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ROMA TRA GEOLOGIA E STORIALICEO DANTE ALIGHIERIIV F 2016/2017

18 maggio 2017 LICEO DANTE ALIGHIERI – PROF. ssa NICOLETTA FERRAIOLO2

LA STORIA GEOLOGICA DI ROMA

L’ITALIA NEL PLIOCENE

L’evoluzione geologica della Campagna Romana inizia con l’evento marino pliocenico che ha caratterizzato la fase post-orogena del margine occidentale appenninico.Con il pliocene mentre gli sforzi compresivi continuano a manifestarsi verso oriente con la progressione del sistema orogenoavanfossa, ampi settori dell’edificio orogenico entrano in subsidenza e vengono sommersi dal Tirreno.


All’inizio il mare lambiva i monti Sabini-Lucretili e Tiburtini. L’antica linea di costa è oggi riconoscibile nelle fasce calcaree con fori di litodomi.Emergevano alcune isole: il Monte Soratte, i Monti Cornicolani, i Monti della Tolfa e del Circeo.


La sedimentazione è stata condizionata da una tettonica molto attiva.Seguono in successione: • argille azzurre;• argille sabbiose; • limi sabbiosi e sabbie grigie; • ricche faune a molluschi.Le argille azzurre sono di facies batiale.Le argille sabbiose, i limi e le sabbie sono in discordanza angolare e costituiscono Monte Mario.

I depositi marini pliocenici hanno spessori molto diversi.


Un sollevamento del margine appenninico provocò il ritiro del mare verso ovest. La superficie che emerse venne modellata dall'attività fluviale come il Paleotevere e i suoi affluenti.Il Paleotevere si era aperto una via al mare allungando il percorso verso Sud, aggirando il monte Soratte e creando un vasto delta costituito da clasti.

A seguito dei depositi sedimentari si formò Ponte Galeria: costruzione di un ampio delta con passaggi da facies continentali a infralitoralie intertidali.I depositi si fermarono contro Monte Mario. A Est si trovano ghiaie e sabbie fluviali tipiche di ambienti palustri: il Fosso della Crescenza.

GLI AMBIENTI CONTINENTALI


LA FORMAZIONE DI MONTE MARIO

Il grosso spessore delle ghiaie della formazione del Fosso della Crescenza indica che la fascia di territorio tra l'alto di M. Marioe i rilievi era in lenta subsidenza.Con il tempo, il colmarsi della valle creò ambienti palustri e lacustri.Il delta del Paleotevere si era ricostruito più a sud e i suoi resti sono stati coperti dai depositi più recenti della Pianura Pontina.

Le stesse sabbie presenti a M. Mario le ritroviamo sotto la parte orientale della città dove riempiono con ghiaie e limi un'antica valle.Questi depositi indicano che, il Paleotevere, dopo la formazione del Ponte Galeria, ha deviato il suo corso, forse per l’innalzamento della struttura del M. Mario, si è aperto nuove vie e ha accolto nel suo reticolo numerosi corsi minori che scendevano dai Monti Sabini e Tiburtini.


La presenza di materiali detritici di origine vulcanica nella formazione del Fosso della Crescenza indica l'inizio lo sviluppo di un intenso vulcanismo esplosivo a partire da 600.000 anni fa. I segni di una tettonica attiva portarono all'origine del Bacino tirrenico.

Conseguenza dell'evoluzione geodinamica:• la risalita di grandi quantità di magmi • l'evoluzione della futura Campagna Romana, condizionata dalla nascita dei due grandi centri di attività vulcanica: Sabatino e Albano.

L’ATTIVITA’ VULCANICA


Il distretto vulcanico sabatino è stato caratterizzato da una distribuzione di centri vulcanici molto articolata.

La coltre vulcanica si estese nel tempo su una vasta area e verso sud giunse ad aggirare M. Mario.

Nel settore orientale i prodotti raggiunsero anche il M. Soratte e da questo conseguì la modifica del corso del Paleotevere verso est, come fa tuttora.

La modifica del percorso ebbe maggiore ripercussione a sud, con lo sviluppo del vulcano dei Colli Albani.

