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La condizione della donna nell'Islam e nell'Occidente saggio breve di Mehmud Hasnat per domande o chiarimenti: [email protected]

Saggio Sulla Condizione Della Donna nell'Islam e nell'occidente

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islam, Occidente e diritti della donna...

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La condizione della donnanell'Islam

enell'Occidentesaggio breve

diMehmud Hasnat

per domande o chiarimenti: [email protected]

INTRODUZIONEQuesto documento contiene alcuni degli miei articoli sulla condizione della donna nell'Islam e nell'occidente scritti per il giornalino della scuola. Include inoltre alcune delle risposte alle domande che mi erano state fatte dagli studenti e dagli insegnanti. In questi articoli ho cercato di mettere in luce, penso in modo molto oggettivo, la condizione della donna nei due “mondi” più importanti. Con ogni mia opinione ho citato anche la fonte da cui l'ho dedotta. Ho inoltre dato tutti i riferimenti alle citazioni con i titoli ed edizioni dei vari libri. Perché secondo me il modo più “scientifico” per analizzare un problema di qualsiasi genere è necessario leggere e citare fedelmente i documenti che parlano in modo chiaro. Ringrazio tutti i miei insegnati e miei compagni che hanno dato dei consigli molto utili per lo svolgimento di questo lavoro. Secondo me questo modo può avviarci verso un dialogo tra le culture e religioni diverse.

Dalla inferiorità alla “parità”: lunga battaglia della donna in occidente

La donna per quasi tutta la storia dell'umanità, dall'antichità ad oggi, ha vissuto in una condizione di notevole inferiorità in rapporto all'uomo. Lo scopo di questo mio articolo è di fornire una visione “completa” sulla condizione della donna nell'occidente. Magari qualcuno troverà delle “sorprese” nel leggere per la prima volta certe cose. Ho cercato di riportare i testi e le esatte parole degli autori per fare un'analisi quanto possibile oggettiva. L'anno scorso avevo già scritto sui diritti delle donne nell'Islam,che vorrei ripubblicare in questo numero del giornalino per rinfrescare la memoria e in modo da dare una visione globale sul tema in due società dominanti dei nostri tempi: Il mondo islamico e l'occidente.

Partiamo dalla condizione della donna nel mondo greco. Sin dai tempi più antichi il mondo greco ci presenta spesso la donna come un essere malefico e causa di molti mali. Un esempio è il mito di Pandora, raccontato da Esiodo nel suo poema. Secondo gli autori greci la donna non era prevista nel progetto iniziale del mondo. Lo stesso Esiodo sostiene che la donna è entrata a far parte del nostro mondo come castigo per l'uomo ovvero una punizione per le sue cattive opere (versi 62-69,citati in E.DeMarchi, Gli Elleni, II ed. Vallardi, Milano 1924, pag.231).Platone, nei Dialoghi, afferma: “ tutti quelli che nati uomini, sono stati codardi e sono vissuti nell'ingiustizia,[...] si mutarono in donne nella seconda generazione”. (Dialoghi, VI Laterza, Bari 1918, pag.81) Secondo Aristotele la donna è un maschio “mancato”. La donna è inferiore all'uomo anche nella funzione che generalmente le viene riconosciuta come propria: la maternità. Ipse dixit: “ Nel processo generativo la donna non concorre allo stesso modo dell'uomo: questo reca il principio del movimento, quella la materia”. (La generazione degli animali, ed. Belles Lattres, Parigi1961). A Roma la donna godeva di una posizione superiore a quella che occupava in Grecia pur rimanendo, comunque, profondamente sottomessa all'uomo. Il Pater familias aveva il potere di decidere sulla vita e la morte della donna. La prostituzione era una usanza comune presso i romani. La povera figlia d'Eva veniva usata come un “giocattolo” per i soldati stanchi che dopo aver combattuto una guerra volevano divertirsi.

Adesso passiamo allo stato della donna nel mondo ebraico-biblico. Stando a Qoèleth 7:26-29 pare che se ne debba dire molto male. S'afferma infatti: “trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma il peccatore ne è preso [...]”. Infatti la donna ebraica è molto inferiore all'uomo; “non bisogna parlare alle donne sulla piazza” recita il Talmud. La donna non eredita dal proprio marito

né normalmente dal padre. Non può testimoniare nei tribunali. (Dizionario enciclopedico della Bibbia e del mondo biblico, Massimo, Milano 1986, pag.239). È da tener presente anche la formulazione dell'ultimo precetto del decalogo in Esiodo 20:17, e Deuteronomio 5:12: la donna è posta insieme alle cose che non si possono desiderare lecitamente.

