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Sacra Spina Di Andria

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  • 5pag.

    07. 25 marzo 2005: lAnno del Perdonoe il prodigio della S. Spina

    10. Venerare una reliquia della Passione, oggi

    12. Lincoronazione di spine nei Vangeli

    17. La reliquia della corona di spineDalle origini del culto alla IV crociata (1204)

    20. La reliquia da Costantinopoli a Parigi

    26. 1308: La Sacra Spina giunge ad Andria

    29. Il prodigio della Sacra Spina

    33. La Sacra Spina rapita e ritrovata

    37. I prodigi del secolo XX

    44. I prodigi del 1921 e del 1932

    50. Il 25 marzo 2005, venerd santo

    65. In preghiera davanti alla S. Spina

    Indice

  • 7LAnno del Perdono che la Diocesi di An-dria ha celebrato dal 25 marzo 2004 al 3aprile 2005, stato concesso dalla Peniten-zieria Apostolica (Santa Sede), per ricordareil prodigio della reliquia della Sacra Spina,verificatosi le ultime volte nel 1910, 1921,1932, nella coincidenza del Venerd Santocon il 25 marzo, giorno dellAnnunciazionedel Signore.

    Il decreto della Penitenzieria Apostolica,dell8 giugno 2003, cos descriveva levento:

    La attesa celebrazione della Pia Perdo-nanza connessa con un mirabile celesteinvito ad onorare la Passione del Signore:da tempo immemorabile consta che pressoquesta Cattedrale la santa Madre Chiesa haeffuso le ricchezze della Divina misericordiae da prove storiche documentata che ne-

    25 marzo 2005: lAnno del Perdonoe il prodigio della S. Spina

    La Cattedrale di Andria (Foto: B. Matera)

  • 8gli anni nei quali il Venerd Santo cade nel-lo stesso giorno dellAnnunciazione del Si-gnore, si rinnova lo straordinario fatto. Perla prima volta nella storia, il prodigio tantoatteso della Sacra Spina, stato preparatoda un contesto pastorale pi ampio, qualequello di un Anno giubilare straordinario. con uno spirito di fede che non ha ceduto adatteggiamenti sensazionalistici, che la Dioce-si ha vissuto questo evento di grazia, con losguardo fisso su Ges, autore e perfeziona-tore della nostra fede. (Eb 12,2) Sono sta-te certamente encomiabili le iniziative e lemodalit con le quali nel passato i nostri pa-dri si sono avvicinati alla Sacra Spina nel-lanno dellauspicato miracolo, ma un Conci-lio ci separa da quei giorni. il Vaticano II,nel quale il beato Giovanni XXIII si propo-sto di presentare la verit antica in uno stileaggiornato: lo spirito cristiano, cattolicoed apostolico del mondo intero, attende unbalzo innanzi verso una penetrazione dottri-nale e una formazione delle coscienze; necessario che questa dottrina certa ed im-mutabile, che deve essere fedelmente ri-spettata, sia approfondita e presentata inmodo che risponda alle esigenze del nostrotempo (Giovanni XXIII, Discorso di inaugu-razione del Concilio). il Concilio che ha af-fermato nella Costituzione Dei Verbum ilprimato della Rivelazione nelle sue fonti del-la Scrittura e dei Padri. La stessa assise con-ciliare, nella Sacrosanctum Concilium haproclamato la centralit dellEucaristia e del-la liturgia nella vita della Chiesa, rivedendo-ne le forme e le espressioni in cui il popolodi Dio celebra le meraviglie del suo Signore.Ed ecco che in linea con il Concilio VaticanoII si mossa anche la Commissione diocesa-

  • 9na, andando nella direzione della nuovaevangelizzazione, orientando la religiosit po-polare e il culto delle reliquie alla centralitdel mistero pasquale.

    Lanalisi storica e scientifica condotta sul-lantica reliquia stata prudente: non ha in-teso sconfessare la tradizione di fede, macon intelligenza ha messo in evidenza che ladocumentazione sulla Sacra Spina di Andrianon purtroppo esauriente, n le analisiscientifiche porterebbero a risultati inoppu-gnabili (1). per questo che riproponiamo lastoria della Sacra Spina secondo questa tra-dizione locale, cercando di illuminare un trat-to di strada che, solo con la luce del Vange-lo e dei sacramenti, pu godere di una lucegiusta e sicura.

    Allo stesso tempo testimoniamo il prodi-gio che si verificato in due momenti: Ve-nerd 25 marzo e Domenica di Pasqua 27marzo 2005. Tale testimonianza scaturiscedalla convinzione che in quei giorni avve-nuto un fatto straordinario, segno del Signo-re per luomo del nostro tempo, e che nonpossiamo tacerlo: esso carico di risonanzee conseguenze per gli uomini del XXI secoloe per la Chiesa diocesana, che custodiscequesta Reliquia e gode ancora dei segni cheil Signore continua a concederle.

    1. Cfr. L. RENNA (a cura di), La S. Spina di Andria e leReliquie della Corona di Spine, Schena, Fasano(BR) 2005.

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    Molti si chiedono: Ma quante spine del-la Corona di Ges ci sono nel mondo? Met-tendoli insieme non ne verrebbe fuori un in-tero roveto? In effetti le reliquie della coro-na di spine oggi conosciute sono tantissime.Nel 2005 solo in Italia ne sono state censi-te circa 160, e 161 in Spagna. Il gran nu-mero di queste reliquie fa pensare chiara-mente che la maggior parte di loro non sonoautentiche e che sono anche molto dissimilitra loro. Fin dallAlto medioevo molte reliquievenivano confezionate ex contactu, ciomettendole vicine e quelle autentiche, quasiper riceverne la forza portentosa. molto dif-ficile oggi stabilire i criteri di autenticit, an-che se bisogna considerare lantichit, lorigi-ne, la natura.

    Venerare una reliquiadella Passione, oggi

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    In questo breve itinerario storico vogliamoripercorrere le tappe che partono dalla Scrit-tura fino ai nostri giorni, consapevoli che unlungo periodo storico stato colmato da sup-posizioni e sempre sostenute dalla fede nel-lunico mistero della Passione, Morte e Ri-surrezione di Cristo, di cui le reliquie sono unsemplice richiamo.

    Sacra Spina venerata nella chiesa di Santa Chiara in Pisa

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    1. Lepisodio della incoronazione di spinenei Vangeli

    Nel racconto della passione secondo Gio-vanni, lepisodio della incoronazione di spine teologicamente centrale: la rivelazione diCristo come il Messia, lUnto del Signore, ela folla che lo dileggia e lo disprezza, ne af-ferma, senza saperlo, la regalit. La scena narrata non tanto per commuovere il creden-te davanti ad una situazione che stata cer-tamente dolorosissima, ma raccontata permanifestare il piano di Dio. Ges viene rive-stito infatti di un manto di porpora, che ilmanto sacerdotale, di un diadema, corona ri-servata al re e sommo sacerdote, e gli vieneposta in mano la canna, lo scettro regale. At-traverso la parodia che mettono in atto, i sol-dati inconsapevolmente dicono quello che

    Lincoronazione di spine nei Vangeli

    Cristo nel sepolcro - chiesa di S. Lucia, Andria (Foto: B. Matera)

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    Ges veramente: luomo dei dolori cheben conosce il patire, il reietto delle nazioni,che Dio innalza come Re e Salvatore. Com-mentando questo episodio, il monaco e bibli-sta Enzo Bianchi scrive: Ma solo con la fe-de si riesce a vedere dietro questo eventouna epifania: per chi non crede, al massimo consentito un sentimento di piet versoquesto povero disgraziato che Ges. Eglidopo questo tormento vedr la luce (Is53,11), perch la sua vita offerta inespiazione, offerta del Pastore percosso chediventa Agnello e vittima.(2)

    Ecco come i Vangeli raccontano lepisodio.

    Dal Vangelo secondo Giovanni, 19,1-11.Allora Pilato fece prendere Ges e lofece flagellare. E i soldati, intrecciatauna corona di spine, gliela posero sulcapo e gli misero addosso un mantello diporpora; quindi gli venivano davanti e glidicevano: Salve, re dei Giudei!. E glidavano schiaffi. Pilato intanto usc dinuovo e disse loro: Ecco, io ve lo con-duco fuori, perch sappiate che non tro-vo in lui nessuna colpa. Allora Gesusc, portando la corona di spine e ilmantello di porpora. E Pilato disse loro:Ecco luomo!. Al vederlo i sommi sacer-doti e le guardie gridarono: Crocifiggilo,crocifiggilo!. Disse loro Pilato: Prende-telo voi e crocifiggetelo; io non trovo inlui nessuna colpa. Gli risposero i Giudei:Noi abbiamo una legge e secondo que-sta legge deve morire, perch si fatto

    2. E. BIANCHI, Evangelo secondo Matteo. Commento esege-tico e spirituale, Magnano (VC) 1984 Qiqaion, 299.

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    Figlio di Dio. Alludire queste parole, Pi-lato ebbe ancor pi paura ed entrato dinuovo nel pretorio disse a Ges: Di do-ve sei?. Ma Ges non gli diede risposta.Gli disse allora Pilato: Non mi parli?Non sai che ho il potere di metterti inlibert e il potere di metterti in croce?.Rispose Ges: Tu non avresti nessun po-tere su di me, se non ti fosse stato da-to dallalto. Per questo chi mi ha conse-gnato nelle tue mani ha una colpa pigrande.

    Dal Vangelo secondo Matteo, 27,27-31Allora i soldati del governatore condus-sero Ges nel pretorio e gli radunaronoattorno tutta la coorte. Spogliatolo, glimisero addosso un manto scarlatto e, in-trecciata una corona di spine, gliela po-sero sul capo, con una canna nella de-stra; poi mentre gli si inginocchiavanodavanti, lo schernivano: Salve, re deiGiudei!. E sputandogli addosso, gli tol-sero di mano la canna e lo percuotevanosul capo. Dopo averlo cos schernito, lospogliarono del mantello, gli fecero in-dossare i suoi vestiti e lo portarono viaper crocifiggerlo.

    Dal Vangelo secondo Marco, 15,16-20Allora i soldati lo condussero dentro ilcortile, cio nel pretorio, e convocaronotutta la coorte. Lo rivestirono di porporae, dopo aver intrecciato una corona dispine, gliela misero sul capo. Comincia-rono poi a salutarlo: Salve, re dei Giu-dei!. E gli percuotevano il capo con unacanna, gli sputavano addosso e, piegan-do le ginocchia, si prostravano a lui. Do-po averlo schermito, lo spogliarono della

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    porpora e gli rimisero le sue vesti, poi locondussero fuori per crocifiggerlo.

