s. Scala - Il Modello Olografico Della Mente

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    IL MODELLO OLOGRAFICO DELLA MENTE ED IL MODELLO

    OLOGONICO DEL COSMO

    SABATO SCALA

    I risultati delle ricerche condotte da Sabato Scala sulle reti neurali e sulfunzionamento del meccanismo della attenzione sono alla base del modellounitario della mente proposto nel presente lavoro per spiegare la capacit

    intrinsecamente previsionale della mente, il meccanismo dei sogni secondo ilmodello junghiano, il meccanismi ed i fenomeni che caratterizzano la

    meditazione e, per proporre una spiegazione al fenomeni junghiano dellasinconicit

    Il modello neurale definito ed i principi del paradigma olografico vengonorielaborati per integrare ed estendere il modello olografico di Bohm in una

    nuova teoria unitaria del Cosmo.

    Comportamento olografico nel processo mentale

    A questo punto possiamo introdurre lanello mancante che lega leosservazioni del macrocosmo reale a quelle del microcosmomentale ed al modo in cui la mente rappresenta in se i modelli del

    reale.Sintetizziamo di seguito, i risultati degli studi di Karl Pribram che

    hanno portato alla formulazione della Teoria Olografica dellaMente1.

    Lipotesi di fondo che, proprio per il rilevante potere di analisi econtemporanea sintesi della informazione che insito nellatrasformazione di Fourier, il cervello usi proprio questo metodo dirappresentazione che gli consente:

    da un lato di distribuire uniformemente linformazione come

    in un ologramma, rendendo impossibile identificare le partiin cui essa suddivisa e rappresentata nella rete di neuroniche compongono il nostro cervello

    dallaltro di sintetizzarla isolando le componenti elementariprincipali e scartando le altre

    dallaltra ancora, di sovrapporre e comparareautomaticamente linformazione memorizzando non quelloche si osserva, ma le componenti elementari comuni alle

    1 Una ottima e chiara sintesi dei lavori di Pribram si trova al seguente indirizzo:http://www.acsa200.net/bncgroup/jponkp/nellarticolo di Jett Prideaux del Virginia CommonewhealtUniversity dal titolo Comparison between Karl Pribrams Holographic Brai Theory and moreconventional models of neuronal computation

    http://www.acsa200.net/bncgroup/jponkp/http://www.acsa200.net/bncgroup/jponkp/
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    diverse esperienze che, poi, ricomposte determinano laricostruzione dellosservato nella mente

    Una serie di esperimenti condotti sui gatti e sulle scimmie 2

    confermano che le celle della corteccia cerebrale rispondono non

    allo stimolo diretto, ma alla trasformata di Fourier dello stimololuminoso.Infondo, se si analizza quanto i modelli di simulazione neurale e le

    scienze che studiano il comportamento del cervello, ci dicono, lascoperta di Pribram ha una spiegazione quasi naturale.

    Un modello di simulazione neurale un modello matematico che,adoperato per programmare opportunamente un computer, gliconsente di simulare alcuni processi elementari del cervello. Ilmodello cui faremo riferimento, per mostrare come lidea di Pirbram

    trovi conferme nella sperimentazione, uno dei pi noti esperimentati modelli di simulazione neurale: il Perceptrone.La cellula nervosa composta da un nucleo centrale che elabora

    segnali provenienti dai canalicoli di ingresso detti Dentriti e lipropaga alle cellule successive attraverso canalicoli di uscita dettiAssoni. Il modello di simulazione di tipo Perceptrone, sostituisce ineuroni con degli elementi logici: i Perceptroni. Il singoloPerceptrone un oggetto estremamente semplice.

    Esso un sistema costituito da una serie di ingressi assimilabili aiDentriti di un neurone, attraverso cui questa entit riceve segnali, odirettamente dallesterno, o da altri Perceptroni che lo precedono eche sono ad esso collegati in una rete a strati, che emula quella deineuroni del cervello.

    Ogni segnale su ciascuno dei collegamenti di ingresso, vienemoltiplicato per un valore tipico di quel collegamento detto peso,in pratica viene amplificato diversamente a seconda dellingressoda cui proviene il segnale.

    Questo sistema serve a dare, per cos dire, pi o menoimportanza alla componente elementare del segnale che agisce suquel particolare ingresso.

    I segnali moltiplicati e quindi amplificati in misura del peso delrispettivo ingresso vengono sommati3.

    Ora, se supponiamo di alimentare ciascuno degli ingressi delPerceptrone con le componenti armoniche di un segnale luminosodecomposto secondo Fourier e di sostituire ciascuno dei pesi con ilcoefficiente giusto della serie di Fourier, ci che otteniamo propriola antitrasformazione del segnale: in pratica il perceptrone2 De Valois e altri, 1979

    3 In realt la somma viene, poi, passata attraverso una funzione di soglia. Qeesta una funzione cherisponde linearmente (ovvero proporzionalmente) alla somma pesata degli ingressi aolo allinterno di inun certo intervallo, dopo il quale qualunque sia il valore in ingresso si ha sempre una risposta unitaria.

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    ricostruisce limmagine decomposta del segnale che allingresso suddiviso in componenti semplici, in maniera analoga alla pareteinterna di una camera oscura.

    Volendo

    esprimere informamatematicaquanto abbiamoappena detto siottiene unaequazioneequivalente alla(1)del capitolo

    5, ovvero lequazione del teorema di Fourier che anchelequazione alla base del modello olografico.E, quindi, dimostrato che la mente ha un comportamento

    intrinsecamente olografico.Se si limitasse a questo, per, il Perceptrone opererebbe solo una

    ricostruzione dellimmagine non intelligente.In realt il segnale derivante dalla somma pesata degli ingressi

    viene fatto passare per un sistema a soglia.Questo tipo di circuito fa si che il segnale di uscita del Perceptrone

    sia in diretta proporzione rispetto allingresso (tanto pi alto quantopi alto lingresso) solo allinterno di un certo intervallo, mentre aldi sopra o al di sotto di tale intervallo, luscita divienerispettivamente uguale a 0 o a 1.

    In altre parole la rete in grado di rispondere in uscita con unsegnale che un SI, un NO, o una gradazione di NI relativamentead un segnale decomposto in parti elementari e sottoposto al suoingresso.

    Il singolo Perceptrone, quindi, da una importanza diversa aciascuna componente elementare a seconda del peso e, quindi, aseconda della specifica specializzazione che il Perceptrone acquistarelativamente a quella particolare componente elementare disegnale.

    In altre parole il Perceptrone si specializza nel riconoscere alcunecaratteristiche elementari in un segnale che gli viene sottopostoallingresso ed informare di ci, se posto in una rete, i neuronisuccessivi.

    Per i neuroni successivi linformazione relativa al riconoscimentodi una serie di caratteristiche verr, a sua volta, utilizzata per

    riconoscere alcune combinazioni particolari di tali caratteristiche.

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    Ogni neurone del secondo strato, si specializzer, quindi, arilevare alcune associazioni e combinazioni di caratteristiche

    Si intuisce facilmente che con un numero sufficiente di strati dineuroni si pu arrivare ad astrazioni ed inferenze, via via pi

    complesse riconoscendo regolarit e correlazioni nei segnali chegiungono allingresso della rete.Questo processo ci che compone le nostre idee sul mondo

    reale che altro non solo che correlazioni ed inferenze sulla realtdettate dalla nostra esperienza.

    Lapprendimento nei modelli neurali

    Coma fa, un neurone - Perceptrone, ad acquisire la capacit didiscernimento che gli propria e di nessun altro neurone

    Perceptrone allinterno della rete di cui parte?Lattivit intelligente del Perceptrone assicurata da unparticolare processo di apprendimento il cui scopo fare in modoche la rete dei Perceptroni generi un modello empirico della realt;tale modello consente al Perceptrone, di comprendere la realt ,di osservala e di memorizzarla nello stesso tempo.

    Vediamo in sintesi, come si svolge tale processo.Il calcolo del giusto peso per ciascuno degli ingressi di un

    Perceptrone, avviene assicurato da un meccanismo automatico dicorrezione basato su aggiustamenti progressivi dipendentidallerrore che il Perceptrone commette quando, dato un ingressosottopostogli come esempio esso risponde con una uscita diversada quella attesa.

    In buona sostanza si offrono alla rete di Perceptroni, una serie diesempi di domande e risposte in sequenza continua.

    La rete, pian piano, si adatta in modo che alla fine di questoprocesso ripetitivo, tutte le risposte offerte dalla rete siano quellecorrette indicategli con gli esempi.

    Ci fa si che la rete neurale di Perceptroni, non solo generi unmodello che risponde agli esempi che gli sono stati forniti e che, intal modo, contiene e memorizza la sequenza domanda-rispostaproposta per laddestramento, ma esso anche uno strumento dianalisi di casi simili che non facevano parte dellinsieme di esempioofferti.

    Tale fondamentale caratteristica ,che rende intelligente la reteviene ,detta Capacit di Generalizzazione.

    In buona sostanza una rete istruita in grado di ragionare persimilitudini a partire dagli esempi domanda-risposta offerti e

    quindi, in grado di rispondere anche a domande che non gli eranomai state rivolte prima, a patto che siano analizzabili per

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    similitudine sulla base degli esempi appresi o che abbiano unqualche rapporto logico tra loro, implicito nella sequenza domanda-risposta offerta per lapprendimento.

    Laggiustamento dei pesi dei Perceptroni un processo, fondato

    sulla comparazione tra il risultato atteso e quello ottenuto, cheparte dalla uscita della rete e si muove a ritroso via via versolingresso.

    A questo punto evidenziamo alcuni aspetti fondamentali delmeccanismo che abbiamo esposto.

