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Rodi: Mitologia Archeologia Storia. 1 Rodi Un pò di storia Preistoria Poiché nell'età del bronzo (3000-1100 a.C.) non esistono fonti scritte, occorre rivolgersi all'archeologia per conoscere la storia di Rodi di quel periodo. Intorno al 1.800 a.C. i Minoi, una potenza marinara originaria dell’isola di Creta, riuscirono a porre sotto il loro dominio e quindi sotto la loro influenza culturale l'intera regione del mar egeo, compresa Rodi. I Minoi crearono una colonia a Trianda e costruirono un santuario in cima all'Acropoli di Ialissos (Trianda). Dopo aver raggiunto nel sec. XV a.C. il culmine del potere i Minoi cominciarono a indebolirsi sotto la spinta di una nuova potenza, quella dei Micenei, che abitavano la Grecia continentale, gli storici ritengono che parlassero uno dei primi dialetti greci. I Micenei, impadronendosi di tutte le terre lasciate dai Minoi, occuparono anche la parte settentrionale dell'isola di Rodi, dove le grandi necropoli di Ialissos e Kamiros ricordano la presenza micenea. Alcuni studiosi hanno trovato in testi Ittiti vari riferimenti ai Micenei (o Achei) di Rodi. Questo significa non solo che i Micenei erano realmente potenti, ma anche che la posizione geografica di Rodi, la sua vicinanza all'Asia Minore aveva fatto dell'isola una base importante per il commercio con l'Oriente. Intorno al 1.200 a.C. le potenze Orientali, fra cui l'Egitto, furono minacciate da tribù nomadi, note nei testi egiziani come “i popoli del mare". Che con continui saccheggi distrussero il commercio dei Micenei, causandone la graduale decadenza. Ne seguì un periodo di caos e di disordine per tutta la Grecia, finché il paese non fu invaso da nord-ovest da un altro popolo, i Dori, che crearono molte colonie sul continente, e in parecchie isole. Intorno al X sec. a.C., anche Rodi e Creta furono

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Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

1

Rodi Un pò di storia

Preistoria Poiché nell'età del bronzo (3000-1100 a.C.) non esistono fonti scritte,

occorre rivolgersi all'archeologia per conoscere la storia di Rodi di quel

periodo. Intorno al 1.800 a.C. i Minoi, una potenza marinara originaria

dell’isola di Creta, riuscirono a porre sotto il loro dominio e quindi sotto la

loro influenza culturale l'intera regione del mar egeo, compresa Rodi. I

Minoi crearono una colonia a Trianda e costruirono un santuario in cima

all'Acropoli di Ialissos (Trianda). Dopo

aver raggiunto nel sec. XV a.C. il culmine

del potere i Minoi cominciarono a

indebolirsi sotto la spinta di una nuova

potenza, quella dei Micenei, che

abitavano la Grecia continentale, gli

storici ritengono che parlassero uno dei

primi dialetti greci.

I Micenei, impadronendosi di tutte le

terre lasciate dai Minoi, occuparono

anche la parte settentrionale dell'isola di

Rodi, dove le grandi necropoli di Ialissos

e Kamiros ricordano la presenza micenea.

Alcuni studiosi hanno trovato in testi Ittiti vari riferimenti ai Micenei (o

Achei) di Rodi. Questo significa non solo

che i Micenei erano realmente potenti, ma anche che la posizione

geografica di Rodi, la sua vicinanza all'Asia Minore aveva fatto dell'isola

una base importante per il commercio con l'Oriente.

Intorno al 1.200 a.C. le potenze Orientali, fra cui l'Egitto, furono

minacciate da tribù nomadi, note nei testi egiziani come “i popoli del mare". Che con continui saccheggi distrussero il commercio dei Micenei,

causandone la graduale decadenza. Ne seguì un periodo di caos e di

disordine per tutta la Grecia, finché il paese non fu invaso da nord-ovest

da un altro popolo, i Dori, che crearono molte colonie sul continente, e in

parecchie isole. Intorno al X sec. a.C., anche Rodi e Creta furono

Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

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colonizzate dai Dori. Con l’avvento dei Dori nuove istituzioni e nuove leggi

furono introdotte, ma nel campo della lingua, della religione e delle

tradizioni non vi furono grandi cambiamenti, perché i Dori come i Micenei,

erano un popolo greco.

