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Ricerca e Sviluppo 1 Economia Industriale prof. Gianmaria Martini Anno accademico 2009/2010 Andrea Guarnieri Stefano Pabellini Luca Pesenti Carlo Savarese

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Ricerca e Sviluppo

1

Economia Industrialeprof. Gianmaria Martini

Anno accademico 2009/2010

Andrea GuarnieriStefano Pabellini

Luca PesentiCarlo Savarese

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CLASSIFICAZIONE DELL’INNOVAZIONE

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• Di base: non strettamente connessa o finalizzata a specifiche applicazioni.

• Applicata: deriva da input dal mercato, con finalità di applicazioni pratiche nella realtà

mediante, ad esempio, l’uso di prototipi.

• Di sviluppo: non ci si focalizza più su prototipi ma su come realizzarli per renderli disponibili ai

consumatori.

• Prodotto innovativo: creazione di nuovi beni o servizi.

• Processo innovativo: nuovi modi per produrre beni esistenti.

• Innovazione radicale (processo drastico)

• Innovazione incrementale (processo non drastico)

RICERCA

OUTPUT DELLA RICERCA

GRADO DELL’INNOVAZIONE

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PROCESSO INNOVATIVO DRASTICO/NON DRASTICO

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Dati:

• Competizione Bertrand

• MC1 = MC2 = P = $80

• P = 120-Q

Innovazione drastica CM2=$20 (L’azienda 2 si comporta da monopolista e butta fuori dal

mercato la 1).

MR = 120-2Q 120-2Q = 20 Qm = 50 Pm = $70 (l’impresa 1 non compete ed esce dal

mercato).

Innovazione non drastica CM2 =$60 Qm = 30 Pm = $90.

Come si vede dalla figura la strategia del monopolista non funziona, perché restano margini di

profitto per le altre imprese (area azzurra). La cosa migliore che l’azienda innovatrice può fare è

stabilire un prezzo di $80 (più precisamente $79.99) e un output di 40 unità, eliminando la

concorrenza delle altre imprese.

Se l’innovazione di processo permette all’impresa di ottenere un profitto da monopolista allora

l’innovazione è drastica, viceversa, se l’azienda non ottiene un profitto da monopolista, ed è

costretta ad abbassare il prezzo per liberarsi della concorrenza, l’innovazione non è drastica.

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INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE 1: MASSIMIZZAZIONE SURPLUS

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Dati:

• Competizione Bertrand

• MC1 = $80 MC2 = $60

• P = 120-Q

Vi è un pianificatore sociale che impone la vendita al prezzo marginale, non vi è

quindi surplus per il produttore.

Surplus prima dell’innovazione per i consumatori: [$(120-80)*(40)]/2 = $800.

Surplus dopo l’innovazione per i consumatori: [$(120-60)*(60)]/2 = $1800.

I mille aggiuntivi si realizzano in tutti i periodi dopo l’innovazione per cui sono

da attualizzare.

Attualizziamo il valore dell’innovazione: Vp = 1000/(1-R) con R = (1+r)^(-1).

L’innovazione fa aumentare il surplus dei consumatori.

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INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE 2: MERCATO CONCORRENZIALE

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Dati:

• P = 120-Q

• MC = $80

• MC dopo l’innovazione = $60

Profitti prima dell’innovazione = 0 (P = MC)

L’impresa che possiede i diritti sull’innovazione venderà ad un prezzo leggermente inferiore

rispetto ai precedenti concorrenti, facendoli uscire dal mercato e ottenendo un monopolio.

Profitti dopo l’innovazione = $(80-60)*40 = $800

Vc = 800/(1-R) con R = (1+r)^(-1).

L’impresa che innova ha maggiori profitti.

