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LA COMPETITIVITÀ DELL’AGRO ALIMENTARE ITALIANO: CHECK UP 2010 tendenze recenti e outlook Roma, luglio 2010

Roma, luglio 2010. CHECK UP 2010 1.Produzione e crescita 2.Prezzi alla produzione e costi 3.Occupazione: produttività e costo del lavoro 4.Consumi alimentari

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LA COMPETITIVITÀ DELL’AGRO ALIMENTARE ITALIANO:CHECK UP 2010

tendenze recenti e outlook

Roma, luglio 2010

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CHECK UP 2010

1. Produzione e crescita2. Prezzi alla produzione e costi3. Occupazione: produttività e costo del

lavoro4. Consumi alimentari e potere

d’acquisto5. Commercio estero e competitività6. Outlook 2010

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1PRODUZIONE E CRESCITALe dinamiche dell’agricoltura e dell’industria alimentare

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Milioni di euro

Quote % sul Pil

Var. % media annua

2009/08 2008/07 2004-09a prezzi costanti 2000 2

Valore aggiuntoAgricoltura1 28.015 -3,1 1,0 0,0Industria alimentare 21.120 -1,4 -2,5 0,8Industria in senso stretto 209.219 -15,1 -3,6 -1,2Pil 1.207.876 -5,0 -1,3 0,2

a prezzi correntiValore aggiuntoAgricoltura1 25.084 1,6 -11,5 -0,5 -3,0Industria alimentare 25.752 1,7 2,8 1,0 1,0Industria in senso stretto 256.794 16,9 -12,3 -1,2 1,0Pil 1.520.870 100,0 -3,0 1,4 2,5

BrancheVariazione %

2009

PIL E VALORE AGGIUNTO

Nel 2009 l’industria alimentare mostra un ruolo trainante nell’intera economia, con una divaricazione rispetto alla fase agricola, che registra un calo strutturale di medio periodo.

1) Agricoltura, silvicoltura e pesca; 2) serie storiche dei valori concatenati anno base 2000Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali

Andamento del PIL e del Valore Aggiunto agroalimentare

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VALORE AGGIUNTO AGROALIMENTARE

Dal 2005 in poi tende ad allargarsi progressivamente la distanza degli indici relativi all’industria alimentare e all’agricoltura, che rappresentano la dinamica del valore aggiunto a prezzi correnti dei due settori, a sfavore della fase primaria.

1) Valore aggiunto dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’Industria alimentare, delle bevande e del tabaccoFonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali

Valore Aggiunto1 e Pil nominale (valori correnti, dati destagionalizzati, indici media 2003-2004=100)

70

75

80

85

90

95

100

105

110

115

120

2004 2005 2006 2007 2008 2009

PIL Industria alimentare Agricoltura

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VALORE AGGIUNTO NELL’UE

L’andamento negativo del valore aggiunto agricolo nominale accomuna l’intera Ue27: nel 2009 i principali paesi produttori hanno avuto tutti riduzioni significative del valore aggiunto ed anche il trend di medio periodo è negativo, eccetto che per Polonia e Romania.

1) Agricoltura, silvicoltura e pescaFonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat.

VA nominale dell’agricoltura1 nei principali paesi dell’Ue27 (valori correnti)

-13,4%

-2,6%

-14,3% -15,4%

-5,2%

-16,4% -17,4%-15,4%

-23,6%

-13,4%

-3,5% -3,0% -2,8% -3,6% -3,2%

7,9%

2,8%

-2,6%

-30%

-25%

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

10%

Italia Francia Spagna Regno Unito Germania Polonia Romania Ue27

var % 2009/2008 tvma 2004-2009

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Nel 2009 il valore della produzione agricola evidenzia una forte riduzione sia in Italia che nell’Ue27 (rispettivamente 10% e 12%), dovuta principalmente alla discesa repentina dei prezzi per la maggior parte dei prodotti agricoli, a cui si sono aggiunte le difficoltà produttive di alcuni settori (cereali e olio di oliva).

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Eurostat

Produzione dell’agricoltura (valori correnti, media 2003-2004=100)

LA PRODUZIONE AGRICOLA

90

95

100

105

110

115

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Ue27 Italia

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LA PRODUZIONE AGRICOLA

Risulta in diminuzione sia nel 2009 che nel periodo 2004-2009 la produzione di olio di oliva e di fiori e piante; per i cereali la produzione al netto delle oscillazioni di questi anni è rimasta in definitiva stabile nel medio periodo. Tra gli altri comparti, i più importanti mostrano una dinamica molto stabile (carni e vino in particolare), mentre il recupero del 2009 delle coltivazioni industriali non migliora la performance negativa media del periodo (forte ridimensionamento dovuto alla PAC).

