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COESIONE TERRITORIALE E RETI Amedeo Lepore Seconda Università di Napoli SVIMEZ Napoli, 20 luglio 2013

Reti e coesione territoriale

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COESIONE TERRITORIALE E RETI

Amedeo Lepore

Seconda Università di Napoli

SVIMEZ

Napoli, 20 luglio 2013

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Le rivoluzioni industriali e la dinamica delle reti

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Il decennio digitaleBill Gates, per qualificare storicamente il primo decennio del nuovo millennio, ha provato a prefigurarne l’evoluzione: “L’ho chiamato il ‘Digital decade’, il decennio digitale. I computer saranno una componente indispensabile della nostra vita quotidiana. Del resto i computer stanno già diventando molto più potenti, meglio interconnessi, in grado di archiviare informazioni di ogni tipo. Apparecchi portatili e senza fili diventeranno la norma. Strumenti nuovi, come i Tablet PC, ci permetteranno di leggere facilmente sugli schermi, annotando e conducendo ricerche. Il riconoscimento elettronico della scrittura e della voce migliorerà a tal punto da rendere l’interazione con un computer naturale e intuitiva, né più né meno come l’interazione con altre persone”.

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La galassia Internet: la nascita del World Wide Web

T. Berners-Lee, Information Management: a Proposal, CERN, marzo 1989, maggio 1990,

<http://www.nic.funet.fi/index/FUNET/history/internet/w3c/proposal.html>.

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Appoggiai la mano sinistra sul frontespizio e aprii il volume con il pollice quasi attaccato all’indice. Fu tutto inutile: tra il frontespizio e la mano c’erano sempre varie pagine. Era come se spuntassero dal libro.

«Ora cerchi la fine».

Fu un nuovo fallimento; riuscii a stento a balbettare con una voce che non era la mia:

«Non può essere».

Sempre sottovoce, il venditore di Bibbie mi disse:

«Non può essere, ma è. Questo libro ha un numero di pagine esattamente infinito. Nessuna è la prima, nessuna l’ultima».

 

(J. L. Borges, II libro di sabbia, Milano, Adelphi, 2004, p. 100)

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Questo è un mondo virtuale. È un mondo che inventa se stesso.

Ogni giorno si formano nuove terre che poi vengono sommerse.

Nuovi continenti della mente si staccano dalla terraferma.

Alcuni godono di venti favorevoli, altri affondano senza lasciare

traccia, altri ancora sono come Atlantide: favolosi, vagheggiati,

mai scoperti.

Oggetti di ogni genere, abbandonati alla deriva, approdano alle

sponde del mio computer: lattine e vecchi pneumatici insieme

al bottino dei pirati. Il tesoro sepolto si trova veramente lì, ma è

come se fosse calpestato e remoto. Difficile da individuare perché inconsueto, e pochi tra noi sono in grado di riconoscere ciò che non ha un nome.

Sto cercando qualcosa, è vero.

Sto cercando il significato nascosto nei dati.

 

(J. Winterson, Powerbook, Milano, Arnoldo Mondadori, 2002, pp. 61-62)

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Nel corso dell’ultimo quarto del XX secolo, le infrastrutture e le reti – intese come l’insieme sistematico delle connessioni plurime attraverso le quali si trasmette e si incrementa la produzione di valore – hanno assunto un ruolo strategico sia nella elaborazione dei processi decisionali di sviluppo del territorio sia nella gestione del sistema di opportunità esistente o di nuova realizzazione. Questa prospettiva, in crescita nel prossimo futuro, è il risultato di profondi mutamenti nel mercato internazionale, che hanno alimentato il processo di globalizzazione. Se, da un lato, vale una condizione di interdipendenza tra fattori localizzativi, economici e logistici, reciprocamente connessi attraverso una dinamica di rete globale, dall’altro, pesa una profonda trasformazione strutturale nella cultura della produzione e degli scambi destinata ad avere ricadute strategiche nell’organizzazione di una nuova dimensione dello spazio e del contesto di vita.

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Rispetto all’anno precedente, si è registrata una perdita complessiva pari a 4,4 miliardi di euro in termini di fatturato.

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L'Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell'uso della Rete. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni aggregate da parte di altri.