Passando al “cristianesimo” possiamo notare una notevole differenza tra gli insegnamenti del profeta Gesù Cristo (pace di Dio su lui) e quelli di Paolo di Tarso. Quest'ultimo cambiò per non dire ribaltò notevolmente quanto espresso dallo stesso Gesù (pace su di Dio su lui) . Per quanto riguarda il Figlio di Maria (pace di Dio su loro due) ha sempre rispettato la donna nel suo comportamento come tra l'altro l'hanno fatto tutti i profeti, da Adamo (pace su di Dio su lui) a Muhammad (pace e benedizione di Dio su lui). Ma se esaminiamo le parole, più o meno affidabili, che egli ha pronunciato, non ne troviamo nulla di preciso sulla posizione della donna.

Adesso passiamo considerazione della donna in Paolo di Tarso (fondatore del paulismo o del “cristianesimo” attuale ). Paolo ha scritto vari libri contenuti nella Bibbia che abbiamo oggi e le sue parole sono considerate un fondamento teologico nel cristianesimo, spesso anche più di quelle di Gesù (pace di Dio su lui). Per capire la posizione che lui concede alla donna cito vari passi delle sue lettere;

“Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”(Gal 3:28). “Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna;”(1Cor,11:3-11)“Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.”(1Cor,14:34-35)“La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia”.(1Tm2:11-15)A parte il primo passo nella maggior parte dei suoi discorsi Paolo sostiene l'inferiorità della donna. I motivi di questa disuguaglianza sono i seguenti:

• la donna è stata creata dopo l'uomo;• la donna è stata creata per l'uomo;• la donna ha peccato prima dell'uomo e ha trascinato nella disobbedienza lo stesso uomo.Quindi alla luce di quanto ha detto Schusserl Fiorenza, una delle maggiori femministe e docente di ”Nuovo testamento e teologia”, nel suo saggio “In memoria di lei” basta dire che nella Bibbia e specialmente nelle lettere di Paolo la donna occupa un posto inferiore all'uomo.( S.Fiorenza, In memoria di lei, Claudiana, Torino 1990). Più o meno lo stesso atteggiamento si nota negli scritti di altri grandi autori cristiani. Ad esempio nel De Cultu foeminarum (I 1 ML1,130) , Tertulliano accusa la donna di essere la causa della caduta

del genere umano e della morte di Gesù (pace su di Dio su lui) . Giovanni Crisostomo sostiene: “bisogna far ricadere la colpa di Eva su tutte le donne in quanto tutte sono deboli e leggere.”(MG 54,554s). Tra gli autori cristiani citiamo uno di particolare prestigio: Tommaso d'Aquino:

• commentando le parole di 1Cor11:3 fa suo il giudizio di Aristotele e afferma che la donna è “un maschio mancato”;

• nella Somma teologica (I,q.92,art.1) egli si chiede “se nella prima costituzione del mondo c'era bisogno di produrre la donna”. No, afferma,“la femmina è un maschio mancato e nella prima costituzione del mondo non doveva esserci nulla di mancato e di difettoso e perciò allora la donna non doveva essere creata”. Continua dicendo: “rispetto alla natura particolare la donna è un essere difettoso e manchevole”. Ancora nella Somma teologica (in II-II,q.165, art.2) sostiene: “ la donna era debole e quindi poteva più facilmente sedotta, sia perché, data la sua intimità con l'uomo, la donna costituiva per il demonio il mezzo più efficace per sedurlo”.

Questa posizione è talmente “pacifica” e condivisa che si trova persino fuori dell'area cattolico-paulista, in personaggi di opposta tendenza, ad esempio in Machiavelli, Molière e in Rousseau. Fermiamoci brevemente su quest'ultimo, nei libri quarto e quinto dell'Emilio troviamo seguenti affermazioni:

• “la donna è fatta per piacere dell'uomo”;• “l'uomo e la donna non devono avere la stessa educazione”;• “la donna è fatta per ubbidire ad un essere così imperfetto come l'uomo […], essa deve imparare di buon'ora a soffrire anche l'ingiustizia e a sopportare i torti senza lamentarsi: i torti del marito”;• “la donna deve avere la religione del suo marito”. (l'Emilio, ed. Garnier, pag. 431-457) Questa condizione continuò fino a un secolo prima, quando le donne hanno ottenuto il diritto di possedere proprietà e il diritto di voto, in alcuni Paesi “libero-democratici” addirittura nel 1945 e 1974 (giusto per un confronto, le “povere” donne islamiche possedevano questi due diritti già dal 600 d. C).

