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ASPETTI GENERALI Cenni storici Il fagiolo ha fatto la sua comparsa nella zona di Lamon e Sovramonte intorno al 1530, dopo essere stato introdotto in Europa dai territori andini dell’America del Sud. Documenti storici del XVII secolo rilevano l’importanza di questa coltivazione per la popolazione locale e forniscono anche le prime indicazioni sui metodi di coltivazione. Sono inoltre ampiamente documentati, nei secoli successivi, i notevo- li scambi commerciali che la produzione di fagiolo alimentava verso zone limitrofe, ma anche verso stati europei, date le notevoli caratte- ristiche qualitative del prodotto. In tali manoscritti si cominciavano ad individuare diverse tipologie in relazione al colore, alla forma e all’e- poca di maturazione. Nel corso degli anni si è affinata la tecnica colturale ed è proseguita la selezione massale arrivando ad un prodotto con pregevoli caratteristi- che qualitative. Da dieci anni è attivo un Consorzio di Tutela, è stato definito un disci- plinare di produzione, un regolamento di uso del marchio e, nel 1996, il fagiolo di Lamon ha ottenuto il riconoscimento IGP dalla CEE che conferma la vocazionalità della zona e la tipicità del prodotto. IL FAGIOLO DI LAMON

scheda FAGIOLO DI LAMON - venetoagricoltura.org · Il fagiolo ha fatto la sua comparsa nella zona di Lamon e Sovramonte intorno al 1530, dopo essere stato introdotto in Europa dai

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ASPETTI GENERALI

Cenni storici

Il fagiolo ha fatto la sua comparsa nella zona di Lamon e Sovramonteintorno al 1530, dopo essere stato introdotto in Europa dai territoriandini dell’America del Sud.Documenti storici del XVII secolo rilevano l’importanza di questacoltivazione per la popolazione locale e forniscono anche le primeindicazioni sui metodi di coltivazione. Sono inoltre ampiamente documentati, nei secoli successivi, i notevo-li scambi commerciali che la produzione di fagiolo alimentava versozone limitrofe, ma anche verso stati europei, date le notevoli caratte-ristiche qualitative del prodotto. In tali manoscritti si cominciavano adindividuare diverse tipologie in relazione al colore, alla forma e all’e-poca di maturazione.Nel corso degli anni si è affinata la tecnica colturale ed è proseguita laselezione massale arrivando ad un prodotto con pregevoli caratteristi-che qualitative.Da dieci anni è attivo un Consorzio di Tutela, è stato definito un disci-plinare di produzione, un regolamento di uso del marchio e, nel 1996,il fagiolo di Lamon ha ottenuto il riconoscimento IGP dalla CEE checonferma la vocazionalità della zona e la tipicità del prodotto.

IL FAGIOLO DI LAMON

CARATTERI BOTANICI

Famiglia: Papilionaceae (Leguminosae - Fabaceae ) Sottofamiglia: Papilionateae Sezione: Phaseoleae Genere: PhaseolusSpecie: vulgaris

Radice: poco fittonante con ramificazioni poco profonde e radici laterali estese che possono presentare i tubercoli dei bat-teri radicicoli (Rhizobium).

Fusto: cilindrico volubile sinistrorso di notevole sviluppo. In zona esiste anche una tipologia, poco diffusa, determinataa fusto eretto (Spagnolet nano).

Foglie: alterne composte trifogliate, le due laterali simmetriche, lanceolate, la centrale in genere più grande delle altre,romboidale più o meno appuntita.

Fiore: riunito in infiorescen-ze a racemo che nasconoall’ascella delle foglie, calicegamosepalo verde, corolla dicinque petali di colore lillapiù o meno carico, feconda-zione autogama in quanto ilpolline matura a fiori ancorachiusi determinandone unaalta, ma non stretta (98 - 99%) autofecondazione (clei-stogamia).

Frutto: baccello con duevalve con dentro semi innumero variabile da 3 a 6, dadritto a leggermente curvocon varie e più o meno viva-ci striature di colore rosso.

