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CONSORZIO di BONIFICA delle MARCHE
V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica
RAPPORTO PRELIMINARE di SCOPING(art.13 D.Lgs 152/2006)
Committente
CONSORZIO di BONIFICA delle MARCHE
Progettista VAS
arch.Roberta Angelini
31 ottobre 2018
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 1
V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica (arch. Roberta Angelini) RAPPORTO PRELIMINARE di SCOPING del PIANO GENERALE DI BONIFICA DELLE MARCHE (art.13 D.Lgs 152/2006) INDICE GENERALE
SEZIONE 1 – CONTENUTI GENERALI
a. Descrizione del PGB
Premessa …............................................................................................................................ pag.02
Ambito di intervento nel territorio ....................................................................................... pag.02
Strategie ed Obiettivi del PGB ............................................................................................... pag.04
Descrizione del progetto di Piano ......................................................................................... pag.06
b. Normativa di riferimento, scopo e impostazione del documento
Ambito di applicazione della VAS .......................................................................................... pag.11
Normativa di riferimento in materia di VAS .......................................................................... pag.12
Normativa di riferimento per elaborazione, adozione e approvazione del PGB …................ pag.13
Scopo e impostazione del documento .................................................................................. pag.15
c. Fasi e soggetti coinvolti nelle consultazioni preliminari
Fasi del procedimento di verifica di assoggettabilità a VAS ................................................... pag.18
Soggetti coinvolti nelle consultazioni preliminari di Scoping ................................................ pag.18
Soggetti competenti in materia ambientale (SCA) ................................................................ pag.19
d. Verifica di coerenza esterna
Rapporto con Piani e Programmi di Livello Nazionale e Interregionale ................................ pag.21
Rapporto con Piani e Programmi di Livello Regionale ........................................................... pag.27
e. Ambito di influenza ambientale e territoriale del PGB
Ambito di influenza ambientale ............................................................................................ pag.44
Ambito di influenza territoriale ............................................................................................. pag.48
f. Individuazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale di riferimento .......................................... pag.50
SEZIONE 2 – CONTENUTI RELATIVI ALLO SCOPING
A. Ragione delle scelte ........................................................................................................................... pag.52
B. Impostazione del Rapporto Ambientale ............................................................................................ pag.54
C. Livello di dettaglio dell’analisi e individuazione degli indicatori ....................................................... pag.55
Elenco Indicatori per Obiettivi Ambientali
Indicatori per il contesto ambientale ............................................................................. pag.56
Indicatori per le Vulnerabilità territoriali ....................................................................... pag.60
Indicatori per i Settori di Governo ................................................................................. pag.61
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 2
SEZIONE 1 – CONTENUTI GENERALI Descrizione del PGB
Premessa
Ambito di intervento nel territorio
Strategie ed Obiettivi del PGB
Descrizione del progetto di Piano
Premessa
Il presente Rapporto Ambientale di Scoping viene redatto con la finalità di definire possibili impatti
ambientali conseguenti l'attuazione del Piano Generale di Bonifica delle Marche.
Questo costituisce il documento con il quale il Soggetto Proponente Consorzio di Bonifica delle Marche, e
l'Autorità Procedente Regione Marche, entrano in consultazione con l'Autorità Competente Regione Marche
(PdiF Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali, qualità dell'aria e protezione naturalistica) e con i SCA Soggetti
con Competenza Ambientale, per definire il livello di approfondimento delle informazioni e degli indicatori
da trattare nel successivo Rapporto Ambientale di VAS.
La redazione del PGB, per i suoi contenuti e finalità, necessita di sottoporre il Piano stesso a procedura di
Valutazione Ambientale Strategica, ai sensi dell’art. 6, comma 2, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., che riferisce
la valutazione per i piani <<che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente,
per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e
delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e
che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o
comunque la realizzazione dei progetti elencati negli Allegati III (Progetti di competenza delle Regioni.....) e
IV (Progetti sottoposti a Verifica di Assoggettabilità di competenza delle Regioni......)>>.
In rapporto alla normativa regionale delle Marche si fa riferimento alla DGR n.1813/2010 “Aggiornamento
delle Linee Guida Regionali per la Valutazione Ambientale Strategica di cui alla DGR n. 1400/2008 e
adeguamento al D.Lgs. 152/2006 così come modificato dal D.Lgs. 128/2010”.
L'articolazione del documento è costituita da due parti, una prima sezione di carattere generale e una
seconda sezione relativa ai contenuti specifici della fase di scoping.
Ambito di intervento nel territorio
Il PGB interessa un'estensione di livello regionale ed ha cogenza in ambito amministrativo della Regione
Marche, ma in alcuni casi, per motivi idraulici, idrologici, morfologici, gli studi hanno riguardato ambiti
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 3
strettamente legati ai bacini dei fiumi e quindi parzialmente al di fuori dei limiti regionali (Emilia Romagna,
Toscana, Umbria, Abruzzo e Lazio).
Questa caratteristica è stata già affrontata e gestita in altri strumenti di pianificazione di settore, come ad
esempio quelli derivanti dalla recente Direttiva Comunitaria Alluvioni del 2007, recepita in Italia con
D.Lgs.49/2010, che relativamente alla gestione del rischio suddetto articola il territorio delle Marche in due
parti, la parte Nord nel Distretto Appennino Settentrionale e la parte Sud nel Distretto Appennino Centrale,
riferendo rispettivamente le funzioni di coordinamento all'Autorità di Bacino nazionale dell'Arno e
all'Autorità di Bacino nazionale del Tevere, in collaborazione con la Regione Marche (e ovviamente con le
altre Regioni che afferiscono amministrativamente allo stesso bacino idrografico “di confine”) che ha
costituito l'Unità di Gestione (Unit of Management: AdB Marche ITR111). Per completezza si riporta inoltre
che a seguito della L.221/2015 sono stati ridefiniti i territori dei Distretti Idrografici rispetto ai quali il bacino
interregionale Conca‐Marecchia è ricompreso nel Distretto del Po, mentre il bacino interregionale Tronto e
tutti gli altri bacini regionali sono ricompresi nel distretto Appennino Centrale. Il 28 marzo 2017 è stata
inoltre stipulata un'Intesa tra la regione Marche e l'Autorità di Bacino del fiume Tevere per lo svolgimento
delle funzioni dell'Autorità di bacino del distretto dell'Appennino Centrale nei territori regionali ricadenti
nell'ambito del distretto ma non ricompresi nel bacino idrografico del fiume Tevere.
Fig.1 – I 6 Comprensori e i 13 bacini del Consorzio di Bonifica delle Marche
Il Piano interessa circa 938.185 ettari, distribuiti in 13 bacini idrografici principali che a loro volta fanno
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 4
parte di 6 comprensori, individuati in base all’omogeneità idrografica e in funzione alle esigenze di
coordinamento dell’attività di bonifica e irrigazione:
A) ‐ Foglia, Metauro, Cesano (61 Comuni)
B) ‐ Misa, Esino (47 Comuni)
C) ‐ Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera (61 Comuni)
D) ‐ Tenna (24 Comuni)
E) ‐ Aso (26 Comuni)
F) ‐ Tronto (20 Comuni)
I 6 comprensori di bonifica sono suddivisi in sub bacini idrografici individuati sulla base dei crinali di scolo
delle acque piovane, indicativamente di estensione non superiore a 1.500 ettari.
Strategie ed Obiettivi del PGB
La struttura e i contenuti principali del Piano Generale di Bonifica sono indicati dalla L.R. n.13/2013 delle
Marche che in attuazione dei principi Costituzionali, nel rispetto della normativa Comunitaria e dell'Intesa
Stato Regioni del 2008, <<riconosce la bonifica quale attività per lo sviluppo economico nonché per la
sostenibilità ambientale, la tutela delle risorse idriche e per la difesa idraulica>>.
La definizione dei temi da trattare nel PGB costituisce la base di una pianificazione che sceglie di dare al
Piano una dimensione progettuale innovativa, coerente con <<gli strumenti di programmazione e
pianificazione in materia paesistico‐ambientale, di difesa del suolo e di protezione civile, compresi i piani dei
distretti idrografici e gli strumenti urbanistici comunali>>, e strettamente improntata sulla sostenibilità dello
sviluppo del territorio. Pertanto la dimensione ambientale, quella economica e quella sociale del PGB
intercettano trasversalmente la struttura stessa del Piano, che ritrova nelle scelte progettuali, una coerenza
di sostenibilità sulla quale basare lo sviluppo del territorio regionale.
Questa impostazione redazionale prende avvio dal convinto riconoscimento dei principi guida dell'Agenda
2030 (settembre 2015) per lo sviluppo sostenibile e si candida a divenire un contributo al programma di
azione per il raggiungimento di alcuni dei suoi Obiettivi e Traguardi entro il 2030. Supera infatti l'idea che la
sostenibilità sia solo riferita all'ambiente e lavora per affermare una visione integrata dello sviluppo, anche
come contributo alla Strategia Nazionale per lo sviluppo Sostenibile (ottobre 2017).
In questa ottica il PGB seleziona 6 Scelte Generali di Sostenibilità:
1. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle
strutture igienico‐sanitarie
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 5
2. Garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali aumentando la
biodiversità
3. Affermare modelli sostenibili di produzione e consumo
4. Promuovere la salute e il benessere
5. Creare Comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi e i beni culturali
6. Conoscenza e partecipazione
e su queste costruisce gli Obiettivi Strategici e Specifici sui quali agganciare le scelte e le azioni progettuali
sul territorio.
Il livello strategico del PGB si sostanzia pertanto con i seguenti Obiettivi:
1.1 migliorare il sistema irriguo attraverso l’attuazione di misure finalizzate a rafforzare e potenziare le infrastrutture irrigue esistenti; 1.2 realizzare opere che consentano di utilizzare fonti idriche alternative. 2.1 raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali; 2.2 risanare e garantire gli ecosistemi legati all'acqua, comprese le montagne, le foreste, le paludi, i fiumi, le falde acquifere e i laghi; 2.3 integrare le misure di cambiamento climatico nelle strategie ed azioni promosse dal piano. 3.1.concepire e implementare politiche per favorire un turismo sostenibile che crei lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali; 3.2.rafforzare l’impegno nello sviluppo delle filiere produttive dei piccoli distretti locali, puntando all’incremento della produttività e della produzione, al miglioramento della qualità e alla valorizzazione delle tipicità del prodotto, alla diffusione di buone pratiche colturali e alla conservazione delle aree di produzione alla produzione del commercio equosolidali al trasferimento di tecnologia, allo sviluppo dell’agroindustria e dell’export dei prodotti. 4.1 ridurre il rischio idrogeologico per le aree naturali protette, i beni culturali e storico‐archeologici e diminuire il numero delle persone esposte al rischio; 4.2 promuovere una progettazione capace di realizzare opere di difesa dal rischio idrogeologico che però includano la riqualificazione ambientale. 5.1 assicurare il ripristino della naturalità del paesaggio agrario e del territorio nel suo insieme, con particolare attenzione alla tutela degli ambienti di rilevante valenza naturale e paesaggistica; 5.2 ottenere e mantenere un buono stato delle acque attraverso una corretta gestione dei distretti irrigui esistenti. 6.1 promuovere iniziative di conoscenza del territorio nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e divulgare le problematiche legate alla sicurezza idraulica e mitigazione del rischio in relazione ai cambiamenti climatici; 6.2 incentivare la partecipazione delle comunità locali nei processi di attuazione e valutazione delle politiche e dei programmi; 6.3 realizzare studi intersettoriali con le Università e Centri di Ricerca presenti sul territorio ai fini dell’approfondimento e la verifica delle tematiche legate all’attività del Consorzio.
Le finalità proposte, in linea con i dettami normativi regionali e con le funzioni attribuite al Consorzio di
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 6
Bonifica, affrontano temi di pianificazione territoriale e sostanziano Obiettivi Specifici di miglioramento
della gestione della risorsa idrica, garanzia della sicurezza idraulica, assicurazione della pratica irrigua,
salvaguardia e riqualificazione del paesaggio agrario, risanamento dei dissesti idrogeologici, valorizzazione
dell’ambiente e del patrimonio storico‐culturale del territorio marchigiano.
Il PGB nell'ambito della Valutazione Ambientale Strategica trova la sua fondatezza di “Piano di valore
Strategico”: l'attività di bonifica, come si può considerare oggi nel territorio marchigiano, attraverso la sua
ordinaria gestione, il suo mantenimento e il suo sviluppo, potrà rappresentare l'occasione di riqualificazione
del territorio stesso, in quanto ad essa è affidata la <<gestione dei complessi equilibri acqua‐suolo nel
tempo, la fornitura di acqua per l’agricoltura e l’utilizzo per usi plurimi (idroelettrico, ambientale, potabile,
etc.), il miglioramento della qualità delle acque, la sicurezza idraulica e la difesa del suolo, l’utilizzo ricreativo
del territorio rurale e la valorizzazione ambientale del territorio marchigiano nel suo complesso>>,
contribuendo al contempo al raggiungimento di un livello sostenibile dello sviluppo progettato.
Descrizione del progetto di Piano
L'avanzamento redazionale del PGB alla data del presente rapporto ha individuato Strategie e Obiettivi sul
quale si conformeranno successivamente le misure e le azioni progettuali sulle tematiche definite dalla
normativa regionale e coerenti con i principi guida dei programmi nazionali e comunitari sullo sviluppo
sostenibile.
A supporto di ciò il Consorzio di Bonifica delle Marche ha recentemente prodotto una serie di studi e
ricerche che in questa fase mette alla prova come metodo di pianificazione e come sperimentazioni pilota,
da poter implementare per la progettazione definitiva del piano stesso.
Gli studi di cui si dà conto rappresentano nell'ordine:
un contributo analitico alla costruzione del quadro conoscitivo del PGB incentrato sui caratteri
distintivi dei bacini dell'intero territorio marchigiano, finalizzato alla definizione di misure ed
interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e alla riqualificazione territoriale e
paesaggistica;
un contributo analitico‐interpretativo che sperimenta su un caso pilota (bacino fiume Potenza) la
rispondenza tra analisi idraulico‐ambientali e caratterizzazione dei bacini idrografici, attraverso la
valutazione e individuazione di macro‐tipologie d’intervento del PGB e possibili azioni di gestione;
un contributo operativo su una tipologia di azione progettuale del PGB riguardante la capacità
naturale di laminazione di un corso d'acqua (fiume Foglia) per la riduzione del rischio idraulico.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 7
Pertanto nell'ottica di concezione 'contemporanea' delle operazioni finalizzate alla bonifica del territorio,
rientrano le risultanze degli studi suddetti esposte nei paragrafi che seguono e dettagliate nel documento di
Piano.
1_Lo “Studio per la mitigazione del rischio idrogeologico della regione Marche” (CBM, UniCam, UniUrb,
2015/2017 ‐ Allegato 6 /PGB) individua e analizza le principali criticità riscontrate lungo le aste fluviali
regionali del Conca, Tavollo, Foglia, Arzilla, Metauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna,
Ete Vivo, Aso, Menocchia, Sant’Egidio, Tesino, Albula, Ragnola, Tronto.
La metodologia dello studio è atta ad individuare i caratteri idrologici e idraulici del corso d’acqua
(pendenza, energia idrica) che ne determinano e condizionano il deflusso (ricognizione cartografica
e sopralluoghi diretti).
Il deflusso idrico entra in contatto con una serie di criticità di carattere naturale e/o antropico
(ponti, briglie) che possono rappresentare una pericolosità per il contesto territoriale entro il quale
il corso d'acqua scorre (schedatura delle pericolosità e dei rischi).
La finalità dello studio è quella di fornire un quadro conoscitivo approfondito finalizzato alla
successiva individuazione, lungo l'asta fluviale, di potenziali interventi interventi calibrati alle
caratteristiche del tratto e delle sue criticità, per la difesa idraulica del territorio e il ripristino del
regolare deflusso delle acque (possibili aree di espansione delle acque).
Le azioni progettuali di mitigazione del rischio idrogeologico che ne scaturiranno avranno la capacità di
interferire anche con lo stato paesaggistico del territorio interessato dall'asta fluviale, creando interazioni
con le funzioni antropiche rispetto agli usi agricoli, alla fruizione della popolazione locale e di quella
turistica, e anche con lo stato ambientale, determinando eventuali modificazioni dei caratteri vegetazionali,
faunistici e di habitat presenti.