    Cerchiamo di sintetizzare quanto fino ad ora esposto.La rete neurale costituita da elementi, Perceptroni, il cui

    funzionamento di tipo olografico, nel senso che tende arappresentare segnali suddividendoli in componenti elementari il

    cui peso, viene calcolato con un procedimento empirico edautomatico di correzione.A questo particolare comportamento estensione del modello

    olografico applicato, in questo caso, per mappare la conoscenzadaremo il nome, come anticipato nei precedenti capitoli, dicomportamento ologenico.

    Il procedimento di apprendimento di una rete neurale assicura, lamemorizzazione ottimale dei segnali che possono esseredecomposti in componenti elementari il cui peso nellambito dellarappresentazione assimilabile alla importanza che il singoloPerceptrone fornisce a quel ingresso, nel quadro dellaspecializzazione che ha conseguito nel corso dellapprendimento.Ci assicura anche la possibilit di scartare componenti inessenzialialla rappresentazione perch, almeno per quel Perceptrone hannopoco peso.

    Il funzionamento della rete neurale pu essere assimilato ad unprocesso di interferenza tra diversi segnali. E questo processoche fa si che la predominanza di alcune componenti ne provochiuna sorta di amplificazione e di persistenza, mentre la marginalitdi altre ne provochi lautomatica scomparsa durante la fase diestrazione del modello di rappresentazione e quindi durantelapprendimento.

    Questo processo di interferenza mentale delle esperienzeconsente, come nel processo olografico, lestrazione non solo dellecomponenti principali di un segnale ma, nel contempo dellecaratteristiche principali della realt osservata, in pratica negarantisce la comprensione e contemporanea, la analisi, la sintesi ela memorizzazione.

    Come una lastra olografica frantumata conserva in ogniframmento linformazione intera di ci che lologramma conteneva,

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    cos, la memorizzazione neurale non locale e se la rete del nostrocervello subisce danni, anche rilevanti il risultato una perdita dinitidezza di alcuni ricordi, ma non del ricordo nel suo complesso.

    Il cervello , quindi, una macchina che screma, analizza,

    sintetizza e genera modelli rappresentativi della realt al suointerno, in maniera ottimale e con un unico processo.

    Reti neurali multistrato e numero dei neuroni

    Perch una rete neurale possa essere in grado di apprenderequando espostogli in una serie di esempi di coppie domanda-risposta adoperato per istruirla (Training Set) necessario che ilnumero di neuroni e degli strati di neuroni interconnessi, sianosufficiente a mappare interamente il problema.

    Cerchiamo di capire meglio.Prendiamo il caso di un neurone di tipo Perceptrone con 2 ingressie, ovviamente, una sola uscita.

    Indichiamo con x1 e x2 i valori di ingresso al neurone, con yquello di uscita e rappresentiamoli su un sistema di assi come in

    figura. Ebbene un singolo neurone come quello preso in esame ingrado di costruire nel piano una retta la cui orientazione e posizionevaria al variare dei pesi di ingresso (nella finestra ogni lineatratteggiata corrisponde alleffetto di un neurone nel piano dirappresentazione della conoscenza).

    Ora consideriamo il caso degli operatori logici a due ingressi AND,OR, XOR e tabelliamo le coppie domanda risposta che devonoessere utilizzate per istruire la rete:

    Per la AND la tabella di istruzione :x1 x2 Y0 0 00 1 1

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    1 0 11 1 1

    Per la OR la tabella di istruzione :

    x1 x2 Y0 0 00 1 01 0 01 1 1

    Per la XOR la tabella di istruzione :x1 x2 Y0 0 0

    0 1 11 0 11 1 0

    Ebbene se rappresentiamo i problemi sul nostro sistema di assi edividiamo il piano cartesiano in due parti attraverso una sola retta(ovvero quella disegnata dal neurone) possibile verificare che conun solo neurone, e quindi con una divisione in sole due zone delpiano, possiamo mappare solo i problemi di AND e di OR, ma nonquello di XOR che, come mostrato in figura, richiede 2 rette e quindi

    2 neuroni.Ma, ovviamente, due neuroni avrebbero 2 uscite, uno per

    ciascuno e quindi necessario collegare le due uscite, in cascata adun successivo neurone realizzando la struttura neurale con unostrato intermedio costituito da un neurone interno che elabora leuscite dei precedenti come mostrato in figura:

    E evidente, quindi, che per risolvere problemi complessi necessario aggiungere uno o pi strati interni in cascata e pineuroni collegati agli stessi ingressi, in modo che ciascun neuronedingresso pre-elabori le informazioni e si specializzi riconoscendo

    particolari configurazioni degli ingressi e ne segnali,successivamente, la presenza agli stati successivi di che potranno,a loro volta, elaborare questa informazione di presenza.

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    Convergenza e meccanismo dellattenzione

    Uno dei problemi tipici che affligge una rete nella fase diapprendimento, la possibilit che incappi in minimi locali.Cerchiamo di capire di cosa si tratta prendendo proprio lesempio

    della XOR.E oggettivamente difficile comprendere la logica della XOR infatti

    se:- ad un no + no rispondiamo NO- ad un no + si rispondiamo SI- ad un SI + no rispondiamo SICi si aspetta che ad un si + si si risponda con un SI e non con un

    NO come fa loperatore logico XOR.Infatti se si prova ad istruire la rete ci sono 50 probabilit su cento

    che la rete non riesca ad apprendere la logica della XOR, ovveroche, come si dice in gergo: non converga.

    In realt la non convergenza dovuta alla presenza di quella chepotremmo qualificare come una eccezione, esattamente quellache ci determina la perplessit che abbiamo descritto per la XOR.

    E proprio quando necessario memorizzare eccezioni senzaperdere la logica del ciclo di istruzioni, che la rete si trova indifficolt.

    In altri termini se istruiamo la rete con una serie di esempi

    domanda-risposta che nascondono una determinata logica maaggiungiamo anche alcune eccezioni che negano quella logica, larete trover difficolt a mappare queste eccezioni e ad identificarlecome tali. E possibile che, quindi, nella fase di istruzione, la retecada in una crisi che impedisce di inquadrare le eccezioni, oaddirittura di apprendere (se le eccezioni sono in numero elevato).

    In passato, sebbene non sia mai stato pubblicato un nostro lavorosullargomento, abbiamo portato a compimento una serie disperimentazioni proposte con la Ns tesi universitaria che ai

    tradizionali metodi di soluzione di questo problema, ne aggiungonouno nuovo ideato ispirandosi al modello mentale umano.Abbiamo visto che la somma degli ingressi di un perceptrone, non

    viene proposto subito alluscita di esso, ma viene filtrato attraversoun funzione cosiddetta sigmoidale come quella in figura:

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    Si nota subito che, con valori troppo bassi o troppo alti ci x,luscita P(x) varia di poco: queste regioni le abbiamo chiamate

    zone di saturazione del neurone.In buona sostanza se luscita del neurone finisce in queste zone,

    saranno necessarie grossi sconvolgimenti dei pesi per riuscire a faruscire la rete da questa situazione di stallo.

    I neuroni giunti in saturazione, non sono pi in grado diapprendere e congelano una idea che hanno ricevuto in fase diistruzione.

    Questa caratteristica pu, per, essere sfruttata a nostrovantaggio. Se, infatti, facciamo in modo di orientare la rete neurale

    facendo apprendere prima la logica di fondo nascosta nel ciclo diistruzione e, solo successivamente, sottoponendole le eccezioni, larete congeler la logica in neuroni saturi ed isoler le eccezionicome tali.

    Questo effetto si pu ottenere attraverso una didattica, ovveroproponendo gli esempi in modo opportuno oppure pu essere resoautomatico attraverso il metodo da noi ideato e che andiamo adesporre.

    In pratica, in questo secondo caso, dobbiamo fare in modo che la

    rete presti estrema attenzione solo ai casi che nascondono unalogica mentre, almeno inizialmente, ignori quelli che la spingono indirezioni errate inquadrando questi casi come eccezioni.

    Per operare questa orientazione sufficiente riconoscere se,dopo ogni ciclo di istruzione alla i-ma coppia di ingressi e uscite, larisposta della rete stia migliorando, o peggiorando.

    In altre parole se lerrore complessivo nelle risposte fornite dopoun determinato ciclo di istruzione pi grande, vuol dire che si staandando in una direzione errata e che quindi, i casi che hanno

    determinato quella direzione devono influire menosullapprendimento.

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    E, quindi, un po come se ci girasse la manopola della attenzioneaccelerando la correzione dei pesi quando la direzione diapprendimento giusta e riducendo la velocit quando la direzione sbagliata.

    Ebbene, questo meccanismo, che ho denominato dellaAttenzione, consente di portare sempre la rete fuori dalle situazionidi minimo locale, ma nel contempo consente alla rete di portaresubito in saturazione e quindi congelare, la logica di fondo del ciclodi istruzione, pur senza ignorare le eccezioni che verranno, per cos

    dire, memorizzate cerchiandole senza determinare alcunotraviamento della rete.Una rete istruita adottando questo meccanismo, apprende molto

    prima di reti che non lo adottano, ma riesce anche a generalizzare,ovvero ad applicare in maniera ottimale, la logica che ha appreso.

    Questo meccanismo ha, per, un problema: alla fine del ciclo diistruzione, la rete molto pi convinta di una rete tradizionale,tanto convinta che difficilmente si riuscir a negare la logica che haacquisito se non sottoponendola ad un ciclo di istruzione

    completamente privo di logica.Conseguenze del meccanismo dellattenzione

    A nostro avviso i difetti del meccanismo dellattenzione oradescritto, possono chiarire alcuni difetti tipici della mente qualiquella della difficolt di apprendimento in persone anziane.