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Andamento delle produzioni agricole italiane (valori concatenati anno riferimento 2000)

-17,7%

-7,7%

2,0%5,1%

-9,7%

1,0%

-17,8%

10,0%

0,1%

-0,5%

2,2%

-0,1%

1,3%

-0,2%

-7,3%

-2,1%-0,3%

-4,5%

3,3% 1,9%0,3% 1,0%

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

Cereali Legumi secchi

Patate e ortaggi

Industriali Fiori e piante da

vaso

Vino Olio d'oliva Agrumi Frutta Carni Latte

var % 2009/2008 tvma 2004-2009

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Nel periodo la produzione non ha subito variazioni significative e repentine. Solo tra il 2006 e il 2007 si è registrato un periodo di maggiore produzione.La crisi, tra la fine del 2008 e gli inizi del 2009, non ha di fatto avuto un’eco rilevante sulla produzione di questo settore, né nello scenario dell’Ue né in quello dell’Italia.

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Eurostat

Produzione dell'industria alimentare, delle bevande e del tabacco (indice destagionalizzato, 2005=100)

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE

80

85

90

95

100

105

110

115

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Ue27 - manifatturiera Ue27 - alimentare Italia - manifatturiera Italia - alimentare

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Nel periodo di crisi, il clima di fiducia dell’industria alimentare sia europea sia nazionale ha mostrato una migliore tenuta di quello dell’intero manifatturiero.Il maggiore cedimento, registrato agli inizi del 2009, è stato determinato essenzialmente dalla caduta della domanda.

* ICF Ismea (non destagionalizzato).Fonte: EC, Economic and Financial Affairs e Ismea

Clima di fiducia nell'Ue27 e in Italia (medie trimestrali degli indici mensili destagionalizzati)

IL CLIMA DI FIDUCIA DELL’INDUSTRIA

-40

-30

-20

-10

0

10

III IV I trim II III IV I trim II III IV

2007 2008 2009

Manifatturiera Ue27 Alimentare Ue27 Alimentare Italia*

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Nel corso del 2009, in termini di fiducia, dopo la fase negativa di fine 2008 e primi mesi del 2009, si sono affermati i comparti della pasta, del riso e della trasformazione ortofrutticola; diversamente, hanno denotato una sofferenza quelli dell’industria del vino, mangimistica, della prima lavorazione delle carni rosse e lattiero-casearia.

Fonte: Ismea

IL CLIMA DI FIDUCIA DELL’INDUSTRIA

-40-30-20-10

01020304050

III IV I trim II III IV I trim II III IV

2007 2008 2009

Prodotti da forno PastaTrasf. Ortofrutta Alimentare Italia

UP: i migliori del 2009 DOWN: i peggiori del 2009

-50

-40

-30

-20

-10

0

10

20

III IV I trim II III IV I trim II III IV

2007 2008 2009

Macellaz. carni rosse Ind. lattiero-caseariaVino Alimentare Italia

vino-10 x

pasta16 x

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2REDDITIVITÀI prezzi e i costi agricoli, il confronto dei prezzi lungo la filiera, le performance delle imprese

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REDDITIVITÀ AGRICOLA NELL’UE

Nel 2009 l’indicatore del reddito elaborato dall’Eurostat è diminuito in 21 paesi su 27, contraendosi dell’11,6% in media nell’Ue27 e del 21% in Italia. Nel periodo 2004-2009 si evidenzia l’andamento declinante dell’indicatore per l’Italia, che non mostra il recupero registrato dai principali paesi concorrenti nel 2007.

1) Indicatore A = Valore aggiunto corrente netto al costo dei fattori, deflazionato con il deflatore nazionale del Pil / Unità di lavoro.Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat.

