e

profili di consumo

Mutazioni e valenze

dell’assetto distributivo

Focus sulla PMI

Regionale

Traccia Progetto

per macro aree

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Consorzi e Distretti : la funzione

PMI

PMI

PMI

PMI

PMI

- CONSORZIO / DISTRETTO –

adesione associativa(*)

FIERA

FIERA

FIERA

FIERA

FIERA

Elementi di marketing pro:TerritorioArtigianalità Qualità (intrinseca)

Elementi di marketing contro :Tracciabilità in chiaroSicurezza e standard Qualità percepitaFollow up ai contattiCertificazioni e/o

qualificazione delle procedure operative

Packaging STRATEGIA COMUNE DI

OFFERTA (ELEMENTI DI MARKETING COMUNI OLTRE IL TERRITORIO)

(*) non si creano reali sinergie logistico commerciali, non si caratterizza in modo trasversale ed omogeneo il concetto di Tipico Di Sicilia . Ciascun operatore deve sempre isolatamente seguire le fasi successive.

Traccia Progetto

per macro aree

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Page 30: Reti D\'Imprese

Innestare un Nuovo Modello di Rete d’Imprese dell’agro alimentare di Sicilia

- CONSORZIO / DISTRETTO –

adesione associativa(*)

Nuovo modello di Rete PMI

Obiettivo: Ottimizzare le risorse produttive del SINGOLO, senza aggravio di costi individuali, valorizzando ELEMENTI COMUNI e tendenzialmente INDUPLICABILI, per offrire ai

DIVERSI FORMAT COMMERCIALI sia sul mercato DOMESTICO (regionale / nazionale) che INTERNAZIONALE una GAMMA di prodotti diversi, espressione

della MIGLIORE TRADIZIONE E CULTURA SICILIANA.

Traccia Progetto

per macro aree

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Page 31: Reti D\'Imprese

(*)R&D expert in cluster management and training Provincia di Milano - Province of MilanAffiliate Professor Grenoble Ecole de Management Educational Institution; 201-500 employees; Gestione in ambito formativo industryDecember 2009– Present (3 years)Teacher at undergrad and postgrad level of Innovation & Networks Management, Project Management and International Sales.Management consultant and trainer Innovation ConsultingOctober 1997– Present (15 years 2 months)

• Le Reti d’Imprese • Posted on 18 ottobre 2012by Michele Coletti (*)• Sono più di 2000 le imprese italiane partecipanti alle Reti d’Imprese. Il loro valore come

strumento per rilanciare lo sviluppo e la competitività, soprattutto delle Pmi, in tempi di crisi, e in particolare il ruolo dei manager cui affidarne la gestione, sono stati al centro del workshop “Nuove professioni: arriva il manager di reti d’impresa”, svoltosi il 16 ottobre a Milano.

• Gli interventi hanno sottolineato il valore delle Reti d’Impresa come strumento che consente, specialmente alle PMI, di raggiungere obiettivi di crescita, internazionalizzazione e innovazione non sempre alla portata delle singole aziende da sole. Particolare accento è stato posto sul profilo del Manager di Rete d’Imprese, nuova figura professionale a cui si potrebbe affidare la gestione di questa innovativa formula di aggregazione.

• Tutti i relatori hanno identificato nelle Reti di Imprese uno strumento di grande potenzialità ma non si sono nascosti le sfide e gli ostacoli che si frappongono a una massiccia diffusione delle stesse. In particolare servono nuove competenze manageriali per chi promuove e guida queste reti e un cambiamento culturale degli imprenditori che porti ad abbracciare la collaborazione come fattore di successo competitivo.

Traccia Progetto

per macro aree

Le Reti d’Imprese : atti e opinioni.