    Quando una sezione della nostra mente stata istruitaapplicando un meccanismo o una didattica fondata sullattenzione,tende a portare in saturazione determinate idee e logichee

    quindi a fare in modo che un determinato gruppo di neuronicongeli specifici gruppi di idee e logiche.

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    I nuovi neuroni che si aggiungono alla rete originaria con lacrescita della massa celebrale o a causa della progressivaattivazione di neuroni ancora non utilizzati, porta, a nostro avviso,al supermento della distribuzione uniforme della informazione nel

    cervello e quindi ad un superamento della diffusione perfettamenteologenica delle idee nella mente, sia in parte sostituita da unalocalizzazione fisica di particolari idee e funzioni in determinatearee.

    Quando, per, il cervello non produce pi, o non attiva pi, nuovineuroni, la mente invecchia e diventa incapace di recepire nuoviconcetti poich questi vengono inquadrarli tentando di innestarlinelle logiche e nei modelli che si sono congelati con lesperienza.

    La mente saturata ed invecchiata (ovvero che non produce o

    attiva neuroni nuovi) tender, quindi, a mappare le Novitempiriche come eccezioni.Con il crescere del numero di eccezioni legate alla incapacit di

    modificare modelli, comportamenti e logiche congelatisi per effettodella saturazione dei neuroni, il cervello non pu che subire semprepi gravi situazioni di stress e generare sintomi depressivi connessialla incapacit crescente di accettare il mondo esterno e le sueregole incomprensibili perch viste come eccezioni ad un modelloconsolidato.

    Non ci soffermiamo su tutte le infinite conseguenze che questebrevi osservazioni possono determinare, ma nella sezione dedicataalle nuove medicine, torneremo su questo specifico tema inrelazione alla coincidenza tra questo modello neurale e quelloproposto dalla Nuova Medicina Germanica di Hamer.

    Concludiamo, per ora, largomento segnalando a puto titolo diesempio, alcuni suggerimenti per una migliore didattica che sonoconseguenza naturale del modello proposto ed in particolare: ilmiglior rendimento di una formazione per esempi e non pernozioni e la raccomandazione di non esagerare con gli stimoli dellaattenzione con il solo scopo di accelerare lapprendimento.

    La capacit previsionale della mente

    Abbiamo descritto il processo di aggiustamento dei pesi parlandodi comparazione tra risultato atteso e risultato ottenuto dalla rete diPerceptroni, ma chi fornisce al cervello il risultato atteso perciascuna esperienza ed in che modo?

    La risposta alla singola esperienza, adottata per istruire inl nostrocervello, non pu che essere la stessa esperienza che si intende

    memorizzare.

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    In pratica nel processo della esperienza umana, il risultato attesoin uscita il medesimo che arriva in ingresso alla rete dei neuronidella nostra mente: ma come possibile ci? La rete, infatti,dovrebbe memorizzare da qualche parte ed in qualche modo, il

    risultato atteso compararlo con quello che si ottiene viene propostoallingresso di essa.Questo, per, non possibile visto che la funzione della rete

    proprio quella di memorizzare oltre che analizzare la realt, inpratica saremmo di fronte ad un circolo vizioso: per memorizzaredobbiamo memorizzare.

    Nella soluzione di questo problema c e, a nostro avviso,lelemento che rende davvero straordinario questo meccanismooffrendogli la innata capacit di percepire ologenicamente il

    mutamento della realt nel tempo.Non essendo possibile immagazzinare lesperienza da compararecon quella sottoposta allingresso, il segnale deve necessariamentesollecitare la rete contemporaneamente, sia in ingresso in uscita.

    Essendo, per, necessario un certo tempo per lelaborazione conil conseguente laggiustamento dei pesi (vedi descrizione delperceptrone nei paragrafi precedenti), il segnale che la rete siritrova in uscita (risposta), dopo laggiustamento non sar lo stessoche era stato utilizzato per laggiustamento, ma proverr da unaosservazione di un istante successivo della realt.

    Una prova di ci sta, ad esempio, nella caratteristica dellapercezione visiva umana, sfruttata nel processo cinematografico. Sesi fanno sovrapporre velocemente, i fotogrammi di un film, ad unavelocit superiore a 25 elementi al secondo, il cervello non pi ingrado di percepire la discontinuit ed effettuer una interpolazionetra le immagini dei fotogrammi percependo, in tal modo, ilmovimento.

    In buona sostanza, se il fotogramma numero 1 giunge in ingressoalla rete e, contemporaneamente, in uscita ad essa, quando ilcervello avr corretto i pesi e ricalcoler luscita in risposta alfotogramma 1, si trover di fronte ad il fotogramma successivo,ovvero il numero 2.

    Costatata la differenza tra la risposta che la rete offre sottopostaallo stimolo connesso al fotogramma 1, ed il fotogramma 2, cheappare in uscita a causa del ritardo impiegato per lelaborazione, larete dei neuroni del cervello riattiva la correzione dei pesi percorreggere lerrore.

    Cos facendo, per, si trova ad agire non pi spinta dallo stimolo

    legato al fotogramma 1 ma a quello legato al fotogramma 3 che,

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    nel frattempo, pervenuto in ingresso ad essa. Il ciclo si ripeteallinfinito almeno fino a quando non ci addormentiamo.

    Questo processo determina una capacit straordinaria delcervello: quella di analizzare i segnali nello spazio e,

    contemporaneamente, la loro evoluzione nel tempo nello stessomomento in cui vengono memorizzati e sintetizzati, nellecomponenti principali fino a quelle via via in quelle menoimportanti, con il procedimento di trasformazione olografica cheabbiamo descritto in precedenza.

    Il cervello, secondo questa visione del processo mentale, analizzala realt e le sue mutazioni, come un processo periodicoidentificandone le similitudini e quindi gli elementi che permangonocome caratteristiche delle diverse esperienze sia nello spazio che

    nel tempo, tutto ci elaborando un unico modello descrittivosecondo un processo ologenico.In pratica il cervello ,oltre che una macchina che memorizza la

    realt mentre la analizza e la sintetizza attraverso ladecomposizione per parti gerarchicamente rilevanti, compie unulteriore processo di analisi e sintesi delle mutazioni nel tempo edelabora, anche in questo caso, una decomposizione per partigerarchicamente rilevanti delle mutazioni.

    Il cervello , quindi, una macchina intrinsecamente previsionale ingrado di applicare la sintesi delle evoluzioni nel tempo delle diverseesperienze reali, intuendo le leggi che ne governano ilcambiamento.

    Le Meditazione analizzata attraverso il modello ologenico

    Il modello mentale della realt, costruito dalla nostra mente edistribuito nella rete di neuroni che la costituiscono, se fosseinteramente e globalmente percepito, ovvero reso cosciente,fornirebbe una visione ed una comprensione globale (ologenica)della realt come un insieme unico ed intimamente connesso dispazio e tempo.

    Questa percezione del mondo come una unit interconnessa, puessere avvertita a livello non cosciente, poich la interconnessionenon spiegabile razionalmente ma una sensazione che si sviluppaproprio per il modo in cui la mente individua ed estrae lecomponenti elementari della realt memorizzando lesperienzacome interconnessione e combinazione di esse.

    Questa sensazione di unit della realt, sebbene percepibilesolo come una sorta di intuizione inconscia, pu essere risalire a

    livello conscio attraverso la meditazione.

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    La percezione conscia della realt , invece, data dallaosservazione del modello mentale della realt relativamente adalcuni specifici aspetti che sono quelli su cui, di volta in volta lamente si sofferma per dare risposte e quindi agire nel mondo, in

    base agli eventi contingenti.In buona sostanza la mente non sfrutta il modello mentale dellarealt direttamente, ma antitrasforma e quindi ricostruisce lerisposte ad alcuni problemi che lesperienza pone, applicando almodello le specifiche relative domande.

    E qui la sostanziale differenza tra la forma di comprensione chesi pu ottenere in meditazione e quella che invece resa tangibile alivello cosciente nel funzionamento normale della mente.

    Nella meditazione il modello viene percepito senza applicare ad

    esso ingressi per ottenere uscite: il modello mentale che guarda ase stesso senza interferenze.Nel ragionamento conscio, invece, il modello viene

    semplicemente applicato ad un problema specifico ricavandorisposte specifiche.

    Volendo riprendere la metafora gi adottata, nel ragionamentoconscio ogni esperienza ci propone solo uno specifico aspetto dellaunit mentale della realt percepita dalla nostra mente, ed , quindicome se stessimo guardando pochi pesci nellacquario della realtattraverso milioni di telecamere: ci ce li fa percepire come milionidi pesci distinti.

    Ma torniamo sulla meditazione.Un esempio tipico che pu esser adoperato per illustrare cosa

    realmente sia un ologramma e quali sono le sue caratteristiche, ilpensare ad un proiettore di diapositive privato della lentedellobiettivo.

    In questo caso, lassenza della lente non consente pi laseparazione dei singoli raggi di luce che attraversano la pellicoladella diapositiva.

    In presenza della lente, infatti, ogni raggio viene separato edinviato nella direzione coerente al punto della diapositiva da cui stato emesso, in tal modo, sul telo di proiezione si ottiene unaimmagine identica ma in gradita della diapositiva.

    Se eliminiamo la lente tutti i raggi provenienti dai diversi i puntidella diapositiva, si sommano ed interferiscono sul ogni singolopunto del telo, facendo si che su ogni punto convergano leinformazioni di tutta la diapositiva.

    Ci che si ottiene una macchia di luce, ed singolare notare

    come, proprio la coscienza di questa macchia di luce istantanea in

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    cui si trova la spiegazione di tutto, sia la pi comune delle visioniche si ottengono in meditazione.

