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magazine n. 24 aprile 2011 Rrose Sélavy MARCO LUZI

rrose sélavy magazine marco luzi

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magazinen. 24aprile2011

Rrose Sélavy

MARCOLUZI

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magazinen 24aprile2010

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Dimensioni vastissime o minime, formati pseudo quadrati dai due metri e mezzo ai trenta centimetri per entrare in contatto con un mondo del tutto personale, eppure riflesso condiviso d'una fetta d'umanità. Marco Luzi (marchigiano-romano) si presenta senza abbellimenti, con un'alzata di spalle imbarazzata per quel che è l'uomo, quanto deciso a mostrarlo, totalmente, pelle e carne esposte, organi fuori dai corpi, assemblaggi d'arti come dopo una dissezione, secondo suggestioni che forse evocano nudità alla Lucien Freud miste d'inquietudine baconiana (magari anche per quel medesimo procedimento a partire dalle foto-grafie), ma a progressiva perdita di contesto, come epurate, sterilizzate, tolte della personalità.

Fruitfeet, olio su tela, 2008

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E il primo esempio d'uomo è certo se stesso: numerosi e notevoli gli autori-tratti, schivi, mai diretti, con gli sguar-di puntati in basso o di lato, presi come attraverso convessità di spec-chio, con la schiena o il busto prota-gonisti, dentro pose da prigioni michelangioleschi che tentano di ritrovare l'articolazione e la libertà del movimento, innaturali perché trattenuti, ma immensamente umani e spogli di difese.

Come una generosità, olio su tela, 2008

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Insieme al suo corpo, quelli di altri uomini, di altre donne, in isolamenti e vuoti, spazi neutri che par-lano in termini di pulizia chirurgica, in odore di disinfettante ospedaliero e che passano dallo sfondo alle rosee rotondità o magrezze portando-si dietro un'essenzialità che riserva tutta l'atten-zione alle questioni esistenziali, allo stupore per le funzioni vitali e al disagio della costrizione fisica, nel rebus epidermico e venoso, dei tessuti, dei muscoli più che dello scheletro portante.

Autoreferenziale, olio su tela, 2000

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Sono visioni di mani che ingigantiscono, gambe che scompa-iono in scie vischiose, applicazioni di protesi e fuoriuscite d'or-gani che sussistono, galleggiano in un'atmosfera satura, come strumenti di durata, componenti strutturali. Sono lucide allu-cinazioni cui non ci si può sottrarre. Ma quest'uomo che è quasi soltanto carne, passibile di una mortalità insignificante come pollame da macello, assiste nel suo percorso al grande mistero della procreazione, si disperde in altre carni, si molti-plica e stupisce di essere se stesso nei propri figli, nuovi corpi rosei e innocenti in bilico in questo mondo asettico.

Giudizio universale se vi pare, olio su tela, 2007

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Un mondo troppo illuminato, impossibile e sorprendente sin dal primo respiro artificiale, violento come le immagini che l'artista condensa dentro i piccoli sup-porti a potenziare i forti contenuti, brutale come l'assenza di contesto che esclu-de ogni banalità delle composizioni, possente come la sapienza pittorica con cui sono rese queste carni illuminate, questa implacabile analisi dell'esistenza.

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Pensiero soffice a -20°, olio su tavola, 2006(sinistra) Senza titolo, olio su tela, 2009

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Senza titolo, olio su tela, 2009(in copertina) Passa e non tocca, olio su tavola, 2008

Marco Luzi (1970) vive e lavora a Roma e a Civitanova Marche www.marcoluzi.it

Testi Marta Silenzi