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INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE 3: MONOPOLIO

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Dati:

• P = 120-Q

• MR = 120-2Q

• Prima di innovare:

MC = $80

Q prodotta prima di innovare = 20 al P di $100

Profitto = 20(100-80) = $400

• Dopo l’innovazione:

MC dopo l’innovazione = $60

Q prodotta dopo l’innovazione = 30 al P di $90

Profitto = 30(90-60) = $900

Beneficio per il monopolista = $(900-400)/(1-R) = $500/(1-R)

Si dimostra che le aziende che operano in competizione traggono maggiori vantaggi

innovando rispetto al monopolista.

Il monopolista paga l’effetto di rimpiazzo, se innova infatti deve sostituire i vecchi impianti

(che già gli davano un profitto da monopolista) con i nuovi, per questo è meno incentivato

rispetto alle imprese che concorrono.

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INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE

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Il valore dell’innovazione è differente nei tre mercati (con pianificatore sociale,

perfettamente concorrenziale e monopolistico). In particolare:

Vp=1000/(1-R) > Vc=800/(1-R) > Vm=500/(1-R)

Pianificatore sociale Concorrenza perfetta Monopolio

Il motivo importante per cui il monopolista attribuisce all’innovazione un valore inferiore è che

egli riduce l’output ad un livello inferiore a quello socialmente ottimale. Egli infatti non è in grado

di effettuare una discriminazione di prezzo di primo grado, altrimenti il valore attribuito

all’innovazione dal monopolista sarebbe pari al valore attribuitole dalla società e verrebbe

prodotta la quantità socialmente ottimale.

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INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 1

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Cercheremo ora di capire come l’innovazione può servire all’entrante per aggredire un

mercato o all’incumbent per innalzare barriere all’entrata.

Dati:

• P = 120-Q

• MC = $60

• Durata illimitata del brevetto

Nello stadio 1 l’impresa già presente sul mercato decide se effettuare o meno la R&S che

riduce il costo marginale a $30. Nello stadio 2 un potenziale entrante decide se entrare o

meno. Se l’impresa già presente sul mercato non ha effettuato la R&S, la nuova impresa

sceglie se effettuare o meno la R&S. Senza R&S i costi marginali sono pari a $60, con R&S

sono pari a $30.

I

I

N

E

E

F

E

F

E

E

N

I

M: $400; E: $400

M: $1600; E: $100

M: $2025; E: $0

M: $100; E: $1600

M: $900; E: $0

1

2

3

4

5

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INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 2

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Duopolio alla Cournot

max [120-(q1+q2)]q1-30q1 90-2q1-q2=0 q1=40

max [120-(q1+q2)]q2-60q2 60-q1-2q2=0 q2=10 p=70

πM=(70-30)40=1600

πE=(70-60)10=100

Monopolio

RM=CM 120-2q1=30 q=45 p=75 πM=(75-30)45=2025

Duopolio alla Cournot

max [120-(q1+q2)]q1-60q1 60-2q1-q2=0 q1=10

max [120-(q1+q2)]q2-30q2 90-q1-2q2=0 q2=40 p=70

πM=(70-60)10=100

πE=(70-30)40=1600

Duopolio alla Cournot

max [120-(q1+q2)]q1-60q1 60-2q1-q2=0 q1=20

max [120-(q1+q2)]q2-60q2 60-q1-2q2=0 q2=20 p=80

πM=πE=(80-60)20=400

Monopolio

RM=CM 120-2q1=60 q=30 p=90 πM=(90-60)30=900

1)

2)

3)

4)

5)

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INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 3

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A questo punto, è possibile calcolare quanto vale l’innovazione per le due imprese.

Per quanto riguarda la nuova impresa, l’innovazione fa aumentare i profitti portandoli

da $400 a $1600; di conseguenza, il valore attuale dell’innovazione per la nuova impresa è

Ve=$1200/(1-R).

Per l’impresa già presente sul mercato l’innovazione fa aumentare i profitti da $100 a

$1600 con conseguente valore dell’innovazione per l’incumbent pari a Vi=$1500/(1-R).

Pertanto, essendo Vi > Ve, il monopolista è maggiormente incentivato ad innovare.