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Page 32: Reti D\'Imprese

• Posted on 17 ottobre 2012by Michele Coletti • Riprendiamo l’analisi dei risultati del sondaggio CNCB con l’aiuto della Dr.ssa Elena Zaffaroni, cluster expert di

Euroimpresa e Provincia di Milano: dalle interviste emerge chiaramente come la professione del Cluster manager non si possa apprendere dietro una scrivania o sui libri. La formazione avviene innanzitutto sul campo, traendo spunto dall’esperienza propria o di altri cluster, attraverso la condivisione di esperienze legate soprattutto ai temi più “critici” quali: il coinvolgimento delle imprese e la capacità di farle lavorare in rete, l’approccio ai mercati internazionali, il supporto all’innovazione. Proprio il tema dell’internazionalizzazione è stato oggetto di particolare attenzione nel sondaggio vista la sua rilevanza in termini di business e visibilità del cluster.Il 74% del campione intervistato ha dichiarato di perseguire attività di internazionalizzazione, tuttavia solo il 42% ha elaborato una strategia in tal senso, elemento attestante una condivisione interna degli obiettivi, impegno a medio-lungo termine e programmazione finanziaria. Inoltre, solo il 34% dei cluster dotati di una strategia dichiara di implementarla.Le azioni di internazionalizzazione intraprese ad oggi riguardano principalmente la partecipazione a fiere commerciali e convegni (58%), passo iniziale per la costruzione di un network su cui poi sviluppare missioni e progetti più mirati.I principali ostacoli nell’approcciare i mercati esteri sono l’impegno economico che può risultare particolarmente gravoso, specie nel caso di cluster contraddistinti dalla forte presenza di imprese di piccole e medie dimensioni e il fatto che i benefici delle attività volte all’internazionalizzazione non si avvertono subito. Altro elemento di freno riguarda la difficoltà di arrivare a una strategia che aggreghi al meglio i diversi interessi delle imprese associate. Persiste infine la difficoltà legata a barriere linguistiche e culturali, forti specie per le PMI.Per tentare di superare tali ostacoli, il 53% del campione si è avvalso di strutture specializzate nell’assistere attività di export, tuttavia spesso l’offerta non è adattata ad aggregazioni di imprese ma si focalizza sulla singola azienda. Su questo aspetto dovrebbero riflettere i fornitori di servizi.

Traccia Progetto

per macro aree

Le Reti d’Imprese : atti e opinioni.

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Page 33: Reti D\'Imprese

Traccia Progetto

per macro aree

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Page 34: Reti D\'Imprese

• Recuperare i valori e le tradizioni del passato, coniugarli con i nuovi sistemi economici e produttivi, proiettarsi verso un futuro di dialogo e sviluppo sostenibile.

• Fino alla sua costituzione ufficiale, avvenuta nel marzo 2006, il Distretto Produttivo della Pesca ha operato attraverso il Consorzio di Valorizzazione del Pescato COSVAP, costituito nel 1989, che comprende oggi soggetti pubblici e privati tra i quali il Comune di Mazara, la Provincia di Trapani, l’Associazione Industriali, la Camera di Commercio, il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, la Fondazione Banco di Sicilia e le organizzazioni professionali di categoria.

• L’obiettivo è quello di innalzare la competitività del sistema pesca, attraverso azioni che favoriscano la qualità del prodotto e dei servizi delle pmi, sfruttando in maniera sistemica e pianificata la tecnologia e dotando l’ente delle necessarie infrastrutture.

• Il consorzio COSVAP ha di fatto la governance del Distretto, ponendosi come strumento di promozione, coordinamento e gestione delle attività del Distretto.

Traccia Progetto

per macro aree

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Page 35: Reti D\'Imprese

• Decreto Sviluppo: tante le novità per le reti d'impresa• Molte novità per le reti d'impresa nel Decreto Sviluppo, la maggiore delle quali limita la

responsabilità patrimoniale al fondo comune - Semplificate le procedure di redazione dei contratti e gli iter di comunicazione - Regolati i contributi per i consorzi per l'internazionalizzazione- Novità anche per il comparto turistico.

• Nella legge 134/2012 del Decreto Sviluppo sono contenute tante novità per le reti d'impresa, strumento in forte crescita presso le aziende italiane, la più importante delle quali riguarda la responsabilità patrimoniale, che viene limitata al solo fondo comune.