    Levangelista Luca non racconta lepisodiodella incoronazione di spine, perch nelsuo vangelo non narra tutti quei fatti chepossono sembrare raccapriccianti e, se-condo lui, sminuire la divinit di Cristo.

    2. Ma perch lincoronazione di spine?

    Perch Ges fu incoronato di spine? Laderisione cui fu sottoposto il Signore ha pa-ralleli nel mondo antico. Leggiamo in FilonedAlessandria, autore ebraico del I secolo,dello scherno riservato al re ebreo Agrippa Iin occasione della sua incoronazione nel 41.La plebe di Alessandria replic alla cerimo-nia rivestendo di una stuoia un povero ma-lato di mente di nome Karaba, e gli mise incapo dei virgulti fioriti a mo di diadema etra le mani una canna di papiro a mo discettro; gli rendeva quindi omaggio chia-mandolo mari (signore). Un papiro egiziodescrive lanaloga proclamazione di un rebuffone in seguito alla sollevazione ebraicaad Alessandria tra il 115 e il 117 d.C., cuiprese parte anche il governatore romano. Inoccasione di una festa persiana, alla fine delI secolo, fu posto a sedere sul trono regaleun condannato a morte e lo si derise chia-mandolo re.

    Quanto fosse popolare tra i legionari distanza a Gerusalemme, per lo pi mercenarisiriaci e palestinesi, la tradizione dellincoro-nazione di un re dei giudei, lo rivela anchela cronaca dello storico ebreo Giuseppe Fla-vio. Lo stesso Ecce homo (Ecco luomo!)pronunciato da Pilato, poteva essere una pa-

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    rodia di antichi rituali dincoronazione. Ci so-no evidenti analogie fra il trattamento riser-vato a Ges, che dopo essere stato sottopo-sto a torture, incoronato di spine e rivestitodi un mantello purpureo, fu condotto davan-ti al popolo, e la presentazione alla folla diun nuovo re, che veniva additato mentre gliastanti esclamavano: Eccolo!.

    Lincoronazione di spine costituisce quindiun momento centrale nel racconto della Pas-sione di Cristo, ed perfettamente coerentecon il trattamento che i soldati riservavano aicondannati, coloro nel cui numero Ges Cri-sto stato annoverato.

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    Mentre del legno della croce, delliscrizio-ne (titulum) e dei sacri chiodi abbiamo noti-zie relative al periodo costantiniano (IV seco-lo), la corona di spine non figura tra le reli-quie della Passione rinvenute nel corso deilavori di edificazione della chiesa del SantoSepolcro voluti dalla madre dellimperatoreCostantino, Elena. Anche la monaca pellegri-na Egeria, che visit Gerusalemme nel 383,pare non saperne nulla. Il culto della coronadi spine sembra risalire ai primi anni del Vsecolo, come apprendiamo dal vescovo Pao-lino da Nola (354-431), che comp un pel-legrinaggio a Gerusalemme nel 409. Egli

    3. Le notizie storiche sono desunte da M. HESEMANN,Testimoni del Golgota, San Paolo, Cinisello Balsamo(Mi) 2003, 133-156

    La reliquia della corona di spine (3)

    Dalle origini del cultoalla IV crociata (1204)

    Il Santo Sepolcro a Gerusalemme

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    scrisse che alle spine con cui il nostro Re-dentore fu incoronato si rendeva omaggiounitamente alla santa croce e alla colonnadella flagellazione. San Vincenzo di Lerins(+ 445), sapeva che la corona aveva effetti-vamente la forma di un pileus (un elmo)che rivestiva interamente il capo. Cassiodoro(circa nel 570) confermava la presenza del-la corona di spine a Gerusalemme, e Grego-rio di Tours nel 593 si diceva impressionatodal verde e dalla freschezza della reliquiache si rinnova miracolosamente ogni giorno.La descrive come composta di giunchi, econ questo riferimento si riferisce evidente-mente allanello intrecciato che teneva insie-me gli aculei. Secondo Antonino da Piacen-za era conservata, insieme alla colonna del-la flagellazione, nella chiesa degli Apostolisul monte Sion.

    Gli imperatori bizantini furono i primi aconsiderare il valore di questa reliquia comesimbolo della signoria terrena che aveva lasua legittimazione da Dio, segno quindi di unpotere teocratico, e nel 1063 fecero portarea Costantinopoli lanello di giunchi intrecciaticon i restanti rami spinosi. Nel 1171, lim-peratore Manuele I Comneno mostr con or-goglio al re dei crociati Amalrico I la sua rac-colta di reliquie, consistenti nelle pi pre-ziose testimonianze della passione di NostroSignore Ges Cristo, e cio la croce, la spu-gna, la canna, la corona di spine, il telo se-polcrale e i sandali, come annotava Gu-glielmo di Tiro che accompagnava Almarico.Gli imperatori bizantini fecero edificare nelloro fastoso palazzo del Bukaleion una cap-pella dagli arredi ricchissimi, nella quale fu-rono conservate queste insigni reliquie. Cos

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    la descrive Robert de Clary: (Nel palazzo)cera una cappella che si chiamava la San-ta Cappella, ed era cos bella e sontuosa danon contenere alcunch che fosse in ferro,nemmeno i cardini delle porte o i morsi:tutto era dargento, e non cera alcuna co-lonna che non fosse di diaspro o di porfidoo di altri preziosi materiali (). In essa sitrovavano le pi preziose reliquie, perchcerano due frammenti della vera croce,grandi quando la gamba di un uomo e del-la lunghezza approssimativa di mezza testa,poi la lancia di ferro a cui a Nostro Signo-re fu aperto il costato, e i due chiodi concui gli trafissero mani e piedi. In unampol-la di cristallo si trov gran parte del suosangue. E poi fu rinvenuta la tunica di cuiera vestito egli e che gli era stata strappatadi dosso quando era stato condotto al Cal-vario. Poi fu trovata la corona consacrata,che era stata calcata sul capo che constavadi spine di canna, acuminate come lesine diferro. (4)

    4. R. DE CLARY, The conquest of Constantinople, cit.ivi, 140.

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    La IV crociata costituisce una delle pagi-ne pi ingloriose della Storia dellOccidente.Forse pochi sanno che papa Innocenzo IIIesort i crociati a non occupare terre cristia-ne, rivolgendo loro queste parole: Che nes-suno di voi si illuda di avere il diritto di oc-cupare o saccheggiare il territorio dei Greci.Avr un bel dire che quella terra non sot-tomessa alla Chiesa romana, che limperato-re la detiene e che ha fatto accecare suofratello ed un usurpatore. Qualunque sia-no i torti di quel sovrano, non tocca a voigiudicare. Voi non avete preso la croce pervendicare tali iniquit. State attenti a noningannare voi stessi e non lasciatevi ingan-nare da altri () Non consacrate le vostreforze se non a liberare la Terra Santa e avendicare loltraggio al Crocifisso. () So-

    La reliquia da Costantinopoli a Parigi

    La Saint Chapelle di Parigi (Foto: B. Matera)

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    stando nellimpero Greco, voi rischiate dispogliare i vostri fratelli (5). E lo stesso Papa,dopo la IV crociata, scrive al legato Pietro diS. Marcello: Hanno spogliato gli altari deirivestimenti dargento e li hanno ridotti inpezzi che si sono contesi: essi hanno viola-to santuari, asportato croci, e reliquie (6).Con la IV crociata fu presa Costantinopoli,ma le reliquie del Palazzo imperiale furonolasciate al loro posto. Entrati a Costantinopo-li, i Veneziani avevano insediato come impe-ratore latino il conte Baldovino delle Fiandre.Dopo la morte di costui nel 1206, il fratelloriusc a stabilizzare la situazione solo per po-co tempo. Quando nel 1228 ascese al tronosuo nipote Baldovino II, limpero era in peri-colo e questi chiese aiuto a Luigi IX re diFrancia. Propose al re france-se lacquisto delle reliquiedella Passione per la ciclopi-ca somma di 135.000 livree,al fine di finanziare il suoesercito.

    Le trattative si trascinaro-no per due anni: per accer-tarsi di non acquistare un fal-so dagli scaltri banchieri ve-neziani, Luigi IX invi a Co-stantinopoli due domenicani,che dovevano verificare lostato e lautenticit della reli-quia. Solo quando al sovrano

    5. INNOCENZO III, Epistula VI 101, cit. in A. FLICHE-CH. THOUZELLIER, Y. AZAIS, Storia della Chiesa X.La cristianit romana (1198-1274), SAIE, Torino1967, 89.

    6. INNOCENZO VIII, Epistola VIII, cit. ivi 94.

    Luigi IX il Santo

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    francese furono date tutte le garanzie di au-tenticit, la corona di spine giunse per navea Venezia nel 1238, dove laffare fu conclu-so con il ricco banchiere Nicola Querino.Gauthier Cornut, arcivescovo di Sens, fu in-caricato dal re di portare a termine il trasfe-rimento della reliquia in Francia. Il trasportoprosegu via terra. Il re, suo fratello RobertodArtois e sua madre, la regina Bianca di Ca-stiglia, accompagnati dai principi del regno,si fecero incontro alla sacra corona e da Vil-leneuve-lAchevque la scortarono a Parigi insolenne processione. Dopo otto giorni il cor-teo aveva raggiunto la capitale. Il 19 agosto1239, giorno in cui la corona di spine feceil suo ingresso trionfale a Parigi, fu grandefesta per lintera Francia. Mai cera stato ungiorno pi solenne e pi festoso di questo intutto il regno, scrisse il cronista incaricatodal sovrano di trasmettere ai posteri la me-moria di quellevento. Il re francese si videallapice della gloria di re cristiano, e perchmancava un luogo che fosse degno di con-servare le insigni vestigia, fece costruire sumodello delle descrizioni della cappella dipalazzo degli imperatori bizantini, nellareadel palazzo capetingio nellle de la Cit, lacappella reale delle reliquie, la Saint-Chapel-le, che considerata un capolavoro dellar-chitettura gotica. La grandiosa Cappella fuconsacrata nel 1248. Ancora oggi possibi-le ammirarla.

    La chiesa pervasa di luce bluastra erossastra, che penetra allinterno attraversovetrate policrome con motivi biblici e trattidalla storia delle reliquie; la sua elegantestruttura ad archi pare immateriale, sembranon avere peso. Quando si varca la soglia

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    della cappella, ci si sente trasportati fino alcielo, si pensa di essere giunti in uno degliangoli pi belli del paradiso, scriveva entu-siasticamente lautore francese Jean de Jan-dun nel 1323. E Alian Erland Brandeburg:La cappella ricopriva numerose funzioni:essa era destinata a custodire le reliquiedella Passione; aveva una portata significa-tiva grazie al programma iconografico datodalla scultura, le vetrate, la pittura; essaera anche la manifestazione visiva dellaprotezione divina sul Re, Parigi e sul Regnodi Francia. Roma era ricca di ricordi di Pie-tro e Paolo, Parigi possedeva le reliquie diCristo. LAntico Testamento, il Nuovo Testa-mento si articolano senza difficolt, e il redi Francia si inscrive in questa storia. (7) Suuna tribuna posta nellabside era conservatauna grande cassa, davanti alla quale notte egiorno brillavano lampade. Nella cassa eranocustodite la reliquia della Vera Croce, la Co-rona di Spine, la Croce della Vittoria (unapiccola croce con reliquia, portate dagli im-peratori bizantini in battaglia), una pietra delSepolcro di Cristo.