LE MAGGIORI CONSEGUENZE CHE L’ATTIVITA’ DEI VULCANI PRODUSSE


Lungo l'antica valle percorsa dal Paleotevere si era instaurata qualche ampia conca lacustre colmata poi dalle eruzioni.Il corso fu costretto a una nuova deviazione, questa volta verso Ovestper trabocco della soglia formata dalle vulcaniti albane e sabatine, che si interdigitavano, sia per cattura daparte di uno dei tanti corsi che scendevano verso mare dalle pendici della dorsale di M. Mario e sia per i rilievi vulcanici in costruzione.


LE MAGGIORI CONSEGUENZE CHE L’ATTIVITA’ DEI VULCANI PRODUSSE

Con l’inizio del vulcanesimo iniziò a reagire anche l’attività dei reticoli fluviali: ad ogni abbassamento e basso stazionamento del mare, si intensificava l’erosione e i depositi precedenti venivano incisi.Con la risalita del mare, le superfici di erosione venivano ricoperte di sedimenti, generalmente discordanti.Per quanto riguarda la campagna romana, hanno interagito processi sedimentari e accumulo di vulcaniti che in zone e tempi diversi hanno prodotto sollevamenti o abbassamenti.


IL ‘MODELLAMENTO FINE’ DEI RETICOLI FLUVIALI

Una superficie di discontinuità stratigrafica separa le formazioni ponte Galeria e della Crescenza, denominata «Flaminia». L’erosione creò un complesso reticolo di corsi d’acqua, diretti sia verso il mare, sia raccordati con il letto del Tevere.

I depositi vulcanici e sedimentari divennero sempre più frequenti, il mare salì portando all’accumulo di ghiaie e sabbie con materiale piroclastico, e depositi di travertini (tra Villa Glori e Valle Giulia)Il successivo basso stazionamento provocò una seconda fase di erosione: il vulcano dei Colli Albani cambiò il paesaggio pre-esistente e i prodotti si estesero dall’Appennino fino alla costa.


Imponente anche l’attività coeva del distretto sabatino con depositi piroclastici e prodotti di ricaduta da vari centri.Il grande «plateau» formatosi grazie all’attività del vulcano dei Colli Albani fu inciso da una nuova regressione marina pertanto questi fenomeni hanno comportato un evidente cambiamento del paesaggio, che fu nuovamente modificato dal sollevamento del settore tra Pomezia e Castelporziano.Quindi con la risalita del mare si accumularono depositi sedimentari lungo le valli del reticolo fluviale.


quando questo scendeva più a sud. Nella zona tra la colata di Capo di Bove e

il Fosso del Giardino dell'Incastro, il vulcanismo albano ha introdotto una sensibile trasformazione del paesaggio.

Lungo il versante destro della Valle Tiberina emerge dalla coltre

piroclastica l'alto di Monte Mario con i depositi marini, che nel resto del versante affiorano, invece, a quote

inferiori. Lungo il versante opposto, affiorano i sedimenti in facies fluviali e lacustre - palustri della formazione

del Fosso della Crescenza, legati essenzialmente all'attività del

reticolo del Paleotevere,


DALL’ULTIMA OSCILLAZIONE DEL LIVELLO DEL MARE AL PAESAGGIO ATTUALE

La quantità e il tipo di materiali rilasciati dal vulcano, tra cui piroclasti e colate di fango, hanno dato origine a un'ampia zona pianeggiante di cui fa parte la piana di Ciampino-Capannelle.Il versante sinistro si articola così: in vicinanza delle rive, il ripiano vulcanico risulta frammentato in rilievi più o meno isolati, tra i quali si riconoscono i tradizionali "7 colli".

Più all'interno, lungo le incisioni dei corsi d'acqua, si riconoscono invece le testimonianze delle varie fasi dell'evoluzione geologica, mentre nel settore di SE è visibile un esempio della morfologia tabulare oggi suddiviso in larghi interfluvi pianeggianti.


LE ORIGINI DI ROMA

• Leggendariamente fondata da Romolo il 21 aprile 753 a.C . La data ufficiale fu stabilita da M.T. Varrone nonostante altre versioni di vari autori.