• Molte altre misure contenute nel decreto, invece, puntano allo snellimento delle procedure, concedendo la possibilità di redarre il contratto di rete, oltre che per atto pubblico o scrittura privata, anche per atto firmato con firma digitale o con firma elettronica, dietro autenticazione di un notaio o altro pubblico ufficiale. Snellite, sempre sul sentiero della semplificazione, anche le procedure di comunicazione, tra gli uffici del Registro imprese, di eventuali modifiche apportate al contratto.

• La quota di contributi per i consorzi per l'internazionalizzazione, quei consorzi, di fresca istituzione, il cui obiettivo è la diffusione internazionale dei prodotti propri del Made in Italy, è stata fissata ad un massimo del 50% delle spesse sostenute per l'esecuzione dei progetti d'internazionalizzazione.

4 ottobre 2012, 21:19 Dl Crescita 2.0, via libera dal Governo.

Tutte le misure del nuovo decreto sviluppo.

Traccia Progetto

per macro aree

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Page 36: Reti D\'Imprese

• Comunità intelligenti (art. 20)• L’art 20 disegna l’architettura tecnica, di governo e di processo per la gestione delle comunita’ intelligenti

e dei servizi e dati da queste prodotte. Le comunita’ intelligenti sono partecipative, promuovono l’emersione di esigenze reali dal basso, l’innovazione sociale e prevedono meccanismi di partecipazione, inclusione sociale e efficienza delle risorse – attraverso il riuso e la circolazione delle migliori pratiche. Un sistema di valutazione e monitoraggio garantisce che le comunita’ rispettino gli impegni presi attraverso uno statuto periodicamente rivisto, allo scopo di verificare e massimizzare l’impatto del progresso tecnologico sul territorio.

• 2) Norme per favorire la nascita e la gestione di imprese innovative (startup).• Le misure introducono per la prima volta nel panorama legislativo italiano un quadro di riferimento

organico per favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative (startup). Tali norme sono coerenti con gli obiettivi previsti dal programma Nazionale di Riforma 2012 e con le strategie di sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo definite a livello europeo. Si intende in tal modo contribuire alla diffusione di una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità, alla promozione della mobilità sociale, della trasparenza e del merito, alla creazione di occupazione qualificata, soprattutto giovanile. La Per le startup vengono messi subito a disposizione circa 200 milioni di euro, tra i fondi stanziati dal decreto sotto forma di incentivi e fondi per investimento messi a disposizione dalla Fondo Italiano Investimenti della Cassa Depositi e Prestiti. Nelle prossime settimane, con un apposito decreto ministeriale, saranno stanziate ulteriori risorse per nuove imprese presenti nel Mezzogiorno. La norma, a regime, impegnerà 110 milioni di euro ogni anno per incentivare le imprese startup

4 ottobre 2012, 21:19 Dl Crescita 2.0, via libera dal Governo.

Tutte le misure del nuovo decreto sviluppo.

Traccia Progetto

per macro aree

Pier

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Page 37: Reti D\'Imprese

4 ottobre 2012, 21:19 Dl Crescita 2.0, via libera dal Governo.

Tutte le misure del nuovo decreto sviluppo.Startup innovativa e incubatore certificato: cosa sono e a cosa servono (art.25).

Per la prima volta nell’ordinamento italiano vengono introdotti la definizione e gli specifici requisiti della nuova impresa innovativa (startup).In particolare, queste le caratteristiche della startup innovativa:o la maggioranza del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria deve essere detenuto da persone fisiche;o la società deve essere costituita e operare da non più di quarantotto mesi;o deve avere la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;o il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro;o non deve distribuire o aver distribuito utili;o deve avere quale oggetto sociale esclusivo, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;o non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.Inoltre la startup deve soddisfare almeno uno dei seguenti criteri: sostenere spese in ricerca e sviluppo in misura pari o superiore al 30 per cento del maggiore tra il costo e il valore della produzione;

impiegare personale altamente qualificato per almeno un terzo della propria forza lavoro; essere titolare o licenziataria di una privativa industriale connessa alla propria attività.