Oggi, le coraggiose donne occidentali, dopo una dura lotta contro la società ,hanno “ottenuto” i diritti che per secoli erano stati negati loro,al contrario delle donne musulmane,però, sono diventate un oggetto di pubblicità e di sfruttamento nelle mani della società capitalista. I maschi le hanno ingannate in un modo talmente intelligente che non si sono rese conto dei privilegi che hanno perso. Oggi la donna deve lavorare fuori casa per colmare i bisogni economici della famiglia in quanto i maschi si sono “liberati” di questa responsabilità ma allo stesso tempo deve curare la casa, la famiglia e allevare i bambini. Le donne,quindi, devono svolgere una doppia funzione, in quanto l'uomo non può condividere certi compiti che naturalmente sono femminili. Capita allora che la donna non riesca a tenere un equilibrio tra le sue responsabilità di lavoro e di casa, stanca e stressata, trascura l'educazione e la trasmissione di valori ai propri figli . La mancanza di questi valori è l'inizio della rovina di una società in quanto la famiglia è il nucleo fondante di una società, che “ammalandosi” porta la società stessa al declino. A questo punto diventa positiva la divisione dei compiti all'interno della famiglia. Secondo me il fatto che la donna debba curare la famiglia e la casa senza preoccuparsi di bisogni economici, e l'uomo debba fare i lavori “pesanti” fuori casa non non implica una condizione di inferiorità per la donna. In quanto sia la donna che l'uomo operano in due sfere diverse ma di uguale importanza. Ad essere sinceri, il lavoro della donna è più importante in quanto prepara la futura generazione di una società giocando così un ruolo importante nel fissare gli obiettivi e le tendenze di una società. Per concludere possiamo affermare che il compito dell'uomo è di salvaguardare il presente di una società e quello della donna è di dare un futuro migliore alla società stessa.

I diritti delle donne nell'IslamPrima della venuta dell'Islam in molte parti del mondo la donna era vista come una creatura divina di secondo grado e non aveva nessun diritto. In una situazione di questo genere la prima religione nella storia umana a riconoscere tutti i suoi diritti è stato l'Islam. Questi diritti sono stati riconosciuti senza nessuna sua richiesta o movimento femminista. Mentre nei Paesi “liberi”, “democratici” e “moderni” che “rispettano” tutti, le donne hanno dovuto lottare per più di cent'anni (per questo deve deve essere dato massimo credito al loro coraggio) e per ottenere i suoi diritti ha perso molti privilegi (anche se in queste società privilegi non aveva). Adesso vediamo quali diritti ha la donna nell'Islam a partire della sua nascita fino alla morte, poi nella vita nell'aldilà.

Diritto di nascita:Il Corano dice apertamente che ogni essere umano, donna o uomo, che è stato concepito nel

ventre materno ha diritto alla nascita. Non sì può fare l'aborto se non in due casi estremi. Uno quando la mamma rischia la vita e il secondo quando la gravidanza ha avuto luogo a causa di una violenza sessuale sulla donna. Il Corano dice:

Non uccidete i vostri figli per timore della miseria: siamo Noi a provvederli di cibo, come [provvediamo] a voi stessi. Ucciderli è veramente un peccato gravissimo. (17:31)Vengono condannati coloro che si addolorano quando nasce una femmina, il Corano dice:

Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si adombra e soffoca [in sé la sua ira,Gli arabi dell'epoca preislamica consideravano una vera disgrazia la nascita di una femmina e arrivavano fino a seppellirla viva per liberarsene. ndr .] Sfugge alla gente, per via della disgrazia che gli è stata annunciata: deve tenerla nonostante la vergogna o seppellirla nella polvere? Quant'è orribile il loro modo di giudicare.(6:58-59)Secondo l'Islam la donna e l'uomo sono uguali per nascita; il Corano dice:

Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l'un l'altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi. (4:1)In questo verso il genere umano in quanto creato tutto da un solo essere il rapporto tra l'uomo e la donna è considerato come un legame di sangue. E nel legame di sangue nessuno è migliore dell'altro.

Nell'Islam la colpa dello sbaglio commesso dal profeta Adamo e la sua moglie Eva(pace su di loro)

viene attribuita a tutti e due (peccato che poi è stato perdonato da Dio cosicché nessuno nasce caricato di un peccato che non ha mai commesso ). il Nobile Corano dice:

E dicemmo:"O Adamo, abita il Paradiso, tu e la tua sposa. Saziatevene ovunque a vostro piacere, ma non avvicinatevi a quest'albero che in tal caso sareste tra gli empi". Poi Iblîs (Satana) li fece inciampare e scacciare dal luogo in cui si trovavano. E Noi dicemmo:"Andatevene via, nemici gli uni degli altri . Avrete una dimora sulla terra e ne godrete per un tempo stabilito ". Adamo ricevette parole (per chiedere perdono) dal suo Signore e Allah accolse il suo pentimento. In verità Egli è Colui che accetta il pentimento, il Misericordioso.(2:35-37)

Diritti di una figlia:

Prima dell'Islam le femmine erano considerate un peso e una vergogna . Con la venuta dell'islam le femmine hanno ottenute l'onore ch'è loro. Un detto del Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) dice:

“Chi ha allevato una figlia nel modo giusto, nel Paradiso sarà vicino a me come un'unghia è vicina all'altra”Alle figlie viene dato il diritto d'eredità sia nella proprietà del padre che della madre. Il padre è responsabile di tutti i suoi bisogni fino al matrimonio.

