Sardi, Alessandro in “Enciclopedia Dantesca” – Treccani

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Biografía de Alessandro Sardi

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  • 8/4/2015 Sardi,AlessandroinEnciclopediaDantescaTreccani

    http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandrosardi_(EnciclopediaDantesca)/ 1/2

    Sardi, Alessandro1970

    di Mario Saccenti

    Sardi, Alessandro. - Poligrafo (Ferrara 1520 c. - ivi 1588), fu memorialista, critico, studioso di scienze antiquarie, e

    soprattutto, con i Libri cinque della Historia Estense dedicati al duca Alfonso II e conservati manoscritti nella biblioteca

    Comunale Ariostea di Ferrara, storico dello stato estense al pari del padre Gaspare, ma " molto migliore del padre ", secondo

    R. Bacchelli. Gli scritti del S. sono in gran parte inediti, e forse ancora dispersi - se vogliamo usare una pittoresca espressione

    del Barotti - " negli armari tra la polvere e le tarme ". Sei discorsi furono stampati nel 1586 e ristampati nel 1636 a Venezia, in

    unico volume, col titolo: Discorsi del S. Alessandro Sardo Della Bellezza. Della Nobilit. Della Poesia di Dante. De i Precetti

    Historici. Delle qualit del Generale. Del Terremoto. Il terzo discorso (Della Poesia di D., considerata nello Inferno), rivolto a

    Orazio Malagucci, il pi esteso ed " quello per cui il volume ha qualche pregio per i raccoglitori " (Bongi).

    Trattasi di una dissertazione che, esaminando in modo ovviamente sommario, ma anche con qualche esteriore minuziosit,

    valori retorici e aspetti morali e filosofici della prima cantica, e illustrandone l'ordinamento complesso e ingegnoso, sostiene

    esser D. " buono e primo poeta eroico nella nostra lingua ": " Adunque se D. ha in versi eroici narrato vivamente una azione

    vera e illustre, se la ha ampliata con narrazioni favolose connesse e dipendenti, se vi ha posto tutti gli ornamenti poetici, se

    continuamente ha tenuto la mira all'allegoria, cos, conducendo l'uomo alla cognizione di Dio, non solamente egli buono

    poeta, ma ancora perfetto poeta: perch perfetto quello che non manca del proprio fine ". E precisa che a levargli tale

    perfezione non valgono " il titolo, che ad alcuni appare impertinente a quello poema, il miscuglio e le innovazioni delle voci, la

    bassezza e la vilt di alcune comparazioni vituperate da altri, e gli errori creduti in lui ".

    Oltre alle varie cause del titolo di Comedia che il S. illustra (volont di " fuggir l'arroganza ", essendo il poema composto " in

    stile mediocre e alle volte umile "; presenza nel poema di persone non sempre illustri, come quelle che popolano la Tragedia

    di Virgilio, " ma mediocri e anco basse "; possibile riferimento alla commedia antica, di Aristofane e poi di Plauto, ove entrano

    persone di " diversa qualit " e si biasimano i loro vizi e peccati; possibile riferimento alla commedia nuova, di Menandro, ove

    " lo stato reo e vizioso si tramuta in buono e virtuoso "), interessa il discorso sul " miscuglio delle voci ", secondo il quale D.

    non solo segu Omero riproducendo la " variet delle lingue ", ma anche fece toscane tutte le parole da lui usate, " nel modo

    medesimo che i poeti e gli oratori romani fecero romane e latine quelle straniere ": un riconoscimento del plurilinguismo

    dantesco (e della molteplicit, della variet dantesca) che vuol conciliarsi con i miti cinquecenteschi della purezza,

    dell'armonia, dell'unit.

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  • 8/4/2015 Sardi,AlessandroinEnciclopediaDantescaTreccani

    http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandrosardi_(EnciclopediaDantesca)/ 2/2

    Bibl. - G. Ferri, in Numinum et Heroum Origines di A.S., Roma 1775; F.S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II,

    Milano 1741, 750, e IV, ibid. 1749, 257, 589; G. Barotti, Memorie de' letterati ferraresi, II, Ferrara 1793, 199-203; L. Ughi,

    Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, II, ibid. 1804, 159; Biografia universale antica e moderna, LI, Venezia 1829,

    104-105; S. Bongi, Annali di Gabriel Giolito de' Ferrari, II, Roma 1895, 402-403; R. Bacchelli, La congiura di don Giulio d'Este,

    Milano 1958, 296-297.

    Enciclopedia Dantesca