Indicatore del reddito agricolo per addetto1(indici 2005=100)

60

70

80

90

100

110

120

130

140

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Francia Germania Spagna UE27 Italia

Var.%‘09/04: -33%

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PREZZI E COSTI IN AGRICOLTURA

Dopo una crescita sostenuta dei prezzi in molti paesi dell’Ue27, nel 2009 si rileva una flessione generalizzata dei listini nei principali paesi produttori, su base annua superiore al 10%.L’Ismea misura nel 2009 per l’Italia una flessione del 10% della ragione di scambio in conseguenza di una maggiore riduzione dei prezzi dei prodotti (-12%) rispetto agli input (-2%).

1) Indice dei prezzi alla produzione, indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzioneFonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat

Prezzi e costi agricoli nell’Ue27(indici 2005=100, nominali)

Prezzi e costi agricoli1 in Italia(indici 2000=100, nominali)

80859095

100105110115120125130135

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Prezzi Costi Ragione di scambio

2009 Variazione % 2009/2008

prezzi costi prezzi costiragione di scambio

Francia 108,4 114,1 -12,8% 4,8% -16,8%

Spagna 95,0 109,2 -11,3% 3,9% -14,6%

Paesi Bassi 102,1 108,8 -10,2% 3,6% -13,3%

Romania 137,6 129,8 -6,8% -4,1% -2,8%

Ungheria 122,2 129,3 -9,6% -5,8% 4,2%

Paesi

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PREZZI E COSTI AGRICOLI IN ITALIA

Sul fronte dei prezzi dei prodotti, il risultato negativo è attribuibile a cereali, frutta, olio d’oliva e vino; nel quinquennio solo i prezzi di animali e cereali denotano una dinamica positiva.Circa gli input, crescono i prezzi di animali d’allevamento e antiparassitari, mentre diminuiscono quelli dei prodotti energetici, dei concimi (in aumento nel quinquennio) e dei mangimi.

Prezzi1(indici 2000=100) (indici 2000=100)

Costi2

Media Var. % media annua

2009 2009/'08 2008/'07 2004-'09Animali vivi e uova 103,2 -1,0 5,0 2,1Cereali 109,9 -34,0 14,5 5,5Frutta fresca 128,1 -13,4 13,8 0,9Latte e derivati 97,6 -12,1 5,7 0,1Olio di oliva 108,1 -14,5 -6,8 -0,9Ortaggi e patate 122,0 10,9 -2,1 -0,8Tabacchi 266,0 12,5 64,6 13,2Vini 87,0 -21,5 7,9 -2,5Coltivazioni agricole 117,5 -16,0 10,5 1,9Prodotti zootecnici 100,7 -6,1 5,3 1,2Totale 108,9 -11,6 8,1 1,5

ProdottiVariazione % Media Variazione %

Var. % media annua

2009 2009/'08 2008/'07 2004-'09Sementi 118,7 0,8 3,0 1,9Concimi 173,0 -5,3 45,1 10,5Antiparassitari 114,8 3,2 3,1 2,1Prodotti energetici 113,7 -7,1 10,0 4,1Animali allevamento 101,5 16,6 -8,1 -2,0Mangimi 119,4 -10,5 8,2 3,5Spese varie 106,3 1,9 0,7 -0,9Salari 136,2 3,6 2,3 3,7Coltivazioni agricole 132,9 -0,2 10,6 4,4Prodotti zootecnici 118,6 -6,0 6,0 2,9Totale 128,7 -1,8 9,3 4,0

Prodotti

1) Indice dei prezzi alla produzione,; 2) indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzioneFonte: Ismea

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I PREZZI LUNGO LA FILIERA

La forbice tra prezzi al consumo e prezzi alla produzione, dopo una riduzione nel 2007 (9 p.ti) e 2008 (6 p.ti), nel 2009 è tornata a crescere, raggiungendo il valore più elevato del periodo (17 p.ti).Dopo aver toccato il valore massimo nel III trim. (23 p.ti) si è ridotta nel IV trim. (16 p.ti).

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen

Prezzi dei prodotti agricoli e prezzi al consumo (indici 2000=100)

90

95

100

105

110

115

120

125

130

135

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Prezzi all'origine dei prodotti agricoli Prezzi dei prodotti agroalimentari acquistati dalle famiglie

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IL MARGINE DI FILIERA

L’esame di alcuni settori evidenzia una crescita del margine di filiera per molti di essi: frutta, latte, pane e pasta mostrano un aumento della forbice dei prezzi tra consumo e produzione.Solo in alcuni casi si registra una dinamica opposta, come per gli ortaggi per i quali, però, il valore del differenziale permane su livelli molto elevati.

