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OIGA D. M. ……./2009 1 SCHEDA DI PROGETTO (MOD. A) 1. Tematica e Filiera Zootecnia – Salvaguardia dell’ambiente naturale e della biodiversità di specie selvatiche a rischio di estinzione 2. Titolo La gestione zootecnica e produttiva della lepre ai fini del ripopolamento delle specie e dell’immissione nell’ambiente naturale per l’attività venatoria 3. Acronimo GE.ZOO.PRO.LEPRE 4. Tipo di progetto Ricerca e sperimentazione X Ricerca e sviluppo 5. Durata (mesi) 24 Finanziamento complessivo richiesto (€) Costo (€) 6. Nome e COGNOME Donato CASAMASSIMA 7. Coordinatore di progetto Istituzione di appartenenza Indirizzo, telefono, e-mail Università degli Studi del Molise – Facoltà di Agraria- Via De Sanctis, snc, 86100 CAMPOBASSO 0874.404704; [email protected] 8. Istituzione di appartenenza Denominazione: Università degli Studi del Molise Indirizzo: Via De Sanctis, snc, 86100 CAMPOBASSO Tel.:0874.404704, Fax:0874.404855, e-mail:[email protected] CODICE FISCALE: 92008370709 PARTITA I.V.A. 00745150706 N. di conto contabilità speciale presso la Tesoreria centrale e provinciale dello Stato ai sensi della legge 29.10.1984, N. 720 di "Istituzione del sistema di Tesoreria unica per Enti ed Organismi pubblici"................................(Per le Istituzioni di ricerca che non hanno autonomia finanziaria amministrativa dovrà essere indicato il N. di conto contabilità speciale della amministrazione di appartenenza) IBAN IT70V0300203804000400051487 N. di C/C bancario o postale presso .......................... Si precisa che i titoli, ai sensi della normativa vigente dovranno essere emessi CON/SENZA (barrare la voce che non interessa) la produzione della bolletta di incasso 9. Azienda proponente o ATI ROGER ALLEVAMENTI 10. Legale rappresentante di azienda o ATI (allegare copia documento d’identità) Signor Giuseppe PATETE

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SCHEDA DI PROGETTO (MOD. A) 1. Tematica e Filiera

Zootecnia – Salvaguardia dell’ambiente naturale e della biodiversità di specie selvatiche a rischio di estinzione

2. Titolo La gestione zootecnica e produttiva della lepre ai fini del ripopolamento delle specie e dell’immissione nell’ambiente naturale per l’attività venatoria

3. Acronimo GE.ZOO.PRO.LEPRE

4. Tipo di progetto Ricerca e sperimentazione X Ricerca e sviluppo

5. Durata (mesi) 24

Finanziamento complessivo richiesto (€)

Costo (€) 6.

Nome e COGNOME Donato CASAMASSIMA 7. Coordinatore di progetto Istituzione di appartenenza

Indirizzo, telefono, e-mail

Università degli Studi del Molise – Facoltà di Agraria- Via De Sanctis, snc, 86100 CAMPOBASSO 0874.404704; [email protected]

8. Istituzione di appartenenza

Denominazione: Università degli Studi del Molise Indirizzo: Via De Sanctis, snc, 86100 CAMPOBASSO Tel.:0874.404704, Fax:0874.404855, e-mail:[email protected] CODICE FISCALE: 92008370709 PARTITA I.V.A. 00745150706 N. di conto contabilità speciale presso la Tesoreria centrale e provinciale dello Stato ai sensi della legge 29.10.1984, N. 720 di "Istituzione del sistema di Tesoreria unica per Enti ed Organismi pubblici"................................(Per le Istituzioni di ricerca che non hanno autonomia finanziaria amministrativa dovrà essere indicato il N. di conto contabilità speciale della amministrazione di appartenenza)

IBAN IT70V0300203804000400051487 N. di C/C bancario o postale presso .......................... Si precisa che i titoli, ai sensi della normativa vigente dovranno essere emessi CON/SENZA (barrare la voce che non interessa) la produzione della bolletta di incasso

9. Azienda proponente o ATI

ROGER ALLEVAMENTI

10. Legale rappresentante di azienda o ATI (allegare copia documento d’identità)

Signor Giuseppe PATETE

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11. Curriculum del coordinatore di progetto e pubblicazioni degli ultimi 5 anni attinenti l’argomento (max 1 pag)

Nato a Matera il 7 novembre 1948 Laureato in Scienze Agrarie, con votazione 110/110 e lode nel novembre 1972 (Università Studi di Bari) Professore Ordinario di Produzioni Animali (AGR/19) dal novembre 1997 presso la Facoltà di Agraria – Università degli Studi del Molise Coordinatore del Corso di Dottorato di Ricerca in “Benessere Animale e Qualità delle Produzioni Zootecniche” Facoltà di Agraria Università degli Studi del Molise Componente del Collegio dei Docenti e Docente guida al Corso di Dottorato di Ricerca Internazionale in “Welfare, Biotechnology and Qualità of Animal Production” Componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi del Molise negli anni accademici dal 1996/1999 al 1999/2002 e dal 2005/2008 al 2008/2011. Autore di oltre 130 pubblicazioni scientifiche inerenti, gli aspetti fisiologici e comportamentali degli animali di interesse zootecnico, le tecnologie di allevamento, l'alimentazione e il benessere degli animali in allevamento.

Palazzo M., Pizzo R., D’alessandro A.G., Casamassima D. (2005). Effects of staying length with their mothers and milking of the ewes on the productive performance in suckling lambs. 13. Congresso Internazionale FeMeSPRum, Valenzano (Bari) 1-3 settembre. CD, 1-11

Quaranta A., D’alessandro A.G., Frate A., Colella G.E., Martemucci G., Casamassima D. (2006). Behavioural response towards twelve feedstuffs in lambs. Small Rum. Res., 64, 60-66.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R. (2006). Fattori di riduzione del benessere e conseguenze negli allevamenti ovi-caprini. Obiettivi e Documenti Veterinari, (4), 5-18.

Maglieri C., Palazzo M., Casamassima D., Polidori P., Salimei E. (2006). Nutritional status of lactating asses fed two different dietary fibre sources. 3rd European Workshop on Equine Nutrition, Campobasso June 20-22.

D’alessandro A.G., Martemucci G., Palazzo M., Simone N., Colella G.E., Pizzo R., Casamassima D. (2006). Values on serum metabolites in lactating jennies of Martina Franca breed. 3rd European Workshop on Equine Nutrition, Campobasso June 20-22.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M., Quaranta A., D’alessandro A.G., Martemucci G. (2006). Effect of water restriction on productive performance and some haematic parameters in Comisana sheep reared under intensive conditions. 14th Int. Congress Fe.Me.SPRum, Lugo-Santiago de Compostela, July 12-15.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R., D’alessandro A.G., Martemucci G. (2006). Risposta fisiologica e produttiva in pecore Comisane sottoposte a mungitura manuale e meccanica. LX Congresso Nazionale SiSVet, Terrasini (PA), Settembre 27-30.

Sevi A., Casamassima D. (2006). Lo studio del benessere negli ovini e nei caprini: peculiarità, strumenti ed obiettivi. In “Il benessere degli animali da reddito: quale e come valutarlo”. Ediz. Fondaz. Iniziat. Zooprof e Zoot. Brescia, 67-86.

D’alessandro A.G., Martemucci G., Casamassima D. (2007). Behavioural profile during suckling period in Martina Franca breed jennies reared under semi-extensive conditions. Appl. Anim. Beh. Sci., 106, 107-124.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R. (2007). Evaluation of milk production and some blood parameters in lactating autochthonous goat extensively reared in Molise Region. Proc. XVII Cong. Naz. ASPA, Alghero, 29 maggio-1 giugno. 615-617.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M. (2007). Milk quality in autochthonous goat extensively reared in Molise: study of some bionutritional components during lactation. Proc. XVII Cong. Naz. ASPA, Alghero, 29 maggio-1 giugno. 618.

Fantuz F., Maglieri C., Casamassima D., Palazzo M., Chiofalo B., Salimei E. (2007). Nutritional status of dairy asses managed with different machine milking strategies. Proc. XVII Cong. Naz. ASPA, Alghero, 29 maggio-1 giugno. 647-649.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M., D’alessandro A.G., Martemucci G. (2008). Effect of water restriction on productive performance and blood parameters in Comisana sheep reared under intensive condition. Small Rumin. Res., 78, 169-175.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R., Presutti T., De Stefano G., Colella G.E., Martemucci G. (2008). Aspetti quanti-qualitativi della produzione del latte e del formaggio in pecore Comisane allevate al pascolo. Scienza e Tecnica Lattiero Casearia, 59, (4).

Casamassima D., Palazzo M., Presutti T., Cinone M. (2008). Parametri fisiologici in cavalli di razza Araba sottoposti a prove di salita sul trailer utilizzando due tipi di doma. Ippologia, Anno 19, n. 3.

Martemucci G., D’alessandro A.G., Casamassima D. (2008). GnRH-PGF 2alfa-FGA short term (5d) estrus synchronization protocols in Ionica goat. WCAP 2008 – 10th World Conference on Animal Production – Cape Town – South Africa 23-28 November 2008.

Martemucci G., D’alessandro A.G., Terzano M.G., Rufrano D., Casamassima D. (2008). Estral and ovulatory responses in dairy goats following superovulatory treatment soon after ovulation. WCAP 2008 – 10th World Conference on Animal Production – Cape Town – South Africa 23-28 November 2008.

Sevi A., Casamassima D. (2009). Etologia e benessere degli ovi-caprini. In: Autori Vari. Etologia applicata e benessere animale – Vol. II – Parte Speciale. p. 71-87, Milano: Point Veterinarie Italie

Sevi A., Casamassima D., Pulina G., Pazzona A. (2009). Factors of welfare reduction in dairy sheep and goats. Ital. J. Anim. Sci.,Vol. 8, 81-101.

Caroprese M., Casamassima D., Rassu P.G., Napolitano F., Sevi A. (2009). Monitoring the welfare on sheep and goats on-farm. Ital. J. Anim. Sci., Vol 8, 343-354.