    Meditare , quindi, la capacit di osservare il modello mentale delmondo senza lente, rendendo conscia la comprensione globale

    (ologenica) della realt.Gli effetti sono delle vere e proprie impressioni di Ologrammache sono percepite tipicamente, come i macchie di luce multicoloree suoni celestiali. Nelle macchie e nei suoni si osservano tutte lerelazioni mentali inerenti la realt in un singolo istante.

    Anche i metodi tipici cui si perviene allo stato idoneo allameditazione, sono spiegabili da questo punto di vista.

    Infatti, chi pratica meditazione deve, prima di tutto, liberarsi diogni legame con il mondo per entrare in contatto diretto con il suo

    modello mentale del mondo.Questi non deve, in pratica, sottoporre ingressi alla rete neuraledella sua mente, e non deve forzare pensieri; egli deve liberare lamente da ogni pensiero particolare che frutto della osservazionedel mondo, se si vuole, con una particolare lente e da unaparticolare direzione o punto di vista.La meditazione , quindi, un porsi in ascolto cosciente del propriosubconscio intendendo con questo termine lessenza ologenica edinterconnessa del modello empirico della realt che la nostra mentesi costruito con lesperienza.

    Un modello schematico per la mente

    Abbiamo descritto i motivi che impediscono alluomo di adoperaredirettamente la sua visione ologenica del mondo con tutti ivantaggi che lintuizione totalizzante e previsionale, che ne deriva,comporterebbe. Approfondiremo ora, il tema adoperando alcunimodelli funzionali che mostrano come la mente, descritta fino adora come una massa unitaria ed indistinta di neuroni unitario, sisuddivide.

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    Un primo modello schematico pu essere quello qui proposto.

    La visione oculare consente una prima trasformazione dellainformazione (secondo Fourier) attraverso i neuroni della corteccia.Un secondo strato di neuroni organizza le informazioni del mondoesterno che gli arrivano dalla corteccia, creando empiricamente unmodello ologenico che chiameremo Microcosmo.

    A valle di questo, uno strato finale di neuroni si effettua lanalisivera e propria, estraendo regole di comportamento e previsionali edosservando, quindi, non il mondo reale ma una immagine di essofiltrata attraverso la lente del Microcosmo.

    Un secondo modello che offre una spiegazione alla funzione edalla esistenza stessa dellinconscio il seguente:

    Come si visto in precedenza, al di sopra di una certa sogliaspecifica, il neurone si comporta come se congelasse i contenuti

    appresi: in questo stato linformazione congelata non pimodificabile, ma viene utilizzata cos com senza possibilit diassimilare ulteriori esperienze.

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    Questa serie di idee congelate viene via via isolata in unareadella mente a minore Livello energetico, dove la correzione nonavviene pi, perch non ha neppure senso tentarla.

    In quella stessa zona dovrebbero essere contenuti neuroni simili,

    ovvero quelli in cui sono incise le informazioni istintive che lanatura registra direttamente nella mente e che, parimenti, nonpossono essere modificate e non si giovano della esperienza.

    Possiamo supporre che questa intelligenza arcaica, sia contenutadirettamente nel progetto costruttivo del DNA. Il compito diquesto strato offrire risposte immediate e fisiche a stimoli esterni,sui quali non possibile, n necessario ragionare, ma occorre agiretempestivamente per evitare danni irreparabili allorganismo, come,ad esempio, la reazione istintiva al contatto con una superficie

    rovente.Dal punto di vista dello schema precedente, e tenendo conto cheil cervello genera in continuazione neuroni, chiaro che questostrato duplice di neuroni, in parte Preregistrato, ed in altra parteattivo fin dalla primissima infanzia, il pi vicino ai neuroni checontengono il modello microcosmico del mondo e, quindi, anche ilpi vecchio.

    Su questo strato, come in una cipolla, si addensano nel tempo glistrati neurali successivi man mano che si producono e si attivanonuovi neuroni.

    La zona descritta registra le primissime esperienze e quindicondensa le prime certezze saturandosi per prima e congelandoregole statiche che fungeranno da barriera fisica e mentale tra ilmicrocosmo e il livello analitico della nostra mente (vedi modelloprecedente).

    In pratica, rispetto al modello precedente, il Microcosmo ed illivello Analitico vengono separati da un ulteriore duplice strato:lIstinto e le Regole (strato infantile ed adolescenziale della mente)

    A nostro avviso proprio lattenzione, ovvero la capacit diosservazione critica e correzione, che distingue la sezione consciada quella inconscia della nostra mente.

    La minore sensibilit o coscienza dellesistenza di questarea,dovuto alla minore attenzione che la mente dedica ad essa, ne fa,automaticamente, un cestino in cui riversare ci che non sidesidera o ci infastidisce, vedere o sapere.

    Questarea, per, solo in apparenza non suscettibile diModifiche e quindi di apprendimento, poich, se vero che glistimoli esterni non modificano i pensieri congelati finiti in questo

    cestino intermedio Istinto-Regole, pur vero che se ci getto partidella mia personalit rappresentate da neuroni NON saturi, esse

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    continuano a crescere e ad evolversi. assorbendo tutti gli stimoliche arrivano dallesterno . Il motivo di questa plasmabilit edattivit di queste parti dovuta proprio al fatto che si tratta sezionineurali giovani e poco sfruttate in quanto immediatamente

    accantonate sotto il livello di coscienza.E probabile che queste parti della personalit gettate nel cestinodellinconscio, stante il modello a tre strati prima definito, finiscanonel calderone Istinto-Regole a diretto contatto con il microcosmoessendo, il processo di separazione della coscienza, condotto per lopi, nella prima infanzia ed adolescenza.

    Questi neuroni non saturi, che contengono parti della nostrapersonalit non gradite, insieme al relativo carico di paure, ansie,problemi e dolori, sono a diretto contatto con il microcosmo.

    E da questo contatto, e dal fatto che questarea non avvertitadalla psiche conscia, che deriva una visione distorta della realt.In pratica, la nostra visione del mondo, ovvero della immagine del

    mondo che nel Microcosmo mentale, non pi oggettiva madiviene patologica e distorta dal complesso delle personalitrigettate.

    In questarea non esiste una analisi, ma la mente restapuramente ologenica e di conseguenza il modello del mondo, noistessi e tutto ci che ci circonda, insieme alle nostre esigenzepassioni desideri, in particolare quelli delle personalit rigettate,sono un coagulo unico ed ologenico che non pu non sortire uneffetti spesso disastrosi sulla vita quotidiana visto che questa partedella mente, da un lato non controllata e controllabile dal Ioconscio, ma dallaltro la nostra unica finestra sul mondo.

    Le radici dellauto inganno

    Abbiamo mostrato che la mente agisce e ragiona in funzione nondi ci che osserva direttamente nel mondo reale, ma dellaimmagine del mondo reale che riceve attraverso il microcosmomentale costituente il modello empirico della realt.

    Questa limitazione, che ha fatto ipotizzare in diverse filosofie,specialmente orientali, la impossibilit di conoscere la realt , soloapparente, poich se il microcosmo fosse in rapporto diretto solocon il mondo esterno e non subisse le interferenze inconsce,offrirebbe una immagine fedele di esso, un po come se siguardasse il mondo attraverso una telecamera.

    Lo sguardo attraverso la telecamera non sarebbe la realt ma unafedele immagine di essa necessaria perch qualcosa di

    profondamente diverso dalla realt, come la mente, possaosservarla: In questi termini il Microcosmo neurale costituisce

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    quello che si soliti chiamare, con uno dei tanti neologismitecnologici moderni, una interfaccia.

    Abbiamo, per, visto che la cultura, leducazione, la societimprimono nellindividuo una serie di regole e di atteggiamenti

    comportamentali e morali che inducono in lui, una selezione tra leparti della propria personalit che si adeguano a queste regole emodelli e quelle che, invece, si allontanano da tali schemi e vannorigettati.

    Avevamo illustrato nel capitolo 4 la teoria junghiana secondo cui,in tutti gli uomini si forma, ad un certo punto, una parte della psicheche viene riconosciuta come estranea, demoniaca, mostruosa, atale parte Jung da il nome di Ombra.

    Il modello che abbiamo illustrato spiega come si forma tale parte

    nera della psiche, ma mostra anche che questa parte non indipendente o ininfluente ai fini della nostra crescita, ma, anzi,essendo collocata nel medesimo contenitore in cui c il nostromodello del mondo, influenza in maniera spesso catastrofica, lanostra visione oggettiva della realt e, purtroppo, anche le reazionifisiologiche generando, a nostro avviso, la maggior parte dellepatologie di natura autogena. Parleremo di questo aspetto nelcapitolo dedicato alle nuove medicine.

    E esattamente questo linganno provocato dalla nostra visionedistorta del mondo, di cui parlano le discipline e filosofie cheabbiamo affrontato nei primi quattro capitoli di questo volume.

    Re-impossessarsi e riconoscere le parti perdute della propriapsiche portandole a livello conscio, ci consente di estrarle esepararle dal modello mentale della realt (microcosmo) facendo inmodo che esse non influenzino il nostro giudizio obbiettivo e che cifacciano vedere la realt per quello che e non attraverso ilmodello patologico che ne vien fuori quando una parte incontrollatae patologica della psiche si mescola con esso. Di qui si ci rendeconto della importanza di quella fase iniziale che lalchimia, adesempio, chiama Nigredo, ovvero quella che Jung chiamavaintegrazione dellOmbra.

    Senza questo primo passo non si pu disporre di una visioneoggettiva del mondo. Ecco, quindi, il perch lalchimia imponeva,prima di affrontare Opus, il totale superamento di questa fase diPutrefazione ovvero riconoscimento, dissolvimento ericomposizione della parte nera della nostra psiche gettata nelcestino dellInconscio.

    Se anche una sola parte di nerezza rimanesse libera di operare,

    essa potrebbe tranquillamente crescere e continuare ad influenzare

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    la visione oggettiva del mondo, cosa tanto pi grave quanto pilalchimista ritiene oggettiva una visione che, in realt, non lo .

