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nella seconda parte dell’anno. Intanto Raffo mi ha spedito due articoli piacevoli e sim- patici che leggerete su que- ste pagine. L’altro grazie va al nostro “Patron” Gianluca Rossetti per la bellissima festa di fine-inizio stagione al Risto- rante “La Scogliera” di Zadi- na. Uno spettacolo! Qua sot- to vedete la foto scattata alla consegna del pensiero che abbiamo fatto a Gianluca per ricordare la bellissima annata. Sappiamo che ha gradito molto e il quadretto fa bella mostra di se alla Rossetti Produzioni. Foto sociale ancora rimanda- ta. Qualcuno ha detto: “facciamola in estate con le divise corte”. Forse per un fatto estetico, anche se qualche maligno dirà: “Si, aspettiamo valà, così buttia- mo giù ’sti chili di troppo…” . Beppe Ben ritrovati a tutti. Si suo- le dire “anno nuovo vita nuo- va” e se da un certo punto di vista questo vuole dire rinnovato entusiasmo, per il nostro Team calza benissi- mo anche il motto “anno nuovo stesa (bella) vita”. Dopo lo straordinario esor- dio del 2006, cominciamo la nuova stagione carichi a molla e pronti a scaricare sui pedali la nostra voglia di primavera. L’inverno mite da non sembrare tale ha con- sentito a tutti di “far girare la gamba” e c’è da giurare che già alle battaglie (in senso buono) sulle strade si vedranno molte scintille. Il Team Rossetti è stato mes- so nel mirino e se lasciarci alle spalle sarebbe l’obietti- vo di molti, sicuramente non ci faremo trovare imprepa- rati. Il calendario delle Granfon- do è sempre più fitto e in continua evoluzione: quest’- anno cercheremo di provare qualche nuova esperienza che può essere una crono- squadre (nel mese di set- tembre a Chiari, provincia di Brescia) o qualche altra nuova granfondo che esula dalle solite, magari nella seconda metà della stagione che non prevede molte gare nella nostra zona. Vedremo. Questo primo numero del nuovo anno, nel quale compa- tibilmente con i problemi di trasloco che mi seppelliran- no credo, vorremmo fare quattro uscite del giornalino, raccoglie un po’ di articoli di colore e di taglio forzata- mente meno agonistico. I prossimi numeri racconte- ranno anche le cronache dal- le granfondo. A tal proposito, aspetto il Vostro contributo in maniera da poter raccontare la Vo- stra granfondo e non farvela vedere sempre dalla mia an- golazione. Va bene dhe da dietro si vede meglio…… Chiudo con due ringrazia- menti. Il primo condito da un grossissimo in bocca al lupo va a Raffo, che ha saputo nel mese di febbraio di doversi sottoporre ad un intervento programmato da tempo. Per lui lo stop completo per oltre un mese vuole dire stagione saltata per quanto riguarda le granfondo di primavera, siamo però tutti convinti, visto il passo che aveva pri- ma dello stacco, di ritrovarlo tenace e più forte ancora Anno nuovo... O r g a n o ufficiale del Veloclub Acropolis ASD Marzo 2007 Anno 2—Numero 1 In questo numero: Buoni Propositi pag. 2 Davide, sorvegliato specia- le pag. 3 Un tuffo nella poesia pag. 4 Intervista Flash pag. 5 ‘Oscia s’indeva! pag. 6 Business Maratona pag. 7

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nella seconda parte dell’anno. Intanto Raffo mi ha spedito due articoli piacevoli e sim-patici che leggerete su que-ste pagine.

L’altro grazie va al nostro “Patron” Gianluca Rossetti per la bellissima festa di fine-inizio stagione al Risto-rante “La Scogliera” di Zadi-na. Uno spettacolo! Qua sot-to vedete la foto scattata alla consegna del pensiero che abbiamo fatto a Gianluca per ricordare la bellissima annata. Sappiamo che ha gradito molto e il quadretto fa bella mostra di se alla Rossetti Produzioni.

Foto sociale ancora rimanda-ta. Qualcuno ha detto: “facciamola in estate con le divise corte”. Forse per un fatto estetico, anche se qualche maligno dirà: “Si, aspettiamo valà, così buttia-mo giù ’sti chili di troppo…” .