Casamassima D., Palazzo M., Presutti T., Colella G.E. (2009). Productive performances, plasmatic oxidative status and some blood parameters in suckling lambs supplemented with verbascoside. XVIII Congresso Nazionale ASPA, Palermo 9-12, 2009.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M., Simoni A. (2009). Effect of the farrowing crate floor on some behavioural and productive parameters in suckling piglets. XVIII Congresso Nazionale ASPA, Palermo 9-12, 2009.

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12. Parole chiave Lepre, Allevamento intensivo, Gestione produttiva e riproduttiva, Benessere animale, Parametri ematici ed immunitari

13. Descrizione del progetto (max. 18 pagine, Times New Roman carattere 11, attenersi strettamente alle indicazioni)

13.1 Sintesi del progetto (max. 2 pagine)

Molte sostanze presenti in natura, nei vegetali, sono in grado di potenziare la resistenza e la difesa degli organismi viventi, verso agenti chimici, ambientali e biologici, attraverso la neutralizzazione dell'attività dei radicali liberi. Uno squilibrio fra la capacità scavenger del sistema antiossidante endogeno e la produzione di ROS dell'organismo porta al cosiddetto stress ossidativo che si verifica in numerosi processi fisiologici e patologici. Alcuni Autori hanno evidenziato che la riduzione della capacità scavenger dell'organismo e, quindi, l'aumento dello stress ossidativo, influisce negativamente sul benessere degli animali, riducendo, di conseguenza, anche l'efficienza economica degli allevamenti. Tra le possibili azioni per migliorare lo stato di benessere degli animali, migliorandone al contempo la capacità produttiva e riproduttiva, si annovera la somministrazione di composti bioattivi con proprietà antiossidanti, immunostimolanti ed antiinfiammatorie. Anche l'Unione Europea, mettendo al bando l'impiego di antibiotici ad uso auxinico (regolamento Ce 1831/2003), dal Gennaio 2006, ha decisamente spostato l'attenzione scientifica sulla possibilità di utilizzare sostanze naturali per sostenere le produzioni zootecniche, migliorare lo stato di salute degli animali e la sicurezza degli alimenti destinati al consumo umano. Tra i composti bioattivi si annovera il verbascoside che è presente in molti vegetali utilizzati a fini alimentari, aromatizzanti e medicinali; esso mostra la più alta attività scavengers, tra i polifenoli testati, con un elevato potere antiossidante, attraverso un effetto scavenger sull'anione superossido e sul radicale idrossilico, specie se confrontato con altre classi di composti fenolici e non. Il verbascoside, presenta nella propria molecola 2 funzioni catecoliche, ed il suo aglicone, un acido cinnamico, è tra i composti fenolici con maggiore attività antiossidante. Il progetto di ricerca sarà articolato in due anni di attività. Nel primo anno si intende studiare l'effetto dell'integrazione alimentare di estratti naturali, titolati in fenilpropanoidi glucoside, espressi come verbascoside sull'attività produttiva, riproduttiva ed immunitaria di coppie di Lepre italica, allevate in ambiente confinato. La prova, prevede l'utilizzo di 30 coppie di riproduttori da valutare in 3 cicli riproduttivi (invernale, primaverile ed estivo), allevati in gabbie, da suddividere in due gruppi di 15 coppie ciascuno, omogenei tra loro, per età, peso vivo ed ordine di parto, di cui uno di controllo T e l’altro sperimentale S al quale verrà somministrato durante l'intero periodo di prova, un mangime commerciale integrato da un dosaggio di verbascoside allo 0,5% di principio attivo. Nel secondo anno saranno utilizzati 60 giovani leprotti, già svezzati, dell’età di 25-30 giorni, ed allevati in apposite gabbie post-svezzamento, in numero di cinque, di cui una prima metà di essi sarà suddivisa in 2 gruppi, controllo e sperimentale, e portati fino all’età di 50 d; la seconda metà, anch’essi suddivisa in due gruppi, saranno allevati fino ad 80 giorni. Durante la prova riceveranno fieno ad libitum ed un mangime di svezzamento, di cui uno di controllo sprovvisto di verbascoside e l’altro sperimentale che sarà integrato con tale fitoderivato. Al fine di facilitare l’adattamento dei leprotti all’ambiente naturale, prima dell’immissione nelle zone di ripopolamento, i soggetti saranno allocati in recinti di preambientamento per un periodo di 20 giorni.

Tutti i animali in prova, coppie di riproduttori e leprotti utilizzati nella ricerca, saranno sottoposti ai rilievi sperimentali come riportato in dettaglio nel “piano di attività (13.5)” del progetto.

13.2 Inquadramento del progetto negli obiettivi della programmazione del settore (max. 1 pagina)

Contrastare la diminuzione di biodiversità è uno degli obiettivi prioritari sostenuti dai Governi dei diversi Paesi comunitari per frenare i fenomeni di degrado e di riduzione degli ambienti naturali in atto da tempo. La conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità è possibile con l’adozione di interventi volti, non tanto ad assicurare la protezione diretta delle singole specie animali e vegetali, quanto a favorire la protezione indiretta, da attuarsi mediante la tutela e il ripristino del territorio, la riduzione della frammentazione degli habitat e il contenimento delle fonti di pressione venatorie. La Lepre comune o Lepre europea, è inserita nell’Allegato III della Convenzione Berna (specie protette per le quali è ammesso l’eventuale sfruttamento delle popolazioni in modo regolamentato). A partire dagli anni ’50 si è assistito ad una progressiva diminuzione di questo selvatico dovuta ad una serie di cause concomitanti come l’elevata pressione venatoria, l’avvento della meccanizzazione agricola, l’uso di prodotti chimici in agricoltura. Quindi, la salvaguardia della consistenza della Lepre europea nel bacino del

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Mediterraneo è molto variabile in quanto risente degli effetti della prassi gestionale che è basata sul governo delle popolazioni locali e sul ripopolamento artificiale. Sul territorio italiano convivono due popolazioni di lepri: quella europea e quella italica; il “Piano d’Azione Nazionale per la lepre italica” ha evidenziato il “rango di buona specie” che si inserisce in una più ampia strategia nazionale di conservazione della biodiversità e si prefigge di individuare possibili soluzioni teoriche ed applicative per la conservazione e la gestione della stessa definibile come “minacciata” di estinzione secondo i criteri dell’IUCN, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources. Nel complesso, la Lepre italica è classificata come specie “minacciata” di estinzione, nella categoria “Vulnerabile”, sia a livello europeo IUCN Red List (Appendice 1, 2007), sia a livello globale IUCN Red List, (2008). Numerose sono le cause che minacciano le popolazioni di lepre italica, tra queste le più importanti sono la frammentazione dell’areale, l’isolamento e i bassi livelli di densità di popolazione, con rischio di erosione della variabilità genetica, l’incremento del grado di consanguineità e la riduzione della fitness degli individui. Da alcuni decenni negli ambienti mediterranei si assiste ad una progressiva concentrazione delle attività antropiche nei fondovalle, nelle zone pianeggianti e lungo le coste e ad un progressivo abbandono delle colture delle aree collinari e montane. L’interruzione della continuità ecologica del territorio e la riduzione quali-quantitativa dell’habitat è alla base del declino delle popolazioni di lepre italica che oggi si presentano con basse densità (meno di 5 soggetti ogni 100 ettari) nelle aree dove è consentito l’esercizio venatorio, mentre nelle aree protette si sono stimate densità superiori e, nella fattispecie, di circa 20-30 soggetti per 100 ettari. Le immissioni di lepre europea nell’areale della lepre italica non appare raccomandabile come strategia di conservazione e di gestione della lepre italica sia per evitare il rischio di competizione di specie e sia per ridurre i rischi di trasmissione di malattie. Una efficace modalità di conservazione della lepre italica è rappresentata da una corretta gestione delle aree naturali destinate ad attività venatoria.

13.3 Stato dell'arte generale sull’argomento del progetto (max. 2 pagine)

La gestione produttiva e riproduttiva della lepre, allevata a sistema intensivo, presenta problematiche diverse in relazione alla conduzione dell’allevamento di tale selvatico e va a condizionare, ogni anno, la quantità di lepri da immettere sui territori dediti a caccia. Tali problematiche si sono venute a creare a partire dagli anni ’50, quando si è assistito ad una progressiva diminuzione sul territorio locale delle popolazioni autoctone di lepre (Mary e Trouvilliez, 1995) imputabile ad una serie di cause concomitanti, come l’elevata pressione venatoria, l’avvento della meccanizzazione agricola, l’uso di prodotti chimici in agricoltura e la riduzione della biodiversità vegetale (Pielowski e Raczyny, 1976; Tapper e Barnes, 1986; Vaughan et al., 2003). Alla diminuzione della popolazione leporina autoctona si è cercato, poi, di dare una risposta attraverso la massiccia importazione di lepri dall’Europa dell’Est e, successivamente, dall’America Latina. La lepre da cattura è sempre stata considerata più rustica di quella di allevamento e, quindi, più adatta alla vita selvatica, sia in termini di sopravvivenza alimentare che di capacità di sfuggire dall’attacco di predatori. L’immissione di soggetti esteri, di cui molto spesso non si conoscevano le origini e le condizioni di allevamento (cattura o allevamento in gabbiette), non ha portato ai risultati attesi ma ha provocato, invece, conseguenze negative per la progressiva scomparsa di tipi genetici locali, per l’introduzione di malattie infettive come l’E.B.H.S. (European Brown Hare Syndrome) e di forme parassitarie, specie di tipo intestinale, e per la sottrazione di fondi di finanziamento regionali utilizzati per l’acquisto di lepri di importazione a scapito di quelle locali. Gli animali di importazione, non fornendo alcuna garanzia dal punto di vista genetico, riproduttivo e sanitario, sono da escludere dalle attività di ripopolamento delle aree faunistico-venatorie, a favore, invece, delle lepri locali, meglio adattate ai territori dei loro ambienti naturali di diffusione. La pratica dei ripopolamenti è tuttora molto diffusa ed assorbe una notevole quantità di risorse economiche dagli Enti delegati alla gestione faunistico-venatoria. L’utilizzo di specie locali può avere il vantaggio di produrre soggetti più idonei al ripopolamento perché in grado di sopravvivere meglio nel proprio ambiente nativo, oltre che favorire la riproduzione di specie minacciate di estinzione. Tuttavia, anche l’allevamento di lepri locali, con sistemi intensivi, non riesce a garantire animali forti in grado di sopravvivere dopo l’immissione nell’ambiente naturale se viene praticata una errata gestione dell’ambientamento o, addirittura sia assente; tali lepri, allevate in cattività, soffrono un’elevatissima mortalità da predazione, soprattutto nei primi giorni dal rilascio, a causa della loro scarsissima capacità di adattamento dovuta all’inesperienza, allo scarso sviluppo della muscolatura ed all’incapacità di movimento, soprattutto nel caso in cui gli animali non abbiano avuto un adeguato pre-ambientamento. L’allevamento intensivo viene attuato, solitamente, in gabbie o cassette sopraelevate dal terreno nelle quali gli animali possono muoversi pochissimo e vengono alimentati con mangimi e fieno. Questo tipo di gestione dell’allevamento può causare una indiretta selezione verso caratteristiche di docilità e mansuetudine che