Diritti di una moglie:Nell'Islam il matrimonio viene considerato come un dono di Dio. Il Corano dice:

Allah vi ha dato spose (mariti alle donne) della vostra specie, e da loro vi ha dato figli e nipoti e vi ha concesso le cose migliori. Crederanno al falso e disconosceranno la benevolenza di Allah? (16:72)Al momento del matrimonio il marito deve dare la dote alla moglie ( la donna può chiedere qualsiasi cosa a parte quelle vietate dalla religione). Inoltre l'uomo deve sostenere tutte le spese del matrimonio. Nel matrimonio ci deve essere il permesso sia dell'uomo che della donna.

La responsabilità di colmare tutti i bisogni della famiglia è del marito mentre la moglie non ha nessun obbligo economico. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:

“L'uomo è responsabile e guardiano della famiglia. E per ciò deve rispondere a Dio”.Il marito e la moglie devono aiutare ciascuno rimanendo nelle proprie sfere. Devono agire in modo tale che i figli possano avere la madre,in quanto non ha obblighi economici e quindi è a casa per maggior parte del tempo, come una figure di riferimento costante. Ma se il marito non riesce e a provvedere a tutto, volendo la donna può lavorare per aiutare il marito. Ma anche in questo non può essere obbligata dal marito in quanto non è la responsabilità della moglie provvedere economicamente alla famiglia .

Nessuno uomo sposato può stare lontano dalla sua casa per più di quattro mesi senza il permesso della moglie.

E alla fine se la donna sente che il marito non agisce in modo giusto e non le dà tutti i suoi diritti e i due non sono fatti l'uno per l'altro può chiedere il divorzio. Nell'Islam il rapporto matrimoniale non è una imposizione eterna che, qualsiasi cosa accada, non può terminare.

Diritti di una madre:Nella giurisprudenza islamica dopo Dio e il suo Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) i diritti più importanti sono quelli dei genitori. Il Corano ripete continuamente queste parole:

Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: “Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me. (31:14)[...]siate buoni con i genitori [...](6:151) Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro “uff!” e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': “O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo”*. (17:23-24)*[Questo è il fondamento teologico, testuale, dell'importanza che l'Islam attribuisce al rispetto nei confronti dei genitori. Il Sublime Corano arriva fino a prescrivere il massimo rispetto anche in caso di avanzato stato di senilità, e anche quando i genitori stessi siano miscredenti. Allah (gloria a Lui l'Altissimo) pone questo rispetto immediatamente dopo quello che si deve a Lui, riconoscendoGli

l'Unicità assoluta]

Tra i due genitori la madre ha più diritti. Islam ha dato un posto alle madri che nessun altra società o religione ha riconosciuto. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:

“Il Paradiso è sotto i piedi della madre”“Dio ha vietato per voi disobbedire e trattare male la vostra madre”

“I diritti della madre sono tre volte più del padre”(questa è la sintesi di un detto di cui il testo è molto lungo) Diritti come sorella: Dopo il padre i fratelli sono responsabile di prendere cura delle proprie sorelle fino al loro matrimonio.

I diritti generali:Diritto all'educazione:Secondo l'Islam l'istruzione o meglio l'educazione è un obbligo per tutti i credenti. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:

“l'educazione è un obbligo per tutti i credenti (sia donne che uomini)”(Al-Bukhari, Al-Muslim)In una società islamica sia maschio che femmina, povero o ricco devono avere le stesse possibilità dell'istruzione. Lo stato islamico è responsabile di fornire un educazione giusta a tutti i suoi cittadini, sia musulmani che non musulmani.

Diritto di possedere proprietà, commercio e eredità:La donna ha il diritto di possedere proprietà, di commercio e di tenere tutti i guadagni per sé senza dare un centesimo in casa. La donna può anche lavorare rispettando le regole del velo. E non assolutamente vero che l'Islam vuole chiudere la donna dentro la casa. Il Corano dice:

Agli uomini spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti; anche alle donne spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti: piccola o grande che sia, una parte determinata .(4:7)Teniamo presente che i Paesi “liberi” e “moderni” hanno dato questo diritto alle donne nel 1870 con

“The Married Women's Property Act 1870” .Diritto di voto e libera scelta:L'Islam ha dato alle donne il diritto di voto e di partecipare nella vita politica della comunità.

Un esempio di questo è Aeysha (Dio sia contento da lei) la moglie del Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) che aveva fatto una guerra guidando personalmente l'esercito contro il quarto califfo (Dio sia contento da lui) in quanto non era d'accordo con una sua decisione politica.