    E, quindi, chiaro perch lalchimia non pu prescindere da questoprocesso di purificazione ed integrazione totale dellIo ben descritta

    dal motto alchemico Solve ed Coagula, senza la quale lalchimistamisurerebbe ed osserverebbe una realt distorta dal proprio Egoinfluenzando le sue operazioni sulla materia (la parte chimicadellattivit alchimistica).

    Mezzi per riconoscere ed integrare lOmbra: i sogni

    Se linconscio rimanesse sempre dietro il velo di Maja ovverodietro il velo di ci che sotto il dominio della coscienza, nonavremmo alcuna possibilit di recuperare le parti della psiche che

    progressivamente vi gettiamo. Fortunatamente esiste un momentodella giornata in cui linconscio opera in maniera palese e visibilealla psiche conscia e questa pu osservare, ricordare e, per fortunaancora, non influenzare ci che viene osservato: questo momento il sogno.

    Prima di poter analizzare cosa accade durante i sogni necessario formulare un modello che spieghi, in base a quanto finoad ora esposto, come funziona e perch esiste il sonno ed inparticolare il sogno.

    Il sonno, per sua stessa natura, un intervallo temporale di riposoche, quindi, deve necessariamente essere basato su una riduzionedel livello di energia impiegato per le normali attivit.

    A nostro avviso questa riduzione riguarda anche la coesione trale diverse sezioni della mente, questa riduzione della coesioneintesa come ridotto transito di segnali di interscambio tra le diversearee della mente fa in modo che la mente si frantumi in partiseparate ed indipendenti che, per, essendo il cervello ologenico,diventano, come per una lastra frantumata, ovvero immaginisfocate della medesima mente.

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    Lattivit che, a nostro avviso, costa maggiormente in terminienergetici la tenuta della coscienza ovvero del livello diattenzione.

    Il calo del livello di attenzione ed il confinamento di esso in unarea ridotta della mente, fa si che i frammenti di mente liberatisi,divengano produttori indipendenti di risposte in apparenza caotichema che in realt sono richiami di esperienze passate.

    E come se. Durante le ore di sonno, lo strato Regole Istinto -Personalit rigettate Microcosmo, si arricchisse di ulteriori strati

    del cervello conscio, temporaneamente liberatesi e passate sotto illibello di coscienza.

    Se, quindi, le parti separate della mente contengono un modellocompleto ed equivalente di tutte le nostre esperienze e se ciascunadi loro inizia a produrre immagini del passato, tali immagini, da unlato vengono percepite dalla parte ancora conscia della psiche,dallaltra fungono da stimoli per lattivazione di altre parti passiveed indipendenti della mente che contribuiscono a creare il mondovirtuale che viviamo nei sogni.In pratica nei sogni il modello del

    nostro microcosmo si attiva autonomamente, ma in base a cosa?I motore di tutte le azioni il desiderio e quindi una domanda che

    richiede una risposta.Pu trattarsi di una desiderio insoddisfatto durante il giorno, ed in

    questo caso vi un moto di compensazione, o anche di una vera epropria richiesta della soluzione ad un problema della vita reale checi affligge. Se il grado di separazione tra psiche nera e psicheconscia elevato, il sonno non pu che essere un sonno di solacompensazione, poich le tensioni create dalla divisione in noi

    stessi necessitano di una soluzione.Se, luomo, riuscito ad operare la Nigredo alchemica, ovvero ilprocesso di integrazione con lOmbra, pu muovere linconscio

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    perch operi nel risolvere specifiche problematiche di ordine nonpsicologico ma razionale. Ci si potrebbe chiedere perch gli eventiche viviamo nei sogni non sono semplici richiami di situazionivissute, ma paiono essere frutto di esperienze del tutto nuove o con

    sfumature solo vagamente similitudini al nostro passato.La risposta a questa domanda semplice: lesperienza, comeabbiamo detto, non registrata nella mente, come un filosequenziale unico di eventi temporali, ma essa decomposta inparti elementari che si mescolano per similitudine, a tutte leesperienze passate.

    Quando parte uno stimolo onirico, per empatia, una partespecifica del cervello che meglio rappresenta quello stimolo, attivaparti elementari delle nostre esperienze passate che mappano

    quella situazione. Si attivano, quindi, percorsi basati unicamente susimilitudini e su cambi di stati danimo che via via nascono nelsonno e che danno vita alla scena che viene sottoposta alla parteancora cosciente della psiche.

    E nellinterscambio tra le parti inconsce che costruiscono il mondoreattivo virtuale e le reazioni della parte conscia, che si sviluppauna soluzione onirica al problema o al desiderio con cui ci si eraaddormentati. A questo punto appare anche chiaro perch nonriusciamo a ricordare i sogni.

    Al momento del risveglio le parti prima separate, tornano adunirsi, e ci che era stato memorizzato come esperienza nellareaconscia rimasta attiva, si dissolve allinterno dei neuroni checostituivano le parti indipendenti facendo sfuggire la possibilit diricordare ci che abbiamo sognato sebbene, per, esperienzeoniriche forti possano rimanere attive a livello latente. Sonoqueste esperienze che spesso ci danno lidea di aver gi vissutoquel particolare momento o quella particolare esperienza che, pure,si presentata nella realt come un evento non prevedibile.

    Esistono, quindi, due soli modi di poter ricordare un sogno:a) Leccesso di intensit riattiva la parte cosciente che, al

    risveglio rimane impressionata e ricorda lesperienza oniricab) Nello stato di dormiveglia si ricostruito e fissato il ricordo

    nel momento stesso il cui le parti inconsce separatetornavano in contatto con la parte conscia. In tal modo ilricordo viene fissato gradatamente e ciclicamente in tutta lamente ritornata cosciente e non si dissolve se non in parte.

    Perch, per possa avvenire un discreto ricordo della esperienzaonirica, necessario che nello stato di dormiveglia, si ripercorra

    velocemente a ritroso dallultimo ricordo e senza risvegliarsi del

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    tutto, ci che avvenuto nel sogno cos che esso venga passatodalla parte inconscia a quella conscia.

    Interpretazione dei sogni

    Sebbene linterpretazione dei sogni da parte di una personaestranea al sognatore, come indicato nel capitolo 4, sia in largamassima una attivit difficile ma non proibitiva anche vero che lainterconnessione intima e personalissima tra gli elementi disimilitudine delle varie esperienze, che costituisce e costruisce illinguaggio simbolico primario del sogno, e sar sempre ignotaallanalista: cerchiamo, infatti, di spiegare il perch di ci. Durante ilsogno, linconscio ha necessit di mostrate allIo conscio eventi,problemi e parti della sua psiche che, per, se riconosciute

    direttamente, verrebbero immediatamente allontanate provocandouna reazione di rigetto ed il risveglio.Se una interpretazione corretta del sogno pu far uscire allo

    scoperto una parte della psiche rimasta occultata nelInconscio, anche vero che la rivelazione di una associazione interpretativaportata a livello conscio, brucia quel simbolo e la possibilit, perlInconscio, di riutilizzarlo.

    Se, infatti, lInconscio lo utilizzasse nel senso da noi compresoconsciamente, renderebbe noto al conscio che sta tentando dioperare su quella specifica parte della psiche e ci porterebbeautomaticamente al risveglio, poich renderebbe il senso del sognopalese allo stesso sognatore aggirando la funzione del sogno stesso.

    Ecco, quindi, che il terapista deve essere cosciente che non esistee non potr mai esistere un metro interpretativo univoco, stabile,omnicomprensivo ed immutabile. Non possibile, insomma,insegnare allinconscio un linguaggio, salvo non lo si faccia in modosubliminale ovvero attraverso messaggi che non vengonopercepiti dal Io conscio.

    Inutile, poi, aggiungere che un terapista che non abbia effettuatoprima di tutto su di se la Nigredo e labbia portata a completocompimento, non pu e non dovrebbe operare interpretazioni deisogni che, irrimediabilmente, finirebbero per portarlo a leggere inmaniera distorta, messaggi che parlano delle turbe di cui egli stesso affetto.

    Lagire subdolo dellInconscio potrebbe giocare su questaincapacit interpretativa del terapista e batterlo sul suo stessoterreno, adoperando simboli da lui mal interpretarti, per celareancor di pi il problema specifico al pazienta. Paradossalmente, in

    questo caso, il terapista non diviene la soluzione al problema ma laprincipale causa del suo acuirsi.

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    Il collegamento tra le turbe psichiche profonde e le reazionipsicofisiologiche indotte, teorizzate da Hamer e sulle qualitorneremo in seguito, che potrebbero scatenare malattie gravi etalora irreversibili, dovrebbe imporre allanalista, una prudenza

    estrema e, soprattutto, la capacit di rinunciare alla sua attivit orichiedere una collaborazione nelle interpretazioni, quando sa diessere preda di una qualche patologia psichica anche minimale.

    E, quindi, evidente che la ricerca del senso dei propri sogni nonpu che essere una attivit che ciascuno deve compiere da solonella sua personalissima ricerca del risveglio della psiche.Ilsuggerimento esterno del terapista, se discreto e mirato, putornare utile come torna sicuramente di massima utilit lo scambiocomunitario delle esperienze oniriche ed il tentativo collettivo di

    interpretazione, specie quando lanalista si pone non come giudicema come suggeritore delle interpretazioni altrui. A nostroavviso,anzi, la sola forma di interpretazione che ha un risultatopositivo sul singolo quella collettiva che, mantenendo il sensocritico del confronto non polarizza linconscio su associazioniprecostituite consentendo lautoinganno.