1) Indice dei prezzi al consumo/indice dei prezzi alla produzioneFonte: Ismea

Margine di filiera1 (indici 2000=100)

80

100

120

140

160

180

200

2004 2005 2006 2007 2008 2009

frutta ortaggi

70

80

90

100

110

120

130

140

150

160

170

2004 2005 2006 2007 2008 2009

latte e derivati pane (fr. tenero)

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PERFORMANCE DELLE IMPRESE

Le società agricole di capitali subiscono una forte flessione del MOL già nel 2008 (shock prezzi materie prime), oltre che nel 2009 (contrazione del fatturato). Le cooperative recuperano nel 2008, grazie ad una crescita del fatturato superiore a quella dei costi per materie prime, per poi subire una flessione del MOL nel 2009, ma meno intensa rispetto alle società di capitali.L’industria alimentare tiene bene anche nel 2009, mentre l’industria in senso stretto subisce già a partire dal 2008 una forte contrazione del MOL.

1) Margine operativo lordoFonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk

MOL1: imprese agricole MOL1: imprese dell’industria alimentare

9095

100105110115120125130135140

2004 2005 2006 2007 2008 2009

cooperative soc. di capitali totale

80859095

100105110115120125130

2004 2005 2006 2007 2008 2009

industria in senso stretto industria alimentare

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PERFORMANCE DELLE IMPRESE

Il livello di indebitamento si riduce nel corso del 2009 in funzione di una maggiore difficoltà di accesso al credito, che ha come effetto:• un forte incremento delle fonti proprie di finanziamento sia nel 2008 che nel 2009• una brusca flessione delle fonti di terzi a breve termine nel corso del 2009

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk

Rapporto di indebitamento: imprese agricole Rapporto di indebitamento: imp. industria alimentare

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

2004 2005 2006 2007 2008 2009

industria in senso stretto industria alimentare

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

2004 2005 2006 2007 2008 2009

cooperative soc. di capitali totale

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PERFORMANCE DELLE IMPRESE

I tassi di crescita dei prestiti bancari hanno subito una flessione marcata a partire da settembre del 2008, maggiore per il complesso dei settori produttivi rispetto al settore agricolo.A partire dal 2008, le maggiori difficoltà di accesso al credito hanno costretto le imprese ad incrementare l’utilizzo di fonti proprie di finanziamento, sia nel settore agricolo che nell’industria alimentare

1) Banca d’ItaliaFonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk

Andamento del capitale proprioTassi di crescita dei prestiti bancari1 (var.% annua)

-4

-2

0

2

4

6

8

10

12

14

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Totale Agricole

90

110

130

150

170

190

210

2004 2005 2006 2007 2008 2009

cooperative agricole soc. di capitali agricoleindustria alimentare

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PERFORMANCE NELL’UE

L’industria alimentare nazionale è caratterizzata da una ridotta incidenza dei costi per il personale sul fatturato rispetto ai principali competitor, mentre il livello del margine operativo lordo risulta in linea con quello del Belgio, della Francia e della Spagna.

La voce di costo predominante è quella per acquisto di materie prime che supera il 60% del fatturo nella maggior parte dei paesi europei.

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Aida Bureau Van Dijk

Industria alimentare: mol e costi

8,4% 8,0% 9,5% 8,1% 8,4%9,3% 9,5% 9,3% 7,9% 9,7%

63,6%52,1%

65,1% 63,7% 69,3%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Belgio Francia Germania Italia Spagna

mol personale altro materie prime

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3OCCUPAZIONEProduttività del lavoro

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OCCUPAZIONE

Nel 2009 l’occupazione nel settore agricolo è diminuita dell’1,4%, un po’ meno di quanto sia avvenuto nell’intera economia (-1,7%) e molto di meno rispetto all’industria. Tuttavia, l’agricoltura ha sperimentato una ininterrotta fuoriuscita di manodopera nell’ultimo triennio. Calo che riguarda principalmente il lavoro indipendente agricolo.

Numero di occupati (indici media 2003-2004=100)

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali

94

96

98

100

102

104

106

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Totale economia Industria in senso stretto Industria alimentare Agricoltura

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PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO

La produttività del lavoro è diminuita in maniera generalizzata nei diversi settori economici nel 2009. Fa eccezione l’industria alimentare dove il valore aggiunto ha tenuto bene nonostante la crisi, riducendosi meno, in percentuale, delle unità di lavoro. Il settore agricolo, invece, malgrado le difficoltà sul fronte reddituale, ha assunto in questa fase di crisi un ruolo di maggiore assorbimento della forza lavoro: l’impiego di lavoro infatti è diminuito limitatamente (-1,8%), determinando un calo della produttività, dopo tre anni di miglioramenti.