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INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 4

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Generalizzando, indichiamo con πdi(ci,ce) i profitti di duopolio per ciascun periodo per

l’incumbent e con πde(ci,ce) i profitti di duopolio per ciascun periodo per l’entrante, dove

ci è il costo marginale dell’impresa già presente sul mercato e ce è il costo marginale

della nuova impresa.

Ricordiamo che l’innovazione riduce il costo marginale da ca (alto) a cb (basso).

L’incumbent sa che l’innovazione comporta profitti pari a πdi(cb,ca), mentre la

mancata innovazione comporta l’entrata dell’entrante e profitti pari a πdi(ca,cb). Per la

nuova impresa è possibile innovare solamente se l’incumbent non ha innovato quindi

l’innovazione comporta profitti pari a πde(ca,cb) mentre la mancata innovazione profitti

pari a πde(ca,ca).

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INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 5

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Valore dell’innovazione per l’incumbent: πdi(cb,ca)- πd

i(ca,cb)

Valore dell’innovazione per l’entrante: πde(ca,cb)- πd

e(ca,ca)

Per simmetria: πde(ca,ca)= πd

i(ca,ca) e πde(ca,cb)=πd

i(cb,ca)

Di conseguenza affinché l’impresa già presente sul mercato assegni all’innovazione un

valore maggiore rispetto alla nuova impresa, è necessario che πdi(ca,cb)< πd

i(ca,ca),

condizione che è sempre soddisfatta.

Il profitto dell’incumbent, quando fronteggia un rivale a basso costo, è inferiore al

profitto che essa ottiene quando fronteggia un rivale ad alto costo, indipendentemente dai

costi marginali dell’impresa già presente sul mercato.

Supponendo che l’innovazione dell’incumbent scoraggi l’entrata, per il monopolista il

valore dell’innovazione è πm(cb)-πd

i(ca,cb), un valore chiaramente maggiore del valore

dell’innovazione con l’entrata di un’altra impresa, dal momento che πm(cb)≥πdi(cb,ca).

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INNOVAZIONE TRA INCUMBENT ED ENTRANTE 6

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Il monopolista rendendosi conto che il costo della non adozione dell’innovazione

sarebbe talmente alto da lasciare possibilità di entrata ad un rivale che l’adottasse,

innova. Questo effetto prende il nome di effetto di efficienza. Per sintetizzare,

indipendentemente dal fatto che l’innovazione da parte di un’impresa monopolista

già presente sul mercato permetta di mantenere o meno quel monopolio, l’impresa

già presente sul mercato attribuisce all’innovazione un valore maggiore rispetto a

un’impresa che potenzialmente entra sul mercato. Migliorarsi è meglio che essere

rimpiazzati da un nuovo arrivato.

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IL MODELLO DI DASGUPTA E STIGLITZ (1980) 1

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Quando il monopolista si rende conto che il costo della non adozione dell’innovazione

sarebbe talmente alto da lasciare possibilità di entrata ad un rivale che l’adottasse si

realizza l’effetto di efficienza. Analizzeremo ora come la decisione di spendere in

R&D sia fondamentale per la strategia di un’azienda.

Uno dei modelli più semplici che riassumono tale concetto è quello elaborato da

Dasgupta e Stiglitz (1980), basato sul modello di Cournot.

Ipotizziamo un settore caratterizzato da:

n = numero imprese (identiche alla Cournot)

qi = output generato dalla singola impresa

xi = quantità di denaro speso in R&D dalla singola impresa

La spesa xi è finalizzata a ridurre il costo unitario c di produzione, tant’è che esso sarà

espresso in funzione di xi ci = c(xi) : costo unitario di produzione

Il profitto totale netto per ogni singola impresa sarà quindi (dato il prezzo P(Q) di

mercato):

πi = P(Q)qi – c(xi)qi – xi

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IL MODELLO DI DASGUPTA E STIGLITZ (1980) 2

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Supponendo che ogni impresa spenda un ammontare specifico di denaro xi , è possibile

trovare l’output ottimale qi * della singola impresa e quindi del mercato.