Anche i cosiddetti Paesi “democratici” hanno questo diritto riconosciuto solo 100 anni fa.

Diritto alla “privacy”:Secondo l'Islam sia uomini che donne hanno diritto alla privacy. È vietato entrare nella casa o camera altrui senza chiedere il permesso. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:

“Prima d'entrare nella casa degli altri chiedete tre volte il permesso, se no ritornate”“non andate a raccontare in giro quello che avete sentito su altri”un verso del Corano dice che parlare male di una persona è come mangiare la carne del proprio

fratello.

Diritto all'onore e alla sua difesa: Per rispettare la donna e darle la giusta posizione che Dio le ha riconosciuto è necessario salvaguardare l'onore della donna, sia attraverso l'insegnamento morale che attraverso leggi severe per garantire il massimo rispetto per l'onore femminile. Solo per questo motivo sono state date le regole riguardo al velo (un modo di autodifesa). Salvaguardare i diritti delle donne è responsabilità dei governi islamici, tribunali e della società. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto: “chi crede in Allah e nel giorno del giudizio non deve tormentare il vicino di casa e deve rispettare le donne […]” (Al-Bukhari e Al-Muslim).Uguaglianza davanti a Dio: Secondo l'Islam la donna e l'uomo sono uguali negli occhi di Dio. E avranno lo stesso premio se fanno azione giuste e lo stesso castigo se sono deviati dalla retta via. Il Corano dice:

Il loro Signore risponde all'invocazione: "In verità non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate, in quanto gli uni vengono dagli altri. A coloro che sono emigrati, che sono stati scacciati dalle loro case, che sono stati perseguitati per la Mia causa, che hanno combattuto, che sono stati uccisi, perdonerò le loro colpe e li farò entrare nei Giardini dove scorrono i ruscelli, ricompensa questa da parte di Allah. Presso Allah c'è la migliore delle ricompense (3:195)Non invidiate l'eccellenza che Allah ha dato a qualcuno di voi: gli uomini avranno ciò che si saranno meritati e le donne avranno ciò che si saranno meritate . Chiedete ad Allah, alla grazia Sua. Allah in verità conosce ogni cosa. (4:32) In questo mio articolo ho cercato di mettere in luce solo alcuni dei diritti che l'Islam per la prima volta nella storia umana ha dato alle donne. Ho cercato di chiarire alcuni dei pregiudizi che ha la maggior parte della gente che non conosce quello che veramente la nostra religione ha detto. Perché siamo “invasi” dalle menzogne che ci vengono raccontate attraverso i mass-media per giustificare l'atteggiamento di certi stati che vogliono “liberare” tutto il mondo. Peccato che prima di fare ciò dimenticano il proprio passato e presente. Leggendo questo articolo non bisogna dimenticare che questi diritti non sono frutto di un movimento femminista . Questi diritti sono stati dati millequattro cento anni fa. Quando le società che si vantano di essere “civili” “moderne ed aperte”, “libere”e “democratiche” bruciavano vive le donne accusandole d'essere streghe.

Perché il velo?Perché l'Islam degrada la donna tenendola dietro il velo? Questa è una delle domande più frequenti che vengono fatte a noi musulmani. In questo mio articolo cercherò di chiarire alcuni dubbi che molte persone hanno riguardo al nostro Deen (Islam non solo una religione ma un intero sistema di vita cioè Deen che fornisce le indicazioni per ogni aspetto della vita umana).

Prima di vedere la posizione dell'Islam vediamo quale posizione occupava la donna in tante altre grandi religioni e civiltà del mondo prima dell'Islam. In alcune parti del mondo veniva bruciata quando le moriva il marito mentre in altre non poteva neanche parlare nella chiesa. Molte civiltà l'usavano come prostituta mentre in altre veniva uccisa quando apriva gli occhi. In tante società erano augurati solo i figli maschi mentre in altre se veniva violentava non aveva nessuna importanza e ancora ai nostri giorni il criminale subisce una penalità molto superficiale. Adesso vediamo la questione del velo nell'Islam. Islam ha decisamente migliorato la condizione della donna dandole molti diritti che prima non aveva. Tante persone discutono solo il velo per la donna. Mentre nel Sublime Corano, Allah ha detto: (O Profeta) Di' ai credenti di abbassare il loro sguardo e di salvaguardare le loro parti private. Ciò è più puro per loro. Allah ben conosce quello che fanno. (Sublime Corano 24:30) Quindi anche gli uomini devono coprire il loro corpo e se guardando una donna li vengono in mente “ starne cose” devono abbassare il loro sguardo. Poi il verso successivo dà le indicazione alle donne: E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti […..] (Sublime Corano 24:31)

Nel corano e nella tradizione del Profeta (Pace su di lui) ci sono sei criteri per i vestiti che le donne

e gli uomini devono rispettare. A parte il primo criterio che è diverso per gli uomini e le donne gli altri cinque sono uguali per entrambi:

1) Il primo riguarda la parte del corpo che deve essere coperta. Gli uomini devono coprire obbligatoriamente il loro corpo a partire dalla pancia fino alle ginocchia però è meglio coprire tutto il corpo. Mentre le donne devono coprire tutto il corpo a parte la faccia, le mani e i piedi.