La norma definisce anche l’incubatore certificato di imprese startup innovative, qualificandolo come una società di capitali di diritto italiano, o di una Societas Europaea, residente in Italia, che offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di startup innovative. I requisiti che gli incubatori devono possedere sono legati alla disponibilità di risorse materiali e professionali per svolgere tale attività.

Viene infine istituita un’apposita sezione del Registro delle Imprese con l’iscrizione obbligatoria per le startup innovative e gli incubatori certificati così da garantirne la massima pubblicità e trasparenza.

• Deroga al diritto societario e riduzione degli oneri per l’avvio (art. 26).Per consentire una gestione più flessibile e più funzionale alle esigenze di governance tipiche delle startup, soprattutto se costituite in forma di S.r.l., sono introdotte le seguenti facoltà:o Facoltà di estendere di dodici mesi il periodo di c.d. “rinvio a nuovo” delle perdite (dalla chiusura dell’esercizio successivo alla chiusura del secondo esercizio successivo) e, nei casi di riduzione al di

sotto del minimo legale, di consentire il differimento della decisione sulla ricapitalizzazione entro la chiusura dell’esercizio successivo. Durante i primi anni di attività, ci possono essere frequenti episodi in cui le perdite intaccano il capitale per oltre un terzo a causa dei costi di avvio e degli investimenti iniziali, una più flessibile gestione degli obblighi di ricapitalizzazione può essere molto utile.

o Facoltà di utilizzare anche per le startup innovative costituite in forma di S.r.l. istituti ammessi solo nelle S.p.A., in particolare la libera determinazione dei diritti attribuiti ai soci, attraverso la creazione di categorie di quote anche prive di diritti di voto o con diritti di voto non proporzionali alla partecipazione, o l’emissione di strumenti finanziari partecipativi.

o Facoltà di offrire al pubblico quote di partecipazione in startup innovative costituite in forma di S.r.l., consentendo di facilitarne l’accesso al capitale indipendentemente dalla forma giuridica prescelta.

o Facoltà di deroga al divieto assoluto di operazioni sulle proprie partecipazioni qualora l’operazione sia effettuata in attuazione di piani di incentivazione che prevedano l’assegnazione di strumenti finanziari a dipendenti, collaboratori, componenti dell’organo amministrativo o prestatori di opere o servizi, anche professionali (stock options e work for equity).

Vengono anche ridotti gli oneri per l’avvio della startup innovativa e dell’incubatore certificato, attraverso l’esonero dai diritti di bollo e di segreteria per l’iscrizione al Registro delle Imprese, nonché dal pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle Camere di commercio.

• Remunerazione con strumenti finanziari della startup innovativa e dell’incubatore certificato (art. 27).Viene introdotto un regime fiscale e contributivo di favore per i piani di incentivazione basati sull’assegnazione di azioni, quote o titoli similari ad amministratori, dipendenti, collaboratori e fornitori

delle imprese startup innovative e degli incubatori certificati. Il reddito derivante dall’attribuzione di questi strumenti finanziari o diritti non concorrerà alla formazione della base imponibile, sia a fini fiscali che contributivi. In questo modo, viene facilitata la partecipazione diretta al rischio di impresa, ad esempio attraverso l’assegnazione di stock options al personale dipendente o ai collaboratori di un’impresa startup

Traccia Progetto

per macro aree

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Page 38: Reti D\'Imprese

Un nuovo modello di Rete d’Imprese che….