Lo studio analizza le componenti paesaggistiche delle diverse aste fluviali in merito alla vegetazione,
all'uso agricolo, ai detrattori, alle infrastrutture, all'accessibilità e alla fruibilità.
Lo studio effettua una valutazione del grado di trasformabilità rispetto alla pianificazione locale
(Piani Regolatori Generali) e sovralocale (Rete Ecologica delle Marche).
Lo studio fornisce indicazioni per la riduzione e mitigazione dell'impatto delle criticità sul contesto
paesaggistico.
Infine, stante le condizioni di interrelazione tra le operazioni sull'asta fluviale, sia di livello idraulico che di
livello paesaggistico, sono proposte azioni di valorizzazione del territorio attraverso lo sviluppo della
possibilità fruitiva dell'ambiente fluviale:
Individuazione delle percorrenze e delle aree già utilizzate dalle comunità locali.
Riconoscimento di percorsi e ambiti per lo sviluppo dell'utilizzo da parte delle comunità locali
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 8
(attività, sport, turismo).
2_Risulta possibile e auspicabile da parte del PGB qualificare gli interventi di manutenzione straordinaria e
ordinaria per la messa in sicurezza e la prevenzione lungo le aste fluviali, legandoli ad operazioni più ampie
di riqualificazione dei corsi d'acqua e di tutte le funzioni ecosistemiche a questi connesse.
Lo “Studio idraulico‐ambientale per la caratterizzazione dei bacini idrografici” (UniCam, 2018 ‐ Allegato 7
/PGB), prende in esame, come progetto pilota, il bacino del fiume Potenza e i processi geomorfologici in
atto, attraverso l'applicazione della metodologia IDRAIM che l'ISPRA ha stabilito per la gestione di corsi
d'acqua e dei processi geomorfologici a questi relativi. Il metodo concerne un “Sistema di valutazione
IDRomorfologica, AnalisI e Monitoraggio dei corsi d'acqua” che tiene conto degli obiettivi di qualità
ambientale e di mitigazione dei rischi legati alle dinamiche fluviali, in maniera integrata ai fini della
pianificazione prevista dalle Direttiva 2000/60/CE (Acque) e Direttiva 2007/60/CE (Alluvioni). Il
riconoscimento della necessità di un approccio integrato ai problemi di natura idraulico‐morfologica del
fiume, in riferimento alle due Direttive suddette, consente di gestire il rischio mantenendo la qualità
ecologica del corpo idrico.
Le fasi dello studio riguardano la caratterizzazione del sistema fluviale alla scala di bacino, la ricostruzione
della traiettoria evolutiva del corso d’acqua, la descrizione delle tendenze future dell’alveo e l'identificazione
dei possibili scenari di gestione.
Le condizioni del corso d'acqua sono valutate attraverso l’Indice di Qualità Morfologica (IQM), l’Indice di
Dinamica Morfologica (IDM), la Classificazione da Dinamica d’Evento (CDE) e le fasce fluviali di dinamica
morfologica (FDM, FDE), tutti indicatori che consentono di identificare e pianificare in maniera integrata
azioni per il miglioramento della qualità morfologica e la mitigazione del rischio alluvione.
Troppo spesso la gestione del rischio di alluvioni si è basata nell’accelerare il deflusso delle acque verso valle
tenendole lontane dagli insediamenti costruendo argini, rettificando o tombando canali, escavando
sedimenti e tagliando la vegetazione ripariale, spostando le pericolosità nei tratti finali dei fiumi; tutto ciò
ha spesso influito negativamente sugli habitat presenti, sull'ecologia e sulla morfologia dei corsi d'acqua.
Anche rispetto alle inondazioni sono stati eseguiti interventi per arrestare le dinamiche fluviali quali sponde,
briglie, escavazioni, generando a monte e a valle importanti fenomeni erosivi.
Le possibili azioni di gestione che mediano gli obiettivi di qualità e gli obiettivi di sicurezza possono essere di
tipo Strutturale (individuate per tratti) o Non Strutturale (riguardano una fascia di mobilità planimetrica o
prevedono il non‐intervento).
In particolare le “azioni strutturali” indicate per i tratti del fiume Potenza sono:
Eliminazione/arretramento degli argini per la riconnessione della piana inondabile al corso d'acqua
Ripristino di piana inondabile mediante abbassamento di superfici terrazzate
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 9
Forestazione della piana inondabile per rallentare i deflussi
Riattivazione della dinamica planimetrica mediante interventi sulle difese spondali con eventuale allargamento dell’alveo e/o riapertura di canali secondari
Aumento dell'apporto di sedimenti dai versanti
Rimozione o modifica strutturale di briglie o soglie
Recupero della sinuosità
Le “azioni non strutturali” consistono in:
Definizione di una fascia di mobilità planimetrica
Non intervento
3_Nella individuazione progettuale delle opere di bonifica che legano lo sviluppo del territorio per fini
agricoli e produttivi alla sua salvaguardia, il Consorzio di Bonifica delle Marche ha sviluppato uno studio ed
un'applicazione progettuale sul fiume Foglia. L'impostazione del lavoro “Studio Naturale Esondazione
Foglia” (UniUrb, 2017 / ‐ Allegato 8 /PGB) inizia con una serie di analisi conoscitive (ambientali, idrologiche e
fluviali) che consentono di identificare le principali criticità idrogeologiche e successivamente le possibili
soluzioni per la riduzione del rischio idraulico attraverso la capacità naturale di laminazione del fiume. Le
aree individuate a tali scopi consentono di ottimizzare l'esondazione naturale del fiume senza modificarne la
dinamica fluviale, e al tempo stesso di applicare una riqualificazione integrata rispetto al paesaggio naturale
(potenziamento del patrimonio botanico vegetazionale), all'ambiente ecologico (incremento aree umide e
habitat connessi) e all'utilizzo antropico indiretto (riqualificazione elementi lineari naturali che favoriscono
la permeabilità della matrice agricola).
Il metodo di studio utilizzato, esportabile anche per altri fiumi del territorio, perimetra tutte le aree
potenzialmente utili per questa finalità, calcola la loro capacità di laminazione assoluta e relativa rispetto a
quella attuale, ne quantifica i costi/benefici in riferimento a diverse variabili che potrebbero intervenire per
orientare la scelta prioritaria di una o altra realizzazione, e ne segue periodicamente il monitoraggio
contribuendo al controllo del rischio idrogeologico del territorio.
Nel marzo 2018 il Consorzio ha ricevuto delega da parte della Regione Marche, come soggetto attuatore,
per l’espletamento delle attività relative agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per un primo
intervento sul fiume Foglia a difesa del centro urbano di Pesaro (finanziamento: 2.206.108,26 euro).
Questo progetto costituisce il primo stralcio funzionale di un Progetto di fattibilità tecnico‐economico sul
fiume Foglia che prevede la possibilità di realizzare aree di laminazione a monte della zona urbanizzata di
Pesaro, con una duplice valenza idraulica e paesaggistica, in quanto interessanti sia le operazioni idrauliche
che quelle legate all'ecosistema.
Gli interventi previsti, da specificare con progettualità esecutive ed integrate, daranno inoltre un
fondamentale contributo alla ricostituzione della Rete Ecologica delle Marche in un'area a basso indice di
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 10
naturalità e avranno il compito di connettere i corridoi verso il mare Adriatico e verso l'interno del
Montefeltro.
Restano inoltre in capo al Consorzio di Bonifica delle Marche tutte le attività ordinarie che gestisce dal
momento della sua costituzione ad oggi, così come disciplinato dal R.D. 215/1933, dalla L.R. 13/2013 e dai
piani di classificazione e di riparto della contribuenza per i ruoli di bonifica ed irrigui già approvati e in corso
di validità. In particolare si fa riferimento alle seguenti azioni:
Manutenzione del reticolo idraulico
Tale attività di rilevanza pubblica è volta a garantire la sicurezza idraulica del territorio, la difesa del
suolo, la manutenzione del territorio, la tutela e valorizzazione delle attività agricole, dell'ambiente
e delle sue risorse naturali. Le operazioni sono gestite dal Consorzio attraverso l'applicazione dei
criteri stabiliti dal Piano di Classifica degli immobili e dal Piano di Riparto degli immobili. (Allegato 1,
Allegato 2 /PGB)
Irrigazione
L'attività consiste nella gestione di un sistema acquedottistico per le attività agricole articolato in
vasche di testata, compenso e regolazione collegate ad una rete di canali di scorrimento, impianti di
sollevamento, linee di pressione, che consente di raggiungere direttamente gli utenti consorziati dei
comprensori irrigui. A supporto della rete, come riserva per i periodi siccitosi, il Consorzio gestisce
inoltre 5 invasi artificiali e un'opera di derivazione in sinistra del fiume Tronto (traversa).
Gestione degli invasi
L'erogazione del servizio irriguo collettivo viene coadiuvata dalla presenza di 5 opere idrauliche
(dighe) nei comprensori dei principali bacini fluviali del Foglia, del Musone, dell'Aso (al quale si
aggiunge quella nel sottobacino di Rio Canale) e del Tenna, utili anche a costituire volume di
laminazione nella gestione di eventi di piena per la salvaguardia dei territori a valle. (Allegato 5
/PGB)
Altri invasi sono costituiti dalle Vasche di compenso e regolazione collegate all'articolata e diffusa
rete irrigua valliva.
Tali attività svolte ordinariamente dal Consorzio costituiscono una concreta azione di governo del territorio
e non un nuovo obiettivo da raggiungere: saranno considerate interagenti con la progettazione del PGB ma
restano escluse dalla procedura di valutazione ambientale.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 11
Normativa di riferimento, scopo e impostazione del documento
Ambito di applicazione della VAS
Normativa di riferimento in materia di VAS
Normativa di riferimento per elaborazione, adozione e approvazione del PGB
Scopo e impostazione del documento
Ambito di applicazione della VAS
La VAS in oggetto consiste nella valutazione ambientale del Piano Generale di Bonifica che potrebbe avere
un impatto significativo sull'ambiente ed ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione di questo,
contribuendo all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, adozione ed
approvazione del piano stesso, assicurando che sia coerente agli obiettivi di sostenibilità e contribuisca alle
condizioni per uno sviluppo sostenibile.
Pertanto il presente documento ha avuto avvio contestualmente al processo di elaborazione del PGB in
modo da accompagnare adeguatamente le scelte di piano rispetto ai processi di valutazione e di
comunicazione, laddove le consultazioni possano essere condotte in fase di formulazione degli obiettivi e
dei contenuti del piano. Il processo di VAS rispetta anche il principio di razionalizzazione dei procedimenti
così da evitare possibili duplicazioni: in questo senso la consultazione con i SCA già dalle prime fasi consente
la valutazione delle fonti informative individuate come supporto alla valutazione e alla redazione del
Rapporto Ambientale, che costituisce il documento centrale del percorso di VAS.
Il PGB per i suoi contenuti e finalità necessita di sottoporsi a procedura di Valutazione Ambientale
Strategica, sia per norme nazionali che regionali.
Ai sensi dell’art. 6, comma 2, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. il PGB rientra tra i piani soggetti a valutazione
<<che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo,
forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle
telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il
quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la
realizzazione dei progetti elencati negli Allegati III (Progetti di competenza delle Regioni.....) e IV (Progetti
sottoposti a Verifica di Assoggettabilità di competenza delle Regioni......)>>
Ai sensi della DGR delle Marche n.1813/2010 “Aggiornamento delle Linee Guida Regionali per la Valutazione
Ambientale Strategica di cui alla DGR n.1400/2008 e adeguamento al D.Lgs. 152/2006 così come modificato
dal D.Lgs. 128/2010”, il PGB viene sottoposto a valutazione di livello regionale.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 12
Normativa di riferimento in materia di VAS
Livello Comunitario:
Direttiva Europea 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001,
concernente la “Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”.
La Direttiva ha «l'obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di
contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e
dell'adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando
che [ … ] venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che
possono avere effetti significativi sull'ambiente» (art. 1).
La normativa pone attenzione allo stato ambientale del territorio sottoposto a pianificazione,
valutando anche la possibile “alternativa 0” (assenza di piano); all'utilizzo di indicatori per
valutare gli effetti delle scelte di piano; alle possibili problematiche inerenti la gestione dei siti
afferenti alla Rete Ecologica Europea Natura 2000 (SIC, ZPS, ZSC) istituite ai sensi delle Direttive
78/409/CE e 92/43/CE.
Livello Statale:
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152, Decreto di recepimento della Direttiva Comunitaria,
recante “Norme in materia ambientale”.
Detto Decreto conferma gli ambiti di applicazione e le procedure presenti nella Direttiva e
suggerisce disposizioni specifiche per Valutazioni Ambientali Strategiche in sede statale o in
sede regionale e provinciale.
Decreto Legislativo n.4 del 16 gennaio 2008 “Ulteriori disposizioni correttive e integrative del
D.Lgs.152/2006 recante norme in materia ambientale”.
L'atto pone particolare attenzione all'inserimento, tra i principi generali, di quello concernente
l'azione ambientale da parte di tutti (enti pubblici, enti privati, persone fisiche e giuridiche) a
garanzia della tutela dell'ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale, e lo
'sviluppo sostenibile' in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli
ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attivita'
umane.
Decreto Legislativo n.128 del 29 giugno 2010 “Modifiche e integrazioni al D.Lgs.152/2006 a
norma dell’art.12 della Legge 18 giugno 2009, n.69”.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 13
Viene introdotta nel testo unico in modo articolato l’Autorizzazione Integrata Ambientale e per
la VAS i principi di terzietà, di integrazione, di non duplicazione e di partecipazione.
Livello Regionale:
Le prime disposizioni normative regionali in tema di VAS sono state:
Legge Regione Marche n.6 del 12 giugno 2007 “Modifiche ed integrazioni alle Leggi
regionali. ‐ Disposizioni in materia ambientale e Rete Natura 2000”.
D.G.R. 561/2008 Atto di indirizzo interpretativo e applicativo in riferimento a Dir.
2001/42/CE, D.Lgs. 152/2006, L.R. 6/2007 e D.Lgs. 4/2008.
Deliberazione Giunta Regionale delle Marche n.1400 del 20 ottobre 2008 “Linee Guida
Regionali per la Valutazione Ambientale Strategica” (revocata).
Deliberazione Giunta Regionale delle Marche n.1813 del 21/12/2010 “Aggiornamento
delle Linee guida regionali per la Valutazione Ambientale Strategica” di cui alla DGR
1400/2008 e adeguamento al D.Lgs.152/2006 così come modificato dal D.Lgs.128/2010”
che aggiorna le linee guida precedenti per adeguarle alle modifiche apportate alla
normativa in materia dal D.lgs.128/2010, e che costituisce il riferimento ultimo per la
redazione delle VAS.
Sulla base delle indicazioni ivi contenute viene redatto anche il presente documento.
Normativa di riferimento per elaborazione, adozione e approvazione del PGB
Il Piano Generale di Bonifica oggetto della presente valutazione ambientale viene disciplinato dalla Legge
Regionale delle Marche n.13 del 17/06/2013 “Riordino degli interventi in materia di Bonifica e di Irrigazione.
Costituzione del Consorzio di Bonifica delle Marche e fusione dei Consorzi di Bonifica del Foglia, Metauro e
Cesano, del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, dell’Aso, del Tenna e del Tronto.”
Secondo la norma regionale il PGB stabilisce per ognuno dei 6 Comprensori in cui è articolato il territorio
regionale ai fini della bonifica (art.4):
a) le linee di intervento della bonifica;
b) le opere di bonifica di competenza pubblica da realizzare, indicandone le priorità, i tempi di
realizzazione ed il costo presunto;
c) le opere idrauliche di competenza privata;
d) le reti di irrigazione;
e) gli indirizzi per gli interventi di miglioramento fondiario e per gli interventi di bonifica di
competenza privata ivi compresa la viabilità vicinale, poderale e interpoderale.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 14
Secondo l'intesa Stato Regioni del 2008 la Regione Marche riconosce la bonifica come attività per lo
sviluppo economico, per la sostenibilità ambientale, per la tutela delle risorse idriche e per la difesa
idraulica (art.1), e disciplina il riordino delle attività di bonifica, di miglioramento fondiario e di irrigazione
attraverso la riorganizzazione dei consorzi di bonifica preesistenti.