Seme: a germinazione epi-gea, formato da due cotile-doni che evidenziano ilpunto di attacco alle valvechiamato ilo. Striature dicolore rosso ad intensità edistribuzione variabile.

Cultivar: Spagnolet, Spagnol, Calonega, Canalino

Spagnolet: baccelli di circa 12cm con striature rosso intenso.Contengono da tre a cinquesemi rotondeggianti del pesomedio di 0,78 gr con striaturerosso carminio su fondo beige,buccia fine e tenera. Fiori rosatenue - i primi inseriti a 30 - 35cm dal suolo.

Spagnol: baccelli di circa 13cm con striature rosso vinose.Contengono normalmentequattro semi ovoidali del pesomedio di 0,85 gr con tipichestriature rosso carminio scurosu fondo beige, buccia me-diamente fina e tenera. Fiorirosa vinato - i primi inseriti a35 - 40 cm dal suolo.

CARATTERISTICHE DEL PRODOTTOValori nutrizionali del fagiolo di Lamon (valori medi perle cultivar Spagnol, Spagnolet e Calonega)

Per 100 gr Per 100 gr di prodotto secco di prodotto fresco

Valore energetico Kcal 278 104

Acqua g. 10,3 62,1Proteine g. 24,5 8,4Lipidi g. 2,0 0,6Glucidi disp. g. 47,7 19,3Fibra g. 13,3 8,6

Sodio mg. 3 2Potassio mg. 1.478 650Ferro mg. 9 3Calcio mg. 102 44Fosforo mg. 464 180Niacina - vit. PP mg. 2,1 1Tiamina - vit. B1 mg. 0,55 0,24Riboflavina - vit. B2 mg. 0,12 0,1Vitamina A mg. - 18Vitamina C mg. - 10

Calonega: baccelli di circa 14cm con striature rosso carico.Contengono da tre a cinque semireniformi, schiacciati del pesomedio di 0,95 gr con striaturerosso inglese su fondo beige,buccia mediamente fina e tene-ra. Fiori rosa pallido - i primiinseriti a 70 - 80 cm dal suolo.

Canalino: baccelli di circa 15cm con striature rosso vivo.Contengono 5 - 7 semi delpeso di 0,90 gr con striatureambra bruciata, tendenti alnero su fondo beige chiaro,con buccia spessa e tenace.Fiori rosa vinato carico - iprimi inseriti a 30 - 35 cm dalsuolo.

CLIMAPianta macroterma: a +1 ÷ +2° C la pianta muore, la tem-peratura minima del terreno per la germinazione è di 12°C, ma per avere una buona emergenza e sviluppo dellaplantula la temperatura deve superare i 15°C. La tempe-ratura ottimale durante la fase vegetativa va da 20 a 26°Ccon ridotte escursioni termiche giornaliere.Per l’allegagione, che si realizza prevalentemente duran-te le ore notturne, risultano ottimali 19 - 23°C; tempera-ture più basse, ma anche più alte, causano cascola deifiori, riducono la percentuale di baccelli allegati e ilnumero di semi per baccello.La pianta richiede una moderata ma costante disponibili-tà idrica.

TERRENOIl fagiolo di Lamon ha dimostrato di dare i migliori risultatiin terreni di medio impasto, profondi, non compatti, anchein presenza di scheletro frequente con facilità di sgrondodelle acque in eccesso e con le seguenti caratteristiche:

Reazione (pH): 5,5 - 6,8Salinità (mS/cm): < 1,2 Sostanza organica (%): 2 - 3Rapporto C/N: 9 - 12C.S.C. (meq/100gr): 10 - 15 Calcare attivo (%) < 5

Basso contenuto di alluminio, boro, cloro e manganeseDiscreta presenza di rame, molibdeno e zinco.