Produttività del lavoro: valore aggiunto reale per unità di lavoro (VA a valori concatenati 2000/ULA)

Migliaia di euroVar. % media

annua2009 2009/08 2008/07 2004-09

Agricoltura 22,0 -1,3 3,1 1,6

Industria alimentare 46,3 3,3 -3,0 0,8

Industria manifatturiera 41,0 -8,1 -3,6 -0,5

Industria in senso stretto 45,5 -7,6 -2,2 -0,2Totale economia 44,4 -2,9 -0,8 0,0

SettoriVariazione %

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali

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PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO

La produttività del lavoro in agricoltura dell’Italia, pari a circa 22 mila euro, è superiore alla media dell’UE27. Rispetto ai principali competitor, non si distanzia molto dalla Germania, mentre è maggiore la distanza rispetto alla Spagna e alla Francia. Nel 2009, a differenza dell’Italia, per l’UE27 nel complesso la produttività è aumentata notevolmente (+4,6%); forti aumenti si sono registrati in Francia, Germania, Paesi Bassi.

Produttività del lavoro nell’Ue271 (migliaia di euro, media 2008-2009)

1) Valore aggiunto a valori concatenati 2005/ULA.Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat, Conti Economici dell’Agricoltura

48,243,0

34,0 31,8

24,3 24,121,7

17,412,3

7,3 5,63,0 2,7

13,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0Pa

esi B

assi

Dani

mar

ca

Fran

cia

Spag

na

Ger

man

ia

Regn

o U

nito

Italia

Aust

ria

Gre

cia

Port

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Ung

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Rom

ania

Polo

nia

Ue2

7

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4CONSUMI ALIMENTARILa domanda delle famiglie

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DOMANDA DI PRODOTTI ALIMENTARI

Nel 2009 si registra una leggera crescita dei consumi domestici delle famiglie italiane (+0,5%), a fronte di prezzi medi al consumo in netto ribasso (-1,5%). In un’ottica di medio periodo appare evidente la sostanziale stagnazione dei consumi alimentari. La spesa per gli alimentari si contrae dell’1,7% su base annua, attestandosi a 135 mld di euro.

1) Alimentari, e bevande non alcolicheFonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen, Istat

Indice delle quantità acquistate dalle famiglie(indici concatenati, base 2000=100)

85

88

91

94

97

100

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Quantità

var. media annua

’04-09: +0,8%

100

105

110

115

120

125

130

135

140

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Spesa

Spesa delle famiglie italiane1

(valori correnti, base 2000=100)

2009:135 mld €

(-1,7%)

var. media annua

’04-09: +1,8%

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DOMANDA DI PRODOTTI ALIMENTARI

Un’espansione dei consumi di medio periodo caratterizza molti prodotti, mentre una concomitante crescita nel 2009 interessa solo alcuni prodotti del fresco (ortaggi, ittici, avicoli) e i salumi.

Su tali tendenze convergono fenomeni di tipo strutturale, connessi ai diversi stili di vita delle famiglie, che portano alla ricerca di prodotti a forte contenuto salutistico e di servizio, ai quali si sovrappongono fattori di carattere congiunturale, legati agli effetti della crisi (prezzi).

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen

(indici concatenati, base=2000)Variazione % delle quantità acquistate dalle famiglie

- consumo

Ittici: +3,1%

Frutta fresca: +2,8%

Latte e derivati: +1,2%

Ortaggi: +1,1%

Olio d’oliva: -3,0%

Carne bovina: -2,5%

Derivati cereali: -2,1

var. ‘09/’08

Carne avicola: +0,6%

Vino e spumanti: -1,3%

Tot. agro alimentare:

+0,5%

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PROFILO DEL CONSUMATORE

Per alcuni prodotti si registra una flessione delle famiglie acquirenti e/o degli acquisti, disegnando un’area di disaffezione del consumatore. In molti casi si tratta di famiglie giovani, con reddito medio-basso, in cui sono presenti bambini o ragazzi.