In quest'ottica non appare incoerente l'aggancio dei contenuti del PGB anche ad altre normative (cfr. cap.3
del PGB) che nel tempo hanno interessato e disciplinato in vario modo le attività di bonifica:
Regio Decreto n. 368/1904 ‐ Regolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosi, che
affianca alla bonifica idraulica la possibilità di realizzare strade, arginature di fiumi e rimboschimenti
a supporto di questa;
Regio Decreto n. 215/1933 ‐ Nuove norme per la bonifica integrale, che prevede la pianificazione
delle operazioni di bonifica, la loro esecuzione, la manutenzione e la gestione delle opere pubbliche
comprese quelle relative all'irrigazione;
Regio Decreto n. 1755/1933 ‐ Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici,
che individuando le acque pubbliche e gli utilizzatori finali, tra cui i Consorzi di bonifica con funzione
di utilizzazione idrica;
Costituzione della Repubblica Italiana (01/01/1948), che con la finalità di conseguire uno
sfruttamento del suolo razionale e di stabilire equi rapporti sociali, promuove ed impone la bonifica
delle terre;
Legge 18 maggio 1989, n.183 ‐ Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del
suolo, per il quale i Consorzi concorrono con altri soggetti attraverso attività di risanamento delle
acque, fruizione e gestione del patrimonio idrico, tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi;
Legge 5 Gennaio 1994, n.36 ‐ Disposizioni in materia di risorse idriche, che dà facoltà ai Consorzi di
bonifica di realizzare e gestire reti irrigue, acquedotti rurali, impianti per l'uso dei reflui in
agricoltura, impianti di bonifica;
D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152 ‐ Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento, che consente
ai Consorzi di bonifica di concorrere al risanamento delle acque anche al fine del loro utilizzo per
l'irrigazione;
D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 ‐ Norme in materia ambientale, che nella parte relativa alla tutela delle
acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche, cita i Consorzi di Bonifica come
concorrenti all'attività.
Riferimenti normativi su attività e operazioni legate ai temi strutturanti del Piano Generale di Bonifica e
sull'articolazione delle competenze locali di gestione di tali aspetti (Regione, Consorzi, etc) possono essere
rintracciati anche in alcune leggi della Regione Marche quali:
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 15
L.R. 3 maggio 1985 n.29 ‐ Norme in materia di opere idrauliche di competenza regionale, che
classifica le opere idrauliche relative a bacini idrografici non interregionali nella terza categoria e
riefrisce la loro progettazione e realizzazione alla Regione;
L.R. 25 maggio 1999 n.13 ‐ Disciplina regionale della difesa del suolo, che istituisce l'Autorità di
Bacino regionale specificandone i compiti relativi alla difesa del suolo, al risanamento delle acque,
alla gestione dei patrimonio idrico per uso economico e sociale e alla tutela di aspetti ambientali
connessi;
L.R. 12 novembre 2012, n.31 ‐ Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua, con la finalità di
assicurare la realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria e ordinaria necessarie per la
prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale rispetto al rischio idrogeologico e agli
squilibri fisico‐ambientali;
L.R. 05 febbraio 2013, n.2 ‐ Norme in materia di rete ecologica delle Marche e di tutela del
paesaggio e modifiche alla Legge Regionale 15 novembre 2010, n.16 'Assestamento del Bilancio
2010', che istituisce la Rete Ecologica delle Marche per la salvaguardia della biodiversità, per
l'incremento della qualità del territorio e la valorizzazione del paesaggio;
L.R. 16 dicembre 2013, n.48 ‐ Disposizioni in materia di manutenzione dei corsi d’acqua, che
metteva in campo l'operato delle Province con progetti finanziati anche da proventi derivanti dalla
valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale provenienti dalla manutenzione
dei fiumi (fino all'emanazione di Linee guida ex LR 31/'12 e degli Indirizzi L.R.2/'13);
Deliberazione Assemblea Legislativa n.100/2014 ‐ Linee Guida per l’elaborazione dei Progetti
Generali di Gestione dei Corsi d’acqua, che riporta l'approvazione di detti piani alle Province (delega
LR 31/'12) previo parere vincolante della Regione Marche (ufficio Difesa del Suolo).
Scopo e impostazione del documento
Il presente Rapporto preliminare è finalizzato alla definizione della portata e del livello di dettaglio delle
informazioni da includere nel Rapporto Ambientale (procedura di Scoping) del PGB.
Lo Scoping consiste in un’analisi preliminare finalizzata a definire i riferimenti concettuali e operativi
attraverso i quali si elaborerà la valutazione ambientale. In particolare, nell'ambito di questa fase vanno
stabilite indicazioni di carattere procedurale e indicazioni sui contenuti dell’analisi.
Questa fase prevede, inoltre, un processo partecipativo di base, in collaborazione con la Regione Marche
(Autorità Competente) che coinvolge Soggetti con Competenze Ambientali (SCA) potenzialmente interessati
all'attuazione del piano, affinché condividano il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da
produrre e da elaborare, nonché le metodologie per la conduzione dell'analisi ambientale e della
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 16
valutazione degli impatti.
Il momento iniziale di confronto è previsto attraverso la condivisione di questo documento (Rapporto
Ambientale di Scoping) che costituisce il primo atto di definizione del quadro di riferimento per la VAS del
Piano Genarale di Bonifica, avente la finalità di assicurare il coinvolgimento dei Soggetti con Competenza in
materia Ambientale (SCA), che vengono consultati con lo scopo di intervenire nel relativo processo,
esprimendo osservazioni, suggerimenti e/o proposte di integrazione e meglio definire le informazioni da
includere nel Rapporto Ambientale e quindi nel PGB stesso.
Contestualmente verrà attivata la forma partecipativa dell’informazione rivolta a tutti i portatori di
interesse, anche attraverso le Assemblee di Comprensorio che raggruppano rappresentanti dei proprietari
di immobili agricoli, dei proprietari di immobili ad uso industriale, commerciale ed artigianale, membri
designati dai sindaci e membri designati dalle associazioni ambientaliste regionali.
L'articolazione del documento di Scoping è composta da due parti, una prima sezione di carattere generale
e una seconda relativa ai contenuti specifici di delineazione del campo di indagine.
SEZIONE CONTENUTI GENERALI
A. DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA E AMBITO DI INTERVENTO: obiettivi e principali
caratteristiche delle modifiche introdotte al regime attuale, l’ambito di intervento
territoriale e la situazione attuale.
B. NORMATIVA DI RIFERIMENTO: indicazione della normativa considerata come riferimento
per l’elaborazione di questo documento e per la valutazione preliminare degli impatti
finalizzata alle sole consultazioni di scoping.
C. FASI E SOGGETTI COINVOLTI NELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI: individuazione dei
soggetti coinvolti nella consultazione preliminare, esplicitazione delle fasi procedurali e
proposta di Soggetti con Competenze in materia Ambientale.
D. VERIFICA DI COERENZA ESTERNA: elenco dei Piani e dei Programmi pertinenti al PGB in
esame, in relazione all’ambito di intervento territoriale e settoriale dello stesso.
E. AMBITO DI INFLUENZA AMBIENTALE E TERRITORIALE: individuazione degli aspetti
ambientali e dei settori di governo con cui il Piano in fase attuativa potrebbe interagire
determinando impatti e delimitazione dell’area entro cui potrebbero manifestarsi tali
impatti.
F. INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DI RIFERIMENTO:
individuazione, attraverso l’analisi di riferimenti normativi e programmatici sovraordinati,
degli obiettivi di sostenibilità ambientale pertinenti, ovvero degli obiettivi a cui fare
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 17
riferimento per la valutazione degli impatti attesi.
SEZIONE CONTENUTI RELATIVI ALLO SCOPING
A. RAGIONE DELLE SCELTE: lo scoping rappresenta un passaggio preliminare da avviare
antecedentemente all’adozione del PGB in una fase in cui le scelte strategiche non sono
ancora consolidate e quindi possono essere rimesse in discussione. In questa fase sono
indicati gli elementi che hanno portato all’esigenza di modifica o di definizione, nel caso
specifico, dell’assetto programmatico di carattere attuativo a scala locale.
B. IMPOSTAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE: viene riportato un indice di massima che
si intende seguire per la predisposizione del Rapporto Ambientale, impostato tenendo
conto di quanto indicato nelle Linee Guida regionali di cui alla DGR 1813/'10.
C. LIVELLO DI DETTAGLIO DELL’ANALISI E INDIVIDUAZIONE DEGLI INDICATORI: la finalità
dello scoping è quella di stabilire, congiuntamente agli SCA, la portata e il livello di dettaglio
delle informazioni da includere nel rapporto ambientale.
Sulla base degli elementi emersi nella precedente sezione, viene operata una prima
individuazione dei possibili impatti ambientali significativi conseguenti all’attuazione del
PGB in esame; successivamente sono individuati ed elencati gli indicatori di stato
ambientale pertinenti alla descrizione dello stato attuale e della probabile evoluzione degli
aspetti ambientali con cui il PGB potrebbe interagire, nonché la tipologia degli indicatori
utili alla valutazione e al successivo monitoraggio dei possibili effetti.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 18
Fasi e soggetti coinvolti nelle consultazioni preliminari
Fasi del procedimento di verifica di assoggettabilità a VAS
Soggetti coinvolti nelle consultazioni preliminari di Scoping
Soggetti competenti in materia ambientale (SCA)
Fasi del procedimento di verifica di assoggettabilità a VAS
L'articolazione del procedimento, come delineato dai decreti nazionali e regionali delle Marche, è la
seguente:
Fase Preliminare di Scoping
Redazione di un Rapporto ambientale preliminare per definire la portata e il livello di
dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale successivo, riferite allo
stato di avanzamento della redazione del PGB;
Incontri preliminari tra Soggetto proponente (CBM) e Autorità Procedente (Regione
Marche);
Consultazione preliminare tra Soggetto proponente, Autorità Procedente e Autorità
Competente (Regione Marche PF Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali, qualità dell'aria e
protezione naturalistica);
Individuazione dei SCA Soggetti con Competenza Ambientale di concerto con l'Autorità
Procedente per la prima definizione degli indicatori;
Richiesta di riduzione dei tempi di 30 gg entro i quali chiudere la Consultazione della fase di
scoping.
Soggetti coinvolti nelle consultazioni preliminari di Scoping
Soggetto Proponente è il Consorzio di Bonifica delle Marche
Autorità Procedente è la Regione Marche (Giunta Regionale/Assemblea Legislativa)
Autorità Procedente, con gli Uffici della Regione Marche interessati alle tematiche del PGB:
1 ‐ Tutela, gestione e assetto del territorio
2 ‐ Politiche Agro alimentari
3 ‐ Sviluppo e Valorizzazione delle Marche
4 ‐ Protezione Civile
Autorità Competente è la Regione Marche (PF Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali, qualità
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 19
dell'aria e protezione naturalistica)
Soggetti con Competenza Ambientale sono tutte le amministrazioni ed enti pubblici che possono
avere interesse alle ricadute sull'ambiente del PGB (enti territoriali, pubbliche amministrazioni /
associazioni, organizzazioni, etc.)
Occorre precisare che nella presente fase, relativa allo Scoping di VAS, la consultazione preliminare
coinvolgerà i SCA composti da pubbliche amministrazioni ed enti territoriali, riservando la successiva fase di
consultazione sul Rapporto Ambientale al pubblico interessato (associazioni, organizzazioni, etc).
Tuttavia, al fine di rendere gli obiettivi del PGB conosciuti alle realtà territoriali, il Consorzio di Bonifica delle
Marche intende operare una forma di comunicazione/partecipazione istituzionale attraverso le 6 Assemblee
dei Comprensori, previste dallo Statuto del Consorzio, composte da rappresentanti dei proprietari di
immobili agricoli e di immobili produttivi, dei sindaci e delle associazioni ambientaliste regionali.
Soggetti competenti in materia ambientale (SCA)
I Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA) sono definiti su proposta del soggetto proponente ed in
collaborazione tra Autorità Procedente e Competente, in funzione dell’ambito di intervento settoriale e
territoriale del PGB e delle possibili interazioni che le previsioni dello stesso potrebbero avere con
l’ambiente.
Si propone la seguente articolazione:
◦ Ministero dell'Ambiente
Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali Direzione Generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l'Unione Europea e gli organismi internazionali
◦ Autorità di Bacino distrettuale Appennino Settentrionale (AdB nazionale Arno)
◦ Autorità di Bacino distrettuale Appennino Centrale (AdB nazionale Tevere)
◦ Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Segretariato Regionale MIBAC per le Marche: ‐Soprintendenza speciale per le aree colpite dal sisma del 2016 ‐Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle Marche
◦ Regione Marche ‐ Giunta Regionale:
Tutela, gestione e assetto del territorio Attività produttive, lavoro e istruzione Politiche agroalimentari Sviluppo e valorizzazione delle Marche
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 20
Protezione civile Politiche sociali e sport
◦ Regione Emilia Romagna (Settori competenti in materia di ambiente)
◦ Regione Toscana (Settori competenti in materia di ambiente)
◦ Regione Umbria (Settori competenti in materia di ambiente)
◦ Regione Abruzzo (Settori competenti in materia di ambiente)
◦ Provincia di Pesaro‐Urbino (Servizi competenti in materia di ambiente)
◦ Provincia di Ancona (Servizi competenti in materia di ambiente)
◦ Provincia di Macerata (Servizi competenti in materia di ambiente)
◦ Provincia di Fermo (Servizi competenti in materia di ambiente)
◦ Provincia di Ascoli Piceno (Servizi competenti in materia di ambiente)
◦ Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini
◦ Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
◦ Enti gestori di Parchi Naturali Regionali
◦ Enti gestori di Riserve Naturali Statali
◦ Enti gestori di Riserve Naturali Regionali
◦ Comuni dei 6 Comprensori di Bonifica
◦ Assemblee di Ambito Territoriale Ottimale delle Marche
◦ Unioni Montane delle Marche
◦ Gruppi di Azione Locale delle Marche
◦ Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare delle Marche
◦ ANAS Area Compartimentale Marche
◦ Autostrade per l'Italia
◦ Ferrovie dello Stato Italiane
◦ Gestori Trasporto Pubblico Locale delle Marche
◦ Carabinieri Nucleo Forestale Comando Regionale / Comando Stazioni
◦ Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche
◦ Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 21
Verifica di coerenza esterna
Rapporto con Piani e Programmi di Livello Nazionale e Interregionale
Rapporto con Piani e Programmi di Livello Regionale
Sono indicati e analizzati una serie di piani e programmi ritenuti pertinenti al PGB, in considerazione
dell’ambito territoriale e settoriale di intervento dello stesso.
La relazione stabilita dal PGB con tali strumenti consente di verificare la compatibilità degli obiettivi del
piano stesso rispetto alle linee di programmazione regionali e di settore in materia di tutela dell'ambiente e
del territorio, evidenziando anche eventuali incongruenze e/o eventuali sovrapposizioni di intenti che
potranno essere considerate come “invarianti” alla progettazione o come motivo di non coerenza.
Il confronto tra PGB ed il quadro pianificatorio e programmatico vigente consentirà pertanto di:
Avere un quadro di riferimento sulle varie declinazioni degli obiettivi di sostenibilità ambientale
ai diversi livelli di governo del territorio;
Verificare la coerenza del PGB rispetto a tali obiettivi e decisioni, evidenziando anche eventuali
incongruenze;
Individuare gli elementi già valutati in piani e programmi di diverso ordine che, in quanto tali
dovrebbero essere assunti come elementi invarianti, al fine di evitare duplicazioni o incoerenti
sovrapposizioni.
Nella presente fase di Scoping della VAS vengono individuati documenti di livello Nazionale e Interregionale
rispetto ai quali il PGB si conforma e sui quali costruisce strategie e obiettivi, e documenti di livello
Regionale o d'Area rispetto ai quali il PGB determina relazioni di temi o di ambito.