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contrastano con l’adattamento e la vita allo stato selvatico (Mantovani, 1993). Prima dell’immissione delle lepri nell’ambiente selvatico, si fa seguire un periodo di ambientamento in recinti adiacenti al luogo di allevamento dei riproduttori affinché l’animale possa meglio adattarsi alle condizioni naturali attraverso un periodo di transizione alimentare con essenze vegetali spontanee o coltivate. Questo periodo, che incide in maniera determinante sulla possibilità di sopravvivenza della lepre immessa allo stato naturale, è, però, caratterizzato da un maggiore rischio di mortalità associato soprattutto allo sviluppo di infezioni per cui, in genere, si tende a diminuire tale intervallo di tempo a 15-20 giorni. Le lepri pre-adattate, se immesse direttamente nelle aree dedite alla caccia, avranno una sopravvivenza variabile in funzione di diversi fattori quali la capacità di procurarsi il cibo e di fuggire dall’attacco di predatori rappresentati dalla volpe, dal cinghiale, dal cane, da gatti inselvatichiti e, per ultimo, dall’aquila reale. Meriggi et al. (2001) hanno valutato la sopravvivenza di 3 categorie di lepri (allevamento, importazione e cattura locale) ed hanno evidenziato che le lepri di cattura locale hanno fatto registrare i migliori risultati con percentuali di sopravvivenza comprese tra il 40 ed il 50 % ad otto mesi dal rilascio. Ciò che condiziona maggiormente la possibilità di sopravvivenza di tale selvatico allo stato naturale è l’età dell’animale, la durata del tempo di pre-ambientamento e lo stato generale di benessere dell’animale al momento dell’immissione nei luoghi di ripopolamento. A tale proposito, diverse ricerche, realizzate su animali da laboratorio, hanno dimostrato che numerosi composti naturali (come polifenoli, carotenoidi, antocianidine, vitamina C, ecc.) posseggono una considerevole ed interessante attività immunostimolante (Katiyar, 2002; Riondel et al., 2002) in quanto sono in grado di integrare le difese immunitarie endogene antiossidanti dell’organismo soprattutto in particolari periodi di stress e, nella fattispecie, durante il periodo di svezzamento, di pre-ambientamento e di immissione dei leprotti nell’ambiente naturale. Tra le numerose sostanze fitoderivate che hanno dimostrato tali proprietà, si annovera il verbascoside, un fenilpropanoide glucoside, titolato in polifenoli (PPG), presente in molte piante medicinali e chiamato pseudo–ginseng dalle popolazioni della Cina Nordorientale. Studi in vitro hanno dimostrato che tale molecola svolge un’azione di potenziamento del sistema immunitario con effetti anti-infiammatori (Deepak & Handa, 2000), antitumorali (Kunvari et al., 1999) ed antiossidanti (Daels-Rakotoarison et al., 2000) attraverso un’attività scavenger sulle specie reattive dell’ossigeno (ROS) (Wang et al., 1996; Gao et al.,1999).

Bibliografia Daels-Rakotoarison, D.A., Seidel V., Gressier B., Brunet C., Tillequin F., Bailleul F., Luyckx M., Dine T., Cazin M., Cazin J.C., 2000. Neurosedative and antioxidant activities of phenylpropanoids from ballota nigra. Arzneimittelforschung 50(1),16-23 Deepak M., Handa S.S., 2000. Antiinflammatory activity and chemical composition of extracts of Verbena officinalis. Phytotherapy Research 14 (6), 463-465 Gao J.J, Igalashi K., Nukina M.,1999. Radical scavenging activity of phenylpropanoid glycosides in Caryopteris incana. Bioscience Biotechnology & Biochemestry 63 (6), 983-988. Katiyar S.K. 2002. Treatment of silymarin, a plant flavonoid, prevents ultraviolet light-induced immune suppression and oxidative stress in mouse skin. Int J Oncol. 21, 1213-1222 Kunvari M., Paska C., Laszlo M., Orfi L., Kovesdi I., Eros D., Bokonyi G., Keri G., Gyurjan I., 1999. Biological activity and structure of antitumor compounds from Plantago media L. Acta Pharmaceutica Hungarica 69 (5), 232-239. Mantovani C., Canali E., Ferrari G., Ferrante V. (1993). Parametri zootecnici nell’allevamento della lepre in stretta cattività. Riv. di Coniglicoltura 7/8, 33-37. Mary C. & Trouvillez J. (1995). Spécial lièvre d’Europe. Bull. Mens. Off. Nat. Chasse, 204. Meriggi A., Ferloni M., Geremia R. (2001). Studio sul successo dei ripopolamenti di lepre. Greentime, Bologna. Pielowski Z.& Raczynski J. (1976). Ecological conditions and rational management of hare population. In: Proc. Symp. On Ecology and management of European Hare Populations. Warsaw: 269-286. Riondel J., Wong H.K., Glise D., Ducros V., Favier A. 2002. The effect of a water-dispersible beta-carotene formulation on the prevention of age-related lymphoid neoplasms in mice. Anticancer Res. 22, 883-888. Tapper S.C. & Barnes R.F.W. (1986). Influence of farming practice on the ecology of the brown hare (Lepus europaeus). J. of Applied Ecology, 23, 39-52. Vaughan N., Lucas E., Harris S., White P.C.L. (2003). Habitat associations of European hares Lepus europaeus in England and Wales: implication for farmland management. J. of Applied Ecology, 40, 163-175. Wang Y., Douglas G.B., Waghorn G.C., Barry T.N., Foote A.G. 1996. Effect of condensed tannins in Lotus corniculatus upon lactation performance in ewes. J. of Agricultural Science, 126, 353-362.

13.4 Obiettivi generali e specifici (intermedi e finali) (max. 3 pagine)

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Obiettivi generali della ricerca:

- valutazione dell’allevamento intensivo della lepre finalizzato alla produzione di soggetti autoctoni di elevato livello qualitativo, in grado di riprodursi e di sopravvivere nell’ambiente selvatico, ai fini del ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie

- l’impiego di lepre Italica, maggiormente adattata all’ambiente di origine, può rappresentare una valida alternativa ai ripopolamenti effettuati con specie di importazione, da cattura e/o di allevamento, provenienti da altre aree geografiche anche al fine di ridurre la diffusione di malattie infettive e costituire, altresì, un valido obiettivo di natura economica nelle aree regionali dedite all’attività faunistica-venatoria

- potenziare lo stato di benessere degli animali al momento dell’immissione nei luoghi di ripopolamento, attraverso la somministrazione di composti nutraceutici bioattivi con proprietà antiossidanti, immunostimolanti ed antiinfiammatorie al fine di ottenere soggetti con una maggiore capacità produttiva e riproduttiva.

Obiettivi specifici e intermedi:

- utilizzare sostanze nutraceutiche bioattive per sostenere lo sviluppo e la conservazione di animali selvatici in ambienti naturali migliorando lo stato di salute di coppie di riproduttori e la loro resistenza alle avversità ambientali

- aumentare lo stato di benessere di leprotti, nelle prime fasi di vita e ancor più in quella di post-svezzamento, promuovendo un miglioramento della loro crescita e un aumento della resistenza alle malattie e, più in generale, alle avversità ambientali attraverso un potenziamento dello stato immunitario

- valutare l’effetto di tale molecola, in allevamento intensivo, sull’attività riproduttiva di coppie di lepre italica, ed in particolare durante il periparto, nell’intento di migliorare anche la produzione colostrale e, quindi, l’immunità passiva del leprotto neonato

- valutare la percentuale di sopravvivenza di leprotti durante il pre-ambientamento prima dell’immissione nelle aree di ripopolamento.

13.5 Piano di attività (max. 10 pagine)

Il progetto di ricerca sarà articolato in due anni di attività:

I ANNO DI ATTIVITÀ:

Nel primo anno di sperimentazione si intende valutare l’effetto dell’integrazione alimentare di verbascoside, nel mangime di allevamento, sull’attività produttiva e riproduttiva di coppie di Lepre italica, allevate in ambiente confinato. Fase 1. La prova, della durata di circa 8-10 mesi, prevede l’utilizzo di 30 coppie di soggetti da valutare in 3 cicli riproduttivi, invernale, primaverile ed estivo allevate in gabbie, da suddividere in 2 gruppi di 15 coppie ciascuno, omogenei tra loro, per età e peso vivo, di cui uno di controllo (T) e l’altro sperimentale (S). la prova sarà preceduta da un periodo presperimentale di adattamento degli animali all’alimento della durata di 15 giorni. Durante la prova gli animali riceveranno ad libitum fieno di erba medica e mangime di allevamento al quale sarà aggiunto, al momento della formulazione, per il gruppo sperimentale, un integratore alimentare a base di verbascoside allo 0,5% di principio attivo. La dose di verbascoside che si prevede di impiegare nel mangime sarà pari a 7,5 mg per kg di alimento. Fase 2. Le lepri saranno sottoposte, durante il periodo di prova, ai seguenti controlli sperimentali: Rilievo dei parametri produttivi e riproduttivi - peso vivo dei riproduttori all’inizio e alla fine di ogni ciclo riproduttivo (invernale, primaverile ed estivo); - numero dei figli nati vivi e/o morti al parto; - numero dei figli portati vivi e vitali allo svezzamento/parto; - peso vivo delle nidiate al parto; - peso vivo delle nidiate allo svezzamento;