ESIGENZE AMBIENTALI

TECNICA COLTURALE

AvvicendamentoE’ una sarchiata miglioratrice. Non deve seguire altreleguminose e patata (e neanche melone, cavolo, cetrioloe spinacio che non sono però orticole tradizionalmentecoltivate in zona). Attenzione va posta anche alla successione con maisdiserbato con prodotti derivati delle triazine che posso-no risultare tossici per il fagiolo anche a distanza di unanno dall’impiego, soprattutto in terreni con scarso con-tenuto di sostanza organica. Rotazione consigliata di almeno 3 - 4 anni principal-mente per non favorire l’insorgere di problemi fitosani-tari dovuti a patogeni che sopravvivono sui residui vege-tali della coltura precedente e che si possono manifesta-re con crescente frequenza e intensità. Un avvicenda-mento più stretto è sconsigliabile anche per una possibi-le diminuzione di vigoria della coltura e per un più dif-ficile controllo delle infestanti.

Preparazione del terreno L’aratura dovrebbe essere eseguita in autunno. Il perio-do più indicato è quello subito successivo al terminedella raccolta, se le condizioni del terreno lo permetto-no. Con questa operazione si interrano i concimi orga-nici che, se non distribuiti alla coltura precedente, comesarebbe consigliabile, devono essere utilizzati primapossibile per consentire almeno una parziale umifica-zione della sostanza organica.L’aratura va eseguita ad una profondità variabile da 25a 35 cm in relazione alla compattezza del suolo. Nellaprimavera successiva è consigliabile procedere ad unaaccurata preparazione del letto di semina evitando peròl’impiego di frese che producono notevole suola di lavo-razione. Durante l’affinamento del terreno è consiglia-bile effettuare anche un buon livellamento per evitarepossibili ristagni idrici superficiali.

ConcimazioneSi può ritenere equilibrato un apporto annuale totale dicirca 50 - 80 kg/ha di Azoto, 80 -100 kg/ha di Fosforo e100 - 120 kg/ha di Potassio (come solfato) per reinte-grare le asportazioni e mantenere in giusta proporzionei tre elementi principali. Se si è effettuata la concimazione organica è natural-mente necessario diminuire proporzionalmente le unitàdi elementi fertilizzanti chimici che si intendono even-tualmente impiegare.Per individuare il quantitativo ottimale di elementi dadistribuire, in modo da non indurre carenze, ma ancheper non provocare squilibri, risulta indispensabile unaattenta lettura delle analisi del terreno, che risultanoabbastanza variabili da zona a zona dell’altopiano diLamon e di Sovramonte. L’azoto, in particolare, andrà utilizzato ai massimi livel-li indicati qualora decorsi stagionali particolarmente

freddi ed umidi non abbiano consentito un adeguato svi-luppo dei batteri simbionti. La sua distribuzione dovràcomunque essere concentrata in presemina e nelle fasiiniziali di sviluppo delle piante.

Epoca e modalità di impiantoIl seme va posto a circa 3 - 5 cm di profondità.Tradizionalmente si esegue a postarelle dove vengonocollocati alcuni semi. Le postarelle sono in genere a filebinate di 50-60 cm fra le bine e 100 cm fra le file conuna distanza sulla fila di circa 50 cm. Più razionalerisulta la semina a seme singolo, a file distanti 100 - 120cm e con distanze fra le piante di 10 - 15 cm.L’investimento finale non dovrebbe in ogni caso supera-re le 10 piante per mq. La semina si effettua normalmente e tradizionalmentenella prima parte del mese di maggio.E’ sconsigliato il trapianto (che in casi di effettiva neces-sità deve essere effettuato al massimo entro la primafoglia trifogliata) per la delicatezza dell’apparato radi-cale e la conseguente, eventuale, prolungata crisi da tra-pianto.Qualsiasi sia il sesto di impianto bisognerà consentire lamassima penetrazione dell’aria e della luce per cui ènecessario evitare investimenti troppo alti che, oltre anon dare incrementi produttivi, favoriscono l’insorgeredi patologie, soprattutto fungine, di difficile controllo.

Cure colturali Il disciplinare di produzione vieta l’uso di sostanzediserbanti per cui si rendono necessarie almeno due sar-chiature per eliminare le infestanti. Effettuando tali ope-razioni si esegue anche una leggera rincalzatura con loscopo di stabilizzare maggiormente le giovani piantine. Le sarchiature devono essere leggere, eseguite con infe-stanti molto piccole, per non danneggiare il delicatoapparato radicale del fagiolo che si sviluppa, in buonaparte, molto superficialmente.Le infestanti devono comunque, in ogni caso, essereprontamente eliminate sia perché potenziali ospiti diparassiti, sia per motivi di competizione cui la coltura siè dimostrata particolarmente sensibile.