2) I vestiti devono essere abbastanza larghi da non rivelare la figura;

3) I vestiti non devono essere trasferenti che si possa vedere il corpo.

4) Non devono essere attraenti per il sesso opposto.

5) Non devono essere quelli dell'altro sesso.

6) Non devono essere simbolici di qualche altra religione.

A parte questi criteri il velo (sia per maschi che per le femmine) riguarda anche il modo di pensare, di parlare, di comportarsi ecc.

In un altro posto il Sublime Corano dice:

E quelli che ingiustamente offendono i credenti e le credenti si fanno carico di calunnia e di evidente peccato. O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è Perdonatone, Misericordioso. (Nobile Corano, 33:58-59)

Il Corano, quindi, dice che l'obbiettivo principale del velo è che le donne musulmane vengono riconosciute come donne modeste e serve per proteggerle d'essere molestate.

Per esempio supponiamo che due sorelle gemelle, ugualmente belle stanno camminando sulla strada. Una di loro porta il velo mentre l'altra ha indossato una mini gonna. Sulla strada c'è un “uomo” ch'è lì per tormentare le donne. Chi delle due sorelle molesterà? Quella con il corpo coperto o quella mezza nuda? Naturalmente quella con la mini gonna perché attira l'attenzione degli altri. Nell'Islam il motivo di portare il velo è solo per proteggersi e non per sottomettere e sopprimere la donna.

Poi dopo questa prevenzione se qualcuno oserà ancora di toccarla non andrà in prigione per

soli quattro o sei anni ma andrà incontro una penalità che merita veramente dopo aver commesso un reato così grave e disumano.

Secondo un recente ricerca del FBI negli Stati Uniti la percentuale della violenza sessuale è in continuo aumento. Ogni giorno cerca 1000 casi vengono registrarti. E la stessa cosa per tanti altri Paesi “liberi”.

Per finire vorrei farvi un'ultima domanda: immaginiamo che in un Paese sia l'uomo che la donna rispettano i criteri del velo. Poi se qualcuno commette un reato di molestia sessuale viene punito con la pena di morte. Allora in una situazione del genere il numero dei reati di molestia aumenterà? Rimarrà uguale o diminuirà?

Il velo e Islam: un’occasione di dialogo

Nel numero di Febbraio è stato pubblicato un articolo interessante dal titolo “Perché il velo?”, il cui autore, Mehmud Hasnat, ha due meriti. Il primo sta nel volere iniziare un dialogo tra culture diverse a scuola, il secondo quello di essersi servito di uno strumento come il giornalino scolastico.Numerose sono state le reazioni e le discussioni, al punto che in alcune classi si è deciso di rispondere all’articolo. Una risposta che non vuole né essere polemica né portatrice di pregiudizi. Analizzando la situazione è bene ricordare che nelle primitive comunità islamiche pare che il velo non fosse utilizzato. Fu usato in seguito come segno di distinzione sociale. Le prime a indossarlo furono proprio le mogli di Maometto, presto imitate dalle altre donne. Fu poi l’interpretazione del giurista Ibn Taymiyya nel XIV secolo a trasformarlo in un obbligo.Forse non tutti sanno che anche nella tradizione religiosa cristiana il velo è una presenza indiscutibile. In passato le donne cristiane lo usavano per coprirsi i capelli sia negli spazi aperti sia nei luoghi di culto, per sottolineare la sottomissione della donna a Dio e agli uomini. In seguito la donna si è emancipata da questa condizione di dipendenza materiale e psicologica, assumendo un ruolo sempre più centrale nella società. Nonostante il velo sia quindi una presenza concreta in entrambe le culture, oggi più che maiè diventato la pietra dello scandalo, un simbolo che viene difeso o attaccato sia nel mondo islamico sia nel mondo occidentale. Tutto nasce quando si dà un’interpretazione severa dei seguenti versetti... Dì alle credenti di abbassare i loro sguardi e di essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciare scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli...." (Corano 24,30-31)Da qui la scelta della donna di indossare il velo. Probabilmente la questione del velo non susciterebbe alcuna reazione se tutti avessero la certezza che si tratta di una libera scelta. Se, come sostiene Hasnat: “…l’Islam non è solo una religione ma un intero sistema di vita cioè Deen che fornisce le indicazioni per ogni aspetto della vita quotidiana”, le indicazioni devono restare tali, e non trasformarsi in imposizioni o in norme di valore giuridico. Al di là del velo, qualsiasi imposizione o regola che stabilisca una rigida divisione tra i sessi è ormai condannata da più parti. L’errore sta nel voler trarre un valore normativo dal Corano. Così la differenza tra religione e legge viene a mancare: viene a essere violato lo spirito laico che dovrebbe ispirare la legge. Infatti l’unica arma contro le pretese di qualsiasi religione di sostituirsi al Legislatore è il mantenersi all’interno di una posizione laica. L’esempio di alcuni Paesi islamici che hanno fatto della Sharia (legge coranica) la legge dello stato, non è molto incoraggiante. In questi Paesi la condizione della donna è spesso soggetta a costrizioni di tipo normativo che ne limitano la libertà. Tale atteggiamento spaventa molti occidentali, ormai abituati a concepire Stato e Chiesa su due piani differenti. Infine, piuttosto debole e pericolosa è l’affermazione che il velo serva per proteggere le donne islamiche dalle molestie da parte degli uomini, secondo le parole del Corano: "... Oh Profeta, dì alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate..." (33,24). Il ragionamento risulta debole perché riduce l’uomo a una massa ormonale, pericoloso in quanto lo priva della libera scelta. Inoltre non si capisce come mai da un impulso incontrollato dell’uomo debba derivare un limite