    Purtroppo gran parte della raccolta di re-liquie di Luigi il Santo oggi andata perdu-ta, a causa dei torbidi della rivoluzione fran-cese. Nellottobre del 1789 i moti insurrezio-nali nella capitale avevano costretto re LuigiXVI a lasciare Versailles e a tornare a Parigi.Divenne praticamente un ostaggio della Con-venzione nazionale, che aveva emanato unacostituzione in base alla quale fu costretto

    7. A. ERLAND - BRANDEBURG, La Sainte Chapelle deParis, in Dossier dArcheologie n. 264 - juin 2001,17.

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    nel ruolo di massimo funzionario esecutivo.Nel preparare la fuga, sperando di provocareun cambiamento di clima politico a suo fa-vore, allinizio del 1791 diede lindicazionedi portare le reliquie della Saint-Chapelle nel-labbazia di Saint-Denis, fuori Parigi e perciancora sicura. Ma quando la Comune vennea sapere che erano state trasferite a Saint-Denis, eman lordine di confisca immediata.Le testimonianze della passione furono ripor-tate a Parigi con una processione derisoria efurono consegnate ai capi rivoluzionari comeofferta sacrificale alla repubblica. Quello cheparve avere valore storico venne messo daparte e fin nella Biblioteca nazionale, ma lamaggior parte dei preziosi reliquiari fu fusa.Il massiccio frammento della croce conserva-to nel reliquiario dorato di Baldovino, forse lapi grande reliquia della croce della cristia-nit, una parte delliscrizione della croce, la-sta della sacra lancia, un frammento del te-lo sepolcrale, scomparvero senza lasciaretraccia. Furono posti in salvo solo unaltra re-liquia della croce, un chiodo sacro e la coro-na di spine. Nel 1804 il cardinale de Belloy,con il sostegno di Napoleone Bonaparte, riu-sc a riportarle in seno alla Chiesa. Due an-ni pi tardi limperatore don un sontuosoreliquiario dorato a forma sferica in cui con-servare la corona di spine, che viene oggicustodita nel Tesoro di Notre Dame e vieneesposta tutti i primi venerd del mese e ognivenerd di quaresima.

    Rohault de Fleury nel 1870, esamin afondo la corona di spine di Parigi e la de-scrisse come un anello di giunchi intrecciato,e da alcune spine staccate. La misurazionemostra che lanello di giunchi intrecciati ha

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    un diametro interno di 21 cm e uno spesso-re di 1,5 cm. Allanello di giunchi sono in-trecciati i resti di 15 o 16 rami di un ce-spuglio appartenente, come hanno potuto ac-certare i botanici, alla specie del Zizyphusvulgaris lam., conosciuto anche con il nomedi Zizyphus spina-Christi perch tradizional-mente posto in relazione con la corona dispine di Ges. Questo cespuglio di rovi pucrescere fino a unaltezza di 7 metri ed molto diffuso nellarea attorno a Gerusalem-me. Le sue spine acuminate raggiungono unalunghezza variabile tra i 5 e i 7 cm. Il giun-co molto probabilmente un Juncus balti-cus, specie che di casa nelle aree caldedel Mediterraneo orientale.

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    Molti storici e scrittori locali si sono oc-cupati di questo argomento e tra di essi unodei pi accreditati certamente mons. Ema-nuele Merra, oculato studioso delle pi anti-che memorie andriesi. Egli scrive: Per quel-lo che riguarda la provenienza di una dellemaggiori spine, che religiosamente si con-serva nel duomo di Andria, si deve con as-severanza ritenere che, non da Carlo dAn-gi ci venne donata, ma da Carlo II, suo fi-gliolo. Ed invero la Sacra Spina di Andriaanticamente si conservava entro un riccoostensorio, attorniato da una maestosa Coro-na di Spine dargento, nel cui giro, a lette-re maiuscole, stavano incisi sedici versi esa-metri. Ora in due di questi versi si leggeva:Ad nos Trinachiae Carolus rex ille secundustranstulit ex Parisiis, quae urbs regia Galliae

    1308: La Sacra Spinagiunge ad Andria

    Lapide sepolcrale di Beatrice II dAngi - Cattedrale di Andria

    Foto: B. Matera

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    habetur - Carlo II dAngi, re di Sicilia, fuquegli che rec a noi andriesi da Parigi, ca-pitale della Francia, la Sacratissima Spinadella Corona di nostro Signore.

    Re Carlo II dAngi non risulta essere maivenuto ad Andria, e tutti gli storici locali so-no concordi nel ritenere che la Sacra Spinafu donata a sua figlia, principessa Beatrice,sposa prima di Azzo VIII dEste, e poi, rima-sta vedova, di Bertrando del Balzo, cavaliereprovenzale. Altre documentazioni ci perven-gono da scrittori degni di fede che ci assicu-rano la medesima provenienza ed autenticit.Infatti larciprete Pincerna dice: Non conten-ta essa Beatrice di avere pingue entrate as-segnate alla mia Cattedrale, fecele anchedono duna Spina maggiore della Corona,che le sacre tempia di Ges Cristo, nellaspietata coronazione di spine torment.

    Fu dunque Beatrice dAngi, nel 1308,anno del suo matrimonio, a portare la reli-quia ad Andria.

    I DAngi portavano con loro queste reli-quie, vanto della casa reale francese, e ledonavano alle citt principali dove risiedeva-no o passavano. Cos abbiamo anche unaSacra Spina conservata nel Duomo di Napo-li ed una nella Basilica di San Nicola a Ba-ri. La presenza di questa reliquia era il segnodel legame con la casa regnante di Francia.

    Scrive il prevosto don Giovanni Pastore,storico andriese del sec. XVIII: Lunico edautentico documento, che appresso di noi siconserva, e che ci accerta del dono di que-sto gran pegno della nostra Chiesa, egli quella descrizione incisa allintorno dellan-tica argentea venerabile urna, in cui si con-

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    tiene, ove si legge: Ad nos Trinachiae RexCarolus ille secundus transtulit ex Paridis,quae urbs Regia Galliae habetur Lo stori-co andriese dichiara quindi che il documentoinoppugnabile era quella scritta che noi co-nosciamo grazie alla sua testimonianza. Nonla certezza storica, ma la deduzione logicaha fatto s che si pensasse che a portare lareliquia ad Andria fosse stata lunica della fa-miglia reale ad aver dimorato nella citt pu-gliese, vale a dire Beatrice. Dalla stessa fon-te del reliquiario apprendiamo del prodigio,attestato quindi in unepoca pi remota ri-spetto allatto del notaio Gurgo del 1633.

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    Cos il Merra descrive la reliquia e il pro-digio: La Sacra Spina di Andria della lun-ghezza di circa quattro dita, e della gros-sezza di un grosso filo di spago nel suo bas-so finimento. Il suo colorito cenerognolo,ad eccezione della punta semifranta, che vaa finire ad ago, ed di colore suboscuro. Inessa si veggono quattro macchie di colorviolaceo nella parte di dietro alla incurvatu-ra, ed unaltra parte davanti, oltre a moltipunti a stento visibili. Quando coincide laferia sesta di Parasceve con la festivit del-lAnnunciazione di Maria, ai 25 di marzo,allora queste macchie si ravvivano, e ros-seggiano di fresco sangue; nel che ordinata-mente consiste il miracolo. (8)

    8. E. MERRA, Monografie andriesi vol. I, Bologna1906, 139.

    Il prodigio della Sacra Spina

    Particolare Sacra Spina

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    La prima testimonianza del miracolo era,come gi detto, il testo inciso sullantico reli-quiario della Sacra Spina: Ecco una delletante maggiori Spine della Corona, con cuile mani crudeli dei Giudei trafissero le tem-pia sacrate di Ges. Quando concorrono laParasceve ed il venticinque di marzo, come antica tradizione allora questa, oh meravi-glia!, si vede tutta insanguinata, impercioc-ch suol essere aspersa di alcune gocce disangue. A noi Carlo II (dAngi) Re di Sici-lia, la port da Parigi, citt capitale dellaFrancia. Con cuore devoto, e con ginocchiopiegato deve venerarsi questa Spina del Re-dentore, che di roseo sangue bagnasi, quan-do, vendicatore dellumana scelleratezza,toller le spine, come altrettanti aghi. Can-tiamo grandissimi cantici: Gloria al vincito-re, e perenne monumenti di vittoria, imper-ciocch con la fronte irta di spine fiacc lapotenza di Satana. Preghiamo tutti, affinchil Signore, per tanto pegno qui portato, gliconceda il felice regno del cielo. La datadel prodigio, il 25 marzo, secondo la teolo-gia di alcuni Padri e del Medioevo, era nonsolo la data dellAnnunciazione del Signore,ma anche il giorno della sua Morte, nonchla data della creazione del mondo. Il 25marzo racchiude quindi la completezza e latotalit del mistero della salvezza.

    La seconda testimonianza del prodigio scritta, ed del 25 marzo del 1633, atte-stata dal vescovo Felice Franceschini (vesco-vo di Andria dal 1632 al 1641) assistitodalle autorit ecclesiastiche, larcidiacono Co-noscitore, il canonico cantore Conoscitore, ilprimicerio De Remediis, il priore Tota, i cuinomi corrispondono alle famiglie nobiliari

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    dellAndria dallora; alla presenza dei duchiAntonio Carafa ed Emilia di Laurenzana coifigli Ettore e Carlo, attorniati dalla nobilt cit-tadina - Meli, Quarto, Gurgo, Conoscitore, DeRemediis - la Sacra Spina apparve, sangui-nolenta et cum frequenti variatione sangui-nis praetiosissimi Capitis D. N. J. Ch. -(sanguinolenta e con frequente cambiamentodel sangue preziosissimo di Nostro SignoreGes Cristo). Latto notarile fu redatto dal no-taio Gurgo ed riportato nella relazione del-labate Medrano (sec. XVIII).