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- durata interparto; - percentuale di infertilità per ciclo riproduttivo. Rilievo di alcuni parametri ematici ed immunitari - prelievi ematici dei riproduttori a 4±2 giorni dal parto - costanti ematiche: trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL e bilirubina; - indicatori dello stato ossidativo plasmatico: Radicali liberi dell'ossigeno e loro derivati (ROMs), sostanze reagenti con l'acido tiobarbiturico (TBARS), Vitamine A ed E; - parametri immunitari su plasma e/o su siero: contenuto in lisozima, aptoglobina, immunoglobuline, complemento emolitico del siero e blastizzazione linfocitaria. II ANNO DI ATTIVITÀ: Nel secondo anno di sperimentazione si intende valutare l’effetto del verbascoside, come integratore alimentare, sulle performance produttive e sul grado di sopravvivenza di giovani leprotti prima dell’immissione nelle aree di ripopolamento. Fase 1. La prova, sarà realizzata nell’arco di 10 mesi, per un numero di 3 cicli produttivi, primaverile, estivo ed autunnale, utilizzando, per ogni ciclo, 60 giovani leprotti svezzati dell’età di 25–30 giorni. Tutti i soggetti saranno allevati in apposite gabbie di svezzamento in numero di 5 per gabbia; una metà di essi, pari a 30 soggetti, sarà suddivisa in 2 gruppi di 15 soggetti ciascuno di cui un gruppo di controllo e l’altro sperimentale e allevati fino all’età di 50d con l’impiego di un mangime di allevamento, somministrato ad libitum, che nel gruppo sperimentale sarà integrato con verbascoside, mentre l’altra metà, pari ai rimanenti 30 soggetti, sarà allevata fino all’età di 80d utilizzando la stessa procedura descritta precedentemente. Tutti i soggetti in prova riceveranno, ad libitum, fieno di erba medica. Al fine di facilitare l’adattamento dei leprotti all’ambiente naturale, prima dell’immissione nelle aree destinate al ripopolamento, tutti i soggetti in prova saranno allocati per un periodo di 20 giorni in recinti di preambientamento. Fase 2. I leprotti, durante il periodo di prova, saranno sottoposti ai seguenti controlli sperimentali: - rilievo del peso vivo dei leprotti svezzati all’inizio della prova (25-30d); - rilievo del peso vivo dei leprotti alla fine di ciascun ciclo produttivo (50 d e 80 d); - rilievo del peso vivo dei leprotti dopo il periodo di preambientamento (70d e 100 d) per ogni ciclo produttivo - rilievo del consumo e indice di conversione alimentare dei leprotti nel periodo di allevamento in gabbie di svezzamento da 25-30d (inizio prova) a 50d e 80d (fine prova); - rilievo della mortalità dei leprotti durante il periodo di allevamento nelle gabbie e nei recinti di preambientamento

13.5.1 Descrizione delle attività previste suddivise per linea di ricerca o attività

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Risultati attesi:

- aumento delle performance produttive e riproduttive delle coppie di riproduttori di lepre italica per un miglioramento delle condizioni sanitarie e di benessere degli animali in allevamento

- aumento della percentuale di leprotti portati vivi e vitali allo svezzamento da coppie di riproduttori

- sviluppo e conservazione della lepre italica negli ambienti naturali destinati ad attività venatorie

- contenimento della diffusione delle malattie infettive, tipiche degli animali selvatici, in seguito ad importazione di soggetti provenienti da altre aree geografiche.

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Risultati attesi:

- miglioramento delle performance di crescita, delle condizioni sanitarie e di benessere dei leprotti durante nelle fasi di post-svezzamento e di pre-ambientamento

- riduzione della percentuale di mortalità dei leprotti nelle fasi di post-svezzamento e di pre-ambientamento

- aumento della resistenza alle malattie e, più in generale, alle avversità climatico-ambientali attraverso un potenziamento dello stato immunitario e, quindi, di benessere degli animali

- produzione di soggetti di lepre italica di elevato livello qualitativo da utilizzare nel ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie

13.5.2 Articolazione temporale delle attività del progetto con esplicitazione dei risultati intermedi previsti

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Fasi12

TempoAnno 1

G F M A M G L A S O N DAnno 2

F M A M G L A S O N DG

13.5.3 Elenco delle Unità Operative (U.O.), delle aziende partecipanti e di eventuali collaborazioni esterne.

- Roger Allevamenti (azienda proponente)

- Università degli Studi del Molise- Prof. Donato CASAMASSIMA (Coordinatore Scientifico del progetto)

13.5.4 Descrizione dei ruoli e delle modalità di interazione delle UU.OO. partecipanti e di eventuali collaborazioni esterne (inserire diagramma)

13.5.5 Descrizione del ruolo dell’ azienda

L’azienda Roger Allevamenti, ubicata in provincia di Isernia, avrà il compito di allevare la lepre italica in ambiente confinato allo scopo di fornire gli animali da utilizzare nella sperimentazione. L’azienda, in qualità di proponente, avrà la funzione di gestire la struttura aziendale nella quale saranno svolte le prove sperimentali definite nel protocollo di lavoro messo a punto dal Coordinatore scientifico del progetto. L’azienda provvederà a rendere disponibile gli animali da utilizzare nella prova e le strutture di supporto alla ricerca quali: le gabbie sperimentali, i silos con mangimi di allevamento dei riproduttori e dei leprotti, i recinti di pre-ambientamento dei leprotti, la sala infermeria per l’esecuzione dei prelievi ematici e quanto altro dovesse occorrere per la realizzazione del progetto.

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Durante lo svolgimento delle prove sperimentali il titolare dell’azienda e/o il personale aziendale provvederà a garantire l’assistenza agli animali.

13.5.6 Descrizione delle modalità di monitoraggio interno del progetto e verifica dei risultati

Il Coordinatore del progetto, unitamente al gruppo di ricerca, avrà la responsabilità della realizzazione e dell’esecuzione dei rilievi sperimentali riportati al punto 13.5 seguendo il calendario di intervento evidenziato al punto 13.5.2. Lo stato di avanzamento della ricerca sarà determinato con verifiche periodiche del piano di attuazione dei protocolli sperimentali attraverso la stesura di relazioni sui risultati raggiunti.

13.5.7 Ostacoli prevedibili ed azioni correttive

Non si prevedono cause ostative per la realizzazione del progetto e, in particolare, per lo svolgimento dei protocolli previsti sia per il primo sia per il secondo anno di lavoro, pertanto, non si prevedono azioni correttive.

13.5.8 Risultati attesi suddivisi per ogni linea di ricerca

Per il I anno:

- aumento delle performance produttive e riproduttive delle coppie di riproduttori di lepre italica per un miglioramento delle condizioni sanitarie e di benessere degli animali in allevamento

- aumento della percentuale di leprotti portati vivi e vitali allo svezzamento da coppie di riproduttori

- sviluppo e conservazione della lepre italica negli ambienti naturali destinati ad attività venatorie

- contenimento della diffusione delle malattie infettive, tipiche degli animali selvatici, in seguito ad importazione di soggetti provenienti da altre aree geografiche.

Per il II anno:

- miglioramento delle performance di crescita, delle condizioni sanitarie e di benessere dei leprotti durante nelle fasi di post-svezzamento e di pre-ambientamento

- riduzione della percentuale di mortalità dei leprotti nelle fasi di post-svezzamento e di pre-ambientamento

- aumento della resistenza alle malattie e, più in generale, alle avversità climatico-ambientali attraverso un potenziamento dello stato immunitario e, quindi, di benessere degli animali

- produzione di soggetti di lepre italica di elevato livello qualitativo da utilizzare nel ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie.

14. Strumenti scientifici in possesso delle strutture - Strumentazione di base di laboratorio - Strumentazione specifica per l’esecuzione delle analisi di laboratorio: - Analizzatore semiautomatico di chimica clinica modello ARCO - Lettore e Lavatore per Micropiastre - Camere di separazione (celle elettroforetiche) per elettroforesi su gel - Spettrofotometro - Gascromatografo - HPLC. 15. Strumenti scientifici non in possesso delle strutture che si intendono acquistare

16. Ricadute e benefici (max. 2 pagine)

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16.1 Benefici scientifici:

- produzione di soggetti autoctoni di elevato livello qualitativo, in grado di riprodursi e di sopravvivere nell’ambiente selvatico, ai fini del ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie - sviluppo e conservazione di soggetti di lepre Italica, maggiormente adattata all’ambiente di origine, può rappresentare una valida alternativa ai ripopolamenti effettuati con specie di importazione, da cattura e/o di allevamento, provenienti da altre aree geografiche anche al fine di ridurre la diffusione di malattie infettive e costituire, altresì, un valido obiettivo di natura economica nelle aree regionali dedite all’attività faunistica-venatoria e di salvaguardia della biodiversità - utilizzazione di sostanze nutraceutiche bioattive per sostenere lo sviluppo e la conservazione di animali selvatici in ambienti naturali migliorando lo stato di salute di coppie di riproduttori e la loro resistenza alle avversità ambientali - valutazione dell’effetto di tale molecola, in allevamento intensivo, sull’attività riproduttiva di coppie di lepre italica, ed in particolare durante il periparto, nell’intento di migliorare anche la produzione colostrale e, quindi, l’immunità passiva del leprotto neonato - aumentare lo stato di benessere di leprotti, nelle prime fasi di vita e ancor più in quella di post-svezzamento, promuovendo un miglioramento della loro crescita e un aumento della resistenza alle malattie e, più in generale, alle avversità ambientali attraverso un potenziamento dello stato immunitario.

16.2 Benefici economici:

- ricostituzione nel territorio regionale del ceppo locale di lepre italica da poter destinare, in seguito, a cattura, vendita e ripopolamento anche di altre aree dedite ad attività venatorie

- miglioramento del territorio regionale ai fini faunistici

- vantaggi economici per gli Enti finanziatori delle attività venatorie in alternativa ai ripopolamenti effettuati, comunemente, con specie di importazione, da cattura e/o di allevamento, proveniente da altre aree geografiche.