1. valorizzi le risorse dell’agroalimentare Siciliano2. non aggravi / produca costi aggiuntivi, ma che invece realizzi

miglioramenti di redditività per le PMI impegnate3. si integri nelle azioni già in essere delle stesse PMI4. sviluppi il suo business secondo modelli organizzativi moderni, dove la

centrale di Rete sia un collettore funzionale fra produzione e vendita 5. sappia essere un network operativo che permetta interscambio di idee ,

azioni e marketing comune6. affronti direttamente in modo strutturato il mercato (d.o., normal

trade, ho.re.ca.) a partire dal territorio, ma senza porsi barriere (Italia, Estero)

7. utilizzi le leve di marketing (comuni) residenti nella Buona Produzione di Qualità Siciliana, dove elementi differenzianti siano facilmente riconoscibili dal consumatore , e dove il trade (soprattutto Siciliano) possa accogliere con successo l’iniziativa.

Traccia Progetto

per macro aree

Pier

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Page 39: Reti D\'Imprese

Highlights

Traccia Progetto

per macro aree

Il contributo di questa iniziativa avrà impatti positivi sul sociale, dando vita ad un modello che potrà essere duplicato anche in settori diversi;

Il ruolo della Politica dovrà essere importante per saper sostenere le fasi di start up, sapendo lasciare spazi alle professionalità impegnate alla realizzazione del progetto

Una iniziativa che verrà accolta come elemento concreto e tangibile da una significativa quota di famiglie, consumatori e operatori (negozi), produttori, che di fatto saranno coinvolti ad una inversione di tendenza nel territorio siciliano.

Pier

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PMI

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- CONSORZIO / DISTRETTO –

adesione associativa(*)

FIERA

FIERA

FIERA

FIERA

FIERA

Elementi di marketing pro:TerritorioArtigianalità Qualità (intrinseca)

Elementi di marketing contro :Tracciabilità in chiaroSicurezza e standard Qualità percepitaFollow up ai contattiCertificazioni e/o

qualificazione delle procedure operative

Packaging STRATEGIA COMUNE DI

OFFERTA (ELEMENTI DI MARKETING COMUNI OLTRE IL TERRITORIO)

(*) non si creano reali sinergie logistico commerciali, non si caratterizza in modo trasversale ed omogeneo il concetto di Tipico Di Sicilia . Ciascun operatore deve sempre isolatamente seguire le fasi successive.

Traccia Progetto

per macro aree

Da questa impostazione ….

Pier

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Page 41: Reti D\'Imprese

LA RETE D’IMPRESE . IL NUOVO MODELLO Trasformare i limiti in …..

PMI

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Centrale Consorzio stoccaggio,

fatturazione , gestione clienti,

marketing / acquisti/vendite

Export

Clienti GDO

Clienti dettaglio

Consorziati

Clienti Ho.Re.Ca.

Eventi ed iniziative

Traccia Progetto

per macro aree

Negozi a Marchio

Elementi di marketing comuni !

Tracciabilità in chiaro su ogni prodotto

Sicurezza e standard stabiliti comuni

Qualità percepita oltre la qualità delle materie prime

Follow up costante alle fiere

Certificazioni e/o qualificazione delle procedure operative centrali

Packaging accattivante e comunicativo dei concetti fondamentali

STRATEGIA COMUNE DI OFFERTA (ELEMENTI DI MARKETING COMUNI OLTRE IL TERRITORIO)

Il Consorzio diventa un “cliente” per le PMI consorziate , il quale si preoccupa di tutte le attività di sviluppo del fatturato!!! Pi

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Page 42: Reti D\'Imprese

LA RETE D’IMPRESE . IL NUOVO MODELLOPMI

PMI

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PMI

Centrale Consorzio stoccaggio,

fatturazione , gestione clienti,

marketing / acquisti/vendite

Export

Clienti GDO

Clienti dettaglio

Consorziati

Clienti Ho.Re.Ca.