L’epoca grecaA Rodi i Dori si insediarono particolarmente in tre

città, a Ialissos, Kamiros e Lindos, che ben presto cominciarono a

svilupparsi. Insieme Cnido, Coo, la città di Ipocrate e Alicarnasso,

dove nacque Erodoto, formavano la exapoli dorica, le sei città

doriche che avrebbero avuto un ruolo importante nello sviluppo della

cultura, dell'arte e della

letteratura classica. La Grecia

infatti, si ispirava alle civiltà

medio orientali, con cui aveva

stretti contatti attraverso le

città greche vicine al Medio

Oriente, per esempio Rodi. Stando

ad alcune epigrafi molto antiche

Rodi, fu fra i primi ad adottare

l'alfabeto fenicio, che attraverso

Cipro si diffuse in seguito

all'intero mondo greco.

L’VIII sec. a.C., l'epoca del

rinascimento greco, fu per Rodi un

periodo di particolare prosperità. Attraverso intensi scambi

commerciali non solo con l'Attica ma anche con Creta e il Medio

Oriente, Rodi era il centro di un'importante via commerciale. Fra

l'VIII e il VI sec. a.C. Sia per motivi di sovrappopolazione, sia per

lotte interne all'aristocrazia locale, molti greci decisero di lasciare

la propria città per insediarsi nelle colonie. Furono colonizzate

Creta, Gela in Sicilia e Faselide sulla costa di Pamfilia in Asia

Minore.

In quell'epoca l'arte raggiunse a Rodi livelli molto alti. L'anfora

rodense della fine del VIII sec. a.C., è ormai elegante, ma reca

ancora l'impronta dell'arte Corinzia e Attica. In alcune tombe

furono ritrovate pure anfore provenienti da Creta e Cipro. In quel

Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

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periodo l'anfora era utilizzata in genere come contenitore per le

bevande, soprattutto per il vino e perciò vi è probabilmente un nesso

fra la produzione di anfore ed il «simposio», (il simposio era il

convegno dei cittadini maschi adulti ad un banchetto che animavano,

con la conversazione arguta e colta). Questi solevano infatti,

gareggiare fra di loro quanto ad ospitalità e ricchezza, il premio per

chi allestiva la festa più ricca e sontuosa, era la massima stima e rispetto.

Nel VI sec. a.C. Rodi, sviluppo un proprio stile, molto caratteristico, detto

di Fichellura: le anfore erano

dipinte con figure di animali, fra i

quali molti uccelli, e scene di

caccia. Questo tipo di figure,

caratteristiche dell'intera arte

greca, sono elementi presi

dall'arte medio orientale.

Alla fine del VI sec. a.C. Rodi,

crea una propria moneta e

raggiunse la massima gloria sotto

il regime del tiranno Kleovoulou.

La tirannia era un fenomeno assai

diffuso nell'intera Grecia del VII

e VI sec. a.C. Solo poche città, fra

le quali Sparta, non erano

governate da un tiranno. Molto probabilmente la tirannia riuscì a

diffondersi grazie all'insorgere della classe media, alla distribuzione su

più vasta scala della ricchezza e di conseguenza all'acuirsi della tensione

fra le classi sociali. La classe media, non vedendo di buon occhio il

monopolio e i privilegi dell'aristocrazia, si ribella e con il sostegno degli

agricoltori riuscì ad aprire la strada alla democrazia. Non a caso alla fine

del VI sec. a.C., dopo un lungo periodo di tirannia dei Pisistrati furono

gettate le basi della democrazia ad Atene.

Benché di Kleovoulou si sappia poco, è nota che la sua tirannia fu per Rodi

un periodo di prosperità e di fioritura dell'arte con le belle anfore dello

stile Fichellura e il nuovo tempio di Atena Lindia. La tradizione vuole che

fu Kleovoulou a costruirlo, il che potrebbe corrispondere alla verità,

Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

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perche la politica dei tiranni era di far costruire edifici enormi per

impressionare il popolo e assorbire la disoccupazione.

All'inizio del V secolo a.C. la Grecia fu minacciata da una grande potenza,

la Persia. Dopo numerosi scontri, durante i quali i Greci erano sempre

riusciti a respingere l'invasore, nel 480 a.C. a Salamina vi fu la battaglia

decisiva, durante la quale i Persiani, facevano affidamento soprattutto

sulla flotta dei loro vassalli, i Fenici e i Rodensi, ma grazie alla loro

superiorità in campo strategico i Greci riuscirono però ad ottenere la

vittoria. E l'anno seguente, nel 479 a.C. vinsero anche la decisiva battaglia

terrestre a Platea, costringendo i Persiani a ritirarsi.