imposto alla donna e non il contrario.Questo articolo ha il principale obiettivo di dialogare su modi diversi di pensare. Il velo non è che un modo per cominciare a parlare. Ora il compito comune è quello di continuare a parlarci, anche in modo schietto, ma sempre sincero.

IV ASAlessandro LombardiGiorgia StriattoAndrea Dubini

IV BSFrancesca ChiarellaPaola MagnoRossana TosiLaura Vergani

Perché solo il vostro sistema politico è quello giusto?Alcuni gironi fa ho ricevuto una risposta al mio articolo pubblicato nel numero di febbraio. Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno letto e cercato di analizzare il “problema” e di rispondere al mio articolo, dandomi una ulteriore possibilità di parlarvi dell'Islam. I miei compagni che hanno scritto questa risposta sostanzialmente hanno criticato su seguenti concetti: • il velo non era un obbligo prima del XIV secolo e fu Imam Ibn-e-Taymiyya a considerarlo

come tale;• la religione e lo stato devono essere separati;• la donna deve essere libera di scegliere se portare o non portare il velo;• l'esempio dei Paesi musulmani che hanno fatto della Sharia la legge dello stato non è molto

incoraggiante;• il velo non serve per proteggersi;• perché debba derivare un limite alla donna in seguito al comportamento dell'uomo;

Cercherò di rispondere in un modo molto breve a questi punti. Cominciamo dal primo: Dire che fu poi l’interpretazione del giurista Ibn Taymiyya nel XIV secolo a trasformarlo in un obbligo è assolutamente sbagliato. Per quanto riguarda che un Imam possa dichiarare una cosa come un obbligo o come permesso , non è ammesso all'interno della teologia islamica. Nell'Islam ci sono principalmente seguenti tipi di norme: 1) Fard : obbligatorio, se non viene rispettato è peccato;

2)Mustahib: consigliato, è meglio se lo fai va bene, se no non è un peccato

3)Mubah: né vietato né obbligatorio, uno può scegliere di farlo o non;

4)Makruh: è bene non farlo;

5)Haram: vietato, se lo fai è un peccato;

Le due fonti di queste norme sono il Corano e il Sunnah (la tradizione del Profeta,Pace e Benedizioni di Dio su di lui). Queste norme sono state già definite nella vita del Profeta (Pace e Benedizioni di Dio su di lui) e nessuno può aggiungere o togliere a queste. Il Corano e il Sunnah sono unici testi religiosi al mondo che si trovano nella lingua originale e che non sono stati cambiati. Mentre nessuna altra religione al mondo può affermare che i suoi testi sacri sono nella lingua originale o non sono stati cambiati (anche la Bibbia, ma questo è un altro problema che non ci interessa adesso). È anche storicamente dimostrabile che il velo è presente nella società musulmana come un obbligo da l'ultimo decennio della vita del Profeta (Pace e Benedizioni di Dio su di lui). Ma è anche vero che non era presente nei primi anni della sua predicazione.

Vediamo adesso il problema della divisione tra la religione e lo stato. Come tutti sappiamo che nel mondo esistono tanti sistemi politico-sociali allo stesso tempo. Per esempio la democrazia, la monarchia, la monarchia costituzionale, la teocrazia ecc. Ogni Paese sceglie il sistema che gli piace.

L'Islam la prima cosa che bisogna dire che esso non è solo una religione ma un sistema di vita che dà tutte le indicazioni necessarie ai suoi credenti per agire come Dio vuole sia al livello individuale sia al livello collettivo. Il suo sistema politico-sociale non rientra tra quelli che ho nominato prima.