Beppe

Ben ritrovati a tutti. Si suo-le dire “anno nuovo vita nuo-va” e se da un certo punto di vista questo vuole dire rinnovato entusiasmo, per il nostro Team calza benissi-mo anche il motto “anno nuovo stesa (bella) vita”.

Dopo lo straordinario esor-dio del 2006, cominciamo la nuova stagione carichi a molla e pronti a scaricare sui pedali la nostra voglia di primavera. L’inverno mite da non sembrare tale ha con-sentito a tutti di “far girare la gamba” e c’è da giurare che già alle battaglie (in senso buono) sulle strade si vedranno molte scintille. Il Team Rossetti è stato mes-so nel mirino e se lasciarci alle spalle sarebbe l’obietti-vo di molti, sicuramente non ci faremo trovare imprepa-rati.

Il calendario delle Granfon-do è sempre più fitto e in continua evoluzione: quest’-anno cercheremo di provare qualche nuova esperienza che può essere una crono-squadre (nel mese di set-tembre a Chiari, provincia di Brescia) o qualche altra nuova granfondo che esula dalle solite, magari nella seconda metà della stagione che non prevede molte gare nella nostra zona. Vedremo.

Questo primo numero del nuovo anno, nel quale compa-tibilmente con i problemi di trasloco che mi seppelliran-

no credo, vorremmo fare quattro uscite del giornalino, raccoglie un po’ di articoli di colore e di taglio forzata-mente meno agonistico. I prossimi numeri racconte-ranno anche le cronache dal-le granfondo.

A tal proposito, aspetto il Vostro contributo in maniera da poter raccontare la Vo-stra granfondo e non farvela vedere sempre dalla mia an-golazione. Va bene dhe da dietro si vede meglio……

Chiudo con due ringrazia-menti. Il primo condito da un grossissimo in bocca al lupo va a Raffo, che ha saputo nel mese di febbraio di doversi sottoporre ad un intervento programmato da tempo. Per lui lo stop completo per oltre un mese vuole dire stagione saltata per quanto riguarda le granfondo di primavera, siamo però tutti convinti, visto il passo che aveva pri-ma dello stacco, di ritrovarlo tenace e più forte ancora

Anno nuovo...

O r g a n o

u f f i c i a l e d e l

V e l o c l u b

A c r o p o l i s A SD

M a r z o 2 0 0 7 A n n o 2 — N u m e r o 1 In questo numero:

Buoni Propositi pag. 2

Davide, sorvegliato specia-

le pag. 3

Un tuffo nella poesia

pag. 4

Intervista Flash pag. 5

‘Oscia s’indeva! pag. 6

Business Maratona pag. 7

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P a g i n a 2

Da ragazzino, diciamo

qualche decennio fa, all’i-

nizio di ogni stagione

sportiva c’è sempre stato

dentro me qualcosa che

bruciava e mi dava la sen-

sazione di essere forte e

veloce come un leone della

savana.

Poi quando iniziava la pre-

parazione atletica e c’era-

no i primi confronti coi

compagni capivo che anzi-

ché leone tutt’al più ero

un gatto soriano d’appar-

tamento, e tutta la carica

adrenalinica svaniva, e

veniva sostituita dalla

gioia di stare con gli amici

che condividevano con me

la stessa passione.

Da quando ho iniziato a

pedalare non ho ancora

provato questa sensazio-

ne, o almeno non con que-

sta voglia. Forse perché

ho iniziato non per passio-

ne ma per necessità (come

tanti del resto), e tanti

altri fattori hanno frena-

to la voglia di strafare.

Quest’anno invece tutto

mi sento diverso, mi sem-

bra di essere tornato

indietro nel tempo a quan-

do nei primi allenamenti si

correva e si sudava finchè

la faccia non diventava

color rosso pomodoro e ti

mancava il respiro.

Quest’anno sento proprio

il bisogno di uscire in

gruppo e di fare fatica

come un animale da soma;

probabilmente ciò non è

normale, o come si sente

dire spesso: i ciclisti non

sono mica normali.

Credo comunque sarebbe

meglio cacciarci dentro un

“però”, nel senso che per

la teoria della relatività il

normale è indefinito, quin-

di non è giusto definire un

appassionato di bicicletta

un pazzo a prescindere.