16.3 Impatto sociale:

L’allevamento, con sistema intensivo, della lepre italica può colmare le attuali carenze di densità di capi presenti per unità di superficie ed essere un importante strumento per potenziare la consistenza degli animali e giungere ad un autoripopolamento delle aree faunistiche-venatorie. Il ripopolamento della lepre italica può rappresentare un importante via di sviluppo sostenibile in aree svantaggiate e rivestire un ruolo insostituibile nella salvaguardia ambientale e paesaggistica del territorio. Infatti, lo sviluppo e la conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità è anche un problema socio-culturale in quanto l’individuazione di razze autoctone, la riscoperta di antiche tradizioni di allevamento e di trasformazione fanno parte del nostro bagaglio culturale e della nostra memoria. Le minacce alla biodiversità derivano, però, principalmente dall’attività umana, dal tentativo di incrementare sia le superfici agricole e sia le produzioni vegetali e animali per colmare le esigenze alimentari avendo come conseguenza lo stravolgimento dell’ambiente naturale, la deforestazione, l’antropizzazione selvaggia, l’inquinamento dell’aria, delle acque e della terra. Attraverso il recupero del germoplasma animale autoctono e delle tradizioni locali si può giungere a un recupero integrale e integrato dell’attuale agro-ecosistema fornendo nuovo impulso all'economia locale e allo sviluppo sostenibile, in armonia con una condizione ottimale di utilizzazione delle risorse autoctone.

16.4 Impatto ambientale:

Organi di Governi regionali e provinciali che riconoscano il ruolo importante della ricostituzione e del mantenimento di una specie leporina autoctona, oltre a rispondere a istanze di carattere scientifico e di conservazione della specie, possono dare un significativo contributo alla risoluzione di alcune problematiche socio-economiche legate alla marginalità delle aree montane. Infatti, come già riscontrato in altre aree naturali, in Italia ed all'estero, la ricostituzione di zoocenosi, il più possibile complete, determina ricadute di diverso ordine sul territorio quali: a) l’aumento della stabilità degli ecosistemi; b) l’aumento della biodiversità nei sistemi naturali e seminaturali; c) l’incremento del turismo naturalistico nelle zone interne, alternativo al turismo di tipo tradizionale che nelle località di mare ha ancora carattere prevalentemente stagionale e costiero;

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d) possibilità, in un futuro a medio e lungo termine, di un'attività venatoria controllata e commisurata alla consistenza ed alla struttura delle popolazioni e compatibile con una politica di conservazione della fauna selvatica e del territorio.

17. Piano di sfruttamento dei risultati (max. 2 pagine)

17.1 Pubblicazioni scientifiche, tecniche e divulgative:

Sono previste pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e/o internazionali

17.2 Convegni:

Sono previste delle giornate di Studio al termine del I e del II anno di attività per la divulgazione dei risultati ottenuti

17.3 Materiali didattici e Corsi di formazione

18. Brevetti

19. Eventuali altre fonti di finanziamento Non esistono altre fonti di finanziamento

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SCHEDA DI UNITÀ OPERATIVA (MOD. C)

1.Istituzione Università degli Studi del Molise – Facoltà di Agraria- Dipartimento di Scienze Animali, Vegetali e dell’Ambiente

Titolo del progetto La gestione zootecnica e produttiva dell’allevamento della lepre ai fini del ripopolamento delle specie e dell’immissione sul territorio per l’attività venatoria

Titolo della ricerca Valutazione dell’effetto nutraceutico di estratti naturali, titolati in polifenoli, nella lepre italica allevata nel Molise a sistema intensivo

2. Ente di appartenenza CRA UNIVERSITÀ X CNR ENEA PRIVATI ALTRO

3. Indirizzo postale Via De Sanctis, snc 86100 Campobasso

4. Responsabile scientifico della UO e partecipanti

Prof. Donato CASAMASSIMA Tel. 0874.404704 Fax. 0874.404855 Mail: [email protected] Dott.ssa Marisa PALAZZO Dott. Francesco VIZZARRI Dott.ssa Tiziana PRESUTTI Dott.ssa Rossella PIZZO

5.Finanziamento richiesto dalla U.O.

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6. Curriculum del responsabile e pubblicazioni negli ultimi 5 anni attinenti il progetto (max 1 pag)

Nato a Matera il 7 novembre 1948 Laureato in Scienze Agrarie, con votazione 110/110 e lode nel novembre 1972 (Università Studi di Bari) Professore Ordinario di Produzioni Animali (AGR/19) dal novembre 1997 presso la Facoltà di Agraria – Università degli Studi del Molise Coordinatore del Corso di Dottorato di Ricerca in “Benessere Animale e Qualità delle Produzioni Zootecniche” Facoltà di Agraria Università degli Studi del Molise Componente del Collegio dei Docenti e Docente guida al Corso di Dottorato di Ricerca Internazionale in “Welfare, Biotechnology and Qualità of Animal Production” Componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi del Molise Autore di oltre 130 pubblicazioni scientifiche inerenti, gli aspetti fisiologici e comportamentali degli animali di interesse zootecnico, le tecnologie di allevamento, l'alimentazione e il benessere degli animali in allevamento. Quaranta A., D’alessandro A.G., Frate A., Colella G.E., Martemucci G., Casamassima D. (2006).

Behavioural response towards twelve feedstuffs in lambs. Small Rum. Res., 64, 60-66. Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R. (2006). Fattori di riduzione del benessere e conseguenze negli

allevamenti ovi-caprini. Obiettivi e Documenti Veterinari, (4), 5-18. Maglieri C., Palazzo M., Casamassima D., Polidori P., Salimei E. (2006). Nutritional status of lactating

asses fed two different dietary fibre sources. 3rd European Workshop on Equine Nutrition, Campobasso June 20-22.

D’alessandro A.G., Martemucci G., Palazzo M., Simone N., Colella G.E., Pizzo R., Casamassima D. (2006). Values on serum metabolites in lactating jennies of Martina Franca breed. 3rd European Workshop on Equine Nutrition, Campobasso June 20-22.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M., Quaranta A., D’alessandro A.G., Martemucci G. (2006). Effect of water restriction on productive performance and some haematic parameters in Comisana sheep reared under intensive conditions. 14th Int. Congress Fe.Me.SPRum, Lugo-Santiago de Compostela, July 12-15.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R., D’alessandro A.G., Martemucci G. (2006). Risposta fisiologica e produttiva in pecore Comisane sottoposte a mungitura manuale e meccanica. LX Congresso Nazionale SiSVet, Terrasini (PA), Settembre 27-30.

Sevi A., Casamassima D. (2006). Lo studio del benessere negli ovini e nei caprini: peculiarità, strumenti ed obiettivi. In “Il benessere degli animali da reddito: quale e come valutarlo”. Ediz. Fondaz. Iniziat. Zooprof e Zoot. Brescia, 67-86.

D’alessandro A.G., Martemucci G., Casamassima D. (2007). Behavioural profile during suckling period in Martina Franca breed jennies reared under semi-extensive conditions. Appl. Anim. Beh. Sci., 106, 107-124.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R. (2007). Evaluation of milk production and some blood parameters in lactating autochthonous goat extensively reared in Molise Region. Proc. XVII Cong. Naz. ASPA, Alghero, 29 maggio-1 giugno. 615-617.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M. (2007). Milk quality in autochthonous goat extensively reared in Molise: study of some bionutritional components during lactation. Proc. XVII Cong. Naz. ASPA, Alghero, 29 maggio-1 giugno. 618.

Fantuz F., Maglieri C., Casamassima D., Palazzo M., Chiofalo B., Salimei E. (2007). Nutritional status of dairy asses managed with different machine milking strategies. Proc. XVII Cong. Naz. ASPA, Alghero, 29 maggio-1 giugno. 647-649.

Sevi A., Casamassima D., Pulina G., Pazzona A. (2007). Factors of welfare reduction in dairy sheep and goats. Ital. J. Anim. Sci., submitted.

Caroprese M., Casamassima D., Rassu P.G., Napolitano F., Sevi A. (2007). Monitoring the welfare on sheep and goats on-farm. Ital. J. Anim. Sci., submitted.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M., D’alessandro A.G., Martemucci G. (2008). Effect of water restriction on productive performance and blood parameters in Comisana sheep reared under intensive condition. Small Rumin. Res., 78, 169-175.

Casamassima D., Palazzo M., Pizzo R., Presutti T., De Stefano G., Colella G.E., Martemucci G. (2008). Aspetti quanti-qualitativi della produzione del latte e del formaggio in pecore Comisane allevate al pascolo. Scienza e Tecnica Lattiero Casearia, 59, (4).

Casamassima D., Palazzo M., Presutti T., Cinone M. (2008). Parametri fisiologici in cavalli di razza Araba sottoposti a prove di salita sul trailer utilizzando due tipi di doma. Ippologia, Anno 19, n. 3.

Martemucci G., D’alessandro A.G., Casamassima D. (2008). GnRH-PGF 2alfa-FGA short term (5d) estrus synchronization protocols in Ionica goat. WCAP 2008 – 10th World Conference on Animal Production – Cape Town – South Africa 23-28 November 2008.

Martemucci G., D’alessandro A.G., Terzano M.G., Rufrano D., Casamassima D. (2008). Estral and ovulatory responses in dairy goats following superovulatory treatment soon after ovulation. WCAP 2008 – 10th World Conference on Animal Production – Cape Town – South Africa 23-28 November 2008.

Sevi A., Casamassima D. (2009). Etologia e benessere degli ovi-caprini. In: Autori Vari. Etologia applicata e benessere animale – Vol. II – Parte Speciale. p. 71-87, Milano: Point Veterinarie Italie

Casamassima D., Palazzo M., Presutti T., Colella G.E. (2009). Productive performances, plasmatic oxidative status and some blood parameters in suckling lambs supplemented with verbascoside. XVIII Congresso Nazionale ASPA, Palermo 9-12, 2009.

Casamassima D., Pizzo R., Palazzo M., Simoni A. (2009). Effect of the farrowing crate floor on some behavioural and productive parameters in suckling piglets. XVIII Congresso Nazionale ASPA, Palermo 9-12, 2009.

Casamassima D., Palazzo M., Presutti T., Pizzo R. (2009). Produzione e qualità del latte in capre autoctone allevate estensivamente nelle regione Molise. Large Animal Review, 15, 165-174.