In quel periodo incominciarono a manifestarsi tendenze imperialistiche

anche in Grecia e

soprattutto ad Atene. È per

lo meno un paradosso che

proprio nel periodo della

massima uguaglianza e

democrazia al suo interno,

nel periodo cioè di Pericle a

metà del V sec. a.C., Atene

divenne una potenza

imperialista temuta anche

dai suoi alleati, o meglio,

“sudditi”.

Uno degli alleati di Atene

era Rodi. Ma a causa del suo imperialismo Atene si scontrò con Sparta,

dando luogo a una guerra lunga e disastrosa, la famosa guerra del

peloponneso (431-404 a.C.). Verso la fine della guerra, nel 411 a.C., Rodi si

sottrasse al giogo degli Ateniesi e si alleò con la Sparta dorica.

Nel 408 a.C. le tre città di Rodi, Kamiros, Ialissos e Lindos crearono

nella parte settentrionale dell'isola un insediamento che ben presto ne

divenne la città più importante. Questa nuova città aveva una propria

amministrazione: L'ecclesia, il parlamento, ecc., dove uno dei posti di

rilievo era occupato dal sacerdote del dio del sole. Nei secoli successivi la

città riuscì a sopravvivere a molte invasioni da parte dei cristiani e

musulmani ed è oggi la capitale dell'isola. Can i suoi 5 porti e le sue

stradine pittoresche che ricordano la città antica.

Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

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L’arte del V secolo a.C., è rappresentata soprattutto dalla pietra tombale di Crito e Timarista esposta nel museo archeologico di Rodi. Sulla tomba

vi è disegnata una scena di lutto. Bisogna ricordare che nell'epoca classica

le pietre tombali non rappresentavano le immagini dei morti, ma alcune

categorie della società: la madre, la persona di mezz'età, l'adolescente, la

vergine ecc… Non vi sono le immagini personali di Crito e Timarista. Le

figure rappresentate sono donne greche qualsiasi. Questo tipo di scena e

molto comune nell'Attica. Si presume che Crito sia la figlia della morta, il

che starebbe a indicare che le relazioni madre-figlia erano

particolarmente intense. La persona morta è

sempre più alta, e così si deduce che la morta è

Timarista. In quel periodo i morti, non sono mai

rappresentati con segni visibili di commozione, e

quindi sono raffigurati lontani da questo mondo e

dai suoi sentimenti. Il parente raffigurato

insieme al morto esprimeva sempre un dolore

contenuto.

La passione e le sue espressioni appartengono al

periodo seguente, a quello ellenistico. Questi

sentimenti trattenuti esprimono una tranquilla

accettazione della sorte di cui siamo tutti preda.

Da queste pietre tombali e la dignità umana che si

percepisce non la passione personale.

Il IV secolo a.C. era un periodo di anarchia e di relativa decadenza

politica per la Grecia continentale, ma non per Rodi, che continuava a

prosperare. Ciò non toglie che l'instabilità politica di quei tempi ebbe i

suoi riflessi sulla storia dell'isola.

La guerra del Peloponneso terminò con la sconfitta di Atene e la vittoria

di Sparta. Nuove potenze non tardarono a farsi avanti, Tebe, Atene, che

cercava di ricuperare il terreno perduto, la Persia, che ancora più ricca e

potente aspettava solo l'occasione per immischiarsi nuovamente negli

affari Greci ed infine la Caria, una satrapia indipendente dell'impero

persiano, che mirava ad occupare Rodi. La storia del IV sec. a.C. è così

caratterizzata dalla lunga guerra civile fra le città greche che indebolite

caddero vittime, di Filippo il Macedone, padre di Alessandro Magno.

Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

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Nel 337 a.C., Rodi era alleata di Atene, ma ruppe ben presto questo

patto per allearsi con Tebe, con la quale sconfisse Sparta. Ma nella

seconda metà del secolo la sorte cambiò, Rodi fu sottomessa da Mausolo,

il re della Caria, che creò nell'isola un governo oligarchico come

salvaguardia dei suoi interessi. Mausolo è celebre per la tomba

monumentale fatta erigere dalla sorella e moglie Artemisia, il Mausoleo di Alicarnasso, che con il Colosso di Rodi, è considerato una delle sette

meraviglie del mondo antico, a cui lavorarono gli architetti Satiro e Pitide

e gli scultori Scopas, Leochares, Briasside e Timoteo; l'opera fu

terminata dopo la morte di Artemisia.