    Undici anni dopo, nel 1644, alle ore9.00 apparuerunt multae et diversae guttaeet maculae sanguinis (apparvero molte ediverse gocce e macchie di sangue) le qua-li scomparvero nella mattinata del sabatosanto. Il vescovo, Mons. Ascanio Cassiani(vescovo di Andria dal 1641 al 1657), nonavendo fatto redigere a tempo un regolare at-to notarile come memoria dello straordinarioevento, fece dipingere nel 1650 da ScipioneInfante di Bagnoli un affresco sulla paretedel Coro, e consacrare il ricordo negli attidella Santa Visita compiuta nel 1657. Laf-fresco purtroppo andato perduto nellincen-dio del coro della Cattedrale allinizio del XXsecolo.

    Del miracolo del 1701 il Merra parla inquesto modo: La Chiesa risuonava di pian-ti, di sospiri e di preghiere, massime alleparole, che dal pergamo dirigeva al popololoratore D. Pietro Calcagno, Primicerio del-la Collegiata di San Nicola. Finalmente ver-so lora di sesta si vide la Santa Spina, dal-la sommit al basso, prodigiosamente ripie-na di molte macchie di sangue, le quali do-po lora di nona incominciarono a scompari-

  • 32

    re. Il miracolo era avvenuto, e latto pubbli-co fu rogato dal Notaio Girolamo de Miccodi Barletta, casato e domiciliato in Andria;mentre il processo ecclesiastico, per ordinedel Vescovo, venne compilato dal Notaio delSantUffizio, D. Nicola DUrso.

    In quella ora stessa che mons. Vescovodallaltare maggiore mostrava al popolo rac-colto in Chiesa il prodigio, ecco improvvisa-mente una donna ossessa, con urli e strida,spaventare la gente, e furibonda e smanian-te correre verso la Sacra Spina. Senonch,mirabile a dire!, al comando del Vescovo,lossessione cess, e la infelice cadde a ter-ra, come corpo morto cade (9).

    Soltanto unattestazione indiretta ci rima-ne del miracolo del 1712, risultante dallattonotarile fatto redigere da Mons. Giovan Pao-lo Torti (1718-1726), nella Visita pastoraledel 1722.

    Gli ultimi miracoli del secolo XVIII si veri-ficarono negli anni 1785, sotto lepiscopatodi mons. Saverio Palica, e nel 1796, mentreera vescovo mons. Salvatore Lombardi.

    Nel 1785 il Gioved santo, fu fatta la ri-cognizione della Spina alla presenza dei Du-chi di Andria, di giudici e autorit. Alle21.30 del venerd santo le macchie apparve-ro pi vivide.

    Nel 1796 il miracolo avvenne dalle16.00 alle 21.30 e fu rogato un atto di con-statazione dal notaio Francesco Paolo Cristia-ni. Dopo il miracolo la reliquia fu esposta inLargo La Corte, dinanzi al Palazzo ducale.

    9. Ivi, 146.

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    Il 23 marzo 1799 lesercito repubblicanofrancese, al comando del generale Broussier,riusc a sfondare le mura di cinta di PortaCastello e saccheggi, incendi, distrusse esemin morte per ogni via e casa della cittdi Andria In questo triste giorno - era un sa-bato santo - perirono 687 andriesi. Il prezio-so reliquiario della Sacra Spina, con altri og-getti dargento, fu rubato dai francesi e ven-duto allasta a Barletta. Un certo Michele Mi-seo, ricco proprietario terriero di Spinazzola,compr la Sacra Spina, senza reliquiario, e laport nel suo paese.

    Dal Miseo, morto nel 1807, la Sacra Spi-na pass alla vedova, Angela Saccina, che lalasci (1815) al canonico cantore VincenzoMaria Spada di Spinazzola, il quale la dona suo nipote Raffaele Spada, e questi al ve-

    La Sacra Spina rapita e ritrovata

    Mons. Giuseppe Cosenza, Vescovo di Andria nel 1837

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    scovo di Venosa, mons. Federico Guarini. Al-la sua morte, nel settembre 1836, il Vesco-vo la lasci al suo fidato cameriere, GaetanoMontedoro. Dopo 38 anni (dal 1799 al1837), la Provvidenza volle che la Sacra Spi-na fosse recuperata. Ecco come accaddero ifatti. Il canosino Giuseppe Luigi Casiero, cheaveva sposato una andriese, seppe dalla fi-glia del cameriere Montedoro dellesistenzadella Sacra Spina, custodita nella sua casa,avendola avuta suo padre in dono da mons.Guarini. Il Casiero insistette con la ragazza,cos tanto che alla fine ella cedette e gli mo-str la reliquia. Ora il Casiero sapeva datempo che gli andriesi erano alla ricerca del-la Sacra Spina rubata, sicch, appena potessere ad Andria, confid ad amici andriesidi sapere con certezza dove era e chi posse-deva la preziosa reliquia. Tale notizia perven-ne alle orecchie di un canonico della catte-drale di Andria, d. Antonio Lomuscio, il qua-le avvicin il Casiero per saperne di pi. IlCasiero, dopo reiterate insistenze, si deciseche solo al vescovo di Andria avrebbe rivela-to il suo segreto.

    In quel tempo, il 1837, vescovo di An-dria era Mons. Giuseppe Cosenza, divenutopoi arcivescovo cardinale di Capua. Il presu-le andriese prese subito i contatti con Veno-sa, fece fare unaccurata indagine e chiese diriavere la reliquia. In breve lurna dargento,in cui era custodita la Sacra Spina con variealtre reliquie, venne prelevata dalla casaMontedoro e portata in casa del pro-vicariogenerale di Venosa, don Vincenzo Maria Cal-vini, il quale la pose nel suo oratorio privato,e in presenza di vari testimoni, apr lurna,prese la Spina, la fece esaminare con accu-

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    rata diligenza da canonici andriesi e si rico-nobbe che era proprio la Sacra Spina di An-dria, corrispondente alla descrizione dellattopubblico redatto il 18 marzo 1785.

    La sacra Spina fu riportata ad Andria, ac-colta dal popolo festante, il 31 ottobre del1837; il 1 novembre, in maniera straordina-ria, si rinnov il prodigio del ravvivarsi dellemacchie.

    Nel 1842 si verific un altro fatto prodi-gioso, quello della fioritura della Spina. Il25 marzo 1842 Mons. Giuseppe Cosenza,vescovo di Andria, Mons. Giovanni Costanti-ni, vescovo di Molfetta, ed i pi distinti per-sonaggi del clero, della cittadinanza, e delleautorit civili e militari, stavano genuflessi in-nanzi alla Sacratissima Spina, esposta sul-laltare maggiore della cappella di San Ric-cardo, pregando e supplicando affinch sirinnovasse lantico prodigio.

    Ma in tutto quel giorno, non fu visto al-cun segno di prodigio nella santa reliquia. Lediverse macchie di color rosso oscuro ed al-tre di color smorto rimasero nel loro stato diprima. Come pure rimase nel suo stato natu-rale la macchia pi rosea, che si vede sullasua punta. Il miracolo tanto sospirato nonera avvenuto! Ma verso le ore 23 della sera,dopo aver riportato la Santa Spina in Episco-pio, con sorpresa, si osserv che era esplo-sa alla base in piccole escrescenze bianca-stre a forma di fiorellini dun colore argenti-no. La loro grandezza era quanto la testa diuno spillo, ed il gambo di una sottigliezzaestrema. Questo prodigio si osserv tutta lasera del venerd santo. La mattina del saba-to santo, mediante il microscopio ed altrelenti dingrandimento, si potettero distinguere

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    altri fiorellini pi piccoli, anche di color ar-genteo. In tale ricorrenza d. Bernardino Ma-ria Frascolla, teologo della cattedrale di An-dria, poi vescovo di Foggia, pubblic sul pe-riodico Scienza e Fede un articolo intitola-to La Santa Spina ed i fiori.

    Altri due miracoli avvennero nel secoloXIX: luno nel 1853 e laltro nel 1864. Cosdescrive questultimo il Merra: Un popoloimmenso, devoto, ansioso di vedere il mira-colo riempiva le tre navate della Chiesa. Datutti sinnalzavano fervide preghiere al cielo,da tutti si sospirava e si piangeva; mentredal Quaresimalista, il P. Salvatore de Silve-stris del SS. Redentore, di poi vescovo diConversano, si eccitava il popolo alla confi-denza nella divina misericordia. Ed eccoche, alle ore 20 e minuti 35, nella puntascheggiata della Santa Spina cominci amanifestarsi una lieve tinta rosso cupo. Alle20 e 3/4 questa tinta si fece pi carica, edintorno alla punta occup uno spazio lungodue linee. alle ore 21 compiute, tutti scor-sero la detta tinta, ma senza rigonfiamento,n lucido; nel resto della Spina non eravicosa di straordinario a rimarcarsi, meno laparte concava della punta, dove la naturalesua macchia offriva una tinta di un paonaz-zo pi scuro ed alquanto pi esteso. Fu al-lora che i periti sanitari, i chimici alluopoassistenti, non che le autorit locali unani-memente proclamarono lavvenimento straor-dinario ad un popolo, che stivato riempivale navate del tempio, e che senza la assi-stenza di armati, ma dei soli Seminaristi,mai si mostr s devoto, s docile, s saggioe s mansueto. (10)

    10. Ivi, 180.

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    1. Il prodigio del 1910

    Nel 1910 il miracolo si svolse in un cli-ma di conflitto sociale. Il vescovo Mons. Giu-seppe Staiti indisse giorni di preghiera fin dalsettembre del 1909. Questa volta si videlopportunit di convocare parecchi chimici emedici - menzionati nel rogito del notaio Ric-cardo Chieppa - perch osservassero la SacraSpina prima e dopo la manifestazione delmiracolo, sigillando la teca con nastri e bollidella Regia Pretura, del Comune e dellostemma del Vescovo, marchese Staiti. Que-stultimo prepar la Diocesi con la LetteraPastorale Il miracolo della Santa Spina.

    Gli animi vennero preparati anche da unoratore sacro di grido, P. Vincenzo Parascan-dalo, nonch dallintervento di un santo sa-

    I prodigi del secolo XX

    La processione dopo lavvenuto prodigio, il 28 marzo 1932

    foto: Archivio Biblioteca Diocesana

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    cerdote redentorista, il P. Antonio Losito diCanosa, chiamato apposta da Pagani perchdesse gli esercizi spirituali al clero e al po-polo di Andria. Il Losito non pot per ragionidi salute predicare gli esercizi al clero, mascrisse unaccurata lettera per esortare so-prattutto i sacerdoti allo spirito di fede.