Interessante si è rivelata la tecnica della pacciamaturasia per il contenimento delle infestanti che per il mante-nimento di condizioni termo - igrometriche più favore-voli. E’ conveniente adottare tale pratica utilizzandopolietilene di colore nero o “telo di antialga” che hannodimostrato di essere le tipologie che danno i miglioririsultati nell’ambiente climatico locale (molto validotecnicamente risulta anche il tipo biodegradabile). Le piante vanno sostenute con tutori che sono normal-mente canne o pali di legno liberi o bloccati all’estremi-tà superiore con fili di ferro o plastica fra loro e/o alleestremità dei filari (queste operazioni possono ancheessere eseguite con apposita macchina se le superfici loconsentono).Si possono usare anche reti o fili di plastica sostenuti dafili di ferro sospesi fra pali.

IrrigazioneLe precipitazioni medie cumulate nella zona di coltiva-zione, nel periodo primaverile - estivo, risultano nor-malmente sufficienti per le necessità della pianta (250 -300 mm).Nelle fasi della germinazione e dalla fioritura (moltoscalare) all’inizio dell’ingrossamento dei semi il fagiolomanifesta una maggiore sensibilità alle carenze idricheper cui, nelle annate in cui l’apporto naturale dovesserisultare insufficiente o con distribuzione irregolare, siritiene utile poter disporre di un sistema di irrigazione disoccorso. Indicato è il sistema a manichetta che noninduce la formazione di crosta nelle fasi iniziali e con-sente di distribuire volumi limitati e costanti con mini-me pressioni di esercizio.

DifesaSpesso i produttori della zona, molto attenti ad altriaspetti di tecnica colturale, non effettuano una accuratadifesa delle piante di fagiolo fidando nell’andamentostagionale per la limitazione dei funghi e nel controllonaturale degli insetti. Tale impostazione, che in annatefavorevoli può dare risultati soddisfacenti, in condizioniambientali e climatiche non altrettanto propizie, porta adecrementi anche notevoli di produzione.Dato l’alto valore economico che la coltura presenta, siritiene utile descrivere brevemente le malattie più fre-quenti nell’area di coltivazione e dare alcune indicazio-ni relative ai principi attivi utilizzabili, fra quelli regi-strati per la coltura, alla data di pubblicazione della pre-sente scheda.Le aziende che aderiscono al P.S.R. Misura 6 - Agro-ambiente, Sottomisura 6.1 - Sistemi di produzione abasso impatto e tutela della qualità: Azione 2 - Agri-coltura Integrata e Azione 3 - Agricoltura Biologica, do-vranno naturalmente attenersi ai rispettivi regolamenti.

CRITTOGAMEAntracnosi (Colletotrichum lindemuthianum) Rappresenta la più grave avversità fungina del fagiolo. Isintomi della malattia si possono trovare su tutti gli

organi della pianta e soprattutto sui baccelli e sugli stelidove provoca la comparsa di caratteristiche macchiebrune, depresse, circolari od allungate. Sui semi l’attac-co si manifesta con macchie rotondeggianti, primadecolorate e poi scure, circondate da un alone rossastro.Gli organi di conservazione del fungo si mantengononel seme (per 2-4 anni) e nel terreno, sui residui di pian-te infette (per 1-2 anni). La contaminazione delle piantesane avviene attraverso i conidi trasportati dal vento edalla pioggia e la diffusione è favorita da condizioni dielevata umidità e piovosità; sembrano infatti necessarialmeno 10 mm di pioggia perché possa partire il pro-cesso infettivo ad una temperatura ottimale di 18 - 20°C(al di sopra dei 28°C il fungo arresta l’attività). Per com-battere la malattia sono necessari ampi avvicendamenticolturali ed è possibile una lotta chimica preventiva concomposti del rame (idrossido), clorotalonil (da nonusare in fioritura e per massimo di due volte) e ziram.Dodine ha anche azione curativa.