πi=P(Q)qi-c(xi)qi-xi

δ πi / δ qi = 0 [P – c(xi *)] / P = si / η

• P è il prezzo di mercato.

• η è l’elasticità della domanda.

• si è la quota di mercato della singola impresa.

Dato che tutte le imprese sono identiche, la quota di mercato per impresa è si = 1 / n.

Da qui, sostituendo: [P – c(xi *)] / P = 1 / nη P(1 – 1 / nη) = c(xi *)

Si nota che all’aumentare di η o di n , il prezzo tende sempre più al costo marginale.

Per determinare l’ammontare ottimale di xi* bisogna aggiungere un’ulteriore condizione:

δ πi / δ xi = [-δ c(xi) / δ xi] qi – 1 = 0 [-δ c(xi ) / δ xi ] qi = 1

La quantità ottima di investimenti in R&S (xi*) si ottiene quando, il beneficio marginale in

termini di riduzione del costo unitario dovuto ad un euro in più speso in R&D (termine di

sinistra) è uguale al costo marginale dell’euro stesso (termine di destra).

Indice di Lerner

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IL MODELLO DI DASGUPTA E STIGLITZ (1980) 3

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All’aumentare del numero di imprese operanti nel settore, le quantità qi prodotte da una

singola impresa diminuiranno; si abbasserà di conseguenza il livello di spesa in R&D e i

relativi benefici sui costi unitari c(xi).

Si ipotizzi che, nel lungo periodo, l’entrata libera nel mercato conduca ad un aumento di

n fino a che πi = 0:

P(Q*) qi * – c(xi *) qi * – xi * = 0 con n* imprese: P(Q*)Q* – c(xi *)Q* – n*xi * = 0

Significa: [P(Q*) – c(xi *)]Q* = n*xi * sostituendo [P(Q*) – c(xi *)] con P(Q*) / n*η

si ottiene: [P(Q*) / n*η]Q* = n*xi * n*xi * / P(Q*)Q* = 1 / n*η

L’equazione esplicita la quota di ricavi dedicati all’R&D rispetto al totale dei ricavi.

Tale valore è minore nei mercati poco concentrati, quindi con n* elevato (basso L).

Tale valore è maggiore nei mercati molto concentrati, quindi con n* ridotto (alto L).

Quindi in accordo con la visione di Schumpeter: la concorrenza imperfetta (ossia

la maggiore concentrazione del mercato) favorisce il progresso tecnologico.

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CONSIDERAZIONI SCHUMPETERIANE

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Secondo Schumpeter quando le imprese sono relativamente piccole e/o i mercati sono

relativamente poco concentrati, ogni positivo effetto dell’attività innovativa tende a svanire.

La ricerca è quindi massima nei mercati concentrati, in cui grandi aziende competano sui

brevetti per accaparrarsi tutta la domanda.

Prima considerazione

Vi sono mercati con aziende ad alto livello tecnologico e mercato con aziende a basso

livello tecnologico. Le aziende ad alta tecnologia riescono a tradurre velocemente le

scoperte scientifiche in innovazioni di prodotto o processo mentre le aziende a bassa

tecnologia faticano a sfruttare le scoperte scientifiche.

Seconda considerazione

Bisogna distinguere tra le spese in R&D e le vere innovazioni misurando il numero di

brevetti dell’azienda e l’eventuale aumento di produttività.

Terza considerazione

La tecnologia chiave per dominare è associata al numero di brevetti. Si potrebbe pensare

che solo imprese grandi possano realizzare molti brevetti e innovare. Piuttosto esse hanno

saputo brevettare e creare innovazioni drastiche fin dalla loro nascita, sono state in grado di

imporsi sul mercato durante la fase di crescita e continuano a impegnarsi in R&D per

mantenere tale dominio. Questo contrasta col pensiero schumpeteriano secondo il quale

solo i grandi fanno grandi innovazioni.