Si può definire pazzo un

soggetto che riesce a

fare 100 kilometri in 3 o 4

ore senza inquinare l’aria,

a parte qualche petacchio

che sotto sforzo è anche

consentito?

O si può definire pazzo

chi cerca di stare in salu-

te?

O si può definire pazzo

chi vuole stare con gli

amici?

Chi ci definisce così dà

un giudizio generico e

superficiale; Le uniche

autorizzate a farlo sono

le nostre mogli: finchè

non trovano alternative ci

sopportano e sono auto-

rizzate ad usare qualsiasi

appellativo. Forse quando

smetteranno di farlo do-

vremo iniziare a preoccu-

parci.

Tutti gli altri non dovreb-

bero insultarci ma ragio-

nando forse dovrebbero

complimentarsi con noi.

Perché? Beh, un soggetto

qualsiasi che lavora otto

ore al giorno (e spesso

anche molte di più), e rie-

sce ad incastrare come in

un Sudoku tre allenamenti

settimanali (minimo sinda-

cale) e a stare con la fa-

miglia senza rischiare di

essere accoltellato alla

schiena non è un pazzo ma

un genio in campo organiz-

zativo.

Una volta il “Maestro” mi

ha detto: “Se vuoi andare

più forte devi fare come

me, allenati quando tua

moglie e tua figlia dormo-

no”. Un’altra volta su Ci-

cloturismo ho letto di un

tizio che diceva di essere

un imprenditore super

impegnato con una fami-

glia sulle spalle e che riu-

sciva a fare almeno 5 alle-

namenti alla settimana.

Questo non è un pazzo ma

un genio (o un bugiardo).

Il motore di tutto è natu-

ralmente la passione,

quella vera.

Posso finalmente dire che

far parte di questo grup-

po è come tornare indie-

tro nel tempo, quando i

Mister mi urlavano addos-

so che se non correvo

rischiavo di non giocare, e

questo anziché darmi fa-

stidio mi divertiva.

Ora è lo stesso perché

non mi dà più fastidio ri-

manere indietro in salita o

rimanere indietro in una

gran fondo, perché oltre

ha riconoscere i miei limiti

mi diverto comunque: sono

in un gruppo di amici.

Questa è la benzina che

alimenta il motore della

passione….

Yaroslav Popovich

Cuccureddu

Raffone

Buoni Propositi

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P a g i n a 3

Davide, sorvegliato speciale

Negli scorsi numeri aveva-

mo gia posto l’accento sul

fatto che sulle riviste spe-

c i a l i z z a t e f o s s im o

“passati” con una frequen-

za decisamente inusuale

considerando che esistia-

mo come gruppo da solo un

anno e non siamo in tanti.

Sembrava una semplice

conferma di questo fatto

la foto che vede qua a

fianco apparsa su numero

di dicembre de “Il Giorna-

le delle Granfondo”: una

gigantografia a doppia

pagina che fissa Davide

durante la scalata al Passo

Sella (o al Passo Pordoi)

nell’ultima Maratona delle

Dolomiti.

Nulla di strano, pensiamo,

le nostre maglie sono foto-

geniche e l’immagine cat-

turata è proprio bella,

quasi da Tour de France.

Nulla di strano fino a che

non leggiamo il numero di

gennaio dello stesso gior-

nale…..

Si parla di chip e sistemi

di cronometraggio e per

dare un po’ di colore alla

pagina è stata inserita una

foto scattata ad uno di

quegli scatoloni posti all’-

arrivo della Maratona delle

Dolomiti nei quali gli ad-

detti ammucchiano i nume-

ri degli arrivati che resti-

tuiscono il chip.

Guardate bene: di chi è il

numero in primo piano?

Ma è il 2305 con tanto di

nome sotto: Fiammenghi

Davide!!

Se pensiamo che alla Ma-

ratona partecipano 8.500

persone e le foto sono

state scattate lo stesso

giorno a 5 ore di distanza

almeno l’una dall’altra, o è

una coincidenza che ha

dell’incredibile o c’era in

giro qualche spia dell’UCI.

Per caso Davide ha un cane

che si chiama Birillo???