Ruggine del fagiolo (Uromyces appendiculatus)La malattia colpisce prevalentemente le foglie forman-do delle piccole aree clorotiche sulle quali si formanodelle pustole rilevate di colore ruggine che dopo 10 -15giorni provocano l’ingiallimento e la caduta delle foglie.Il fungo sverna sui residui colturali e può provocareinfezioni primaverili e autunnali (più frequenti nellazona) ad opera di spore trasportate soprattutto dal vento.Condizioni ottimali per lo sviluppo sono una elevataumidità relativa e una temperatura da 20 a 24°C.Lotta preventiva con ampie rotazioni colturali e tratta-menti chimici nei periodi umidi e piovosi con compostidel rame (idrossido), clorotalonil (nei limiti già indica-ti), bitertanolo, tiram e ziram.

Rizottonia (Rhizoctonia solani)La malattia pur potendo colpire in tutti gli stadi vegeta-tivi è particolarmente dannosa quando interessa le gio-vani piantine che non riescono più a crescere regolar-mente e possono deperire e morire. Gli attacchi precocisi rilevano soprattutto sulle foglie cotiledonari, alla basedel fusticino e sulle giovani radici. Il parassita si svilup-pa soprattutto fra 16 e 22°C e la sua attività viene favo-rita dalle precipitazioni. Il micelio si conserva nel terre-

no anche per 5 - 6 anni. La lotta può avvenire con misu-re di tipo agronomico quali ampi avvicendamenti, eli-minazione delle piante infette, accurato sgrondo delleacque e con la concia del seme con tolclofos metile otiram che sono efficaci anche come trattamenti fogliari.

Botritis (Botrytis cinerea)Può colpire tutti gli organi del fagiolo ma i danni dimaggiore gravità si hanno quando si manifesta sui bac-celli con la caratteristica muffa grigia e il marciume cheinizia normalmente dalla parte apicale. Le condizioniottimali di sviluppo del fungo sono 20 - 25°C di tempe-ratura ed elevate condizioni di umidità. Per la difesa siconsiglia di evitare le semine troppo fitte e le abbon-danti concimazioni azotate, di eliminare al più presto lefoglie e i baccelli colpiti per limitare il potenziale d’i-noculo ed effettuare trattamenti, ai primi sintomi, condiclofluanide (di prossima revoca - sarà probabilmentesostituto da tolyfluanide) o vinclozolin.

INSETTIAfidi (Aphis fabae) Specie polifaga che attacca tutte le parti epigee dellapianta provocando accartocciamento delle foglie, dis-seccamento dei fiori e ostacolando il regolare sviluppodei baccelli. La melata prodotta dagli afidi imbratta lavegetazione e induce lo sviluppo di fumaggini. Oltre aidanni diretti descritti questi insetti sono particolarmentepericolosi in quanto vettori di molti virus ed in partico-lare del BCMV.La lotta indiretta, per ritardare la comparsa dell’afide, sibasa sulla eliminazione delle erbe spontanee che costi-tuiscono la fonte primaria delle infestazioni. Gli inter-venti chimici possono, almeno inizialmente, essere limi-tati alla fascia perimetrale della coltivazione e si realiz-zano intervenendo tempestivamente con acefate, etio-fencarb, metomil, piretroidi o con pirimicarb, piretrinenaturali e azadiractina meglio tollerati dall’entomofaunautile.

Mosca grigia (Delia platura)Le larve del dittero attaccano i semi in germinazionedistruggendo i meristemi apicali e provocando la mortedella piantine prima dell’emergenza oppure penetranonell’asse ipocotile che cresce ricurvo e deforme provo-cando la morte della piantina poco dopo l’emergenza.Accorgimenti agronomici di lotta sono la semina nontroppo profonda e con temperature ottimali per consen-tire una rapida germinazione e crescita, su terreni bendrenati e con pochi residui colturali in decomposizione.La lotta chimica può essere realizzata localizzando allasemina geodisinfestanti granulari a base di clorpirifos oteflutrin o con trattamento di copertura a bande, a basedi dimetoato o clorpirifos, effettuato nelle prime ore delmattino.