Solo in pochi casi (p.e. formaggi freschi, yogurt, carne avicola) si osserva una crescita della domanda domestica, generalmente legata ad una contrazione dei prezzi di acquisto.

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen

I segmenti più critici nel 2009: l’acquirente “disaffezionato”

Calo numero famiglieacquirenti e acquisti

Calo acquisti

Olio extraverg.

Carne elaborata

Carne Bovina

PaneVini Doc-

DocgOrtaggi freschi

Formaggi duri

Area geografica Sud Sud Nord ovestNord

est/CentroNord ovest Centro Nord ovest

Età reponsab. acquisti

<34 anni >64 anni <34 anni<34; 35-44

anni55-64 anni <34 anni <34 anni

Ranking di Reddito1

Medio-Basso

Medio-AltoMedio-Basso

Medio-Basso

AltoMedio-Basso

Medio-Basso

Stadio ciclo di vita famiglia2

Pre/Maturing/Estab.

Pre/New family

Pre/New family

Pre/New/Maturing

New/Maturing family

Pre/Maturing family

Maturing family

Stabilità

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DOMANDA DI PRODOTTI DI QUALITÀ

I consumi di prodotti a qualità certificata registrano tutti una crescita nel medio periodo, in particolare quelli biologici. Per quest’ultimo comparto la crescita è confermata anche nel 2009, mentre ciò non accade per i per i vini Doc-Docg e Igt e per i prodotti Dop e Igp. Tali tendenze dipendono dai diversi stili di vita delle famiglie, che portano alla maggiore ricerca di prodotti che abbiano contenuti salutistici e siano rispettosi dell’ambiente.

Di contro, hanno accusato maggiormente gli effetti della crisi i prodotti a denominazione di origine.

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen

Var.% media annua

2009/08 2008/07 2004-09

Prodotti Dop e Igp -0,7 2,4 0,7Formaggi Dop -0,9 3,8 0,5Carni trasformate Dop e Igp 1,1 -3,3 1,4Oli extravergini Dop e Igp -22,6 7,9 -2,7

Vini Doc-Docg e Igt -8,1 6,0 3,1Doc-Docg Confezionati -11,1 5,4 2,1Doc-Docg Sfusi -8,4 1,3 -8,2Igt -2,3 7,7 5,9

Prodotti biologici confezionati* 6,7 5,8 7,6Lattiero-caseari -1,9 1,5 4,5Ortofrutta fresca e trasformata 26,6 19,8 20,3Biscotti, dolciumi e snack -0,7 -14,6 -4,4

ProdottiVariazione %

Dinamica dei consumi domestici di alcuni prodotti di qualità (valori correnti)

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La crescita degli acquisti presso la GD privilegia la convenienza (discount) e la prossimità (liberi servizi).

Per il dettaglio tradizionale la progressiva marginalizzazione del ruolo giocato nello scenario distributivo è accentuata dalle dinamiche determinate dalla crisi.

-8,3%

1,0%

9,2%

10,1%

-7,5%

0,5%

-5,1%

1,9%

-3,3%

7,8%

-3,2%

0,8%

-10% 0% 10% 20%

Dettaglio tradizionale

Super + ipermercati

Liberi servizi

Discount

Altri*

Tot. Canali di acquisto

t.v.m.a.% 2004-09 var.% 2009/08

2,8%

-2,9%

2,2%

-0,7%

6,0%

-1,5%

3,3%

1,8%

2,6%

2,0%

4,3%

2,1%

-5% 0% 5% 10%

Dettaglio tradizionale

Super + ipermercati

Liberi servizi

Discount

Altri*

Tot. Canali di acquisto

t.v.m.a.% 2004-09 var.% 2009/08

Indice delle quantità acquistate(indici concatenati, 2000=100) (indici concatenati, 2000=100)

Indice dei prezzi

ACQUISTI PER CANALE

*Cash & carry, ambulanti, mercato rionale, produzione propria, porta a porta Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen

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5IMPORT-EXPORTLe performance dell’agroalimen-tare e del made in Italy nel mercato mondiale

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SALDO DELLA BILANCIA

Nel 2009, il disavanzo della bilancia commerciale nazionale si riduce (-69%) di 5 volte di più rispetto a quello del settore agroalimentare; il miglioramento del deficit dipende da una riduzione dell’import maggiore rispetto all’export.Il saldo positivo del made in Italy subisce, al contrario, un peggioramento (-3%), dopo aver svolto negli anni precedenti un ruolo di traino per l’interscambio commerciale del settore agroalimentare.