Beppe

Page 4: RossettiBikeNews 2007.1

C’era una voltra un losco voltro,

che in quel paese detto di Voltre,

+ voltre e voltre e voltre e voltre,

si notava sbucar fuori dalla fitta coltre.

da lontano si disse esso proveniva,

quaranta leghe e oltre egli pedalava,

e arrivato ai piedi dell’irto coltre

a mento isso proseguiva oltre.

la questio divenne così popolare,

che in fronte ad ogni caldo focolare,

non c’era serata in cui non si rammentava,

l’eroiche gesta di un simil “Boifava”.

da Marte addirittura si disse nasceva,

sbucato dal mar qualcuno lo credeva,

ma il vero mistero non era la provenienza,

ma quello che in quei luoghi egli cercava.

forse funghi tartufi ciccioli o salsicce,

no, egli era atleta giammai lussurioso,

o forse smarrito qualcosa egli aveva,

così tutti credevan che donna l’aspettava.

ma sì, non poteva esser che questo,

il vero motivo che spingeva un marziano,

ad andare sin là da oltre, da lontano,

per fare fatica e sudare come un boscimano.

Cosa era certa per stargli alla ruota,

tanta fatica dovevan tutti fare,

pedalava e pedalava il misterioso marziano,

che tanto solo gnocca lo potevan motivare.

Dedicato a tutti coloro che non hanno risolto il mistero di Voltre

Giosue’ Popovich Carducci

Un tuffo nella poesia P a g i n a 4

Durante l’inverno il tempo

di allenarsi è sempre poco e

si cercano percorsi e stra-

de abituali che possano con-

sentire di fare un buon alle-

namento in un tempo gioco-

forza limitato.

Un amico del nostro gruppo,

uno che non veste la nostra

maglia non sa neanche lui

per quale motivo, quest’anno

ha scoperto un nuovo itine-

rario e la meta era un ri-

dente (??) paesino di nome

Voltre.

Dedicato a questo “amore

misterioso” il pezzo di un

autore emergente delle cui

righe in versi siamo venuti

in possesso.

Ecco l’autore del pezzo.

Coraggio grande Raffone,

ti aspettiamo in gruppo!!

Noi l’abbiamo capito tutti, il

protagonista citato dal Poe-

ta è “Il Marziano” Roberto

Lelli

Page 5: RossettiBikeNews 2007.1

P a g i n a 5

Intervista

Flash Quasi quasi l’aveva dimentica-

to pure lui, ma a Como “il Mae-

stro” era stato brevemente

intervistato dall’inviato del

solito e già citato Giornale

delle Granfondo che ormai

potremmo eleggere a nostro

organo ufficiale (ovviamente

dopo il Rossetti Bike News).

Si parlava di squadre e quale

migliore occasione per ribadi-

re concetti cari a Nelson e a

noi tutti riguardo la coesione

del nostro giovane sodalizio.

Ma ecco qua sotto il ritaglio

dal giornale.

Domanda 1 Quanto può incidere la squadra

sul risultato personale in una granfondo?

“Considero la mia squadra come la realizzazio-

ne di un sogno: quello di unire pochi ma affia-

tati amici che fino a poco tempo fa erano

sparpagliati e che si sono poi uniti in un nuovo

team”.

Domanda 2 In gara è meglio puntare sulla qua-

lità o sulla quantità delle alleanze?

“Sulla qualità. Il nostro, ad esempio, è un grup-

po a numero chiuso, non più di otto. Cerchiamo

di non aumentare gli iscritti con persone che

potrebbero risultare negative rispetto alla

filosofia che ispira il gruppo”.

Domanda 3 E’ possibile parlare di “tattica di

squadra” nella disciplina delle granfondo?

“Nel nostro caso sì. Più o meno siamo tutti

accomunati dalla stessa età e dallo stesso li-

vello atletico. Facciamo in media dai 10 ai

12.000 chilometri all’anno.

Tutto perfetto con una sola

imperfezione: il nome, Nelson

PENATI.

Da chiarire se si tratta di una

semplice sostituzione di con-

sonante, omissione di lettera

(la H dopo la P darebbe vita ad

un americaneggiante PHENA-

TI) o una sottile ironia dell’au-

tore dal gusto un pò “fallico”.