Rapporto con Piani e Programmi di Livello Nazionale e Interregionale
ENTE SIGLA NOME data
Stato Italia PIN Piano Irriguo Nazionale 2012
Autorità di Bacino distrettuale Appennino Settentrionale (AdB nazionale Arno)
PGRAAS Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del DistrettoIdrografico Appennino Settentrionale
2016
Autorità di Bacino distrettuale Appennino Centrale (AdB nazionale Tevere)
PGRAAC Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del DistrettoIdrografico Appennino Centrale
2016
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 22
Autorità di Bacino distrettuale Appennino Settentrionale (AdB nazionale Arno)
PGA Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico Appennino Settentrionale
2016
Autorità di Bacino distrettuale Appennino Centrale (AdB nazionale Tevere)
PGDAC Piano di Gestione della Risorsa Idrica del Distretto Idrografico Appennino Centrale
2016
ex AdB interregionale del Marecchia‐Conca
PAI Marecchia Conca
PAI ‐ Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino interregionale del Marecchia Conca
‐‐‐
ex AdB interregionale del Tronto (oggi AdB Tevere)
PAI Tronto PAI ‐ Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino interregionale del Tronto
2008
Ente Parco Nazionale Piano per il Parco
Piano del Parco Nazionale dei Monti Sibillini 2002 (CD)
Ente Parco Nazionale Piano del Parco
Piano del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
2017
Ente Parco Piano del Parco
Piano del Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello
2007
Ente Parco PdG Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale Abbadia di Fiastra
‐‐‐
Ente Parco PdG Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo
2014
Ente Parco PdG Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale Montagna di Torricchio
‐‐‐
Programma MATTM Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2017
Programma Mipaaft Programma Nazionale Sviluppo Rurale 2014/2020 2015
Programma MATTM Strategia Nazionale per la Biodiversità 2010
Programma MATTM Strategia Nazionale di adattamento ai Cambiamenti Climatici 2013
Per i suddetti Piani e Programmi di livello nazionale e interregionale viene fatta una preventiva verifica di coerenza, come riportato nella tabella sottostante:
STRUMENTO COERENZA
Piano Irriguo Nazionale Viene messa in evidenza la necessità di ottimizzare l’uso della risorsa idrica e di migliorare la protezione ambientale attraverso la riduzione delle perdite e l'incremento di efficienza nella distribuzione dell’acqua. Inoltre, per un più efficace utilizzo della risorsa idrica, si sottolinea la necessità di impiegare le acque reflue provenienti dalle aree urbane, opportunamente trattate, per essere utilizzate per l’irrigazione delle piante arboree, delle colture industriali e per altri usi agricoli. Le linee guida per lo sviluppo del Piano sono:
a) Recupero dell’efficienza degli accumuli per l’approvvigionamento idrico
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 23
b) Completamento degli schemi irrigui c) Sistemi di adduzione d) Adeguamenti delle reti di distribuzione e) Sistemi di controllo e di misura f) Utilizzo delle acque reflue depurate
STRUMENTO COERENZA
Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del Distretto Idrografico Appennino Settentrionale
La Direttiva 2007/60/CE che ha lo scopo di definire, attraverso la conoscenza del rischio di alluvioni, gli strumenti e le regole per affrontare tali eventi. I concetti chiave sono: avere un quadro conoscitivo per valutare la pericolosità, conoscere quanta popolazione è esposta a rischio e quanti beni (scuole, ospedali, infrastrutture, attività, ecc.) sono localizzati in aree pericolose, valutare in un’analisi costi‐benefici la gestione delle risorse per fare opere che rimuovano il rischio. I punti necessari del PGRA sono: ‐analisi preliminare della pericolosità e del rischio alla scala del bacino o dei bacini che costituiscono il distretto; ‐identificazione della pericolosità e del rischio idraulico a cui sono soggetti i bacini del distretto, con indicazione dei fenomeni che sono stati presi in considerazione, degli scenari analizzati e degli strumenti utilizzati; ‐definizione degli obiettivi che si vogliono raggiungere in merito alla riduzione del rischio idraulico nei bacini del distretto; ‐definizione delle misure che si ritengono necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati, ivi comprese anche le attività da attuarsi in fase di evento. I piani di gestione pertanto riguardano tutti gli aspetti legati alla gestione del rischio di alluvioni ed ovvero la prevenzione, la protezione e la preparazione. Comprende al suo interno anche la fase di previsione delle alluvioni e i sistemi di allertamento, oltre alla gestione in fase di evento.
Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del Distretto Idrografico Appennino Centrale
STRUMENTO COERENZA
Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico Appennino
Il Piano di Gestione delle Acque è, ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, il “piano direttore” per tutto quello che concerne la tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali e sotterranee. Rappresenta un’occasione di coinvolgimento per portatori di interesse istituzionali, realtà associative e singoli cittadini, in un percorso di valorizzazione e tutela della risorsa idrica e dei fiumi, al fine di migliorarne le condizioni di uso e la qualità, in un’ottica di fruizione
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 24
Settentrionale sostenibile. Il concetto di tutela della risorsa si è evoluto da azioni volte alla riduzione degli inquinanti nei processi produttivi, per passare a misure che permettessero compatibilità tra le pressioni antropiche e corpi idrici, per giungere, infine, ad azioni che incidano direttamente sul modello di sviluppo, correggendolo nell’ottica della sostenibilità ambientale. Gli effetti del piano non sono soltanto di tutela ma anche gestionali, con significativi risvolti finanziari che pongono problematiche di tipo nuovo rispetto alle altre pianificazioni che insistono sul territorio in materia di programmazione e gestione della risorsa idrica.
Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico Appennino Centrale
STRUMENTO COERENZA
ex PAI ‐ Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino interregionale del Marecchia Conca
Formalmente non pertinente ‐ Dal 17 febbraio 2017, data di entrata in vigore del DM Ambiente 25.10.16 le Autorità di Bacino ex L. 183/'89 sono soppresse e sono costituite le Autorità di Bacino Distrettuale a cui è demandata la pianificazione di tale bacino.
STRUMENTO COERENZA
ex PAI ‐ Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino interregionale del Tronto
Formalmente non pertinente ‐ Dal 17 febbraio 2017, data di entrata in vigore del DM Ambiente 25.10.16 le Autorità di Bacino ex L. 183/'89 sono soppresse e sono costituite le Autorità di Bacino Distrettuale a cui è demandata la pianificazione di tale bacino.
STRUMENTO COERENZA
Piani dei Parchi Nazionali In attesa di esplicitare specifiche azioni progettuali del PGB nel territorio di interesse
STRUMENTO COERENZA
Piani di Gestione siti Natura 2000 (Parchi e Riserve Statali)
In attesa di esplicitare specifiche azioni progettuali del PGB nel territorio di interesse
STRUMENTO COERENZA
Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
Programma del Ministero dell'ambiente (2017) sullo sviluppo sostenibile che opera all'interno di Scelte Generali di Sostenibilità riferite a cinque aree: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 25
Tra queste quelle più attinenti alle finalità del PGB sono:
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico‐sanitarie
Garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali aumentando la biodiversità
Affermare modelli sostenibili di produzione e consumo
Promuovere la salute e il benessere
Creare Comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi e i beni culturali
Conoscenza e partecipazione
STRUMENTO COERENZA
Programma Nazionale Sviluppo Rurale 2014/2020
Programma 2014/2020 del Mipaft per sostenere e sviluppare le potenzialità delle zone rurali. Il Consorzio di Bonifica può accedere ai finanziamenti per il miglioramento della infrastruttura irrigua se la progettazione è conforme a quanto indicato dalle condizioni dettate dal PSRN. 1‐Miglioramento di un impianto irriguo esistente o di un elemento dell’infrastruttura di irrigazione. Sono ammissibili: investimenti su corpi idrici in stato quantitativo buono che offrano un risparmio idrico potenziale compreso fra il 5% ed il25%; mentre per gli elementi valutati in stato non buono oltre alle condizioni di cui sopra l’investimento deve assicurare una riduzione effettiva del consumo di acqua pari ad almeno il 50% del risparmio idrico potenziale reso possibile dall’investimento. 2‐Aumento netto della superficie irrigata. Un aumento di superficie è ammissibile: se collegata ad un corpo idrico in stato più che buono oppure associata ad un investimento su di un impianto esistente o in un elemento dell’infrastruttura di irrigazione che assicuri le condizioni di cui sopra (risparmio potenziale compreso fra il 5% ed il 25% e riduzione effettiva del consumo di acqua pari ad almeno il 50% del risparmio potenziale).
STRUMENTO COERENZA
Strategia Nazionale per la Biodiversità
La Strategia è incentrata sull’obiettivo di fermare la perdita di biodiversità entro il 2020. Per il suo conseguimento è stata articolata intorno a tre tematiche:
biodiversità e servizi ecosistemici,
biodiversità e cambiamenti climatici
biodiversità e politiche economiche L'aspetto prioritario di attuazione della conservazione della biodiversità, declinato nella salvaguardia e nel recupero dei servizi
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 26
ecosistemici e nel loro rapporto essenziale con la vita umana, può essere compiuto attraverso la realizzazione di tre Obiettivi strategici entro il 2020:
garantire la conservazione della biodiversità, intesa come la varietà degli organismi viventi, la loro variabilità genetica ed i complessi ecologici di cui fanno parte, ed assicurare la salvaguardia e il ripristino dei servizi ecosistemici al fine di garantirne il ruolo chiave per la vita sulla Terra e per il benessere umano.
ridurre sostanzialmente nel territorio nazionale l’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, definendo le opportune misure di adattamento alle modificazioni indotte e di mitigazione dei loro effetti ed aumentando le resilienza degli ecosistemi naturali e seminaturali.
integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche economiche e di settore, anche quale opportunità di nuova occupazione e sviluppo sociale, rafforzando la comprensione dei benefici dei servizi ecosistemici da essa derivanti e la consapevolezza dei costi della loro perdita
Il tema della biodiversità risulta trasversale a numerose politiche di settore, che determinano una coerenza con le seguenti aree di lavoro:
Specie, habitat, paesaggio;
Aree protette;
Risorse genetiche;
Agricoltura;
Foreste;
Acque interne;
Ambiente marino;
Infrastrutture e trasporti;
Aree urbane;
Salute;
Energia;
Turismo;
Ricerca e innovazione;
Educazione, informazione, comunicazione e partecipazione;
L’Italia e la biodiversità nel mondo.
STRUMENTO COERENZA
Strategia Nazionale di adattamento ai Cambiamenti Climatici
Per affrontare adeguatamente le conseguenze degli impatti dei cambiamenti climatici e per garantire che le misure di adattamento siano efficaci e tempestive occorre mettere in atto un approccio strategico tra i vari settori e livelli di governo interessati. La Strategia ha come Obiettivo principale l'elaborazione di una visione nazionale su come affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici,
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 27
l'individuazione di un set di azioni ed indirizzi per farvi fronte, affinchè sia possibile ridurre al minimo i rischi, proteggere la salute e il benessere e i beni della popolazione e preservare il patrimonio naturale, mantenere o migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche. Gli impatti attesi più rilevanti nei prossimi decenni potranno essere provocati da un innalzamento eccezionale delle temperature, da un aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, da una riduzione delle precipitazioni annuali medie e dei flussi fluviali annui. Le aree d'azione della strategia, individuate secondo la loro rilevanza socio‐economica e ambientale e la loro vulnerabilita agli impatti dei cambiamenti climatici, riguardano:
Risorse idriche (quantità e qualità)
Desertificazione, degrado del territorio e siccità
Dissesto idrogeologico
Biodiversità ed ecosistemi
Foreste
Agricoltura, acquacoltura e pesca
Zone costiere
Turismo
Salute (rischi e impatti dei cambiamenti climatici, determinanti ambientali e meteo‐climatiche)
Insediamenti urbani
Infrastruttura critica (patrimonio culturale, trasporti, industrie pericolose)
Energia (produzione e consumo)
Rapporto con Piani e Programmi di Livello Regionale e sub regionale
ENTE SIGLA NOME DATA
Autorità di Bacino Regionale. Unit of Management: AdB MARCHE
PGRA Piano di Gestione del Rischio Alluvioni 2016
ex Autorità di bacino regionale PAI marche
Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini regionali delle Marche
2004
Regione Marche PPAR Piano Paesistico Ambientale Regionale 1989 Regione Marche PIT Piano di Inquadramento Territoriale 2000
Regione Marche REM Rete Ecologica Regionale 2013 Rete Ecologica Regionale ‐ Indirizzi 2018
Regione Marche PTA Piano di Tutela delle Acque 2010
Regione Marche PRGR Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti 1999
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 28
Regione Marche PEAR Piano Energetico Ambientale Regionale 2020
2016
Regione Marche PFR Piano Forestale Regionale 2009 Regione Marche PRA Piano Regolatore degli Acquedotti 2014
Regione Marche GIZC Piano per la Gestione Integrata delle Zone Costiere
2018
Regione Marche PRAE Piano Regionale delle Attività Estrattive 2002
Regione Marche PRB Piano Bonifica Aree Inquinate 2010
Regione Marche PRMQA Piano di risanamento e di mantenimento della qualità dell'aria
2010
Regione Marche PRC Piano Regionale per il Clima 2007 Regione Marche PAERCA Piano di Risanamento dell’Area ad elevato
rischio di crisi ambientale di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino (AERCA)
2005
Regione Marche/Protezione Civile Piani di emergenza ‐‐‐‐ Provincia di Pesaro e Urbino PTC Piani Territoriali di Coordinamento
Provinciale 2000 2011
Provincia di Ancona PTC Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale
2003 2008
Provincia di Macerata PTC Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale
2000 2012
Provincia di Fermo PTC Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale
2015
Provincia di Ascoli Piceno PTC Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale
2000 2006 2010
Ente gestore PdG Piano di gestione dei siti Natura 2000 inclusi all'interno del territorio del Parco del Conero
2016
Ente Parco Piano del parco
Piano del Parco Naturale del Monte San Bartolo
2010
Ente Parco Piano del Parco
Piano del Parco Naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi
2007
Ente Parco PdG Piano di Gestione della Riserva Regionale Oasi WWF Ripa Bianca di Jesi
2016
Ente Parco PdG Piano di Gestione della Riserva Naturale Regionale della Sentina
2014
Ente Parco PdG Piano di Gestione della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e Monte Canfaito
2014
Programma regionale Programmi di sviluppo rurale regionale 2014‐2020 2018
Programma regionale Programma Quinquennale Regionale Aree Protette (2016/2020)
2016
Programma regionale Programma di azione delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola
2007
Programma regionale Piano Triennale della Cultura 2017/2019 2017
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 29
Programma regionale Strategia Regionale d’Azione Ambientale per la sostenibilità
2007
Programma regionale Geografia delle Pressioni Ambientali 2009
Programma regionale Programma Operativo Regionale POR FEASR 2014/'20 2017
Per i suddetti Piani e Programmi di livello regionale o di ambito minore, viene fatta una preventiva verifica di coerenza, come riportato nella tabella sottostante:
STRUMENTO COERENZA
Piano di Gestione del Rischio Alluvioni
Gli obiettivi assunti dal PRGA sono stati ricavati dagli elementi conoscitivi delle mappe di pericolosità e del rischio redatte ai sensi dell’art.6 della Direttiva 2007/60/CE. Il Piano è uno strumento programmatico che si propone di ridurre le potenziali conseguenze negative che le alluvioni possono avere sulla salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e l’attività economica. Obiettivi per la Salute Umana: riduzione del rischio per la vita e mitigazione dei danni ai sistemi che assicurano la sussistenza e l’operatività dei sistemi strategici. Obiettivi legati all’Ambiente: riduzione del rischio per le aree protette e mitigazione degli effetti negativi per lo stato ecologico dei corpi idrici (di cui alla Direttiva 2000/60/CE) dovuti al possibile inquinamento in caso di eventi alluvionali. Obiettivi per il Patrimonio Culturale: riduzione del rischio per beni culturali, storici, archeologici ed architettonici esistenti e mitigazione dei possibili danni dovuti ad eventi alluvionali. Obiettivi legati alle Attività Economiche: mitigazione dei danni alla rete infrastrutturale primaria, al sistema economico e produttivo, alle proprietà immobiliari e ai sistemi che consentono il mantenimento delle attività economiche.