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Saldo della bilancia commerciale (miliardi di Euro correnti)

-4,10

9,46

-15,96

-6,50

-25

-20

-15

-10

-5

0

5

10

15

2004 2005 2006 2007 2008 2009

(milia

rdi d

i €)

saldo intera economia saldo made in italy agro saldo agroalimentare (esc. made in Italy) saldo agroalimentare

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Germania 19,6

Francia14,9

Paesi Bassi10,2Spagna

9,2

Austria3,3

Belgio3,0

Brasile2,9

Argentina2,8

Danimarca2,3

altri35,7

-4,1%

-7,1%

-6,1%

-6,0%

-11,6%-0,5%-20,8% -20,2%

-12,0%

15,8

MAPPA DI SCAMBIO

Nel 2009, la flessione dell’export ha interessato maggiormente alcuni paesi (Germania, Regno Unito, Usa, Spagna), mentre per altri è stata più contenuta (Francia) o assente (Belgio).Il calo dell’import agroalimentare ha penalizzato maggiormente alcuni importanti paesi extra Ue27 rispetto ai principali partner commerciali comunitari.

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Principali paesi di destinazione dell'export e di provenienza dell’import agroalimentare in Italia, 2009

Germania 19,6

Francia12,1

Regno Unito9,0

Stati Uniti8,3

Svizzera4,5

Spagna4,1

Belgio3,6

Austria3,5

Paesi Bassi3,3

altri32,0

-4,5%

-0,9%

-5,9%

-4,5%

-3,1%-7,2%-3,9% 14,3%

-1,9%

import (quota % in valore, var.% 2009/’08)export (quota % in valore, var.% 2009/’08)

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POSIZIONE COMPETITIVA DELL’ITALIA

L’Italia mostra, nel 2009, una quota dell’export agroalimentare mondiale in linea con quella di Cina, Brasile, Argentina e Canada: competitor che evidenziano una maggiore dinamicità nel lungo periodo.L’export agroalimentare nazionale risulta, nel lungo periodo, più dinamico rispetto a quello di Spagna, Francia e Regno Unito

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Principali paesi esportatori di prodotti agroalimentari nel mondo

Usa

FraNl

Ger

Bra

Spa

Cin

ItaliaCan

UK

Arg

Austalia

ThaiVar.% mondo (+8,4)

Dan

Bel

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0

Var.

% m

edia

ann

ua 2

004-

'09

delle

esp

orta

zion

i

Quota % 2009

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MADE IN ITALY

Le esportazioni nazionali verso i Paesi Terzi subiscono una flessione più marcata rispetto a quelle verso l’Ue. La flessione delle esportazioni dipende soprattutto da una riduzione dei valori unitari, più marcata nei confronti dei Paesi Terzi I comparti più penalizzati sono quelli della pasta, della frutta, dei succhi di frutta e dell’olio, mentre quello dei legumi mostra un netto miglioramento

1) escluso agrumiFonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Export verso l’Ue27

2009 quotamil.€ (%) quant. valore val. un.

Vino 1.933 18,6 10,2 -2,6 -11,6Frutta fresca* 1.599 15,4 0,1 -18,9 -19,0Pasta 1.273 12,3 5,7 -7,3 -12,4Legumi/ortaggi inscat. 1.067 10,3 -8,7 7,0 17,2Formaggi e latticini 993 9,6 8,1 5,0 -2,8Prodotti dolciari 933 9,0 -2,7 -1,5 1,3Prodotti panetteria 755 7,3 -0,6 1,1 1,7Salumi, prep. Suine 658 6,3 3,1 3,4 0,3Risi 453 4,4 -6,8 -1,8 5,3Olio di oliva 382 3,7 0,8 -9,3 -10,0Succhi di frutta/ortaggi 326 3,1 -12,0 -19,0 -7,9Made in Italy 10.373 100,0 -1,5 -4,7 -3,3

var. % 2009/'08 2009 quotamil.€ (%) quant. valore val. un.