• Stando alla leggenda, i due gemelli Romolo e Remo si sarebbero sfidati, sfruttando dei presagi, per decretare chi sarebbe stato il fondatore di Roma.


Roma sorse in una zona di clima temperato e mite, non lontana dal mare e limitrofa al fiume Tevere.

Il Tevere inoltre costituiva il confine naturale delle due culture, da una parte la proto-laziale (a Sud) e proto-villanoviana (a Nord).


L'isola Tiberina è il guado dell'ansa del fiume Tevere la cui buona portata idrica favorì il commercio e le mercanzie.

Questa faceva da crocevia tra le città etrusche, come Veio, che si trovava al nord e le poleis greche meridionali.


L'abitazione di Romolo ("casa Romuli") era identificata in una capanna, continuamente ricostruita e restaurata, situata nell'angolo sud-ovest del Palatino.

Scavi avvenuti nel 1946 riportarono alla luce, capanne arcaiche che è stato possibile datare alla prima età del Ferro, ossia intorno al IX-VIII secolo a.C.

GLI INSEDIAMENTI


Il primo centro "proto urbano" nacque sull’isola Tiberina e sul colle Palatino dall'assorbimento di villaggi intorno al IX sec. a.C, successivamente vennero occupati i colli Esquilino e Quirinale.

Prima della fondazione di Roma esisteva, quindi, un villaggio sul Palatino, in particolare su due alture: il Germalus e il Palatium, separate da un avvallamento detto intemontium e sull’Esquilino.

I vari insediamenti si organizzarono con il tempo in una lega, il Septimontium, ovvero ‘i sette monti’.


• Mons Aventinus

• Mons Palatinus

• Collis Quirinalis

• Collis Viminalis

• Mons Caelius

• Mons Esquilinus

• Mons Capitolinus

I SETTE COLLI


LA TORRE DEI CONTI E LA META SUDANS


• Il Colosseo è una delle opere architettoniche più rilevanti dell’antica Roma, nonché simbolo della città eterna.

• Originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium o semplicemente come Amphitheatrum, è il più grande anfiteatro del mondo, situato nel centro di Roma.

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IL COLOSSEO

I MATERIALI


Per la costruzione del Colosseo furono utilizzate diverse tipologie di materiali.

Per la struttura:

Travertino Tufo

Per la decorazione:

Granito di Aswan Marmo di Proconneso Cipollino dell’Eubea

IL SOTTOSUOLO


Il luogo in cui sorge il Colosseo era in principio un lago artificiale circondato da abitazioni, giardini e parchi, che venne ottimizzato in età neroniana per realizzare la sua Domus Area.

Il Colosseo venne edificato su due tipologie di terreni:• Rocce del pleistocene: rocce sedimentarie,

più compatte (bedrock)• Complesso alluvionale olocenico: materiale

sciolto e incoerente

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IL RISCHIO SISMICO

• Roma non è situata in un'area altamente sismica, ma ha sempre sofferto gli effetti dei forti terremoti che avvengono sull'Appennino.

• L’aspetto attuale del Colosseo è il risultato di crolli causati da terremoti come quelli del 443 e 484 d.C., quello catastrofico del 1349 e quello del 1915 nella Piana del Fucino.

• Conseguenze dei terremoti:crollo della perimetro esterno del lato sud, crepe, caduta di arcate, abbassamento del cornicione

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LICEO DANTE ALIGHIERI – PROF. ssa NICOLETTA FERRAIOLO

• A causa diverso tipo di sottosuolo solo la porzione meridionale è crollata, la quale poggia su sedimenti alluvionali fluvio-lacustri di un antico affluente del Tevere.

• Le onde sismiche vengono amplificate quando passano attraverso terreni poco consolidati, per un fenomeno detto di risonanza, mentre non risentono di amplificazioni al passaggio su terreni rocciosi o molto compatti.

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IL RISCHIO SISMICO

IL CAMPIDOGLIO• Il Campidoglio, detto anche Monte Capitolino (Mons Capitolinus), è uno dei sette

colli su cui venne fondata Roma.

• In origine il colle era caratterizzato da due alture boscose, l'Arx e il Capitolium, separate da una piccola valle centrale nella quale la tradizione pone il mitico Asylum, istituito da Romolo per accogliere gli abitanti dei centri vicini.