Tonchio (Acanthoscelides obtectus)Gli adulti sono lunghi 3-4 mm di colore olivastro rico-

perti da un fitta peluria grigio scuro. Le femmine inestate introducono le uova nei semi maturi sulle piante,sui quali le larve, successivamente, preparano un foro diuscita per gli adulti che sfarfallano quando i fagioli sonogià nei magazzini e riescono a compiere alcune altregenerazioni. La lotta chimica non è necessaria in quan-to si è dimostrato risolutivo il metodo fisico della surge-lazione del prodotto secco per devitalizzare le uovaeventualmente presenti.

Grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa)Insetto lungo 4 - 6 cm che scava delle gallerie superfi-ciali, visibili per il rigonfiamento del terreno, alla ricer-ca di cibo. I danni possono essere diretti sul seme e piùspesso indiretti alle radici delle giovani piante. La lottachimica si attua con due distribuzioni, da effettuare altramonto e preferibilmente dopo una pioggia, a distanzadi dieci giorni, di esche contenenti carbaril o metiocarb.

ACARIRagno Rosso (Tetranychus urticae)I sintomi dell’attacco di questo acaro si manifestano condecolorazioni, ingiallimenti e bronzature sulle foglieche successivamente seccano e cadono.La lotta chimica risulta piuttosto difficoltosa per la note-vole capacità di sviluppo di ceppi resistenti agli acarici-di e si consiglia pertanto di alternare i principi attivi dis-ponibili per i trattamenti: azociclotin, dicofol, tetradi-fon, bromopropylate, intervenendo ai primi sintomi.

MOLLUSCHIChiocciole e limacce (Helix spp., Agriolimax spp.,Limax spp., Arion spp.)Corpo molle ricoperto di muco con o senza involucroindurito, con la necessità di vivere in ambiente umido(per cui l’attività è prevalentemente notturna). Danni perrosure sulle giovani piantine.Lotta chimica con esche a base di metaldeide o metio-carb. La distribuzione va effettuata almeno due volte, adistanza di una settimana, lungo il perimetro della zonacoltivata e soprattutto nei bordi confinanti con incolti, altramonto e dopo una pioggia abbondante.

VIRUS E BATTERIVirus del mosaico comune (Bean Common MosaicVirus)Si manifesta a vari stadi di sviluppo ma è particolar-mente dannoso nelle fasi giovanili della pianta perchépuò provocare uno sviluppo ridotto oltre che mosaicatu-ra gialla e accartocciamento delle foglie. La difesa, unicamente indiretta, si realizza con il con-trollo degli afidi vettori del virus, con l’eliminazioneimmediata delle piante sintomatiche e soprattutto conl’impiego di seme sano.

SELEZIONE E RISANAMENTO

Le cultivar di fagiolo tradizionalmente coltivate sonosuscettibili al virus del mosaico comune (BCMV BeanCommon Mosaic Virus) trasmesso per seme da unagenerazione all’altra e questa problematica può ridurreanche del 50 % la produzione potenzialmente ottenibile. Esiste inoltre variabilità genetica soprattutto all’internodi alcune cultivar - ben evidenziata dall’analisi del profi-lo elettroforetico delle proteine di riserva del seme -dovuta a criteri di selezione talvolta non uniformementeorientati e condotti singolarmente da produttori capaci,ma non organizzati da un punto di vista tecnico.Veneto Agricoltura, partendo da queste considerazioni,ha dato avvio, insieme all’Istituto Sperimentale per l’or-ticoltura di Montanaso Lombardo, nel 1997, ad un pro-getto che si proponeva di ottenere, per le cultivar mag-giormente coltivate (Spagnol, Spagnolet e Calonega),una linea risanata dal virus BCMV e composta da indivi-dui geneticamente omogenei fra loro con caratteristichefenotipiche e quali-quantitative superiori. La selezione, iniziata presso il Centro SperimentaleOrtofloricolo di Po di Tramontana con la valutazione e laselezione del materiale reperito presso i principali pro-duttori di seme della zona tipica di produzione, è prose-guita negli anni successivi, in ambiente controllato, pres-so alcuni agricoltori della zona di Lamon e Sovramonte.