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R&D COOPERATIVA

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La tecnologia spesso nasce da una varietà di competenze ed esperienze perciò diventa

fondamentale la condivisione di esperienze individuali, risultati sperimentali e modelli

applicati al fine di ottenere i migliori benefici. Qualora una impresa, lavorando da sola,

introducesse un’importante innovazione, vi sarebbero potenziali inefficienze in R&D per

via di una competizione non collaborativa.

Analizzeremo quindi gli effetti e le implicazioni degli spillover (diffusione delle conoscenze)

attraverso un modello in cui le attività di ricerca di un’impresa costituiscono un beneficio

anche per gli altri soggetti sul mercato.

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R&D COOPERATIVA

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Ipotizziamo l’esistenza di un mercato con funzione di domanda P=A-BQ e di due

imprese con costi marginali identici pari a c, costi riducibili attraverso una attività

condivisa di ricerca e sviluppo.

Con x1 e x2 indichiamo l’intensità delle attività di ricerca e sviluppo per le due

imprese

I costi marginali di produzione risultano:

c1 = c – x1 – βx2 e c2 = c – x2 – βx1

β è un coefficiente compreso tra 0 e 1 che misura il grado con cui i risultati delle

attività di ricerca possono trasferirsi alle altre imprese.

β = 0 significa che non esistono spillover

β = 1 indica uno spillover perfetto

Assumiamo che i costi di ricerca siano maggiori quanto maggiore è l’attività R&D:

r(x) = x2 / 2

Si tratta di una diseconomia di scala.

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R&D NON COOPERATIVA

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Per analizzare lo scenario in cui le imprese non collaborano immaginiamo un gioco a due stadi

nel quale nel primo stadio ogni impresa decide il livello dell’intensità di ricerca xi mentre nel

secondo stadio ogni impresa agisce come un concorrente alla Cournot scegliendo il proprio

output.

Gli output delle due imprese risultano:

q1C = (A – 2c1 + c2) / (3B)

q2C = (A – 2c2 + c1) / (3B)

Ricordando che P = A-BQ = A-Bq1-Bq2 e πnC=P* qn

C –cn* qnC , i profitti sono:

π1C = (A – 2c1 + c2)

2 / (9B) – x12 / 2

π2C = (A – 2c2 + c1)

2 / (9B) – x22 / 2

Sostituendo c1 = c – x1 – βx2 e c2 = c – x2 – βx1 si ottiene l’equilibrio di Cournot – Nash:

q1C = [A – c + x1(2 - β) + x2(2β - 1)] / (3B)

q2C = [A – c + x2(2 - β) + x1(2β - 1)] / (3B)

Sostituendo i punti individuati all’equilibrio di Cournot – Nash all’interno delle funzioni di profitto:

π1C = [A – c + x1(2 - β) + x2(2β - 1)] 2 / (9B) – x1

2 / 2

π2C = [A – c + x2(2 - β) + x1(2β - 1)] 2 / (9B) – x2

2 / 2

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R&D NON COOPERATIVA

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21

Analizzando l’equilibrio di Cournot - Nash notiamo come gli output di ogni impresa siano

una funzione crescente delle relative spese in R&D, xi. Tali spese riducono i costi

marginali dell’impresa quindi rendono più profittevole un maggiore output.

Questo effetto può avere però un duplice esito sull’ R&D del rivale:

• se si verifica uno spillover anche l’impresa concorrente avrà costi inferiori e di

conseguenza un’espansione degli output;

• d’altra parte la maggiore competitività dell’impresa può lasciare una quota di mercato

inferiore al competitor.

Il risultato netto dei due effetti dipende dai valori di x1 e x2 nelle equazioni q2 e q1. Il

coefficiente (2β - 1) è positivo solo per valori di β superiori a 0.5. Quindi in caso di

elevato spillover (>0.5) la R&S effettuata da una impresa sarà di beneficio (in termini di

costi inferiori) anche per l’altra impresa. In caso di basso spillover (<0.5) la R&S di

un’impresa sottrarrà quote di mercato all’altra.