    Spesso, infatti, ci che non si vede da soli in se stessi potrebbeessere visto da altri, ma la presenza di molteplici sensi interpretativial medesimo sogno, consente allIo una selezione critica edautonoma della propria interpretazione garantendo unavvicinamento progressivo al problema con lestrazione progressivadi elementi inconsci per la integrazione conscia di essi.

    Integrazione dellOmbra e Nigredo: percorsi errati

    Nei precedenti paragrafi abbiamo sempre fatto riferimento allaIntegrazione dellOmbra e mai ad un semplice riconoscimento delNero per domarlo.

    Questa differenza, tuttaltro che sottile, distingue molti pseudopercorsi alchemici, dallalchimia del modello Junghiano.

    La Nigredo non , come spesso erroneamente si pensa, una lottasenza quartiere agli istinti ed alle sensazioni per reprimerle, ma ,paradossalmente, lesatto contrario.

    Non possibile affrontare e dominare ci che non si conosce, anzilo stesso dominare le passioni un richiamo diretto al desideriodi dominio che, come illustrato nel primo paragrafo, esasperatoporta ad una esaltazione dellEgo e quindi a perseguire lesattocontrario dellobbiettivo che con la putrefazione e Purificazioneinsita nella Nigredo, si intende perseguire.

    La Nigredo lincontro con i propri mostri inconsci. Essi sonomostri in quanto esaltano ci che non desideriamo essere e

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    riteniamo Male, ed, inoltre, sono inconsci in quanto li abbiamorelegati in questarea rifiutando di conoscerli.

    In realt nulla che esiste in natura Male o Bene, ma lodiviene se non la si conosce e non se ne comprende la funzione. Il

    Nero, quindi, non va negato o allontanato con una operazione disantificazione esasperata tesa a fare violenza e dominarelInconscio, al contrario il Nero o lOmbra junghiana, vaprogressivamente sentito, conosciuto, avvicinato ed integrato.Lanalisi dei sogni un ottimo strumento per porre mano aquestopera complessa, alla fine della quale il risultato deve esserequello di portare lOmbra a livello conscio e quindi imparare asentire i moti che da essa provengono e a separarli da ci che ciproviene dal Microcosmo.

    Il fine ultimo della Nigredo, se correttamente perseguito, lapossibilit di una visione oggettiva del mondo attraverso il modellomicrocosmico mentale, e non disturbata dalle passioni e pulsionidellOmbra.

    Mezzi e metodi per pervenire alla Albedo

    Abbiamo analizzato il tema della integrazione dellOmbra, ma nonancora quello della integrazione con lAnimus/Anima ovvero laAlbedo e Rubedo alchemiche.

    La nostra analisi, a questo punto, diverge dalla interpretazionejunghiana della alchimia e si richiama direttamente alle possibilitaperte dal modello mentale che abbiamo proposto.

    A valle della Nigredo possiamo disporre di un potentissimostrumento di analisi del mondo: il microcosmo mentale che immagine del mondo esterno. Tale immagine, per, non solo unfiltro che mappa ci che avviene allesterno, ma un modellointrinsecamente previsionale del mondo. In buona sostanzalesperienza fa si che in questo modello asettico del mondo (ed asettico davvero se non sporcato dalle interferenze dellOmbra),sia il mondo stesso e possa essere stimolato mentalmente perprevedere il funzionamento del mondo esterno.

    LIntuizione risiede nella capacit di interagire con il modellomentale microcosmico ponendogli domande ed aspettando lerisposte intuitive che da esso vengono. Lintuizione altro non senon la visione di una verit improvvisa, ed in apparenza stimolatasenza che vi sia alcun processo logico ed analitico a monte di essa.

    LIntuizione, caratteristica spesso e non a torto, qualificata comeintrinsecamente femminile, porta alla capacit di sentire la verit

    ovvero sentire ci che accade allesterno e le verit del mondoesterno, prima che esse accadano.

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    In quanto processo irrazionale ma istintivo, lintuizione il verooggetto della Albedo ovvero dellOpus Lunare o Opera al Biancosecondo il modello della alchimia medievale.

    Cosa significa questo dal punto di vista iniziatico ed alchemico?

    Una volta che si ha a disposizione un microcosmo purificato dainterferenze mentali, non perch tali interferenze non vi siano, maperch vengono sentite e distinte da esso consentendo una visioneoggettiva ed asettica, siamo pronti a leggere ed interagire con esso.

    Ancora una volta il modello di interazione da apprendere, unavera e propria integrazione e fusione della mente conscia con ilmicrocosmo.

    Questa integrazione basata interamente su un sentire ilmicrocosmo senza che la parte analitica abbia interferenza in

    questa attivit.LAlchimia descrive questo processo come estrazione dellanimamaschile dallandrogino sterile prima ottenuto, e fissazionedellanima femminile. Lanima femminile , come Jung ben esponespecie nelle sue ultime opere, larchetipo primo della Terra ovverodel mondo e della esperienza.. Non potendo, come abbiamomostrato, osservare direttamente il modo ma solo attraverso ilMicrocosmo: la forma fisica che ospita larchetipo della Terra, dellaLuna, della Regina e cos via, non pu che essere il Microcosmostesso.

    Se con il termine anima maschile intendiamo lIo conscio edanalitico, lestrazione e marginalizzazione di questa parte dellapsiche ha un chiaro significato: necessario mettere da parte lapropria volont di analizzare il microcosmo imparando ad agirecon mentalit femminile ovvero sentendo il Microcosmo che rappresentazione della Terra e del Mondo esterno.

    Linterazione femminile con il microcosmo consiste nellacapacit di integrazione ed assimilazione della mente conscia almicrocosmo stesso. Integrare, per, il modello empirico del mondoche nella nostra stessa mente, vuol dire imparare a sentirsituttuno con quel modello, ovvero, tuttuno con il mondo.

    Il processo che porta alla Albedo una assimilazione delmicrocosmo e del mondo che rappresenta, per empatia. Lo scopo diquesto processo imparare ad armonizzare il proprio pensieroconscio con le vibrazioni del modello microcosmico neurale delmondo.

    Spesso sentiamo parlare di empatia sintonia con le vibrazionidel Cosmo, ed altro ancora, per descrivere questo momento

    fondamentale di sintonia con il Creato che, come si vede, ha un suocorrispondente nella fisica della mente e nel processo alchemico.

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    Il termine sintonia di vibrazioni non affatto casuale poich,non lo dimentichiamo, la rete neurale esplica nullaltro che unacomposizione in serie di Fourier di componenti vibrazionalielementari. Sentire il microcosmo, vuol dire imparare a formulare

    domande al nostro modello del mondo e a sentire le risposte viavia imparando a sintonizzarsi con le frequenze dei fenomeninaturali.

    Una regolarizzazione dei ritmi di vita con i ritmi della natura ilmiglior modo possibile per facilitare lo stimolo di quegli archetipiche fanno entrare in vibrazione il microcosmo mentale e che,trovando sintonia con le parti separate della psiche conscia,possono penetrare e, con il tempo e lesperienza, consentire undialogo diretto tra microcosmo inconscio e psiche conscia.

    Il fine ultimo della Albedo , quindi, assimilare il microcosmo allIoconscio, ovvero rendere conscio ci che inconscio.Questa attivit non consiste solo in una estensione fisica della

    psiche conscia al substrato microcosmico, ma una attivazione disintonia tra i neuroni della psiche conscia a quelli del microcosmoinconscio.

    La psiche conscia impara a risuonare con il microcosmoinconscio e quindi con tutto il Mondo esterno che esso rappresenta.

    Il processo di sintonizzazione con il microcosmo mentale e quindicon il mondo esterno a noi, un processo empatico puramentefemminile fatto di sentire e quindi di sentimenti.

    Non a caso il sentimento tirato spesso in gioco per indicarequesta perfetta empatia, lAmore. E, infatti, recuperando questapassione dagli strumenti della Nigredo purificati, che si pugiungere alla perfetta empatia e sintonia con il Cosmo attraverso ilmicrocosmo, ed al dialogo diretto tra Psiche conscia e Inconsciomicrocosmico e quindi con il Creato. Non questo lunicosentimento che va recuperato dopo la purificazione della Nigredo,ma vanno recuperati tutti i moti dellanimo, ovvero le vibrazioni cheora, per, devono essere integrate perfettamente con il microcosmoe non governarlo distorcendolo.

    Tutti i sentimenti, privati degli appellativi buono e cattivo,divengono una volta purificati dalla Nigredo, lenergia vibrazionaleportante che assicura la perfetta empatia e la capacit di sentireil microcosmo. I sentimenti putrefatti nella Nigredo e purificati,vengono ricoagulati (secondo il gergo alchemico) destinandoli aquesta nuova impresa, se la purificazione connessa allaintegrazione dellOmbra non avvenuta correttamente e

    pienamente, lAlbedo destinata a fallire perch essa non possibile se non condotta al femminile ovvero sentendo e quindi

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    facendo uso di una versione evoluta della nostra sensibilit dissoltanella Nigredo e ri-coagulata per servire allAlbedo

    Lalbedo che trasforma lUomo donandogli la Veggenza solo unadelle due parti magiche dellOpus. I suoi frutti sono sogni

    rivelazioni, flash intuitivi, premonizioni, ecc, ma si tratta dimagia al femminile.La componente Magica donata dal completamento dellOpera al

    Bianco o Albedo, ha una motivazione, ora, del tutto comprensibilepoich integrare il microcosmo, vuol dire integrare il cosmo evibrare allunisono con esso. Essendo, il microcosmo mentale unamacchina intrinsecamente previsionale, la Preveggenza elIntuizione di frammenti di verit, il conseguente frutto di questaparte del processo alchemico.