    Il venerd santo del 1910 il miracolo nonavvenne. Dai periti fu redatto un verbale ne-gativo. Nella mattina del sabato santo, tra lamassa dei fedeli, che incominciava a preten-dere con arroganza il miracolo e i sacerdotiaddolorati e sgomenti, la Spina fu riposta pervolere comune sul tradizionale posto dellal-tare di S. Riccardo. Nel momento in cui ve-niva intonato il Gloria della Resurrezione dal-laltare maggiore del Duomo nella Messa so-lenne del can. Cristiani, avvenne il miracoloe scoppi la commozione, entusiastica, epersino scomposta.

    Ecco il verbale del prodigio del 1910.

    VERBALE DI RICOGNIZIONEDELLA SANTA SPINA

    N. 965 del Rep. Generale.N. 731 del Rep. atti tra vivi.

    Regnando Vittorio Emanuele IIIper grazia di Dio

    e per volont della NazioneRe dItalia

    Lanno mille novecentodieci, il giorno 26marzo alle ore 13,00 in Andria, nel palazzovescovile, in Piazza Vittorio Emanuele.

    Sulla richiesta fattaci da Sua EccellenzaIll.ma e Rev.ma Monsignor D. GiuseppeStaiti fu Salvatore, Vescovo di Andria, natoin Napoli e qui domiciliato.

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    Noi Notai Riccardo Chieppa di Vincenzo,Cav. Luigi Intonti fu Raffaele, Del GiudiceFrancesco e Riccardo germani fu Emanuele,residenti in Andria ed iscritti tutti presso ilConsiglio Notarile di Trani, ci siamo recatinellanzidetto luogo.

    Quivi giunti, in presenza dei qui sotto-scriventi testimoni a noi noti, forniti di tuttirequisiti legali, signori Mansionario D. Fran-cesco Colasuonno di Michele, De SimoneTommaso fu Notar Michele, possidente, Fa-soli Filippo fu Nicola, possidente e MagnoRaffaele fu Antonio, possidente, tutti nati edomiciliati in Andria.

    Innanzi a noi si sono costituiti

    LEccellentissimo Monsignor D. GiuseppeStaiti fu Salvatore, Vescovo di Andria, natoin Napoli e qui domiciliato. (etc)

    Tutti noti a noi notai e testimoni.Sua Eccellenza Monsignor Vescovo ha

    fatto richiesta a noi notai di far constatarecon pubblico atto il Miracolo della SantaSpina avvenuto in questa mane verso le oreundici e precisamente al momento in cuinella messa solenne della risurrezione veni-va cantato il Gloria.

    In vista di tale richiesta noi Notai ci sia-mo recati nel presbiterio della Cattedraleove era esposta alla venerazione dei fedelila Santa Spina.

    E prima di tutto con lassistenza dei te-stimoni, abbiamo constatato la integrit deisuggelli che trovansi apposti al disotto dellacampanina che racchiude la Santa Spina edapposti in modo che detta campanina nonpoteva schiudersi senza la rottura dei sug-gelli.

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    Dopo tale constatazione noi Notai siamotornati nel palazzo Vescovile ove le su co-stituite parti ci hanno fatte le seguenti di-chiarazioni:

    Primo: I signori medici Terlizzi, Sgarra,Lops, Marano, Merra.

    Ed i chimici farmacisti Porziotta, Me-meo, e Gioscia Giuseppe

    Dichiarano

    Noi concordemente affermiamo che lamacchia cui osservammo alla estremit del-la Spina, di una colorazione leggermente fo-sca e pi specificatamente descritta nel ver-bale di suggellazione del dieci luglio millenovecentonove, rassomigliante ad una colo-razione di feccia di vino sbiadita, oggi, in-vece, si ravvivata, si fatta pi intensa-mente fosca in tutta la sua estensione sen-za lasciare alcuna differenza di colorito inqualche zona della sua superficie: anzi pos-siamo assicurare con certezza che la mac-chia istessa si longitudinalmente estesa dipochi millimetri.

    Dobbiamo inoltre aggiungere, per la ve-rit, che mentre nello stato normale di co-lorazione della Spina il limite inferiore eracircoscritto da una linea obliqua da avvici-narsi alla figura che nel succitato verbalechiamammo volgarmente becco di flautooggi per la estensione della colorazione epel ravvivamento della macchia il limite in-feriore si fatto quasi orizzontalmente cir-colare: sicch lintera punta della SantaSpina ora vedesi tutta ravvivata, mentre ierinon fu notata alcuna modificazione dellostato normale, cosi come si dichiar nel ver-bale relativo.

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    Secondo tutte le altre costituite particoncordemente confermano in ogni sua par-te quanto hanno di sopra dettato i sig. Me-dici e Farmacisti per avere constatato coipropri occhi le mutazioni di sopra descrittenella Santa Spina; ed il prof. Canonico D.Michele Agresti aggiunge quanto segue:

    Che verso le ore otto di stamane si trasportata la Santa Spina dallEpiscopionella Cappella di S. Riccardo e si dispo-sta ladorazione perpetua e successiva.

    Verso le ore undici poi, mentre dallArci-prete Cristiani sintonava il Gloria nellamessa cantata, a quellinno di gioia tutto ilpopolo ha emesso unanime un grido implo-rante il miracolo.

    Dopo poco, si e osservato da esso Cano-nico Agresti la Santa Spina e con sua gioiaha osservato la macchia della punta ravviva-ta come hanno precisamente dettato tecnici.

    A seguito di che, tenuto inteso Sua Ec-cellenza Monsignor Vescovo, questi ha di-sposto trasportarsi la Santa Spina sullaltaremaggiore ove effettivamente si fatto lesa-me e la constatazione dai su costituiti e daquanti e erano presenti in chiesa che eragremita di popolo.

    In questo momento si costituito il sig.Fusco Giuseppe fu Francesco sottotenentedella tenenza dei carabinieri di Andria, na-to in Castelforte (Caserta) e qui residente,ben noto a me notaio e testimoni, il qualeha confermato quanto innanzi stato dettodai tecnici per avere osservato anche lui laSanta Spina.

    Del che abbiamo redatto il presente pro-cesso verbale che rimane depositato negliatti di me notaio Riccardo Chieppa, e che si chiuso alle ore sedici.

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    Quale verbale viene firmato in margineed in fine da tutti glintervenuti, dai testi-moni e da noi Notai.

    Di questo verbale che consta di pagineotto, di fogli tre, scritto dal prof. RiccardoCesario di Sergio, persona di nostra fiducia,prima delle sottoscrizioni si letto da mesottoscritto notar Chieppa in presenza deitestimoni a tutti glintervenuti, i quali dame notar Chieppa interpellati, dichiaranoessere il contenuto conforme a verit.

    2. La costruzionedella Cappella della S. Spina

    Dopo il miracolo del 1910 fu allestito inCattedrale un luogo pi degno per conserva-re la Reliquia. Fino ad allora la S. Spina eraconservata nel grande armadio delle reliquienella Cappella di S. Riccardo. Si decise diutilizzare la cappella destra sul presbiterio,antica cappella della Nativit, sino a quelmomento chiusa da un muro ed utilizzatacome deposito. La Cappella fu disegnata dal-lingegnere Riccardo Ceci in stile neo-gotico.Lofficina marmorea che si occup dei lavorifu quella di Nicola Bassi di Trani. Lingressodella Cappella cinquecentesco, caratterizza-to da due colonne di pietra con capitelli, sor-montati da un arco a tutto sesto. Il cancelloin ghisa su cui scritto Sanctuarium S. Spi-nae serve per proteggere la sacra reliquia.La cappella a pianta rettangolare 4.85 m x3.90 m e alta 10.65 m, ed ha le pareti ri-coperte da marmi pregiati: bardiglio fiorito emarmo argentino di Carrara. La decorazione conforme a quella dellaltare, in stile neo-gotico. Due cornicioni di marmo bianco conmodanature a dentelli e fregio intagliato de-

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    corano ulteriormente la cappella, il primo amet altezza, il secondo in corrispondenzadellimposta della volta a crociera. Negli an-goli, quattro ordini di colonne sovrappostecon basi e capitelli a fiorami. La parte difronte a chi entra contiene una bifora con co-lonne a rilievo e capitelli intagliati. Invece lavolta dipinta con colori e disegni ad imita-zione del marmo. Laltare - consacrato l11settembre del 1912 dopo una breve proces-sione - di marmo bianco intagliato a fiora-mi ed arabeschi. Il paliotto suddiviso dapiccoli archetti mantenuto da colonnine diRosso di Verona. La mensola principale retta da pilastri in alabastro. Al di sopra del-la custodia del SS. Sacramento si erge untronco con angeli in marmo bianco che reg-gono lurna di forma ottagonale che sino al1980 ha conservato la S. Spina, successiva-mente trasportata in un luogo pi sicuro.

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    Del prodigio del 1921, sotto lepiscopatodi mons. Eugenio Tosi, non abbiamo testimo-nianza scritte. I riferimenti degli storiografi lo-cali parlano di una ostensione della SacraSpina nel Palazzo del Vescovo. Forse il ritar-do del miracolo del 1910, produsse tale at-teggiamento di prudenza e riserbo.

    Particolare attesa, dopo il miracolo del1921, ci fu per il miracolo del 1932. Lacitt e la diocesi si prepararono remotamen-te con la lettera pastorale del vescovo Ferdi-nardo Bernardi Andria, la citt del purpureovessillo.

    Il prodigio avvenne il 25 marzo e il 28marzo ci fu una solenne processione per levie della citt. Ecco il verbale di constata-zione:

    I prodigi del 1921 e del 1932

    Inizio della processione del 28 marzo 1932 dalla chiesa del Purgatoriofoto: Archivio Biblioteca Diocesana

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    VERBALE DI CONSTATAZIONEDEL MIRACOLO DELLA S. SPINA

    N. 44 della raccoltaN. 211 degli atti tra vivi.

    Vittorio Emanuele IIIper grazia di Dio

    e per volont della NazioneRe dItalia

    Lanno millenovecentotrentadue, a. X, ilgiorno Venerd Santo venticinque marzo, al-le ore 17, in Andria; nel salone del PalazzoVescovile a Piazza Vittorio Emanuele.

    Sulla richiesta fattami da S.E. Mons. Si-gnor Ferdinando Bernardi fu Bartolomeo, Ve-scovo di Andria, per far risultare da pubbli-co atto lavvenuto miracolo della S. Spina.

    Io Riccardo De Corato di Giuseppe no-taio residente in Andria con lo studio aPiazza Vittorio Emanuele n. 22, iscrittopresso il collegio Notarile di Trani, mi sonorecato nel detto palazzo vescovile.

    Quivi giunto, in presenza dellavvocatoLombardi Riccardo di Nicola, e professoreMorgigni Eligio di Michele, entrambi nati edomiciliati in Andria, testimoni idonei ed ame cogniti.