Vediamo che cos'è L'Islam. Islam è formato da seguenti “livelli”:

• livello individuale: comprende i dogmi della fede, la preghiera e i riti;

• livello collettivo: sistema economico (che non è né capitalismo né comunismo), sistema sociale e il sistema politico.

Vediamo solo il sistema politico. Questo sistema si basa su seguenti principi:

• la Sovranità appartiene solo ed esclusivamente a Dio,

• l'uomo è rappresentate e vicario di Dio sulla terra;

Il potere legislativo è formato da tre componenti:

• IL Corano: legislatore di primo grado;

• la Sunnah : legislatore di secondo grado che spiega il Corano nel modo chiaro;

• una istituzione politica che rappresenti il popolo (come il Parlamento del sistema democratico): legislatore di terzo grado formato dai rappresentanti del popolo, che deve interpretare direttamente le prime due fonti e fare le leggi stando dentro i limiti posti da essi e deve fare le leggi che non si trovano nelle prime due.

Questo è in sintesi il sistema politico che L'Islam dà suoi credenti che può essere definito

Teo-democratico. Per quanto riguarda la concezione politica dell'occidente noi riteniamo ch'è più giusto agire come vuole Dio che come vuole l'occidente. Se noi vogliamo trascorre la nostra vita come ci chiede la nostra religione siamo liberi di farlo e nessuno ci può obbligare a fare diversamente. Secondo noi non si può rivolgere a Dio, come tanti sistemi politici hanno fatto, in questo modo :

“Caro Signor Dio , Lei non deve entrare né nel nostro Parlamento, né nel nostro tribunale, né nella nostra casa, né nelle nostre banche e mercati ma deve stare tranquillo nella chiesa e noi verremo ogni domenica per dieci minuti, in quanto noi sappiamo più di Lei cosa è giusto e cosa è sbagliato, Lei non è sovrano ma la sovranità appartiene a noi”

Passiamo al punto successivo, la libera scelta di portare il velo. È sicuramente una scelta libera e nessuno può obbligare la donna a portare il velo. Nel diritto penale islamico non è prevista nessuna penalità per una donna che non porta il velo. Adesso vi sarete chiesti che se le donne non sono obbligate allora perché maggior parte d'esse porta il velo? La risposta a questa domanda è molto semplice , l'Islam educa i suoi credenti in modo tale che possano capire cosa è richiesto da Dio e sopratutto perché è richiesto. Una volta capito questo nessuna cosa è un “peso” ma un opportunità per essere vicini al Creatore. Se qualcuno obbliga la donna a portare il velo sbaglia ed non può essere considerato un buon musulmano. Perché nessuna tra le scuole di pensiero islamico sostiene questo. E se qualcun agisce in questo modo la responsabilità è sua e non dell'Islam.

Analizzando i dati mondiali sui casi di stupro e violenza sulle donne possiamo vedere che il tasso è più alto nei Paesi in cui le donna non portano il velo rispetto a invece in cui portano il velo.(mi riferisco ai dati forniti da UNO, The Eighth United Nations Survey on Crime Trends and the Operations of Criminal Justice Systems (2002) (United Nations Office on Drugs and Crime, Centre for International Crime Prevention). Possiamo veder che i primi 55, fatta l'eccezione alla Turchia, sono i Paesi in cui le donne non portano il velo o portano solo in piccola percentuale. Il primo è il Paese più “libero” del mondo: Stati Uniti. Quindi dire che non serve per proteggersi è sbagliato.

Alla fine per quanto riguarda il limite posto sulla donna al posto dell'uomo. È così perché il velo come ho già detto una forma di autodifesa. E come sappiamo tutti che qualsiasi forma di autodifesa

prende in considerazione chi è vuole difendersi. Per esempio se io uscendo da casa ho rischio di fare l'incidente con una macchina non posso fermare tutte le macchine della città ma devo stare attento a non andare troppo veloce. Poi se qualcuno mi danneggerà sta alla legge di pensare a lui. Quindi la donna deve, sempre se vuole, proteggersi poi se qualcuno oserà a toccarla ci penserà la legge.( Nel codice penale islamico la penalità per chi violenta una donna è la pena di morte e non carcere per qualche anno come nei Paesi che onorano la donna, in questi Paesi se una persona vede che una donna viene violentata non fa niente e prende la sua via dicendo “tanto non sono fatti miei, e poi siamo tutti liberi” ).

Alla fine chiedo scusa per gli eventuali errori di grammatica e ringrazio tutti coloro che hanno letto e prestato attenzione al mio articolo e spero di aver chiarito ulteriormente le cose. Sono sempre a vostra disposizione per qualsiasi domanda sull'Islam su [email protected]