Ogni anno si è proceduto a selezione visiva di pianteeventualmente infette da virus e successivo controllo delmateriale con test Elisa eliminando le piante infette osospette tali ed è stata effettuata contemporaneamente

una attenta selezione ad opera di esperti del luogo, dellepiante, dei baccelli e dei semi in base alle caratteristichemorfologiche e agli standard previsti. Il materiale esente da BCMV e precedentemente selezio-nato è stato in parte riseminato negli anni successivi, inambiente protetto e in altura, a Lamon e Sovramonte, perpianta fila scegliendo sempre le piante migliori per pro-seguire nella selezione conservativa. Il restante quantita-tivo di seme sano è stato distribuito agli agricoltori inmodo da poter iniziare ad effettuare, in campo, le verifi-che agronomiche sui materiali ottenuti. Per ognuna delle principali cultivar di fagiolo di Lamonsiamo oggi in possesso di significativi quantitativi diseme di linee esenti da BCMV, con caratteristiche quali-tative superiori, con un preciso e pregevole standard este-tico oltre che con potenzialità produttive molto interes-santi.Un altro progetto già avviato, con la raccolta e la caratte-rizzazione biochimica del germoplasma esistente, è laselezione e il risanamento della cultivar Spagnolet nanoparticolarmente pregiata per le sue caratteristiche orga-nolettiche e con la peculiarità di un ciclo di coltivazionenettamente più breve di tutte le altre cultivar.L’attività futura prevede la continuazione del lavoro dicaratterizzazione e miglioramento per le cultivar oggettodi studio ed anche l’avvio di una produzione adeguata diseme sano da porre a disposizione di tutte le aziende inte-ressate. In questo modo si potrà arrivare ad una distribu-zione capillare di seme esente da BCMV tale da elimina-re, o almeno ridurre in maniera considerevole, il poten-ziale di inoculo presente in zona.La realizzazione di una selezione indirizzata alla indivi-duazione di linee differenziate per precocità nell’ambitodelle tre cultivar principali potrebbe essere un ulterioreprossimo obiettivo per consentire la disponibilità di pro-dotto fresco (economicamente più redditizio del secco) inun arco di tempo più ampio possibile ed una distribuzio-ne più razionale della manodopera durante le operazionidi raccolta.Il metodo di selezione conservativa adottato tende aridurre la variabilità genetica esistente per cui si renderànecessario anche procedere ad una raccolta dei campionidi seme esistenti presso tutti i produttori e conservarli inuna apposita semeteca, per mantenere nel tempo tutte letipologie originarie esistenti.

Pubblicazione edita da:Veneto AgricolturaSettore Ricerca e Sperimentazione Agraria e ItticaViale dell’Università, 14 - 35020 Legnaro (PD)Tel. 049-8293711 - Fax 049-8293815E-mail: [email protected]

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Si ringraziano la signora Laura Murer e i signori LorenzoFiorenza, Amedeo Tizian, Giampaolo Sommariva,Riccardo Maccagnan, Pietro Gaio, per il contributo chehanno fornito, con la loro esperienza e con il loro lavoro,alla redazione della presente scheda.

Testi e foto:Giuseppe Crocetta, Veneto AgricolturaSettore Ricerca e Sperimentazione Agraria ed ItticaE-mail: [email protected]

Stampa:Think Adv - Conselve (Pd) - Aprile 2003

Il Consorzio per la tutela del FAGIOLO DI LAMONDELLA VALLATA BELLUNESE I.G.P. è stato costituitonel 1993, a difesa e salvaguardia della produzione, della tipi-cità e delle caratteristiche del prodotto.Sede legale: c/o Comunità Montana Feltrina - 32032 Feltre (BL)Sede operativa: Via Resenterra, 19 - 32033 Lamon (BL)