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Ricercatori (*)

Donato CASAMASSIMA, 4 mesi/uomo (Coordinatore del Progetto- Professore Ordinario)

Tecnici Marisa Palazzo 8 mesi/uomo

7. Personale a tempo indeterminato che prenderà parte al progetto (indicare anche la data di nascita di ogni partecipante) Personale ausiliare Nome e Cognome, impegno mesi/uomo (gg/anno sulla base di

210 gg./anno) (*) Specificare se si tratta di assegno di ricerca, borsa di studio o altro e indicarne la durata

Ricercatori (*) Dottorando

Francesco Vizzarri 8 mesi/uomo

Tecnici Nome e Cognome, impegno mesi/uomo (gg/anno sulla base di 210 gg./anno)

8.Personale a tempo determinato che prenderà parte al progetto (indicare anche la data di nascita di ogni partecipante) Personale ausiliare Tiziana Presutti 2 mesi/uomo

Rossella Pizzo 6 mesi/uomo (*) Specificare se si tratta di assegno di ricerca, borsa di studio o altro e indicarne la durata

9. Competenze dell’Unità Operativa in relazione al progetto

10. Descrizione della ricerca (max. 3 pagine)

10.1. Stato dell’arte specifico

Molte sostanze presenti in natura nei vegetali hanno la capacità di neutralizzare l'azione dei radicali liberi. Alcune di esse interrompono le reazioni a catena che portano alla formazione di radicali liberi, impedendo così la propagazione del danno cellulare, altre svolgono una funzione di scavenger dei radicali liberi, ossidandosi a loro volta e richiedendo di essere rigenerate per riacquistare la loro funzione (7, 8). Diverse ricerche, realizzate su animali da laboratorio, hanno, infatti, dimostrato che numerosi composti naturali (polifenoli, carotenoidi, antocianidine, vitamina C, ecc.) posseggono una considerevole ed interessante attività antiossidante (9, 10) e sono in grado di integrare le difese antiossidanti endogene che, in particolari stati di stress dell'organismo, come ad esempio il parto, lo svezzamento, gli sforzi intensi e prolungati nel tempo, i cambiamenti di ambiente, la densità di allevamento, possono ridursi. Uno squilibrio fra la capacità scavenger del sistema antiossidante endogeno e la produzione di ROS dell'organismo porta al cosiddetto stress ossidativo che si verifica in numerosi processi fisiologici e patologici. Alcuni Autori hanno evidenziato che la riduzione della capacità scavenger dell'organismo e, quindi, l'aumento dello stress ossidativo influisce negativamente sulle performance produttive degli animali in produzione zootecnica, sulla riproduzione (11, 12), sull'immunità (13) e sul benessere degli animali (14), riducendo, di conseguenza, anche l'efficienza economica degli allevamenti. Tra le possibili azioni per migliorare lo stato di benessere degli animali, migliorandone al contempo la capacità produttiva e riproduttiva, si annovera la somministrazione di composti bioattivi con proprietà antiossidanti, immunostimolanti ed antiinfiammatorie. Anche l'Unione Europea, mettendo al bando l'uso degli antibiotici auxinici (regolamento Ce 1831/2003), dal Gennaio 2006 ha decisamente spostato l'attenzione scientifica sulla possibilità di utilizzare sostanze naturali per sostenere le produzioni zootecniche e migliorare lo stato di salute dell'animale e la sicurezza degli alimenti destinati al consumo umano. Tra i polifenoli il verbascoside, che è presente in molti vegetali utilizzati a fini alimentari, aromatizzanti e medicinali (olivo, tasso barbasso, citronella), mostra la più alta attività scavengers tra i PPG testati (15) e un elevato potere antiossidante, anche in paragone con altre classi di composti fenolici e non (16). Il verbascoside, presenta nella propria molecola 2 funzioni catecoliche, ed il suo aglicone, un acido cinnamico (acido Caffeico), è tra i composti fenolici con maggiore attività antiossidante. E' stato dimostrato che tale molecola svolge un'azione antivirale (17) e possiede proprietà anticoagulante (18) ed attività antiossidante (19) attraverso un effetto scavenger sull'anione superossido e sul radicale idrossilico (20). In molti studi, inoltre, è stato dimostrato l'attività antiossidante del verbascoside su sistemi cellulari e su vari organi ed apparati dell'organismo umano (21, 22, 23, 24, 25, 26, 27). La sua proprietà antiossidante (28) è stata evidenziata ricorrendo al dosaggio della concentrazione ematica della perossidazione lipidica e della fluidità della membrana degli eritrociti, in conigli sottoposti ad immobilizzazione. Casamassima e Coll. (29) su agnelli di razza Lacaune allattati naturalmente e integrati con due diversi dosaggi di verbascoside hanno evidenziato una diminuzione dei ROMs e dei TBARS e un maggior contenuto plasmatico di Vit. A ed E.

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Considerati gli effetti del verbascoside, un estratto naturale titolato in PPG, fenilpropanoide glucoside, un suo impiego nell’alimentazione della lepre potrebbe risultare di valido aiuto nei giovani soggetti, nelle prime fasi di vita e ancor più in quella di svezzamento, per incrementare le performance produttive, la resistenza alle malattie e, più in generale, alle avversità ambientali attraverso un miglioramento dello stato immnunitario. Anche le coppie di riproduttori potrebbero trovare giovamento dall’impiego di tale molecola sull’apparato riproduttivo, nello stress da parto e, più in generale, nel periodo del periparto con un miglioramento della produzione colostrale e, quindi, dell’immunità passiva del giovane leprotto neonato. Bibliografia 1. Mary C. & Trouvillez J., eds 1995. Special lievre d’Europe. Bull. Mens. Off. Nati. Chasse. 204 2. Pielowsky Z. & Raczynski J., 1976. Ecological conditions and rational management of hare populations. In: Proc. Symp. on Ecology and management of European hare populations, Warsaw: 269-286 3. Tapper S.C. & Barnes R. F. W.,1986. Influence of farming practice on the ecology of the brown hare (Lepus europaeus). Journal of Applied Ecology. 23: 39-52 4. Vaughan N., Lucas E., Harris S. & White P. C. L., 2003. Habitat associations of European Hares Lepus Europaeus in England and Walles: implication for farmland management. Journal of Applied Ecology, 40: 163-175 5. Sportelli G.F., 2000. Carne di lepre, poco colesterolo. Riv. di Coniglicoltura- N.3: 48-51 6. Slamecka J., Palanska O., Jurcik R., Hell P., Mojto J., 1997. Chemical composition and qualitive parameters of M. longissimus lumborum et thoracis Meat quality of hares (Lepus Europaeus). Fleischwirtschaft Vol.77, nº 8, pp. 738-740 7. Halliwell B. 1997. Antioxidants and human diseases: a general introduction. Nutr. Rev. 55, S44-52 8. Nijveldt R.J., van Nood E., van Hoorn D.E., Boelens P.G., van Norren K., van Leewen P.A. 2001. Flavonoids: a review of probable mechanisms of action and potential application. Am. J. Clin. Nutr. 74, 418-25 9. Katiyar S.K. 2002. Treatment of silymarin, a plant flavonoid, prevents ultraviolet light-induced immune suppression and oxidative stress in mouse skin. Int J Oncol. 21, 1213-1222 10. Riondel J., Wong H.K., Glise D., Ducros V., Favier A. 2002. The effect of a water-dispersible beta-carotene formulation on the prevention of age-related lymphoid neoplasms in mice. Anticancer Res. 22, 883-888 11. Murdon, P., J. Rehage, K. Qualmann, H.-P. Sallmann, H. Sholz. 1999. A study of lipid peroxidation and vitamin E in dairy cows with hepatic insufficiency. J. Vet. Med. (A) 46, 219-224 12. Kankofer, M. 2002. Placenta release/retention in cows and its relation to peroxidative damage of macromolecules. Reprod. Dom. Anim. 37:27-30 13. Miller J.K. e Brzezinska-Slebodzinska E. 1993. Oxidative stress associated with exercise, psychological stress and life-style factors. Chem. Biol. Inter., 102, 17-36 14. Gabai G, Testoni S, Piccinini R, Marinelli L and Stradaioli G. 2004. Oxidative stress in primiparous cows in relation to dietary starch and the progress of lactation. Anim. Sci. 79, 99-108 15. Wang P., Kang J., Zheng R., Yang Z., Lu J., Gao J., Jia Z., 1996. Biochem Pharmacol. 51: 687 16. Salvi A., Bruhlmann C., Migliavacca E., Carrupt P.-A., Hostettmann K., Testa B., 2002. Helv Chim. Acta, 85: 867 17. Kong B., Dustmann J.H. 1985. The caffeoylics as a new family of natural antiviral compounds. Naturwiss. 72, 659-61 18. Jimenez C., Villaverde M.C., Riguera R., Castedo L., Stermitz F. 1989. Triperpene glycosides from Mussutia species. Phytochem. 28, 2773-2776 19. Zheng R.L., Wang P.F., Li J., Liu Z.J. 1993. Inhibition of the autoxidation of linoleic acid by phenylpropanoid glycosides from Pedicularis on superoxide anion and hydroxyl radical by the spin trapping method. Biochem. Pharmacol. 51, 687-91 20. Wang P., Zheng R., Gao J., Jia Z., Wang W., Yao S. 1996. Reaction of hydroxyl radical with phenylpropanoid glycosides from Pedicularis species: a pulse radiolysis study. Sci. China Life Sci. 39, 154-8 21. Zhou Y.C., Zheng R.L. 1991. Phenolic compounds and analog as superoxide anion scavengers and antioxidants. Biochem. Pharm. 42, 1177-1179 22. Li X.J., Xin D., LU H., Tong C.W., Gao J.N., Chan K.M. 1999. Effect of verbascoside on decreasing concentration of oxygen free radicals and lipid peroxidation

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in skeletal muscle. Chung-Kuo Yao Li Hsueh Pao - Acta Pharmacol. Sinica 20 (2), 126-130 23. Sticher O. 1977. Plant mono and sesquiterpenoids with pharmacological or therapeutical activity. In: Wagner H., Wolff P. (Eds.). New natural products and plant drugs with pharmacological, biological and therapeutical activity. Springer-Verlag, New York, Berlin 24. Holzl J. 1997. The Genus valerian. In: Houghton P.J. (Ed.), Valerian. Harwood Academic Publishers, Amsterdam. 25. Saracoglu I., Inoue M., Calis I., Ogihara Y. 1995. Studies on constituents with cytotoxic and cytostatic activity of two Turkish medicinal plants, Phlomis armeniaca and Scutellaria salviifolia. Biol. Pharmac. Bullet. 18, 1396-1400 26. Saracoglu I., Inoue M., Calis I., Ogihara Y. 1997. Selective cytotoxic and cytostatic activity of some phenylpropanoid glycosides. Fitoterap. LXVII, 434-438 27. Lancaster J.R. 1992. Nitric oxide in cells. Americ. Sci. 80, 248-259 28. Liu M.J., Li J.X., Guo H.Z., Lee K.M., Quin L., Chan K.M. 2003. The effects of verbascoside on plasma lipid peroxidation level and erythrocyte membrane fluidity during immobilization in rabbits.: a time course study. Life Sci. 73, 883-892 29. Casamassima D., Palazzo M., Presutti T., Colella G.E., 2009.Productive performances, plasmatic oxidative status and some blood parameters in suckling lambs supplemented with verbascoside. XVIII Congresso Nazionale ASPA, Palermo 9-12 Giugno 2009