STRUMENTO COERENZA
ex Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini regionali delle Marche
Formalmente non pertinente ‐ Dal 17 febbraio 2017, data di entrata in vigore del DM Ambiente 25.10.16 le Autorità di Bacino ex L.183/'89 sono soppresse e sono costituite le Autorità di Bacino Distrettuale a cui è demandata la pianificazione di tale bacino. Viene tuttavia riportato il quadro descrittivo che segue, vista l'importanza del tema relativo alla gestione della risorsa idrica. Il Piano si configura come stralcio funzionale del settore della pericolosità idraulica ed idrogeologica del Piano di Bacino di cui alla L. 183/'89. L’ambito di applicazione del PAI è relativo ai bacini idrografici regionali (esclusi bacini idrografici di competenza delle Autorità di Bacino Nazionale del F. Tevere, Interregionale del F. Tronto e
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 30
Interregionale dei Fiumi Marecchia e Conca). Il Piano incide prevalentemente sulla gestione della risorsa idrica, perseguendo le seguenti finalità:
sistemazione, conservazione e recupero del suolo con interventi idrogeologici, idraulici, idraulico‐forestali, idraulico‐agrari, di forestazione e di bonifica, anche attraverso processi di recupero naturalistico, botanico e faunistico;
difesa, sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua, dei rami terminali dei fiumi, delle foci nel mare e delle zone umide;
moderazione delle piene anche mediante serbatoi di invaso, vasche di laminazione, casse di espansione, scaricatoi, scolmatori, diversivi o altro, per la difesa dalle inondazioni e dagli allagamenti;
difesa e consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitanti e delle infrastrutture contro i movimenti franosi, le valanghe e altri fenomeni di dissesto;
utilizzazione delle risorse idriche in modo compatibile con il rischio idrogeologico;
svolgimento di servizi di piena e pronto intervento idraulico;
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere funzionali al corretto assetto idrogeologico;
regolamentazione dei territori ai fini della tutela ambientale, anche attraverso l’individuazione dei criteri per la salvaguardia e la conservazione delle aree demaniali e la costituzione di parchi e/o aree protette fluviali e lacuali;
riordino del vincolo idrogeologico;
attività di prevenzione e di allerta;
realizzazione degli interventi necessari al ripristino dell’assetto idraulico, secondo l’adozione di una specifica “porta di progetto” del corso d’acqua;
riduzione delle situazioni di dissesto idrogeologico;
prevenzione dei rischi idrogeologici;
individuazione e ripristino delle aree di esondazione naturali dei corsi d’acqua, mediante l’adozione e la tutela di specifiche fasce di rispetto fluviale, già previste ed indicate dal PPAR e da definire in tutto il territorio dei bacini regionali.
STRUMENTO COERENZA
Piano Paesistico Ambientale Regionale
L’obiettivo generale del piano è “una politica di tutela del paesaggio coniugando le diverse definizioni di paesaggio immagine, paesaggio geografico, paesaggio ecologico in una nozione unitaria di paesaggio‐ambiente che renda complementari e interdipendenti tali diverse definizioni”. Gli obiettivi specifici perseguiti:
il riconoscimento del valore culturale del paesaggio;
il recupero del tessuto urbano in tutte le sue parti, scoraggiando la crescita dimensionale del costruito che
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 31
frammenta il territorio e finisce per distruggerne l’identità;
il mantenimento degli equilibri più delicati esistenti fra naturale e costruito;
la coniugazione della tutela dell’ambiente con la presenza dell’uomo;
la tutela del paesaggio agricolo, particolarmente laddove si abbia contiguità con gli insediamenti storici.
Per raggiungere tali obiettivi il piano descrive in modo articolato il territorio regionale:
“sottosistemi tematici” (geologico‐geomorfologico‐idrogeologico; botanico‐vegetazionale; e storico‐culturale), per ognuno dei quali vengono evidenziati condizioni di rischio, obiettivi e indirizzi della tutela;
“sottosistemi territoriali”, distinti per diverso valore: aree A (aree eccezionali), aree B e C (unità di paesaggio di alto valore o che esprimono qualità diffusa), aree D (resto del territorio) e aree V (aree ad alta percettività visuale);
“categorie costitutive del paesaggio”, insieme degli elementi‐base del paesaggio che vengono riferiti ai tre sottosistemi tematici. Il Piano riconosce ambiti di tutela associati alle categorie costitutive del paesaggio ai quali applicare, a seconda dei casi, una tutela integrale o una tutela orientata.
In base a questa articolazione, distingue le azioni progettuali in Indirizzi, Direttive e Prescrizioni.
STRUMENTO COERENZA
Piano di Inquadramento Territoriale
Il piano stabilisce le linee fondamentali di assetto del territorio, assicurando la compatibilità dei programmi e degli indirizzi di sviluppo economico con i contenuti del PPAR relativi alla valorizzazione delle risorse culturali, paesistiche, ambientali e naturalistiche. In particolare riconosce al sistema dei fondovalle fluviali (Metauro, Esino, Chienti e Tronto) il ruolo strategico di essere corridoi vallivi integrati per il riassetto del territorio, nell’ottica dell’integrazione tra strutture produttive e ambientali e quindi della sostenibilità dello sviluppo. Gli obiettivi che stanno alla base del PIT sono da ricondurre alla promozione dell’animazione territoriale e all’intento di riorganizzare e riqualificare il territorio regionale al fine di:
stimolare lo sviluppo solidale delle identità regionali;
migliorare la qualità ambientale esistente e futura;
facilitare l’inserimento dello spazio regionale nel contesto europeo;
accrescere l’efficienza funzionale del territorio;
ridurre gli squilibri infraregionali più gravi;
assicurare efficacia e consensualità alle scelte del piano.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 32
I “cantieri progettuali” assumono la funzione di attivazione di progetti
prioritari alla scala locale e nel loro contesto il piano individua gli ambiti
prioritari per una progettazione del territorio condivisa tra regione,
provincia e comuni e, sostanzialmente, riferibili a interventi
infrastrutturali e di opere pubbliche, le grandi strutture e linee di
comunicazione viarie, ferrovie, marittime ed aeree, i centri di
interscambio modale di persone e merci, le strutture portuali,
annonarie e distributive, gli impianti e le reti per l’energia e le
telecomunicazioni, le sedi ed i centri tecnologici e di altra natura.
STRUMENTO COERENZA
Rete Ecologica Regionale L'analisi, l'interpretazione e la gestione della realtà ecologica regionale
sono contenute nella REM, che mette a disposizione queste
conoscenze per i diversi livelli di pianificazione e programmazione del
territorio, al fine di integrare la conservazione della biodiversità con le
politiche di sviluppo.
La Legge istitutiva della REM individua gli elementi che costituiscono la
rete nelle aree di valenza ecologica già esistenti e disciplinate da
propria normativa (siti Natura 2000, aree floristiche, oasi di protezione
faunistica, ecc.). Non vengono quindi determinati nuovi livelli di
pianificazione e di vincolo territoriale, ma solo messi a sistema gli
elementi della rete (nodi, corridoi, tessuti), tenendo conto della
partizione territoriale ove ricadono (fascia litoranea, rilievi costieri,
pianura, bassa collina, alta collina, montagna).
Per i nodi e le connessioni gli obiettivi sono: rafforzare, ricucire, collegare. Per il tessuto ecologico gli obiettivi sono: tutelare, conservare, riqualificare, potenziare, creare. La Regione, con DGR 1288/2018 ha approvato gli indirizzi per il recepimento della REM, che definiscono le modalità di raccordo con gli altri piani e un supporto operativo per le Amministrazioni, gli Enti gestori delle Aree Protette, gli Enti che operano nella gestione del territorio, ai fini dell'attuazione a scala territoriale locale delle reti ecologiche, ma anche come strumento di conoscenza e di interpretazione dell'ambiente regionale e della sua biodiversità per la cittadinanza.
STRUMENTO COERENZA
Piano di Tutela delle Acque Il piano è finalizzato a conseguire gli obiettivi di qualità e tutela
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 33
dell’intero sistema idrico sia superficiale che sotterraneo. È un piano di settore a cui devono conformarsi tutti i piani, programmi, strumenti territoriali ed urbanistici della regione e le cui Norme hanno carattere vincolante per tutti i soggetti pubblici e privati, per ciò nessun provvedimento autorizzatorio può essere in contrasto con gli obiettivi di tutela qualitativa e quantitativa da esse disciplinati. Le NTA (art.11) definiscono quali sono i corpi idrici significativi, che includono i corsi d'acqua, indicano gli obiettivi di qualità ambientale per i corsi d’acqua significativi (art.12, obiettivi di qualità stabiliti dalle norme comunitarie e nazionali di settore) per i quali si devono mantenere o raggiungere la classe di qualità ambientale corrispondente allo stato “buono” (art. 76 del D.lgs. n.152/06) e, ove esistente il mantenimento dello stato di qualità ambientale “elevato”.
STRUMENTO COERENZA
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti
Il Piano approvato nel 1999 fa sì che risulti non completamente “allineato” all’attuale quadro normativo in continua evoluzione in termini di gestione dei rifiuti (gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati, comune libero da rifiuti, etc.), ma sembrano ancora condivisibili i suoi Obiettivi generali:
Riduzione della produzione di rifiuti;
Riorganizzazione ed ottimizzazione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed assimilati;
Massimizzazione del recupero di materiale;
Minimizzazione della quantità e pericolosità del rifiuto da smaltire;
Annullamento dello smaltimento in discarica del rifiuto indifferenziato entro i termini stabiliti dalla legge;
Miglioramento delle prestazioni tecnico/ambientali degli impianti esistenti.
STRUMENTO COERENZA
Piano Energetico Ambientale Regionale 2020
Il piano è in linea con le finalità del “Piano europeo per l’Energia e il Clima” e persegue i seguenti obiettivi:
La definizione delle modalità con cui la Regione intende far fronte agli obblighi in termini di adeguamento della percentuale di energia rinnovabile sui consumi finali lordi;
La revisione della Strategia Energetica Regionale al 2020, alla luce del mutato contesto socio‐economico.
La principale sfida che la Regione dovrà affrontare nei prossimi anni, in tema energetico, sarà quella del Burden Sharing; ossia il processo di
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 34
regionalizzazione dell’obiettivo di consumo/produzione energetica da fonte rinnovabile attribuito dall’Unione Europea all’Italia. La Regione Marche, dovrà quindi, farsi carico della ripartizione fra le Regioni dello sforzo richiesto all’intera Nazione, per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’UE. Lo scenario di raggiungimento dell’efficienza energetica prefigura il conseguimento dei seguenti obiettivi:
Portare la quota di energia rinnovabile sui consumi finali lordi al 25,8%;
Ridurre i consumi di energia del 20% rispetto lo scenario BAU (Business As Usual: scenario che presuppone di non adottare misure aggiuntive di efficientamento energetico o di incentivazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili)
STRUMENTO COERENZA
Piano Forestale Regionale È lo strumento pianificatorio e programmatico del settore forestale, che ha una valenza pubblica, economica ed ambientale molto rilevante.
Individua, mediante cartografie, le superfici boschive da migliorare e i complessi boschivi da sottoporre a particolari forme di gestione e tutela finalizzate anche alla creazione di aree di collegamento ecologico funzionali alla rete ecologica regionale;
Definisce le tipologie degli interventi pubblici forestali;
Definisce ulteriori interventi di interesse regionale da incentivare;
Contiene i piani colturali tipo per la gestione e la coltivazione dei rimboschimenti e dei miglioramenti forestali realizzati con finanziamento pubblico;
Stabilisce gli indirizzi per la gestione del demanio forestale regionale e le priorità in merito ad eventuali acquisizioni di nuovi terreni al demanio;
Contiene gli indirizzi selvicolturali per la gestione sostenibile delle risorse forestali;
Individua le risorse disponibili e gli interventi da realizzare, indicandone i beneficiari, l’intensità e il massimale di aiuto, le spese ammissibili ed i soggetti attuatori, nonché le priorità e i criteri per la concessione dei finanziamenti. Gli interventi finanziati al cento per cento possono essere affidati solo a enti pubblici.
Il Piano intende attuare le linee guida di programmazione forestale
tramite il miglioramento della competitività del settore forestale,
l’incremento e l’uso sostenibile dei servizi e dei prodotti forestali, il
mantenimento e l’accrescimento della biodiversità, l’immobilizzazione
del carbonio ed il miglioramento della qualità della vita.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 35
STRUMENTO COERENZA
Piano Regolatore degli Acquedotti
Risulta di rilevante importanza eliminare le perdite e lo spreco del sistema acquedottistico, per ottimizzare la gestione della risorsa idrica; fondamentali sono il monitoraggio e il controllo delle dispersioni e la previsione di una riduzione delle perdite. In generale, le azioni per ottimizzare il servizio ed eliminare anomalie e disfunzioni strutturali nel sistema di distribuzione della risorsa sono:
Regolazione della pressione di rete
Regolazione dei serbatoi di accumulo
Interconnessioni delle reti In merito all’ultimo punto, per perseguire l’interconnessione delle reti acquedottistiche, gli obiettivi individuati sono:
Bilanciare l’approvvigionamento della risorsa in un’ottica di gestione complessiva ed unitaria
Abbandonare le numerose font instabili dal punto di vista quali‐quantitativo
Integrare la rete per superare lo stato di carenza strutturale del sistema per alcune realtà, al fine di prevenire le frequenti situazioni di crisi idrica.
STRUMENTO COERENZA
Piano per la Gestione Integrata delle Zone Costiere
Gli equilibri che sottendono il governo della fascia costiera del territorio regionale sono spesso messi in crisi sia dagli eventi atmosferici, dall'azione del mare che dalle attività antropiche. I temi del piano riguardano la continua e costante interazione tra il territorio litoraneo e le azioni del mare, ossia:
Il trasporto solido
L’equilibrio dinamico
Lo sviluppo sostenibile
La resilienza costiera Gli Obiettivi generali diretti sono:
Agevolare lo sviluppo sostenibile delle zone costiere attraverso una pianificazione razionale delle attività, in modo da conciliare lo sviluppo economico, sociale e culturale con il rispetto dell’ambiente e dei paesaggi;
Preservare le zone costiere a vantaggio delle generazioni presenti e future;
Garantire l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, e in particolare delle risorse idriche;
Assicurare la conservazione dell’integrità degli ecosistemi, dei paesaggi e della geomorfologia del litorale;
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 36
Prevenire e/o ridurre gli effetti dei rischi naturali e in particolare dei cambiamenti climatici, che possono essere provocati da attività naturali o umane;
Conseguire la coerenza tra iniziative pubbliche e private e tra tutte le decisioni adottate da pubbliche autorità, a livello nazionale, regionale e locale, che hanno effetti sull’utilizzo delle zone costiere.
Gli Obiettivi operativi sono costituiti dalle seguenti azioni:
Riordino delle opere di difesa esistenti;
Manutenzione delle opere di difesa esistenti;
Manutenzione della spiaggia (movimentazioni + ripascimento);
Trasformazione del sistema di difesa “radente senza spiaggia” in sistema di difesa “spiaggia protetta”;
Conservazione ove possibile dei tratti di litorale “liberi” da opere di difesa (movimentazioni + ripascimento);
Integrazione dei Piani spiaggia con la direttiva alluvioni;
Riqualificazione del litorale anche a seguito delle attività di ricognizione del demanio marittimo;
Meccanismi di “politica fondiaria” e gestione del territorio per promuovere la GIZC (art. 20 Protocollo del Mediterraneo).
STRUMENTO COERENZA
Piano Regionale delle Attività Estrattive
Il Piano è un documento di indirizzo, programmazione e pianificazione che persegue l’obiettivo di utilizzare correttamente le risorse naturali, all’interno di una corretta programmazione che prevede la salvaguardia dei beni ambientali e naturalistici. Il Piano prevede di:
Censire le cave in attività e quelle dismesse
Individuare i livelli produttivi e stimare i trends evolutivi
Redigere norme di attuazione per una razionale coltivazione e un appropriato uso del materiale per l’esercizio dell’attività estrattiva
Presentare varie direttive per la gestione dei materiali di risulta, il recupero delle cave abbandonate, la gestione delle cave in prestito, il riutilizzo degli inerti, l’adozione di tecniche di escavazione
Produzione di cartografia informatizzata con l’individuazione delle aree dove è vietata l’attività estrattiva e di quelle dove è eventualmente possibile l’esenzione in quanto si è alla presenza di materiali irreperibili o non sostituibili con altri materiali.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 37
STRUMENTO COERENZA
Piano Bonifica Aree Inquinate Il piano è parte integrante del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. L’obiettivo principale è quello di codificare le aree inquinate, esaminandone le caratteristiche e valutandone le priorità. Quindi programmare gli interventi di competenza pubblica, in quanto si può può avere avere sia la casistica privata, e in quel caso è il privato che si accolla la spesa di bonificare il sito inquinato, che pubblica. Il piano deve contenere:
l'ordine di priorità degli interventi deve essere basato su un criterio di valutazione del rischio sanitario ambientale
l'individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristiche generali degli inquinamenti presenti;
l'ordine di priorità di bonifica e risanamento ambientale che privilegino, prioritariamente l'impiego di materiali provenienti da attività di recupero di rifiuti urbani;
la stima degli oneri finanziari;
le modalità di smaltimento dei materiali da asportare.