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In futuro l'economia sarà un'economia della conoscenza basata sulle reti. L'Europa necessita di un accesso a internet veloce e superveloce, a prezzi competitivi e largamente disponibile. La Strategia Europa 2020 ha sottolineato l'importanza della diffusione della banda larga per promuovere l'inclusione sociale e la competitività nell'UE, ribadendo l'obiettivo di portare la banda larga di base a tutti i cittadini europei entro il 2013. La strategia è intesa a fare in modo che, entro il 2020, tutti gli europei abbiano accesso a connessioni molto più rapide, superiori a 30 Mbps, e che almeno il 50% delle famiglie europee si abboni a internet con connessioni superiori a 100 Mbps.

La banda larga senza fili (terrestre o satellite) può avere un ruolo cruciale per arrivare alla copertura di tutte le aree, comprese le regioni più remote. Il problema principale per lo sviluppo di reti a banda larga senza fili è l’accesso allo spettro radio. Una politica europea in materia dovrebbe promuovere una gestione efficiente dello spettro, assicurando una maggiore flessibilità e dando sostegno alla concorrenza e all’innovazione. Oggi in Europa l’accesso a internet si basa principalmente sulla banda larga di prima generazione (classiche reti telefoniche in rame e di teledistribuzione via cavo), ma la domanda di reti NGA sta aumentando tra i cittadini e le imprese di tutto il mondo. La Commissione ha adottato un’apposita raccomandazione per promuovere la diffusione delle reti NGA e incoraggiare gli investimenti commerciali in reti aperte e competitive.

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Il contesto italiano: l’Agenda Digitale Italiana (ADI)

• Istituita Cabina di Regia per

definire le linee strategiche di

digitalizzazione del Paese

• A ottobre 2012 approvato “Crescita

2.0”, il riferimento per i contenuti

dell’ADI

PUNTI CARDINE

• Stimolare l’innovazione

• Favorire lo sviluppo di un sistema

economico-sociale • Condivisione delle informazioni

pubbliche

• Standard aperti e interoperabili

• Marcata diffusione delle nuove

tecnologie digitali presso la popolazione

• Profonda digitalizzazione della P.A.

• Forte spinta all’utilizzo dei pagamenti

elettronici

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La situazione del Mezzogiorno• Il rischio derivante dalla crisi strutturale: si rischia di perdere

intere parti del sistema economico, di aggravare le condizioni di incertezza, anziché attenuarle e imprimere una svolta. Ottimi propositi del Ministro Trigilia (industria e incentivi mirati), ma problemi di enorme portata, lasciati incancrenire.

• Il 50% circa di investimenti lordi in meno nel Sud in 5 anni; la disoccupazione al 20% (in Campania al 30%): occorrono interventi rapidi, ma non di natura solo congiunturale. Oltre la sterile polemica top-down – bottom-up, una nuova logica: Caldoro per strategie di semplificazione amministrativa e per una ridefinizione dei compiti funzionali delle Regioni, ricercando anche nuove forme di intervento per la macroarea meridionale e di coordinamento dei progetti di carattere sovraregionale.

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Le prospettive del Mezzogiorno• I drivers per uno sviluppo propulsivo dell’area meridionale:

• una nuova politica industriale;

• la rigenerazione urbana e le reti immateriali;

• le energie rinnovabili e la green economy;

• il credito, le banche e il sistema dei fidi;

• gli interventi di contesto (i fattori relazionali e sociali);

• la responsabilità dei meridionali e una nuova classe dirigente.

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La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno (e della Campania)

Il governo precedente aveva posto a base della propria strategia per il Mezzogiorno tre pilastri, uno di questi era la diogitalizzazione. Tuttavia, nonostante gli sforzi e l’andamento in crescita del mercato digitale, i risultati sono ancora modesti: il digital divide del Sud non è stato ancora scalfito, tranne qualche lodevole eccezione.

Il presidente della Campania ha annunciato la copertura completa del territorio regionale entro il 2015. Così come, la Regione non ha rallentato l’iniziativa per la banda ultralarga.

Ce la faremo? …E cosa dire della digitalizzazione aperta, del wi-fi libero nelle città capoluogo?

Un fattore (Internet) decisivo per lo sviluppo e l’internazionalizzazione della Campania e del Mezzogiorno.

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La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno

La nuova frontiera dell’innovazione e delle reti immateriali non rappresenta solo un aspetto aggiornato del divario meridionale, che si sostanzia in nuove forme di digital divide a livello nazionale e soprattutto nei rapporti con l’estero, ma costituisce un’opportunità da cogliere per il Sud. Le reti immateriali, favorite dalla diffusione dei cavi in fibra ottica e dalla banda larga, possono rappresentare un elemento strategico di ripresa economica e un motore per la crescita dei territori meridionali, dati i costi vicini allo zero e la vocazione di tipo bottom-up di Internet. Con una semplice dotazione di infrastrutture digitali, come ha dimostrato anche il Rapporto McKinsey, che ha stimato in 72 miliardi di euro (pari al 3,7% del Pil nel 2010) e a un quarto della crescita il contributo fornito alla Francia da Internet e dalle imprese dell’economia digitale, si possono mobilitare forze molto vaste e promuovere una “strategia della domanda”.