A voi il giudizio.

Beppe

Page 6: RossettiBikeNews 2007.1

P a g i n a 6

‘Oscia s’ indèva!!

L’esordio ufficiale è vicino, le

prime gare sono alle porte e

sono sempre una bella emozio-

ne. Per esorcizzare la tensio-

ne è nostra consuetudine an-

dare a “provare” il percorso

delle corse o parti di esso.

Proprio in questa ottica una

fresca domenica mattina di

metà febbraio ci accordiamo

per andare in macchina a Fa-

enza e vedere il percorso del-

la Davide Cassani.

Nonostante il tempo non sia

troppo promettente siamo in

sette, unico assente lo stra-

niero Valerio.

Quando nel parcheggio del

PalaCattani scarichiamo le

bicicadono anche due gocce

d’acqua, così decidiamo di non

spingerci troppo lontano e

restare nelle prime colline

pronti a tornare indietro se il

clima dovesso peggiorare.

Siamo comunque carichi a pal-

la, ci sentiamo come la Disco-

very in ritiro e ci facciamo

guidare dall’istinto. Passiamo

per strade più o meno cono-

sciute fino a che non scatta

l’idea : “Facciamo il Poggiolo?”

E chi lo conosce? L’unico che

conosce (un po’) la strada è

Gianni forte di ricordi lontani,

si va a Zattaglia e da lì imboc-

chiamo la deviazione per ’sto

Poggiolo…

Per carità la strada è bella,

pochissimo trafficata e per

molti chilometri si viaggia in

completa assenza di case. Un

posto che pare sperduto, fat-

to di dolci saliscendi fino a

che non si arriva ad una A-

zienda Agrituristica (Il Pog-

giolo appunto) da dove la stra-

da, ben infangata, sale con più

decisione.

Fiancheggiamo un suggestivo

crostone di roccia e le condi-

zioni dell’asfalto peggiorano.

Siamo in fila indiana, dietro di

me solo il Capitano. Schivo

all’ultimo una crepa nell’asfal-

to che Denis prende in pieno.

Rumore sinistro e foratura.

I Nostri Amici (scherzo) non

si accorgono di nulla e prose-

guono, restiamo solo noi due e

le American Classic in carbo-

nio col tubolare da riparare.

Qui ti voglio!

Entra in scena la bomboletta

“gonfia e ripara”… Funziona?

Quasi. A metà si spacca e la

schiuma esce. Va bè, un po’ di

lavoro l’ha fatto, proviamo a

gonfiare con la bomboletta ad

aria compressa e ripartiamo.

Perfetto, gonfiamo. “Basta

Denis, per me è sufficiente”.

Il Capitano svita il beccuccio

e….puff. Gli resta in mano la

valvola del tubolare che va

inesorabilmente a terra.

Siamo a posto: spersi per una

strada sconosciuta con un solo

cellulare, il mio, che comunque

non prende. Non ci sono alter-

native, lascio da solo Denis

tentando di rassicurarlo.

“Vado alla macchina e ti vengo

a prendere”. Sì ma dove cavolo

siamo, chissà quanto ci vorrà…

La strada continua in salita

per qualche chilometro poi

comincia una ripida discesa

lungo la quale incrocio solo

qualche biker che sale col

rampichino. A uno di questi

chiedo: “Dove si sbuca giù di

qua?” “A Casola” fa lui con una

faccia strana che voleva dire

“e mi patàca, ci smarì eh?”.

Arrivo alla fine della discesa

ed effettivamente si sbuca

all’incrocio con la statale che

da Casola porta a Palazzuolo e

lì trovo gli altri Rossetti un

po’ preoccupati in attesa.

Tempo di raccontare l’accadu-

to e via si va tutti verso Fa-

enza. Il pensiero del Capitano

fermo lassù al freddo e la

conseguente voglia di fare più

in fretta possibile ci mette le

ali ai piedi e si viaggia ad an-

datura forsennata. Adesso

piove anche ma sui saliscendi

tra Casola e Riolo e sui Monti

Coralli sembriamo impegnati

in una cronosquadre.