STRUMENTO COERENZA
Piano di risanamento e di mantenimento della qualità dell'aria
Secondo la Direttiva 1996/62/CE tre sono gli strumenti fondamentali per valutare e gestire la qualità dell’aria:
I sistemi di rilevamento
L’inventario delle sorgenti emissive
I modelli di dispersione Il Piano, redatto in conformità a quanto previsto dalla normativa, ha lo scopo di:
Individuare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualità dell'aria;
Individuare le misure da attuare per il conseguimento degli obiettivi di cui al punto precedente;
Selezionare l'insieme di misure più efficaci e urgenti per realizzare gli obiettivi tenuto conto dei costi, dell'impatto sociale e degli inquinanti per i quali si ottiene una riduzione delle emissioni;
Indicare, per ciascuna delle misure previste delle fasi di attuazione, dei soggetti responsabili dei meccanismi di controllo e, laddove necessarie, delle
Destinare risorse all'attuazione delle misure;
Definire scenari di qualità dell’aria, in relazione alle criticità regionali rilevate;
Indicare le modalità di monitoraggio delle singole fasi
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 38
di attuazione e dei relativi risultati, anche al fine di modificare o integrare le misure individuate, per il raggiungimento degli obiettivi.
STRUMENTO COERENZA
Piano Regionale per il Clima Costituisce parte integrante e sostanziale del I Stralcio del Piano Biennale d’attuazione della Strategia Regionale. Il pacchetto di misure proposte si articola in quattro assi:
Efficienza energetica e
Fonti rinnovabili
Mobilità sostenibile e sviluppo urbano
Uso efficiente delle risorse
Misure trasversali Le proposte di intervento mettono a sistema e rendono più incisive le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici, nell’ottica della piena complementarietà con le misure programmate e finanziate dal POR e dal PSR. I principali macro obiettivi per una politica regionale di adattamento ai cambiamenti climatici possono essere così riassunti:
‐ Natura e biodiversità ‐ Conservare gli ecosistemi ‐ Ridurre l'impatto ambientale ‐ Proteggere il territorio dai rischi idrogeologici ‐ Prevenire la desertificazione ‐ Garantire la gestione integrata della fascia costiera
‐ Ambiente e Salute ‐ Tutelare la popolazione dai rischi sanitari originati da
situazioni di degrado ambientale ‐ Promuovere un sistema integrato per le politiche di
sicurezza ambientale ‐ Uso e gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti
‐ Perseguire una gestione sostenibile della risorsa idrica
Piano di Risanamento dell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino (AERCA)
In attesa di esplicitare specifiche azioni progettuali del PGB nel territorio di interesse
Piani di emergenza ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐
Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale PU / AN / MC / FM / AP
In attesa di esplicitare specifiche azioni progettuali del PGB nei territori di interesse
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 39
Piani dei Parchi (Regionali) In attesa di esplicitare specifiche azioni progettuali del PGB nel territorio di interesse
Piani di Gestione siti Natura 2000 (Regionali)
In attesa di esplicitare specifiche azioni progettuali del PGB nel territorio di interesse
STRUMENTO COERENZA
Programmi di sviluppo rurale regionali 2014‐2020
Il piano opera la scelta di attivare 6 priorità di intervento, definite dall’UE, e i loro rispettivi obiettivi: 1: Innovazione e conoscenze:
‐Stimolare l’apprendimento continuativo e la formazione professionale degli imprenditori e degli operatori delle aree rurali per adeguare le loro competenze a uno sviluppo sostenibile delle aree
‐Sviluppare le conoscenze di base degli addetti al settore agricolo, forestale e alimentare, in particolare su innovazione e cooperazione
‐Rafforzare le relazioni tra il mondo della ricerca e le imprese agricole, forestali e alimentari per aumentare il livello di innovazione produttivo e organizzativo
‐Favorire l’accesso delle imprese agricole a servizi specialistici per supportare le loro scelte in un’ottica di sviluppo sostenibile
2 Competitività e sviluppo: ‐Sostenere la ristrutturazione e l’ammodernamento delle
aziende agricole marchigiane per migliorare la loro competitività attraverso il miglioramento delle produzioni agricole e la diversificazione delle attività
‐Incoraggiare e sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali da parte di giovani agricoltori
3 Filiere:
‐Sostenere la partecipazione degli agricoltori a regimi di qualità, mercati locali, filiere corte e altre associazioni/organizzazioni di produttori per migliorare la competitività
‐Favorire l’accesso delle imprese agricole a regimi di gestione del rischio ed esercizi connessi
4 Ecosistemi:
‐Biodiversità e/o paesaggi
‐Gestione idrica migliore
‐Gestione del suolo e prevenzione dell’erosione 5 Uso efficiente delle risorse:
‐Assicurare che una quota di terreni irrigui utilizzi sistemi più efficienti
‐Sostenere gli investimenti per l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile
‐Assicurare che una quota di terreni agricoli e forestali sia
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 40
oggetto di contratti di gestione per il sequestro e la conservazione del carbonio
6 Inclusione sociale e sviluppo economico:
‐Sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali nelle aree rurali in settori diversi da quello agricolo
‐Promuovere strategie di sviluppo locale nell’ambito dell’approccio bottom up di Leader ovvero attraverso i Gruppi di azione locali (Gal)
‐Favorire l’accesso a servizi essenziali e l’utilizzo di infrastrutture migliori da parte delle popolazioni delle aree rurali attraverso il finanziamento di progetti in ambito Leader
‐Sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali nelle aree rurali attraverso il finanziamento di progetti in ambito Leader
‐Favorire l’accesso a servizi e infrastrutture nuovi e migliorati nel settore delle tecnologie di informazione e comunicazione (TIC) da parte della popolazione delle aree rurali.
Programma Quinquennale Regionale Aree Protette (2016/2020)
Il programma ha l'obiettivo di guidare l’azione della Regione e delle Aree protette verso un positivo assetto in termini sia naturalistico‐territoriali che in un’ottica di sviluppo sostenibile, per tutelare habitat e specie delle Marche, in linea anche con la Strategia Nazionale per la Biodiversità.
Rappresenta lo strumento necessario per permettere al sistema delle Aree Protette una programmazione pluriennale delle attività (e dei finanziamenti) coerentemente agli Obiettivi che le vedono strettamente legate alla REM Rete Ecologica Marche (REM) (per la per la conservazione e lo sviluppo del patrimonio naturale regionale) e alla Infrastruttura Verde Marche (IVeM) (supporto vitale alle funzioni ed alle attività, anche economiche, della società marchigiana.).
Programma di azione delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola
Il programma fornisce indicazioni agli agricoltori e allevatori i cui terreni ricadono nelle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola individuate dalla Regione Marche, da essa individuate.
Riguarda una serie di divieti, prescrizioni, modalità di utilizzazione agronomica, norme relative alla gestione della fertilizzazione e ad altre pratiche agronomiche effettuate nelle aziende non zootecniche, e norme per il sistema di gestione per la corretta utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici.
Piano Triennale della Cultura 2017/2019
La Regione indica la programmazione triennale attraverso azioni declinate in base ai propri Obiettivi Strategici sulla cultura. I principi generali di indirizzo sono:
Cultura come fattore di sviluppo locale
Cultura come fonte di occupazione qualificata
Cultura nello sviluppo della funzione ducativa Cultura‐Turismo, la possibile nuova locomotiva dello sviluppo
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 41
economico regionale
Gli ambiti di intervento sono: Patrimonio culturale; Produzione culturale e arte contemporanea; Spettacolo dal vivo; Cinema e audiovisivo; Imprese creative ed innovazione; Sviluppo e valorizzazione diffusa del territorio. Nell'ultimo ambito “Sviluppo e valorizzazione diffusa del territorio” rientrano i “Progetti integrati per la valorizzazione delle aree interne”.
Strategia Regionale d’Azione Ambientale per la sostenibilità
La strategia fissa una serie di obiettivi e azioni in quattro aree di interesse, indirizzando la programmazione regionale verso uno sviluppo economico e sociale che tenga conto della dimensione ambientale:
Clima e atmosfera
Natura e biodiversità
Ambiente e salute
Uso e gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti
Geografia delle Pressioni Ambientali
Lo studio individua le aree a diversa pressione ‐ criticità ambientale nel territorio della regione Marche e prende in esame 23 indicatori di stato e di pressione ambientale. I temi considerati sono quattro attinenti alle componenti ambientali (Aria, Acqua, Suolo e Natura) e quattro alle attività antropiche (Insediamenti, Industria, Turismo e Rifiuti). I differenti livelli sono identificati attraverso la considerazione sia delle caratteristiche delle risorse ambientali sia delle attività antropiche, e possono determinare impatti in termini di degrado delle risorse ambientali o come grado di incidenza negativa sulla salute della popolazione.
STRUMENTO COERENZA
Programma Operativo Regionale POR FEASR 2014/2020
Il Programma Operativo si articola in sei assi principali: Asse 1_rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione
‐ P‐1a) potenziare l'infrastruttura per la ricerca e innovazione e le capacità di sviluppare l'eccellenza nelle R&I e promuovere centri di competenza, in particolare quelli d'interesse europeo;
‐ P‐1b) Promuovere gli investimenti delle imprese in R&I, e sviluppare collegamenti e sinergie tra imprese e Centri di ricerca e Università, in particolare lo sviluppo di prodotti e servizi, il trasferimento di tecnologie, l'innovazione sociale, eco innovazioni e le applicazioni nei servizi pubblici, la stimolazione della domanda, le reti, i cluster e l'innovazione aperta attraverso la specializzazione intelligente e supportando la ricerca
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 42
tecnologica e applicata, le linee pilota, le azioni di validazione precoce dei prodotti, le capacità di fabbricazione avanzate e la prima produzione in tecnologie chiave abilitanti e la diffusione di tecnologie con finalità generali
Asse 2_migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione ‐ P‐2a) Estendere la diffusione della banda larga e delle
reti ad alta velocità e supportare l’adozione di tecnologie emergenti e reti per l’economia digitale;
‐ P‐2c) Rafforzare le applicazioni delle TIC per l'e‐government, l'e‐learning, l'e‐inclusion, l’e‐culture e l'e‐health, l’e‐warning.
Asse 3_promuovere la competitività delle piccole e medie imprese ‐ P‐3b) Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività
per le PMI; ‐ P‐3d) Sostenere la capacità delle PMI di crescere sui
mercati regionali, nazionali e internazionali e di prendere parte ai processi di innovazione.
Asse 4_transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio ‐ P‐4a) Promuovere la produzione e la distribuzione di
energia da fonti rinnovabili; ‐ P‐4b) Promuovere l'efficienza energetica e l'uso
dell'energia rinnovabile nelle imprese; ‐ P‐4c) Sostenere l'efficienza energetica, l’uso efficiente
dell’energia e l'uso dell'energia rinnovabile nelle Infrastrutture pubbliche, compresi gli edifici pubblici, e nel settore dell'edilizia abitativa;
‐ P‐4e) Promuovere strategie per basse emissioni di carbonio in tutti i tipi di territorio, in particolare per le zone urbane, inclusa la promozione della mobilità urbana sostenibile e il rilevante adattamento alle misure di mitigazione ambientale.
Asse 5_adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi
‐ P5b) promuovere investimenti per far fronte a rischi specifici e garantire la capacità di reagire alle catastrofi.
Asse 6_tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse ‐ P6c) promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e
culturale; ‐ P6d) promuovere e ripristinare la biodiversità e i suoli,
e promuovere i servizi per gli ecosistemi, anche attraverso Rete Natura 2000 e l’infrastruttura verde.
Asse 7 non pertinente. Asse 8 prevenzione sismica e idrogeologica, miglioramento dell'efficienza energetica e sostegno alla ripresa socio‐economica delle aree colpite dal sisma. Per quanto riguarda invece le strategie urbane che la Regione Marche intende sostenere, esse si baseranno su azioni integrate afferenti a due
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 43
o più dei tre driver seguenti:
modernizzazione dei servizi urbani attraverso azioni di mobilità e logistica sostenibile e interventi sul risparmio energetico e fonti rinnovabili;
Il rafforzamento di filiere produttive globali attraverso azioni volte ad attrarre l’insediamento di imprese creative e ad alto intensità di conoscenza;
La tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali con azioni volte a recuperare, valorizzare e rifunzionalizzare il patrimonio storico e architettonico e rafforzare il ruolo delle città marchigiane come destinazioni turistiche.
A supporto della verifica di coerenza ognuno dei suddetti Piani e Programmi sarà oggetto nel Rapporto
Ambientale di VAS di una scheda di verifica approfondita sui temi trattati dalle versioni di avanzamento del
Piano Generale di Bonifica successive alla presente data.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 44
Ambito di influenza ambientale e territoriale del PGB
Ambito di influenza ambientale
Ambito di influenza territoriale
Ambito di influenza ambientale
La definizione dell’ambito di influenza ambientale del PGB consente di identificare in fase preliminare i temi
e gli aspetti ambientali con cui interagisce, anche indirettamente, determinando possibili impatti. La
definizione dell’ambito di influenza ambientale deriva da una individuazione preliminare delle interazioni tra
il Piano e l'ambiente.
Per una prima individuazione delle interazioni può essere fatto riferimento alla ceck list della DGR Marche
1813/2010. Si precisa che tale lista ha carattere indicativo e non è esaustiva di tutte le possibili interazioni;
andrà pertanto opportunamente adeguata rispetto alla definizione delle azioni progettuali del PGB nelle sue
succssive fasi di redazione.
Scopo dell'analisi valutativa è quella di verificare le principali interazioni tra il Piano e l'ambiente, siano esse
positive che negative. Il colore di sfondo della cella “Cambiamento” nella Check list sottostante indica se
esso è positivo (verde) o negativo (rosso).
Nel caso non siano prevedibili interazioni la casella è grigia.
Tema ambientale
Possibile interazione Si ‐ No Cambiamento (positivo/ negativo)
Biodiversità
Il PGB può modificare lo stato di conservazione dell’habitat?
SI
Il PGB può modificare/influenzare la distribuzione spaziale di specie animali selvatiche?
SI / NO
Il PGB può incidere sullo stato di conservazione di specie d’interesse conservazionistico?
SI
Il PGB può incidere sulla connettività tra ecosistemi naturali?
SI / NO
Acqua
Il PGB può determinare una variazione negli utilizzi delle risorse idriche
SI
Il PGB può comportare modificazioni nella portata dei corpi idrici superficiali
SI
Il PGB interferisce con le risorse idriche sotterranee? SI
Il PGB può determinare variazioni negli scarichi in corpi recettori (superficiali o sotterranei)?
SI / NO
Il PGB può determinare variazioni nella contaminazione, SI
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 45
anche locale, di corpi idrici?
Il PGB può comportare una variazione del carico inquinante dei reflui destinati agli impianti di depurazione?
SI / NO
Suolo e sottosuolo
Il PGB può incidere sui livelli di contaminazione del suolo? ‐‐‐‐
Il PGB può incidere sul degrado del suolo (desertificazione, perdita di sostanza organica, salinizzazione, ecc)?
SI
Il PGB può incidere sul rischio idrogeologico? SI
Il PGB può determinare variazioni nell’uso del suolo in termini quantitativi e/o qualitativi?
SI / NO
Il PGB può comportare variazioni nell’uso delle risorse del sottosuolo?
SI
Aria
Il PGB può comportare variazioni delle emissioni inquinanti?
‐‐‐‐
Il PGB può comportare cambiamenti nelle concentrazioni di inquinanti atmosferici
‐‐‐‐
Cambiamenti climatici
Il PGB comporta variazioni nelle superfici destinate all’assorbimento di CO2?