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La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno

Nel Mezzogiorno, una strategia di questa natura potrebbe intervenire per porre rimedio ad alcuni dei maggiori svantaggi della struttura economica locale, caratterizzata da un tessuto di imprese di dimensioni molto piccole e da una dispersione delle intelligenze meridionali.

La connessione permessa dalla rete potrebbe incoraggiare l’aggregazione di interessi e la sinergia di azioni tra le imprese (nella forma di “aziende-rete”) e i talenti meridionali, stimolando la nascita di nuove forme di responsabilità e di modelli innovativi di sviluppo, fondati su logiche di implementazione della crescita dall’alto, ovvero in forma coordinata e complementare, e dal basso, ovvero in forma aperta e partecipata.

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La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno

Il divario meridionale può essere considerato non più come portato della contraddizione tradizionale tra il Nord e il Sud dell’Italia, come mero esito di un differente modello di sviluppo nazionale, ma può essere inserito in un ambito più vasto, quello della globalizzazione e della progressiva integrazione dei mercati internazionali, che offre uno spettro molto vario di analisi, una opportunità di comparazione con i territori più avanzati molto più estesa e un corredo di soluzioni al problema dell’arretratezza molto più articolato e generalmente verificato.

I meridionali devono compiere una profonda assunzione di responsabilità e recuperare una dimensione attiva e propositiva. In particolare, bisogna superare i pesanti errori evidenziati negli ultimi decenni nella capacità di amministrazione pubblica e la nella gestione delle risorse finanziarie. Non più rivendicazionismo, ma protagonismo: una nuova classe dirigente meridionale, di caratura nazionale ed europea, in grado di essere parte del mondo che cambia. Una nuova prospettiva per il Sud, una strategia innovativa che abbia la stessa forza aggregante e di governo del “nuovo meridionalismo”, ma che sappia rispondere alle esigenze di un contesto del tutto diverso dal passato.

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La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno

In ogni caso, le nuove autostrade informatiche rappresentano una nuova, grande opportunità. Tuttavia, esse, come le infrastrutture di tipo materiale, devono connettere spazi ampi e privi di reti, cercando di incontrare la domanda emergente e, soprattutto, cercando di mettere in moto un meccanismo propulsivo di convergenza, con mezzi, contenuti e soggetti innovativi. Quali veicoli useranno le strade velioci (la banda larga)? È positiva l’idea di attrarre investitori e capitali dall’esterno, creando un contesto favorevole, ma occorre promuovere anche l’iniziativa e la crescita sistemica degli operatori e delle attività meridionali, che spesso si muovono con tenacia, operano in condizioni di estrema difficoltà, ma non riescono a fare rete.A questo scopo, sarebbe utile predisporre, sia a livello nazionale che di macroarea, una apposita cabina di guida, in grado di connettere l’opera di digitalizzazione allo scenario delle innovazioni e delle strategie industriali, alla realtà della rete e ai soggetti operativi, per valorizzare questa importante novità e di collegarla alle trasformazioni in atto a livello globale.

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La prospettiva “digitale” del Mezzogiorno

La situazione attuale non presenta solo prospettive negative, se si riesce a evitare la “trappola della contingenza”. Per la cosiddetta net-economy, si potrebbe impiegare un’analogia con un altro periodo storico. La “tulipanomania”, l’inusuale fenomeno speculativo olandese del XVII secolo, non si risolse in una pura e semplice depressione: quell’episodio contribuì a un rilancio dell’economia nell’epoca successiva. Come allora, la telematica e le reti non hanno ancora dispiegato tutti i loro benefici effetti sulle attività economiche: “Il crollo dei prezzi dei tulipani e l’impoverimento che ne risultò ebbero l’effetto di una sensibile depressione sulla vita economica olandese. Essa fu però mitigata da un altro risultato: in Olanda, la coltivazione dei tulipani proseguì e, alla fine, si svilupparono ampi mercati per fiori e bulbi. Chiunque abbia visto i campi di tulipani di questa terra in primavera ne trarrà per sempre l’impressione che la tulipanomania non abbia fatto che prefigurare il vero dono della natura” (J. K. Galbraith).•  

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