    Si sono costituiti

    Dinanzi a me Notaio i Signori:01. S.E. Monsignor Bernardi Ferdinando fu

    Bartolomeo, Vescovo di Andria02. S.E. Monsignor Bartolomasi Angelo fu

    Giuseppe, Arcivescovo Ordinario militare.03. S.E. Monsignor Palica Giuseppe fu Luigi,

    Arcivescovo titolare di Filippi, Vicegeren-te di Roma.

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    04. Monsignor Leccisi Prof. Lucio, della Sa-cra Congregazione Concistoriale.

    05. Comm. Cafaro Pasquale fu Riccardo, Po-dest di Andria.

    06. Pesce Avvocato Luigi fu Giuseppe, Se-gretario politico e vice Pretore di Andria.

    07. Dottor Bon Henri fu Giuseppe, Presiden-te del Comitato Franche Conte, Segre-tario della Societ delle scienze di Fran-che Conte.

    08. Monsignor Memeo Riccardo fu Savino,Arcidiacono del Capitolo Cattedrale diAndria.

    09. Canonico Cannone Sabino fu Nunzio,Delegato Vescovile.

    10. Canonico Addati Vincenzo fu Raffaele,Cappellano della S. Spina.

    11. Padre Martinelli Antonio di Giuseppe,Segretario del Vescovo di Andria.

    12. Onorevole Ceci Avv. Consalvo fu Riccar-do.

    13. Ieva Avv. Carlo fu Nicola.14. Sgaramella Cav. Uff. Pasquale fu Miche-

    le, Notaio.15. Dottor Merra Riccardo fu Vincenzo, me-

    dico chirurgo.16. Dottor Chicco Carlo fu Domenico, medi-

    co chirurgo.17. Cicco Dottor Anselmo di Giuseppe, medi-

    co chirurgo.18. Comm. Porziotta Nicola fu Tommaso, far-

    macista chimico.19. Memeo Riccardo fu Vincenzo, dottore in

    chimica.20. Inchingolo Francesco fu Eligio, farmaci-

    sta chimico.

  • 47

    21. Comm. De Mori Giuseppe fu Giuseppe,Redattore dellOsservatore Romano e In-viato speciale dellAvvenire dItalia.

    22. Dottor Bottazzi Luigi fu Ernesto, Redatto-re del Corriere della Sera.

    23. Monsignor Papa Prof. Francesco fu Gio-vanni

    24. Canonico Sinisi Prof. Felice fu Alfonso.25. Prof. Zagaria Riccardo fu Paolo.26. Gioscia Prof. Alfredo fu Luigi pubblicista.

    Tutti da me personalmente conosciuti,nati e domiciliati in Andria, ad accezionedei seguenti intervenuti:01. Monsignor Vescovo Bernardi, nato a Ca-

    stiglione Torinese, e qui residente.02. Monsignor Arcivescovo Bartolomasi, nato

    a Pianezza (Torino) e residente a Roma.03. Monsignor Arcivescovo Palica, nato e re-

    sidente a Roma.04. Lavvocato Pesce, nato a Trani e qui resi-

    dente.05. Il Dottor Bon, nato a Digione (Francia), e

    domiciliato a Besanon.06. Il Professor Leccisi nato a Campi Salen-

    tina (Lecce) e domiciliato a Roma.07. Il Comm. De Mori, nato a Vicenza e do-

    miciliato a Roma.08. Il Dottor Bottazzi, nato a Tricase (prov. di

    Lecce) e domiciliato a Roma.

    Questi ultimi tutti qui espressamente ve-nuti per assistere al miracolo della S. Spi-na, e lArcivescovo Palica anche per ricordodel suo antenato, Vescovo di Andria, Monsi-gnor Saverio Palica, sotto il cui governo, ecio nellanno 1785, si verific il prodigiodella S. Spina.

  • 48

    Le costituite parti dichiarano che alleore tredici e minuti quindici di oggi, la S.Spina stata trasportata dalla Cappella, ove custodita, in quella di San Riccardo nellaChiesa Cattedrale, dove rimasta espostanelladorazione di unenorme folla che gre-miva la chiesa.

    Dopo essersi constatata dai sopracosti-tuiti, ed anche da me Notaio, tutti interve-nuti nella predetta Cappella di S. Riccardo,non solo la integrit dei suggelli apposti al-la teca contenente la S. Spina, e descrittinel mio precedente verbale del ventitremarzo corrente anno 1932, ma anche lenormali condizioni della S. Spina, massimenella colorazione delle sue macchie, coscome specificare nel predetto verbale, dopodiverse e commoventi orazioni pronunziateda sacerdoti, e mentre si elevavano fervideed insistenti le preghiere di tutti i fedeli, si rilevato quanto segue:

    Alle ore quattordici e minuti trenta, lamacchia al vertice della S. Spina ha inco-minciato a mostrarsi pi ravvivata, e talecolorazione si perdeva gradatamente versola base.

    Alle ore sedici le piccole macchie sparsesu tutta la superficie della S. Spina si sonomostrate pi appariscenti.

    Alle ore sedici e minuti quindici la mac-chia del vertice della S. Spina si mag-giormente ravvivata, presentandosi di coloresanguigno, e con particolarit di non disper-dersi a becco di flauto, ma di assumere nel-la sua base una linea circolare.

    In seguito a tali cambiamenti verificatisisulla S. Spina, alle ore sedici e minuti ven-ti si proclamato lavvenuto miracolo fralentusiasmo e lesplosione di gioia di tutti.

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    Del che ho formato il presente verbale,che stato scritto da me stesso in sei fac-ciate di tre fogli, oltre parte della presente,che ho detto prima della sottoscrizione, inpresenza dei testimoni, a tutti glintervenu-ti, che da me interpellati lo dichiaranoconforme al vero ed alla loro volont.

    * * *

    Levento prodigioso attir lattenzione ditutta lItalia e non solo di essa, e ispir lin-dizione di un Congresso Eucaristico Diocesa-no per lanno successivo, il 1933.

    Il culto della S. Spina si mantenne vivoper tutto il secolo XX, anche se sub una cer-ta flessione negli anni 70. Fu ripreso neglianni 80 con un pellegrinaggio di tutte le co-munit parrocchiali di Andria in Cattedrale, ilVenerd dopo le Ceneri, per linizio comunita-rio della Quaresima.

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    1. Lanno del Perdono e il 25 marzo

    Lintero Anno del Perdono fu vissuto comeun itinerario di formazione e di preghiera cul-minante nella Settimana Santa.

    Le celebrazioni della Grande Settimanasi aprirono in Cattedrale con la benedizionedelle palme e la Messa del Vescovo, mentrenel pomeriggio dello stesso giorno iniziavanole solenni Quarantore. Il 23 mattina si riuni-va la Commissione Diocesana della S. Spinaper una ulteriore verifica dello stato della Sa-cra Spina. La Messa Crismale fu celebratacome sempre il mercoled santo alle ore18.30. Dal mattino del Gioved santo la Cat-tedrale ebbe la frequenza di un buon nume-ro di pellegrini, mentre nel pomeriggio laMessa nella Cena del Signore celebrata dalVescovo, fu seguita da ore di adorazione del

    25 marzo 2005 - Il Vescovo e i canonici ringraziano il Signore per il prodigio,con il canto del Magnificat

    Il 25 marzo 2005, venerd santo

    Foto: Fotottica Guglielmi

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    SS. Sacramento guidata dai canonici presen-ti. Intanto la sacra Spina era conservata nel-la Cappella della Sacra Spina, non espostaalla venerazione, mentre il SS. Sacramentoera adorato nella Cappella di san Riccardo.

    Il prodigio fu atteso con trepidazione econ latteggiamento di chi non cerca segni,ma vuole leggere tutto nella luce dellunicosegno della salvezza, il segno di Giona,cio il mistero pasquale.

    per questo che la Sacra Spina fu postanella Cappella di San Riccardo, che antica-mente custodiva tutte le reliquie della Catte-drale, solo dopo la mezzanotte del GiovedSanto, quando termina ladorazione in formasolenne della SS. Eucaristia. Alle 7.00 delmattino cominciarono ad alternarsi due os-servatori, un canonico e un medico dellaCommissione Diocesana (i medici sono stati idottori Sabino Figliolia, Antonio Riezzo, Nico-la Rosario Minerva, Filippo Dagostino, Pa-squale Delfino). Durante tutta la mattinata efino alle 17.00, orario della Celebrazione del-la Passione, lassemblea numerosa (si sonoavvicendate in tutta la giornata circa trenta-mila persone) fu guidata nella meditazionedella Passione secondo levangelista Giovannida alcuni canonici, mentre circa cinque con-fessori (diocesani e religiosi), ogni ora furonoa disposizione per amministrare il sacramen-to della Riconciliazione, fino alle 23.30. Haedificato, in quella giornata speciale, latteg-giamento orante dellassemblea, che statacostantemente numerosa, e la preghiera dimolti ammalati che hanno comunicato di es-sere spiritualmente presenti in Cattedrale. LeArciconfraternite del SS.mo Sacramento, del-lAddolorata, la Pia Unione dei Crociferi, lU-NITALSI, dal gioved sera fino alla domenica,

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    si misero a disposizione per il servizio dordi-ne: i fedeli entravano dalla navata laterale si-nistra e uscivano dalla porta in piazza la Cor-te o dalla porta della sagrestia sul presbiterio.Presso i locali della Curia erano presenti al-cuni giornalisti accreditati dalla Diocesi, men-tre una telecamera della ditta Opera di Fog-gia e il fotografo Salvatore Guglielmi, erano adisposizione della Commissione. Nei localidella Curia, a sinistra del portone principale,alcuni addetti delle Poste erano a disposizio-ne per la vendita dei folder con lannullo po-stale di quel giorno memorabile.

    Intanto i medici, con tanta discrezione,annotavano le variazioni di colore che fino al-le 20.00 non furono molto sensibili. Infattialle 18.30, un primo comunicato stampa ri-feriva del non avvenuto miracoli e del prolun-garsi della preghiera. Dalle 20.00 circa ap-parvero le variazioni pi sensibili, che furonocos annotate dai medici: 20.00: sulla pun-ta della Spina un piccolo rigonfiamento dicolore rosso rubino. Ore 20.05 Scomparsadel colore rosso. Ore 20,20: Sulla puntadella Spina comparsa di un piccolo bozzocome gemma di colore rosso. Ore 20.40Sulla punta della Spina il rigonfiamento(bozzo) sempre pi grosso. Colore semprerosso vivo rubino. Alle 21.05: ricompare lagemma e sul corpo della Spina verso la pun-ta presenza di piccole granulazioni bianca-stra- lanuginosa. Per 21.15: persiste la gra-nulazione biancastra lanuginosa e scomparsadella gemma alla punta. Durante questi fe-nomeni il Parroco della Cattedrale don Gian-nicola Agresti guidava la preghiera del Rosa-rio e il Vescovo, con numerosi sacerdoti, era-no in Piazza Vittorio Emanuele per la ViaCrucis, partecipata da una folla numerosissi-

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    ma, che seguiva la preghiera sulle Sette Pa-role di Cristo in Croce preparata dalla Com-missione Liturgica Diocesana. Terminata laVia Crucis alle ore 21.05, il Vescovo mons.Raffaele Calabro e il Vicario generale mons.Antonio Tucci, recatisi nella Cappella di sanRiccardo, insieme alla Commissione verifica-rono lavvenuto prodigio. Alle 21.15 il Vesco-vo diede lannuncio allassemblea che gremi-va non solo la Cattedrale, ma anche piazzaDuomo e piazza Vittorio Emanuele, seguendolavvenimento attraverso schermi giganti. Al-lannuncio segu il canto del Magnificat e labenedizione con la Sacra Spina. Da allora lafolla, incontenibile ma devota, continu apregare e sfilare davanti alla Cappella, finoalle 00.30 del Sabato Santo.