SI
Il PGB comporta variazioni nell’utilizzo di energia? SI / NO
Il PGB prevede variazioni nell’emissione di gas serra?
Popolazione Il PGB può comportare interferenze con la distribuzione insediativa?
‐‐‐ / SI
Salute Umana
Il PGB prevede azioni che possono comportare rischi per la salute umana?
SI
Il PGB può comportare variazioni dell’esposizione a livelli sonori eccedenti i limiti?
‐‐‐
Il PGB può comportare variazioni nell’emissione di radiazioni elettromagnetiche?
‐‐‐‐
Il PGB può comportare variazioni nella disponibilità di risorse ambientali in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini?
SI
Paesaggio Il PGB inserisce elementi che possono modificare il paesaggio
SI
Il PGB prevede interventi sull’assetto territoriale ‐‐‐‐
Beni culturali, architettonici e archeologici
Il PGB può comportare il degrado di beni culturali? NO / ‐‐
Il PGB prevede azioni che possono interferire con la percezione visiva?
SI / NO
Il PGB prevede interventi sui beni culturali? ‐‐‐ / SI
Sulla base della Tabella suddetta e dall’analisi del Quadro pianificatorio e programmatico trattato nel PGB e
schematizzato nel capitolo della Verifica di coerenza, sono state individuate le possibili interazioni tra PGB e
temi ambientali.
Vengono di seguito identificati i temi ed aspetti ambientali pertinenti al PGB, su cui si focalizzeranno le
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 46
analisi del Rapporto Ambientale:
TEMI AMBIENTALI ASPETTI AMBIENTALI
Biodiversità
Conservazione di habitat (agricoli, forestali, fluviali)
Livelli di biodiversità delle popolazioni animali e vegetali
Distribuzione specie animali selvatiche ed interazioni con agricoltura e zootecnia
Connettività
Situazione nelle aree ad alta valenza naturale (aree naturali)
Acque Superficiali
e Sotterranee
Uso sostenibile delle risorse idriche
Bilancio Idrico ‐ Aspetti quantitativi (DMV, portata, ecc.)
Qualità delle acque superficiali
Qualità delle acque sotterranee
Rischi corpi idrici (contaminazione, scarichi,.....)
Suolo e Sottosuolo
Degrado del suolo (livelli di sostanza organica, fenomeni di inquinamento, compattazione, desertificazione)
Criticità idrogeologiche
Uso del suolo (qualitativo/quantitativo)
Uso risorse del sottosuolo
Aria Nessun rapporto diretto con emisssioni inquinanti e/o cambiamenti nelle
concentrazioni di inquinanti atmosferici [solo in occasione di eventuali lavori edili e solo per breve tempo]
Cambiamenti climatici
Superfici per Assorbimento CO2
Utilizzo di energia
Resilienza e resistenza del sistema ambientale
Rischi legati ai cambiamenti climatici (es. erosione costiera)
Popolazione e Salute Umana
Danni ad infrastrutture e reti strategiche
Rischio da inondazione e/o alluvione per la popolazione
Rischio da frane e smottamenti per la popolazione
Disponibilità di risorse ambientali per migliorare la qualità della vita
Paesaggio, patrimonio culturale ed architettonico
Elementi di paesaggio soggetti a modifica (anche percettivo)
Elementi naturali di pregio (zone di pregio naturale, ambientale)
Elementi culturali di pregio (del paesaggio rurale, urbano)
Poiché un piano interagisce anche con attività antropiche (“settori di governo”) e tali interazioni possono
determinare a propria volta degli impatti sui temi ambientali, è utile in questa sezione identificare anche i
settori di governo che potenzialmente potranno interagire con il Piano, facendo riferimento a questo livello
di avanzamento della redazione dello stesso, alle indicazioni degli Obiettivi Strategici precedentemente
enunciati. Si prende ad esempio l'articolazione delle competenze così come organizzata a tuttoggi nei settori
della Regione Marche:
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 47
SETTORI DI GOVERNO INTERAZIONE AMBITO DI INTERAZIONE NEL PGB
1 TUTELA GESTIONE ASSETTO DEL TERRITORIO
SI Contributo del PGB alla gestione delle trasformazioni del territorio rivolte ad una maggiore sostenibilità ambientale
Trasporto Pubblico Locale, Logistica e viabilità
SI Il PGB prevede interventi sulle strade consortili
Biodiversità e Rete Ecologica Regionale
SI Il PGB interagisce positivamente con la gestione delle risorse ambientali ed in particolare con la REM
Bonifiche, fonti energetiche, rifiuti, cave e miniere
SI / NO Il PGB si occupa di Centrali Idroelettriche, Dighe / Il PGB non interferisce in modo significativo sulla gestione e raccolta rifiuti, nè sulle cave
Urbanistica, Paesaggio ed informazioni territoriali
SI
Il PGB integra i progetti ambientali nella pianificazione del territorio comunale. Il PGB effettua interventi sul paesaggio. Il PGB gestisce informazioni territoriali nel proprio SIT
Tutela del mare e sanzioni amministrative
NO ‐‐‐‐‐
Difesa del suolo e della costa SI
Il PGB effettua interventi per la riduzione del rischio idrogeologico. Il PGB prevede misure ed azioni legate al contenimento del materiale solido verso i corsi d’acqua e alla riduzione dei processi erosivi.
2 POLITICHE AGRICOLE E ALIMENTARI
SI Contributo del PGB alla qualificazione delle aree agricole
Innovazione, agricoltura a basso impatto
SI
Il PGB diffonde buone pratiche colturali. Il PGB assicura il ripristino della naturalità del paesaggio agrario con particolare attenzione alla tutela degli ambienti di rilevante valenza naturale
Interventi nel settore forestale e dell'irrigazione
SI
Il PGB si occupa della gestione delle formazioni forestali ripariali. Il PGB contiene una parte di indirizzi irrigui: potenziamento dell'esistente e utilizzo di fonti idriche alternative, mantenimento di un buono stato delle acque attraverso una corretta gestione dei distretti irrigui esistenti.
Programmazione, Sviluppo aree rurali, qualità delle
produzioni SI Il PGB rafforza lo sviluppo di filiere produttive locali
Competitività e multifunzionalità dell'impresa
agricola SI
Il PGB favorisce la produzione del commercio equosolidale, il trasferimento di tecnologia, lo sviluppo dell’agroindustria e dell’export dei prodotti. Gli interventi di manutenzione ordinaria vengono svolti dagli IAP (Imprenditore Agricolo Professionale)
3 SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE
SI Contributo del PGB allo sviluppo delle attività antropiche
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 48
MARCHE
Caccia e pesca nelle acque interne
NO ‐‐‐‐‐
Accoglienza e ricettività strutture turistiche
SI Il PGB ha tra i suoi obiettivi lo sviluppo del turismo sostenibile e delle attività ad esso collegate.
Beni e attività culturali SI Il PGB protegge i beni culturali attraverso la riduzione del rischio idrogeologico e li valorizza in progetti integrati.
4 PROTEZIONE CIVILE SI Contributo del PGB alla riduzione del rischio idrogeologico e alla diminuzione del numero delle persone esposte a tale rischio.
Ambito di influenza territoriale
L’ambito di influenza territoriale del PGB è costituito dall'area nella quale potranno manifestarsi gli impatti
ambientali derivanti dall’attuazione dello stesso, spesso diversa da quella in cui il Piano verrà attuato.
Dovranno inoltre essere indicate in questa sezione, particolari criticità ambientali o territoriali pertinenti al
Piano.
La Legge Regionale 13/2013 stabilisce che il territorio di riferimento del Consorzio di Bonifica delle Marche
coincide con i limiti amministrativi della Regione Marche, ma si comprende come l'influenza delle scelte di
Piano possano interessare anche ambiti di competenza extra‐regionale, facendo riferimento ai Bacini
idrografici, come peraltro stabilito anche dalla Direttiva 2000/60/CE "Quadro per l'azione comunitaria in
materia di acque". Generalmente i fiumi drenano verso l'Adriatico ad eccezione del fiume Nera che nasce
nelle Marche poi attraverso l'Umbria confluisce nel Tevere.
Pertanto il territorio di competenza pianificatoria viene articolato 13 bacini idrografici principali che a loro
volta fanno parte di 6 comprensori individuati in base all’omogeneità idrografica e in funzione alle esigenze
di coordinamento dell’attività di bonifica e irrigazione:
A) ‐ Foglia, Metauro, Cesano
B) ‐ Misa, Esino
C) ‐ Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera
D) ‐ Tenna
E) ‐ Aso
F) – Tronto
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 49
Oltre ai bacini idrografici principali ci sono bacini minori (Gabicce/Pesaro, Genica, Metauro/Cesano,
Cesano/Misa, Misa/Rubbiano, Rubiano/Esino, Esino/Musone, Fiumarella Bellaluce, Pilocco, Asola,
Chienti/Tenna, Valloscura, Etevivo, Molinello/Sbiagio, Canale, Menocchia, Segidio, Tesino, Albula Ragnola,
Vibrata, ecc.) che completano il quadro dell’intero comprensorio di bonifica marchigiano.
Nel presente Rapporto di Scoping, in riferimento all'approfondimento progettuale del caso campione del
fiume Potenza (Comprensorio C) e del fiume Foglia (Comprensorio A) si propone di utilizzare il relativo
bacino campione (parte del Comprensorio) tra quelli di interesse del PGB, per la sperimentazione e verifica
della trattazione delle ricadute ambientali delle azioni di Piano.
Ciò consente di identificare particolari criticità ambientali o territoriali pertinenti al PGB in uno specifico
territorio, individuare temi e relativi aspetti ambientali, settori di governo e ambiti di influenza con cui il
Piano potrebbe interagire, valutando al contempo l'applicabilità del metodo scelto per la valutazione
ambientale.
Ambito di influenza territoriale del fiume Potenza (Comprensorio C).
Il fiume Potenza ha una lunghezza di circa 88 chilometri, dalla sorgente sul Monte
Pennino (m.1570) fino al mare Adriatico dove sfocia a Sud di Porto Recanati; il suo bacino
idrografico ha un'estensione di 2.774,60 kmq prevalentemente in provincia di Macerata
con alcuni lembi in quella di Ancona e in Umbria.
Lungo il suo corso non sono presenti sbarramenti per invasi artificiali, ma numerose
prese d'acqua per centrali idroelettriche che nei diversi punti modificano le portate del
fiume.
Ambito di influenza territoriale del fiume Foglia (Comprensorio A).
L'asta fluviale principale del Foglia si sviluppa su 90 chilometri di lunghezza dalla sorgente
presso Sestino, in Toscana (Arezzo) a 470 metri s.l.m. fino al mare Adriatico dove sfocia a
Nord di Pesaro dove è stato attrezzato un porto‐canale. Scorre in una piana alluvionale
occupando un bacino di circa 700 kmq, prevalentemente in provincia di Pesaro‐Urbino.
Presenta una diga di sbarramento lungo il corso, la diga di Mercatale, che regola i rilasci
d'acqua nella vallata ed è quindi utilizzata anche per la laminazione delle piene.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 50
Individuazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale di riferimento Per ciascun tema o aspetto ambientale individuato come pertinente devono essere individuati gli obiettivi
ambientali, a cui fare riferimento per la valutazione degli impatti attesi.
Una prima individuazione degli obiettivi ambientali di riferimento può essere fatta sulla base dei piani e
programmi individuati nell’ambito della definizione del quadro programmatico e pianificatorio e tenendo in
considerazione la STrategia Regionale d’Azione ambientale per la Sostenibilità – STRAS (approvata con
Deliberazione Amministrativa di Consiglio Regionale n. 44 del 30.01.2007).
Si precisa che gli obiettivi di sostenibilità individuati e individuabili valgono anche per la valutazione degli
impatti ambientali derivanti dalle interazioni tra PGB e settori di governo.
Risulta inoltre fondamentale la costruzione del PGB sulla base della Strategia Nazionale per lo Sviluppo
Sostenibile che può ricondurre alcune azioni progettuali del piano agli Obiettivi Strategici nazionali.
TEMI AMBIENTALI
OBIETTIVO AMBIENTALE di RIFERIMENTO ASPETTI
AMBIENTALI
Biodiversità
Tutelare e conservare gli ecosistemi e gli habitat
Ridurre l’impatto dei dissesti sugli ecosistemi
Incrementare la biodiversità
Mantenere e migliorare la connettività negli ambienti fluviali e in quelli agricoli
Salvaguardare le aree ad alto valore naturale
Presenza di specie
Stato degli ecosistemi
Connettività
Acque Superficiali e Sotterranee
Perseguire la gestione sostenibile della risorsa idrica
Raggiungere e mantenere un buono stato quantitativo delle acque superficiali e sotterranee
Migliorare, ripristinare e conservare la qualità delle risorse idriche
Ridurre le alterazioni del regime idrologico dei corsi d’acqua
Uso sostenibile delle risorse idriche
Bilancio Idrico ‐ Aspetti quantitativi (DMV, portata,....)
Stato qualitativo delle acque superficiali e sotterranee
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 51
Suolo e Sottosuolo
Prevenire e contrastare i fenomeni di degrado (riduzione rischi di desertificazione, di inquinamento del suolo e del sottosuolo, …..)
Proteggere il territorio dal dissesto idrogeologico
Prevenire e mitigare i rischi da fenomeni naturali
Mitigare il fenomeno dell’erosione costiera
Ridurre il consumo di suolo
Promuovere la gestione sostenibile delle superfici agricole
Desertificazione, Contaminazione, Compattazione, Salinizzazione
Rischio Idraulico e idrogeologico
Declino sostanze organiche
Erosione
Consumo ed uso di suolo
Cambiamenti climatici
Aumentare la capacità di assorbimento CO2 dei sistemi naturali e ridurre le emissioni di gas
Ridurre la vulnerabilità dei sistemi naturali nei confronti dei cambiamenti climatici
Emissioni climalteranti
Effetti in atto dei cambiamenti climatici
Popolazione e Salute Umana
Difendere (e delocalizzare) elementi esposti a rischio
Aumentare la sicurezza e la qualità della vita
Utilizzare razionalmente la risorsa destinata al consumo umano
Danni ad infrastrutture e reti strategiche
Rischio da inondazione e/o alluvione per la popolazione
Paesaggio, patrimonio culturale ed architettonico
Tutelare il paesaggio
Contenere le nuove opere di derivazione, di invaso e di captazione, limitandone l’incidenza paesistico‐ambientale
Mantenere e ripristinare i profili naturali delle rive degli alvei e del micro‐ambiente rivierasco
Rinaturalizzare i corsi d'acqua e ricomporre la continuità ripristinando i caratteri di naturalità degli arenili
Tutelare il patrimonio culturale
Valorizzare le identità locali e rafforzare il posizionamento competitivo dei territori (coesione sociale e identità territoriale)
Conservare e tutelare attivamente gli elementi specifici di siti naturali (floristici, geologici, …..) e di siti storico‐antropico (mulini, fortificazioni, traverse, barriere, derivazioni ad uso rurale e simili), consolidati nell’immagine collettiva e nella storia
Percezione del paesaggio
Rinaturalizzazione dei corsi d’acqua
Elementi naturali di pregio (paesaggistico‐ambientale e culturale)
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 53
SEZIONE 2 – CONTENUTI RELATIVI ALLO SCOPING Ragione delle scelte La redazione del Piano Generale di Bonifica, strumento regionale di pianificazione, viene eseguita dal
Consorzio di Bonifica delle Marche in attuazione della Legge Regionale n.13/2013.
Le ragioni delle scelte effettuate dal PGB risiedono nella necessità dell'ente di portare a programmazione
una serie di attività che riguardano la bonifica pubblica (linee di intervento della bonifica e relative opere),
le rete di irrigazione e le opere di bonifica idraulica, il miglioramento fondiario, in una visione “integrata e
sostenibile”.