10.2 Obiettivi specifici

Valutazione dell’allevamento intensivo della lepre finalizzato alla produzione di soggetti autoctoni di elevato livello qualitativo, in grado di riprodursi e di sopravvivere nell’ambiente selvatico, ai fini del ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie

10.3 Piano di attività (indicare in quali linee di ricerca è impegnata l’UO)

Il progetto di ricerca sarà articolato in due anni di attività:

I ANNO DI ATTIVITÀ:

Nel primo anno di sperimentazione si intende valutare l’effetto dell’integrazione alimentare di verbascoside, nel mangime di allevamento, sull’attività produttiva e riproduttiva di coppie di Lepre italica, allevate in ambiente confinato. Fase 1. La prova, della durata di circa 8-10 mesi, prevede l’utilizzo di 30 coppie di soggetti da valutare in 3 cicli riproduttivi, invernale, primaverile ed estivo allevate in gabbie, da suddividere in 2 gruppi di 15 coppie ciascuno, omogenei tra loro, per età e peso vivo, di cui uno di controllo (T) e l’altro sperimentale (S). la prova sarà preceduta da un periodo presperimentale di adattamento degli animali all’alimento della durata di 15 giorni. Durante la prova gli animali riceveranno ad libitum fieno di erba medica e mangime di allevamento al quale sarà aggiunto, al momento della formulazione, per il gruppo sperimentale, un integratore alimentare a base di verbascoside allo 0,5% di principio attivo. La dose di verbascoside che si prevede di impiegare nel mangime sarà pari a 7,5 mg per kg di alimento. Fase 2. Le lepri saranno sottoposte, durante il periodo di prova, ai seguenti controlli sperimentali: Rilievo dei parametri produttivi e riproduttivi - peso vivo dei riproduttori all’inizio e alla fine di ogni ciclo riproduttivo (invernale, primaverile ed estivo); - numero dei figli nati vivi e/o morti al parto; - numero dei figli portati vivi e vitali allo svezzamento/parto; - peso vivo delle nidiate al parto; - peso vivo delle nidiate allo svezzamento; - durata interparto; - percentuale di infertilità per ciclo riproduttivo. Rilievo di alcuni parametri ematici ed immunitari - prelievi ematici dei riproduttori a 4±2 giorni dal parto - costanti ematiche: trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL e bilirubina;

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- indicatori dello stato ossidativo plasmatico: Radicali liberi dell'ossigeno e loro derivati (ROMs), sostanze reagenti con l'acido tiobarbiturico (TBARS), Vitamine A ed E; - parametri immunitari su plasma e/o su siero: contenuto in lisozima, aptoglobina, immunoglobuline, complemento emolitico del siero e blastizzazione linfocitaria. II ANNO DI ATTIVITÀ: Nel secondo anno di sperimentazione si intende valutare l’effetto del verbascoside, come integratore alimentare, sulle performance produttive e sul grado di sopravvivenza di giovani leprotti prima dell’immissione nelle aree di ripopolamento. Fase 1. La prova, sarà realizzata nell’arco di 10 mesi, per un numero di 3 cicli produttivi, primaverile, estivo ed autunnale, utilizzando, per ogni ciclo, 60 giovani leprotti svezzati dell’età di 25–30 giorni. Tutti i soggetti saranno allevati in apposite gabbie di svezzamento in numero di 5 per gabbia; una metà di essi, pari a 30 soggetti, sarà suddivisa in 2 gruppi di 15 soggetti ciascuno di cui un gruppo di controllo e l’altro sperimentale e allevati fino all’età di 50d con l’impiego di un mangime di allevamento, somministrato ad libitum, che nel gruppo sperimentale sarà integrato con verbascoside, mentre l’altra metà, pari ai rimanenti 30 soggetti, sarà allevata fino all’età di 80d utilizzando la stessa procedura descritta precedentemente. Tutti i soggetti in prova riceveranno, ad libitum, fieno di erba medica. Al fine di facilitare l’adattamento dei leprotti all’ambiente naturale, prima dell’immissione nelle aree destinate al ripopolamento, tutti i soggetti in prova saranno allocati per un periodo di 20 giorni in recinti di preambientamento. Fase 2. I leprotti, durante il periodo di prova, saranno sottoposti ai seguenti controlli sperimentali: - rilievo del peso vivo dei leprotti svezzati all’inizio della prova (25-30d); - rilievo del peso vivo dei leprotti alla fine di ciascun ciclo produttivo (50 d e 80 d); - rilievo del peso vivo dei leprotti dopo il periodo di preambientamento (70d e 100 d) per ogni ciclo produttivo - rilievo del consumo e indice di conversione alimentare dei leprotti nel periodo di allevamento in gabbie di svezzamento da 25-30d (inizio prova) a 50d e 80d (fine prova); - rilievo della mortalità dei leprotti durante il periodo di allevamento nelle gabbie e nei recinti di preambientamento

10.4 Articolazione temporale delle attività

Fasi12

TempoAnno 1

G F M A M G L A S O N DAnno 2

F M A M G L A S O N DG

10.5 Ostacoli prevedibili ed azioni correttive

Non si prevedono cause ostative per la realizzazione del progetto e, in particolare, per lo svolgimento dei protocolli previsti sia per il primo sia per il secondo anno di lavoro, pertanto, non si prevedono azioni correttive.

10.6 Risultati attesi

- aumento delle performance produttive e riproduttive delle coppie di riproduttori di lepre italica per un miglioramento delle condizioni sanitarie e di benessere degli animali in allevamento

- aumento della percentuale di leprotti portati vivi e vitali allo svezzamento da coppie di riproduttori- sviluppo e conservazione della lepre italica negli ambienti naturali destinati ad attività venatorie

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- contenimento della diffusione delle malattie infettive, tipiche degli animali selvatici, in seguito ad importazione di soggetti provenienti da altre aree geografiche- produzione di soggetti di lepre italica di elevato livello qualitativo da utilizzare nel ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie.

10.7 Ricadute e benefici - produzione di soggetti autoctoni di elevato livello qualitativo, in grado di riprodursi e di sopravvivere nell’ambiente selvatico, ai fini del ripopolamento delle aree naturali destinate ad attività venatorie - utilizzazione di sostanze nutraceutiche bioattive per sostenere lo sviluppo e la conservazione di animali selvatici in ambienti naturali migliorando lo stato di salute di coppie di riproduttori e la loro resistenza alle avversità ambientali - valutazione dell’effetto di tale molecola, in allevamento intensivo, sull’attività riproduttiva di coppie di lepre italica, ed in particolare durante il periparto, nell’intento di migliorare anche la produzione colostrale e, quindi, l’immunità passiva del leprotto neonato - aumentare lo stato di benessere di leprotti, nelle prime fasi di vita e ancor più in quella di post-svezzamento, promuovendo un miglioramento della loro crescita e un aumento della resistenza alle malattie e, più in generale, alle avversità ambientali attraverso un potenziamento dello stato immunitario.

11. Collaborazioni esterne (descrivere l’attività che sarà svolta attraverso collaborazioni esterne alla U.O., con particolare riferimento ad eventuali consulenze e commesse)

10. SCHEDA FINANZIARIA DELL 'UNITÀ OPERATIVA

10.1 Descrizione del personale ( gg/anno sulla base di 210 gg./anno)

Anno Categoria

1 2 3 Totale Ricercatori 60 60 120

Tecnici 120 120 240

Tempo Indeterminato

Personale ausiliario

Ricercatori

Tecnici

Tempo determinato

Personale ausiliario 240 240 480

Totale 420 420 840

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10.2 Descrizione delle attrezzature

Attrezzatura Motivazione Vita utile (mesi):

Uso nel progetto (mesi)

Importo totale (€ ) (IVA compresa)

Importo addebitato al progetto (€) (IVA compresa)

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SCHEDA DI UNITÀ OPERATIVA (MOD. C)

1. Istituzione Roger Allevamenti

Titolo del progetto La gestione zootecnica e produttiva dell’allevamento della lepre ai fini del ripopolamento delle specie e dell’immissione sul territorio per l’attività venatoria

Titolo della ricerca Gestione zootecnica e produttiva dell’allevamento intensivo della lepre italica ai fini del ripopolamento delle specie

2. Ente di appartenenza CRA UNIVERSITÀ CNR ENEA PRIVATI X ALTRO

3. Indirizzo postale Contrada Ramiera Vecchia 86170 ISERNIA

4. Responsabile scientifico della UO e partecipanti

Giuseppe PATETE

5.Finanziamento richiesto dalla U.O.