Ogni impresa mira a scegliere il livello ottimale di ricerca per massimizzare il

profitto ma tale valore dipende dagli sforzi della concorrente. Siamo quindi costretti

ad individuare l’esito migliore partendo dalle funzioni di reazione dell’intensità di ricerca.

(Poniamo le derivate dei profitti rispetto a xi pari a zero e poi uguagliamo x1 con x2)

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R&D NON COOPERATIVA: FUNZIONI DI REAZIONE

22

22

Se gli spillover sono bassi le funzioni di reazione dell’intensità di ricerca sono

decrescenti, indicando che le spese di R&D delle due imprese sono strategici

sostituti, ovvero un maggior livello di ricerca da parte di un’impresa riduce l’ammontare

della ricerca concorrente.

Questo perché si riducono i costi per un’impresa, la quale otterrà un maggiore

vantaggio competitivo rispetto al competitor. Quest’ultimo sarà costretto a ridurre i propri

investimenti in R&D a causa di una minore profittabilità.

Al contrario quando gli spillover sono consistenti le funzioni di reazione sono crescenti

quindi le spese in ricerca sono complementari strategici. L’aumento dell’intensità di

R&D per un’impresa induce perciò il concorrente a incrementare i propri investimenti.

L’equilibrio di Nash nasce

dall’intersezione delle

funzioni di reazione,

tuttavia non fornisce

informazioni riguardo il

livello di investimenti in

attività di R&D.

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ESEMPIO 1 – Basso Spillover

23

23

Proponiamo quindi un esempio numerico in cui vengono modificati i parametri di

β, ovvero il grado di spillover tra imprese.

P = 100 – 2Q

MC = c = 60$

β = ¼le imprese possono scegliere due livelli di intensità di ricerca xi = 10 o xi = 7.5

x2 = 7.5 x2 = 10

x1 = 7.5

q1C = 8.23

π1C = 107.31 $

q2C = 8.23

π2C = 107.31 $

q1C = 8.02

π1C = 100.54 $

q2C = 8.96

π2C = 110.50 $

x1 = 10

q1C = 8.96

π1C = 110.50 $

q2C = 8.02

π2C = 100.54 $

q1C = 8.75

π1C = 103.13 $

q2C = 8.75

π2C = 103.13 $

Eq. Nash

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P = 100 – 2Q

MC = c = 60$

β = ¾le imprese possono scegliere due livelli di intensità di ricerca xi = 10 o xi = 7.5

x2 = 7.5 x2 = 10

x1 = 7.5

q1C = 8.85

π1C = 128.67 $

q2C = 8.85

π2C = 128.67 $

q1C = 9.38

π1C = 136.13 $

q2C = 9.06

π2C = 125.78 $

x1 = 10

q1C = 9.06

π1C = 125.78 $

q2C = 9.38

π2C = 136.13 $

q1C = 9.58

π1C = 133.68 $

q2C = 9.58

π2C = 133.68 $

Eq. Nash

ESEMPIO 2 – Alto Spillover

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R&D NON COOPERATIVA - CONCLUSIONI

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Concludendo possiamo riconfermare che l’ammontare di ricerca effettuato da parte di

un’impresa decresce al crescere di β, il grado di spillover relativo alla R&D.

Abbiamo visto che un incremento del grado di spillover in R&D tra le

imprese causa una minore intensità delle attività di ricerca.

PERCHE’?

Se conoscenze e competenze non

si diffondono facilmente (basso

spillover) le imprese sono portate a

investire aggressivamente nella

ricerca per non perdere la

competizione considerando la

risorsa come sostituto strategico.

In tal caso entrambe intensificano le

attività di R&D per non perdere

quote di mercato e profitti rispetto ai

competitor.