La “visione integrata” del PGB consiste nell'equilibrare la gestione ordinaria delle risorse idriche a fini irrigui
con la progettazione e programmazione di nuove opere che consentano di migliorare le attività in essere,
quali reti irrigue, dighe, centrali idroelettriche; consiste ancora nell'impegno di operare la manutenzione
ordinaria dei corsi d'acqua mediante ricalibrazione degli alvei, gestione della vegetazione, rimozione degli
ostacoli lungo gli alvei, contribuendo con ciò alla difesa idraulica del territorio da inondazioni e allagamenti;
consiste infine nel gestire la risorsa idrica per l'agricoltura, grazie al supporto dei cinque impianti irrigui, dei
diversi bacini di raccolta e della rete capillare, legando la distribuzione ordinaria a sperimentazioni
innovative che consentono un'irrigazione con minori consumi e migliore valorizzazione agronomica della
risorsa acqua.
La “visione sostenibile” del PGB consiste nello svolgimento delle attività proprie in maniera sempre più
consapevole, legando gli interventi ordinari e quelli straordinari, e il loro sviluppo, agli eventi ambientali,
economici e sociali. Il legame che le diverse e moderne concezioni della 'bonifica' hanno con la sostenibilità
dello sviluppo territoriale sono ormai inscindibili: vi è la dimensione ambientale che nel tempo dovrà
assicurare qualità e riproducibilità delle risorse naturali, garantire la conservazione e l'integrità degli
ecosistemi.; vi è la dimensione economica che dovrà produrre lavoro e reddito per la popolazione e
garantire la crescita e l'eco efficienza al territorio; vi è la dimensione sociale che dovrà assicurare qualità
della vita, benessere, sicurezza e salute alle comunità.
In quest'ottica di base le scelte operate dal PGB tengono al centro la 'risorsa idrica' proponendo una
programmazione che possa coniugare lo sviluppo delle attività antropiche con quelle dell'ambiente: lo fa in
rapporto all'agricoltura di qualità e al sistema fondiario di riferimento, lo fa in rapporto alla difesa idraulica
come parte della tutela del suolo e del paesaggio, lo fa in rapporto agli ecosistemi ad essa legati
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 54
valorizzandone in modi diversi i caratteri ambientali, vegetali, faunistici e antropici degli elementi che li
compongono.
La proposta di PGB è fortemente motivata a portare a compimento questa serie di scelte pianificatorie che
allo stato attuale di avanzamento del piano ha declinato in una serie di Strategie ed Obiettivi, confidando in
una condivisione di base che possa presto qualificare tutte le azioni progettuali relative ai diversi temi
trattati in corso di redazione.
La concreta opportunità di attivare un processo pianificatorio coordinato origina dalla consapevolezza che
attraverso il processo di VAS, già a partire dalle Consultazioni Preliminari relative alla fase di Scoping, possa
aprirsi un confronto con tutte le parti interessate, sia interne alla Regione Marche che esterne, che
contribuisca a declinare le scelte nel modo migliore.
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 55
Impostazione del Rapporto Ambientale
L’impostazione del Rapporto Ambientale, in conformità all'Allegato VI alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/'06 e
secondo i cui contenuti dettati dall’Allegato 1 delle Linee Guida regionali approvate con DGR 1813/2010,
assume quale indice di massima quello proposto nella tabella di seguito riportata.
SEZIONI SOTTOSEZIONI
Sezione introduttiva Descrizione dell’impostazione delle fasi di analisi e valutazione
A. Inquadramento programmatico e pianificatorio
A1 Quadro normativo di riferimento per la pianificazione/ programmazione in oggetto A2 Illustrazione del PGB in oggetto A3 Illustrazione delle alternative individuate A4 Individuazione degli obiettivi riferimento del PGB A5 Analisi di coerenza esterna
B. Inquadramento del contesto ambientale e territoriale di riferimento
B1 Ambito territoriale di riferimento B2 Descrizione degli aspetti ambientali interessati dal PGB e individuazione di trend B3 Analisi delle principali criticità e vulnerabilità B4 Descrizione dei settori di governo
C. Obiettivi ambientali di riferimento
C1 Indicazione degli obiettivi ambientali di riferimento
D. Valutazione D1 Valutazione degli effetti sull’ambiente D2 Valutazione degli scenari alternativi D3 Valutazione degli effetti cumulativi D4 Misure di mitigazione, compensazione e orientamento
E. Monitoraggio E1 Modalità e competenze E2 Struttura del sistema di monitoraggio
F. Conclusioni F1 Bilancio delle valutazioni effettuate F2 Eventuali difficoltà incontrate
Allegati All.1 Sintesi non tecnica All.2 Piano di Comunicazione
Rapporto Ambientale Preliminare di Scoping del Piano Generale di Bonifica delle Marche 56
Livello di dettaglio dell’analisi e individuazione degli indicatori
ELENCO INDICATORI per OBIETTIVI AMBIENTALI:
Indicatori per il contesto ambientale
Indicatori per le Vulnerabilità territoriali
Indicatori per i Settori di Governo
In riferimento alle finalità della fase di scoping per stabilire, congiuntamente agli SCA, la portata e il livello di
dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale, si prendono in considerazione gli
elementi emersi nella prima Sezione del presente rapporto: questi consentiranno di effettuare una prima
individuazione dei possibili impatti derivanti dall'attuazione del PGB.
Il processo di VAS è finalizzato a descrivere le modificazioni del contesto ambientale di riferimento derivanti
dall’attuazione del PGB e in particolare consente di comprendere se le previsioni del piano possano
interferire con gli obiettivi ambientali già posti dalle politiche esistenti. Pertanto tale processo comporta la
necessità di individuare opportuni indicatori utili alla valutazione e al successivo monitoraggio dei possibili
effetti.
Si fa riferimento agli indicatori di cui all’Allegato VI alla DGR 1813/2010 e si propone una specificazione
dell'Obiettivo Ambientale in Indicatori di Contesto e Indicatori di Piano, integrando le tabelle seguenti con il
Tipo di monitoraggio da effettuare su base qualitativa o quantitativa.
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INDICATORI PER IL CONTESTO AMBIENTALE
TEMA ASPETTO OBIETTIVO AMBIENTALE
INDICATORE DI CONTESTO
INDICATORE DI PIANO
Tipo di monitoraggio
qualit quant
Ecosistemi
Gestione sostenibile delle foreste
Salvaguardia delle aree ad alto valore naturale
Misurazione copertura vegetale (strati dominanti e dominati) / Valore naturalità potenziale / Valore qualitativo del VNP
Variazione quantitativa e qualitativa della copertura vegetale a seguito azioni di piano
X X
Habitat Tutela e conservazione degli ecosistemi e degli habitat
Misurazione parametri: Range / Prospettive future (regione biogeografica), Area / Struttura e funzioni (sito locale)
Aumento / Diminuzione dei parametri a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Creazione di aree di laminazione naturale lungo i corsi d'acqua
Riqualificazione all'ambiente ecologico (incremento aree umide e habitat connessi)
Perimetrazione aree utili alla laminazione Calcolo capacità laminazione
Aumento / Diminuzione dei dati a seguito delle azioni del piano
X X
Frammentazione Mantenimento e miglioramento della connettività negli ambienti fluviali e in quelli agricoli
Densità infrastrutture di trasporto (km rete/kmq) e diffusione elementi antropici
Variazione nella densità infrastrutturale e variazione antropizzazione a seguito delle azioni di piano
X
Idoneità ambientale per le specie faunistiche
Sviluppo della funzionalità ecologica delle aree in relazione alle specie
Indice faunistico cenotico medio
Variazione dell’IFM a seguito della realizzazione delle azioni di piano
X
Acqua
Qualità acque superficiali
Raggiungimento e mantenimento di un buono stato quantitativo delle acque superficiali e sotterranee. Miglioramento e conservazione della qualità delle risorse idriche
Misurazione dello Stato chimico e dello Stato ecologico delle a.superficiali Misurazione dello Stato chimico e dello Stato quantitativo delle a.sotterranee
Variazione dei parametri a seguito della realizzazione delle azioni di piano
X Qualità acque sotterranee
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Uso sostenibile delle risorse idriche
Gestione sostenibile della risorsa idrica Riduzione delle alterazioni del regime idrologico dei corsi d’acqua
Misurazione di: Dati di Portata Bilancio Idrico Deflusso Min.Vitale Deflusso Ecologico
Variazioni dei dati di misurazione a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Suolo
Fenomeni di degrado e riduzione qualità del suolo
Prevenire e contrastare: desertificazione, inquinamento del suolo e del sottosuolo, …..
Indice di aridità (per desertificazione) Indice di siccità (per desertificazione)
Variazioni dei dati di misurazione a seguito delle azioni di piano X X
Uso suolo agricolo
Gestione sostenibile delle superfici agricole
% di superficie agricola
Aumento / Diminuzione della superficie agricola a seguito delle azioni di piano
X
Impermeabilizzazione del suolo
Utilizzo razionale del suolo per limitare o ridurre occupazione e impermeabilizzazione
% di superficie
impermeabilizzata e % di superficie recuperata alla permeabilità
Aumento / Diminuzione della impermeabilizzazione a seguito della realizzazione delle azioni del piano
X
Clima
Assorbimento di gas a effetto serra
Riduzione di CO2 Assorbimento di CO2 da parte delle superfici a vegetazione
Aumento / Diminuzione del piano all' assorbimento di CO2
X X
Allagamenti e inondazioni (costiero, fluviale,...)
Riduzione della vulnerabilità dei sistemi naturali (es.risorse idriche) nei confronti dei cambiamenti climatici
N giorni piovosi consecutivi N giorni non piovosi consecutivi Indice di erosività delle precipitazioni
Variazioni dei dati a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X X Siccità delle risorse idriche
Salute umana / Popolazione
Quantità risorsa idrica
Utilizzazione razionale della risorsa destinata al consumo umano
Standard della portata Indice delle precipitazioni
Aumento / Diminuzione delle quantità utilizzate a seguito della realizzazione delle azioni del piano
X
Rischio inondazione e alluvione per popolazione
Difesa e Aumento della sicurezza e della qualità della vita
Popolazione esposta
Aumento / Diminuzione della popolazione esposta a seguito delle previsioni del piano
X
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Aree di laminazione naturale
Difesa e Aumento della sicurezza e della qualità della vita
Popolazione esposta
Aumento / Diminuzione della popolazione esposta a seguito delle previsioni del piano
X
Danni a infrastrutture e reti strategiche
Difesa (e delocalizzazione) elementi esposti a rischio
N.elementi esposti Aumento / Diminuzione degli elementi esposti a seguito delle previsioni del piano
X
Paesaggio
Percezione e fruizione del paesaggio
Tutela del paesaggio
Localizzazione siti di interesse paesaggistico
Variazioni percettive e di fruizione a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Percezione del paesaggio
Contenimento di nuove opere di derivazione, di invaso e di captazione, limitandone l’incidenza paesistico‐ambientale
Localizzazione delle nuove opere in siti di interesse paesaggistico
Variazioni percettive a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Rinaturalizzazione rive e coste
Mantenimento e ripristino dei profili naturali delle rive degli alvei e del micro‐ambiente rivierasco
Localizzazione degli interventi
Variazioni naturalistiche a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Rinaturalizzazione corsi d'acqua
Ripristino naturale dei corsi d'acqua e degli arenili
Localizzazione degli interventi
Variazioni naturalistiche a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Costituzione di aree naturali per la laminazione dei corsi d'acqua
Riqualificazione del paesaggio naturale (potenziamento del patrimonio botanico vegetazionale)
Perimetrazione aree utili alla laminazione
Aumento / Diminuzione dei dati a seguito delle azioni del piano
X X
Patrimonio culturale
Fruizione del patrimonio culturale
Tutela del patrimonio culturale
Localizzazione siti ed elementi di interesse culturale
Variazioni di fruizione a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
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Marketing territoriale
Valorizzazione identità locali e rafforzamento competitività dei territori (coesione sociale e identità territoriale)
Azioni di promozione e accesso contributi ad hoc, finanziamenti, etc.
Variazioni a seguito della realizzazione delle azioni di piano
X
Elementi di pregio culturale
Conservazione e tutela attiva degli elementi specifici di siti naturali, di siti storico‐antropico, consolidati nell’immagine collettiva e nella storia
Localizzazione elementi di pregio culturale
Variazioni a seguito della realizzazione delle azioni di piano
X
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INDICATORI PER LE VULNERABILITÀ TERRITORIALI
TEMA ASPETTO OBIETTIVO AMBIENTALE
INDICATORE DI CONTESTO
INDICATORE DI PIANO
Tipo di monitoraggio qualit quant
Dissesti
Dissesto idrogeologico
Prevenzione e mitigazione dei rischi attuali potenziali da fenomeni naturali (es. esondazioni) connessi alla dinamica e all’uso del territorio
Percentuale di superficie a rischio idrogeologico Numero di elementi antropici a rischio idrogeologico
Introduzione da parte del piano di azioni volte alla diminuzione del rischio X X
Erosione delle coste
Prevenzione e mitigazione dei rischi attuali potenziali da fenomeni naturali connessi alla dinamica dei fiumi
Percentuale di superficie a rischio erosione
Introduzione da parte del piano di azioni volte alla diminuzione del rischio
X
Inquinamenti
Contaminazione del suolo e delle acque
Riduzione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola
Superficie zone vulnerabili (ettari)
Previsioni del piano che possono comportare una diminuzione della vulnerabilità da nitrati
X
Inquinamento dell’aria (limitato a opere edili)
Rispetto dei limiti normativi
N. Superamenti per tipologia di inquinante
Introduzione di precauzioni limitate nel luogo e nel tempo di realizzazione di alcune specifiche azioni di piano
X
Rischi
Rischio inondazione e alluvione per popolazione
Difesa e Aumento della sicurezza e della qualità della vita
Popolazione esposta. Perimetrazione aree utili alla laminazione. Calcolo capacità laminazione.
Aumento / Diminuzione della popolazione esposta a seguito delle previsioni del piano
X
Vulnerabilità
Aree naturali protette e Siti Natura 2000
Protezione e conservazione del patrimonio naturalistico
Superficie zone protette (ettari)
Zone protette che possono essere interessate dalle previsioni di piano
X
Beni culturali e paesaggio
Protezione e conservazione del patrimonio culturale per la pubblica fruizione
Beni vincolati e/o dichiarati d'interesse culturale nell’ambito territoriale
Beni culturali che possono essere interessati dalle previsioni di piano
X
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INDICATORI PER I SETTORI DI GOVERNO
TEMA ASPETTO OBIETTIVO AMBIENTALE
INDICATORE DI CONTESTO
INDICATORE DI PIANO
Tipo di monitoraggio
qualit quant
Agricoltura Agricoltura biologica
Diffusione buone pratiche colturali
N.Aziende bio Incremento a seguito delle previsioni di piano
X X
Sviluppo aree rurali
Maggiore diffusione delle attività agricole sul territorio
% di nuova superficie agricola
Aumento / Diminuzione della superficie agricola a seguito delle azioni di piano
X
Qualità delle produzioni
Rafforzamento e sviluppo filiere produttive locali
N.Aziende inserite in filiere riconosciute
Variazioni a seguito della realizzazione delle azioni di piano
X
Multifunzionalità impresa agricola
Sviluppo economico (commercio, tecnologie, agroindustia,...)
N. accesso a contributi ad hoc, finanziamenti, etc. N. interventi a IAP
Variazioni a seguito della realizzazione delle azioni di piano
X X
Energia Fonti rinnovabili Produzione energia idroelettrica (dighe, centrali)
% produzione energia idroelettrica sul totale
Variazione a seguito della realizzazione di azioni di piano
X
Risparmio energetico
Riduzione della dipendenza dall'esterno e dalle fonti fossili
Consumo interno lordo di energia
Variazione % del consumo finale da parte del settore a seguito della realizzazione delle previsioni di piano
X
Gestione risorse
Acque reflue Trattamento acque reflue e riutilizzo per agricoltura
Quantità di refluo Variazione % a seguito della realizzazione di azioni di piano
X
Rifiuti Conferimento rifiuti, derivanti da manutenzione reticolo fiumi
N.interventi di conferimento
‐‐‐‐‐‐ X
Viabilità Mobilità alternativa
Incentivazione alla mobilità lenta con realizzazione di percorsi ciclabili connessi con quelli già esistenti
Lunghezza del sistema connettivo pedonale e ciclabile
Incremento della rete di percorsi pedociclabile a seguito della realizzazione delle previsioni
X
Turismo Turismo rurale, Turismo eco sostenibile
Potenziamento delle attività socio economiche
Superficie realizzata per attività
Incremento a seguito delle azioni di piano
X X