    Mezzi e metodi per pervenire alla Rubedo

    Cosa manca alla magia dellAlbedo per essere perfetta?Ci che manca la capacit di analisi, ovvero la capacit

    maschile di estrapolare regole e comportamenti e quindicomprendere il comportamento del microcosmo purificato nellaNigredo ed integrato nella Albero, al fine di modificare il proprioagire in maniera razionale e coerente con il sentimento delCosmo.

    Si tratta, quindi, di un recupero della capacit maschile di analisidelle informazioni che vengono dal microcosmo depurato dalleinterferenze dellinconscio. A valle di tale processo, la psiche insintonia perfetta con il microcosmo e con il Cosmo potr:

    a) Porre domande dirette al Cosmo attraverso il microcosmomentale

    b) Sentire le risposte dirette e veritiere del Cosmoc) Analizzare le risposte e comprendere le regole che le hanno

    generate e che nel microcosmo restano inespresseCos questuomo nuovo, sintonizzato con il Creato e conscio dellesue regole, anticipatore ed analizzatore di esse se non un Dio sullaterra?Eppure questo modello manca ancora di una possibilit confermatada alcuni studi condotti dalla Universit di Princeton. Il pensiero,specie se collettivo, sembra in grado di interferire con la realt,lasciando intuire che, come ritenevano gli alchimisti, luomo uscitodal processo della Rubedo possa, attraverso un ulteriore passo,acquisire la capacit di trasmutazione diretta della materiaattraverso lazione esercitata con il pensiero.

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    La sincronicit

    Fu Jung spesso il primo a percepire la intima connessione traalcune apparenti coincidenze e il materiale onirico che, con la suaesperienza, aveva vastamente indagato.

    Attese diversi anni prima di tentare la coraggiosa impresa dipubblicare laffascinante ipotesi connessa alla possibilitpremonitiva se non addirittura attiva nella modifica della realt,posseduta dallInconscio.

    Jung cerc forn dati oggettivi e misurabili sul fenomeno da luibattezzato sincronicit, ovvero una sorta di sincronia acasuale(non mossa dal principio di causa effetto), atemporale edaspaziale (ovvero indipendente dallo spazio e dal tempo, da luiverificata svariate volte, in maniera diretta ed indiretta, nel corso

    della sua esperienza come analista.Cerc di suggerire anche possibili spiegazioni al fenomeno centratesulle caratteristiche dellInconscio Collettivo, ma non trov unarisposta soddisfacente. Vedremo, nei paragrafi successivi, come lainterazione tra il modello Neurale Ologenico e quello OlogenicoCosmico possano offrire, combinati, una risposta soddisfacente.

    La teoria sintropica di Luigi Fantappi

    Accanto alla ipotesi sincronica di Jung unaltra importante e

    parallela intuizione fu quella del matematico Luigi Fantappi che,seppure indipendentemente da Jung, sebr dare un modello dirisposta possibile alla ipotesi junghiana. Cerchiamo di comprenderesu cosa si basa lanalisi di Fantappi.

    La equazione relativistica del bilancio energetico energia-momento-massa, ammette sia soluzioni positive che negative dellaenergia e ci porta a dire che il principio di "conservazione", semprevalido ("Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma"), puavere soluzione anche con sistemi energetici negativi ovvero

    antientropici, o meglio, con sistemi che non tendono naturalmenteal minimo della energia ed al massimo disordine, ma al massimodella energia ed al minimo disordine: quindi con sistemi auto-organizzanti (vedi, ad esempio, i sistemi viventi).

    In forma metafisica potremmo anche dire che al Caos(solitamente connesso all Male), si contrappone un sistemaorganizzante e razionale (solitamente connesso al Bene), cheinverte il principio di causa ed effetto. In buona sostanza gli effettiche osserviamo oggi, possono avere cause nel futuro e quindi cose

    in apparenza non correlate (caotiche oggi), con il passare deltempo, convergono verso una causa nel futuro e quindi il diveniredel mondo ha componenti finalistiche.

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    Luniverso ologonico totalmente Karmico: la teoria sintropica diFantappi come conseguenza del paradigma ologonico

    Il comportamento entropico delle entit non biologiche (tendenzaalla minima energia ed al massimo disordine) esattamente

    contrario alla tendenza che riscontriamo nelle strutture biologiche,che organizzano energia traendone ordine e strutture sempre picomplesse.

    La teoria di Fantappi una interessante ed assai eleganterisposta a questa osservazione oggettiva. Proviamo ad applicare ilparadigma ologonico, non o solo alle variabili spaziali, ma anche altempo .

    Supponendo uniforme il flusso del tempo, se si considera tuttointerferenza di vibrazioni elementari e quindi di informazioni, il

    "ritardo" nella informazione e la interferenza della informazionestessa con quella ritardata, fa divenire il sistema complessivo unaenorme interferenza spazio-temporale, ovvero lo trasforma in unasorta di "ologramma temporale" e quindi fa in modo che il passatosia "amalgamato" al presente.

    In sintesi possiamo leggere memorie del passato in ogni intervallodi tempo per quanto sia esso piccolo.

    Cerchiamo di chiarire il concetto con un esempio ritornando allalastra olografica. Supponiamo che su essa non ci sia impressa solo

    una immagine statica tridimensionale, ma un intera sequenza di unfilm. Ebbene se rompo la lastra, lintera sequenza rimane, sebbenesfocata, in ogni frammento della lastra e quindi ogni frammentocontiene passato presente e futuro della sequenza cinematograficain esso impressa.

    Infatti, le dimensioni dell'intervallo di osservazione, modificano larisoluzione ma mantengono le componenti principali, poichagiscono sulle componenti del segnale secondo Fourier, da quellemeno importanti a quelle via via pi importanti conservandocomunque il cuore della informazione per quanto piccolo sia ilframmento.

    Su questo principio potrebbe essere basato, a nostro avviso, edammesso che sia mai esistito, il leggendario Cronovisore di padreMaria Ernetti ovvero quella macchina che era in grado di catturareeventi del passato e riproporre filmati e voci sfocate.

    Vi , per, un'altra conseguenza automatica del paradigmaolografico: i ricorsi storici. Infatti il paradigma olografico presupponela realt come composizione di interferenze e quindi somma divibrazioni elementari, ovvero di segnali periodici.

    Il risultato, cio, periodico e ci comporta il ripetersi ciclicodella storia, considerato come un unico gigantesco ologramma

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    spazio temporale, sempre pari a se stessa come un enorme segnalecollettivo interferente. Non potremmo applicare Fourier, infatti, se ilsegnale complessivo, ovvero la Storia dellUniverso, non avesse unprincipio ed una fine e non si ripetesse allinfinito.

    Se si vuole, il paradigma olografico stesso , per sua natura,intrinsecamente e totalmente Karmico, ovvero il destino scrive inmodo inesorabile il futuro ed alla fine dei tempi tutto si ripeteimmutato.

    Letere elastico alla base del comportamento Karmico dellUniverso

    Se il risultato della composizione temporale complessiva (osegnale interferente complessivo) , quindi, periodico e si ripete neltempo, una interferenza con il medesimo segnale ritardato,

    provocherebbe il ripercuotersi di eventi futuri nel presente oltre chedi elementi passati nel presente.Cerchiamo di comprendere meglio questo concetto.Ci che transita all'istante t0 si somma a ci che transita a quello

    successivo t1 al tempo t1.All'istante t2, per, si avrebbe la somma di ci che accade in

    quellistante con ci che accaduto i t1 che a sua volta portavamemoria di ci che era accaduto in t0. Iterando il ragionamento sicomprende quanto detto in merito alla conservazione dellamemoria del passato in qualunque intervallo di tempo per quantopiccolo.

    Ora, per, ad un certo punto, il periodo (storia del mondo) finisce,ed il periodo successivo (ripetersi di tutta la storia), ovvero il primoistante del nuovo periodo, interferir con lultimo istante del periodoprecedente.

    In buona sostanza il primo istante del futuro avr memoria ditutto il periodo precedente e quindi con esso di tutto il passato..

    Ma il periodo precedente una copia integrale di tutto ci che staper accadere e che accadr durante questo nuovo ciclo, e quindi ilprimo istante non contiene solo il passato ma tutto il futuro delnuovo periodo.

    Da qui si deduce che ogni istante successivo avr memoria nonsolo del passato ma anche del futuro tutto ci determinameccanismi automaticamente sintropici e finalistici.

    Grazie a questo effetto, il periodo successivo della storiadellUniverso, non potrebbe essere pari al periodo precedenteperch, interferendo con tutta la storia di esso, lo modifica. Secondoquesto modello, quindi, levoluzione della storia dellUniverso,

    sebbene si ripete alla fine dei tempi, ricomincia con una marcia in

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    pi la memoria di tutto ci che successo nel periodo storicoprecedente.

    Cosa, per, sarebbe necessario avere per questo effetto "linea diritardo"? Un etere massimamente elastico ma comunque non

    istantaneamente deformabile, ovvero un etere che mantienememoria del transito.Riassumendo, se l'universo ologonico e se l'etere esiste

    ed perfettamente elastico, la teoria di Fantappi unaconseguenza stessa del paradigma ologonico.

    Il modello cosmologico neurale: la mente di Dio

    Abbiamo mostrato come il paradigma olografico, per sua stessanatura, rigidamente Karmico ovvero per la natura stessa del

    teorema su cui si fonda, ovvero Fourier, porta ad affermare che ilsegnale spazio-temporale complessivo che rappresenta tuttol'Universo e nel contempo tutta la sua storia, periodico e, quindi,si ripete identico a se stesso dopo ogni ciclo o periodo.

    Abbiamo anche mostrato come l'ipotesi sintropica ovverol'inversione del principio causa effetto (nel futuro le cause di effettipresenti nell'oggi e quindi il comportamento finalistico della materiabiologica, contrapposto a quello entropico della materia nonbiologica) elaborato dal matematico Luigi Fantappi sia nella naturastessa dell'Universo Ologonico, a patto che vi sia unasovrapposizione o interferenza temporale oltre che spaziale deisegnali elementari (se si vuole gli archetipi originari o lettere delVerbo di Dio), che compongono il tutto universale.