Vino 1.537 30,5 7,5 -5,1 -11,7Legumi/ortaggi inscat. 585 11,6 0,9 6,2 5,2Olio di oliva 574 11,4 -6,4 -15,1 -9,4Pasta 566 11,3 -3,2 -12,0 -9,0Formaggi e latticini 437 8,7 -3,4 -6,0 -2,7Prodotti dolciari 374 7,4 -2,9 -4,9 -2,1Prodotti panetteria 350 7,0 1,9 5,7 3,7Frutta fresca* 296 5,9 9,8 -12,5 -20,3Salumi, prep. Suine 165 3,3 3,2 1,2 -1,9Risi 74 1,5 -20,2 -19,6 0,7Succhi di frutta/ortaggi 73 1,5 -11,3 -9,0 2,7Made in Italy 5.031 100,0 -1,3 -6,0 -4,8

var. % 2009/'08

Export verso i Paesi terzi

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6L’OUTLOOK 2010Le tendenze dell’anno

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A partire dal secondo trimestre del 2009 l’indice di clima di fiducia della Gda è tornato in terreno positivo, pur registrando nella seconda parte del 2009 valori in progressivo calo. Nei primi tre mesi del 2010 l’indice risulta invece in crescita (+2,3 punti). Nel primo trimestre dell’anno la ripresa della fiducia si è basata principalmente sulle attese positive di vendita e in misura minore sul calo delle scorte, mentre il livello delle vendite è risultato in calo.

Fonte: Ismea

LE ATTESE DELLA GDAComponenti dell’ICF della grande distribuzione alimentare italiana(indicatori trimestrali non destagionalizzati)

-35,0

-25,0

-15,0

-5,0

5,0

15,0

25,0

35,0

I trim 2008 II III IV I trim 2009 II III IV I trim 2010

vendite scorte previsioni di vendita ICF

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Le attese dell’industria alimentare migliorano nel 2010. A partire dal secondo trimestre del 2009 si è avuto un lento ma progressivo miglioramento dell’indice, che nei primi tre mesi del 2010 si è riportato su terreno positivo (+2,3). Nel primo trimestre del 2010 la ripresa della fiducia si è basata sulle attese positive di produzione, dato che il livello degli ordini – sebbene anch’esso in ripresa -, è rimasto basso.

Fonte: Ismea

LE ATTESE DELL’INDUSTRIAComponenti dell’ICF dell'industria alimentare italiana (indicatori trimestrali non destagionalizzati)

-45,0

-35,0

-25,0

-15,0

-5,0

5,0

15,0

25,0

35,0

III trim 2007

IV I trim 2008 II III IV I trim 2009 II III IV I trim 2010

ordini scorte attese di produzione ICF

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Fonte: Ismea

Rispetto al 2009 è stato riscontrato un maggiore orientamento verso gli investimenti per innovazioni di prodotto e di processo, interpretabile come una strategia di risposta dell’industria agroalimentare alla crisi, finalizzata a migliorare l’efficienza degli stabilimenti, potenziare l’attività, ammodernare le linee produttive, conseguire sinergie e ottimizzare i processi produttivi e logistici, ottenere infine una posizione più competitiva sul mercato cercando di soddisfare e fidelizzare sempre di più la clientela.

STRATEGIE D’IMPRESA PER IL 2010Strategie delle imprese dell’industria alimentare italiana per il 2010

Ad inizio 2010 le imprese appartenenti al panel Ismea dichiarano di volere:

mantenere stabile il piano di produzione (74%) effettuare investimenti per innovazione di prodotto (41%), innovazione

di processo (47%) o entrambi (37%)

al fine di:a. conseguire una razionalizzazione dei costi aziendali laddove i margini

ancora lo consentono b. migliorare/innovare i prodotti aziendali per soddisfare/fidelizzare

sempre di più la clientela

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Nell’anno in corso, in un contesto caratterizzato da una debole ripresa, la domanda estera dovrebbe trainare - più di quella interna - la lieve crescita.Nel settore, la crescita dell’industria alimentare (VA) dovrebbe avvenire ad una velocità doppia rispetto a quella dell’agricoltura.

Fonte: Ismea, Isae

LE ATTESE PER L’AGRICOLTURAProduzione e valore aggiunto

previsioni scenario macro 2010PIL 1,0VA industria 2,4Import 3,9Export 5,9Consumi delle famiglie 0,6- alimentari 0,2

previsioni agricoltura 2010Produzione agricoltura 0,3- coltivazioni vegetali 0,8- produzione zootecnica1 -0,4VA agricoltura2 1,0

(var.% 2010/2009)

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www.ismea.it

GRAZIE PERL’ATTENZIONE