Quando invece vi è un’ampia

diffusione di informazioni (alto

spillover), ogni impresa sa di poter

trarre vantaggio dalla ricerca altrui

quindi sostanzialmente non è

incentivata a investire molto.

Le imprese infatti cercano di

“appropriarsi” il più possibile dei

risultati ottenuti dalla concorrenza

senza compiere eccessivi sforzi in

termini di spese in ricerca.

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COOPERAZIONE TECNOLOGICA 1

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Esistono due possibili tipologie di accordi tra imprese operanti in un duopolio:

Coordinamento semplice:

Le imprese scelgono quei valori di x1 e x2 che massimizzano la somma dei profitti individuali.

Questo implica dei cambiamenti rispetto ai casi visti precedentemente.

• Quando gli spillover sono bassi, la coordinazione porta le imprese a scegliere un basso

livello di R&D. Il profitto passa da $ 103.13 a $ 107.31.

• Quando gli spillover sono alti, la coordinazione porta le imprese a scegliere un alto livello di

R&D. Il profitto passa da $ 128.67 a $ 133.68.

Possiamo dunque affermare che:

• maggiore è l’intensità di R&D (xi), maggiore è il β e maggiore sarà la spesa in ricerca.

• il problema del free-riding viene eliminato.

• i risultati del coordinamento non sono sempre positivi per i consumatori. Infatti per β < 0.5,

le imprese riducono le proprie energie in R&D incrementando di conseguenza i loro profitti.

Sfortunatamente un minor tasso di innovazione implica un maggior prezzo per i consumatori.

TIPOLOGIA A

La prima possibilità è che ciascuna

delle due imprese svolga la propria

attività di R&D e si interfacci con l’altra

per coordinare i propri sforzi in

ricerca.

TIPOLOGIA B

La seconda possibilità consiste

nella condivisione esplicita delle

attività di R&D instaurando una

joint venture di ricerca (RJV).

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COOPERAZIONE TECNOLOGICA 2

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Research Joint Venture (β = 1):

Come precedentemente affermato, un aumento degli spillover porta ad un

incremento degli sforzi in ricerca e dei profitti conseguibili da ciascuna impresa.

Risulta chiaro come tramite gli RJV, che pongono il parametro β al suo più alto

valore possibile, si possano ottenere i massimi benefici sia per le imprese che per

i consumatori.

Con questa soluzione, le imprese effettuano intensi sforzi in ricerca e ottengono

una considerevole riduzione dei costi. Questo si traduce in un minor prezzo per i

consumatori.

Questi sono i principali motivi per cui le autorità antitrust consentono questo

genere di cooperazione tra le imprese, diversamente da quanto avviene per il

price-fixing.

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CONCLUSIONI

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Riflettendo su quanto detto fino ad ora possiamo concludere che:

La fonte primaria dell’avanzamento tecnologico è la ricerca e sviluppo.

Le imprese sono disposte ad effettuare grossi investimenti nella ricerca se e solo se

possono ottenere risultati ragionevolmente soddisfacenti.

L’imitazione dei prodotti da parte dei concorrenti fa si che la competizione sui prezzi

sia elevata ma nel contempo scoraggia le imprese ad effettuare per prime innovazioni.

La politica è incaricata di svolgere un ruolo fondamentale, ovvero fornire adeguati

strumenti di protezione dell’innovazione e in contemporanea deve incoraggiare la

cooperazione delle imprese nelle attività di ricerca e sviluppo.

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“Non è… la concorrenza [del prezzo] che conta, ma la

concorrenza indotta dal nuovo prodotto, dalla nuova tecnologia,

dalla nuova fonte di offerta, dal nuovo tipo di organizzazione…

concorrenza che determina un netto vantaggio di costo o qualità

e che va a colpire non i margini dei profitti e degli output delle

imprese in essere, ma le loro fondamenta e finanche la loro

vita.”

Joseph Schumpeter - “Capitalism, Socialism and Democracy”