• Sono emersi strati archeologici relativi alla fase più antica del Campidoglio, che mostrano tracce di frequentazione del colle a partire dall'Età del Bronzo finale (1200-1000 a.C.).


Il Campidoglio presenta nella sua struttura geologica ( come del resto anche gran parte dei colli romani ) i seguenti materiali :

1) Argille e sabbie plioceniche

2) Sedimenti limosi-argillosi, sabbie grigie e sabbie gialle marine del Pleistocene inferiore

3) Sabbie quarzose, ghiaie, e argille marine del Pleistocene inferiore

4) Complesso di argille, sabbie e ghiaie del Pleistocene medio

5) Piroclastiti, lave, tufo, con formazione fluvio-palustre del Pleistocene medio

6) Complesso di pozzolane inferiori ( rosse, lave e nere ) del Pleistocene medio-superiore

7) Formazioni piroclastiche e laviche del Pleistocene superiore

8) Depositi fluvio-lacustri, sabbie ghiaiose o semplici

LA SUA GEOLOGIA


RUPE TARPEA: BASAMENTO DEL CAMPIDOGLIO

Secondo la leggenda, la rupe deve il suo nome ad una fanciulla, figlia di Tarpeo, difensore del Campidoglio. Tarpea era innamorata del re dei Sabini ma al tempo era in corso una guerra tra Sabini e Romani.

Una notte i Sabini decisero di vendicarsi di un antico fatto: al momento della fondazione di Roma essa era costituita da soli uomini ; per garantire la continuità e lo sviluppo del popolo romano, Romolo ordinò di rapire tutte le donne della vicina popolazione dei Sabini(il fatto passerà alla storia come “Ratto delle Sabine”). Per tale precedente il re dei Sabini convinse Tarpea ad aprire le porte del Campidoglio a notte fonda. Quando i Romani scoprirono questo tradimento ,fu condannata a morte, gettata ancora viva dalla rupe. Questa prese il nome di rupe Tarpea e da quel momento tutti i traditori avrebbero subito la stessa condanna.


GEOLOGIA DELLA RUPELa Rupe Tarpea è una parete verticale rocciosa alta 25/30 metri costituita da una successione di depositi che testimoniano gli eventi geologici che hanno modellato l’area romana a partire da 600.000 anni fa. È costituita da:

• PARTE ALTA:

1) Depositi fluvio-lacustri

2) Tufo lionato

• PARTE CENTRALE:

3) Suolo sottile (qualche cm)

• PARTE BASSA: unità del palatino che costituisce un paleosuolo

4) Ignimbriti

5) Sabbie e depositi lacustri con intercalati livelli sabbiosi incrostati di travertino


IL TUFO LIONATO


Il tufo è una roccia magmatica ed è costituito quasi completamente da prodotti di un’attività vulcanica che si è prolungata in fasi successive per oltre un milione di anni. Nel caso di prodotti eruttati durante le fasi effusive si divide in due litotipi:

• lava

• ignimbrite

In particolare il tufo lionato è una roccia compatta che proviene dal colore giallo presente nella matrice cineritica e dalla litificazione del tufo vulcanico che conduce ad un intenso processo di zeolitizzazione della matrice cineritica, ciò gli conferisce una resistenza particolare. È costituito prevalentemente da:

1) Analcime (minerale della famiglia degli zeoliti)

2)Clinopirosseno (pirosseno ricco in Ca e Na)

3) Miche

ma vi si possono trovare anche altri minerali come:

4) Le pomici gialle

5) La scoria nera ( roccia vulcanica piroclastica)

6)L’olocristallino

7) Lava

SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

• SITOGRAFIA

• www.tufoetrusco.com

• www.ispirambiente.gov.it

• www.wikipedia.it

• www.treccani.it

• www.romanoimpero.com

• www.archeologiametodologie.com

• www.the-colosseum.net

• www.meteoweb.eu

• ‘Il possente Colosseo’ www.youtube.it

BIBLIOGRAFIA

• ‘Evoluzione paleogeografica dell’area romana’ – Maurizio Parotto


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