Prima di mezzogiorno siamo a

Faenza e può partire il carro-

scopa sotto forma di furgon-

cino della Bicom System con

Davide e Nelson di equipaggio.

Io non i sono, ho gi preso un

bel cinque da Stefania che

non sapeva niente e mi aspet-

tava per pranzo. Il pensiero

però resta là finchè non sento

il Maestro che con voce sicu-

ra mi dice: “Il pacco è nel

furgone!”

Insomma tutto bene quel che

finisce bene, l’esperienza del

Capitano gli ha suggerito di

non stare fermo ad aspetta-

re. Ci ha rimesso un coppia di

tacchette per le scarpe ma si

è risparmiato una sicura bron-

chite. Nelle due ore e passa

nella quali è stato da soo in-

fatti era arrivato a piedi fino

quasi a Casola.

Splendido l’episodio racconta-

toci da Denis del ciclista che

vedendolo a piedi gli chiede

se avesse bisogno. “Ma no, ho

i miei soci che mi stanno ve-

nendo a prendere”.

“A io vèst me i tu soci, mo

veda che indeva in zò! E inde-

va, ‘oscia s’indeva! Begli Amici!

Beppe

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P a g i n a 7

Business Maratona

La Maratona delle Dolomiti

muove un giro enorme di per-

sone e soldi. La Val Badia in

quei giorni si riempie al limite

della capienza in un periodo nel

quale altrimenti ci sarebbero

forse un decimo di quelle pre-

senze.

Nonostante il bendidìo che

arriva sotto forma di una ma-

rea di ciclisti, qui esce il lato

più brutto e venale degli altoa-

tesini.

Già a gennaio, quando la ricca

stagione invernale deve dare

ancora il meglio di se, cercano

di riempire il prima possibile

gli alberghi già per giugno pre-

si da una inspiegabile fobìa di

non riuscire a farlo. Per fare

ciò se ne infischiano di chi ti

ha fatto richiesta e ti ha ga-

rantito che va bene riservan-

dosi di confermare ufficial-

mente il tutto. Finchè non ar-

riva la caparra, le “tue” camere

sono del più veloce.

Questo per spiegare come è

andata la faccenda della pre-

notazione alberghi per Corva-

ra, cosa che mi ha un po’ stres-

sato a cavallo tra gennaio e

febbraio. Per avere temporeg-

giato 10 giorni (a metà gen-

naio….) per inviare la caparra

di camere prenotate via mail, i

gentilissimi gestori dell’Hotel Tablè (albergo nel quale erava-

mo stati lo scorso anno) hanno

dato via le camere. Ovviamen-

te non tutte ma solo quelle

prenotate per 4 giorni, quella

che avevo chiesto per 8 giorni

era ancora “casualmente” libe-

ra.

Mi sono preso prima la libertà

di mandarli gentilmente a quel

paese, poi è partita la ricerca

di un’altra sistemazione che,

dopo aver penato un po’ doven-

do attendere le non conferme

delle camere di clienti che le

avevano opzionate un anno per

l’altro, abbiamo trovato all’Ho-

tel Marmolada.

Il livello dovrebbe essere otti-

mo, è un 3 stelle superiore e ci

costa solo qualche euro (5) in

più.

Una cosa è certa: se ci trovia-

mo bene ci conviene sfruttare

il meccanismo dell’opzione per

l’anno prossimo, così nel caso la

fortuna nel sorteggio ci assi-

sta, risparmieremo un mesetto

di trattative e anche un po’ di

nervoso.

Beppe

Da “ Il Giornale delle Granfondo ” di febbraio 2007, Denis e Valerio sulla salita di S.Maria Riopetra alla Selle Italia 2006

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P a g i n a 8

• Cominciano le Granfondo, ci sarà da di-

vertirsi!

• Ce la faranno i nostri eroi a fare la tan-

to attesa foto sociale?

Mai come sta

volta ho bisog

no della vostr

a collaborazio-

ne, in maggio

mi attende

un faticosiss

imo trasloco,

quindi:

• aspetto

i vostri contr

ibuti per il gior

nalino;

• abbiate

riguardo e no

n staccatemi s

ubito in bici

La frase misteriosa

“La potenza è nulla senza il controllo”

Secondo voi chi può aver detto una minc…

ehm, massima del genere??