    Preghiera e pellegrinaggio anche nel Sa-bato Santo.

    Alle ore 7.00 del Sabato Santo la Catte-drale fu riaperta per la preghiera comunitaria,che dur fino alle 12.30. Alle 9.00 il Vesco-vo con il Capitolo celebrarono la Liturgia del-le Ore, mentre tre confessori furono a dispo-sizione per i numerosi fedeli. La Commissio-ne, presieduta dal Vescovo, si riun per ver-balizzare le testimonianze del prodigio, alle-gando anche le foto che erano state scattatefra le 20.00 e le 21.00.

    I pellegrinaggi furono continui, le celebra-zioni eucaristiche molto partecipate, le con-fessioni numerosissime. Tra i pellegrini vo-gliamo ricordare anche mons. Riccardo Ruo-tolo, vescovo emerito e nostro condiocesano,che preg davanti alla Sacra Spina nei gior-ni di venerd e sabato santo.

    La Domenica di Pasqua, al termine dellaCelebrazione del Pontificale del Vescovo del-le ore 11.30, il CALCIT don alla Sacra Spi-

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    na una lampada dargento, che arse a segnodella preghiera e della sofferenza di tanti am-malati che si uniscono alla Passione salvificadi Cristo. Nel giorno di Pasqua, dopo la Mes-sa vespertina, partecipatissima, mentre si ri-poneva in sagrestia la Sacra reliquia, sottogli occhi stupiti di mons. Nicola de Ruvo edi don Giannicola Agresti, si verific ancorauna volta il prodigio. Furono subito chiamatiil Vicario generale e il dottor Riezzo, il qualeriprese con la telecamera tutto il prodigio,che si protrasse fino alle 23.45 circa. Anco-ra una volta lo stesso fenomeno: la sacraSpina divenne biancastra, cambiando total-mente daspetto.

    2. La testimonianza del Vescovo

    Ecco le riflessioni del Vescovo, pubblicatesul numero speciale del giornale diocesanoInsieme.

    Il segno della Sacra Spina

    ancora viva lemozione da me provatail Venerd Santo di questanno per esserestato anchio testimone oculare del segnostraordinario della Sacra Spina verificatosinel tardo pomeriggio e notte inoltrata del25 marzo, mentre in Cattedrale si svolgevalazione liturgica del Venerd Santo e, pitardi, in piazza la Via Crucis.

    Uso, a ragion veduta, il termine segnostraordinario attingendolo dal Vangelo diGiovanni, che esprime con maggiore preci-sione degli altri due termini pi in voga:miracolo, prodigio (quasi sinonimi) ilpercorso di fede che sollecita a compiere unfatto o un evento che non trova spiegazionia lume della pura e sola ragione. Prendere

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    nota di un fatto umanamente inspiegabile,sia con losservazione a occhio nudo sia coni mezzi che la scienza e la tecnica pongonoa nostra disposizione oggi, compete sia alcredente sia al non credente.

    Prima decisione da prendere nelleven-tualit che il segno straordinario accadesse stata quella di nominare una commissioneteologica, composta da persone qualificatedel clero andriese, poi allargata ad una se-conda commissione scientifica, composta damedici ed altri professionisti, i cui nomivengono riportati in questo numero straordi-nario del nostro foglio mensile Insieme coni documenti pi rilevanti e, soprattutto, confoto, i cui originali, indubbiamente pi ric-chi, sono custoditi nel nostro archivio dioce-sano. Si pubblicano i verbali prodotti daqueste due commissioni, controfirmati dalsottoscritto a futura memoria.

    Io stesso sono stato testimone ocularedel momento pi sconvolgente, che dura-to pi di tre ore, quello de laccartoccia-mento (per usare un termine popolare) del-la Sacra Spina, quasi fosse non una spinanormale, ma uno stelo vegetale percorso dauna potenza misteriosa, quasi un piccolosisma che ha raggiunto il vertice nelle treore allincirca che vanno dalle ore 20,30 al-le ore 23,00 circa (il verbale comunquepi preciso ed ha cronometrato forme can-gianti registrate in queste ore).

    Fenomeni meno intensi sono stati per-cepiti e registrati da pi persone anche lasera della Domenica di Pasqua, quasiscosse di assestamento, per usare la ter-minologia dei moti sismici, forse pi vario-pinta ma meno acconcia per descrivere ilfenomeno.

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    La seconda fase che riguarda pi pro-priamente i credenti cogliere il senso delsegno, dopo aver visto, come avviene nelVangelo soprattutto di Giovanni, cito il pas-so riguardante i racconti della Risurrezioneper Pietro e Giovanni nella visita al sepolcrovuoto, di Giovanni si dice: vide e credette(Gv 20,8).

    Il mio maestro di esegesi, Mons. France-sco Spadafora, insieme con altri illustriesperti, vi vede la prova fisica della Risur-rezione (v. Dizionario Biblico, ed. Studium,1963, alla voce Risurrezione, p. 522). Tuttii testimoni oculari, compresi spiriti in par-tenza scettici, i numerosissimi fedeli nonhanno avuto esitazione nel compiere lulte-riore salto della fede riconoscendo la gra-tuit del dono loro offerto dal Cristo, divinoPaziente e Risorto.

    mia convinzione che la comunit dio-cesana tutta intera sapr leggere nella giu-sta luce il segno della Sacra Spina, per ri-partire da Lui e con Lui a vivere la pienez-za della fede cristiana e limpegno della te-stimonianza.

    Unultima annotazione concerne il con-fronto con lesperienza del 1932 che hapreceduto e guidato la preparazione delle-vento prodigioso del 2005.

    Questultimo risulta certo pi ricco, va-riegato e di maggior durata. In pi la tecni-ca pi sofisticata in nostro possesso (e del-la quale non si fatto risparmio) ha per-messo di aggiungere ai verbali scritti del1932, la visione di quanto avvenuto.

    Tutti coloro ai quali perverr la nostradocumentazione potranno anchessi vederee non soltanto leggere il resoconto, sia pureaccurato, delle nostre commissioni, per par-

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    tecipare alla nostra fede, alla nostra gioia edalla nostra riconoscenza a Cristo, nostro Ree Signore, e alla Madre sua e nostra, MariaSantissima, che con il suo assenso alla con-cezione verginale del Figlio di Dio, fattosiuomo, ci ha donato e continua a donarci ilSalvatore del mondo.

    3. Il verbale del 2005

    Anche il prodigio del 25 marzo 2005,come quelli precedenti, stato verbalizzato.

    VERBALE DI CONSTATAZIONEDEI MUTAMENTI

    DELLO STATO DELLA SACRA SPINA

    Repubblica Italiana

    Lanno duemilacinque, il giorno ventiseidel mese di marzo alle ore dodici e minutitrenta in Andria nella sede dellArchivio Dio-cesano alla Piazza Vittorio Emanuele 23.

    Ove richiesto, davanti a me Dott. SabinoZinni. Notaio in Andria con studio alla ViaNapoli 90, iscritto al ruolo del Collegio No-tarile di Trani, senza lassistenza dei testi-moni per avervi i comparenti, daccordo traloro e con il mio consenso, rinunziato aven-do i requisiti di legge sono presenti:

    01. S.E. Rev. Mons. Raffaele Calabro, Vesco-vo di Andria, nato a Minervino di Lecceil 10 luglio 1940 e domiciliato ad An-dria per la carica;

    02. Mons. Antonio Tucci, Vicario Generale,nato ad Andria il 18 agosto 1944, ed ividomiciliato, Presidente della Commissio-ne per la Sacra Spina;

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    03. Mons. Michele Lenoci, Sacerdote, nato aCanosa di Puglia il 14 maggio 1940, edivi domiciliato, Membro della Commis-sione;

    04. Don Luigi Renna, Sacerdote, nato a Co-rato il 23 gennaio 1966, e domiciliato aMinervino Murge, Segretario della Com-missione;

    05. Don Savino Lambo, Sacerdote, nato adAndria il 02 novembre 1952, ed ivi do-miciliato, Membro della Commissione;

    06. Don Domenico Francavilla, Sacerdote,nato ad Andria il 15 ottobre 1966, edivi domiciliato, Membro della Commis-sione;

    07. Don Giannicola Agresti, Sacerdote, natoad Andria il 02 gennaio 1962, ed ivi do-miciliato, Membro della Commissione;

    08. Mons. Giuseppe Buonomo, Sacerdote,nato ad Andria il 04 febbraio 1956, edivi domiciliato, Membro della Commis-sione;

    09. Mons. Nicola de Ruvo, Sacerdote, nato aMinervino Murge il 23 aprile 1961, edivi domiciliato, Membro della Commis-sione;

    10. Don Vincenzo Giannelli, Sacerdote, natoad Andria il 02 novembre 1951, ed ividomiciliato, Membro della Commissione;

    11. Mons. Giuseppe Ruotolo, Sacerdote, na-to ad Andria il 29 maggio 1939, ed ividomiciliato, Membro della Commissione;

    12. Don Savino Calabrese, Sacerdote, nato aMinervino Murge il 28 giugno 1960, edivi domiciliato, Membro della Commis-sione;

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    13. Nicola Di Vietro, nato a Minervino Mur-ge, il 12 marzo 1944, geometra, ed ividomiciliato, Membro della Commissione;

    14. Dr. Nicola Agresti, nato ad Andria il 05ottobre 1953, Priore dellArciconfraterni-ta del SS. Corpo di Cristo in Cattedrale,ed ivi domiciliato, Membro della Com-missione;

    15. Padre Angelo Garzia, Sacerdote, nato aBari il 07 gennaio 1951, e domiciliatoad Andria, Membro della Commissione;

    16. Padre Michele Elia Ercolino, Sacerdote,nato a Peschici il 15 febbraio 1954, edomiciliato ad Andria, Membro dellaCommissione;