Eventi ed iniziative

Traccia Progetto

per macro aree

Negozi a Marchio

Le aziende di produzione realizzano prodotti che confluiscono nella piattaforma

La piattaforma, dotata dell’adeguato personale interno ed esterno, segue le fasi del commercio

La piattaforma promuove le affiliazioni in consorzio anche del trade

Più che una rete fra imprese (produzione e distribuzione) , ma un Modello di Sistema atto a generare Valore aggiunto al Territorio, a sviluppare un senso di Orgoglio ed Appartenenza! Pi

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Page 43: Reti D\'Imprese

Consorzi e Distretti : i produttoriPMI

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Centrale Consorzio stoccaggio,

fatturazione , gestione clienti,

marketing / acquisti/vendite

Export

Clienti GDO

Clienti dettaglio

Consorziati

Clienti Ho.Re.Ca.

Eventi ed iniziative

Traccia Progetto

per macro aree

Negozi a Marchio

Mantenendo i loro canali e clienti, produrranno su standard individuati , ma con procedure comuni (vedi avanti)

I prodotti selezionati dalla sede e dal consorziato, saranno realizzati secondo un disciplinare che massimizzi la tracciabilità (in chiaro) , la qualità (intrinseca/percepita), un adeguato prezzo di cessione al consorzio

Il loro investimento potrà essere la fornitura di base per l’avvio, che verrà comunque valorizzata e pagata in corso d’opera

Il consorziato parteciperà attivamente con coinvolgimento periodico, alle iniziative del consorzio, in una logica interattiva e condivisa

Nessuna modificazione interna ad ogni singola PMI, ma invece una la Rete (operativa) diventa un ente con cui confrontarsi e gradatamente portare up grade alle proprie Aziende!

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Page 44: Reti D\'Imprese

Consorzi e Distretti : la piattaformaPMI

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Centrale Consorzio stoccaggio,

fatturazione , gestione clienti,

marketing / acquisti/vendite

Export

Clienti GDO

Clienti dettaglio

Consorziati

Clienti Ho.Re.Ca.

Eventi ed iniziative

Negozi a Marchio

Si comporta come un CE.DI distributivo, dove confluiscono i prodotti realizzati dai produttori Consorziati

Individua l’assortimento che dovrà essere quanto più completo per le diverse famiglie merceologiche, senza inutili sovrapposizioni, per circa 3/400 referenze

Definisce con ogni consorziato i prezzi di acquisto, sulla base di oggettive possibilità di ricollocamento del prodotto sul mercato

Esegue tutti i lavori di ricerca di mercato, studi di packaging sui prodotti, attività orientate al consumo ed al trade

Supervisiona una rete di promotori e agenti, con l’ausilio di una efficace struttura commerciale

Internalizza tutte le operazioni tipiche della gestione economico commerciale, trattenendo per la centrale solo i costi di struttura e gli accantonamenti per gli investimenti futuri (strutturali, di marketing)

Diffonde ai propri Consorziati utili informazioni e negozia attività a vantaggio delle economie di scala

Traccia Progetto

per macro aree

Tutte le operazioni del Commercio sino alla logistica, all’incasso, studio prodotti, studio e strutturazione dello sviluppo commerciale, vengono recepiti in una logica di gestione “esternalizzata” ma certamente controllata dai Consorziati.

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Page 45: Reti D\'Imprese

LA RETE D’IMPRESE . Il Trade

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PMI

Centrale Consorzio stoccaggio,

fatturazione , gestione clienti,

marketing / acquisti/vendite

Export

Clienti GDO

Clienti dettaglio

Consorziati

Clienti Ho.Re.Ca.

Eventi ed iniziative

Traccia Progetto

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Negozi a Marchio

Il Cliente consorziato potrà beneficiare di prezzi d’acquisto che lo pongono ad essere competitivo

Potrà beneficiare di formule di pagamento meno stringenti, per massimizzare la proposta dei prodotti del Suo consorzio anche a livello espositivo

Sarà un elemento strategico della filiera: il negoziante è poi di fatto il “miglior promotore al consumo” dei prodotti a più alto valore

Si potranno esaminare negozi Pilota “monomarca”

La Rete diventa di fatto promotrice di un Territory Label , interpretando quegli stili di vita certamente non dispendiosi (l’offerta dovrà essere competitiva) , ma oggi riemergenti; i consumatori sapranno ben presto favorire il “passaparola”; la comunicazione dovrà fare il resto. Pi