    Perch ci accada, per, necessaria una "linea di ritardo" ovveroun mezzo che permei tutto lo spazio vuoto e che risponda"memorizzando" gli stimoli, in modo che ogni istante offra unsegnale che interferenza con quello precedente ritardato, che asua volta porta memoria dellistante precedente ed in cascata,quindi, di tutto il passato.

    Come si affermato, essendo il segnale complessivo periodico,nel segnale interferente attuale c', non solo il passato ma anche ilfuturo e quindi la "direzione finalistica", ovvero sintropica eanticausale, oltre che quella entropica causale.

    In buona sostanza un etere perfettamente elastico che funge dalinea di ritardo rende la teoria sintropica una conseguenza delparadigma olografico.

    Questo modello congelato e ripetitivo ciclico della Cosmologia edella cosmogenesi per rappresentabile in altro modo, senza

    modifiche sostanziali, sostituendo all'etere, un modello neurale dirappresentazione del Cosmo.

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    Per capirlo dobbiamo soffermarci su che cosa afferma il teoremadi Fourier e quindi entrare nel cuore matematico del modelloologonico.

    Ebbene secondo Fourier ogni segnale periodico (ripetitivo),

    comunque complesso, pu essere rappresentato come somma disegnali semplici (ovvero oscillazioni elementari), che hanno unperiodo (durata del pezzo che si ripete sempre identico), multiplo diquello di base (il periodo del segnale originario).

    Questi segnali elementari, prima di essere sommati vanno pesati,ovvero ogni sinusoide viene moltiplicata per un valore che neamplifica o riduce l'effetto complessivo sul segnale finale.

    Ora, questo oggetto pu essere descritto, o utilizzando segnalireali fatti interferire fisicamente, o sostituendo tutto con un oggetto

    (sistema) che si comporta nello stesso modo: un neurone.Ripetiamo, in estrema sintesi, come funziona un neurone nelmodello Perceptrone descritto nei precedenti capitoli.

    Il neurone, almeno secondo il modello denominato Perceptrone, un oggetto con N ingressi ed una sola uscita, che pu valere 0 o 1, otutte le frazioni intermedie; in pratica una uscita che pu esserevista come un "SI" uno "NO", o tutte le gradazioni possibili di "NI".

    Se all'ingresso singolo del neurone supponiamo venga impostaper convenzione una particolare sinusoide elementare, e sel'ampiezza di questa sinusoide equivale al peso, ovvero ilmoltiplicatore che applichiamo a quel particolare ingresso, si ha cheogni ingresso equivale ad una componente elementare secondoFourier del segnale finale.

    Il neurone, infatti, non fa altro che, come una serie di Fourier,sommare gli ingressi, che per convenzione supponiamo risponderea particolari sinusoidi elementari, e fornire in uscita un "si horiconosciuto" quel particolare segnale, oppure "no non horiconosciuto" quel particolare segnale, o ancora "forse horiconosciuto con una probabilit di...", oppure "forse non l'horiconosciuto con una probabilit di...".

    In buona sostanza, un singolo neurone pu rappresentaresecondo Fourier qualsiasi segnale e divenire, esso stesso, un"rivelatore" di un particolari segnali complessi, o della presenzadelle componenti principali di un segnale complesso.

    In pratica non solo un neurone memorizza il segnale, ma visto cherisponde anche con dei "forse", in grado di elaborare, e quindiriprodurre, una risposta anche basandosi su similitudini, ovvero, ingrado di riconoscere segnali simili perch ne riconosce alcune delle

    componenti elementari semplici.

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    Se combiniamo questo neurone facendolo diventare uno degliingressi ad un neurone successivo, e colleghiamo ai rimanentiingressi del un successivo neurone le uscite altrettanti neuroniprecedenti, si ha che detto neurone risponde non pi al segnale

    originario ma a quello "filtrato" dalla "mente neurale" precedente.Se sostituiamo, quindi, i segnali reali nell'etere e quindi l'eterestesso, ad una rete di neuroni (che metafisicamente potremmoidentificare con la mente di Dio), otteniamo un risultato del tuttocompatibile con il paradigma olografico, ovvero un modello mentaledel Cosmo.

    Questa sostituzione, in apparenza complessa ma pur sempre noninvasiva e distruttiva del modello, comporta la possibilit disoluzioni "non Karmiche" alla cosmologia e cosmogenesi.

    Infatti la Mente di Dio panteistica che viene fuori da questomodello bruniano evoluto, pu essere corto-circuitata su se stessacome accade per luomo durante lo stato onirico.

    E' possibile, cio, eliminare del tutto la necessit di una azioneesterna scatenante del pensiero, ma si pu supporre che il cervellodi Dio produca immagini nella sezione mentale inconscia (una reteneurale che risponde agli stimoli che essa stessa crea) e risponda, alivello conscio (mente conscia di Dio), osservando, non una realteffettiva, ma una costruzione via via autoorganizzante realizzata dalsuo inconscio cosmico.

    Questa teoria la ritroviamo nella cosmogenesi di alcune filosofieantiche come, ad esempio, la gnosi cristiana di Valentino, chepresenta una rappresentazione mitologica del modello cosmologicoolografico panteistico e neurale appena descritto.

    Ma andiamo oltre.E' evidente che se la risposta complessiva non pi il risultato di

    una azione su una superficie elastica passiva come l'etere, ma generata dalla autoinduzione di una componente neurale che linconscio di Dio, non vi pu esser pi ripetizione ciclica dellastoria.

    Infatti alla interferenza semplice (somma pura) si sostituito uncircuito a "soglia", ovvero un circuito consapevole in cui man mano ipesi (component moltiplicative), cambiano poich la Mente di Dioapprende e ragiona su ci che essa stessa genera e quindiorganizza, man mano, ci che in origine era segnale caotico.

    Cerchiamo di chiarire meglio.Nella trasformata di Fourier i coefficienti moltiplicativi sono fissi e

    mappano un solo segnale.

    Nel neurone i coefficienti si "adattano" al cambiare del segnale.

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    Quello che cambia, quindi, che, con l'evolversi della mente, ineuroni si adattano ad un particolare segnale (prodotto da altrineuroni) e, con il tempo, i segnali da questi prodotti, che dal nostropunto di vista sono entit reali su cui la mente riflette, cambiano nel

    tempo.Tutto ci fa si che la realt, cui l'Io conscio di Dio risponde, cambiadinamicamente e si finalizza.

    Ecco, quindi, che linconscio di Dio diviene la realt stessa inanalogia nel mito della Sophia gnostica.

    Nel subconscio, i neuroni sostituiscono le entit reali, ed ilsubconscio stesso non mai uguale a se stesso perch evolveologonicamente.

    Ma non finita qui. Se supponiamo che le pulsioni, ovvero i

    desideri o le passioni, muovano linconscio di Dio al pari di quelleumane che muovono linconscio dell'uomo (come ipotizzato dalmoltiplicarsi delle divinit nella teologia greca), la mente-etere-pensante inconscia, diviene un Universo in cui le creazioni"mentali" sono generate dalle passioni.

    Tutto questo vuol dire che tutta la realt un mix di archetipi esimboli con cui linconscio di Dio, ovvero il Demiurgo gnostico, parlaall'io conscio di Dio, ovvero al Padre gnostico.

    Ecco perch gli gnostici invitano l'Uomo ad osservare la natura,non per quella che , ma come un archetipo gigantesco dainterpretare. Se si interpreta l'archetipo, si sa cosa realmentedesidera linconscio di Dio, e ci si pu sintonizzare con esso: ovverodivenire coscienti.

    Ora, se la mente dell'Uomo solo una immagine archetipicaprodotta come evoluzione del pensiero divino, e se essa parte,non dell'Io inconscio neurale demiurgico, ma immagine dell'Ioconscio di Dio, ogni uomo e la sua mente, una immagine mentalenella mente Dio, ovvero una immagine distribuita uniformementenella mente di Dio ma concentrata, per la parte principale, in alcunineuroni di questa mente che danno vita alla coscienza del singolo.

    Il Padre originario del modello gnostico cristiano di Valentino, lasomma interagente di tutte le menti che man mano prendonocoscienza ciascuna, che la realt non altro che parte (quellainconscia) della stessa mente di Dio che pensa.

    Quindi il Padre e una parte dell'Etere neurale che pensa, leggendola realt prodotta dalla parte Inconscia della mente di Dio stesso,ovvero il Demiurgo gnostico.

    In altre parole, un pezzo conscio della mente di Dio legge l'altra

    met inconscia della mente di Dio ed insieme costituiscono il totale

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    dell Abisso-Etere-Mente neurale, volendo adottare una terminologiapseudo-gnostica

    In questa ipotesi ogni frammento della mente di Dio, che prendecoscienza di questo status, si appropria di una parte dell'Inconscio e

    nel contempo diviene conscia di se stessa.L'Uomo, come entit pensiero della mente di Dio Padre, unaimmagine che essa stessa archetipo ovvero pensiero e mente alcontempo.

    Il Pleroma gnostico, ovvero l'unione con il Padre, non altro che lapresa di coscienza collettiva della non separazione tra le entitpensanti, ma nel contempo la presa di coscienza che la realt illusoria.

    La Realt una matrice - pensiero frutto della parte Inconscia di

    Dio.Il modello Cosmologico globale che stato proposto non solo unmodello filosofico ma anche matematicamente sviluppabile edefinisce, altres, gli elementi primordiali per comprendere tutto ilreale attraverso un insieme unico di equazioni ispirate al modelloneurale.