L’avvicinamento di Rodi alla Caria è il risultato della politica prepotente

degli Ateniesi, che manifestavano una forte tendenza all'imperialismo,

esattamente come nel V sec.

a.C. La storia quindi si ripeteva,

ma con esito diverso. Questa

volta le città-stato erano molto

più deboli. Atene non riuscì a

consolidare il suo potere e nel

354 a.C. fu costretta a

riconoscere l'indipendenza di

Rodi, Chio e Coo.

Alla crisi politica in Grecia si

aggiunse una crisi economica e sociale. Vi fu mancanza di cibo e la

disoccupazione costrinse molti giovani ad emigrare in cerca di lavoro.

Benché questa crisi non colpisse Rodi direttamente, l'isola, legata com’era

alla Grecia, ne subì le conseguenze. Le città-stato della Grecia, duramente

provate dalla crisi, vennero sottomesse da Filippo il Macedone, malgrado i

tentativi di resistenza. L’Ateniese Demostene si oppose a Filippo il

Macedone con i suoi famosi discorsi nell'ecclesia, l'assemblea popolare di

Atene, dicendo che la libertà e l'indipendenza delle città greche

sarebbero andate perdute. Ebbe ragione. La conquista di Filippo fu per le

città l'inizio di un periodo di decadenza. Esse non producevano più come

prima un'arte sublime, una letteratura e una filosofia eccezionale. Fu un

periodo di cambiamenti, ritenuti da molti necessari ed è probabilmente

per questa ragione che i Greci preferirono essere dominati da Filippo

piuttosto che dai Persiani.

Rodi: Mitologia – Archeologia – Storia.

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Dopo la morte di Filippo ascese al trono suo figlio, Alessandro. Nei suoi

tentativi di conquistare la Persia fu aiutato anche da Rodi, fornendo prova

di una perspicacia politica superiore a quella di molte altre città greche,

che continuavano ad opporsi. I Rodensi trassero numerosi vantaggi

dall’alleanza con i Macedoni. La fondazione di Alessandria in Egitto

diventò per loro un importante punto di riferimento negli scambi

commerciali. Con la successiva conquista dell'impero persiano da parte di

Alessandro Magno si aprì per i prodotti greci un immenso mercato,

sfruttato abilmente da Rodi. Fu nel IV secolo

a.C. che a Lindos furono eretti i Propilei e un

nuovo tempio di Atena Lindia.

Dopo la morte di Alessandro il suo impero fu

diviso in vari regni, dando luogo a intrighi

politici e nuove lotte intestine fra i suoi

successori. I regni più importanti erano la

Siria, con tutta la parte orientale

dell'impero di Alessandro e una parte

dell'Asia Minore, l'Egitto, e la Macedonia, di

cui la Grecia ne era parte. Questi regni sono

chiamati ellenistici, un termine utilizzato per

tutto il periodo che si apre con la morte di

Alessandro e che si chiude con la conquista del mondo ellenico da parte di

Roma (330-300 a.C.).

Ben presto anche Rodi fu coinvolta nelle guerre fra le varie dinastie.

Dimitri Poliorchite, il sovrano della Macedonia, spinto dalla sua ambizione

e avidità, dichiarò guerra al re dell'Egitto, Tolemeo. Dimitri sperava che

Rodi fosse sua alleata, e quando nel 305 a.C. i Rodensi si rifiutarono,

strinse la città d'assedio. Il Poliorchite – “l'assediante”, Così chiamato

grazie ai suoi precedenti - non riuscì a conquistare la città. Nell'antichità

infatti, era molto difficile conquistare una città fortificata, a meno che

questa non si arrendesse. Solo Alessandro vi era riuscito con Tiro.

L'assedio di Rodi fu per la sua storia un avvenimento di prim'ordine, Rodi,

con fiuto commerciale, decise di vendere gli attrezzi lasciati sul campo

dagli assedianti, con il denaro ottenuto fecero costruire una statua

gigantesca di Elio, il dio del sole, nota con il nome di Colosso di Rodi che

fu collocata all'entrata del porto.