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Ross

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Page 46: Reti D\'Imprese

Il profilo del prodotto “tipo “INDICE PREZZO AL CONSUMO:

Traccia Progetto

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Page 47: Reti D\'Imprese

Il profilo del prodotto “tipo “I CONTENUTI E PROFILO COMUNE:

Realizzati esclusivamente/prevalentemente con materie prime Siciliane;

Certamente realizzati in Sicilia;La tracciabilità DOVRA’ essere ESPLORABILE dal

consumatore ! (QR code) anche durante la fase di scelta;

Immagine che può contenere (in qualche caso) la stessa Marca del Produttore

Profilo di prodotto Moderno , sapendo comunque trasferire Tradizione e Cultura Siciliana

Traccia Progetto

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Page 48: Reti D\'Imprese

• Di fatto la “carta d’identità” che riferisce a luogo di provenienza dei singoli componenti, del momento e/o eventuali specifiche sui metodi di lavorazione, la possibilità di “cominicare” one to one con il consumatore è l’asset di marketing più importante che nel breve da allo shopper SICUREZZA tanto quanto un prodotto di Marca;

• Nel medio termine crea uno stile comportamentale d’acquisto. La diffusione sempre maggiore di apparati mobili collegati alla rete, garantirà un uso allargato di questa iniziativa;

• Le possibilità di “tracciare” lo shopper su richiesta di indirizzo di posta elettronica o sms, permetterà di realizzare sistemi di CRM e favorire azioni di fidelizzazione DIRETTAMENTE sui consumatori su un data base di informazioni, potendo promuovere inziative promozionali mirate;

• I punti di vendita consorziati saranno dotati di apparato che permetterà di avere comunque le informazioni (in assenza di un supporto proprio dello shopper)

Il profilo del prodotto “tipo “L’IMPORTANZA STRATEGICA DELLA PRODUZIONE CERTIFICATA DALLA

“CARTA D’IDENTITA’” DEL PRODOTTO (TRACCIABILITA’ IN CHIARO):

Pasta di grano duro FRUMENTO :

provenienza GRANAI VAL DITTAIONO

anno di raccolta 2012

certificazioni bio : n° del TRATTAMENTI vari : NESSUNO

Conservanti : nessuno Lotto di produzione n° 1112222

Giorno di lavorazione : 11.8.2011

Etc…

Si visualizza il sito e si inserisce il lotto e ultime 4

cifre ean

Si apre la scheda tecnica.

Si chiede se vuole ricevere ricette (e mail)

Traccia Progetto

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Page 49: Reti D\'Imprese

Mercato Potenziale e Piano Industriale di massima.

Traccia Progetto

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Page 50: Reti D\'Imprese

Posizionamento esempio di alcuni prodotti (traccia di massima)

Traccia Progetto

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n.b. il Piano industriale di massima, così come le simulazioni di prezzi al pubblico , di cessione e di vendita, sono puramente esemplificativi, ma atti a dare una idea completa . Al maggior sforzo iniziale nella fase di start up, con una ottimale organizzazione (professionalità, mezzi e risorse per favorire un marketing nuovo d’impresa) coinciderà nel medio termine un successo che può andare ben oltre le prospettive prima identificate nel Piano Industriale e verso la competitivà commerciale dei prodotti ed Imprese interessate. Bisognerà redigere, nel progetto esecutivo, due ipotesi configurando un processo “normal” ed uno “fast”.

Page 51: Reti D\'Imprese

Fasi

• Approfondimento e sviluppo dettagliato idea – tempi di perfezionamento piano industriale, studio di misure a supporto, studi di settore – mesi 6-8

• Redazione del progetto definitivo e delibera fondi start up – mesi 6- 8

• Time to Market (dopo stanziamenti): 8/10 mesi (localizzazione, impianti, rifornimenti, selezione e formazione del personale)

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