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(*) Specificare se si tratta di assegno di ricerca, borsa di studio o altro e indicarne la durata

Ricercatori (*) Dottorando

Nome e Cognome, impegno mesi/uomo (gg/anno sulla base di 210 gg./anno)

Tecnici Nome e Cognome, impegno mesi/uomo (gg/anno sulla base di 210 gg./anno)

8.Personale a tempo determinato che prenderà parte al progetto (indicare anche la data di nascita di ogni partecipante)

Personale ausiliare Nome e Cognome, impegno mesi/uomo (gg/anno sulla base di 210 gg./anno)

(*) Specificare se si tratta di assegno di ricerca, borsa di studio o altro e indicarne la durata

9. Competenze dell’Unità Operativa in relazione al progetto

10. Descrizione della ricerca (max. 3 pagine)

10.1. Stato dell’arte specifico

Contrastare la diminuzione di biodiversità è uno degli obiettivi prioritari sostenuti dai Governi dei diversi Paesi comunitari per frenare i fenomeni di degrado e di riduzione degli ambienti naturali in atto da tempo. La conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità è possibile con l’adozione di interventi volti, non tanto ad assicurare la protezione diretta delle singole specie animali e vegetali, quanto a favorire la protezione indiretta, da attuarsi mediante la tutela e il ripristino del territorio, la riduzione della frammentazione degli habitat e il contenimento delle fonti di pressione venatorie. La Lepre comune o Lepre europea, è inserita nell’Allegato III della Convenzione Berna (specie protette per le quali è ammesso l’eventuale sfruttamento delle popolazioni in modo regolamentato). A partire dagli anni ’50 si è assistito ad una progressiva diminuzione di questo selvatico dovuta ad una serie di cause concomitanti come l’elevata pressione venatoria, l’avvento della meccanizzazione agricola, l’uso di prodotti chimici in agricoltura. Quindi, la salvaguardia della consistenza della Lepre europea nel bacino del Mediterraneo è molto variabile in quanto risente degli effetti della prassi gestionale che è basata sul governo delle popolazioni locali e sul ripopolamento artificiale. Sul territorio italiano convivono due popolazioni di lepri: quella europea e quella italica; il “Piano d’Azione Nazionale per la lepre italica” ha evidenziato il “rango di buona specie” che si inserisce in una più ampia strategia nazionale di conservazione della biodiversità e si prefigge di individuare possibili soluzioni teoriche ed applicative per la conservazione e la gestione della stessa definibile come “minacciata” di estinzione secondo i criteri dell’IUCN, International Union for Conservation of Nature and Natural Resources. Nel complesso, la Lepre italica è classificata come specie “minacciata” di estinzione, nella categoria “Vulnerabile”, sia a livello europeo IUCN Red List (Appendice 1, 2007), sia a livello globale IUCN Red List, (2008). Numerose sono le cause che minacciano le popolazioni di lepre italica, tra queste le più importanti sono la frammentazione dell’areale, l’isolamento e i bassi livelli di densità di popolazione, con rischio di erosione della variabilità genetica, l’incremento del grado di consanguineità e la riduzione della fitness degli individui. Da alcuni decenni negli ambienti mediterranei si assiste ad una progressiva concentrazione delle attività antropiche nei fondovalle, nelle zone pianeggianti e lungo le coste e ad un progressivo abbandono delle colture delle aree collinari e montane. L’interruzione della continuità ecologica del territorio e la riduzione quali-quantitativa dell’ habitat è alla base del declino delle popolazioni di lepre italica che oggi si presentano con basse densità (meno di 5 soggetti ogni 100 ettari) nelle aree dove è consentito l’esercizio venatorio, mentre nelle aree protette si sono stimate densità superiori e, nella fattispecie, di circa 20-30 soggetti per 100 ettari. Le immissioni di lepre europea nell’areale della lepre italica non appare raccomandabile come strategia di conservazione e di gestione della lepre italica sia per evitare il rischio di competizione di specie e sia per ridurre i rischi di trasmissione di malattie. Una efficace modalità di conservazione della lepre italica è rappresentata da una corretta gestione delle aree naturali destinate ad attività venatoria.

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10.2 Obiettivi specifici

l’impiego di lepre Italica, maggiormente adattata all’ambiente di origine, può rappresentare una valida alternativa ai ripopolamenti effettuati con specie di importazione, da cattura e/o di allevamento, provenienti da altre aree geografiche anche al fine di ridurre la diffusione di malattie infettive e costituire, altresì, un valido obiettivo di natura economica nelle aree regionali dedite all’attività faunistica-venatoria

10.3 Piano di attività (indicare in quali linee di ricerca è impegnata l’UO)

Il progetto di ricerca, che sarà articolato in due anni di attività, prevede:

- la fornitura di coppie di riproduttori e dei leprotti svezzati

- la gestione dell’allevamento e la fornitura delle gabbie di allevamento

- la fornitura dei silos di mangime di allevamento destinati alla sperimentazione

- allestimento di una sala infermeria dove effettuare i prelievi ematici

- la fornitura di fieno di erba medica

- la messa a disposizione di recinti per il pre-ambientamento

Tutti i soggetti, durante il periodo di prova, saranno sottoposti a controlli sperimentali come descritto nel protocollo sperimentale della UUOO del Coordinatore.

10.4 Articolazione temporale delle attività

L’articolazione temporale delle attività è quella riportata nella scheda dell’UUOO del Coordinatore e nello schema generale

10.5 Ostacoli prevedibili ed azioni correttive

Non si prevedono cause ostative per la realizzazione del progetto e, in particolare, per lo svolgimento dei protocolli previsti sia per il primo sia per il secondo anno di lavoro, pertanto, non si prevedono azioni correttive.

10.6 Risultati attesi

- aumento delle performance produttive e riproduttive delle coppie di riproduttori di lepre italica per un miglioramento delle condizioni sanitarie e di benessere degli animali in allevamento

- aumento della percentuale di leprotti portati vivi e vitali allo svezzamento da coppie di riproduttori- sviluppo e conservazione della lepre italica negli ambienti naturali destinati ad attività venatorie

10.7 Ricadute e benefici

- sviluppo e conservazione di soggetti di lepre Italica, maggiormente adattata all’ambiente di origine, può rappresentare una valida alternativa ai ripopolamenti effettuati con specie di importazione, da cattura e/o di allevamento, provenienti da altre aree geografiche anche al fine di ridurre la diffusione di malattie infettive e costituire, altresì, un valido obiettivo di natura economica nelle aree regionali dedite all’attività faunistica-venatoria e di salvaguardia della biodiversità

- ricostituzione nel territorio regionale del ceppo locale di lepre italica da poter destinare, in seguito, a cattura, vendita e ripopolamento anche di altre aree dedite ad attività venatorie

11. Collaborazioni esterne (descrivere l’attività che sarà svolta attraverso collaborazioni esterne alla U.O., con particolare riferimento ad eventuali consulenze e commesse)

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12. Descrizione del personale ( gg/anno sulla base di 210 gg./anno)

Anno Categoria

1 2 3 Totale Ricercatori

Tecnici

Tempo Indeterminato

Personale ausiliario 180 180 360

Ricercatori

Tecnici

Tempo determinato

Personale ausiliario

Totale 180 180 360

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PROSPETTO DI SPESA APPROVATO DAL MINISTERO 2. Costi e richiesta finanziamento Istituzione pubblica

Costo (€) Finanziamento richiesto (€)

I anno II anno III anno Totale I anno II anno III a nno Totale

A) Personale

Ricercatori 1.140,51 1.140,51 2.281,02

Tecnici 2.722,50 2.722,50 5.445,00

A 1 Personale a tempo indeterminato

Personale ausiliario Ricercatori Tecnici

A 2 Personale a tempo determinato

Personale ausiliario A 3 Missioni nazionali ed estere 2.250,00 2.250,00 4.500,00 2.250,00 2.250,00 4.500,00

A) Subtotale Personale 6.113,01 6.113,01 12.226,02 2.250,00 2.250,00 4.500,00 B) Materiale di consumo 8.473,43 8.473,43 16.946,86 8.473,43 8.473,43 16.946,86

C) Spese per attività esterne

C1 - Consulenze

C2 - Convenzioni

C3 – Manutenzioni e riparazioni

D) Attrezzature

E) Spese generali (non superiori al 10% delle voci A, B e C)

865,60 865,60 1.731,20 865,60 865,60 1.731,20

F) Coordinamento

TOTALE 15.452,04 15.452,04 30.904,08 11.589,03 11.589,03 23.178,06 Timbro Soggetto Proponente

e Istituzione Firma Soggetto Proponente o delegato Firma Coordinatore di progetto o delegato

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PROSPETTO DI SPESA APPROVATO DAL MINISTERO

2. Costi e richiesta finanziamento Soggetto proponente

Costo (€) Finanziamento richiesto (€)

I anno II anno III anno Totale I anno II anno III a nno Totale

A) Personale

Ricercatori

Tecnici

A 1 Personale a tempo indeterminato

Personale ausiliario 3.863,01 3.863,01 7.726,02 Ricercatori Tecnici

A 2 Personale a tempo determinato

Personale ausiliario 6.000,00 6.000,00 12.000,00 6.000,00 6.000,00 12.000,00 A 3 Missioni nazionali ed estere

A) Subtotale Personale 9.863,01 9.863,01 19.726,02 6.000,00 6.000,00 12.000,00 B) Materiale di consumo 5.089,03 5089,03 10.178,06 5.089,03 5089,03 10.178,06

C) Spese per attività esterne

C1 - Consulenze C2 - Convenzioni C3 – Manutenzioni e riparazioni

D) Attrezzature

E) Spese generali (non superiori al 10% delle voci A, B e C)

500 500 1.000 500 500 1.000

TOTALE 15.452,04 15.452,04 30.904,08 11.589,03 11.589,03 23.178,06

Timbro Soggetto Proponente e Istituzione

Firma Soggetto Proponente o delegato

Firma Coordinatore di progetto o delegato

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PROSPETTO DI SPESA APPROVATO DAL MINISTERO

1. Costi e richiesta finanziamento TOTALE del progetto

Costo (€) Finanziamento richiesto (€)

I anno II anno III anno Totale I anno II anno III a nno Totale

A) Personale

Ricercatori 1.140,51 1.140,51 2.281,02

Tecnici 2.722,50 2.722,50 5.445,00

A 1 Personale a tempo indeterminato

Personale ausiliario 3.863,01 3.863,01 7.726,02 Ricercatori Tecnici

A 2 Personale a tempo determinato

Personale ausiliario 6.000,00 6.000,00 12.000,00 6.000,00 6.000,00 12.000,00 A 3 Missioni nazionali ed estere 2.250,00 2.250,00 4.500,00 2.250,00 2.250,00 4.500,00

A) Subtotale Personale 15.976,02 15.976,02 31.952,04 8.250,00 8.250,00 16.500,00 B) Materiale di consumo 13.562,46 13.562,46 27.124,92 13.562,46 13.562,46 27.124,92

C) Spese per attività esterne

C1 - Consulenze

C2 - Convenzioni

C3 – Manutenzioni e riparazioni

D) Attrezzature

E) Spese generali (non superiori al 10% delle voci A, B e C)

1.365,60 1.365,60 2.731,20 1.365,60 1.365,60 2.731,20

F) Coordinamento

TOTALE 30.904,08 30.904,08 61.808,16 23.178,06 23.178,06 46.356,12

Timbro Soggetto Proponente e Istituzione

Firma Soggetto Proponente o delegato Firma Coordinatore di progetto o delegato

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