    17. Padre Vincenzo Pinto, Sacerdote, natoad Andria il 04 febbraio 1941, e domi-ciliato a Napoli, Membro della Commis-sione;

    18. Suor Rita Diana, nata a San CiprianodAversa (CE) il 28 ottobre 1953, e do-miciliata ad Andria, Membro della Com-missione;

    19. Dr. Sabino Figliolia, nato ad Andria il 18febbraio 1935, Cardiologo, ed ivi domi-ciliato, Membro della Commissione;

    20. Dr. Antonio Riezzo, nato a Monteroni diLecce (LE) il 23 giugno 1948, Ematolo-go, e domiciliato ad Andria, Membrodella Commissione;

    21. Dr. Nicola Rosario Minerva, nato a Cano-sa di Puglia il 22 novembre 1956, Ga-stroenterologo, ed ivi domiciliato, Mem-bro della Commissione;

    22. Dr. Filippo Dagostino, nato a Giovinazzoil 21 marzo 1940, Nefrologo, ed ivi do-miciliato, Membro della Commissione;

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    23. Dr. Pasquale Delfino, nato a MinervinoMurge il 19 novembre 1957, Dermatolo-go, ed ivi domiciliato, Membro dellaCommissione;

    24. Prof. Michele Palumbo, nato ad Andrial11 febbraio 1958, Giornalista, ed ividomiciliato, Membro della Commissione.

    Detti comparenti, della cui identit per-sonale Io Notaio sono certo, mi richiedonodi far constare quanto segue:

    Premesso:

    A. che in data 11 gennaio 2005 i medicifacenti parte della commissione diocesa-na per la Sacra Spina, procedevano allaispezione dello stato della Sacra Spinaredigendone, per scrittura privata relativoverbale;

    B. che in data 8 febbraio 2005 linteracommissione diocesana per la Sacra Spi-na, integrata da alcuni canonici e pre-sieduta dal Monsignor Vescovo, procede-va, previa rimozione dei sigilli dalla tecache custodiva la Sacra Spina, alla rico-gnizione dello stato della stessa SacraSpina e ne redigeva, sempre sotto formadi scrittura privata il relativo verbale al-legando allo stesso sotto la lettera A ilpredetto verbale dei medici della com-missione dell11 gennaio 2005;

    C. che nel verbale dell8 febbraio 2005 siconstatava che rispetto al precedenteverbale dei medici della commissionedell11 gennaio 2005, non si rilevava al-cuna differenza nello stato della SacraSpina;

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    D. che in data 23 marzo 2005 linteracommissione diocesana per la Sacra Spi-na, presieduta da Mons. Antonio Tucci inqualit di presidente della stessa, si riunita onde verificare la rispondenzadello stato della stessa a quanto prece-dentemente constatato dalla Commissio-ne in data 08.02.2005 e verbalizzato inpari data;

    E. fatto presente dai Medici della Commis-sione che la precedente osservazione eraavvenuta senza la predetta teca in vetroe che il posizionamento del Reliquiariocon la relativa reliquia evidenziava deiriflessi di luce di cui tener conto, glistessi medici, rispetto al verbaledell08.02.2005, innanzi detto, concor-demente tra loro rilevavano che le sfu-mature di colore che si percepivano nel-le ricognizioni del 11.01.2005 edell08.02.2005, non erano evidenziateed il colore delle macchie che si coglie-va era marrone;

    F. che, anche la predetta seduta del 23marzo 2005 veniva verbalizzata sottoforma di scrittura privata;

    G. che, in data 25 marzo 2005, giorno delVenerd Santo e nel quale, secondo lan-tica tradizione documentata da moltepli-ci atti anche notarili risalenti al 1633, si proceduto a una costante e continuati-va osservazione della Sacra Spina dalleore 8,00 alle ore 23,00 da parte dimembri della commissione e di canonici;

    H. che, tale osservazione proseguita nellamattinata odierna fino alle ore 11,00.

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    Tutto ci premesso e considerato parteintegrante e sostanziale del presente verba-le, i comparenti mi dichiarano che, concor-demente tra loro, sono addivenuti nella de-terminazione di riportarsi in toto alla ver-balizzazione degli eventi della giornata del25 marzo 2005 e del 26 marzo 2005 perle ore sopra citate, redatta dalla commissio-ne medica in data odierna, e che, previalettura da me Notaio datane ai comparentie loro piena ed incondizionata approvazione,si allega al presente atto sotto la lettera Aper farne parte integrante e sostanziale.Detto verbale consta di due pagine scrittecon mezzi elettronici e di tre pagine che ri-producono con tecnica digitale documenta-zione fotografica composta da nove foto, perun totale di cinque facciate tutte debita-mente firmate dai medici della Commissio-ne.

    I presenti delegano concordemente perle sottoscrizioni marginale del presente ver-bale Mons. Raffaele Calabro e Mons. Anto-nio Tucci.

    La Sacra Spina, oggi

    Dopo il prodigio del 2005 la Sacra Spina ancora oggi oggetto di venerazione e di in-teresse: lultimo Venerd di ogni mese essaviene esposta alla venerazione; durante i Ve-nerd di Quaresima mta di pellegrinaggi, eil Venerd dopo le Ceneri, festa liturgica del-la S. Spina, segna linizio interparrocchialedella Quaresima nella Citt di Andria.

    Per raccogliere gli studi storici e gli avve-nimenti del 2005 sono stati pubblicati duelibri (La Sacra Spina di Andria e le Reliquiedella Corona di Spine, Schena, Fasano

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    2006; La Sacra Spina, evento di grazia e disperanza. LAnno del Perdono ad Andria,Grafiche Guglielmi, Andria 2006) ed statorealizzato un dvd con le immagini riprese daldott. Antonio Riezzo.

    La Spina continua anche oggi a parlar-ci della Passione del Signore e del misterodella Redenzione. Confermati nel nostro pel-legrinaggio della fede dal prodigio del Ve-nerd Santo del 2005, vogliamo perci por-tare frutti di carit per la vita del mondo(OT 16).

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    La Sacra Spina nel reliquiario del XX secolo Foto: Fotottica Guglielmi

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    Rapisca, ti prego, Signore,lardente e dolce forza del tuo amorela mente mia da tutte le coseche sono sotto il cielo,perch io muoia per amore dellamor tuo,come tu ti sei degnato di morireper amore dellamor mio.

    FRANCESCO DASSISI

    Absorbeat

    Signore mio Ges,voglio amare tutti coloro che tu ami.Voglio amare con te la volont del Padre.Non voglio che nulla separiil mio cuore dal tuo,che qualcosa sia nel mio cuoree non sia immerso nel tuo.Tutto quel che vuoi io lo voglio.Tutto quel che desideri io lo desidero.Dio mio,ti do il mio cuore,offrilo assieme al tuo a tuo Padre,come qualcosa che tuoe che ti possibile offrire,perch esso ti appartiene.

    CHARLES DE FOUCAULD

    Voglio amare come te

    In preghieradavanti alla S. Spina

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    La Tua corona di spine, Signore, ci ricor-da tangibilmente, nel frammento, la dolorosasequenza dei patimenti e delle umiliazioni,da Te sostenuti con infinito amore verso ilPadre e verso lumanit peccatrice, nella Tuagloriosa Passione.

    Coronato di spine, fosti presentato nelPretorio di Pilato alla folla sobillata ed ostilecon le parole: Ecco luomo (Gv 19,5). Ve-ro Dio e vero Uomo, Ti riconosciamo e Ti ac-clamiamo come garante della nuova umanitda Te redenta con il Tuo preziosissimo San-gue e riconciliata con Dio e con i fratelli pervivere in novit di vita e nella piena libertdei figli di Dio.

    Nostro Re e Signore, ci hai attirato persempre verso Te, trafitto, non con la potenzae la minaccia di castighi, ma con la forza di-sarmata del Tuo amore, perch anche noi ap-prendessimo, sul Tuo esempio, ad essere mi-sericordiosi con i fratelli come misericordio-so il Padre nostro che nei cieli (Lc 6,36).

    La Spina acuminata, custodita come reli-quia preziosa per la venerazione nella teca dicristallo, Spina confitta nella Tua carne enella nostra carne, ogni qualvolta la sofferen-za fisica strappa anche a noi, come a Te,spasimi o silenzi di dolore e di prostrazione,o la prova morale e spirituale ci stritola o cischiaccia fino allavvilimento ed alla stan-chezza.

    Preghiera della Sacra Spina

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    Non abbandonarci, Signore, nellora dellasofferenza facci sentire la Tua forza e conso-lazione, rendici partecipi della Tua oblazionedamore al Padre per il bene e la redenzionedellumanit.

    Tu, uomo dei dolori, che hai imparatolobbedienza dalle cose che hai patito (Eb5,8), donaci un cuore nuovo, sensibile allesofferenze dei tanti crocifissi della vita, gliumiliati, gli oppressi, i carcerati, i torturati edabbandonati, attraverso i quali Tu continui laTua passione fino al termine della storiaumana, attendendo la nostra compassione ela nostra solidariet che aiuta, attenua, eli-mina la sofferenza e la solitudine.

    Tu che sei morto per i peccatori, facciprovare il disgusto e lavversione pi profon-da verso il peccato ed a quanti continuanoad offenderTi ed ad escluderTi dalla loro vi-ta, dona la grazia della conversione, della ri-conciliazione e del perdono.

    Liberaci dal male ed ammettici alla Tuagloria.

    Amen.

    RAFFAELE CALABROVescovo di Andria

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    Come un frutto dato in dono,Tu, Ges-sulla-croce,incoronato di spine,sei la vita donata a tutti!Tu, Ges-sulla-croce,incoronato di spine,sei il perdono senza limite!Tu, Ges-sulla-croce,incoronato di spine,sei la vittoria sulla morte!Tu, Ges-sulla-croce,incoronato di spine,sei lAmore rivelato al mondo!Che posso dirti ora?Lasciami soltanto stareai piedi della Croce,lasciami soltanto ascoltareil tuo silenzio,lasciami soltanto amarela tua Parola,lasciami soltanto contemplarecon gli occhi del cuoreil tuo dolore,lasciami soltanto respirarela tua tenerezza,lasciami soltanto pregareai piedi della Croce.La tua Croce, Signore, stata piantata nel cuore della terracome nuovo segno di speranza!

    (DIOCESI DI PISA)

    Davanti alla S. Spina

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    Il Prodigio alle ore 20,30.

    Il Prodigio alle ore 20,50.

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    Immagini del prodigio del 25 marzo 2005

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    Il Prodigio alle ore 20,00.

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  • Grafiche Guglielmi- ANDRIA 2009 -